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di TOMMASO PINCIO

convinzione antica e mai tramontata, se non un fatto acclarato, che il pubblico di romanzi sia in maggioranza composto di donne. In virt di questa convinzione viene dato per assiomatico che un romanziere incapace di parlare allanimo femminile difficilmente conoscer il successo commerciale. Ricordo, al riguardo, la sicumera con cui un libraio preconizzava una carriera oscura a Cormac McCarthy, quando questi era ancora quel che si suol dire autore di nicchia. Non vender mai. Non piace alle donne diceva il cattivo profeta. Viste le scelte di buona parte delleditoria, chiaramente volte a attrarre principalmente un sesso, si deduce che le fortune conosciute in tarda et da McCarthy siano state ascritte dagli operatori del settore al novero delle eccezionalit che confermano la regola. Non meno evidente che, mercato a parte, ben altri dovrebbero essere i termini per stabilire il valore letterario di unopera. La questione sessuale resta tuttavia un nodo importante, dal quale sarebbe ipocrita prescindere. Pu inoltre servire a osservare da scorci imprevisti il profilo di autori pure studiatissimi e da tempo canonizzati. Joseph Conrad, per esempio. Il semplice nome evoca un universo allapparenza ben delimitato e molto maschile. Storie della parte equorea del pianeta dove le donne sono presenti al pi come un ricordo della vita di terra e dunque un qualcosa di antitetico alla vita instabile e raminga del marinaio di lungo corso. Dovendo screditare Conrad agli occhi di una signora desiderosa di conoscerlo, Henry James ebbe infatti buon gioco. Gli bast fare leva sulla fama di lupo di mare del polacco: Ma, mia cara, ha passato la vita in mare, senza mai conoscere donne acculturate. Linterlocutrice non prest ascolto. Si adoper per incontrare Conrad, ricavandone unimpressione non soddisfacente. Forse perch condizionata dallavviso di James, luomo le parve ipersensibile, esaurito, e per di pi incurante verso eventuali segni di intelligenza nella moglie poich in essa non cercava altro che un lenitivo alle ansie della vita. Gli stessi critici del tempo rimproverarono allo scrittore una scarsa considerazione per laltro sesso; memorabile una recensione di Il Negro del Narcissus, nella quale si osservava che lunica presenza femminile nel libro la nave. Limmagine di autore mascolino fu in buona parte incoraggiata dagli editori, e proprio per ragioni di mercato o, per meglio dire, di marketing. Nel 1904, sulle pagine della rivista che pubblic a puntate Nostromo, comparve una succinta biografia. Vi si sosteneva che per Conrad le cose dovevano sempre assumere la forma di una nave, tanto nella scrittura che nel navigare. Con gli anni, il diretto interessato cominci a patire il fatto di essere stato ingabbiato nel personaggio dellex marinaio che rievoca avventure per soli uomini in posti lontani. A un certo punto ammise apertamente di desiderare un po di requie per tutte queste mie navi. La svolta giunse nel 1913 con luscita di Chance. Sebbene appesantito da una struttura farraginosa, soprattutto nella parte iniziale, il romanzo gli regal il primo nonch unico vero successo commerciale, affrancandolo dalle ristrettezze. Si d il caso che sia il romanzo in cui una donna conquista per la prima volta il ruolo di protagonista e, stando al parere di alcuni critici, quello che segna la fine del Conrad migliore il che certamente opinabile ma non del tutto infondato. Qualsiasi giudizio si voglia dare su un libro comunque importante e di pregio notevolissimo, non si pu negare che lo stigma del marinaio scapolo ha resistito. Ancora oggi ricordiamo lautore pressoch soltanto per questo. Una conferma, quantunque soltanto locale, che, mentre non sono mai mancate nuove edizioni di Cuore di tenebra, Linea dombra e altre storie di navi, Chance ha conosciuto soltanto due traduzioni italiane. Disertava le nostre librerie da parecchio, segnatamente dagli anni novanta, quando usc ledizione curata da Francesco Binni per Newton & Compton. Riappare ora, dopo quasi un ventennio, presso Adelphi (Biblioteca, traduzione di Richard Ambrosini, pp. 400, 20,00) con un titolo alternativo a Destino, sempre adottato in passato.

Perch stavolta sia stato scelto Il caso evidente. E se mi domandi come, perch, per quale ragione, ti risponder: Suvvia, per caso! Per puro caso, cos come accadono le cose, fortunate o sfortunate. A parlare in questi termini Marlow, il principale (ve n infatti pi duno) narratore

di comodo del romanzo, e lo fa illustrando come leroina in questione, la giovane e esile Flora de Barral, si ritrovi priva di mezzi e praticamente orfana, dopo il crollo rovinoso dellimpero finanziario del padre, speculatore senza qualit. Non per via di un disegno coerente, di un

NEL 1913, CON IL ROMANZO IL CASO, JOSEPH CONRAD OTTENNE IL SUO SOLO VERO SUCCESSO COMMERCIALE. PER LA PRIMA VOLTA ASSEGNAVA IL RUOLO DI PROTAGONISTA A UNA FIGURA FEMMINILE. POI PER, SECONDOALCUNI, SI AVVI AL DECLINO

concatenarsi logico di eventi, e dunque di un destino, se la vita di Flora ha imboccato una determinata strada. Una filosofia forse un po spicciola, che pare troncare sul nascere qualsiasi interpretazione ulteriore; se le cose cpitano per caso, spiegarle non serve a niente. Peccato per che il nostro narratore razzoli al contrario di come predica. Anzich limitarsi a esporre i fatti nudi e crudi, ci gira attorno, li infarcisce di commenti e considerazioni sulla natura delle cose, al punto di prevaricarli. Si ha perci limpressione che raccontare le disgrazie di Flora de Barral sia poco pi di un pretesto, quasi che il vero intento di Marlow sia quello di offrire allinterlocutore e, indirettamente anche a noi lettori, la propria visione del mondo. Pi che un narratore inattendibile, un falso narratore, un filosofo mascherato, un impostore. Parimenti, la sventurata eroina del romanzo, pi che una protagonista un oggetto di disquisizione, quando non un mero termine di paragone. convinzione di Marlow che laspirazione a penetrare lessenza di tutte le cose, incluso linfinito stesso, sia una prerogativa maschile aliena alle donne, inclini invece allIr-

rilevante. A suo dire, le donne per prime si annoierebbero in un mondo governato da princip femminili, perch un simile mondo sarebbe sopportabile soltanto preservando certe illusioni fruste senza le quali la creatura media di sesso maschile non pu vivere. Per il lettore affezionato di Conrad, Marlow una vecchia conoscen-

za. Compare nelle vesti di narratore sia in Lord Jim che in Cuore di tenebra. Non mai un protagonista, ma un testimone. Avendo anchegli un passato di navigatore, la tentazione di vedervi un alter ego dello scrittore forte, e qualora lo fosse davvero, un alter ego, Marlow e Conrad sarebbero accomunati da un sessismo inqualificabile. Nei complicati rapporti che lo scrittore intratteneva con luniverso femminile, gli studiosi hanno ovviamente frugato parecchio e non vale la pena di tornarci. Lo stesso si pu dire di Marlow. Che egli non faccia le veci di Conrad ormai chiaro a chiunque, ma in quale misura e in quali modi il pensiero delluno rispecchi quello dellaltro questione sulla quale si pu ancora discutere. Qualcosa doggettivo tuttavia c. La presenza di Marlow costituisce un filtro, un velo che noi lettori non possiamo squarciare. Lord Jim, Kurtz, come pure Flora de Barral, non sono mai fisicamente presenti, il che significa che non li vediamo mai con gli occhi della nostra immaginazione bens attraverso il ricordo e le opinioni del narratore. Ne siamo tenuti a distanza, sicch per noi sono spesso poco pi che fantasmi, trasfigurazioni di tipi umani e non personaggi in senso stretto. Lassente un motivo che ricorre spesso in Conrad, assumendo forme diverse. Il ricorso a un narratore di comodo come Marlow soltanto la pi eclatante di esse. Sindrome del compagno segreto: potremmo definirla cos. In fin dei conti la carenza di personaggi femminili o la loro caratterizzazione apparentemente approssimativa non che leffetto estremo di questa sindrome. La donna mancante la massima manifestazione di unalterit impalbabile. Non se ne afferra la reale consistenza, nondimeno incombe e condiziona alla misteriosa maniera del caso. unalterit che prescinde e sovrasta la mera differenza sessuale e non va dunque ricondotta alle donne di carne e ossa. Non per nulla, nelle sue farneticanti disamine dellanimo femminile, Marlow parla di uomini medi, naturale complemento alle donne smosse soltanto dallIrrilevante; a questi uomini va la stessa misera considerazione riservata allaltro sesso. Si profila allora, implicita, lesistenza di una creatura umana dordine trascendente, un uomo che maschio soltanto in quanto figura letteraria, ovvero una creatura che si nutre solo di estremi (o anche solo damore come Flora), tutta tesa al sublime, alla comprensione dellincomprensibile. Ma un uomo (o una donna) simile, se mai esistesse, non potrebbe mai raccontare. Da qui lesigenza di ricorrere a un Marlow, a un intermediario, una caricatura di narratore che faccia quel che un narratore non dovrebbe mai fare: spiegare, dire lindicibile, dare un ordine al caso, come in Chance, chiave daccesso fondamentale alluniverso di Conrad, malgrado i limiti e le forzature.

LA DONNA MANCANTE

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