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Possibile recuperarlo e rivalorizzarlo? La proposta: fu gi presentata nel 1996 dalla Pro Loco. Le vicende passate in unintervista
Lex-mulino Fanzaga per anni stato sinonimo di eccellenza nella produzione di farina, soprattutto della farina bramata oro. Ledificio in questione posto al bivio tra via Felice Cavallotti e la circonvallazione interna, nel tratto denominato viale del Partigiano, proprio di fronte alla centralissima via Roma. Tale mulino rappresenta un monumento dellarcheologia industriale. Un monumento allarte molitoria e alla vita contadina che ha permesso al borgo di crescere e di diventare citt. Lo storico mulino trevigliese che ha prodotto farina e derivati per oltre sette secoli potrebbe essere recuperato e rivalutato. Gi in altre citt italiane uno degli orientamenti pi seguiti nel recupero delle aree industriali dismesse consiste nel destinarle a ospitare quegli strumenti che ne avevano caratterizzato lattivit originaria trasformandoli in musei dellarcheologia industriale. Il recupero gi lo propose la Pro Loco nel 96 Lidea di conservare le testimonianze di un passato agricolo era nata gi nel 1996 quando, lallora presidente della Pro Loco, Nino Crespi, faceva un appello al Comune di acquistare ledificio. In quegli anni alcuni soggetti si erano dimostrati interessati allacquisto ma la vendita avvenne solo verso la fine degli anni 90. Ma ledificio tuttora identificato dai trevigliesi come mulino Fanzaga. La chiusura dellattivit e la messa in vendita del mulino erano gi nellaria ma avvennero solo dopo la morte del mugnaio, sopraggiunta tragicamente nel 1998. Fino a marzo del 98, le ruote del mulino, lultimo funzionante a Treviglio, erano continuamente in attivit. Cos la Pro Loco aveva presentato allAmministrazione Comunale una proposta di recupero e valorizzazione dello stabile. Crespi parlava di occasione unica ed irripetibile per non farci sfuggire lennesima occasione di una conservazione intelligente. Scriveva Crespi: Noi abbiamo lobbligo morale di fare il possibile per salvaguardare il mulino come straordinaria pagina di storia e di tramandarlo alle generazioni future come testimonianza del nostro passato. Troppo spesso si cammina per le strade in modo distratto, centinaia di trevigliesi passano ogni giorno da via Cavallotti e la stragrande maggioranza di essi neppure immagina tutto quello che il mulino rappresenta. Unarte tramandata di padre in figlio Da piccolo passavo le mie estati ad aiutare mio pap e mio nonno al mulino. Allepoca non cerano gli oratori estivi, per noi bambini era uno svago. Il granoturco lo portavano i contadini e veniva introdotto nelledificio dalla via Cavallotti. Allinterno si formavano dei depositi di granoturco che diventavano piscine e ci diNelle immagini (di Roberto Conti), oltre alledificio che ospitava il mulino, due immagini di Giuseppe (sopra) e Cesare Fanzaga (sotto). Qui sotto il logo della Bramata oro Molino Fanzaga prodotta nellomonimo Mulino
vertivamo lanciandoci dallalto. A parlare Maurizio Fanzaga, figlio di Cesare, lultimo mugnaio di Treviglio. Ritrovando vecchi documenti del padre ha raccontato la storia del mulino almeno per come se la ricorda lui. In citt, Cesare lo conoscevano tutti, la sua farina era la pi rinomata del circondario. Pro-
duceva soprattutto la bramata oro, una farina a grana grossa, adatta per la preparazione della tipica polenta bergamasca. Era un prodotto di nicchia, mio padre puntava alla qualit e non alla grande distribuzione. Per la sua farina arrivava fino in Valtellina, Valseriana e nel lecchese specifica Fanzaga.
Al mulino vi lavoravano Giuseppe, il figlio Cesare e i nipoti. Era tutto fatto a mano, come da tradizione. Solo negli ultimi anni di attivit era stata introdotta lelettricit per far girare le turbine in caso di bassa portata della roggia (con la secca) o di assenza dacqua nei mesi di pulizia. Al confezionamento cera la
signora Celestina. La macchina adibita a quel lavoro era tarata per 500g di farina ma, non essendo precisa come quelle elettroniche, necessitava di controlli continui. Il monitoraggio del peso avveniva attraverso una pesa. Tale strumento stato salvato e ora si trova nella cucina della famiglia di Maurizio Fanzaga.
Una cucina museo visto che conserva, oltre a tale manufatto, anche unantichissima paletta per la farina in legno e acciaio. Come famiglia auspichiamo che venga rivalutato e salvato per evitare che il tempo si porti via unaltra pagina della storia di Treviglio - ha concluso Fanzaga. Roberto Conti