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Andropausa: un termine sbagliato per una malattia vera e ben curabile


Quanti uomini di 50-60 anni si sentono stranamente stanchi senza una ragione precisa? E quante delle loro compagne di vita si accorgono che qualcosa non va, che per esempio sembrano depressi, dimenticano appuntamenti di lavoro, date importanti, nomi molto noti, e per questo diventano irritabili, scontrosi, intrattabili? Sicuramente tanti, molti pi di quanti normalmente si immagini. E il fatto in genere viene quasi nascosto a se stessi: intere famiglie fanno finta di non accorgersi di nulla sperando che il tutto si risolva da s con un po di riposo: sar lo stress, saranno le preoccupazioni di questo periodo, con lo spread che sale e scende, sar colpa del fatto che le vacanze sono state troppo brevi. Ma purtroppo lo stress non sempre lunica causa di quei sintomi, molto spesso alla base di tutto c una ridotta produzione dellormone maschile per eccellenza, il testosterone. Il fatto che mentre siamo tutti preparati ad accettare la menopausa come un momento di passaggio naturale nella vita di ogni donna, il mito maschile del macho, delluomo che come Anthony Quinn si sposa e mette al mondo figli anche in tarda et, prevede che il cosiddetto sesso forte non abbia problemi e non conosca pausa, la cosiddetta andropausa. Il termine andropausa per quanto colorito e diffuso, non scientificamente corretto, in realt, perch raro che luomo realizzi pause ormonali; piuttosto si verificano cali progressivi, che provocano il cosiddetto ipogonadismo maschile tardivo (o LOH per convenzione, in base alla terminologia anglosassone). Vediamo come e perch ci avviene. La scienza ci ha insegnato che poco dopo i quaranta anni det nelluomo inizia in modo fisiologico un declino della produzione di testosterone che procede a velocit variabile da persona a persona e che pu far attraversare alle concentrazioni circolanti di testosterone una fascia grigia corrispondente a una debole carenza di segnale fino a raggiungere livelli inferiori alla soglia di allarme. Tutto il periodo della fascia grigia presenta sintomi sfuggenti, spesso confusi con lo stress, ma quando i livelli ormonali sono veramente bassi, il quadro spesso conclamato, con depressione psichica, minore efficienza mentale, perdita della memoria, irritabilit, lieve anemia (ossia riduzione della produzione di globuli rossi e quindi del trasposto di ossigeno), riduzione della forza muscolare e della resistenza fisica, dolori ossei diffusi associati ad osteoporosi, lieve aumento di volume delle mammelle (ginecomastia), minore interesse al sesso in generale, aumento del grasso addominale, alterato metabolismo dei carboidrati e dei grassi che sua volta provoca danni vascolari con ridotte prestazioni sessuali.

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Non tutti i sintomi e segni appena riportati sono presenti in ogni paziente con LOH, anzi quasi sempre se ne associano pochi: ci, se da un lato rappresenta una fortuna, dallaltro facilita una sottovalutazione del quadro e quindi rinvia nel tempo la visita dello specialista A tutto ci vi rimedio, ovviamente: basta porre la diagnosi giusta e se occorre praticare la terapia ormonale sostitutiva. Non quindi il caso di sottovalutare il fatto e tanto meno il caso di rinviare allinfinito una visita specialistica presso un andrologo, ossia un endocrinologo esperto nel ramo delle malattie delluomo. Riportare a norma la situazione ormonale, quindi, la scelta ottimale e va fatta al pi presto, per evitare che si instaurino danni pi o meno gravi e pi o meno duraturi. Tanto pi che ormai stata annullata da molte ricerche scientifiche di livello nazionale e internazionale quella che fino a pochi anni fa nella terapia sostitutiva con testosterone - costituiva motivo di grave preoccupazione per pazienti e medici: il cancro della prostata. Certamente, un tempo si aveva ragione a preoccuparsi, perch i pazienti con cancro della prostata dovevano essere trattati in modo tale da sopprimere la produzione ormonale testicolare e quindi, per la propriet transitiva, nessuno osava tentare una terapia sostitutiva in unet in cui notoriamente pi frequente tale tipo di tumore! Successivamente, per, unosservazione casuale spinse alcuni ricercatori a gettare il cuore oltre lostacolo e fare un tentativo oculato di trattamento: uomini ultracinquantenni ipogonadici, ossia rimasti a lungo privi o quasi di testosterone, presentano una maggior frequenza e aggressivit di cancro della prostata rispetto ai loro coetanei normali. Oggi, grazie a loro, dopo aver esaminato ampie casistiche mondiali, si sa che il cancro della prostata non frutto di elevate concentrazioni ma, al contrario, appare favorito da livelli bassi di testosterone anche se resta fondamentale esaminare a fondo il quadro di base di ogni paziente e seguire nel tempo il risultato del trattamento, in quanto il testosterone resta un fattore di crescita per qualsiasi cancro occulto della prostata, che viene quindi costantemente ricercato ed escluso nel tempo dallandrologo di fiducia con opportuni esami proposti periodicamente. Felice Strollo (Specialista in Endocrinologia e Andrologia)

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