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Vito Mancuso Blog Archive Io e Dio

Vito Mancuso
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RecensionediRobertoCeladaBallantiUniversitdiGenova
1.DislocazionieantinomieMialzoconlamenteinunpuntoaldisopradelpianetaeloguardodallalto,comesefosselaprimavolta,

comequandovedounfilmemichiedoqualeilsuomessaggio.Qualilmessaggiodellavitadegliuominisullaterra?Conlamente linalto,liberadaiconsuetischemimentali,nudadifrontealmisterodellessere,inquestomomento,immaginediognialtromomento dellastoria,guardogliuominimieisimiliallepreseconilmisterodellesistenza(p.13).. Difficile,allettorechesiafamiliaredicosefilosofiche,difronteaquesteparolecheapronolosplendidoPrologoefannodaincipit al volumediVitoMancusoIoeDio.Unaguidadeiperplessi,nonriandareaunpensatoreinparticolare,traimoltialtricertopossibili, ben esperto di distanziamenti e dislocazioni spaziali che, svincolando locchio dalla terra e dallineludibile limite prospettico a cui ciascunocostretto,consentonounosguardoscevrodapregiudizi,unosguardoingenuoocandido,oltrecheestesoaltutto.Alludo a Voltaire e, innanzitutto, a Micromgas, il gigante di Sirio che, col suo occhio disincantato, proveniente da altrove, cifra della vera coscienzafilosofica,scoprenelsuogirovagareperluniversounuomoinsettochesiagitasuunmucchiettodifango,sorprendendone, unpocomeaccadenellexemplumfictumdiMancuso,antinomielaceranti,contrastiinsanabili:tantobramosoquelluomoinsettodi esorbitare dai propri limiti, tanto intollerante, passionale, quanto mirabilmente capace di conoscenze. Ma la memoria va anche al TrattatodiMetafisicavoltairiano,dominatocom,nelprimocapitolo,daunaffinedistanziamentoottico,certoispiratoaLocke,che, nellimmaginarsi discendente dallalto, rende possibile uno sguardo che abbracci simultaneamente i pi vasti orizzonti e sia libero da anticipazionieprecomprensioni,antipodeincidellocchiutasorveglianzadelPanopticondiBentham. Sgomenta,quellasimultaneitottica,spauraleffettodinsieme,incantailformicologlobalecontemplatodallalto,perchsospendela fila indiana del prima e del poi che segna la visione prospettica di ognuno, legato com al proprio punto di vista e immerso nel flussoeracliteodellavita:sitrattadiquellante e di quel post con cui normalmente ordiniamo gli eventi, nostri e attorno a noi, nella speranza che si dia, in tale ordinata sequenza, un qualche progresso, un qualche significato che ci leghi alla terra. Nella simultaneit, nella compresenza ottica, come se quellordine fosse congedato e sospeso a un presente che ripete, pur nella variet infinita, la medesimavicenda(inquestomomento,immaginediognialtromomentodellastoria,scriveMancuso):vieneinmenteilpresentedi Qohelet,dovenihilsubsolenoviedovedominalasuprematentazionedellavanitasvanitatum,delnientedisenso.Lostessoche muove allo sgomentante me phynai di Sileno, lo stesso che pone domande radicali sulla Wrdigkeit delluniverso, sulla sua dignit a esistere:perchlesseredicichepiuttostocheilnulla,seilmondoesibisceunatalesequenzasenzafinedicontrasti,diantinomie,di disuguaglianze tra i destini umani, in cui non si d apparente senso? Perch tanto bene e tanto male distribuiti a capriccio?Cos, si potrebbe dire, nelle pagine del Prologo, allascensus corrisponde un descensus: allascesa verso lo spazio dislocato sopra la terra corrisponde una discesa al cuore dellesperienza umana. La finzione di quellelevamento a questo vale: a sprofondare, emendato lo sguardo, sospesa lovviet della quotidianit media, nellintimo dellumano esperire. Come nel Faust, nella parola di Mefistofele, si potrebbedire,sprofondareesalirealleMadrisonoilmedesimo. Anche la sfilata di beni e di mali, affastellata in sequenza casuale da Mancuso nelle pagine dellouverture mi ha ricordato immediatamente tante pagine di Voltaire, dove con sottile, lucida strategia speculativa, il filosofo delle Lumires, ossessionato dal problema del male e della teodicea come pochi altri nel suo secolo, opponeva alla serie regolata delle connessioni armoniche delle teodiceespeculative,doveilmalesiconvertesempreinunpialtobene,laffastellarsisenzasensodellemiserieumane,lelencazione degli abomini, la sequenza degli orrori, incapaci di ricomporsi in un qualche ordito provvidenziale, in una qualche divina, armonica concertazione.AcheimortidelterremotodiLisbona?PerchLisbonagiaceinabissatamentreaParigisidanza?Acheilmassacrodi

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ugonotti nella notte di S. Bartolomeo che ancora, a distanza di due secoli, faceva tremare, nel ricordo, la penna in mano allanziano filosofo?AcheleparadossalivicissitudinidiZadigoCandide? Che il mondo sia come il giardino di Leopardi, dove sotto lapparente bellezza dei fiori, sotto larmonia delle aiuole, si cela la sofferenzadeglistelimozzatiocalpestaticonnoncuranza,deifrutticolti,deglisterpitagliatibrutalmente?Dove,comerecitauncelebre pensiero dello Zibaldone, che invita a entrare in quel giardino non delle delizie, antipode dellEden, tutto male? Eppure, rifletto con Mancuso, nel mondo c bellezza, amore, bene. Essi sono l, altrettanto evidenti, a confliggere enigmaticamente con la disuguale distribuzione di beni e mali tra gli uomini, col male radicale e irredimibile per bona voluntas. A lacerare luomo pensoso di fronte a simileenigmatraesecrazione,lotta,abbandonoalmistero.SitrattadellesperienzachefacevadireaEugneIonesco: Per tutta la vita ho avuto limpressione che il mondo fosse allo stesso tempo miracoloso, stupendo, stupefacente e orribile (Id., La ricercadiDio.IntervistadiG.Ferrari,MilanoBellinzona1990,p.14). Maproprioquisiapreunprimo,radicalepuntodiriflessionedellibro.

2.Alleradicidelreligioso:lavitacomedomanda,Diocomedomanda Proprio da tale esperienza originaria, legata alle incomponibili antinomie e lacerazioni che la structura mondi esibisce, muove la riflessionediMancusosullareligione.Lareligionehaintimamenteachefareconquelleantinomie.Checomedirecheessahaache fareconlaradicestessadellavita.SiamoquiedilprimopuntorilevantechemettecontosottolinearedelvolumediMancusonel centrodiunpensieroessenziale,diunrespiroediunorizzontechesottraelareligioneallabbracciosoffocantediteologieconfessionali e Chiese per restituirlo allo spazio aperto (laico) della vita e del mondo. La religione, in tale direzione, si potrebbe dire con Paul Tillich,autorecaroaMancuso,linteressesupremo, lo stato di chi afferrato da qualcosa di incondizionato, di assoluto. Oppure, si fa sentire come una sorta di appercezione mai isolata, mai relegabile in una sfera, mescolata a ogni nostro pi comune percepire, come un cantus firmus che accompagna la vita quotidiana allastreguadisottofondo,spessoresosilenteononudibiledalfrastuonodiquella.Cometale,entroquestavisioneantiintellettualistica, lareligionesituatanelcuoredellavita,legataallesueantinomiestrutturaliealladomandaditrascenderleversounaqualchesoteria. Tillichdirebbe:lareligionesicollocaalcentrodellacultura,chevaripensatateonomicamente:Lareligionelasostanzadellacultura elaculturalaformadellareligione,recitailsuocelebreassioma.Lateonomiasiattuaquandolareligionecessadiessereunasfera specifica e diventa lintima sostanza e la costitutiva struttura dellesistenza: Tutto secolare e ogni cosa secolare potenzialmente religiosa,osservaTillichneLeraprotestante. Cos,inanalogaprospettiva,Mancusopusostenerelunitdireligioneemondo,direligioneecultura,affermandocheilritornodi Dio (ammesso che lespressione abbia senso o che, piuttosto, non si debba dire che Dio non ritorna perch non se ne mai andato), ossialarinascitareligiosainattodadiversidecenni,noncapacediinterpretareilmondorealeeperquestononsaprodurrecultura (p.35),echeunareligionesenzaculturaunaciviltsenzareligione(p.37). Declinata,periprocessidisecolarizzazionemoderni,laforzacoesivadellereligionistorichee,pidirecente,laspintadellereligioni laiciste delle ideologie, che delle prime sono state le eredi, domina la fase della modernit toccataci in sorte, segnata da una radicale insecuritas, da un lato il Mostro mite (lo dico con sintagma preso a prestito da un illuminante pamphlet di Raffaele Simone, cos intitolato)delnichilismoaziendalistaeneoliberista,dallaltro,speculareaquesto,unareligiositdellimmediato,delfaidate,che fissaoggettirassicuranti,spiccioleregoleconsolatorie,acuicihannoabituatileattualimetamorfosidiDio,conlefflorescenzachele segna: dalla variegata galassia della New Age, coi suoi trasalimenti spiritualistici di inizio millennio, ai letteralismi fondamentalistici dassalto. Ma il religioso, nella sua autenticit, non si identifica con la congerie di fedi irrazionali, attese messianiche, arcaismi postmoderni, demonologie, miti fantascientifici, esoterismi da supermarket, che vediamo fare pendant alle distrazioni narcoticoedonistiche che il mercato a piene mani propala, e neppure coincide con le ortodossie. Il religioso, allorigine, come Mancuso richiama, domanda, linterrogarediGiobbe,linterrogarediCristosullacroce.E,proprioacausadellemetamorfosisubitenelcorsodellamodernit,quel religioso,nellasuapuritultima,losirinvienelontanissimo,spesso,daisistemidiamministrazionedelsacroedioffertasoterica.Una religione questo si intende dire, assecondando la visione di Mancuso che non muova dal problema umano nella sua struttura costitutiva risposta a una domanda che non si pone, come suggerisce licastico episodio della metropolitana di New York ripreso dallautobiografiadiNorbertoBobbio(p.24).Enullapiinsensatodiunarispostaaunadomandachenonsipone. Terribile e miracoloso, tremendum et fascinans: cos appare, dunque, lirriducibile antinomia che segna lesperienza elementare delluomochevieneaquestomondo.NonquiforseloriginedelSacro,coscomeRudolfOttolhadescrittanellasuaclassicaopera del1917,ripresaecommentatadaMancuso?(pp.54ss.)Ma,secertolostuporereligioso altra cosa dalla filosofica meraviglia da cui per Platone e Aristotele nasce la filosofia, simile stupore, per cui siamo di fronte alla Trascendenza in posizione di sgomento, terrore, o di invocazione, contemplazione, precede non solo la riflessione teoretica, ma anche letica:LavitacomeosservaMancusovienemoltoprimadellamorale(p.55). Pure,senelSacroluomocoglieilsensodellesserecomelegatoallaTrascendenza,laleggestrutturalecheegliavvertepenetrareseil cosmo, come esigenza apriori, inscalfibile, la legge del bene, ci che propizia la progressiva emendatio dal Sacro autoritario al Religioso,oalSanto,nelsuosensopispiritualeelibero.Quelreligamencheluomocercanellareligio(religio come religare, certo, ma anche come relegere, ossia esaminare con cura, perci scegliere, selezionare, ponderare, ci che per Cicerone distingue la religio dalla superstitio) non meno che nel logos, come Mancuso mette in luce esemplarmente (pp. 60 ss.), quasi compitando, nel secondo capitolo, la struttura costitutiva dellesperienza religiosa e il suo lessico di base, quasi riformulandone la grammatica essenziale quel legame dicevo ricercato nella religione quanto nella filosofia come Logos che, platonicamente, tiene sul caos, sul nonsenso, deve (soll)esserefiltratodaquellaleggedelbeneavvertitaoperantenellapropriacoscienza. Una riflessione religiosa dunque che, mossa dalla domanda de vera fide e de vera ecclesia intenda riandare alle sorgenti del religioso nonpu,inquestaprospettiva,chescoprirlenellinscindibilenessocheessemostranoconletico e la legge che lo domina, quella del summumbonum.Losapeva,primadiKant,Platoneche,nellosvolgerenelLibroIIdellaRepubblica,rispettoallatradizionemitica,un processo di demitizzazione, proprio al principio etico ispira tale emendatio, nella stessa pagina in cui si incontra per la prima volta la parolatheologhia,significativamenteintrecciata,sindataleorigine,aproblemiditeodicea(Dio causa dei soli beni e non dei mali Dioimmutabile,percinoningannatore:Resp.II379ass.).SitrattadiunpuntochiavedellavisioneteologicadiMancusoquellodel rapportotraleticoeilreligiosoediunnodocrucialedellibrocheoccorrerriprendereoltre. un grande pregio del libro di Mancuso, tra gli altri, come dicevo, quello di istituire una rifondazione del religioso muovendo dalla domandaumanaradicale,ponendounapropedeuticaesperienzialedelreligioso,inuntempoincuianalfabetismoeimbarbarimentodel

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sentire, soprattutto tra i giovani, hanno prodotto loblo di una grammatica elementare dellumano capace di nominare i grandi interrogativi dellesistenza, radicalizzandone lorizzonte, tenendoli allaltezza di ci che esigono senza rinserrarli, prima ancora che venganoposti,nelperimetrodellerispostepreconfezionatedallindustriaculturaleedellareligionedeiconsumi. Di quale domanda Dio la risposta?, chiede Mancuso (p. 40). Questo , nel dominio religioso, lineludibile punto di partenza teologico, filosofico, pedagogico, culturale, oggi. Come ha scritto il sociologo Peter L. Berger, la modernit, pluralizzando, relativizzando,moltiplicandoleoffertedisenso,sospendelovvio,congedaildatoperscontato,eogginullanelproblemareligioso puesseredatoperscontato.Laperplessitcuiiltitolodellibrofariferimento,nelriecheggiarelaGuidadeiperplessidiMaimonide, intalsensolapprodopiproblematico,maanchepifecondo,dellamodernit.Perquesto,diceancoraBerger,lateologia,perdirsi allaltezzadelpropriotempo,dovrprivilegiareilmetodo induttivo, esperienziale, movente dal basso, la cui pi esemplare esecuzione appaiono a Berger i Discorsi sulla religione di Schleiermacherdovetralaltro,inmodoaffineaMancuso,nellepaginedellaprimaRede,ilreligiosocoincidecolrespirostessodella vita, con la tensione allinfinito dello spirito risultante dalla sistole/diastole del moto vivente di attrazione/espansione , rispetto al metodo deduttivo, ortodosso, che parte dallalto di rivelazioni, dogmi e dottrine per giungere, se mai vi giunge, alluomo e al suo vissuto (cfr. P.L. Berger, Limperativo eretico. Possibilit contemporanee di affermazione religiosa, tr. it. LeumannTorino 1987). ScriveMancusoinanalogadirezione: Descriverelarealtperquelloche,fetoriemarcescenzecompreseonestintellettuale,disincanto,aderenzaallavitaconcretasenza evaderne in cerca di consolazioni a buon mercato [...]. Io penso che la teologia cristiana abbia bisogno di empirismo, di fedelt allesperienzareale(p.135). La vita come domanda, Dio stesso come domanda (pp. 399 ss.): in fondo pensiero che da tempo vengo coltivando quale inconsapevolecollocutoredellautoreseluomodefinitodaunacapacitdidomandareediriceverepiomenogrande,piomeno capiente(quidquidrecipituradmodumrecipientisrecipitur,recitaunassiomascolastico),eseDioc,EgliDioessenzialmenteperch inLuilaricettivitinfinita,perchpossiedeunadomandainfinitamentegrande,capiente,perchilsensoreligiosoinLuiingrado massimo.Senzaesserescavatonelladomanda,nel grido,Diorestaflatusvocis. Giobbe conosce Dio solo nel grido, solo impigliato, e implicato, nel suo domandare: Ti conoscevo solo per sentito dire, ma orai miei occhi ti hanno veduto (Gb, 42, 5). Solo in quanto scavato nel grido, Giobbe vede Dio. Giobbe Dio come domanda. Questa , kantianamente, la sua Aufrichtigkeit, la sua sincerit. La stessa richiamata da Albert Schweitzer in un testo ricordato nel volume: La sincerit il fondamento della vita spirituale(p.198).

3.NonlaChiesa,nonlaStoria:modernit,religione,laicit Il titolo del libro, Io e Dio, nomina la diade essenziale che il processo ermeneutico rinviene laddove restituisca la religione alle sue archai, ai suoi Ursprnge, alle sue strutture costitutive, a quel punto di fioritura cui occorre sempre riandare, per imbeversi della sua linfa originaria, dopo che il fuoco dellispirazione si sia fissato, cristallizzato, com destino, in parola, forma, dottrina. Ancora con Tillich,sipotrebbeindicareladialetticaintrinsecaalreligiosocomelintimaprotestachedaessosilevadopochelareligionesisia congelata in forme troppo anguste, asfittiche. Mancuso, si direbbe, d voce esemplarmente al principio protestante di Tillich, ossia allatensionedialetticapercuilareligione,unareligionestorica,sospintaatrascendersiindirezionedicichelasupera. Categorizzandoinformafilosoficailprincipioprotestante,sipotrebbeparlare,amioavviso,diprincipio trascendentale religioso, che agiscecomemotodiulterioriteditrascendenzadentroleconcrezionistoriche,cosdasollecitarleaunaperennenovitasspiritus. Vale, in tal senso, che per essere vitale una religione deve accogliere quanto nega le oggettivazioni dottrinali, chiesastiche, come se lincondizionatoinessaoperantesi levasse a spezzare le chiusure che ne soffocano lo spirito rinserrandone la pulsazione vitale. Una religione che emargini, perseguiti, cometroppevolteaccadutonellastoriadelleChiese,chidvoceataledimensionediulteriorit,diprotesta,condannataallasterilit di unestenuata routine ecclesiastica, di potere o devozionale. condannata, nel farsi mausoleo della religione, per dirla con Schleiermacher,musealedepositodiunospiritochenoncpiperchmigratoaltrove,aquelloscisma(nonpi)sommersodicui MancusotrattanelrichiamarsialnotopamphletdiPietroPrini(p.374ss.). Perquestoluomodioggi,nonirreligiosomaaporeticamentereligioso,problematicamentereligioso,appareperlopiindifferentealle esposizioni teologiche o del Magistero che cristallizzano la fede in forme incapaci di parlargli in modo esistenzialmente vivo delle questioni destinali. Avvilendo la profondit della parola biblica nellaridit di un linguaggio in cui poco filtra della luce dellesistentivit, della poieticit, dellispirazione religiosa autentica, in tali esposizioni non si avverte pi che una debole eco di quel baudelairiano ardent sanglot qui roule dge en ge, et vient mourir au bord de votre ternit (Les Phares), che rappresenta il presuppostoeilfinediogniteologiadegnadelnome.Sitrattadiquellardentsanglotcheavvertopulsaredacimaafondonellibrodi Mancuso,sottoformadidomanda,diprotesta,diricercainquieta,eintantialtrisuoilavori. Quandosirifiutiladiagnosidelmondocontemporaneocomemondodesacralizzatoesenecolga,invece,lalaceratareligiosit,spesso esperitainformetragiche,ilrapportotracristianesimoemondocontemporaneomutaradicalmente,almenoquantolavalutazionedella modernitedeiprocessidisecolarizzazione.Cos,adesempio,divieneevidentechesecolarizzazionenonequivaleafinedel religioso maaunasuatrasformazione,echeiprocessisecolarizzanti,primachetraslarebenimateriali,proprietreligioseinmanisecolari,hanno spostatounbenedialtranatura,piinvisibile,pirecondito,maanchepiessenziale:sitrattadellidentitprofondadellereligioni, che daquellatraslazioneesconodestrutturate,impoveritequantoaincidenzapolitica,sociale,educativa,trasformateinprofondit,manon scomparse dallorizzonte umano, anzi, proprio allopposto, rilegittimate, addirittura sollecitate a riattingere con maggiore purit le propriestrutturecostitutive,esistenzialiestoriche. La secolarizzazione corrisponde, come origine, come mi accaduto altrove di scrivere, a un esodo di un primo bene che, anteriormenteaibenimateriali,migratodalleChiese:sitrattadelladomanda religiosa, del senso religioso, che non si identifica pi neisistemidiamministrazionesotericatradizionali.Nelladivaricazionetradomandaeofferta,nelmigraredelladomandadaisistemidi amministrazionedellofferta(inprimisleistituzioniecclesiali)stailnucleosommersodellasecolarizzazione.Letmodernaosando tentarne una caratterizzazione di fondo potrebbe essere letta come let della cesura tra domanda di senso e sistemi tradizionali di offerta religiosa, con il tempo della migrazione (secolarizzazione) della prima dai secondi. Dove esodo da istituzioni e teologie equivalealtresacategorizzazioneautonomadellareligione,laquale,proprioinvirtditaleautonomia,nonsiidentificapitout court conlafideschristiana,mafinisceperdefinireunospazioplurale,trascendentale,percilaico. Dipende da tale migrazione se il religioso, a partire dalla modernit, anzich alla strutturazione di spazi civili o sociali o alla forza integratricediunethoscondiviso,alludea

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unadesionevolontariaaunafedeo,perdirlaconUlrichBeck,aunDiopersonale,luistessomigratodalleistituzioni.Primatodella fides qua creditur sulla fides quae creditur significa primato dellautenticit sulla conformit, coincidendo, tale torsione, tale mutamento, con quel gigantesco spostamento dal destino alla scelta nella condizione umana in cui Berger ha colto il tratto qualificante della modernit, posta, in tal senso, sotto il sigillo di un peculiare sintagma: lobbligo della scelta (hairesis), ossia limperativoeretico. Per tutto questo, per riecheggiare nuovamente Tillich, sembra che la prima parola che la religione deve dire agli uomini del nostro temposiaunaparolacontrolareligione.EccoperchlaparsdestruensapparedensamentepresenteneldiscorsoteologicodiMancuso: nonlaChiesa,nonlastoria.Nonilprincipiodiautoritchedomina,comelautoredenunciaginelleprimebattutedellibro, limpostazionecattolicaufficiale,nellaqualeladimensioneoggettivadottrinalefondaladesionedelcredente.Lateologia,perlautore, ha questa primaria funzione: sgomberare il campo, emendare, schiudere gli spazi affinch il problema di Dio, e dellIo, possa essere affrontatoinnovitateetlibertatespiritus,ponendolateologiasottoilsigillodelprincipiodellalibertinvecechediquelloeteronomo diautorit(cfr.linterocapitoloVIII).Sitrattadiunasvoltaradicaleegravidadiconseguenze: Inquestolibroavvertelautoreiodifendolalibert,cheilconcettodecisivoaessereingiocodietroilpronomepersonaleIo.Io e Dio avrebbe potuto intitolarsi allo stesso modo La libert e Dio, perch alla fine ci che io intendo fare con linsieme del mio lavoro una teologia della libert, della libert che si compie come amore. Questo libro difende la libert contro la duplice minaccia dellautoritarismoreligiosoedelloscientismonegatoredelliberoarbitrio(p.16). Una conseguenza di tale capovolgimento dal principio di autorit a quello di libert (o autenticit) che formulo in dialogico synphilosopheinconMancusomiparecruciale:unavoltaaffrancatoildiscorsosuDio,laricercasuDio,dalprincipiodiautorit,la teologia non finisce per rifluire nella filosofia o, quanto meno, per finire in prossimit di essa? Nellatto in cui crollano, inverate nel soffio delluniversale rivelazione che accade in ogni uomo che viene in questo mondo, le nozioni di soprannatura, grazia, miracolo, Chiesa,nellaccezioneconfessionale,nonvienecongedatoconcistessoilsensodellateologiadogmatica,destinataarisolversiappunto nellafilosofia,chedasempre,dallesueorigini,sipostacomeunaliberaricercasuldivino?NonSocratedifronteaEutifroneil sacerdoteesponentedelmito,fautoredelvolontarismoreligiosoedellarbitrarismoteologicoeteronomo(santocichepiaceaglidi) lacifradiquestafedefilosofica,sintesidireligiositelibert,comeNietzschehavisto,chelamodernit,almenoinunasuacorrente, quelladeiBruno,degliSpinoza,deiLessing,deiKant,degliSchleiermacher,deiTroeltsch,degliJaspers,delleWeil,avrebberiattintoe riformulato? E non qui, nel transito dal principio di autorit al principio della libert, il fondamento di quella teologia laica perseguita da Mancuso? Gi ne Lanima e il suo destino, lautore aveva scritto: La vera laicit significa ritenere conclusivo non il principio di autoritmalalucedellacoscienza.Lalaicitnonconcernesololasferapolitica,mailrapportodelluomo conlaverit:SocratecontroEutifrone,appunto(esulDilemmadiEutifronetorneremooltre).Nellincapacit,chenoninnocente mahaunaprecisagenealogia,dipensareDioelegrandiquestionidestinali,dielaborareildiscorsoteologicolaicamente,staunodei puntichiavedellacrisireligiosadelnostrotempo:cichehaallontanato,econtinuaatenerelontane,tantecoscienzedaqueidomni, che odorano troppo di sagrestia per occuparsene da laici, in modo profano, fuori dal fanum, dove stava Ges, o sullagora, dove Socrate curava le anime. Ripensare la grammatica di una religio laici un compito immane del nostro tempo. E a questo compito Mancusorecaunrilevanteapporto. Jaspers, nel dibattito con Bultmann sulla demitizzazione,esprimeva cos lidea della risoluzione della teologia confessionale nella filosofia,adunandoinessailprincipiostessodellaLiberalittreligiosa,ossia quello della libert applicatoaldominio delreligioso,in opposizioneallaOrthodoxiedelgrandeteologoprotestante: NellaLiberalittscriveJasperslosvilupponaturale[...]sembracostituitodallincontrotrateologiaefilosofia,dalfattocheesse, forse, possano alla fine unirsi di nuovo, comerano unite in Platone, negli Stoici, in Origene, in Agostino, in Cusano. Se ci dovesse accadere, si dovrebbe operare questa distinzione: teologia e filosofia possono unificarsi, ma non religione e filosofia. Nella religione scorrelasorgentedellarealt,nonraggiungibilenfondabiledallafilosofia,attraversolacomunitenellarelazioneailuoghisacri,alle azioni,aglioggetti,ailibri,medianteilcultoelapreghiera,lufficiodelsacerdote,inbrevemediantelacorporeitdellecifre.Quila filosofia cede e leva lo sguardo oltre se stessa (K. Jaspers R. Bultmann, Il problema della demitizzazione, tr. it. Brescia 1995, p. 124). Discendono, nella stessa direzione, il dissolversi di unidea di Chiesa garante di una verit e di una salvezza riservate ai credenti e listanzadiripensareilsensoultimodellacomunitreligiosa.Sicondotti,perquestavia,aunacutaproblematizzazionedellimmagine delle Chiese storiche, che investe il luogo e la forma del rivelarsi della verit e finisce per concernere la posizione del credente nella comunit:questichiamatoallobbedienzaaunaveritdataodispiegantesineimodichelautoritconferma,garantisceeamministra, osollecitato,nelproprioitinerarioreligioso,aunalibertinsensoinnovanteericercante?

4.Unaterzavianeldominioteologicoreligioso In questo senso, per restare alla pars destruens, vedo nel lavoro teologico di Mancuso, e nel libro in questione, un vasto lavoro di emendatiochemiappare,pertantiversi,ilportatopimaturodiunacertamodernit,quellache,evidentemente,adavvisodelteologo, e anche di chi scrive, rimasta impensata e ancora nuovamente da pensare. Si tratta della modernit propria di una terza via nel dominio religioso, collocata nella scomoda posizione di mediet tra le ortodossie confessionali, da un lato, e le correnti ateistiche, dallaltro.Terzaviachelamodernithadischiusocomepossibilitmacherimasta,acausadellapersecuzioneedellacondannacui stata sottoposta dalle Chiese europee, un progetto schiacciato nella morsa dellesclusivismo confessionale e della critica radicale della religione. Semodernoequivaleanatodapoco(quasimodonati),seilmododimodernus allude allora, alladesso, al tempo presente, perch,conesso,siintendevarespingere,dapartedellhomochediquelmodernussifattointerprete,dallUmanesimoRinascimentoil poi,unacertaformadipensarelaverit:quellalegataallastoria,allorigine,altraditum,allautoritdichidiquellorigine,diquella storiasalvifica,diqueltraditum,diquellaparola,siergevaainterpreteedepositarioesclusivo.innomediunaltromodo di pensare laveritcheluomomodernocercaunfondamentochenonstiapinellautoritdiquelpassato,diquellaorigine,siaunaChiesa,una Scrittura,undogma.Perci,neppureildepositodellaRivelazioneamministratodallaChiesaecustoditoneiLibrisacri,neppureciche stato rivelato in origine come verit eterna, pu andare esente da scepsi e ricerca. Sta qui linizio, dallet di Erasmo, dellapplicazionedellafilologiaalleSacreScrittureedelmetodostoricocritico,staqui,daReimarusinpoi,lanascitadellaquestione delGesstorico,esemplarmentesintetizzatadaMancusonelcapitoloVII. Ora, a voler essere brachilogici, la modernit, con buona pace di Barth e Blumenberg, per limitarmi a due nomi significativamente

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appartenenti a due ambiti di pensiero diversissimi, eppure solidali nella lettura del moderno, non stata solo ortodossie autoritarie e ateismo:mentrelecumenereligiosaeuropeasidissolvevanelcaosdeiconflitti,delleGuerredireligione,mentrelasommersanavede la religion, come scrive Giordano Bruno nello Spaccio de la bestia trionfante, inabissandosi, faceva affiorare tavole, relitti, i resti incomponibili di quella religione storica, si rafforzava una coscienza tesa a riattingere, del rapporto col divino, le vere sorgenti. Da Cusano a Erasmo, dagli Spiritualisti mistici del Cinquecento come Sebastian Franck, Sbastien Castellion a Herbert di Cherbury, da BrunoaSpinoza,daVoltaireaRousseau,daLessingaKant,daSchleiermacheraTroeltsch,daTillichaSchweitzer,daWeilaJaspers, mi sembra possibile ricostruire una vera e propria linea di pensiero che, per quanto non classificabile n adunabile attorno a una dottrina, a un programma, a una corrente cronologicamente circoscrivibile, cementata da unidea, da un principio di fondo: il principio per eccellenza moderno per cui il rivelarsi della verit eticosoterica non identificabile in una ecclesia visibilis, in unautorit esterna garante di un evento salvifico, n in un testo sacro, ma attingibile in libertate singuli, nella rivelazione che, in grazia di un lumen Dei, si compie nella coscienza, pur da concepirsi come radicata in un traditum storico e dotata di vocazione ecclesiale.Ilsingolo,nellattoincuiintravedelaverit,intimoreetremore,coscientechelavocedellacoscienzanoncoincide con la voce di Dio, nello sforzo di sceverare lautentico dallinautentico , per quel principio, per quel lume, il luogo dove Dio parla e insiemeilcriterio,lanorma,perilriconoscimentodellareligioneautentica. Accomunate e rese solidali dallemarginazione e dalla persecuzione delle Chiese, queste forze spirituali indipendenti hanno cospirato, nel dominio del religioso, a un fermento consumativo, a una vera emendatio del religioso: a quel logoramento del letteralismo, delle superstizioni, che dello spirito sono il soffocamento e latrofia. Si tratta, appunto, di quei processi che il volume di Mancuso, nei capitoliVI(NonlaChiesa)eVII(Nonlastoria),conerudizioneparialimpidezzaespositiva,adunaecompendia.Inqueicapitoli, come in quello dedicato alla critica del principio di autorit (capitolo VIII), riconosco leredit moderna pi feconda della corrente filosoficoteologicaprimasinteticamente additata,chehoricostruitonelmiostudioPensieroreligiosoliberale.Lineamenti,figure,prospettive(Brescia2009).LIlluminismo,in primis tedesco, ha in questo senso rappresentato, per taluni aspetti, un processo decostruttivo, demitizzante, un metodo e una propedeuticaallinverarsiinsensospiritualeetrascendentaledellareligione. quantoLessing,pensatoregiustamenteassaipresentenellariflessionediMancuso,negliscrittilegatialFragmentenstreit,allacelebre disputa sui Frammenti di Reimarus, esprimeva nei termini della liberazione della verit interna della religione dalla sua verit ermeneutica, legata alla prigiona della storia e catturata nella ragnatela fragile delle prove storiche. Questo, del resto, addita con mirabile forza poetica e pedagogica Nathan il saggio: lattingimento delluniversalmente umano nel dominio religioso, che supera la violenza delle logiche identitarie, lo stesso rivelarsi di Dio, passano per la vicenda dei singoli, per la loro libert, per quelle linee curve della storia che solo alla fine sciolgono lenigma del loro intreccio nello stupore di un disegno sapiente e mirabile. Cos, il liquefarsi delle concrezioni identitarie ma non della storicit delle religioni nel Nathan, propizia alla fine il venire alla luce di un intreccio,diunarmoniaocculta,nellaformadellafamiglia,dellaparentela,diunaecclesiaecumenicachegiacevaoccultatasottoquelle rigiditeattendevadivenireallaluce. In ci vedo una figura possibile di quel cristianesimo dialogico che Mancuso addita come il nucleo della sua proposta positiva, versusilcristianesimoidentitario,cheidentificalaveritdelmondoedellavitaconlapropriaidentit,daintendersicomedottrina garantita dal Magistero pontificio [...] (p. 439). Non a caso Mancuso pone il transito dalla seconda immagine del cristianesimo alla prima, dialogica, sotto il segno dellAntitesi di Lessing, variante moderna e illuminista dellantico socratico Dilemma di Eutifrone, enunciatapocoprimanellibro(p.438): Lareligionenonveraperchglievangelistiegliapostolilainsegnaronomaessilainsegnaronoperchvera. Non a caso, si diceva, perch a fare da spartiacque tra quelle due figure del cristianesimo, tra quelle due ermeneutiche dellesperire religioso,ilcuicontrastononnuovoperchinnervaetormenta,inrealt,linterastoriadelcristianesimo,staunautenticarivoluzione copernicananeldominiodelreligiosocheconsiderounodeicentrifocalidelvolumeedellapropostafilosoficoteologicadiMancuso.

5.IlmioDio.LAntitesidiLessingelarivoluzionecopernicananeldominiodelreligioso Seinciinsicurodiassecondarelintenzioneautorale,chedelrestononpermelaGrundnormdellermeneutica dovessi indicare un centro ideale, additare un fuoco trascendentale, per cos dire, del libro, l dove si aduna la pars construens della sua proposta teoretica e teologica, lo indicherei nel capitolo quinto (Il mio Dio). Il cui punto chiave consiste in una meditazione dellepisodio biblicodiGenesi22,ossiadelsacrificiodiIsacco.Afaredaspuntostailraccontodiunesperienzapersonaledellautore,unbeldialogo traluieisuoifigliaquellascenabiblicaispirato:Pap,maseDiotiordinadi uccidermi,tumiuccidi?(p.174).Senzaesitazionelareplicapaterna:NoCaterina,nonseneparlanemmeno.SeDiomidovesse ordinareunacosadelgenere,glidireidino. TrailKierkegaarddiTimoreetremore,percuiAbramoilCavalieredellafedeche,nellasolitudinepiabissale,trascendelEticae ilGeneraleperaccedereallassolutezzasingolaredelrapportoconDio,dovequellEticasospesa,eilKantdelConflittodellefacolt, per il quale una voce udita nella coscienza che comandasse il sacrificio del figlio non sarebbe certo la voce di Dio ma, per dirla con Cartesio,diunGenioingannatore,Mancusononhadubbi: SelarispostaKierkegaard,ioquellamattinahosbagliatoarispondereamiafiglianelmodoincuihofatto[...].Selarispostainvece Kant,ioquellamattinanonhosbagliato(pp.179180). KierkegaardoKant?QuallaSacheselbstingiocoqui?Leriflessionidiquestepagine,cheinnervanocomeunfiumecarsicolintero volume,consentonodicoglierequelchenevanellaresinquestione.Anchesuquestopunto,permeessenziale,vorreidialogareeco meditare con lautore del libro, nella certezza che un testo diviene vivo, fecondo, parlante, solo nellassimilazione e trasformazione ermeneutica (Aneignung Verwandlung, direbbe Jaspers) che ne viene fatta. Lepisodio di Abramo e Isacco contiene, in realt, in una suapossibileespressione,lasostanzadiundilemmacheancheilpensierogrecoconosceva,echesegnaunodeifuochiproblematici perennidellesperienzareligiosa,chesiallungadaSocrateadAgostino,dallateologiamedievaleaGrozio(etsi Deus non daretur), da Lessing a Kant, da Weil a Wittgenstein, per fare solo qualche nome, in una serie di variazioni e di eterni ritorni che finiscono per coinvolgere alcune delle pi rilevanti questioni spirituali, etiche e religiose, del nostro tempo. Alludo al Dilemma di Eutifrone, la cui formulazione,nellomonimodialogoplatonicosuona: Consideraquesto:ilsantovieneamatodaglidiinquantosanto,oppureinquantovieneamatosanto?(Euthyphr.10a). Edeccolasoluzionesocratica,versusEutifrone,aldilemma: Proprioinquantosanto,vieneamato,enon,invece,inquantovieneamato,per questo santo(Euthyphr.10d).

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Ora,unavarianteilluministanonlunica,maforselapisignificativadelDilemmadiEutifrone,insiemeallasoluzionesocratica, laformula,giriferita,cheLessinghascrittonegliAxiomata,oltreche,informapiestesa,nelleAntitesiaiFrammenti,cheMancuso riprende. Si pu ben dire che la proposizione antitetica lessinghiana trasferisca la soluzione socratica al Dilemma di Eutifrone nel contestodelcristianesimomoderno,traducendoleimplicazioniincluseinquelnodo.Nonacaso,nelIXdegliAxiomataquellantitesi rivoltacontroilvolontarismoprotestante(cfr.G.E.Lessing,Religioneelibert,tr.it.Brescia2000,p.150). Il ritorno del Dilemma di Eutifrone attesta che la res che in e per esso ne va non stata risolta dal cristianesimo e dalle relative dottrineteologiche.Maincosaconsistequestares, cos cruciale? Siamo qui, come si diceva, in uno dei puntichiave della proposta teologica di Mancuso. Per quella res autentica rivoluzione copernicana nel dominio del religioso la Parola di senso, o soterica, proveniente dal passato mthos o rivelazione depositata in una Scrittura o in una Chiesa dove sia ascoltata, lo essenzialmente per la corrispondenza alla verit che si offre al singolonelsuopresenteenellarivelazionepresentecheinluisicompie.Nonperchamatadaglidi,nonperchscritta,canonizzata, quellazione santa, quella parola vera, in nome dunque di un principio eteronomo, ma tale pu dirsi solo in nome di unistanza giudizioolumeindipendenteeinteriorechenlavolontdivinanunautoritesternapossonoavocareas:solo,dunque,nellibero discernimentoenellilluminazioneprovenientidallarivelazioneattuale,lacuivocesiricordiilKantinterpretedelsacrificiodiIsacco datoudiresempreconfatica,nelrischioenonsenzamescolanzadiimpurit. EccocomeilKantdellaCriticadellaragionpurariformulalaposizionesocraticadelDilemmadiEutifrone: Nellamisuraincuilaragionpraticahadirittodiguidarci,noinonriterremoleazioniobbligatorieperchsonocomandidiDio,male considereremo comandi di Dio, perch ad essi noi ci sentiamo internamente obbligati (Critica della ragion pura, tr. it. RomaBari 1985,vol.II,p.621). LasantitdellaleggemoraledipendedallarivelazionecontenutanellaSacraScrittura,oppurelaScritturadivinamenteispirataperch contiene, attesta, conferma, la legge morale? questo secondo corno dellalternativa, com ben noto, per lo Spinoza del Tractatus theologicopoliticus come per il Kant della Religione nei limiti della semplice ragione e del Conflitto delle facolt, a essere vero. Autenticamente religiosa in quanto morale la chiave ermeneutica per leggere la Bibbia, per entrambi. Letico fonda il religioso, muovendodalleantinomieelacerazionichesischiudononellesperienza.Comesedentroalladomandaquidagendum?sischiudesseil baratrodiunpioriginario,earrischiante,domandare:adquidtotumistudagereetagi?Cos, quando Simone Weil, ripetendo a suo modolinversionekantianaequellacontenutanellantitesidiLessing,sostenevache noncilpuntodivistacristianoeglialtri,malaveritelerrore.Non:cichenon cristianofalso,ma:tuttocicheverocristiano(Quaderni,tr.it.Milano20063,vol.III,p.401), non indicava, nello stesso spirito di Mancuso, la riforma pi urgente del cristianesimo, la condizione ineludibile per acquisire la sua cattolicit,peresercitarelasuamissione,fuoridallaqualeesistonosolodivisioni,conflitti,divorzitracultureereligioni? Laviaalluniversalismo,allapace,allunit,alcristianesimodialogico,passaperquellinversione,perquellarivoluzionecopernicana, che implica, quasi rispecchiasse levangelico chicco di grano che deve morire per portare frutto (Gv 12, 24), la rinuncia da parte di religioni e Chiese alla logica identitaria fondata sul potere, sullamministrazione della salvezza, in vista di unidentit pi intima, pi segreta,cheuniscereligioni,culturee civilt, poich sottesa a ognuna di esse e gi operante nel profondo. , in realt, la legge della kenosis e dellagape a guidare segretamentelantitesidi Lessing. Scorporare la verit del cristianesimo dalla cronologia, sottrarla alla fragile ragnatela delle prove storiche, come diceva Lessing,appareallaWeillaviamediantecuiilcristianesimopufarsiuniversalesenzaesseretotalitario: PerchilcristianesimosincarniveramentescrivelapensatricefrancesenellaLetteraaunreligioso, perch lispirazione cristiana impregni per intero la vita, bisogna innanzitutto riconoscere che storicamente la nostra civilt profana procede da una ispirazione religiosa che, sebbene in ordine cronologico precristiana, era cristiana nella sua essenza. La Saggezza di Dio deve essere considerata lunicafontediognilucequaggi,anchedeilumicosfievolicherischiaranolecosediquestomondo(Letteraaunreligioso, tr. it. Milano1996,p.22). TalelaveritinternacheancheMancusorichiama: cio tale che anche un uomo su unisola deserta potrebbe avvertirla, tale che anche i miliardi di uomini che non hanno mai sentito parlarediGesCristoemenochemaidellaChiesacattolica,possanoavvertirlaepraticarla(p.438). Parolechepotrebberoappartenere,edifattoappartengonocomespirito,primacheallaWeil,aSebastianFranck: poich Dio non distingue tra gli uomini, ma presente ai greci come ai barbari e ai turchi, ai signori e ai servi, in quanto essi conservinolalucechestataimpressainloroechedonaailorocuoriunlumeeterno(LetteraaCampanus,inQuellenzurGeschichte derTufer,VII.Band,Elsa,I.Teil,StadtStraburg15221532,Gtersloh1959,p.306).

6.Unamisuracomune:traSocrateeGiobbe Ancoraqualcheriflessionemisiaconcessa,nelsolcodelmiodialogoconlautoredellibro,ilconsensodifondocolquale,perquanto sono venuto sin qui dicendo, sin troppo esplicito per dovervi ulteriormente insistere. Che strano Dio quello di Socrate che, come si legge nellApologia platonica, comanda alluomo di filosofare, ossia di essere libero e critico, anche nei confronti della parola dellOracolodiDelfi: E a me questo [il filosofare], come ancora vi dico, stato comandato dal dio, con oracoli e con sogni e in tutti quei modi con cui, talora,ancheinaltricasi,ildestinodivinocomandaalluomodicompiereunacertacosa(Apologia,33C). Setralimperativodifilosofare,diseguireilragionamentoovunqueessopossacondurre,elobbedienzaaisegnidivini,soprannaturali, Socrate non avverte conflitto, perch entrambi legge del logos e legge della parola rivelata promanano dalla stessa fonte. Mancuso,nellasuariflessione,insistemoltosuunasimileidentit.Coglierecosasiaquestafonteequivaleasvelareilnesso,inSocrate, trareligiositelibert. Inrealt,seilDiocomandaalluomolaricerca,seglichiededifarsicoricercante,perchdietroquelcomandocilcontinuumdi un pattodiunreligamenche ontologicamentevincoladieuomini:peresso,verit,giustizia,bene,santit,hannounacomuneforzanormativa,eseunuomobuono non pu nuocere ad alcuno, a fortiori neppure Dio pu farlo. Per dirla con Kant, quei valori non si limitano agli uomini ma coinvolgonolEssereinfinito,comeintelligenzasuprema(Criticadellaragionpratica,tr.it.Milano1988,p.216). dunqueperquelvincolo,perquelcontinuum,cheSocratepurivisitarelOracolodiDelfiinteriorizzandolo,rispecchiandonelavoce nellapotenzademonicacheavvertivains,orientandodestinoedestinazionedelluomo.LarivoluzionereligiosaconcuiSocrateinvera

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illuogopicelebratodellareligiositgrecatraducendoloinunluogodellanima,presupponequellaprossimit,quellamisura comune tra di e uomini, vincolati alla normativit di quei valori. Per questo la condotta umana possiede valore indipendente dalla giustizia retributiva divina e dalla sua eziologia (tanto il lavoro, cos il compenso). E per questo lascolto di quella voce non muove allobbedienzasupina,comeinEutifrone,maaprelospaziodelcolloquioodelconflittoconildivino. Conflittocoldivino:ancheGiobbe,luomochelottaconDio,nonspezzantradiscemaiilvincolodellapiet,ilreligamen,nonmette in dubbio che Dio sia Padre, eppure impreca, grida, chiede a Dio di rivelarsi come Padre, ossia di non smentire se stesso. Anche nel Libro jobico un patto lega luomo e lAssoluto. il patto sostanziato dalla giustizia di Dio, per cui Dio non lascer mai morire il giusto.EGiobbeangosciatoperchtalegiustizia,icuiprincpicomprendeperchliriconosceinscrittinelsuocuore,tardaarivelarsi, quasiDiolavessesmarrita.SeSocratenoncomprendelasentenzadellOracolo,purnellafiduciachenonpossamentire,Giobbenon afferra i tempi e le forme di esecuzione della giustizia di Dio, pur non dubitando di essa. La zetesis socratica tesa allelenchos lanalogon del grido jobico: lineludibilit di quella ricerca e la pervicacia di quellinvocare nascono dalla stessa fiducia nella misura comunetralumanoeildivino,einsiemesonomodipermettereallaprovaildivino. AlcentrodelLibrodiGiobbestadunquelastessaquestioneagitatadaSocrate:selagiustiziadelluomoequelladiDiosianolegate da una misura comune o se un abisso le separi: se, diversamente detto, la condotta umana riceva valore in s, dove sia retta, indipendentemente dal favore divino e dalle sue ricompense, benedizioni o maledizioni. Giobbe, nel difendere la propria giustizia, difendeinrealtquellamisuracomune,lecodiquellavoce,ilfilodiquelreligamenchesistendesopralabisso,eunasolacosateme: il recidersi di quel filo, lo schiudersi del baratro dellarbitrio divino. Linfinita distanza, il mistero delle vie con cui Dio attua la sua giustizia,lostessodolore,nonfannopauraacondizionechequelfilo,lamisuracomune,esistaetengasulnulla. La teodicea autentica di Giobbe, la sua difesa della iustitia Dei , in realt, la difesa di questa misura comune. Kant, nuovamente, meglio di ogni altro, ha visto nella moralit dellUomo di Us la base della sua religiosit, non bisognosa per giustificarsi, che di se stessa.Egli,infatti,hadatoprovadifondarenonlasuamoralitsullafede,benslasuafedesullamoralit(Sulfallimentodituttii tentativi filosofici in teodicea, in Id., Scritti sul criticismo, RomaBari 1991, p. 143). Su tale base etica si radica per Kant, dopo il fallimentodituttiitentativifilosofici,lunicapossibileteodicea. Nonsidnessunasospensionedelletica,ndogmatica,nbiblica,nliturgica(p.190). concludeinquestadirezioneMancuso.DirechecunamisuracomunetraDioeluomo,equivaleacircoscriverelabissodeldivino,a fissarne i bordi, a vincolarlo a una norma, a stringere un patto, ma anche ad aprire, nel divino, una ferita, un dramma: se, come nellEutifrone, una cosa non santa perch amata dagli di, ma gli di lamano perch santa, allora essi stessi dovranno essere santi. Dalla torsione socratica della logica religiosa sale unistanza di emendatio che fonda la necessit di una teodicea: si Deus est, unde mala? , questo, un problema di cui lautore de Il dolore innocente ben esperto, in tutti i suoi abissi problematici. Tali sono alcune riflessioni che la lettura del libro di Mancuso mi ha suscitato, nella libert del cofilosofare e nel solco di un comune itinerario di ricerca.

7.Unareligiolaiciperilnostrotempo Ha scritto Wilhelm Dilthey a proposito della corrente filosoficoteologica moderna da lui definita come teologia trascendentale o speculativa, che la sciagura del protestantesimo (ma altrettanto ben vale per la Chiesa cattolica) stata lespulsione da s di tale corrente. Ecco come il grande filosofo dello storicismo, di essa, fissa i tratti, definiti da un cristianesimo dello spirito toto coelo in lineacolcristianesimodialogicodiMancuso: LaChiesaprotestante,perconsolidarsicontroilcattolicismo,espulsedaslaprimadiquestecorrenti,anzilasoffoccolsangueecon le rovine: e ci fu la sciagura del protestantismo. Io ho chiamato trascendentale questa corrente: comunemente essa vien detta spiritualistica. Essa ammette una rivelazione universale, non limitata quindi esclusivamente alla Bibbia, bens operante sempre e dappertutto.Dacinascelaltracaratteristicadiquestacorrente,chesenteepensaDiocomeesistenteedoperanteintutto.Equindiessa inclinaainterpretarequeidogmi,chepresentanoilpeccato,larivelazioneelasalvazionesottolaspettodifattiavvenutiunasolavolta, come simboli di un processo interiore sempre in atto. E cos al cristianesimo della lettera ne contrappone un altro dello spirito (W. Dilthey,L'analisidell'uomoel'intuizionedellanatura.DalRinascimentoalsecoloXVIII,tr.it.Firenze1974,p.285). Soffocati nel sangue, emarginati, perseguitati: tale stato il destino dei pensatori che hanno cercato e incarnato una qualche figura di cristianesimodialogicoo,comediceKantneLafinedituttelecose, da un cristianesimo amabile e liberale. Ma, con la loro carne, con la loro parola, si cancellata insieme una grammatica capace di pensare il religioso in una forma che non fosse quella confessionale, chiesastica, dottrinale, cos alimentando lidea di un autaut inesorabile, nella cui soffocante morsa tertium non datur: quellotrareligionedogmatica,confessionale,cuisiobbedisceinbasealprincipiodiautorit,ecriticaradicaledellareligioneoateismo. Di quella terza via secoli di persecuzione, come dicevo, hanno soppresso la Begrifflichkeit, la grammatica, il lessico, la logica. Per pensarla,direbbeHeidegger,mancaillinguaggio. Annullata quanto a possibilit di espressione, quella terza via finisce per essere ci che Mancuso chiama terra di nessuno, il ritrovarsinellascomodaposizionediessereaDio spiacenti ed a nemici sui (p. 20): un metaxu abitato dai perplessi, cui il teologo si rivolge con il suo libro, resi tali appunto da secolidiobloecancellazionediunmododiesserereligiosidiversodaquelloconfessionaleechiesastico. Eppure, di quella grammatica, di quella concettualit, il pensiero europeo moderno e contemporaneo reca in s la limpida traccia: si trattadellalineadipensiero,filosoficaeteologica,cheMancusoponesottoilsegnodelcristianesimodialogico,concettononremoto daquantoDiltheyhachiamatoteologiatrascendentaleodaquantopersonalmentedefiniscocomepensieroreligiosoliberale.Figure diverseperdirelideadiunareligiolaici,diunateologialaica,diunpensieroreligiosopensatoapartiredalprincipiodellalibert. Limportanza cruciale del libro di Mancuso sta nel riordinare, ritessere plectere da cui perplexus i fili di quella grammatica, compitandola,quasisidirebbe,conesemplarelimpidezzaederudizione,rimettendoincircololideadiunaltromododiesserehomines religiosi.IoeDio,libertaeDio:proprioasimilidiadiJasperssiriferivanellaconferenzasullumanesimotenutaaGinevranel1949.In essa,nelrisponderealladomandadoveDiociparla?(WosprichtGottzuuns?),cosrispondevailfilosofo: Dio parla solo mediante la nostra personale libert [...]. La Trascendenza parla alla libert dellessere se stesso (in der Freiheit des Selbstseins) in quanto organo in cui luomo, ogni uomo senza eccezione, direttamente di fronte a Dio, deve riceversi in dono per divenire autenticamente uomo (K. Jaspers, ber Bedingungen und Mglichkeiten eines neuen Humanismus, in Id., Rechenschaft und Ausblick.RedenundAufstze,Mnchen1958,pp.317e340).

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