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Corso ISTF 01 Introduzione al cristianesimo 2012 - Appunti lezione 6

INTRODUZIONE AL CRISTIANESIMO Sezione seconda del CCC La professione della fede cristiana Prima parte Il simbolo: Credo nello Spirito Santo

Accogliere lo Spirito nella Chiesa La sezione del Catechismo dedicata allo Spirito Santo comprende sia la presentazione dellidentit e della missione della terza Persona della Trinit sia quella che riguarda il mistero della Chiesa. lo Spirito Santo, nella sua indisgiungibile unione con Cristo, a dischiudere la vita trinitaria per mezzo della Chiesa. la stessa prospettiva della Costituzione dogmatica conciliare Lumen gentium che inserisce la Chiesa nel quadro della comunicazione salvifica che la Trinit fa di s: ecclesia de Trinitate (cf. LG 4). Per questo la presentazione dellarticolo di fede credo nello Spirito Santo muove da una premessa trinitaria (CCC 683-686) e termina con una conclusione ecclesiologica (CCC 737-741). Due citazioni aiutano a tenere insieme le prospettive che costantemente vanno percorse nella conoscenza del mistero di Dio: economia: Ireneo (CCC 683) ricorda che mediante il dono dello Spirito ricevuto nel Battesimo il cristiano condotto al Verbo e con lui al Padre; lo Spirito pertanto, nellordine della fede e dellesperienza di Dio, il primo approccio al mistero Trinitario; teologia: Gregorio di Nazianzo (CCC 684) afferma la progressiva manifestazione dello Spirito a partire dal mistero del Padre che nel proprio Figlio rivela e dona lo Spirito. Lo Spirito , quindi, lultimo nella rivelazione delle Persone trinitarie.

Lo Spirito da sempre abita il mistero eterno di Dio e ne conosce i segreti (CCC 687), regge tutta la storia della salvezza e la manifesta fino a farci conoscere Cristo incarnatosi per opera dello Spirito Santo. Lo Spirito per non parla da s (cf. Gv 16,13): Ges a presentarlo e lo Spirito ripete nel cuore dei credenti quello che ha detto Ges, anche del mistero che riguarda la terza Persona della Trinit. Ges che ci fa conoscere pienamente lo Spirito e lo Spirito rende disponibile la parola di Ges. Le tre Persone divine sono a servizio luna dellaltra, in un progetto damore che continuamente riafferma la loro imprescindibile relazione. Il CCC presenta larticolo di fede sulla Spirito Santo muovendosi su tre prospettive. Chi la terza divina Persona? Il CCC cerca la risposta: affermando il principio teologico fondamentale: lo Spirito lo si conosce a partire nella missione congiunta con il Figlio (CCC 689-690); scrutando nomi, appellativi e simboli biblici, recuperati dalla Tradizione, attribuiti allo Spirito (CCC 691-701); cogliendone la manifestazione dello Spirito nel tempo delle promesse, nella pienezza dei tempi e nel tempo della Chiesa (CCC 702-741).
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1. La missione congiunta del Figlio e dello Spirito (CCC 689-690) La missione dello Spirito va sempre compresa in relazione a quella del Figlio, sia nella vita intratrinitaria sia nelleconomia salvifica. Mentre il Padre genera il Verbo, spira lo Spirito insieme (tradiz. occidentale del Filioque) o attraverso (trad. orientale) il Verbo. Lo Spirito la personificazione dellAmore che genera il Figlio e la restituzione di quello stesso sentimento dal Figlio al Padre. In tal modo, come la generazione eterna del Figlio avviene nello Spirito e non concepibile senza la manifestazione di tale Amore, cos anche leconomia salvifica, legata allincarnazione del Figlio, avviene nello Spirito. Lo Spirito, infatti, rende possibile lincarnazione del Verbo fatto uomo per opera dello Spirito Santo (cf. Lc 1,35) e ne sostiene labbassamento fino alla kenosi estrema della morte di croce, poich, come ricorda la Lettera agli Ebrei a proposito del sacrifico di Cristo, egli mosso dallo Spirito eterno, offr se stesso senza macchia a Dio (Eb 9,14). Accompagnato dallo Spirito, dalla relazione dAmore che lo lega al Padre, il Figlio entra nella passione. Ed sempre lo Spirito che opera la glorificazione pasquale come appare nellantica professione di fede di 1Tm 3,16: egli fu manifestato in carne umana e riconosciuto giusto nello Spirito. Lo Spirito dichiara la vittoria di Ges, la sua non-appartenenza al regno del peccato e della morte, dichiara la forza dellAmore che vince, anche quando sembra impossibile. Ma, nella pasqua, la missione congiunta del Verbo e dello Spirito si allarga e, secondo la tradizione giovannea, questo avviene gi nella morte di croce nella quale Ges effonde lo Spirito (cf. Gv 19,30). La perenne efficacia della morte di Cristo sar disponibile mediante lo Spirito che accompagner ogni uomo ad attingere alla medesima sorgente di grazia. Quello che ha realizzato il Figlio nello Spirito, lo Spirito lo rende accessibile perch il discepolo possa realmente incontrare il Signore e partecipare della sua salvezza. Se, come sosteneva Ireneo, il Verbo e lo Spirito nella creazione sono come le mani del Padre, essi lo sono anche nella redenzione e divinizzazione delluomo, agendo in maniera indisgiungibile e portando luomo amato da Dio alla sua destinazione. Lo Spirito la perenne disponibilit della salvezza di Cristo Ges, accessibile alluomo di ogni tempo.

2. Nomi, appellativi e simboli biblici Chi la terza divina Persona? Lo Spirito lAmore che lega lAmante allAmato, rinnovando e dilatando sempre pi i confini di tale relazione. Ma nellamore sono comprese molte espressioni che nomi, appellativi e simboli biblici manifestano e mai esauriscono. Vi sono anzitutto il nome e gli appellativi che lo identificano. Spirito Santo [691] : il nome proprio della terza Persona della Trinit. il nome indicato da Ges risorto (cf. Gv 20,20) e presente nella professione di fede battesimale (cf. Mt 28,19). Il termine greco pneuma riprende lebraico ruah riagganciando la tradizione biblica precedente. Paraclito [692]: Prospettiva giovannea (cf. Gv 14,16-26; 15,26; 16,7). lappellativo con cui Ges fa intuire la missione dello Spirito, in alcune delle sue prerogative fondamentali. Il
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termine parcletos ricorda i tratti della prossimit di Dio: Colui che chiamato vicino; Ges lo promette mentre sta lasciando i suoi discepoli turbati dal suo distacco (cf. Gv 14,1) e il Paraclito dato perch rimanga con voi per sempre (Gv 14,16); lAvvocato, difesa in relazione al mondo poich dimostra la verit di Dio: E quando sar venuto, dimostrer la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio (Gv 16,8; e per questo viene identificato come Spirito di verit; cf. Gv 16,13); il Consolatore: sostegno e conforto al discepolo che sar esposto alla persecuzione (cf. Gv 16,2). Spirito di: Prospettiva riconoscibile soprattutto in Paolo, mediante la quale viene precisata unappartenenza/relazione divina o unazione operata dallo Spirito: Spirito di Dio (cf. Rm 8,9.14; 15,19) Spirito del Signore (cf. 2Cor 3,17) Spirito di Cristo (cf. Rm 8,9) Spirito della promessa (cf. Gal 31,14) Spirito di adozione (cf. Rom 8,15) Spirito della gloria (cf. 1Pt 4,14)

I simboli: Delle tre divine Persone lo Spirito il pi misterioso e nascosto. Del Padre conosciamo i lineamenti descritti da Ges, le cui caratteristiche possono essere avvicinate alla figura umana della paternit. Il Figlio si manifestato nella perfetta realt umana, quando si incarnato ed diventato uomo in tutto simile a noi, eccetto il peccato. Dello Spirito Santo invece non conosciamo alcuna rappresentazione adeguata: possiamo intravedere il suo mistero attraverso immagini o simboli che sono stati proposti dalla Scrittura e dalla Tradizione della Chiesa, mediante i quali lo stesso Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza (Rom 8,26). Di ciascuna immagine importante cogliere il retroterra culturale da cui recuperata, i riferimenti biblici, la valenza nella tradizione della Chiesa, in particolare nella sua esperienza sacramentale. - Acqua: richiama lazione dello Spirito nel Battesimo, in una sorta di gestazione dalla quale si rinasce come nuove creature (cf. 1Cor 12,13); Ges stesso aveva assicurato che fiumi di acqua viva sarebbero scaturiti dal suo seno (cf. Gv 7,38). - Unzione. Indica la capacit dello Spirito di raggiungere e permeare con la sua azione ogni realt stabilendone e manifestandone la propriet divina, la consacrazione. Ricorda che tale unzione appartiene innanzitutto a Cristo (cf. Lc 4,18-19) ma anche a coloro che in lui sono unti poich Dio ha voluto scegliere tra i pagani un popolo per consacrarlo al suo nome (At 15,14). Lunzione crismale dice anche oggi tale verit. - Fuoco: indica lenergia che trasforma. Ges assicura di essere giunto ad accendere un fuoco sulla terra (cf Lc 12,49). Il simbolismo della pentecoste rende espressivo tale annuncio nellimmagine delle lingue di fuoco (cf. At 2,3-4). - Nube e luce: sono elementi teofanici dellAT che indicano linsondabile suo mistero che pur svelandosi rimane velato. quello ritroviamo nellannunciazione mentre lo Spirito copre con la

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sua ombra la Vergine (cf. Lc 1,35) e nella nube che accompagna la Trasfigurazione e lAscensione al cielo di Ges nonch il suo ritorno glorioso sulle nubi del cielo. Vento: anche il vento accompagna la teofania dellAT, come la ruah di JHWH aleggiava sulle acque primordiali (cf. Gen 1,1) o come quando Elia si incontra con Dio nel mormorio di un vento leggero (1Re 19,12). Nel giorno di Pentecoste un rumore di vento che si abbatte gagliardo annuncia il dono dello Spirito. Sigillo: unimmagine vicina a quella dellunzione, che esprime il carattere indelebile dello Spirito, analogamente a quello che avvenuto in Cristo nel quale il Padre ha messo il suo sigillo (Gv 6,27). Nel rito della confermazione viene espressa tale consapevolezza: Ricevi il sigillo dello Spirito Santo. Mano e dito: limposizione delle mani accompagna fin dallinizio della vicenda ecclesiale la comunicazione del dono dello Spirito chiamato anche digitus paternae dexterae. Se la Legge stata scritta dal dito di Dio nellAntica Alleanza, ora la lettera di Cristo scritta con lo Spirito del Dio vivente sulle tavole dei cuori (Cf. 2Cor 3,3). Colomba: il segno inviato a No a conclusione del diluvio ritorna nel Battesimo di Cristo (cf. Mt 3,16) in chiaro riferimento allo Spirito che dimora in Cristo e in quanti immersi in lui continueranno a ricevere il medesimo dono.

3. La manifestazione dello Spirito dalle promesse alla pienezza dei tempi A. La preparazione. La convinzione di fede della Chiesa stata sempre chiara. Dalle origini fino alla pienezza del tempo (Gal 4,4), la missione congiunta del Verbo e dello Spirito del Padre rimane nascosta, ma allopera. Lo Spirito di Dio va preparando il tempo del Messia e luno e laltro, pur non essendo ancora pienamente rivelati, vi sono gi promessi affinch siano attesi e accolti al momento della loro manifestazione (CCC 702). Certamente il cuore della rivelazione dellAntico Testamento lunicit di Dio. Anche se con i metodi dellesegesi biblica filologica o storica non si ricava, secondo molti studiosi, neppure un abbozzo di tre realt distinte in Dio, n si pu parlare di antecedenti veri e propri della rivelazione della Trinit, tuttavia, alla luce del principio dellunit di tutta la Scrittura, si possono indicare degli elementi preparatori. Nell'antico testamento la parola ebraica ruah, [CCC 691] che ricorre 378 volte, ha due significati fondamentali fra loro affini: quello di vento e quello di respiro, o piccolo vento che la respirazione produce; da questi ne derivano altri due, quelli di ruah come "forza" e come "vita". Il CCC si sofferma su alcune tappe bibliche nelle quali possibile riconoscere tali significati riconducibili a tre direttrici.

- Lo Spirito come forza misteriosa e vitale. La ruah talvolta presentata come un vento
fisico di cui si coglie la forza misteriosa, lorigine inspiegabile e la suprema libert di presenza e di azione. un vento nel quale Dio agisce, come quello che aleggia nellopera creazionale (cf. Gn 1,2). La ruah legata al respiro delluomo: In occasione del diluvio, Dio dice: Ecco, io sto per mandare il diluvio, cio le acque, sulla terra, per distruggere sotto il

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cielo ogni carne in cui c' soffio di vita [ruah hayyim] (Gen6,17). un respiro vitale che appartiene anche agli animali, come ricorda il salmista: Se nascondi il tuo volto (gli animali) vengono meno, togli loro il respiro [ruah], muoiono e ritornano alla polvere. Mandi il tuo spirito [ruah] e sono creati, e rinnovi la faccia della terra (Sal 104,29-30). Ogni vivente, quindi, si trova in una condizione di precariet e di dipendenza e ha bisogno dello spirito di Dio che produce e mantiene in vita. Consapevolezza che gi inizia a preparare la fede espressa nel Simbolo: credo nello Spirito Santo "che Signore e d la vita". per anche il vento che accompagna lazione di Dio come nel caso del pas saggio del mar Rosso: il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d'oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli israeliti entrarono nel mare sull'asciutto (Es 14,21-22). La creazione continua nellopera provvidente di Dio che in maniera sorprendente e gratuita accompagna il suo popolo. Il vento dice la misteriosa provenienza di unazione di grazia che conduce la storia in un progetto. E anche Ges si servir di tale simbologia, proprio in relazione allo Spirito: Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene n dove va: cos chiunque nato dallo Spirito (Gv 3,8).
- Lo Spirito in alcune figure di Israele. Oltre che essere fonte di forza e di vita, la ruah divina

esercita un'azione particolare su quanti svolgono compiti impegnativi nella comunit. Anzitutto nei giudici e nei capi carismatici Quando Dio chiama Gedeone, perch liberi gli ebrei dalle continue invasioni dei madianiti, egli cosi risponde: Signore mio, come salver Israele? Ecco, la mia famiglia fra le pi povere di Manasse e io sono il pi piccolo nella casa di mio padre (Gdc 6,15). Il testo continua: Ma lo spirito del Signore invest [avvolse, come fa un vestito con chi lo porta] Gedeone; egli suon la tromba e gli Abiezeriti [gli uomini del suo clan] furono convocati per seguirlo (6,34). Mediante il dono del suo Spirito, la cui azione indicata con termini che dicono presenza, investitura, sprone e aiuto, Dio porta avanti il suo piano di salvezza pur con persone inadeguate allo scopo. un anticipo dei frutti neotestamentari dello Spirito Santo che sono la libert, l'unit e la pace (cf. 2Cor 3,17; 13,13; Gal 5,16.22). Anche i profeti sono animati dallo Spirito. Ezechiele stabilisce per primo il connubio tra Spirito e profezia: Lo spirito del Signore venne su di me e mi disse: Parla, dice il Signore.... Tale rapporto continua in seguito; tanto che nel post-esilio il profeta Zaccaria rimprovera gli ebrei perch indurirono il cuore come un diamante per non udire la legge e le parole che Dio rivolgeva loro mediante il suo spirito, per mezzo dei profeti del passato (Zc 7,12). Per la fede della Chiesa particolarmente importante lazione dello Spirito nei profeti, tanto da ricordarla nel Credo: ha parlato per mezzo dei profeti. Lo Spirito si manifesta inoltre nel re e negli anziani, come nel caso dei settanta anziani che sorreggono lazione di governo di Mos (Nm 11,10-30). Dopo tale effusione, Mos esclama: Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dar loro il suo spirito! (11,29). Nella prima fase della monarchia, il re, forse perch visto come continuatore del giudice carismatico, viene presentato come uno che ha ricevuto lo Spirito, come nel caso di Saul (cf. 1Sam 10,6) e Davide: Samuele prese il corno dell'olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi (1Sam 16,13). In
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Israele tutte le funzioni a servizio della comunit supponevano uno spirito o dono corrispondente. Un anticipo della dottrina di Paolo sui carismi.
- Lo Spirito prepara i tempi messianici. La riflessione di Israele vede profilarsi

progressivamente un futuro di grazia legato a un particolare coinvolgimento di Dio nelle sorti del popolo. Lo Spirito accompagna lazione del Messia, un germoglio-virgulto, che nasce dal tronco di Iesse e sul quale si poser lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore (cf. Is 11,2-3). Lo Spirito accompagna inoltre la missione la missione del Servo di JHWH: Ho posto il mio spirito su di lui; egli porter il diritto alle nazioni (Is 42,1). Infine, arriviamo al ben noto e solenne testo, che Ges applicher a se stesso: Lo spirito del Signore su di me, perch il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri... a proclamare l'anno di misericordia del Signore (Is 61,1-3). I tempi messianici riguardano per anche le sorti del popolo consapevolezza che accompagna Israele deportato a Babilonia e di cui si fa interprete in particolare Ezechiele, annunciando unalleanza nuova nella quale agisce lo Spirito: Porr in mio spirito dentro di voi e vi far vivere secondo i miei statuti e vi far osservare e mettere in pratica le mie leggi (Ez 36,2427). Un intervento che gi inizia con la conversione di ogni singolo credente a Dio, mediante lazione dello Spirito, come attesta il miserere: Non respingermi dalla tua presenza, e non privarmi del tuo santo spirito. Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso (Sal 51,13s). L'orante convinto che solo lo Spirito pu mantenerlo nell'amicizia con Dio e "creare" in lui un cuore puro. L'espressione "Spirito santo" (alla lettera: Spirito di santit), tanto comune nel NT, nell'AT ebraico si ha qui e in Is 63,10-11.

B. Lo Spirito nella pienezza del tempo. La rivelazione piena dello Spirito avviene con Ges che fa conoscere lo Spirito, ne libera il Dono e manifesta la sua stessa vicenda storica condotta da tale Presenza. Nella vita di Ges. I Vangeli, raccontando la vicenda terrena di Ges, testimoniano anche la presenza dello Spirito Santo nella sua vita. Ges viene concepito verginalmente da Maria per opera dello Spirito Santo (cf. Lc 1,35). Lo Spirito Santo scende su di lui in apparenza corporea, come di colomba (Lc 3,22), lo sospinge nel deserto per affrontare il potere di Satana (cf. Mc 1,12), lo accompagna nel suo ministero di predicazione, guarigione e liberazione dal demonio (cf. Lc 4,1.14.18), interviene nella gioia e nella preghiera del Figlio (cf. Lc 10,21). Prima di Pasqua Ges promette ai discepoli lassistenza dello Spirito Santo per i momenti di persecuzione (cf. Mc 10,20) e come Paraclito, cio dono del Padre che assicura per sempre la comunione con Cristo, assiste i discepoli nel grande processo che il mondo instaura contro di loro e li aiuta a progredire nella conoscenza della verit e a rendere testimonianza (cf. Gv 14,16-17.25.26; 15,26-27; 16,7-11.12-15). Nel mistero pasquale, con la passione, morte e risurrezione di Ges, la rivelazione della Trinit giunge al momento decisivo e pieno. Ges andato incontro alla sofferenza e alla
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morte in filiale obbedienza al Padre per compiere il suo progetto di salvezza. E tale cammino di obbedienza, come gi osservato, avviene nello Spirito (cf. Eb 9,14), che fa di tale atteggiamento una risposta animata dallAmore. Il Figlio continua ad amare il Padre, anche nel suo silenzio; il Padre partecipa della vicenda del Figlio ben consapevole che egli andato a ritrovare i suoi fratelli. Lo Spirito lega Padre e Figlio, anche nella loro indicibile distanza. E, alla fine, quellAmore tenace vince. Ecco perch Paolo afferma che , con la Pasqua, Ges costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione (Rm 1,4). Se nella sua incarnazione Ges era costituito Figlio di Dio nella debolezza, ora lo nella potenza; lo Spirito di santificazione la forza dellAmore mediante la quale il Padre risuscita il proprio Figlio, confermandone lidentit divina: dichiara la gloriosa appartenenza di Cristo al mistero di Dio, cos come il Padre lo aveva accreditato sulla scena del mondo (cf. Mt 3,17), dando ragione a Ges contro i suoi avversari che lo avevano condannato come bestemmiatore (cf. Gv 19,7); dichiara e manifesta fino a che punto si pu spingere lAmore e le sue inattese possibilit di vita, tanto da penetrare labisso della morte e dei morti, da esporsi alla derisione e allignominia, da sopportare lapparente fallimento. Solo lo Spirito rende possibile questo percorso: Anche Cristo morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito. E in spirito and ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione (1Pt 3,18-19). LAmore libera Ges dalla morte perch non era possibile che questa lo tenesse in suo potere (At 2,24). testimonia che, in virt di tale Amore, anche ad altri sar aperto il medesimo percorso: E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Ges dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti dar la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi (Rm 8,11). E non a caso Giovanni anticipa la pentecoste nella morte di Ges (cf. Gv 19,30), quando lo Spirito di Ges (lo Spirito che salva dalla morte) ormai effuso sui discepoli. C. Ma i tempi di Ges sono compresi tra gi e non ancora, tra la sua glorificazione pasquale e la piena manifestazione della sua gloria che appartiene alla Parusia. Verso i tempi ultimi egli continua a effondere il suo Spirito da cui prende forma un popolo nuovo, la comunit dei salvati che vive grazie a lui, in lui e come lui. E tutto questo mediante lunico e medesimo Spirito effuso a Pentecoste. Lepisodio descritto in Atti (2,1-13) porta a compimento leffusione iniziata con la morte in croce di Ges (Gv 19.30): il suo Spirito ormai disponibile per ogni uomo che lo voglia accogliere e lo stesso Spirito suscita e anima una missione mediante la quale tale Dono sar conosciuto e accolto. - Il CCC presenta anzitutto levento della Pentecoste (CCC 731-732) richiamandone lesperienza fondamentale: la rivelazione trinitaria e la possibilit offerta alluomo di

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partecipare di tale comunione e di entrare negli ultimi tempi, verso la piena manifestazione del progetto di Dio. - In secondo luogo il CCC mette in evidenza il modo con cui lo Spirito agisce in chi lo riceve (CCC 733-736): ricorda che si tratta del dono dellAmore riversato nei cuori (cf. Rm 5,5), che opera la remissione dei peccati e la liberazione dalla morte, che ripristina la somiglianza divina compromessa dal peccato, dona le primizie della vita divina riconoscibile nella carit, fa crescere il suo frutto nella variet delle sue manifestazioni (Gal 5, 22-23). - Infine viene presentata la Chiesa nella quale si compie lazione di Cristo e dello Spirito (CCC737-741). La missione congiunta continua nella comunit dei credenti non aggiungendosi a quella di Cristo e dello Spirito ma diventandone il sacramento, il se gno e lo strumento mediante il quale Dio continua la sua opera di salvezza.

Senza lo Spirito Santo, Dio lontano; Cristo resta nel passato; il Vangelo lettera morta; la Chiesa una semplice organizzazione; l'autorit un dominio; la missione una propaganda; il culto una rievocazione e l'agire cristiano un moralismo. Con Lui invece: il cosmo si solleva e geme ma nelle doglie del parto, il Cristo risuscitato presente, il Vangelo potenza di vita, la Chiesa significa comunione trinitaria, l'autorit servizio liberatore, la missione Pentecoste, la liturgia memoriale e profezia, l'agire umano deificato.
Ignatius Hazim, Patriarca greco-ortodosso, nel suo famoso discorso al Consiglio Ecumenico delle Chiese (Upsala 1968).

Per approfondire: P. CODA, Credo nello Spirito Santo, in: Catechismo della Chiesa Cattolica. Testo integrale e commento teologico , Piemme, Casale Monferrato, 2004, p. 734-744. R. CANTALAMESSA, Il mistero di Pentecoste, Ancora, Milano, 1998.

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