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Siamo del Signore (Gianfranco Ravasi) ( c.CARDINALI, Card.

Gianfranco Ravasi, MEDITAZIONI )

dal sito: http://www.sanpaolo.org/vita/0906vp/0906vp70.htm Siamo del Signore di monsignor GIANFRANCO RAVASI Oggi, come nel passato, siamo circondati dalle pi diver se devozioni e vie spirituali. Difficili i riferimenti a Paolo. Lasse portante dellepi stolario, della sua teologia e della relativa spiritualit la cristologia. A conclusione dellAnno paolino riassumiamo nel dossier il pensiero dellApostolo su alcuni temi fondamentali. Nella mente di molti cristiani la figura di san Paolo inesorabilmente inchiodata allo stereotipo del teologo rigoroso e gelido, teorico della nuova religione fo ndata da Ges con ben altra intensit. , questa, unidea che ha attraversato il pensier o anche di qualche studioso, come lottocentesco francese Ernest Renan che, nel su o Saint Paul (1869), non esitava a scrivere che il vero cristianesimo, destinato a durare eternamente, viene dai vangeli, non dalle epistole di Paolo che, in ver it, sono piuttosto uno scoglio e la causa dei principali difetti della teologia c ristiana. E continuava elencando i danni perpetrati dallApostolo, divenuto il padre del sottile Agostino, dellarido Tommaso dAquino, del tetro calvinista, del bisbet ico giansenista. Proprio il contrario di quel Ges che il padre di tutti coloro che cercano il riposo delle loro anime. Su questa scia anche il nostro Antonio Gramsc i non avr imbarazzo a classificare Paolo come il Lenin del cristianesimo! In realt, un a lettura pi accurata delle sue lettere, accompagnata dalla testimonianza della s ua attivit missionaria lasciataci dal discepolo Luca negli Atti degli Apostoli, s mentisce questo ritratto svelando il volto di un pastore consapevole della neces sit di fondare seriamente la conoscenza della fede. Se, allora, il suo epistolari o rivela un intreccio tra annunzio e vita ecclesiale (si legga, ad esempio, la p rima lettera ai Corinzi con la sua puntigliosa descrizione dei problemi che torm entano quella comunit e con le relative proposte pastorali dellApostolo), per altre ttanto vero che la riflessione teologica vigorosa ed esigente (e in questo senso emblematica la lettera ai Romani, il suo capolavoro di pensiero). Aveva, quindi , ragione Albert Schweitzer, il celebre filantropo e teologo, quando affermava c he san Paolo ha assicurato per sempre nel cristianesimo il diritto di pensare. Pa rte dalla fede della comunit, ma non ammette di doversi fermare dove quella finis ce. Egli fonda per sempre la fiducia che la fede non ha nulla da temere dal pens iero. Paolo il santo protettore del pensiero nel cristianesimo!. Analisi del pensiero paolino Schweitzer curiosamente scriveva queste righe in unope ra del 1930 intitolata Die Mystik des Apostels Paulus: s, la riflessione non un p ercorso intellettuale indipendente rispetto alla spiritualit, ma con essa vigoros amente sintreccia. a questo punto legittima una domanda: qual , allora, il nodo dor o ove le due dimensioni del credere, quella fiduciale e la razionale sincrociano? Le risposte date dagli esegeti paolini sono molteplici e le vorremmo ora elenca re, non per mera erudizione, ma perch ci permettono di scoprire la complessa ricc hezza della visione teologica e spirituale dellApostolo. Cos, a partire da Lutero, a lcuni hanno visto il cuore della concezione paolina nella giustificazione attrav erso la fede, un tema certo capitale in alcune Lettere (R. Bultmann, E. Ksemann, H. Hbner). Altri, invece, come il citato Schweitzer, colgono nellunione mistica co n Cristo (spesso affidata alla preposizione greca syn, con, variamente unita ai verb i salvifici) il punto focale dellannunzio paolino (cos W. Wrede ed E. P. Sanders). E la croce di Cristo, segno supremo della nostra redenzione? proprio questa compo nente, esaltata in molte pagine paoline, la via scelta da altri studiosi per ris pondere al nostro quesito (U. Wilckens, J. Becker). Per stare alla celebre espre ssione dellinno incastonato nel capitolo 2 della Lettera ai Filippesi, l che si co nsuma la knosis del Verbo: il Figlio di Dio si svuota, si umilia, precipitando nell della mortalit, scegliendo la crocifissione, la morte pi infamante della civilt ant ica. Eppure, proprio da quella croce che ha inizio lesaltazione pasquale del Risorto che rinnova e domina lintera creazione. Lungo questa direzione totalizzante, altri esegeti sono partiti per proporre una diversa concezione della prospettiva fonda mentale del pensiero paolino. LApostolo consapevole che la signoria di Cristo abo

lisce ogni frontiera ed qui il cuore del messaggio che Paolo annunzia: la costan te apertura verso orizzonti universalistici che conducono la Chiesa ad essere te stimone fino agli estremi confini del mondo (cos K. Stendahl, F. Watson, J. D. Du nn). Infine, nella complessa analisi del pensiero paolino c chi ha visto come fattor e decisivo e struttura unificante la cristologia: tra costoro sono da segnalare due figure rilevanti dellesegesi cattolica del 900, L. Cerfaux e R. Schnackenburg. Il Vangelo di san Paolo , anche a nostro avviso, incentrato sul Cristo crocifiss o e risorto, umiliato e glorioso, sorgente della nostra salvezza e principio del la stessa redenzione cosmica. Si pensi sia pure soltanto a livello statistico ch e delle 535 presenze del nome di Ges Cristo nel Nuovo Testamento almeno 400 sono accaparrate dallepistolario paolino. Frasi come per me il vivere Cristo (Fil 1,21) o n essuna creatura potr mai separarci dallamore di Dio in Cristo Ges (Rm 8,39) ne sono la formulazione tematica essenziale, consapevole com lApostolo che allorigine della sua vocazione, sulla via di Damasco, c quellessere stato ghermito, cio afferrato da C to (Fil 3,12), cos come la sua intera esistenza stata posseduta dallamore di Cristo (2Cor 5,14). Ed per questo che egli deve dedicare tutta la sua vita ad annunziar lo al mondo: Predicare per me il Vangelo non un vanto, ma una necessit che mi si i mpone: guai a me se non annuncio il Vangelo! (1Cor 9,16). Cristo e levento pasquale Certo, tutte queste traiettorie e altre indicate dagli st udiosi hanno un loro significato rilevante per definire lanima della spiritualit p aolina. Non si pu ignorare, ad esempio, il peso che ha il nesso tra il dono liber atorio della charis (grazia) divina e la risposta libera della pistis (fede) per lantropologia teologica dellApostolo. Ma il vincolo che annoda la mistica, il par adosso della croce, lannunzio evangelico, la stessa ecclesiologia (il corpo di Cri sto che la Chiesa, Col 1,24), e persino lescatologia (Cristo in voi, speranza della gloria, Col 1,27), oltre naturalmente alla soteriologia (raggiungere la salvezza che in Cristo Ges, 2Tm 2,10) sempre e solo Cristo e levento pasquale. Egli la svolt a radicale per lesistenza del credente. Basti solo pensare allinterpretazione del battesimo cristiano offerta in Romani 6,3-6 e basata su uno stretto parallelismo tra la vicenda pasquale di Ges e lesperienza del cristiano. Da un lato, c il sepolcro di pietra in cui calato il corpo morto del Crocifisso. Daltro lato, ecco il sepo lcro dacqua in cui penetra luomo vecchio, cio il nostro corpo del peccato, votato e. Il sepolcro di Cristo, allalba di Pasqua, viene scoperchiato e il Risorto sfol gora nella luce della Pasqua, immerso nella gloria del Padre. Similmente dal sepolcr o del fonte battesimale esce la creatura umana redenta, ossia luomo nuovo, libero dal la sindone mortuaria del peccato e pronto a camminare in una vita nuova. Cristo, per, agli occhi di san Paolo, anche alla radice della nuova creazione: il creato, in fatti, proteso nella speranza di essere liberato dalla schiavit della corruzione p er entrare nella libert della gloria dei figli di Dio (Rm 8,21), cos che Cristo sia tutto in tutti (Col 3,11). Scrive uno dei nostri maggiori studiosi dellApostolo, Rom ano Penna: Paolo ritiene che Cristo Signore sia liniziatore di una nuova stagione della storia e di una nuova identit antropologica dalle ricadute universalistiche , non paragonabile a un re come Davide o a un profeta come Isaia e neppure a un grande legislatore come Mos, bens soltanto a chi anteriore a tutti costoro e non a ppartenente al popolo storico di Israele, cio ad Adamo, progenitore dellintera uma nit (cf 1Cor 15,21-22.45-47; Rm 5,12-21). Lasse portante dellintero epistolario paolin o, della sua teologia e della relativa spiritualit , quindi, la cristologia e ques ta impostazione una lezione vigorosa e necessaria anche per i nostri tempi nei q uali si corre il rischio di inseguire percorsi religiosi pi evanescenti. A suggello , ci sembrano emblematici due motti paolini. Il primo pone il suo marchio sullesi stenza storica del cristiano: Questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella f ede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me (Gal 2,20) . Laltro, invece, si apre anche alloltrevita: Se noi viviamo, viviamo per il Signor e, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, sia mo del Signore. Infatti per questo Cristo morto ed ritornato alla vita: per esse re il Signore dei morti e dei vivi (Rm 14,8-9). monsignor Gianfranco Ravasi presidente del Pontificio consiglio della cultura) Bibliografia Bernard Ch. A., San Paolo mistico e apostolo, San Paolo 2000, Cinisel lo Balsamo; Cerfaux L., Cristo nella teologia di san Paolo, Ave 1969, Roma; Idem , Litinerario spirituale di san Paolo, Gribaudi 1976, Torino; Dunn J. D. G., La t

eologia dellapostolo Paolo, Paideia 1999, Brescia; Vanni U., La spiritualit di Paolo, in Fabris R. ed., La spiritualit del Nuovo Testamento, Borla 1985, Roma, pp. 177228.

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