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Cultura

Fotograia
A series of unfortunate events The art of FY

LAIf/CoNtrASto (2)

Locchio collettivo
Geof Dyer, The Observer, Regno Unito Foto di Michael Wolf Con Google Street view nata una nuova forma di street photography. Per realizzarla non c bisogno di uscire di casa
el mondo pre-computer degli anni sessanta, molti giochi da tavolo promettevano i brividi della formula uno o del calcio tra le quattro mura di casa vostra. Cera perino una marca di birra Beer at home means Davenports! (La birra a casa signiica Davenports) che ofriva birra alla spina senza dover andare al pub. Questo desiderio di restare volontariamente a casa stato in seguito soddisfatto da internet, al punto che oggi ci aspettiamo di poter ottenere, fare o comprare praticamente qualsiasi cosa senza il bisogno di lasciare la nostra tana. Ma chi avrebbe pensato di poter diventare uno street photographer casalingo? Mi sono accorto di questa novit solo quando Michael Wolf (nato in Germania nel 1954) ha ricevuto una menzione al World press photo del 2011 per un lavoro in cui ha ripreso e ritagliato e ingrandito scene tratte da Google Street view. Strano a dirsi, Wolf ha scoperto questo nuovo modo di lavorare quando si trasferito da Hong Kong a Parigi uno dei luoghi pi tradizionali della street photography scoprendo che la citt non aveva niente da ofrirgli dal punto di vista fotografico. A confronto con i paesaggi in continua trasformazione delle citt asiatiche, Parigi era un mausoleo a cielo aperto rimasto praticamente inalterato negli ultimi cento anni. La cosiddetta haussmannizzazione ha trasformato radicalmente Parigi nella se-

conda met dellottocento, ma alcuni residui della vecchia Parigi fotografati da Eugne Atget sono ormai familiari a qualsiasi visitatore. Atget si guadagnato da vivere producendo documenti per artisti e Wolf stato colpito dalle connessioni tra lo sguardo approfondito di Atget sulla citt e la possibilit di sfruttare a ini artistici il sistematico ma discontinuo strisciare lungo i marciapiedi di Street view.

Sfortunati eventi
Si reso conto ben presto di come lo sguardo indiferente della macchina fotograica di Street view registrasse casualmente quelli che lui stesso ha deinito (in una delle serie realizzate dopo questa scoperta) Unfortunate events: litigi e incidenti stradali, gente che piscia o vomita, risse e morti accidentali. Di solito nessuno fa molto caso alle automobili di Street view, ma ogni tanto qualcuno reagisce mostrando il dito medio (da cui il titolo di unaltra serie, FY). Perci Wolf ha esaminato un chilometro dopo laltro immagini piatte e noiose a caccia di momenti che potessero rivelarsi pi o meno decisivi. Questo non rappresenta una rottura, ma piuttosto una continuazione con il suo lavoro precedente. Nella serie del 2008 The transparent city, Wolf aveva telefotografato altissimi ediici di Chicago, un progetto estrapolato da una ricerca precedente sullarchitettura della densit che laveva affascinato a Hong

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Paris street view

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Kong. Ne risultata una serie di trame ap piattite di luci e linee, con vedute occasio nali alla Hopper di esseri umani catturati nellimmensit della geometria urbana. Immaginate la gioia di Wolf quando ha sco perto che in uno di quegli appartamenti su un grande schermo televisivo si vedeva pro prio una scena del ilm La inestra sul cortile. Cera James Stewart con il suo teleobiettivo che spiava nellappartamento di qualcun altro, e Wolf laveva fotografato con il suo. Il caro vecchio colpo di fortuna del foto grafo? Linquilino dellappartamento aveva congelato questo fotogramma sulla sua tv come dono generoso e ironico rimprovero a chiunque si fosse ritrovato a spiarlo? O cera nella foto qualcosa degli artiici alla Dois neau? In seguito, riguardando altre imma gini con la lente di ingrandimento, Wolf si era accorto di unaltra cosa che gli era sfug gita mentre scattava quella foto: un inquili no alla inestra di uno degli appartamenti di un ediicio lontano si era accorto di lui, e nella foto gli mostrava il dito medio. I pionieri della candid photography Paul Strand per strada, Walker Evans nella me tropolitana avevano escogitato complicati modi per lavorare senza essere notati. Wolf ha preso il fatto di essere stato riconosciuto e insultato il momento in cui la gente capi sce di essere fotografata pi come un in centivo e un invito che come un insulto. Dopo aver scovato questa igura bizzarra e averla ingrandita, ha continuato a spulciare

una per una le inestre di ogni appartamen to di Transparent city per vedere quali altri dettagli intimi fossero stati involontaria mente svelati. Forse la pellicola aveva gene rato potenziali immagini che la realt osser vata normalmente non aveva colto? Nella maggior parte dei casi i risultati sono stati deludenti: noia, isolamento se riale di persone che guardavano la tv o lo schermo di un computer. C anche la pos sibilit celata di un altro tipo di reciprocit: qualcuna di quelle persone concentrate sui loro computer forse stava scandagliando Street view, producendo le sue stesse im magini.

Di chi sono quelle foto?


Quando Wolf ha ricevuto la menzione donore al World press photo, la risposta stata immediata, e piuttosto ostile. Le rea zioni negative, per, mostravano delle dif ferenze. I moderati sostenevano che il suo lavoro non potesse essere in alcun modo considerato fotogiornalismo, mentre i pi aggressivi sostenevano che lui non fosse pi un fotografo. Alla prima accusa io risponderei che sebbene le notizie rappresentino una parte minima del contenuto (incidenti, risse, in fortuni), il modo in cui queste foto sono sta te realizzate di per s una notizia e un mo do di indagare il presente. Alla seconda ac cusa, Wolf ha risposto di sentirsi parte di una lunga storia di appropriazione artistica

della quale probabilmente i suoi detrattori non erano a conoscenza. In questa recente manifestazione tec nologica di campionamento visuale, larte sta nel taglio e nella lavorazione delle im magini, una lavorazione in grado in efetti di favorire o perfino creare il senso alla Blow-Up di una narrazione implicita, irrisol ta e potenzialmente incriminante. Mentre David Hemmings in Blow-Up o James Ste wart in La inestra sul cortile erano obbligati, per ragioni diferenti, a coninare la loro at tenzione a un minuscolo frammento delle loro citt, Wolf aveva a sua disposizione un progetto di sorveglianza di dimensioni mai viste prima che, a sua volta, non altro che un singolo ilo nella pi ampia rete del mo nitoraggio delle nostre vite quotidiane ope rato dallo stato e dalle grandi aziende. Inutile aggiungere che la curiosit di Wolf ha presto travalicato i conini locali. Stanco di strisciare per le strade di Parigi, ha potuto osservare al microscopio altre cit t nel mondo per vedere cosa stesse succe dendo da quelle parti. Parallelamente alla svolta panglobale di Wolf, ho scoperto molto presto che ci sono molte altre persone che fanno pi o meno la stessa cosa. Se provate a navigare su inter net alla ricerca dei lavori di Wolf, Google il motore di ricerca, non le sue automobili munite di macchina fotograica vi spinge r rapidamente sulle tracce di Jon Rafman, un artista che lavora con gli stessi materiali.
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Sul suo sito web si trovano dettagli tratti da alcune delle stesse scene di Google usate da Wolf: e quindi di chi sono quelle foto? Rafman ha oferto una splendida formula per il fondamento concettuale di questo tipo di attivit condivisa. Queste, scrive, sono foto che nessuno ha scattato e ricordi che nessuno possiede. Ci sono tuttavia delle signiicative diferenze di approccio tra Wolf e Rafman. Raccolto in varie serie, il lavoro di Wolf mantiene qualcosa della natura sistematica della sua ricerca. Invece, pur condividendo lamore di Wolf per alcuni particolari gente che schiocca le dita, prostitute da marciapiede e incidenti stradali lo stile di Rafman, che ha trentanni, appare molto pi incerto. Si ha limpressione che a lui manchi la formazione da fotografo della vecchia scuola di Wolf, e che con ogni probabilit non abbia mai messo piede fuori di casa, e che la sua conoscenza del mondo derivi interamente dalle sue rappresentazioni. E perino questo signiica sottovalutare in un certo senso la questione, perch anche se a quanto pare Rafman vive a Montral, il suo sguardo sulla Terra potrebbe provenire da una lontana stazione spaziale, e sarebbe uno sguardo smanioso. C qualcosa di estremamente intenso in questa collezione apparentemente casuale di scatti arrafati da ogni luogo e da nessun luogo in particolare. come se la stafetta tecnologica che ha dato vita a questo lavoro facesse spazio a un rimpianto e a una nostalgia cos intensi che loriginale tanto desiderato diventa impossibilmente intimo, straordinariamente remoto e, di conseguenza, incommensurabilmente estraneo. Come Wolf, Rafman sostiene che latto di incorniciare le cose a conferire a queste ultime un signiicato, ma si spinge oltre: Reintroducendo lo sguardo umano, io riafermo limportanza, lunicit dellindividuo. E da dove viene questidea di individuo? Ovviamente dalla fotograia! Entusiasmato dallidea che le immagini tratte da Street view possiedano unurgenza secondo lui presente nella street photography delle origini, Rafman scava in Google per portare alla luce una storia parallela del mezzo fotograico, in cui la ripetizione di immagini di Lartique, Doisneau, Winograd (che nei suoi ultimi anni, andandosene in giro in automobile a fotografare Los Angeles era diventato una sorta di Street view umano) e altri grandi maestri si mescola indiscriminatamente con fotogrammi dal fascino inquietante, tutti liberati dal giogo del loro originario ancoraggio nel tempo e nello spazio.

Onniscenza indiscriminata
Per quanto fossero entusiasmanti, trovavo poco soddisfacente guardare i lavori di Rafman e Wolf solo sullo schermo. Poi, a San Francisco, mi sono imbattuto nella mostra di Dough Rickard, A new american picture, alla Stephen Wirtz gallery. Qualsiasi dubbio sui meriti artistici e non su quelli etici o concettuali di questo nuovo modo di lavorare stato interamente fugato dalle fotograie di Rickard. stato William Eggleston a coniare lespressione: Fotografare in modo democratico. Ma Rickard ha usato lonniscienza indiscriminata di Google per estendere in maniera radicale questo concetto, sul piano tecnologico, politico ed estetico. I luoghi scelti da Rickard si trovano ai margini economicamente devastati delle citt: le terre e le strade desolate che formano il costante rilusso del sogno americano infranto. Questi luoghi sono popolati da igure smarrite; smarrite sia perch sono capitate per caso nello sguardo a trecentosessanta gradi dellautomobile di Google, ma anche perch si sono allontanate dal sentiero della prosperit. O, pi precisamente, il sentiero della prosperit li ha oltrepassati. Attraversando la strada ad ampie falcate, queste igure di scarto danno limpressione di non essere mai riuscite a raggiungere laltro lato del marciapiede, come se fossero alla deriva, intrappolate per sempre nel limbo del tardo capitalismo. La serie riecheggia in maniera evidente le fotograie realizzate da Walker Evans negli anni trenta. Nellombra sembra di scorgere anche lo spirito mutevole di Robert

Jon Rafman ofre la formula perfetta per questo tipo di attivit condivisa: Sono foto che nessuno ha scattato, ricordi che nessuno possiede

Frank, come se lautomobile di Street view fosse unincarnazione aggiornata dellautomobile con cui Frank a met degli anni cinquanta comp il famoso viaggio durante il quale realizz la serie The Americans. Come nel caso di questi due illustri predecessori, c una strana bellezza triste, lirica, inconsolabile in questa nuova espressione dellodissea-safari fotograica americana. Alla ine non ci ritroviamo con la chiarezza primitiva di un Evans n con locchiata frettolosa e obliqua di Frank, ma con un bagliore e una macchia, unimprecisione sbiadita e deinita. I colori sono al tempo stesso magniicati e prosciugati dalle procedure alle quali Rickard li ha sottoposti. A volte il cielo appare sciacquato, altre volte mostra le tracce dellardente turchese della Super-8 (il colore dellottimismo, della crescita economica per tutti). Tutto ci d la sensazione di osservare citt, o strade, fantasma nel momento in cui si stanno formando. Unimmagine in particolare mi sembrata familiare in modo inquietante. Mostra un tizio su una sedia a rotelle, con un cappello in testa e lo sguardo rivolto alla macchina fotograica. leggermente sfocata a causa di una delle peculiarit e anomalie alchimistiche delle tecnologie coinvolte, e sembra quasi vibrare. Mi ci voluto del tempo per capire perch limmagine fosse cos familiare. Ma alla ine ho capito: mi ricordava le fotograie leggermente sfocate realizzate da Paul Fusco che ritraevano le persone ai lati del treno funebre di Robert F. Kennedy nel suo tragitto da New York a Washington nel 1968 (che lanno di nascita di Rickard). Invece degli spettatori raccolti lungo un percorso prestabilito al passaggio del corpo del senatore morto, cerano queste persone ritratte in modo casuale, indiferenti o sorprese, mentre la piccola automobile con la sua macchina fotograica periscopica se ne andava in giro per i fatti suoi, coprendo tutte le strade della Terra, inevitabile e accidentale come la morte stessa: Il vuoto risolutore, per dirla con Larkin, che giace sotto tutto ci che facciamo. u gim
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Geof Dyer uno scrittore britannico. autore del romanzo Amore a Venezia. Morte a Varanasi (Einaudi 2009) e del saggio sulla fotograia Lininito istante (Einaudi 2007).

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