Anda di halaman 1dari 268

Franco Ferraresi (Cremona 1940) ha insegnato nelle universit di Milano (Cat tolica), Trento, Cosenza ed stato visitor in numerose

e universit straniere. At tualmente ordinario di Sociologia del Lavoro presso la Facolt di Scienze Po litiche dellUniversit di Torino. Ha scritto saggi e volumi sui problemi dello Stato, dellamministrazione, del governo locale, del radicalismo di destra. Anna Elisabetta Galeotti (Bergamo 1953) ha studiato Filosofia Politica a Pavia e a Cambridge. Ha scritto saggi e articoli sui presupposti antropologici e meto dologici della teoria politica classica. E attualmente Jean Monnet Fellow alli stituto Universitario Europeo di Firenze dove sta svolgendo una ricerca sullin dividualismo metodologico in Filosofia Politica. Anna Jellamo (Roccella 1953) ricercatrice presso listituto di Filosofia del Di ritto dellUniversit di Roma. Si occupata di movimenti politici extraparla mentari e di storia del pensiero politico e sociale, con particolare riferimento al Liberalismo e alla sociologia inglese contemporanea. Marco Revelli (Cuneo 1947) ricercatore presso la Facolt di Scienze Politiche dellUniversit di Torino. Si occupato di teorie e interpretazioni del Fasci smo e di questioni di metodologia delle scienze storiche, politiche e sociali. Ha inoltre scritto vari saggi su problemi di sociologia della politica e del lavoro.

a cura di Franco Ferraresi Una ricerca di F. Ferraresi, A. E. Galmtli A. Jellamo, M. lievi *11i
/

La destra radicale
t

< Feltrinelli

Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano Prima edizione in Presenze maggio 1984

ISBN 88-07-11002-4
La ricerca, riportata in questo volume, ha avuto il sostegno finanziario del CNR (Comitato per le Scienze Giuridiche e Politiche)

Presentazione

Nec ridere nec lugere sed ini^lligere.


S p in o z a

E quasi un luogo comune iniziare ogni studio sulla Destra italiana nel dopoguerra lamentando il vuoto di ricerche, la vera e propria rilut tanza delle scienze storiche e sociali a misurarsi col fenomeno'. A fron te di una produzione ricchissima sul piano dellattualit giornalistica e della contro-informazione militante, ma necessariamente molto dise guale nella qualit, discontinua perch legata ad avvenimenti occasio nali, e parziale perch spesso riferita a singoli episodi2 , stanno pochissi mi tentativi di descrizione complessiva anche di tipo militante o gior nalistico, e quasi nulla sul piano scientifico e concettuale4 . La Destra parlamentare presa in considerazione dagli studiosi solo raramente, e per lo pi allinterno di indagini focalizzate non su di es sa, ma sul sistema politico nel suo complesso5 . Sul principale partito di questarea si ha una sola monografia, non a caso opera di una studiosa straniera6 ; nessuna sui partiti monarchici, pochissimo sul qualunquismo storico7 . Ancor meno per quanto riguarda la Destra extraparlamentare: non esistono materiali sui gruppi e sulle formazioni anche pi note, co me Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale; nulla sui protagonisti, nessuna memorialistica8 , n antologie documentarie. Per quanto riguar da gli itinerari complessivi della Destra, non si conoscono tentativi po litologici di elaborare categorie sistematiche e schemi generalizzanti, con leccezione di un saggio del 1975 di Giorgio Galli, che ne esamina la strategia internazionale dopo gli anni sessanta9 . Assenti le ricerche locali, anche qui con almeno unimportante eccezione: lo studio sul neofascismo bresciano di Chiarini e Corsini (che in verit ben pi di una ricerca locale)1 0 . Per quanto riguarda le dimensioni culturali, basti pensare che nes suno studioso esterno allambiente si occupato del pensatore che costituisce il principale riferimento teorico e dottrinale del radicalismo

PRESENTAZIONE

di destra contemporaneo in Europa, Julius Evola anche qui con al cune parziali eccezioni1 1 . Lelenco dei silenzi delle scienze storiche e sociali nei confronti del la Destra potrebbe continuare ma sarebbe probabilmente tedioso. Pi interessante, anche se arduo, cercare di spiegarne le cause. Una va pro babilmente individuata nellattrazione esercitata dal Fascismo storico, nei cui confronti si polarizzato buona parte dellinteress dedicato a questarea, ivi producendo, soprattutto in sede storiografica, una bi bliografia sterminata. Nei confronti del neofascismo, invece, e pi in generale della Destra postbellica1 2 , sembra prevalere, soprattutto a sini stra, un atteggiamento di sufficienza, che considera questarea come un mero residuo storico, espressione di ceti pre-industriali, di aree arretra te, di personaggi legati alle nostalgie del passato, complessivamente non meritevole di interesse concettuale. Quanto alla violenza nera (dal lo squadrismo, al golpismo, al terrorismo vero e proprio), questa vista come un fenomeno meramente subalterno agli interessi del capitale o degli apparati di stato, e i suoi protagonisti sono classificati o come gli eterni cultori di fedi reazionarie, o come mazzieri prezzolati in en trambi i casi non meritevoli di soverchia attenzione analitica1 3 . A ci si aggiunga che la preoccupazione dominante, negli studiosi di sinistra, rivolta al terrorismo rosso: questo infatti tende a presen tarsi come filiazione diretta (anzi, lunica autentica) degli insegnamenti del marxismo, da cui la ricerca ansiosa, non disgiunta da qualche senso di colpa, di come ci sia stato possibile, spesso sfociante nelle diverse versioni dei ritratti di famiglia. N manca il tentativo di individuare possibilit di recupero per i giovani (o almeno per alcuni) che hanno sbagliato, scegliendo la via delle armi. Tutto ci determina una con centrazione degli sforzi analitici sulleversione rossa, a scapito ulteriore degli studi su quella di destra. Gli autori di questo volume ritengono invece che la Destra contem poranea meriti analisi approfondite da parte delle scienze storiche e so ciali. Spiegare le ragioni di interesse nei confronti del settore violento e terrorista dovrebbe essere superfluo, solo che si ponesse mente alla sua pericolosit sociale: la strage di Bologna, la cui attribuzione al ter rorismo nero difficilmente contestabile, ha provocato da sola pi vit time che intere stagioni di terrorismo rosso. Di fronte a questo e agli altri episodi di strage, la reazione pi usuale dellopinione pubblica stata quella di ritrarsene con orrore ed esecrazione, considerandoli ope ra di pazzi criminali o di assassini prezzolati, al servizio di impenetrabi li trame eversive. Ferma restando la condanna di questi atti come atro cemente criminali, lo studioso non pu ritenere sufficienti tali reazioni: anche se si ammette come possibile (o addirittura probabile) la stru mentalizzazione delle stragi e del terrorismo da parte di pi ampi e non

PRESENTAZIONE

ancora decifrati disegni eversivi, resta che questi letiomeni hanno potu to svilupparsi grazie a un clima e a min (pi i versili logica politica che pongono lo studioso di fronte al problema ili comprendere. Quali itine rari, quali matrici ideologiche, dottrinali, politiche. sono allorigine del terrorismo nero? Quale contesto sociale lo nutre? Quali progetti lo agi tano? Cercare di rispondere a queste domande, come aliti hanno fatto per il terrorismo rosso, costituisce anche un contributo alla battaglia contro tutti i terrorismi. Ben diverso , evidentemente, il discorso relativo ai filoni non vio lenti, come la cosiddetta Nuova destra, che con i primi hanno comuni matrici politico-culturali (e anche qualche protagonista), ma che se ne differenziano nettamente nellazione se non altro perch non sono dediti al terrorismo. Qui linteresse dovuto soprattutto a ci, che con la Nuova destra riaffiorano, sulla scena politico-culturale italiana con temporanea, elementi di Weltanschauung, pulsioni, orientamenti ideo logici, che presentano forti e volute rassomiglianze con quelli che carat terizzarono la stagione dellirrazionalismo successivo alla prima guerra mondiale, e che anche per questo costituiscono indicatori inquietanti delle tensioni e della crisi che travagliano in profondo la societ italiana di oggi. I materiali presentati in questo volume si inseriscono in un pi va sto programma di ricerca, avente lobiettivo generale di fornire una pa noramica complessiva della Destra contemporanea in Italia1 4 . Si tratta di primi materiali, che hanno per oggetto solo due dei filoni apparte nenti a questo universo composito, il filone eversivo e quello della Nuova destra. (Per motivi contingenti venuto a mancare un capitolo sulla Destra tradizionalista.) Anche con riferimento a essi le analisi so no ancora incomplete: ad esempio non sono state svolte indagini sulla composizione sociale dei movimenti di destra, non sono state raccolte biografie (storie di vita) dei protagonisti, n condotti studi approfondi ti sul linguaggio e sulla struttura argomentativa del loro discorso. A questi e altri temi saranno dedicate le fasi successive del lavoro. Mal grado tali limiti, gli autori ritengono che i materiali finora raccolti pre sentino motivi dattualit e di interesse sufficienti a renderli sin dora pubblicabili e soprattutto disponibili alla discussione scientifica e poli tica: il vuoto conoscitivo in questarea tale che anche uninformazio ne provvisoria ma consapevole di esserlo preferibile al silenzio. Gli strumenti concettuali utilizzati in questa parte della ricerca so no quelli appartenenti al bagaglio professionale degli autori, cio la scienza e la sociologia politica, insieme alla filosofia politica. (Ci signi fica, fra laltro, che non sono state condotte indagini di tipo investiga tivo sulle responsabilit degli episodi violenti, n sulle trame e le strategie nelle quali, secondo lopinione pi diffusa, essi si inseriscono.) Senza pretendere una neutralit impossibile e forse ipocrita in una ma

10

PRESENTAZIONE

teria cos incandescente, gli autori si sono sforzati di utilizzare tali stru menti col massimo di obiettivit, nella convinzione che questa sia indi spensabile per veramente capire, e che la comprensione dei fenomeni anche pi ostili alla democrazia sia un dovere (non meno che un dirit to) degli studiosi democratici. Lorganizzazione del volume rispecchia gli argomenti affrontati. A un primo capitolo dedicato a una panoramica generale sulle idee della Destra italiana fino alla met degli anni settanta, ne fa seguito un se condo focalizzato sulle vicende del filone eversivo, dallo squadrismo neofascista e nostalgico dellimmediato dopoguerra, allo spontaneismo armato degli anni pi recenti. La Nuova destra oggetto del terzo ca pitolo, che ne considera sia la vicenda e i contenuti attuali, che i refe renti culturali presenti e passati (konservative Revolution e Nouvelle Droite). Il quarto capitolo affronta, nel suo itinerario filosofico com plessivo, il principale autore della Destra, Julius Evola, il cui pensiero, nelle sezioni precedenti del volume, stato considerato prevalentemen te nelle sue valenze politiche. Lultimo capitolo, infine, di fronte allat tuale tendenza sia della Destra eversiva (Terza Posizione, Costruiamo lAzione ecc.), che della Nuova destra e dei suoi interlocutori favoriti, a proclamare obsoleta e inutile la distinzione fra destra e sinistra, attra verso lesame degli usi circoscritti della dicotomia, ne argomenta lap plicabilit allanalisi delle ideologie. Come sempre una ricerca complessa contrae debiti numerosi e dif ferenziati. Questa in particolare non sarebbe stata possibile senza il contributo di Patrizia Guerra e Inge Schladen, che hanno partecipato al suo svolgimento e il cui nome solo per motivi contingenti non appare nellindice degli autori; di Vittorio Frosini, che fin dallinizio, come se gretario del Comitato per le Scienze giuridiche e politiche del CNR, ha incoraggiato la ricerca; di Salvatore Veca, che ha seguito il lavoro in tutte le sue fasi leggendo il manoscritto e fornendo preziosi suggeri menti editoriali; dello staff della Fondazione Feltrinelli (Stella Bossi, Nadia Buson, Angela Carapelli, Marisa Epis) che ha gestito gli aspetti amministrativi. Particolarmente significativa stata la collaborazione di numerosi magistrati che, nel rigoroso rispetto delle norme procedu rali, hanno reso possibile la consultazione di indispensabili materiali giudiziari, e hanno condiviso con i ricercatori la loro grande esperienza di indagini sui fenomeni eversivi: fra gli altri V. Borraccetti, G. Casel li, M.L. Dameno, A. Macchia, R. Minna, C. Nunziata, P.L. Vigna, L. Pepino, L. Violante. Marco Nozza, del Giorno, con grande generosi t, ha posto a nostra disposizione materiali e conoscenze acquisiti nella sua lunga attivit di giornalista; H. Winterberg, del Goethe Institut di Torino stato di grande aiuto nel reperimento di fonti tedesche. F.F.

Note

1r . C h i a r i n i , p. c o r s i n i , Da Sal a Piazza della Loggia. Blocco dordine, neofascismo, radicalismo di destra a Brescia (1945-1974), Milano, Angeli 1983, p. 13. Nello stesso senso N. t r a n f a g l i a , La crisi italiana e il problema storico del terrorismo, in M . g a l l e n i (a cura di), Rapporto sul terrorismo, Milano, Rizzoli 1981, pp. 500-501. 2 Se ne vede unaccurata rassegna bibliografica in R. Ch i a r i n i , p . c o r s i n i , op. cit.,
p p . 16-17.

* Fra questi: a . d e l b o c a , m . g i o v a n a , I figli del sole". Mezzo secolo di nazifascismo nel mondo, Milano, Feltrinelli 1965; D. b a r b i e r i , Agenda Nera. Trentanni di neofascismo in Italia, Roma, Coines 1976; G. f l a m i n i , Il partito del golpe, Ferrara, Bovolenta (prevista in quattro volumi, che dovrebbero coprire il periodo che va dal 1964 al 1978, lopera attualmente giunta al terzo, che arriva fino al 1974). 4 La penuria di studi italiani tanto pi notevole se si confronta con la ricchezza di materiali stranieri. Su ci: F. f e r r a r e s i , Studi sul radicalismo di destra. I. La destra radicale americana nell'interpretazione neopluralista, Studi di Sociologia, X II, 3-4, die. 1974, pp. 286-323; i d e m , Studi sul radicalismo di destra. II. Conservatorismo e destra radi cale nella Repubblica Federale tedesca, in F. f e r r a r e s i (a cura di), Cultura e ideologia della destra in Italia: primi risultati di ricerca, Milano, Fondazione Feltrinelli 82 ciclostilato; indicazioni bibliografiche ulteriori in i d e m , La cultura politica della destra eversiva, Atti del Convegno su Ricordare e capire. Violenza politica e terrorismo in Italia, Bologna 1983, in corso di stampa. 5 Ad esempio: G. g a l l i , Il difficile governo, Bologna, Il Mulino 1972; p. f a r n e t i , Partiti, stato e mercato: appunti per un'analisi comparata, in L. g r a z i a n o , s . t a r r o w (a cura di), La crisi italiana, Torino, Einaudi 1979, pp. 113-175. 6 p. r o s e n b a u m , Das Movimento Sociale Italiano (MSI). Struktur Programmatile und Ideologie des Neofascbismus in Italien von 1946 bis 1972, Monaco 1974 (Tr. it. Il nuovo fascismo da Sal ad Almirante, storia del MSI, Milano, Feltrinelli 1976). 7G. p a l l o t t a , Il qualunquismo e l avventura di G. Giannini, Milano, Bompiani 1972; s. s e t t a , L Uomo Qualunque 1944-1948, Bari, Laterza 1975. 8 Fra le (rare) eccezioni: G. s a l i e r n o , Autobiografia di un picchiatore fascista, Torino, Einaudi 1976. 9 G. g a l l i , La crisi italiana e la destra intemazionale, Milano, Mondadori 1975; per una discussione delle tesi di Galli cfr. f . f e r r a r e s i , The Contemporary Image of Fascism, relazione al convegno su: The Roots of Fascism, University of Sydney, luglio 1980; i d e m , G li studi italiani, in F. f e r r a r e s i (a cura di), Cultura e ideologia della destra in Italia, cit.

12

NOTE

1 0CHIARINI-CORSINI,

Op. cit.

1 1 Oltre a Galli, in La crisi italiana e la destra internazionale, cit., dedica un capitolo al pensiero evoliano F. j e s i in Cultura di destra, Milano, Garzanti 1979, volume stimolan te ma volutamente a-sistematico ed eterogeneo. 1 2 Le oscillazioni terminologiche che compaiono negli studi su questarea indicano la difficolt di definirla in maniera univoca, che a sua volta rimanda allancora scarso approfondimento concettuale e conoscitivo in materia. Si parla infatti di neofascismo, neonazismo, estremismo, radicalismo di destra, destra radicale, destra eversiva e simili, in maniera spesso intercambiabile e a volte senza precisazioni. (Cfr. R. C h i a r i n i , p . Co r s i n i , op. cit., p. 19.) Si deciso di utilizzare, per questo volume, la dizione destra radi cale (radicalismo di destra), oltre che per omogeneit con luso internazionale (Rechts Radikalismus, Radicai Rig/it), per la sua ampiezza e capacit di comprendere, in via gene rale, le culture di tipo autoritario (antiegualitario), gerarchico, anti- o a-razionalistiche, periodicamente riemerse nel corso di questo secolo, soprattutto in corrispondenza delle crisi delle politiche riformiste. Nello stesso senso G. g a l l i , La crisi italiana, cit. Sul con cetto di neofascismo, in particolare cfr. E. Sa n t a r e l l i , Fascismo e neofascismo, Roma, Editori Riuniti 1974; G. d e l u n a , Neofascismo, in F. l e v i , u . l e v r a , n . t r a n f a g u a (a cura di), Il mondo contemporaneo. Storia dItalia, 2, Firenze, La nuova Italia 1978, p. 779; N. t r a n f a g i .i a , Fascismo, neofascismo e nuova destra: appunti per una definizione sto rica, in a a . v v ., Fascismo oggi: nuova destra e cultura reazionaria negli anni ottanta, Cuneo, Istituto Storico della Resistenza 1983, pp. 33-48. Largomento ripreso e sviluppato nel III capitolo di questo volume. n G. b o c c a , Il terrorismo italiano, 1970-1978, Milano, Rizzoli 1978, p. 51. 1 4 La ricerca finanziata dal contributo di ricerca CT81-82775.09 del Comitato per le Scienze Giuridiche e Politiche del Consiglio Nazionale per le Ricerche.

1. Da Evola a Freda Le dottrine della Destra radicale fino al 1977


di Franco Ferraresi

1. PREMESSA

Uno dei fenomeni che maggiormente colpiscono chi osserva lestre ma destra italiana nel secondo dopoguerra la grande eterogeneit di linee e orientamenti che la caratterizza. Gi nel periodo immediata mente successivo alla caduta del Fascismo i gruppi e le formazioni col locabili in questo spazio politico fanno registrare posizioni che si diffe renziano non per gradazioni o sfumature, ma in termini addirittura contraddittori, su argomenti come la problematica istituzionale, la poli tica estera, la religione e altri. Si hanno cos monarchici e repubblicani, socializzatori e difensori della propriet privata, corporativi e anti corporativi, filoborghesi e antiborghesi ma anche neutralisti, filoatlan tici, antiatlantici, addirittura qualche voce filosovietica'; filoarabi e antiarabi; in seguito, filoisraeliani e antisraeliani. Inoltre: cattolici osser vanti, tradizionalisti anti- o a-cattolici; fra questi, gli ostili alla Chiesa per motivi politici (il tradimento del Fascismo), i neopagani, i mistici orientalisti, i simpatizzanti per lIsIam, e cos via. Sul piano organizza tivo. infine, si configurano almeno tre possibilit: quella di costituire gruppi clandestini veri e propri in funzione antidemocratica, quella di costituire partiti di comodo per mascherare le attivit clandestine, quella di inserire nuclei fascisti nei principali partiti esistenti2. Queste diversificazioni e contraddizioni si producono poi allinter no del Movimento Sociale Italiano, e ad esse si aggiungono i contrasti e i dilemmi specifici di un partito: per esempio, se esso debba essere squadrista-rivoluzionario-antisistema, o legalitario-parlamentare (man ganello o doppiopetto), o le due cose insieme; se debba raccogliere le redit, ideologicamente molto ambigua, del moribondo Uomo Qualun que, o se debba mantenersi puro; in seguito, se debba allearsi con le

14

FRANCO FERRARESI

formazioni monarchiche, o rifiutare ogni contatto con i seguaci della dinastia che aveva proditoriamente rovesciato il Fascismo3 . Con traddizioni, queste, che sono tagliate trasversalmente dal fattore geografico-regionale: il partito nasce con una leadership di formazione pre valentemente settentrionale, composta cio dagli estremisti reduci della Repubblica Sociale Italiana, ma la sua base elettorale si trova pre valentemente al Sud, ignora lesperienza di Sal, e si caratterizza in termini moderati, legittimisti, notabilari, qualunquisti. In seguito, il quadro dei contrasti si arricchir delle inevitabili differenziazioni generazionali, declinate, almeno in una prima fase, soprattutto in termini di partecipazione o non-partecipazione allesperienza del ventennio fa scista. Il panorama qui descritto risulta fortemente variegato per motivi, ovvi, collegabili con le condizioni particolarmente traumatiche del do poguerra italiano, soprattutto per la Destra, erede riconosciuta e di chiarata dei regimi che erano stati drammaticamente rovesciati dopo avere sconvolto il mondo con una delle guerre pi sanguinose della sto ria. Anche in assenza di circostanze cos particolari, tuttavia, si deve sottolineare che del tutto normale, per ogni formazione politica di qualche consistenza, manifestare al proprio intrno un grado pi o me no elevato di eterogeneit, tensioni e antinomie. Affinch una forma zione sopravviva e operi (i.e., non sia paralizzata dalle contrapposizio ni, n frantumata dalle scissioni) per necessario che essa sia in grado di superare i contrasti, o mediante compromessi accettabili agli attori principali, o con laffermazione di una o pi componenti sulle altre (le due linee, naturalmente, non sono in alternativa e tendono anzi a pre sentarsi in qualche misura mescolate). Le dinamiche in parola sono molto evidenti nella storia del MSI: a una fase iniziale, dominata dai reduci della RSI (prima segreteria Almi rante, fino al 1950), e dopo linterludio di De Marsanich, succede il grigio quindicennio della gestione Michelini che, appoggiandosi soprat tutto alla componente notabilare-meridionale, inserisce il partito nel giuoco parlamentare, si allea con i monarchici, e accetta una posizione esplicitamente subalterna nei confronti della D C 4 : la minoranza almirantiana diventa opposizione, turbolenta e perennemente minacciosa di scissioni che per non realizza mai5 , a differenza di altre frange anche consistenti, che escono dal partito, pur mantenendosi sempre in contat to con esso (lOrdine Nuovo di Pino Rauti, nel 1956). Infine, la nuova segreteria Almirante (dal 1969), si propone lobiettivo di tenere insie me manganello e doppiopetto, da un lato recuperando la componente estremista (rientro di Rauti e di parte di Ordine Nuovo; incoraggia mento alla piazza di destra), dallaltro cercando di accreditare unim magine rassicurante del MSI come rispettabile formazione conservatri ce (Destra Nazionale), baluardo del sistema borghese minacciato dalle versione rossa.

1. DA EVOLA A FREDA

15

Tutto questo appartiene allordine del contingente, della prassi ne cessaria a consentire la sopravvivenza e il rafforzamento di unorganiz zazione allinterno di una comunit politica competitiva: quindi le ma novre, i tatticismi, la disponibilit al negoziato e al compromesso sugli obiettivi, le incongruenze fra dottrina e azione, fra teoria e prassi, fra i diversi segmenti di un medesimo universo ideologico-dottrinale6 , che la scienza politica e la sociologia dei partiti, almeno da Michels in poi, hanno ampiamente illustrato. Nelle ali estreme dello schieramento politico per la verit non solo in queste, ma qui in maniera molto pi accentuata che altrove esistono posizioni che non riconoscendosi nelle finalit, nei valori, nel le istituzioni che governano la comunit politica, ne rifiutano anche le regole di fondo e rivendicano una loro radicale modifica7 . Tale rivendi cazione pu assumere forma meramente teorico-dottrinale, ad opera di gruppi o cenacoli che si occupano soprattutto di riflessione culturale e dellelaborazione di universi sistematici di ideologia e Weltanschauung; essa per pu assumere anche la forma di attivit concreta, caratteriz zata dalla visione dei rapporti politici in termini di alternative radicali, dal rifiuto degli obiettivi graduali o parziali, nonch del negoziato e del compromesso con gli altri non ritirandosi neppure di fronte alla violenza. Naturalmente, la distinzione fra i due ambiti (teoria e prassi) tuttaltro che rigida: i collegamenti fra loro, infatti, possono essere molto stretti, giungendo anche al punto di una rigorosa intera zione. In ogni caso, questa larea di cui si occupa il presente volume: senza del tutto ignorare la formazione parlamentare cui nella maggior parte dei casi essi fanno riferimento il MSI, appunto ai gruppi del radicalismo di destra, e al loro universo ideologico e culturale che si rivolge lattenzione di questo studio. Il presente capitolo, di natura introduttiva, ha per oggetto i temi di fondo emersi nel corso dei principali tentativi di razionalizzazione e sistemazione o comunque riflessione approfondita, condotti sulletero geneo universo dellestrema Destra, fino alla met degli anni settanta. Come si accennato, soprattutto nel caso dellestremismo, la distinzio ne fra teoria e prassi, fra elaborazione concettuale e militanza politica, spesso (volutamente) labile: pur tenendo conto di ci, si ritenuto opportuno concentrare lattenzione iniziale prevalentemente sulla pro duzione teorico-dottrinale di fondo, lasciando al capitolo successivo le same delle elaborazioni militanti immediatamente inserite nellazione politica dei gruppi. Si analizzeranno quindi le teorie, le dottrine, i miti proposti e discussi dagli intellettuali e dai centri di diffusione culturale la cui influenza pi durevole, manifesta, riconosciuta nei diversi filo ni del radicalismo di destra fino ai nostri giorni, cio il nucleo EvolaRomualdi-Edizioni di A r8. Essi forniscono, infatti, i principali punti di riferimento entro cui si pu situare buona parte delle ipotesi e delle proposte strategiche degli anni pi recenti.

16

FRANCO FERRARESI

Il periodo che va dalle morti di A. Romualdi e J. Evola (1973-1974) allesplosione del secondo movimento giovanile (1977) stato assun to come data terminale di questa ricognizione introduttiva: dopo il 1977, infatti, nella militanza di destra si introducono nuove problema tiche e modalit di lotta, che saranno affrontate nel capitolo che segue. Si tratta, va subito detto, di una periodizzazione puramente di como do: gli stretti collegamenti personali, ideologici e dottrinali dei militan ti e dei gruppi rendono impossibile ogni cesura nitida.

2 . I CONTI COL FASCISM O

Un primo argomento su cui si confrontano molteplici prese di posi zione interne alla Destra riguarda la valutazione dellesoerienza fasci sta. La centralit della questione in questa sede e in Questo periodo evidente: il Fascismo costituisce lesperienza storico-politico-esistenzia le con cui la stragrande maggioranza degli uomini e dei gruppi di destra si identifica in maniera profonda e appassionata. Si tratta per di una vicenda conclusasi con una dbcle storica senza precedenti, che inoltre ha suscitato la condanna morale pi intensa da parte del mondo civi le (e comunque dei vincitori). Ci si chiede allora che senso abbia, al di l della pura fedelt al passato, dichiararsi fascisti dopo il 1945; ci rende necessario fare i conti con questo passato, interrogandosi su qua le sia stata la vera natura del Fascismo, anche per individuare le cau se della sua sconfitta, a opera degli imbelli sistemi democratici e col lettivisti. Gli esami di coscienza che derivano da questa esigenza hanno sbocchi differenziati, ma trovano un fondamento unitario nella fedelt ideale al passato che li ispira (Noi siamo gli eredi senza benefi cio dinventario) 9 , e le critiche anche pi aspre si collocano allinterno di una logica dove lidentificazione col Fascismo fuori discussione (chi si dissocia un rinnegato), mentre non viene mai varcata la so glia che porterebbe allantifascismo (sinonimo di tutti i mali della socie t contemporanea). Per questi motivi, le valutazioni che emergono sono il risultato di un intreccio sovente inestricabile fra il riflesso di vicende personali in tensamente vissute (e quindi tradotte in appassionate autodifese), loggettiva difficolt di valutare un fenomeno storico complesso e differen ziato nel tempo, in particolare per la frattura intervenuta fra venten nio e RSI (con le ulteriori complessificazioni e lacerazioni che ci de termina sul piano personale), e infine la volont di leggere il passato in modo da orientare in una direzione piuttosto che in unaltra la politica futura della Destra: la difficolt di classificare questa moltitudine di prese di posizione, ricche di sfumature e distinguo, ovvia. Molto grosso modo, e come sempre rischiando leccesso di schematismo, si

1. DA EVOLA A FREDA

17

possono forse delineare tre letture principali del Fascismo da parte della Destra postbellica: il Fascismo come rivoluzione (mancata); il Fa scismo come terza via fra capitalismo e marxismo; il Fascismo come reazione tradizionalista contro il mondo moderno. La prima lettura, diffusa soprattutto in sede immediatamente poli tica, si collega con la mitizzazione della sanguinosa epopea della RSI: il Fascismo del Ventennio caduto perch il Regime non ha tenuto fede alle proprie origini rivoluzionarie, in cui stava la sua natura pi autentica e si lasciato inquinare dal compromesso con gli interessi conservatori e reazionari (Monarchia, Chiesa, alta finanza, burocrazia ecc.), che, soffocando gli intransigenti, rendendo impossibile la se conda andata, andando contro la vera volont di Mussolini (la cui fi gura normalmente indenne dalle critiche)l0, hanno trasformato un movimento rivoluzionario in un regime dordine. La RSI, e in particola re i mitici 18 punti della Carta di Verona, hanno ripreso i motivi delle origini, soprattutto in senso socializzatore intransigente, recupe rando cos lautentica natura popolare e progressista del Fascismo: ma troppo tardi, per la disastrosa situazione bellica, cos che gli spunti an che migliori non hanno avuto possibilit di sviluppo. Le principali dicotomie sottostanti a questa prima lettura (rivolu zione/conservazione; progresso/reazione; marxismo/capitalismo) sono respinte o scavalcate da quanti affermano loriginalit del Fascismo co me terza via. La tesi viene sostenuta da vari punti di vista, di cui quello economico e istituzionale forse il pi noto e diffuso (il sistema corporativo fascista come alternativa fra lindividualismo capitalista e il collettivismo marxista). Pi interessante ai nostri fini la proposta di questa seconda lettura in chiave della dicotomia progresso/tradizio ne: la tesi, ampiamente dibattuta gi nel dopoguerra, viene poi codifi cata negli anni settanta, da Enzo Erra, in un saggio subito acclamato come fondamentale dai diversi settori della Destra radicale1 1 . Erra par te dalla difficolt di collocare in maniera non ambigua il Fascismo sul lasse rivoluzione/reazione, per gli aspetti contrastanti della sua politi ca. Il Fascismo, infatti, fu innanzitutto antimarxista, il che port allal leanza con gli interessi conservatori e reazionari minacciati dal marxi smo: un equivoco che in sede pratica dur fino al 25 luglio 1943 per il Fascismo italiano, e fino al 20 luglio 1944 per il Nazismo (p. 76). Fascismo e conservatorismo, infatti, non sono assimilabili, come stato messo in luce dallo stesso De Felice, alle cui tesi il saggio di Erra vuole costituire una risposta: nel Fascismo presente un elemento rivoluzio nario, la mobilitazione e partecipazione politica delle masse, e, nel caso italiano, lobiettivo di trasformare la societ e gli individui in una dire zione nuova. I regimi conservatori, invece, sono rivolti al passato, ed in particolare escludono rigorosamente le masse dalla politica1 2 . Rivolu zionario, dunque, il Fascismo, cio partecipe del grande moto che ac compagna la societ moderna a partire dalla Rivoluzione francese?

18

FRANCO FERRARESI

Contro di ci sta il fatto che il Fascismo considera proprio la Rivolu zione francese e i principi dell89 come suoi nemici fondamentali1 3 . Se condo Erra, si pu uscire dallapparente antinomia non gi, beninteso, tramite una verifica di corrispondenza fra la retorica del Regime e la sua reale prassi politico-economica M , ma solo riconoscendo che non esi ste una rivoluzione per antonomasia, quella francese, che funga da ter mine di paragone per tutte le altre, come vuole la Sinistra1 5 . Rivoluzio ne la lotta contro chi detiene il potere in un dato momento storico: quando il Fascismo apparve sulla scena della storia, il potere era dete nuto dalla Weltanschauung modernista, impersonata da individualismo liberale, democrazia parlamentare, capitalismo e bolscevismo, accomu nati da una concezione materialista e determinista, secondo cui luomo, privo di autonomia spirituale, governato da ineluttabili fattori econo mici e sociali1 6 . Rispetto a questo atteggiamento di fondo, il contrasto fra marxismo e capitalismo una mera questione interna, una falsa an titesi, quindi in realt un fattore di stabilizzazione. La-vera alternativa quella del Fascismo, che vuole creare un uomo nuovo proprio contro il materialismo e il determinismo postilluminista, affermando la supe riorit dello spirito, dellenergia vitale e creatrice. In questa prospettiva, luomo fascista, antidogmatico per origini e per vocazione, si differenzia per anche dalluomo della tradizione, con la sua obbedienza al dogma e alla verit rivelata, con la sua ade sione a una realt trascendente, con la sua fedelt alle istituzioni che da quella realt riteneva emanate 1 7 . Unitamente alla sfiducia nelle masse, sono questi i motivi per cui, nonostante lindubbia statura dei suoi pensatori, il tradizionalismo non pot mai [...] uscire dallambito di una minoranza vivace ma assai ristretta [...] [caratterizzata da] steri lit, mancanza assoluta della capacit di suscitare emozioni profonde e durevoli, di incidere sulle grandi correnti dellopinione pubblica, ca pacit queste, tutte, che il Fascismo possedeva al massimo grado (pp. 89-90). Malgrado tale distinzione netta, tra fascisti e tradizionalisti sono sempre possibili alleanze e cooperazioni che non sono consentite con i progressisti, nei cui confronti pu esistere solo la contrapposizio ne e lantitesi 1 8 . Cos come: un liberale ed un comunista possono passare la vita a combattersi, ma ap pena spunta allorizzonte un fascista ritrovano di colpo unistintiva e in vincibile solidariet; allo stesso modo un fascista, un nazista, un falangista, sono indubbiamente diversi tra loro, ma avranno sempre la sensazione di appartenere allo stesso mondo ideale rispetto ad un liberale e ad un comu nista. E una linea di confine netta e chiara che segna profondamente il volto del secolo, e che non ha perduto il suo valore per il fatto che lantifa scismo rimasto padrone del campo (p. 98)w . La linea argomentativa di Erra utilizza buona parte dei topoi della Destra radicale: in primo luogo laccentuata sopravvalutazione delle di

1. DA EVOLA A FREDA

19

mensioni spirituali dei fenomeni politici, e la corrispondente, radica le svalutazione della realt storica, soprattutto nei suoi risvolti econo mici2 0 , per cui lalleanza fra Fascismo-Nazismo e interessi conservatori, durata per tutto larco dei regimi, viene sbrigativamente liquidata come un mero equivoco, da relegare in sede pratica; correlativamente i conflitti fra liberalismo e comunismo appaiono fenomeni insignificanti al cospetto dellidentit di fondo dei due sistemi, vista nellaccettazio ne del determinismo storico. Decisiva poi la volont di affermare il carattere rivoluzionario del Fascismo, il che rende necessario definire come rivoluzione,qualunque lotta contro i detentori del potere, e identificare questi ultimi non gi con gruppi politici o costellazioni dinteresse, ma con una Weltanschauung astratta e per di pi impropriamente attribuita ad almeno alcuni dei suoi asseriti portatori.

3. IL FASCISM O VISTO DA DESTRA: JU LIU S EVOLA

I dilemmi in cui si dibatte Erra sono dovuti, in buona parte, alla preoccupazione di salvaguardare la facciata rivoluzionaria del Fasci smo^ nello stesso tempo negandogli un carattere sia progressista che conservatore. Tale preoccupazione del tutto assente dallanalisi in chiave rigorosamente tradizionalista che costituisce il terzo fra i tipi di lettura annunciati. La sua presentazione occuper pi spazio delle pre cedenti, perch chi la propone (Julius Evola) la figura intellettuale di gran lunga pi importante nella Destra radicale contemporanea, e il quadro teorico in cui si svolge la sua riflessione anche quello che struttura il campo problematico nel quale si riconoscono (e si scontra no) sia i settori della Nuova destra, che i gruppi eversivi. La discussio ne evoliana del Fascismo quindi, in realt, unoccasione per introdur re buona parte dei temi che faranno oggetto di analisi nei capitoli che seguono2 1 . II significato positivo fondamentale del Fascismo, secondo Evola, quello di una reazione, originata dalle forze combattentistiche e nazio nali, nei confronti della crisi dello Stato e dellautorit che caratterizza va la situazione post-bellica. Di fronte al crollo dei valori del primo do poguerra, il combattentismo, originariamente sorto nellalveo dei movi menti democratici di impronta risorgimental-quarantottesca, muta di vettore e si orienta verso la Destra, verso lideale dello stato gerarchi co e della nazione militare 2 2 , mettendo in evidenza quello che Evola non esita a definire (e valutare positivamente) come momento controri voluzionario 2 3 . Laffermazione e il rafforzamento dellautorit statale massimo contributo storico del Fascismo secondo Evola si realizzano nei con

20

FRANCO FERRARESI

fronti di alcune entit polari, prima fra tutte la societ, intesa come linsieme di tutti quei valori, quegli interessi e quelle disposizioni che rientrano nel lato fisico e vegetativo di una comunit 2 4 . Come si vede, luniverso concettuale qui affine a quello della classica dicotomia hegelo-marxista brgerliche Gesellschaft politischer Staat; ma la posizione di Evola si colloca, in maniera assolutamente ortodossa, allinterno del pensiero antidemocratico, per la radicale svalutazione che essa compor ta del momento economico identificato con la societ civile come si stema dei bisogni 2 5 . Non a caso proprio a questo proposito Evola ri chiama la prospettiva di Spengler, che considera la fase in cui lecono mia diviene sovrana come caratteristica del periodo di decadenza di un ciclo di civilt2 6 . Per Evola, nella migliare delle ipotesi, leconomia ap partiene allordine dei mezzi, mentre il governo dei fini ultimi va rigo rosamente riservato alla politica; nella peggiore, che si verifica nella so ciet contemporanea, il primato delleconomia realizza una vera e pro pria allucinazione o demonia 2 7 di cui lodierno consumismo le spressione pi visibile e degradante. Il tentativo fascista di realizzare l 'autarchia, deve allora essere visto anche come una sfida alla concezio ne delleconomia come il nostro destino, e in quanto tale va giudica to positivamente, cos come positivo deve essere il giudizio sul modello economico-istituzionale proposto dal Fascismo, quello corporativo a condizione che esso non implichi un tentativo di scalata delleconomia alla politica2 8 . Aberrante invece una formula come stato del lavo ro, qua e l comparsa nel Fascismo, e conclamata nella costituzione repubblicana2 9 ; ancora pi deprecabile quella, gentiliana, di umanesi mo del lavoro, entrambe riferibili alle scorie, alle parti non essenziali e non valide del fascismo 5 0 . Applicando queste categorie, Evola non esita a definire demagogico uno dei mostri sacri del neofascismo, il Ma nifesto di Verona, nelle sue componenti socializzatrici: laspetto da sal vare della RSI invece lo spirito combattentistico e legionario, uno dei miti del pensiero evoliano 3 1 . Lopposto della societ civile, la sfera politica, si definisce con va lori gerarchici, eroici e ideali, antiedonistici e, in una certa misura, an che antieudemonistici, che la staccano dallordine dellesistenza natura listica e vegetativa e la spingono verso la trascendenza3 2 . Qui entra in questione il contenuto eroico o militare, di servizio come onore e lealismo in senso superiore, che con riferimento allo Stato pu acqui stare lesistenza3 . Il Fascismo, secondo Evola, si sforz di mantenere unalta tensione ideale, in omaggio a una concezione antiborghese, combattiva della vita (vivere pericolosamente): il carattere esteriore e forzato di varie iniziative assunte a questo fine non deve far trascu rare che esse cercavano di rispondere a una esigenza fondamentale del lanimo umano: quellimpulso alla autotrascendenza che le fisime di razionalizzazione possono reprimere o screditare, non estirpare. In questordine di fenomeni assume importanza fondamentale il mi

1. DA E VOLA A FREDA

21

to, nel senso positivo di forza galvanizzatrice, superiore idea anima trice e formatrice, capace di fare dello Stato qualcosa pi di una me ra struttura della pubblica amministrazione 3 4 . Del contrasto inconci liabile fra mythos e logos come strumenti alternativi per organizzare la conoscenza, si parla altrove in questo volume. Qui basta accennare che, secondo il pensiero tradizionale, come i valori supremi dellessere giustizia, imperium, auctoritas ecc. si sottraggono al divenire storico, cosi la loro conoscenza si sottrae allo strumento fondamentale della mentalit storicistico-empirica (e rivoluzionaria), cio la ragione : a questa si contrappongono lintuito dellineffabile [...] la potenza noumenica del simbolo, la metafora, il mito*. Nel caso del Fascismo ita liano, com noto, il mito principale fu quello della romanit, che nel sistema di Evola assume il ruolo di decisiva idea-forza almeno a partire dal primo testo politico, Imperialismo palino, del 1928,7. La Roma di Evola quella, arcaica, dei patres, che appartiene a un itinerario stori co-mitico dove i precedenti immediati sono le migrazioni achee-doriche conclusesi in Grecia con lo stato spartano, ed esprime un mondo eroico-sacrale, avente in proprio un ethos severo, lamore per la di sciplina e per una tenuta virile e dominatrice dellanima, mondo che assai poco si continu nella successiva civilt detta classica, dalla quale a sua volta si vuole derivare la latinit e lunit dei popoli di civilt latina,s, mentre latinit un peggiorativo, sinonimo di individualismo, indi sciplina, pressappochismo piccolo-borghese, rifiuto dei valori della fe delt e dellonore, furbizia, etica del mandolino. In questa prospettiva, il sistema moderno che meglio si avvicina agli antichi quello prussia no, fondato su qualit come ordine, tenuta militare, disciplina, amore per lautorit e seriet: da cui la ripetuta affermazione di una continui t ideale Sparta-Roma-Prussia. Lo sforzo del Fascismo di realizzare un nuovo tipo ditaliano, disciplinato, virile, combattivo 3 9 equivale a dargli, in certa misura, unimpronta prussiana 4 0 : sar tale intrinseca affinit a costituire il vero fondamento dellAsse Roma-Berlino, al di l delle esigenze diplomatiche contingenti. In generale, tuttavia, Evola riconosce che un vero approfondimento del simbolo romano manc nellItalia fascista, mentre nelle realizzazioni esteriori furono presenti anche aspetti francamente parodistici. Ci fu dovuto in parte alla so stanza del popolo italiano, in parte al grande abisso di secoli, ma pi ancora di cultura, che separava lItalia del Ventennio dalla Roma anti ca. Indubbiamente superiore fu la capacit mitopoietica del Terzo Reich anche e proprio perch esso pot avvantaggiarsi di quella conti nuit con i miti germanici che mancava al Fascismo rispetto ai miti del la romanit4 1 . Da quanto precede dovrebbe risultare ovvio che il fon damento ultimo del vero Stato non pu essere che religioso-trascenden te. Nel caso del Fascismo, malgrado Mussolini rivendicasse ripetuta

22

FRANCO FERRARESI

mente tale valore, questa strada non fu veramente percorsa dal Regi me, in buona parte a causa dellimpedimento costituito dal Cattoli cesimo 4 2 . In linea di massima, tuttavia, lopposizione tra ordine politico e or dine sociale ebbe sufficiente risalto nella dottrina fascista. Non altret tanto si pu dire di unaltra entit polare, quella di nazione-popolo. Qui le formulazioni della dottrina (che in questo come in altri settori Evola identifica con le parole di Mussolini) furono corrette 4 \ed espri mevano lidea classica di un rapporto dinamico e creativo fra forma e materia. Popolo, nazione in senso generico, naturalistico e anche romantico, sono solo la materia, [...] lo Stato la forma 4 4 . Esse per furono contraddette dalla prassi, dove prevalse un nazionalismo facente appello ai semplici sentimenti di patria e di popolo 4 5 . Anche su questo punto la posizione di Evola rigorosamente tradizionalista: il nazionalismo, gi fattualmente anacronistico in unepoca di grandi blocchi sopranazionali, da respingere soprattutto in via di principio. La coppia nazione-popolo, nella sua formulazione moderna, figlia dei movimenti rivoluzionari legati ai principi dell89, e come tale irrime diabilmente inquinata in senso naturalistico-collettivista (gli enfants de la patrie). Anche risalendo pi indietro nel tempo le forze nazio nali sono state portatrici di effetti disgregatori: fu lemergere degli stati nazionali monarchici a causare la dissoluzione della civilt impe riale e feudale del medioevo europeo, rappresentata da quellimpero Ghibellino in cui, secondo Evola, si incarna, per lultima volta nella storia, lidea classica di imperiumA b . II recupero del medioevo ghibelli no, e in particolare del Sacro Romano Impero come fusione di elementi romani e germanici, viene da Evola affermato in polemica con la storio grafia patriottarda, di ispirazione liberal-massonico-guelfa, che ha co struito una storia patria dove si attribuisce carattere nazionale italia no agli aspetti pi problematici della nostra storia a partire dalla rivolta antimperiale dei comuni guelfi, per giungere al Rinascimento e poi al Risorgimento (di cui, non a caso, liberazione e partigianesimo si considerano la continuazione in quanto secondo Risorgimento) 4 7 . Ancora pi drastico il pensiero di Evola riguardo al concetto di po polo: di razza, ed ha una razza solo una lite, mentre il popolo non che popolo, massa 4 8 . (Si osservi, di passaggio, come questa cop pia di negazioni sia esattamente agli antipodi rispetto al privilegiamento della dimensione nazional-popolare teorizzato da Gramsci.) Anche su questo tema, Evola esprime in maniera rigorosa lortodossia del pen siero reazionario, i cui topoi principali in materia sono sintetizzati con grande efficacia da N. Bobbio: Ci che la democrazia chiama pomposamente popolo, il soggetto storico cui attribuisce la corona della sovranit (che un tempo spettava soltanto allunto del Signore), in realt la plebe di tutti i tempi, che sempre

I DA EVOLA A FREDA

23

stata e sempre avrebbe dovuto restare al di fuori del recinto della storia. [...] E la plebe ha rovinato tutto con la sua volgarit, con il suo istinto per le cose basse, per i piaceri inferiori. E qualche volta ha anche la sfrontatez za, quando i suoi bisogni, anzi le sue brame non sono soddisfatte, di ribellarsi (e allora si chiama pi propriamente canaille). [...] ottenuto il proprio trionfo, la plebe pretende di essere popolo, e invece soltanto massa: la massa grigia, inerte, scialba, mediocre, rozza, di tutti i teori ci della crisi, da Ortega a Spengler4 9 . Per Evola lo Stato sta sotto segno maschile, la societ, e per estensione il popolo, il demos, sta sotto il segno femminile. [...] Poi la linea si spezza, e la decadenza della idea di Stato, [...] si conclude con linversione, per via della quale il mondo del demos, delle masse mate rializzate, emerse a scalare la sfera politica. Il momento decisivo quello delle rivoluzioni del Terzo Stato tramite cui il concetto astratto della libert trasforma in atomo la persona concreta, sciogliendola da ogni nesso organico: ne risulta inevitabilmente lemergere della massa, il puro regno della quantit5 0 : lavvento del Quarto Stato porter la degradazione allultimo stadio. _ In base a questi principi vengono condannati non solo (ovviamen te), i sistemi democratici, ma anche tutto quanto nei regimi di ieri, appare come concessione a spinte provenienti dal basso, a cominciare dal ducismo mussoliniano in cui si deve cogliere uninclinazione se non demagogica almeno alquanto democratica [e quindi deteriore] ad andare verso il popolo, a non disdegnare il plauso della piazza 5 1 . Queste tendenze, nel Fascismo italiano, furono, in qualche misura, te nute sotto controllo dal riferimento alla dottrina romana dello Stato come realt trascendente lelemento naturalistico. Diverso il caso del Nazismo5 2 dove laccento era sul popolo-razza (la Volksgemeinschaft), in corrispondenza con la concezione hitleriana del rapporto capo-masse (Fuhrerprinzip), che condusse alla realizzazione di una dittatura populi stica, consolidata mediante Io strumento del partito unico, ed il mito del Volk 5 . Portando sul piano delle masse le antiche tradizioni germa niche, il concetto di Reich e quello di razza, Hitler le distorse e degra d, ma ne fece anche strumenti di grande potenza: ci nonostante, nel laristocratico Evola, le deformazioni plebee del Nazismo suscitano so lo la pi gelida disapprovazione5 4 . Il disprezzo per il popolo e le masse rientra in un orientamento pi vasto, che, come meglio si vedr nei capitoli III e V di questo volume, il vero nucleo della critica reazionaria alla democrazia, lantiegualtarismo5 5 : T immortale principio delleguaglianza puro non senso 5 6 . Primo compito del vero Stato sar dunque leliminare le istituzioni che derivano da questo non senso, e innanzitutto laberrante sistema del suffragio universale indiscriminato, ormai includente lo stesso sesso femminile. Quelli che per autori come Erra sono aspetti positivi del

24

FRANCO FERRARESI

Fascismo qui vengono drasticamente rifiutati: la formula politicizzare le masse deve essere respinta. La gran parte di una nazione sana e or dinata non deve occuparsi di politica . Sorte analoga spetter al par lamento, ai partiti, ai sindacati (massimo strumento di tutte le ever sioni dei tempi ultimi) 5 8 , e in genere agli organismi di rappresentanza democratica. Dove la politica fascista si mossa in questa direzione, essa riceve lapprovazione di Evola, che critica invece i fenomeni di timidezza, come una certa tolleranza verso i sindacati qui molto pi lodevole essendo stata la politica nazista, che li elimin senza re sidui. Gli organismi rappresentativi democratici esprimono una visione della societ individualistica, non solidaristica, meccanicistica, non organica, quantitativa [...] materialistica [...] atomistica e atomizzante, non comunitaria 5 9 cui Evola contrappone con grande forza e insi stenza una concezione organicistica e gerarchica dello Stato: appena il caso di osservare che anche questo un cardine del pensiero reaziona rio6 0 . Lo Stato che si ispira a questa concezione sar dunque organico e gerarchico, ma non, e anche sul punto Evola insiste a lungo, totalita rio. Il primo infatti differenziato e articolato, ammette zone di par ziale autonomia, riconosce la libert delle forze che oordina e fa parte cipare a una superiore unit; detiene un potere assoluto che fa valere in caso di necessit o nelle decisioni ultime, al di l del feticismo per il cosiddetto Stato di diritto, ma non si intromette dovunque, non si sostituisce a tutto, non tende a un irregimentamento da caserma6 1 ; queste ultime sono le deformazioni dello stato totalitario, che il fasci smo non riusc interamente a evitare, come pure non evit la degenera zione della gerarchia in gerarchismo. Nello stato organico e gerarchico, la rappresentanza sar espressa in maniera differenziata, per corpi (corporativismo)-, alla logica del numero e al libero giuoco delle parti sar sostituita unordinata rappresentazione delle diverse istanze, che non pretenderanno di farsi giustizia da s, meno che mai per via conflittuale (la lotta di classe, naturalmente, inconcepibile in un sistema del genere): sar compito della legittima, superiore autorit dello Stato comporre e ridurre a unit gli interessi diversi. E inevitabile a questo punto porre il problema della natura di tale superiore autorit. Dopo qualche oscillazione nel periodo immedia tamente postbellico6 2 , la posizione di Evola del tutto rigorosa (e deve esser risultata piuttosto ostica agli ambienti del reducismo di Sal): una vera Destra senza la Monarchia risulta priva del suo naturale cen tro di gravitazione e cristallizzazione 6 3 . Il Fascismo del ventennio Stato monarchico, realizzando una diarchia Sovrano-Duce che conta numerosi precedenti nel mondo tradizionale: la proclamazione della Repubblica nel settembre 1943 da parte di Mussolini (e per giunta una repubblica che si dichiarava sociale!), fu quindi una decisione aber rante, paragonabile alle regressioni involutive che nel singolo spesso

1. DA EVOLA A FREDA

25

si verificano in seguito a traumi psichici; il risentimento di Mussolini per il comportamento del Re, comprensibile sul piano umano, e forse legittimo, non avrebbe mai dovuto coinvolgere il principio monar chico 6 4 . Coerentemente col rifiuto delle forme di rappresentanza particola ristica, Evola esprime una critica decisa anche su un altro aspetto della prassi fascista, listituzione del partito unico, vera e propria contraddi zione in termini ai limiti dellassurdit6 3 . A quello di partito Evola con trappone un altro concetto, fondamentale nel suo sistema (e, come si vedr, nellideologia dei gruppi della Destra radicale), il concetto di Or dine, contrapposto anche alla nozione naturalistica di Patria. LOrdine la (mistica) unione di uomini superiori (unlite, una specie di guar dia armata dello Stato), accomunati dalla fedelt a dei principi, testi moni di una superiore autorit e legittimit, procedenti dall Idea: nel lidea va riconosciuta la nostra vera patria 6 6 . Prototipi di questo mo dello sono gli antichi ordini cavallereschi, mentre nei tempi recenti esso si incarnato in formazioni come la Falange di Jos Antonio, la Legio ne dellArcangelo Michele (Guardia di Ferro), di C. Codreanu, e so prattutto nelle SS naziste, cui Evola dedica lunghe pagine dense di am mirazione. Delle SS vengono esaltati, oltre al potenziale di controbilan ciamento degli aspetti pi plebei del nazismo, il recupero di antichi mo delli prussiani (il loro fondatore e leader, H. Himmler, si era ispirato allOrdine Teutonico, cellula primigenia del prussianesimo), lo spirito spartano, la rigorosa disciplina, il senso della fedelt e dellonore, lin trepidezza fisica, letica di una spersonalizzazione portata talvolta fin quasi allinumano 6 7 . Questa etica, che, secondo Evola, le SS mutuaro no dallOrdine gesuita, altro modello di Himmler, un punto chiave del pensiero evoliano, nel quale confluiscono influenze orientali (il te ma dellazione senza interesse, 1 agire senza agire del Bhagavadjita, per esempio), la concezione islamica della guerra santa, la mistica guerriera e la via eroica della mitologia ariana6 8 , oltre ad altri ele menti ancora: si tratta di un passaggio assolutamente centrale nella cul tura politica della Destra radicale contemporanea, e si avr pi volte occasione di riprenderlo in seguito6 9 . In generale Evola applica al Nazismo il medesimo canone storiogra fico utilizzato per il Fascismo, secondo cui sono da approvare gli aspet ti del regime in armonia con la Tradizione, da condannare quelli che se ne discostano. Ma mentre in Italia, quando si afferm il Fascismo, era ormai scomparso ogni resto di una precedente civilt ordinata ge rarchicamente, in Germania certe forme di regime tradizionale aveva no ancora peso rilevante a livello politico e sociale: ci vale non solo per la tradizione prussiana, come elemento formatore di base, ma an che per la capacit dellaristocrazia in quanto classe politica di conser vare posizioni di alta responsabilit negli affari civili, militari, diploma tici dello Stato. Soprattutto, si era manifestato in Germania quel movi

26

FRANCO FERRARESI

mento di pensiero, di origine immediatamente postbellica, che va sotto il nome di konservative Revolution7 0 le cui posizioni Evola assume so stanzialmente come proprie, avendo anche partecipato ad alcune sue iniziative7 1 . In particolare, Evola condivide latteggiamento di quei settori della konservative Revolution che avevano collaborato col Nazismo, pur man tenendosi distaccati dagli aspetti populisti, plebei e fanatici del regi me hitleriano. I successi inattesi del Fiihrer resero impossibile il mani festare immediatamente riserve nei suoi confronti: si trattava piuttosto di mantenere le posizioni, preparandosi ad agire in futuro partendo dalla base provvisoria e imperfetta rappresentata dal III Reich, nella misura in cui questo aveva svolto certi compiti preliminari, eliminando comunismo, socialismo, democrazia, e aveva anche cercato di recupera re certi principi della tradizione prussiana. (E appena il caso di osser vare che questa valutazione del rapporto fra Fascismo e Nazismo, da un lato, e tradizione, dallaltro, diametralmente opposta a quella di un Erra.) Prevedibilmente, la figura del Nazismo che riceve le critiche pi se vere quella dello stesso Hitler, non solo per la sua volgarit di dema gogo, ma anche per quella mancanza di senso del limite, il fanatismo, leffettiva megalomania, le quali lo condussero ad attirarsi addosso tut te insieme le forze che, aspettando eventualmente congiunture pi propizie, avrebbero potuto essere attaccate isolatamente. Come si vede, si tratta pi che altro di riserve di metodo, mentre sugli obiettivi di fondo della politica hitleriana laccordo completo. Infatti, dopo la difesa dufficio del comportamento bellico nazista, con dotta con gli argomenti consueti (tutte le rivoluzioni o guerre hanno avuto i loro Iati dombra, e non onesto criminalizzare solo il Terzo Reich), Evola afferma recisamente che nessun prezzo sarebbe stato troppo alto qualora, a seguito di una guerra per prodigio vittoriosa, si fosse ottenuto di spezzare la spina dorsale alla Russia sovietica, in tal modo provocando la crisi dello stesso comunismo (ed evitando gli orro ri della comunistizzazione doltrecortina, e la guerra fredda); di umi liare gli Stati Uniti dAmerica, estromettendoli dalla politica europea, oggi alla loro merc; di menomare la potenza britannica, ma certo in misura ben minore di quanto sia accaduto allInghilterra vittoriosa; di prevenire la comunistizzazione della Cina, linsurrezione dei popoli di colore e la fine dellegemonia europea nel mondo7 2 .

I. DA EVOLA A FREDA

27

4.

GLI O RIENTAM ENTI PER L AZIONE: DAGLI U O M IN I IN PIE D I FRA LE ROVINE A LL APOLITIA

Il quadro sinora delineato contiene, anche se in maniera estremamente schematica, buona parte dei principali elementi della teoria poli tica evoliana. Quali indicazioni operative se ne possono trarre? Malgra do il tono generalmente distaccato e disdegnoso, e il livello metapoli tico a cui si colloca il suo argomentare, Evola, nei primi anni del se condo dopoguerra ritiene ancora possibile fornire indicazioni concrete per lazione. Del 1949 lopuscolo Orientamenti, dedicato a quei gruppi giovani li (come la rivista Imperium di Erra-Rauti e le formazioni a essa col legate) 7 3 che non si erano lasciati trascinare nel crollo generale 7 4 . Per costoro Orientamenti doveva fornire una sorta di catalogo essenziale delle posizioni da difendere, additate sinteticamente nella frase con cui si conclude il penultimo paragrafo dellopuscolo: Idea, Ordine, li te, uomini dellOrdine in tali termini siano mantenute le linee, fin ch sia possibile (p. 24). Particolare rilievo assumono qui i concetti di uomo differenziato c spirito legionario, che diventeranno riferimenti assolutamente fondamentali nell'ideologia della Destra radicale il se condo in particolare per i gruppi dello spontaneismo armato dei tardi anni settanta di cui si parler nel prossimo capitolo7 5 . Nel 1953 viene pubblicato G li uomini e le rovine1 6 , lultimo tenta tivo di promuovere la formazione di un raggruppamento della vera de stra 7 7 . Il saggio, collegato con lemergere di una tendenza particola re in seno al MSI. ebbe, significativamente, una prefazione di Junio Valerio Borghese7 8 , e si poneva lobiettivo di formulare i principi, i va lori e le linee fondamentali di una dottrina dello Stato adeguata a que sto schieramento. I temi sono quelli ormai noti: controrivoluzione, af fermazione del carattere trascendente della politica e dello Stato nei confronti della societ e delleconomia, natura organica del vero Stato, necessit di una concezione antiborghese, eroica, guerriera della vita; in particolare, nelle presenti condizioni, necessit di uomini capaci di stare in piedi in mezzo alle rovine, e di costituire unlite, un Ordine a ranghi serrati, in grado di arginare lo sfacelo. A ci corrispondeva un articolato disegno operativo: individuato nel MSI il principale raggruppamento di quanti non avevano rinnega to il passato e rifiutavano la democrazia, se ne riconosceva per il ca rattere composito ed eterogeneo; da ci lesigenza di enuclearne una corrente di destra precisa, poi di unirvi forze esterne di orientamento analogo. Tutto questo, non nei termini di un partito politico, ma di auadri potenziali per un Ordine Nuovo. Il partito, semmai, poteva servire come forza di manovra nel periodo transitorio della democrazia parlamentare, ma senza pretendere una vera autonomia il ruolo che, notoriamente, il partito comunista attribuisce a se stesso. Il secondo

28

FRANCO FERRARESI

compito era quello di organizzare anche qui, come fa il comuniSmo delle forze capaci dintervenire durgenza, essendo evidente che in casi del genere le forze tenute assieme a colpi di suffragio universale (incluse donne, borghesi, parrocchiani ecc.) si scioglierebbero come ne ve al sole, e che solo le forze armate e organizzate del comuniSmo e del social-comunismo sarebbero efficaci e pericolose. Dunque, da un lato la formazione di una lite della Destra, dallaltra, come controparte, questi quadri potenziali per lazione: e il partito, semplicemente, a fini tattici e contingenti 8 0 . Va sottolineato che lipotesi di utilizzare il movimento nazionale in funzione antisovversiva di difesa dello Stato una costante del pen siero evoliano. Partendo dalla costatazione che, dopo lavvento della societ industriale, lo Stato ormai ostaggio delle organizzazioni sinda cali e in genere delle masse organizzate, che con scioperi e sabotaggi possono bloccare tutto lorganismo nazionale, e nei cui confronti le for ze di polizia e lo stesso esercito potrebbero dimostrarsi irladeguati, da to il punto in cui in Italia giunta la cancrena comunista, Evola af ferma energicamente lopportunit che il movimento nazionale crei gradatamente una rete capillare intesa a fornire prontamente elementi dimpiego per fronteggiare dovunque [...] lemergenza, avendo come fine anzitutto e prima di tutto la difesa contro la piazza dello Stato e dellautorit dello Stato (perfino quando esso uno Stato vuoto), e non la loro negazione8 1 . Principale punto di riferimento interno allo Stato devono essere i cosiddetti corpi sani (paracadutisti, polizia, ca rabinieri) ai quali rivolta la simpatia di Evola8 2 . Va inoltre rilevato che lindividuazione del comuniSmo come nemi co immediato porta Evola ad assumere, suo malgrado, una posizione in qualche misura filoccidentale: suo malgrado, perch, in una prospettiva di storia universale, non c dubbio che comuniSmo, socialismo, demo crazia sono semplicemente stadi di una medesima malattia, prodotta dalla Rivoluzione francese, cos che il pretendere di combattere luno con gli strumenti dellaltro mera illusione. Oriente rosso e occi dente democratico (identificato con gli USA) sono due branche di una stessa tenaglia, che si sta stringendo intorno allEuropa, cos che, in sede di idee, la loro antitesi appare irrilevante, come tragicamente ir rilevante sarebbe anche un conflitto armato tra i due blocchi. Nellim mediato, tuttavia, sussiste la scelta del male minore, perch la vittoria militare delloriente implicherebbe la distruzione fisica immediata de gli ultimi esponenti della resistenza 8J. LEuropa pertanto, da quel sog getto della grande politica mondiale che era, ne divenuta oggetto, e deve accettare alla fine la tutela americana e atlantica ad evitare il peggio, ossia il completo asservimento al comuniSmo 8 4 . Lipotesi strategica del 1953 ben presto si rivela inconsistente: le possibilit che sembrava si delineassero non hanno avuto sviluppo alcu

1. DA EVOLA A FREDA

29

no, e il processo di franamento politico e morale dellItalia continua to 8 5 . La Destra ufficiale (MSI), con la segreteria Michelini, sprofonda nella palude del piccolo cabotaggio parlamentaristico senza respiro, mentre nel complesso della societ italiana, compiutasi ormai la rico struzione, si affermano sempre pi i valori economici e materialisti, che col boom avrebbero dato luogo al trionfo del consumismo pi volgare. Di fronte a questa situazione il cruccio sdegnoso di Evola si accentua, e cade ogni speranza residua di trovare in questa societ qualche cosa che meriti e possa esser salvato. Il testo del 1961, Cavalcare la tigre, corrisponde a tale bilancio drammaticamente negativo, proiettato in dimensione storica universa le. Noi stiamo vivendo la fine di un ciclo, il Kali Juga della tradizione orientale. La crisi della societ contemporanea definitiva e irrimedia bile: essa riguarda per la societ borghese, quella del Terzo Stato, non la societ vera, quella tradizionale. Chi, idealmente, appartiene a questultima, deve trarne conseguenze rigorose. Se nello scritto del 1953, almeno secondo linterpretazione dei di scepoli, cera ancora la speranza di arginare la sovversione recuperando quel che di buono si pu trovare nella societ del Terzo Stato, raffor zandolo e cercando poi di orientarlo in direzione tradizionale8 6 , qui Evola afferma linanit assoluta di ogni sforzo teso a puntellare i resi dui del passato: non esiste pi nulla nel mondo politico o sociale che meriti un impegno profondo o una devozione totale8 7 . Alluomo in pie di fra le rovine, che in qualche misura era ancora di questo mondo, si sostituisce luomo dell'apolitia, che da questo mondo proclama un di stacco totale, unestraneit assoluta, pur continuando a vivere in esso. Il volume infatti dedicato a coloro che non possono o non vogliono distaccarsi dal mondo attuale, a coloro che sono pronti ad affrontarlo e a vivervi anche nelle forme pi parossistiche, senza tuttavia cedere interiormente e mantenendovi la propria personalit differenziata 8 8 . Per costoro la soluzione va cercata nellabbandono di ogni scopo positi vo esteriore, e nella concentrazione sul problema puramente individua le ed interiore di far s che ci su cui io non posso nulla, nulla possa su di me 8 9 : cavalcando la tigre, alla fine se ne pu avere ragione. Si tratta di affermare, nel quotidiano, unimpassibilit orientata verso la trascendenza, e di consentire che gli effetti si producano naturalmente, aspettando il momento in cui, essendo saltato ci che faceva ostruzio ne, la carica accumulata agir irresistibilmente 9 0 . Il filone del reali smo tragico e dellamor fati, tipico della konservative Revolution, si in treccia qui con i temi dellimpassibilit, del non agire, e dellagire-senza-agire, di origine orientale, il cui intreccio viene discusso in maniera pi analitica nel quarto capitolo di questo volume. Non a caso il testo contiene alcune indicazioni di tipo iniziatico, formulate peraltro con grande cautela, perch anche il tipo duomo cui Evola si rivolge solo in casi eccezionali in grado di accoglierle9 1 . Dalla konservative Revolu

30

FRANCO FERRARESI

tion deriva anche un altro modello di attore presente nelle opere tarde di Evola, nelle parti rivolte contro la contestazione totale e i suoi rappresentanti, come i beati. A questi viene contrapposto Vanarchico di destra, che si differenzia dagli altri perch la sua negazione non fine a se stessa, ma tesa ad affermare valori estranei allorti'ne esistente, e respinge il mondo borghese in nome di un superiore concetto di li bert 9 2 .

5.

l id e a

d e u r o p a

: a . rom ualdi

soprattutto a questo complesso di ODere e di orientamenti che si richiamano i diversi filoni del radicalismo di destra contemporaneo. Individuare con precisione quale nucleo ideologico-dqitrinale abbia maggiormente influenzato questo o quel filone, e in quale momento, naturalmente difficile, data la natura fluida e magmatica dellambien te e la conseguente impossibilit di operare schematizzazioni rigide e precise imputazioni dottrinali. In linea di massima, tuttavia (anche sulla scorta di esegesi condotte da autori interni alla Destra) si pu affermare che lo scritto evoliano del 1953 e lipotesi strategica in esso contenuta influenz largamente i quadri della tendenza dura del Movimento Sociale Italiano [...] ma favor soprattutto la nascita, dopo il maggio 1968, di una nuova De stra radicale e coerente 9 3 . In questo testo, come si ricorder, gli Stati Uniti vengono indicati come il male strategicamente minore rispetto allURSS, e da esso alcuni trassero lidea di una possibile infiltrazione politica nei cosiddetti corpi sani dello Stato, per creare uninversione di tendenza in senso antidemocratico 9 4 . Ne consegu lavvicinamento del MSI agli ambienti pi visceralmente anticomunisti della DC, del lesercito, della polizia e dei carabinieri, che fece del partito di destra il portaborse a volte addirittura ufficiale della DC fino al luglio I9609 . A un livello concettuale e strategico che va oltre la tattica di partito si muove la riflessione di Adriano Romualdi, impegnato a tradurre in chiave politico-strategica la prospettiva evoliana, soprattutto per quan to riguarda la scelta di campo internazionale: Se per noi non esiste un mito dellOccidente libert, c tuttavia lOccidente blocco, un fron te comune europeo e americano in grado di impedire lassorbimento della piccola Europa nello smisurato Lebensraum sovietico 9 6 . Il problema dellEuropa infatti al centro della riflessione di que sto autore, riferimento centrale della Destra radicale italiana9 7 . Suo punto di partenza la crisi del nazionalismo, fenomeno sul quale il giu dizio del discepolo si discosta da quello, incondizionatamente negativo, del maestro. Per Romualdi il nazionalismo ottocentesco, prodotto del Romanticismo antilluminista, va giudicato positivamente, per il ruolo

1. DA E VOLA A FREDA

31

conservatore e antirivoluzionario da esso svolto: nel clima gi opaco del parlamentarismo, la borghesia e le classi colte, tramite la nazione, affer mano la loro adesione ai valori del passato9 8 . Ma il nazionalismo conce piva tutta la storia in funzione appunto della nazione, e considerava nemico potenziale ogni popolo confinante. Da ci, per esso, un duplice rischio: di non essere in grado di resistere allavvento dei blocchi sovrannazionali, e di orientare le grandi energie suscitate allinterno dei singoli paesi nella direzione di guerre civili europee. Il Fascismo fu un tentativo di istituzionalizzare il nazionalismo, per resistere alle due internazionali ormai affermate, il comunismo e lamericanismo. Acco munati da questa esigenza, i movimenti fascisti non a caso simpatizza rono e costituirono, intorno a Italia e Germania, una sorta di interna zionale dei nazionalismi. Apparentemente contraddittoria e di diffici le realizzazione, questa formula era anche lunica a offrire ai nazionali smi una chance di superare le loro contraddizioni e costruire un Nuovo Ordine europeo. E questo un caposaldo irrinunciabile per la Destra radicale: di fron te allimmenso patrimonio di materie prime posseduto da USA e URSS, nessuna autonomia sarebbe stata possibile allEuropa se il suo ferro, petrolio, acciaio, non fossero stati raccolti nelle stesse mani. Lintuizione fondamentale di Hitler fu proprio questa: di pensare per grandi soazi. in unepoca in cui il nazionalismo ragionava ancora per province". Gi in Mein Kampf Hitler aveva scritto che fare la guerra per restituire alla Germania i confini del 1914 sarebbe stato criminale e proprio in ci si manifesta, secondo Romualdi, il genio politico del Fiihrer: anche su questo punto, come si vede, il giudizio di Romualdi si differenzia da quello di Evola, favorevole a una politica graduali sta da parte della Germania 1 0 . Le due posizioni per si ricompongono nella visione geopolitica di fondo: un Nuovo Ordine europeo, domina to dalla Germania1 0 1 . AllEuropa del Nuovo Ordine si contrappone oggi lesangue carica tura agitata a Bruxelles. Non sorprende allora che la bandiera dellEu ropa sia rimasta nelle mani degli ex-nazionalisti, coloro che lavevano impugnata durante la seconda guerra mondiale1 0 2 : la cruda verit che non pu esservi unEuropa unita senza che in qualche modo risorga un fascismo 1 0 5 . Gi il Nazismo aveva dimostrato la propria capacit a dar luogo a unEuropa veramente al di sopra dei nazionalismi: lEuropa dei volontari francesi e scandinavi accorsi a difender Berlino. E quella delle SS danesi, olandesi, belghe, che preferirono lannientamento alla resa nella tragica sacca di Kassum 1 0 \Compare qui un altro dei grandi miti del radicalismo di destra, le Waffen SS, vere e proprie brigate in ternazionali, protagoniste in campo aperto della lotta per la civil t fra lOrdine Nuovo di Mussolini e Hitler e il mondo materialista di Stalin 1 0 5 : nella presenza, al loro interno, non solo di fiamminghi,

32

FRANCO FERRARESI

ma anche di baltici, di francesi, di slavi, sta la dimostrazione dellaper tura hitleriana ad altri popoli e razze1 0 6 . E dunque alla Destra, spogliati i panni delloleografia patriottarda, che spetta di assumere un ruolo di punta nella liberazione dEuropa, tramite la rinascita di una vera coscienza politica europea 7 , per impe dire che, sprofondando in un benessere sempre pi fradicio, essa cada vittima della stretta sovietica1 0 8 . La visione di Romualdi non resta un fatto teorico o letterario: essa offre gli strumenti per leggere la mutata situazione politica che, alla fi ne degli anni sessanta, il MSI deve affrontare (autunno caldo, sposta mento a sinistra della DC, sconfitta definitiva della linea micheliniana di alleanza con le forze centriste), mentre la sua esortazione a costituire un fronte comune euro-americano contro la sovversione rossa fornisce lorientamento strategico di fondo. Proprio in nome del fronte comu ne era rientrata nel partito parte degli ordinovisti usciti nel 1956; le strade di Almirante (di nuovo segretario dopo la morte 3i Michelini) e di Rauti si congiungevano ancora, nel progetto di un MSI che unisse al tradizionale anticomunismo la lotta contro il potere democristiano (alternativa al sistema). Scriveva in proposito Romualdi: La politica della Destra, realizzata da una minoranza [../] dovrebbe esercitare la medesima funzione [di quella comunista] rispetto ai confusi ambienti nazionali, integrarli in formazioni frontiste, radicalizzarne gradual mente le tesi, attirare gli elementi pi giovani con lappello a un radica lismo ideologico sempre pi energico 1 0 9 . La successiva politica del MSI (fronte comune anticomunista; Destra Nazionale come stru mento di integrazione frontista dei settori nazionali e conservatori; riavvicinamento ai gruppi giovanili: successivamente, Eurodestra co me sbocco internazionale) pu essere vista appunto come sviluppo della concezione di Romualdi1 1 0 . A sua volta questultima si inserisce nel disegno evoliano degli anni cinquanta, che configura anche, si ricorder, la costituzione di nuclei di destra come guardie armate di uno Stato debole. In questa linea si collocano, mescolandosi e intrecciandosi strettamente, i conati golpisti dei primi anni settanta (che comprendono anche la strategia di infiltra zione nei corpi sani dello Stato) e le formazioni di battaglia come Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, di cui soprattutto il primo (del quale Romualdi fu teorico e militante) dichiara esplicitamente di richiamarsi agli insegnamenti evoliani1 1 1 .

6 . LA RICERCA DEI M IT I: LE ED IZIO N I DI AR

La riflessione di A. Romualdi rappresenta in maniera abbastanza compiuta i temi principali dellelaborazione ideologica sviluppata dalla

1. DA E VOLA A FREDA

33

Destra radicale fra la fine degli anni sessanta e la met dei settanta. Anche qui, difficile schematizzare o attribuire rigorosamente a que sto o quel gruppo luna o laltra affermazione. Pur con tutte le cautele, sono tuttavia individuabili alcuni topoi abbastanza generalmente diffusi nellambiente. Si ha innanzitutto una presa delle distanze non sempre esplicita n dichiarata nei confronti del Fascismo italiano: presa di distanza la cui legittimit era gi stata dimostrata dalla lettura critica evoliana. Ancora una volta va ribadito quanto stato detto a proposito delle re visioni condotte nellimmediato dopoguerra: distanziamento non signi fica antifascismo. Come la critica alle disfunzioni della democrazia del tutto compatibile (anzi, fisiologica) con un orientamento democrati co, cos nella Destra radicale il giudizio di fondo sul Fascismo rimane altamente positivo: questo pur sempre il fenomeno pi sconvolgente, innovatore, rivoluzionario apparso sulla scena politica del X X secolo; la sua battaglia contro il comunismo stata una crociata dei valori pi alti della civilt occidentale contro la barbarie mongola; e cos via. Se per si vuole andare oltre latteggiamento nostalgico, di identifi cazione sentimentale col passato, si deve riconoscere, nel Fascismo sto rico italiano, lassenza di idee-forza capaci di divenire, per la Destra contemporanea, miti fondatori nel senso precedentemente illustrato. La cultura fascista, come gi Evola aveva sentenziato nel tono pi sprez zante, non aveva lasciato nulla, ma proprio nulla, dietro di s 1 1 2 :e infatti personaggi che vanno da G. Gentile ad A. Rocco, da F.T. Mari netti a G. D Annunzio, sono quasi del tutto assenti dalla bibliografia della Destra di oggi, pure tanto ricca di nomi a loro contemporanei1 1 3 . Pi in generale, come buona parte degli studiosi riconosce, la capa cit mitopoietica del Fascismo italiano fu limitata, per il fondo irrime diabilmente piccolo-borghese e provinciale che inform di s il regime. Manc, per esempio malgrado la truculenta ostentazione di simboli funebri una autentica mistica della morte, paragonabile a quella pre sente nella Guardia di Ferro rumena o in certe manifestazioni del fa langismo spagnolo1 1 4 (in questultimo, daltronde, si pu ritenere che la componente culturale ispanica fosse prevalente rispetto allideologia politica del momento). Il mito principale del Fascismo italiano, la romanit, da un lato ri sulta troppo razionale e in un certo senso scolastico per rispondere alle esigenze del radicalismo di oggi; dallaltro risente in misura pesante delle rappresentazioni retoriche al limite della caricatura messe in scena dal regime. Anche laspetto rituale, pure presente nel Fascismo (saluto al Duce, appello ai caduti ecc., non a caso ricordato con approva zione da Evola)1 1 5 , svolse un ruolo cerimoniale tutto sommato seconda rio, a causa della prevalenza attribuita ai meccanismi carismatici ruo tanti intorno alla figura di Mussolini1 1 6 . (N si pu escludere che alcu ne caratteristiche storico-caratteriali del popolo italiano fra cui forse

34

FRANCO FERRARESI

il senso del ridicolo abbiano avuto un loro peso nel ridurre limpor tanza di questo asoetto.) Illuminante in proposito il confronto col Na zismo, dove, grazie anche a una opinione collettiva a ci predisposta dalle memorie del passato e dalla particolare modalit con cui si era svolto in Germania il processo di nazionalizzazione delle masse, il rituale ebbe un ruolo dominante. Lo stesso Hitler, secondo la nota ricostruzione di G. Mosse1 1 7 , tendeva a presentarsi meno come figura carismatica che come aspetto integrato della liturgia: ci, presumibil mente, per evitare che, alla sua scomparsa, la legittimazione del sistema risentisse di una eventuale mancanza di carisma nei successori. Del Fascismo italiano , naturalmente, importante il lascito del combattentismo, presente soprattutto nella sanguinosa epopea di Sa l: anche qui, tuttavia, la fine ingloriosa della RSI, e in particolare la fuga da Milano, tuttaltro che eroica, della maggior parte dei gerarchi, e dello stesso Duce del fascismo, riducono di molto la potenzialit mitopoietica della vicenda. E comprensibile allora che la Dstra radicale odierna cerchi i propri riferimenti mitici al di fuori di quelli proposti dal Fascismo storico, e si rivolga innanzitutto al nazionalsocialismo ger manico. Di questo attrae la radicalit estrema1 1 , la proclamata man canza di compromessi con gli interessi prenazisti, il collegamento, di retto e immediato, con la mitologia altogermanica, nordica, e in genera le aria, visibile e trasmesso, come si appena visto, con un rituale di grande efficacia. Si aggiunga lo sforzo sistematico di plasmare tutta la societ secondo i valori di unetica militare, proponendo uno stile di vita dove severit, disciplina, durezza, sacrificio sono spinti fino alla scesi, alla via eroica, e la realizzazione di questi modelli nelle princi pali istituzioni del regime, dalla Hitlerjugend alla Wehrmacht, per culmi nare nei corpi di lite inevitabilmente le SS, di cui si esalta non solo laccentuazione degli elementi fin qui considerati (il nostro onore si chiama fedelt), ma anche la forte componente iniziatico-esoterica,w. Nel caso nazista, anche la sconfitta riscattata dalleroismo dei combattenti, e dalla grandiosit della tragedia, autentico crepuscolo degli Dei (non a caso, si fa spesso notare, la musica wagneriana fu trasmessa da Radio Berlino per ordine di Hitler nellestrema agonia del Reich: il rituale non doveva mai venir meno), ma anche Suicidio sacri ficale collettivo 1 2 0 , vissuto in maniera consapevole dai massimi rappre sentanti del regime, fino al gesto supremo1 2 1 . I toni della mitizzazione sono i seguenti: In quel che accaduto a Berlino nel 1945, in questo affrontarsi dei fan ciulli ai quali si era reinsegnato ad amare il sole, e in cui sembrava conden sarsi il destino di una razza, e dei mongoli, ebbri di alcool denaturato, di stupri e di saccheggi, al servizio duna fra le pi perverse ideologie che siano mai germinate in cervelli umani, ogni uomo chiamato ad una voca zione eroica e attaccato alla causa sacra dellEuropa, deve vedere uno di

1 DA EVOLA A FREDA

35

quei momenti privilegiati della storia dove il mito fa irruzione in mezzo alle lotte degli uomini... la riproduzione, sul piano micro-cosmico, degli in segnamenti della tradizione nordica sul ragna-rok, sullultima battaglia de gli di e degli eroi contro le forze scatenate del caos Oltre al nazionalsocialismo, importanti referenti mitici per il radi calismo contemporaneo sono i fascismi atipici, a cominciare dalla Fa lange di Jos Antonio, per il sentimento ascetico e militare della vita, che, secondo il fondatore, doveva caratterizzare i militanti, e che viene contrapposto al paternalismo cattolico e pantofolaio dei regimi iberici affermati, il cui fine fu quello di mandare a letto presto i giovani onde evitare che taccian politica 1 2 5 . Molto pi rrequente per il riferimen to alla Guardia di Ferro, o Legione dellArcangelo Michele, il fascismo agrario rumeno di C. Codreanu, spiritualista (ma ferocemente antise mita), di cui si mettono in luce aspetti come lascesi guerriero-monacale ed il neotemplarismo 1 J\ ma anche la tensione a trascendere la reli giosit normale verso una superiore spiritualit, dimostrata non solo dagli aspetti iniziatici del movimento (sacrificio, preghiera, digiuno, canto come tecnica mantrica ecc.) ma dal simbolo medesimo dellArcangelo, quale intermediario fra Mitra e gli iniziati1 2 . Pure importante, fra i fascismi atipici, il movimento belga creato da L. Degrelle, il Rexismo, esaltato soprattutto da M. Tarchi1 2 t, men tre relativamente poco spazio dato alle Croci Frecciate ungheresi1 2 7 . Anche i letterati del Deriodo fascista scelti a numi tutelari dal radicali smo contemporaneo sono in qualche misura fascisti atipici: esemplari in questo senso le figure di P. Drieu La Rochelle, R. Brasillach, L.F. Cline1 2 8 . Essi si affiancano ai classici della letteratura di destra, e in particolare agli autori della konservative Revolution, e saranno con loro discussi in un prossimo capitolo. Le idee, i miti, i personaggi di questo universo vengono diffusi da una moltitudine di pubblicazioni e case editrici, ciascuna delle quali ha dimensioni ridotte e circolazione limitata, mentre linsieme costituisce una rete e una cassa di risonanza di grande rilievo per 1 ambiente. Questa editoria stata analiticamente presentata in altra sede, cui si rimanda1 2 9 . Qui opportuno accennare, almeno brevemente, a fini esemplificativi, allattivit di una sola casa editrice, la pi importante, sia per la figura del suo fondatore e animatore (F. Freda), sia per il ruolo svolto nei confronti dei circoli pi radicali: le Edizioni di Ar, di Padova. Esse infatti concepiscono la propria attivit primariamente come milizia, rivolta ai soldati politici, per guidare le persuasioni, to nificare le inclinazioni, radicare i convincimenti, fissare i consensi Il catalogo, le introduzioni ai volumi, le varie note editoriali individua no i principali filoni di iniziativa e le loro motivazioni. Un primo, nutrito gruppo di opere riguarda la vicenda del nazional socialismo, ricostruita sia dai protagonisti storici, che da commenti sue-

36

FRANCO FERRARESI

cessivi1 5 1 . Da un saggio su Hitler appartenente al secondo gruppo, pro viene il brano seguente, esemplare del tono e dello stile di questa pro duzione: Terribile e generoso fu Hitler [...]. Oper asceticamente [...]. Era il tede sco nuovo [...]. Luomo che in s riassumeva il corpo e lanima di un popo lo si dissolse, al rullo di milioni e milioni di tamburi. I quali rullano solo per rendere gli onori agli Eroi. [...] Da Sigfrido part Hitler per giungere, attraverso la grande sintesi, alle glorie di Federico, di Bismarck, di Moltke; al secondo sacro romano impero. Per giungere alla nuova Europa, alla sconfitta delloro, alla vittoria della giustizia. Da Sigfrido part e accanto a Sigfrido giacque. Al rullo dei tamburi1 ,2 _ A fianco delle opere sul e del Nazismo, stanno quelle relative ai fascismi atipici, dove, prevedibilmente, il posto donore spetta alla Guardia di Ferro di C. Codreanu, e alla concezione a essa attribuita della politica come ascesi: fu [...] la tensione alla gloriassoluta stato che da Bernardo di Chiaravalle viene attribuito alla divinit in excelsis a orientare lesistenza del Capitano 1 3 J. Rientrano in que sto filone i testi canonici della Legione, scritti dallo stesso Codreanu o dal suo pi fido luogotenente1 3 4 . Pure nellambito dellinteresse per i fascismi atipici compaiono alcuni testi sulle Croci Frecciate ungheresi, e diversi materiali rexisti non manca lattenzione per la letteratura, rappresentata dai romanzi di Drieu La Rochelle1 3 6 . Unimportanza decisiva nellideologia della Destra radicale spetta, come si accennato, alletica del guerriero, che si compone di elementi quali lascesi eroica, lagire spersonalizzato, i valori della fedelt e del lonore, e simili. Le fonti di questo universo etico sono molteplici, e comprendono la mitologia indo-aria, la nozione di bushido, centrale al mondo dei samurai, il concetto islamico di guerra santa (jihd), con la distinzione fra la piccola e la grande guerra. Tutti questi temi so no presenti nel catalogo di Ar, introdotti da un fondamentale opu scolo di J. Evola, che si avr occasione di riprendere in seguito1 3 7 , cui si affianca una nutrita serie di testi sulletica samurai, alla quale stata recentemente dedicata una vera e propria collana (Le edizioni di Sanno-Kai) 1 3 8 , mentre fra le opere sullIsIam spicca la raccolta di scritti del Colonnello Gheddafi, curata da C. Mutti: la solidariet con le poli tiche della rivoluzione libica si accompagna, naturalmente, allostilit pi accesa contro Israele1 3 9 . Laccenno a Israele sposta lattenzione su un altro filone di interes si centrale per le edizioni di Ar, quello che elabora i temi della lotta contro il potere pluto-giudaico. In questo ambito sono pubblicati al cuni classici dellantisemitismo1 4 0 unitamente agli scritti evoliani sulla razza1 4 1 , e alcuni testi sul dominio del capitale e della finanza come prodotti dellebraismo1 4 2 : lintento quello di fornire una visione della societ moderna come sottoposta al potere occulto e parassitario dei

1. DA EVOLA A FREDA

37

centri finanziari internazionali, la cui costante 1 animus ebraico, quali ne siano, volta per volta, le facciate politiche (oggi 1 occidentali smo giudeo-americano, come ieri 1 imperialismo cosmopolita giudeo britannico) 1 4 J. Accanto agli scritti sulla razza prendono naturalmente il loro posto i testi del pensiero antiegualitario, a partire, anche qui naturalmente, da Nietzsche, proposto in una lettura che lo accosta in maniera esplici ta al Nazismo 1 4 4 . Insieme a Nietzsche, De Gobineau, Spengler, Evola, e un certo numero di autori minori 1 4 5 . Un posto importante fra le pubblicazioni di Ar spetta ai materiali sul paganesimo, cui recentemente viene dedicata una collana (Paganitas). I testi sono quelli degli antichi polemisti anticristiani1 4 6 , cui si aggiungono gli scritti evoliani sulla romanit1 4 7 , i saggi di H.F.K. Gunther sul mondo antico1 4 8 e le raccolte di testi pagani curati da F. Fred a1 4 9 . Collegata con il mito della romanit lidea ghibellina, in cui si rinnova il modello classico di imperituri-, nelle collezioni di Ar la rappre sentano gli scritti di Evola, e quelli che a essi si richiamano 1 5 . Infine, il concetto di vero Stato rielaborato tramite gli scritti (immancabi li) di Evola, quelli di O. Spann, e il recupero di un giurista fascista marginale, C. Costamagna1 5 1 .

7. LA DISINTEGRAZIONE DEL SISTEMA: F. FREDA

Intorno alla met degli anni settanta, la lettura della situazione po litica italiana e internazionale effettuata dalla Destra radicale pu esse re induttivamente ricostruita nella maniera che segue come sempre facendo salvo linevitabile schematismo. La politica almirantiana del doopio binario (doppiopetto pi uso della piazza di destra, con ammiccamenti ai simpatizzanti del colpo di forza) fallisce nel suo obiettivo principale, lo spostamento a destra dellasse politico del paese, che al contrario va scivolando sempre pi verso sinistra. Ci, comporta anche una valutazione negativa delle ipo tesi di Destra Nazionale e Eurodestra questultima soprattutto rive latasi poco pi di una vuota parola. Pure fallimentari sono stati i tenta tivi golpisti abbozzati nei primi anni settanta dai gruppi raccoltisi in torno al principe Junio Valerio Borghese Fronte Nazionale e Rosa dei Venti. Con riferimento a essi, anzi, si manifesta un terzo fenome no, di grande importanza agli occhi della Destra radicale, cio il mutato atteggiamento negli organi dello Stato. Se in precedenza lorientamen to di questi nei confronti della Destra era andato dalla tolleranza alla solidariet, passando in alcuni casi oer la complicit vera e prooria, so prattutto nei settori pi inquinati dei corpi separati, con gli anni set tanta inizia il distacco, percepibile soprattutto in alcune zone della ma

38

FRANCO FERRARESI

gistratura, che si concreta in episodi come lindividuazione delle piste nere per la strage di Piazza Fontana, lapertura di indagini sul golpe Borghese e sui conati successivi, lo scioglimento a seguito di processo delle organizzazioni di lotta (Ordine Nuovo e Avanguardia Naziona le), e cosi via. Nel frattempo, acquisito ormai il PCI allo schieramento democratico e al ruolo di difensore dellordine costituito (compromes so storico), si naviga verso la costruzione della solidariet nazionale, saldando gli estremi di uno schieramento moderato che, dal PLI, giunge, appunto, sino al PCI. Di fronte al blocco di sistema da ci risultante scoppia la protesta degli esclusi, degli emarginati: siamo al 1977, momento terminale della fase liberatoria, di movimento, iniziata nel 1968. Lemergere dei nuo vi bisogni porta allapparizione dei nuovi soggetti rivoluzionari, non riducibili alla lotta operaista; la lotta contro la repressione e la marginalizzazione si trasforma in maniera drastica e rrontale nello scontro con un palazzo che raccoglie ormai anche le forze della sini stra: la cacciata di Luciano Lama dallUniversit di Roma, da parte de gli autonomi, lepisodio che traccia in maniera simbolica le nuove li nee dello schieramento e del conflitto. Di questa fase la Destra radicale fornisc una lettura per molti aspetti.analoga a quella dellestrema sinistra, recuperandone anche, al meno in parte, gli strumenti di analisi e le chiavi interpretative, al pun to di giungere, come si vedr, allipotesi di una linea strategica comu ne: lobiettivo immediato, infatti, il medesimo per entrambi, la di struzione del sistema borghese1 5 2 . Il referente metapolitico principale per questa analisi il secondo dei grandi textes politici di Evola, Cavalcare la Tigre, nella pi radicale delle letture da esso consentita, quella proposta gi alla fine degli anni sessanta da Franco Freda. La precisazione importante: senza, infatti, volersi addentrare nellesegesi del pensiero evoliano1H , basta accennare che uno dei concetti principali di Cavalcare la Tigre, quello di apolitia, suscettibile di almeno due letture: una prima, esclusivamente centrata sulla dimensione interiore dellindividuo, conduce alla totale astensione da ogni forma di agire politico; la seconda interprete Yapolitia come rifiuto di inserirsi nel sistema politico attuale, e quindi di aderire alle componenti che lhanno espresso (lAntitradizione come spirito del ma le evocato dalla sovversione borghese)1 5 4 e addita limpegno politico esasperato sotto forma di militia, via eroica, guerra santa co me lo strumento pi valido e autentico di realizzazione spirituale (la teorizzazione del distacco qui bollata come alibi per i vili). questa la linea suggerita da Freda fin dalla recensione del 1963 al testo evoliano, poi ripresa e sviluppata ne La Disintegrazione del siste ma, del 1969, opuscolo ormai ritenuto un classico, il manifesto del militante del quarto fronte, il fronte europeo, da quanti, negli am bienti di destra, ritengono che la vera fedelt al pensiero evoliano con

1. DA EVOLA A FREDA

39

sista nellandare oltre la lettera dei testi tenendo saldi i principi1 . Il punto di partenza di Freda un attacco violentissimo contro il concet to di Europa, che coinvolge tutta leredit politico-spirituale dellOccidente: Agli inizi [...] credevamo che lEuropa fosse veramente un mito, e rappre sentasse unidea forza: [...] ([...] gli stessi ragazzoni neofascisti guaiscono: Europa-Fascismo-Rivoluzione!!) [...] senza verificare [ ] se esista in realt unomogenea civilt europea, [...] alla luce di una situazione storica mon diale per cui il guerrigliero latinoamericano aderisce alla nostra visione del mondo molto pi dello spagnolo infeudato ai preti e agli USA; per cui il popolo guerriero del Nord Viet-Nam, col suo stile sobrio, spartano, eroico di vita, molto pi affine alla nostra concezione dellesistenza che il bu dello italiota o franzoso o tedesco-occidentale: per cui il terrorista palesti nese pi vicino alle nostre vendette dellinglese (europeo? ma io ne dubi to!) giudeo o giudeizzato. [...] Con lEuropa illuminista noi non abbiamo nulla a che fare. Con lEu ropa democratica e giacobina noi non abbiamo nulla a che vedere. Con lEuropa mercantilistica, con lEuropa del colonialismo plutocratico: nulla da spartire. Con lEuropa giudea o giudeizzata noi abbiamo solo vendette da fare. [...] LEuropa una vecchia baldracca che ha puttaneggiato in tutti i bor delli e che ha contratto tutte le infezioni ideologiche da quelle delle rivolte medievali dei Comuni a quelle delle monarchie nazionali antimperiali: dall'illuminismo al giacobinismo, alla massoneria, al giudaismo, al sio nismo, al liberalismo, al marxismo. Una baldracca il cui ventre ha concepi to e generato la rivoluzione borghese e la rivolta proletaria; la cui anima stata posseduta dalla violenza dei mercanti e dalla ribellione degli schiavi. E noi, a questo punto, vorremmo redimerla...?!1 5 6 Il risultato di questa Europa un mondo totalmente altro 1 ,7 ri spetto a quello della Tradizione: il mondo borghese-capitalista domi nato dallistanza economica, e dallo sfruttamento delluomo sulluomo. Lo Stato medesimo il luogo politico solo del borghese, la sua unica funzione la difesa delleconomia borghese (il debito verso gli stru menti di analisi marxisti esplicito e dichiarato). A questo si contrap pone lidea del vero Stato come realt assoluta, valore che trascende le realizzazioni storiche contingenti (e qui evidente lispirazione evoliana): il vero Stato deve garantire lunit organica del corpo sociale, non mediante intrusione [...] in un preteso dominio di interessi privati del lindividuo, ma [tramite] costituzione di un clima di elevata tensione ideale, in cui ognuno sia e rimanga al proprio posto, svolgendo con coe renza e fedelt e libert le proprie inclinazioni [...] [in] unesistenza conforme alla propria natura I5 8 . Sulla base di questi principi Freda de linea un progetto di Stato popolare, la cui realizzazione subordinata a una drastica condizione preliminare: la distruzione del mondo bor ghese 1 5 9 .

40

FRANCO FERRARESI

Lorganizzazione dello Stato popolare sar rigorosamente comunisti ca; eliminata ogni espressione della propriet privata (tranne i beni di consumo individuali) ogni azienda sar governata da un Comitato di ge stione, che nominer un Commissario d azienda. Analoga struttura avranno i Comprensori agricoli e gli Empori di consumo, mentre linsie me degli organismi guida di tali entit esprimer un Presidium regionale, da cui il Presidium politico di Stato, che sceglier il Reggente e indicher i Commissari dello Stato. La scuola sar rigorosamente funzionalizzata, s che la formazione scolastica venga subordinata alle esigenze delle quilibrio economico popolare (p. 71). Ci comporter non solo lorga nizzazione di Case per la Giovent per i giovani fra gli otto e i ventan ni, e istituti affini per i minori di otto anni, ma anche una rigorosa programmazione delle nascite in relazione allequilibrio sociale dello Stato popolare (p. 72). (Tutto ci, beninteso, in omaggio al principio secondo cui lo Stato non deve interferire nella vita privata dei cittadi ni, e leconomia non deve assumere una posizione dominante.) Al di l di questa sorta di Bauplan fiir ein Lager, che resta allo stadio di esercitazione teorica, Freda fornisce precise indicazioni di politica estera, che hanno conseguenze importanti sulle scelte strategiche gene rali (di campo) dellestrema destra: La denunzia del Patto Atlantico e della sua organizzazione militare, cos come la recisione dei vincoli che legano attualmente lItalia alle strutture neocapitalistiche supernazionali [...] dovr provocare l'attivo inserimento dello Stato popolare nellarea degli Stati che rifiutano di ancorarsi alla po litica dei blocchi imperialistici di potenza. Lo Stato popolare stringer alleanza con gli Stati realmente anticapita listi, e favorir con decisione, a livello internazionale, i movimenti di lotta contro i sistemi capitalistici (democrazie occidentali e socialiste) (pp. 7 4 75). Questo tipo di affermazioni, insieme alle ripetute dichiarazioni di simpatia per il comunismo cinese, di cui Freda esalta, oltre alla lotta antimperialista, lo stile sobrio, spartano, guerriero1 6 0 alla base della formula di nazimaoista, con cui sono spesso carattqizzate le teorie di Freda. Esso spiega anche un ulteriore punto chiave di tali teorie, dove, come riconoscono gli ammiratori, la posizione di Freda si disco sta marcatamente da quella di Evola, cio latteggiamento nei confronti del Quarto Stato. Per Evola questo lincarnazione della spiritualit regressiva del mondo moderno, mentre per Freda rappresenta una possibilit di restaurazione dellumano grazie allemergere di uno sti le di vita ascetico e militare, la semplificazione dei rapporti fra cittadi ni, lavvento di quella nuova essenzialit che E. Jnger invocava nelYArbeiter, e che dovrebbe far seguito alla decomposizione del mondo borghese1 6 1 . Ci dimostra anche, secondo gli stessi esegeti, la capacit di Freda di proporre un discorso non soltanto antiborghese, ma anche

1. DA EVOLA A FREDA

41

anticapitalista (le due cose non vanno sempre insieme, poich una del le caratteristiche del Fascismo precisamente la sua incapacit di pas sare dallantiborghesismo allanticapitalismo 1 6 2 . Questo complesso di orientamenti costituisce lo sfondo per uno dei passaggi pi importanti nellitinerario di Freda, lipotesi di una solida riet con la sinistra. Non si tratta solamente di unipotesi teorica, ma di una vera e propria proposta strategica di lotta comune, che Freda rivolge a coloro che rifiutano radicalmente il sistema, situandosi oltre la sinistra di questo [nella certezza] che anche con loro potr essere realizzata una leaie unit d azione nella lotta contro la societ borghese Beninteso, costoro non accolgono premesse metafisiche, non perse guono il mito del vero Stato, ignorano le direzioni superumane, meta politiche e metastoriche, non nutrono interesse per una realt supe riore: nondimeno, nellordine storico temporale, il loro obiettivo il medesimo delle forze di destra, la distruzione del sistema borghese. Perci va instaurata una coerente unit operativa con tutte le forze impegnate nella lotta al sistema per leversione del sistema: vanno pertanto respinte le tattiche legalitarie o riformistiche, e abbandonata ogni colpevole esitazione dinanzi allimpiego di tutti quei mezzi, dra stiche risolutivi che solo la violenza possiede ,6 4 . E questa la piattaforma teorica che fa da sfondo allazione dei grup pi eversivi di destra operanti dopo il 1977, la cui cultura politica sar esaminata nel prossimo capitolo. Tale esame render necessario riper correre, anche se in maniera molto sommaria, le principali fasi delle versione di destra nel dopoguerra.

Note

1 Ancora nel 1950 Concetto Pettinato scriveva un Monuo agli industriali contenente frasi come le seguenti: Imponete a Palazzo Chigi un uomo che abbia la testa sulle spalle e riprenda la politica del 1933 e del 1934, quella che fece di Mussolini, nientemeno, il firmatario dun patto di amicizia con la Russia, e fece della Russia la pi fedele osservan te dellordine interno del nostro paese! Cooperate ad affrancare lEuropa dalla folle pre giudiziale dell'impossibile convivenza con un regime con il quale noi, proprio noi, convi vemmo benissimo dal 1920 al 1941, e col quale il nostro massimo errore, tragicamente scontato, stato quello di non continuare a vivere in pace, invece di fargli la guerra (Il Meridiano d Italia, 29.X.1950, cit. in G. d e l b o c a , m . g i o v a n a , I figli del Sole, Milano, Feltrinelli 1965, pp. 188-189). 2M . t e d e s c h i, Fascisti dopo Mussolini, Roma, lArnia s.d. (1950), p . 17; cfr. anche M . g i o v a n a , Le nuove camicie nere, Torino, edizioni dellAlbero 1966, p . 28. 3 Lo statuto del MSI esclude coloro che abbiano tradito la Patria, ivi inclusi i traditori del 25 luglio. Cfr. p. r o s e n b a u m , Il nuovo fascismo. Da Sal ad Almirante, Milano, Feltrinelli 1975, p. 61.

4N.

t r a n fa g lia , a a .w .,

storica, in

Fascismo, neofascismo e nuova destra. Appunti per una definizione Fascismo oggi. Nuova destra e cultura reazionaria negli anni ottanta, Cu

neo, Istituto Storico della Resistenza 1983, p. 38. 5 I congressi del 1954 (Viareggio), 1956 (Milano), 1963 (Roma) furono teatro di tu multi e veri e propri scontri fisici fra i rappresentanti dei vari orientamenti, (r o s e n b a u m , op. cit., pp. 200-203). In particolare al Congresso di R o m ^ ... si ripete la temati ca ormai nota dal 1950: Almirante giunge quasi alla rottura; poi non osa spezzare il par tito, e accetta un compromesso A questo punto una parte dei suoi seguaci, delusi, lo abbandona. Cos egli lim a n e al vertice del partito, ma in una posizione indebolita alla base , (g . g a l l i , Il difficile governo, Bologna, Il Mulino 1972, p. 179). 6 La disponibilit al pragmatismo , presumibilmente, tanto maggiore quanto meno un partito si riconosce vincolato da una teoria: si ricordi la famosa battuta mussoliniana secondo cui il Fascismo non era stato tenuto a balia da nessuna dottrina elaborata in precedenza. Cfr. N. b o b b io , L'ideologia del fascismo, originariam. in Quaderni della FIAP, 14, 1975, pp. 32 segg., ristampato in c. c a s u c c i (a cura di), Il fascismo: antologia di scritti critici, Bologna, Il Mulino 1982, p. 613. 7 s. b e l l i g n i , Estremismo, s.v., in N. b o b b io , n . m a t t e u c c i , g . p a s q i i i n o , Dizionario di politica, Torino, Utet 1983. 8 Non saranno cio presi in considerazione i rappresentanti della cultura di De stra (Armando Plebe ecc.), raccolti attorno al MSI agli inizi degli anni settanta, a soste

NOTE

43

gno del progetto del nuovo partito, la Destra Nazionale. Loperazione, palesemente stru mentale, si rivelata di corto respiro, e non sembra aver lasciato tracce significative neppure nellambiente di Destra. 9 s. m o t t a , Risposta ad Arnaldo Truzzi, Avanguardia Nazionale, 25 dicembre 1954, cit. in R. Ch i a r i n i , p. Co r s i n i , Da Sal a Piazza della Loggia, Milano, Angeli 1983, p. 172; S. Motta era il segretario del M SI di Brescia; leader dellala intransigente, fu successivamente emarginato da Michelini. 1 0 Sullesaltazione mitica della figura di Mussolini in questo periodo cfr., fra gli al tri, G. DEL BOCA, M . GIOVANA, O p . cit., pp. 119-120; R. CHIARINI, P. CORSINI, O p . cit., pp. 75-76. 1 1 E. e r r a , Il fascismo fra reazione e progresso, in a a . v v ., Sei risposte a Renzo de Feli ce, Roma, Volpe 1976, pp. 55-103. Enzo Erra, come risulta da un rapporto del 1951 della Questura di Roma, era stato, insieme al giovane Pino Rauti, direttore della rivista Imperium, legata alla Legione Nera e al programma dei Fasci d Azione Rivoluziona ria. (Cfr. D. b a r b ie r i , Agenda nera, Roma, Coins 1976, p. 21). Imperium aveva pub blicato, nel 1949, la prima edizione di un famoso opuscolo di j. e v o l a , Orientamenti, che sar discusso in seguito. (Erra fu poi direttore di Intervento ed attualmente re dattore de La Notte.) Per i giudizi sul presente saggio di Erra, si considerino a titolo esemplificativo quello di E. Houllefort, redattore di Totalit, (la seule revue volienne de langue franaise), che lo considera ltude de loin la plus importante [...] [scrit to] avec une lucidit et une acuit de regard tonnantes; gli fa eco M. Tarchi che, pi sobriamente, parla di basilare saggio. (Cfr. E. h o u l l e f o r t , Trois regards su le fascisme comme phnomne europen, Totalit, II, 5, giu.-ag. 1978, pp. 45-46; M . t a r c h i , Ipote si e strategie di una nuova destra, in a a .v v ., Proviamola nuova, Roma, LEdE 1980, p.
112 ).

1 2 La distinzione fra orientamento al passato e orientamento al futuro essenziale, secondo De Felice, per distinguere il fascismo dal nazionalsocialismo: cfr. R. d e f e l i c e , Intervista sul fascismo (a cura di m .a . l e d e e n ), Bari, Laterza 1975, pp. 40-41. Su questo aspetto in disaccordo G. m o s s e , Intervista sul nazismo (a cura di m .a . l e d e e n ), Bari, Laterza 1977. 1 3 Nelle parole di Mussolini: Noi rappresentiamo lantitesi netta, categorica, defi nitiva, a tutto il mondo [...] degli immortali principi dell89. (Cit. in j. e v o l a , Il fasci smo visto da Destra. Con note sul III Reich, Roma, Volpe 1979, p. 23; I a ediz. 1964, 2 ediz. riveduta e ampliata, 1970, 3 ediz. 1974; da qui in poi Fascismo.) 1 4 Sulla necessit di distinguere fra limmagine di s fornita dal Fascismo e la realt storica insiste in particolare N. t r a n f a g u a , Fascismo, neofascismo e nuova destra. Appunti per una definizione storica, cit., p. 34. 1 5 E noto peraltro che il concetto di rivoluzione non affatto semplice sul piano analitico. Si vedano, in argomento, fra gli altri, G. p a s q u in o e s. v e c a , s . v . , rispettiva mente nel cit. Dizionario di Politica e nella Enciclopedia Einaudi. 1 6 e . e r r a , op. cit., p . 84. 1 7 Ibid., p. 89. 1 8 Ibid., p. 89. 1 9 Ibid., p. 98. 20 Cfr. n . b o b b io , L'ideologia del fascismo, cit., pp. 661 segg., per unanalisi dellantieconomicismo come una delle costanti del pensiero antidemocratico. 2 1 I testi evoliani cui si far riferimento in questa analisi sono, innanzitutto e princi palmente. il cit. Fascismo; poi: Rivolta contro il mondo moderno, I a ediz. 1934, 2a ediz. 1951, 3 ediz. Roma, Edizioni Mediterranee 1969 (in seguito: Rivolta); Orientamenti, I a ediz. 1949 (si far sui riferimenti allediz. 1981, Catania, Il Cinabro, con in appendice un'intervista a Julius Evola del 1971, condotta da G. de Turris); Gli uomini e le rovine, con Introduzione di Junio Valerio Borghese, Roma, Volpe 1953, 3a ediz. riveduta e con Appendice, 1971 (in seguito: Rovine); Cavalcare la Tigre, Milano, Scheiwiller 1961, 1971 (Cavalcare)-, Il cammino del Cinabro, Milano, Scheiwiller 1964, 1972 (Cinabro-, si qui utilizzata ledizione francese, tradotta da P. Baillet, Milano-Carmagnola, Arch-Arktos,

44

NOTE

1983 - Paris, Dervy Livres); V 'operaio' nel pensiero di E. Jnger, Roma, Volpe 1974 {Operaio). 22 Fascismo, p. 22. 23 Si potrebbe parlare, come per la situazione germanica coeva, di rivoluzione con servatrice , a condizione per di riferire il conservatorismo alla sfera dei principi, e non a una precedente realt di fatto, visto che, secondo Evola, ben poco, nellItalia prefasci sta (l Italietta ), meritava di essere conservato (Fascismo, p. 23); la rivoluzione conser vatrice in Germ ania, sar presa in considerazione analiticamente nel terzo capitolo di questo volume. Si vedano comunque, in materia: A. m o h l e r , Die konservative R evolution in Deutschland, 1918-1932, Stuttgart, Friedrich Vorwerk Verlag 1950, 2 ediz. molto accresciuta 1970; K . v o n k l e m p e r e r , G erm any s N ew Conservatism, Its History and D i lemma in th Twentieth Century, Princeton, Princeton University Press 1957; k . s o n t h e i m e r , Antidemokratisches Denken in der Weimarer Republik. Die politischen Ideen des deutschen Nationalismus zwischen 1918 und 1933, Mnchen 1968; M . g r e i f f e n h a g e n , Das Dilemma des Konservatismus in Deutschland, Frankfurt, Piper Verlag 1971, 1977. 24 Fascismo, pp. 27-28. 25 n . b o b b i o . L ideologia, cit.; sul rapporto Stato-societ civile si vedano, fra gli l i tri, n . b o b b i o , m . b o v e r o , Societ e Stato nella filosofia politica moderna, Milano, Il Sag giatore 1979, e la letteratura ivi cit. 26 Fascismo, p. 99; o. s p e n g l e r , Il tramonto d elloccidente, traduzione e introduzione di J . Evola, Milano, Longanesi. 27 Orientamenti, p. 18; R ovine, p. X IV . 28 II corporativism o viene per criticato su altri piani e soprattutto perch mantiene vive delle tendenze sindacaliste, che ranno ostacolo alla realiizazione integrale della co munit organica di fabbrica, realizzata invece dal Nazionalsocialismo (Betriebsgemein schaft). 29 Contro di essa si scagliano i discepoli: niente ci sembra cosi insulso come fonda re una Repubblica sul lavoro , esclama, per esempio, S. De Domenico, esponente m issi no bresciano legato a Ordine Nuovo; cfr., dello stesso: Il lavoro nell'Ordine N uovo, Bre scia 1964, cit. in C h i a r i n i , c o r s i n i , op. cit.. p. 222. 30 Fascismo, p. 79; anche; Rovine, p. 100. 51 Forse per la prima volta in tutta la storia italiana, col secondo fascismo una m as sa non indifferente di Italiani scelse coscientemente la via del battersi su posizioni per dute, del sacrificio e dellimpopolarit, per obbedire al principio della fedelt a un capo e dellonore militare (Fascismo, p. 118). ,2 R ovine, p. 32. 33 Fascismo, p. 28. 34 Idem, p. 21. 35 Rovine, pp. 20-21. 36 La serie delle contrapposizioni include anche quelle tra concetto e immagine, tra narrazione argomentata e m otivata e rappresentazione sacrale, puro raccontare non obbligatorio, tra produzione di nessi causali universalmente com unich ili, e produzione di immagini fantastiche dotate di potere evocativo in circostanze particolari, tra struttu re discorsive e apparati di fascinazione emozionale [...] tra fiducia nella decodificabilit del mondo storico a opera dellio autonomo (ragione) e credenza in una sostanza auto nomamente esistente in forma di verit originaria . C fr. M . r e v e l l i , La nuova destra di destra, su: Pace e guerra , 4, 16 dicembre 1982, p. 30. Sul concetto di mito, cfr. F. J e s i , M ito. Milano, Mondadori 1980; sulla contrapposizione immagine-concetto, e i prin cipi a essa collegati, A. m o h l e r , Konservative Revolution, cit., p. 19; sul contrasto fra stile di pensiero razionale e non razionale, k . m a n n h e i m , Das konservative Denken. So ziologische Beitrge zum Werden des politisch-historischen Denkens in Deutschland, A r chiv. fr Sozialwissenschaft und Sozialpolitik , 57, 1 e 2, 1927; si qui usata la versione inglese (Conservative Thought) in k . h . w o l f f (a cura di), From Karl M annheim, New York, O xford University Press 1971, pp. 132-222. 37 Ristam pato dalle Edizioni di Ar nel 1978. La presentazione definitiva delluni

NOTE

45

verso della romanit e del suo rapporto col mondo tradizionale compare nel 1934, in Rivolta, ed ripresa nelle principali opere successive. 38 Rovine, p. 212. 39 Cinabro, 1971. 40 Fascismo, p. 123 (corsivo orig.). 41 Si tratta di una tesi abbastanza condivisa in sede storiografica: cfr. G. m o s s e , La nazionalizzazione delle masse. Simbolismo politico e m ovim enti di massa in Germania, B o logna, Il Mulino 1975. 42 Fu questo anche uno dei motivi che impedirono un vero approfondimento del significato della romanit. Ci avrebbe richiesto, infatti, anche di affrontare il problema dei rapporti fra romanit classica e cristianesimo, cosa sempre evitata per prudenza po litica da M ussolini (Fascismo, p. 25 n.). L opera di Evola in cui lantinomia fra cattoli cesimo e Fascism o viene posta nella forma pi drastica Imperialismo Pagfino, del 1928, che non ebbe eco nel giusto luogo , e che Io stesso autore, nel proprio bilancio autobio grafico conclusivo, definisce opera estremista e poco meditata (Cinabro, p. 93). 43 Non la nazione a generare lo Stato. Anzi, la nazione creata dallo Stato, che d al popolo [...] una volont, e quindi uneffettiva esistenzar (Cit. in Fascismo, p. 24; ivi altre citazioni mussoliniane del medesimo tenore.) 44 Ibid. 45 Fascismo, p. 32. 46 II ghibellinismo di Evola trova la prima formulazione nel cit. Imperialismo paga no. O ltre che nelle opere maggiori, se ne veda una succinta formulazione in: Due Impera tori, origin. 1938 e 1940, ristampato dalle ediz. di Ar 1977. 47 Orientamenti, p. 24; Rovine, pp. 113 segg.; Fascismo, pp. 33 segg.; cfr. anche p. r a u t i , Le idee che mossero il m ondo , Rom a, Edizioni Europa 1976. 48 Fascismo, p. 106. 49 N. b o b b i o , L ideologia del fascismo, c i t . , p . 6 0 7 . 50 Operaio, p. 19. 51 Fascismo, p. 59. Nello stesso spirito: la famosa apostrofe di Mussolini al momen to della campagna d Etiopia: Italia proletaria e fascista, in piedi! , di certo una fra le pi deprecabili che gli siano state suggerite dalla componente populistica della sua personalit (Fascismo, p. 109). 52 A sostegno di questa distinzione fra Fascism o e Nazism o, Evola riporta un pro prio colloquio del 1^38 con C. Codreanu, il capo della G uardia di Ferro rumena, una delle figure pi limpide e idealistiche dei movimenti nazionali del precedente periodo [nonch, come si vedr, uno dei [ Hncipali riferimenti dellodierno radicalismo di destra]. Per indicare le differenze fra il fascism o, il nazionalsocialismo e il suo movimento, C o dreanu si rifer ai tre principi di organismo umano, la sua forma, la sua forza vitale e lo spirito. [...] O ra, per lui, il fascismo aveva portato il suo interesse sullelemento forma , come dottrina romana dello Stato; il nazionalsocialismo aveva sottolineato le forze vitali, pei suoi riferimenti alla razza e al V o lk ; quanto a lui, Codreanu, avrebbe voluto partire dallo spirito, e dare un colorito religioso, anzi mistico, al suo movimento (Fascismo, p. 35). 53 Per H itler, solo il V olk, di cui si costituito a rappresentante diretto e a guida senza intermediari, e che doveva seguirlo incondizionatamente, era il principio della le gittim it. N essun pi alto principio esisteva o era da lui tollerato. [...] (la sua polemica per esempio contro lim pero degli Asburgo fu spesso di una volgarit senza pari [...]) (Fascismo, p. 173). 54 Talvolta si and oltre il segno, tanto da anticipare linvadenza di quella plebe fornita di mezzi e presuntuosa che come una vera peste dei nostri giorni prolifera nella societ dei consum i . Chi ha visto le masse di Volksgenossen [...] ariani del K d F (una specie di superlativo dopolavoro) [...] e la presunzione del lavoratore berlinese sproleta riato e evoluto, non poteva soffocare un brivido di orrore alla prospettiva di una G er mania che si fosse sviluppata in tal senso (Fascismo, p. 171). 55 N. b o b b i o , L'ideologia, cit., p. 599, K . m a n n h e i m , Das konservative Denken, cit. 56 Rovine, p. 45.

46

NOTE

1 Fascismo, p. 139. 58 Fascismo, p. 140. 59 N. b o b b i o , L ideologia, c i t . , p . 682. 60 La letteratura in merito vastissim a. Per tutti: N. b o b b i o , op. cit., K. m a n n h e i m , Das konservative Denken, cit.; A. m o h l e r , Konservative Revolution, cit.; M . g r e i f f e n h a g e n , Das Dilemma des Konservatismus, cit.; recentemente, G. v a t t i m o , Terrorismo fasci sta: alla ricerca del retroterra ideologico che lo alimenta, Tuttolibri , VI, 32 (13-9-1980), riprodotto in g r u p p o d i a r , Totalit sociale e comunit organica, Padova, Edizioni di Ar 1982. 61 Fascismo, p. 36. 62 N oi si d u o anche riconoscere linconcludenza della soluzione m onarchica... (Orientamenti, pp. 21-22). 63 Fascismo, p. 45. 64 Fascismo, p. 51. Ancora pi eterodosso, nella prospettiva del Fascismo repubbli cano, il giudizio di Evola nei confronti dei traditori del 25 luglio : fu una vera assur dit concedere dapprima ai membri del G ran Consiglio il diritto al libero voto, e poi accusarli di tradimento e portarli dinanzi a un tribunale quando la maggioranza us tale diritto. Il G ran Consiglio avendo [...] carattere [...] consultivo [...] Mussolini avrebbe potuto tenere in nessun conto il voto maggioritario di esso (Fascismo, p. 63). 65 Ibid., p. 54. 66 Orientamenti, p. 23; Fascismo, pp. 54-55. 67 Ib id., p . 211. 68 j. e v o l a , La dottrina aria di lotta e di vittoria, Padova, Edizioni di Ar 1970, 1977, con introduzione di Franco (o Giorgio, come talora compare, specie nelle pubblicazioni francesi) Freda. (Si tratta del testo di una conferenza tenuta nella sezione di Scienza della Civilt del Kaiser W ilhelm Institut, a Roma, nel 1940, e pubblicata a Vienna nel 1941.) 69 Sono poche le riserve avanzate da Evola nei confronti delle S S , riferibili solo a un settore del Corpo, le cosiddette SS Teste di M orto , che svolsero funzioni fiancheggiatrici della polizia ordinaria e di Stato: tale settore che, eventualmente, entra in questione per certi aspetti negativi del corpo, in seguito utilizzati per coprire di abominio tutta la S S (Fascismo, p. 211; corsivo aggiunto). 70 V. sopra, n. 23. 71 Nella sua autobiografia intellettuale Evola descrive come punto culminante del viaggio in Germ ania del 193t un discorso da lui tenuto "ad un gruppo scelto dello terrenklub di Berlino, il circolo della nobilt conservatrice tedesca. [...] L io dovevo trova re il mio ambiente naturale. [Data lindifferenza di cui era circondato in Italia], N e nac que unamicizia cordiale e feconda fra me e il presidente del circolo, il barone Heinrich von Gleichen (una delle figure pi rappresentative del movimento) (Cinabro, p. 135). 72 Fascismo, pp. 128-129. 73 II legame col reducismo di Sal esplicito: si tratta infatti di giovani formatisi nelle dure battaglie della fine del fascism o ; cfr. p . b a i l l e t , Julius Evola e l affermazione assoluta, Padova, Edizioni di Ar 1978 ( il testo di una conferenza l iu ta a Parigi nel 1975 per linaugurazione del Centre d'tudes doctrinales Evola, di cui Baillet era segreta rio. Il testo fu oubblicato sui numeri 129 e 130 di Dfense de loccident , giugno e luglio 1975). 74 Cinabro, p. 162. 75 Com e spirito, esiste qualcosa che pu servir gi da traccia alle forze della resi stenza e del risollevamento: lo spirito legionario. E lattitudine di chi seppe scegliere la via pi dura, di chi seppe combattere anche sapendo che la battaglia era materialmente peiauta, [...] e attraverso cui si afferm lidea tradizionale che il senso dellonore e dellonta non piccole misure tratte da niccole morali ci che crea una differenza sostanziale fra gli esseri, quasi come fra una razza e unaltra razza. [...] Lo stile che deve guadagnar risalto quello di chi si tiene sulle posizioni di fedelt a se stesso e a unidea, in una raccolta intensit, in una repulsione per ogni compromesso, in un impe gno totale che si deve manifestare [...] in ogni espressione dellesistenza. [...] Si deve

NOTE

47

giungere al punto che il tipo di cui parliamo, e che deve essere la sostanza cellulare del nostro schieramento, sia ben riconoscibile, inconfondibile, differenziato. (Orientamenti, pp. 12-13; corsivi originali.) 76 L im portanza del volume, neH ambiente , enorme: esso infatti considerato il libro fondamentale del pensiero politico europeo della vera destra (p . b a i l l e t , op. cit., p. 23). Per quanto riguarda la Destra italiana, si confrontino le dichiarazioni dei rappresentanti di O rdine Nuovo, discusse nel prossimo capitolo. 77 Cinabro, p. 165. 78 Q uesta associazione del suo e del mio nome doveva avere un carattere simboli co: eravamo entrambi uomini che avevano seguito liberamente una linea ideale, evitando il piano della bassa politica: luno poteva rappresentare laspetto combattentistico, laltro il teorico di unidea precisa di Destra. Pensavo che questo tandem avrebbe potuto cri stallizzare in Italia le forze per il nuovo fronte (Cinabro , p. 173). 79 Cinabro , p. 174. 80 Ibid. 81 Fascismo, p. 135. 82 Rovine, p. 252. 83 Orientamenti, p. 16. 84 Rovine, p. 239. 85 Ibid., Introduz. alla 3 ediz. (1972), p. 7. 86 F . i n g r a v a l l e , Pour une analyse du M ouvem ent Rvolutionnaire en Italie, Totali t , 10, nov.-dic. 1979, p. 37. 87 Cinabro, p. 201. 88 Ibid., p. 196. , 89 Ibid., p. 194. 90 Ibid., p. 202. 91 Su questi aspetti insiste F. Jesi per evidenziare il duplice livello essoterico ed esoterico su cui si muove a suo parere il discorso di Evola: lo schema antropologico proposto dallultimo Evola ricalcato esattamente su quello consueto a numerose dottri ne iniziatiche. Vi sono due classi di persone: quella di coloro che giungono al secondo e pi aito grado delliniziazione, e quella di coloro che, non potendo e non volendo stac carsi dal mondo, restano a un primo grado. [...] occorre quindi che gli iniziati di grado superiore, i saggi, orientino gli iniziati di grado inferiore verso il raggiungimento di obiettivi mondani (in questo caso, lattivismo europeistico) che di per s sono vani [...] ma che hanno una preziosa funzione didattica . Si tratta della c.d. pedagogia del compito inutile, su cui si avr occasione di ritornare in seguito: A forza di perseguire per disci plina degli obiettivi vani, e di insistere al tempo stesso nella difesa della propria interio rit [...] anche gli iniziati di grado inferiore [...] si faranno le ossa ( f . j e s i , Cultura di destra, Milano, G arzanti 1979, p. 83). 92 Cinabro, p. 209; L'arco e la clava, Milano, Scheiwiller 1969, 1971. Il concetto di anarchismo di destra , qui afferm ato, si avvicina a quello di nichilismo tedesco , che si differenzia da quello dellEuropa occidentale (Francia) e da quello russo per la tenden za a ricostruire dopo aver distrutto, ( a . m o h l e r , Konservative Revolution, cit., pp. 94 segg.). 93 p . b a i l l e t , Julius Evola, cit., p. 23; f . i n g r a v a l l e , M ouvement rvolutionnaire, cit., p. 36. 94 F . i n g r a v a l l e , op. cit., p. 36. Ingravalle non un osservatore casuale: stretto col laboratore di c reda alle Edizioni di Ar, autore di testi su Nietzsche pubblicati dalle stes se edizioni (Nietzsche illuminista o illuminato, 1981, inoltre di II caos degli scribi, appen dice alla seconda edizione di a . r o m u a l d i , Nietzsche, e la mitologia egualitaria, Edizioni di Ar 1981, 1 ediz. 1971), frequente collaboratore di Totalit , probabile membro del Comitato di Solidariet per Franco Freda, teorico e militante di Terza Posizione, respon sabile della diffusione tramite casella postale del bollettino Q uex , di cui si parler nel prossimo capitolo, arrestato e poi rilasciato nel corso delle indagini sulla strage di Bolo gna, risulta un osservatore particolarmente qualificato delle vicende interne alla Destra.

48

NOTE

M otivi di im p u ta zio n e , avverso le ordinanze del 5, 12, 16 gennaio 1982 del G .I. di Bologna, p. 18.) 95 Ibid., pp. 36-37. 96 Articolo comparso su O rdine N uovo , 1, 2, 1970, pp. 50 sgg.; cit. in i n g r a v a l l e , op. cit., p. 37. 97 Secondo Ingravalle, A . Romualdi esprime, insieme a F. Freda, le teorie della rivoluzione cui si richiamano le due principali linee strategiche del movimento compo sito che lotta contro il regime italiano attuale . La prima quella dellala nazional-rivoluzionaria e legalista degli ambienti giovanili del M S I (generalmente raccolti intorno agli antichi militanti di Ordine N uovo, rientrati nel partito nel 1969), e fa riferimento so prattutto a Romualdi; la seconaa (Freda) quella del movimento rivoluzionario che si ecentemente espresso attraverso due giornali di lotta: Costruiamo lAzione e TVrza Posizione (i n g r a v a l l e , op. cit., pp. 35, 37-38). Si tratta, naturalmente di distinzioni schematiche, se non altro perch Romualdi e Freda furono in stretto rapporto: il primo collabor assiduamente alle edizioni di Ar, curando e pubblicando diversi testi: a Ro mualdi, inoltre, si richiama anche la N uova D estra di orientamento metapolitico (cfr. cap. 3). Figlio del vice segretario del M SI, Pino Romualdi, Adriano, nato nel 1940, in contr la morte nel 1973 in un incidente stradale, morte che un esperto del calibro di G uido Giannettini (che era suo amico personale) definisce strana , perch Romualdi aveva contatti precisi con i servizi tedeschi, e si interessava con loro dellE st europeo . (Affermazione rilasciata nel corso degli interrogatori di fronte al Giudice Istruttore G . D Am brosio e al P .M . E . Alessandrini, pubblicata in E . p e s e n t i (a cura di), Le stragi del SID. I generali sotto accusa, Milano, M azzotta 1974, p. 116.) Discepolo di Evola, la sua recensione del 1964 al volume evoliano sul Fascism o posta come Introduzione allediz. 1979 del medesimo volume ( O ra sono entrambi scomparsi, il hiaestro e lallievo, e noi li ricordiamo con commossa riconoscenza, accomunati in questa ristam pa ); sua fu anche la prima monografia sul maestro (Julius Evola, l'uom o e l'opera, Roma, Volpe 1966). Fra gli altri scritti di Romualdi sono da menzionare la traduzione e prefazione di: s a i n t l o u p (pseudon. di M arc Augier), I volontari europei delle Waffen SS, Roma, Volpe 1967; inoltre: Nietzsche e la mitologia egualitaria, cit.; Drieu La Rochelle, il m ito d ellEuropa (con G. g i a n n e t t i n i e M . p r i s c o ) , Roma, La Salam andra 1965, 1981, e i volumi postumi: G li indoeuropei, Padova, Edizioni di Ar 1978, e Correnti politiche ed ideologiche della destra tedesca dal 1918 a l 1932, Roma, L italiano edizioni 1981 (questultimo fortemente debitore, anche se il debito non sempre riconosciuto, allopera di A. Mohler). 98 A. r o m u a l d i , La destra e la crisi del nazionalismo, Roma, Edizioni de Il Settimo Sigillo 1973, p. 4. 99 C i vale, in particolare, per la classe dirigente del Fascismo italiano, che entr in una guerra continentale, imperiale, ideologica [...] con una mentalit piccolo-nazionali sta che si esprimeva negli slogfins: Corsica-N izza-Savoia . Come sempre fatta salva la figura del Duce: che Mussolini pur con tutte le contraddittorie esitazioni del nazio nalismo tramontante [...] non abbia dubitato della necessit di entrare in guerra, cosa che onora la sua intuizione storica (Ibid., p. 11). 100 Fascismo, p. 126 (retro, p. 26). 101 I punti fondamentali del disegno, anche secondo Romualdi, sarebbero stati: lan nientamento del bolscevismo, e legemonia tedesca sui territori russi antisovietici; il ri torno al Reich delle province che ne erano state parte fino al Seicento (Belgio, O lan da, Alsazia-Lorena); la ripresa della missione egemonica dellAustria nel bacino carpatico-danubiano; la sostituzione dellInghilterra con lItalia nel Lebensraum mediterraneo, con riconoscimento per alla prima del suo ruolo marittimo e coloniale. Che questo blocco potesse crearlo solo la Germ ania era un fatto. [...] Q uesta realt poteva piacere di pi o di meno ma negandola ci si precludeva lunica via che non portasse alla fatale eclissi dellEuropa dalle nazioni (a . r o m u a l d i , La destra, cit., pp. 8-9). 102 Ibid., p. 19. 103 A. r o m u a l d i , Introduzione a G. g i a n n e t t i n i , m . p r i s c o , a . r o m u a l d i , Drieu La Rochelle. I l M ito d ellEuropa, cit., p. 7. 104 Ibid., p. 15.
(s o s t i t u t i Bo l o g n a ,

NOTE

49

105 M . T a r c h i , Degrelle e la mistica dell'Europa, in i d e m (a cura di), Degrelle e il Rexismo, Rom a, Volpe 1978, p. 27. Poco oltre Tarchi riporta le parole dello stesso Degrelle: Q ueste W affen SS erano la crema della crema dei soldati, i duri, i fanatici, i super armati, i super-motorizzati, quelli che erano lanciati nel settore pi infernale e nel mo mento pi difficile [...]. E sse divennero la vera G uardia Imperiale dellimpero europeo in formazione, una gigantesca guardia di oltre mezzo milione di volontari di primordine (Ibid., p. 32); inoltre s a i n t -l o u p , I volontari europei, cit., e ivi la cit. Introduzione di A. Romualdi. 106 A proposito degli slavi, gli Vntermenschen per eccellenza di tutta lideologia nazi sta si pensi soltanto agli scritti di A. Rosenberg Romualdi giunge ad affermare che una certa preconcetta ostilit (sic!) nei loro confronti era destinata a smussarsi di fronte alla realt dei concreti rapporti storici evidentemente mancati, fra tedeschi e slavi, in tutti i secoli precedenti. Quanto agli ebrei, terribile e falsa la cifra di sei milioni di morti, (a . r o m u a l d i , La destra, cit., pp. 28, 27). 107 Non salari, non sindacati, non droga n sesso, n libert , ma politica, armi, dignit, indipendenza (a . r o m u a l d i , La destra, cit., p. 24). 108 Guardateli bene questi drogati, questi alienati dalla loro condizione storica: hanno a due passi il muro di Berlino, ma protestano contro il fascismo : gli operai polac chi insorgono per il pane, ma essi manifestano contro il capitalismo ; la Russia schiaccia met dellEuropa, ma essi pensano al Viet-Nam, al Brasile. L oppio marxista arrivato al cervello... Ibid., p. 30. 109 C it. in F . INGRAVALLE, O p . cit., p. 38. 110 Ibid. 111 C fr. infra, p. 65. 112 Cinabro, p. 101. 113 m . r e v e l l i , Panorama editoriale e temi culturali della destra militante, in a a . w ., Fascismo oggi. Nuova Destra e cultura reazionaria negli anni ottanta, cit., p. 51. 114 f . j e s i , Cultura di destra, cit., p. 32. 115 E certo che ancora oggi, e precisamente in Italia, i riti coi quali una comunit guerriera dichiara presenti i camerati caduti sul campo dellonore, hanno ritrovato una forza singolare (j. e v o l a , Metafisica della Guerra, Diorama Filosofico , maggio-agosto 1935 (riedito, a cura e con introduzione di M. Tarchi, Roma, Edizioni Europa 1974). 116 R. d e f e l i c e , Intervista sul fascismo, cit., p. 65. 117 G. m o s s e , La nazionalizzazione, cit., cap. V II. 118 Un fenomeno spesso menzionato con particolare approvazione a questo proposi to la politica senza residui totalitaria del Nazismo nei confronti dellarte e in generale della cultura. Il punto di partenza la polemica da un lato nei confronti dell arte-perlarte : larte quale attivit autonoma e scissa da ogni principio d ordine superiore [...] prodotto del definitivo distacco dellEuropa dalla Tradizione ( c . m u t t i , Introduzione a A. H i t l e r , Discorsi su llarte Nazionalsocialista, Padova, Ar 1976, p. 3), dallaltro nei con fronti del mito borghese della cultura come dialettica, discussione, caff o parlamento. Per luomo di destra, al contrario, la ricerca intellettuale e lespressione artistica acqui stano senso solo come comunicazione con la sfera dellessere, con un qualche cosa [...] che non appartiene pi al regno della discussione, ma a quello della verit (a . r o m u a l d i , Idee per una cultura di destra, Roma, Il Settim o Sigillo 1973, p. 13). Inevitabilmente, la fonte Evola: le verit che possono far comprendere il mondo tradizionale non sono di quelle che si imparano e che si discutono (Rivolta, p. 16). Bene fecero, quindi, i regimi totalitari ad affidare allarte il compito di modellare, plasmare, eliminare il mar cio e spianare la via al sano. [...] L arte non deve soltanto essere buona, devessere anche legata al popolo; per meglio dire, soltanto unarte che crei attingendo pienamente alla nazione pu in definitiva essere bu on a... (Lettera di j. g b b e l s a W. Furtwangler, cit. in c . m u t t i , op. cit., p. 8 ) . E questo latteggiamento di tutti i regimi totalitari, e infatti si sottolinea con compiacimento laffinit, in proposito, fra nazismo, stalinismo e maoi smo. Colpevolmente permissivo fu invece il Fascism o italiano, che malgrado le dichiara zioni di Mussolini, lasci ampia autonomia alla creazione artistica. (Ibid., p. 9.) In rap porto al Fascism o, il Nazism o ebbe il merito di costringere la cultura neutra a un regola

50

NOTE

mento di conti. Molto pi del regime italiano, esso ebbe la coscienza di rappresentare unautentica visione del mondo, violentemente ostile a tutte le putrerazioni e a tutte le deformazioni dellEuropa contemporanea. La mostra sullarte degenerata, il rogo dei li bri, ebbero almeno un significato rivoluzionario ideale, un carattere di rivolta aperta contro i feticci di un mondo in decomposizione (a . r o m u a l d i , Idee, cit., p. 11). In conclusione, quando i democratici di ogni tendenza insorgono contro 1 oscurantismo m edievale dei nazisti [che hanno bruciato i libri], dal punto di vista tradizionale rendo no loro il migliore omaggio che si possa immaginare ( e . h o u l l e f o r t , Trois regards sur le fascisme com m e phnomne europen, cit., p. 45). 119 F . J e s i , Cultura di Destra, cit., p p . 67 segg. 120 P. B A IL L E T , Julius Evola, cit., p. 70. 121 Su ci, M . t a r c h i , Il caso Gbbels e il dibattito sul nazionalsocialismo, introduzio ne a: j. g b b e l s , La conquista di Berlino, Padova, Edizioni di Ar 1978. 122 p. b a i l l e t , op. cit., pp. 70-71. 123 a . r o m u a l d i . La Destra e la crisi, cit., p 10. 124 D. c o l o g n e , g . g o n d i n e t , Pour en finir avec trente ans de confusions, Totalit , 5, giugno-agosto 1978, p. 73. 125 c . m u t o , recensione a c . s b u r l a t i , Codreanu e la Guardia di Ferro, in : Totali t , 4, aprile-maggio 1978, pp. 43-44. Sul Fascism o rumeno si vedano inoltyie: E . w e b e r , The M en of the Archangel, in Journal of Contemporary H istory , 1, 1 (1966); i d e m , Rum ania, in H . r o g g e r , e . w e b e r (a cura di), The European Right, Berkeley, University of California Press 1966; z. b a r b u , Rum ania, in s.j. w o o l f (a cura di), Fascism in Euro pe, London, Methuen 1968, 1981; i d e m , Psyco-historical and sociological perspectives to the Iron Guard, the fascist m ovem ent of R um ania in s.u . l a r s e n ^ b . h a g t v e t , j . p . m y k l e b u s t (a cura di), W ho Were the Fascists? Social Roots of European Fascism, Bergen, Universitatst forlaget 1980; anche F . j e s i , op. cit.. po. 30 segg. 126 M . t a r c h i (a cura di), Degrelle e il R exism o, cit.; in generale: g . c a r p i n e l l i , Bel gium, in s. w o o l f (a cura di), Fascism in Europe, cit.; j . m . e t i e n n e , L e M ouvem ent Rexiste ju sq u en 1940, Paris 1968. 1271, d e a k , Hungary, in H . r o g g e r , e . w e b e r (a cura di), The European Right, Berke ley, University of California Press 1966; M . l a c k o , Arrow Cross Men: National Socialists, 1935-1944, Budapest 1969; i d e m , The Social Roots of Hungarian Fascism: the Arrow Cross, in l a r s e n , h a g t v e t , m y k l e b u s t (a cura di), W ho Were the Fascists, cit.; j. e r o s , Hungary, in s.j. w o o l f (a cura di), Fascism in Europe, cit. 128 T . k u n n a s , Drieu La Rochelle, Cline, Brasillach et la tentation fasciste, Paris, Les Sept Couleurs 1972 (trad. it. 1981). 129 M . r e v e l l i , Panorama editoriale, c i t . 130 Risguardo , 1, 1980, pp. 1-2; sulla nozione di editoria come milizia, cfr. M . r e v e l l i , Panorama editoriale, cit. 131 A d es.: j. g b b e l s , La conquista di Berlino, cit.: A. h i t l e r , Discorsi sullarte na zionalsocialista, cit.; sempre di H itler, Idee sul destino del mondo. Parole del Fiihrer raccol te e ordinate da M. Bormann, in tre volumi; e . k . b i r d , R udolph Hess, l'ultim o europeo. 132 D a: p . m a r e n g o , L ultim o sigftore degli A rii, cit. in Risguardo , 1, 1980, p . 3. 133 g r u p p o d i a r , La politica come ascesi, introduzione a: c. c o d r e a n u , &mrio dal Carcere, Edizioni di Ar 1970, 1982, p. 15. Nello stesso scritto, commentando lafferm a zione di Z. Barbu, secondo cui il motivo pi forte a sostenere la Legione, fu la resurre zione e la vittoria, che si conquistano attraverso la morte, secondo la mitologia cristiana (cfr. z. b a r b u , Rum ania, cit., p. 163), il Gruppo di Ar aggiunge: quelli in questione risultano non tanto generici motivi lito lo g ic i, quanto precisi elementi teologici evidenti soprattutto nelle tradizioni nordicoarie, iraniche, islamiche, e raccolti nel simbolismo della mors triumphalis , del sacrificio e della vittoria che eleva a condizione immortale (Ibid.). 134 c. c o d r e a n u , Diario dal Carcere, cit., Il capo di cuib, 1974, 1981; Guardia di Ferro, 1972, i. m o t a , L uom o nuovo, 1978; I. M ota, chiamato il Santo nella mitologia della G uardia, cadde in Spagna nel 1936; fu il primo traduttore in rumeno dei Protocolli dei Saggi di Sion.

NOTE

51

135 F . s z l a s i , Kitartdsl L e croci frecciate e il nazionalsocialismo ungherese-, i d e m , D i scorso agli intellettuali, l . d e g r e l l e , Militia, 1979; i d e m , La nostra Europa, 1980. 136 L 'u o m o a cavallo e I cani di paglia sono pubblicati da Ar. 137 j . e v o l a , La dottrina aria di lotta e di vittoria, c i t . 138 Fra gli altri titoli: k i t a y a m a y u n y u , L etica eroica dei guerrieri Yamato, s.d.; k a i t e n m u k a r i y a , La religione dei Samurai, s.d .; i. n i t o b e , Bushido, 1976; e gli scritti di Y. m i s h i m a , Il pazzo morire (1979) e Ancora intom o al pazzo morire (1980) ( Se un samurai giunge al punto di riuscire a distinguere il Bene col M ale non sar mai capace di fare grandi cose, perch conoscer la paura. [...] Lo spirito del bushido realizzato quando ci si immagina di morire; questo lo si deve fare ogni giorno e ogni sera. ; cit. in R i sguardo , 1, 1980, p. 9). Com pleta la serie, G. f i n o , Mishima e la restaurazione della cul tura integrale, 1981. 139 c . m u t t i (a cura di), Gheddafi templare di A llah, 1975. M utti, ex docente dellU niversit di Bologna, autore di saggi e articoli sulla tradizione islamica, stretto collabora tore e amico di F. Freda, era stato il promotore dellAssociazione Italia-Libia rapide ment interdite sur la pression des milieux sionistes , (c o m i t d e s o l i d a r i t p o u r GIOR GIO f r e d a , Giorgio Freda: nazimaoiste" ou rvolutionnaire inclassable? , opuscolo, Losan na 1978, p. 6). M utti collabora regolarmente a T oialit , che solidarizza con le sue vicende giudiziarie in particolare larresto, succeduto da scarcerazione, in collegamen to con le indagini sulla strage di Bologna. C fr. a . g ., La rpression en Italie, ou l agonie de la bte, Totalit , 12, estate 1981, pp. 68, 77). 140 Al primo posto vanno collocati, naturalmente, I Protocolli dei Saggi di Sion, 1 9 7 1 , curati dal solito C. M utti, responsabile anche di Ebraicit ed Ebraismo. La pubblicazione dei Protocolli, pour la premire fois en Italie de faon officielle depuis 1 9 4 5 , nellam biente radicale considerata una gloria di Ar, di fronte a cui les sionistes aboient (c o m i t , op. cit., p. 4 ) . Oltre ai Protocolli, in questo filone, sono da citare: H. f o r d , L ebreo intemazionale, 1 9 7 1 ; m . b a r d e c h e et al., L aggressione sionista, 1 9 7 0 . 141 Tre aspetti del problema ebraico, 1976; Sintesi di dottrina della razza, 1977; Il mito del sangue, 1978; Indirizzi per u n educazione razziale, 1978. 142 Qui si va dai classici della sociologia ( w . s o m b a r t , G li ebrei e la vita economica, 1980; Metafisica del capitalismo (a cura di C. Mutti), 1977, ai pamphleteers contempora nei: j. b o c h a c a , Finanza e potere, 1982; H . c o s t o n , L'altra finanza e le rivoluzioni, 1971. 143 Q uesto ultimo accostamento dovuto alla nota analogia fra tipo inglese e tipo ebraico (cfr. c . m u t t i , N ote del Curatore a F . f r e d a , La disintegrazione del sistema, 3 ediz. 1980, p. 90). Nella stessa pagina ricorrono espressioni come: l'imperialismo tenta colare dei giudeo-statunitensi^, la lotta antiplutocratica del popolo vietnamita [...] [con tro] la strategia giudeo-americana ; i Dlutocrati giudei del Sudafrica . Nomi come quel li di Freud, Lukcs, M arcuse, M arx, sono sempre preceduti dallepiteto, giudeo , gli U SA sono definiti la judenland am ericana ; e cos via. 144 E attraverso H itler che noi oggi leggiamo Nietzsche. [...] Per noi, che ci siamo affacciati al mondo dopo la guerra, e siamo venuti a sapere tutto in una volta di N ietz sche e d una certa Europa lEuropa di Hitler e di Mussolini, delle bandiere, del san gue, degli eroi talune impressioni si sono fuse spontaneamente luna nellaltra ( a . r o m u a l d i , Nietzsche e la mitologia egualitaria, 1971, 1981, pp. 84-85; si veda anche: F. INGRA v a l l e , Nietzsche illuminista o illuminato, 1981). 145 A. d f Go b i n e a u , Saggio sull'ineguaglianza delle razze umane, 1977; l . g i u s s o , Oswald Spengler, s.d .; j. e v o l a , r . g u n o n , Gerarchia e democrazia, 1974: R .w . d a r r , La nuova nobilt di sangjue e suolo, a cura di M . Tuti, 1978, E . m a l i n s k y , Fedelt feuda le dignit umana, 1976; i d e m , I l Droletarismo, 1979. 146 g i u l i a n o i m p e r a t o r e , Discorsi contro i galilei, 1977; c e l s o , Discorso di verit, s . d . ; PORFIRIO, Discorsi contro i cristiani, s . d . 147 La tradizione di Rom a, 1977: Imperialismo pagano, 1978; La religione di Cesare, c o n f . a l t h e i m , 1977. 148 h . f . k . G n t h e r , Humanitas (a cura di A. Romualdi), 1970, 1977; Religiosit in doeuropea, 1970, 1980; Platone custode della vita, 1977. Si noti, incidentalmente, che Platone viene considerato dalla destra un vero e proprio precursore del Nazism o, men-

52

NOTE

tre in questultimo si rilevano elementi platonici . Secondo A. Romualdi tali sarebbero, infatti, lidentificazione dello Stato con la minoranza eroica che lo regge, il fervido sen timento comunitario, leducazione spartana della giovent, la diffusione di idee-forza per mezzo del m ito . Sempre secondo Romualdi, Platone si sarebbe assai difficilmente scandalizzato del rogo dei libri corruttori o delle leggi per la protezione del sangue. Chiari influssi platonici si ritrovano inoltre nella dottrina interna delle S S , impegnate a sottoporre a una paziente selezione fisica e spirituale i futuri capi, allevati nelle [...] roc che dellO rdine , sorte un po dovunque in Germ ania (cit. nella Nota dell'Editore a h . f . k . g u n t h e r , Platone, cit., pp. 7-8). 149 A A .v v ., Paganesimo e Giudaismo, e a a . v v . , Sol Invictus, entrambi in prepara zione. 150 j. e v o l a , Due imperatori, 1977; A. d e St e f a n o , L idea imperiale di Federico II, 1975. 151 j. e v o l a , c . c o s t a m a g n a , L'idea di Stato, 1970, 1977; o . s p a n n , Il vero Stato, 1982; c . c o s t a m a g n a , Dottrina del fascismo, I. I l principio dello Stato, 1982. 152 F . i n g r a v a l l e , op. cit., p. 41. 153 Disciplina i cui adepti sono ormai divisi in una moltitudine di cenacoli e chiesuo le che si scambiano epiteti come evolomani , Testimoni di J . Evola , e simili, per menzionare per ora solo i meno truculenti. s 154 F . f r e d a , Per un radicalismo di Destra: Cavalcare la Tigre, in Tradizione , 1963, oggi ripubblicato in appendice a p . b a i l l e t , op. cit., 106, 108. 155 b a i l l e t , op. cit., 72-74; E . h o u l l e f o r t , Prefazione alla 2 ed. it. di La disintegra zione del sistema, Padova, Edizioni di Ar 1978, 1980, p. 18. Costoro riconoscono che Evola manca di senso politico operativo restando fermo, da,questo punto di vista, alla Destra controrivoluzionaria dei D e M aistre, dei Metternich, dei Bismarck, senza render si conto che, nel X X secolo, perch una Weltanschauung possa realizzarsi, necessario lintervento dei dr. G bbels e dei M ao T ze Tung: fortunatamente altri ha saputo tra durre al livello di lotta politica il principio secondo cui il miglior modo di essere rivolu zionari, oggi, quello di battersi in nome della Tradizione . Si tratta delle edizioni di Ar e di F. Freda: laddove Evola aveva cos ben definita la teoria della pratica , Freda afferm a una delle pratiche, la pratica politica di tale teoria ( p . b a i l l e t , op. cit., 72, 75; E . h o u l l e f o r t , op. cit., 10-11. Si noti la concettualizzazione usata dagli autori, en trambi francesi). 156 Disintegrazione, 3 ediz., pp. 25-28. 157 Continuo a dire gli altri e non i nostri avversari o i nostri nemici pro prio perch voglio insistere e chiarire sino alle estreme rappresentazioni [...] come tra noi e gli altri vi sia (e vi debba essere) molto pi di una semplice differenza di mentalit, di modo di agire, di ideologia politica. E unanima diversa, una razza diversa... (Ibid., p. 31). 158 Ibid., p . 4 8 . 159 Il male rappresentato dalla societ borghese inguaribile: [...] nessuna terapia possibile [...] nemmeno unoperazione chirurgica riesce ormai efficace: [...] occorre ac celerare lemorragia e sotterrare il cadavere (Ibid., p. 60). 16 F FREDA> D ue lettere controcorrente, Padova, Edizioni di Ar, s.d. 161 E . h o u l l e f o r t , op. cit., p. 15. 162 Ibid., p. 17. 163 Disintegrazione, p. 85. 164 Sono queste le parole con cui si conclude ledizione 1969 dellopuscolo (p. 71). N elledizione 1980 la frase sulla violenza sostituita dalla perifrasi: mezzi [...] che ri sultano conformi agli ostacoli da abbattere, e sono richiesti dalla grandiosit del fine . Viene inoltre aggiunto un periodo: D i questo infatti occorre essere persuasi: che, in un soldato politico, la purezza giustifica ogni durezza, il disinteresse ogni astuzia, mentre il carattere impersonale impresso alla lotta dissolve ogni preoccupazione m oralistica (p. 87). Il senso di queste formulazioni ulteriormente specificato in unintervista del 1977, in cui, dopo aver indicato il carattere antisistem a della lotta condotta da alcune avan guardie dellultra-sinistra, come le Brigate rosse , Freda osserva: D a parte del radicali

NOTE

53

smo di destra si avuta soltanto, a quel che pare, lesecuzione di un magistrato che si era particolarmente distinto per il suo zelo repressivo, ma non sono stati previsti quelli che si chiamano, nel linguaggio aziendale, i tempi di produzione . Com battere il regime significa giustiziare i suoi m agistrati, significa colpire in maniera esemplare i suoi uomini rappresentativi... (citato in: Giorgio Freda: nazimaoiste ou rvolutionnaire inclassable? , cit., p. 14). Il m agistrato particolarmente distintosi per il suo zelo repressivo , come si vedr nel capitolo seguente, Vittorio Occorsio.

2. La destra eversiva
di Franco Ferraresi

1.

PREMESSA

Obiettivo di questo secondo capitolo lanalisi della cultura politi ca dei gruppi e delle formazioni di destra che, nellarco del dopoguerra, hanno elaborato progetti di eversione dellordinamento democratico, o, per lo meno, si sono dati alla violenza in maniera non occasionale. Questa formulazione va circostanziata da alcune cautele. Innanzitutto, il concetto di cultura politica qui utilizzato in ma niera non rigorosa, sia per eccesso che per difetto. Per eccesso in quan to, data la generale carenza di informazioni, in alcuni casi, lintelligen za dei fenomeni richieder che si operi la ricostruzione di vicende che non appartengono alla cultura politica in senso proprio per difetto in quanto, non essendo state, per ora, svolte ricerche empiriche sistemati che, i materiali cui si far riferimento consentono di ricostruire solo alcuni aspetti della cultura politica fondamentalmente lideologia e la Weltanschauung quali risultano dai materiali a stampa (libri, riviste, giornali, volantini, documenti interni), o da dichiarazioni dei protago nisti (interviste giornalistiche, interrogatori giudiziari ecc.). Neppure con riferimento a queste fonti si pu presumere la completezza, data la loro natura spesso clandestina, o per lo meno riservata e comunque difficilmente attingibile; si pu per ritenere che i materiali cui si avuto accesso consentano unapprossimazione abbastanza ragionevole al fenomeno in esame2 . Sfuggono a questa analisi altre dimensioni della cultura politica (ad esempio lo stile di vita, i rapporti fra i militanti e in particolare quelli gerarchici, e simili), che possono essere ricostruiti solo per via indiretta. Una seconda cautela riguarda la completezza della panoramica: per i motivi appena detti, non stato possibile prendere in considerazione

2. LA DESTRA EVERSIVA

55

tutti i gruppi della destra eversiva, ma solo quelli per i quali era dispo nibile materiale in quantit adeguata. Si tratta peraltro dei pi impor tanti, cos che il quadro, bench sommario, dovrebbe fornire almeno i punti di riferimento indispensabili. Infine, e sempre per i soliti motivi, non si avr qui una ricostruzio ne storica analitica deHeversione di destra; i materiali saranno tuttavia organizzati, almeno tendenzialmente, in maniera cronologica, onde for nire unidea dei principali passaggi che scandiscono larticolazione del fenomeno nel dopoguerra

2 . i n o s t a l g ic i: d a l l e o r ig in i a l f r o n t e n a z io n a l e

2.1. I gruppi dellimmediato dopoguerra Lanalisi della prima fase del neofascismo occuper uno spazio mol to ridotto, perch da un lato la fase pi conosciuta, almeno nelle grandi linee, grazie a numerose ricostruzioni4 , dallaltro lo scarso spes sore e originalit della cultura politica espressa nel periodo non richie dono, almeno in questa sede, particolari approfondimenti. Il primo neofascismo si colloca in una situazione storico-politica le cui dimensioni principali sono conosciute: fine della Resistenza, rottura della solidariet antifascista, esatwsaaunento dei CLN, fine del Vento del Nord, rivincita conservatrice negli apparati dello Stato da l a poco, guerra fredda e furibonde campagne anticomuniste da parte delle forze moderate, con lappoggio del cattolicesimo oltranzista. Questo clima favorisce il riaffiorare immediatamente dopo larmistizio di una grande moltitudine di gruppi, movimenti, partiti, raggruppa menti, fronti, alleanze ecc., dalla nomenclatura pittoresca e la vi cenda spesso breve e agitata, che, in maniera pi o meno espliciti! e dichiarata, si richiamano al passato regime, ne raccolgono i reduci, cu stodiscono i ricordi, fantasticano il ritorno. Allo stato attuale della ilo cumentazione impossibile ricostruire una mappa precisa, anche per ch in molti casi si tratta di sigle senza reale consistenza, di forma/ioni dalla natura magmatica che mutano nome ripetutamente nell'ureo ili pochi mesi, anche per evitare linteressamento della legge; alcuni li loro per acquistano una notoriet non effimera: come le SAM (Squu dre dAzione Mussolini), i FAR (Fasci dAzione Rivoluzionuriu), lAII, (Armata Italiana di Liberazione) mentre gi compaiono i nomi di perso naggi destinati a svolgere ruoli da protagonisti nelle vicende successive: ad esempio Clemente Graziani e Pino Rauti, gi nel 1951, sono eoin volti, insieme a J. Evola, in un processo per aver dato vita ni I;AK Nel frattempo sorgono le formazioni partitiche di maggiori dimen

56

FRANCO FERRARESI

sioni: dapprima lUomo Qualunque, che, pur non dichiarandosi fasci sta, con la sua furibonda critica al sistema democratico e linsistente invito a gettare un colpo di spugna sul passato, serve da copertura per consentire al personale fascista di riappurire legalmente sulla scena poli tica6. Nel dicembre 1946 nasce poi, a Roma, il MSI, che da allora co stituir il principale punto di riferimento politico del neofascismo fino ai nostri giorni. Ci non significa per che i gruppuscoli scompaiano: in molti casi, anzi, la loro vicenda sin i essiva non che una lunga storia di tensioni, fratture, scismi, ricini i, secessioni, riconciliazioni, con un partito che da un lato costitu1 .! < il loto principale polo dattrazione, dallaltro ne usa e reprime ulieniiilivnmenle, in modo spregiudicato, il potenziale offensivo, h seconda delle opportunit politiche del mo mento. Come si i ,u i emmio, hi cullimi politica di questi gruppi si colloca a un livello concettuale piuttosto basso, bench inizi ad affiorare il rife rimento il l'.vola. Domina la componente nostalgica, e quindi la riven dicazione di continuit rispetto al Fascismo storico, e soprattutto la sanguinosa epopea della RSI; intensissimo lodio contro i traditori del 25 luglio. (Le faide interne sono spesso causate almeno in superfi cie, da rivendicazioni di ortodossia, purezza, primogenitura fascista.) I miti sono quelli del combattentismo, del reducismo, della lotta contro il bolscevismo e la democrazia, sifilide dello spirito 7 . I gruppi dediti alla violenza compiono azioni di tipo nettamente squadristico: spedi zioni punitive, pestaggi, aggressioni, attentati contro partiti democra tici e sindacati, sfregi a monumenti e simboli della Resistenza, a cimite ri ebraici e sinagoghe ecc.8. Non esiste un progetto politico complessivo (i riferimenti al corpo rativismo, alla Carta di Verona, alla socializzazione ecc., sono ritualistici ed esornativi), e neppure una vera e propria strategia di conquista del potere. Manca anche, malgrado la sguaiata denigrazione della Resi stenza e delle istituzioni repubblicane (il 25 aprile nata una putta na / le hanno messo nome: Repubblica Italiana), unipotesi di attacco allo Stato: al contrario, il clima della guerra fredda e la crociata contro la sovversione rossa collocano oggettivamente le squadre allinter no del blocco dordine, con funzione ausiliaria delle forze moderate nella repressione antioperaia. Per questi motivi le loro intemperanze, anche se ufficialmente condannate e, occasionalmente, ma sempre blandamente, riprese dalla legge, sono in verit considerate dallopinio ne pubblica benpensante come esuberanze di ragazzi fondamental mente sani, e possono svolgersi in clima di sostanziale impunit, con la tolleranza, quando non addirittura la connivenza delle forze dellordine forze dellordine, non si dimentichi, da cui negli anni scelbiani vie ne allontanato il personale di pi genuina provenienza antifascista e re sistenziale 9 . Con la seconda met degli anni cinquanta luniverso fluido e mag

2. LA DESTRA EVERSIVA

57

matico dei gruppi nostalgie i, si v.i riducendo e razionalizzando, men tre si consolidano ed assumono min posizione egemonica i due gruppi la cui presenza diverr una costume in tutte le vicende eversive: Ordi ne Nuovo e Avanguardia Na/.ionule, A essi sar dedicato il capitolo che segue. Prima di occuparsene c per necessario menzionare una vicenda che vede la saldatura fra le Im/c del lusismo reducista repubblicano (per il quale lepisodio e quelli collegati costituiscono forse il canto del cigno) e le nuove leve dell'eveisione di ilesini: la vicenda del Fronte Nazionale di Junio Valerio Borghese,

2.2. Il Fronte Nazionale 2.2.1. La strategia della tensione. - La vicenda del I ronie Nazionale e delle formazioni a esso collegate (in particolare la cosiddetta Rosa dei Venti) si colloca allinterno di quella che viene ormai comunemen te definita strategia della tensione, di cui costituisce anzi uno degli episodi salienti. Non compito di questo scritto ricostruire uno dei pe riodi pi oscuri della storia italiana recente, allinterno del quale molti episodi e collegamenti rimangono ancora misteriosi. Alcuni accenni succinti sono per opportuni. Gi allinizio degli anni sessanta il centro-sinistra mette in luce, per la Destra, la debolezza dellarma partitico-parlamentare: il MSI di M i chelini, che aveva puntato tutte le sue carte sullipotesi di condizionare da destra i partiti di governo, si trova emarginato e isolato dallo sposta mento a sinistra dellasse politico. Negli ambienti moderati-conservatori affiora lipotesi di un ricorso, anche fuori del Parlamento, alle forze sane della nazione, per imprimere una svolta autoritaria al paese. Il piano as Solo, del 1964 (generale Di Lorenzo), ne costituisce una pri ma manifestazione. Alla fine del decennio poi, la contestazione giova nile e operaia, culminata nellautunno caldo, fanno ritenere imminente una presa del potere da parte delle classi subalterne, e rafforzano ancor di pi nellambiente conservatore la sensazione che sia necessario fron teggiare con tutti i mezzi questa paventata eventualit. Pullulano in argomento le discussioni e le ipotesi strategiche, af frontate in maniera sia palese che riservata. Una occasione di grande rilievo il convegno svoltosi a Roma nel 1965, sotto legida dellistitu to A. Pollio di studi storici e militari1 0 . Listituto legato agli am bienti dello Stato maggiore, e al convegno partecipano esponenti delle gerarchie militari e della magistratura, docenti universitari, giornalisti, intellettuali di destra; fra i relatori spiccano i nomi di G. Pisano, P. Rauti, G. Giannettini, G. Accame; nel discorso dapertura si d il ben venuto a un gruppo di venti studenti universitari che include Stefa no delle Chiaie e Mario Merlino1 1 . Il motivo di fondo, assolutamente dominante, del Convegno, un

58

FRANCO FERRARESI

totale, incondizionato, furibondo anticomunismo, ribadito ossessiva mente in tutte le relazioni e gli interventi, con toni che vanno dal di leggio greve1 2 allinvettiva apocalittica: i comunisti nulla hanno a che spartire col resto dellumanit, sono una presenza estranea fra gli uomi ni; a loro vengono attribuiti simultaneamente istinti primitivi e capaci t avanzatissime di manipolazione sociale, come le razze extraterrestri cui sono infatti paragonili i 1 Nel loro sinistro disegno di conquista pla netaria essi hanno gi scatenato la terza guerra mondiale tema, an che questo, insistito sino allossessione, e che fa da sottotitolo agli atti del convegno. E una guerra subdola, mascherata, che, se necessario, non esita a fare ricorso al hi violenza, ma che usa prevalentemente mez zi indiretti1 4 di tipo propagandistico, culturale, politico, psicologico, di plomatico economico, le cui manifestazioni sono elencate con minuzia paranoica1 5 . E una guerra totale, la guerra rivoluzionaria (sinonimi: guerra sovversiva, guerra non ortodossa ecc.): suo obiettivo non la conquista di territori tua quella delle anime. Il primo compito di chi si oppone a questo disegno diffondere sempre pi la consapevolezza della minaccia; poi, organizzare la resi stenza, evitando leccesso di scrupoli: i comunisti sono al di fuori del consorzio delle genti, nei loro confronti non devono valere le normali remore etiche l6. La guerra quindi va condotta sino allultimo sangue: sarebbe naturalmente preferibile evitare la violenza, ma se necessario essa va affrontata senza timidezza l7. Infine ci si riserva il diritto di de finire quale soglia di provocazione sia da ritenere intollerabile: qual siasi violazione compiuta dai comunisti [...] come per esempio [...] inserirsi in una nuova maggioranza o peggio ancora penetrare, non fosse che con un sottosegretario alle PP.TT. in un gabinetto ministeria le costituirebbe un atto di aggressione talmente grave [...] da rende re necessaria lattuazione [...] di un piano di difesa totale. Vale a dire lintervento diretto, deciso e decisivo delle FF.AA. 1 8 . Sin dora comunque si deve mettere in atto una strategia di contro mobilitazione globale, che aggredisca tutti gli aspetti della persona uma na, a cominciare da quello propagandistico1 9 : obiettivo deve essere la costruzione del soldato controrivoluzionario, un combattente totale, im pegnato a ogni ora nella lotta contro il comunismo2 0 . Particolare atten zione va rivolta ai giovani, per inculcargli valori come la mistica della guerra e il gusto per la lotta cruenta nella sublimazione del rischio, onde creare quello spirito altissimo che fa del combattente un asce ta e missionario 2 1 . Sul piano operativo, vengono discusse diverse linee strategiche, al centro di tutte le quali si colloca, decisivo e ribadito, il ruolo delle FF.AA.: di fronte alla flaccida insipienza della classe politica, solo la loro tenuta pu garantire un valido argine alla sovversione. Esse per non devono agire da sole, ma affiancarsi ai civili, che dal canto loro non potranno operare senza lappoggio dei militari si giunge a pro-

2. LA DESTRA EVERSIVA

59

porre la formazione di stilli maggiori misti . In questo ambito si confi gura la formazione di gruppi irregolari (civili) per l'autodifesa (controguerriglia o guerriglia, se nini il paese venisse invilito), In proposito sono decisive le esperienze di guerru non oiindusse tondone nei paesi del Terzo Mondo, soprattutto duriinle i proietti di deiolom/.zazione2 1 , ma anche lesperienza italiana del l'M l t*> !vii nttetiiamenle meditata2 4 . Di questa viene considerala pariicolarmenie igniliciiliva la capacit, dimostrata dal PCI, di scatenine la guerra civile dopo l'H settembre 1943 (quando, secondo il relutore, le nume erano ormai ilisposte ad accettare il governo della USI), facendo ricorso a un numero ridottissi mo di militanti altamente addestrati (i GAI1, non pi di 150 individui in tutto il paese) che, mediante una serie di assassinii le cui vittime furono scelte con accuratezza, riuscirono a provocare la rappresaglia fa scista: avevano bisogno di sangue, e lo ebbero (p. 125). Le rappresa glie, infatti, crearono la frattura fra il governo e la popolazione, che inizi a parteggiare per i ribelli. Il fenomeno si accentu ulteriormente quando, in una successiva fase rivoluzionaria, i ribelli salirono in mon tagna: se ci mettiamo nei panni del contadino o del montanaro o del litaliano in genere, che non ha una grande sensibilit politica, ci spie ghiamo come la popolazione, vedendo i rappresentanti dello Stato lega le beffeggiati, inseguiti, attaccati, pensa che i pi forti sono i guerriglieri e lopinione pubblica si schierer [...] con il guerrigliero 2 5 . Di questa lettura della Resistenza faranno tesoro alcuni dei pi radicali documen ti nazionalrivoluzionari successivi al 19772 6 . Dal punto di vista strutturale complessivo, si propone che, nella fa se attuale della guerra non-ortodossa, le energie controrivoluzionarie si articolino a tre livelli: il primo comprender gruppi di ceto medio (fun zionari, professionisti, docenti, piccoli industriali ecc.), in grado di svolgere unazione prevalentemente passiva, diretta a troncare e mo lestare le iniziative dellavversario. Il secondo livello si comporr di persone gi organizzate in associazioni darma, nazionalistiche, irreden tistiche, ginnastiche, di militari in congedo ecc., che avranno il compi to di svolgere azioni di pressione hellambito della legalit, in appog gio alle forze dellordine, ove queste dovessero intervenire per stronca re azioni di piazza. Il terzo livello, composto di elementi specializzati, nuclei sceltissimi operanti in pieno anonimato, svolger le vere e proprie azioni di controterrore, e di eventuale rottura dei punti di pre cario equilibrio. Al vertice sar un Consiglio con compiti generali di coordinamento2 7 . Sarebbe probabilmente ingenuo considerare gli atti del Convegno Pollio come fogli dordine, immediatamente operativi, di un movi mento clandestino e ancora pi ingenuo ritenere che, ove direttive di questo genere esistessero, i responsabili le farebbero circolare sotto forma di un volume a stampa. Resta per il fatto che, a met degli anni sessanta, in ambienti altamente qualificati degli apparati civili e militari

60

FRANCO FERRARESI

dello Stato, si discutevano argomenti e si facevano proposte che trova rono poi nella fase applicativa della strategia della tensione numerosi punti di riscontro (per usare una formula cautelativa): si pensi soltanto al ruolo avuto dalle associazioni ginnico-darma (i paracadutisti, ad esempio), o dai militari in congedo nelle iniziative Borghese-Rosa dei Venti. A queste si rivolger ora l'altcnzione, focalizzandola sulla for mazione che ha svolto il ruolo pi palese: il Fronte Nazionale. 2.2.2. Ideologia e organizzazione II Fronte viene costituito nel set tembre 1968 con atto notarile dir registra come obiettivo statutario quello di perseguire tuttr Ir attivit utili alla difesa e al ripristino dei massimi valori della civilt italiana ed europea 2 8 . Gli Orientamenti programmatici, del 1969, si richiamano a elevate conquiste dello spi rito, e indii ano la volunta del movimento di instaurare un ordine poli tico, in alternativa .i quello vigente, che ripudi il materialismo e la massificazione, nonch "la lotta ili classe, a beneficio di una realistica e salutare collaborazione fra le categorie professionali, capace di ga rantire ai cittadini aventi in comune sentimenti patriottici una vita consona alle migliori tradizioni del popolo italiano. A questo scopo sar necessario costruire uno Stato forte, efficiente e autorevole, ca pace di salvaguardare gli interessi generali, e di eliminare i conflitti interni nocivi a una disciplinata convivenza; sopprimere i partiti politi ci e gli istituti parlamentari, fautori di unazione perniciosa, germi di disintegrazione, focolai di corruzione [...] congreghe operanti a favo re di interessi particolari, spesso anche stranieri; osservare le leggi e riconoscere il ruolo primario delle Forze Armate, affrancate da interfe renze di comodo2 9 . Frequentissimi poi, soprattutto nel corso dellattivi t propagandistica svolta dal comandante, i richiami allesigenza di combattere il terrore rosso, di fronteggiare la manovra comunista, costituire una diga al comunismo, e simili3 0 . Per realizzare questi obiettivi il Fronte si era proposto come mo mento di raccolta delle principali forze extraparlamentari di destra: ol tre a un humus di base composto da reduci della RSI, ufficiali in servi zio e in congedo, appartenenti ad associazioni darma e sportive, para cadutisti in servizio e a riposo, notabili e uomini dordine di varia collocazione, ci si rivolgeva in particolare a formazioni come Fronte Del ta, Europa Civilt, e soprattutto Ordine Nuovo e Avanguardia Nazio nale, cui sarebbe spettato un ruolo centrale nel progetto eversivo3 1 . Lorganizzazione del Fronte si articolava in delegazioni collocate in varie citt, ed era strutturata a due livelli, uno palese, denominato gruppo A , e uno occulto, gruppo B, costituito da veri e propri gruppi armati da impiegare nellambito di una strategia che partiva dal la costatazione secondo cui non sarebbe stato possibile destabilizzare le istituzioni repubblicane meramente tramite le azioni di reparti irre golari, privi dellappoggio delle Forze Armate. Il piano prevedeva allo

2. LA DESTRA EVERSIVA

61

ra di porre in atto una m oltitudini "di azioni criminose minori, di so prusi, di aggressioni, di scontri, ili pinoli colpi ili nnino e ogni tanto far esplodere episodi di contesi a'/ione clamorosi |nn ali/./.undo gli appa rati istituzionali: si sarebbe cosi erralo uno sitilo ili allarme e tensione dellopinione pubblica, messa ili limile tiII ' ini|< < > tr n/.tt t alla corruzione della classe dirigente, ingenei amimi m i "In npeiimtnli" un Iurte deside rio di ordine, da tutelare a ogni euslo In tali* i|iuuliu, " s u l i u n i u le l'orze Armate, da troppo tempo umiliale Iti inseusale >ampagne tlciugi alorie e da miseri giuochi di vertice, avevano l'uiipuilumia ili iineivenire per ristabilire la legge, eliminare i focolai ili lui baiuenlo, portare a termine una salutare pulizia nei gangli vilali, i mii|uisitiie cusi una funzione egemone 3 2 . Il Fronte Nazionale, innestale le dinamiche della conflittualit, si assegnava il ruolo di aperto fiancheggiatole dei milita ri, per rivendicare in seguito adeguati compensi, e in particolare il di ritto di partecipare da protagonista alla costruzione dello "Stato forte 3 J. Come si vede, facile cogliere nella strategia del Fronte elementi affini a quelli discussi durante il convegno Pollio: si pensi al rapporto previsto fra FF.AA. e formazioni irregolari, o al ruolo, menzionato, delle associazioni ginniche e darma. Sul piano generale della concezio ne politica, sono riconoscibili vari elementi di derivazione evoliana, ri dotti per a livello di benpensantismo autoritario e golpista. Punto qualificante del progetto leliminazione dei partiti e dei sindacati, cio delle rappresentanze democratiche, fomiti di disordine e turbolen za sociale. Lobiettivo del ristabilimento di legge-ordine viene proposto in un quadro di sostanziale rispetto dellordinamento esistente: lo Sta to non figura n come una controparte n come un avversario, ma co me listituzione che ci si propone di rafforzare (Stato forte), eliminan do gli elementi disgregatori. Oltre che nelle formulazioni precedenti questo atteggiamento particolarmente marcato nel proclama che il comandante intendeva leggere alla TV dopo la conquisti del potere, dove il riferimento ai simboli istituzionali dellordine e dellautorit quanto mai esplicito e rispettoso3 4 . Quanto alla scelta di campo, il mantenimento dellItalia allinter no dellAlleanza Atlantica ribadisce la rigorosa accettazione dello status quo internazionale, mentre linvettiva contro quelli, per intenderci, che volevano asservire la Patria allo straniero, e linsistito richiamo ai concetti di Patria, Nazione, glorioso Tricolore, e simili, non impedisco no un gesto di immediato, mercenario servilismo nei confronti della po tenza imperiale: invio di militari italiani in Viet-Nam, e simultanea ri chiesta di prestito in dollari al Presidente degli Stati Uniti dAmerica3 5 .

62

FRANCO FERRARESI

3 . ORDINE NUOVO E AVANGUARDIA NAZIONALE FINO ALLO SCIOGLIMI-NTO (M ETA ANNI SETTANTA)

Come si anticipato pi sopra, le formazioni la cui presenza pi costante e continuativa uelluniverso della Destra di battaglia sono Or dine Nuovo e Avanguardia Nazionale. Esse partecipano infatti, in for ma palese o clandestina, a tutte le fasi delleversione nera, e, il che for se pi importante, costituiscono un fondamentale trat d union fra le fasi e le generazioni ili militanti, congiungendo in un legame di conti nuit ideale e operativa, che passa attraverso i momenti intermedi, il neofascismo nostalgico itegli anni immediatamente postbellici con le pi recenti manifestazioni di terrorismo spontaneista successive al 1977.

3.1. Ordine Nuovo La storia di Ordine Nuovo in quanto gruppo politico autonomo ini zia nel 1956, quundo, al congresso di Milano del MSI, un gruppo gui dato da Pino Rauti (e che include, fra gli altri, Clemente Graziani, Paolo Signorelli, Stefano Serpieri, Stefano Delle Chiaie), esce dal parti to e fonda il Centro Studi Ordine Nuovo. La segreteria del MSI allo ra controllata da A. Michelini; G. Almirante, su posizioni vicine a quelle ordinoviste, rimane nel partito, in ruolo di opposizione interna, proprio per offrire un punto di riferimento ai gruppi extraparla mentari 3 7 . Le motivazioni con cui il gruppo di Rauti spiega luscita dal MSI sono quelle classiche di questo tipo di diaspora, applicate alla situazio ne particolare del neofascismo: caduta della tensione, della purezza, dello slancio del partito ormai coinvolto nel sistema demoparlamentare antifascista; tradimento dellidea, della Causa e del passato fascista, so prattutto quello della RSI; personalismi, meschinit, intrighi di corri doio, piccole ambizioni di arrivisti in fregola, di burocrati stipendiati [...] di scaltri uomini daffari, privi delle doti di coerenza e di stile peculiari delluomo fascista3 8 . Negli anni che seguono, il Centro Stu di, cui ispirazione fondamentale sono sempre le teorie evoliane, e il mito dellEuropa, si dedica alla rielaborazione di concezioni hitleriane, riallacciando e intensificando i legami con il neonazismo europeo gi stretti negli anni cinquanta. Nel decennio successivo il movimento van ta 10.000 aderenti, con roccheforti in Veneto (della cui sezione, alla fine degli anni sessanta, responsabile F. Freda), Campania, Sicilia; alla rivista Ordine Nuovo, diretta da Rauti, si affianca un periodico, Noi Europa, un bollettino, Eurafrica, e una Europa-Korrespondenz 3 9 . Alle attivit culturali e di formazione (convegni, corsi ecc.) si af

2. LA DESTRA EVERSIVA

63

fianca la battaglia politica vera < propria, che vctlc ON schierato al fianco di Avanguardia Nuzionalr c delle altre forma/,ioni neofasciste negli scontri di piazza, nelle azioni M|iiadie.tiche, nei >ampi paramilita ri, negli stages per attivisti m Quanto alla s i i m d e l l a tensione, senza presumere di addentrai i in pioM. mi di i aniline investigativo, che non sono compito di questo sci il lo, linai I qui m i rimai e ni pesanti sospetti emersi nei confronti del londainie e <a|>n iim uo ili ()N, lino Rauti, arrestato e prosciolto sotto l'an i r a i di avei pallet inalo aliti pro gettazione dellattentato di Piazza Fornitila a Milano Della piisen/n di ON, insieme ad AN, nelle attivila del l umie Na/.ioimle di Horgliese, si parlato nel paragrafo precedente. Il contatto con il MSI, per, non viene mai meno, e privilegia so prattutto i settori pi critici verso la gestione Michelini, cio l'ala almirantiana. Quando, alla morte di Michelini, Almirante assume la segre teria (1969), Pino Rauti decide di rientrare nel partito. Questo crea una spaccatura allinterno di Ordine Nuovo: coloro che disapprovano il rientro nel MSI, guidati da Clemente Graziani, danno vita al Movi mento Politico Ordine Nuovo4 0 , che vive unesistenza teoricamente pubblica, in realt semiclandestina4 1 , fino al 1973, quando viene con dannato dal Tribunale di Roma per ricostituzione del partito fascista, e poi sciolto con decreto ministeriale. Dopo lo scioglimento entra in clandestinit, e si confonde e mimetizza con altri gruppi e sigle. La ricostruzione della cultura politica e dellideologia di questo gruppo, al di l degli aspetti pi generici, non agevole, in quanto ON, come altre organizzazioni di destra, in questa fase non rivendica n fornisce una giustificazione teorico-ideologica delle azioni compiute. Buona parte dei documenti cui stato possibile accedere proviene dal processo del 1973, sopra accennato. Tale processo tuttavia, appartiene a un periodo in cui la magistratura persegue la Destra prevalentemente per ricostituzione del partito fascista: altre imputazioni (in particolare quella di banda armata, art. 306 c.p.) vengono elevate solo in seguito, quando la loro applicazione al terrorismo di sinistra ne rende lestensio ne anche a destra inevitabile. Senza esprimere valutazioni politiche su questa impostazione, va sottolineato che i materiali utilizzati tanto dal laccusa quanto dalla difesa nel corso di questo procedimento (che, fra laltro, prende in considerazione solo il periodo successivo al 1969) ri guardano appunto la ricostruzione del partito fascista, il che ne limita lutilizzabilit ai nostri fini. Ci vale in particolare per il principale ma nifesto ideologico di ON, la memoria presentata al Tribunale da Cle mente Graziani e successivamente pubblicata4 2 . Il documento infatti dedicato soprattutto a differenziare le posizioni di ON da quelle del partito fascista, e ad affermare la natura legalitaria e non-violenta del primo, con alcune punte francamente impudenti, come il tentativo di dimostrare la possibilit di una rivoluzione non-violenta collocando

64

FRANCO FERRARESI

Ordine Nuovo sullo stesso piano del movimento gandhiano, oltre che del cristianesimo e del buddismo. Il rientro, nel 1969, dellala rautiana di ON nel MSI era stato moti vato dalla situazione di emergenza creata dallautunno caldo, e dalla conseguente necessit di non disperdere le forze rivoluzionarie, cui si aggiungeva lopportunit indicata da Rauti, di usufruire delle difese che il sistema offre attraverso il Parlamento [...]. E quale poteva essere lo strumento di questo inserimento se non il MSI? 4I. La replica di coloro che avrebbero dato vita al MPON, fornisce alcune indicazioni sulla concezione che il movimento ha di se stesso. Il MSI si afferma non ha per fine politico labbattimento del sistema, ma piuttosto il suo rafforzamento attraverso il correttivo dello Stato forte e autorita rio; non pertanto un movimento rivoluzionario, e non pu pretendere di inglobare ON, il cui carattere tale, come si ribadisce con grande insistenza: noi siamo un movimento rivoluzionario, la nostra azione politica sar quindi rivoluzionaria: i tempi [...] sono maturi per unazio ne rivoluzionaria4 4 . Il nemico principale il sistema della democrazia parlamentare par line;!, tomba della libert, il sistema pi illiberale e pi ingiusto per ch porla al potere i meno capaci e i pi settari, in quanto emanazionedei partiti [...] pone per assioma tutti gli uomini su un unico piano e a un unico livello di eguaglianza falsa e impossibile 4 5 . Di particolare violenza le invettive contro il letamaio partitocratico, il governo dei ladri e dei vigliacchi, il regime politico marcio e corrotto che niente e nessuno rappresenta fuorch i ladri e gli sfruttatori 4 6 . Il programma del movimento prevede, pertanto, la lotta totale e senza quartiere con tro questo sistema; la costituzione di unEuropa-nazione libera dal co lonialismo russo e americano; leliminazione dalla cultura europea di tutte le influenze borghesi, progressiste, materialiste; leliminazione del modo di produzione capitalista e lesproprio delle aziende internaziona li; il disconoscimento dello Stato del Vaticano e lesproprio dei suoi be n i4 7 : il tutto alla luce di una concezione antidemocratica, antisociali stica, aristocratica ed eroica della vita 4 8 . Lorigine evoliana di questi concetti evidente e proclamata con enfasi: da questo autore noi abbiamo mutuato tutta la nostra imposta zione dottrinale ed esistenziale; [...] il lavoro di Ordine Nuovo dal 1953 a oggi stato quello di trasferire sul piano politico gli insegnamenti di J. Evola [...] G li uomini e le rovine [...] pu considerarsi il vangelo politico della giovent nazionalrivoluzionaria 4 9 . La dottrina evoliana stata ampiamente discussa nel primo capitolo di questo volu me, e verr ripresa nel quarto, cos che non il caso di ripetersi. Basta qui rilevare che lindividuazione dei suoi punti principali o della loro volgarizzazione, nei documenti di Ordine Nuovo, quanto mai agevo le. Frequentissimi, per esempio, nella memoria di Graziani, sono i rife rimenti a\ \ 'anim us, allo spirito, allo stile legionario, eroico, combattente

2. LA DESTRA EVERSIVA

65

ecc., spesso formulati con unii prosa > In cui ligoi osamente bandita ogni tentazione di understulcnu iil Sulla stessa lincu i riferimenti alla ristocrazia politica e alla lite i ivolu/ioiiiii in, in polemica col fenomeno del ducismo e bonapariismo, Hiigmnll/./uto miur controrivoluzionario e attribuito agli aspetti drtrrion del I ani inno Un movimento autcnticiiinrntr ilvoliuiliiiinrlti tettile > i #permmitll//nrc al massimo la figura dei suoi 1 1 igniti ni ciliu a il inlllniiil', il mililaio imliti co, a servire e seguire, uni Inlrlia .......... miluuiu l'Iilia |>< i i ni il Italie [...1 Questo concetto pratico si uniscc till tilt i< > , pii linai', n u tr lu i, pei cui lazione spersonalizzata, condotta in piena liln-ilu ila legnini "niugrslivi", che spesso sinstaurano nei riguardi di capi presiigiot.i | | i|ud dir I ,| pi ha valore sul piano della realizzazione individuale" . Il nazionalismo, il culto naturalistico della patria, viene dichiarato un non-valore, la nostra patria essendo l dove si combatte per l idea!" (p. 20, corsivo nelloriginale). Un paragrafo intero dedicato al signifi cato di tradizione (pp. 23-25), e alla contrapposizione fra due visioni del mondo, quella aristocratica da una parte, e quella pleblea, democra tica, collettivista e materialista dallaltra (p. 24). Viene naturalmente favorita la prima, in nome di una superiore realt metafisica, in nome dellascesi eroica e guerriera che reintegra lio nella sua dimensione pi profonda e originaria... (p. 20). Pure un paragrafo dedicato alla dif ferenziazione, in termini rigorosamente evoliani, fra Stato totalitario e Stato organico, naturalmente a favore del secondo (pp. 26-28). Unultima serie di considerazioni riguarda latteggiamento nei con fronti della violenza. Dopo aver affermato che rivoluzione non sino nimo di violenza, come dimostrano appunto le rivoluzioni non violen te, Graziani sostiene che un vero movimento rivoluzionario, fin che pu, cerca di affermare le sue idee in modo esclusivamente legale. Solo quando la violenza repressiva del sistema lo impedisce, la volont del la rivoluzione di sopravvivere provoca e legittima la consapevolezza del proprio diritto alla controviolenza. E questo il caso di ON, che pur avendo finora subito angherie di ogni genere5 2 si sempre mosso nel quadro della legalit. Si tratta di vedere sin quando ci sar possibile: siamo quindi in attesa, Signori del Tribunale, per sapere dal Vostro verdetto se abbiamo ragione o torto, se Ordine Nuovo pu continuare ad agire sul piano della legalit oppure se deve ricorrere ai mezzi di lotta previsti nei periodi di repressione e di persecuzione democrati che (p. 51). Questultima parte della memoria stesa a fine smaccatamente di fensivo, e limmagine non violenta e legalitaria di ON che essa cerca di accreditare risponde a tale fine; vi rientra anche, presumibilmente, la sordina posta sullantisemitismo, nonch latteggiamento rispettoso, a volte deferente, tenuto nei confronti dei magistrati5 5 . Ci corrispon

66

FRANCO FERRARESI

de anche al permanere (temporaneo) dei residui di uneffettiva solida riet, da parte dei gruppi di destra, nei confronti dei pubblici apparati, settori dei quali li avevano, sino ad allora, protetti e coperti5 4 . Al di l dei motivi processuali contingenti va per segnalato lo sforzo generale di O N , in questa fase, di mostrare unimmagine di s come movimento rivoluzionario s, ma rispettabile, che quindi non parla di lotta armata n rivendica le azioni di tipo terroristico5 5 . Sullo sfondo sta, presumi bilmente, il ruolo di difesa dello Stato contro le forze della sovversione che l insegnamento politico evoliano assegna ai gruppi di destra, il che, oltre agli accennati legami con ben precisi settori dei pubblici apparati, determina una sorta di empatia fra questi sostenitori dello Stato forte, e i simboli, anche decaduti, dello Stato esistente; pi in generale, un certo ritegno a portare l attacco direttamente contro lo Stato. Questo intreccio di motivazioni pratico-ideologiche allorigine di una serie di contraddizioni da cui, nella fase legalitaria, O N non pare in grado di uscire: anzitutto, quella fin l'autoprescntazione in termini ili non violenza e rispettabilit, da un lato, e, dallaltro, la realt del movimento, quale (-,',,1 emerge sia ila dm min-iili e slogan5 ', che dal tipo ili attivit poiitii .1 svolta, sin t imamente definita dalla Questura di Ro ma come "violenza, con carattere di provoca/ione o di ritorsione, a danno degli avversari politici, e |...| aggressioni alla forza pubblica in disordini di piazza" , Vi poi la contraddizione fra linsistenza ossessiva sul carattere ri voluzionario del movimento, per di pi radicalizzato dal mito del solda to politico, dellazione eroica, dellascesi guerriera ecc., e lo sforzo di non perdere i contatti con le forze moderate e gli apparati dello Stato. Da un altro punto di vista l immaginario eroico sembra difficilmente conciliabile con le aggressioni alla forza pubblica e i disordini di piazza. In questo quadro appare fra laltro paradossale la scarsa elabo razione di un episodio come la rivolta di Reggio Calabria: da un lato la partecipazione ai moti rivendicata enfaticamente5 8 , dallaltro, per, non si rileva alcuno sforzo per confrontare questo episodio, chiaramen te populista, plebeo, di massa, con i modelli dellazione aristocratica, legionaria, ascetica ecc., postulati dalla dottrina del movimento. In mancanza di materiali empirici approfonditi in materia, ci si deve limi tare a segnalare le contraddizioni.

3.2. Avanguardia Nazionale L altro gruppo storico della Destra rivoluzionaria Avanguardia Nazionale, fondata nel 1960 da un gruppo di appartenenti a Ordine Nuovo guidati da Stefano Delle Chiaie, sciolta nel 1965, rifondata nel 1970. Anche nel caso di A N si dispone di una interpretatio autentica

2. LA DESTRA EVERSIVA

67

sorta di manuale ad uso dei militanti ila cui conviene prendere le mosse per ricostruire innim/imi lo Li vicenda storica del gruppo5 9 . Co me O N , A N nasce (il 25 tipi ili- l'*<i() i noti Iti m l'ila ilei giorno) in polemica con lazione stri ili e pniaineiiie nominigli a" dei partiti nazio nali, e, secondo l'interpretazion.......lolilogi ili- i il trova immediata mente a dover subire li- piovi a.-....... li i lowet Ivi" la "criminali/, zazione della stampa, clic la dipnij....... mi una banda ili ma/vieii vi sceralmente dediti alla violenza " I r nei eniiia dell'ani odi lesa, "i conti nui scontri e i numerosissimi lermi miI i ii ", i otti ingoilo quindi l'orga nizzazione a trascurare la preparazione dei milii ani i, e sopiatintlo l'eia borazione di chiari obiettivi1 1 . Negativa inoltre la evoluzione del i|iia dro politico: mentre il sistema diventa lanticamera del comuniSmo e quindi il vero nemico, da abbattere nel suo complesso la Destra ufficiale si limita a proporre la lotta contro il centro sinistra. In questa situazione, senza mezzi, senza stampa, attaccati e denunciati, rappresentavamo soltan to un inconscio strumento da scatenare nelle piazze contro i sovversivi quando certi piani avessero avuto necessit [...] di richiamarsi allantifa scismo o alla comoda tesi degli opposti estremismi6 2 . Perci nel 1965 viene deciso lo scioglimento di AN , che non ne comporta, tuttavia, la totale scomparsa, in quanto la leadership si impe gna a tenere unito lambiente per inevitabili future lotte 6 3 . Locca sione si ripresenta alla fine degli anni sessanta, al comparire del Movi mento Studentesco, che pone un serio dilemma alla Destra: da un lato, attaccando il Movimento Studentesco, i giovani nazionali si sarebbe ro trasformati in difensori di un sistema di fatto paracomunista; dallal tro, di fronte a certi sbandamenti, era necessario differenziare la conce zione nazionalrivoluzionaria dal verbo nichilista del MS. Nel frattempo il numero dei gruppuscoli filocinesi si estendeva, aiutato da finanzia menti e coperture editoriali: in ogni citt crearono una rete di appar tamenti [...] che presero il nome di comune. Si accentuava perci nei giovani anticomunisti stanchi della violenza il bisogno di una orga nizzazione che li accogliesse e li facesse ritrovare: fu a questo punto che decidemmo di ridare vita ad A V A N G U A R D IA N A Z IO N A L E 6 4 . In verit, Avanguardia Nazionale probabilmente la massima pro tagonista dello squadrismo neofascista degli anni sessanta; le sue azioni di pestaggio, soprattutto alluniversit di Roma, sono innumerevoli, e provocano 126 denunce contro il movimento, da parte di studenti de mocratici, per lesioni personali, nessuna delle quali ha seguito6 5 ; anche la polizia tollerante, quando non addirittura connivente6 6 . Se, nei do cumenti ufficiali, lorganizzazione tende a proclamarsi vittima di ag gressioni e costretta a usare la forza solo per legittima difesa, i suoi biglietti da visita militanti hanno ben altro tenore:

68

FRANCO FERRARESI

Mettere una bomba davanti ad una sezione del PCI vuota un atto creti no. Noi siamo per lo scontro uomo contro uomo. Prima di partire i nostri vengono preparati moralmente, perch imparino a spaccare le ossa anche a uno che si inginocchia e piange6 7 . La preparazione e l'alicnamento dei membri avvengono nelle pale stre del movimento; la disciplina interna rigidissima: un ritardo alle riunioni viene punito con cinquanta flessioni. Nel 1963 Delle Ghiaie < gli altri dirigenti, denunciati alla Procura per ricostituzione del Parlilo Fascista, vengono molto blandamente condannati per apologia di Fascismo. I tempi sono comunque poco propizi e, come si visto, poco dopo il movimento si scioglie, almeno ufficialmente. Si tratta per di una mera mossa tattica: alcuni dei mili tanti pi compromessi scompaiono dalla circolazione per rifarsi una sorta di maquillage politico; altri rientrano nel M SI dove assumono po sizioni di responsabilit; il leader principale, insieme ad alcuni collabo ratori, rimane nellombra, con funzioni di coordinamento generale6 8 . Risale al periodo in cui il movimento ufficialmente sciolto il suo coinvolgimento in alcuni episodi clamorosi, come gli scontri violentissi mi del 27 aprile 1966 davanti alla Facolt di Lettere dellUniversit di Roma, nel corso dei quali muore lo studente Paolo Rossi. Ancora pi importante la presenza di Avanguardia in tutte le fasi della catena ever siva, dalla partecipazione, nel 1965, al convegno Pollio, allorganizza zione, nel 1968, insieme ai colleghi di Ordine Nuovo (Pino Rauti) ed Europa Civilt (Loris Facchinetti) di un famoso stage di addestramento per militanti in Grecia. Quando, a partire dal 1968, si innesca la strate gia della tensione in senso proprio, gli uomini di A N intervengono mas sicciamente come infiltrati e provocatori in alcune delle vicende pi torbide, fra cui la buona parte degli attentati, incluso quello di Piazza Fontana: la loro connivenza con settori degli apparati di sicurezza e dei corpi speciali pu difficilmente essere negata6 9 . La rifondazione del movimento, nel 1970, gli consente di partecipare da protagonista alle vicende del Fronte Nazionale: Delle Chiaie, pupillo del comandante, assume la carica di responsabile militare del Fronte, come organizza tore delle formazioni giovanili che avevano il compito specifico di inne scare la violenza di piazza7 0 . Esplicita e dichiarata poi la presenza del gruppo durante la rivolta di Reggio Calabria: buona parte delle azio ni di guerriglia urbana sembra diretta e coordinata da dirigenti di AN, che comunque se ne attribuiscono il merito7 1 . Negli anni seguenti, si intensifica la violenza della Destra radicale, cui Avanguardia partecipa sia con uomini propri, che tramite le sigle dei gruppi minori con i quali si sono infittiti i rapporti7 2 . Nel 1973, a tre anni dalla rifondazione, su AN grava oltre un centinaio di denunce. La Questura di Roma final mente si muove (sono passati tredici anni dalla fondazione del gruppo), e, nel rapporto alla Procura di Roma pi volte citato, denuncia A N (in

2. LA DESTRA EVERSIVA

69

sieme a ON) per ricottiti!/ione lei lm lilo Fascista; quindici pagine del rapporto sono dedicate aH'oleiii a/ione di reati, ulti limiti a militanti di AN , che vanno dallassocia/ioiii- n delinquere, all'aitentato dinamitar do, alla tentata strage'1 . Si | mi la di siio^lieie il movimento, ma solo nel 1976 si svolger, in prilliti Nlun/it, il pi m eno eolitro AN, per rico stituzione del Partito Fuscisla (aneoia una volta, i loe, per un'imputa zione blanda). I principali responsabili vendono i onilannai (a pene lie vissime), e poco dopo il movimento viene lilialmente si mllo dal Mini stero degli Interni. Dopo di allora AN entra ilei rumenle in ilandesli nit, con i gruppi omologhi. Come si vede anche da queste note sommarie l'orientamento di AN , per usare un eufemismo, di natura prevalentemente operativa: a esso corrisponde un livello di elaborazione ideologico-culturale nettamente pi rozzo e primitivo di quello emerso per Ordine Nuovo. Dal princi pale documento teorico (steso con prosa scadente e sciatta7 4 , infarci to di banalit altisonanti75 e di argomentazioni contorte), si ricavano i topoi ormai consueti del pensiero di destra, a cominciare da un orienta mento drasticamente antiegualitario, antidemocratico, gerarchico ed elita rio. Secondo gli ideologi di Avanguardia, il dato fondamentale che ca ratterizza la razza umana la differenza fra individui e stirpi, cui deve essere consentito di svilupparsi dando luogo a naturali gerarchie: la de mocrazia la sopraffazione fondata sul doppio alibi del diritto e del leguaglianza. L unit politica fondamentale la Nazione, individuata come realt etnica e culturale che si colloca nella storia attraverso una fondamentale unit di Destino 7 6 . Lo Stato che ne costituisce lossatu ra politica deve essere totalitario, organico, corporativo; qualunque fat tore che ne minaccia la compattezza cio, ovviamente, partiti, sin dacati, lotta di classe va eliminato senza residui. Il concetto di Na zione non deve essere circoscritto allItalia, ma va esteso allEuropa: non per quella conservatrice, n il formicaio del delirio marxista, ma lEuropa di quelle generazioni che si cercano e si chiamano da oltre fron tiera, si chiamano per creare, nella devozione e nella difesa dei Valori eter ni della stirpe, una Nazione granitica, che [...] sappia ridare giovinezza al vecchio continente, proiettandosi audacemente alla conquista del proprio Destino. [...1 Di fronte allEuropa della disperazione, agonizzante tra le contese e le menzogne, noi siamo lEuropa della speranza (p. 36). Europa sinonimo di Civilt (occidentale), patria ed origine degli Eterni Principi, dei Valori Perenni7 7 : oggi per cento milioni di euro pei sono materialmente schiavi del bolscevismo; gli altri (a parte Spa gna, Grecia e Portogallo) vivono nella decadenza, vittime dellamerica nismo e degli altri miti contemporanei (democrazia, liberalismo, capita lismo, marxismo); non sorprendentemente vi divampa la contestazione. In questa crisi generale, lItalia occupa una delle posizioni peggiori,

70

FRANCO FERRARESI

condotta alla rovina dalla demo-plutopartitocrazia corrotta e corruttri ce, mentre vengono meno i pilastri dellantico ordine magistratura, chiesa, Forze Armate. Urge lintervento di forze sane: le nazioni necessitano [] nei momenti di pericolo o di crisi, di unidea forza, e di una minoranza [...] ad Essa misticamente votata (p. 46). Avanguar dia si candida a tale ruolo: Noi siamo una lite di Eroi. Eroico infatti il nostro stile di vita, ricco di quei valori che soli ci permettono lascesi verso il divino, eroica la nostra battaglia contro un sistema che ci viola e ci opprime, eroico il nostro agire conforme ai principi forza dellonore, del coraggio, della lealt e della disciplina7 8 . Siamo, come si vede, di fronte a un universo ideologico di grande povert, dove i luoghi comuni pi vieti deHarmamentario di destra so no affastellati senza alcuno spunto problematico originale. Si confronti, per esempio, l uso piatto e acritico dei concetti di Patria-Nazione, o di Stato organico-totalitario-corporativo, con la rimessa in discussione dei medesimi concetti operata negli scritti di Ordine Nuovo, sulla falsariga del pensiero evoliano. Ci vale anche per i concetti di Europa e Civilt occidentale, che pure in Evola subiscono pesanti messe a punto criti che, mentre Avanguardia ne recepisce laccezione pi banale (manca Ira laltro nel lesto qualunque riferimento a livola, anche se si parla di Tradizione, stile eroico, e simili). Molto accentuato, in questo documento, invece un carattere che lo colloca a fianco delle destre concettualmente pi povere, come quella americana. Si tratta di una visione cospiratoria degli accadimenti storici (la c.d. conspiracy theory) 7 9 , secondo cui la sovversione rossa in aggua to a ogni passo, ogni sua azione configura una minaccia oscura e miste riosa: crearono una rete di appartamenti in ogni citt, che presero il nome di comuni . Ogni fenomeno di (asserita) disgregazione della so ciet contemporanea risale allazione voluta e consapevole dei centri occulti del male: la contestazione giovanile, nata come ribellione spon tanea, e oggi controllata in misura sempre maggiore dai centri di azio ne del marxismo (p. 41); i sindacati sono in funzione e al servizio della strategia marxista (p. 50): neppure le campagne si salvano; la sovversione conosce [...] l istintiva avversit (sic) di quanti, vivendo nelle campagne, le sono [...] naturalmente nemici (p. 61): ed ecco allo ra il flusso di immigrati verso le citt industriali, in risposta al disegno comunista di disporre di masse facilmente inquadrabili e gi poten zialmente scontente . Si tratta dunque di un insieme di immagini e figure retoriche che possono esser rivolte solo a militanti privi di sofisticazione intellettua le, facili a convincersi che spaccare le ossa a uno che si inginocchia e piange sia davvero un atto eroico. Se, quindi, si pu parlare di diffe

2. LA DESTRA EVERSIVA

71

renze fra Ordine Nuovo r Aviiuxinmliu Nazionali-, almeno per il perio do della legalit, quesle villino individuale nella presenza, nel primo gruppo, di un certo interesse pei l'elulioi nzioiir iiinieliuule, che manca invece nel secondo, orientino alla piansi nella min iniezione fisica pi immediata. (Non si hanno inii'ie, pei esempio, i l i imsi ili formazione ideologica per militanti.) Tuttavia, Im i I n l i a i d m ruppi esistano emulazioni e contrasl i anilie ai i esi, i colle||0.... l i t i I vintoli di solida riet sono forti, al punto che in una I u s e s u i i e s s i v i i si v i m i n e i a all'uni li cazione fra le due sigle.

4 . C RISI E T RASFORM AZIONE A M ET DEGLI ANNI SETTANT A

4.1. L'ultima fase golpista Intorno alla met degli anni settanta, luniverso della Destra entra in un periodo di grave crisi e trasformazione, da cui esce profondamen te modificato nel quadro organizzativo e nei metodi di lotta, anche se in molti casi i protagonisti rimangono gli stessi dei periodi precedenti. Un anno chiave il 1974, pesantissimo nel clima politico e negli episodi di strategia della tensione. Nel settembre precedente, il golpe cileno ha offerto ai reazionari di tutto l Occidente un modello, cui par te della Destra politica ed economica italiana dichiara esplicitamente di ispirarsi8 0 . La campagna antidivorzista esaspera i toni della lotta politi ca, e viene presentata dai settori pi reazionari della D C e del mondo cattolico come lultima trincea contro lattacco della sovversione. Si rafforza il collegamento fra componenti della DC, maggioranze silen ziose e M SI, cui si aggiungono i corpi separati dello Stato, settori delle FF.AA., e gruppi eversivi fascisti. I reduci del Fronte Nazionale, in particolare, per tutto il 1974 programmano piani d attacco contro le istituzioni: sono i conati messi in luce nei processi contro la Rosa dei Venti e il gruppo di E. Sogno. Particolarmente grave sembra il tentati vo che avrebbe dovuto verificarsi a Roma nellagosto 1974, accantona to, si dice, a seguito delle impreviste dimissioni del presidente N ixon8 1 . Anche in questo caso, accertare quanto vi sia di vero in voci pure insi stentemente diffuse molto difficile, per la caratteristica che presenta no i progetti eversivi dellepoca, di venire regolarmente sventati al momento di diventare operativi, e puntualmente occultati al momento di dover essere chiariti 8 2 . I dati certi riguardano gli episodi di terrorismo: nella primaveraestate del 1974 si ha una serie di attentati a Milano, Lecco, Bologna, Moiano, Ancona, tutti rivendicati dalla misteriosa sigla Ordine Nero8 3 ; a Brescia la violenza, precedentemente diffusa in una miriade di episo

72

FRANCO FERRARESI

di minori, attraverso un crescendo impressionante giunge alla strage di Piazza della Loggia (28 maggio); 1*8 luglio, dopo unesplosione sulla li nea Firenze-Bologna, viene decretato lo stato di allerta su tutte le fer rovie nazionali, rafforzato a partire dal 17, e revocato il 30: quattro giorni dopo, una bomba sul treno Italicus, allaltezza della stazione di S. Benedetto Val di Sambro, provoca la morte di 1 2 viaggiatori, e il ferimento di altri 24. I responsabili di questa, come di tutte le altre stragi, sono ancora sco nosciuti alla legge; ma qui in particolare le, diciamo cos, anomalie che hanno costellato le indagini, messe in luce da ricostruzioni recenti, ri velano un fittissimo intreccio fra M SI, gruppi fascisti eversivi (in parti colare, la cellula toscana con epicentro ad Arezzo, guidata da una delle figure di maggior spicco del movimento nazional-rivoluzionario, M. Tuti)8 4 , organi inquirenti, corpi separati dello Stato (soprattutto il SID), e la Massoneria8 5 . Non a caso un magistrato che ha analiticamen te ricostruito le fasi di questa indagine conclude con amarezza circa 1irripetibile (e mancata) occasione di capire, offerta dalla vicenda Italicus: Seguire la storia di questo gruppo [il gruppo Tuti] in modo non frammen tario e atomizzato, analizzarne il passaggio dalla gestione Ghinelli (ancora tutta dentro al MSI...) alla gestione Tuti, pi autonoma e incontrollabile (e per questo probabilmente bruciata dallinterno) significava seguire di ri flesso un importante passaggio di fase della lotta politica del nostro paese. Risalire poi dal gruppo ai suoi numerosi e importanti protettori [...] signi ficava [...] forse capire anche perch, dopo lesito referendario e il crollo del regime dei colonnelli greci, il colpo di stato che alcuni avevano gi pre visto per il 1 0 agosto stato soffocato in modo indolore; mentre la strage sull'Italicus stata egualmente consumata pochi giorni prima, e tenace mente protetta poi, quanto alla individuazione delle responsabilit, per tutti gli anni che ne son seguiti 8 6 .

4.2. L'attacco allo Stato Il periodo 1973-75 per contrassegnato anche da fenomeni di se gno opposto a quelli, appena segnalati, di collusione fra la Destra ever siva e gli apparati dello Stato. Nella seconda parte del 1974 i servizi segreti, in chiara sintonia con direttive politiche, attivano fonti confi denziali che consentono la riapertura del processo per il golpe Borghe se, mentre i giudici di Torino e Padova danno inizio a energiche istrut torie sul piano nazionale contro leversione di destra. Ordine Nuovo, come si visto, era stato condannato e sciolto alla fine dellanno prece dente, e i suoi capi (Graziani e Massagrande) erano fuggiti allestero, da cui pare non siano pi rientrati in Italia. Pure del 1973 il rappor to, citato, della Questura di Roma, che denuncia il carattere violento

2. LA DESTRA EVERSIVA

73

sia di O N che di AN. A seguilo di esso, nel 197\ inizia il processo contro AN, che comporla numeroii anesti ili militami II capo dellor ganizzazione, Stefano Dello d uine, . lai il utile l.tl I >70, h seguito del linchiesta sulla strage di Pia//.a l i >iil tui> i , > Li imnvu inchiesta lo co stringe a ridurre di molto le sur vinir in Italia" Insomma, a partire dii i|ur.!i> pei Imiti i ruppi evenivi di destra non hanno pi la garanzia di rapporto privilegiato fui potere ufficiale che aveva caratterizzato gli anni precedenti Inni i toni pinti ipuli m nti nuano a restare impuniti: non si ripeterh mai u sullii lenza che pei nrs suna delle stragi attribuite alla Destra sono ancora '.luti Individuati i colpevoli). A seguito di questa svolta neHattcgginmcnto del potere, i gruppi storici, O N e AN , sono allo sbando: fuggiti alPestero i capi, sotto processo decine di militanti. Inizia allora fra i rimasti un intenso lavoro clandestino teso a riannodare le fila del movimento nazionalrivoluzionario, che culmina in una storica riunione tenutasi ad Albano Laziale nel settembre 1975, nel corso della quale si giunge alla fusione fra i due gruppi8 8 . La formazione che emerge ha una struttura operati va formata su linee verticali, e articolata per compartimenti stagni oriz zontali che non comunicano fra loro, ma solo col vertice, e che inizia subito a funzionare con riunioni e comizi in tutta Italia8 9 . Ad Albano, Delle Chiaie e Signorelli lanciano una parola d ordine precisa: ottenere la disarticolazione del potere colpendo le cinghie di trasmissione del potere statale 9 0 : lo Stato ha sferrato contro la Destra un attacco deciso cui si deve reagire con pari decisione. I primi a entra re nel mirino del nuovo gruppo sono i magistrati: il sequestro Sossi, operato dalle BR lanno prima, aveva dimostrato la possibilit di porta re scompiglio negli organi costituzionali dello Stato, ottenendone gran di vantaggi sul piano propagandistico. Riunioni del vertice nero a N iz za e in Corsica, successive a quella di Albano, mettono a punto una strategia di attacco allo Stato che vuole nello stesso tempo difendere il movimento e bilanciare politicamente il monopolio terroristico delle BR. Nella primavera del 1976, P. Concutelli rientra clandestinamente in Italia per realizzarla. Le principali azioni eseguite nellambito di questa strategia sono tre, e segnano una svolta fondamentale nel modo di operare della De stra eversiva: lassassinio del giudice V. Occorsio, di cui esecutore materiale P. Concutelli, il 10 luglio 19769 1; la rapina di armi nella Villa Pacifici, a S. Pastore di Tivoli, col connesso omicidio di A. Cipriani che si trovava nella villa (23 luglio)9 2 ; la rapina di 460 milioni ai danni dellufficio cassa del Ministero del Lavoro9 . Il significato di queste azioni non equivoco: imbocco deciso della strada della lotta armata, e quindi attacco al cuore dello Stato, con rivendicazione9 4 , autofinan ziamento e autoarmamento. L imitazione/emulazione nei confronti del le BR evidente9 5 , e risponde anche al timore che parte della base ri

74

FRANCO FERRARESI

voluzionaria nera venga attratta da un organizzazione che non si limi ta a dire, ma agisce con tremenda efficacia9 6 . I successi del luglio 1976 sono anche gli ultimi del nucleo nato dalla fusione dei due gruppi storici: pochi mesi dopo molti terroristi neri (fra cui lo stesso Concutelli) sono arrestati nel corso delle indagini per l omicidio Occorsio. Il movimento ne viene scompaginato: anche perch nello stesso periodo viene sciolta AN , che doveva fornire la fac ciata legale al gruppo uscito dalla fusione di Albano9 7 . Ancora una volta si pone il problema ili riannodare le fila del movimento colpito dalla repressione. Due Iattori incidono pesantemente su questo pro cesso, e vanno tenuti sullo slondo di ogni tentativo di lettura. Il primo, di carattere contestuali- generale, riguarda limpatto che il movimen to del 77, di cui si discuti- ampiamente nel capitolo che segue, eserci ta anche sulla Destra, e in particolare sulle nuove generazioni di mili tanti i nati dopo il 1950. Il secondo costituito appunto dallavven to di tali generazioni, lontane dalle memorie storiche del fascismo, e pi sensibili alle tematiche agitate dai coetanei di altro o di nessun colore politico.

5.

LO SPONTANEISMO ARM ATO: DOPO IL 1 9 7 7

5.1. Le teorizzazioni iniziali L importanza dei fattori indicati alla fine del paragrafo precedente indiscutibile; pi difficile invece ricostruire a quali intrecci essi ab biano dato luogo, da soli e con altri, nel determinare la mappa della Destra eversiva alla fine degli anni settanta. Il groviglio di elementi ge nerazionali, personalistici, ideologici, di Weltanschauung ecc., reso ancora pi inaccessibile dalla carenza di fonti di analisi: buona parte dei procedimenti giudiziari per fatti commessi dopo il 1977 ancora in fase istruttoria, e quindi coperta dal segreto. Esiste tuttavia una serie di documenti, per lo pi clandestini o interni, sequestrati nel corso di diversi procedimenti, che consentono di farsi unidea introduttiva dei principali problemi che agitano 1 ambiente intorno al 19779 8 . Si trat ta per sempre di ricostruzioni congetturali, cos che mai come per que sta fase necessario considerare provvisoria ogni affermazione. Il problema di fondo, come si detto, ricostruire, ricomponen do le disiecta membra del movimento nazional-rivoluzionario in una prospettiva unitaria. L ipotesi, che compare con varie formulazioni in quasi tutti i documenti citati, corrisponde ad un progetto di F. Freda, che ancora nel 1979 scrive a un corrispondente: dopo dieci anni vo glio ritentarla, questa operazione, e che, appunto nel 1977, tenta di

2. LA DESTRA EVERSIVA

75

riunire i fuoriusciti di ()N r di lulli i movimenti nnzionalrivoluzionari 9 9 . Sempre al 1977 risalutimi i m utilili di R. I imi-, C. Adinolfi, W . Spedicato e V. Pisa con l;i< Iti. illu ni ,i niu-nrinr Invitilo al progetto di tentare unorganizzaziour drllr lor/e i ivnlii/iomit ir Inrmatesi con lo spontaneismo, secondo In Irsi sostentilii dii I 11< Iti iti > ptt-l periodo: ne nascer Terza Posizione1 "". Anche "(.hies", il In>llriIlin>di rollcumento fra i carcerati neri, principale ornano tenrlm dello "\l>iintiini'\iuii tir rnato, viene fondato secondo le dilettivi' di I u dii. In- imintiene un ruolo di guida nelliniziativa ll". Affinch il processo di ricostruzione del movimento possa avvenire, si afferma necessaria unanalisi spregiudicata del rei ente passalo r tiri suoi protagonisti. Tale analisi liquida sommariamente il MSI, conside rato ormai del tutto e servilmente integrato nel sistema (falso opposi tore), guidato da capi corrotti e dediti abitualmente alla pratica della delazione nei confronti dei rivoluzionari (il rinnegato Rauti)" . Il giudizio per molto pesante anche nei confronti dei mostri sacri della destra di battaglia, i gruppi storici: la loro strategia golpista ha con dotto a unavvilente subordinazione del movimento a progetti che in realt comportavano il rafforzamento del sistema (golpismo di regi me); la coabitazione col potere sporca, e non paga, perch allinterno del palazzo esistono sempre forze capaci di strumentalizzare i rivolu zionari ingenui. Ne risulta anche una caduta verticale dellimmagine dei leader storici, di cui vanno man mano emergendo le fornicazioni con questo o quel settore degli apparati. Sui giovani che ne avevano subito il carisma l effetto traumatico, e conduce ad un atteggiamento di profonda sfiducia nei confronti di organizzazioni accusate, per il lo ro gerarchismo, di deresponsabilizzare i militanti ed esporli alla stru mentalizzazione da parte dei vertici. In questo ambito si inserisce anche un radicale rifiuto dell'ideologia, di tutte le ideologie, viste come strumento di repressione e controllo sulle masse, sovrastrutture necessarie al mantenimento del sistema di dominio, fattori di deformazione ed inquinamento delle identit di ci vilt e popoli. Contro lideologia, strumento privilegiato di pratica poli tica lazionel0J: Nella nostra storia [...] il fil rouge [...] passa al di fuori delle ideologie [...]. I nostri movimenti si sono sviluppati secondo la logica opposta a quella teoria-prassi. Le ideologie, le costruzioni schematiche [...] sono qualcosa di estraneo alla nostra natura [...]. E invece lazione in se stessa che acco muna uomini diversi per estrazione sociale e [...] interessi materiali e [...] culturali... 1 0 4 . Ma lazione pu essere fine a se stessa, e in se stessa trovare la pro pria giustificazione, solo quando genera regole, che fanno riferimento a valori superiori; e solo se le regole vengono accettate, lazione acquista

76

FRANCO FERRARESI

significato magico1 0 ?: altrimenti scade nel beau geste. A quali valori fare riferimento? Caduti quelli di Nazione (boia delle culture popolari) e quindi di Europa; quello di razza, per il tragico fallimento della razza bianca; di difesa dellOccidente la cui remota origine ariana non la scia ormai pi alcuna traccia ; in dubbio il valore di Stato, per la mancanza di uomini allaltezza di guidarlo: che cosa resta? Resta la lot ta politica come dovere esistenziale: nulla pi della battaglia giusta si addice allo Ksatriya ,07. E la lotta deve ispirarsi a principi quali onore, dignit, coraggio, cameratismo, fedelt: finch un solo camerata sar rimasto invendicato I | nessuno avr il diritto di rinunciare 1 0 8 . Fon damento di questa visione del mondo, si afferma, dunque il concetto di onore, di derivazione classica, tradizionale, pagana, aristocratica, contrapposto :il pmlitto, allutile, allo squallore della massificazione e deHegualitarismo: sua incarnazione ultima fu quella dei combattenti fascisti in tutti i campi di battaglia della seconda guerra mondiale1 0 9 . Oggi questo tipo ili nomo si chiama soldato politico ed animato da spirito legionario, lattitudine che lo differenzia dal tipo edonista e de mocratico1 1 0 , lunico strumento che pu far aprire lo scrigno della ve ra dottrina, e portare a quella coscienza super-razionale, a quella tensione esistenziale che sa riconoscere le gerarchie spirituali e materia li ordinate dallalto e verso lalto. E lo spirito legionario a consentire la spersonalizzazione, la scelta totale di vita, che conducono l individuo a battersi, quale umile militante di una guerra senza tempo n spazio, al fianco dello Spartano e del Templare, del Samurai e dello Ksatriya, contro le forze dello sovversione. Prevedibilmente, questa la piccola guerra santa, che porta il militante a combattere, dentro di s, la grande guerra santa, destinata a fargli raggiungere una sempre maggiore quali ficazione esistenziale1 1 1 . E superfluo sottolineare lorigine totalmente evoliana di questo im maginario, d altronde ampiamente riconosciuta dagli interessati (Evola un faro) 1 1 2 . E per necessario, si afferma, salvare Evola dagli evoliani, sia dal tradizionalismo sterile (il motivo della perdita dellocchio di W otan nella mitologia germanica), che dalla sacralizzazione dei te sti politici (aberrante, per esempio, il definire Vangelo G li uomini e le rovine, ventanni dopo l epoca in cui stato scritto). Ci ha condotto le avanguardie ad arroccare le modeste strutture politiche da loro create intorno a rimasticature di concetti che, sebbene rivestiti di fra seologia rivoluzionaria, si rivelavano immancabilmente di retroguardia, di appoggio alla reazione1 1 5 . L insegnamento decisivo di Evola, per la situazione contemporanea, invece l anarchismo di destra, teorizzato in Cavalcare la Tigre: ognuno lotta per se stesso, per qualificarsi esisten zialmente e fra uomini qualificati si trovano le gerarchie e i motivi dellazione (invece di scimmiottare il nazi-fascismo senza avere capi de gni del nome)1H. Questo si collega anche alla scelta strategica di spin gere gli elementi di disgregazione del sistema fino alle loro estreme

2. LA DESTRA EVERSIVA

77

conseguenze 1 1 5 , perch, lin c im i in n i volt g iu s ta Li le/ione dellultimo Evola, nulla di questo s is te m a m e l i l a ili i s s i t i - s a lv a to La concettualizzazione mciiipollilt n evoliana viene poi calata nella realt di oggi. Qui si d o m i n i l a ....... .....mi loiniimin In saldatura del sistema capital-comunistu, che si |>ieiieiiiu qualo lilncco compatto, gri gio, appiattito, in cui si inserisce i (oc II inni li* un movimento operaio che ha perso ogni pulsione rivolu/innni in, mieiteiluyalo <mn V Ini consumi smo, il principale strumento ili dominio e manipola/inno doliti diluitimi democratica. Espressione politica ili questa saldatura e In allrnn/n I )( 1 PCI, la quale a sua volta rispecchia il livello Inculo il sistema deH'impe rialismo multinazionale USA-URSS, che domina implacabile a livello planetario (Contro il sistema multinazionale, rivoluzione po polare) 1 1 6 . Da ci deriva una conseguenza importante (anche se di dubbia or todossia evoliana) sul piano delle scelte di campo del movimento nazionalrivoluzionario: la scelta di solidarizzare con chiunque si proponga di combattere questo sistema. E la linea che Freda proponeva nel 1969 1 1 7 , e che comporta, sul piano internazionale, solidariet nei confronti di tutti i movimenti di liberazione antimperialista, dai montoneros allIRA, dai feddayin ai Pellerossa, mentre, nellambito nazionale, i suoi interlocutori pi ovvi intorno al 1977 sono gli Autonomi. Ne prendono atto i Fogli d ordine del M P O N : Il progetto dellarea dellautonomia operaia ricomporre nella pratica di lotta la divisione tra coscienza rivendicativa [...] e coscienza politica Ipotesi degna della massima attenzione ma destinata a sicuro insuccesso per il controllo pressoch totale che triplice sindacale e PCI hanno dellam biente operaio incatenato alla formula pane e lavoro [...]. SI DEVE D AL TRA PARTE RICONOSCERE NEGLI AUTONOMI UNA POTEN ZIALE FORZA ANTISISTEMA. Concetti come appropriazione, ripren diamoci la vita, rifiuto del lavoro, distruzione della scuola, cavalcare la cri si, uscire con la crisi dalla crisi, propiziare la disoccupazione di massa, ille galit dellordine democratico repubblicano, rifiuto delleldorado consumi stico, raggiungono un livello che limitato soltanto dalla mancanza di con sapevolezza del loro vero senso da parte di chi li enuncia. Limiti intrinseci alla matrice marxiana cui si rifanno [...]. E opportuno seguire con attenzione il fenomeno, evitare lo scontro di retto (anche se necessario reagire pesantemente alle provocazioni, sia per motivi di prestigio sia perch alla lunga favorisce il dialogo), partecipare con sigle differenziate a iniziative comuni... (p. 5). Riassumendo: rifiuto dellideologia, privilegiamento dellazione, lotta come veicolo di qualificazione esistenziale (beninteso, lotta arma ta) 1 1 8 , nichilismo di destra, insofferenza nei confronti dei gruppi storici e di qualunque organizzazione gerarchica: la conseguenza strategico-organizzativa di tutto ci non pu essere che lo spontaneismo (armato),

78

t'HANi 11 l'HBHAKI SI

la creazione di gruppi di piccole dimensioni, collegati fra Inni in modo fluido (politico, non gerarchico), quindi reciprocameli!r nutnimmi, bench muoventisi in un ambiente omogeneo, nel qunlc m in n iuli-n zialmente si riconoscano, indipendentemente dalle sigle 1 Questi, per sommi capi, i termini della teorizzazione sviluppatasi negli ambienti nazionalrivoluzionari, intorno al 1977 dando ovvia mente per scontati gli eccessi di semplificazione, riduzione dei am ira sti, compressione e armonizzazione dei temi, che una presentazione succinta rende necessari. Si tratta allora di vedere in che misura la real t sviluppatasi da questo dibattito corrisponde alle sue linee teoriche. L attenzione sar rivolta soprattutto alla scena romana, teatro, fra il 1978 ed il 1980-81, dei pi gravi fenomeni di violenza nera.

5.2. Le sigle Va naturalmente premesso che si di fronte a una sorta di coltura batterica dove, in sospensione, opera una moltitudine di microunit in continuo movimento e scambio di componenti e iniziative; i militanti trasmigrano con grande facilit da un gruppo allaltro, o partecipano indifferenziatamente alle azioni di pi gruppi, mentre spesso, alla me desima iniziativa, prendono parte i rappresentanti di una molteplici t di gruppi o sigle1 2 0 . Le sfumature, le differenziazioni, i contrasti, an che violenti, sono numerosi, e dipendono da un intrico di variabili (di vergenze di linea, certo, ma anche fattori generazionali, protagoni smi, scontri di personalit, itinerari biografici diversi ecc.), che non possibile districare compiutamente sulla base dei materiali disponibili: i limiti delle fonti sono stati gi accennati. Si aggiunga la presenza di figure che, pretendendo con maggiore o minore successo di svolgere un ruolo di leadership, attraversano quasi tutte le esperienze (quello di P. Signorelli il caso pi evidente ma non il solo)1 2 1 . Tutto ci per ribadi re che i confini tra i gruppi, le sigle, gli orientamenti sono labili e conti nuamente scavalcati, cosi che una classificazione nitida e non ambigua sarebbe fuorviarne, mentre ogni tentativo di ricostruzione va visto co me provvisorio. Quello che segue avr per oggetto le tre principali si gle operanti a Roma sullo scorcio degli anni settanta: Costruiamo lAzione, FUAN-NAR, Terza Posizione1 2 2 . 5.2.1. Costruiamo l'Azione. - Costruiamo lAzione, formalmente, una testata giornalistica; nei fatti, un movimento politico dalle con notazioni singolari. I temi affrontati nei sei numeri della rivista (dalla fine del 1977 al 1979) riprendono quelli del dibattito discusso nel para grafo precedente, ampliandoli o comprimendoli a seconda dei casi. Cos il sistema contro cui i rivoluzionari si battono viene denunciato a tre livelli: quello, per cos dire, meta, cio la societ moderna nata col

2. LA DESTRA EVERSIVA

79

capitalismo e la borghesia, che lui distrutto i popoli trasformandoli in masse (qui si colloca l interesse per il marxismo come strumento di analisi prezioso e insostituibile, nu limitato dal suo essere tutto inter no al capitalismo1 2 3 ); il livello macro", cosiituiio dal l'imperialismo glo bale delle superpotenze USA-URSS e dalla presenza tentacolare delle multinazionali in ogni paese1 2 4 : il tutto diretto ila un supeigoverno om bra planetario, l 'establishment segreto1 2 . Ne deriva, naturalmente, la solidariet con tutti i popoli oppressi dallimperialismo, e in primo Ino go quelli Islamici (Iran, Libia, Palestina), poi i Pellerossa d'America, gli Irlandesi, i Baschi ecc. Infine, al livello micro, il nemuo immedia to, in Italia, il regime, limmondo connubio catto-comunista del compromesso storico con i suoi alleati e reggicoda di destra e sinistra 1 oppressore sanguinario dei veri rivoluzionari, manipolatore e stultificatore, attraverso i mass-media, delle masse, dopo aver distrutto il popolo e la cultura popolare1 2 7 . Rispetto alle discussioni teoriche presentate pi sopra, relativa mente nuovo (e certamente eterodosso rispetto al pensiero evoliano) questo interesse per il concetto (mai ben precisato) di popolo1 2 8 , come entit radicata nelle tradizioni, nella cultura, nei costumi, nella propria identit storica. Il concetto antagonista quello di massa: non c pi il popolo, ma c la massa dei senza volto. Quello di popolo un con cetto rivoluzionario: noi, gli emarginati, siamo il Popolo che in lot ta. La Rivoluzione popolare e quindi anche culturale. Da una parte sono il Popolo e la sua cultura, dallaltra parte il sistema con i suoi dog mi di mercato 1 2 9 . Non tutti questi concetti restano allo stadio di (cattiva) esercitazio ne letteraria: come si detto, Costruiamo lAzione anche un movi mento politico, nei cui confronti la rivista si colloca in ruolo strumenta le. Per rendersi conto della specificit di tale ruolo va tenuto presente che liniziativa nasce alla fine del 77, nel quadro dei tentativi di rian nodare le fila del movimento dopo la fase centrifuga seguita allarre sto di P. Concutelli. Essa si fonda su componenti necessariamente ete rogenee, dove si mescolano lordinovismo tradizionale (F. De Felice), quello pi aperto ai fermenti giovanili (P. Signorelli, M. Fachini) e la spinta a superare ogni riferimento al Fascismo e abolire la discriminan te destra/sinistra (S. Calore, P. Aleandri: la linea col tempo prevalen te). Le divaricazioni sono dunque marcate, e risulta presto evidente che la sola possibilit di comporle sta nel riferimento ai fatti, unico reale elemento catalizzatore di questarea. Costruiamo lAzione diventa cos, innanzitutto, lenfatico portavoce di una linea di rifiuto dellideo logia e dellorganizzazione monolitica, gerarchica, guidata da avanguar die elitarie, alla quale contrappone una strategia dellarcipelago 1 J0 , che parta dal basso e consenta a ciascun gruppo di operare nel settore che gli pi congeniale, aggregandosi solo nei fatti.

80

FRANCO FERRARESI

Questo giornale non espressione di un gruppo, n vuole diventarlo in un futuro pi o meno prossimo. Siamo contro tutti i gruppi perch rifiutiamo la logica dei gruppi. Riteniamo residui borghesi ogni conato di egemoni smo, ogni settarismo, ogni dogmatismo, ogni sofistica. Crediamo che la zione rivoluzionaria si debba necessariamente costruire con la lotta delle masse, masse che solo con la lotta saranno capaci di divenire popolo. [...] Contro legemonismo, I dogmatismo, la sofistica, deve affermarsi lunit dellarea rivoluzionaria | | Privilegiare il discorso politico sullideologia; un discorso politico pu nascere solo dai fatti e vivere di fatti 1 1 . I principali gruppi cui viene fatto riferimento sono: il Drieu La Rochelle, di Tivoli; il gruppo di Ostia; Pambiente Vigna Clara-Parioli (egemonizzato da P. Signorelli); in collegamento con questi le Comuni t Organiche di Popolo (che presentano il loro progetto sul n. 5 del giornale); il Coordinamento Organico di Popolo (Mario Rossi), e, di ri levante importanza, il gruppo del nord, veneto (M. Fachini, R. Raho), sotto influenza di G. Freda, e collegato con Terza Posizione1 2. II riferimento alle "masse; il rifiuto delle distinzioni ideologiche tradizionali; il privilegiamento dellazione spontanea hanno come corol lario lattenzione nei confronti delle aree rivoluzionarie non di destra, cio soprattutto degli autonomi. Tale orientamento del tutto ovvio alla luce di quanto si discusso nel paragrafo precedente, in particolare ove si ricordi che i leader di Costruiamo lAzione sono gli autori di uno dei documenti programmatici principali di questa linea, i Fogli d Ordine del M P O N , il cui brano sugli autonomi infatti ripreso pe dissequamente nel numero 2-3 del giornale1 3 . L offerta di collabora zione a tutti gli autentici rivoluzionari continua e martellante (Fronte unito; Uno il nemico, una la lotta; Fronte unico; Per il fronte unito, contro legemonismo ecc.; Tesi per il fronte unito) e trova una vivida formulazione gi nel primo numero del giornale: Lammucchiata costituzionalista della maggioranza Andreotti, con le ali ausiliarie dei reggicoda missini e lottatori-delatori continui ci vuole emargi nare insieme con gli autonomi. [...] Noi, da parte nostra, abbiamo capito i nostri errori, e diciamo agli autonomi: sveglia ragazzi, non fatevi inculare unaltra volta, basta di fare le scimmie ammaestrate dellantifascismo per elemosinare il plauso e la simpatia dei merdaiuoli. I nemici sono comuni, e stanno tutti ammucchiati insieme, diamo addosso senza quartiere allim mondo merdaio1 M . Il tentativo di allargamento a sinistra ha addirittura una tradu zione pubblica, nel corso di una riunione tenuta al Cinema Hollywood, di Roma, nel maggio 1979, durante la quale S. Calore propugna la nuo va linea. Nella sostanza il tentativo fallisce per la mancata risposta de gli interlocutori: nellultimo numero del giornale se ne traccer un bi lancio sostanzialmente negativo1 3 5 . Migliore successo hanno invece gli

2. LA DESTRA EVERSIVA

81

sforzi del cosiddetto gruppo Giuliani", uno dei raggruppamenti dellarea di Costruiamo l'Azionc" ilic stabilisce veri e propri contatti operativi con leversione ili situsii> . c in partiiolare con appartenenti al Movimento Comunista Kivolu/iohai in e alle Uniti! Combattenti Co muniste (Morucci-Faranda) " Non a in .", piupiio un attentato com piuto dal gruppo Giuliani (l'attacco a! l rullo I ,lai> < nn/ionc Dati della Honeywell) riceve una rivendicazione "di smistiti", in un volantino che usa un simbolo grafico proprio ili "( aistmiumo l'A/.inne" ( m icl.il i vamente, lattentalo riceve voce politica sul giornale, ilie elogia come modo di colpire direttamente lo Stato, lincendio dei calcolatori (che altrimenti marciano a tutto vapore schedando e preparando il Cile"), nello stesso numero in cui polemizza duramente contro i NAR, accusa ti di compiere azioni strumentali al sistema (ci chiediamo perch que sti N AR, come in precedenza altre sigle, divengano virulente proprio quando lo Stato ha interesse a distrarre e confondere) 1 5 8 . Da quanto precede emerge il ruolo del giornale come pendant del lautonomia operativa e logistica delle varie componenti, cassa di riso nanza avente il fine di riconvertire a unit azioni anche estemporanee, indicando le linee programmatiche cui devono ispirarsi le iniziative. Due gli aspetti da sottolineare in proposito: a) le azioni devono avere come bersaglio il sistema, non essere sfoghi di quattro impotenti fru strati che si masturbano con le loro pistole; b) tale caratteristica delle azioni deve essere percepibile: donde il rilievo della propaganda armata come veicolo di messaggio politico, strumento in grado di consentire, tramite lanalisi dei fatti, di qualificare il disegno complessivo: indi spensabile diviene allora la permeabilit dellambiente e la consape volezza da parte di tutti gli associati, se non delle singole responsabilit di ciascun episodio, quanto meno della sua riferibilit politica 1 }9 . (Il concetto di permeabilit, come evidente, si contrappone in maniera drastica al vecchio modulo del doppio livello, palese e occulto, nelle attivit dei gruppi.) Frutto di questa logica sono gli attentati della pri mavera 1979, a Roma, ai danni del Campidoglio, del carcere di Regina Coeli, del Consiglio Superiore della Magistratura e del Ministero Affa ri Esteri. Essi sono rivendicati in maniera politica, allo stesso tempo non travisante n velleitaria 1 4 , dal Movimento Rivoluzionario Popola re, sigla che compare solo in queste occasioni, e che utilizza un simbolo grafico assai simile a quello comparso su un manifesto distribuito insie me a Costruiamo lzione (mitra e vanga): appunto in nome della permeabilit e chiarezza di riferimento. Ci tanto pi notevole in quanto i precedenti attentati commessi pi o meno dallo stesso grup po 141 non hanno avuto rivendicazionil4 2 . L esperienza di Costruiamo lAzione si conclude in pratica nellau tunno del 1979, con larresto di S. Calore, e il grottesco sequestro di P. Aleandri da parte dei camerati . Contemporaneamente per si vanno sviluppando altre esperienze, cui conviene ora rivolgere lattenzione.

82

FRANCO FERRARESI

5.2.2. Il FUAN-NAR. - Nella primavera del 1979, la sede del FUAN di via Siena diviene il principale punto di riferimento, anche logistico, di alcuni dei personaggi pi violenti delleversione nera di Roma. Si tratta, fra gli altri, dei fratelli Fioravanti, di Alessandro Alibrandi, di Francesca Mambro, Massimo Carminati, Stefano Tiraboschi, Dario Pedretti, Stellino e Claudia Serpieri, Elio di Scala, Carlo e Massimo Pucci, Alessandro lucci, Walter Sordi, M. Corsi, M . D i V it torio, per indicare solo i principali1 4 } . I loro precedenti sono importanti come indicatori degli orientamenti pi congeniali al gruppo: Alibrandi confluisce a via Siena dopo aver ucciso Walter Rossi (30.9.1977), e aver partecipato, coi 11 ai dii lioravanti e altri, a numerosi attentati (li breria Feltrinelli, Corrieri- della Sera, Messaggero, Espresso), e a rapine, fra cui quelli) nHarmeria Centofanti di Monteverde (5.3.1978) durante hi quale restava ucciso lestremista Franco Anseimi. Valerio Fioravanti ha gii alle spalle, fra laltro, il furto di 72 bombe a mano SRCM compiuto durante il servizio militare (17.5.1978), oltre allomicidio (commesso col fratello) di Roberto Scialabba e il tentato omicidio di Nicola Scialabba, di cui si far cenno fra poco. Corsi e Di Vittorio giungono dopo lomicidio di Ivo Zini e il tentato omicidio di V. Di Biasio e L. Ludovisi (28.9.1978), presso una sede del PCI. Gli altri di via Siena, nelle parole degli inquirenti avevano, per la gran parte e in via di estrema sintesi, un passato come picchiatori negli scon tri di piazza, e taluno come rapinatore 1 4 4 . Si tratta, come si pu intui re, di un materiale umano orientato pi allo scontro fisico che allelabo razione di una teoria rivoluzionaria: rifiutando ogni disciplina di parti to o di gruppo, e ogni ipotesi di tempi lunghi e graduali per la rivolu zione, essi intendono uscire dalla ghettizzazione della Destra storica, e andare oltre lattivismo inteso come semplice pestaggio squadrista, im postando vere e proprie azioni militari. Nella vicenda di questo gruppo il M SI svolge un ruolo decisamente ambiguo: dopo un periodo di sostanziale disinteresse (e di blandi tenta tivi di controllo da parte del FUAN centrale), chiude, ma solo formal mente, la sede di via Siena. Dirigente di fatto, e leader ideologico indi scusso diventa cos Dario Pedretti, mentre nel settore militare sale la stro di V. Fioravanti. Il partito non rinuncia per a sfruttare ai propri fini il ribellismo dei giovani, e per esempio cerca di pilotare la manife stazione del 10.1.1979, indetta per commemorare luccisione, avvenuta un anno prima a opera di un gruppo di terroristi di sinistra, di due militanti missini, A. Ciovatta e S. Bergonzetti, mentre uscivano da una sede del partito. La manifestazione viene organizzata nella sede del FUAN, come vero e proprio episodio di guerriglia urbana: sotto la di rezione di due esponenti del partito (Cacciolla e D Addio) si program ma limpiego di bombe molotov e armi da fuoco, nonch la devastazio ne e il saccheggio di mezzi pubblici, negozi e della sede DC 1 4 5 . L uccisione di Ciavatta e Bergonzetti allorigine di una lunga ca

2. LA DESTRA EVERSIVA

83

tena di ritorsioni, che villino accennate perche si alilmi un'idea del cli ma del tempo. Lo stesso unirmi drH'r|iisodio (7 1 l M/K) si erano avuti disordini di piazza e il for'inculo ili un iini|nii//ante li sinistra; fa se guito (28.2.) luccisione di Untici in Si iiihililm r il ternato omicidio del fratello, a opera dei Fiornviinl i, in itili! i|iic*lt i al le vili im e- sono scel te in maniera puramente casuale, in I mh .ill>i incili ti|i|niitenenza alla rea avversaria. Il giorno precedente In manllo*la/lntie inininciunriiliva (9.1.1979) viene attaccala "Radio <-ilt.i I unii.i", <I i vcv.i pn .su un giudizio favorevole all'nci isinne dei due niiv.mi, l'aliam i e imiialn dii un commando armato di mitra e liomlic a mano " , In da alle liammc la sede dellemittente, dopo aver ferito i|unttrn icdatlnri (c l'episodio stigmatizzato da Costruiamo lAzionc). Dopo questo attentato, si ha lassalto, in pieno assetto ili guerra, alla societ C.A.B. per impadronirsi di un lotto di giubbotti antiproict tile (8.2.1979). Segue (15.3.) la rapina, menzionata pi sopra, all arme ria Omnia Sport, perfetta nella dimostrazione addirittura barocca di efficienza militare (tre anelli di copertura esterna, dei quali faceva par te anche un gruppo con chitarra; gli assalitori travestiti da carabinieri; distribuzione di inviti ad assistere allo spettacolo ecc.). Si ha poi una serie di attentati incendiari eseguiti dal nucleo femminile (Mambro, Manno, Angelini, Serpieri), e alcune rapine; poi una nuova azione di guerra, lassalto alla sezione PC I dellEsquilino (15.6.1979) con lancio di bombe a mano e sparatoria, che provoca 25 feritiH7. Queste azioni sono rivendicate con la sigla N A R (Nuclei Armati Rivoluzionari): la logica quella elementare e brutale dellattacco-rappresaglia, tipica della guerra per bande. Non esiste alcun disegno stra tegico; gli obiettivi o rispondono a fini di sostentamento del gruppo (armi e denaro), oppure vengono scelti, per vendetta, in base alla mera appartenenza delle vittime allarea avversaria. L insofferenza nei con fronti di qualunque ipotesi politica articolata e graduata converge nel caso di questi attivisti con le necessit poste dallavvento di una sini stra eversiva che impone una lotta violentissima per 1 agibilit fisica e politica del territorio . il periodo in cui Roma si divide a macchie di leopardo, in zone rosse e zone nere, impraticabili per gli avversari, e zone di colore sfumato, ove i rapporti sono equilibrati e i gruppi si fronteggiano in tensione continua. Seguir un ripensamento dei rap porti con la sinistra, in nome di una scelta sempre pi rivoluzionaria, che fa dello Stato e dei suoi rappresentanti i nemici principali: da qui una possibile convergenza fra le estreme1 4 8 . 5.2.3. Terza Posizione. - Sempre allinizio del 1979 matura unaltra iniziativa, Terza Posizione, che aveva avuto origine intorno al 1977 con la benedizione di due capi storici : P. Signorelli (che seguiva con estrema attenzione il gruppo incubatore, Lotta studentesca, diretto da R. Fiore1 4 9 ) e F. Freda, di cui, come si accennato, era stato chiesto

84

FRANCO FERRARESI

lassenso per organizzare in forma gerarchica e territoriale le forze dello spontaneismo: la dialettica fra spontaneismo e organizzazione sar una costante nella vicenda di Terza Posizione l5 . Lorizzonte ideologico di TP quello, ormai familiare, del nuovo movimento nazionalrivoluzionario: rifiuto della logica dei blocchi (Yal ta), di ogni ideologia, di ogni schema destra-centro-sinistra (n destra n sinistra ma Terza Posizione); attacco al sistema massificante e re pressivo tramite rivoluzione di popolo: ovvia, pertanto, la solidariet con tutti i movimenti di liberazione etnica e nazionale, e la indicazione dei rappresentanti del sistema come nemici: partiti, sindacati, capitali smo, marxismo, sionismo, multinazionali USA-URSS ecc. La rivoluzio ne dovr essere preparata, gradualmente, da avanguardie che formeran no se stesse (luomo nuovo) per essere in grado di sfruttare tutte le occasioni di incontro con le masse che lottano, affinch queste, infor mate e rieducate, ritrovino nella lotta la propria identit di popolo: an che qui i concetti di popolo e rivoluzione sono strettamente connessi. Il riconoscimento di arce di sofferenza ed emarginazione porta a un interesse (teorico) nuovo nei confronti di problemi come la casa, leco logia, la disoccupazione giovanile ecc. m . Tutto questo rimane, in larga misura, un fatto verbale. Pi gravido di conseguenze il dibattito sullorganizzazione, dove si fronteggiano due linee: la prima, espressa da documenti come il citato Azione Legio naria (opera di F. Zani), sostiene unipotesi di totale destrutturazione spontaneista: uscire, subito, senza frapporre tempo, da qualsivoglia gruppo organizzato, abbandonare strategia e gerarchia [...] Attestarsi con gruppi di minima entit, non ricercare lallargamento dei nuclei spontanei almeno non oltre quel limite che permetta unazione [...] agile, immediata, che non ha bisogno di trafile gerarchiche (p. 2 1 ). L altra linea (Fiore-Adinolfi), pur favorevole allo spontaneismo, lo con sidera pericoloso se incontrollato, in quanto pu ridurre le aggregazioni e portare alla repressione: esso va dunque inserito in una struttura ge rarchica paramilitare, che sia in grado di canalizzarlo1 5 2 . E questa la linea che si afferma: TP avr una diffusione tendenzialmente naziona le, e unorganizzazione articolata, fondata sul cuib (plurale: cuiburi, le cellule nucleari della Legione di Codreanu). Il responsabile di ogni cuib riferisce al responsabile del nucleo territoriale, che dipende da un orga nismo centrale, di cui fa parte insieme agli altri capi-nucleo della citt, e ai responsabili nazionali1 5 J. Accanto alla struttura pubblica gli inquirenti ne segnalano unaltra, militare, interamente clandestina (il c.d. nucleo operativo), avente il compito di reperire, tramite furti e rapine, armi e fondi (suo capo Roberto Nistri). Struttura ulteriore la Legione (ovvio, ancora, il riferi mento al modello rumeno), aristocrazia dellaristocrazia, che do vrebbe esprimere la futura classe dirigente dopo la rivoluzione. La co manda, nel 1979, il modello delTuomo nuovo, il vero Legionario,

2. LA DESTRA EVERSIVA

85

Peppe D i Mitri, esponente ili A v n n p u n lu Nazionale1 4 , rapinatore di alta professionalit (partecipa .1 m iir le prilli i|>nli imprese del movi mento, a cominciare dall rapina all'Onitiia Spuri"), lina delle figure dal carisma pi indiscusso di i|tirlt( lane deH'eVcrilone nera. Nel corso del 1979 la p o lii u u d i T P < i|iiella ili la i convivere spon taneismo (movimentismo") o tg u n la K a x io n 1 ( " i n i l l i i n i h s m o " ) : si co stituiscono ed ampliano i r i m i r i I r n i l o r l a l l , I d l l l o m l r il umiliale, si intensifica il reclutamento, mobilitando u h udi ti m i |h i la ioni|iiNta di spazi politici tramite la sopraifazione nelle m noli r m i i|tini l ii't i pe staggi, attentati, concentrazioni ili piazza, ferimenti, sono prassi quoti diana 1 5 5 .

5.3. Le schegge Il quadro sinora descritto, gi fluido di per s, viene posto in movi mento accelerato dalle vicende giudiziarie della seconda met del 1979, culminate con gli arresti di dicembre, che, nellarco di pochi giorni, de capitano il movimento di buona parte della sua leadership. Durante lestate erano stati temporaneamente arrestati, per fatti minori, Signorelli, De Felice e Calore di Costruiamo IAzione; lo stesso infortunio era occorso a Valerio Fioravanti per detenzione di arma da fuoco. Que stultima vicenda determina immediatamente spinte centrifughe nel lambiente FUAN; i vari gruppi si staccano dal nucleo centrale, conti nuando per a compiere furti e rapinel56. Il colpo definitivo viene con larresto di Pedretti (die. 1979), nel corso di una rapina in gioielleria: la sede del FUAN viene chiusa e i membri si disperdono (continuando peraltro nellattivit criminosa). Pochi giorni dopo (il 14), Di Mitri, Nistri e Montani vengono colti mentre trasferiscono le armi della rapina Omnia Sport : la politica di gestione dello spontaneismo da parte di TP subisce un colpo decisivo. Infine, il 17, vengono arrestati, sempre in flagranza, S. Calore (da poco scarcerato), B. Mariani, A. Proietti, A. D Inzillo, per lassassinio di A. Leandri, erroneamente scambiato con lavvocato Arcangeli1 5 7 . In altre parole, nellarco di poco pi di dieci giorni 158 vengono arrestati tutti i principali personaggi militari che avevano guidato leversione nei mesi precedenti: Costruiamo lAzione e il FUAN di via Siena cessano di esi stere come punti di riferimento e di aggregazione dello spontaneismo; resta decimata Terza Posizione, che deve affrontare gravi problemi. Il suo nucleo operativo (Fiore-Adinolfi) si trova sottoposto a pressioni fortissime da parte dei giovani che, educati allo scontro e alla violenza, non sono ormai pi disponibili ad accettare freni o discipline di alcun genere; inoltre necessario sostituire Nistri alla guida del nucleo. La risposta a queste esigenze viene cercata offrendo la leadership a Valerio Fioravanti, lunico personaggio militare di grande prestigio ad aver evi

86

FRANCO FERRARESI

tato l arresto. L effetto un aumento vertiginoso della violenza del gruppo ( = innalzamento del livello militare), e, nello stesso tempo, 10 svuotamento dellautorit dei capi: esemplare, in questo senso, las sassinio dellagente di P.G. Arnesano (6.2.1980), azione alla quale, do po lunghe tergiversazioni di Fiore, Fioravanti trascina Vale, e insieme compiono l omicidio, al solo fine di impadronirsi dellarma della vitti ma (un mitra M12). Anche in occasione dellomicidio dellagente Evan gelista (Serpico) sembra che Fiore si sia limitato ad approvare lazio ne, eseguita il 28.5.1980, da un nucleo movimentista, in un quartie re controllato da T P 1 5 9 . Un significato ulteriore di questi episodi va messo in luce: gli agenti uccisi sono simboli del sistema, che viene dunque individuato come bersaglio privilegiato dellazione rivoluzionaria. In precedenza TP ave va compiuto attentati contro avversari politici e luoghi pubblici (sale cinematografiche, per imporre un lutto del movimento), oltre a rapi n e , pestaggi e azioni di piazza: ma solo con queste azioni, affermandosi 1 1 ruolo "rivoluzionario del soldato politico, ci si colloca in una logi ca militare di attacco diretto al sistema, riprendendo in qualche misura lu linea degli attentati di CLA della primavera precedente. Il passo suc cessivo di questa escalation , il 23.6.80, lassassinio (per il quale Assi se di Bologna il 5.4.1984 ha condannato allergastolo in prima istanza (i Cavallini come esecutore materiale, Fioravanti e F. Mambro co me complici, P. Signorelli come mandante) del giudice Mario Amato, il magistrato che, pressoch con le sue sole forze, aveva dato inizio a una vigorosa indagine sulleversione nera a R om a1 6 0 . Il successo delloperazione Amato provoca, nellestate del 1980, un momento di aggregazione nellambiente delleversione nera. Il vo lantino rituale si preoccupa molto meno di motivare l omicidio che di esaltare lo spontaneismo come forma di lotta, lanciando avvertimenti minacciosi a quei settori dellambiente che non la condividono: [...] Troppo spesso ci si nasconde dietro frasi come non abbiamo le armi, o non abbiamo i soldi. Soldi e armi sono per le strade, e basta anche un coltello per cominciare. [...] Data la nostra entit numerica, a noi non resta che la vendetta. Il massimo che possiamo fare vendicare i camerati uccisi o in galera [...] la vendetta sacra! [...] Per conseguire questi obiettivi [...] tre camerati fidati e buona volont bastano. E se non ce ne sono tre ne bastano due, e non ci dite che non ci sono due camerati fidati. [...] A chi ci accusa di non essere abbastanza politici [diciamo] che non ci interessa la loro politica, bens lottare [...]. E a chi ci accusa di essere dei disperati ribadiamo che meglio la nostra disperazione alla vigliaccheria. [...] Sa r piombo per chi continua a inquinare la nostra giovent predicando lat tesa o roba simile. Il messaggio in sintonia con l ambiente, di cui interpreta il rifiuto delle gerarchie, la vena anarcoide, il gusto romantico per latto delit

2. LA DESTRA EVERSIVA

87

tuoso, il compiacimento csirti/./.nnic (malgrado 1 lusso livello lettera rio) per la disperazione" 1 1 (.luesii mncctti sminino ribaditi da V. Fioravanti in uno dei suoi ninniamoli diivmili ni giudici padovani: N io n i miei camerini nl>l>i>tiiin un p r n u i ' i t n |nillllui lini preciso nel qua le iscrivere la Ioidi annulli, ne nliliimnn olili 111\ i ili lini II 'li i m.mere politi co da raggiungere, tipo In mmliliin/Inne ili ll'timn'llii tirilo min e ilellu so ciet. [...] Non abbiamo pi ninne n ilu- Ime mn liileu lindi/lunule ilei rivoluzionario e della rivoluzione di desini "nnlpism", In - peise^ui' In n-n lizzazione di uno stato forte e di un ferreo ordine sui iute | | lm si sollun to il problema di prendere il potere non era sufficiente; I l quello che ci sembrato importante la ricerca di mezzi per cambiare l'uomo |...] clic non ha pi quel fermento e quella volont di progredire di una volta. [...] In questa prospettiva la lotta armata una delle strade da imboccare; nel lavoro per cambiare luomo bisogner cambiare il senso artistico, il senso morale, cosi via [...] il sentimento della paura, della paura della morte, del la perdita della libert [...] la lotta armata mette in discussione proprio il sentimento di queste paure [...] mi sono trovato a fare la lotta armata per le mie caratteristiche personali, sicch posso dire che era lunica cosa che io potevo fare e che la mia mente potesse arrivare a concepire e realizzare come atto di liberazione. Mi considero militante di estrema destra soprattutto perch in questo ambiente sono le mie origini e i miei amici, ma sia io che i miei amici stiamo andando avanti oltre limpostazione tradizionale della destra. Fare la lotta armata per me e i miei amici ha significato e significa iniziare a scuotere noi stessi e gli altri; muoverci, vincere lo stato dinerzia; quale sar il resto del cammino per ora non possiamo saperlo. Nel periodo successivo allassassinio di Amato, gli atti di violenza e gli omicidi si susseguono in una spirale crescente dove, alla logica della vendetta, si affianca un lucido delirio di autodistruzione, che pone co me primaria l esigenza di purificare lambiente tramite spietata eli minazione di chi lo inquina (infami e profittatori). G li interventi della magistratura, infatti, si vanno facendo incisivi (nel settembre 1980 TP colpita da una quarantina di mandati di cattura), il che scatena accuse di tradimento e furibonde lotte fratricide: Fiore e Vale si accusano re ciprocamente di esser fuggiti con la cassa e le armi del movimento; la stessa accusa oltre a quella di aver sfruttato i ragazzini spingendoli a fare rapine e poi abbandonarli causa luccisione di F. Mangiameli (di rigente nazionale e capo-nucleo territoriale di TP per Palermo), a opera dei Fioravanti e di Vale, che cercano poi di liquidare anche Fiore e Adinolfi, completando cos leliminazione fisica di tutti i dirigenti di TP; i due, per, riescono a rendersi irreperibili1 6 2 . Nella crisi del nucleo operativo, e nella fase centrifuga che caratte rizza la situazione di TP, emerge la banda Cavallini-Fioravanti (i sette magnifici pazzi): Vale, Beisito, Soderini, si uniscono a V. Fiora vanti, alla Mambro, Cavallini e Rossi; entrano poi nel gruppo C. Fiora

88

FRANCO FERRARESI

vanti e D. M ariani1 6 3 ; invece emarginato Ciavardini, che, il 4.10.1980, viene arrestato con Nanni De Angelis, caponucleo del quar tiere Parioli: questultimo, ferito durante larresto, si impicca in carcere1 6 4 . Altri gruppi sono attivi nel periodo sulla scena romana; alcuni ven gono rapidamente smantellati dalle forze dellordine 1 6 5 ; altri proseguo no per un certo periodo lattivit criminosa, sollecitati dallemulazione nei confronti del nucleo di maggior prestigio (Cavallini-Fioravanti). Questo compie rapine con bottino complessivo di diversi miliardi, pri ma di trasferirsi al Nord, lasciando dietro di s una lunga traccia di sangue: il 26.11.1980 a Milano viene ucciso il brigadiere dei carabinieri E. Lucarelli1 6 6 ; il 5.2.1981 a Padova sono uccisi i carabinieri Codotto e Maronese; V. Fioravanti, ferito nella sparatoria, viene arrestato (e sar successivamente condannato allergastolo per il fatto) mentre il resto della banda riesce a fuggire. L episodio segna un punto di svolta nelleversione nera: Fioravanti, al di fuori di qualunque intento di collaborazione con gli inquirenti, vuole per far conoscere la propria collocazione e il significato dello spontaneismo come scelta di lotta, il che lo conduce a criticare, anche ferocemente, i camerati di orientamento difforme (per un verso i fa scisti bucolici e mercenari; per un altro le componenti gerarchico-strutturali di TP, che strumentalizzano i militanti per gli ambigui fini dei vertici, mascherati dietro slogan irrealizzabili come rivoluzione di po polo). Anche contro Valerio Fioravanti si scatenano cos le accuse di infamit . Nel frattempo a Roma si susseguono gli arresti (facilitati anche da una nuova disponibilit della Digos 167 e dei Carabinieri); fra gli altri quello di Cristiano Fioravanti (aprile 1981), che, di fronte a precise contestazioni, decide di collaborare con gli inquirenti (diventando cos il superinfame). Si delinea finalmente un quadro quasi completo delle vicende degli ultimi tre anni: fra la primavera e lestate 1981 una nuo va ondata di arresti si abbatte cos sullambiente di destra. Leversione nera come realt organizzativa ferita a morte, ma rie sce ancora a generare frammenti di aggregazione ferocemente determi nati, la cui unica ragion d essere ormai la vendetta, leliminazione de gli infami, dei fucilatori , dei torturatori , dei pennivendoli di regime. Documento eloquente il volantino di rivendicazione di una delle azioni pi impressionanti del periodo, per ferocia e potenzialit offensiva lagguato in cui trovano la morte gli aguzzini di Stato capitano F. Straullu, della Digos, e il suo autista Ciriaco D i Roma: Non abbiamo n poteri da inseguire n masse da educare; per noi quello che conta rispettare la nostra etica, per la quale i Nemici si uccidono e i traditori si annientano. La volont di lotta ci sostiene di giorno in giorno, il desiderio di vendetta ci nutre.

2. LA DESTRA EVERSIVA

89

Non ci fermerei no1 Non temiamo i h di morire n >11 finire i nostri giorni in carcere; lunico tinniti' r > |iicllu ili non m m lir a far pulizia di tutto e di tutti, ma statene i ri li. Ini. In avirmo flato non ci fermeremo.

pe De Luca, accusato di n|> j> it> |> i la/,......... li I.....li drl movimento; il ......in i 30.9. la volta di M. li/zarri, imputi..... li ................... In lassassinio di Nanni De Angelis; in prci cdin/a (< i I Mll i ni '.iato li quidato L. Perucci, militante TP del quinlien- Tiuv.ic, m i muiin di col laborazione con la polizia; analoga accusa era stata rivolta a M (lotici na, del Messaggero: al suo posto viene ucciso, per errore, il lipomi ufo D i Leo. Il 5.12.81 A. Alibrandi muore in un conflitto u fuoco, in cui cade anche l agente C. Capobianco; lindomani viene ucciso il carabi niere R. Radici: i N A R rivendicano lepisodio come risposta alla mortedi Alibrandi. Il 5.3.1982, nel corso di una rapina, viene ferita e arre stata Francesca Mambro; poco dopo (il 5.5.) la volta di G . Vale, che, scoperto e circondato dagli agenti, si uccide. Il giorno dopo, la sua mor te vendicata con lassassinio dellanziano appuntato di PS A. Rapesta. Oltre alla vendetta e alla purificazione dellambiente, i motivi delle azioni sono quelli di sempre: procacciamento di armi e denaro. Il 7.6.1982 i due agenti G . Caretta e F. Sammarco vengono disarmati ed uccisi con colpi alla testa; il 24.6. viene ucciso lagente Galluppo, da un commando che si impadronisce del suo M12; per l episodio viene arrestato R. N istri1 6 8 . Le catture dei militanti, in Italia e allestero, continuano per a de cimare lorganizzazione: nel settembre 1982 viene arrestato W . Sordi, nellaprile 1983 F. Sani e Giovanna Cagolli; infine, nel settembre dello stesso anno, G . Cavallini e S. Soderini. Sembra dunque che le figure pi di spicco delleversione nera siano ormai in carcere, ma sarebbe prematuro e imprudente ritenere conclusa la vicenda: troppe volte in passato il movimento ha dimostrato la capacit di rinascere dalle pro prie ceneri. E gli inquirenti ammettono la sopravvivenza, probabilmen te al Nord, di centri pulsori non ancora individuati, ma in grado di sfruttare col i terreni culturalmente e politicamente assai fertili di ri salenti trame e progetti eversivi 1 6 9 .

6.

BANDITI E G U ER RIE RI

Lo spontaneismo armato indubbiamente il fenomeno che, nel lambito della Destra eversiva, presenta maggiori difficolt di classifica zione, trovandosi al confine fra azione politica, sfogo esistenziale, atti vit criminale e altro ancora. Anche i protagonisti fanno registrare in

90

FRANCO FERRARESI

merito posizioni fortemente diversificate, non solo per quanto riguarda le scelte strategiche o la valutazione dei singoli episodi da parte di gruppi diversi (tipica, in proposito, la contrapposizione fra N A R e Quex (Tuti), da un lato 170 e Costruiamo lAzione, dallaltro, circa un episodio come lassalto a Radio Citt Futura: esemplare gesto di guerra, secondo i primi, masturbazione di quattro impotenti frustra ti, per la seconda). Ma anche allinterno di un medesimo gruppo, ri strettissimo, addirittura familiare, linterpretazione della natura pro fonda del fenomeno fortemente differenziata. Cosi Valerio Fioravanti, il personaggio di maggior spicco dello spontaneismo, sebbene con qualche oscillazione (la nostra organizza zione non di per se politil a, nel senso che noi non abbiamo mai com piuto delitti per perseguire obiettivi politici...;) sostanzialmente si considera un rivoluzionario i tempo pieno: insistevo molto con i miei amici sulla necessit di prendere esempio dai rossi, o si faceva politica 24 ore su 24, o si smetteva. Ma non [...] aveva pi senso fare lattenta to singolo, scollegato da qualsiasi progetto. La sua polemica pi dura anzi rivolta contro coloro che usavano i proventi delle rapine per comperarsi la macchina e la casa, e mettevano la politica in secondo piano dimenticandosene nei fatti pur continuando a parlarne . Diverso il quadro fornito dal fratello Cristiano nel corso degli interrogatori padovani: Richiesto dalla SV se qualcuno del nostro gruppo avesse un progetto politico sia pure di carattere generale, [...] escluderei tale cir costanza con riferimento a me, Beisito e Soderini 1 7 1 . Gilberto Cavalli ni, condannato allergastolo per lomicidio di un carabiniere, reo con fesso dellomicidio Amato, era il secondo in comando della banda; cio nonostante, non ho mai avuto con lui occasione di fare discorsi di ca rattere politico o di sentirlo parlare con altri di politica. [...] So [...] che Valerio era solito chiamarlo Negro o Bant per metterne in risalto il modo di ragionare primitivo m. Quanto a Vale, Cristiano sa che aveva preso molto sul serio gli obiettivi di Terza Posizione, anche se non so spiegare quali fossero tali obiettivi . L unica cui viene riconosciuta una forte politicizzazione Francesca Mambro, che era stata una delle animatrici delle iniziative del FUAN e che aveva una solida preparazio ne culturale e ideologica e che, inoltre, usava una fraseologia di stampo nettamente rivoluzionario 1 7 3 . Per il fratello Valerio, secondo Cristia no si deve fare un discorso in due fasi: nel periodo in cui era collegato col FUAN e TP egli aspirava alla formazione di gruppi armati che operassero congiuntamente per una violenta destabilizzazione delle or ganizzazioni statali; in particolare [...] credo che intendesse proporsi come modello ideale di rivoluzionario . Le delusioni provocate dallam biente hanno per fatto cadere tali speranze, e nel periodo in cui ope rava la banda penso piuttosto che egli mirasse pi che altro a reperire la maggior quantit di denaro possibile in modo da poter rendere co moda ed agevole la sua latitanza [] credo che la sua massima aspira

2 . LA DESTRA EVERSIVA

91

zione fosse quella di fare quanto pi possibile soldi ed allontanarsi dal lItalia insieme alla Francesi a" 1 ' Non mancano, per, secondo Cri stiano, motivazioni di ordini* caraticiialc: credo anche [...] che tale sistema di vita basato sulla continua idea/ione ed c s n u/ione di proget ti criminosi fosse un po congeniali' .i i|iirllo i he M inilo i ssci stato per lui un modello di vita. |...| rientrava tii-lla sua nirnialila ed era omoge nea alla grande preparazione che lui aveva in latto di armi e di tecniche di combattimento 1 7 5 . Va infine segnalato che la magistratura padovana, con riferimento ai soli reati commessi dalla banda a Padova e nel Veneto, ha escluso in sede istruttoria per gli imputati le aggravanti di terrorismo, banda ar mata, associazione sovversiva, in base alla considerazione che essi si erano proposti esclusivamente obiettivi di delinquenza comune (rapi ne, estorsioni, sequestri di persona) senza alcun collegamento, sia pure indiretto, con finalit di sovversione violenta degli ordinamenti demo cratici dello Stato, e senza lintento di spargere sistematicamente pa nico nella collettivit1 7 6 . Da tutto quanto precede, e pur scontando le differenze di finalit, di metodologia di raccolta e classificazione dei dati empirici, esistente fra il magistrato penale e il sociologo-politologo (nonch limputato, te so ad allontanare da s delle ipotesi di reato), dovrebbero comunque risultare chiari due elementi: a) che nella fase pi recente delleversione di destra i confini fra delinquenza comune e azione politica con finalit terroristiche/eversive sono molto labili; b) che i fattori personali hanno peso decisivo nel collocare i singoli sulluno o l altro versante del discri mine. Il discorso vale soprattutto nel periodo successivo allesaurimen to del progetto di Costruiamo lAzione, e della funzione aggregatrice del FUAN, quando sulla scena resta solo, con leadership fortemente in debolita, Terza Posizione. Si determinano allora spinte sempre pi ac centuate verso una continua e diffusa attivit criminosa che, in carenza di un disegno strategico di qualche consistenza, appare come lunica scelta rivoluzionaria praticabile. Nelle parole degli inquirenti: im pressionante la quantit di furti e di rapine, in appartamenti e in ban che, verificatasi in questo periodo e in quello immediatamente successi vo, riferibile a numerosi soggetti anche giovanissimi (dai sedici anni di et), spinti allillecito da motivazioni meramente politiche, quali [...] acquisire i mezzi finanziari al movimento di Terza Posizione o aiutare i camerati in galera, o da motivazioni economiche appena ammantate dalla teoria dellazione rivoluzionaria in s 1 7 7 . Il fenomeno si inserisce nel pi ampio processo di destrutturazione delluniverso dei valori che accompagna il movimento del 1977: il rifiuto sistematico delle regole costituite (i valori borghesi) viene vis suto come momento di ribellione politica; una versione volgare della teoria dei bisogni non solo articola esigenze generalizzate di benesse re, e fa apparire come iniqua la loro insoddisfazione, ma afferma la le-

92

FRANCO FERRARESI

gii limita di procurarsi con tutti i mezzi i beni considerati appartenenti ;il "pacchetto dei diritti acquisiti: da cui gli espropri proletari ai su permercati (simbolo del consumismo capitalista), lingresso gratuito nei cinema, ai concerti, agli spettacoli. Ci deriva anche dalla legittimazio ne generalizzata delluso della violenza come mezzo d espressione e strumento di lotta politica: gi fra gli studenti delle scuole medie dif fuso e accettato il ricorso alla forza per affermare le idee proprie e del gruppo, e l utilizzo di strumenti di discussione come bastoni, catene, spranghe, bottiglie incendiarie, e simili: lassenza di qualunque forma di repressione, la mancanza di un efficace controllo e canalizzazione politica del fenomeno, la fragilit ideologica e il basso livello culturale dei soggetti, rendono loro difficile intuire la gravit e le conseguenze del passaggio a forme di lotta sempre pi violente, e cogliere la distin zione fra conflittualit politica e criminalit comune. Questa situazione abilmente sfruttata dalla Destra 178 che, esclusa dallaccesso agli ambienti popolari, pesca a piene mani in quelli bor ghesi, guadagnando velocemente terreno nelle scuole, nei bar di quar tiere, nei luoghi di ritrovo, nelle discoteche 1 7 9 : la velocit di proseliti smo di TP impressionante, cos come laumento dei reati (furti e rapi ne) che a essa si ispirano, incentivati dalla teorizzazione dellautofinan ziamento, che legittima a priori ogni modalit di appropriazione econo mica. A ci si aggiunga la ricerca spasmodica di armi, strumenti bellici, documenti falsificati ecc.: tutto questo pone lesigenza di appoggi logi stici, e quindi di collaborazione con la malavita comune, nei cui con fronti la (presunta) comune ostilit al sistema borghese ha fatto cadere ogni preclusione ideologica o etica (fenomeno d altronde non nuovo nellambiente di destra: ormai dimostrata lesistenza di rapporti ope rativi fra la banda Vallanzasca e P. Concutelli) 1 8 ; anche per questa via si riducono le differenze fra militanza politica e malavita comune. Malgrado tutto questo, dal punto di vista delle scienze sociali, la collocazione complessiva dei comportamenti sinora descritti nellarea della Destra eversiva sembra difficilmente negabile. Uno dei fattori identificanti di tale area, dal punto di vista che qui interessa, il riferi mento ideologico comune a un modello di comportamento che, nel qua dro generale dello spontaneismo, privilegia dimensioni come quella del soldato politico, dello spirito legionario, dellazione esemplare, e simili. Si tratta di concetti che, come si visto, compaiono, in qualche forma, in quasi tutti i documenti del periodo; la teorizzazione pi articolata, ed esplicitamente riferita alle vicende dello spontaneismo, quella di Quex 1 8 1 , il bollettino di collegamento dei detenuti politici di destra, fondato secondo le direttive di F. Freda, e animato da M. Tuti, di cui fra lottobre 1978 e il marzo 1981 escono cinque numeri1 8 2 . Si tratta di una pubblicazione che esprime in maniera relativamente sistematica e continuativa i punti di vista di unarea quella dello spontaneismo costituzionalmente restia (o incapace) di articolare le proprie idee

2 . LA DESTRA EVERSIVA

93

con un respiro che vada olire il volantino di rivendicazione o il docu mento interno. La sua imporiunzu ni nostri fini e quindi fuori discus sione. Quex si colloca espliciliiincntr m iro il filone l\ volu Preda, cui ri conosce il merito fondamentale di uvei delineato min posizione teorica capace di indicare allazione ilei nuli) uni i gli '..l.i. u r i <!rlln piccola .............. , orlimi scon guerra santa 1 8 3 . Punto di partenza della sua . tato in questarea, il rifiuto di ogni vincolo m tuli urtile "come orgn nizzazione siamo un bluff 1 M . Per luomo dilleicn/iuio, pei chi voglia cavalcare la tigre, la sola possibilit quella di "mimetizzaisi nella so ciet [...] reagendo tuttavia tutte le volte che il proprio onore e la pro pria dignit lo esigono, e quindi [...] sempre . Azioni di questo genere sono perfettamente possibili anche se portate avanti da militanti isolati o da gruppuscoli slegati di due o tre camerati che per un fenomeno di spontaneismo potrebbero estendersi a macchia d olio 1 8 5 . Proprio le carenze sul piano materiale e organizzativo costituiscono le premesse per la lotta spontanea: SPO N T A N E ISM O ! sia allora la parola d ordi ne che le avanguardie lanciano ai camerati. Per far nascere un CUIB tre o quattro camerati sono sufficienti 1 8 6 . Sbocco naturale dello spontaneismo lazione esemplare, che va d i stinta sia dal terrorismo (perch aperta e concentra lattenzione di tutti sul Cuib che la compie) che dal beau geste di tipo anarchico ed eclatante (perch non fatta per soddisfare esigenze liberatorie del militante che non devono esistere): questo per non parlare della stra tegia leninista e gramsciana, la cui essenza il lavoro della formi ca 1 8 7 . La scelta dellazione esemplare deriva da canoni di natura esi stenziale prima che politica: non verso il potere che noi tendiamo, n, necessariamente, verso la creazione di un ordine nuovo. [...] E la lotta che ci interessa, l azione in s, il battersi quotidiano per laffer mazione della propria natura 1 8 8 . E, questo, un punto decisivo: lazione priva di precisi riferimenti di scopo corrisponde a un topos classico delletica guerriera, cui i militanti nazionalrivoluzionari si richiamano in continuazione. Ancora una vol ta, il riferimento fondamentale proviene dal complesso dellopera di Evola, il cui insegnamento in materia distillato e condensato in un testo del 1940 che, ristampato da Freda nel 1970 e nel 1977 (e tradot to anche in francese), costituisce una sorta di breviario mistico-ascetico del soldato politico1 8 9 . Questo scritto prende le mosse dal rilievo secon do cui il contrasto tra azione e contemplazione, tipico della civilt occi dentale, era sconosciuto agli antichi Arii, per i quali anche lazione po teva essere strumento di realizzazione spirituale, capace cio di spinge re luomo oltre i condizionamenti individuali e di farlo partecipare alla realt soprannaturale. La guerra rientra ovviamente nella categoria del lazione, in quanto corrisponde a uneterna lotta tra forze metafisiche: da una parte il principio olimpico della luce, la realt uranica e solare;

94

l'HANi

( > IHKRARESI

dallaltro la violenza bruta, lelemento titanico-tellui ii u, Imi Illirico in senso classico, femminile, demonico1 9 0 . Cos Evola. (ili Im 11h> diligen temente eco i discepoli: essere Legionario per noi signilioi (".scie mili ti di forze luminose contro tutto ci che tellurismo e cnus Q uindi la lotta per il legionario non azione unicamente materiale, ma essenzial mente spirituale 1 9 1 . Nellantica tradizione, guerra e via del divino si fondono in una medesima entit. Ci vale per il mondo nordico-germa nico, dove il Walhalla la sede di unimmortalit riservata eminente mente agli eroi caduti sul campo: nessun sacrificio gradito a OdinoW othan signore del Walhalla, quanto quello offerto da chi muore in combattimento1 9 2 . Su ci i nostri: il Legionario giunge a realizzare pienamente il proprio essere nella Morte Eroica. [...] tiene sempre nel suo cuore il pensiero della morte per essere pronto in ogni istante a intraprendere serenamente con essa il viaggio trionfale verso il Walhal la [...] o Regno degli Eroi 1 9 3 . Questi concetti, secondo Evola, costitui scono anche il nucleo centrale della tradizione islamica nella teoria del la duplice guerra, la piccola, quella materiale, condotta contro il ne mico o l infedele (nel qual caso piccola guerra santa), e la grande guerra santa, di ordine spirituale o interiore, la lotta dellelemento so vrumano delluomo contro tutto ci che istintivo, passionale, sogget to alle forze della natura. L essenza di questa concezione, secondo Evola, sta nella visione della piccola guerra come via attraverso cui rea lizzare, in perfetta simultaneit, la grande: perci guerra santa e via d iddio jihad sono spesso usati come sinonimi1 9 4 . Anche di ci leco, su Quex, letterale: lessenza dellazione legionaria deve ri farsi al binomio piccola/grande guerra santa. [...] Si dovr dunque sta bilire quale tipo di azione possiede la caratteristica di funzionalit con temporanea alla piccola e alla grande guerra santa 1 9 5 . Infine, la tradi zione indo-aria del Bhagavad-git, dove il dio Krishna condanna come vilt gli scrupoli umanitari che trattengono il guerriero Arjna dallo scendere in campo: il dovere del combattimento ha origine da un giudi zio divino, che prescinde da ogni necessit terrestre; analogamente, la zione eroica deve esser voluta per se stessa, al di l di ogni motivazione contingente, di ogni passionalit, di ogni volgare utilit. Nella misura in cui il guerriero sia in grado di operare nella purezza e assolutezza, [...] egli spezza le catene dellumano, egli evoca il divino come forza metafisica... 1 9 6 . Dal Bhagavad-git, via Evola, a Quex: lazione vale di per s e per la purezza che ha in s chi la compie, prescindendo se sia utile o inutile ai fini della strategia globale 1 9 7 . Innocue esercitazioni di cultori dellesoterico? E lecito dubitarne, considerando la collezione di condanne che la redazione di Quex pu vantare. Nelluso di questo immaginario, alcuni inquirenti vedono unapplicazione di quella pedagogia del compito inutile che era stata ipotizzata da F. Jesi, alla quale possono dedicarsi ampiamente i militan ti detenuti, che trascorrono il loro tempo a elaborare, appunto, com

2. LA DESTRA EVERSIVA

95

piti inutili quando non organi//.ino stragi Senza disporre di ma teriali dindagine pi approfondili difficile andine oltre le congetture: ma non si pu fare a meno di sottolineare le sorpiendenti analogie che esistono fra gli scritti di Qucx" e i li > <unu m i dello .pi mi aneismo ar mato: dallentusiasmo di Tuli pei l'uv.alio ,i "Kadlo < ilt Futura alla riproduzione letterale di frasi di "Q ue*" nel vnliuiliiu) di rivendicazio ne dellomicidio Amato, Sul piano individuale poi, ad riempio, la visio ne di s e delle motivazioni i lu- lo hanno \ pinlM alla loi la ai mala, loi ni te da Valerio Fioravanti, si inseriscono pei lellamenie nel modello del latto eroico/azione esemplare teorizzato da Quex, sulla scorta dei te sti evoliani. E noto d altronde che Tuti considerava Fioravanti come il tipo ideale di legionario spontaneista l9 ' e Fioravanti lo ricambiava, giudicando Tuti uno dei pochi leader della vecchia generazione merite voli di rispetto, al punto da esprimere il desiderio di essere posto nello stesso carcere. E quindi difficile ritenere del tutto prive di conseguenze frasi come le seguenti: il Legionario al di sopra di qualsivoglia legge di questa civilt degenerata [...] la sua legge quella dellO N O R E , della FE DELT, dellA Z IO N E P U RIFIC A T RIC E. L azione del Legionario distruttrice e creatrice [...] distruttrice per tutto ci che rappresenta questa civilt di mercanti; creatrice perch in essa si purifica tutto ci che questa civilt ha generato 2 0 0 . L ultimo concetto quello di azione purificatrice compare an che in un altro testo, il documento fatto rinvenire ai carabinieri, in una cabina telefonica di Bologna, alla fine dagosto 1980 (pochi giorni, cio, dopo la strage), e che pure risale al gruppo di T uti2 0 1 . Q ui lo spontaneismo viene presentato come la prima fase di unarticolata stra tegia di lotta, lotta armata, beninteso (centro e fondamento di ogni programma nazional-rivoluzionario di attacco al sistema) 2 0 2 . Solo con uso delle armi, infatti, il movimento scende veramente in campo, e il singolo militante pu raggiungere quella purezza trascendentale che costituisce una vera forma di ascesi eroica e guerriera 2 0 3 . Nella fase successiva dellazione rivoluzionaria possono essere configurate varie tattiche, ma fondamentale il ricorso al terrorismo, sia indiscriminato che contro obiettivi ben individuati . Esso infatti, nel suo potenziale offensivo ( stato definito laereo da bombardamento del popolo) pu essere indicato per scatenare l offensiva contro le forze del regime, da parte di gruppi di militanti ancora poco numerosi e quasi isolati tra di loro 2 0 4 . Ci dovrebbe provocare un estendersi della lotta, favorita an che dalla prevedibile reazione scatenata dal regime2 0 5 . La popolazione infatti, originariamente neutrale, sar in seguito portata a temerci e ammirarci disprezzando nel contempo lo Stato, per la sua incapacit a difendersi e difenderla 2 0 6 . (La somiglianza di questa proposta con al cune delle analisi di tecniche terroriste discusse al convegno Pollio sem bra evidente2 0 7 .)

96

FRANCO FERRARESI

Si potranno poi operare attacchi specifici, non necessariamente ri vendicati dalla nostra parte", che aumenteranno le tensioni fino a un li mite insostenibile per il tessuto dello Stato 2 0 8 . In un periodo pi avan zato della lotta comparirli Li guerriglia urbana, di lite e poi eventual mente di massa; suo obicttivo di portare loffensiva nel cuore del ter ritorio nemico, prendendo direttamente a bersaglio uomini, mezzi e strutture del regime. La nutura specifica del contesto urbano (presenza di masse di emarginati, studenti, sottoproletari, disoccupati ecc.), cree r le condizioni sociopolitielie per poter sfruttare le contraddizioni del sistema pluto-marxista, all.ug.indo la base dei simpatizzanti: lanalogia con le linee strategiche di Cosi minino lAzione e Terza Posizione pa lese; dir infatti spavaldamente Valt-rio Fioravanti: per me risponder la guerriglia. Tutto questo, naturalmente, induce interrogativi sul reale grado di coordinamento fra i vati gruppi c le formazioni gravitanti nellarea del la Destra. In materia, anche fra gli inquirenti i pareri non sono del tut to omogenei. In linea di massima esiste accordo nel considerare defi nitivamente accertata lunitariet di fondo delle manovre variamente compiute dai gruppetti di destra, esponenti dei quali, non casualmente, sono stati processati tutti insieme per episodi molto eclatanti 2 0 9 . Alcu ni si fermano a questo punto; altri si spingono oltre, e affermano lesi stenza di ununica centrale politica, che lascerebbe autonomia ai gruppi per quanto riguarda gli obiettivi minori (rapine, autofinanziamenti ecc.) riservandosi invece il potere di decidere sugli obiettivi politici di fondo2 1 0 . E forse troppo presto per fornire una risposta definitiva a questo interrogativo. I dati finora acquisiti mettono in luce dimensioni contraddittorie: da un lato lesistenza di collegamenti e di legami fra nuove e vecchie strutture (ad esempio, fra Terza Posizione ed Avan guardia Nazionale), che possono far pensare a una continuit maschera ta da esigenze tattiche; dallaltro, si ha una miriade di gruppuscoli che si aggregano e dissolvono di continuo, rifiutando imposizioni e suggeri menti anche autorevoli. Una attendibile conclusione, suggerita dagli in quirenti romani, che, accanto a personaggi e ambienti legati ai vecchi schemi (che cercano di imporre, magari per interposta persona), vi sia chi ha intuito i mutamenti e ha tentato di cavalcarli, condizionandoli e a volte subendoli. A questi si aggiunge una maggioranza di nuove le ve priva di legami col passato, che vuole battere una nuova via rivolu zionaria 2 1 1 .

1 Sul concetto di cultura politica cfr. G. s a n i, s. v ., in n . b o b b io , n . m a t t e u c c i , g . Dizionario di politica, Torino, 1983, pp. 296-298, e letteratura ivi cit.; in particol., G. a l m o n d , s. v e r b a , The Civic Culture, Princeton University Press 1963. 2 In questa ricostruzione hanno avuto grande importanza i materiali di origine giu diziaria, con riferimento ai quali necessario formulare almeno u n avvertenza prelimina re. Come noto, infatti, malgrado i passi avanti molto significativi compiuti negli ultimi tempi, litinerario della giustizia nei confronti della Destra contrassegnato da pesantis simi ritardi, alcuni dei quali ormai incolmabili: basti pensare che di nessuna delle stragi attribuite alla Destra sono stati finora individuati i responsabili. (Su ci si veda anche, oltre, il 4 paragrafo di questo capitolo.) Pi in generale, di tutti i processi a carico di estremisti (persone e gruppi) di destra, solo uno, quello per lassassinio del giudice V. Occorsio giunto a sentenza definitiva (v. oltre, pp. 74, 110); gli altri sono tutti negli stadi processuali intermedi. Da cui due considerazioni, una tecnica e una politica, stret tamente intrecciate: la prima spinge a sottolineare che molti materiali sono ancora sotto posti a segreto istruttorio, e quindi inaccessibili; pi in generale, in attesa delle sentenze definitive, tutte le ricostruzioni vanno considerate come provvisorie e quindi rivedibili. Dal punto di vista politico, il meno che si possa dire che risulta difficile considerare come meramente casuale questo ritardo nel perseguire la Destra eversiva, soprattutto di fronte alla molto maggiore efficienza che la giustizia italiana ha saputo dimostrare nei confronti della sinistra. Difficile non essere d accordo, almeno fino ai tempi recentissi mi, col quadro disegnato da M . Nozza: Nessuno [imputato di destra] ha subito una condanna, finora, per le stragi delle quali era stato imputato. D i tutti gli imputati di strage, l unico in carcere Freda. Durante i processi c sempre qualcosa che capita, in pi, c sempre qualche autorit giudiziaria che, al momento opportuno, interrompe, fre na, rimanda il corso della giustizia. E poi, improvvisamente, lo accelera. A giudici severi di primo grado subentrano giudici di secondo grado accomodanti, che non hanno nessu na voglia di approfondire quello che andrebbe approfondito perch i nomi questo lassurdo, il tragico sono sempre quelli, dal 1969 in poi [...]. Sempre lo stesso il meto do per salvarsi: la reticenza. Qualcuno, allinizio, parla. Poi, allimprovviso, tace, come obbedendo a un regista, a un suggeritore (m . n o z z a , "Quex spontaneismo o progetto nazional-rivoluzionario? in a a . v v ., Fascismo oggi. Nuova destra e cultura reazionaria negli anni ottanta, Cuneo, Istituto storico della Resistenza 1983, p. 276). Sullatteggiamento della magistratura nei confronti della Destra si veda: Ideologie e verifiche giudiziarie del terrorismo di destra, sezione speciale di Questione G iustizia", II, 4, 1983, pp. 867-981,
p a s q u in o (a cura di),

NOTE

con interventi di: v.

b o r r a c c e t t i, f

. f e r r a r e s i, g . s c a r p a r i, p . l . v ig n a , e . c a p a ld o , l .

d a m b r o s io , p. g i o r d a n o , m . g u a r d a t a , a . m a c c h i a . (Si tratta della parziale riproduzio

ne delle relazioni a un convegno su questo tema svoltosi a Grottaferrata nellottobre 1983.) ! Si seguita qui, nelle grandi linee, la scansione proposta in R. m i n n a , Per una sto ria del terrorismo di destra, Relazione al Convegno su Ricordare e Capire. Violenza poli tica e terrorismo in Italia, Bologna, 29-30 upr, 1983, in corso di stampa. 4Fra gli altri: a . d e l b o c a , m . g io v a n a , I "figli del sole". Mezzo secolo di nazifasci smo nel mondo, M ilano, Feltrinelli 1%5; m p io v a n a , Le nuove camicie nere, Torino, Edizioni dellAlbero 1966; p . r o s i m i a i i m , Il nuovo fascismo -da Sal ad Almirante, M ila no, Feltrinelli 1975; D. b a r b i e r i , Annida Nn,i, trentanni di neofascismo in Italia , Roma, Coines 1976; G. d e l u n a , Neofascismi!, in i l.HVl, u. l e v r a , n . t r a n f a g l i a (a cura di), I l mondo contemporaneo, Storili il'Itnli.i. Firenze, La Nuova Italia 1978; G. f l a m i n i , Il partito del golpe, Ferrara, BonuventH l'>H I , I 82; r . C h i a r i n i , p. c o r s i n i , Da Sal a Piaz za della Loggia. Blocco d'nrihnr. nrn/iiu m/m. radicalismo di destra a Brescia (1945-1974), Milano, Angeli 1983. 5 Ad esempio; SFAI (Schieramento Forze Antibolsceviche Italiane e internazionali); M A C I (M ovimento Anticomunisti! Italiano); M A R I (Movimento Azione Rivoluzionaria Italiana); CSI l< '.in olii Solulurirta liininii/io nale), M N A (Missione Nazionale Antico munista); IM I (Partito Fusionista Italiano). PR (Partito del Reduce); PN F (Partito N a zionale Fusionista; si osservi la sigla); A ll, (Armata Italiana di Liberazione); F A I (Fronte Antibolscevico Italiano), A lilK A C (Ardili Bianchi Italiani Reparti Anticomunisti); R A A M (Reparti di Azione Anticomunisti Monarchici). (Cfr. d e l b o c a , g i o v a n a , op. cit., p. 183; m. g i o v a n a , op. cit., p. 29; Ch i a r i n i , c o r s i n i , op. cit., p. 62.) 6 Questa funzione esplicitamente riconosciuta da uno dei fondatori del M S I, Pino Romualdi, secondo cui lazione dellU Q fu dalla maggior parte della nostra gente ap poggiata e caratterizzata [...] in parte per coprire il tempo di preparazione del nostro vero partito, [...] e in parte per vedere come reagivano gli italiani a una martellante e intelligente propaganda denunciante fin d allora il carrozzone, le piccole ambizioni, il basso livello morale e politico dei partiti , (p . r o m u a l d i , Nel 25 anniversario della fon dazione del MSI, in L Italiano , 3, 1972, pp. 4-5; citato in Ch i a r i n i , c o r s i n i , op. cit., p. 62.) 7 La frase, solitamente attribuita a Pino Rauti, che in effetti la pronunci al con gresso dellM S I di Viareggio (1954) di uso frequente nellambiente . Si veda per esempio p . c a p o r i l l i , Sifilide dello spirito, Asso di Bastoni , 29 apr. 1951, cit. in ros e n b a u m , op. cit., p. 249; (sullintervento di Rauti, cfr. i d e m , p. 201). 8 Summa di questo clima e di questa cultura politica pu essere considerata l auto biografia di un militante, descritta in u n intervista condotta nel 1962 a Roma da A. Del Boca: Perch nasconderlo? H o preso parte a tutte le spedizioni punitive dal 1949 al 1955. H o cominciato che avevo quindici anni, ho smesso che ne avevo ventuno. M i sono bat tuto in Via Margutta e davanti a Montecitorio. H o preso parte allassalto della libreria Rinascita. [...] H o imparato a costruire bombe con residuati di guerra; ho lanciato casta gnole ; ho usato pugni di ferro, manganelli, spranghe e catene di biciclette negli scontri coi poliziotti e i socialcomunisti. [...] A diciotto anni ero capo-sezione del M S I e i came rati mi chiamavano ducetto. [...] Dopo la scuola, finivo immancabilmente in sezione. L incontravo sempre qualcuno che era stato nelle forze repubblicane di Sal, ed era pronto a raccontare. [...] N on cera bisogno che i vecchi ci facessero lezione di mistica fascista; per farci an dare su di giri bastavano i loro ricordi. [...] Io feci carriera perch mi allenavo in palestra a tirare di boxe, ed ero il pi deciso. Il mio motto diceva: I diciotto punti di Verona li imporremo col mitra. [...] N io n altri abbiamo mai saputo con precisione che cosa fossero questi diciotto punti. M a non importava. Ce ne fottevamo dellideologia. C i bastava sentirci arrabbiati. [...] Si contano a migliaia le azioni che noi del M S I e degli altri gruppi abbiamo compiuto in quegli anni: devastazioni di sedi di partiti, distruzioni di lapidi di partigiani, violazione di cimiteri

NOTE

99

e b r a i c i , i n c e n d i d i Camere del .................., i n ........li*NtZon antisemite, ( t e n t a t i d i n a m i t a r d i ,

aggressioni, lancio di bombe-miIn | | Il n u b ili, poi, non pescato pi di una volta, ma non nono inni rimi ili u mandarl scadessero i sette giorni, siamo neni|nr m i ., in .1 . uvunrlu sono un po cambiate [...], mu prima em min veni panlila cit., pp. 190-192).

fin ioni grande. C i hanno i u Renimi Coeli. Prima che ( .il . rullo-sinistra le cose " Inni, m>CA, o i o v a n a , op.

9C h i a r i n i ,

c o r s in i,

op. cit.,

p.

I l ' 1, mi i |i i r u , I o n e I 'i i i i I i u " p |i n n i / .i o n e " r e a l m e n t e


111

r iu s c ita n e l n o s tr o p a e se , si c fr t i v i a ll a s i t u a z i o n e b r e s c i a n a .

l 'a m p h i l e l l r n i n i n i

In Ib i.h m .

11

I, e o li e p i s o d i r e l a

10 Secondo alcuni osservatori, il convegno " n i p p i o e n n i i l i i - n i i i l i v o .li me! l e u .1 punto un organica e sistematica ridefinizinne Iella . 1 1 > i i i > i i , i u e o l . i v k m |.. i gli .inni a venire (C h i a r i n i , c o r s i n i , op. cit., p. 247; in senso analogo n. ha u n i i 1 1 1 , Annida Nera, cit., pp. 94-99; G. f l a m i n i , I l partito del golpe, cit., Voi. I, pp. 8 )1 0 )1 1 1 G. f i n a l d i , Inaugurazione del Convento, in E. b e l t r a m m t i (a cura di), lui guerra rivoluzionaria - il terzo conflitto mondiale gi cominciato, Roma, Volpe 1965, p. 16. Il centro studi A. Pollio (intitolato al Capo di Stato Maggiore generale dellesercito ita liano degli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale) risulta costituito nel 1964 da E. De Boccard, cattolico-evoliano formatosi nella G N R , e da G . Finaldi, cui si aggiunge Eggardo Beltrametti, collaboratore de Il Borghese e Il Tempo , co-fondatore dei N u clei di difesa dello Stato, e in seguito condirettore di Politica e strategia , organo del listituto di studi strategici e per la difesa (Cfr. C h i a r i n i , c o r s i n i , op. cit., p. 248). 1 2 Penso che a nessuno sorrida lidea di essere trasformato in un gorgoglione della repubblica democratica popolare italiana; nemmeno se ci comportasse la soddisfazione d avere come mandriano lon. Giancarlo Pajetta, o come mungitrice la Grande Vedova, Leonilde Jo tti . (Cfr. E. d e b o c c a r d , Lineamenti e interpretazione storica della guerra rivo luzionaria, in Guerra rivoluzionaria, cit. p. 34.) 1 5 E dunque non soltanto ridicolo e puerile, ma estremamente pericoloso pensare che si possa [...] trovare un modus vivendi con i comunisti che costituiscono [...] al livel lo planetario, unum anit nellumanit, cosi come in ogni singolo paese occidentale essi hanno dato vita de facto a uno stato nello stato, uno stato delle catacombe, che possiede le proprie leggi e una propria etica che nulla, assolutamente nulla hanno a che spartire con laltro stato... (e . d e b o c c a r d , op. cit., p. 49). E ancora: Il comunista [...] speri menta una forza alla pi parte di noi ignota, semplicemente perch egli un vero e pro prio m edium che si apre a forze pre-personali, o chtoniche, non troppo dissimili [...] allorenda e al mana dei popoli prim itivi (p. f il ip p a n i r o n c o n i , Ipotesi per una controrivoluzione, in Guerra rivoluzionaria, cit., p. 243). 1 4 p . r a u t i , La tattica della penetrazione comunista in Italia, in Guerra rivoluzionaria, ^ cit., p. 93 sgg. 1 5 Siamo al punto che [...] [a] Bologna, diverse persone rifuggono dal manifestare le loro opinioni, o dal comunicare determinate notizie per telefono, tanto radicata in loro la sensazione [...] che i telefoni siano controllati dagli specialisti della guerra rivolu zionaria (e . d e b o c c a r d , op. cit., p. 51). 1 6 e . b e l t r a m e t t i , Sguardo riassuntivo, in op. cit., p. 260. 1 7 In verit nel corso del convegno si ostentano con compiacimento preoccupazioni 1, morali ruotanti intorno allinterrogativo se sia lecito abbassare i combattenti dellOccidente al livello etico dei loro aggressori. Dopo vari chiarimenti e distinguo la conclusione solitamente che l importanza della posta in giuoco (la salvezza della civilt occidentalecristiana) legittima il ricorso ai mezzi anche pi radicali. (Si ricordi che queste discussio ni si svolgono in un periodo in cui le memorie della guerra algerina e delle torture inflitte ai combattenti dellF L N rendono molto attuale la figura del militare con tormento inte riore: la prima relazione al Convegno si apre con una lunga citazione da uno scritto di un ufficiale francese fra i pi noti in questa prospettiva, il col. Argoud.) 1 8 d e b o c c a r d , op. cit., p. 55, corsivo originale. 1 9 Lo slogan, il simbolo, la terminologia devono [...] evocare un mito, unidea forza. N on necessario che il mito sia giusto, bello, morale o vero: basta che colpisca, che sia convincente, che sia verosimile [...] non sul piano razionale, ma su quello emotivo, incon-

100

NOTE

scio (g . g ia n n e t t i n i , Le variet delle tecniche nella condotta della guerra rivoluzionaria, in Guerra rivoluzionaria, cit., p. 161, corsivi originali). 20 E. BELTRAMETTI, Op. cit., pp. 76-79. 2 1 o. r o n c o l i n i , L'aggressione comunista vista da un combattente, in Guerra rivoluzio naria, cit., pp. 240-241; chi parla un generale. 22 E. BELTRAMETTI, Op. cit., p. 85. 23 Riferimento costante dei lavori del convegno sono lesperienza controrivoluzio naria delle armate francesi in Indocina (e in Algeria, come si visto); il modello succes sivo dellO A S , nonch le pratiche di controguerriglia sperimentate dagli U SA in Estre mo Oriente e a Cuba. ( C h ia r in i, c o r s i n i , op. cit., pp. 247, 248). Anche per G . G alli i legionm i i i paras d Indocina e di Algeri i loro superstiti ufficiali [...] che hanno insegui to la disperata avventura dellO A S , sono, sinora, gli ultimi eroi combattenti della destra radicale europea (cfr. G. g a l l i , La crisi italiana e la destra intemazionale, Milano, Mondadori 1974, p. 78). Oltre alle lezioni delle lotte controrivoluzionarie, nel convegno si esaminano ion la massima attenzione anche gli insegnamenti dei grandi capi rivoluzio nari - Muo, Che Guevara, H o C i M in , ecc. , cercando di appropriarsene, natural mente con senno invertito. M . ltSAN, Guerra rivoluzionaria in Italia, 1943-1945, in Guerra rivoluzionaria, cit., pp. 121-1)0. " Ibid., pp. 127-128. 26 Vedi oltre, p. 97. 27 P. P IU lPANI RONCONI, Op. cit., pp. 250-251. 28 Sentenza della c o r t e d a s s is e d i Ro m a , 14.7.1978, 49/75 R .G ., 29/78 R .I.S ., p. 84. n Ibid., p. 85. i0 Ibid., p. 89. 3 1 Ibid., pp. 94-95: La dislocazione tattica delle forze che avrebbero dovuto prender parte alla notte di Tora-Tora riassume molto bene la composizione del Fronte. Secon do il rapporto della Questura di Roma, nella notte tra il 7 e l8 dicembre [1970] alcune centinaia di individui erano stati concentrati nella palestra di Via Eleana [luogo di rac colta di ex-paracadutisti], nelle sedi del Fronte Nazionale, di Avanguardia Nazionale, di O rdine Nuovo, del movimento politico Europa Civilt, in prossimit dellabitazione di Reitano Antonio esponente dellassociazione universitaria di destra Fronte Delta nello studio commerciale di Rosa Mario [dove si trovava il comando politico] e nelluf ficio di O rlandini Remo, a Montesacro [dove si trovava il centro operativo] (Ibid., pp. 30, 39). 32 a s s i s e ROMA, op. cit., p. 98. Si osservi che la medesima strategia, dopo il falli mento del Fronte Nazionale, avrebbe dovuto essere messa in atto negli anni successivi. Per l accusa [...] i vecchi uom ini del Fronte Nazionale avevano cercato di rilanciare progetti destinati a turbare con la violenza la convivenza civile, a modificare la forma dello Stato. [In una serie di riunioni dellestate-autunno 1974] [...] i congiurati avevano concepito di eliminare fisicamente personalit di Governo, dirigenti di partiti e del sin dacato (Andreotti, Berlinguer, Rumor, Taviani, Lama), magistrati; di perpetrare attenta ti contro ponti, viadotti, centrali elettriche; di ricattare le autorit pubbliche minac ciando di inquinare gli acquedotti di Roma con materiale radioattivo. [...] La finalit era quella di gettare il Paese nel caos, di portare allo scontro le forze politiche di diversa matrice, cos da rendere necessario lintervento di reparti militari affiancati da squadre armate di giovani estremisti d i O rdine Nuovo e di Avanguardia Nazionale (Ibid., pp. 61-62). Il progetto era stato sventato dallarresto, alla fine dellottobre 1974, dei princi pali responsabili, successivamente assolti dalle pi gravi imputazioni (Ibid., p. 62). 33 i d e m , p. 99. D i fronte a questa ricostruzione, operata dalla Corte d Assise di Ro ma, appare per lo meno sconcertante lindulgenza con cui la medesima Corte tratta gli im putati, assolvendone buona parte, e condannando gli altri a pene molto lievi (contro cui la Procura non interpone appello). Colpisce soprattutto lassoluzione in massa per il delitto di insurrezione armata contro lo Stato (art. 284 c.p.), che viene dichiarato insus

NOTE

101

sistente per le attivit del Fremir ( m e n i l e l iIMIM11,1/ ione soslrimla dulia medesima Pro cura nei confronti di terroristi ili iiiM i.i in | > /i<mi mollo mimiitimtli). N on questo il luogo, n d ii live i h - lui la i <nnpolrn*ii pei Hit u, per analizzare le vicende di questo processo (in incillu <i i l ....... In alla lelu/lnni i. imiu ila c, n u n z ia t a al Convegno su: Terrorismo ed evculni .li .......... ", llm iiiilr ii.u ,., 14/16-X-1983, le cui linee interpretative sono siine M-gi......... Il i | ....................... im i,mi I H.i-.i.1 .|in iuitiinare che un risultato del genere i slulu pnnilille unirli im'lmiinalnlime Inilrmente ridutti va dellistruttoria e dell 'acciiHU, (condoliti ilnl I* M C VIimL iw) ili In punici ilurr aveva: a) evitato di collegare fra loro I vati epinnll . m in i..... i . il| ll..iHln , Komi ilei
V e n ti, piani d ellestate I > / ! n i e silim i .li. il .............. ......... ........ I. . 1 .1 I 1..111. ,iv. ,.

ambito nazionale; b) smontato, con argomenti molto frugili, le prove, a. 1 umiliali' ni lui 11 il lui in, delle a t t iv it insurrezionali svolte nella notte di "Tora-Toru" (ad esempio, la m ania .Ielle Guardie Forestali di Rieti su Roma, e la scomparsa di un mitra daH'armriia del Ministr ro dellinterno): su tali basi era stato possibile concludere che "i cospiranti scesero in piazza per unisolata manifestazione eclatante, violenta, ostile, di per s inidonea a rea lizzare l evento previsto [...] dallart. 284 c .p . Sebbene inserito in un disegno lucido, quel gesto [sic!] appare, oggi come allora, velleitario, inutile e fallace (a s s . r o m a , cit., pp. 113-14): insomma, un golpe d a burletta. c) la Corte evit cos l incriminazione di buona parte della base del Fronte Naziona le, affermando che molti avevano dato la loro adesione senza ben capire che cosa stesse ro facendo; addirittura, non vennero incriminati tutti i presenti nei vari luoghi di raccol ta nella notte di Tora-Tora". d) soprattutto, non si fece nulla per approfondire lanalisi dei legami, prima di Junio Valerio Borghese, poi dei membri delle congiure successive, con settori qualificati delle FF.AA . E indubbio infatti che la fedelt repubblicana complessiva delle FF.AA . fu l ele mento decisivo per sventare il golpe: ma proprio per questo sarebbe stato doveroso colpi re gli elementi che avevano mancato; e) ancora pi grave il discorso riguardante i servizi di sicurezza (il SID ), il cui co mandante dell'epoca, gen. Miceli, fu assolto da ogni imputazione, malgrado il suo tenta tivo di impedire che si facesse luce sullepisodio (al punto di dichiarare una rimpatriata fra vecchi commilitoni e poche decine di giovani animati da goliardici intenti la riunio ne presso la palestra dei paracadutisti di Via Eleana. Cit. in n u n z ia t a , op. cit., p. 54; cfr. anche la sentenza-ordinanza di rinvio a giudizio del 5.X I. 1975: t r i b . r o m a , N. 3361/71 R .G .P .M .; 1054/71, R .G .G .I., p. 415). Tutta la vicenda non ancora giunta al processo d appello, che comunque riguarder solo aspetti secondari. 54 II testo del proclama, sequestrato dalla magistratura, il seguente: Italiani, lauspicata svolta politica, il lungamente atteso colpo di stato ha avuto luogo. La formula politica che per un venticinquennio ha portato l Italia sullorlo dello sfa celo economico e morale, ha cessato di esistere. Nelle prossime ore, con successivi bollettini, vi verranno indicati i provvedimenti pi immediati e idonei a fronteggiare gli attuali squilibri della Nazione. Le F F .A A ., le Forze dellOrdine, gli uom ini pi competenti e rappresentativi della Nazione sono con noi; mentre, d altro canto, possiamo assicurarvi che gli avversari pi pericolosi, quelli, per intendersi, che volevano asservire la Patria allo straniero, sono sta ti resi inoffensivi. Italiani, lo Stato che insieme creeremo, sar unItalia senza aggettivi n colori politici. Essa avr una sola bandiera: il nostro glorioso Tricolore! Soldati di Terra, di Mare e dellAria, Forze dellOrdine, a voi affidiamo la difesa della Patria e il ristabilimento dellordine interno. N on saranno promulgate leggi speciali n verranno istituiti tribunali speciali: vi chie diamo solo di far rispettare le Leggi vigenti.

102

NOTE

Da questo momento, nessuno potr impunemente deridervi, offendervi, ferirvi nello spirito e nel corpo, uccidervi. Nel riconsegnare nelle vostre mani il glorioso T R IC O L O R E vi invitiamo a gridare il nostro prorompente inno d amore: IT A L IA ! IT A L IA ! V IV A L IT A L IA . U n altro appunto delineava gli orientamenti programmatici di un nuovo governo: 1) Mantenimento dellattuale impegno militare e finanziario della N A T O e messa a punto di un piano per incrementare la partecipazione italiana allalleanza atlantica. 2) Presa di contatto coi governi della Grecia, Spagna e Portogallo per stabilire un patto economico-militare di mutua assistenza e di tutela degli interessi nel Mediterraneo. 3) Apertura di immediate relazioni diplomatiche colla Rhodesia ed il Sud Africa e avviare preliminare per accordi economico-politici [sic!]. 4) Mantenimento degli impegni presi per la Com unit Europea in vista di una strut tura politica futura nellambito del M E C . Revisione tuttavia delle norme comunitarie per quanto riguarda i momenti economici del Mercato Comune. 5) Immediata destituzione di tutte le personalit politiche che svolgono incarichi d i plomatici nel M E C , Consiglio di Europa, N A T O e O N U . 6) Adesione allO N U nell'ambito di una revisione della partecipazione alla gestione della stessa organizzazione ila parte di un consiglio di nazioni europee. 7) N om ina di un inviata spiriate (possibilmente diplomatico di carriera) del Presiden te con mansioni di contano diretto e continuo col Presidente degli USA allo scopo di concretare con rapidit i momenti di una partecipazione militare italiana ai problemi del Sud Est Asiatico. 8) A mezzo dell'inviato speciale avviare trattative per la richiesta di un prestito agli USA in dollari per far fronte all'attuale crisi economica (secondo le indicazioni degli esperti finanziari). (Cfr. C O R T I DI a n s i s i d i r o m a , op. cit., pp. 24-26.) 3 5 Si ritiene che la presenza militare italiana in Viet-Nam sarebbe stata la contropar tita per lappoggio al golpe, promesso e, si afferma, successivamente ritirato da alcuni settori della presidenza Nixon. Naturalmente, distinguere la verit dalle millanterie nelle affermazioni dei protagonisti del mancato golpe molto difficile, come impossibile fi nora risultato individuare lautore della famosa telefonata a Borghese che, informandolo del venir meno dellappoggio di importanti reparti militari, lo avrebbe spinto a emanare il contrordine che blocc liniziativa e ne sanc il fallimento. Q uanto al senso complessi vo del golpe, diversi osservatori ritengono che Borghese sia stato lo strumento inconsa pevole di un piano che intendeva mandare allo sbaraglio gli ultras di destra, onde far posto a iniziative golpiste moderate , basate su strumenti meno avventurosi, (politici e non militari), tese a realizzare la seconda repubblica . (Cfr. G. f l a m i n i , II partito del golpe, cit., II, p p . 228-229; non esclude questa interpretazione R. m i n n a , Per una storia del terrorismo di destra, cit., p. 28.) Drastico il giudizio di G . Bocca: Il golpismo di Borghese sempre stato fallimentare e subalterno sin dai tempi della repubblica di Sal [...]. Adesso i suoi eroi sono invecchiati, e i nuovi padroni, i corpi separati dello stato, i servizi che rappresentano in Italia gli interessi della potenza imperiale e del comando dalla N A T O non vogliono spingere il gioco oltre un certo limite: la Democrazia Cristia na non sembra sostituibile come partito di governo; basta condizionarla a destra, rimet terla in giusta linea di navigazione quando sbanda (g . b o c c a , I l terrorismo italiano , M i lano, Rizzoli 1978, pp. 52-53). 36 I due gruppi si costituiscono dopo la met degli anni cinquanta, ma la loro storia, e in particolare quella di O N , pi antica risalendo allimmediato dopoguerra, quando fu fondata la rivista Im perium (cfr. sopra, p. 43, n. 11), di ispirazione dichiaratamente evoliana; della sua redazione faceva parte anche il futuro fondatore di O N , Pino Rauti, definito dallUfficio Politico della Questura di Roma il pi fedele e convinto discepolo di Evola. L ispirazione ideologica della rivista secondo la stessa fonte si tradusse in concreto nella costituzione delle organizzazioni segrete e clandestine dei F A R e della Legione Nera, che negli anni 1950 e 1951 si resero responsabili, a Roma e altrove, di una lunga catena di attentati con esplosivi, per cui 36 persone furono denunciate; fra queste, Pino Rauti e Clemente Graziani. (u f f i c i o p o l it i c o q u e s t u r a d i r o m a , Denuncia

NOTE

103

alla Procura della Repubblica di R iunii, m i >u nito m i di Avanguardia Nazionale e O rdine
Nuovo, 1 giugno 1973, N. 0501 VI, p Il )
124 37 P. ROSENBAUM, I l NUOVO futllM N ll, l II , p

3 8 O rdine N uovo , II, 12, l >V., | > | > l'< ngg 39 d e l b o c a , g i o v a n a , op. e li , pp .'Ufi Rg , n ....... .iM, ii/i ili., p. 80. Appar tengono a questa fase documenti cnnir il u g u rn n volimi Ilio, illM llliiilln nelle scuole dal la Corporazione degli studenti in < IN ( I *( ' > " Si m litil ! M in io in Iiu iiiii l'opinione pubblica si stringe intorno il I,agallinoli , nllu | . uni Niillon i agli I llnuv In migliore gio vent francese tiene alta la bandiera delln i i v i l i i inopi .1 lumi minai , u in m Ir u n ir 1Iella rivoluzione di colore, le organizzazioni lo rlalrn inunlur, unlim iirnir ni rn/upuliiii r agli omosessuali della internazionale rota radicalmarxiilu, moni no In m ila I uiopu ......min pagna volgare di basse menzogne al fine di colpire alle spalle i|uunlI In i m a d 'A lriia iti battono per l Europa. L oro deHinternazionale moscovita sta tllrlru Ir inutilfmta/inni studentesche e le capponesche proteste di un branco di cialtroni, sedicenti Intellettuali antifascisti (Riportato in d . b a r b i e r i , op. cit., pp. 67-68). 40 M a alcuni osservatori ritengono che fra Rauti e Graziani vi sia stato un mero scambio di parti, per poter continuare a giocare su due scacchieri, quello legale-pariamentare e quello rivoluzionario . D. b a r b i e r i , op. cit., p. 165. 4 1 t r i b u n a l e d i r o m a , Sentenza del processo contro Ordine Nuovo, 21.11.1973, pp. 59, 69. 42 c. g r a z i a n i , Processo a Ordine Nuovo, processo alle idee, Roma, Edizioni di O N 1973. Malgrado C. Graziani compaia come autore unico, si presume che P. Rauti abbia almeno partecipato alla stesura dellopuscolo. 43 O rdine N uovo , autunno 1969; Bollettino Europa , autunno 1969. 44 Lettera aperta ai dirigenti ed ai militanti di ON, cit. in t r i b u n a l e d i r o m a , Senten za cit., pp. 50-51. N on ben chiaro, pertanto, che cosa intenda M . Ledeen quando af ferma che gli odierni neofascisti Parlano di tutto [...] ma mai della rivoluzione (in r . d e f e l i c e , Intervista sul Fascismo, a cura di M . l e d e e n , Bari, Laterza 1975, p. 104). 45 t r i b u n a l e d i r o m a , op. cit., pp. 50-51. 44 Ivi, pp. 79-85. 47 q u e s t u r a d i r o m a , Rapporto, cit., p. 35. 48 TRIBUNALE DI ROMA, Op. d t., p. 84. 49 c. g r a z i a n i , op. cit., pp. 26, 27, 30. N ci si limita a riconoscimenti di principio: ad esempio il programma di un corso di formazione quadri, esaminato dal Tribunale di Roma, si articola su una serie di lezioni i cui argomenti sono altrettanti capitoli di pub blicazioni evoliane, come segue: Rivoluzione tradizionale e sovversiva ; le due razze; impeto della vera cultura ; orientamenti ; da: 'Rivolta contro il mondo moderno la guerra santa ; la contrapposizione di Oriente e Occidente ; da: Rivolta ecc. scienza e scientismo ; la plutocrazia come forza sovversiva . Quasi tutta la bibliografia consigliata costituita da opere di Evola. (t r i b u n a l e d i r o m a , cit., 74.) A sua volta Evola non fa mancare il proprio imprimatur a O N : il solo gruppo che ha tenuto fermo dottrinalmente senza abbassarsi a compromessi quello che ha preso il nome di O rdine Nuovo (Cinabro, p. 208). 50 Abbiam o sempre avuto il gusto per le scelte difficili ; siamo gli uomini delle negazioni assolute e delle affermazioni assolute ; temiamo troppo il giudizio della Sto ria per preoccuparci di quello del Tribunale . 5 1 c. g r a z i a n i , op. cit., p. 30. Una caduta verticale dello stile legionario, ascetico, spersonalizzato, e presumibilmente cavalleresco, si verifica alcune pagine dopo, dove la responsabilit di certe denunce contro gli ordinovisti di Verona viene attribuita a una signora in preda allira e allumiliazione per essere stata abbandonata dal suo giovane, troppo giovane amante (cfr. pp. 52-53). 52 L unica forma di violenza che noi conosciamo e per il momento subiamo [...] quella esercitata con ipocrita e cinica determinazione dalla societ borghese e de mocratica. [...] Contro tutte queste forme di violenza, vere, concrete, funeste, poich spingono il paese nel baratro della guerra civile, noi intendiamo reagire, virilmente, re sponsabilmente, ma reagire (pp. 48-49).

104

NOTE

Non senza qualche concessione allironia: Sul piano dell'erudizione accademica, della cultura ufficiale, mai ci sogneremmo e soprattutto chi scrive questa memoria avendo interrotto gli studi regolari a livello medio inferiore [sic] di competere con la somma del Vostro sapere. M N on a caso, sono questi tipi di comportamento a provocare le accuse pi feroci di collusione con lo Stato da parte dei gruppi che si attribuiscono maggiore purezza e rigore rivoluzionario. A d esempio, un documento del 1976 prodotto da un gruppo napo letano di ex appartenenti a Lotta di Popolo (il pi radicale dei gruppi nati dalla rifles sione metapolitica sullopera di Evola. [...] Autodissoltosi nel 1973 per sfuggire alla re pressione), si chiedeva come fosse possibile, per dei militanti rivoluzionari, fare quanto avevano fatto O rdine Nuovo e Avanguardia Nazionale, cio esprimere fiducia nella giu stizia borghese: per quanto riguarda i vertici romani delle due organizzazioni, la rispo sta molto semplice. Questi sono sempre stati al servizio dei corpi separati dello Stato, da cui hanno ricevuto, periodicamente, coperture e finanziamenti. E evidente, di conse guenza, il loro rispetto per la loro magistratura e la loro polizia, cosi come la loro impres sione di sentirsi traditi, adesso che le forze che li sovvenzionavano sono costrette a sba razzarsi di loro, per motivi di lotte intestine di potere (Ripubblicato in c o m i t d e s o l i i ia k i t . t o u r

GIORGIO f r e d a ,

Giorgio Freda: nazimao'iste" ou rvolutionnaire inclassable?,

opuscolo, Ginevra, 1978, p. 45; nella stessa pubblicazione viene indicata come esempio ili "conduite impeccable devant la justice bourgeoise quella, successiva, di P. ConcuIrllt o M. Tuli, che ont insult les magistrats et ont, par avance, jug leurs juges (p. 6 ). 1 1 Sono almeno due gli episodi terroristi precedenti al 1973 in cui le ricerche indica no il colnvolgimcnto di O N : la strage di Piazza Fontana 1969 e quella di Peteano 1972, Cfr, M <Ai n.Nl (a cura di), Rapporto sul terrorismo, Milano, Rizzoli 1981, p. 202 . v > Ad (tem pio: "D ietro II fieri i t c ii di O rdine Nuovo si sono catalizzati uomini che non hanno paura, lu cui forza violenta coler implacabile sul gregge belante e schifo so (Cit. in t h iiu in a i i ni i)M A , op. cit., pp. 52-53), e ancora, fra gli slogan: Noi spac chiamo le teste e non le vetrine ; O rdine Nuovo spacca le teste (q u e s t u r a d i r o m a , op. cit., p. 41). 57 Ibid., p. 35. Lo stesso rapporto contiene otto pagine di denunce a carico di O N e suoi aderenti, per reati come: lesioni aggravate, minacce aggravate, violazione di dom i cilio, rissa, incendio doloso, percosse, fabbricazione, porto, detenzione di armi ed esplo sivi, danneggiamento, tentato omicidio ecc. (Ibid., pp. 42-49). Si aggiungano i campeggi paramilitari e le attivit consimili. (Cfr. sentenza di rinvio a giudizio del Giudice istrut tore di Torino L. Violante, in data giugno 1975.) 58 Reggio, la nostra rivolta ; contro il governo dei ladri e dei vigliacchi i giovani di O N combattono sulle barricate alla guida dei reggini per la rivoluzione di domani, che tutto distrugger per tutto ricostruire (Cit. in t r i b u n a l e d i r o m a , op. cit., pp. 7980). 59 La lotta poltica di Avanguardia Nazionale, Roma, opuscolo, s.d. (ma 1974-1975), senza indicazione d autore. La presentazione firmata da Stefano Delle Chiaie, e lomo geneit stilistica fra questa e il testo possono far presumere che autore sia la stessa persona. 60 M ai furono rivelate le centinaia di aggressioni subite dai militanti di A N , che, pur rispondendo, molte volte, soltanto per una legittima difesa, venivano indicati come fomentatori di violenza e di disordine (Ibid.). 61 C i nonostante, la disciplina interna forgiava ragazzi meravigliosi, e lo spirito cameratesco cementava le ansie dei m ilitanti (Ibid., p. 2, tutto in maiuscole nellori ginale). 62 Ibid., pp. 2-3. 65 Ibid. 64 p. 4, maiuscole originali. 65 c. m a r i o t t i , m . s c i a l o j a , Avanguardia Nazionale: a Rebibbia si lev un grido, L Espresso , 2 Die. 1975, p. 55. Lo stile delle azioni il seguente: il 25 aprile 1964,

NOTE

105

durante le celebrazioni dellu Kmltrti/n, | i laii di Avatit(iiil11in Nuzionale] assaltano gli studenti di sinistra, sotto gli n u b i ilei p n lM n iil impXhMl<il!, ' l> t notte del 26, guidati da Serafino D i Luia, irrompono nrllu <m n li<IIIi Siu.lrntr |i Inni conttegnare tre sini stri, ne feriscono gravemente due < ir nr ......... 1 1n liniitIm ti, i .1111,111, Li in faccia ai poli ziotti che non sono intervenuti: il pille 11,11.1 .... 1 ............. r oli hunno messo il nome Repubblica Italiana | | I n poll lu 1 U lu la i n p i r ili l i t l f r v r n l t r , coi! come il ret tore Ugo Papi al quale si nono ri v o ll i aiu tit i d iu rn i! Irittoi 1M I li i | | Il I . aprile 1965 arrivano al punto di internim i! r In I r / l u n r c he I n t i m i l i l' ni tt <1,1 i n t r u d i ! uH'iitituto di Storia Moderna. Inneggiano ni FMldltno, U n............. ndvloltl I*..........tiriti nrll'uitlu, picchiano degli studenti e insultano e pr etu lon it n ' p l o t o n i lo t r i n i l'nit t II t e l l i n e Pupi non interviene. La polizia fermu e identifica gli Hluilrntl nggtrdlii, lun in d ir (ili uggtrs sori si allontanino indisturbati (La strage di Sitilo, Roma, Sumonk r Suvrlli 1970, pp. 52-53). 66 I casi di collegamento fra le forze dellordine e A N sono stati ampiamente de nunciati dalla pubblicistica militante. Uno dei pi famosi si verifica nel 1963, durante la visita al Papa di M . Ciom b, il leader congolese responsabile dellassassinio di P. Lumumba: A caricare gli studenti di sinistra che manifestano la loro protesta [...] ci sono, a fianco dei poliziotti e delle SS (le Squadre Speciali di agenti in borghese agli ordini del commissario Santillo), i fascisti di N , che per loccasione sono armati degli stessi manganelli neri usati dalla polizia. Presente anche stavolta Mario Merlino che con il suo capo Delle Chiaie attivissimo nellindicare agli agenti quali sono gli studenti pi in vista da inseguire e picchiare. [...] D ellesplicita connivenza fra fascisti e polizia parl diffusamente anche la stampa estera. Per soffocare lo scandalo il Ministero degli Interni sciolse le squadre speciali in borghese e trasfer il commissario Santillo [...] alla Questura di Reggio Calabria (La strage di Stato, cit., pp. 51 e 59, n. 5). 6 7 Volantino del 1969, cit. in p. r o s e n b a u m , op. cit., p. 82. 68 La strage d Stato, cit., pp. 53-54. 69 La denunciata collusione fra A N (ed in particolare Stefano Delle Chiaie) e il M i nistero degli Interni, causa una vera e propria rissa negli ambienti nazionali, di cui sono protagonisti soprattutto il direttore del Candido e senatore M S I, Giorgio Pisan, e lo stesso Delle Chiaie. A llinizio del 1973, infatti, il settimanale pubblica dei servizi in cui si d credito alle voci di un legame tra A N e lUfficio Affari Riservati del M in i stero notoriamente uno dei pi chiacchierati fra gli organi di sicurezza. Ci provo ca: a) due furiose repliche epistolari di Delle Chiaie, dove allinsulto si mescola linsinua zione di basso conio; b) una lettera circolare di autodifesa di A N inviata a tutti i deputa ti, senatori, federali provinciali del M S I, nonch alle direzioni dei giornali Il Secolo , Il Borghese , Il Candido ; c) un volantino a firma di A. Tilgher, F .G . Zerbi e tutti i m ilitanti di A N , garbatamente intitolato Pisan sei un infame , e nel quale il senato re missino viene definito: vigliacco, delatore, profittatore, provocatore, ricattatore, men titore, sciacallo, traditore, infame. (Cfr. a v a n g u a r d ia n a z i o n a l e , Cronistoria di uninfa mia, Ciclostilato a cura del settore stampa e propaganda di A N , Roma, s.d.) G li episodi che avevano nuociuto alla reputazione di Delle Chiaie sono della natu ra del seguente, riportato da La strage di Stato-, Testimonianza n. 8 - Mario Merlino mi disse che lui, Delle Chiaie e altri due erano stati avvicinati da un ufficiale dei carabi nieri e da un sottufficiale [...] i quali gli avevano proposto di nascondere dellesplosivo in alcune sezioni del P C I, che loro poi avrebbero provveduto a far perquisire. Aggiunse che gli suggerirono, come obiettivi ideali per degli attentati, la sede romana della D C , quella della Confindustria [...] e quella della R A I. La provocazione contro il P C I non riesce [...]. M a le bombe alla R A I e alla sede della Democrazia Cristiana scoppiano dav vero. Per questi attentati vengono arrestati e condannati i fratelli Strippoli, Nerio Leonori, A ntonio Insbato e Carmelo Palladino, tutti di A N . Q uando dopo qualche mese escono di prigione, i cinque accusano Delle Chiaie di averli traditi perch gli aveva ga rantito una copertura che in realt non c stata (p. 52; cfr. anche D. b a r b ie r i , op. cit., p. 121). Pi grave la vicenda di A ntonino A liotti, un picchiatore di A N che, entrato in crisi durante il servizio militare, al suo ritorno a Roma aveva cominciato ad accusare Delle Chiaie di non essere un vero rivoluzionario ma un mazziere al servizio del sistema:

106

NOTE

"D opo qualche giorno, A liotti riceve il primo avvertimento. Viene fermato dalla polizia che gli perquisisce lautomobile: nel cofano vengono trovati degli esplosivi che lui giura di non aver messo. E deve esser vero visto che, processato, assolto per insufficienza di prove. A questo punto Aliotti si chiarito le idee sino in fondo. Affronta Delle Chiaie e lo minaccia di rivelare pubblicamente i rapporti che lui, Delle Chiaie, mantiene col M i nistero degli Interni. Passano pochi giorni. Il mattino del 25 febbraio 1967, Antonino Aliotti, ragazzo sbandato, viene trovato morto a bordo della sua auto che ancora una volta carica di armi ed esplosivo. Suicidio, dice subito l inchiesta della polizia... (La strage di Stato, cit., pp. 55-56). Quale che sia la verit circa questi episodi, resta che la reputazione di Stefano Delle Chiaie non mai stata interamente ripulita dai sospetti che aveva fatto nascere. Anche in tempi recenti, alcuni dei gruppi neri che pretendono a maggiore purezza rivoluziona ria, come il pi volte citato Com itato di solidariet per Giorgio Freda, lo definiscono in termini tu ttaltro che lusinghieri: tout d abord provocateur attitr des services spciaux italiens, puis aventurier et tueur professionnel. A la suite de lenqute sur le grotesque putsch Borghese, [...] Delle Chiaie put fuir tranquillement en Espagne, ou il prepara et participa different assassinats politiques [...]. Aux dernires nouvelles, il serait au Ser vice de Pinochet . (Cfr. c o m i t d e s o l i d a r i t p o u r g i o r g i o f r e d a , Giorgio Freda: nazimao'iste" ou rvolutionnaire inclassable?, cit., p. 45). 70 Tra i pi solerti ad affermare che il momento favorevole non doveva essere d i sperso furono indiscutibilmente i capi di Avanguardia Nazionale. [...] N on v dubbio che Borghese tenne in grande considerazione il Delle Chiaie e i suoi uomini, ammirando ne la rigida ortodossia, la spregiudicata spavalderia, laudacia delle imprese (a s s is e R o m a , op. cit., pp. 94-95). 7 1 La lotta politica di Avanguardia Nazionale, cit., p. 2. 1 2 Ad esempio, i numerosi attentati delle SA M , a Milano, e le azioni del M A R , di Carlo Fumagalli (a Brescia, poco prima della strage di Piazza della Loggia) sono abba stanza pacificamente attribuibili al disegno di Avanguardia, (m a r i o t t i , s c i a l o j a , op. cit., p. 59.) Restando a Brescia, sono sei esponenti di Avanguardia Nazionale (fra cui il noto K im Borromeo) i responsabili blandamente condannati dellattentato del 3/ 4 febbraio 1973, contro la sede della Federazione socialista bresciana, che segna il pas saggio da una stagione di microviolenza diffusa ad una di violenza terroristica (Ch i a r i n i , c o r s i n i , op. cit., p. 325). A un gruppo collegato con O rdine Nuovo (Anno Zero) apparteneva invece Silvio Ferrari, il giovane dilaniato da una bomba che trasportava sul suo scooter la notte del 19 maggio 1974 pochi giorni prima di Piazza della Loggia (Ibid., p. 335). 75 Op. cit., pp. 10-24. 74 A d esempio: la definizione dei principi duplice: a) sotto forma di slogans com prensibili alle masse; b) laltra pi elaborata e precisa (p. 5); il termine sociale pu essere nel contempo un programma o un inganno (p. 17); il liberalismo predica agli uom ini che sono liberi di fare ci che vogliono, ma non propone loro alcuna fede, alcun fervore, alcuno scopo allinfuori della libert di non fare niente che non sia pura astra zione dialettica (p. 29); la guerra rivoluzionaria una tecnica fraudolenta dellespres sione della volont dei popoli fondata sul terrore (p. 34). L esemplificazione potrebbe continuare. 75 A d esempio: O g ni esistenza umana, individuale e di popolo, una lotta tragica tra ci che spontaneo e ci che difficile (p. 13); nella scala dei miracoli che innalza no gli uom ini al di sopra della condizione animale, la coscienza , senza dubbio, uno dei pi im portanti (p. 14); lazione senza il pensiero pura barbarie, il pensiero senza lazione puro delirio! (p. 20, maiuscolo nel testo). 76 N oi ci battiamo [...] non gi perch il popolo sia \ elice, ma per spingerlo sulla strada del suo destino : sono parole di uno dei testi sacri della Destra contemporanea, attribuite al mistico leader del gruppo terrorista che doveva assassinare W . Rathenau (Cfr. e . v o n s a l o m o n , I proscritti, Parma, allinsegna del Veltro 1979; ed. orig. 1929). In argomento cfr. il cap. I l i di questo volume. 77 N o n ben chiaro come la difesa dei valori europei si concili con la posizione

NOTE

107

fortemente filo-arabo/islamlcu umiiiiih da AN (per antl*rmlll<iiio) in polemica con la grossolana idiozia della noatra dnaar pollili u ", d ir iiullu liu lullo prr realizzare una se ria intesa con questo mondo (p V ) 78 Volantino ciclostilato, i < 1 , (unni l 'i / t l, ili In i hiahimi c o m u n i , op. cit., p.
435.

79 Cfr., fra gli altri: u n iv i A l i m i , The I',intuii),I \lylr In Amen,, ih Pulitici, and Other Essays, Vintage, New York l'M 7 II " id i* r<fil), li u n i In ..........Il), The Ruditili Righi, New York, A nd in i 1963; s m t i r s i i, i iiaaii, l'he l ' i i l l l l n u / t I m m u n i, Nrw ul York, Harper and Row 1970; m ........ .. Irllriu tiim , In g u m ili , i n M i n si, Studi \ radicalismo di destra. I la ,le\ tr,i i,i,li,,ilr am nnaihi, "Stilili ili ni li ili >||lii", X II, * 4 (dir
1974), p p . 286-323.

80 L amm. Birindelli, presidente del M S I, auspica una nlu/.lonr i llrtiu prr l'Iiallu, addirittura in una conferenza stampa. Cfr. G . SC A R P A ', Il processo per la tirane ilellllali cus, in Questione Giustizia , II, 4 (die. 1983), p. 893. 81 R. m i n n a , Per una storia del terrorismo di destra, cit., p. 2 ) . Una conferma dellut mosfera di quei giorni viene dal narcisismo di un protagonista: NeHestate del 1974 [...] la lettura avveniva in riva al mare, nelle prime ore dellalba o in mezzo ai boschi della Maremma nelle ore immote del meriggio, e avevo sempre a portata di mano il fucile d assalto e la pistola in quanto, come altri ingenui, davo fede alle storie del colpo di stato, e mi tenevo pronto a darmi alla macchia (m .t . [Mario Tuti], Tolkien-mania, Quex , 4, marzo 1980, p. 56). 82 s c a r p a r i , op. cit., p. 894. 8i Su O rdine Nero cfr. R. m i n n a , op. cit., p. 25. 8 4 Fra il dicembre 1974 e il gennaio 1975 il gruppo di Tuti era stato responsabile di una serie di attentati alle linee ferroviarie in Toscana; Tuti aveva poi ucciso, a sangue freddo, il brigadiere e lappuntato venuti ad arrestarlo nellambito dellindagine su que sti attentati, dandosi quindi alla fuga. A questo punto era stato inevitabile operare il collegamento fra il gruppo e la strage delTItalicus. (g. s c a r p a r i , op. cit., p. 899.) 8 5 Risulta che il G ran maestro Gelli aveva affiliati in tutti i posti-chiave degli appa rati repressivi di Arezzo, ivi inclusi magistrati (uno dei quali, il procuratore Marsili, era suo genero), un vice-questore e il comandante dei CC: questo per non parlare della diri genza nazionale del S ID , in parte coinvolta anche (gen. Miceli) nella vicenda Borghese (v. sopra) e nel progetto della Rosa dei Venti, ( g . s c a r p a r i , op. cit., p. 910). D altronde non mistero che tutti i capi dei servizi segreti italiani hanno fatto parte della Loggia P2. Su ci anche R. m i n n a , op. cit., p. 40.) N on a caso, nel corso dellindagine, gli im pu tati parlano ripetutamente di legami fra S ID , Loggia P2, M S I, elementi di destra di Arezzo. Per quanto riguarda i rapporti fra il M S I e i gruppi eversivi, emerge che lavv. Ghinelli, federale M S I di Arezzo, finanzia il gruppo Tuti; che il vice-federale, Rossi, componente del gruppo O N , anche membro della Rosa dei Venti ( g . s c a r p a r i , op. cit., p. 902). Dopo il ferragosto 1974, lammiraglio Birindelli, fino a pochi mesi prima presi dente del M S I, rivela al generale Bittoni, allepoca comandante della Brigata C C di Fi renze, di aver raccolto voci presso la federazione M S I di Arezzo, secondo cui a compiere la strage sarebbero stati membri del gruppo Tuti. Questa testimonianza viene riferita alla magistratura sette anni dopo i fatti (bid ., p. 897): forse il caso di ricordare che tanto Birindelli quanto Bittoni erano iscritti alla Loggia P2 (Ibid ., p. 910). Le indagini rivelano inoltre che alcuni fascisti del gruppo lavorano per i C C , altri sono in contatto con i Servizi, altri con la polizia; e che ricevono preziose e tempestive informazioni circa landamento delle indagini a loro carico (Ibid., p. 909). Infine, i tentativi del S ID di orientare le indagini e allontanare i sospetti dai propri collaboratori e collaboratrici sono sparsi per tutte le pagine dellinchiesta. La sentenza sulla strage Italicus, che assol ve per insufficienza di prove gli imputati Tuti, Franci e Malentacchi, e che, resa pubbli ca quando questo volume era in bozze, non ha potuto essere utilizzata compiutamente, ancora pi drastica nelle accuse alla Massoneria, affermando essere dimostrato che esponenti della Massoneria sollecitavano e sovvenzionavano gli attentati di destra e una parte di tali sovvenzioni fu elargita agli ordinovisti di Arezzo . Cfr. c. c a n b i , L ombra

108

NOTE

della loggia P2 sulla strage dell'ltalicus, La Repubblica , 22 marzo 1984; v. m o n t i , Italicus: la sentenza conferma la regia della P2, Corriere della Sera , 22 m a rz o 1984. 86 G. SCARPARI, O p . Cit., pp. 910-911.
87 Visite che in p re c e d e n za e ra n o state lunghe e indisturbate m a lg ra d o la g r a v it dei mandati di cattura, (r . m i n n a , op. cit., p . 32.) 88 La riunione segretissima: se ne venuti a conoscenza solo alla fine del 1982. Con leccezione di Clemente Graziani, presente tutto il gotha delleversione nera, pro veniente da ogni parte d Italia e dallestero. Fra gli altri, G ubbini, Tilgher, Giorgi, Ro vella, Fachini; P. Concutelli (nome di battaglia: Lillo) partecipa in rappresentanza di O rdine Nuovo, del quale cupo militare; S. Delle Chiaie (pseudonimo: il canonico A l fredo), in rappresentanza ili Avanguardia, presiede insieme a P. Signorelli, a quei tempi ancora membro del Comitato ( entrale del M S I (da cui verr in seguito espulso), che si presenta come capo di O N pei l'Italia, su mandato conferitogli nel 1974 da Graziani. (Cfr. Sentenza-Ordinanza del ( I di I irenze R. M inna, 30.9.1983, p. 20. Inoltre P. v i g n a , L omicidio del magistrato Vii/uria Occorsio. I processi e alcune riflessioni, Questione Giustizia , 4, 1983, p. 'M I.) 89Sentenza-Ordinanza, cit,, p 221 90lbid ., p. 24; p . v i g n a , op d i., p. 914. 91 Secondo Paccusa, soprattutto Delle Chiaie avrebbe manifestato particolare ani mosit nei confronti di Occorsio, indicandolo come nemico da abbattere nella riunio ne di Albano, e continuamente ricordando, durante la riunione di Nizza che loro erano tutti sotto la scure di O ccoriio'" (Sentenza-Ordinanza, cit., p p . 2, 32). Ancora in u n in tervista del dicembre 1982 Delle Chiaie affermava: Quanto allesecuzione Occorsio, posso dichiarare questo: non ho dato io il mitra Ingram a Concutelli. N on sono il man dante di quellazione. Ma la condivido'. (Cfr. Sono stati quelli l, colloquio con Stefano Delle Chiaie, a cura di R. c h i o d i , L Espresso", 26.12.1982, p. 29.) La vicenda processuale relativa al caso Occorsio intricata: con sentenza 16 marzo 1978, divenuta irrevocabile, la Corte d Assise di Firenze condanna per lomicidio (e altri reati) P. Concutelli e G . Ferro; condanna inoltre per favoreggiamento personale nei con fronti di Concutelli (e per altri reati) G . Pugliese, M . Sgavicchia, F. Rovella, L. D i Bel la, C. Papa, M . Rossi, Saverio e Sandro Sparapani, P. Bianchi, P. Damis; con sentenzaordinanza del 12.11.1979 il G .I. presso il Tribunale di Firenze, a conclusione di uni struttoria originata da un provvedimento di separazione adottato nel corso della prima fase istruttoria, ordina il rinvio a giudizio di C . Graziani e E. Massagrande per risponde re del delitto di omicidio (e di altri reati), nonch di Salvatore Francia, M . Mascetti, Flavio Campo, Mario Tedeschi, Pietro Benvenuto, Elio Massagrande, per il reato di ri cettazione. Questo procedimento ancora pendente. Infine, a seguito dellemergere di nuove risultanze di indagine, il G .I. di Firenze, con la citata sentenza-ordinanza del 30 settembre 1983 (in risposta a requisitoria del 19 aprile 1983 del P.M . P. Vigna) ordina il rinvio a giudizio, per rispondere del delitto d omicidio di V. Occorsio, di: Sergio Calo re, Giorgio Cozi, Stefano Delle Chiaie, Mauro Meli, Claudia Papa, Giuseppe Pugliese, Mario Rossi, Paolo Signorelli, Sandro e Saverio Sparapani, Aldo Tisei. (Cfr. p . v i g n a , op. cit., pp. 914-915.) 92 Della rapina e dellomicidio sono attualmente imputati, insieme ad altri reati, da vanti alla Corte d Assise di Roma: G . Bernardini, V. Bravi, S. Calore, P. Concutelli, V. Pau, M . Rossi, S. Ricci, P. Signorelli, Saverio Sparapani, A. Tisei, C.F. Todini, S. Rosati. 93 II nucleo principale degli imputati lo stesso del precedente delitto, cio: Calore, Concutelli, D i Bella, Ferro, G u bbini, Papa, Pierist, Rossi, Rovella, Signorelli, i due Sparapani, Tisei, M eli, Cozi, Fachini, Pugliese. 94 Sul cadavere di Vittorio Occorsio furono gettate varie copie del seguente volanti no: La giustizia borghese si ferma allergastolo, la giustizia rivoluzionaria va oltre - un Tribunale speciale del M P O N ha giudicato Vittorio Occorsio e lo ha ritenuto colpevole di avere, per opportunismo carrieristico, servito la dittatura democratica, perseguitando i m ilitanti di rdine Nuovo, le idee di cui questi sono portatori. Vittorio Occorsio ha, infatti, istruito due processi contro il M P O N , al termine del primo, grazie alla complici

NOTE

109

t dei giudici marxisti Battaglili! r ( nini r .li I limone D C Tuviiiiii, Il movimento politico stato sciolto e decine di anni ili i un ri** mio '.lui! inflitti ili Mini dirigenti. Nel corso della seconda istrulioiiu, nuiiino! niilliuntl di i M l'O N sono stati inquisi ti, incarcerati e condotti in culm i' dlnuii/l ni 1ilimimi! drl Imi'inu borghese M olti di essi sono ancora illegalmenlr d rtm u ll m III ili inm min In guli n , umili ullri sono da anni costretti a una dura latitanza L atteggiamento inquisitorio trinilo dui nervo drl l%irniii I hvnrilo non meritevole di alcuna attenuante, l'accanimento du lui uiuio uri m lp lir li < il llmivUii lo lui drgrudu to al livello di un boia. Anche i boia muoiono! I u rnlrti/u rtnrMU dui Tiihunulr drl M P O N di morte, e sar eseguita da uno speciale nucleo operai I v o A v u t i l i per l'ordine nuovo! (cit. in p . v i g n a , op. cit., p p . 913-14). Secondo PlCCUM, nteniore di quello volantino fu P. Signorelli (cfr. Sentenza-Ordinanza, G .I. Firenze, cit., pp. IH e 73). 95 Poco dopo l assassinio del procuratore generale di Genova, Coco, u opera delle BR, Paolo Signorelli, secondo le dichiarazioni di un coimputato, avrebbe uffermato che intendeva organizzare un gruppo sullo stile delle Brigate Rosse, e cio dedito ad autofi nanziamenti, rapine di armi e atti eclatanti. Signorelli elogi le BR, fece laffermazione che i soldi non si chiedono ma si prendono... (r e q u i s i t o r i e f in a l i d e l p . m ., Procedi mento 4770/81 R G P M , 1364/81 R G G I, luglio 1983, p. 318). ( la cosiddetta: linea del professore .) superfluo sottolineare la somiglianza fra lo stile e le modalit argo mentative del volantino di rivendicazione dellomicidio Occorsio e documenti analoghi delle BR. Lo spirito di emulazione porta anche alla volont di distinguersi dai rossi: per esempio Concutelli rimanda lomicidio Occorsio perch nel giorno inizialmente previsto era presente la scorta che non si voleva coinvolgere, proprio per differenziare lo stile operativo di O N da quello delle BR. 96 p. v i g n a , op. cit., p. 17. 97 Inoltre il suo capo, Delle Chiaie, finito il franchismo in Spagna, deve trasferirsi in America Latina, dove si muove fra PArgentina, il Cile, la Bolivia, ovunque i militari al potere lo richiamino o lo accolgano per i loro fin i (r . m i n n a , Per una storia, cit., p. 34). 98 I documenti cui viene pi spesso fatto riferimento nelle varie indagini sono: Pro spettive dell'azione rivoluzionaria, 1977, sequestrato a E. Bonazzi; Fogli d ordine del Movi mento Politico Ordine Nuovo, 1978, steso dalla leadership di Costruiamo PAzione (Ca lore, Signorelli, Raho, Fachini ecc.); Posizione teorica per una azione legionaria, 1978, se questrato a S. Latini, steso da F. Zani (portavoce di una linea allinterno di Terza Posi zione, poi redattore di Q uex); il documento rinvenuto il 31.8.1980 in una cabina tele fonica a Bologna, di cui ampio brano era stato pubblicato sulla rivista Noi Europa , edita in Sud Africa, a firma di M ario Tuti (giugno 1979); questi, in una lettera, dichiar di averlo redatto nel carcere di Nuoro insieme ad Azzi, De M in, Bonazzi, Ferro, Fuma galli, Marzorati, Malentacchi, Giannettini; Regola dell'ordine dei Ranghi, presumibilmen te opera di F. Freda, cui stato sequestrato; Obiettivi e metodi di lotta del movimento rivoluzionario Terza Posizione (1980), sequestrato a F. Mantello; Legalit borghese e Azio ne popolare, sequestrato in Latina a C . Battaglia. (Cfr. s o s t it u t i p r o c u r a t o r i d i Bo l o g n a , Memoria del 25.11.1981; inoltre: g . c a p a l d o , l . d a m b r o s i o , p . g i o r d a n o , m . g u a r d a t a , a . m a c c h i a (in seguito: s o s t it u t i r o m a ), L eversione di destra a Roma dal 77 a oggi: spunti per una ricostruzione del fenomeno, Questione G iustizia, 4, 1983, pp. 935-980). 99 s o s t it u t i p r o c u r a t o r i d i Bo l o g n a , Motivi d impugnazione avverso le ordinanze del 5, 12, 16 gennaio 1982 del G .I. di Bologna, p. 16. (Le ordinanze impugnate erano quelle che, nel quadro dellindagine sulla strage di Bologna, disponevano la scarcerazione di S. Calore e D. Pedretti, e respingevano la richiesta di mandati di cattura nei confron ti di P. Signorelli, M . Fachini, R. Rinani, M . Tuti, E. Bonazzi, V. Fioravanti, F. Mambro, R. Femia, G . Adinolfi, R. Fiore.) 1 00 s o s t it u t i r o m a , L eversione di destra, c it ., p . 952. 1 0 1 s o s t it u t i Bo l o g n a , Motivi d impugnazione, cit., p. 16. 102 Foglio d ordini MPON, cit., p. 4. L atteggiamento nei cfr. del M S I e dei suoi leader (il viscido Yankee Servello) assolutamente unanime fra i nazional-rivoluziona-

110

NOTE

ri: Almirante e i suoi accoliti vengono al vostro funerale, al capezzale del vostro letto allospedale, perch hanno bisogno di martiri da pubblicizzare al fine di alimentare lim magine di partito vittim a, ma vi vendono per trenta denari ogni volta che il sistema esige un paio di teste calde (Q uex, 4, Marzo 1980, p. 8). Particolarmente insistente laccusa al M S I di avere distrutto generazioni intere di giovani, illudendoli di trovare nel partito una forza rivoluzionaria; di castrare le energie rivoluzionarie esistenti al suo interno; di impedire che le tendenze rivoluzionarie neofasciste si muovano in dire zione diversa da quella parlamentare ecc. 1 0 3 La prima pagina del n. 0 di Costruiamo lA zione , 5 dicembre 1977, riproduce visivamente questa antinomia: larticolo principale si intitola Morte dellideologia; di spalla, su una colonna, un fondo dal titolo: Costruiamo l azione. 1 04 Posizione teorica per un'azione legionaria, cit., p. 19. 1 0 5 Ibid., p. 13. 106 Ancora in un opuscolo della fine degli anni 60, O rdine Nuovo, in sede di d i rettorio nazionale, parla di valori occidentali e degli stati bianchi, capitalisti africani, come di qualcosa di positivo e da difendere . (Cfr. Azione rivoluzionaria, p. 8). 1 0 7 Questa frase evoliana citata letteralmente in due dei documenti analizzati: Azione rivoluzionaria, p. 10; Azione legionaria, p. 5. 1 0 8 Azione legionaria, cit., p. 13. 109 j] Fascismo, il nazionalsocialismo, e il loro naturale alleato, il Giappone dei nuovi Samurai, pur sconfitti, colsero in pieno una parte del successo ambito. Dimostra rono infatti di aver creato delle generazioni autenticamente diverse: leroismo fu la ca ratteristica principale tanto dellSS quanto delle camicie nere, fino al sommo traguardo dei Kamikaze Giapponesi. A questi sono da aggiungere le migliaia di legionari rumeni, seguaci di Codreanu, e di spagnoli falangisti, e di fascisti francesi e di molte altre nazio ni ; bisogna riconoscere che lItalia non diede globalmente buona prova di s. [...] Eppure la forza dellideale legionario era tale che fino allultimo, migliaia di giovani incolsero, a guerra ormai persa, nelle file dellR S I (Azione rivoluzionaria, cit., p. 6). Il Pantheon degli eroi assolutamente consolidato: La direzione essenziale nello spirito legionario |...|. Lo spirito legionario degli uomini di Codreanu, delle SS, ma anche di tutti i volontari fascisti, in Spagna, Africa, Russia (Azione legionaria, cit., p. 19). 1 1 0 Azione legionaria, cit., p. 19. 1 1 1 Azione rivoluzionaria, cit., p. 13. Sulla distinzione fra piccola e grande guer ra santa cfr. pi analiticamente oltre, p. 97. 1 12 Uno di quegli uomini che [...] permettono alle lites politiche o intellettuali di ritrovare [...] tutti i punti di riferimento per una vita differenziata in un mondo di rovi ne (Ibid., p. 10). 1 13 Azione legionaria, p. 17. 1 14 Ibid., p. 22. 1 15 Azione rivoluzionaria, p. 12. 116 Cfr. Fogli d ordine MPON, cit., p. 1; tutto in maiuscolo nellorig. 117 In uno scritto sequestrato nel 1980, destinato alla pubblicazione su Q uex , M a rio Tuti scriver: I metodi di lotta indicati nel saggio La disintegrazione del sistema han no avuto finalmente la possibilit di essere posti in atto con esito favorevole nellattuale situazione, ben diversa da quella del 68-69 [...] quando le velleit della destra erano ancora di natura pi o meno golpista [...] proprio nella lotta contro il fatiscente e innatu rale regime pluto-marxista possono trovarsi accomunati i veri uomini differenziati, ind i pendentemente dalle etichette politiche (Cit. in c. n u n z ia t a , Una strategia complessiva, tema costante dell'eversione di destra, comunicazione al Convegno: Ricordare e capire. Violenza politica e terrorismo in Italia , Bologna, 29-30 apr. 1983, p. 8). I metodi di lotta cui si riferiva Tuti erano lattentato a Radio C itt Futura , da parte dei N A R , con relativa rivendicazione. Se ne parler in un paragrafo successivo. 1 18 La lotta armata la sola garanzia contro i campi di concentramento di Dalla Chiesa e il confino di Cossiga (Fogli d ordine, cit., p. 7; tutto maiuscolo nel testo). 119 N o n ha importanza lomogeneit delle sigle (che, anzi, se differenziate consen tono di battere meglio la repressione) (Fogli d'ordine, cit., Marzo 1978, p. 6). Ripetia

NOTE

111

mo che la differenziazione delle sigle r , li ti .111Mille momento, unVsigenza tattica e insie me il modo pi efficace per sfu m ar 11 npi sione". (//< /, M 11>:M 1978, p. 4). Nello stesso senso: Ne consegue un diii n iio ili rIh 11<iti' nell iivrndlt /.ione e nella firma, piuttosto pericoloso, che richiede grumlr limiin1 1il politica" iA nnni rivoluzionaria, 16). 1 20 Esemplare il caso dellu rapili II' i m i c i i '( itimi Spuri", aita nel centro di Roma, effettuata nel marzo 17*^, AH'a/lmir, urunI#t p rrim il II IA N di Via Siena, partecipano nuclei, o rappresentami, dei N AK , del I IIA N di Uniini r di Trieste, perso naggi gravitanti intorno Ila sede M SI drll M im i unni, militanti .li Aviingtiurdia Nu zionale e di Terza Posizione. l x armi rupinuir vriinuiin ip iiiir li IVt/ii l'osizimte e il FU AN ; queste ultime ulteriormente suddivise Ir I I IIA N di Koina, Knvigu Titrstc ( s o s t. ROMA, op. cit., p. 950.) Questo episodio esemplari- min- drl rimi im nn di questi anni. La rapina, infatti viene lungamente discussa e preparala nell sc-dr ilei F U A N , aperta alla frequentazione anche di ragazzini: il numero delle persone che sono a conoscenza del progetto tale che si decide di coinvolgerne, in ruoli secondari e so stanzialmente superflui, il maggior numero possibile per assicurarsi lomert, mentre ac cadr che taluno, privo di compiti operativi, si rechi sul posto ad assistere in qualit di spettatore. Eppure per molto tempo non si riuscir a capire chi o che cosa ci sia dietro la rapina (Ibid., p. 64, stesura originale). U n altro esempio di intrecci, questa volta a livello di vertici : nella primavera del 1980 F. Freda, dopo aver incontrato nel carcere di Trani P. Concutelli, si convince che solo questultimo potrebbe effettivamente rilanciare il movimento nazionalrivoluzionario, e decide di facilitarne levasione. Il placet di Freda rafforza lautorit di Concutelli nei rapporti sia carcerari che con lesterno, mantenuti soprattutto da S. Calore (Co struiamo lAzione). Il tramite dei contatti Angelo Izzo (Q uex), che ha modo di spo starsi tra le carceri. Calore diventa cos il punto di riferimento di Concutelli con tutto lambiente eversivo romano, e attraverso questo canale si affida a Valerio Fioravanti (FU AN , N A R , Terza Posizione) il compito di organizzare levasione, con la collaborazio ne dei vecchi amici di Concutelli (Mangiameli, i fratelli Sparapani e altri) (s o s t . BOLO GNA, Motivi d im putazione, cit., pp. 32-33). (Levasione non ebbe poi luogo per il trasfe rimento anticipato di Concutelli ad altro carcere.) 1 2 1 Se ne veda una biografia provvisoria in F. f e r r a r e s i , La cultura politica della de stra eversiva, cit. 1 22 La prima e l ultima, in particolare, sono definite da Ingravalle come le plus cohrent exemple d action politique tire de l tude de la Tradition (f . i n g r a v a l l e , Pour une analyse du Mouvement Rvolutionnaire en Italie, Totalit , 10, Nov.-Dic. 1979, p. 45). 1 23 Costruiamo l azione, 4, p. 9. 1 24 L attacco molto pi forte nei confronti degli Stati U niti che in quelli dellaltra superpotenza forse perch qui scontato: L America lunica nazione passata dalla barbarie alla decadenza. [...] N on soltanto [...] stata la culla [del capitalismo globale], grazie anche alla creazione ex novo di un tipo umano consumista che non avendo radici di popolo il prototipo delluomo massificato, ma anche passando attraverso il genocidio di un popolo (quello indiano), e risolvendo le contraddizioni interne senza passare per la forma finale del capitalismo, il marxismo (Ibid., 1, p. 5). 1 25 Ibid., 4, p. 8. 126 Durissima in particolare la polemica col M S I, la cui storia inizia con personaggi del calibro di Michelini, che rubava prosciutti destinati al fronte russo , e prosegue con Almirante, che interrogava i suoi ragazzi negli uffici di polizia, e che ora si dedica a cercare di far sposare suo figlio con una principessina; che fa la spia regolarmente al V iminale (Ibid., 5, p. 12). 127 Ibid., pp. 1, 6. 128 L interesse, negli ambienti di destra, non per nuovo in assoluto, e viene anti cipato, per esempio, dalle posizioni di raggruppamenti come la menzionata Organizza zione lotta di popolo, attiva a Roma fra la fine degli anni sessanta e il 1973: il popolo ha deciso di esprimersi al di fuori e contro le istituzioni borghesi partiti e sindacati che non rappresentano le sue aspirazioni legittime, ma che sono al contrario emana

112

NOTE

zione degli interessi economici e politici dellimperialismo russo-americano, del Vatica no, e del Sionismo internazionale (Gennaio 1970; cit. in G. b e s s a r io n e , Lambro/Hobbil, La cultura giovanile di destra in Italia e in Europa, Roma, Arcana 1979, pp. 79 sgg.). In altri termini, secondo 1 'interpretatio autentica di un esegeta interno allarea , qui il popolo individuato come realt in movimento, che cerca di darsi ununit di destino, di cultura e d azione, attraverso le avanguardie politiche che nascono dalla lotta, cio al di fuori di ogni struttura rappresentativa. La dicotomia destra/sinistra, fascismo/antifa scismo viene respinta come prodotto di manipolazione dello stato democratico borghese, sorta di forma generalizzata della teoria degli opposti estremismi, (f . i n g r a v a l l e , Pour une analyse du mouvement rvolutionnaire, cit., p. 43). Anche sul piano internazionale si cerca di tradurre in pratica la linea definita da Ar: punto di riferimento strategico (e non dottrinale, come evidente) (Ibid., p. 44: si noti una concettualizzazione nella qua le potrebbe ritrovarsi il marxismo strutturalista) quello dei paesi non allineati (soprat tutto la Cina), che rappresenta lantitesi reale, pratica (bench non priva di contraddizio ni sul piano teorico: ancora una volta la distinzione fra livello delle pratiche e livello della teoria ha delle origini concettuali ben individuabili), al mondo di Yalta. (Per un esame pi approfondito, cfr. f . f e r r a r e s i , Cultura e ideologia della Nuova Destra in Ita lia: il quadro introduttivo, e M . r e v e l l i , Panorama editoriale e temi culturali della destra militante, entrambi in f . f e r r a r e s i (a cura di) Cultura e ideologia della Nuova Destra, pro manuscripto, Milano, Fondazione G . Feltrinelli 1982.) 129 Ibid., 5, p. 5; la qualit letteraria del livello seguente: Noi siamo gli ultimi discendenti di un popolo di Uom ini, di guerrieri, cui un esercito di invasori, quello bor ghese [...] ha usurpato il potere legittimo [...]. Noi, i figli senza tempo di questo popolo antico, ci ritroviamo cos in un mondo che non ci appartiene e che ci disgusta [...]. Ecco perch, mentre le case crollano, noi usciamo allo scoperto, abbattendo i recinti. Con ra pide sortite, con entusiastiche cavalcate, diamo battaglia al nemico (N. 4, p. 6). E anco ra Pensiamo alla nostra terra, al verde, al blu, pensiamo al vino denso come il sangue del toro, pensiamo al sole che ci ristora nei campi e allolivo che lo sfida nella sua eterna |xitcnza (...]. Che fare? [...] fare un popolo a cavallo, uomini e donne nel sole e nel venin, con archi e frecce. Con dardi appuntiti di legno duro a caccia di cinghiali, da cuocere .il tuoni nella festa del sole, nel giorno sacro del raccolto e in quello della semina. Voglia mo poco: la nostra vita. Una mandria di bisonti anche, che tornino con locchio calmo ili 1 1ii slida il tempo. Vogliamo i nostri sciamani che curino con le erbe e siano uccisi quando sbagliano I I Vogliamo la morte degli infami. [...] E fosse per un giorno, fosse per un'ora, ritorneremo ad alzare il grido di guerra. E il falco ancora canter per noi canti perduti. Che trionfi la rivoluzione! (N. 1, apr. 1978, p. 5). Su questi temi, pi analiticamente, cfr. i f e r r a r e s i , Nazionalrivoluzionari e Nuova Destra. Alcune temati che, Documento interno ili ricerca, Istituto Cattaneo (gennaio 1983, pp. 9-22). 1 , 0SOST. ROMA, Op. cit., p. 941 Sgg. 1.1 Per il Fronte unito, in Costruiamo lAzione, 4, luglio 1978, p. 1. 1.2 Tramite questo gruppo avviene il contatto con G . Cavallini, destinato a divenire uno dei pi spietati killers dei N A R , socio fondatore della banda Cavallini-Fioravanti (s o s t . ROMA, op. cit., p. 942). 1.3 Pure letterale la lunga citazione della metafora del viaggio sul fiume, prove niente dalla Disintegrazione del sistema ("Costruiamo lAzione", 5, p. 11). 134 Uno il nemico, una la lotta, Costruiamo lAzione , 1, apr. 1978, p. 11. 1 3 5 Su queste considerazioni (...) sarebbe dovuto nascere un movimento rivoluzio nario politico, cio su tesi politiche non ideologiche, che, potendo raccogliere tutta larea fuori dal potere, avrebbe anche avuto i mezzi per scatenare una battaglia contro di es so. M a la capacit di reazione del neocapitalismo e dei suoi ausiliari (scimmiette idiote [...] luridi servi), soprattutto tramite luso strumentale dellantifascismo, ha reso diffici le il processo unitario: bisogna dare atto ai compagni che [...] sono sfuggiti pi degli altri alla trappola delle provocazioni, non rispondendo ai morti e ai pestaggi per lungo tempo. [...] M a alla fine anche loro sono crollati . (Chiarezza in Costruiamo l azione, 5, p. 1; si noti che le stesse considerazioni sono sviluppate da F. Freda nellintervista riportata nellopuscolo cit., Giorgio Freda: nazimaoiste ou rvolutionnaire inclassable?)

NOTE

113

1,6 SOST. ROMA, Op.

c i

| > .

94}.

137 Ibid. 1 1 us>> siiuniciiinle dei conati pseudori 138 Chiarezza, cit., p. 12, l.u ig ..... iiiii/imie m11 voluzionari di vasto raggio, c coinvolte liunui/.luitto II M SI r II "servo Rauti: sicco me i ragazzi si agitano, mettiamo imi iiipn Mun' (ionie pilinii Situucd), che li ecciti e soprattutto gli faccia fare ni/./,nlc inve e di ..... .......... I . | i il sisienia; i N A R (quattro impotenti frustrati [dici si ili,m ulinino u n i li Imo pinole u lluaund o , gli croi, donne o ragazzini indifesi"), sono littll di i|iie*lu lugli n iiiinneiiiule "iiiiscono in una specie di raccogliticcio sottobosco peroni',in privo di lim n | iliili ,i, unito diillu volonll di agire in qualsiasi caso |...|. Ed e pei questo die quesli eroi | | ninni di s e con i loro cannoni, vanno ad ammazzare uno qualsiasi din .uhi ,i inni sr/lonr |,mii, ulio /itili, 0 assaltano una radio politica, ma dopo clic all'interno sono rininne solo donne [assalto a Radio C itt Futura] (Ibidem). 1 39 SOST. ROMA, op. cit., p. 947. 1 40 Ibid. 1 4 1 Complessivamente allM R P si attribuiscono unottantina di attentati, (minna, op. cit., p. 39.) 1 42 L attentato alla Sala Consiliare del Campidoglio, che causa danni ingentissimi, del 20.4.1979, e viene rivendicato dal seguente volantino: Movimento Rivoluzionario Popolare - Questa notte, alle ore 12,50 abbiamo colpito la sede del Comune di Roma al Campidoglio, centro di potere e di controllo. Distruggere i covi della repressione palese e occulta! Battere lo sforzo repressivo con la guerriglia popolare diffusa. Libert per tutti 1 rivoluzionari prigionieri. L esplosione, di elevatissima potenza, contro Regina Coeli del 14.5.1979, e ha effetti devastanti. Viene rivendicata da due volantini; il primo affer ma: Questa notte alle ore 1.37 un nucleo armato del M R P ha colpito il carcere di Regi na Coeli. Rivendichiamo la determinazione a colpire le strutture portanti del controllo capitalista, gli uom ini della ristrutturazione, i meccanismi del potere statale diffuso. L i bert per i detenuti politici. Il secondo afferma, tra laltro: Nel momento in cui i nuo vi strumenti del capitalismo spezzano la composizione di classe e producono una ristrut turazione per crisi susseguentisi, lanciamo un appello alle forze rivoluzionarie per lin tensificazione di una pratica di contropotere diffuso, contro il fascismo [sic!] dello Stato aprendo un fronte dialettico e armato che, nella distruzione delle strutture di trasmissio ne del potere, ricomponga quellunit di cui ora necessita la rivoluzione. (Si noti lana logia fra il concetto di strutture di trasmissione del potere , e quello di cinghie di trasmissione del potere , discussi in un precedente paragrafo.) L attentato contro il C .S .M . (94 candelotti di esplosivo) non si realizza per motivi tecnici. Quello contro il Ministero A A .E E . (24.5.1979) viene rivendicato, con la solita grafica, nel volantino se guente: ... L attuale fase della lotta al capitalismo non quella di una guerra di libera zione: ne costituisce per le premesse. G li attacchi condotti dal M R P sono stati diretti contro strutture simboliche del potere. Questo per aprire la contraddizione fra apparati formalmente democratici e il loro uso antiproletario. [...] accentuare la pratica della guerriglia diffusa per la creazione di aree liberate dal punto di vista militare e sociale. [...] Contro limperialismo e il fascismo, lotta senza tregua . Il termine fascista in que sto e altri luoghi applicato, come epiteto, al potere (al sistema) naturalmente, nella misura in cui esso rappresenta, qui e ora, tutto quanto vi fu di compromessi, tendenze filoborghesi e filosioniste nel regime mussoliniano fino al 1943, e che fu puntualmente ripresa [...] dallattuale repubblica laica, democratica, antifascista, nata dalla Resisten za (Cfr. F. i n g r a v a l l e , Pour urie analyse, cit. p. 46). Oltre che degli attentati il gruppo imputato di un numero straordinario di altri reati, fra cui numerosissime rapine e l or ganizzazione della fuga di F. Freda da Catanzaro. 143 SOST. ROMA, op. cit., pp. 948 sgg. w Ibid., p. 949. 1 4 5 Ibid., p. 949. 146 Ne facevano parte Pedretti, V. Fioravanti, Trochei, Alibrandi, A. Pucci, Pizzonia e Livio Lai, giunto appositamente dal F U A N triestino (Ibid.). 147 Ibid., p. 950.

114

NOTE

'" Ib id ., p. 951. 149 Ibid., p. 951; in precedenza si era avuta unaltra formazione, Lotta Popolare, collegata allemittente Radio Contro , entrambe connesse a iniziative di Signorelli. 1,0 I rapporti di Freda con TP continuano anche dopo la fase iniziale: ad esempio, i capi di TP, Fiore e Adinolfi, sono, con altri, cooptati nellO rdine dei Ranghi, la super segreta, super-selezionata confraternita istituita da Freda alla fine degli anni settanta (s o s t . Bo l o g n a , Memoria, cit., pp. 10, 17).
151 R. MINNA, Op.

cit.,

p . 38.

1 52 Come questa canalizzazione funzionasse in pratica lo spiegher, durante un interrogatorio padovano, Valerio Fioravanti: I capi di TP erano abili, perch non dice vano ai giovani militanti: occorre fare questa o quella rapina, ma, nel corso di una riu nione, esponevano lesigenza di avere del denaro per delle iniziative, e facevano in modo che i ragazzi volontariamente proponessero un piano di rapine. 1,3 A Roma i nuclei principali sono quelli dei quartieri Trieste, Balduina, Talenti, Parioli, Flaminio, E U R , Tuscolano, Portuense; fuori Roma esistono nuclei di TP in Ve neto, Romagna, Umbria, Marche, Basilicata, Sicilia e, pare, anche in Lombardia e Ligu ria. I dirigenti politici nazionali sono: Roberto Fiore, Gabriele Adinolfi, Marcello De Angelis, Giancarlo Lagan, Fabrizio M ottironi, W alter Spedicato, Francesco Mangiame li (s o s t . ROMA, op. cit., p. 954). 1 54 Si consideri, ancora una volta, lo stretto legame fra vecchie e nuove aggre gazioni, che fa s che nellambiente, molti considerino TP una mera filiazione giovanile di A N (Ibid.). 1,5 Ibid., p. 955. 156 A lluscita dal carcere, Fioravanti, secondo le sue dichiarazioni successive, regi stra la delusione delle sue speranze rivoluzionarie di primavera, ed condotto a elabo rare una nuova antropologia del (neo)fascismo, in base allanalisi delle scelte di vita dei camerati. Secondo Giusva questi ormai si potevano distinguere in fascisti bucolici (Pedretti, Pizzonia, Morsello, e le loro compagne Mambro, Angelini, Marinella), che consi deravano "scelta rivoluzionaria utilizzare il provento delle rapine per acquistare case e terreni dove andare a vivere insieme, avere figli nello stesso periodo, educarli nello spiri to rivoluzionario, farli sposare fra loro dando cos origine a tante generazioni di ribelli in attesa della rivoluzione finale, e fascisti mercenari (Alibrandi, Carminati, Bracci) che consideravano rivoluzionaria in s lazione (idest: rapina, furto) e non avevano scru poli a utilizzarne i proventi a fini di vita dispendiosa ed elegante (Ibid., p. 956). 1 5 7 Riesce a fuggire G . Fioravanti, che sar condannato in primo grado per lomici dio insieme agli altri, e al mandante, P. Signorelli. Questa azione va sottolineata per un duplice ordine di ragioni: da un lato raccoglie operativi di tutte le tendenze della Destra (CLA, TP, NAR-FU AN , gruppo Roma Sud ecc.); dallaltro era stata concepita come un gesto di apertura nei confronti della sinistra, perch la vittima designata era accusata di aver tradito una militante dei N A P , A nna Maria Martini. 1,8 La circostanza sembra troppo curiosa per essere del tutto casuale; ma i tentativi di individuare interventi esterni che avrebbero pilotato questa catena di arresti si sono, finora, rivelati infruttuosi (Ibid., p. 957). 1 59 Si tratta di Vale, Ciavardini, D . M ariani, cui si aggiungono per V. Fioravanti, la Mam bro, Cavallini, da qualche mese partner fisso di Fioravanti, oltre a M . Rossi e G . De Francisci; il primo, gi luogotenente di Concutelli, di provenienza ordinovista e quindi gi confluito in Costruiamo lAzione; laltro, proveniente dal gruppo Eur-Montagnola, gi confluito nel F U A N (Ibid., p. 960). 160 Le carenze di provvedimenti sistematici nei confronti delleversione neofascista a Roma nella seconda met degli anni settanta costituiscono una delle pagine pi nere nella recente storia giudiziaria italiana. Basti pensare che, malgrado il dilagare della vio lenza, soprattutto giovanile, solo nel 1978, e per iniziativa di un solo sostituto, ha inizio unindagine generale in materia, mediante la riunione e trattazione complessiva di nume rosissimi procedimenti contro ignoti rivendicati da sigle di destra. E significativo, vie ne fatto rilevare dai sostituti che hanno assunto l eredit di Amato, che per riunire e classificare i processi si debba ricorrere alla spulciatura del Registro Generale della Pro

NOTE

115

cura: fino ad allora infatti i lusi'leoll muto drlrgati, pi <1 menci 1 usualmente, a sostituti diversi (Ibid., p. 961). N on sorprendentemente, si Itruiitolu uri I..... hi pulizia h lilialmente disorientata; i carabinieri non sembrano intarsim iI a indiam i .......... ili, In 1 rivizi di sicurezza taccio no. Anche gli arresti in flagranza, limili amln min tulli' 1Ir finiti, n siano fatti casuali e poco significativi: tutto ci malgrado l'ainlilriiir, m iiir l e vlli>, sin altamente per meabile. Q uando Amato assunte in blocco i|iirll pini rdliiirnll nuli virile giiivutn drl lavoro ordinario, n gli vengono forniti p niall liiiineiill d'indagine pini dlpmu- di un nolo funzionario della D IG O S , dotato di alia prolessImialliA ma 1 1 mi volta la ir n ir ili mezzi, uomini, appoggi (Ibid., p. 964), Ancora pi grave latmosfera non solo di lottile 1 .ni,menlo ma .li veia e propria ostilit che circonda M . Amato quando si comincia a delineare In pollala della sua inda gine, e l ambiente eversivo ne percepisce la pericolosit. Vengono mobilitate, allora, Hit te le solidariet di classe, ideologiche, di parentela ecc. di cui la Destra pu dispor re nel mondo giudiziario. (Dir Valerio Fioravanti nel corso del processo bolognese per luccisione di Amato: U no dei motivi per cui scegliemmo come obiettivo Mario Amato fu la necessit di dare un segno evidente, quasi plateale della rottura che doveva crearsi fra noi e alcuni apparati dello Stato ai quali eravamo, diciamo cos, simpatici. Noi face vamo quello che volevamo, eravamo i figli della borghesia ai quali era permesso tutto, loro erano troppo occupati coi compagni, erano tolleranti... [Cit. in F. c o p p o l a , Sia mo stati noi a uccidere Amato", La Repubblica , 9 marzo 1980, p. 13].) Oltre agli inter venti (documentati) di colleghi che cercano di spingere Amato ad assumere la (fino ad allora normale) linea morbida della procura nei confronti della Destra, viene montata, con laiuto della stampa, una vera e propria campagna di criminalizzazione a rovescio, che cerca di descrivere Amato come un persecutore fazioso, che per motivi esclusivamente ideologici, vuole soffocare ogni spazio di espressione della Destra. La campagna culmina in un vergognoso episodio di cui si fa protagonista lordine forense di Roma, che, in un durissimo documento di protesta, sollecita contro il magistrato lapertura di un provvedimento disciplinare: Amato, infatti, si era permesso di arrestare ... Paolo Si g n o r ili! (Cfr. s. C a s t a l d o , L'omicidio di M. Amato, comunicazione al convegno su Terrorismo ed eversione di Destra , Grottaferrata, ottobre 1983, dattiloscritto, p. 6.) Le responsabilit pi gravi sono tuttavia quelle del capo della Procura, De Matteo (il cui atteggiamento generale viene definito dal P M bolognese che ha svolto le indagini sullomicidio Amato, in termini di indifferenza, di superficiale pavidit): le pressanti richieste di Am ato di essere affiancato da altri colleghi per non dover sopportare da solo il peso e il rischio delle indagini si scontrano sempre con la latitanza di De Matteo. (Ibid., p. 7.) E ci, si badi, nel momento in cui, sempre secondo linquirente bolognese, la procura di Roma si dedicava allarresto spettacolare di una ventina di giocatori di pallone, ancora freschi di gloria e madidi di sudore. Cinque, diconsi cinque, sostituti vennero delegati a seguire le vicende degli osti Trinca e Cruciani... (cit. in F. c o p p o l a , Due killer per uccidere Amato, La Repubblica , 7.5.1983, p. 15). N on c dubbio che, se confrontato con quello pi morbido e distaccato degli altri inquirenti, il comportamento di Amato sia, dal punto di vista della Destra, oggettiva mente persecutorio: quando le indagini si appuntano per la prima volta su ambienti e personaggi di livello elevato, il pericolo diviene troppo grave ; leliminazione di Amato entra nel bagaglio programmatico di tutti i terroristi, obiettivo comune e quasi u nifi cante della Destra rivoluzionaria ( s o s t . r o m a , op. cit., p. 965). Anche di fronte a que sto pericolo Mario Am ato viene lasciato completamente solo: inerme, senza scorta, in contrer il suo assassino a una fermata d autobus, il mattino del 23.6.1980. 1 6 1SOST. r o m a , op. cit., p. 966. 1 6 2s o s t . r o m a , op. cit., p. 969; Fiore sar arrestato a Londra nel settembre 1981; lo comunica il giornale del movimento: l l l settembre, forse a un anno esatto dallucci sione di Francesco [Mangiameli], [...] sono stati fatti prigionieri a Londra Roberto Fiore, militante e dirigente rivoluzionario, e Marcello De Angelis, fratello di Nanni, caduto nellottobre 80 (Terza Posizione , ott.-nov. 1981, p. 3).

116

NOTE

1 6 5 Questultimo, caponucleo territoriale di TP nel quartiere Trieste, aveva svolto un ruolo rilevante nellomicidio Mangiameli, attirando la vittima nellagguato mortale ( s o s t . RO M A, op. cit., p. 969). 1 6 4 V. retro, n. 153. 1 6 5 E il caso di un gruppo, gi riferentesi al FU A N e alla sezione Prati del M S I, gravitante intorno ad Aronica, D i Vittorio e Frega; lo stesso vale per un nucleo attivo a Ostia e un altro operante nella zona Sacrofano-Formello (Ibid., p. 970). 166 p er ta[e omicidio la Corte d Assise di M ilano il 12.1.1984 ha condannato aller gastolo Cavallini e Soderini. 1 6 7 Che sar, poco dopo, pagata con la vita del capitano Straullu e del suo autista ( s o s t . r o m a , op. cit., p. 972). 1 6 8 SO ST. RO M A, Op c it, p. 975. 1 6 9 Ibid., p. 977. 1 70 In un documento sequestrato nel 1980, e destinato alla pubblicazione su Q uex , Mario Tuli scriveva: L originalit politica di questi nuovi militanti nazionalrivoluzionari [i N A R I | ] dimostrata dal testo del volantino con cui veniva rivendicato lattentato a Radio C itt Futura. In detto volantino, riprendendo frasi e concetti della Disintegrazione del sistema, si individuano nei centri di potere democomunista gli obietti vi da colpire e si arriva a proporre ai giovani m ilitanti comunisti o autonomi una tregua se non addirittura una cobelligeranza contro lo stato borghese (cit. in c. n u n z i a t a , Una strategia complessiva, cit., p. 8). 1 7 1 Sentenza Ordinanza Giudice Istruttore di Padova, 28.2.1982, p. 61. '" Ib id ., p. 63. 1 7 1 Ibid., p. 61. 1 7 4 Ibid., pp. 62-63. 1 7 1 Ibid., p. 62. 1 7 6 Ibid., p. 60. 1 7 7 SOST. RO M A, op. cit., p. 958. 1 7 8 V. nota 152. 1 7 9 SOST. RO M A, op. cit., p. 959. 1 8 0 Esistono inoltre prove di basi logistiche comuni fra la destra e la sinistra ( s o s t . b o l . , Motivi, cit., p. 47). 1 8 1 Lo Hitlerjunge Quex un personaggio della mitologia nazista, cui sono stati dedi cati romanzi e film: nel pi noto di questi, H eini, figlio quindicenne di un militante comunista, entra nella / litlerjugend-, ne nasce un conflitto familiare che culmina nel suici dio della madre di H eini; il tragico evento converte il padre che abbandona il comu niSmo. 18 2 La redazione composta, fra gli altri, da E. Bonazzi (omicida di Mariano Lupo), Mario Murelli (protagonista, con V. Loi, del gioved nero di Milano, 12.4.1973, quando lagente M arino venne ucciso dal lancio di una bomba a mano), Angelo Izzo, Fabrizio Zani (secondo Freda: E prezioso, ma va staffilato). (Cfr. limportante ricostruzione della vicenda di Q uex compiuta da M . n o z z a , "Quex": spontaneismo o progetto nazional-rivoluzionario?, cit., p. 274.) La presenza, fra i collaboratori di Quex di Angelo Izzo, uno degli assassini del Circeo, merita una chiosa. Il suo primo articolo, di comme morazione dei morti di destra (Sono al vostro fianco), viene cos presentato dalla redazio ne: La firma di questo articolo sconvolger le vestali di quartordine della morale e del letica fascista, quelli che identificano luomo esistenzialmente qualificato, di cui parla Evola, col buon padre di famiglia. [...] A i rivoluzionari [invece] facciamo presente che non il sistema democratico che pu accusare o condannare i camerati. Le affermazioni della giustizia borghese non ci riguardano... (Q uex , 2, p. 35). Poco dopo la giustizia borghese conferma, in appello, la condanna allergastolo di Izzo. La rivista cos com menta: Il dibattim ento ha dimostrato che non c stata violenza carnale, e non ha chia rito minimamente il perch dellimprovviso momento di violenza (sic!!) che costato la morte alla ragazza. Il N A Z IS T A Angelo Izzo, il mostro del Circeo, non aveva diritto che a un giudizio sommario, con orde di femministe scatenate... (Q uex, 4, p. 13). Si deve dare atto a Franco Freda di avere almeno qualche perplessit su Izzo. In una lettera

NOTE

117

a Tuti ordina: N on si firmi col mio ih iiih Non gli riconosco itncora la condizione di soldato politico. L ordine scmhrn r u m .imo disatteso. ( O r , M n o z z a , op. cit., p. 274.) 1 8 5 In particolare le posizioni u h ........li I vi,In, r Ir inlrrpri in ..... . politiche di Freilm Inlllmrnti delle strategie da, nella fredda logica che le unimn, lmli|.....li n i....... .. politiche seguite tanto d a l're d a q u im lo In i Iti, m m r ( u n / i n n i n i n lln modi, ha tentato di seguire le indicazioni e v o lta n e , d i r spesso v in o M nn in, n-ili I iliiu r lile velleitarie e d i staccate dalla realt ci sembrano p a r t lc n lm m r n lr lu lr g n n lr " (" O l i r * , >, maggio 1979/marzo 1980, p. 9); ancora: Vogliamo [ | t in ila o h i p m U n i r d i r 'Q i i r x ' si rico nosce in grandissima parte nelle posizioni rivoluzionarie rs p rrs s r < In l i n l n n r lla Dtsinte grazione del sistema, pi in generale nelle posizioni metapolitiche in d ic a te d a i t r i t i celti e pubblicati da A r (Q uex , 2, marzo 1979, p. 32). L omaggio a Evola si accompagna allo scherno feroce contro chi imbratta le carte di pensiero evoliano (f . g in o k i, Contro le ideologie, Q uex , 2, p. 35), e in particolare contro gli eroi da poltrona, coloro che mancano di coerenza fra pensiero e azione. Per questi M . Murelli conia il garbato epite to zoologico di suini verticali , distinti in due razze principali, il suino ascetico", che predica il distacco, e il maiale da combattimento , che enuncia la via del guerriero. Sono i due corni del dilemma di fondo della dottrina evoliana, che Murelli propone di risolvere suggerendo ai sostenitori del primo di ritirarsi, in nome della coerenza, sulle pendici di un vulcano, possibilmente attivo . A l secondo tipo si chiede invece come mai ha ancora la possibilit di grugnire fra le pagine di pubblicazioni idiote, invece di essere in qualche campo di concentramento (pardon! [..] supercarceri) [...] visto che se solo mantenesse un m inim o di C O E R E N Z A fra lenunciazione e lA Z IO N E sarebbe automaticamente un fuorilegge ( m . m . , Personale e/o politico, Q uex, 1, p. 8). M olto pi aperto e disponibile invece il giudizio nei confronti della Nuova Destra, bench negli ultim i numeri del bollettino tendano a prevalere le sfumature negative. Nellartico lo appena citato, ad esempio, si afferma che, malgrado Q uex", per fedelt alla propria natura, intenda continuare a muoversi su un cammino diverso crediamo opportuno ap poggiare chi vuole operare nella direzione di un Gramscismo di destra che miri alla riconquista della societ civile. [La citazione interna tratta da un articolo di D iora ma Letterario .] Pesante invece l attacco che lo stesso Murelli, qualche numero dopo, porta al nuovo animale del giardino zoologico, lalaindebenoista ( m . m . , Bestiario, Quex , 4, p. 45). L argomento viene trattato pi diffusamente nel prossimo capitolo, cui si rimanda. 1 8 4 M . t u t i , Considerazioni inattuali, Q uex , 2, p . 12. 1 8 5 m . t u t i , Organizzazione e spontaneismo, Q uex, 2, p . 9. 186 s. l a t i n i , e . b o n a z z i , Coerenza, Q uex , 2, p. 7. 1 8 7 l a t i n i , b o n a z z i , op. cit., p. 7; Q uex , 3, p. 8. 1 8 8 Q uex , 3, pp. 6-8. 189 j. e v o l a , La dottrina aria di lotta e di vittoria, Padova, Ar 1970, 1977; contiene anche, in appendice, un articolo apparso sul II , 24 di La difesa della razza , dal titolo: La razza e la guerra (pp. 41-53 dellattuale opuscolo). La traduzione francese, opera di Philippe Baillet, compare come supplemento al n. 7 di Totalit . Nello stesso ambito tematico si veda anche: Metafisica della guerra, originariamente in Diorama filosofico , maggio-agosto 1935, riedito a cura di M . Tarchi nel 1974; tr. francese, Milano, Arch 1980. 1 90 j. e v o l a , Dottrina aria, cit., pp. 16, 42. 1 9 1 Q uex , 2, p. 1. 1 92 J. e v o l a , op. cit., pp. 17, 43; Metafisica della guerra, IV. 1 95 Q uex , 2, p. 1. 1 94 J. e v o l a , Dottrina aria, cit., p. 46. 1 9 5 Q uex, 3, p. 6. 196 j. e v o l a , op. cit., p. 25. 197 Q uex , 4, pp. 11-12. N on manca la citazione letterale: Ricordiamoci e faccia mo nostra, ma veramente nostra, questa massima del Bhagavad-git: ... Mentre tu poni sullo stesso piano di valore piacere e dolore, vantaggio e perdita, vittoria e sconfitta,

118

NOTE

arm ati per la lotta: cosi non ci sar nessuna macchia sul tuo onore. (Cfr. s. l a t i n i , e . op. cit., p. 7; il brano proviene da j. e v o l a , op. cit., p. 24.) 198 F . j e s i , Cultura di destra, cit., p. 87. Il m ito dellatto eroico pu forse aiutare a com prendere anche un altro fenomeno caratteristico delleversione di destra a differenza di quella di sinistra: la penuria di pentiti fra quanti hanno occupato posizioni di responsa bilit nelle form azioni eversive (Fino a tem pi recentissim i, in fatti, com e noto, i pentiti sono, a d estra, m eno numerosi che a sinistra, e si trovano prevalentem ente ai livelli ge rarchici pi bassi.) Q uale che sia l'interpretazione che si vuol dare del pentitism o di sini stra, indubbio che uno dei suoi, fattori determ inanti sia stato la percezione, da parte dei protagonisti, della sconlitlu del progetto politico di cui essi si consideravano p o rtato ri. Ma a d estra, almeno nelle Itisi successive al golpismo, si rifiuta esplicitam ente qualun que p rogetto politico, e si dichiara di battersi in nom e di valori m etastorici, che negano qualunque riconoscim ento alla realt contingente del m ondo m oderno. Suprem o onore anzi, giusta la lezione evoltami, battersi anche sapendo che la battaglia m aterialm ente perduta. Q uesto orientam ento strettam ente connesso con un altro fascio di fenom eni, relativi al privilegiam entu clic, nella d o ttrin a di destra, assume lagire dellindividuo, (lo stile) ribadito in topoi come quello di soldato politico, uomo differenziato , gran de guerra sa n ta ecc. A ci al contrappone lo scarso interesse che la figura del singolo riveste nelluniverso terrorista ili ainistra, risalente forse a una lettura do ttrin aria e limitatrice del m arxism o, secondo cui gli atto ri sono visti com e meri portatori ( Trger) di stru ttu re e processi storici, il che, ancora una volta, giustifica il getto della spugna quan do appaia che proceaai e stru ttu re si m uovono in direzione diversa da quella prevista. Q u an to precede, naturalm ente, costituisce una ricostruzione congetturale, per di pi basata prevalentem ente su m ateriali teorico-dottrinali, che andrebbe sottoposta alla veri fica d ellindagine em pirica. Per avere u n idea delle possibili discrasie fra il modello teo ri co del soldato politico e la sua realizzazione concreta, si considerino solo le dichiara zioni di Q uex" relative ad A. Izzo, rip o rtate poco sopra. (Sul pentitism o fra i terroristi di destra cfr. anche p. v ig n a , L'omicidio del magistrato Occorsio, cit., pp. 931 sgg. 199 m . n o z z a , op. cit., p. 271. 200 Q u e x , 2, p. 1. 201 V. sopra, n. 97. 202 p. 10. 203 p. 11. 204 p. 11. 205 Si consideri inoltre che il regime attuale, am orfo, spugnoso, privo di centri ner vosi e di organi vitali, non si regge su uom ini chiave n su stru ttu re ben individuate. Il cecchinaggio , p ertan to , pu r valido dal p unto di vista tattico, non di per s suffi ciente a m ettere in crisi le istituzioni, e, strategicam ente, va affiancato da m etodi di lo tta di pi ampia p o rtata (p. 11). 206 p. 12. 207 C fr. retro, p. 60. 208 p. 12. 209 R . M IN N A , O p . Cit., p. 30. 210 c. n u n z i a t a , Una strategia complessiva, cit., pp. 12-13. 211 s o s t . RO M A , op. cit., p . 978.
b o n a z z i,

3. La nuova destra
di M arco Revelli

1. LE ORIGINI. CAM PO HOBBIT E LA RIVOLUZIONE COPERNICANA DEL 77 Se una d a ta di nascita si vuole assegnare alla N uova d estra ita lia na al 1977 che bisogna guardare. E q uesto lanno del prim o C am po H o b b it, organizzato dalla com ponente rau tian a e giovanile del M o v i m ento Sociale e assunto esplicitam ente dai suoi stessi p ro tag o n isti con u n e v id en te en fatizzazione del suo significato e della sua p o rta ta com e il p u n to d inizio della p ro p ria rivoluzione co p ern ican a ; co me loccasione scriveranno essi stessi nellin tro d u zio n e del volum e celebrativo H o b b it/H o b b it, a u to d efin ito lalbum d i fam iglia della N u ova d e s tra 2 p er m o strare laltra faccia del p ian eta fascio, la faccia al sole 3. A M ontesarchio, u n piccolo paese vicino a B enevento, in un cam po sportiv o adorno di b an d iere contrassegnate dalla croce cel tica, allinsegna dei m itici personaggi della le tte ra tu ra to lk ie n ia n a 4, cir ca u n migliaio di ap p a rte n e n ti al F ro n te della G io v en t e alla confusa e in tric a ta galassia pulviscolare d elleresia nera si riuniscono p er due giorni li l e il 12 giugno atto rn o a quello che definiscono il p ri mo festival di m usica, spettacolo e grafica dellestrem a d e s tra : un a fe sta m usicale sim ile alle m olte diffusesi nel b iennio p reced en te nellarea giovanile d ellestrem a sinistra dopo le clam orose esperienze d i P arco L am bro e di Licola. E lapprodo operativo di u n a lunga b attaglia in te rn a al M S I, p o rta ta avanti dalla co m ponente pi radicale ed estrem a g u id ata d a Pino R a u ti 5 e in c arn ata nelle posizioni di L inea F u tu ra , il gruppo pi im p e g n ato in u n op era di m o d ernizzazione e di d e-istitu zio n alizzazio n e delle s tru ttu re e della politica del p a rtito neofascista. T erm in ata la breve stagione dei consensi 6 della prim a m et degli anni s e tta n ta (il periodo delle m aggioranze silenziose); svanito il p ro g etto di co n d i

120

MARCO REVELLI

zionam ento delle stru ttu re istitu z io n ali 7 d a p arte di un a g ran d e d e stra ed esau rita la fase pi calda della strateg ia della te n sio n e (pi sopra am piam ente descritta); v erificata, in sostanza, alla m et del d e cennio, lassenza pressoch totale, sul v ersan te dellestrem a d estra, di una qualche strategia credibile, sul m edio periodo, di rilancio e d i avvi cinam ento al p otere, lala rau tian a pro poneva u n altern ativ a radicale, b asata su un pro g etto di sfondam ento verso il sociale , per cos dire, e di nuovo radicam ento nella societ italiana, d a realizzarsi attrav erso una fo rte capacit d 'innovazione politica e culturale. Al C ongresso del 1976 questa opposizione in te rn a era v en u ta allo scoperto e aveva d ato battaglia, m e tte n d o in discussione lo stesso stile politico del p a rtito , e la sua politica istituzionale e burocratica: Il docu m en to congressuale, an n o ter uno dei protagonisti di quella vicenda, gi lo annunziava: se il lo ro m etodo era stato quello delle adunate-con-rim borso-spese, d el lepisodicit dei cortei, della form ale artificiosit di tesseram en ti e s tru ttu re sulla carta, n o i avrem m o ro tto . A llinsegna del volontarism o e della a u ten ticit, avrem m o ripreso la strad a della ricerca 8. O ra , essa inten d ev a d are concreta o p era tiv it alle p roprie opzioni. C am po I lo b b it quindi, in prim o luogo, loccasione per un a rige nerazione dello stile e per una sfida al form alism o delle s tru ttu re ; il m om ento em ergente di una b attaglia in te rn a di p artito attrav erso il quale un gruppo di m inoranza cerca e tro v a legittim azione (La p ro ie zione stereofonica di u n C ongresso senza delegati di d ir itto lo d e fi niranno, sottolineando la crucialit del problem a d i so stitu ire una classe d irig en te [del p artito ] inabissata con u n altra che rappresentasse dei d u b b i e delle certezze della generazione so tto i ventisei a n n i ) 9. M a il prim o C am po H o b b it ha u n significato che va al d i l del sem plice scontro in te rn o tra le co m ponen ti del M o vim ento Sociale I ta liano. E sso , in fa tti, anche la p rim a occasione in cui lestrem a d estra italiana m ostra di aver av v ertito la possibilit di u n in ed ita presenza allin te rn o delle dinam iche sociali e so p ra ttu tto d ellarea m assificata del m ondo giovanile, superando quella sindrom e della sc o n fitta che per lungo tem po laveva paralizzata nel g h etto delle nostalgie e p u n ta n d o com e scriveranno allafferm azione d i u n m ovim ento giovanile che si esprim esse nel linguaggio, nei gesti e nelle aspirazioni cos com e ogni giovane degli anni o tta n ta 10. Il 1977 anche lanno di u n nuovo tip o di rivolta giovanile (un anno, per m olti versi di svo lta nella sto ria delle culture politiche ita liane): per la prim a volta nel secondo dopoguerra un m ovim ento giova nile di m assa si esprim e, con u n a carica d iro m p en te sco n certan te, in te ram en te a l d i fuori non solo del sistem a dei p a rtiti com e, per certi aspetti, gi il 68 m a dello stesso sistem a po litico " , contrapponendovisi fro n ta lm e n te ed esprim endo un a radicale critica della p o liti ca e del suo stesso linguaggio razionalizzato . In v estita d allo n d a d u r to di u n m ovim ento che sem bra utilizzare p i i codici com unicativi d el

3. LA NUOVA DESTRA

121

l avanguardia artistica del primi) N ovecento che non lesten u ato lessico politico d ellideologia, e che privilegili upertiinienle le incandescenti te m atiche esistenziali (per molli vcim vicine alla ! rl'i'inrcform e d inizio del secolo) risp e tto al p ro p ello |>lilu < > , Ih -.itusiih cui era sp e tta to tradizionalm ente, dal 1945 in poi, il m onopolio della m obilitazione an tagonistica accusa il colpo S c o iu ri '1ut it dilli Y m n>icu/ii ili soggetti collettivi dai profili sociali im e n i, * lie tienili il colli me uH'iiilei no del la com posizione di classe c u rico n d u rle h precisi ruoli pro d u ttiv i; d iso rien tata da una m obilitazione fo n d ata, in via im m ediata, su una ra dicale soggettivit non negoziabile e su una generica dom anda di senso cui cultu ralm en te im preparata a rispondere, essa e n tra in una brusca, b ru cia n te crisi d id e n tit : m en tre le form azioni della pi re cen te sinistra rivoluzionaria , consolidatesi organ izzativ am en te nel q u inquennio p reced en te si dissolvono, in b u ona p arte, nel m ovim en to fran tu m an d o si in una pluralit d id e n tit parziali (fem m inism o, p ro letariato giovanile, ecologism o ecc.), i grandi ap p arati della sinistra ufficiale , orm ai vicini e quasi p ienam ente responsabilizzati alla gestio ne governativa, finiscono per trovarsi fro n talm en te co n trap p o sti alle nuove realt in m ovim ento nelluniverso giovanile. N il fenom eno, e so p ra ttu tto le sue potenzialit, sfuggono a quella co m p o n en te del n eo fascism o che, com e si visto, da tem po lavorava a un p ro g etto di d ra stica innovazione attrav erso una cauta strategia d ellatte n z io n e nei co n fro n ti dei nuovi m ovim enti sociali: Il S etta n ta sette. A lias laltra faccia del S e ssa n to tto , scriveranno al proposito. Se quello n o n l ave vam o fa tto (ma no n ne eravam o usciti indenni. C i sarebbe voluto un d ecennio p er constatarlo. B eata anestesia delle nostalgie!), stav o lta ci sarem m o s ta ti . 12 La nuova co n g iu n tu ra colta, con in d u b b ia p ro n tezza e lucidit, com e l occasione p er una brusca q u an to in a sp e tta ta rim essa in discus sione degli equilibri cristallizzati; una so rta di riap e rtu ra dei giochi e n tro cui te n ta re una rilegittim azione di posizioni fino ad allora rigida m ente em arginate d alluniverso politico e culturale per e ffetto degli esi ti del secondo co n flitto m ondiale ed e n tro cui cogliere i segni d i quella fine di un dopoguerra d u ra to q u a ra n tan n i di cui gli esp o n en ti di q u e sta D e stra parlano con tin u am en te. La prim avera d ellau to n o m ia , com e essi la qualificano, q uesto fenom eno che per un attim o da se tta rio pare farsi epocale, nellesplosione di ferm en ti germ ogliati nel larco di alm eno nove a n n i 13; il convulso m oto giovanile che p u r occorre ricordarlo era iniziato a R om a p roprio con un a m obilitazio ne an tifascista, diviene, per q u e stanim a della D estra radicale italiana, un te rm in e di riferim en to irrinunciabile nella ridefin izio n e della p ro pria id e n tit e della p ropria strategia. In essa scrivono, utilizzan d o u n linguaggio p er m olti versi in e d ito nellarea neofascista per la prim a volta la sinistra istituzionale, egem one nel cam po del p o tere in tellettuale, da p ro tag o n ista e sp etta trice si fa bersaglio e v ittim a desi

122

MARCO REVELLI

gnata. G li in diani m etropolitani avvolgono di u n nuovo involucro lu topia rivoluzionaria, affidando alla gestualit, al terrem o to del linguag gio, al p o te re espressivo dellim m agine ci che altri avevano delegato allideologia M . N el v uoto di egem onia che si crea, sem bra farsi spa zio per ogni innesto culturale e p er ogni m etam orfosi, m en tre la realt politica sem bra farsi m eno vischiosa, pi facilm ente p en etrab ile, e i tem pi irrealm ente rapidi: La sin istra , concluderanno, gioca e perde. U n occasione, una caria, u n im m agine di so lid it . 15 A nche la sinistra rivoluzionaria, che pure era sta ta fino a quel m om ento egem one nel m ondo giovanile e che in quel m ovim ento si era spesa in teram en te: Q u an d o laria stagnante gi da tem po com inciava a farsi pi to rb id a e p e sa n te , scrive il p refato re di H o b b it/H o b b it nel descrivere il clim a politico alla vigilia ilei "cam po , fuoriuscivano i m iasm i della crisi, del d iso rien tam en to , della decom posizione di quella che fu la nuova sin i stra giovanile (e rivoluzionaria?) italiana, che attrav ersan d o la palude della societ del riflusso arrivavano a lam bire i confini della n o stra c o n te a ... 16 C os, a questa com ponente a ttiv a del radicalism o di d estra, sem b ra g iu n to il m om ento per esibire scartata quella sta tu a lista e co n servatrice e quella co rp o ra tiv ista e tecnocratica lanim a riv o lu zio n aria del com posto ideologico fa sc ista 17, accentuando i tr a tti di q u ellesistenzialism o vitalistico e pessim istico, insiem e eroico e tra gico , che gi nel pieno della crisi degli anni v en ti e tre n ta aveva p o tu to, alm eno in p arte, innestarsi sul clim a spirituale d i u n o n d ata riv o lu zionaria in riflusso p er deviarne le energie com presse e deluse verso so luzioni ap e rtam e n te au to ritarie e falsam ente ev ersiv e d ello rd in e so ciale ca p ita listic o 18. E S tenio Solinas uno dei fo n d a to ri , se cos si pu dire, della N uova d estra italiana a p ro p o rre il 21 giugno 1977, sulle pagine del R om a , com e dag h erro tip o del nuovo m ilitan te d i d e stra: il r itra tto di una g iovent decisam ente rivoluzionaria, che si tr o va a disagio col binom io ordine-legalit; che ce lha pi con il sistem a che con il com uniSm o; che sogna u n repulisti generale m a sa che, alla fin fine, tu tte le rivoluzioni vengono tra d ite 19; e ad abbozzare una prim a galleria degli a n te n a ti , u n som m ario q u ad ro delle ascendenze culturali che v err via via arricchendosi e precisandosi m a che configu ra, fin d ora, col suo intreccio di nichilism o a ttiv o e di realism o eroico , di volontarism o esasperato e d i idealism o sp in to fino al soli psism o, u n preciso co n testo tem atico ed esistenziale in cui, nietzschean am ente, rifiu to integrale dello sta to d i cose esisten te e v o lo n t assolu ta d i dom inio sul m ondo confluiscono fino a identificarsi: g e n te , egli scrive, che per m aestri si scelta C o d rean u ed E vola, gli an tich i codici d o nore e il gusto dellintransigen za; che stim a La Rochelle p e r ch con il suo suicidio onor u n a firm a, e P ound perch col suo silen zio disprezzo u n m ondo. P er c u i, concluder Solinas, poi, nel rifiu to di u n epoca e di una m en talit, di u n regim e e di u n sistem a, sono m ol

3. LA NUOVA DESTRA

123

to pi vicini alle frange d ell'estrem ism o in d ia n o ili intanto non pensi no: negli altri c lo stesso sciimi ili im potenza, lo stesso clim a di em ar ginazione, la stessa consapevole/,/, della g h e tti/z a /m iie ,,. Il m ondo gio vanile una polveriera, e gli a l l i b i m i possono arrivare da qualsiasi p a rte . 20 Il prim o C am po H o b b it a p p a i e , a l l o i a , > ii i n n i o i g a n i / . / . u t o r i c a una p arte dei p arte cip a n ti, anche e sopa l l u n o m i n e il p n i u o allo ili una palingenesi in te g rale , volili a s f u g g i r e a l l a ' t e n i a / i o n e torbida del g h e tto e a im m ergere nella generale crisi ili g e n e i a / i o n e " la ristretta avanguardia, rim asta fino ad allora isolata nella fedelt im m obile ai m i ti p aralizzanti di un m ondo sconfitto: Si ricom inciava ila cap o , scri veranno, p arte n d o da zero alla riscoperta delle nostre rad ici 21; e d e scriveranno l esperienza com e u n prim o, decisivo passo nel processo di progressiva lib e razio n e dalle form e nostalgiche e dai riti iden tifican ti del neofascism o tradizionale, quello delle tram e, dei sordi p ro p o siti di riv in cita, dei golpe sem pre prom essi e mai a ttu a ti, del reducism o p a te tico ed esasp e ra to 22. N o n sono queste, a d ir la verit, le im m agini che del C am po H o b b it rip o rta la stam pa n on ap ertam en te di d estra, p re sen te alla m anifestazione, la quale segnala il solito ritu ale dei convegni neri, i saluti a m ano tesa, gli slogan cadenzati sul tip o A rm i ai fascisti p er la riv o lu zio n e 21, un sospettoso servizio d o rdin e di o tta n ta m u scolosi fedelissim i con fasce bianco-rosso-nere (I colori della T rad izio n e , spiegano. M a quale? Bianco rosso e nero erano i colori della b a n d iera del T erzo R e ic h )... 24. P an o ram a si lim iter a rilevare 1am b i g u it negli slogan, alcuni a d d irittu ra presi a p restito dal fem m inism o (Io sono m io ) o dal M aggio francese (F antasia al p o te re ). La m aggior p a rte in cerca di una te rz a v ia tra capitalism o e comuniSmo (N M arx n C oca Cola; n banche n so v ie t) 25; La R ep u b b lica , per p arte sua, liquider lin iziativa com e una scopiazzatura delle esperienze cre ativ e della nuova sinistra, so p ra ttu tto quelle d i Licola e P arco L am bro , p u r sotto lin ean d o n e la pericolosit: C h i sta to a C am po H o b b it, scrive M auro Bene, si accorto che tra le m ontagne desola te del S annio e ffettiv am en te n ata u n a nuova form a di radicalism o di d estra , dai co n to rn i ancora confusi e incerti, m a non per q u esto m eno pericolosa p er le istitu z io n i d em o cratich e . 26 C i n on toglie, tu tta v ia , che gli esp o n en ti di q u esta N u o v a d estra in gestazione (apparen tem en te in d ifferen ti allo scarto ev id en te tra la p o rtata lim itata di u n esperienza giovanile e le grandi categorie della politica) co n tin u in o ad au to rap p resen tarsi lesperienza del C am p o com e la vera e p ro p ria ap e rtu ra di u n nuovo ciclo ; l a tto d i nascita di u n in e d ita co rren te d ellestrem a d estra m eno ip n o tizz ata dal passato, disposta a m isurarsi col m ondo esterno, capace di parlare nella form a e nei tem i della lingua co n tem p o ran e a 27. S o p ra ttu tto , capace di a ttin g e re ai livelli pi originari e au ten tici della pro p ria id e n tit ; di riscoprire, al d i so tto della superficie ossificata e istitu zio n alizzata del neofascism o

124

M ARCO REVELLI

ufficiale le ragioni esistenziali del p ro p rio essere: il C am p o co m e espressione della volont di form are un a co m unit o rganica e d el la capacit di creare uno spirito nuovo, la ricerca di noi stessi e la p roiezione del fu tu ro 28. M o n tesarch io com e lib erazio n e, scriveran no, en fatizzan d o i toni dello statu nascenti , lansia d i calarsi nella festa, ab b an d o n are i riti un p o tristi e gli in n i alla m orte, per scoprire insie me la gioia di partecipare, di assistere d a p rotagonisti alla n o stra C R E S C IT A . 29 M ontesarchio com e scoperta della d iv e rsit .

2. LA VICENDA I>0LITICA: IL PROGETTO In realt la ricerca di u n nuovo m odo di stare a d e s tra e, so p rat tu tto , il te n ta tiv o di u n om ologazione gergale col m ondo giovanile erano iniziati qualche anno prim a, nel dicem bre del 1974, con la p u b blicazione de La voce della fogna , un a ru d im en tale rivista giovanilistica che gi nella d en o m in az io n e 30 anticipava il proprio ca ratte re dis sacrante e sarcastico di giornale d iffe re n te (Il no stro d iritto allunderground" 3I, la qualificheranno). N a ta a F iren ze per iniziativa di M a r co T archi e del gruppo di m ilitan ti n o n co n fo rm isti del M S I che gli si era form ato a tto rn o e che si consolider nella collaborazione a n u m e rose riv iste a c cred itate della D estra italiana, com e La D e stra e In te rv e n to 32; ricalcata sul m odello della francese A lte rn a tiv e (e non, com e sta to so stenuto, del M ale , che inizier le pubblicazioni alcuni m esi pi ta rd i) 33, e g estita in rap p o rto con lorgano degli u n iv e r sitari fascisti francesi V aincre , essa aveva raggiunto in brev e tem po la diffusione di circa 4 .000 copie, d ed ican d o con u n linguaggio che p er la v erit di giovanile conservava solo la volgarit dei to n i goliar dici am pio spazio alla m usica pop e rock (la ru b rica in asco lto ), alla Fantasy (so p ra ttu tto d ispirazione eroica e tolkieniana), alle segnala zioni librarie (la rubrica dallevocativo tito lo Q u an d o sento parlare di k u ltu ra ...), al fu m etto , ai viaggi (la rub rica O n th R o a d ) ecc. Si e ra no sp e rim en tate qui, sulle pagine poco im pegnative di un a riv ista m ar ginale, le form e che avrebbero ca ratte rizz ato poi in senso fo rte lid e n ti t della N uova destra: la presa di distan za dal neofascism o u fficiale , c o n d o tta con u n a dissolvente satira dello stile e del linguaggio nostalgi c o 34; laccen tu ato interesse per le te m atich e esistenziali e culturali, p ri vilegiate risp etto a quelle politico-istituzionali; lestrem a atten z io n e al l o rien tam e n to librario con u n a f itta re te d i schede e recensioni d ire tte a tracciare u n percorso ideale di le ttu ra al m ilitan te alla ricerca d i fo n d a m e n ti . P oi, dopo la tappa sto rica del prim o C am po H o b b it, H o b b it due: m o rte (e rinascita) di u n a sp eran za 35. T ra le colline d i F o n te R om a na, nel giugno del 1978, il p ro g etto d i rin n o v am en to culturale d elle

3. LA NUOVA DESTRA

125

strem a d estra italiana crii .<mln.uu insabbiarsi, paializzato dalle resi stenze e contraddizioni d c ir" u m b ie n ic " (come am ano definirlo). Alle viscosit e ai ten tativ i egem onici d cll'ap p ara lo di p u n ito , alle chiusure in tran sig en ti del neofascism o n ie lla le della T ra d i/ln n e e ili quello co n vulso dello squadrism o si era a n im ilo , in d o tto dal diluii u m erale e mai sopito, loscuro fascino del lo m ln itirn iis in o <lan d c.iin o I,'universo n eofascista si conferm ava o p in o e disperso, Ir im m illalo in una pluralit di linguaggi incom unicanti, pro n to a riconoscersi solo nella rip etitiv it dei gesti e nei miti delle origini " T eiilralila nazionalpopolare, m iiansi gentism o dogm atico, rissosi! di capi senza carism a," scriveranno qual che anno pi ta rd i, ricostruendo quella fase. La filosofia d ell'irrealt, lo sbando. C anzoni gi sen tite, il vano sforzo di coordinare, le ridicole com iziate. Q ualche corpo u n to steso al sole, la selva dei saluti rom ani com e surrogato di v ita lit di u n a specie d estin a ta allestinzione. Il m on do torn av a lo n ta n o 36. N b aster la rigida e b u rocratica gestione u n i ta ria del C am p o 37 seguita allo scioglim ento delle co rren ti allin te rn o del M ovim ento Sociale a sopire le polem iche. B en p resto alla den u ncia del fallim ento della strategia d in nesto nel sociale e nei nuovi m ovim enti da p a rte dei se tto ri pi vicini alla linea ufficiale del p a rtito si aggiunger il richiam o allortodossia statualista e integralista d ellin transigenza tradizio nale: Siam o sin ceri, scriver, nellagosto dello stesso anno su C a n d id o , N icola C ospito, chiunq u e tra noi abbia un m inim o di sensibilit politica e operi da qualche tem p o nel n o stro m on d o giovanile, ha tro v a to a C am po H o b b it esattam en te quel che si asp ettava, e cio un am biente van am en te rum oroso, superficiale, igno ran te e, quel che peggio, p resu n tu o so . 38 T ra m o n ta ta lipotesi di una risoluzione dell impasse a tem pi brev i e di una rapida rigenerazione allin te rn o di situazioni di m ovim ento, al nucleo tra in a n te della N uova d estra n on restava che p rocedere p er li nee in te rn e , rin u n cian d o a im m ediate iniziative pubbliche sul m odello dei C a m p i e lavorando p iu tto sto in u n clim a sociale ca ratterizzato dalla dissoluzione dei nuovi m ovim enti a precisare e raffin are gli stru m e n ti di form azione e di o rien tam e n to politico e culturale. V iene p o te n zia to D ioram a le tte ra rio , il m ensile d inform azione libraria ed i to com e supplem ento a La voce della fogna : In un m om ento storico in cui la D estra , nel no stro paese e in tu tto il co n tin en te, conosce e soffre una crisi di operativit politica e u n a di con tin u it d o ttrin a ria, d i cui sono specchio le polem iche di recen te affacciatesi su fogli com e C a n d id o , La T o rre , Secolo d Ita lia , si legge sul num ero d i se tte m b re del 1978, il prim o ad apparire in v este tipografica, D io ram a v u o le porsi in n a n z itu tto com e veicolo di form azione e di inform azione, e com e stim olo a un d ib a ttito sulla funzione della cultu ra di d estra e sulla c ern ita tra essenziale e accessorio nel bagaglio ideologico d i qu esta che, prim a che una p arte politica, u n a com unit um ana e ideale le cui ra d i ci affondano nelle p ro fo n d it dei secoli . 39 A ttrav erso gli stru m en ti

126

MARCO REVELLI

della recensione critica delle opere d ire tta m e n te o in d ire ttam en te affe ren ti a tale cu ltu ra , il reperim ento agevolato dei volum i pi significa tivi e il m iglioram ento q u alitativ o e q u a n tita tiv o delled ito ria a lte rn a tiv a 40, led ito riale prom ettev a u n preciso im pegno a p orre d efin itiv a m ente la parola fine a riguardo di due vizi finora prosperanti: il D O G M A T IS M O settario e lassoluta P E R M IS S IV IT I D E O L O G IC A 41. C o n tem poraneam ente nascono D im ensione am b ien te , lorgano scientifico della N uova destra, con in teressi in cam po ecologico e biopo litico , cui si collcgano num erose sezioni ecologiche del F ro n te della G io v en t ; "l'.ow yn (tra tto dal nom e d elleroina tolkieniana), periodico di altern ativ e fem m inili im pegnato ad afferm are i valori della fem m inilit co n tro il fem m inism o ; M ach in a , periodico ro m ano di spettacolo c com unicazione; D im ensione cosm ica 42, rivista bim estrale di fantascienza c astronom ia; e, so p ra ttu tto , E le m e n ti . P rom osso d allintero nucleo fo n d ato re della co rren te politica culturale che verr ben presto d en o m in ata N uova d e s tra 43; d o ta to di u n a v e ste tipografica elegante e m oderna e d i un som m ario co m p ren d en te un am pio ventaglio di tem atich e im pegn ate 44, E le m en ti com pariva in edicola dopo u n accanita battag lia allin te rn o del M o vim ento Sociale e n o n o sta n te la du ra opposizione dell 'establishm ent del p artito . N elled i toriale si sottolineava il c a ra tte re g enerazionale d ellin iziativ a (I suoi id eato ri e fo n d a to ri, vi si legge, h an n o tu tti, fa tto in d icativ o , u n e t m edia inferiore ai tr e n tanni, e in com une un a b en precisa visio ne della vita, pur se diversi possono essere i m aestri avuti o quelli tro vati o quelli infine rifiu ta ti) 45, e, dopo u n fuggevole accenno alle m il le difficolt e polem iche , si rib ad iv a la volont, per cos d ire, d i seco larizzazione del suo gruppo pro m o to re, d eterm in a to a p ren d ere ra p i d am en te le d istan ze dallintegralism o d i taglio trad izio n alista che p u re ne aveva, p er un certo tem po, coinvolto alcuni m em bri e a procedere a una rap id a m ondan izzazio n e 46. N asce, co n tem p o ran eam en te, la ca sa ed itrice Il la b irin to , anim ata da S tenio Solinas, che nella collana La genealogia della m orale , d ire tta da M aurizio C ab o n a, in izia a pubblicare u n certo num ero di opere della N o u velle droite fra n c e se 47, con cui si v anno stringendo co n sisten ti rap p o rti. Le successive tap p e pi significative lungo quelli c h essi d e fin i scono i se n tie ri del rito rn o alla re a lt sono co stitu ite dal sem ina rio su Ipotesi e strategia di u n a N uov a d e s tra te n u to d a circa 80 m ili ta n ti nel gennaio del 1980 in u n ascetico m onastero p realp in o , com e recita la prefazione agli a tti di G en n a ro M algieri, per d iscu tere, alla luce di q u an to era avvenuto in F rancia, le ipotesi o p erativ e d i una N uova d estra ita lia n a 4S; e dal convegno C o stan ti ed evoluzioni d i un p atrim o n io cu ltu rale , organizzato tra il 12 e il 14 m arzo del 1981 a C ison di V aim arino, in provincia di T reviso, con lo b ie ttiv o d i com p orre, in u n a prim a sintesi, ferm en ti e m otivi di u n a nuova id e n tit p ro g ettu ale , e di verificare il cam m ino d i u n evoluzione orm ai dise

3. LA NUOVA DESTRA

127

g nata, tesa tra u n passalo rivinto in profo n d it c un fu tu ro illum inato p er in tu izio n i 49. F ino alla lasc pin n ie n te , in cui S irn io Solinas, nel led ito riale del num ero clic apri- la nuova s e r i e ili " l ;,Irnienti , pu o r m ai afferm are la stabile, irrc v rilib ile esistenza ili " ( i i el l u N D e/o N C [N uova C ultura] che, superato il lu m o ili il mi i n in n ilo delle fru strazio ni e delle incom prensioni, degli errori r delle ingenuit, ni prepara ad affro n tare questi anni o tta n ta con il preciso in te n to ili l e i H a i vi un ru o lo da p ro tag o n ista 50, La N uova destra si i(insider, n o e . urinai, un m ov im en to , auto nom o e relativam ente precisalo nella sua id en tit politica e culturale. E m erge cos, pu r tra le co n trad d izio n i di un percorso non sem pre rettilin e o n in te ram e n te d o cu m en ta to e docum entabile, il profilo di u n p ro g etto il cui nucleo ce n trale sem bra c o stitu ito dalla ricerca in s tre tto c o n ta tto con u n a realt che si avverte in rapida trasform azione di una so rta di te rz a v ia tra parlam entarizzazio n e e trad izio n ali smo ortodosso, tra neofascism o istitu zio n ale e p o litica n te e neofasci sm o trad izio n alista e in c ap a citan te ; di u n altern ativ a sia all integrazione neg ativ a nella dim ensione istituzionale sia alla paralisi nella fed elt pura ai principi, nel te n ta tiv o di acquisire nel q u ad ro di una ridiscussione radicale del rap p o rto tra D e stra e M o d e rn it u na p ro p ria nuova, rapida legittim azione al di fuori dei canali co n su eti e in a rid iti d ellestrem ism o di d estra consolidato. L egittim azione da co n q u istarsi, ap p u n to , attrav erso u n uso spregiudicato d ellin treccio tra stra o rd in a rie t del co n testo storico e inno v azio n e della p ro p ria p ratica politica (sul m odello dei fascism i storici), e il privilegiam ento della presenza nella societ civ ile . A u n M S I che sceglie ap ertam en te d i g estire la spaccatura sociale d eterm in a ta dai m ovim enti di c o n testa zione sul v ersa n te co nservatore giocando la carta delle m aggioranze silenziose , essi o b ie tta n o so tto lin ean d o il caratte re c o n tra d d itto rio e fallim entare del p ro g etto ai fini di una reale trasform azione politica e istituzionale del paese (lessere, per lap p u n to , quelle m aggioranze, si lenziose !), e co n tra p p o n en d o la sfera convulsa dei m ovim enti sociali com e area privilegiata d in te rv en to . N ella p ratica istitu zio n ale del p a r tito ufficiale dellestrem a d estra , denu n cian o un progressivo ritiro dal politico com e categoria dellagire um ano p er chiudersi nella spiccio la politica q u o tid ia n a 51 e, co n tem poraneam ente, un a so rta di tra d i m e n to dellanim a rivoluzionaria e in tra n sig en te (sovversivista) del Fascism o, o ste n ta n d o , quin d i, u n volto radicale e in tran sig en te, teso a ricuperare le radici, p er cos dire, a u te n tic h e del m ovim ento e a co n testarn e le deviazioni com prom issorie e, per m olti versi, leg itti m a n ti d ello rd in e repubblicano: La D estra p o litica, afferm ano pole m icam ente, sbandierava la sua opposizione al sistem a dei p a rtiti, ma d i fa tto riduceva il suo raggio d azione nellalveo delle istitu zio n i re p u b b lic an e . 52 C o n tem p o ran eam en te, per, sviluppano un a durissim a critica anche sulla D e s tra , nei co n fro n ti delle co m ponenti pi rigida

128

MARCO REVELLI

m ente fedeli ai principi e che avevano tro v ato nel T radizionalism o d im postazione evoliana uno stru m e n to p artico larm en te adeguato ad afferm are la propria totale, irriducibile alterit politica ed esistenziale e la p ropria integrale contrapposizione al m ondo m o d ern o . D i esse rifiu tan o il dogm atism o e quello che giudicano uno sterile d o ttrin a ri smo ( ... io confesso," afferm er S ten io Solinas nella sua relazione al sem inario del 1980, che di certezze ne ho poche e d i u n iv ersali an cor m eno; e trovo irrita n ti tu tti questi g esu iti della rivoluzione che v o rre b b ero indicarti la vera via e in ta n to sono l, da tr e n tanni, im m o bili a m aledire il m o n d o ); ma so p ra ttu tto co n d an n an o lim m obilism o politico e culturale, il ca ratte re di fazio sit e di anacronism o , la te n d en za a creare inutili steccati consolidando pi un sordo rifiu to che non una reale "rivolta co n tro il m ondo m o d ern o 54. S uperficialit e so p ra ttu tto fatalism o sono le critich e pi d u re mosse a q u esta com po n en te, in alcuno lasi decisam ente m aggioritaria ed egem one allin te rn o dellarea della D estra rivoluzionaria, accusata ap ertam en te di d e te rm i nism o sto ric o (la d o ttrin a delle Q u a ttro E t com e alibi) e di m istici smo contem plativo, incom patibile con un a d o ttrin a d ellazione e con una concezione volo n taristica della sto ria quali quelle p ro p o ste dalla N uova destra per forzare il p roprio rap p o rto col m ondo. L uom o d iffe re n z ia to evoliano, strap p a to allam letica altern ativ a tra via asce tica e via eroica , chiam ato a co ntam inarsi col m ondo storico, a farsi, pi genericam ente, agente p o litico di un p ro g etto reale. In co n trapposizione alla p ratica in c ap a citan te del tradizionalism o, in fatti, pu r con una sostanziale fedelt allessenziale e ai principi di fondo (critica della m o d ern it com e d ec ad en za , afferm azione dei valori di gerarchia, fedelt, o rd in e tradizionale, sacralit del politico, opzione per lo S tato organico , rifiu to delleguaglianza livellatrice e della po ten za a s tra ttiz z a n te del m e rc ato , della securitas borghese e d el lum anesim o cristiano ecc.), essi propongono un maggiore attivism o, una pi spregiudipata presa di c o n ta tto con luniverso politico e sociale circo stan te ( non ci si risolleva da u n a sco n fitta com e quella del 1945 com portandosi da schizzinosi o da m assim alisti... 55), un a m aggiore ca pacit di incidere e di cre are (qui si tr a tta di costruire, d i creare, di d a r form a, n on di co n serv are 56), m an ten en d o ferm i e, anzi, consoli d an d o i fin i e flessibilizzando e am pliando il ventaglio dei m ezzi (Si tr a tta di u tilizzare spregiudicatam en te tu tti i m ezzi in n o stro pos sesso, di sem inare nel cam po avverso panico e d isag io ... 57). U n p ro g etto , questo, che se no n rinunciava ai to n i bellicosi del g er go m ilitan te e ai m iti g uerrieri delle aree pi viru len te, in fu n zio n e evi d en tem e n te co ncorrenziale nei co n fro n ti degli altri gruppi p i ag gressivi delleresia n e r a 58, tu tta v ia doveva tro v are proprio sul piano culturale il p roprio asse p o rtan te; al p u n to d a accreditare la d en o m in a zione di N uova C u ltu ra assunto da q u esta co rren te. Il rifiu to della

3. LA NUOVA DESTRA

129

politica p o litica n te in nom e d cll'im p ig iio sul piimo della m eta-poli tic a diviene il m otivo qualificarne di questa arca

2 . 1 . A lle radici della "scelta welapulllini': i m i ,Iella I in tra , crisi della Sinistra, rottura generazionale

T re ord in i di considerazioni s em in a n o ><>-.i1111nc Ir . m in im a le di tale scelta: In p rim o luogo la consapevolezza del p rofondo vuoto i n in n ali' i n a tosi a d e s tra e dellassenza quasi assoluta di c o n trib u ti id eo lo g i i si gnificativi nel pensiero della D estra italiana del secondo dopoguerra. Se si escludono i rife rim en ti o bbligati a quel grand e ere tico del F a scismo che fu Julius E vola e al giovane ideologo A driano R om ualdi , per m olti versi suo seguace, il bagaglio culturale del neofascism o italia no in to rn o alla m et degli anni se tta n ta risultava rid o tto a b en poca cosa, oscillante com era tra u n asfittica e sta n tia cu ltu ra del ran co re e una m eccanica riproposizione dei tem i pi triti della d o ttrin a di regi me, declinati in chiave nostalgica. U n p ro g etto di rilancio e rig en era zione in chiave di critica della so ciet m oderna e d i sua radicale co n testazio n e avrebbe d o v u to passare, necessariam ente, attrav erso la ri fon d azione di u n app arato teorico adeguato ad aggregare pi vasti set to ri in te lle ttu a li e a m o b ilita re nuove energie creative; ap p arato da ridisegnare secondo una geografia storica e ideologica p er m olti versi in ed ita. D i qui il ca ratte re di crucialit assunto dal te rren o della poli tica cu ltu rale e i co n n o tati acqu isitiv i potrem m o d ire o n n iv o ri d ellop era di rifo n d azio n e, tesa a d ilatare i confini del p ro p rio am b i to d i riferim en to b en o ltre i tradizionali lim iti del pensiero reazionario e a sussum ersi au to ri e tem atich e anche assai lo n tan i q u an d o non ad d i rittu ra co n tra p p o sti allesperienza storica cui esplicitam ente la N uova d estra si r if 60. N il cam po dei rife rim en ti si lim ita alla sola saggistica stre tta m e n te politica, sfo n d an d o n e spesso, consapevolm ente, la linea di d em arcazione nei co n fro n ti della n arrativ a e della le tte ra tu ra d i co stum e considerata, anzi, com e la form a ideale di com unicazione d i un pensiero che te n d e a sfuggire la razionalizzazione co n cettu ale e che preferisce m uovere e tra d u rsi p er im m agini, attrav erso fondazioni co n crete d i v alo ri 61. E , d altra p arte, li conduceva in q u esta d irezione anche u n a tte n ta e lucida analisi della p ratica della S inistra, la cui capa cit d i p rese n za a livello di costum e e di o rien tam e n to sul piano dei valori e delle m e n talit era a ttrib u ita al solido apparato culturale che le aveva perm esso d i offrire in ogni circostanza il p ro p rio p u n to di v i s ta e la p ropria chiave in te rp re ta tiv a sullin te ro ventaglio dei problem i sociali ed esistenziali p resen ti a livello di massa. N e concludevano che solo u n a forza capace di operare in ogni cam po del vivere um ano, p ro p o n en d o soluzioni filtra te dalla p ropria concezione del m ondo, pu

130

M ARCO REVELLI

aspirare a raggiungere il p o te re e, attrav erso questo, a trasfo rm are la societ 62, offren d o , nel contem po di u na tale organica visione del m o n d o , anche i prim i, generalissim i tra tti: Il fin e in positivo uno solo, scrive a q uesto p roposito G en n a ro M algieri nella sua in tro d u z io ne a P roviam ola nuova, la d iffusion e di u n a rigorosa, organica, com plessiva W eltanschauung, una vision e d e l m on do che si estrin sech i al tem po stesso com e stile d i vita e atteggiam ento spirituale di u n tip o um a no d iffe ren ziato , che n on vuole essere m assa e n eppure m onade preda della corruzione, della N ecessit e del Caso, m a partecip e di un a com u n it (la G em einschaft di T nnies) nella quale un gruppo um ano v iv en te in com une, consapevole di avere u n a stessa origine, degli stessi se n ti m enti e di n u trire le m edesim e aspirazioni, d ifen d e la p ro p ria eredit spirituale per tram an d arla ai p o ste ri . 63 M e n tre M arco T archi, sulla stessa deriva, provveder a precisarne, con m aggiore sforzo analitico, gli elem enti c o stitu tiv i indicati, appu n to , nellassunzione della com u n it organ ica tnniesiana in contrap p o sizio n e alla m eccanicit della societ capitalistica, q u a n tita tiv a e spersonalizzata, in tellettu alistica e a s tra ttiz z a n te 64; nel conseguente rifiu to del m ercato e dello spirito m ercantile, u tilita ristic o e m aterialistico, in nom e d i una superiore v i sione spirituale della v ita 65; nel m ito della riscoperta delle rad ic i , con la conseguente concezione organicistica di un m ondo fo n d ato su un preciso o rd in e gerarchico e funzionale tra id e n tit d iffe re n ti per genesi e sv ilu p p o 66; e, infine, nella ripulsa del m ito eg u alitario , n u cleo fo n d an te e radice e tic a deHin te ra c o stru z io n e 67. In secondo luogo li o rien tav a verso il p rim ato della scelta culturale o, se si preferisce m etap o litica , il giudizio m atu rato allin te rn o di questo filone dellestrem ism o di d estra italiano sullo sta to d i crisi e di dissolu zion e laten te del paradigm a eg u alitario e, pi in particolare, della cultura d i sinistra, alla cui analisi la N u o v a d estra fa tto rela ti vam en te in e d ito nella storia delle cultu re politiche, so litam en te concen tra te su se stesse e d ecisam ente eg o cen trich e dedica am plissim o spazio, fin quasi a te n ta re u n a p ro p ria id en tificazio n e p er d iffe re n z a : Q uella che fino alla p rim a m e t degli an n i s e tta n ta era in d icata com e la cu ltu ra v in c e n te , nel duplice segno m arx ista e liberaldem ocratico, oggi m iserabilm ente alle co rd e , 68 si proclam a con com piacim ento, precisando, nel contem po, che ci non significa che non p i egem o n e , anzi, si aggiunge, lo forse pi d i allora dal m om ento che ha consolidato la p ropria forza sulla p o v ert d i un a p ro p o sta cu ltu rale di segno co n tra rio 69 q u an to p iu tto sto che risu lta d e s titu ita d i fo n d a m en ti di verit. Lo s ta tu to ep istem ico , cio, o, se si preferisce, il n u cleo essenziale della W eltanschauung d i sin istra , n o n si tro v ereb b e pi in consonanza col corso del m o n d o n con le recen ti acquisizioni delle pi m oderne scienze delluom o e della v ita , le quali, pu re, ave vano svolto u n ruolo d i prim o piano nella d iffusione del m ito eguali ta rio e progressista. P i che sul fallim ento delle esperienze sto rich e le

3. LA NUOVA DESTRA

131

g ate alluniverso di valori drllu " smisi i n com e potenza p o litica (pro gressiva delegittim azione clin i c om ologazione tirile socialdem ocrazie; im p roponibilit e indifendibiliirt del "sin iulismo leale"), d u n q u e sulla d issoluzione d ellim pianto critico della inistra to m e "p o ten za cu ltu ra le e, p er ce rti versi, m orule I' Li N uova ilesini pone l'accento. Si so ttolinea l in d u b b ia crisi dcH '"idea di p io g i r s s o " , d iiIu sa tan to all'in tern o del m ondo intcllcl m ale inalilo a livello di massa di h o u le alla d isp eran te im m agine del diffondersi di una "le c n iia dello siri m inio" che ten d e ad associare sem pre pi lidea dello sviluppo tei n o lo ^ n o im i quella della fine dellum anit anzich della sua em ancipazione"; si l i chiam a la sem pre pi estesa crisi della rag io n e e la messa in discus sione dei grandi paradigm i f o r ti e c e n tra ti che avevano segnalo il trio n fo di quella intellettu alizzazio n e del m o n d o cui, d a sem pre, la D estra estrem a era an d a ta co n trap p o n en d o il p roprio m odello di sape re co n c reto , q u a lita tiv o e d iffe ren ziato . Si fa leva sul crescente fa scino di una cu ltu ra dellin e ffab ile tesa ad assorbire nel m ito e nel sim bolo le dom an de d i senso no n pi so d d isfatte sul te rren o d isin c a n ta to del realism o critico ; per giungere, ancora, sem pre su questa d eriva, a insistere sulla pi recen te prevalenza di u n pensiero n eg ati v o orm ai ap e rtam e n te avviato no n solo ad accettare, m a ad accelerare la dissoluzione della d ia lettic a hegelo-m arxiana (ultim o residuo di sintesi tra soggetto e m o n d o ), e sulla crescente diffico lt a rico n d u rre le d inam iche contem p o ran ee allo p era tiv it di soggetti sociali rad ica ti nel te rren o stru ttu ra le e q u alifica ti dalla collocazione allin te rn o dei rap p o rti di p ro duzione (latenza storica ed epistem ologica del co n c e tto di classe operaia, in una fase di radicale ristru ttu ra z io n e e astrattizzazio n e capitalistica). N m anca, ovviam ente, la considerazione d ellin d u b b ia crisi della d em ocrazia , e delle ev id en ti diffico lt d i essa a selezionare classi politiche le g ittim ate e adeguate alle sp ietate sfide co n tem poranee, declinata sul v ersan te della risacralizzazione della p o litica e della do m an d a di a u to rit . La stessa dilagante te n d en za allec lettism o a sin istra ; la recen te m oltiplicazione degli inn esti culturali e delle risco p e rte di filoni di pensiero trad izio n a lm e n te estran ei o com unque assai lo n tan i dal pen sie ro politico progressista , in u n a parola, la p en e trab ilit cu ltu rale della sinistra, le tta , a d e stra , com e u n significativo in d icato re della crisi in atto : T o lk ie n , scrive a questo proposito S tenio Solinas, u n classico com e d im ostrazione delle capacit di p en etrazio n e in altri am bienti, in altri m ondi. C os com e le nuove scienze il caso d elle to logia il pi tipico d im ostrano la perm eabilit d i u n am b ien te in crisi da qu an d o n on riesce pi a coniugare il plusvalore con la societ dei co n su m i... 70 D i qui traev an o conferm a della giustezza di quellip o tesi di critica delle idee della sinistra e dei m etod i della d e stra 71 che aveva p o rta to a fo n d are il nuovo p ro g etto politico p ro p rio s u f te n ta ti vo di organizzare u n co n tro p o tere culturale da opp o rre finalisticam ente

132

M ARCO R EV EL U

alla cu ltu ra oggi d o m in a n te 72 e di afferm arlo com e risposta globale allin te rn o di una societ avversaria e m alata u n p ro g etto , q u esto, di cui M arco T arch i p rovveder nella p arte relativa al passaggio D a l la m etapolitica a l p o litic o della sua relazione al sem inario del 1980 a form ulare in term in i quasi sta tu ta ri" la definizione, precisandone, nel contem po, lo spessore d ire tta m e n te politico: La N uova d e s tra , affer m a in fa tti, propone, in sintesi, una graduale azione di rico n q u ista del consenso finalizzata allerosione d ellegem onia del fro n te m aterialista ed egalitarista sulla cultura e sul costum e co ntem poranei, e al suo supe ram ento. E il m om ento aggiungo del raccoglim ento su se stessi, della rim ed itazio n e del bagaglio culturale, ideologico, politico della D e stra classica, della ridefinizione dei co n ten u ti, della fondazione d i una com u n it in grado di rendersi, col tem po, S tato in p o te n z a . 74 A d esso, solo in u n secondo tem po, nellam b ito d i u n m odulo a pi sta d i , e solo se un casuale aggregato di forze si trasfo rm er in m o v im e n to " 75, d ovreb b e succedere u n azione im m ed iatam en te politica, d ire tta alla conquista del po tere e alla messa a fru tto d ellestesa leg ittim azio n e di tesi e idee che d u e secoli di oscurantism o egalitario h an n o invano cer cato di cancellare" 7 . In terzo luogo lanalisi delle nuove culture giovanili . E in fa tti so p ra ttu tto la considerazione della vera e pro p ria fra ttu ra generazionale consum atasi e n tro il ciclo sociale che va dal 68 alla seconda m et degli anni se tta n ta a conferm are la N uova d estra nella sua scelta m e tap o liti ca e a segnalarle la p rio rit d ellin te rv e n to sul te rren o del costum e e delle m e n talit risp e tto a quello sem plicem ente politico-istituzionale. Si giunger, anzi, a parlare di una vera e p ro p ria nuova antropologia cul tu ra le 77, a sottolineare la p ro fo n d it e la radicalit della trasfo rm azio ne nellatteggiam ento delle nuove generazioni (quelle che potrem m o defin ire po striv o lu zio n arie , per essere, p er cos d ire, passate a ttra v erso le speranze e le delusioni b ru cia n ti d i una fase storica d i m obi litazione to ta le a tu tti i livelli della com pagine sociale) nei co n fro n ti della politica e dellesistenza. A quel ciclo g enerazionale ap erto si tra la fine degli anni cin q u an ta e l inizio degli anni se tta n ta ap p arten ev an o le m asse giovanili che, dopo aver te n ta to d i forzare, o ltre i lim iti is titu zionali delle societ occidentali, i valori fo n d a n ti d i eguaglianza so stan ziale e di dem ocrazia rea le in n estan d o li in un im m aginario u to p ic o radicalizzato e integ ralm en te co n trap p o sto allo sta to d i cose p re se n te , avevano poi vissuto in form a lacerante la dissoluzione di quel p ro g etto e il conseguente riflusso della m obilitazione che laveva so stenuto, ripiegando su u n a in c erta cu ltu ra della tte s a q u an d o non del rim o rso , unificata, com unque, d a u n a dissolvente critica della p o litica . A llo stesso am b ito generazionale ap p arten ev an o , d altra p a r te, anche i p ro tag o n isti della neiv toave neofascista, p ro d o tto ed espressione, essi stessi, di quel m u ta m e n to n atu rale del tipo um ano d i riferim ento d ella m b ien te che p e rm e tte loro d i proclam are, ap p u n to , la

3. LA NUOVA DESTRA

133

N uova destra, com e aspetto di ima nuova antropologia delle giovani generazioni italiane, com e spaccato particolare di unu situazione ge n erale 78. O ra, si dom andavano gli B O M M d i qU M tl "giovane D e stra (emuli, per m olti versi, delle eo m p o n rn ii " \ii)iyk<ni\cr\'tiliven tedesche degli anni venti), il v uoto di pro p ello ed rllen/lle apertosi a sinistra tra i vapori del riflusso e la disponihiiltl iiiiovu, r in rig rn tc Milla d e stra, a rid efin ire una proposta culturale ili crilieii rad u a le della societ contem poranea, s tru ttu ra la in torm a di Wrltunw/uiuHHH untugonr.i n a, non avrebbero p o tu to incrociarsi in m odo fecondo, daiulo vita a una nuova, d iro m p e n te o n d ata di m obilitazione generazionale"? 1 nuclei pi tenaci della p reced en te o n d ata di rivolta (riten u ta solo accidental m e n te di sin istra )79, te m p rati nella ca ta rsi della cad u ta delle sp eran ze rivoluzionarie; le giovanissim e generazioni em erse sulla scena sociale dopo la consum azione della parabola discen d en te del ciclo di m o b ilita zione sessantottesco; e la generazione degli anni c in q u a n ta d ellarea estrem a della D estra, em ancipata dai m iti in c ap acitan ti e dalla p ara lizzante identificazio n e con gli sc o n fitti del 45, che laveva esclusa da ogni p reced en te esperienza di m assa, n on finivano per configurare in e d ite costellazioni culturali ed esistenziali? e n on avreb b ero p o tu to co n fluire p er d a r v ita a nuove com binazioni conflittuali, sul m odello della k o m erva tive R e v o lu tio n tedesca, o com unque degli in fin iti m ovim en ti m itteleu ro p ei dei prim i decenni del secolo, eversiv i nei m etodi e nelle form e di espressione e in tra n sig en tem e n te re sta u ra to ri dei valo ri tradizionali nei c o n te n u ti...? P ure, il 68 qualcosa signific, m olte speranze sollev, alcuni p ro cessi d istru ttiv i in n esc , si legge in M acondo e P .3 8 , un p am ph let su perficiale e giornalistico e tu ttav ia , per m olti versi, significativo d i co m e la N uova d e s tra ha p osto so tto osservazione luniverso giovani le che le era sta to estraneo e co n tra p p o sto e ne ha analizzato la d isfa t ta. F ra ta n ti cascam i le tte ra ri e non, tra ta n ti m oduli sco n tati e dj vus, p ro sp ett rea lt nuove, a livello di rap p o rti um ani, e politici, e so ciali , 80 co n tin u a lestensore; e dopo essersi dom an d ato cosa facciano i v en ten n i d oggi, [...] quali p ro sp ettiv e inseguano, quali sogni, o in cu bi, ne tu rb in o le n o tti , conclude, abbozzando i tr a tti d i un a societ desertificata: Il panoram a tristissim o, desolante. D ove sono fin iti i grandi sogni p urificatori? D ove gli entusiasm i per la C ina, per il Che, per le rosse bandiere? T u tto ap p ia ttito , tu tto conform istico, u n n u o vo o rd in e in a tto , ed u n o rd in e grigio, burocratico , com prom issorio che non vuole sc atti d ingegno n scoppi d allegria. Il p a r t i t o l a sezio ne, i com pagni, la com une, la vita altern ativ a, tu tto si sgretolato, pi n ien te rim ane in piedi se non qualche pezzo fra n tu m a to di un a gioven t che n on sa pi essere ta le ... 8 1 C h e cosa succeder d o p o ? E il g rande q uesito del dopom aggio, aggiunge, sul v ersan te francese, A lain D e B enoist, il m atre penser d el

134

M ARCO REVELLI

la N ou velle dro ite, indicando le opposte p o ten zialit di sviluppo della generazione ribelle del 6 8 , d efin ito , d altra p arte, pi un p ro d o tto che non una reazione co n tro lo spirito del te m p o 82, e lasciando ap er to uno spiraglio alla possibilit di recupero a d estra d i alcune sue com ponenti: Io, dal canto m io , risponde in fa tti, penso che un certo ex traparlam entarism o di sinistra pu ancora evolvere in m odo che rich ia ma, con le d e b ite differenze, il rom anticism o (e, p er restar pi vicini a noi, la riv o lta espressionista). P enso che in fu tu ro assisterem o a una separazione sem pre pi accentuata fra coloro che, a forza d i parlare della v ita , co m p renderanno di non p o te r fare a m eno di un a riflessione sulla q ualit dei viven ti, e quelli in cui la passione egualitaria sar pi forte, quelli che fin iran n o coUam m ettere che il trio n fo di u n idea passa attrav erso la conquista della poten za necessaria a farla trio n fare e quelli in cui p revarr lo rro re di ogni po tere; coloro che consacreranno il p ri m ato di una concezione estetica della v ita e quelli che consacreranno il p rim ato della m orale ; quelli che d ifen d eran n o realt viventi (la causa dei popoli) e coloro che si b a tte ra n n o in nom e di e n tit a s tra tte (la i 11 im i d e l popolo); coloro che cercheran n o d i ren d ere di nuovo luom o padrone della sua storia e quelli che p referiran n o ferm are la sto ria per tcmn c h cssii produca sem pre degli schiavi . 83 U na sorta di scissione culturale" inevitabile, quasi che le due co stan ti p o larit im m an en ti alla storia del pensiero politico la dim ensione realistica e quella utopicu" siano d estin a te a spezzare la generazione del S essa n to tto fino a co n tra p p o rn e u n anim a (pragm atica) allaltra (etica) in u n co n flit to che, ancora una volta, finirebbe per richiam are per analogia il con vulso clim a spirituale degli anni v e n ti... Q uali che siano, com unque, le sfu m atu re nellanalisi della rivolu zione p e rd u ta degli ultim i anni sessanta, certo che di quella espe rienza la N uova destra, nel pro p rio processo di m u tazio n e , ha fatto am piam ente tesoro, e che p roprio negli spazi cu ltu rali ap erti d alli brid a m iscela di aspirazioni fru stra te al m u tam en to to tale e di su b o rd i nazione fo rzata alla po ten za in e rte d ellesisten te (miscela sulla cui esplosivit arrischia la p ropria scommessa), essa m ostra d i cogliere il sintom o e il segnale di una d isp o n ib ilit in ed ita del sociale a u na p ro p ria p en etrazio n e; uno stim olo a porsi com e istitu zio n e a lte rn a ti va, fuo ri della societ p o litica, in a rid ita dalla orm ai lunga m ancanza di linfa vitale e d estin a ta a crollare, e [p ro n ta a] incunearsi nelle fib re della societ civile, o scuram ente bisognosa d i cu ra 84. D opo circa un q u ara n ten n io di isolam ento sociale, l estrem a d estra, pu, cio, to rn are a im m ergersi nella societ civile speran d o n e ( p rem atu ro giudicare con quale fondam ento), u n a qualche legittim azione; certo con la consa pevolezza della dissoluzione dei tradizio n ali fa tto ri d i penalizzazione au to m atica dei suoi fo n d am en ti ideologici (m em oria del secondo con flitto m ondiale, o p era tiv it m onopolistica delle subculture catto lica e socialista, credibilit delle lites politich e antifasciste ecc.) e della ere-

3. LA NUOVA DESTRA

135

scente circolazione, lungo i >.iniili drlla co m u n ica /lo n r sociale, di co n te n u ti e valori a essa consonimi i

2.2. I l gramscisnjo d i ilesini" e hi un/ieih i ilelhi "toi'lfl civile" Si profila linquietanti- fornuilii del "giiim>n hm o ili d rs tta " ; d i r al tro n on , in fondo con ev id en te nem pllflcflxlont Impovi i m iento del pensiero gram sciano che la rip ro p o si/io n e di un p ro g riio di eve m onia culturale e sociale prim a d i r politica, ni lei inalo, app u n to , m u ir p recondizione di u n a successiva in iziativa di approccio al p u tr ir stallia l e 85. M u tu a n d o , in fa tti, dal linguaggio di G ram sci la d istin zio n e tra societ p o litica e societ civile (ma perch, allora, non lim itarsi alla d icotom ia m aurrasiana tra paese legale e paese reale , certo pi af fine ideologicam ente?) essi afferm ano (in polem ica conseguente ta n to con la com p o n en te istitu z io n ale dellarea neofascista, in co rp o rata in tegralm ente alla societ politica , q u an to con quella trad izio n a lista , in te g ralista e con le frange te rro riste e squadriste, rigorosam ente e stra n ee e co n tra p p o ste , tu tte , alla societ civile) lim p raticab ilit di qualsiasi p ro g etto strategico che non si sia assicurato, p rev en tiv am en te, u n am pia base di assenso e di id entificazione nella societ (intesa qui, pi che com e il luogo dei rap p o rti di p o te re di fa tto o, tan to m en o , dei rap p o rti di p ro d u zio n e , sem plicem ente com e lam bito di fo rm a zione delle m e n ta lit , delle cre d en ze , delle visioni del m o n d o , com e am ano definirle). U na svolta, questa, senza d u b b io significativa, tesa a rom pere con lin te ra trad izio n e del neofascism o nel dopoguerra (esso fu, sem pre, o eletto ralisticam en te istituzionale, o rigorosam ente elitario, gruppuscolare, pi o m eno esplicitam ente co m p lo ttista e clan d estin o , mai com unque d o ta to di aspirazioni ap ertam en te egem oni ch e) e a rito rn are, p iu tto sto , allo spirito del prim o Fascism o del Fascism o m o v im en to , p er usare lorm ai abusata espressione d i R enzo D e F e lic e 86. Se ne tro v a un prim o, ancora generico accenno, nella rela zione di S tenio Solinas al sem inario del 1980: Si d ir , vi si legge, [che] il dom inio culturale che conta, e G ram sci lo teorizz assai b e ne [...] G ram scism o di d e s tra , allora, se ci si in te n d e sul significato dei term in i, vale a d ire conquista della societ civile e solo dopo di quella p o litica . 87 Poi, nella relazione di M arco T archi, nella stessa oc casione, il co n cetto ripreso e sviluppato: Si tr a tta , egli precisa, in p ratica, di una rile ttu ra della m etodologia gram sciana d i co n d izio n a m ento e form azione della m en talit, te n d e n te alla co stitu zio n e d i un a egem onia culturale, prem essa alla conquista di uno stabile p o tere p o liti c o . E pi o ltre aggiunge: Q u in d i nessun interesse pu dirsi estran eo a q uesta strateg ia gram sciana : il tem po libero e le espressioni di cu ltu ra popolare, i mass m edia e leducazione, la sessualit e la psicologia, la politica in senso s tre tto e lo sport, il cinem a e la m usica e via via i

136

MARCO

REVELLI

mille rivoli delle a ttiv it u m a n e 88, precisando, tu ttav ia , clic tale stra tegia n on rap p resen tereb b e, in realt, alcuna ro ttu r a con le radici pi au ten tich e del radicalism o di d estra , avendo gi, in Italia, E vola e R o m ualdi p osto le basi p er una concezione m etap o litica 89. T archi rito rn er ancora sul gram scism o di d e stra nella sua rela zione al C onvegno di C ison di V aim arino nel 1 9 8 1 90, so tto lin ean d o il rap p o rto s tre tto tra tale form ula e la scelta m etap o litica della N uova d estra e sostenendo la necessit per darle o p era tiv it effettiv a di individuare e defin ire il tipo u m a n o (in senso jiingeriano) di riferi m ento, e i va lo ri , le m en talit, i con ten u ti altern ativ i al m odello socia le d o m in a n te in rap p o rto ai quali o rien tare lopera di fondazione. D ove ev id en te , anche al pi superficiale le tto re d i G ram sci, la n e tta to rsio ne in senso spiritualistico del m essaggio gram sciano, disin carn ato , cos, da ogni referen te sociale e stru ttu ra le. M a quel che pi co n ta, ai fini del nostro discorso, che in con fo rm it con q u esta scelta d i p re senza m assiccia a livello del costu m e e col p ro g etto d i conquista d elle gem onia a irin te rn o della societ civile, questa co m ponente d ellestrem a d estra pone in essere un m assiccio processo d i m im esi linguistica e p ro gram m atica , liberandosi rapidam ente dei residui gergali del vecchio les sico politico (il gergo del g h e tto ) e facendo pro p ri, nella form a, gran p arte dei tem i e delle p roblem atiche dei m ovim enti giovanili em erg en ti, pu r in una sostanziale co n tin u it di fondo con i principi isp irato ri della tradizionale fam iglia ideologica . Cos, si teorizza esplicitam ente 1abb an d o n o del D E S T R E S E , te rm in e u tile per in q u ad rare laccozza glia di espressioni reto rich e e linsiem e di luoghi com uni linguistici con cui spesso si p arlato e sc ritto a d es tra negli u ltim i 30 a n n i 91, e si vara u n program m a di ricostruzione linguistica che, assum endo il p rin cipio form ulato da Je an P ierre Faye nel suo Langages to ta lita iresn , se condo cui la lingua p roduce sto ria allo sta to n ascen te , p e rm e tta di fo n d are una nuova id e n tit co m u n itaria antagonistica (socializzazione delle spengleriane idee senza paro le e passaggio d ellin d icib ile nel patrim o n io del gi p o ssed u to ) e, nel co n tem po, di resistere allo sradicam ento e allom ologazione dei linguaggi fungibili d ellin fo rm a tica. C os, ancora, si scopre la crucialit dell 'ironia com e linguaggio d ellaltro v e , m ediu m tra corposit del reale e forza a-logica del tra scendim ento utopico, coniugati nella d im ensione d ionisiaca del gioco e del rito (P er u n m ovim ento rivoluzionario che vuole prim a d i tu tto creare fe sta cio luoghi e tem pi d iffe ren ti, segnati ritu a lm en te i linguaggi d ellironia sono le pi vive e credibili espressioni d ellu to p ia a n tic ip a ta ) 93; d e llentusiasm o com e p ro g etto trasfig u ran te teso alla fo ndazione del nu o v o e alla testim o n ian za d i una visione del m on do basata sulla trascendenza a ttiv a capace d i strap p are a u n esausta sinistra il m onopolio del p rincipio-sp eran za 9''; dell 'autenticit, ri co n d o tta d ire tta m e n te al m ito della g iovinezza intesa, in q u esto co n testo , n o n ta n to nellaccezione paleofascista del vitalism o biologico e

3. LA NUOVA DESTRA

137

sp o rtiv o q u an to con ev id en te derivazione dalla benjam iniana M e tafisica della giovent com e "m odo ili vivere ap erto ni nuovo, rifiu to della chiusura m entale, accettazione dcH'umumi av v e n tu ra A t\\'ela sticit m entale, aperta a prevedere l'im i/in n r .Irli., .tt.i.iidinario nella vita di tu tti i gio rn i % e ad assum ere il "disagio" esistenziale e c u ltu ra le, il d u b b io , la politica dei fram m en ti" m in e lu tim i positivi di stim o lo e di conferm a della "seriet d e ll'in te n to "; In sostanza, di tu tti quei fa tto ri com portam en tali ed espressivi che erano venuti caratterizzan d o in senso fo rte soggettivit e cultura dei m ovim enti giovanili di rivolta dei ta rd i anni se tta n ta . D ei quali, d altra p arte, la N uova d estra m ostra di voler assum ere (form alm ente) anche le principali issues politiche, d al la cultura della d iffe re n z a (declinata per in chiave ap ertam en te o r ganicistica e gerarchica) al rifiu to dei blocchi e al terzom ondism o (in q u ad rati per in u n pro g etto fo n d ato sul m ito d u n E u ro p a grande p o ten za alla guida dellin te ra area dei non allineati), d allanticapitalism o (rid o tto tu tta v ia al rifiu to della so c i t marchande" e d ellu tilitarism o liberale in nom e dei valori d o n o re e fedelt pre-borghesi) allecologi sm o... U n quadro, q uesto, che rom pe ap ertam en te con lin te ro p a tri m onio antropologico-culturale (per usare lespressione di T archi) del neofascism o italiano (le differen ze lessicali e com po rtam en tali dal quale sono evidenti) e che vede lin nesto del vecchio (e mai, com e vedrem o, innovato) nucleo d o ttrin a le e ideologico , allin te rn o d i form e di espressione e di com unicazione ta n to in e d ite da d ar luogo a un v ero e p ro p rio p ro g etto in n o v a tiv o di radicam ento e di pratica sociale d el lestrem a d estra e da segnare, senza d u b b io , le coord in ate di una svolta. Svolta che esprim e, lo si visto, q u an to m en o sul piano fenom enico, gli e ffe tti di u n a vera e p ropria ro ttu ra generazionale , ta n to p ro fo n da, ap p u n to , da far parlare a d d irittu ra di una nuova an tro p o lo g ia , m a che sarebbe incom prensibile nella sua p o rta ta e nelle sue radici rea li, se non ricollegata a due significativi riferim en ti generali: la m odifica zione di s tr u ttu r a del sistem a politico italiano nel corso degli anni se tta n ta e, in p articolare, nella seconda m et di essi (il segno, cio, as su n to dalla crisi allin te rn o del m odello politico italiano) e, su un p ia no diverso, gli e ffe tti del d iffe ren te clim a culturale a d e s tra p ro d o tto d allelaborazione della N o u velle d ro ite francese. E sam iniam oli sep aratam en te.

3. IL CONTESTO NAZIONALE. OVVERO: IL GRAMSCISMO DI DESTRA COME


REAZIONE ALLA FALLITA RIVOLUZIONE PARLAMENTARE DEI TARDI ANNI SETTANTA

Le rassicuranti certezze del tradizionalism o evoliano avevano co sti tu ito , in fondo, per quelle com ponenti del neofascism o italiano che si

138

MARCO REVELLI

volevano pi fedeli allessenza del fascism o , la principale b arriera p ro te ttiv a co n tro il senso della storia-, la pi efficace, se non lunica, garanzia del perm anere della p ro p ria iden tit politica co n tro le p otenze disgreganti di una fase storica (il secondo dopoguerra) di sc o n fitta e di c a d u ta . O ra , labbandono esplicito d i esse, verso la m et del d ecen nio, p roprio da parte dellala pi radicale del M S I, e la conseguente scelta di porsi in m ovim ento , di coinvolgersi con le ro v in e , per co s dire, per praticare vie nuove, non po tev a non assum ere il ca ratte re di u n vero salto di qualit; di una vera e p ro p ria svolta storica di n o te vole rilievo. Cos com e, d altra p arte, appare ev id en te il ca ratte re di svolta assunto dalla scelta, m a tu rata p ro p rio in quegli anni nellam bito di quei se tto ri del neofascism o fino ad allora pi p esan tem en te coinvol ti con i te n tativ i golpisti e con le p ratich e terro ristich e con su m ate al lom bra degli apparali separati dello S tato , d i au to criticare il proprio passato (su b a lte rn it , com prom issioni , stru m en talizzazio n i del potere) e di rad icaliz/are (secondo gli itin erari d escritti nel p reced en te capitolo) la p ropria azione, d apprim a con lattacco fro n tale co n tro lo S tato , poi con gli esiti nichilisti dello spontaneism o arm ato che si sono visti. N pu sfuggire la sim m etria con i processi di ro ttu ra e di dissolu zione-trasform azione che ancora u na volta alla m et degli an n i se t ta n ta si m anifestano nellarea d ellestrem a sinistra. D ifficile , allora, so ttrarsi al fascino di ipotesi che ricerchino alle origini di dinam iche per m olti versi cos diverse tra loro, m a co n te stuali e sim m etriche cause, o, per lo m eno, con testi com uni; variabili per cos d ire en d o g en e risp e tto alla vicenda dei singoli m ovim enti, capaci di spiegarne, quan to m en o , la co n tem p o ran eit delle innovazioni. A p artire , ovviam ente, dalla variabile per n a tu ra pi g enerale e com prensiva dei relativi so ttosistem i coinvolti: il sistem a p o litic o , per lap p u n to , e le sue trasform azioni di s tr u ttu r a . In questa d irezio n e sem b rereb b e allora utile a puro scopo sp erim en tale e con ca ratte re di m era ipotesi form ulare un sia pu r schem atico e provvisorio m odel lo in te rp re ta tiv o della pi recen te vicenda italiana, in c en trato , so p rat tu tto , sulla cesu ra della m et degli anni se tta n ta; un m odello c e rta m ente parziale e soggettivo, m a tu tta v ia su fficien tem en te artico lato e, so p ra ttu tto , com prensivo del rap p o rto tra S tato e societ civile d a p o te r p e rm e tte re di verificare su di esso il senso e le origini della m e ta m orfosi neofascista. E q uesta la linea scelta nel p resen te paragrafo. A ssum endo la d efinizione (per m olti versi anom ala) della riv o lu zio n e com e ro ttu ra della norm ale e arm onica divisione del la v o ro tra i d iffe re n ti livelli funzionali che articolano il sistem a politico ( so ciet civile , societ p o litica e istitu z io n i) in seguito alla p recip i ta zio n e , p er cos dire, dellin te ro p o ten zia le d attrazione delle energie del sistem a in u n p u n to solo (una fra ttu ra fo n d am en tale) e allassun zione, da p a rte di u n solo livello, di dim en sio n i to ta liz za n ti e assorben t i 97, potrem m o concludere, paradossalm ente, che, q u an to m en o a p a rti

3. LA NUOVA DESTRA

139

re dal 1975-76, lItalia lia > mi |>i<>|>ri<> , silenzioso, processo ri v o luzionario ; processo d ie , dopo avei raggiunto il suo apice in to rn o al 1977, si concluso con mi sosian/iale h IIiiik-ii Ii < in torno al 1980, lasciandosi per alle spalle una traili pollticii p io lo n d a m c n te m u ta ta 98. In quel periodo, in fa tti, il livello della "uiririri politica" - nella sua accezione ristre tta al sistem a ilei pai liti" loie ad assolili zzare il proprio ruolo e ad assum ere una posizione ......mula, piem ineiiie e pei vasiva risp etto ta n to alla sleia dei ni/i/inrti wn i,ih q u an to a quella delle istitu zion i statuali, proponendosi anzich to m e "a le n a" di co n fro n to e m ediazione tra d om ande c o n tra sta n ti em ergenti dalla "societ civile" com e unica area decisionale, e p rete n d en d o di po rre i propri "codici fu n zionali com e fo n d am en to e regola alla to ta lit d elluniverso socia le. Sono gli anni d ellu n it n azionale nelle sue form e pi o m eno p u re qu an d o a u n o n d ata im petuosa ed estesa di dom an d e sociali di partecipazione dem ocratica che giungeva a sfidarne, in p arte, la legit tim azione, il sistem a politico rispose rinchiudendosi in un blocco unico di m aggioranza superiore al 9 0 % , che rischiava di travolgere non solo la fondam entale distin zio n e tra gov ern o e opposizione , m a la stes sa separazione tra p o te re legislativo e potere' esecutivo e tra q u esto e il sistem a dei p a r titi . F allito il passaggio a un m odello superiore di dem ocrazia (lo stadio, ap p u n to , della dem ocrazia p arte cip a tiv a , per usare la classificazione di M acpherson) " , la societ p o litica italiana te n tav a , in fa tti, per sopravvivere com e g arante dello rd in e sociale , la p ro pria rivoluzione p arla m en tare , ricercando nellu n it (e nellu n i form azione) del pro p rio sistem a dei p a rtiti la fo n te di u n a u to rit e di una legittim azione che forse solo u n vero e p rop rio p ro g etto o rg an i co d i riform a sociale sacrificato invece alle esigenze d i schieram en- \ to avrebbe p o tu to p ro d u rre e, so p ra ttu tto , sp ostando fin d e n tro la societ civile il confine della pro p ria o p erativ it, nel te n ta tiv o di sussum erne e d eterm in a rn e le m ultiform i espressioni. In quella fase possibile osservarlo ora, a quasi u n quin q u en n io dalla sua consum a zione il sistem a politico venne a coincidere e a d ip en d ere da u n d u plice p a tto , sociale e p o litic o , il prim o dei quali (il p atto sociale , in ultim a istanza fo n d a n te e q uindi p rio ritario risp etto al secondo) sanzionava lim pegno delle organizzazioni sindacali e im p ren d ito riali a n eu tra liz za re la fra ttu ra capitale/lavoro attrav erso lassunzione sta tu ta ria delle risp ettiv e co m p atib ilit 1 0 ; e il secondo, il p a tto p o liti c o , im plicava lim pegno degli op p o sti schieram enti p arlam en tari a deradicalizzare la fra ttu ra d e stra /sin istra e a gestire consensual m ente il livello istitu z io n ale , ridu cen d o al m inim o lo sc arto tra si stem a dei p a r titi e S ta to . Spingevano in q uesta direzione, da una p arte il ca ratte re d iro m p en te del co n flitto sociale, radicale al p u n to da m e tte re seriam ente in d i scussione la stessa capacit di in te g razio n e della societ c iv ile 101; d al laltra la stru ttu ra le incapacit dello S tato ap p a rato a preservare quel

140

MARCO REVELLI

ruolo di a m m in istra zio n e 102 che, solo, avrebbe perm esso allelevata co n flittu alit di dispiegarsi senza porre d ire tta m e n te in discussione le basi stesse della F o rm a -S ta to consolidata. U na situazione, q u in d i, ecce zionale (per m olti versi paragonabile allo sta to d i em ergenza sociale posto alla base del pactu m societatis" hobbesiano), d estin ata a pro v o care sullo rd in am en to politico italiano , sui suoi equilibri in te rn i, sulle tradizionali id e n tit politiche in esso rap p resen tate, sulla s tru ttu ra stes sa del sistem a dei p a rtiti e sul loro rap p o rto con la societ civile, e ffe tti a ltre tta n to eccezionali e t u t t altro che con tin g en ti. La prim a a essere in v estita dalla pro fo n d a trasform azione del rap p orto tra societ civile e societ politica, che il nuovo m odello p rev e deva, fu p roprio larticolata area delle forze e del m ovim ento an tisi stem a ta n to sulla sinistra q u a n to sulla d estra (i pi m arginali risp etto al sistem a politico c i pi sensibili allinnovazione), i quali videro modifi.ali q u alita tiv a m en te i propri co n n o tati politico-culturali e p oste in discussione le proprie stesse condizioni di esistenza. M atu ra in questa lase quella contrapposizione Irontale tra culture giovanili e p o liti c a (intesa com e o rganizzazione , p ro g e tto , riferim en to a categorie universali , "razio n alit stru m e n ta le , etica della resp o n sab ilit , e id e n tifica ta senza residui con gli sta tu ti del p o te re ) d i cui il m o v im en to del '11 co stitu lesem pio pi clam oroso. A una concezione p er cos d ire v erticale della politica (in cui specifiche id e n tit sociali venivano associate a co rrisp o n d en ti cu ltu re p o litich e in lo tta fra loro) te n d e a poco a poco a so stituirsi, so tto le ffe tto del nuovo assetto istitu zio n ale del po tere, u n im m agine o rganizzata p er linee o rizzo n tali , in cui sin gole variabili di n a tu ra prepolitica, in tersecan ti trasv ersalm en te la so ciet (i giovani , le d o n n e , il sociale , il paese reale ecc.), sono co n tra p p o ste ad altre (il ceto p o litico , il p o te re , il P alazzo , il paese legale , e cos via), in d iv id u ate com e antagonistiche per n a tu r a . M e n tre sulla sinistra, dopo la dissoluzione delle organizzazioni ex trap arlam en tari, la convulsa area dellau to n o m ia brucia nella sogget tiv it esasperata e nel puro gesto u n a carica antagonistica priva d i p ro g etto e di rag io n i , e la m em oria co n flittu ale , ossificata e orm ai senza speranze sto ric h e si torce nellincubo org an izzativ ista del te r rorism o BR, sulla D e stra tram o n ta il vecchio m odello fo n d ato sulla com binazione di legalism o m issino e di provocazione (proprio della fase della strateg ia della te n sio n e), e si lib eran o spazi in e d iti d a u n lato p er le in iziative cultu ralm en te pi radicali, d allaltro, sul v ersan te ev er sivo, p er l autonom izzazione dellazione arm ata. Il consolidarsi d i un blocco unico di governo esteso fino al P a rtito L iberale e la scelta, o p e ra ta anche dai se tto ri pi reazionari dello schieram ento d i ce n tro , di privilegiare la m ed ia zio n e to ta le risp etto al co n flitto , chiude in fa tti d e fi n itiv am e n te il p ro g etto istitu z io n ale ed egem onico (nei co n fro n ti della societ politica) del M ovim ento Sociale, liq u id an d o la scom m essa di condizionare la D em ocrazia C ristian a in d irezione d i u n blocco d o r

3. LA NUOVA DESTRA

141

d in e e sb arran d o la via d cllinliltrazio n c nei corpi separati dello S tato . D u n colpo, senza pi voti dii acumi)iute e da offrire in funzione an tico m unista, il suo peso istituzioinile veniva azzerato (si pensi alla dissolu zione, inconsueta nella storia italiana pei lepenlin ilt e radicalit, di D em ocrazia N azionale, clic su quel progetto aveva p u n tato tu tte le p ro p rie carte), com e pure la sua funzione di provocazione, m entre av vizziscono e, prive orm ai di co p e rtu re efficaci, si sciolgono le stru ttu re p aram ilitari clandestine (si pensi alla vicenda ili A vanguardia N azionale o del F ro n te N azionale, tr a tta te am piam ente in altra p arte del presen te volum e). D ora in poi, occorrer co n tare sulle proprie fo rze"; per ge stire gli spazi che, in d u b b ia m e n te, il m onopolio d ello p p o sizio n e gli apriva nel paese reale (in m isura d ire tta m e n te proporzionale a quelli che gli chiudeva in quello legale), lestrem ism o di d estra deve lav o ra re a u n p ro g etto di altern ativ a to tale al sistem a per il quale il M S I non possiede (la cosa ev id en te fin dal congresso del 1976) n le e n e r gie in te lle ttu a li, n la sensibilit politica e n eppure lo stile neces sario. D alla crisi istitu zio n ale del p ro g etto neofascista usciranno fo rte m en te attiv iz za ti e rilanciati s o p ra ttu tto i se tto ri estre m i dellarea, quelli che in passato p i si erano o rie n ta ti verso soluzioni to ta li e verso il colpo di forza e che, per altro verso, si erano fa tti p o rta to ri delle posizioni pi radicali sul piano ideologico e culturale. Cos, m en tre la co m ponente te rro ristic a si ricicla dal m odello cen tralizz ato e g o lp ista a quello d iffu so , p roprio in u n a fase in cui si p u n ta ad attac ca re i nodi di m ediazione politica nelle loro capillari articolazioni nella societ civile (a co n tra sta re il sistem a nella sua nuova m icrofisica del p o te re ), allaltra anim a del neofascism o che p ure con q u esta prim a aveva avuto, in precedenza, c o n ta tti n o n secon d ari in forza s o p ra ttu tto della com une m atrice e v o lia n a 103 non resta che te n ta re , com e si visto, la p ropria rivoluzione cu ltu rale con lin ten zio n e di inserirsi pien am en te negli spazi apertisi, e d i radicarsi a fo n d o in u n a societ civile fattasi, d u n colpo, pi perm eabile e d isp o nibile a in e d ite egem onie. Inizia, in q uesta fase, quello strap p o e quella m arcia di allo n ta n am e n to dal M ovim ento Sociale (dalla vec chia casa m adre, in to rp id ita nellattesa d i im possibili rito rn i d a cui scriveranno li separavano orm ai pi che i ragion am en ti, gli im pulsi istin tivi. I gusti, i disgusti, le qu estio n i di pelle 104), che p o rter q u esta co m ponente, pi sensibile alle trasform azioni politiche e ai m ovim enti della societ, a rivendicare una p ropria strategica au tonom ia pro p o si tiv a alla ricerca, ap p u n to , di una N u ova destra, m eno ip n o tizz ata dal passato . U n processo, questo, di cui sta ta so tto lin eata d a pi p a rti la radicalit e la significativit, in particolare ten en d o co nto del fa tto che le critich e pi d u re al neofascism o oleografico e al reducism o p atetico ed esasp e ra to del p a rtito ufficiale e la presa d i d istan za pi n e tta dagli e te rn i reduci di u n a guerra p e rd u ta 105 p rovenivano p r

142

M ARCO RE VELLI

prio dallarea pi in tran sig en te e irrid u cib ile del M o vim ento Sociale. Il che conferm erebbe, ap p u n to , la p o rta ta e lo spessore della trasfo rm a zione (1accelerazione te m p o rale della m etam orfosi, si p o treb b e dire), spiegabile tu tta v ia com e form a di adeguam ento istin tiv o alla m odifi cazione deH am b ien te , pro p rio nellam bito d i quella innovazione q u alitativ a del sistem a politico italiano, di quella sua rivoluzione an o m ala , tratteg g ia ta pi sopra, che ne costituisce, per m olti versi, la spe
cificit.

3.1. S pecificit italiana e crisi generale d i sistem a


N u ova destra

l h ab ita t ideale della

P er la verit, nel pi recen te d ib a ttito politologico, il caso italia n o sta to quasi sem pre tra tta to pi com e un a semplice v aria n te in te rn a della ben pi generale epocale , si p o treb b e d ire crisi del W elfare State che com e uno specifico m odello d o ta to di una p ro p ria sia pu r relativ a au ton om ia. Di volta in volta si fatto riferim en to , in fa tti, per d ar ragione della p rofonda politicizzazio n e dei rap p o rti sociali, a quella crescente integrazione tra ap parati b u ro cratico -am m in istrativ i ed econom ia che C laus O ffe individua com e risposta generalizzata alla ge nerale ingovernabilit dellassetto socio -stru ttu rale del capitalism o m a turo; o ppure p o n endo al ce n tro d ellatten zio n e la m u tata dialettica tra dom an de sociali e risposte istitu zio n ali si so tto lin eato quello sc arto tra problem i e asp ettativ e in crem entali sul lato del sistem a sociale e soluzioni inefficaci dal lato del sistem a po litico che, nella concettualizzazione di C. D onolo e F. F ic h e ra 106, avrebbe d ato origine, in paesi diversi, a seconda ap p u n to del la to considerato, alle o p p o ste te o rie (e solu zion i) dell ' o verlo a d (cio del sovraccarico del siste m a politico p er inflazione di d o m a n d e d a p arte del sociale) e, sim m e tricam en te, del d eficit di p o lic y m aking capacity" allin te rn o del siste m a p o litic o 107; n m ancato chi ha in teso rico n d u rre lam plissim a coa lizione del V unit nazionale e n tro il p i generale m odello delle d em o crazie consociative 10S. N o n sono allora gi di p er s sufficien ti si p o treb b e so sten ere le m odalit generali della crisi (politica, sociale, econom ica) diffusa nellO cc id en te in te ro , p er q ualificare le trasform azioni del sistem a politico italiano e, insiem e, p er d a r ragione della m etam o rfo si p o liti ca e culturale d ellestrem a destra? Q u ale bisogno vi sarebbe, d i rico rre re a p re su n te specificit italiane? E in e ffe tti la generale crisi dello S tato sociale a dem ocrazia di m assa secondo lespressione d i H a berm as h a c o n trib u ito a o ffrire, u n p o d o v unque, am pi spazi alle rinscenti teorie an tid em o cratich e d i p arte conservatrice e reazio n a ria. C os com e difficile negarlo la p o rta ta ca ta stro fic a della grande trasfo rm az io n e in corso a livello strutturale e sociale n ei paesi

3. LA NUOVA DESTRA

143

a pi elevato tasso d inclusi i iuli/./n/.ione (In generale di .soluzione della vecchia com posizione ili ellisse" sotto In spinta delln rivoluzione in fo r m atica ed elettronica; la perdln ili o p ein tiv it di lli- lindizionali sin te si sociali nel quadro di unii lirir.ui nu elei a/,ione delln tem poralit so ciale e di una rapida obsolesi e n /u delle lu n n r e dei i udiri d ellaggrega zione sociale) stanno alla bnse delln proloiidn n is d 'id e n tit della si n istra a livello interna/ionnli- K im invin, I ' II' .............il*..... lo ili i|iic ste te n d en ze parallele si e riso lili. quasi o v iin i|iie , nel i ni l u i /nm eiilo delle forze conservatrici relativam ente " m o d e ll i li ", dei imiiih no Imiin ne, com unque, dalle posizioni antisistem a" d cll'estiem n il e s in i il alia na, e nel rilancio di politiche d o rd in e fo n d ate sulla riduzione degli elem enti di socialit . U na statizzazione della so ciet (per restare al m odello di O ffe) c o n d o tta in form a pura, e una problem atica della sua crisi co n d o tta e n tro le linee classiche della teoria d ell 'overload o del d e ficit di decisione istituzionale avreb b ero do v u to d ar luogo, in linea di principio, anche in Italia, a una relativ a sem plificazione delle d in a m iche politiche e a una razionale polarizzazion e d estra/sin istra com e avvenuto ta n to in G ra n B retagna q u an to in G erm an ia e in Frncia: nel caso di p revalenza del m odello d el Voverload" col suo corollario di soluzioni n eoliberiste avrem m o d o v u to cio assistere, p ro b ab il m ente, alla nascita sulla d estra dello schieram en to politico d i un vero e pro p rio blocco co n serv ato re in senso classico, tale da assorbire l e strem a d estra (sul m odello reaganiano) e da saldarla ad am pi se tto ri del cen tro (in u n certo senso, il trio n fo del p ro g etto della D estra N azio n a le, com e si sa invece m iseram ente fallito); cos com e, nel caso fosse p re valso il m odello in c en trato sulla razionalizzazione del sistem a politico al fine di accrescerne lefficienza decisionale e di p o ten ziarn e le capaci t di in te rv e n to , avrem m o d o v u to reg istrare il consolidarsi d i u n a lte r n ativa di sinistra (sul m odello francese), d eterm in a ta a in terv en ire con operazioni d ingegneria istituzionale. Invece, nulla di tu tto ci si verificato. La soluzione prevalsa nel delicato periodo che va dal 76 all80, fo n d ata sulla m era consociazione delle forze politiche al fine di p o ten ziare la capacit d i m ediazion e ca-! pillare del sistem a e di controllo da p a rte di esso sui m ovim enti della societ civile, ha fin ito per bloccare ogni p recip itazio n e d i alleanze politiche in e d ite e fo rte m e n te qualificate in term in i d i program m su l piano istitu zion ale, favorendo ap p u n to , nel contem po, quella rapida m o dificazione delle variabili e ste rn e al blocco di p o te r e 109, che h a p o rta to, com e si visto, alla form azione anom ala della N u o v a d estra. T ale soluzione co stitu iv a una so rta di te rz a v ia , caratte rizz ata p ro p rio d a quello straripam ento di politicit negoziale dalla societ p o litica verso la societ civile, da u n a p arte , e verso le istitu zio n i, d allaltra, che h a d ifferen ziato il m odello ita lia n o ta n to dai modelli diffusi di sta to m assim o p ro p ri dellepoca delleconom ia sta tiz za ta (qui, in fa tti, pi che le stru ttu re statu ali era il sistem a politico stesso, il suo ceto p o liti

144

M ARCO REVELLI

co , le sue grandi fam iglie , a p ervad ere la societ civile fin nelle sue pi intim e fibre), q uanto dai m odelli assunti dalla teo ria del overload" (ch, qui, pi che a un deficit di politicit ci si tro v a d av a n ti a u n su r plus, pi che a u n overload di socialit allin te rn o del po litico , a un sovraccarico di politicit allin te rn o del sociale). E d pro p rio in q uesto fa tto re di specificit, in q u esto nuovo assetto della divisione del lavoro tra il livello politico e le altre sfere del si stem a sociale, che sem bra tro v are il pro p rio h ab ita t ideale la linea ev o lutiva del radicalism o di d estra; la quale, se d a una p arte rinvia, com e con dizio n e necessaria e n tro cui legittim are la p ropria sindrom e nichili s ta , al generale operare della crisi, tu tta v ia ritro v a e ffettiv am en te nel la p artico larit politica del m odello ita lia n o la ragion sufficiente della p ro p ria in e d ita vitalit e, s o p ra ttu tto , della rap id it con cui, ab b an d o n ato il vecchio g h e tto tradizionalista, h a im boccato la via d i u n a vo cazione eg e m o n ic i" sulla societ civile che, seppure di in d u b b ia im p o rtaz io n e dalla ben pi m atura esperienza francese, sarebbe com un q u e sta ta im pensabile fino a pochi ann i o r sono. E in fa tti p ro p rio nella p o rta ta storica di una tale rottura nella co n tin u it politica d ellItalia re pubblicana che sem bra assum ere significato quella chiusura di un d o poguerra che sem brava e te rn o 110 su cui cos insiste la pubblicistica del disgelo neofascista. E d , ancora, nel d oppio m ulinello di una crisi d id e n tit insiem e sociale e p o litica , quale quella ora d escritta , che pu spiegarsi lem ergere q u i e ora (in Italia, e in particolare in quella fase cruciale di trapasso che sono gli an n i in to rn o al 11) di u n estrem a d e stra cos socialm en te aggressiva, p o rta tric e d i una carica ta n to rad ical m ente an tid em o cratica da qualificarsi esp licitam en te com e rivoluzio n a ria e, so p ra ttu tto , im p ro n ta ta a un nichilism o a ttiv o s tru ttu ra l m ente superom istico , an tieg u alitario e g erarchico , geneticam ente d iffe re n te , cio, da tu tte le cu ltu re p o litich e prev alen ti in m odo pressoch to ta lm e n te egem one nellu ltim o q u aran ten n io . C o n q u esto non sin te n d e sostenere, si badi, che la N uova d estra possieda, fin dal suo nascere, una tale p ro fo n d it del cam po d analisi e un a tale consape volezza delle m odalit della trasfo rm azio n e in corso; n che essa autorifletta in qu esti term in i sulla p ropria collocazione allin te rn o della d in a m ica politica italiana ch, anzi, la form a ideologica con cui essa si ra p p resen ta la co n giuntura politica e la descrive im p ro n ta ta, com e si vedr meglio in seguito, alla m orfologia m itica e irrazionalistica d i q u el la che potrem m o defin ire una m etafisica della crisi si colloca ep i stem olgicam ente e so stan tiv am en te su linee assai lo n tan e dalle catego rie strutturali e sociali qui utilizzate. Si vuole p iu tto sto so tto lin eare co me, effettiv am en te , sia pro p rio in quel partico lare e anom alo co n testo politico co stitu ito si nei ta rd i anni se tta n ta e, in special m odo, nel d u plice m o v im en to della societ politica ta n to sul lato della societ civile qu an to sul lato d elle istitu zio n i c o stitu tiv o in senso fo rte dei ca ratte ri specifici del caso ita lia n o , che la N u o v a d estra sem bra tro v are ogget

).

LA NUOVA DESTRA

145

tivam ente una sia p u r nau<-tial>il<- "raz io n a lit p n parole d o rd in e e categorie non c e r t o o r i g i n a l i " , imi d a t e m p o d e s i m i t e di o p erativ it e ora per m olti v e r s i ri l ai u hi l c " o h i i n c d i l n u d i c i i / n Val la pena esam inare nei dellugli, i sepuirtliim cnlc, i du e lati del m odello, e i loro rispettivi rapporti o h i Ir p ro p o iir della N uova d estra.

3.2. I l lato della societ civile: iden tit sociali, fO M W ) organica e critica
della dem ocrazia

Su q uesto v ersa n te il m ovim ento del p o litico si svolge nella fo r ma di sincronico processo di ritrazione dalla societ civ ile di quella che potrem m o d efin ire politicit id e n tific a n te e, co n tem p o ran eam en te, di im m issione in essa di politicit negoziale n i. La dilatazione, in fa tti, dellam bito di o p era tiv it della societ p o li tic a fin d e n tro le relazioni stesse della societ civile , la possibilit, in p articolare, di ren d e re op erativ o quel p a tto sociale che, com e si visto, ha svolto u n ruolo strategico nella ridefinizio n e del q u ad ro p o liti co e di rico n v e rtire , quin d i, le tradizionali cu ltu re an tag o n istich e in cu ltu re negoziali , presupponevano una sistem atica n eu tralizzazio n e della carica an tagonistica im plicita nelle consolidate su b c u ltu re e la rap id a dissoluzione dei residui nuclei di resistenza ideologica. Il che, in u n paese in cui, ap p u n to , le grandi fam iglie politiche avevano sed im en tato capillari ram ificazioni nella societ civile e in cui le cu ltu re p o litich e erano sta te p ro fo n d a m en te coinvolte nel sociale c o n tri b u en d o fo rte m e n te a conn o tarv i id e n tit collettive e a fondarvi lin guaggi, m orali, m ondi vitali e universi di valori, era d estin a to a tra sfo r m arsi, in e v ita b ilm e n te, in u n diffuso processo di d es tru ttu razio n e delle id e n tit sociali e dei p ro g etti collettivi, in una, a volte dram m atica, ca du ta del senso di ap p a rten en za a stru ttu re di valori condivisi, che rilan ciava a livelli pi alti la gi avanzata atom izzazione sociale o p era ta dagli e ffe tti disgreganti della crisi so c iale112. N giover a com pensare tali te n d en ze disgregatrici la spin ta m assiccia del sistem a dei p a r titi ad articolare m olecolarm ente la p ro p ria funzione di m ediazione allin tern o stesso delle stru ttu re relazionali pi elem entari della societ civi le, d eterm in a n d o v i, ap p u n to , quellinflazione di n egozialit che sem bra c o stitu ire uno dei tr a tti pi significativi di quella fase politica. A n zi, p er m olti versi co n trib u ir a esasperarle essendo, la negoziali t , a to m izza n te p er n a tu r a 113, tesa com a fondare su criteri relaziona li (e relativi) anzich su criteri sostan tivi (naturali, etici, com unque as so lu ti), laggregazione sociale accentuando, nel co n tem po, il senso d i artific ia lit e di discrezio n alit dellin te ro sistem a. E d pro p rio su questi elem enti che si inn esta il discorso della N uova d e s tra , la quale individua nel v uoto d id e n tit ap erto si d o po il ritra rs i delle cu ltu re politiche d em ocratiche la condizione ideale

146

M ARCO REVELLI

per quella ria p e rtu ra dei giochi e, so p ra ttu tto , p er quella d isp o n ib i lit e p erm e ab ilit della societ civile ai m oduli culturali del rad ica lismo di d estra che costituisce, com e si visto, la prem essa principale della sua scelta m etapolitica. Il prim o e ffe tto , in questa direzione, il recupero del co n cetto tr a dizionale di com unit organica , che il felice rap p o rto tra ruolo id en ti ficante e ruolo universalizzante delle cultu re politiche aveva perm esso, per un lungo periodo (1etern o dop o g u erra , appunto), d i superare nel q uadro di u n a dinam ica insiem e m odern izzan te e n o n d ev astan te. A lli stanza com un itaria sfid ata dal rischio della disgregazione e della p reci pitazio n e in u n in d ifferen ziato , atom izzato e spersonalizzato coacervo di fra n tu m i sociali privi di linguaggi com uni e d i stru ttu re di elab o ra zione collettiva di com portam enti e di valori, si in ten d o n o o ffrire sm arrite le d e te rm in a n ti socializzanti e so lidaristiche delle su b cu ltu re socialista e cattolica i te rrito ri regressivi del rad icam en to ancestrale, del biologico e dellorganico; allap p arten en za delusa nelle sue com ponenti razio n ali , consapevoli e volontarie, p o rtatric i d i ista n ze u niversali (quale era, ap p u n to , ladesione conscia a u n p ro g etto com une di em ancipazione e di trasform azio n e d ellesisten te, a una cultura p o litica) si co n trap p o n e, a un livello pi p ro fo n d o , consusta n ziato con il sostrato natu ralistico del paesaggio e della specie, con gli stra ti a lento scorrim ento della storia, la seduzione, in q u ie ta n te, di nuovi criteri e di nuovi fatto ri: l etn ia, la razza (sia p ure dello sp iri to , secondo la le ttu ra evoliana), il patrim o n io filogenetico e m itico, la fitta re te di quella volo n t organica n a tu ra le che non si perde, perch in n ata, n si com unica razio n alm en te com e i co n cetti e le idee perch concreta e n atu ralisticam en te p o sse d u ta 1 4 (che, quindi, alcuna fun zio n e a s tra ttiz z a n te e negoziale del politico p o tr m ai disp erd ere, n d e te rm i nare, o, ta n to m e n o , alien are): La N uova d e s tra , scrive a q u esto proposito M arco T archi, privilegia i valori rad icati nellin d iv id u o e nei gruppi n atu rali per ladozione delle ere d it culturali, g enetiche, storiche che si esprim ono nella v ita delle co m u n it , luoghi d i esp res sione di quella volo n t organica n a tu ra le b en d escritta d a T n n ies nel suo C om u n it e societ." 115 U na deriv a di pensiero, questa, che p o rta, senza soluzione di co n tin u it , a co n tra p p o rre alla m inaccia d i dissolu zione della so ciet nella m olteplicit irre la ta dei suoi in d iv id u i un p ro g etto o rg an icista e g erarchico di ricom posizione basato sullelem ento sacrale, superindividuale, im m ateriale, fo n te di le g ittim it d el le gerarchie in te rn e 116: la sacralit, a com pensare il dileguarsi della politicit id e n tific a n te ; lau torit carism atica a co n ten ere e sfidare il m ercantilism o in e rte della politicit negoziale ... N m anca u n esplici to cenno alle nuove re a lt sociologiche e ai processi sociali in atto : N o n va d im e n tic a to , am m onir S tenio Solinas in u n altro co n testo , che la rea lt delle classi orm ai perco rsa d a u n tal reticolo d i ceti, corporazioni, gruppi d allaver orm ai d efin itiv am en te p erd u to la p rece

3. LA NUOVA DESTRA

147

d e n te fisionom ia. R im anere ledili i a u n o ttica di ilavie, quindi, n o n so lo fu o rv ia n te ma storicam ente lallim enture " li aggiunger, poco ol tre: La N D e/o N C Ita, al c o l i t i an o | |, la sua organicit nei co n fro n ti della com unit di cui parie in ten tan te > la llo r r estern o di recezione del consenso e di veicolo ili trasm issione delle tensioni interne. E , d i ciam o, la facciata p ensante ili un inov im rn lo com unitario non co n fessionale. E la com ponente intellettuale di utm u rte < li an tiforpi \i'/nl>
patisi all'interno d elle cellu le disastrate d ello Stato." 1 17

Il secondo e ffe tto di rilievo il rilancio, su basi nuove e, perlom eno nelle in ten zio n i, socialm ente fo n d ate, della tradizionale critica della d e m ocrazia com e form a d e te rio re e d issacra ta del politico, irrim ed ia b ilm en te co n tam in ata d alladozione di criteri m eram en te m ercan tili , q u a n tita tiv i e u tilita ristic i , e q u in d i com e form a d i governo de-legittim ata. Le nuove dinam iche di p en e trazio n e del po litico (come n e goziatila) nel sociale tendevano, n on v d ubbio , com e s visto, a esal ta re e a disvelare i m eccanism i dello scam bio p o litico e lalto grado d i identificazio n e tra m o d ello dem ocratico e m ercato (la d em o crazia non solo com e la form a di governo pi adeguata alla form a econom ica m ercantile, m a anche, e so p ra ttu tto , com e m etafo ra politica del m erca to). La stessa trasform azione dei co m p o rtam en ti elettorali, con lo spo stam en to crescente, segnalato dalla politologia, dal co sid d etto v o to di ap p a rten e n za al vo to d o p in io n e e, so p ra ttu tto , al v o to d i scam b io 118 o, p er usare la classificazione di G . Sani, assai esplicita, dal m odello di v o to senza scelta a quello a scelta lim ita ta e al m o d el lo di m e rc ato 119 , denuncia u n m u tam en to q u alitativ o nel rap p o rto tra citta d in i e politica; u n crescente rilievo della m o b ilit del co n sen so , della sua circolazione in d ip e n d en tem e n te d a id e n tit rad icate e da ap p arten en ze subculturali in u n am bito sem pre p i simile a u n area di libero scam bio in cui l 'adesione pu m uovere esattam e n te com e un a q ualunque altra m erce , d o ta ta di u n a p ro p ria in d ip en d en za dal sog g etto che la scam bia. U n processo, p er m olti versi, di allin eam en to alle caratte ristic h e da tem po consolidate allin te rn o d i altri sistem i d em o cratici, p er cos d ire pi m a tu ri (en trati, cio, nella fase co sid d etta di eq u ilib rio del m odello d e m o c ra tic o )120, m a che in Italia, segnando un brusco passaggio dalla dem ocrazia co n flittu ale del lungo d o p o g u erra alla nuova dem ocrazia c o n tra ttu a le , finiva p er assum ere, in e v itab ilm en te, il c a ra tte re di un o stra p p o , di un a vera e p ro p ria m u ta zio n e , critica ta dallestrem a sinistra com e form a d eterio re e, p er co s dire, secolarizzata risp etto ai valori della dem ocrazia p arte cip a ti v a , e in d iv id u ata , dallestrem a d estra , com e inveram ento del m odello dem ocratico in q u an to tale, e p er q uesto m otivo rifiu tata. F in ivano, al lora, su qu esto secondo v ersan te per essere rim essi in gioco u n p o tu tti i to p o i classici della critica tradizionale del radicalism o d i d estra alla dem ocrazia, d o ta ti di un'apparente nuova v ita lit : d allaccusa di spoliticizzazione dei m otivi essenziali della p o litica 121 d a p arte del

148

MARCO REVELLI

m etodo dem ocratico, a causa d ellannegam ento delle categorie p u re del p o litico nellin e rte m aterialit del m ercato" , a quella (vero e p ro prio luogo com une del tradizionalism o ) d i rid u zio n e della q u alit a q u a n tit e del valore alla p ura poten za del n u m ero ; dalla sfiducia (tipica del pensiero organicistico) nella capacit della form a d em o cra tica a m a n ten e re u n ita la societ co n tro le ten d en ze allo sgretolam ento alla considerazione (tecnocratica) della sua incapacit d i selezionare li tes adeguate ai loro com piti storici e, finanche, d i in d iv id u are e in d ica re com piti sto ric i (seduzione pro m eteica). R ito rn a, cos, il co n su n to m ito nietzscheano della grande po litica , quella per cui chi dice p o litica dice vo lo n t , cio p o te n za 122, e che, e n tra n d o in co n tra d d izio ne con m igliaia di a n n i m , spezza il m ito eg u alitario riafferm an d o i c o n cetti di signoria e di dom inio. E riappare, insiem e, la sch m ittian a concezione p olem o lo g ie a della politica, la cui antitesi fondante am ico/ nem ico chiam ata a riscattare, in term in i eroico-sacrali, il d eficit di politicit id c n tilica n te" c di carism a del m ercantilism o d em ocratico e a saldarsi, per questa via, con quell 'esistenzialism o guerriero di d eriv a zione evoliana e tradizionalista, che affida alla m etafisica della g u er ra e alla via ero ica il risca tto dal d eserto della m assificazione p ro prio della so cit m archande". Il c o n flitto cos evocato in una societ im pegnata m assicciam ente a rim u o v erlo al d i fuori d i ogni determ in azio n e storica e sociale, com e categoria etern a (antropologica m ente e m etafisicam ente fondata) in c arn an te 1a u te n tic it della forza c o n tro la s tra tta convenzionalit del con tratto, e insiem e le tic it del co m b attim e n to rivoluzionario co n tro la m iseria della securitas b o r ghese: C o n tro il v uoto norm ativ ism o lib erale, scrive al p ro p o sito M ario B ernardi G u ard i, co n tro il m istifican te astrattism o d em o crati co, co n tro il dogm a del num ero elevato a p o ten za e posto a fo n d am en to del d iritto , co n tro la legalit neu trale che n o n si giustifica in su p erio ri valori da trasm ettere, S ch m itt riscopre la leg ittim it che pro ced e da rap p o rti reali, d a u n concreto o rd in e di riferim en ti, dalla decisione p o litica di d eterm in a re il nem ico da co m b attere, dallafferm azione di una forza che si pone com e sov ran a tro v an d o le sue ragioni nella ch ia ra individ u azio n e del nesso S tato /C o m u n it, d ove lo S tato n o n puro arb itrio m a form a e funzione della C o m u n it . 124 Il significato della distin zio n e am ico/nem ico, aggiunger P iero V isani, il polem ologo del gruppo, consiste nellindicare il m assim o grado d i in te n sit di u n associazione o di u n a dissociazione e qualsiasi p o litica si b asa sulla d ia lettic a am ico/nem ico... La n o stra politica, la n o stra cultura, la n o stra teoria e la n o stra p ratica del co n flitto [...] d o v ran n o racch iu d ere in s u n co n ten u to di inim icizia relativ a o assoluta nei co n fro n ti d i tu tto q u an to altro da n o i . 125 N p o te v a m ancare, in q u esta galleria di pen sato ri antid em o cratici m o b ilita ti a sostenere la riv o lta co n tro la m ercantilizzazione delluniverso politico, il riferim en to allo Spengler di Jahre der Entscheidung: la tem atica ru d e degli anni decisivi ; il so

3. LA NUOVA DESTRA

149

gno dellingresso in u n ent lutule", in u n epoo i Iu rte in cui pulsa il d estino e tu tto pu essere rid elin ito u! ili fuori o contro le esauste p rocedure dem ocratiche e I' imi rii- spirilo m en m il ile* a p artire da fo rti volont e da uom ini idonei ullu "( m w c p o lltlk " , in cui non vi sia posto p er lideologia e hi religione delle lui inni " 11iti solo per i valori v e ri , m isurati sulla loro clrm etilure openilivilri, Milla durezza delle decisioni (contrapposte alla m ediazione"), in in i iillii pulitini come scam bio si contrapponga la politica com e do m in io , "m in e padronanza di disporre da conoscitori della realt e di governare il m ondo con la forza, com e fa ogni buon cavaliere con la pressione delle cosce" l, in sostanza, u n p o tu tto larm am entario della reazione al razio n ali sm o illum inistico a essere m o bilitato fino ad a ttrib u ire con una b iz zarra to rsio n e nellargom entazione alla d em o crazia p ro p rio quei vizi (totalitarism o, segretezza e m ancanza di trasp a ren za del p o tere, in so stitu ib ilit delle lites) p er co m b attere i quali essa era nata: Allo S tato organico con il suo ecum ene im periale, con i suoi vertici p eriferici e i suoi corpi in te rm e d i, afferm a G iuseppe D el N in n o , in u n sobbalzo d i trad izio n alism o , ripro d u cen d o la classica critica re a zio n aria alla R ivoluzione francese e allo stupid o X IX secolo , si so stituisce una dicotom ia: da u n lato i d e te n to ri di u n p o tere che si m a schera con i p aludam enti della rap p rese n tativ it m a totalitario com e non m ai, ora in m aniera aperta, o ra strisciante; dallaltro, u n a folla di c itta d in i uguali, a cui vengono riconosciuti sem pre pi d iritti form ali e sem pre m inori possibilit d i sostituirsi a lle lites dom in an ti." 127 E in e f fe tti, nella sua fro n ta le b attag lia co n tro il pensiero dem ocratico, questa N uova d estra sem bra d eterm in a ta ad assum ere sistem aticam ente le aporie della dem ocrazia com prese quelle den u n ciate dalla critica di sinistra, p artico larm en te radicale in u n a fase in cui, sco n fitto , ap p u n to , il passaggio a una fase pi avanzata di dem ocrazia sociale , il m ero rito rn o a u n a form a di dem ocrazia form ale-negoziale appariva, su q u e sto versan te, com e u n inaccettabile a rretram en to al fine d i piegarle a una critica radicale del m odello dem ocratico to u t court. C os se ne co n testa la n a tu ra esclusivam ente form ale, incapace d i m odificare gli assetti reali del p o te re , so p ra ttu tto e c o n o m ic o 128; il ca ratte re fittizio e m an ip o lato del c o n s e n so 129; la pi o m eno occulta vocazione rep res siva : La liberal-dem ocrazia, si legge su E le m en ti , m a p o treb b e tra tta rsi di u n qualsiasi giornale d i m ov im en to d i quegli anni, n o n h a bisogno di creare m artiri. Le b a sta creare dei falliti. N o n toglie la lib ert. Toglie i fini verso cui indirizzarla. N o n priva della vita. P riv a della gioia di vivere. N o n nasconde gli scandali: n o n per o n est, m a p er m ancanza di vergogna [...]. N o n p ren d e col ferro: p ren d e p er fam e. N o n assale di p e tto le opposizioni: le um ilia; le ad d o rm en ta, le fagoci ta. Sino a farle v ergognare. 130 O p p u re , ancora, si pu co n tin u are com e fa M arcello V eneziani critican d o la dem ocrazia nel nom e d el la lib e rt, che per noi sem pre lib e rt per qualcosa, della qu alit della

150

M ARCO REVELLI

vita, delle trasform azioni tecnologiche, della d iv ersit inevitabile [sic] tra gli uom ini, ta n to nei loro m e riti e valori (istanza gerarchica e tra d i zionale, di d e s tra ) q u an to nei loro bisogni (istanza attualissim a e di sin istra) 131. P erch, com unque, quello che co n ta lo b ie ttiv o , leffi cacia di q uesta operazione di accerch iam en to della dem ocrazia, a t taccata con argom entazioni efficien tistich e e popolari, etich e e te cn i che, di d estra e di sin istra 132.

3.3. I l lato d e lle istituzioni": a lle radici della legittim azion e; lo Stato
co m e fo rm a

S im m etricam ente, su q uesto versan te, lo sfo n d am en to della so ciet p o litica assum e la form a di u n progressivo slittam en to d a criteri d i s tre tta legalit a criteri di n egozialit e, infine, di m era ad e g uatezza allo scopo nella gestione degli ap p arati dello S tato: dalla so v ran it della n o rm a allo p era tiv it d ell accordo . D a un certo p u n to in poi della storia istituzionale italiana, cio, Vordinam ento statuale sem bra aver cessato di co stitu ire il co n testo stru ttu ra le, d ato u na v o lta per tu tte nelle sue ca ratte ristic h e fondam en tali (costituzionali), allin te rn o del quale le forze politiche po tev an o dispiegare il p ro p rio gioco e d e finire i propri accordi, e ha fin ito per d iv en ire l oggetto stesso d i tali accordi: ha cessato di porre le regole del gioco politico, p er esserne
posto.

E qu esto, in fondo, il senso della pratica, in au g u rata nel corso degli anni se tta n ta , di privilegiare la negoziazione tra partners (forze politiche e gruppi corporati) risp etto alle sedi co stitu zio n alm en te d e p u ta te (in particolare il P arlam ento); di governare p rev alen tem en te per d ecreti legge l33, favorendo le sedi inform ali di negoziazione (si pensi alla m ol tiplicazione dei v e rtic i tra le segreterie dei p a rtiti d i m aggioranze plebiscitarie o, peggio, delle tra tta tiv e bilaterali), e d i a ttrib u ire un cre scente ruolo di su pplenza a istitu z io n i (in prim o luogo la m agistra tu ra ) c o s tre tte cos a politicizzarsi 134. P er questa via, il concreto m odello politico italiano, nella sua p rem in en te ricerca di u na razio n a lit pi adeguata allo scopo e alla vo lo n t dei partners istitu zio n ali che no n alla norm a, sem brato allontanarsi dal tradizionale S tato d i d ir it to b asato , ap p u n to , sulla norm a di co n tin u o m isurabile e d e te rm i nabile, im personale e perci generale, p restab ilita e perci p en sata per d u ra re , assunta com e prius risp e tto alla ttiv it di governo p er rical care, p iu tto sto , le caratte ristic h e fondam en tali dello sch m ittian o S tato g o v ern a tiv o , rese tu tta v ia im p erso n ali e in trecciate con quelle dello S tato am m in istra tiv o ; di quel m odello statu ale, cio co n su eto in perio d i di grandi m u ta m e n ti e trasfo rm azio n i 135 il quale tro v a il pro p rio principio esistenziale nelladeguatezza allo scopo, nellu tilit e, in co n tra sto con la conform it alla norm a dello S tato legislativo, nel

3. LA NUOVA DESTRA

151

la co n fo rm it im m edia tu me lite m in reta delle sue misure, p ro vvedim en ti e com andi, alle cose" U ....... odello, tu ttav ia , che p roprio perch d estin a to ad affidare lu p ro p ri........'.min m ie iu u e siulnliia non alla v o lo nt di un sovrano unico, u hi p iu tto sto u un lu ito ie "m obile , sogget tiv o e rela tiv o com e la ikiIiiiiI,) il'a iiiih ln , lim liluvu | te n u em e n te la disgregazione, non appenu quella "volont lo n iia ltu a le " tosse venutu m eno. Il che si verific alla line U>>li unni le liu u tu , i|uum lo la politici) d u n it nazio n ale term in, lasiiam losi alle spalle un sisienm polii u o orm ai privo di ce n tro e di equilibrio, tuie ila lui ilom uiuluir a^li ossei v atori pi av v e rtiti, se in Italia esistesse ancora uno S tato " U na tale situazione non poteva sfuggire a u n estrem a d estra clic, proprio dalla relativ a stab ilit (n onostante le sue gravi carenze di fu n zionam ento e di dem ocraticit) dello S tato di d ir itto italiano nei d e cenni successivi alla L iberazione era sta ta pesan tem en te m arginalizzata e n eu tra liz za ta : Lo S tato m a lato , pu proclam are nel gennaio 1980 G . D el N in n o , abbozzando una som m aria diagnosi in c en trata, p are tian am en te, p roprio sulla te n d en za alla disgregazione dello S tato e sulla m oltiplicazione dei cen tri di decisione extraistitu zio n ali: A lla cri si dello S tato com e m o d u lo d i aggregazione, scrive, corrisponde in fa tti un consolidam ento di form ule altern ativ e, m ai sanzionate d a alcuna carta costituzionale, quali il P a rtito , il S indacato, la H o ld in g m u ltin a zio n ale ... 158 Se d u n q u e ci si com incia a chiedere a destra lo stesso arco co stitu zio n ale abbandonava i p ropri principi guida per m u tare q u alita tiv a m e n te i fo n d am e n ti stessi d ella u to rit statuale e i m eccanism i v ita li delle d inam iche politiche, perch n on rilanciare la p ro p ria reale al te rn a tiv a to ta le allo S tato di d ir itto ? E poi: perch non co n tra p p o r re al decisionism o d eb o le , di fa tto p raticato dalle forze d i governo, e in p arte anche teo rizzato , il pro p rio decisionism o fo rte (il vero d e cisionism o) quale em erge dai classici del pensiero reazionario? C onfusam ente, anche in q u esto caso senza u n a reale percezione delle te n d en ze p rofonde e dei processi stru ttu ra li, quasi p er intu izio n e, la N u o v a d e stra sem bra com unque percepire che la m etam orfosi del sistem a p o liti co italiano finiva per aprire varchi profo n d i nella cultura dem ocratica do m in an te, in prim o luogo sul te rren o , delicato e cruciale, della legitti m azion e (del processo, cio, giova ricordarlo, attrav erso cui u n a u to rit non riceve solo obbedien za m a adesione), di cui venivano disvelati gli asp etti di crescente relativ it e a rb itra rie t . S postando, in fa tti, il fo n d am en to della legittim azione dal principio di legalit (proprio dello S tato di d iritto ) al principio di p restazione e d i efficien za (proprio dello S tato am m inistrativo), e affid an d o allu n an im it dei co n tra en ti politici (i p artiti) o, com unque, al loro accordo co n tin g en te il principio g eneratore di tale au to rit, si finiva p er m e tte re a n u d o il ca ratte re del tu tto discrezionale e co n tin g en te d ellesercizio del p o tere ; per disvelare linsufficienza della m era p ratica negoziale a fondare lo S ta to 159.

152

MARCO REVELLI

C he tale negozialit diffu sa n on avesse nulla a che fare col m o dello giusnaturalistico di c o n tra tto sociale (originario, stip u lato una volta per tu tt e e quindi co stitu tiv o in senso fo rte di uno S tato fo n d a to sul consenso e sulla volont razionale dei cittad in i), cosa ev id en te. C i n on toglie, tu ttav ia , che la N uova d estra abbia colto q u esta occa sione p er in n estare sulla confusa dom an d a di legittim azione certa, em ergente dalla societ, la p ro p ria tradizio n ale polem ica a n tic o n tra t tu a lista e an tirazio n alista (il c o n tra tto com e form a debole d i le gittim azione) e per rim e ttere in gioco le p ro p rie concezioni carism ati che e organicistiche del p o te re e dello S tato : Interrotta la con tin u it tra la trascendenza e l autorit," scrive ancora D el N in n o , d ie tro le ap p a renze del p a tto non rim asta che la b ru ta im posizione o la trap p o la di un consenso in d o tto con l a stu z ia . 140 Il c o n tra tto , aggiunge C laudio Finzi, lultim a risorsa di uom ini che non h an n o un vero^m otivo basi lare per stare insiem e, per ap p a rten e re allo stesso gruppo. E il te n ta tiv o di sostitu ire un rap p o rto personale con u n legam e im personale, che, essendo fo n d ato esclusivam ente su criteri di u tilit, ognuno d isposto a risp ettare so ltan to fino a qu an d o il vantaggio esiste oppure ancora p ossibile. 14 1 A tali criteri (d eb o li) di legittim azione, relativ istici , p rev alen te m en te o rie n ta ti sui m ezzi (le p ro ce d u re) di form azione della v o lo n t politica e di im p u tazio n e della sovranit, e so p ra ttu tto p ro v e n ien ti dal basso , la N uova d estra co n trap p o n e i p ro p ri criteri, d ich ia rata m en te f o rti e sostanzialistici , artico lati nella duplice versione trad izionalistico-evoliana (focalizzata sull 'origine superum ana e sacra lizzata della sovranit), e prom eteico-spengleriana (qualificata d ai fini di essa). N ella prim a accezione, la sovranit co n sid erata com e u n a sor ta di tra m ite di p o n te , la qualificher E vola tra m o n d o e sovram o n d o , tra regno della contingen za um ana e universo dei p rin cipi etern i, tale da tra d u rre sul piano storico 1o rd in e m etastorico della T rad izio n e, trasfo rm an d o il caos in Cosm o, e d a esprim ere, per questa via, il m edesim o ca ratte re sacrale , trasc en d e n te e su p e ru m an o di quel sistem a u ltra te rre n o , rigorosam ente gerarchico e o rg an i co, trae n d o n e u n a legittim azione superiore. N ella seconda accezione, lessenza della sta tu a lit p iu tto sto in d icata nella capacit di im porre una form a allin e rte coacervo di energie co stitu e n ti u n a N azione; d i o r ganizzarle in funzione del pro p rio d estin o storico che , sem pre, la p o litica di p o te n za e lespansione verso lestern o ; di plasm are, q u in d i, la sostanza storica a p a rtire dalla forza, in cui risiede, in ultim a istan za, il fo n d am en to della legittim azione di ogni p o te r e 142. U n im postazione, questa, che anche se d eclin ata nel pi laico e ap p are n tem e n te relativ istico n o rm ativism o eroico la D e B enoist (di cui si tra tte r pi am piam ente o ltre), rin v ia p u r sem pre, e com unque, a un processo p ro ce d en te e rigorosam en te d allalto ; a u n im m agine di im -posizione dellau to rit sulla societ civile, d estin ata a coniuga

3. LA NUOVA DESTRA

153

re indissolubilm ente politici! c dom inio, statu alit c signoria, nel q u a d ro di u n a concezione irridu follm ente a u to ritaria della legittim azione del p o te re politico. Ni- c ceri n in n ile un cnso clic due autori di P rovia m ola nuova term inino i propri lo n liilu ih m n lue significative citazioni classiche , en tram b e im p ro n tate n unii visiour %|>iriutiimcnte v ertica le e, per cos d ire tim ocratica" dell p olitila: "D m ," scrive S tenio Solinas rip re n d en d o lelogio di C asti n a io Clustrili uni del Mm liiuvelli, am atore degli uom ini fo rti, perch si vede che sem pre castiga gli im p o ten ti con i p o te n ti 143; Q u a n ti si riconoscono nella N uova C u ltu r a , aggiunge G en n a ro M algieri, non disperano perch, avendo misti rato i passi della d ecadenza, sanno che vi sono con crete possibilit di rinascita, e le cercano, le inseguono, vogliono predarle, perch com e N ietzsche sanno che c anche u n altra specie di b arb a ri che vengon d allalto: una specie di n a tu re d o m in atrici e conq u istatrici che cercano un a m ateria che possan foggiare. P rom eteo era un simile b a rb a ro . 144 Si rito rn a ti cos, con q ueste ultim e afferm azioni m a tu rate nellam b ito dellanalisi su l lato d elle istitu zio n i, al cam po classico del pensiero reazionario e au to ritario , declinato nella sua form a tradizionale, assai pi vicina p er l acceso statualism o e per il fo rte co n n o tato centralistico a ttrib u ito alla sovranit al m odello classico fascista (o anche, per alcuni versi, alla critica p are tian a alle Trasform azioni della dem ocra zia 145) di q u an to n on fosse, invece, l o rdine di considerazioni m atu rato sul lato della societ civile in cui prevaleva, lo si ricorder, u n in d u b b ia valorizzazione delle m icroaggregazioni com unitarie e uno spiccato o rga nicism o politico (anticentralistico al p u n to da assum ere il feudalesim o com e m odello positivo) pi affine, forse, a form e d i solidarism o cari sm atico p ro p rie dellestrem a d estra francese anni tre n ta o al ca tto li cesim o sociale che non alla m acrofisica del p o te re dei regim i storici. U n antinom ia, tu tta v ia , che allo sta to attu ale del d ib a ttito , sem bra rin viare pi a una n on ancora d efin itiv a sistem azione d ellap p arato co n cettu ale che a u n a reale divaricazione form alizzata d i posizioni e di s tra te g ie 146; e che com unque finisce per ritro v are com posizione nella com une rivolta c o n tro quell ideale m oderno egualitario e dem ocratico co n siderato, senza appello, com e vero stu p rato re d i an im e e accusato di aver sottom esso le coscienze al pi tragico dei to talitarism i: quello della V olont G enerale, albero della Cuccagna per im becilli irricu p era bili che qualche volta [...] credono ferm am ente di essere liberi e sovra n i 147. O ltre a spiegarsi, per m olti versi, e a rid u rs i , se dal piano di le ttu ra della pi recen te vicenda italiana secondo criteri a n alitici e in term ini storici e strutturali (un approccio, utile rip eterlo , esattam e n te agli an tip o d i risp etto allepistem ologia organica e spiritualistica p ro p ria del radicalism o di destra) si passa al concreto e specifico m odo con cui la N uova d estra au to ra p p re sen ta il p roprio ruolo e il co n testo politico sin tetizza la crisi , si p o treb b e d ire a p artire dal proprio sta tu to

154

M ARCO REVELLI

culturale; se cio si passa dalla dim ensione analitica oggettiva ed essoteri ca fin qui p ra tic a ta a una soggettiva ed esoterica riconducendo il q uadro d analisi a quella m etafisica della crisi che costituisce, lo si d e tto , e lo si ved r m eglio ora, il fa tto fo n d a n te d ellim maginario p o litic o della N uova destra; il m eccanism o o ttico attrav erso il quale i tr a tti essenziali della rea lt storica e sociale si tra d u c o n o e rap p rese n tan o in form a m itica e ideologicam ente co n n o tata , co n trib u en d o a d efin ire le stra te gie di risposta e a selezionare i rife rim en ti storico-culturali. E in fa tti in una vera e p ro p ria m etafisica della crisi espressio ne di u n m odello culturale radicalm ente an tirazio n alistico e a n tisto ricistico , e in q u an to tale luogo n a tu ra le della coincidentia oppositorum , am bito privilegiato di produ zio n e di u n a serie sco n certan te di ossim ori p o litici che la le ttu ra della co n g iu n tu ra attu ale p ro p o sta dalla N uova d estra sem bra tro v are la p ro p ria legalit , e gli e te ro genei spezzoni d analisi, le c o n tra d d itto rie p ro p o ste con cui essa d im o stra di voler ca p italizzare sulla crisi italian a possono ricom porsi in un quadro organico in c en trato su u n m odello esistenziale e antropologicoculturale pi che n on politico. C os com e ancora nellam b ito d i un a concezione m etastorica e transpolitica della crisi che pu legittim arsi il richiam o, cos centrale nella defin izio n e della sua nuova id e n tit , alle sperienza w eim ariana (sulla cui filigrana, ap p u n to , co n d o tta lanalisi dellattu ale politica) e al patrim o n io culturale della kon sem ative R e v o lu tion (assunto com e chiave di le ttu ra privilegiata della im passe sp iritu a le contem poranea).

3.4. M etafisica della crisi e R iv o lu zio n e conservatrice" N el 1978, nellanalizzare la d elicata co n g iu n tu ra italian a com e tra vagliata fase di transizione dal ciclo liberal-dem ocratico p ro p rio del dopoguerra ad u n pi avanzato ciclo dem ocratico-sociale (un passag gio gravido di rischi, com e gi lo era stato , negli anni v en ti, il su p era m ento del ciclo lib erale tro n ca to , in Italia, dal Fascismo), Paolo Farn eti osservava com e m ancasse, nel nostro Paese, una forza politica d e te rm in a ta a in v e stire seriam ente e a cap italizzare sulla crisi: non c , per o r a , egli scriveva, quel fenom eno d i form azione e d i sviluppo di u n m o vim en to p o litic o della crisi, che cio p u n ta sulla crisi, d i cui si autodefinisce e riconosce figlio e che dalla crisi spera d i essere com p en sato in te rm in i di potere. Esso ca ratterizz sia la crisi del prim o d o p o guerra in Ita lia e la genesi del Fascism o sia, p i ta rd i, la crisi della R e pubblica di W eim ar e la genesi del N azional-socialism o. 148 O ggi, possiam o d ire che u n tale m ovim ento esiste , e che p ro p rio in quegli an n i esso stava, in form a silenziosa e so tterran ea, m e tte n d o ra d i ci. La N uo v a d e s tra , in fa tti, assum e a tal p u n to la crisi com e re fe re n te qualificante, da affidare a essa la d efinizione della p ro p ria stessa

3. LA NUOVA DESTRA

155

id e n tit e da porre, eflcttivm m -nu-, nella crisi Ir iasio n i stesse della p ro p ria esistenza e le coordinate della propria lincii strategica. Se di scom m essa si pu palline, u proposilo d ell'av v en tu ra della N uova destra, p roprio sulla p o lla la "i aiasiro lii a s u l l a p ro fo n d it e d u ra ta della crisi, sulla sua capacit di in tim a degli equilibri consolidati e di rim escolam ento delle posizioni m<|iiisiie, elie essa e giocata, al p u n to che lidentificazione tra N uova cultura" e "Cultura della crisi ap ertam en te riven d icata dai suoi stessi esponenti. nella crisi, in tesa com e crisi d id e n tit " d ell'o rd in e sui iale dom i n an te com e crisi, cio, di m o tiv azio n e e di "inte)',razione" Inessa in te n d e, lo si b en visto, giustificare la propria genesi, sottoli n eando la dram m atica im passe a ttrav ersa ta da una societ incapace di trovare adeguate risposte istituzionali alle dom an d e em ergenti: una si tu azione, ap p u n to , assai sim ile a quella caratte rizz ata dal breakdoivn del m odello liberale negli anni v e n t i149. E d ancora nella crisi q uesta volta in tesa in senso specificam en te politico-culturale che essa cerca legittim azio n e e spazio per la p ro pria strateg ia m etap o litica radicalm ente altern ativ a e fo n d ata, ap p u n to , sulla considerazione del crollo sim ultaneo delle du e o pposte co r re n ti ideologiche (quella liberal-dem ocratica e quella m arxista) che av e vano te n u to p er l in te ro dopoguerra, il cam po 1 5 . M a, s o p ra ttu tto , alla crisi considerata lungo tu tto l arco dei suoi re g istri e nelle sue m olteplici dim ensioni di generalizzata crisi d i v alo ri , di crisi della rag io n e , della p o litica , d ellidea di p ro g resso , di crisi delleconom ia e, si b ad i bene, non d i crisi econom i ca che la N uova d estra affida le possibilit di rilancio delle p ro p rie categorie fo rti . In prim o luogo di quel decisionism o to ta le , n ich ili stico, che, com e si visto, costituisce p arte in te g ran te della sua critica della d e m o c ra z ia 151. M a anche, e con p articolare insistenza, di quello scardinam ento dei tradizionali to p o i politici; di quella radicale cancella zione delle n o rm ali distinzioni politiche a com inciare dalla fondam entale co n trapposizione tra D estra e S inistra cui la N u o v a d estra sem bra voler affid are b u o n a p a rte delle p roprie speranze di rilancio egem onico da giocarsi, ap p u n to , allin te rn o di u n paesaggio politico p ro fo n d a m en te trasfo rm ato e sconvolto dalla eccezionalit d ei processi di trasform azione. in fa tti nella p o rta ta ca ta stro fic a della crisi, nella sua capacit di cancellare soggetti sociali e politici o b so le ti per farne em ergere dei n u o v i , p o rta to ri di istanze e com p o rtam en ti in e d iti (p alin g en etici , si p o tre b b e dire) che essa individua in accordo, su q u esto te rren o , con alcuni esp o n en ti della sinistra e della sua crisi, com e M assim o Cacc ia r i 152 lorigine di quel processo di liberazio n e da u n esten u a ta e repressiva (norm alizzatrice) ragione politica, nem ica del n u o v o e del d iso rd in e , da cui, attrav erso un travaglio feco n d o , d o v reb b ero em ergere alleanze in ed ite, costellazioni e convergenze, collusioni e co n

156

MARCO REVELLI

lam inazioni fino a pochi anni o r sono im pensabili: C risi di referen ti, di paradigm i, di id e n tifica zio n i, scrive a q u esto proposito M arco T archi in u n articolo dal significativo tito lo Q uando S ch m itt incontra K a rl M arx. C risi che deve e pu, nel seno dei trad izio n ali (e anacronistici) aggregati ideologici, spingere la critica ai confini delleresia. 153 E p ro segue, p arafrasando Cacciari: Q u el che certo che orm ai il sistem a destra-sin istra, con la sua rappresentazio n e assiale, fisiologicam ente in a d a tto a esprim ere situazioni c ritic h e . Privilegiando decisioni d ra sti che di esclusione, suggerendo com e unico sbocco in ogni form a del co n flitto la p u n tu ale gravitazione al ce n tro m edico d i tu tte le co m p o n en ti del sistem a, accom pagnandosi allo schem a bipolare sul piano dei ra p p o rti in tern azio n ali (e rap p rese n tan d o n e , anzi, il logico presupposto), esso si reso incapace di spiegare lavven to sulla scena di nuovi sogget ti, che n e v anno d eterm in an d o , con crescente dinam ism o, la progressi va d eleg ittim a zio n e . 1,4 In una tale, crescente crisi di o p e ra tiv it dellan titesi lineare-assiale D estra/S in istra (in partico lare nella sua su p posta incapacit di d ar co n to dellid e n tit n u o v a del radicalism o di destra degli anni o tta n ta ), gli esp o n en ti d i q u esta so rta di rivoluzione cu ltu rale neo-fascista non vedevano solo la riproposizione d i esp erien ze storiche qualificanti com e il Fascism o, in prim o luogo, e i sociali smi nazionali, il cattolicesim o sociale, le dem ocrazie a u to rita rie . . . 155 m a anche la condizione p er quel d islo cam en to in chiave co n serv atri ce delle energie rivoluzionarie fru stra te che, com e si visto, h a co sti tu ito u no dei tr a tti pi significativi delle rivoluzioni co n serv atrici entre deux guerres. Senza tralasciare e n o n p er ultim o lo b ie ttiv o di una ta rd iv a ri-legittim azione delle p ro p rie is ta n z e 156. E tu tta v ia , n o n o sta n te la proclam ata ce n tralit della crisi nelle te m atiche e nelle stesse istanze strateg ich e della N uova d estra, m anca nella sua elaborazione ogni traccia di analisi d ettag liata delle origini e delle dinam iche stru ttu ra li sto ricam en te d eterm in a te di essa. Al di l della som m aria m orfologia e d i u n a ltre tta n to generica anche se ca ta stro fistic a fenom enologia della crisi, non si ritro v a, nella sua p u r ricca pubblicistica, riferim en to alcuno al p i recen te d ib a ttito sociologico ed econom ico com e si sa am plissim o sui te rm in i spe cifici della crisi in corso (un silenzio che stupisce se co n fro n tato con le dim ensioni ip e rtro fich e del m ateriale d analisi e di discussione elab o ra to a sinistra), m e n tre i rife rim en ti al d ib a ttito politologico e giuridicoco stituzionale sem brano arrestarsi, ancora un a volta, agli an n i tre n ta . La realt che, tra laccezione n o rm alm en te u sata dalle scienze eco n o m iche e sociali e l accezione del te rm in e crisi assunta dalla N u o v a d e stra esiste u n no n dich iarato slittam en to . Q u an d o essa parla d i crisi non in te n d e, cio, la crisi d i u no specifico m odello d i accum ulazione , o di u n d e te rm in a to ciclo di sviluppo capitalistico con cui si m isurano gli econom isti, e n eppure si riferisce esclusivam ente alle m olteplici in te r p retazio n i o ffe rte dai sociologi per d ar co nto delle crescenti diffico lt

3. LA NUOVA DESTRA

157

del W eIfare State. G li " in d u a tm i" r i livelli cui guarda si collocano a p ro fo n d it diverse risp etto a . nulli m ateriali e o m ettivi delle d in a m iche econom iche e sociali I n M i a c , per m olli v e n i, una concezione m etafisica della crisi, la quale ......mie, pili sciupi-, l'abissale crisi dello sp irito , la verticale "caduta dei vaim i", la ilici/sch ean a m orte degli d e i che a partire- dagli uh uni dei ru m dell'! litui m io era venula ad annunciare la prossim a finis H um piw e ilie, fiu tila a mutimi espres sione con gli anni venti, si era m anifestala nella im m a <-',pliiiia della decadenza. E , in q uesto senso, crisi epocale, dilatata nel tem po e nello spazio fino a coincidere, senza residui, con t u t t intera la " ( d a n d e Crisi del V entesim o secolo 157 u n tem po indifferen ziato al proprio in te r no, c a ratte rizz ato dal disagio e dallo stilit verso un m ondo fatto di in dustrializzazione, in cui la m acchina ci ha distaccati dalla n atu ra , o r mai segnato dai cam biam enti antropologici, dalla superorganizzazione della v ita pubblica, dalla civilt di m assa e dalla carenza d i p ersonaliz zazione della v ita in d iv id u ale 158 la quale non tro v a nel ciclo b re v e della co n g iu n tu ra attu ale che un sem plice episodio, un p u n to di passaggio e di conferm a di una te n d en z a secolare. E , in fondo, p ro p rio in q u esto slitta m en to di piano dalla storia alla m etastoria e dalla politica alla metapolitica-, in q uesto passaggio dalla fi sica sociale alla m etafisica della crisi , che si costituisce quel m ecca nism o dogm atico di le ttu ra della vicenda italiana attu ale che finisce per tra d u rre in chiave epocale e p er sublim are in una m acrom orfologia sto rica organ izzata per cicli om ogenei al loro in te rn o i concreti e sto rica m ente d e te rm in a ti processi politici in corso. Q uel m eccanism o, a p p u n to , che trad u ce, senza residui, la d om anda di solidariet sociale em er gente dalla crisi delle consolidate cu ltu re politiche, p ro p rio del passag gio congiunturale dei ta rd i anni se tta n ta nei m edesim i term in i della t nniesiana te n d en za alla dissoluzione della G em einschaft, quasi si tr a t tasse della m edesim a sostanza sp iritu ale ; o che legge la specifica crisi di leg ittim it del m odello statuale italiano connessa, com e si visto, con le diffico lt stru ttu ra li di u n difficile passaggio a un a dem ocrazia pi am pia to u t cou rt com e la prova di una strategica spoliticizzazione dello S ta to p ro p ria delle epoche egualitarie, trasferen d o la su u n piano in cui nulla la differen zia dalle violente convulsioni del m odello liberale dopo la m assificazione del prim o co n flitto m ondiale. E che ri vela, pro p rio in forza di q u esto p erm a n en te sc arto (mai colm ato) tra piano storico-concreto degli ev en ti e loro trad u zio n e m itico-ideologica, lorigine della relativa forza culturale della N uova d e s tra , capace di u n in e d ita autoleg ittim azione sul piano dei riferim en ti in te llettu ali, e, insiem e, della sua im poten za po litica . C os si spiega il rito rn o a W e im a r di questa D estra. W eim ar co me luogo di ricostruzione della p ropria iden tit storica e com e am b ito idealtipico di d efinizione della p ro p ria strategia politica; la sua congiun tura catastrofica com e reticolo su cui leggere e in te rp re tare la crisi ita lia

158

MARCO RE VELLI

na e, d e n tro di essa, la costituzione di nuove id e n tit catastrofico-antagonistiche, segnate e d eterm in a te dalla crisi e, in q u an to tali, irrid u cib i li alla n o rm alit delle categorie stru ttu ra li irrim ed iab ilm en te coinvol te con lo sviluppo e con 1o rdine sociale . W eim ar e la sua d em o crazia c o n tra tta ta , razionale e negoziale, e perci d eleg ittim a ta im p ro v v isata , per usare lespressione d i E rn st T ro eltsch , in sid iata d allendem ica m ancanza di lealt da p arte d ei co n tra en ti dei suoi p a tti fo n d am e n tali e da una mai sopita guerra civile ; la G erm an ia d ellepop ea dei Frei K orps e dei P roscritti , della tellu rica incandescenza, al di so tto della superficie razionalizzata d i u n a stra tto n o rm ativ i sm o , dei radicali m ovim enti esistenziali giovanili e delle convulse esperienze hndisch e g u erriere , espressione della pi d iro m p en te m odernit e del sim m etrico (a ltre tta n to d irom pente) con flitto con la m o dernit p iu tto sto che lItalia del 22, forse ancor tro p p o o tto c e n te sca e riso rg im en tale , scarsam ente capace di parlare e farsi in te n d ere dal no stro orecchio di con tem p o ran ei... C os si spiega, ancora, l'assunzione, com e luogo d i rico stru zio n e della p ropria iden tit culturale, dellartico lato sistem a di pensiero della konservative R evo lu tio n tedesca, indicata com e il sim bolo di quella ri volta dei valori q u alitativ i c o n tro la reazione dei pregiudizi borghesi e pro letari, nel te n ta tiv o rivolu zion ario d i conservare ci che etern o , im p eritu ro nellesperienza sp irituale e m ateriale di un individuo, d i un popolo, di una civ ilt 160, rite n u ta valida oggi com e allora e in q u an to tale prop o sta esplicitam ente com e la chiave che svela gran p arte degli enigm i del no stro te m p o 161. F in dai ta rd i anni sessanta, attrav erso la puntigliosa (e p er m olti versi tendenziosa) ricostruzione di A rm in M ohler col suo orm ai classico D ie K on servative R evo lu tio n in D eutschland, 19 1 8 -1 9 3 2 'b2, d ivulgata in Italia da A. R om ualdi col volum e C orrenti po litich e e ideologiche della destra tedesca d a l 1918 a l 1 9 32 , essi avevano im p arato a o rien tarsi allin tern o di quellin tric a ta topografia di co rren ti so tte rra n e e che, in m o d i e con accenti diversi, avevano c a ratte rizz ato lopposizione e tic a (e m ilitare) al m odello di W eim ar. E rap id am en te ne avevano fa tti p ro p ri tem i e argom enti: dallespressionism o m istico e com unitario della h n disch Jugend, la com ponente forse pi am pia del D eutsche Bewegung (la quale fo n d av a la p ro p ria n a tu ra rivoluzionaria sul caratte re d iro m p en te d ello riginaria in te rio rit , dellE s che in n o i , v io len tem en te a n tite tico allo spirito com prom issorio della politica istituzionale), all 'etnologism o radicale, spinto fino al razzism o, d ei V lkischen (il gruppo che con m aggiore forza te n ta v a di c o n tra p p o rre allo srad icam en to m etro p o li tano u n a cu ltu ra delle rad ic i fo n d ata sullidea d i u n id e n tit o rig in a ria rad icata nel re tro te rra biologico e filogenetico e affo n d ata nella stirpe, nella lingua e nellanim a del paesaggio); dal m isticism o guerriero dei N azional-rivoluzionari (il gruppo che p i d i ogni altro in te n d ev a rap p rese n tare la generazione del fro n te , ca ratte rizz ato d a u n fo rte

3. LA NUOVA DESTRA

159

spirito soldatisch, da una s c o n f i n a t a lede nel m o d e l l o etico e politico prussiano e d a u n ideolonia dcH 'adem pim cnto e del silurificio co n tra p p osta esistenzialm ente ni c u r m i e r e u t i l i t a r i s t i c o e culi olistico della m o rale m ercantile) al N a z i o n a l - b o l s c e v i s m o il hi N i r k i . 11 < Paetel, d e te r m inati a coniugare il m ito del d e s t i m i t r d e s r o < il l a s c i n o della n atu ra p rim ordiale e b arbarica (au ten tica " e "or i e. umt i a") d e l l ' o r i e n t c russo, in dividuando nellalleanza tra O rd in e p r u s s i a n o e K i v o l u / i o n e bolscevi ca lasse per u n in e d ita esperienza geopolitica r a p i n e ili r ovesi iure gli equilibri di Versailles; dal T radizionalism o intran sig en te, infine, della nebulosa Jungkonservative, n ietzscheanam ente aristocratica (si pensi allo Herren K lu b di von G leichen) e p ro fo n d a m en te affascinata d allorganicism o m edievale e dal m ito im periale ghibellino (Evola pu esserne considerato il pi fedele tr a d u tto re in Italia), al ruralismo regressivo del Landbewegung, m ovim ento co n tad in o vio len tem en te an tiu rb an o , spenglerianam ente ostile allarroganza dello sradicato sp irito c itta d i n o 165 e in p erm an en te, la te n te riv o lta co n tro la m etro p o litan a classe politica w eim ariana. In ognuna di tali co rren ti avevano tro v ato un brandello delle p ro p rie rag io n i ; u n tra tto della p ro p ria id e n tit . So p ra ttu tto , attrav erso lidentificazio n e con quelli che M ohler definisce i tro zk isti del nazism o a so tto lin earn e il ca ratte re etero d o sso e, p er m olti versi, an tite tic o , p u r nellam bito della m edesim a fam iglia ideologica , risp e tto allesperienza nazional-socialista avevano rite n u to , finalm ente, di p o te r risca tta re la pro p ria o rig in ariet politico-culturale per radicarla fino in fondo nella W eltanschauung che le era pi p ropria senza, nel contem po, d over pagare lo scotto dellid entificazione di una tale id e n tit politica con le d egenerazio n i d i quel m odello ideologico una vo lta fatto si S tato e incarnatosi nella v icenda h itlerian a. A quella concezione del m o n d o diffusasi, ap p u n to , con tu tta la p o te n za espressiva dello statu nascenti, im m ediatam en te a ridosso del prim o co n flitto m ondiale (della prim a ca tastro fe contem poranea) com e radicale riv o lta co n tro le tensioni egualitarie e d em ocratiche della m o d ern it, si sarebb e p o tu to rito rn a re essi pensavano per analogia, ogniqualvolta la tecnica fosse rito rn a ta a p erd ere influsso sulle opere e sui co m p o rtam en ti, e lindustrialism o [ad apparire] com e u na fo n te di disgregazione sociale 164, spezzando la lineare razionalit illum inistica del pensiero progressista. E ta n to p i oggi, quan d o , n o n v d u b b io , la constatazio n e del clinam en perverso della civilt, della universale reificazione, della m inaccia di a n n ie n ta m e n to 165 cos qualifica, con efficacia, la congiu n tu ra esistenziale attu ale Luigi C o rtesi in u n bel v o lum e su Storia e catastrofe ridisegnano sullo rizzo n te della storia, co m e segno di arresto o com unque di u n a sua rep e n tin a irrazionalizzazione, lim m agine della crisi, la sensazione di essere g iu n ti al p u n to fin a le , in cui il tem po p resen te appare cupo, senza speranza, ed il fu tu ro si p ro sp etta com e u n in c u b o 166. D ue elem enti in particolare, nel corpus ideologico e categoriale ri

162

M ARCO REVELLI

ni p o strivoluzionarie che vede, ap p u n to , la N uova destra candidarsi a rap p resen tare lunica altern ativ a globale al sistem a. U na direzio n e, questa, che conferm a il ca ratte re assorb en te del terren o esistenziale ri sp e tto al p ro g etto com plessivo della N u o v a d estra e la ce n tralit in esso riv estita, appunto, da quella sua etica tragica, d a quella cu ltu ra del d isin ca n to (o, se si preferisce, da quel d isp erato am or fati) che pur consapevole dellinevitabilir fallim ento cui d estin a to ogni sforzo e ogni aspirazione al cam biam ento, p u rtu tta v ia co n tin u a a trascin are co m unque al co m b attim e n to nella convinzione che In a d e m p im e n to , a prescindere dal risu ltato , abbia com unque senso. E attrav erso u n tale m odello etico che essa ritiene, in fatti, d i p o te r co n ten d ere in tem pi di verticale caduta della speranza palingenetica in un a m odificazione qu alitativ a e soggettiva dcH 'esistente al naufragio della rivoluzione le sue residue energie; perch per q u esta via, grazie alla sua capacit di passar o ltre la linea ili caduta del proprio o rizzo n te storico, in forza del suo pessim ism o p rev e n tiv o , di quellam ara coscienza d ellim m o dificabilit del m ondo che gli fa com pren d ere in anticipo che in fo n d o tu tte le rivoluzioni vengono tra d ite , e che n o n v riscatto in u n q u al che aldil m etafisico o storico, senza con questo rin u n ciare allethos dellazione, che il nichilista a ttiv o di oggi, d i fro n te a u n m ondo p ie trifica to nei suoi im m odificabili rap p o rti di forza, ritien e di p o te r cele brare e afferm are la pro p ria superio rit sul rivoluzionario sco n fitto di ieri. E su questa base lanciare consapevole di giocare sul proprio te rre n o quella p roposta di sintesi giudicate fino a ieri im possibili tra la g en te di d estra della sinistra e la gente di sinistra della d e stra 173 che ricorda d ire tta m e n te , ancora un a volta, luoghi e p ro g etti p ro p ri dellarea della k on servative R e vo lu tio n , e che sem bra co stitu ire uno dei pi significativi assi di sviluppo della ta ttic a politica della N u o va d estra nella fase pi recente, e forse, lunico am bito direttam en te p o litico in cui essa sia riuscita e ffettiv am en te a cap italizzare sulla crisi.

4. IL CONTESTO INTERNAZIONALE. OVVERO, L iNCONTRO CON LA NOUVELLE DROITE FRANCESE E COL SUO PROGETTO DI RIDARE SENSO AL MONDO

L a seconda d ete rm in a n te della m etam orfosi m etap o litica del n eo fascism o italiano da ricercarsi, s d e tto , n ellin co n tro , m a tu rato negli anni cruciali tra il 77 e il 78, con la b en p i a ttrezz ata (culturalm ente) e rad icata (politicam ente) N o u velle d ro ite francese. E d a essa, in fa tti assunta com e lab o rato rio politico-culturale avanzato e com e m odello gu id a che il nucleo fo n d ato re della N uova d estra italiana, in piena m arcia di trasfe rim en to dal g h e tto trad izio n alista e nostalgico verso una pi am pia legittim azione e u n pi m oderno protagonism o (verso la

3. LA NUOVA DESTRA

163

p ro p ria dim ensione egem onica ), sentim i aver tratti la maggior p arte d e gli stim oli e delle idee, im portandone m assicciam ente m etodi e co n te n u ti, e so p ra ttu tto facendone |>t<|>i i il dinam ico pragm atism o e la fo rte carica innovativa. E la N o u velle droitc francesi', m in ili, ilie pei prim a, ancora alla fine degli anni sessanta, aveva consumilii> min to tim n lo m p lcia, " ta n to sul piano della sensibilit q u an to su quello delle id e e " 1' 1 , io ti la vecchia D estra, la d roite ntronvablc" degli esten u ali m in to talitari e K-ll' " i 11 n ato passatism o , dei fantasm i a u to rita ri" e del conformiimo reazio nario; la d estra dellinacidim ento, del rancore e del m alum ore" m . U na r o ttu r a , afferm eranno, che non pu non ricordare quella della nuova sinistra con la vecchia sin istra 176, e che costituiva la condizione necessaria anche se n on sufficiente p er u n recupero di o p erativ it politica e culturale dopo la rottura generazionale ed esistenziale del m aggio . La vecchia d estra m orta. E se lo p ro p rio m e rita to , aveva proclam ato A lain D e B enoist. E m o rta per non aver avuto n volo n t n progetto U7; per m ancanza di co rag g io 178 e di c u ltu r a 179; per in sufficiente vocazione egem onica e per eccessiva id entificazione con lesistente; per im p o ten za te o ric a 180 e p er incapacit tattica. La possibi lit di rilancio di u n pensiero di d estra concludevano non av reb be p o tu to passare che attrav erso la radicale rim ozione delle vecchie idee e il risanam ento, necessariam ente traum atico, della m alattia della d e s tra 181. E , quin d i, attrav erso u n d u ro scontro allin te rn o del p ro p rio stesso cam po. E ancora la N o u velle droite francese ad aver den u n ciato , per prim a, la ce n tralit della questione del p o tere culturale della sin istra , in d i cando nella sua capacit di o ffrire sistem aticam en te u n p u n to di vista organico sul m ondo il fa tto re principale della sua egem onia sociale, e nella sua tendenziale crisi il co n testo ideale e n tro cui d efin ire le linee p o rtan ti di u n p ro g etto egem onico altern ativ o , conserv ato re e radicale insiem e, di tipo, ap p u n to , m eta p o litic o , d ire tto cio alla fondazione di un a W eltanschauung organica e an tite tic a. La N o u velle d ro ite , ha scritto D e B enoist, no n si situa sul te rren o politico, m a culturale. Sin dal prim o m om ento, essa si prefissa com e o b ie ttiv o il p o r fin e al m o nopolio culturale di cui beneficiava fino ad allora lideologia d o m in an te . 182 D ove, p er ideologia d o m in a n te sin te n d e il p u n to d i vista egalitario e m etodologicam ente individ u alistico della vecchia lite lib era le e della nuova intelligencija freudo-m arxista; quel com posto di razio n alit illum inistica settecen tesca e di teleologism o storico o tto cen tesco , d i um anesim o cristian o e di m onoteism o giudaico, che h a fo n d ato , ap p u n to , le m o derne teorie d em ocratiche e luniverso politico-culturale co n tem poraneo, e che gli uom ini della N o u velle droite assum evano co me nem ico p rin cip ale d enunciandone, nel contem po, l obsolescenza e linsufficienza di fro n te alle pi recen ti sfide della m o d e rn it 183. Essi aggiungeva a q uesto p roposito D e B enoist pren d ev an o a tto

164

MARCO REVELLI

della disgregazione delle d o ttrin e alla m oda freudism o, n eo-m arxi smo, scuola di F rancoforte, stru ttu ralism o della m o rte dellu o m o e della stanchezza e dellam arezza di m olti loro discepoli. In corporavano nel pro p rio sistem a alcune idee di sin istra, cosi com e la nuova sinistra aveva inco rp o rato nel suo alcune idee d i d e s tra . C o n statav an o che il m ovim ento recen te delle scienze n on andava nel senso delle idee che com battevano; sembravi! sem m ai co n tra d d irn e pi d una. E ra n o co n v in ti che i problem i-chiave del nostro tem po sono in n a n z itu tto p ro b le mi culturali; che lo scontro .le i le idee pi decisivo d i quello d ei p a rti ti; e che i d ib a ttiti sulla s tru ttu ra dellesistenza, sui m odi del vivere, sul significato della vita, co ntano m olto d i pi di quelli che v erto n o sulle istitu z io n i o sulle torm e ili gov ern o . 18 4 Sono i francesi, d altra p arte, ad aver le tto p er prim i G ram sci da d e s tra , ed in Francia che sta to coniato il term in e gram scism o di d e s tra , al p u n to che il G R E C E ha significativam ente in tito la to il suo X V Im e colloqui- in ternational con la denom inazione: P our un gratnscism e d e droite": "C ita n d o G ra m sc i, vi si legge, noi n o n abbiam o cessato di d ire che nelle societ sviluppate, la conquista del p o te re p o li tico passa attrav erso quella del p otere culturale-, che nessun p o te re pu durare, anche se esso repressivo (e a maggior ragione se esso lib era le) se non beneficia del consenso im plicito che gli pu conferire solo laccordo p rofondo esisten te tra i valori che esso incarna e quelli ai quali aderisce la m aggioranza dei m em bri della societ; che u n a m aggio ranza p arlam en tare n o n accom pagnata d a un a m aggioranza ideologica' non pu legiferare che in via provvisoria; che u n au to rit p o rta ta a n e garsi a p ro fitto di u n o rien tam e n to tro p p o esclusivam ente g estio n ale o di u n ideale n e u tro , prim a o poi, co n d an n ata; infine, che lazione a breve te rm in e m u tilata della sua dim ensione di p ro fo n d it, cio della sua dim ensione storica e ideologica, v o ta ta alla sc o n fitta . 185 U n G ram sci, com e si vede, anche qui a d usum delphini", in teg ralm en te risolto in una dim ensione o rganicistica (che pure, in un a ce rta m isura fu p rese n te nel suo pensiero) e trasfo rm ato in u n critico della d em o cra zia in nom e di u n a concezione carism atica del p o tere e v lk isch della societ civile (quei riferim en ti al consenso im p licito , allaccordo p ro fo n d o tra i v alo ri , in p ratica a u n a sorta di transfert ideologico e culturale tra lite di p o te re e popolo, e cos via). E tu ttav ia , q u esta ne , per lap p u n to , senza la m inim a m odificazione, la versione assu n ta e im p o rta ta in Italia: P er noi essere gram sciani scrive M ichel W ayoff, e si n o ti l assonanza pressoch p e rfe tta con le d efin izio n i di M arco T arch i e S tenio Solinas, significa riconoscere l im p o rtan za del p o te re cu ltu rale: n on si tr a tta di p rep arare laccesso al p o te re d i un p a rtito politico, m a di trasfo rm are le m e n talit per prom uovere u n n u o vo sistem a di valori la cui trad u z io n e politica n o n ci com pete in alcun m o d o . 18 6 N o n stupisce, d u n q u e, di ritro v are nel rep e rto rio tem atico della

3. LA NUOVA DESTRA

165

N ou velle droite, anticipati e " m iliti,m ", i m edesim i tem i di co n fin e , com uni al nuovi m ovim enti", >In- vivano co stitu ito il fatto pi n u o vo (e p er m olti versi scoti r i i unte) nell uirtiim m losi i ulturale del ra d i calismo di d e stra italiano c clic pnreviino, sotto alenili spetti, tra tti d i re tta m e n te dal patrim onio transpolitii o d elib ren drilli rivolta giovanile: dalla rivolta esistenziale con tro il "m ito p ro d u ttiv i !lio " r la "d itta tu ra del benessere (dalla critica etica del c oiimiiiiimiio. >lori all'al In m a/io ne del p rim a to della politica" s u ir fconom iii" (ilu- nei iiioviinciiti ri voluzionari dei ta rd i anni sessanta esprim eva l'adesione ull'etlios ilei trascendim ento co n trap p o sto allo stato di cose presen te e che qui si m anifesta, invece, com e superiorit delle form e spirituali d ellattiv it u m an a risp e tto ai suoi asp etti m a teriali-); dal rifiu to della falsa a lte r n ativa tra u n O cc id en te capitalistico ed egem onizzato dagli S tati U n iti e u n O rie n te pseudosocialista, statalista e p aleo im p erialista 187 alla c riti ca della spersonalizzazione e dellindividualism o d isg reg ato re p ro p ri della civilt in d u striale e u r b a n a 188. N m anca una relativ am en te in e d i ta (nel pensiero di d estra pi recente, ch il neorom anticism o invece ne abbonda) identificazione con le cu ltu re n eg ate (si pensi al feeling nei co n fro n ti degli in diani d A m erica), e una specifica atten zio n e fol klrica ed etnologica p er le classi su balterne intese, so p ra ttu tto , com e com posti culturali a len to scorrim ento. M en tre, sul piano m etodologi co, in p articolare nel cam po storiografico e delle scienze sociali, la d i sp onibilit al n u o v o e la consonanza col p o stm o d ern o si esprim ono nella lo tta ap e rta d ic h iarata e co n d o tta (con anim us foucaultiano) a fa vore degli em arg in ati e co n tro la p rete sa razionalit degli sto rici sm i 189 co n tro , quin d i, il co sid d etto pensiero fo rte e la d ia le tti ca e nelladesione entusiastica agli stim oli e alle innovazioni m eto dologiche della n u o v a storiografia, critica nei co n fro n ti della vecchia histoire m use (apologetica pu r sem pre delle classi egemoni) e pi a tte n ta al n on espresso, alle culture del silenzio 1 9. Il fatto , com m en te r D e B enoist, che esistono tra nuova d e s tra e nuova sin istra al tre tta n ti p u n ti di im m ediata convergenza rifiu to del totalitarism o , critica della societ dello spettacolo e delleconom icism o m ercantile, ri messa in causa dellegem onia delle superpotenze, rito rn o alle cu ltu re popolari, desiderio di rad icam en to q u an ti ve ne sono d i divergenza, reali o p o ssibili. U n tem a, q uesto della com m istione tra o p p o ste posi zioni e della trasgressione risp etto ai tradizionali to p o i politici (il fu tu ro si sostiene ap p artien e a chi sapr pensare sim ultaneam ente ci che, sino a oggi, stato pensato con traddittoriam en te 191), che rito rn e r, com e si visto, con spirito da n eo fiti nei m eno sofisticati e p i af fre tta ti teorici della N uova d estra italiana e che h a fa tto sostenere u n p o im p ru d e n tem e n te , e con una b u o n a dose di superficialit, a F ranco C ard in i che se i vari gruppi della N o u velle droite [...] avessero vo lu to p ren d ere la scorciatoia verso il successo, avrebbero benissim o p o tu to ,

166

MAIM.O REVELLI

dicendo esattam e n te le stesse cose che dicono ora, presentarsi com e n ouvelle gauche o nouveau centre" 192. D altra p arte la stessa storia della N o u velle droite francese laccredi tava di una m aggiore m a tu rit e di u n pi am pio radicam ento risp etto alla pi tard iv a com ponente italiana, attrib u en d o le un d iritto di prim ogen itu ra e un carism a in te lle ttu a le indu b b io . U na storia innegabilm ente pi com plessa, pro v en ien te in form a m eno lineare e d ire tta d allarea p oliticam ente m a led e tta (secondo la loro stessa d enom inazione 19J), del neofascism o, anche se le sue radici restav an o p u r sem pre affo n d ate nel lam bito d ellestrem ism o di destra. In prim o luogo, i suoi teorici erano sta ti d e n tro quella grande fra ttu ra che fu il 68 e in partico lare il m aggio con occhi e con spirito diversi da quelli dei loro co rrisp o n d en ti italiani, allora ancora coinvolti nella politica d o rd in e del M S I 194; ne avevano p o tu to recepire stim oli e insegnam enti sul piano del m eto d o p o litic o , in particolare p er q u an to riguarda le tecniche della com unicazione e del radicam ento sociale (anche se, sul piano dei c o n te nuti, ne rim anevano agli a n tip o d i)l95. S o p ra ttu tto , avevano cap ito il ca ra tte re di svolta di quegli anni: il fa tto che, dopo d i allora, linguaggi e im m agini della politica non avrebbero p o tu to pi restare gli stessi. A nzich reagire con la tecnica alm irantian a dello scontro fro n ta le nei co n fro n ti della m obilitazione di massa giovanile, avevano in iziato fin da subito il lavoro (di lungo periodo) di ricostruzione culturale; la ri fondazione di u n pensiero di d estra capace di recuperare un rap p o rto attiv o con la realt sociale e di configurare un p u n to d i vista organico sul m ondo. In altre parole, erano p a rtiti con alm eno un decen n io di anticipo nella d irezione poi seguita anche dalla N uova d e s tra ita lia na: N ouvelle E cole , la riv ista teorica del gruppo, esce (ciclostilata), nella prim avera del 1968 per iniziativ a di Jacques Bruyas, ex d irig en te della F E N (Fdration des E tudiants N ationalistes) di N izza e di A lain D e B enoist (il cui nom e vero F abrice Laroche); pochi mesi d opo, il 17 gennaio 1969, viene reg istrata, presso la P rfectu re des A lpes M aritim es la fondazione del G R E C E (G ro u p em en t d e Recherche e t d E tudes pou r la C ivilisation Europenne) e si tien e, sem pre a N izza, so tto la p ro tezione di Jacques M dicin la prim a riu n io n e della nuova socit d e p en se, o rie n ta ta fin dalle sue origini in senso m etapolitico e so p ra ttu tto rigorosam ente elitista. Le linee di riflessione del gruppo sono ch iare fin da allora: ci si occupa di m a rx ism o 196 e di g iu d a ism o 197, di lin g u istic a 19 8 e di ep iste m o lo g ia199, di d ifferenziazio n e razziale e an tro p o lo g ia 200 e di relig io n e201. D i tem i, cio, che sfuggendo alla contingenza del m om en to per affro n tare la realt a un livello pi generale di astrazione, si p re stano p artico larm en te a defin ire le linee strategiche d i una id e n tit p o litica in fase di accelerata ridefinizione. In secondo luogo e q uesto pro b ab ilm en te il m otivo principale della m aggiore dinam icit e a p e rtu ra al nuovo degli esp o n en ti della N o u velle droite la D estra francese aveva vissuto la p ropria d iasp o

}. LA NUOVA DESTRA

167

r a e la m utazione g e n e tic i" d i r quella italiana subir nei ta rd i anni se tta n ta in epoca relativamc un .........a , liti da quel 1962 q uando la d u ra, irrim ediabile scon fitta nella Min luttn per lAlnetin Iruncese e il d e fi n itiv o consolidam ento in rgime del nulli .mo (un mim mi e una trasfo r m azione d tW h a b ita t politico perlom eno ronlro n lu liile per in ten sit e dim ensioni alla m odificazione di iilitcm iluliana di un q uindicennio pi tardi) avevano fa tto le tte ra lm e n te m p lo d rie l'urcu inclinile lino ad allora egem onizzata d all'O A S (Ornfinisalinii Artnt'e Scm'/r) spe/./nudola in pi tronconi. M e n tre lala te rro rista aveva fondato il ('iin w il N a tio n al d e la R vo lu tio n (C N R ) iniziando una lunga serie di a tte n ta ti, e la la legalitaria aveva te n ta to di raccogliere il vecchio am b ien te in to rn o alla riv ista L E sp rit P ublic e al R essem blem en t de l'esprit p u b lic (R E P), una te rz a com ponente aveva scelto di m e tte re a fru tto la scon fitta d ellesperienza O A S p er avviare una radicale revisione teo rica e ideologica e, so p ra ttu tto , per m u tare q u alitativ am en te la p ro p ria im m a gine pubblica. E ra n ato allora il periodico E u ro p e-A ctio n il quale aveva co n tin u ato le sue pubblicazioni nel trien n io che va dal 1963 al 1966 e aveva segnato com e scrive F. C ard in i, anche in questo caso con u n a ce rta fo rz atu ra una vera ro ttu ra tra la destra rad icale r tro e nostalgica e una nuova d estra giovanile, attiv a , d ecisam ente eu ro peista, so sten u ta da un co n ten u to sociale o rien tato a sinistra p u r con p u n ta te dem agogiche e ingenue e fo rte m e n te ca ratte rizz ato d a u n im p ro n ta antiam ericana sia politica che cu ltu rale 202. Lo dirigeva D o m in i que V enner, au to re di u n vero e pro p rio m anifesto di fondazione di u na nuova d estra radicale insiem e pi m oderna e pi a p e rta , dal tito lo P our une critiqu e p o sitive (la c ritic a ovviam ente d ire tta alla vec chia d estra), e dirig en te, grazie anche allappoggio di vecchi m ilitan ti O A S , della Fdration des E tudiants N ationalistes. E gli aveva im presso alla riv ista una linea d u ram e n te antigollista n on aliena da atteggiam enti terzo m o n d isti e a d d irittu ra filoguevaristi, e gi allora in c en trata sulli dea d i u n alleanza tra E u ro p a e T erzo M ondo in altern ativ a alla pola rizzazione dei blocchi, scegliendo, nel contem po, di dedicare am pio spazio a tem i allora decisam ente eterodossi com e lecologia, la n a tu ra e la q u alit della v ita ... 203 N o n stupisce, d unque, di ritro v are tra i suoi collaboratori lallora v en ten n e A lain D e B enoist. Cos com e non stu p i sce che, pochi anni pi ta rd i, nel C o m it d e patronage e nel C o m it de rdaction d i N ouvelle E cole si ritro v i u n b u o n num ero d i ex collabo rato ri di E u ro p e -A c tio n , da E m ile L ecerf a Je an M a b ire 204, d a Ja c ques de M a h ie u 205 a Franois d O rcivai 206. Essa non faceva, in fa tti, che rielaborare a un livello pi alto e con m ezzi b en pi co n sisten ti la linea culturale e politica gi m a tu rata , e in p a rte tracciata, nella fase p reced en te, rip re n d en d o n e atteggiam enti e tem atich e e coniugandoli con un a singolare capacit im p ren d itiv a e con u n incom parabile forza di p en e trazio n e in vasti am bienti dell establishm ent politico e acca dem ico.

168

M ARCO REVELLI

cos che la N ou velle droite francese pu, a ridosso della svolta sessan to ttesca , costituirsi effettiv am en te in centro d i potere culturale, utilizzando u n patrim onio di riflessione e u n a trad izio n e di d estra al te rn a tiv a consolidata e, so p ra ttu tto , riuscendo a com binare, nel suo te n ta tiv o di uscire dalla dim ensione di m in o rit e d i m arginalit, un solido appoggio di nom i significativi della cu ltu ra europea (da Ju lien F reu n d ad H an s J. E ysenck, da K onrad L orenz a M ircea E liade ad A r th u r K oestler) e uno spregiudicato uso dei m ezzi di com unicazione di massa. N el se tte m b re del 1973 inizia le sue pubblicazioni (quasi in co r rispondenza col rilancio, in veste tipografica estrem am en te raffin ata, di N ouvelle E co le), la rivista di agitazione culturale del gruppo: Elm e n ts , la quale assum eva l'im pegnativ o so tto tito lo p o u r la civilisation europenne" e dichiarava di rivolgersi a tu tti coloro che rifiu tan o il terro rism o intellettu ale, da qualunque p arte esso provenga, e a tu tti co loro che non vogliono seguire lo snobism o d ellideologia d o m in a n t e 207. N el novem bre del 1974 nasce E tu d es et rech erch es , rivista teorica d ellassociazione G R E C E " , stru m en to di com unicazione alle stern o del lavoro di elaborazione e di ricerca com piuto dalle num erose com m issioni di lavoro 208 in cui s tru ttu ra to il Secrtariat E tudes et recherches (SER) del gruppo. M a so p ra ttu tto col 1975 che si realizza il vero e p roprio salto di qualit con laccesso di num erosi esp o n en ti della N o u velle droite a uno dei pi diffusi periodici culturali francesi: il supplem ento dom enicale del F ig aro , F igaro-M agazine , che dopo esser passato in p ro p rie t allex p tain ista R o b ert H e rsa n t e attrav erso la m ediazione di Louis P au w els 209 offre la p ro p ria rubrica Le m ouvem ent des id es in gestione al nucleo fo n d ato re del G R E C E , a Je an C laude Valla, a P atrice de P lu n ck e tt, oltre, n atu ralm en te, ad A lain D e B enoist. D ora in poi la N o u velle d ro ite ha la possibilit di influenzare il g rande pubblico con quella tecnica d i len ta p en etrazio n e sublim inare (con quellom eopatia cu ltu rale , com e lh a d efin ita Yves Plasser a u d 210), consisten te nella diffusione d idee fo rte m e n te co n n o tate id eo logicam ente attrav erso u n linguaggio n eu tra liz za to e ste rilizzato , che ne c o stitu ir uno dei tr a tti d istin tiv i. C o n tem p o ran eam en te essa prosegue il pro p rio processo di radicam en to , sia m oltiplicando le p ro prie s tru ttu re periferiche, favorendo la form azione d i circoli e d i socie t di pensiero, conducendo capillari cam pagne di o rien tam e n to cu ltu ra le con sem inari e conferenze, sia stabilen d o rap p o rti d i collaborazione con altre s tru ttu re a essa analoghe. T ra q u este il C lub d e l H orloge, u n associazione assai m eno radicale e d ecisam ente p i id e n tifica ta con lo status qu o , n a ta nel 1974 p er in iziativ a di u n cen tin aio di tecn o crati pubblici e p riv ati p ro v en ie n ti dall E co le N ation ale d A dm in istration e dall 'E cole P o ly tec h n iq u e 2U, con cui, tu tta v ia , il G R E C E stabilisce un a relativ a convergenza tem atica sullinteresse com une alla difesa delle realt com un itarie e m icrocom unitarie, e sulla p roblem atica generale dellantiegualitarism o, declinata da en tram b i in chiave biopolitica e sul

3. LA NUOVA DESTRA

169

la b a s e d e lle pi recenti a a |u isizio n i nel cam po della genetica e della sociobiologia. N si pu d im m i cure la fondazione, nella prim avera del 1979, del gruppo M aistra allin ic m o ilei quale convergono, in to rn o al nucleo pro m o to re del G R E C E , nomi Immisi della cullim i francese co m e il biologo P ierre G rass, lo storico l u n . U n tu m i . leconom ista O livier G iscard d E staing, e il cui m a n ile iio " pu evn-ie indicato nel volum e collettaneo Renaissance d e l O ccid en t piti> 1> 1 1 <aio poi In im a pi ta rd i da Plon. C om pleta il quadro la recentissim a uve.la di divulga/,io ne scientifica T roisim e M illnaire , inaugurata nel 1l)H \ e dedicala specificam ente a le scienze, la societ, le arti, la religione, gli u o m in i... . Q u an d o d u n q u e, al term in e del suo decennio d i p rep arazio n e , nel 1979, fu sco p erta dai m edia, ed esplose in F rancia il caso 2U, la N o u velle droite aveva orm ai s tru ttu ra to una pro p ria id e n tit m olto d efin ita; quella, ap p u n to , di una m inoranza a ttiv a , p o rtatric e di tu tti i c a ra tte ri della m o d e rn it 213, d eterm in a ta a rom pere p ra ti cando la v irt d ellinsolenza lisolam ento in cui era p recip itato il vecchio radicalism o di d estra e a fo n d are la pro p ria specificit su u n am biziosa o pzio n e d i m e to d o : quella di chi si p o n e, com e scrive ran no en fa tica m e n te i p refato ri italiani di V isto da destra, al crocevia della sto ria d elluom o, dei suoi costum i, del suo pensiero, della sua o r ganizzazione sociale, con la volont di ripercorrere e analizzarne le ta p pe alla luce di una concezione del m ondo b en d efin ita, rad icata nelle origini e id e n tifica ta nei principi isp ira to ri 2U. U n atteggiam ento rev e renziale, q u esto dellacerba N uova d estra italian a nei co n fro n ti della b en pi p o te n te casa-m adre francese, del tu tto com prensibile d ata l e v id e n te sproporzione di esperienza (m e n tre N ouvelle E co le vede se d ere nel suo C o m it d e patronage gli E liade e i D um zil, i L orenz e gli A rd re y , am m etteran n o essi stessi, al di qua delle A lpi i b o llettin i ci clostilati e i periodici pi sporadici aprono u n d ib a ttito che ancora la d e stra ufficiale ignora o so tto v alu ta 215) e di capacit propositive. Se oggi afferm are il pro p rio d iritto alla differen za, in d ividuo d a in d iv id u o , popolo da popolo, n on pi sacrilegio, scriver G iuseppe D el N in n o , riconoscendo esplicitam ente il p roprio d eb ito sul piano della co ncreta b attaglia politico-culturale, m a anche su quello della p ura elaborazione delle idee, se il m ito riaffiora nelle mille espressioni della v ita q u o ti d iana (festa, cinem a, le tte ra tu ra) e n ep p u re gli esegeti della cu ltu ra lai ca lo bollano com e reviviscenza di secoli bui; se discipline giovani com e letologia, la b iopolitica, la sociobiologia sono svelate nei loro asp etti salienti anche ai n on specialisti, il m erito va ascritto prin cip alm en te a sc ritto ri nella doppia veste di au to ri e divulgatori com e Pauw els e D e B enoist, Locchi e M arm in, Vial e F ay e . 216 In altre parole, se la N uova d e s tra italiana ha p o tu to iniziare la p rop ria m etam orfosi m eta p olitica; se ha p o tu to in n estare sul vecchio g h etto cu ltu rale (ancora un a volta il tradizionalism o evoliano, qualche testo classico della kon-

170

MARCO REVELLI

servative R evo lu tio n , gli sc ritto ri m a led e tti della F rancia tra le du e

guerre) quelle linee di sviluppo n u o v e che (pur n o n co n trad d icen d o la p reced en te base ideologica) le h an n o perm esso di m ostrare u n im m a gine m eno scontata, ci do v u to al fa tto che le si o ffe rta la possibili t, nel m om ento cruciale della transizione, d i attin g ere allap p arato te o rico e culturale elaboralo o ltrA lpe, collegandosi con un a co rren te d in novazione intellettuale riam en te im pensabile nellam bito della cul tu ra di d e s tra del no stro Paese.

4.1. L apparato culturali' della N ouvelle droite.- una W eltan sch au u n g


inegualitaria

A u n osservazione superficiale lid e n tit culturale della N ou velle droite sem bra caratte rizz ata , in prim a istanza, d a un a sorta di eclettica m u ltidisciplinarit a sp e ttro am pio; da u n in q u ieta ten d en za a spaziare in ogni cam po del sapere secondo percorsi ap p aren tem en te privi d i d i rezione, quasi che 1organizzazione del discorso sulla conoscenza p re valga sui suoi co n ten u ti. Si va, cos, dalla linguistica allepistem ologia, dalla biologia alla genetica, d alletologia alla storia delle religioni allan tropologia e alla psicologia del pro fo n d o e, ancora, dalla m itologia al larcheologia, dalla fisica alla sociologia, dalla logica alletnologia alla storia delle m entalit. G li stessi tem i tra tta ti, spesso in form a m onogra fica, da N ouvelle E cole , nella loro asistem atica etero g en eit rinviano a una generale aspirazione alla globalit non assistita, ap p aren tem en te, da u n a solida coerenza in tern a: vi si tro v an o , in casuale successione com e scrive A lain D e B enoist gli S tati U n iti, la condizione fem m i nile, la dem ografia, la cu ltu ra celtica, lidea nom inalista, letologia, leugenetica, la religione dei C elti, la psichiatria contem p o ran ea, il M e dioevo, il w agnerism o, l evoluzione, H . de M o n th e rlan t, il folklore eu ro p e o ... 217. E poi, ancora, lem pirism o logico d i B e rtra n d Russell e la teo ria del p o te re di P areto , gli stu d i in d o eu ro p ei d i D um zil e la critica al m eto d o socratico, la m itologia della caccia selvaggia e il problem a della com unicazione razionale tra le scienze... La si p o treb b e pi facil m ente scam biare per una b uona guida tem atica d o rien tam e n to b ib lio grafico (e a q uesto essa aspira nella form a) che n o n riconoscere com e una riv ista politica (o m etapolitica) ideologicam ente o rien tata . N i te o rici della N o u velle d ro ite sem brano preoccuparsi pi d i ta n to della co e renza m etodologica e dellu n it epistem ologica del loro sistem a , com b in a n d o d isin v o ltam en te e senza fatica u n neoscientism o m ilitan te con u n a viva atten z io n e per lirra zio n ale ..., il culto della G recia an tica e una vera fascinazione per la b arb a rie (celta, n o rren a e germ anica); il gusto del classicism o e u n rom anticism o ansim ante, un giacobinism o tricolore, lappello alle etn ie e u n europeism o o n n ip rese n te ... 218 E tu tta v ia u n a legalit e u n a legalit forte" c nellap p a

3. LA NUOVA DESTRA

171

ra to culturale del G R E C I ,, ed t-ssn m u siste in un c im ie n to decisam en te co n n o tato in senso ideologito r politico: la netln o pzion e antieguali
taria.

C hiam o qui di destra, in icnio num nionte convenzionale," aveva afferm ato A lain D e B enoisl, in un r l f l n u r loi'/o d rlin ilo rio , la ttitu din e che consiste nel considot un- le <lin i\it,i del un nidi > r , di conse guenza, le diseguaglian/.c relative d ie n r uhiu iirirm n iin iu rn lr il p ro d o tto , com e u n bene, e l'om ogcncizzu/im ir jnnnirs'.ivn del m ondo, pro p osta e realizzata dal discorso bim illenario a d l idcoluKin <>iinliini in, com e u n m ale . 219 E d in fondo in to rn o a q uesto principio - da cui deriva com e logica conseguenza lassunzione, com e nem ico principale, di queY ideologia egualitaria le cui form ulazioni, religiose o laiche, m e tafisiche o p retesam en te scien tifich e, fioriscono incessantem ente da duem ila anni, di cui le idee del 1789 non sono che un a tap p a e di cui la sovversione attu ale e il com unism o sono linevitab ile p u n to di a rri v o 220 che ru o ta lin te ro sistem a delle scienze della N o u velle droite. H a ragione Yves Plasseraud: L etologia, la sociobiologia, lecolo gia, l etnologia, la linguistica, la storia, la paleontologia, la cu ltu ra e in generale tu tte le discipline che a ttira n o la loro atten z io n e n o n han n o , nello spirito [dei teorici della N o u velle droite] e so tto la loro pen n a altra fun zione che quella di co n trib u ire, ciascuna p er la sua p arte, alla p a zien te d istru zio n e del super-ego giudaico-cristiano e dem ocratico-m ar xista che, secondo loro, inibiscono le nostre societ . 221 Al cen tro d i q u esto fitto reticolo disciplinare, possibile individuare, cio, u n crite rio d i organizzazione su p erio re e, in q uesto senso, fo n d a n te , co sti tu ito , ap p u n to , da una ben stru ttu ra ta epistem ologia in eg u alitaria la quale funziona da principio di controllo e di selezione dei saperi isolan do disciplina per disciplina gli elem enti funzionali alla ipotesi guida, senza preoccuparsi m olto, lo si visto, della loro coerenza in te r na m a g aran ten d o n e, p iu tto sto , la fu n zionalit e la convergenza risp e t to allo b ie ttiv o finale. A n tirid u zio n ism o e realism o biologico ne sono i fo n d am en ti, en tra m b i caratte rizz ati da una violenta reazione co n tro il m etodo an alitico e m eccanico del sapere egualitario e co n n o tati, qu in d i, in term in i espliciti sul piano della b attaglia ideologica . L e r ro re rid u z io n ista , essi afferm ano in fa tti, n on ha conseguenze solo sul piano p u ram e n te a stra tto . O g n u n a delle grandi filosofie egualitarie si fonda su qualche form a di riduzionism o sul piano antropologico 222; perch concludono ridurre significa, pu r sem pre, rid u rre sullo stesso livello 22), sia che si tr a tti del m arxism o econom icistico (col suo riduzionism o econom ico) o del freudism o (col suo riduzionism o sessua le), del cristianesim o (col suo riduzionism o spirituale) o dellan tro p o lo gia stru ttu ra le (col suo riduzionism o culturale), del liberalism o (col suo riduzionism o m ercantile) o, infine, d ellin tellettualism o scientistico (col suo riduzionism o in tellettuale). N essuno di questi approcci conoscitivi sarebbe, in q u e s to ttica , in grado di cogliere luom o to ta le ; in o g n u

172

MARCO REVELLI

no il reale v erreb b e com unque rid o tto a un livello m eno com plesso (una critica, questa, da sem pre co stitu tiv a della filosofia della conoscenza conservatrice, com e ha so tto lin eato K arl M a n n h e im 224). A esse la N ouvelle dro ite co n trap p o n e una teo ria globale, organica d ellu o m o as sunto com e sistem a v iv e n te , organizzato, differenziato e gerarcbizzato, tale da fo n d are sia una antropologia a base n atu ralistica e, per alcuni versi, darw in ian a (il realism o biologico), sia un a sociologia a base etica, di derivazione tnnesiana (il com unitarism o organico) radicalm ente an tiegualitarie. In base alla prim a, il realism o biologico, si in d iv id u a nella dialettica tra determ inism o (biologico) e vo lo n t (etica) il cam po an aliti co e n tro cui defin ire le condizioni di u n eq u ilib rato sviluppo (selettivo e co m p e titiv o ) d ellindividuo e della specie (E tn ia e dressage sono i due fo n d am en ti di form e superiori di v ita 225) e legittim are le d iffe ren zia zioni sociali (Il principio di d ifferenziazio n e si in co n tra d a p p e rtu tto in biologia, evoluzione e sviluppo del sistem a nervoso, co m p o rtam en to , psicologia e cultura) 226. In base alla seconda, il com unitarism o organico (che del realism o biologico rap p resen ta, per m olti versi, il n atu rale ri flesso sul piano dellorganizzazione sociale), si ipotizza un m odello di societ s tru ttu ra ta in com u n it organiche in cui 1organizzazione in e gualitaria (dei rap p o rti tra gli uom ini) p erm e tte ai m igliori elem enti, al le personalit, di forgiare le istitu zio n i del disciplinam ento sociale (altri m enti d e tte gli elem enti fondam entali della civ ilt) e di co stitu irsi in aristocrazia organica , cio nel raggruppam ento dei migliori elem enti sociali al servizio della co m u n it 227; in cui cio possibile in n estare su u n patrim o n io g eneticam ente sano e g ara n tito dal risp etto delle norm e biologiche fondam entali ulterio ri gerarchizzazioni d i n atu ra etica, s tru ttu ra te dal c a ra tte re e dalla v o lo n t . E d u n q u e attrav erso q uesto m eccanism o (per la v erit relativ am en te sem plice) che vengono filtra ti e selezionati i m ateriali p ro v en ien ti dalle scienze u m a n e di rife rim en to (con u n in d u b b ia preferenza, per cos dire, per le scienze d u re com e la genetica, letologia, la sociobio logia, pi p ro fo n d am en te radicate nel re tro te rra n aturalistico d ellu o mo), e ric o n d o tti (ridotti, p u r sem pre!) a u n quadro organico. A una dura, cogente W eltanschauung inegualitaria. C os, nel cam po della biologia, nella d isp u ta tra am bientalism o neolam arckiano (fondato sui bisogni) e innatism o neodarw iniano (fondato sulla selezion e naturale), ci si schiera sia p u r con qualche d istin g u o per il secondo, nella versione neo -m u tazio n ista d i Jacques M onod (definito u n nietzschiano inconsapevole) 228, e, con ancor m aggiore entusiasm o, nella v aria n te p roposta da P ierre G rass. D a M o n o d tra tta l idea secondo cui \'evo lu zio n e sarebbe go v ern ata d a un a com bi nazione di caso (il fa tto re d ete rm in a n te della m u tazione so tto fo rm a di em ergenza " , della capacit, cio, degli organism i d i elaborare stru ttu re com plesse so tto lo stim olo di u n a trasform azio n e dellam b ien te esterno) e di necessit (rapp resen tata dallinvarian za del successivo sviluppo, gui

). LA NUOVA DESTRA

173

d ato dalle leggi im m utabili d ell'ered itariet); da G rass assunta, in v e ce, 1ipotesi del finalism o > 1 1 ta llo " | i cinto dui u tfrn ii vventi i quali (a parziale correzione dcll'ca'ruxiva "i auulit" del modello di M onod) sarebbero, per cos dite, "proni am m ali" al " I li rtalisza re il g en o ti po pi a d a tto alle condizioni d c H 'a m b ln u e " (il clip spiculicrebbe, per lap punto, la causa principale delle d l l l n r n / r tia gli individui, le raz ze e le specie) 229. Per In ilrv .a rnntonc c d c d iia ia hi nude atten zio n e alla genetica: in essa si trova una conferm a al p nn cip in ArW n rilita rict (P er il g en etista lessere v ivente rapp resen ta l'esecuzione .li un p io grammo isc ritto nella sua e re d it lw) e dell'invarianza ("lai teoria del gene una teoria dellin v a ria n z a " 2>l); allidea che esista un o rd in e n a tu rale in sc ritto nei fon d am en ti biologici della specie, in d ifferen te alle vicende individuali, incapaci di per s di m odificare il codice g en eti co e q uindi di influire sulle m utazioni (ritorno dellantindividualism o di fondo), e sensibile solo alle grandi dinam iche di aggregato (ai proces si d interazio n e tra gruppo, o specie, e am biente). Cos, ancora, nel cam po delletologia d efin ita com e quella branca d ellevoluzione scientifica che applica alcuni insegnam enti della teo ria d ellevoluzione allanalisi del com p o rtam en to degli uom ini e degli anim ali 252 si ap prezza e si assum e 1epistem ologia organica di K o n rad L orenz (deri v ata da von U exkull) fon d am en talm en te an tiato m istica , an tirid u zio n istica e an tib eh a v io ristica , tesa a dim o strare il ca ratte re innato dei principali atteggiam enti sociali delluom o ( P er letologo, parole co me o d io , ira , fe d e lt , risp e tto , p ro p rie t si trad u co n o con aggres sivit, gerarchia, territorialit ecc. Q u esti co n cetti sono considerati com e dei com portam en ti in n a ti" 2 ) e la n atu ra biologicam ente d eterm in a ta d e gli atteggiam enti sociali ed etici. D ai co sid d etti etologi della seconda g en erazione , poi, v err tr a tta la d u ra concezione eupolem ologica la E ib l-E ib e sfe ld t 254 e lesasperato pessim ism o antropologico di R o b e rt A rd rey (L u n io n e del carnivoro e del grande cervello, ecco lo ri gine delluom o. Il nostro pi antico an ten a to era un assassino. Le sue ab itu d in i di killer sono q u an to vi di pi sicuro nella n o stra ered it. L uom o n on discende da un angelo caduto, m a da u n an tro p o id e ev olu to. E u n a b estia da p re d a ) 255. N o n stupisce allora la sim patia nei co n fro n ti della sociobiologia (com binazione, ap p u n to , d i ecologia scien tifi ca, genetica e studio della dinam ica delle popolazioni), co n sid erata co me co eren te applicazione della teoria neodarw iniana (e litis ta ) d elle vo luzione 256 e declinata nella versione pi rigida e ideologicam ente co n n o tata prop o sta da Yves C h risten , il quale no n si lim ita ad assum e re la d efinizione di E .O . W ilson, secondo cui essa sarebbe la scienza che studia tu tte le basi biologiche dei com p o rtam en ti sociali 257, m a ne restringe il cam po accentuandone il c a ra tte re agonico e n atu ralistica m ente o rie n ta to in senso elitistico: la sociobiologia sarebbe, cio, in questa accezione, la disciplina che si occupa, in particolare, del m odo in cui alcuni co m p o rtam en ti possono assicurare agli in d iv id u i che li

174

M ARCO REVELLI

posseggono m aggiori possibilit di successo ev o lu tiv o 238. Cos, ancora, nel cam po della psicologia e della p sich iatria ci si rivolge in chiave radicalm ente an tifreu d ian a e nellin te n to pi co n tin g en te di c o m b atte re fro n ta lm e n te 1an tip sic h iatria contem p o ran ea alla scuola ered ita rista di G alto n e P earson (A rth u r Jen sen , C yril B urt e so p ra ttu tto H an s E ysenck), fo n d ata sullidea che il p atrim o n io genetico di alcune popolazioni (in particolare i neri) ne determ in i u n basso livello d in telli genza e che, sul piano pedagogico, lattu ale egualitarism o d id a ttic o vada sup erato in u n o ttic a selettiva e d ifferen zian te: Sem bra assai p ro b a b ile , scrive ad esem pio E ysenck, d ato che levoluzione procede per selezione, che le differenze innate tra esseri um ani si esten d an o a tr a tti e capacit com plesse com e quelli che si m anifestano n ellin telli genza e nella personalit, nella m alattia m entale e nella crim in alit . 239 N ci si lim ita al solo cam po delle scienze n atu rali o, se si p referi sce, alle scienze della v ita , ch, anzi, lin te ro m odello analitico ora delineato viene d ire tta m e n te tra sfe rito allin te rn o delle scienze della societ e della p o litic a : O gni p o litica , scriver allora A lain D e Benoist, im plica necessariam ente una biop o litica . 240 C e rto , il nesso non pu essere che analogico-, fo n d ato , cio, su u n im m agine ideologica d el la societ com e organismo e d ellorganism o com e m etafora della societ: In a p p a ren za , scrive A n d r Low off, u n altra delle fo n ti scien tifi che privilegiate da N ouvelle E co le , n o n vi n ien te di com une tra una societ m olecolare e una societ um ana. N o n si pu com unque non essere colpiti da una certa analogia tra levoluzione filogenetica degli o r ganism i e levoluzione storica della societ. La selezione e la variazione sono in te rv en u te nelluno e nellaltro caso. E poi le in terazio n i che go vernano lo rd in e m olecolare e cellulare rico rd an o i fenom eni che assicu rano il fu nzionam ento delle societ um ane: le m olecole e gli uom ini so no parzialm ente sottom essi a d u re costrizioni. In fin e, le m olecole in ri volta e le m olecole parassite h anno i loro equivalenti nelle societ u m a n e . 241 U na sem plice analogia unisce du n q u e n atu ra e societ, m a ci sufficiente per p erm e tte re alla N o u velle droite d i elevare la logica dei sistem i vven ti a chiave erm eneutica attrav erso cui leggere la societ um ana. D i pi: p er collocare nel cam po biologicam ente d eterm in a to delle dinam iche naturali il luogo privilegiato d i d efinizione delle leg gi fondam entali dei co m p o rtam en ti um ani e sociali. La prim a di q uesta so rta di feroci leggi di n a tu ra (fondam ento di un in e d ito giusnaturalism o a sfondo antiu m an istico e n eo d arw in ia no) stabilisce la diseguaglianza originaria e crescente degli uom ini e d e gli aggregati um ani; la n a tu ra irrim ed iab ilm en te e in crem en talm en te antiegualitaria della societ: U na so ciet, scrive a q u esto pro p o sito R o b ert A rdrey, u n gruppo di esseri diseguali, o rganizzati p er far fro n te a bisogni com uni. In tu tte le specie b asate sulla rip ro d u zio n e sessuata, l eguaglianza degli individui un a im possibilit n atu rale. L i neguaglianza deve q u in d i essere considerata com e la prim a legge delle

3. LA NUOVA DESTRA

175

stru ttu re sociali, sia iu ll< sin n 1.1 um ane d ie nelle nitri-" co n tra ria m ente ai sistem i fisici, i quali evolvono naturalm en te verso una progres siva om ogeneit aggiuntela Stepliane I .lipasi o. la cui epistem ologia agonica verr fatta integralmente propria dalla N nurelle lim ite i si stem i viven ti (e tra questi, prei inamente, le mieta limane) procedono per selezione verso la d iffe re ti/ia /in n e " l m m ale iirli ><iiline degli o r ganism i pluricellulari," scrive, "pi aumenta la ililte ie n /ia /io n c Si pu du n q u e ben d ire che la m ateria v iv e n lr possiede un principio am i Clausio [opposto all'en tro p ial I.t vita non i litro che irru e n t i' im yjiii glianza . 241 La seconda legge afferm a che Vaggressivit, "in tu tte le specie v i venti, u n im pulso fo n d am en talm en te in n a to , cos com e lo sono la ses sualit, la fam e, la paura. E u n a m anifestazione della v ita stessa: ogni organism o m an m ano che si sviluppa, si im pone a scapito d ellam b ien te che aggredisce . 244 Secondo q uesta visione, lo stato di n a tu ra hobbesiano, c a ratte rizz ato app u n to dal b ellu m o m n iu m contra om nes, sa reb b e cio ta lm en te naturale che la sua soppressione, o com unque il suo su p eram ento verso u no stato di societ civile sostanzialm ente pacifi cato, eq u iv arreb b e a uno sn a tu ra m e n to della specie, a un a sua co n d a n na alla degenerazione e alla decadenza. In una parola alla sua co n d a n na a m o rte : In u n m ondo in cui lantagonism o costituisce la regola, pi un organism o sprovvisto di aggressivit, pi vulnerabile e in a d a tto alla v ita . 245 E sem pio questo, p er cos d ire di scuola , di un a concezione eupolem ologjca della societ, in cui il co n flitto assunto non solo e non ta n to com e inevitabile ed estrem o a tto d i risoluzione del co n tra sto tra interessi co n tra p p o sti e incom patibili form atisi in d e te rm in ati con testi storici e in d eterm in a te form azion i sociali, m a com e n aturale e positiva pulsione um ana, in sc ritta nel p atrim o n io genetico ed ere d itario della specie e garan te della sua evoluzione selettiva. N e risu lter u n d u ro codice di com p o rtam en to sociale isp irato ai principi di u n eugenetica v o lo n ta ria (la n o stra specie non m an terr le qualit in n a te dei prim i H o m o sapiens se non osserva le regole che assicurano lesistenza delle specie anim ali 246), radicalm ente selettiv a e an tium anistica. In esso b a n d ita ogni form a di um anitarism o teso a m itigare la ferocia in g iu sta della n a tu ra nel qu ad ro di una concezione sociale re tta d alletica dellassistenza: D isg raziatam en te, afferm a in fa tti K on rad L orenz, gli interessi della specie non concordano con le esigenze u m a n ita rie . 247 A nzi, ogni form a di socialit fo n d ata sul p rin cipio della sicurezza, della p ro tezio n e dei soggetti pi deboli, del recu p e ro u m an itario dei co m ponenti pi sfavoriti o dev iam i, ogni form a di S tato assistenziale e di politica sociale (accom unate, tu tte , nella ge nerale con d an n a di L orenz c o n tro la m ortale tiepidezza del m ondo m o d ern o ) sono considerate com e u n vero e p rop rio a tte n ta to alla sa lu te g en etica della specie; com e un passo verso la decad en za e le stin zione, suscettibile di provocare, col suo ca ratte re co n tro se le ttiv o ,

I Ih

M ARCO REVELLI

Hi nvi processi di en tro p ia q u alita tiv a e, q u in d i, di degenerazione gene tica. Per co n tro la gerarchizzazione, la selezione delle lite, la logica della conferm a d ellid e n tit del gruppo attrav erso la contrapposizione istintiva allo stra n ie ro , la natu rale te n d en za alla guerra com e stato norm ale dellum anit, tu tto q u esto risu lta p rescritto d a un tale codice eugenetico fo n d ato sulla forza co stitu e n te della legge naturale" . N ella prim a, E ib l-E ib esfeld t coglie l unica m isura sociale efficace a co n tro lla re le tensioni aggressive allin te rn o del gruppo (La g erarch izzazio n e, scrive, sem bra co stitu ire un m eccanism o d estin a to a n eu tralizzare le aggressioni allin te rn o di u n gruppo; da questo p u n to d i vista la si pu considerare com e un a d a tta m e n to 248), m en tre nel ruolo tra in a n te delle lite P ierre G rass indica la funzione m otrice di una dinam ica storica rid o tta , integralm ente, a storia naturale d e llu o m o : Q u an d o le masse odiano l lite , afferm a, sono a ltre tta n to stupide q u an to il boscaiolo che sega il ram o sul quale seduto. C olpendola colpiscono se stesse, in q u an to tu tto ci che co n trario alllite co n tem p o ran eam en te d an n o so allin te ra collettivit. L egualitarism o si oppone al progresso sociale e intellettu ale; abolisce la ragion d essere d ellindividuo desideroso di m igliorare, sopprim e lo spirito d in iziativ a e genera una pesan te noia, nera e stupida. La v ita ristagna, inizia la decadenza sociale. Q u esti so no i fru tti di una d o ttrin a che si ispira a co n cetti arb itra ri, con tro evo lu tivi, in u m a n i. 249 N elle condizioni prim ordiali della selezione n a tu ra le , pu aggiungere A lain D e B enoist, citan d o L orenz, il rifiu to dello stra n ie ro u n a delle condizioni p er la sopravvivenza del gruppo: tu tti gli anim ali e gli scim panz in particolare, attaccan o i loro sim ili che sentono d iffe re n ti com e la scim m ia poliom ielitica, il cui co m p o rtam en to sem bra loro stra n o . 250 L antico credo del pensiero reazionario e tradizio n alista, il suo m istico pessim ism o antropologico fo n d ato sul peccato e sulla colpa originaria, to rn a a com parire, smessi i pan n i teo lo gici e m etafisici, nella form a dello scientism o biologico ed etologico. G i il co n te Jo sep h D e M aistre aveva proclam ato che la terrib ile legge della g uerra no n che u n capitolo della legge generale che pesa sullu n i verso , ind iv id u an d o nella grande legge della d istru zio n e v iolenta d e gli esseri v iv e n ti il fru tto della m aledizione divina conseguente alla cacciata dal paradiso te rrestre: N el vasto cam po della n atu ra v iv e n te , aveva sc ritto nel celebre settim o colloquio de L e serate d i Pietroburgo, regna una violenza m anifesta, u n a specie d i rab b ia d ec reta ta che arm a tu tti gli esseri in m utua funera ; appena o ltrepassate le soglie del regno dellinsensibile vi tro v ate di fro n te al d ec reto della m o rte v iolenta scrit to sui co nfini stessi della v ita ... N o n vi u n solo ista n te in cui u n esse re v iv e n te n on sia d iv o rato da u n a ltro . E d aveva concluso: La guer ra, dunque, divina in se stessa, p o ich una legge d e l m o n d o . 251 S osti tu ita a D io la N atu ra , e alla forza del peccato l o p erare p rogram m ato del D N A , quello che si co n tin u a a celebrare letern o rito rn o d ellantiroussovism o; la critica radicale del suo ottim ism o antropologico: lad d o

3. LA NUOVA DESTRA

177

ve R ousseau afferm ava 1 m i m i e t e n liturgie d e l l e g u a g l i a n z a e la n atu ra sociale della diseguaglianz.il ( o v u n q u e I' u<>ti h > n a s c e ug u a l e ; la societ lo fa diverso), qui si p r o c l a m a la n a t u r a l i t d e l l a n e m i c h i l i c il ca ratte re d egenerato di una s o c i e t e g u a l i t a r i a i l- nel t e n d e n z i a l e ap p iattim en to delle differen ze r i s c h i a d i p r o v o c a r e u n ii i cv e i u b i l e c o r r u z i o n e e il d e cadim ento della s p e c i e ( o v u n q u e l ' u o m o m i m e d i v e n n i , la s o c i e t lo li vella)', laddove R ousseau (e d o p o ili lui, in g rn riu lr, p i a t t i i r ni ent e t u t t e le teorie egualitarie) p r o p o n e v a la s o s t a n z i a l e " l u m i a " d e l l ' u o m o (la sua n aturale te n d en za al bene ) e la funzione d e g e n e r a t i v a i l e H" ' am! > i e n t c " sociale com e fo n d am en to di ogni pro g etto di t r a s l o n n a z i o n e del l a so ciet, qui si rovescia integ ralm en te la pro sp ettiv a, collocando il m ale nelluom o (In re a lt , ci si chiede, con dom and a reto rica, la societ che corrom pe l uom o, o luom o che corrom pe la societ? 252) e d ecre ta n d o non pi sulla base di una teologia po litica ma, ap p u n to , di uno specificam ente m oderno realism o biologico 1irriform abilit della societ e la ce n tralit d elluom o c o s c o m , nella sua to ta lit o rga nica biologicam ente d eterm in ata: tra il tradizionalism o cattolico d elli nizio dellO tto c e n to e le contem poranee teorie reazionarie e su p ero m istich e sta, in fa tti, la m o rte di D io e, so p ra ttu tto , C harles D a r w in: N o n siam o degli d e i, p o tr concludere R o b ert A rdrey, con u na sintesi esem plare della sua L o i naturelle, e Jean-Jacques aveva ragione. Siam o una p arte della n a tu ra e lo dice anche lui. M a la principale d iffe renza tra il m io c o n tra tto sociale e quello di R ousseau consiste nel fa tto che il suo era u n accordo tra angeli ca d u ti, m e n tre il mio un a in tesa tra scim m ie e v o lu te . 253

4.2. La diaspora neofascista: tra nom inalism o e tradizionalism o O gni concezione del m ondo inegualitaria fo n d am en talm en te n o m in alista." C o n q ueste parole, apparse nellestate del 1979 sul n u m e ro 33 di N ouvelle E cole ded icato specificam ente a L ide nom ina li ste, la N o u velle droite francese annunciava b ruscam en te il p ro p rio ap prodo a una nuova, organica sintesi filosofica. D ue articoli di A rm in M ohler e d i A lain D e B e n o ist255, pubb licati in ap e rtu ra della riv ista e d estin a ti a sollevare am pie, a volte laceranti discussioni allin te rn o d el larea d ellestrem a destra, sincaricavano di tracciare i lineam enti fo n d am entali della nuova d o ttrin a . E ra , per lappu n to , la svolta n o m in a lista . E ssa , si afferm ava nella n o ta in tro d u ttiv a , p one com e p o stu lato che le d ifferen ze tra le cose, tra gli esseri, tra gli uom ini, n o n sono so m m abili, e che per pura convenzione che si pu trarre un co n cetto u n i versale, una categoria generale da u n a serie di osservazioni p artico la r i . 256 M e n tre l universalista, aggiungeva M ohler, fonda la propria v i sione del m ondo sullo p era tiv it di principi generali (gli u n iv ersali)

178

M ARCO REVELLI

che preesistono allindividuale 2,7 e sullidea che la realt sia basata su di un o rd in e in te lle ttu a le , per il nom inalista non esiste che la p a rti colarit concreta, lindividuale irriducibile (un individuale, si b ad i b e ne, ed egli lo preciser con forza, che nulla ha a che fare con lin d iv i duo atom izzato del liberalism o, p o te n d o rig u ard are u n gruppo, u n a co m unit, un popolo, com unque u n id e n tit organica): P er lu i, scrive va, i co n c etti generali sono dei nom i che luom o ha apposto a p o sterio ri sullindividuale, sul reale; n ien te di pi che u n flatus vocis, d u n q u e u n soffio che scuote laria, com e dicevano i nom inalisti m edievali 258; e nel sottolineare com e l'essenza del nom inalism o risieda, in ultim a analisi, e ancora una volta, in una concezione (eroica e volontaristica) delluom o com e creatore di form e , dedicava il proprio articolo m on am i A la in D e Benoist, nom inaliste par excellence" . Il quale, per p arte sua, sincaricava di d are al con cetto u n a com piuta sistem azione in ch ia ve esistenziale ed epistem ologica nel q u ad ro d i un a filosofia del d isin can to e del riscatto attrav erso la poten za della volont che finiva per declinarlo com e neosoggettivism o eroico e, nel contem po, com e te o ria etica della conoscenza (come decisionism o m etodologico fo n d ato sulletica deHo n o re e delle fo rm e ). Se gli oggetti, il reale , h anno solo significato in s, in q u an to e n tit singole, nella loro concretezza oggettuale sosterr in fa tti D e B enoist allora ogni sistem a di rela zioni sta b ilito tra di essi, ogni ordine qu in d i, non p o tr che essere arbi trario, d efin ito , per cos dire, d alle s te rn o , privo di valore ontologico. Se in altre parole il m ondo di per s caos-, se non possibile co n statare alcun senso nellorganizzazione e nella configurazione del m o n d o 259, allora ogni sistem a o rd in a to non p o tr che riferirsi a una qualche volont estern a, d o ta ta di poten za o rd in atrice, capace di im porre v o lo n taristicam en te una form a. C apace cio d i ergersi a nom os del m ondo in ragione della poten za della pro p ria id e n tit (luom o, ave va sc ritto Jiinger, il signore delle fo rm e ; lu o m o , aggiunger D e B enoist, u n anim ale d a to re di senso; una v o lta che ha posto del sen so nelle cose, te n d e a credere che q u esto senso vi sia sempre sta to 26). E la versione au to rita tiv a e ap e rtam e n te decisionistica del p o litei smo dei valori ; dove il rifiu to del m onoteism o sostanzialistico ebraico-cristiano (e, sul piano stre tta m e n te filosofico, aristotelico-tom istico sia nella versione tradizionalistica e d i d e s tra sia in quella m arxista e di sin istra) si esprim e nella form a d i u n pluralism o relativistico fo n d ato sulla riduzione della m olteplicit dei sistem i culturali e n o rm ativ i (delle W eltanschauungen) alla m olteplicit (e gerarchia) dei soggetti di poten za capaci di fondarli. E dove, nel contem po, il valore eu ristico di un sistem a di conoscenza finisce per d ip e n d ere dalla qu alit etica della forza che lo decide e lo a u to rizza (nel senso che gli trasferisce au to rit ). N si tr a tta di un itin erario in e d ito , per il pensiero d i d estra, q u e sto che p o rta dallesasperazione di u n em pirism o co n d o tto alle estrem e

}. LA NUOVA DESTRA

179

conseguenze, p er o r r o r e d e l r e l a t i v i s m o assoluto c h e c i co m p o rtereb be, alla sua to rsio n e i n a s s o l u t o u l e a l i s m o il q u a l e , sulla d isp eran te inerzia del d ato d e l l e s i s t c n / u , sulla m i t o t a l e a f a s i a e irriducibile com plessit, in n e sta il p r i n c i p i o s a l v i l i m d e l l a v o l o n t , l ' azione di fo rz a d ellio nei confro nti del m o n d o o n d e i m p o r g l i uhm l ot t i l a, E , in fondo, la stessa linea di f u g a p r e s a , n e i |>in d i s p u t a t i m i i i p i , i ni gli a n n i dieci e gli anni tre n ta nel p i e n o d e l t r a v a g l i o r p u i r m o l o g i i o s e g u i t o alla svolta, in te rn a al cam po positivistico, d a l s o s t a n / i u l i s m o o t i o i c n t e s c o al convenzionalism o novecentesco e a Ue m e r g e r e , d e n t r o la i t i s i d e l l o storicism o, di u n nuovo, aggressivo idealism o a t t u a l i s t i c o - d a q u e l l e corren ti culturali pi ap e rtam e n te d eterm in a te a p raticare f o r m e d i d e cisionism o m etodologico: si pensi, per esem pio, al co stru ttiv ism o le t te ra rio di G o ttfrie d B enn, o al soggettivism o ero ico d i J n g er, o, ancora, al decisionism o politico di S ch m itt co n trap p o sto , significati v am ente, alluniversalism o del norm ativism o kelseniano... M a anche, perch no?, alla sindrom e culturale fascista in cui un positivism o in tegrale (spinto fino al biologism o), co stitu tiv o di quello sguardo realisti co sul m ondo capace di coglierne la c a d u ta , e u n in candescente spiri tualism o, sim bolo del risca tto volontaristico e vitalistico, si coniugano in u n ib rid o che si giustifica solo nel qu ad ro di u n nostalgico n ich ili smo a ttiv o . O ra , p er lap p u n to , e n tro il contesto culturale e lin g u isti co co stitu ito dalle m oderne teorie del pensiero d eb o le e della disso luzione della d ia le ttic a ; e n tro , cio, u n a cu ltu ra della crisi dei sistem i centrati e della m oltiplicazione dei fram m enti, questa v arian te che sin te n d e veicolare com e residuo di u n passato che si rifiu ta di tra p assare . E , d altra p arte, la svolta no m in alista recuperava e sin tetizzav a g ran p arte dei tem i classici della cu ltu ra di d estra, ponendosi, per m olti versi, com e p rolungam ento natu rale del suo percorso ideologico. C e rtam e n te , e in prim o luogo, il postu lato inegualitario, il principio ra d icalm ente antirid u zio n istico che aveva co stitu ito , com e si visto, fin dalle sue origini il tr a tto d istin tiv o del sistem a culturale della N o u velle droite e che ora veniva a d d irittu ra elevato a fond am en to epistem ologico e in q u an to tale incorporato al nucleo co stitu tiv o del sistem a n om inali sta: P er il n o m in a lista, si afferm a, la diversit il d ato fo n d am e n ta le del m ondo; per l universalista, al co n trario , o p p o rtu n o ricercare, d ie tro il gioco delle contingenze e degli a ttrib u ti particolari, l 'essenza che, fra gli uom ini, li ren d e tu tti eguali d av a n ti a D io . 261 E poi, in secondo luogo, lirriducibile carica antirazio n alista e an tin te lle ttu alista che, fin dai tem pi della reazione aristocratica alla R ivoluzione francese e al secolo dei lu m i , passando per il rom anticism o politico e il n ichili smo nietzscheano , la kon servative R evo lu tio n e il vitalism o prim o-nove centesco, ha sem pre ca ratte rizz ato il pensiero reazionario, e che K arl M annheim ha segnalato sottolineando lo stre tto nesso d id entificazione in te rc o rre n te tra pensiero concreto e ideologia conservatrice262: Il n o stro

182

M ARCO RE VELLI

deve essere p o sto e la norma riconosciuta orm ai ap ertam en te co me co nvenzionale e quin d i stab ilita d allu o m o deve essere rile g ittim a ta attrav erso lattrib u zio n e di p oten za norm ativa al soggetto um ano che la pone (la sacralizzazione artificiale del legislatore in ragio ne esclusivam ente della sua forza etica), nel m odello m etafisico e spiri tu alista del tradizionalism o evoliano la legge co n tin u a a essere ci che corrisponde a l vero e trae forza dallessenza delle cose. N o n d iversam ente avviene p er la con cezion e della storia : alla storia com e regno della vo lo n t di D e B enoist si co n trap p o n e la sto ria com e m era apparenza di Evola. N ella filosofia della storia nom inalista, in fa t ti, luom o libero di afferm are ista n te per istan te, in u n tem po storico d iscontin uo, in una dim ensione di assoluta lib ert da ogni co n d izio n a m ento storico, la propria volont com e atto . (La sto ria , essa afferm a, n on ha senso: ha solo il senso che le conferiscono coloro che la fa n n o 275.) E siste, quindi, m a priva di direzione. N el tradizionalism o evoliano, invece, essa priva di e ffe ttiv a esistenza, ma ha una d irezio ne: quella della regressione e della decadenza, perch la storia non altro che il m ovim ento di ci che accidentale e co n tin g en te nel suo regressivo d istanziarsi dallessenza originaria. N el prim o caso il rife ri m ento sar alla concezione nietzscheana del tem po, alla sua dim ensione sferica, m ai p reo rd in ata, suscettibile di essere o rien tato in q u alunque direzione dal soggetto d o ta to della poten za sufficiente per farlo; nel se condo, la tem poralit rim arr nella dim ensione lineare e ciclica delle d o ttrin e tradizionaliste: m ovim ento co stan te sul circuito circolare dei cicli, o rd in a ti nella loro successione o rie n ta ta daHoriginaria et d elloro alla m od erna caduta. P er i fau to ri m o d ern i della teo ria trad izio n ale (Julius E vola, R en G unon), scriver D e B enoist, polem izzando esplicitam ente con questa posizione, la n o stra epoca corrisponde cos a u n periodo di fine ciclo (il kali-yuga indiano, T 'e t del lu p o della m i tologia nordica). La nostra libert nei suoi confronti se ne trova pertanto lim itata, con tu tti i rischi che d erivano logicam ente nella pratica d i una sim ile analisi: sm obilitazione, politica del peggio... 276 Il tem po, cio la m o d ern it, costituisce, d unque, p er il nom inalista, pur sem pre, il luo go d ellazione: u n cam po di forze da do m in are e dirigere, m e n tre per il trad izio n alista esso non p u che co n tin u are a essere la d im ensione dissolvente del p erd e rsi , lan tite si, in q u an to divenire, d i ci che . D i qui la violenza della reazione trad izio n alista nei co n fro n ti della dim ensione innovativa assunta dalla N o u velle droite, accusata senza m ezzi te rm in i di confondersi con la sovversione m oderna e d i scen dere a p a tti con lo stato di cose p re se n te leg ittim an d o n e la n atu ra deg en erata e la m en talit prev alen te (m aterialism o, scientism o, secola rizzazione). T ra lestate del 1979 ed il 1980 in e ffe tti lin tero fro n te trad izio n alista a m uoversi: da u n a p a rte con u n libro di D aniel Cologne, espo n en te d ellortodossia g unonian a e d i quella che viene d e fin i ta com e la p ro sp ettiv a m etafisica , dallinequivocabile titolo: N o u velle

3. LA NUOVA DESTRA

183

droite et subversion2V\ dallaltra con un numero speciale della riv ista


T o ta lit , organo d e ll'in ie n i u l i s mn neulascista d impostazione evoliana, assai vicino alle p o s i z i o n i di l i , i n . .. I i e d n , .Ir.li. ulti .1 La Nouvelle droite" la lumire de la traditim i Nel prilliti si u l l e n i mv f i , senza m ezzi term ini, che era d iv e n tato ormai i l i i n i u m u t e "il visti perverso della sovversione integrale si celasse d i e t r o In iniim l i m i de l l a rivoluzione conserv atrice 278, e si denunciava la p r e s e n z a , nel p a t r i m o n i o culturale della nouvelle cole , di tu tte le ta re d e l l a s o v v e i s i t i n e l i l i eml e un tro p o cen trism o trab o ccan te, positivism o stre tto , scie n tiim o cieco, relutivism o m orale e critica a n ticristian a , fo n d ati, tutti, su di un libero esam e che non altro che lintreccio dellanarchia m entale e del terr rism o m aterialista e a te o 279. N el secondo, con ben pi am pio spiega m ento di argom enti, si co ntestava alla Nouvelle droite la sostanziale in u tilit della battag lia culturale e il ca ra tte re com prom issorio e, tu tto som m ato, d eg ra d an te della sua istanza egem onica, form a di coinvolgi m ento col m ondo d ecad u to della m o d ern it (al gram scism o di d e s tra si con trap p o n ev a u n ben pi aggressivo ed elitario leninism o d i d e stra , fo n d ato sul c a ra tte re professionale e intran sig en te del rivoluzio nario trad izio n a le 28); il suo finire inevitabilm en te, col puro m ito della differen za, non so sten u to da una teoria ontologica della gerarchia e della decadenza, p er sostenere false lite non leg ittim ate (C h e p ec cato se alcune delle vostre teorie non servissero, per e te ro te lia , che a co n fo rtare la b uona coscienza degli industriali e il senso elitista dei n o ta b ili!...281); il suo em pirism o, il suo scientism o e so p ra ttu tto , il suo inaccettabile relativismo2 ^ . M a so p ra ttu tto e q u esto pare co stitu ire il p u n to decisivo della critica tradizionalista, espresso in un sin tetico saggio di F rancesco Ingravalle Sur les fondements philosophiques de la Nouvelle droite" si accusava il nom inalism o, in teso la D e B enoist com e co stru ttiv ism o eroico , di con d u rre, attrav erso il decisionism o m etodologico (coincidenza di verit e potenza ) e la conseguente, so stan ziale storicizzazione della v erit (una v erit per ogni tem po e per ogni soggetto di potenza), a una form a di pensiero tecnico specificam ente borghese e capitalistico in q u an to pensiero q u a n tita tiv o e stru m en tale, in ultim a istanza pragm atico e u tilitaristico (Il m ondo n o n si organizza in funzione del vero (giudicato inesprim ibile), ma in d irezione d ellu ti le 285). L oblio del senso dellessere, scriveva Ingravalle, conduce alla teoria del ca ratte re inesprim ibile della v erit e, attrav erso il m o m ento d ialettico-negativo del nichilism o, a una concezione u tilita rista e v o lo n tarista del m ondo, da cui em ergono le figure del capitalism o e della te cn ic a. E aggiungeva: D io m uore nellepoca della tecnica, lim m agine dellessere si occulta perch luom o si fa D io attrav erso la ttiv i t dem iurgica della tecnica. E u n passaggio necessario, un a razionalit sottile che conduce il pensiero relativ ista a div en ire pensiero tecnico. Se la v erit non esiste, noi la produciam o grazie alla prassi tecnologica; noi produciam o il m ondo grazie alla scienza ip o tetico -d ed u ttiv a e alla

184

M ARCO REVELLI

tecnica . 284 A ncora una volta, du n q u e, la critica di eccessiva m o d ern it di trad im en to delle proprie alterit e separatezza risp etto al m ondo m oderno m ossa alla N o u velle d ro ite il cui m odello um ano p ro d o tto rischia sosterran n o i pi in tra n sig en ti d ifensori della rivoluzione to tale trad izio n alista di approdare pi che alluom o indifferenziato e al soldato p o litic o , allesatto opposto: ... lim piegato in d ifferen ziato del m ondo della tecnica, il funzionario di u n organizzazione m ondiale so t to le insegne deUim perialism o 285. La spaccatura evidente. E non si tra tta solo di co n tin g en ti co n trad d izio n i politiche; di d iffe ren ti p u n ti di v ista ta ttic i q u an to , p iu t tosto, di u n a p rofonda polarizzazione di sistem i di p en siero allin te r no dellarea culturale d ellestrem ism o di d estra in cui, ap p u n to , la co m une contrapposizione al ca ratte re a s tra tto e in te lle ttu a liz za n te del razionalism o, apparsa a lungo om ogenea al suo in tern o , finisce per divaricarsi, inev itab ilm en te, nellaccezione (nom inalista e c o s tru ttiv i sta) del pensiero concreto nichilista, da un a p arte, e nellaccezione (tra d izionalista e ontologica) del pensiero organico spiritualista-evoliano, dallaltra. D ue p u n ti di vista p ro fo n d am en te diversi nei loro fo n d am en ti gnoseologici e prasseologici, che solo il com une ruolo di fro n tale co n trapposizione allo schieram ento politico e culturale uscito v in cen te dal secondo co n flitto m ondiale aveva p o tu to m an ten ere u n iti in un a com u ne area m ilitan te, m a che non p otevano non divaricarsi non appena uno di essi si fosse posto in m ov im en to . I contraccolpi della fra ttu ra sulla N u o v a d e s tra italiana non p o te vano m ancare. L evolism o era stato p er lunghi anni, com e si visto pi am piam en te nei capitoli preced en ti, in pratica, lunico cem ento ideolo gico e il solo fa tto re co stitu tiv o d una id e n tit culturale fo rte p er q u el larea d ellestrem ism o di d estra che n on si era id en tificata p ien am en te con il parlam en tarism o e 1istitu zio n alism o m issino. D i pi: il suo esistenzialism o aristocratico e per m olti versi m istico , fo n d ato sul ti po um ano d iffe ren ziato e sul rifiu to radicale e in tran sig en te del m on do m oderno; la sua etica guerriera, fo n d ata sullidea di u n alterit asso luta; la sua ontologia spiritualista, coniugata con un idealism o assoluto spinto alle soglie del solipsism o, avevano co stitu ito , per cos d ire, lin volucro im p en etrab ile grazie al quale il neofascism o italiano aveva po tu to a ttrav ersa re senza disgregarsi e dissolversi, la lunga fase d i resi ste n za , d u ram e n te m in o ritaria e catacom bale, delletern o dop o g u er ra . Il suo stesso rifiu to della sto ria e della tem p o ralit il suo co n cepire il corso del te m p o com e inevitab ile caduta b en aveva p o tu to identificarsi con l atteggiam ento esistenziale dei vin ti della R ep u b b li ca Sociale e n o b ilita rn e , p er cos dire, la cu ltu ra della s c o n fitta che li aveva accom pagnati per o ltre un tre n te n n io p resen tan d o la loro posi zione non solo com e aristo craticam en te legittim a, ma anche com e etica m ente superiore. In fondo, questo tip o d i evolism o politico p er lo pi scevro dagli integralism i esoterici dellortodossia p ura e a tte n to so

3. LA NUOVA DESTRA

185

p ra ttu tto alle opere s t r e t t a m e n t e p o l i t i c h e d e l M a e s t r o , assai m eno a quelle a ca ratte re m a g i c o e i m / i n t i m tivevii p o t u t o coesistere e com binarsi persino c o n la s c e l t a " m e n i p u l i i i i u" m u t u n i i i i .ilIn m et degli a n ni se tta n ta, d i c u i , a n z i , si i n d n v n n u (ili mi t e s i gi m n i p i o p r i o in Julius E vola e in A d r i a n o K o m u u l d i , i pi imi ad avtl "ribadito p i volte il taglio m etapolitico d e i l o r o interventi" **, La ictlta d'integrale s e p u r a zione dal co n testo soci ul e e c u l t u r a l e m o d e r n o , dii <p l e s i > i n o n d o di uom ini crepuscolari , m a t u r a t a d a l i e d . i , l.i i m u e / . i o n e s e i o n d o i n i il radicale di d estra vivrebbe nel m o n d o degl i alt r i , ( i n o n d a t o dagl i al tri, da questi degni rap p rese n tan ti d ellepoca b o r g h e s e " " cui n e s s u n a spiegazione o ta n to m eno giustificazione del proprio " e s s e r e a l t r o " l i e ve essere d a ta si sosteneva n on era lunico approdo possibile del levolism o. E sso avrebbe p o tu to essere p raticato , anche, com e presenza culturale nel m ondo: com e prospettiva egem onica m . E questo un altro m odo di declinare il significato bivalente im plicito nel co n cetto di ap o litia . M a gi m aggiori d ifficolt si trovavano a in teg rare il m es saggio scientista prov en ien te d o ltr A lpe col preced en te ap p arato tra d i zionalista; e inconvenienti ancor m aggiori presentava lassim ilazione della svolta no m in alista . T racce di un accidentato d ib a ttito su qu esti tem i p resen ta il sem inario del 1980 su Ipotesi e strateg ie della N uova d e s tra , in cui la q u estione del rap p o rto con il p o te n te m ovim ento fra tello francese e le resistenze ad assum erne integralm en te e acriticam en te lin te ro sistem a di pen siero appaiono centrali: N o n vorrei p ro p rio , disse, in quelloccasione, G io v an n i M onastra, sin tetizzan d o in form a organica il diffuso m alessere dellin te ra area c o n tin u ista p re sente, che, dopo una v en tin a d anni di scolasticism o trad izio n a lista, ci dovessim o so p p o rtare una decina d anni di scolasticism o g recista! D i un m ovim ento che non ha mai riconosciuto una dim ensione real m ente trasc en d e n te nelluom o e ha sem pre u sato la trad izio n e in d o eu ropea, alla quale fa spesso riferim en to , in chiave positivista, solo com e u n insiem e di valori e idee coagulanti u n popolo, con uno strum entalismo analogo a quello di M aurras nei co n fro n ti del cristian esim o . 289 R iem ergevano, in quella sede, le accuse di relativism o, d i em pirism o, di evoluzionism o mosse alla cu ltu ra del G R E C E giudicato prigioniero di tu tte le co n trad d izio n i e di tu tte le falsit del pensiero m o d ern o 290; il tim ore della p erd ita di u n id e n tit d o ttrin a ria , fru tto di d ecenni di studi e d ib a ttiti, che se da una p arte ci h anno o fferto esem pi penosi d i scolasticism o evoliano e gunoniano, dallaltra sono serviti anche a p urificare il n o stro am biente da m olte idee spurie e a enucleare un si stem a di valori co e re n te 291; lim pressione che, in fondo, lim m agine dellin te lle ttu a le espressa dalla N o u ve lle droite finisce p er coincidere con quella dellin te lle ttu a le b o rghese , e che la sua p ura azione cu ltu ra le, sganciata da articolazioni specificam ente politiche rischiasse, in Francia, di d are u n supporto in tellettu ale alla tecnocrazia d i stile giscardiano 292.

186

MARCO REVELLI

Lo stesso nucleo fo n d ato re della N uova d e s tra italiana, il pi v i cino alle posizioni francesi, p u r u tilizzan d o pien am en te lideologia g recista per forzare e dissolvere i resid u i tenaci del vecchio m ito in c ap a citan te e paralizzante di u n tradizionalism o d i stre tta osserv an za, si garan tiv a in quella sede una certa presa di d istanza, per lo m eno sui p u n ti pi controversi e pi ap e rtam e n te in co n trasto con i fo n d a m enti ultim i d ellantico credo: P er q u an to riguarda i discorsi n ati sulle scelte culturali e politiche del G R E C E , ci te rran n o a precisare che esse sono sta te d eterm in a te dalla diversa situazione politica fran ce se 293 e che in Italia, com e si d e tto pi volte, le cose stan n o diversam e n te 294; che qui esiste un m ovim ento politico d i d estra organizzato con cui fare i c o n ti 295 e che quin d i, anche il rap p o rto con le radici culturali si pone in term ini pi articolati. P eren n em en te in certo tra la conquista del g h e tto neofascista e la conquista della so ciet , tra ten d en ze integraliste e vocazioni egem oniche, anche il filone pi d in a mico del radicalism o di d estra esita a scegliere tra la m ediazione cu ltu rale con le altre com ponenti delleresia n era e la m odernizzazione id eo logica indispensabile a o tte n e re una pi vasta audience esterna. E se riuscir con relativa facilit ad assim ilare lo scientism o d i su p erficie francese (chiave im p o rta n te p er presen tarsi allaltezza dei te m p i e per o ffrire u n crism a di o g g e ttiv it alle p roprie proposte politiche), p roprio p er il ca ratte re p u ram e n te stru m en tale e non sostantivo d i q u e s to 296 p er il suo p erm an en te rinviare, p u r sem pre, in ultim a istanza, a u n m ito delle orig in i , a un qualche p u n to genetico posto p rim a della storia, c o stitu tiv o di quellid e n tit etn ica che sta alla base delle culture differenziate ta n to care alla N o u velle droite , non giunger p e r mai ad accettare pien am en te il m odello nom inalista, d a cui anche di recente, co n tin u a a p ren d e re ap e rtam e n te le distanze. C e rto , ci n on sar sufficiente a preserv are la N uova d estra dalle du re critich e delle co rren ti tradizionaliste orto d o sse (N ien te d i pi che il C lu b M editerrane della tra d iz io n e , la d efin ir sp rezzan tem en te D aniele V erzo tti su A rth o s 297), n a riconciliarla con lin tran sig en te ala m ilita n te e s e tta ria del radicalism o pi e s tre m o 298, arrestan d o a m et il suo p ro g etto di unificazione cultu rale della D estra radicale. E tu tta v ia co n tin u er a testim o n iare di una sua relativ a c o n tin u it nel m u tam en to difficile da negare.

I
N ote

1 II termine Nuova destra , di evidente importazione francese sul modello della pi nota Nouvelle droite, coniato dai mezzi di comunicazione di massa per qualificare il nuovo fenomeno politico e poi accettato, sia pure con riserve, dai suoi stessi esponenti, solo parzialmente soddisfacente. E d altra parte esiste unindubbia difficolt di deno minazione dei movimenti emergenti nellarea dellestrema destra, difficolt che come giustamente notano R. C h i a r i n i e P. c o r s i n i , autori di uno dei pi utili e ampi contributi alla ricostruzione microstorica del neofascismo italiano, Da Sal a Piazza della Loggia. Blocco d'ordine, neofascismo, radicalismo di destra a Brescia (1945-1974), Milano, Angeli 1983, rinvia a unancora incerta e parziale conoscenza e concettualizzazione del fenome no: Si oscilla," essi scrivono, da neofascismo a radicalismo di destra, a destra eversiva a neonazismo, a nuovo fascismo, senza riuscire spesso a individuare specifici referenti, a delimitare coordinate cronologico-spaziali e componenti ideologico-culturali (p. 19). Forse la denominazione proposta da Giorgio Galli il primo e finora praticamente lu nico scienziato politico a essersi occupato di questarea di radicalismo di destra appare la pi adeguata, in forza anche della sua ampiezza raccogliendo in generale quelle culture connotate in senso gerarchico e autoritario, antirazionalistiche o solo parzialmen te razionalizzate che tendono, in forma ricorrente, a emergere, nel nostro secolo, in cor rispondenza delle periodiche crisi delle politiche riformiste: Cfr. G. g a l l i , La crisi italia na e la destra intemazionale, Milano, Mondadori 1974; sullo stesso tema Galli tornato recentemente con unopera su La Destra in Italia, Milano, Gammalibri 1983; allinterno di tale vasta categoria, poi possibile distinguere, per lo meno a partire dagli anni set tanta, una componente che potrebbe definirsi di setta o di milizia in ragione di un progetto organizzativo di tipo mistico e iniziatico, orientato alla netta separazione dal mondo decaduto della modernit, dallaltra componente, quella di cui qui pi direttamente ci si occupa, qualificabile come egemonica per sottolinearne il carattere secola rizzato e la tendenza a conquistarsi una reale egemonia culturale e sociale: cfr. M . r e v f . l l i , Panorama editoriale e temi culturali della destra militante, in Nuova destra e cultura reazionaria negli anni Ottanta, Cuneo, Istituto storico della Resistenza in Cuneo 1983. Sul neofascismo in Italia le opere di ricostruzione storica e cronachistica di ampio respi ro si arrestano, generalmente, alla met degli anni settanta: Da n i e l e b a r b i e r i , Agenda nera. Trentanni di neofascismo in Italia, Milano, Coines 1976; T . b a r b a t o , Il terrorismo in Italia negli anni settanta, Roma, Bibliografica 1980; oltre allampia opera di G. f l a m i n i , Il partito del golpe, Ferrara, Bovolenta 1981-82 di cui tuttavia sono stati pubblicati solo i primi tre volumi. U nampia documentazione sugli ambienti di estrema destra vicini al lintegralismo cattolico, contenuta nel volume di G. t a s s a n i , La cultura politica della

188

NOTE

destra cattolica, Milano, Coines 1976. disponibile, invece un buon numero di articoli

sullevoluzione pi recente dellarea definibile sotto la denominazione di Nuova de stra ; in particolare si veda: G. t a s s a n i , Identikit della Nuova destra, in Bozze 81 , marzo-aprile 1981, citato con apprezzamento dagli esponenti della Nuova destra stessa; F. c a r d i n i , Pensare a destra? Ma cos poco garbato!, in Vita sociale, 188, NovembreDicembre 1979 che per solo apparentemente costituisce unanalisi critica collaborando lautore alle pi significative pubblicazioni della Nuova destra stessa; il superficia lissimo saggio di G. m u g h i n i , Da destra venite, in Pagina, agosto-settembre 1982; le relazioni di d i n o c o f r a n c e s c o , La nuova destra dinanzi al fascismo-, f r a n c o f e r r a r e s i ,
La destra radicale in Italia: forme ideologiche ed esperienze organizzative-, GIORGIO g a l l i , La componente magica della cultura di destra-, ALESSANDRO p o r t e l l i , Tradizione e metatradizione: appunti su Il signore degli anelli" e a n n a r o s s i d o r i a , Nuova destra e movimento delle donne nel cit. Nuova destra e cultura reazionaria negli anni Ottanta. Inutili, invece,

per il carattere prettam ente giornalistico e per le numerose imprecisioni gli articoli dedi cati alla Nuova destra da ENRICO f i l i p p i n i s u La Repubblica (E allora le carogne" lasciarono le fogne, 13 gennaio 1984; Cosa porti dentro il sacco?, 17 gennaio 1984; Sotto un cielo vuoto, 21 gennaio 1984). Alla Nuova destra ha dedicato un inserto dal titolo Una tradizione che tra passato e presente cerca una rivalutazione emotiva, LOpinione e un numero del Raccoglitore la Gazzetta di Parma, 9 novembre 1983. 2 Introduzione a a p i m a n i , H obbit/H obbit, Roma, LEdE 1982, p. 11. Prefazione a a p i m a n i , H obbit/H obbit, cit., p. 7. 4 Lo Hobbit il protagonista dellomonimo volume di heroic fantasy di j . r . r . t o l k i e n (Lo H obbit o la Riconquista del tesoro, Milano, Adelphi 1973) e uno dei pi signifi cativi abitanti dellaffollato mondo mitologico del pi maturo II signore degli anelli (Mila no, Rusconi 1977). Rappresenta un minuscolo essere, timido e schivo, ma di antichissi ma origine, dolce come il miele e resistente come le radici degli alberi secolari la cui arte, assai vicina alla magia, unicamente dovuta a unabilit professionale che leredi t, la pratica e unamicizia molto intima con la terra hanno reso inimitabile da parte di razze pi grandi e goffe . Nel fantastico mondo tolkieniano, intreccio di saga nordica e di narrativa eroica medievale, la Nuova destra ha trasferito, in buona parte, il proprio immaginario identificante, e da esso ha tratto molti dei propri simboli (La roccia di Erec, luogo tolkieniano per eccellenza, , ad esempio, il nome assunto dalla sua coopera tiva editoriale): Tolkien: una scoperta, uno specchio, unidentit di colpo ritrovata, scriveranno, [...] Tolkien come sintomo. Come fuga del prigioniero, per rifarsi alla splendida teoria del saggio Sulla fiaba espressa nel suo Albero e foglia. [...] Quel mondo fantastico di saga, coi suoi toni tragici e delicati, coi suoi confini marcati giusto inu miditi d ingenuit fra un Bene e un Male che meritano la maiuscola, plasticamente definiti nella levigatezza dei contorni, ci salvava dal rischio della diserzione (Progetto, itinerario, prospettive, in a p i m a n i , H obbit/H obbit, cit., pp. 17-18). In esso la Nuova destra vedeva non solo la realizzazione in chiave fantastica della propria concezione del mondo, ma anche loccasione per ricostruire un nuovo senso della comunit non pi sui vecchi stereotipi mitizzati ma su uninedita trama simbolica di pi rapida ed efficace circolazione: Ce lo saremmo raccontati, pi tardi, commentano, scoprendo nellilari t quei nostri destini paralleli che non s'incontravano, come avevamo creduto/sperato adolescenti, sulle ultime rovine di Berlino in fiamme, simbolo a un tempo della nostra Europa piagata e di una nostalgia romanticamente inevitabile, bens tra i nomi e le de scrizioni di un universo fantastico popolato di elfi e maghi, di orchi e nani. E, in fon do, il simbolo della trasformazione nella continuit; del mutamento di linguaggio entro il medesimo orizzonte. Ma anche qualcosa di pi: nella heroic fantasy la nuova cultura di destra coglie, insieme, il simbolo pi radicale di una trasgressione del reale declinata nella chiave del m ito e la sintesi della propria Weltanschauung radicalmente altra ri spetto allesistente; da essa trae come scrive Alessandro Portelli, nella citata relazione al Convegno di Cuneo la capacit di scorgere un altro ordine di realt, di non ap piattire il possibile sullesistente senza, nel contempo, doversi misurare col compito del la trasformazione sociale. Venerato da legioni di marginali, di estremisti dei due cam pi, di reprobi della civilt consumistica, il filologo di Oxford, mago della saga e degli

NOTE

189

u n i v e r s i f a t a t i , r e c a s u d i s il s i m p r i t o i i l r n l n u i m d i c o n t a g i o ili p o s i z i o n i n o n a l l i n e a t e , s c r i v e m a r c o T A R C H l, in t r u d i t i m i In i m i u n b r e v e s c r i t t o iiii r o s p e c ia le d i D io r a m a le t te r a r io " la m i n i l o

li caso Tolkien

il n u m e

I* >/*> ) d e d i c a t o , u|>|*i il il > , n q u e s to a u to re , e a c c r e d i t a n d o n e l i m m a g i n e " l i i i H g i r n i l v u " , a i i i a g o i i l i l l i u ni iiih ih I ii m a t e r i a l i s t i c o , u t i l i se co n d o i v o ti t a r i s t i c o e r a z i o n a l i s t i c o d e l l a "sin u i . i ili I In ................ " , > n p u i p ili u n i i .......... d i q u e s t a N u o v a d e s t r a , t u t t i i " m a r g i n a l i " r (ili "unii i^i >nl <11 " .Il l i u v n l | | r r r le t r a d i z i o n a l i c a t e g o r i e d e l l a p o l i t i c a . E , q u a t t r o u n n i piti m u l i , u r i ' U m i l i l i >IrI l ' I H l , i n t r o d u c e n d o u n n u m e r o s p e c i a l e d e l l a s t e s s a r i v i s t a , I t i l c i i m i m i r , li . In .ilo n l l ' " A l t r i n n l i v H f a n t a s t i c a , C o r r a d o f e d e r i c i , Per u n a lternativa fa n to lin i, i l > t m i n i l / r i i l Ir i > 1^ .11in ilellu
f o r t e a d e s i o n e d e l l a N u o v a d e s t r a a ll a l e t t e r a t u r a l u n iu M u a , In i |t i u l t i o ......... 11 ! 11 li- im i

derne fantasy e Science fiction derivano, in s e g u i t o a d e g r u d i i/ . i o n l ile i ni. 1 0 , .lui n u l o . 2) di esso conservano inconsciamente ancora u n b a r l u m e d i s t r u t t u r a e ili v a l u t i , t) e n l l u i n bi i generi, ma soprattutto il primo, sono in c o n t r a s t o c o n la r e a l t , la t r n s g i c d l s i u n o ; 4) entrambi i generi, ma soprattutto la fantasy, si p o n g o n o c o m e a l t e r n a t i v a ' p o s i t i v a ni reale, alternativa di valori, naturalmente (p. 3). E s e m p l a r e p e r u n a c o m p r e n s i o n e ilcllu forza d appello della heroic fantasy sul pensiero trasgressivo d i N u o v a d e s t r a , l a r t i c o l o di G. d e t u r r i s s u Tolkien, L ultimo scrittore di saghe, pubblicato sulla rivista n e o f a s c i s t a LItaliano, febbraio 1974. De Turris dirige anche, con Sebastiano F u s c o , la c o l l a n a Mondi alternativi delle edizioni Akropolis ed autore di numerosissimi saggi s u lla fantasy. A Tolkien la Nuova destra ha continuato a dedicare una costante attenzione: nel volume a p i m a n i , Proviamola nuova. A tti del seminario Ipotesi e strategia di una nuova destra", Roma, LEdE 1980 compare un intervento di U m b e r t o c r o p p i , Ma Tol kien ha fatto la resistenza? in cui sono indicati i temi tolkieniani comuni (leroismo, il mito animatore, la immanenza del soprannaturale in ogni manifestazione della natura che conferisce un senso religioso allintera narrazione in cui si realizza, la equazione tra il bene e il divino, e poi la gerarchia e la forza, tutto incorniciato in una aria di saga nordica che ne sottolinea il carattere iperboreo e tradizionale, p. 130), e una lunga co municazione di LUIGI d e ANNA, Un posto per gli gnomi; negli atti del convegno Costanti ed evoluzioni di un patrimonio culturale, A l di l della destra e della sinistra, Roma, LEdE 1981, figura un intervento di Gi a n f r a n c o d e t u r r i s , Dal mito alla fantasy. 5 Giuseppe Rauti (alias Flavio Messalla) nato a Catanzaro nel 1926; volontario a 17 anni nella GN R, catturato; riuscito a fuggire si arruola, nel Marocco spagnolo, nella formazione franchista E1 Tercio . Arrestato nel 1946 viene liberato alla fine dellanno. Iscritto al MSI, aderisce anche ai FAR (Fasci di Azione Rivoluzionaria) di Almirante, partecipando da protagonista, con Clemente Graziani, Julius Evola, Fausto Gianfranceschi, Franco Petronio, Mario Gionfrida, Alberto Ribacchi, alla seconda fase di questi, tra il 1950 e il 1951 e dirigendone, insieme con Enzo Erra, la rivista Imperium . Arre stato, insieme agli altri, nel giugno del 1951 per associazione a delinquere e per una serie di attentati terroristici con pericolo di strage, firmati Legione Nera e FAR (i volan tini di rivendicazione risultarono composti con gli stessi caratteri della rivista Imperium), e liberato dopo dieci mesi, torna alla militanza nel MSI a fianco di Almirante, nellala dura. Dal 1953 diviene redattore de Il Tempo . Nello stesso periodo fonda Ordine Nuovo (si veda il capitolo precedente) che, dal 1956, si rende autonomo dal MSI. Tra la fine degli anni cinquanta e linizio degli anni sessanta, come leader di O rdi ne Nuovo, fa parte del N O E (Nuovo Ordine Europeo), movimento neonazista che aveva tra i propri promotori personaggi come O tto Skorzeny e Leon Degrelle. Stringe rapporti con il SID e partecipa al Convegno gi citato dellistituto Pollio nel maggio del 1965. Nel 1966 collabora con Guido Giannettini alla stesura del volume Le mani rosse sulle forze armate (commissionato dal generale Aloja) e, sempre con Giannettini, accu sato di partecipare alla famosa riunione di Padova del 19 aprile 1969 con Franco Freda in cui, secondo il giudice Alessandrini, sarebbe stata preparata la strage di piazza Fon tana e, nel settembre del 1969, a una missione in Germania per conto dellesercito italiano. Sempre con Giannettini, fonda i Nuclei difesa Stato la cui costituzione era stata caldeggiata nel noto convegno dellistituto Pollio. Stabilisce anche, dopo il colpo di stato dei colonnelli greci, stretti rapporti con Kostas Plevris, capo del movimento neo nazista 4 agosto e uomo di primo piano della strategia della tensione in Grecia, dove

190

NOTE

aveva solidi legami con i servizi segreti. in collegamento anche con Stefano Delle Chiaie, con Michele Mario M erlin o e Stefano Serpieri, con cui partecipa a uno stage in Grecia. Il 15 novembre d el 1969 rientra, con parte del gruppo dirigente di Ordine Nuo vo (G. Maceratini, R . C o ltellacci, I. Andriani) nel MSI, ed immediatamente cooptato nel Comitato centrale. M en o di u n mese dopo, avverr la strage di Piazza Fontana, per la quale il giudice Stitz lo a c c u s rt , insieme a Freda e a Ventura, ordinandone larresto. Scarcerato il 25 aprile d el 1972, viene eletto nelle liste del MSI il 7 maggio dello stesso anno. Il Parlamento n eg h er l'autorizzazione a procedere contro di lui, richiesta dal maggio del 1974. 6m . t a r c h i , Il problema di /<//.; nuova destra" italiana, Prefazione a a l a i n d e b e n o i s t , Visto da destra, N a p o li, Akmpolis 1981, p. 9. 7 Ibid. Svaniva, scrive l'a u to re >li Progetto, itinerario, prospettive in H obbit/H obbit, anonimo ma probabilmente lo to n o Turchi, lipotesi del polo di aggregazione di una massa conservatrice, c h e allean ze r incessi elettorali, nel nome della maggioranza silen ziosa e attraverso la p ro p o si dell 'd e s tra nazionale, avevano per almeno tre anni ac creditato. Il visceralismo a n tic o m u n ista mostrava la corda, loccasionale vicinanza con la Democrazia cristiana p ro d m r v u i suoi g u asti. [...] Repressione, scontro militare, cedi mento di sostanza d o ttr in a r ia d iv e n ta v a n o p e r molti i tre rischi da studiare ed evitare (H obbit/H obbit, c i t . . p. 20). D i q u i, la sce lta di ricercare un nuovo modo di stare a destra" (lbid., p. 21). 8 Progetto, itinerario, prospettive, cit., p. 22. Verso la met degli anni 70, aggiun ger Giuseppe Del Ninno, un altro dei promotori della rifondazione della Nuova de stra, il Movimento Sociale, ma anche gli altri partiti, chi pi chi meno, rappresentava ormai una tentazione davvero blanda, per chi non volesse rassegnarsi al ripiegamento nel privato-, tuttavia pi degli altri partiti poteva offrire di s limmagine della comunit, di un ambiente umano coerente pur nella diversit degli atteggiamenti e continuo seppur nella naturale dialettica delle generazioni (g . d e l n i n n o , Nouvelle droite e nuova destra, Introduzione a A. d e b e n o i s t , Visto da destra, cit., p . 19). 9 Progetto, itinerario, prospettive, cit., p. 23. Con Democrazia nazionale, aggiunge lautore, si inabissava nellazzardo unintera classe dirigente giovanile, incancrenita da gli anni e resa intoccabile da un gioco degli equilibri che mai ci era parso accettabile. Il senso di liberazione, nel 1976, prendeva corpo e proiettava le prime immagini (lbid., p. 22). 10 Introduzione a API m a n i , H obbit/H obbit, cit., p. 11. Anche se la nascente insof ferenza verso il vecchio mondo della destra missina non porta poi, in fondo, molto lonta no dal luogo di partenza, al punto che lautore conclude: Destra radicale era altro. Erano Evola e Adriano Romualdi, una cultura originale, la tentazione di vedere, oltre la politi ca, qualcosa di pi pieno ed elevato (Progetto, itinerario, prospettive, cit., p. 20). 1 1 Si assume qui la definizione che di sistema politico ha dato Paolo Farneti quali ficandolo come quel complesso di strutture di disposizione (delle persone o strutture di potere) tendenti alla differenziazione e specificit dei ruoli e alla loro interdipendenza, orientate a risolvere (e sollevare) i problemi posti dalle fratture della societ civile (nella loro espressione associativa e organizzativa) e interpretabili in termini di legittimit (dal lappoggio alla legittimazione) e di efficacia (dal ricorso alla forza alla mediazione) come presupposto d e b o rd in e della societ civile (p . f a r n e t i , Sistema politico e societ civile. Saggi di teoria e ricerca politica, Torino, Giappichelli 1971, p. 83). 12 Progetto, itinerario, prospettive, cit., p. 23. N manca, al proposito, lorgogliosa af fermazione di aver partecipato alla cacciata di Luciano Lama dallUniversit di Roma nella primavera del 1977: Forse la domanda intorno alla reale portata di quel pugno di fasci d avanguardia che giuravano di aver contribuito a mettere in fuga Lama e la sua milizia sindacale, si afferma, non aveva agitato che la mente di qualche sospettoso insoddisfatto (lbid., p. 23). 1 3M . t a r c h i , Il problema di una nuova destra" italiana, cit., p. 7. Esplicito il rico noscimento del fascino esercitato dalle pi esasperate manifestazioni dellautonomia e, seppure di natura assai diversa, dalla pratica armata delle Brigate Rosse su parte del larea neofascista, facendo emergere tentazioni di emulazione e di confluenza: Quan-

">

NOTE

191

ti, in una destra sem p re meno u cce llali ........ tuie m a s u b ita s o p ra ttu tto nelle sue impli cazioni umane ed esiste n z iali ili luogo iliiu o h lr it ', cercarono nella sorprendente vitalit degli autonomi la ric e tta p e r ginn in- il im'/m/Miic c h e odorava di ideologismo non meno che di snobismo d i b u o n a famigliti, urli minima pi d isg u sto sa c h e trentatr anni di confusionismo d o ttr in a r io avesse supino prepararri1" i c h ie d e un redattore di H obbit/ H obbit, e risponde: S. I ra quell'autunno v la iiiccrssiv p rim av e ra si compiva la para bola di una fra le p i n e fa ste illusioni I . 'inopia tlrll'im itu ri'ihm azionale, c o m p iu ta non in nome di ci ch e a ffra te lla v a o g g e ttiv a m e n te luna Molla, m o lti c o n fro n ti, il co m u n e riferimento a G u c c in i e D e A n d r , a sc o lta ti pei vnloinu o |>n | v o la n tin i d a ti e rifiutati, il fascino d i N ie tz sc h e e Arancia Meccanica, Il liceo, li snemhlrr, Ir p ia z ze ...) ma di ci che s o g g e ttiv a m e n te contrapponeva e a tlru rv u (Ir spranghe, li m o lo io v , il clan destinismo b ie rre , lesproprio rivoluzionario)" (lbid., p. 27). 14 M . t a r c h i , II problema di una nuova destra" italiana, c it., p. 7. 15 lbid. 16 Prefazione a a p i m a n i , H obbit/H obbit, cit., pp. 5-6. 17 Lindividuazione di tre diverse immagini del fascismo fascismo conservatore, fascismo eversivo o rivoluzionario e fascismo mediatore, corrispondenti a tre diversi soggetti che confluirono nel fascismo: i conservatori provenienti dalla Destra storica e dal nazionalismo di destra, gli sradicati dalla guerra e i piccoli borghesi schiacciati tra grande capitale e proletariato appartiene a n o r b e r t o b o b b i o , L ideolo gia del fascismo, in Quaderni della FIAP , n. 14, 1975; ora in c o s t a n z o c a s u c c i (a cura di), II fascismo, Antologia di scritti critici, Bologna, Il Mulino 1982, pp. 598-624. 18 Per uninterpretazione in questa chiave del nazional-socialismo si veda il noto F. n e u m a n n , Behemoth. Struttura e pratica del nazionalsocialismo, Milano, Feltrinelli 1977. 19 s t e n i o s o l i n a s , Dove va la destra giovane, in Roma , 21 giugno 1977, ora anche in a p i m a n i , H obbit/H obbit, cit., pp. 48-51. Nel medesimo articolo Solinas fa riferi mento, assumendola per certi aspetti, alla teoria dell'omologazione di Pasolini, a cui tuttavia, in occasione della morte, La voce della fogna aveva dedicato un articolo di inqualificabile volgarit. 20 lbid. 21 Introduzione a a p i m a n i , H obbit/H obbit, c i t . , p. 12. 22 Progetto, itinerario, prospettive , cit., p. 20. 23 m a u r o b e n e , La destra alla ricerca del Pop, in La Repubblica , 14 giugno 1977. Ora anche in a p i m a n i , H obbit/H obbit, cit., p. 44. In un breve articolo su Panorama m i c h e l e c o n c i n a (A cantafascio, 21 giugno 1977) riporta anche il brano di una truce poesia declamata dal complesso napoletano Il vento del sud, che avrebbe ottenuto le pi entusiastiche ovazioni, intitolata Eri un rosso: Le budelle marce esposte al sole / sei morto come ti meritavi, come un porco / Scannato, schifoso anche cadavere. / Eri rosso come il tuo lercio sangue / che bagna ora le mie scarpe. / Sotto il mio culo il tuo cranio spaccato / un po ti sono grato, mi hai fatto divertire / in fondo sei stato solo il primo. Episodio e testo, riportati anche in Gi u s e p p e b e s s a r i o n e , Lambro/Hobbit. La cultura gio vanile di destra in Italia e in Europa, Roma, Arcana 1979, pp. 147-148, sono liquidati disinvoltamente dallanonimo redattore di H obbit/H obbit con poche righe infastidite: Ancora per il grosso e le avanguardie, scrive, il disprezzo per le parole di quellEn un rosso che avrebbe fatto la fortuna dei critici pi infami e/o smaliziati; la stravolta diversit del rock degli Janus, pietra dello scandalo gettata su un palco troppo lontano. Le esibizioni demenziali di uno scimmiottamento da San Babila ore venti a far da primo reagente, da solvente di kitsch e folklore in chiave funeraria" (lbid., p. 24). 24 M . c o n c i n a , A cantafascio, c i t . 25 lbid. Come principale organizzatore del Campo, Concina indica Generoso Si meone, membro della direzione nazionale del MSI e proconsole di Rauti a Benevento, e aggiunge: Il campo, costato, ufficialmente, appena tre milioni, stato una passerella del nuovo circuito di destra lanciato dal fondatore di Ordine Nuovo. 26 M . b e n e , La destra alla ricerca del Pop, cit. Articoli elogiativi sono stati invece dedicati al Campo H obbit dai giornali di destra: p i n o q u a r t a n a , sul Secolo d Italia del 29 giugno 1977 (Campo H obbit I. U n altra prova che la giovane destra ha saputo supera

192

NOTE

re), dopo aver affermato che il bilancio in complesso positivo e risulta tale anche a

prima vista, aggiunge, rivolgendosi agli scettici e a quei settori che, evidentemente, ma nifestavano resistenze e preoccupazioni nei confronti del nuovo corso: Costoro devo no comprendere che in atto, e che non pu e non deve essere fermato, uno sforzo di crescita qualitativa della giovani- destra; che questo sforzo non comporta n il rinnegare le nostre tradizioni, n il ricalcare supinamente le esperienze gi fatte da altri. Questo nessuno lo vuole, ma non bisogna nemmeno assumere atteggiamenti nicodemistici, di apparente accettazione di formule nuove allesterno e di sostanziale disinteresse allinter no. Anche Il Tempo , cim un articolo di E n r i c o m a r r a , Un controfestival pop per i giovani di destra (15 giugno l>/7) il Roma , col gi citato articolo di s. s o l i n a s , Dove va la destra giovane, elogiano l'iniziativa. 27 Progetto, itinerario, prospettive, cit., p. 20-21. 28 Introduzione a H obbit/H obbit, cit., p. 11. 29 Ibid., pp. 11-12. 50 II riferimento allo slogan ile i movimenti di sinistra fascisti carogne tornate nelle fogne evidente, cosi come evidente lintenzione di rovesciare in identit trasgressi va limmagine spregiuiivu del "l.isi isia", dominante in quegli anni nel mondo giovanile. 51 Progetto, tinnitilo, pnupeltive, cit., p. 21. Ma dallunderground delle catacombe qualcosa pu nascere,'' si aggiunge, Una neolingua da inventare, che prendesse le di stanze dal destrese sezionale senza ricalcare i fonemi dellavversario... (Ibid.). Un pro cesso e un atteggiamento, questo, .issai simile a quello iniziatosi nellarea giovanile delle strema sinistra qualche tempo prima, il che conferma la piena subalternit dellinnovazione in campo neofascista, per lo meno in questa fase, rispetto ai diffusi comporta menti giovanili e alle loro trasformazioni; il suo carattere, per cos dire, di mimesi e di adeguamento a un ambiente su cui non possono, in alcun modo, incidere. ,2 Alla rivista bimestrale Intervento, edita da Volpe, nel cui Comitato scientifico compaiono nomi assai noti della Destra europea, come Julien Fround, Thomas Molnar, Jules M onnerot, Ernest Topitsch e italiana, come Giuseppe Ugo Papi, Ettore Paratore, Sergio Ricossa, Franco Vaisecchi, collaborano, con continuit, numerosi fondatori del la Nuova destra, come Mario Bernardi Guardi, Carlo Fabrizio Carli, Giuseppe Del Nin no, Gianfranco De Turris, Stenio Solinas (che fu capo redattore della rivista, mentre direttore fu, per una fase, Enzo Erra di cui si trattato in altra parte del presente volu me), oltre a numerosi protagonisti del Convegno su Costanti ed evoluzioni di un patri monio culturale, vero e proprio atto di costituzione della Nuova destra, come Franco Cardini, Francesco Gentile, Claudio Finzi. Parte di essi (M. Bernardi Guardi, G. De Turris), oltre a Marco Tarchi, figurano anche tra i collaboratori della rivista trimestrale La D estra del cui Comitato internazionale hanno fatto parte, tra gli altri, Ernst Jiinger, Vintila Horia, Thomas Molnar, e a cui hanno collaborato, a pi riprese, esponen ti di primo piano della Nouvelle droite francese come Alain De Benoist, Jean Claude Val la, Pierre Vial, Pierre Gaxotte, oltre a Giorgio Locchi, per una certa fase trait-dunion tra Nuova destra italiana e Nouvelle droite francese. 33 U nanalogia tra La voce della fogna e Il male , proposta nellottica della con sueta (per la Nuova destra) linea della trasgressione dei confini e della coincidentia oppositorum, contenuta nel gi citato saggio di F . c a r d i n i , Destra o sinistra in crisi?, in cui si legge: Tale simpatia (per la cultura underground) si riflette negli organi pi intelli genti della ND italiana, per esempio quella dei ragazzacci fiorentini [con cui, sia detto per inciso, Cardini collabora strettamente] che stampano La voce della fogna e che ri cordano insistentemente gli altri ragazzacci che dallaltra parte (ma sono poi davvero dal laltra parte?) stampano Il male (Ibid., p. 408n.). Una documentazione su La voce della fogna in G. b e s s a r i o n e , Lambro/Hobbit, cit. G. Bessarione indicato come lo pseudonimo di Gianni Emilio Simonetti, situazionista, attentissimo alle realt giovanili e alle loro culture, collaboratore della rivista alternativa Gong, il quale per primo ave va orientato la propria attenzione verso i segnali emessi dalla Nuova destra. Cos si esprime F. Cardini sul volume, considerato lavoro di un intelligente collettivo dellul trasinistra che avr certo attirato, per labbondanza delle notizie che d e per la buona qualit della loro disposizione, lattenzione non solo degli interessati al discorso culturale

N O TE

193

e politico della neodestra, ma unclir > |<icll<> drl m a g istra to . A > 1 1 In verit, scorrendo queste pagine, si ha lim p ressio n e c lic, olirr u un g ru p p o di i n d u t t o r i schedatori, ci sia sotto le informazioni del c o lle ttiv o ili 111 11 n'1 1 t> i r u il lav o ro di >|ii>iK lir Inliltrato di quali t culturali non trascurabili... infiltrino, o i|imli uno c h e non lui unioni deciso da che parte stare? O che lha d e ciso pcrirltuiuriilr, rii . | i quello iln |H iiluu contempora neamente neodestra e u ltra s in is tru ? " (lim i, |. -ll'ln ) Cmmiin|ur, .il di li* dei dubbi di Cardini, il taglio nettamente a n tif tli is tu tlc-ll' 11ili ><lii / n i< - di / .iim h rn /l ln l'h il, non sem bra prestarsi a equivoci. 54 Che potessimo essere altro delle piccole burnir di dr|irtudun, .lugli .unirli r di sonesti sacerdoti dei riti nostalgici celebrati con scudrn/.u piinluulr prt i r m i In un i blocchi traballanti di un consenso elettorale ereditato fino u nummi, rsiin/ionr dri . mi traenti. Che unevoluzione vissuta al ritmo di unepoca potesse essere non solo quuliosn di diverso da un cedimento, ma forse, e meglio, una necessit vitale per uscire duU'anonimato della mediocrit. Che, infine, la sorte di un rivoluzionario potesse essere diversa da quella dei bigotti dellintegralismo votati a scomunicare e a consumare nel chiuso del le loro sette il rito di una mummificazione progressiva e dei testimoni di un dogma circo lante a circuito chiuso e in involucri preconfezionati. Legittimarsi. Qualcuno lo ha scam biato per un cedere, per un concedere: come se solo limmobilit garantisse la purezza. Ma per noi era ed riannodare genealogie dimenticate per linvidia di qualche accaparra tore di eredit politiche o culturali (Il progetto, in La voce della fogna, 28, inverno 1981). E a conferma della continuit anche col peggiore passato pi recente, pochi mesi prima, compare una recensione apologetica al volume di g u i d o g i a n n e t t i n i , Le ori gini storiche della libert, Roma, Volpe 1980, definito sanissima lettura, rispetto alla quale si tratterebbe solo di superare lallergia al cupo giallino della copertina ; in La voce della fogna , 26, primavera 1981. 35 Progetto, itinerario, prospettive, cit., p. 25. Campo Gollum lo soprannomineran no, riprendendo la toponomastica tolkieniana; luogo di ricomposizione delle forze del male, delle ombre di M ordor ; simbolo del ritorno dei mali antichi del ghetto neo fascista, dal burocratismo di partito alle tentazioni militariste e nostalgiche. 36 Progetto, itinerario, prospettive, cit., p. 28. 37 Parrebbe, nelle riflessioni dei protagonisti, esser stato questo il momento pi si gnificativo della presa di coscienza di un insanabile contrasto con le strutture ufficiali del Movimento Sociale; il punto d inizio di una marcia di allontanamento conclusasi un paio d anni pi tardi con lespulsione di Marco Tarchi dal MSI a causa di una clamorosa satira dellintero gruppo dirigente del partito pubblicata su La voce della fogna del lautunno 1980. Trionfava il modello integrato, scriveranno di quel Campo finito male. Londata di riscoperta della specificit, larmonia progressiva delle parti cedeva alla rozzezza della gestione unitaria. Miraggio. Come se due stili, due mentalit, due espe rienze compatibili, certo, ma in una composta e dialettica pluralit potessero fon dersi d un colpo sotto la spinta di un accordo firmato. Il forzato scioglimento delle correnti in seno al Movimento Sociale Italiano forniva un primo risultato. N gustosa n compatta, la maionese impazzita di Fonte Romana lasciava la bocca amara (Ibid., p. 27). Il numero satirico de La voce della fogna che cost lespulsione a Tarchi, riprodu ceva (sul modello del Male , anzi come finta riproduzione del Male) un falso numero del Secolo d Italia dal titolo Annullato il XII Congresso Nazionale del MSI-DN. La segre teria scopre le truffe e gli imbrogli dei . b adogliani" ServeIlo, Tremaglia e Pisano e della loro sporca banda. L On. Almirante si dimette dallincarico. Vi compariva un falso editoriale di Almirante, false dichiarazioni di Rauti e Romualdi, la notizia della fuga in America di Pisano, di un improvviso infarto di Tripodi e dellarresto di Tremaglia mentre fuggi va con i treni tricolore. Nella pagina accanto, col titolo Trame nere. Cosa diavolo bolle
in pentola. Il nazicrogiolo ovvero lettera inquisitoriale sulle nere trame dei figli della notte,

un resoconto in prosa secentesca, a firma Louis Perchfish, Magistrato del Tribunale di Salem, di una caccia alle streghe. Nello stesso stile nel numero successivo della rivista (La voce della fogna , 26, primavera 1981) si dar notizia dellespulsione di Marco Tar chi (soprannominato Marco da Fiorenza) (Storie nere. La vera e lacrimevole istoria della

194

NOTE

fogna infame narrata dalla sua stessa voce) rappresentato nel corso di un giudizio d a parte

del Magistrato della Santa Inquisizione (MSI) nella persona del suo Segretario Generale frate Jorge. Avendo Marco d a Fiorenza confessato di essersi rifiutato di diffondere le copie residue di Parlo con Bruno... di avere sbadigliato durante la proiezione d e \'Assedio d ellAlcazar al cinefrum Boia chi molla di Vitorchiano... di aver espresso dubbi sul fatto che la Conciliazione avesse restituito lItalia a Dio e Dio allItalia, di non aver personalmente alcuna bandiera da far garrire al vento e avendo aggiunto che personal mente non gli sembrava il caso che, se la societ marciva, la giovent nazionale dovesse continuare a marciare, concludeva larticolo, fu condannato al rogo... 5 8 NICOLA cospiro, Campo H obbit 2, in Candido, 31, agosto 1978; ora anche in G. b e s s a r i o n e , Lambro/Hobbit, cit., p p . 150-151. Ricordando, in polemica con la linea nazional-rivoluzionaria e, se cos si pu dire, movimentista che il Fascismo stato e rester Ordine, Autorit, Gerarchia, Senso dello Stato, e, soprattutto, al di l del siste ma politico, una concezione della vita e del mondo che non apparteneva certo a Carlo Pisacane, e ammonendo che l 'Emile di Rousseau non ci ha mai interessato e continue r a non interessarci. Non vogliamo Giacobini tra noi! (figuriamoci...), Nicola Cospito riaffermava bellicosamente la priorit dellobiettivo da raggiungere se vogliamo soprav vivere ai tempi duri che si preparano: la formazione del militante come soldato politico" Ubid., corsivo nostro). w Mantenere un impegno, in " D io ra m a le tte ra rio , 14, settembre 1978. 40 Ibid. 41 Ibid Significativi, fin da q u e s to primo numero a stampa, i titoli recensiti: E. n o l ri., / tre volti de! fascismi!, nella ristampa di Milano, Mondadori 1978 (recensore E. Nistri); r g in u l'K RNOUD, Luce del Medioevo, Roma, Volpe 1978 (M. Sanesi); Re n z o d e f e l i c e , D Annunzio politico (1918-19)8), Bari, Laterza 1978 (M. Sanesi); j o h a n h u i z i n g a , L'autunno del medioevo, Firenze, Sansoni 1978 (S. Solinas); J . l a r m a t , La genetica del l intelligenza, Roma, Armando 1978 (G. Monastra); P i e r r e d r i e u l a r o c h e l l e , L uomo a cavallo, Venezia, Il Sigillo 1978 (M. Tarchi); d e n i s d e r o u g e m o n t , L amore e l'occi dente, Milano, Rizzoli 1977 (S. Solinas); a a . v v ., Nichilismo e imperialismo. L avanguardia letteraria in Italia (1903-1914), Verona, Bertani 1978 (S. Solinas); JOHN k e e g a n , Il volto della battaglia, Milano, Mondadori 1978 (G. Sinatti); p h . b a i l l e t , Julius Evola e l affer mazione assoluta, Padova, Ar 1978 (P. Sanpaoli). 42 Per la verit Dimensione cosmica, rivista bimestrale di fantascienza e astrono mia, nasce qualche mese prima, nel 1977, con un gruppo redazionale relativamente auto nomo rispetto agli onnipresenti dirigenti della Nuova destra, coinvolti invece piena mente in Dimensione ambiente e in Eowyn . Qui, il collegamento rappresentato solo da G. De Turris e da S. Fusco. 43 Direttore responsabile Stenio Solinas; nel Comitato di direzione figurano: G iu seppe Del Ninno, Gennaro Malgieri, Enrico Nistri, Marco Tarchi, Carlo Terracciano, Piero Visani; redattore capo: Maurizio Cabona. Tra i collaboratori, oltre ai soliti Carlo Fabrizio Carli, Claudio Finzi, Giorgio Locchi, Franco Cardini, Sigfrido Bartolini, Enzo Erra, Gianfranco De Turris, anche un gran numero di esponenti della Nouvelle droite francese, da Alain De Benoist (di cui, praticamente in ogni numero, sono tradotti artico li gi pubblicati su Elments) a Pierre Routhier, da Guillaume Faye a Michel Marmin... Con lestate del 1979 si esaurisce la prima fase di Elementi , dopo la pubblica zione di tre numeri. Ritorner in circolazione nel novembre-dicembre del 1982 in veste tipografica invariata (solo la numerazione: nuovamente anno I, segnala la cesura) e con un nuovo comitato di redazione: non vi figurano pi Enrico Nistri, Gennaro Malgieri (uno dei collaboratori pi tradizionalmente legati allestrema destra classica , per cos dire, e meno sensibili al mito della coincidentia oppositorum) e Carlo Terracciano (inte gralista evoliano, pi vicino alle Edizioni di Ar di Franco Freda e, successivamente, alle Edizioni Barbarossa, gruppo tradizionalista-guerriero); accanto a Giuseppe Del Ninno, a Marco Tarchi e a Piero Visani, compaiono, in compenso, Raffaello Beicaro, Monica Centanni, Umberto Croppi, Peppe Nanni, Cristina Paterno, giovani messisi in evidenza nel corso dei due convegni-seminari di Cison di Vaimarino (TV) nel 1980 e nel 1981 e i cui interventi si possono leggere nelle due pubblicazioni gi citate Proviamola nuova,

N OTE

195

di cui Monica (Centanni) e Crisi imi {l'nieiu) figurano come curatrici, e A l di l della destra e della sinistra. Direnine imi.... ......un Nn nin Snlinas, menni- m passa dalle Edi zioni Il Labirinto alle Edi/inui S riir ( nloil, -.mnimn di un proemilo di chiarificazione interno (probabilmente maturato unilir ini....... al mpporlo il m irre con la Nouvelle droite francese dopo la sua volta nominali!,!, ili ini n |>Ht In A plu nlirc) avente per og getto il maggiore o minori- fi" !" di In li'lu i ..... m id i uhi Ir |>ii|>iIr radici politico culturali e la soglia accettabili- ili "liii>||ii'Mlvllt" 44 Sociologia, natiirulminn ninne.luna. hi, mu.i .ninnali ", "><iiuiinitk"; "icienza politica , di derivazioni- ululimi,imi, ", , h i , Il/Im ir |,m i 1il ul I, ", "1 iviilii/luni- minerva , "ilrn", "Untasti trice; storia , pittura", "Icllrralur", i l . . ! . , , , rellg.... i> co, sono alcune delle SttloM in cui In rlvlulu. an, In- ln i|umln ul nuiilrlln di lla pi matura sorella francese "I lim rnls", i- strutturata 45 Perch elementi, In " E le m e n ti" , 1, Autunno 1978, p. 2. 46 I suoi ideatori e fondatori, vi si legge, hanno compreso che in unepoca di crisi come quella che attraversiamo, si deve essere disposti, fermi restando alcuni punti fon damentali, a mettere tutto in discussione, a confrontarsi spregiudicatamente con le idee altrui, a polemizzare e scendere, se necessario, addirittura in campo avverso (Ibid.). 47 In essa comparir Vlntervista sullecologia a Konrad Lorenz a cura di a l a in d e b e n o i s t e, dello stesso, Nietzsche. Morale e grande politica. 48 Ge n n a r o m a l g i e r i , Prefazione a Proviamola nuova, cit., vero e proprio documento di fondazione insieme al gi citato A l di l della destra e della sinistra, della Nuova destra italiana come movimento indipendente. Al Seminario parteciparono, tra gli altri: Monica Centanni, Umberto Croppi, Stenio Solinas, Giuseppe Del Ninno, G iovanni Mo nastra, Carlo Fabrizio Carli, Giovanni Perez, Peppe Nanni, Maurizio Cabona, Marco Tarchi, Luigi De Anna, Sandro Giovannini, oltre a un certo numero di interlocutori identificati solo per nome. 49 Introduzione a A l di l della destra e della sinistra, cit., p. 5. Al Convegno parteci parono (in ordine d intervento): Marco Tarchi, cui tocc, appunto, una sorta di introdu zione; Stenio Solinas, Marcello Veneziani, Giano Accame, Mario Tonin, Francesco Gentile, Piero Visani, Enzo Erra, Roberto Fondi, Giovanni Monastra, Adolfo Morganti, Carlo Fabrizio Carli, Mario Bernardi Guardi, Giovanni Allegra, Franco Cardini, Giu seppe Del Ninno, Luigi Filippi, Gianfranco De Turris, Peppe Nanni, Sandro Giovanni ni, Monica Centanni, Claudio Finzi. Si trattava, come si vede, di un milieu per usare un nome a essi caro consolidato da lungo tempo attraverso una fitta collaborazione e una rete di rapporti culturali e politici stretti. Quasi tutti avevano in qualche modo colla borato a Elementi" o a Diorama letterario; molti a Intervento e a La Destra . Tra di essi non pochi avevano alle spalle una solida esperienza politica e pubblicistica: Marco Tarchi, in primo luogo, che nonostante la giovane et nato nel 1953 ave va al proprio attivo una consolidata esperienza editoriale (condirettore di Elementi, animatore de La voce della fogna e di Diorama letterario, direttore delledizione italiana di Nouvelle Ecole , collaboratore della rivista tradizionalista francese Rebis e de La Destra e Intervento) e unintensa attivit di prefatore (sue sono le prefazio ni a J o s e p h Go e b b e l s , La conquista di Berlino per le edizioni padovane Ar di Giorgio Franco Freda; a M a r c e l d e c o m b i s , Ernst Jnger, l'ideale nuovo e la mobilitazione totale per la casa editrice II Tridente di La Spezia; al classico del tradizionalismo e m a n u e l m a l i n s k y , Fedelt feudale e dignit umana, pubblicato nella collana Sangue e suolo del le Edizioni Ar; alledizione italiana di Vu de droite e successivamente di Les ides l'endroit per le edizioni Akropolis di Napoli, di cui anche traduttore) e di curatore (ha curato nel 1973 per le Edizioni Europa lantologia evoliana Diorama Filosofico, raccolta di scritti apparsi nella pagina speciale di Regime fascista diretta da Julius Evola, di cui ha redatto anche la lunga Introduzione-, sua anche la cura della raccolta di scritti di Julius Evola comparsi sulla rivista La T orre, per la casa editrice II Falco; ha curato, inoltre, per la casa editrice Volpe, nel 1978, Degrelle e il rexismo, raccolta di scritti del generale belga delle SS, preceduta da un suo ampio saggio apologetico su Degrelle e la mistica dell'Europa e per le edizioni di Ar il volume gi citato di E. Malinsky, oltre 11 1. l o c c h i , L essenza del fascismo, Edizioni del Tridente, 1981); inoltre autore del volume

196

N O TE

Partito unico e dinamica autoritaria, Napoli, Akropolis 1981. Dirige la collana "Diagnosi per Akropolis. E poi Giano Accame, forse il pi anziano del gruppo. Nani nel 1929; volontario a 16 anni nella Repubblica sociale (si arruol il 25 aprile 1945); tra i fondatori del MSI, allinterno del quale milita, fin dallinizio, nellala d estrema destra, gravitante intorno a Imperium", insieme a Piero Buscaroli, Enzo Erra, Fausto Gianfranceschi, Pino Rauti, Cesare Pozzo, Primo Siena, Franco Petronio; fondatore dellassociazione universitaria missina Il Carroccio, corrispondente de La Caravella; uscito dal MSI nel 56 (anno, si ricordi, in cui anche Rauti e Ordine Nuovo lasciano il partito) diviene redattore del Borghese di Tedeschi dal 58; come risulta da un procedimento giudizia rio da lui intentato contro un settimanale il suo nome figura negli archivi dellAgenzia Aginter Press di Lisbona, collegata con la PI DE portoghese e coinvolta nella strategia della tensione; partecipa, naturalmente, al convegno dellistituto Pollio allHotel Parco dei Principi di Roma; tra gli animatori di Nuova Repubblica con Randolfo Pacciardi caporedattore della rivista del movimento "La folla; figura tra i fondatori della Associa zione amici delle forze armate che negli unni a cavallo del 1969 svolse un ruolo tu ttaltro che limpido; saggista c giornalista del "Fiorino" e del Settimanale, curatore degli An nali dellEconomia italiana 1PSOA (per cui ha scritto il fascicolo dedicato alla Storia del la Repubblica da De (iai/icri a Moro (194)-19}8), sostenendo tesi per lo meno ardite), membro del Comitato scientifico ili "Nouvelle Hcole", ha di recente pubblicato il volu mi- Socialismo tricolore, Novara, Editoriale nuova contenente ampie aperture verso il PS1 di Cruxi (si veda, al proposito, l'amichevole servizio di Giampiero Mughini a lui interamente dedicato, e da cui alcune delle presenti informazioni sono tratte: Destra mia, per piccina che tu sia, in Europeo, 21 marzo 1983; una breve intervista autobiografica in E . f i l i p p i n i , E allora le carogne" lasciarono le fogne, cit.). Stenio Solinas, giornalista del quotidiano La N otte, collaboratore del Roma , della Gazzetta ticinese e de Il Settimanale, ex redattore capo di Intervento, corrispondente per lItalia di Nouvel le Ecole , nato nel 1953, ha pubblicato un volume su Prezzolini, un testimone scomodo, Roma, Volpe 1976 e il panphlet Macondo e P.38, Milano, Il Falco 1980 ed ha curato, sempre per Volpe, il volume Alla conquista dello Stato-, su Nouvelle Ecole ha anche pubblicato il saggio Giuseppe Prezzolini, un machavlien noconservateur, 35, 1979-80. Anche Mario Bernardi Guardi (nato nel 1944, laureatosi con una tesi su Piero Gobetti e la Rivoluzione liberale, autore di due volumi: L io plurale (Borges et Borges), Milano, Il Falco 1979 e II caos e la stella. Federico Nietzsche e la trasgressione necessaria, con presen tazione di Franco Cardini, Milano, Il Falco 1983) ha una lunga esperienza di collabora zioni editoriali con riviste di estrema destra (come Intervento , Arthos", La De stra, La T orre, LItaliano) o letterarie e storiche (come Prospettive libri , Pro spettive nel mondo, Nuova Antologia, Antologia Vieusseux, Storia illustrata), oltre a quotidiani come il Messaggero Veneto e la Gazzetta di Parma . Marcello Ve neziani, nato nel 1955, collaboratore di Vita, La Torre , Intervento", Il giornale d Italia, stato direttore della rivista Om nibus , edita da Volpe, e ha pubblicato La ricerca d ell assoluto, Palermo, Thule 1979; Mussolini il politico, Roma, Ciarrapico 1981; Vilfredo Pareto il Maestro disincantato, Roma, Volpe 1981; dirige una collana presso ledi tore Ciarrapico. Per non parlare di Franco Cardini, medievista, collaboratore di Inter vento, Totalit, Vita sociale, Il Tempo , La Gazzetta di Parma, coordinatore della sezione storica dellAntologia Vieusseux, autore di un gran numero di opere di storia medievale presso gli editori Sansoni, Nova Civitas, Editoriale nuova, La nuova Italia, Volpe, SEA-Dupliart (a lui ha dedicato un ampio servizio il solito G. m u g h i n i , Vedo un luminoso passato nel mio futuro, in Europeo , 31 gennaio 1983), e di Enzo Erra, giornalista del Roma e de La N otte, ex direttore di Intervento e autore di un saggio II fascismo tra reazione e progresso in a a . v v ., Sei risposte a Renzo De Felice, Roma, Volpe 1976. Giovanni Allegra, infine, collaboratore de Il Tempo e delle riviste La Fiera letteraria, Estafeta literaria, Prospettive nel mondo, ispanista, ha tra dotto e prefato il Saggio sul cattolicesimo, il liberalismo e il socialismo di Juan Donoso Corts per leditore Rusconi e la prima edizione di Un destino tedesco di Ernst von Salo mon per le Edizioni del Borghese, oltre al Libro d ellOrdine della Cavalleria per la casa editrice tradizionalista Arktos; ha pubblicato anche un saggio su De Maetzu presso Volpe

N OTE

197

e La vigna e i solchi da Bulzoni; r ninnim i del Cornile dr puirnnnage di Nouvelle Ecole. 50 s. s o l i n a s , Ricomincio < In i/iuillm, "I Inni mi", I , nnvrmliir dicembre 1982, p. 2. 51 m . t arch i, Ipotesi e u m tttir .li hh* ih ,/n/iw, in l'roi'lniHiil.i nuova, cit. , p. 108. 52 G. DEL NINNO, Naturili limili ............... I................... > m ni M .I M , Vnto da destra, cit., p. 19. 53 s. s o l i n a s , V a m m i e n i n n il i .h ......... ............. W . n liiu . il. . In P roviam ola
nuova, c i t . , p. 3 3 . C o n tpfV R/ 1
" I........... i n n i .......... lo l o g i r

e i luoghi comuni dcllu vruliiii ili.in i iniliniuli' "Snnn uni," illid, "il' il i lumiMilu di questa pittoresca eililona il ir ili rii m inovliuriill linci!!' rimi* I* 'milllllv ili glilmi io della Lapponiu' o disertili ani Imboliamo drlln /.uciu nell'm .i uno.limili il. o w n o |m tende di convertirci lutti alla dottrina inlamica " l//>h/, pp, ' / 'M I, dovi i rw dniii II riferimento al neofascismo intninsiurnir e tradizionali! < i hi Claudio Mimi (ludlono di folklore tradizionale dell'Europa orientale e autore di un pamphlet u (iheddafi templare di Allah) e, in parte, alla Giorgio Franco Preda. 54 Questa cultura, constater beffardamente Giuseppe Del Ninno, che ha la sua culla in Europa e nella quale, come in un diorama accidentato ma unitario, si riconosco no le voci di Donoso Corts e di Spengler, di Joseph De Maistre e di Nietzsche, di G u non e di Evol, non stata distolta dalla sua introversione neppure dallesplosione vitalistica dei fascismi, sui quali ha saputo esercitare uninfluenza marginale, sporadica e di sarticolata (La tradizione, lo stato orgflnico, le nuove comunit, in Proviamola nuova, cit., p. 42). 55 M. c a b o n a , Nuova cultura e mass-media, in Proviamola nuova, cit., p. 104. Cabona traccia anche una sommaria strategia di penetrazione morbida allinterno dei circuiti del lopinione e di condizionamento sub-liminare , per cos dire, delle culture dominan ti: Lemittente che volesse avere uneffettiva incidenza, dice, non deve apparire strumentalizzata, ma svolgere unazione sfumata, di persuasione subliminale. Il messag gio cadrebbe cos su ascoltatori indifesi, convinti di essere sintonizzati su una stazione commerciale, e assai pi numerosi di quelli di una radio di partito (Ibid., p. 105). Nel lintervento di Cabona esplicitato, nella forma pi netta, il significato di quella tenden za alla trasformazione mimetica del linguaggio ed alla continuit dei contenuti propria della metamorfosi neofascista dei primi anni ottanta. 56 s. s o l i n a s , Uomini e correnti di pensiero per una rinascita culturale, cit., p. 32. 57 Ibid., p. 33. 58 Si ostenta, a questo proposito, una rinnovata attitudine perch aver paura delle parole? guerriera, di dominio nei confronti del mondo circostante, anche con le armi e sul terreno capaci di dare successo pi che gloria... ( g . d e l n i n n o , Nouvelle droite e nuova destra, cit., p. 21). 59 Si veda, a questo proposito lampia trattazione a essi dedicata nel primo capitolo, e il saggio specificamente dedicato al pensiero di Julius Evola. A essi la Nuova destra rimarr sempre fedele, pur prendendo, come si visto e come si vedr pi ampiamente in seguito, nettamente le distanze dalle correnti pi ostinatamente ortodosse. Adriano Romualdi (1940-1973) considerato come lunico vero intellettuale di estrema destra della generazione di mezzo : incaricato di Storia contemporanea aHUniversit di Paler mo, membro della Fondazione Volpe, iscritto al Movimento Sociale Italiano, tenne i collegamenti con Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale; collaboratore delle Edizioni di Ar, vi ha pubblicato, nel 1971, Nietzsche e la mitologia egualitaria e G li indoeuropei, men tre per II settimo sigillo ha scritto Idee per una cultura di destra e La destra e la crisi del nazionalismo (1973). Fondatore, nel 1965, della casa editrice Edizioni del Solstizio, vi ha pubblicato, introducendolo, R. b r a s i l l a c h , Lettera a un soldato della classe 40; idea tore e direttore della Collezione Europa presso le edizioni Volpe, vi ha curato gli scritti di s p e n g l e r , Ombre SullOccidente (1973) e, sempre da Volpe, ha pubblicato due proprie opere: Platone (1965) e Julius Evola, l uomo e l opera (1968). Sono state edite postume Le ultime ore dell'Europa, Roma, Ciarrapico 1976; Il fascismo come fenomeno europeo, Roma, LItaliano 1978; e soprattutto Correnti politiche e ideologiche della destra tedesca dal 1918 a l 1932, Roma, LItaliano 1981, una sintesi dellopera di a r m i n m o d i i h , l>ie

198

NOTE

konservative Revolution in Deutschland (1918-1932), Darmstadt, Wissenschaftliche Buch gesellschaft 1972. Ha collaborato con La Torre , Vie della tradizione, Civilt, Il Giornale d Italia, Il Secolo d Italia , LItaliano, La Destra , Il Conciliatore . Ha tradotto e prefato per Volpe lopera di s a i n t l o u p , I volontari europei delle Waffen SS (1967); a lui si deve, inoltre, la traduzione e la cura delle opere di HANS F .K . G NTHER, Religiosit indoeuropea, e Humanitas, Padova, Ar 1970. 60 Oltre al nucleo originario fondante, costituito dal pensiero rivoluzionario-con servatore tedesco dei primi anni venti (gli sperimentati riferimenti a Ernst Jnger, Ernst von Salomon, Moeller van den Bruck, Oswald Spengler, Carl Schmitt, G ottfried Benn e cosi via) e dai poeti maledetti della decadenza francese (Pierre Drieu La Rochelle, Franois Ferdinand Cline, Robert Brasillach) nucleo spesso difeso, affermano, co me fosse il bunker della Cancelleria ( s . s o u n a s , Uomini e correnti di pensiero per una rinascita culturale, cit., p. 34) troviamo linvito ad ampliare il campo al variegato mon do delle riviste italiane del primo Novecento, e non solo agli scontati nomi di Papini, Prezzolini, Soffici, relativamente noti al tradizionale pubblico di destra, ma anche a Michelstaedter, Boine, Serra e persino a Scipio Slataper, oltre, naturalmente, a quel teppi sta delle lettere che il Malaparte di Mamma marcia, di Tecnica di un colpo di stato e de La pelle. E poi, ancora, sparsi tra i numerosi interventi e tra le pagine di Elementi , i richiami alla letteratura della nostalgia, da Joseph Roth a Musil, da Huizinga a Ben da < alla filosofia della crisi , dallesistenzialismo antiumanistico di Heidegger allaritociuticismo di Ortega y Gasset per giungere fino allo spiritualismo esoterico di Gu non Mu , pi in generale, tutta la letteratura della finis Europae con Stephan George I homu Munii, Charles Maurras e D Annunzio in bizzarra mescolanza che interessa .i i|inMu i o rm ile di pensiero come Incus identificationis, come territorio ideale di radica mi Mio ilrllu propria identit antagonistica, quasi fosse, appunto, essa lesecutrice testa....... m i di i|iu-l Instilo... N manca, sul versante opposto quello delle discipline ......... il i/ . m . . .1. Ile n u o v e S c i e n z e s o c i a l i " n o v e c e n t e s c h e u n ' a t t e n t a cernita dei re.........II. m in 11 II le Iile .Hill intuitili Iinsiti litica ili derivazione tonniesiana, tu ttinterna itila 11 1a li-11 h h ii'xn ".iiv.i ili coimmil e " s o c i e t (il s o m b a r t d e l l a critica del Capitali smi! wihlrrtiii, il '.immi i dellu l i/mafia del denaro, d u cui la Nuova destra deriva la propriu ideili il icu/ione i r a c a p i t a l i s m o , d e n a r o e societ mercantile) o al filone del ruralismo <i la S o r o k i n ; c o s i c o m e n el c a m p o d e l l a nascente scienza politica, alTantiparlamentaris m o e aHelitismo dellelaborazione paretiana, alla critica del burocratismo partitico di Michels, al pensiero di Gaetano Mosca ricondotto, sulle orme di J. Gregor e con no tevole forzatura, al violento antidemocraticismo di Gumplovicz che si guarda, oltre che, naturalmente, a tutta lelaborazione del pensiero politico in chiave schmittiana cos come giunge fino a noi nelle opere di Julien Freund. Nel campo della psicologia del pro fondo sar poi la psicanalisi archetipica junghiana a esercitare un indubbio fascino, cos come lantropologia mitologica e simbolica di Kernyi o di Mircea Eliade e di Dumzil, pur tra loro profondamente differenti, finiranno per confluire in un medesimo raggio di interesse, esteso a tutto ci che, al di fuori del razionalismo classico, rinvia in qualche modo a profondit sacrali e numinose. 61 M. Tarchi attribuisce ad Hannah Arendt lintuizione secondo cui la Destra avrebbe come caratteristica lessere portatrice di Weltanschauung e non di una filosofia politica; di essere contraddistinta da una mentalit fondatrice di valori, dalla capacit di tradurre nei vari piani dellesperienza una visione del mondo e della vita (Ipotesi e stra tegia di una nuova destra, cit., p. 109). Sul medesimo tema si veda G. l o c c h i , L essenza del fascismo, La Spezia, Ed. del Tridente 1981, e lannessa intervista a cura di Marco Tarchi. 62 M . t a r c h i , Ipotesi e strategia di una nuova destra, c i t . , p . 119. 65 G. M a l g i e r j , Prefazione a Proviamola nuova, c i t . , p . 20. 64 M entre la societ risiede nella quantitativa coincidenza di un certo numero di esigenze individuali, afferma Tarchi, la comunit si fonda su una realt qualitativa e volontaristica. Scelta e non subita, essa vive perch eredita e riproduce valori, comporta menti, mentalit espressi attraverso il succedersi delle generazioni dal linguaggio del mi to e del simbolo (m . t a r c h i , Ipotesi e strategia di una nuova destra, cit., p. 116).

NOTE

199

65 Poggiando su u n a v i s i o n e spirituale della v i t a , " a g g i u n g e T u r c h i , che non si le ga alla particolare e s p r e s s i o n e ili min lollgioiie li v e ll il a , m a si t u o n i t e n e piuttosto a quel la unicit della T r a d i z i o n e printonlinle > In ini le singolo lonlrssiimi l i m i n o t r a t t o alimen to [...], la sua [ d el la N u o v a desimi loiuivlone dei inppmti miei pei so n a li si oppone a quella u t i l i t a r i s t i c a t i p i c a ilei llhrruln...... i//>./ p I I / 1
66 A l l a b a s e d i o g n i g r u p p o i n g n i l l i t i , ililllu 11IIm itilo S i a l o , U n i v e r s o In plu ra li t l
d e l l e c o m u n i t i n t e r m e d i e , sin di i t e s i o l > li ............ n, m i e , a t i p i ' i l i n l l v l d u u l r , I m m n t e r i a

le, ( o n t e d i l e g i t t i m i t d e l l e g n a u l i l e m i e t i l i ' " Ill'hl , ti I I m ... Ini |ill in d i v i 67 L a n u o v a d e s t r a , " c o i u lililr I n n l t l "ni lei itili In l i m i l i ........ d u i p o r t a n d o a sostegno tirile proprie lesi I rutilimi deirinilnglnr t lem II li u vt Il n | | i n q u e s t i u l t i m i d e c e n n i dii studimi come A I p i i s i i i , W Slmslilev, l l | I v in l<, Il | H e r r n s t e i n . E r i c o n o s c e r e le d i v e r s i t , la disegtingllau/a degli uomini sigillili a tinniti Ime ai p r o g e t t i c h e t e n d o n o a u n i f o r m a r e l ' u m a n i t i n t o r n o u un unico valore, u u n unito m o d e l l o . S i g n i f i c a c i o p r e n d e r e le d i s t a n z e d a c i c h e si c o n v e n u t o | | t II illimitate t o t a l i t a r i s m o , d e l l e c u i b r u t a l i m a n i f e s t a z i o n i r e p r e s s i v e l u t o p i a i l l u m i n i s t i c a d e l l a 'so ciet degli eguali non c h e l a n t i c a m e r a t e o r i c a (Ibid., p p . 117-118).

68 G. m 69 Ibid.
70 s .

a lg ie ri,

Prefazione a Proviamola nuova,

c it., p .

9.

Uomini e correnti di pensiero per una rinascita culturale, c i t . , p . 3 8 . , Nouvelle droite e nuova destra, c i t . , p . 21. m a l g i e r i , Prefazione a Proviamola nuova, cit., p. 9. s o l i n a s , Intellettuali, minoranza e strategia del consenso, in A l di l della destra e della sinistra, cit., p. 32. 74 M . t a r c h i , Ipotesi e strategia di una nuova destra, c i t . , pp. 123-124. 75 Ibid. 76 Ibid. 77 A questo tema dedicata in buona parte la relazione di m . t a r c h i , Dalla politica al politico. Il problema di una nuova antropologia, in A l di l della destra e della sinistra,
s o l in a s ,

71 g . 72 G. 7) s.

d e l n in n o

cit. 78 Ibid., p. 9. Lesperienza storica di quello che oggi definibile come ambiente, come mondo, come progetto, direi meglio, lesperienza di una generazione [...] la ge nerazione degli anni Cinquanta, aggiunge Tarchi, perch dai nati di quegli anni, nella fascia d et compresa tra i 20 e i 30 anni che, senza voler far torto a nessuno, si enucleato il gruppo dirigente o, se volete, il motore in fieri della Nuova destra (Ibid., p. 11). Gruppo separato dal resto del mondo giovanile da insuperabili differenze di con tenuto, ma ad esso assimilabile per il medesimo atteggiamento esistenziale ed antistituzionale... 79 In Italia, scrive ancora Tarchi, alla domanda sul perch la contestazione abbia finito per incanalarsi sui binari del marxismo Adriano Romualdi risponde seccamente: Perch dallaltra parte non esisteva pi nulla (Il problema di una nuova destra" italia na, cit., p. 8). Dure sono, a questo proposito, le critiche e le recriminazioni contro le azioni squadristiche in particolare quella guidata da Caradonna contro le facolt o c c u pate nella citt universitaria di Roma condotte nel 68 contro il movimento d e g l i s t u denti, che avrebbero tagliato irrimediabilmente fuori la Destra da ogni possibilit d i p r e senza allinterno del movimento. Il rimpianto per non aver partecipato al 68 s e r p e g g i a un po in tutti i discorsi della Nuova destra. 80 s. s o l i n a s , Macondo e P.J8, Milano, Il Falco 1980, p. 38. Sono d o d i c i a n n i , continua Solinas, che virtualmente [il 68] non c pi, pure sempre p r e s e n t e , t r a le righe, fra noi, a vari livelli; sorta di vecchio fantasma che non si riesce a e s o r c i z z a r e , e che continua a alimentare equivoci e illusioni, soprassalti di violenza e di r a s s e g n a z i o n e Non fu una rivoluzione, e proprio per questo le sue tracce ancora permangono; co s i c o me non fu un fuoco di paglia destinato in breve a scomparire (Ibid.). 81 Ibid., pp. 38-39. 82 A. d e b e n o i s t , Postfazione a Le idee a posto, Napoli, Akropolis 1983, p. M IO SI tratta di un dialogo tra Alain De Benoist e Jean-Edern Hallier, uno d e i p r o t a g o n i s t i d el maggio francese, tra i principali collaboratori del giornale LAction e d e i C'a liiers ile

200

NOTE

Mai, fondatore de LIdiot International, organizzato nel maggio 1978 dal FigaroDimanche. 83 lbid., p p . 3 0 0 - 3 0 1 . 84 G. d e l n i n n o , La tradizione dello stato organico, cit., p. 52. 85 Con, forse, in pi la scoperta, o la ri-scoperta, della crucialit politica del con senso (Per la prima volta, osserva Del Ninno in Nouvelle droite e nuova destra, cit., p. 18, si constatava che il potere della societ politica, cio delle istituzioni che compon gono lapparato statale, non pu essere mantenuto senza il sostegno del consenso manife stato, giorno per giorno, dalla societ civile (famiglie, universit, corporazioni economi che, mass-media, chiese, gruppi di pressione); il che non significa della democrazia, po tendo essere, appunto, il consenso inquadrato in un contesto organicistico e autoritario (come fu, appunto, il Fascismo) ed essendo, la societ civile, intesa non certo nel senso gramsciano (come luogo delle dinamiche di classe) ma piuttosto in senso corporativo e gerarchico. 86 Si veda per tutte R. d e f e l i c e , Intervista sul fascismo, Bari, Laterza 1975. 87 s. s o l i n a s , Uomini e correnti di pensiero per una rinascita culturale, cit., p. 34. 88 m . t a r c h i , Ipotesi e strategia di una nuova destra, cit., p. 119. 89 lbid., p. 120. In Italia, scrive, Julius Evola e Adriano Romualdi hanno pi volte ribadito il taglio metapolitico dei loro interventi, e non a caso nella cerchia dei loro estimatori che hanno tratto linfa quelle iniziative di penetrazione nel corpo sociale da destra, che sono state definite parallele... ma che sarebbe forse meglio chiamare nuovi strumenti d opinione. Derivazione, dunque, evoliana, del gramscismo di de stra , nonostante che il termine societ civile sia quanto di pi lontano e antitetico esista rispetto al sistema di J. Evola (che come si visto esplicitamente si pronunci non solo contro il concetto di societ civile ma anche contro loggetto stesso identifican dolo con la societ borghese e con la frantumazione disgregante liberale). Forse per que sto, qui il termine sostituito con la dizione certamente pi organicista di corpo sociale . 90 m . t a r c h i , Dalla politica al politico". Il problema di una nuova antropologia, cit.,
p. 14.

91 p e p p e n a n n i , Nuova destra: primi percorsi esistenziali, in A l di l della destra e della sinistra, cit., p. 214. 92 j e a n - p i e r r e f a y e , Langflges totalitaires. Critique de la raison la conomie narrati ve, Paris, Hermann 1972. 93 M o n i c a c e n t a n n i , La prova dell'ironia, in A l di l della destra e della sinistra, cit., p. 225. forse questo il punto in cui pi ci si avvicina a un approccio di sinistra al problema della trasgressione e della trasformazione. 94 p e p p e n a n n i , Nuova destra: primi percorsi esistenziali, cit., p. 216 Lentusiasmo, quasi etimologicamente lanciato alla riscoperta della dimensione del Mito si offre oggi come progetto di trasformazione della realt, dalla quale parte e alla quale rimane intrec ciato a filo doppio, caricandola di significati prima trascurati o nascosti: sospesa tra espe rienza del presente e fondazione del nuovo, la ND deve trovare continuamente la forza di far professione dei due contrari (lbid., p. 216); coniugazione, questa, in chiave settantasettina del modello esistenziale rivoluzionario-conservatore del nichilista atti vo , per una pi ampia trattazione del quale si rinvia ai paragrafi successivi. 9 lbid., p. 218. A W alter Benjamin Peppe Nanni ha dedicato un lungo articolo, Per una metafisica della giovent, Elementi , 2 n.s., gennaio-febbraio 1983; in esso coglie loccasione per confermare che leros di coloro che creano rimane un ingrediente fon damentale di ogni forma superiore di convivenza (p. 25). 96 p. n a n n i , Nuova destra: primi percorsi esistenziali, cit., p. 216. 97 Si veda, a questo proposito, P . f a r n e t i , Lineamenti di scienza politica (dispense ciclostilate): La situazione rivoluzionaria," vi si legge, data dalla scomparsa della ca pacit di resistenza di uno o due dei tre settori che articolano il sistema politico. E que sta disparit che, al contrario, si esprime come potenziamento rapido e talvolta improv viso di uno dei tre settori che realizza, almeno momentaneamente, una condizione di dominio sugli altri riuscendo a mobilitarne le risorse non per i loro specifici fini, come

N OTE

201

nel caso della stabilit, ma per i fini propri (p. 14). I termini societ civile, societ politica e istituzioni sono qui usati nel significato loro attribuito da p. f a r n e t i in Introduzione a II sistema politico italiano, Bologna, Il Mulino 1973. In esso, in particola re, la sfera dello Stato (istituzioni) distinta da quella della societ politica: La societ politica, scrive infatti Farneti, raccoglie tutto ci che espressione di volont politica non statuale (non istituzionale): essa si pone come concorrente al monopolio del politico da parte dello Stato. Le strutture della societ politica corrispondono dunque a tutte le forze di aggregazione e mobilitazione di una volont politica privata per fini collettivi, sia essa spontanea come nei movimenti di piazza, e in tutte quelle forme di dissenso (ma sovente anche di consenso entusiastico) che oggi vanno sotto il nome di comportamento collettivo, sia essa organizzata come nei partiti politici, e in particolare nei partiti di mas sa; sia infine aggregazione e mobilitazione istituzionalizzata nelle procedure elettorali che danno luogo a una classe politica elettiva (p. 16). Nella sfera delle istituzioni, invece, Farneti colloca la burocrazia centrale e locale (ma anche la burocrazia degli enti para statali, almeno nei paesi in cui lintervento economico-industriale dello Stato assai am pio), la magistratura (ma anche la polizia) e, infine, Xesercito" [lbid., p. 20). 98 Si assume qui, come termine finale del processo in questione, la fine della politica cosiddetta dellunit nazionale (rescissione del patto politico) e la durissima verten za alla FIAT dellautunno 1980 (vera e propria denuncia" unilaterale del patto socia le). Da esso il sistema politico italiano usci sostanzialmente privo d equilibrio e di cen tro, iniziando una fase di costanti oscillazioni da cui non si , probabilmente, ancora usciti. 99 c.B. M a c p h e r s o n , The reai world of democracy, Oxford 1966. 100 Si pensi, a questo proposito, ai grandi accordi-quadro confederali, stipulati nel 1975 in materia di scala mobile e di Cassa Integrazione, diretti, appunto, a regolare per via contrattuale e in forma consensuale dinamica salariale e dinamica occupazionale. Si veda a questo proposito, per una pi ampia trattazione dellargomento, M . r e v e l u , Crisi di sistema e partito del capitale, Primo maggio , 15, 1981. 101 La sua possibilit, cio, di ritrovare al proprio interno i meccanismi di compensa zione e di reintegrazione dellequilibrio spezzato dal conflitto, pur attraverso spostamen ti successivi dei rapporti di potere di fatto e una differente distribuzione delle risorse. 102 Dove per amministrazione si intende quel ruolo di erogazione di servizi, di elaborazione di procedure consensuali e di affermazione di contesti formalizzati tenden zialmente universali entro cui possibile, appunto, ricondurre la mediazione delle fratture della societ civile. 105 Si veda, a questo proposito, lintensa collaborazione intrattenuta da Marco Tar chi, in particolare, con le Edizioni di Ar, protrattasi fino al 1978 (a questa data risale la pubblicazione di J . g o e b b e l s , La conquista di Berlino da Tarchi tradotto e prefato). 104 M . t a r c h i , Il problema di una nuova destra italiana, c i t . , p . 1 1 . 105 Le prese di distanza dal partito ufficiale della destra neofascista si susseguono sulle pagine di Diorama letterario: E un fatto, si legge sul n. 27, del giugno 1980, che la destra in Italia, ha accumulato in oltre un trentennio un patrimonio di contraddi zioni che la rendono uno dei pi pittoreschi mosaici del panorama contemporaneo. T ut to e il contrario di tutto vi si annidato. Dallatlantismo pi visceralmente yankee al terzomondismo insurrezionalista. Dal conservatorismo pi gretto alla demagogia nazio nal-popolare. Dal patriottismo coccardiero allinternazionalismo terzaforzista. Dal rigori smo moralistico allimmoralismo superomistico. Dal nostalgismo riottoso ai pruriti parlam entaristici... ( m . t a r c h i , Una cultura, e uno stile). Si cerca, lamenta leditoriale del n. 34, febbraio 1981, con chiusure politiche e pesanti polemiche culturali di dar vita e senso a quellimmagine di vecchia destra, consunta e irritante, che una generale e pro gressiva mutazione antropologica dellelemento umano del campo non conformista va so stituendo e abbandonando (Diorama Letterario", Vento di riflusso?); mentre nel n. 43, novembre-dicembre 1981 si invita al coraggio: Quello di respingere i richiami di quan ti, mescolando malafede e settarismo, cercano di richiamare allordine dalle pagine di fogli squalificati, intrisi di presunzione e di nostalgie rituali, un fenomeno la cui evolu zione ormai disegnata. Lepoca delle suggestioni sentimentali, delle impossibili convi

202

N O TE

venze, deve dirsi terminata. Si impongono, chiare, le priorit di una scelta metapolitica che nessuna logica di corrente o di partito pu inquinare. Destra, sinistra: perdendo i contorni dellassoluto, i concetti ritornano categorie, che allestinguersi di unepoca indispensabile superare. Per andare, seguendo le proprie radici, oltre. Altrove ( m . t a r c h i , A destra e altrove). 106 C a r l o d o n o l o , f r a n c o f i c h e r a , Il governo debole. Forme e limiti della razionalit politica, Bari, De Donato 1981. 107 Per una rassegna delle pi significative teorie sullargomento, si veda il gi ci tato testo di Donolo e Fichera. Sullipotesi delloverload" (con una sistematica rassegna sulle politiche europee) si veda: r . r o s e (a cura di), Challenge to Governarne. Studies on Overload Politics, London, Sage 1980, e, in particolare sull'Italia, il saggio di p . f a r n e t i in esso pubblicato: Italy: th Response to Overload. Sul deficit di policy making capacity" , il pi esplicito testo sul caso italiano forse quello di G. d i p a l m a , Sopravvivere senza governare, Bologna, Il Mulino 1978. Sulla crisi italiana in particolare si veda L. g r a z i a n o , s . t a r r o w (a cura di), La crisi italiana, Torino, Einaudi 1979, 2 voli., e a a . v v . , Discutere lo Stato, Bari, De Donato 1978. Per un inquadramento di tale problematica nel pi gene rale contesto economico e politico si veda: j. o c o n n o r , La crisi fiscale dello Stato, Tori no, Einaudi 1977; M . j a n o w i t z , Social Control of th Welfare State, Chicago, Chicago U.P. 1978; D. b e l l , The Cultural Contradictions of Capitalism, New York, Basic Books 1976. Utile pu essere la consultazione del recente Critica della crisi (a cura di g . a l b e r t e l l i e G. F e r r a r i ) , Trento, Luigi Reverdito Editore 1984 e, in particolare, dei saggi di G. a l b e r t e l l i , Alcuni aspetti politologici della crisi e di G. p a s q u i n o , La crisi sistemica: una riflessione politologica. 108 p er democrazia consociativa sintende, in genere, quella forma di governo tipi ca di paesi con profondi cleavages", con radicali fratture (sociali, etniche, religiose, culturali ecc.) in cui, di fronte al rischio della perdita di controllo sulle dinamiche del conflitto e di crescita della sua distruttivit, le lite politiche scelgono, consapevolmente, di deradicalizzare lantagonismo che le vede contrapposte e danno luogo a coalizioni estese. Si veda a questo proposito il saggio di L . g r a z i a n o , Compromesso storico e demo crazia consociativa: verso una nuova democrazia ?, in L. g r a z i a n o , s . t a r r o w , La crisi italiana, cit. Un tale modello, per, sembra dar conto solo di una parte dei processi e delle modalit con cui evoluto il rapporto tra la societ politica e gli altri segmenti del sistema politico nella seconda met degli anni settanta. Mentre infatti nelle democra zie consociative classiche (si pensi al caso dei Paesi Bassi) la formazione della coalizio ne ha implicato, normalmente, un semplice patto politico che, pur depotenziando la portata dirompente del conflitto, lasciava sopravvivere le consolidate identit prepoliti che, nel caso italiano essa ha presupposto, per cos dire, uno sfondamento sul sociale, una penetrazione, come si visto, nella societ civile al fine di neutralizzarne le tensioni sub-culturali e di funzionalizzarne le componenti alla logica dellaccordo. Cos come dal modello neocorporativo , applicabile effettivamente in parte alla vicenda ita liana dei tardi anni settanta (ma meglio forse sarebbe il ricorso alla formula della demo crazia contrattata proposta da Gian Enrico Rusconi per la Repubblica di Weimar) la soluzione italiana differenziata dal carattere non imperativo del mandato affidato alle rappresentanze sociali (sindacati, soprattutto, ma anche in parte le organizzazioni industriali) le quali mantennero, per tutta la fase della gestione contrattata e consensua le del sistema politico-economico italiano, una notevole autonomia rispetto ai rispettivi interessi rappresentati. 109 Si veda D. d e l l a p o r t a , g . p a s q u i n o ( a c u r a d i ) , Terrorismo e violenza politica, Bologna, Il Mulino 1983. 110 Introduzione a A l di l della destra e della sinistra, cit., p. 6. 111 La distinzione tra politicit identificante e politicit negoziale richiama, in parte, la dicotomia classica del pensiero politico tra politica come conflitto e politica come mediazione o armonia. Per politicit identificante si intende, qui, quel pro cesso genetico di valori condivisi (e quindi di identit collettive) che assume il processo politico nella definizione (conflittuale) di alterit contrapposte o, comunque, in reci proca competizione (definizione del S collettivo in rapporto allAltro); pi in parti

N O TE

20\

colare si fa riferimento a quello specifico rapporto di stretta interdipendenza tra culture politiche (soprattutto comunista e socialista ma, in parte, anche cattolica) e identit collettive che, per lo meno nei decenni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, ha caratterizzato lItalia, facendo, appunto, dell 'appartenenza politica un po tente fattore di aggregazione e di fondazione d identit sociale (la base, per molti versi, su cui si fondava \'egemonia culturale della sinistra). Col termine politicit negoziale , sintende invece quel particolare aspetto del politico che tende a esaurire la propria funzione nella riconversione sistematica di solidariet sociali (eticamente fondate e, per questo, non negoziabili), in interessi (negoziabili) e nella loro mediazione. 112 Si veda a questo proposito R. d e m u c c i , Processi di depoliticizzazione e forme di partecipazione politica. Ipotesi per una ricerca sul quartierismo , in II sistema politico italia no tra crisi e innovazione, Atti del convegno in memoria di P. Farneti, a cura del c e n t r o d i se. p o l . p a o l o f a r n e t i , Milano, Angeli 1981. 115 La negozialit la tecnica dello scambio e della mediazione politica infatti, per sua natura, individualizzante; pone, in un certo senso, in comunicazione (e disgrega) ci che criteri di stretta appartenenza manterrebbero distante (e aggre gato). 114 E impossibile non cogliere, qui, lassonanza con lo Spengler che, nel 1933, scri veva: Ci che abbiamo nel sangue dei nostri padri, idee senza parole, lunica cosa che garantisce la solidit dellavvenire, Anni decisivi, Roma, Ciarrapico 1983, p. 21. 115 M . T a r c h i , Ipotesi e strategia di una nuova destra, cit., p. 116. 116 Ibid. 117 s. s o l i n a s , Intellettuali, minoranza e strategia del consenso, in A l di l della destra e della sinistra, cit., p. 34 (sottolineatura nostra). 118 Si veda a questo proposito A. p a r i s i , g . p a s q u i n o , Relazioni partiti-elettori e tipi di voto, in (a cura di), Continuit e mutamento elettorale in Italia, Bologna, Il Mulino 1977. Si veda anche G. s a r t o r i , Parties and Party System. A Framework for Analysis, Cambridge, Cambridge U.P. 1976. 119 G. s a n i , Sistema dei partiti e societ italiana, in II sistema politico italiano tra inno vazione e crisi, cit. 120 Cfr. c . b . m a c p h e r s o n , The reai world of democracy, cit. 121 Con questo [con la democrazia], scrive Spengler, si completa la detronizza zione della politica da parte delleconomia, dello Stato per mezzo dellufficio commercia le, del diplomatico attraverso il dirigente sindacale; qui, e non nelle conseguenze della guerra mondiale stanno i germi della catastrofe economica attuale. Essa in tutta la sua gravit niente altro che una conseguenza della decadenza della potenza dello Stato", Anni decisivi, cit., pp. 62-63. Questo concetto, espresso da Spengler allinizio degli anni tren ta, viene ripreso integralmente, dalla Nuova destra, oggi, nel pieno della crisi di legit timazione attuale. 122 A. d e b e n o i s t , Nietzsche. Morale e grande politica, Sanremo, Il labirinto 1979, p. 69. Il volumetto di De Benoist un esempio di scuola di lettura esasperatamente antiegualitaria e antidemocratica dellopera nietzscheana, frontalmente contrapposta a qualunque tentativo di recupero di Nietzsche a una qualche forma di pensiero debo le e a qualunque ipotesi di recupero della tematica della diversit in chiave non gerar chica. 125 Egli, proclama De Benoist, lantiegualitarismo riapparso e cosciente (Ibid., p. 62). 124 M . B e r n a r d i g u a r d i , Appunti sul primo Jnger: il milite del lavoro e la citt del sole, in A l di l della destra e della sinistra, cit., p. 123. 125 P i e r o v i s a n i , Amico " e nemico ". Una teoria del conflitto, in A l di l della destra e della sinistra, cit. p. 77. Per ora, conclude Visani, a conferma dellethos guerriero della Nuova destra, poich non sappiamo se ci sar ancora un tempo per i guerrieri quali incaricati della funzione militare nellambito di una comunit organica, quello che ci ser ve il soldato politico, luomo che sappia abilmente destreggiarsi, allinterno di una real t eminentemente e costantemente conflittuale, tra le mille esigenze difensive e soprat tutto offensive imposte da una situazione caratterizzata dai continui spostamenti dei li

204

NOTE

velli di conflittualit, dalla commistione tra pace e guerra, tra guerra e politica, dalla necessit di intervenire in ogni momento e in ogni campo se si vuole che la propria azio ne risulti davvero efficace e foriera di successo (Ibid., p. 81). 126 La frase di o. s p e n g l e r , Anni decisivi, cit., pp. 43-44. La medesima assunta nella sua Prefazione da G. Malgieri, il quale, nellentusiasmo dellargomentazione, ha dimenticato di virgolettarla, Ibid., p. VI. La Prefazione alla prima edizione italiana era di J. Evola. 127 G. d e l n i n n o , La tradizione, lo stato organico, le nuove comunit, cit., p. 43 (le sottolineature sono nostre). 128 Da quando i borghesi, possessori di ricchezza, hanno reclamato il diritto alle decisioni politiche; da quando la produzione si messa sotto il segno della quantit e ha modificato le abitudini e la mentalit dei singoli e dei ceti, si profilato lavvento delluomo-massa (Ibid., p. 42). 1 21 ) Un consenso che si deve verificare in occasioni e a scadenze sempre pi serrate, che si deve coartare e determinare con strumenti sempre pi sofisticati e morbidi (Ibid.). 150 Lettera a un soldato della classe sessanta, in Elementi, 2, Estate 1979, p. 6. Ri percorrendo le tappe principali della tua vita, vi si legge, mi rendo conto di come un mondo sia tramontato, e di come ne sia sorto un altro senza che avessimo neppure il tempo di capire. [...] Forse rispetto a noi tu sei pi forte. Perch sei corazzato dalla tua mancanza di illusioni. Perch hai meno speranze. Ma in compenso avrai anche meno delusioni [...] noi, invece, di bandiere da innalzare al sole e di ideali in cui credere ave vamo un patologico bisogno; e forse per questo che abbiamo finito per credere a tutto, e magari al contrario di tutto: a De Maistre e a Nietzsche, a Evola e al Che, al generale Giap e al maresciallo Kesselring. A Dio e a Giovanni Cantoni (Ibid., p. 7). 131 M . v e n e z i a n i , Per una cultura dell'intervento, in A l di l della destra e della sini stra, cit., p. 40. Dopo il convegno di Cison di Vaimarino, Veneziani che gi nel corso del dibattito aveva espresso pesanti riserve sulla svolta verso il gramscismo di destra accentuer la propria distanza rispetto alla Nuova destra, mantenendosi su posizioni pi tradizionali. 132 Ibid. ' 133 Tale pratica ha portato, secondo la documentazione fornita da F. c a z z o l a e M . m o r i s i , La decretazione d'urgenza continua : da Andreotti a Cossiga, Laboratorio politi co, gennaio-febbraio 1980, in meno di otto anni, ad accumulare un numero di provve dimenti dellEsecutivo superiore a quello dei precedenti ventiquattro anni di storia re pubblicana. 134 Si tratta di un processo di progressiva relativizzazione e soggettivizzazione dei codi ci di funzionamento istituzionale simmetrico al parallelo processo di soggettivizzazione e relativizzazione delle relazioni tecniche d impresa maturato nella societ civile nel perio do (1975-1980) caratterizzato dalloperativit del patto sociale e da una sostanziale tregua produttiva (si veda, per un approfondimento, M . r e v e l u , Crisi di sistema e par tito del capitale, cit.). 135 c. s c h m i t t , Legalit e legittimit, in c a r l s c h m i t t , Le categorie del politico" (a cura di G. Miglio e P. Schiera), Bologna, Il Mulino 1972, p. 216. 136 Ibid., p. 217. Lo Stato legislativo o Stato di diritto , secondo Schmitt, il veicolo tipico di unera riformistico-revisionistico-evoluzionistica; quello governati vo , invece, che ha il suo tratto caratteristico nella volont personale e nel comando autoritario di un Capo di Stato che governa (p. 213) proprio delle epoche forti. 137 Bisogna riconoscere, scriveva allora Norberto Bobbio, che di fronte a questa domanda chiunque osservi dallesterno ci che accade nel nostro Paese, si trova in gran de imbarazzo. Anzitutto deve mettere da parte quella carta topografica ormai ingiallita che la Costituzione. Ma come avventurarsi in un Paese sconvolto da un terremoto o da un ciclone senza una mappa. Nella Costituzione, cio sulla carta, ogni pezzo al suo posto, e tutti insieme compongono un disegno armonico, una figura razionale, un insie me che pu ben dirsi, secondo le tre diverse metafore [dello Stato come macchina, come organismo e come sistema] un congegno ben fatto, un organismo vitale, un

N O TE

20

sistema in equilibrio perfetto. Nella realt, una volta gettata via la mappa, diventa sem pre pi difficile orientarsi, trovare un punto di connessione fra i diversi pezzi o membra 0 parti, individuare lelemento unificante (Chi governa?, La Stampa, 14 marzo 1980). Di N. Bobbio si veda anche Un sistema scentrato, La Stampa, 28 dicembre 1980; in esso si rilevava la tendenza allemarginazione del Parlamento, a una perdita della sua credibilit, a una riduzione delle sue funzioni . Altro che centralit del Parlamento! concludeva Bobbio. Il nostro sistema non ha pi un centro. Il che non significa che decentrato... Significa che scentrato. I due articoli sono ora raccolti in N. b o b b i o , Le ideologie e il potere in crisi. Pluralismo, democrazia, socialismo, comuniSmo, terza via e ter za forza, Firenze, Le Monnier 1981. 1,8 G. d e l n i n n o , La tradizione, lo stato organico, le nuove comunit, cit., pp. 43-44. 139 Dove critica antilluministica allartificialit della ragione e affermazione mistica della sacralit dello Stato (di derivazione demaistriana) sintrecciano strettamente. 140 G. DEL NINNO, O p . cit., p. 44. 141 C l a u d i o f i n z i , Culture proibite e legittimazione del potere, in A l di l della destra e della sinistra, cit., p. 229. 142 Circa limpostazione evoliana, si rinvia per una pi ampia trattazione al capitolo del presente volume specificamente dedicato a Julius Evola; basti qui segnalare i classi ci Rivolta contro il mondo moderno, Roma, Mediterranee 1969; e Gli uomini e le rovine, Roma, Volpe 1972. Per laccezione spengleriana, oltre a Anni decisivi, cit., si veda II tramonto dell'Occidente, Milano, Longanesi 1978. 143 s. s o l i n a s , Uomini e correnti di pensiero per una rinascita culturale, cit., p. 41. 144 G. m a l g i e r i , Prefazione a Proviamola nuova, c i t . , p . 21. 145 v. p a r e t o , Trasformazioni della democrazia, Bologna, Cappelli 1966. Si vedano, a questo proposito, le osservazioni sui rischi di una feudalizzazione della societ e di un suo sgretolamento a causa dellemergere di soggetti collettivi autonomi (in particolare 1 sindacati dei lavoratori), improntate a un solido statualismo e a una forte carica anti comunitaria. 146 Anche se lallontanamento di Malgieri dalla rivista Elementi alla cui prima fase aveva invece collaborato intensamente e, in generale la divaricazione tra il grup po fondatore della Nuova destra e i collaboratori pi legati alle posizioni tradizionali del conservatorismo estremo sembrerebbe accreditare lipotesi di una vera e propria frat tura politica e organizzativa. 147 g . m a l g i e r i , Prefazione a Proviamola nuova, cit., pp. 20-21. 148 P. f a r n e t i , La democrazia in Italia tra crisi e innovazione, Torino, Edizioni della Fondazione Agnelli 1978, p. 15. 149 Lambito culturale nel quale la Nuova destra si trova ad agire e ad operare, scrive Malgieri, segnato da una profonda crisi intellettuale che si traduce nellimpossi bilit di dare risposte adeguate alle domande che salgono dalla societ civile (Prefazione a Proviamola nuova, cit., p. 9). 1,0 Cosi singolarmente convivono in Italia due cadaveri: quello liberaldemocratico che del resto gi mezzo secolo fa aveva segnato il suo requiem e che a forza d ossigeno e di trapianti fu fatto rivivere; e quello marxista che ha dimostrato la sua incapacit rivoluzionaria, nel bene o nel male, a creare ex novo un altro mondo non importa se peggiore, almeno diverso (Macondo e P.38, cit., p. 98). 151 Si veda, al proposito, a p i m a n i , Hobbit/Hobbit, cit., p. 229. 152 m . c a c c i a r i , Sinisteritas, in a a . v v . , Il concetto di sinistra, Milano, Bompiani 1982. Si tratta degli atti del convegno su Il concetto di sinistra tenutosi a Roma il 20-21-22 ottobre 1981, per iniziativa dellAssessorato alla Cultura del Comune di Roma. 153 m . t a r c h i , Quando Schmitt incontra Karl Marx, in Elementi , 1, n.s., novem bre-dicembre 1982, p. 8. 154 Ibid. 155 Ibid. La trasgressione dei confini , la coniugazione tra posizioni e forze di de stra e di sinistra, la retorica della coincidentia oppositorum, il mito dellal di l e dellaltrove diventano dallinizio degli anni ottanta un tema ricorrente, riproposto osses sivamente dalla Nuova destra e talvolta accolto da qualche ex militante della sinistra. Si

206

NOTE

veda a questo proposito lintervista rilasciata da Massimo Cacciari a Panorama: Massi mo Cacciali e la nuova destra. Parliamone (intervista di l u i g i m a n c o n i ) , Panorama, 29 novembre 1982. La nuova destra del nostro Paese, disse allora Cacciari, pensa, pro duce, si muove proprio nella prospettiva del superamento dei termini tradizionali della contrapposizione tra destra e sinistra. Una prospettiva, dunque, che contesta e rifiuta la geografia convenzionale del sistema politico, e la conseguente rigida compartimentazione degli schieramenti. E aggiunse: In realt sono assolutamente a-nostalgici: hanno esau rito e superato [...] qualunque relazione col loro passato di adesione al totalitarismo. Di pi, direi che ormai non esiste nemmeno il problema di un confronto con questo passato, n la necessit di continuare a farvi i conti. E concluse, annunciando un pubblico in contro con esponenti della Nuova destra: E un confronto, questo, di cui si sente il biso gno come dellaria per respirare. Non ci basta pi lossigeno della vecchia casamatta: aria viziata, ed scarsa, per giunta (Ibid., p. 145). Lincontro avvenne, organizzato da Diorama letterario, il 27 novembre 1982, a Firenze, sul tema Sinistra e nuova destra: appunti per un dibattito; vi parteciparono Giano Accame, Massimo Cacciari, Giuseppe D el Ninno, Giovanni Tassani e Marco Tarchi. Gli interventi furono pubblicati integral mente su Diorama letterario, n. 56-57, febbraio-marzo 1983. Sulliniziativa presero posizione in senso critico N. t r a n f a g u a , Togli il martello e metti il manganello, La Re pubblica, 25 novembre 1982, N. b o b b i o , Tentati dalla destra, La Stampa, 28 novem bre 1982 e F. a d o r n a t o , Davvero la Destra un atteggiamento?, LUnit, 27 novembre 1982, cui Cacciari rispose su Il Manifesto del I o dicembre 1982 (Un adunata nazifasci sta); sulla questione intervennero, inoltre, tra gli altri, F. f o r t i n i , Perch oggi si parla di una nuova destra Corriere della Sera , 3 dicembre 1982, f . m a s i n i , E Destra? Allora non pu essere nuova, LUnit , 1 dicembre 1982, s. a c q u a v i v a , Oggi sinistra e destra sono solo vecchie parole, Il Secolo X IX , 2 dicembre 1982, F . r e l l a , Che vuol dire "in tellettuale di frontiera ?, LUnit, 3 dicembre 1982, g i a n n i b a g e t b o z z o , La nuova de stra non in Krisis, Il Manifesto, 9 dicembre, 1982; P . f l o r e s d a r c a i s , Per la demo crazia, non contro, Il Messaggero , 6 dicembre 1982. s. s o l i n a s comment su La N ot te dell11 dicembre 1982: Nasce la nuova destra. Saltano i nervi alla vecchia sinistra. Lin contro di Firenze era stato preceduto, nella primavera del 1982, da un dibattito su La tolleranza nella cultura , cui avevano partecipato Massimo Cacciari, Gennaro Malgieri, Giampiero Mughini e Marcello Veneziani; moderatore: Gianfranco De Turris. Esso era stato pubblicato sul primo (e unico) numero della rivista di estrema destra (diretta da M. Veneziani) Om nibus , Aprile 1982. Recentemente il dialogo proseguito col di battito, organizzato a Venezia, sul tema Le forme del politico (ottobre 1983) con la partecipazione di Massimo Cacciari, Sabino Acquaviva, Francesco Gentile e Claudio Finzi. 156 Si veda, in questo senso, G. a c c a m e , Questi vecchi concetti di destra e di sinistra, Diorama letterario, 44, gennaio 1982: Sinora chi riteneva scarsamente rilevanti le distinzioni tra destra e sinistra in quanto sorte da delle contrapposizioni di topografia parlamentare del secolo scorso oggi invecchiate al punto da non significar pi nulla, per questo suo impertinente scetticismo veniva subito etichettato a destra. Ora i confini tra questi due atteggiamenti verso la vita diventano pi labili. Il confronto se non la riunifi cazione del pensiero politico e metapolitico si sta ponendo tra i grandi temi di rimedita zione per gli anni ottanta (p. 4). 157 G. m a l g i e r i , Prefazione a Proviamola nuova, c i t . , p . 16. 158 GIORGIO g h i d e t t i , recensione a Tecnica e cultura della crisi (1914-1939) di m i c h e l a n a c c i , Diorama Letterario , 67, gennaio 1984, p. 4. 159 E r n s t v o n s a l o m o n , I Proscritti, Parma, AllInsegna del Veltro 1979. La prima edizione fu pubblicata nel 1943 presso leditore Einaudi, Torino, probabilmente su se gnalazione di Giaime Pintor (si veda a questo proposito M . r e v e l l i , I nuovi proscritti": appunti su alcuni temi culturali della nuova destra", Rivista di storia contemporanea , 1, 1983, p. 37). 160 G. m a l g i e r i , Prefazione a Proviamola nuova, c i t . , p . 16. 161 Ibid. Non cera poi troppo da creare, affermeranno in altra parte, a conferma della sostanziale immobilit del patrimonio culturale in questione. Da sistemare, orga

NOTE

207

nizzare, rielaborare, forse. Perch un mondo provvisto di radici non cessa di generare, magari dimenticato (Il Progetto, La voce della fogna, 28, inverno 1981). 162 Una prima guida alla lettura della konservative Revolution" era apparsa, a fir ma di GIORGIO l o c c h i , La rivoluzione conservatrice in Germania, La Destra, 1978. Si trattava di una sintetica descrizione dei principali filoni di pensiero e delle pi significa tive correnti rivoluzionario-conservatrici tratta dal volume di Mohler, con unampia appendice bibliografica; in precedenza era stato Julius Evola il tramite attraverso il quale la Destra radicale italiana era venuta a conoscenza delle tematiche rivoluzionario-con servatrici . 165 o. S p e n g l e r , A nni decisivi, cit., p. 31. 164 G. g h i d e t t i , recensione cit., p. 5. 165 l u i g i c o r t e s i , Storia e catastrofe. Considerazioni sul rischio nucleare, Napoli, Liguori 1984, p. 162. ' 166 g . g h i d e t t i , recensione cit. 167 A. m o h l e r , Die konservative Revolution in Deutschland (1918-1932), cit., p. 153. 168 Lespressione, di Ernst Jnger, citata da a . m o h l e r , Die konservative Revolu tion in Deutschland (1918-1932), cit., p. 112. 169 E . j n g e r , Der Kampf als inneres Erlebnis, Berlin, E.S. M ittler 1922, p. 76. Con cetti assai simili ritornano nellEvola di Cavalcare la Tigre, Milano, Scheiwiller 1961, la sciando emergere anche su questo versante limmagine di un anarchismo di destra che ritorner con tenacia nella confusa area neofascista, comprese le componenti pi estreme e legate al cosiddetto spontaneismo armato . 170 A. m o h l e r , Cultura e ideologia, in c i d a s , Intellettuali per la libert, Atti del I Congresso internazionale per la difesa della cultura, tenutosi a Torino il 12-14 gennaio 1973, Torino, CIDAS 1973, pp. 21-25. Organizzato dal CIDAS, Centro culturale co stituito alla fine del 1970 da un gruppo di [...] uomini del mondo del lavoro che sentono la necessit di un supporto culturale adeguato ad affrontare i problemi del mondo mo derno, e aperto a ogni corrente del pensiero non marxista che intendesse affrontare sulla base di un impegno rigorosamente culturale i temi della decadenza della cultura e del suo rinnovamento, il Convegno aveva raccolto ladesione di un gran numero di esponenti della Destra (moderata ed estrema) europea. Vi erano intervenuti, oltre ad A. Mohler, T. Molnar, E. Garrigues (ambasciatore della Spagna franchista presso lUNESCO), A. De Benoist, R. Paseyro (Panti-Neruda uruguaiano); F. Deloffre (segretario dellUN I, unorganizzazione di studenti e professori antimarxisti), V. Titone, M. G enti le, M. Bon Valsassina (che fu gi, si ricorder, tra i partecipanti al Convegno dell'istitu to Pollio), H. Habe, E. Ionesco, G. Marcel, G. Berto, S. Bartolini, Saint Paulien (auto re, fra laltro de I leoni morti, edito in Italia dalla neonazista Sentinella d Italia), M. Mourlet, E. Massi, S. Ricossa, M .T. Maitre, J. Evola, C. Arean, V. Horia, P. DebrayRitzen, A. Plebe. Tra i partecipanti F. Gianfranceschi, direttore di Intervento , D. Jamet (del Figaro-Littraire), Jean Mabire, C. Q uarantotto (direttore de La Destra), G. Rasi (direttore dellistituto di Studi Corporativi), C. Sburlati (collaboratore delle Edizioni di Ar), J.C. Texier (direttore di Contrepoint), D. Venner e G. Volpe. Un organigramma che sembra anticipare, in embrione, temi e strutture della Nuova destra ed in cui figurano gi, lo si sar notato e risulter maggiormente dalla lettura del paragra fo successivo, i nomi pi significativi della Nouvelle droite francese. Una presenza che si far ancor pi massiccia lanno successivo quando al II Congresso internazionale per la difesa della cultura (CIDAS, Conoscenza per la libert, Torino 1975), svoltosi a Nizza il 27-29 settembre 1974, parteciper unampia rappresentanza di collaboratori della rivista Nouvelle Ecole , da A. De Benoist a J. Cau, da P. Debray-Ritzen a J. Freund, a Ste phane Lupasco ed Armin Mohler fino a L. Pauwels, L. Rougier e J. Mabire. 171 Ibid. 172 E . j n g e r , Der Kampf als inneres Erlebnis, c i t . , p. 2. 173 s. s o l i n a s , Ricomincio da quattro, c i t . 174 M. Tarchi la definir una novit che contraddiceva lincessantemente invoca to senso della storia (Presentazione di A. d e b e n o i s t , Le idee a posto, cit., p . 6 ). 175 A. d e b e n o i s t , Destra: la vecchia e la nuova in Le idee a posto, cit., p. 70. La

208

NOTE

destra, aggiunge De Benoist, con il suo lamento, cade in un errore tipico della sinistra: quello che consiste nellattribuire agli altri la responsabilit del proprio torto. 176 A. d e b e n o i s t , Introduzione a Le idee a posto, cit., p. 22. Lautore spinge anzi avanti lanalogia affermando che i rappresentanti della ND appartengono alla genera zione del maggio 1968 e che le loro iniziative sono nate in massima parte da una rottura con la vecchia destra (Ibid .). 177 A. d e b e n o i s t , Destra: la vecchia e la nuova, cit., p. 59. 178 Si detto, scrive a questo proposito De Benoist, che le parole chiave del vocabolario della destra erano state discreditate dai fascismi. [...] Di fronte alla prodigio sa faccia tosta dei sostenitori di una dottrina in nome della quale sono gi stati massacra ti centocinquanta milioni di uomini, e che non per questo rinunciano a presentarsi, la mano sul cuore e la rosa nel pugno, come i difensori della libert, essa risponda con una risata liberatoria e tiri dritto per la sua strada (Ibid., p. 63). 179 Essa, aggiunge De Benoist, ignora i risultati delletologia, della genetica, del la storiografia, della sociologia, della microfisica (p. 63). Uno dei drammi della destra, dalla destra gollista a quella moderata, la sua inettitudine a capire la necessit del lungo termine. La destra francese leninista senza aver letto Lenin. Non ha colto limportan za di Gramsci. Non ha capito in che cosa il potere culturale minacci l apparato dello Stato (bidem, p. 65). Senza teorie precise, non esiste azione efficace. Non si pu fare econo mia di un'idea" (Ibid.). 180 La destra potrebbe ricavare idee da quanto scrivono Jules Monnerot, Raymond Aron, Debray-Ritzen, Louis Rougier; ma, curiosamente, si ha la sensazione che sia so prattutto a sinistra che essi vengono letti, da avversari pi attenti di quanto non lo siano i loro presunti sostenitori. [...] Ormai la sinistra, non la destra, a criticare il mito del progresso assoluto, legato allidea assurda di un senso della storia. E la sinistra che do po aver sostenuto che la festa essenzialmente rivoluzionaria si accorge oggi che essa soprattutto conservatrice. E la sinistra che, dopo aver innalzato ai sette cieli la speranza di uneguaglianza di possibilit realizzata attraverso la scuola, vi vede ora una mistifica zione. E ancora essa a sottolineare i limiti di un razionalismo riduttivo e pseudoumani stico, a constatare che lo spirito delle masse pi transitorio che rivoluzionario, e cos via. La destra si fa cos, a poco a poco, spodestare dei suoi temi e delle sue attitudini menta li" (Ibid., pp. 63-64). Lo scritto risale al gennaio-febbraio 1976 e riproduce unintervista rilasciata allora alla rivista Item . Alla vecchia destra De Benoist contesta anche di non aver compreso n il senso delle trasformazioni in atto nel mondo moderno, n le possibi lit inedite che esse aprono: La vecchia destra, scrive, non si accorge che le sedi e le forme del potere sono cambiate. [...] I media, i gruppi di pressione, hanno preso il posto delle forze politiche classiche (Ibid., p. 67). 181 Lespressione di y v e s p l a s s e r a u d , La nouvelle droite fait son chemin, E sprit, agosto-settembre 1983, p. 55. 182 A. d e b e n o i s t , Introduzione a Le idee a posto, cit., p. 15. Ci che la stampa chiama Nouvelle droite, aggiunge, un insieme, informale, lho gi fatto notare, di gruppi di studio, di associazioni e di riviste la cui attivit si situa esclusivamente sul terreno culturale (Ibid., p. 19). 183 De Benoist cita, al proposito, Pierre Billard che sulla rivista di destra Le Point proclama: La sinistra perde nellintelligencija la funzione di ideologia dominante. Il pe sante coperchio della pentola marx-socio-freudiana si sollevato. Finalmente, nel giardi no del pensiero, si respira (Ibidem, p. 17). 184 Ibid., p. 20. Uno scenario da palingenesi culturale; un mondo di rovine ideo logiche tratteggiato anche da Marco Tarchi, come legittimazione ed esplicitazione delle condizioni specifiche della nascita di posizioni nuove a destra: Cade il mito occi dentale, scrive, travolto dalle nuove necessit geo-politiche e dal rifiuto del modello universale della civilt mercantile; vacilla il presupposto di metodo della democrazia, in capace di scoprire nuovi soggetti del politico oltre i partiti incrostati di burocrazia e clientelismo, e condannata dai propri vizi endemici a cader vittima della patologia di quel conflitto di cui aveva fatto un insostituibile presupposto. Rovinano i paraventi mo rali della egemonia delle superpotenze e franano le illusioni di affrettate novit: una eco

N O TE

209

nomia che istituzionalizza il contratto fra gruppi senza legittimit e riscatena il bellum omnium contra omnes nella proposta di uno stato-mercato; una filosofia che in alternati va alla morte di Dio propone il risorgere del messianismo egualitario; un romanticismo incapace di ritrovare una memoria storica (Presentazione a Le idee a posto, cit., p. 10). Una grande trasformazione, dunque, dellintero universo politico-culturale, a giustifi care la metamorfosi della Destra. A porla, dunque, come punto alto del tempo; come sintesi adeguata alla congiuntura in corso. Sul tema della crisi dello Stato fondato sui partiti e sulla necessit di una risposta micro-comunitaria, Tarchi era intervenuto in Elementi, 2, n.s., marzo-aprile 1983, Quando lo Stato sotto tiro. 185 A. d e b e n o i s t , Les causes culturelles du changement politique, in G r e c e , Pour un gramscisme de droite" "(Actes du XVI colloque national du GRECE), Paris, Le labyrinthe 1982. Si veda anche M i c h e l w a y o f f , Pourquoi un gramscisme de droite"?, in idem. 186 M . w a y o f f , Pour un "gramscisme de droite", cit., p. 7. 187 Si veda, in proposito, F. c a r d i n i , Destra o sinistra in crisi?, cit., p. 405. Durissima , ad esempio, la critica al way of life americano, sostenuta in numerose pubblicazioni: A. d e b e n o i s t , g . l o c c h i , Il male americano, Roma, LEdE 1978 (ledizione originale del 1976); h e n r i g o b a r d , Les Gallicains sont parmi nous, Elments, 23, septembrenovembre 1977; g u i l l a u m e f a y e , Il sistema di uccidere i popoli, Milano, LUomo libero 1983 e, soprattutto, lultimo volumetto di a l a i n d e b e n o i s t tradotto in italiano da Tar chi: Il nemico principale, Firenze, La roccia d Erec 1983; oltre al numero speciale di Nouvelle Ecole, 27-28, automne-hiver 1975. D altra parte ricorda Cardini non si pu dimenticare lanti-americanismo di un Pound, di un Hamsun, di un Evola; ... se l"ideologia americana uno dei rifiuti della civilt europea, lAmerica essa stes sa il rifiuto materiale dellEuropa. Tutto quello che lEuropa non sopportava, tutto quel lo che in Europa non sopportava lEuropa e non si sopportava: puritani alle prese con langlicanismo, cattolici perseguitati dai protestanti, protestanti perseguitati dai cattolici, ebrei vittime dei pogrom, affamati che avevano preso in orrore la loro terra, asociali e spostati d ogni sorta tutto ci ha dato nascita al popolo americano. Sin dalla sua origi ne l America nasce da un rifiuto dell'Europa, anzi da un odio dellEuropa, da un desiderio di vendetta e di rivincita sullEuropa ( a . d e b e n o i s t , g . l o c c h i , Il male americano, cit., p. 22). DellAmerica, spiegher lintroduttore de II male americano, Enrico Nistri, si ri fiuta soprattutto il biblismo sociale , cio lillusione di poter tradurre nella vita colletti va i precetti evangelici riducendo la politica alla morale, lanti-aristocratismo, lidolatria del successo economico e lincapacit di produrre una cultura autonoma (Ibid., p. 14). 188 f . c a r d i n i , Destra o sinistra in crisi?, cit., p. 405 n. Si pensa, qui, probabilmente al recupero e alla rivendicazione da parte della Nuova destra francese e italiana delle posizioni e delle opere di Foustel de Coulanges. 189 Ibid., p. 410. 190 Ibid. A nche C ardini insiste sul tem a del superam ento della dicotom ia destra
sinistra , dello ltre e dellaltrove , sottolineando il carattere trasgressivo della Nouvelle droite ed enfatizzando le com m istioni tem atiche tra destra e sinistra.

191 La frase riprodotta in s . s o l i n a s , Ricomincio da quattro!, cit. 192 F . c a r d i n i , Destra o sinistra in crisi?, c i t . , p. 408. 193 Lespressione di M . t a r c h i , Presentazione di A. d e b e n o i s t , Le idee a posto, cit., p. 6. 194 Oggi si dice, commenta A. De Benoist: Da che parte stava lei durante le barricate?. Significa gi falsare la prospettiva. Salvo chi faceva il CRS, il celerino, tutti, nel maggio 1968, erano dalla stessa parte della barricata (Ibid., p. 292). 195 Una delle grandi lezioni del 1968, afferma A. De Benoist, valorizzando, del fenomeno, come si vede, esclusivamente lelemento formale dellintuizione e dellinno vazione comunicativa, in questa prodigiosa capacit di assimilazione di una societ dello spettacolo sulla quale, un anno prima, i teorici del situazionismo avevano gi detto tutto quello che cera da dire (Ibidem, p. 294). 196 Nel primo numero di Nouvelle Ecole ci si occupava di Mancisme et religion. 197 Si veda, G. f o u r n i e r , Rome et la Jude, Nouvelle Ecole, 1, 1968. 198 A. d e b e n o i s t , De la langue la structure: procs du language, Nouvelle Ecole,

210

N OTE

2, 1968; G. LO CCH i, Linguistique et sciences humaines, i v i ; J .C . r i v i r e , Nicola\ Marr et la linguistique sovitique. 199 j. m o n o d , Une thique de la connaissance, Nouvelle Ecole , 2, l'XiK, i h o i k . i k r , Du sens des noncs, Nouvelle Ecole, 13, 1970; A. d e b e n o i s t , L'empirnnie Ingique et la "'Wiener Kreis, ivi; p h . d e v a u x , Bertrand Russell et le Cercle de Vienne, ivi. 200 d . a . s w a n , Diffrenciation raciale et anthropologie physique. Le procewm biologi que de formation raciale, Nouvelle Ecole, 3, 1968; w .c. g e o r g e , Biologie du problme racial: gntique et comportement, Nouvelle Ecole , 7, 1969. 201 L. r o u g i e r , Une mise au point sur l existence de Dieu, Nouvelle Ecole", 1, 1968; j. l e b e l , Le judaisme, morale et religion, Nouvelle Ecole", 4, 1968. 202 F . c a r d i n i , Destra o sinistra in crisi?, cit., p. 404. Sullintera vicenda r i moi per sonaggi si veda s e r g e d u m o n t , Les brigades noires, L extrme droite en I raine et en Belgi que francophone de 1944 nos jours, Berchem, EPO 1983; alcuni accenni sul rapporti tra Europe-Action" e il GRECE in t h . s h e e h a n , La nuova desini fraine ic, "Alfabeta, 23, aprile 1981. 201 Dominique Venner ha pubblicato premo Akropoli un volume aul'"epopea del l'esercito sudista nella guerra civile amricium: Il Inaino Mite ilri vinti (I9HI) oltre alla sua pi nota opera Haltihim dii Ciarraplco, Koiim, l'l/H, im'muliazione dell'operato dei Irei Korf)i limante 1 primi anni della Repubblica ili Welmai Sul "mito" di Guevara nella Nuova ileitra i i andini, Destra o tinnir in crlil?, ili "Erneito Guevara," egli scrive, una prctci/ Importante, quaiiiii meno una preen/.a mitica, nel mondo della ND; al 'Clic' II sagginili e gio nali.ia Jean Clan non lonlauo dall'ambiente debenoistiano, ha de dicato un libro in cui >i si lor/.o di mlnimi//.are le forme Ideologiche marxiste dell'impe gno politico e militare del Guevara per sottolinearne piuttosto i caratteri tipologici che lo avvicinano aH'espcricn/.a umanitario-cavalleresca, d'impronta erasmiana, il cui vangelo custodito dal Don Chisciotte del Cervantes, il livre de chevet, come noto, del Che (Ibidem, p. 404 n.). Pubblicato nel 1963 dalle Edizioni Saint-Just Europe Action be neficiava dellappoggio della FEN ed era lorgano del movimento MNP/REL (Mouve ment Nationaliste de Progrs/Rassemblement pour une Europe Libre) diretto da D. Venner, scrive S. Dumont, e aggiunge: Fatto interessante, Europe-Action sviluppava gi a quellepoca degli argomenti anticristiani che si ritrovano attualmente nel GRECE" (Les brigades noires, cit., p. 44). 204 E. Lecerf (alias Coriolan): militante dellestrema destra belga, gi direttore del periodico neonazista e razzista Jeune Europe", direttore di Nouvel Europe-Magazine; dirigente del Mouvement d action civique, gruppo filocolonialista; assai vicino a Forces Nouvelles (al cui congresso di fondazione partecip); si colloca anche vicino alle correnti integraliste cristiane e in particolare alla Pro-Vita. Cfr. s. d u m o n t , Les brigades noires, cit. Jean Mabire, gi collaborazionista durante la seconda guerra mondiale, fu re dattore capo di Europe-Action, collabora anche con Item ; cfr. op. cit. e T . s h e e h a n , La nuova destra francese, cit. Ha partecipato a entrambi i Convegni organizzati (a Torino e a Nizza) dal CIDAS. 205 J. de Mahieu, rettore dellUniversit di Buenos Aires, ha pubblicato un volume d ispirazione razzista (Prcis de Biopolitique) sotto legida dellIstitut des Sciences psy chosomatiques, biologiques et raciales fondato nel 1969 a Madrid in corrispondenza del congresso di unorganizzazione di estrema destra avente ramificazioni in tutto il mondo: il Nuovo Ordine Europeo, la cui sede in Svizzera (s. d u m o n t , Les brigades noires, cit.). H a partecipato a entrambi i Convegni organizzati dal CIDAS. 206 Dirigente della Fdration des Etudiants Nationalistes (FEN), particolarmente attiva negli anni dellAlgeria francese. Ader al primo Convegno del CIDAS. 207 Elments, 1, septembre 1973. 208 I quattro laboratoires si occupavano rispettivamente: 1) di questioni filosofiche; 2) di problemi biologici; 3) di questioni politiche economiche e sociali; 4) di arte e scienze umane. Cfr. M i c h e l n o r e y , Bilan des travaux du S.E.R., Etudes et recherches, 1, novembre 1974. 209 l o u i s p a u w e l s , ex combattente nel rnaqui francese, allievo del cultore di esote rismo e scienze occulte Gurdjieff e seguace di Ren Gunon, ha pubblicato, in traduzio

N OTE

211

ne italiana e in collaborazione con Jacques Bergier, II mattino dei magfii, Milano, Mondadori 1963; inoltre autore di Lettre ouverte aux gens heureux et qui ont bien raison de l tre, Paris, Albin Michel 1971 ; llumroch l'admirable ou le djeuner du surhomme, Paris, Gallimard 1976; e di numerosi romanzi 210 v. p l a s s e r a u d , La nouvelle droite fait son chemin, cit. 211 In particolare le ultimi- posizioni del Club de PHorloge relative allassimilazione di fascismo e socialismi'" come forme di Stato interventista nelleconomia, sem brano decisamente lontane dall'impostazione del GRECE, inquadrabili, senza residui, nellambito di una Destra tradizionalmente conservatrice e tecnocratica; si veda al pro posito Une rponse aux thses idologiques de l opposition. Zeev Stemhell: socialisme n gale pas fascisme, Le Monile Dimanche", 11 mars 1984. 212 La campagna" incnmim ia, secondo Alain De Benoist con un articolo di T h i e r r y p f i s t e r , La nouvelle droite i im itile su Le M onde del 22 giugno 1979 e con un Dossier sulla Nouvelle droite sul "Nouvel Observateur del 2 luglio. Seguir sulle pagine del quotidiano francese un lungo dibattito in cui interverranno tra gli altri, M a u r i c e d u v e r g e r , che gi il giorno successivo, 23 giugno 1979, interviene sul gruppo vicinissi mo al GRECE, Maistra, con un articolo dal significativo titolo: Un chevai de Troie-, A n d r f o n t a i n e , La nouvelle jungle ( Le Monde , 11 juillet 1979); b e r n a r d s t a s i , Nouvel le droite. Une incompatibilit de nature, ("Le Monde", 12 juillet 1979); r e n r e m o n d , Nouvelle droite" ou droite de tou jour?, (Le Monde , 20 juillet 1979); p i e r r e v i a l , Le GRE CE et la rvolution du XXI' sicle ("Le Monde, 24 aot 1979); s e r g e s u r , Ils rou lent pour Giscard, (Le M onde, 1 septembre 1979) e p i e r r e d o m m e r g u e s , Face la rvolution conservatrice" (Le monde diplomatique , Dcembre 1979). Le M onde d anche notizia di una dura polemica intentata da L. lauwels dalle pagine di Figaro-Magazine (7 luglio) contro la campagna di stampa sulla Nouvelle droite (Dbat intellectuel ou projet politique, 8 juillet 1979) e di una dichiarazione di adesione e simpatia verso la Nouvelle droite da parte dellorganizzazione neofascista francese Parti Forces Nouvelles
(Le P.F.N. et la nouvelle droite: Nous sommes de la mme famille et de la mme gnra tion" souligne M. Pascal Gauchon.). Anche il quotidiano dellestrema sinistra Libra

tion interviene con due articoli di Guy Hocquenghem il 5 e il 6 luglio 1979. Anche il giornale cattolico La Croix dedica al nuovo movimento una serie di articoli e servizi: h e n r i t i n c o , La nouvelle droite a-t-elle un avenir politique? (La Croix, 27 juillet 1979); e t i e n n e b o r n e , De la science comme ideologie politique (La Croix , 13 juillet 1979); j e a n b o i s s o n n a t , La gfluche, la droite et la pense (La Croix, 13 aot 1979); e t i e n n e b o r n e , Visionnaires en dlire (La Croix , 17 aot 1979); p i e r r e p i e r r a r d , Georges Hourdin et la nouvelle droite (La Croix, 22 septembre 1979); p i e r r e b o i s d e f f r e , Pour un regard serein sur la nouvelle droite (La Croix, 17 octobre 1979), espri mendo in generale un giudizio estremamente severo. Individuato in tre negazioni il nucleo fondante dellidentit della Nouvelle droite (non democratica , non cristiana e non nazionale) la si accusava di essere un pot-pourri di riferimenti pseudostorici e scientifici, di arcaismi derivanti dallAncien Rgime e di scenari futuristi ; nuovi cro ciati dellOccidente laico , neostalinisti di destra, sono paragonati allAction Franai se e ne colta la reale pericolosit (con leccezione di P. de Boisdeffre che, invece, spez zava alcune lance in favore e invocava il dialogo contro la cultura della guerra civile). 213 "... lungi dallessere nazionalisti e oscurantisti, scrive Guy Hocquenghem, i pensatori della Nouvelle droite hanno tutti i segni della modernit; e aggiungeva: Con dannano il modello americano, la xenofobia francese, rivendicano la libert dei costumi, sinteressano alla ecologia. E tuttavia, concludeva, la loro critica dellantiscientismo umanitario finisce per trasformarsi in fascismo ideologico . 214 m . t a r c h i , Il problema di una nuova destra" italiana, cit., p. 13. 215 Ibid. 216 G. d e l n i n n o , Nouvelle droite e nuova destra, c i t . , p . 17. 217 A. d e b e n o i s t , Introduzione a Le idee a posto, c i t . , p . 2 1 . 218 y . p l a s s e r a u d , La nouvelle droite fait son chemin, c i t . , p. 54. 219 A. d e b e n o i s t , Destra: la vecchia e la nuova, cit., p. 60. In questo modo De Be noist contraddice, in parte, esplicitamente, la definizione che un altro esponente della

212

NOTE

destra francese aveva proposto; Jean-Fran^ois Revel, per il quale di destra "c|tidln dot trina che fonda per principio e senza dissimulazione lautorit su qualcosa di diverso dui la sovranit inalienabile dei cittadini (I b i d p. 59). Giustamente De Benoist considera un prius rispetto alla teoria delle forme di governo e alla questione della sovranit po polare il terreno antropologico e la teoria della diseguaglianza tra gli uomini du cui deriva il giudizio negativo sulla democrazia (e non viceversa). D altro canto," aggiunge De Benoist, professare una concezione antiegualitaria non significa voler accentuare le ineguaglianze, non di rado detestabili, che vediamo costituirsi intorno a noi. Ma piutto sto pensare che la diversit la caratteristica del mondo per eccellenza: che questa diversi t produce ineluttabilmente diseguaglianze di fatto relative ; che la societ deve prendere in considerazione queste diseguaglianze e ammettere che il valore delle persone differi sce a seconda del criterio a cui facciamo riferimento tra i tanti che esistono nella vita quotidiana, agendo in modo tale che ne risulti una gerarchia basata sul principio delXunicuique suum." Un modello tradizionalmente organicista e gerarchico fondato su un sostanziale realismo eroico secondo le pi pure linee del pensiero superomistico e nella pi perfetta aderenza a quella essenza del fascismo definita da G. Locchi, nel volumetto omonimo. 220 Ibid. 221 Y. p i A s s i HAUD, La nouvelle droite jait son chemin, cit., p. 57. 222 M. norey, Rilan des travaux du S..R., cit., p. 4. 221 Ibid 224 k . MANNHK1M, Ideologia e utopia, Bologna, Il Mulino 1971. 225 m n o r e y , Rilan des travaux du S.E.R., cit., p. 5. 22b LUDWIG v o n b e r t a l a n f f y , Tborie genrale des systmes, citato in M . n o r e y , Bilan des travaux du S.E.R ., cit., p. 6. 227 Ibid., p. 7. Ka . in b e n o i s t , Visto da destra, cit., p. 169. Di J a c q u e s m o n o d citato soprattut to Il casa r la necessit, Milano, Mondadori 1970. Altro punto di riferimento significati vo F r a n c o i s j a c o b , La loyca del vivente, Torino, Einaudi 1971. In proposito si veda anche m a i HI.TGBEDER, Le contre-Monod, Nouvelle Ecole, 25-26, hiver 1974-75. 229 In A. DE b e n o i s t , Visto da destra, cit., p. 178. Si fa qui riferimento sia al saggio di PIERRI', p . g r a s s e , L evoluzione del vivente, Milano, Adelphi 1978, che sembra il pi vicino al pensiero della Nouvelle droite nella sua organicit, e al suo successivo La dfaite de l'amour nu le triomphe de Freud, Paris, Albin Michel 1976, sia a l . v o n b e r t a l a n f f y , Les problm a de la vie. Essai sur la pense biologique moderne, Paris, Gallimard 1961. Si veda anche il numero speciale di Nouvelle Ecole sullevoluzione, 18, maggio-giugno 1972. 2.0 A. d i ; b e n o i s t , Visto da destra, cit., p. 16}. 2.1 Ibid., p. 181. 2.2 Ibid., p. 188. 2 Ibid. 2,4 Cfr. i r e n a u s e i b l - e i b e l s f e l d t , L'homme programm. L inn, facteur dterminant du comportement bumain, Paris, Flammarion 1975; i d ., Etologia. Biologia del comporta mento, Milano, Adelphi 1977. Di recente stato tradotto in Italia dello stesso autore Etologia della guerra, Torino, Boringhieri 1973. 235 r o b e r t a r d r e y , La loi naturelle, Paris, Stok 1969. Dello stesso autore si veda African Genesis (1961) e soprattutto The Territorial Imperative (1966), oltre allultimo The Hunting Peoples (1976). 2!6 A. d e b e n o i s t , Visto da destra, c i t . , p. 226. 257 Ibid. 238 y v e s c h r i s t e n , L ora della sociobiologia, Roma, Armando, p. 36. 239 h a n s j. e y s e n c k , Race, Intelligence and Education, London, Tempie 1973 tradot to in italiano col meno compromettente titolo Educazione e selezione tra genetisti e am bientalisti, Roma, Armando 1977. Eysenck appartiene alla scuola psicologica e pedagogi ca di Galton e Pearson i quali hanno sostenuto la teoria dellereditariet dellintelligenza e dellinferiorit naturale di alcune razze (in particolare quella nera), derivandone una

NOTE

213

proposta pedagogica seletlivu < vgieHn/.iuiiiHu Sulla stessn linrn lopera di Arthur R. Jensen, che ha sollevato ampio m nl|mie i h fili Siuii Uniti per In 111 Impostazione razzista (vi sostiene il necessario fulliniriiin drllr 1 uiii|>>igii<- di neeiillutn/ione della popolazione di colore data la sua naturulc inleiliuitn Inlellriiivul, sull"ili>111< )rnsen la Nouvelle droite ha raccolto un dossiei ptibblli uin i h I IIIh> di 11 an imi imi i i ^ h u k t , Race et Q.I., Paris, Copernic 1977. "Dopo il ninnile p n m ln .1.11.. nmiihinllmnn," scrive polemicamente A. De Benoist, "lu sinisliu Inlellellunle il ul>inlll//n mi due poli: Inni pedagogia e lantipsichiatria. Vi si ritrovano le Unie ini li irn/i liiii >|.i>i nlln Knunemi, l'eiistenzialismo e la fenomenologia, il 'freudo-marxUmo' (W Krlili), il iirnuiriilliiruliumo (Fou cault, Lacan) e linevitabile scuola di Francofone' (M im ine, HIihIi |<u| Adorno). Il caso non pi ai suoi inizi. Bisogna prestarvi attenzione" (Vitto dii dain i, eli , p 240). 240 Ibid., p. 185. 241 An d r LO W O FF, L ordre biologique. 242 r o b e r t a r d r e y , La loi naturelle, c i t . 24 Citato in A. d e b e n o i s t , Visto da destra, cit., p. 165. 244 Ibid., p. 192. 245 Ibid. Aggiunge De Benoist: Luomo si differenzia dagli altri primati, principal mente per il fatto che prima di tutto un cacciatore e che una gran parte delle sue carat teristiche fisiche e psichiche si possono spiegare con il suo tipo di vita di predatore (Ibid., p. 212). 246 Per realizzart ci occorre, nietzscheanamente, battere quella che Lorenz chiama la morale della tiepidezza . 247 Cfr. F r i e d r i c h h a c k e r , Aggressivit e violenza nel mondo moderno, Milano, Il Formichiere 1976 (contiene unintervista a K. Lorenz). Si veda anche, in proposito, K. l o r e n z , G li otto peccati capitali della nostra civilt, Milano, Adelphi 1981. 248 Citato in a . d e b e n o i s t , Visto da destra, cit., p. 197. 249 p i e r r e P. g r a s s e , Toi, ce petit dieu, Paris, Albin Michel 1971. 250 a . d e b e n o i s t , Visto da destra, c i t . , p. 192. 251 j. d e m a i s t r e , Le serate di Pietroburgo, Milano, Rusconi 1971, pp. 395-396. 252 a . d e b e n o i s t , Visto da destra, c i t . , p. 215. 253 R. a r d r e y , La loi naturelle, c i t . 254 N .E ., L ide nominaliste, in Nouvelle Ecole, n. 33, t 1979, p. 11. 255 a . m o h l e r , Le tournant nominaliste: un essai de clarification ; A. d e b e n o i s t , Fon dements nominalistes d'une attitude devant la vie, in Nouvelle Ecole, 33, t 1979. 256 N .E ., L ide nominaliste, c i t . , p . 11. 257 A. m o h l e r , Le tournant nominaliste, cit., p. 13. 2,8 Ibid. 259 A. d e b e n o i s t , Fondements nominalistes d une attitude devant la vie, c i t . , p. 23; Il
s a g g io o r a i n a . d e b e n o i s t ,

Le idee a posto,

c it.

260 Ibid., p. 28. 261 Ibid. 262 K. m a n n h e i m , Conservative Thought. 263 A. d e b e n o i s t , Fondements nominalistes, cit., p. 22. 264 c a r t e s i o , Discorso sul metodo, Roma, Ed. Riuniti 1973. 265 A. m o h l e r , Le tournant nominaliste, c i t . , p. 14. 266 j. d e m a i s t r e , Le serate di Pietroburgo, cit. 267 A. m o h l e r , Le tournant nominaliste, cit., p. 20. 268 Ibid. 269 Ibid. 270 A. d e b e n o i s t , Le Figaro, 4 febbraio 1978. Cit. in A. m o h l e r , op. cit. 271 a a . v v ., Hommage Julius Evola, Paris, GRECE 1976; a a . w ., Julius vola, l bomme et l oeuvre, Paris, GRECE 1977; a a . w ., Julius Evola le visionnaire foudroy, Paris, G RECE 1978. 272 j. e v o l a , G li uomini e le rovine, cit., p. 25. 273 Cfr. T . s h e e h a n , La nuova destra francese, cit. 274 Ibid.

214

NOTE

275 A. d e b e n o i s t ,

Fondements nominalistes,

c it., p .

24.

276 Ibid.
2/7 d a n i e l C o l o g n e , Nouvelle droite et subversion, Paris, Collection Mtapolitique et Tradition 1982. Lautore salva, allinterno della Destra, solo i gruppi delle riviste Totalit e Rebis e alcune personalit come Andr Delaporte e Maurice Bardche. 278 l b id , p. IV. 279 Ibid., pp. IV-V. 2 8 0g e o r g e s g o n d i n e t , Lettre ouverte Alain De Benoist, in Totalit, numero spe ciale dedicato a La 'nouvelle droite' la lumire de la tradition", 11, t 1980. 281 Ibid., p. 51. 282 Si veda a questo proposito Gi o v a n n i m o n a s t r a , Pour un Jugement Traditionnel sur le Monde de la Science, in Totalit , 11, cit. Si tratta della traduzione in francese dellintervento tenuto al Seminario della Nuova Destra italiana e riprodotto in Provia mola nuova, cit., col titolo Scienza e scientismo. 283 F r a n c e s c o i n g r a v a l l e , Sur les fondements philosophiques de la Nouvelle droite, Totalit , 11, p. 80; Nel medesimo numero di Totalit, sempre di F r a n c e s c o i n g r a
valle,

Vrit et puissance dans le no-nominalisme.

284 Ibid. 285 Ibid., p. 81.


286 m . t a r c h i ,

Ipotesi e strategia di una nuova destra, p . 120. m L'espressione di Giorgio Franco Freda, riportata da

. g o n d in e t ,

op. cit.,

p. 52 (.oil come il concetto di apolita (vedi oltre) si prester a una pluralit di interp reu iio n i c di esiti. '" GIOVANNI m . (probabilmente Monastra), in Proviamola nuova, cit., p. 89. lbid. 291 lbid. 292 Proviamola nuova, cit. M AURIZIO <:. (probabilmente Cabona), in Proviamola nuova, cit., p. 148. 294 lbid 295 Ibid. 296 Numerosi sono i richiami in questo senso sparsi nei vari interventi in a p i m a n i , Proviamola nuova, cit. 297 Da n i e l e v e r z o t t i , Recensione a a a . v v ., A l di l della destra e della sinistra, Arthos, 25, gennaio-giugno 1982, p. 314. 298 Si vedano le prese di posizione contro gli intellettuali" della Nuova destra su Q uex .

4. J. E vola, il p e n s in ol e della tradizione


di A nna Jellam o

I . PREMESSA

La d o ttrin a e linsegnam ento di Julius E vola h an n o av uto u n ruolo centrale in m olte delle vicende politiche e ideologiche discusse nei capi toli che precedono. D ato il tipo di interesse ivi prev alen te, il pensiero evoliano sta to considerato so p ra ttu tto nei suoi risvolti e nelle sue conseguenze pi p ro p riam en te politici: il che, tra tta n d o si di un pen sie ro com plesso e articolato, ne ha, necessariam ente, d eterm in a to u n a v i sione parziale se n on rid u ttiv a. E q u in d i o p p o rtu n o fo rn ire un a p an o ra mica pi com pleta di tale pensiero, presen tan d o , in q u esto capitolo, un profilo che ne tracci gli itin erari di sviluppo, indicando anche le te m a ti che principali e pi rico rren ti della riflessione evoliana. Si tra tta , anco ra una volta, di u n lavoro prelim inare, che non p reten d e di colm are il v uoto di stu d i in argom ento, m a sem plicem ente d i indicare i tem i di m aggiore interesse per fu tu ri ap profondim enti.

2.

d a l l a v a n g u a r d ia

a l l i d e a l i s m o

LA TEORIA DELLINDIVIDUO ASSOLUTO

Julius E vola la m assim a espressione di quella p arte del radicalism o di d estra che ha il p roprio riferim en to nel M o ndo della Tradizioni*, quale co n trapposizione al M ondo M oderno. T radizion e' un co n cetto rife rito a un atteggiam ento m entale, a una disposizione d anim o, u im i m odo di essere e di porsi di fro n te allesistenza; trad izio n ale", osiiii riconducibile alla concezione tradizionale della vita, o^ni aiienniniin n i" che individua la ragione prim a delle cose in u n principio o ordini' ini

216

ANNA JELLAM O

scendente, che regge e governa la dim ensione m ondana d ellesistenza cos com e d eterm in a la dim ensione in te rio re d ellessere. T rad izio n ale e M o d e rn o sono p e rta n to due categorie d i pensiero, due fo rm e e r m eneutiche, che rifletto n o nella loro dicotom ia lan titesi irriducibile tra due universi co n cettu ali . Il discorso di E vola si svolge sem pre allin te rn o di questa opposizio ne, e con riferim en to a essa; il tem a di fondo la ricerca di un a d im e n sione dellesistere che sia conform e alla vera natura d ellessere: questa dim ensione app u n to quella, m etastorica, della tradizione. A questa idea tra in a n te si riconducono tu tti i m om enti della riflessione evoliana, e le fasi che essa attrav ersa, quella artistico -letteraria (1915-21), quella prop riam en te filosofica (1920-27), e quella di m aggiore im pegno p o liti co, collocabile a p artire dal 1928. N on si tra tta com unque d i fasi ben definite; a p arte il prim o periodo, che m ostra una n e tta conclusione, gli altri due si intersecano co n tin u am en te, cos com e si intersecano le tem atiche, solo apparentem ente eterogen ee, che E vola affro n ta lungo larco della sua produzione, e che risen to n o d i un com plesso e vasto re tro te rra culturale. Vi confluiscono in fa tti istanze filosofiche e fer m enti culturali di diversa origine e natu ra: le tem atiche rivoluzionarie e spon tan eiste d ellavanguardia artistica dei prim i decenni del secolo, lidealism o, le teorie organicistiche, lespressionism o tedesco, il ro m an ticism o politico, la filosofia o rien tale e lesoterism o. E vola si form d u ra n te gli anni della reazione an tip o sitiv ista, q u a n do di fro n te al d o m in an te idealism o si afferm avano i m ovim enti d ella vanguardia, e con essi personaggi com e P apini, Soffici, P rezzolini, O rian i, M a rin e tti, e le loro riviste, L acerb a , La V oce , L an im a , L eo n ard o 2. Si predicava, nellam bito di una ro ttu ra to tale con i ca noni espressivi e com portam entistici del passato, lesaltazione d ellio e la sua afferm azione com e poten za di fro n te al m ondo, la glorificazione della guerra e della violenza. E vola a ttin se sia allidealism o sia allirra zionalism o avanguardistico, rap p rese n tan d o in certo qual m odo il p ro d o tto di questo incontro. D eriv da en tram b i il violento an tip o sitiv i smo; dallidealism o m utu le linee della teoria gnoseologica, attrav erso la quale giunse alla costruzione teorica d ellin dividuo assoluto, e le ca tegorie logiche fondam entali (reale-razionale, io-non io, spirito-m ateria), ma non il ragionam ento per triad i, relativ am en te al quale E vola pi vicino, nello svolgersi irriducibile delle p o la rit , al rom anticism o politico. D a una certa avanguardia d eriv lavversione verso ogni fo r ma di dem ocrazia, il radicale inegualitarism o, la concezione m istica della guerra e della m orte eroica. Q u este sono tem atich e che rim ango no sem pre fondam entali nel pensiero evoliano, e che si arricchiscono, una volta fuori dal fragile co n testo avanguardistico, n ellin co n tro con lespressionism o tedesco, filtrato attrav erso Spengler, Ju n g er, W eininger, Benn, o ltre che, n atu ralm en te, con N ietzsche. Il c o n ta tto con lam biente d ellavanguardia fu un fa tto im p o rta n te

4 J. EVOLA, IL PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

217

nella vicenda in tellettu ale di E vola, che vi trov il lerreno ad a tto per m e tte re a p u n to le prim e fo rm e del suo pensiero. A ttraverso lav an g uardia e n tr in c o n ta tto con la cu ltu ra francese, e in particolare con il m ovim ento di T rista n T zara, conobbe le opere li M eister E ck h art, e si avvicin allesoterism o. P articolarm ente s n e llo fu il rap p o rto con Papini la pi auten tica espressione ilei rinno v am en to le tte ra rio 5 nel periodo in cui questi dirigeva "I .acerba", In cui influenza sul giovane E vola sarebbe sta ta d e te rm in a n te 4; sem pre attrav erso lav an guardia si avvicin alle opere di M areshkow sky, deriv an d o n e secondo alcuni critici i prim i ca ra tte ri di quello che sarebbe d iv e n tato luom o trad izio n ale e al pensiero di C arlo M ichelstaedter, la cui teoria della persuasione si ritro v a nella teoria evoliana dellin d iv id u o A ssoluto. F a tto n on casuale, E vola ader al dadaism o. In A rte A s tra tta del 1920 egli scriveva che col dadaism o larte ha finalm en te e per la prim a volta tro v ata la sua soluzione spirituale: ritm i illogici e arb itra ri di li nee, colori suoni e segni che sono u n icam ente il segno della lib ert in te riore e del pro f n d o egoism o raggiunto; che non sono m ezzi che a se stessi . C i che E vola tro v av a nel dadaism o non era sem plicem ente un a nuova form a dellarte, m a p roprio lesaltazione dellio che si fa leg ge a se stesso, sottraen d o si a ogni vincolo e lim ite che co n trasti la asso luta afferm azione di s: pi ta rd i, E vola ricorder in fa tti il dadaism o com e la difesa di una visione generale della v ita in cui lim pulso verso una liberazione assoluta, con lo sconvolgim ento di tu tte le categorie lo giche, etich e ed estetiche, si m anifestava in form e paradossali e scon c e rta n ti 6. C una co n tin u it ideale tra qu esto prim o periodo e la p roduzione successiva; poich qui la ricerca gi in c en trata sulle form e dellegoi smo inteso com e espressione di lib e rt in te rio re e di p otenza, com e m eta rag g iu n ta di un Io to ta le e assoluto. In questa d irezione sono gi in d irizzate le prim e com posizioni le tterarie, La parole obscure du paysage in trieu r1 e Raa&i B la n d a 8. C in queste opere quella stessa ri cerca di assolutezza in c en trata sulla volont che sar sem pre filo con d u tto re della produzione evoliana; la volont, quale tensione allo sganciam ento dalla oscura gravitazione dellesiste re , gi volont di potenza. per dallidealism o che Evola trae le basi necessarie per p o rtare avanti la sua ricerca di assolutezza, e in q uesto senso lidealism o forse la com p o n en te principale del suo pensiero. In fa tti lesasperazione delle tem atiche idealiste conduce E vola alla teorizzazione d ellin d iv id u o A s soluto, che costituisce il fo ndam ento m etodologico e teorico del suo d i scorso sia so tto il profilo filosofico sia sotto il profilo politico, giacch con la figura d ellin d iv id u o A ssoluto la negazione del principio di puri t ontologica tra gli uom ini esce dal piano della p ura teoria per triidiii' si, o q u an to m eno per essere tra d o tta , in prosp ettiv a politica", in |>n>

218

ANNA

JELLAMO

posta operativa. D a qui nasce, in contrapposizione critica allIdealism o, lidea di u n idealism o co n c reto o m agico . Il m om ento centrale della critica allidealism o riguarda il problem a della determ in azio n e d ellio. E ssi co n trap p o n g o n o , scrive E vola rife rendosi agli idealisti, lindividuo concreto a quella astrazione che il loro Io trascen d en te e in nom e di q u esto dissolvono il p rim o ... Se poi si va a vedere cosa rap p resen ti in loro, persone viv en ti, questo A ssolu to, poco occorre per accertarsi che esso non altro che una sm o rta idea, u n m ero principio esplicativo e, al pi, un afflato lirico 9. Cos concepito, prosegue, lio finisce per risolversi o nellio reale o nel Dio: nel prim o caso ci significa il trio n fo della m aterialit, nel secondo in vece finisce per sfociare in una soluzione religiosa che com unque p o ne lA ssoluto fuori dallio D io, N atu ra , Id ea, ecc. , in u na d im e n sione intellettualistica e astra tta . A q u esto idealism o E vola co n tra p p o ne la pro p ria concezione dellio secondo la p ro sp ettiv a che definisce idealism o concreto o m agico 10: lio com e reale trasfigurazione d elle sistenza em pirica nella d iv in it, com e risoluzione d ellio reale nel dio. In altri term in i, il farsi dio dellio reale. Se d u n q u e p er soluzione reli giosa il riferim en to alla d estra hegeliana non si in te n d a la b b a n dono di tu tte le posizioni, la b an c aro tta di ogni p o ten za e di ogni ce r tezza presso al m agro storicism o della fede, occorre che una tale solu zione venga rife rita a un processo m istico o, meglio, magico, in cui D io non che u n fantasm a quando non venga g enerato da noi stessi e non con parole, concetti, fantasie o bei sen tim en ti, bens con un m ovim en to assolutam ente concreto; in cui cio lesistenza em pirica venga real m ente trasfig u rata e risolta nella d iv in it 11. Secondo q u esta p ro sp ettiv a lio tro v ereb b e il suo principio non al di fuori bens e n tro se stesso, in u n in fin ito p otenziarsi e ren d ersi suffi ciente del suo principio: ci av verrebb e prin cip alm en te attrav erso lac cettazione della propria insufficienza alla to tale d eterm in azio n e del m ondo, e il contem poraneo rifiu to di ogni ragione o causa a ci, a s esterna. C os E vola pu dire, richiam andosi a M ich elstaed ter, che lindiv id u o n on deve fuggire alla p ro p ria deficienza, non deve [...] concederle una realt, una ragione e un a persona che essa, com e m era privazione, n on pu in nessun m odo av ere '2, e q u indi a ttrib u ire la realt m ancante allio a qualcosa di a ltro : d ire che una cosa n o n causata da m e n on lo stesso che dire che essa causata da a ltro 13. S eguendo q uesta linea di ragionam ento, la re a lt viene a coinci dere con ci che v o lu to , e lirre a lt con la p riv azio n e della vo lont: la realt in d ip e n d en te dallio d iviene in tal m odo u n illusione, causata dalla p ropria insufficienza, che lio stesso deve colm are m ed ian te un processo incondizionato che in stau ri lassoluta presenza di s alla to ta lit della sua a ttiv it 14. Il co n cetto d i sufficienza , co rrisp o n d en te a ci che M ichelstaedter definisce persuasione 15 lassoluta sufficienza dellio a se stesso quale principio reale dellio , e che si

I I EVOLA, IL PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

219

ritrova nella figura del persuaso , uno dei m om enti p o rta n ti della teoria evoliana, e tra quelli che m aggiorm ente si presi.ino a un a le ttu ra politica. C hiuso nella sua sem plice e immollile* u n it [il persuaso] vi si com piace e vi si riposa, am andosi solo creando i|iu-l tu tto che crea per q uesto am ore solitario... O gni fenom eno procede dii lui e in lui si consum a, com e nella p otenza trascendente clic, quale incondizionata neg ativit, folgora nella sintesi etern a dell'assoluto possesso." " Len te di p otenza tale, secondo la concezione evoliana, perch "si la" tale, si ren d e attrav erso la volont, distruggendo ogni lim ite, in tcrio re ed esterno, che si frapponga alla piena realizzazione della propria assolu tezza; lio che sufficiente a se stesso non riconosce altro valore fuor da quello che sgorga dalla p ropria incondizionata arb itraria v olont. [...] P er lui ha valore ci che egli vuole, e unicam en te perch lo v u o le 17, e p e rta n to n on si pu parlare di poten za finch si riconosce la p rio rit di una qualunque legge o norm a, sia essa razionale che m orale o n aturale, alla lib e rt epper allio , finch essere o non-essere non venga sem plicem ente deciso dallassoluta afferm azione dellin d ividuo e d a n u llaltro che essa 18. Il p u n to della assoluta p o ten za viene cos a coincidere con quello della assoluta lib e rt, vale a d ire con il m om ento d ellautorealizzazione dellindividuo com e puro se stesso . Il processo attrav erso il quale lio si ren d e en te di p o tenza, giungen do al dom inio e quin d i alla creazio n e del reale si svolge in n an zi tu tto attrav erso la p ad ro n an za delle pro p rie facolt m entali, in tesa secondo la trad izio n e esoterica. P er realizzare q uesta idea E vola si rivolge alle costruzioni teoriche della filosofia orientale, ai grandi tem i d ellascesi e della trascen d en za nella m editazione b u d d ista e ta n tr ic a 19, ricercando un a dim ensione to ta le d ellessere, u n diverso tipo di uom o, che possa giungere, attrav erso il dom inio di s, al dom inio d ellestern o . E il p rin cipio della poten za com e d o m in io , dellio quale cen tro p ro fo n d o di v o lo n t e di p o te n z a 30. C on suggestivo aggancio E vola p o rta leso teri smo allin te rn o della filosofia idealista, e anzi d ellasp etto pi ap p ari scente ed e lita rio dellesoterism o, loccultism o, fa la chiave del suo idealism o magico. A llin te rn o di questo, sostiene in fatti, loccultism o vi ripone per cos d ire lorgano per la conoscenza e la verifica delle sue v erit e studia una m etodologia volta ap p u n to a ci, che l io , im p u g n ato e p o te n zia to attrav erso la concentrazione, la m editazione e p ra ti che speciali, il p roprio pensiero, vada per m ezzo d i esso a suscitare nuove facolt e nuovi p o te ri 21. L io perviene d u n q u e al dom inio della p ropria m ente, e p er m ezzo d i q uesto si libera di tu tto ci che ap p artien e alla sfera della necessit, riafferm andosi co n tin u am en te com e en te di lib ert e di potenza; in tal m odo lidealism o m agico supera secondo Evola il p u n to critico della cu ltu ra m oderna, d o v u to alla contrapposizione, diversam ente non stipe rabile, tra lin s e il m ondo estern o , tra lapprensione astiati.i della realt da p arte d ellio e la sua co n creta im potenza di fronte a essa Si

220

ANNA JELLAM O

apre in tal m odo la prosp ettiv a di u n io che si ren d e co n c reta m en te assoluto, o p eran d o una effettiv a incidenza fuori di s attrav erso il dom inio di s e dellaltro; il ca ratte re essenzialm ente p ratico che Evola rivendica al p roprio idealism o m agico tro v a il fond am en to nella p ro sp e ttiv a di una effettiv a po ten za, che si ren d e tale non attrav erso il sem plice pen siero m a anche attrav erso lazione . La prim a form a della azio n e un a tto di assoluta negazione del m ondo, condizione indispensabile per lafferm arsi dello sp irito quale principio p ro ced en te da s. Lo S pirito viene d efin ito da E vola com e lin fin ita energia che si riafferm a in tu tte quelle form e in cui si coagula e d eterm in a il suo p o te re [...] la vam pa creatrice e dissolvitrice che ogni realt risolve n ellas soluto, innom inabile splendore del ce n tro che possiede se stesso, d i co lui che e n te di p o te n z a u . Q u esto possedersi in te ra m e n te esprim e il senso di uno S pirito che non , bens si h a : aversi, com e nega zione di s quale sem plice esistenza per porsi assoluto en te di dom inio. R iconosciutosi, attrav erso un a tto di negazione, principio sufficiente, lindividuo si reso e n te di poten za. E p er questa via, per la quale lindividuo si re n d e assoluto, che il m ondo diviene reale: il processo conoscitivo coincide con quello della autorealizzazione. E sasperando in tal m odo i tr a tti della gnoseologia idealista, E vola svolge u n discorso in realt funzionale allideale di potenza; in un certo senso la p ro sp ettiv a, risp etto allidealism o, si capovolge: l il problem a di p o rtare a esistenza laltro da s, qui il problem a di p o rtare a esisten za lio, diversam en te d estin a to a risolversi in un essere ag ito , in un am orfo n u lla . L A ssoluto deve allora necessariam ente d iv en tare non la m eta, m a il p ro d o tto delli o 2\ D a qui la necessit sto rica d elli dealism o m agico, quale sintesi di u n d ialettism o , in cui la tesi il ra zionalism o della filosofia rom an tica il quale, esaurendosi in un m ondo concettuale a s tra tto della realt e d ellin d iv id u alit, gener lan titesi del m aterialism o e del positivism o. P er la consum azione della tesi n el lan tite si la vu o ta idealit si and riem p ien d o di u n co n ten u to co n creto onde, al term in e della sinistra hegeliana (S tirn er, N ietzsche), d e tte n a scita alla afferm azione dellindividuo reale nel valore d ellin co n d izio n a to. [...] C om e la tesi razionalistica culm in in una idealizzazione del reale, cos dalla sintesi dellidealism o m agico viene p o stu lata una realiz zazione d ellideale (che poi la vera derealizzazione del reale), cio una po ten za d ellindividuo cos reale q u an to lo era lessere e la d e te rm in a zione della n atu ra stu d iata dal m om en to a n tite tic o della scienza . 24 Su queste prem esse si svolge la congiunzione vo lo n t-p o ten za-lib er t: luom o v eram ente libero colui che ha in s il proprio principio, essendosi lib erato , attrav erso la volont, di ogni fuori da s necessi ta to . C i si com pie ap p u n to attrav erso la v olont, che si resa in tal m odo p oten za, e che com e poten za si esprim e, in q u an to o rig in ata da s, nei co n fro n ti del m ondo esterno.

4. J. EVOLA, IL PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

221

Va da s che per porsi com e puro se stesso l'in d iv id u o deve lib e rar si da qualunque form a di legge m orale: m oralila c- libert sono in fa tti due dim ensioni della coscienza assolutam ente iiudim inuibili . C om e gi il superuom o, l individuo assoluto evoluii io e prilliti e oltre ogni leg ge m orale m orale del pari intesa com e "religione sein lu rizzata , o v vero com e sem plice fo rz a nascosta sotiu il velo ili ap p aien ti e fittizi ideali. E tu tta v ia E vola ha bisogno" della monile, al p unto di rich ia m arsi al suo significato tradizionale, d ie esprim eva il relazionai si del lu m an o col d iv in o . In E vola, p roprio col ven ir m eno di tale re lazione che la m orale cessa di esistere, di avere senso; perde il suo fo n d am en to invulnerabile e il suo ca ratte re sacrale per appoggiarsi a ca tegorie p articolari ed e ste rn e , dalle quali trae oggi fo n d am en to e co n te n u to . Q u esto processo, che E vola indica com e conversione della m orale in m oralism o , sarebbe gi p ienam en te p resen te in K an t, al lorch lim p erativ o categorico si scontra con il problem a teo retico del suo c o n te n u to , lasciando ap erto e insoluto lin terro g ativ o co n n esso 25. In e ffe tti la critica evoliana della m orale si incanala in un a duplice p ro sp ettiv a, p er cui si ha, per un verso, afferm azione della au tonom ia della m orale risp e tto alle categorie dellu m an o e necessit della sua riconduzione a un principio sup erio re che ne sia fo n d am en to ; per laltro, critica di quelle form e di autonom ia suscettibili d i in ficiarn e il c a ratte re assoluto e di trad u rsi in relativism o. Il che significa, per usare categorie proprie del pensiero evoliano, necessit d i so ttra rre la m orale a ogni possibile d iv e n ire p er ricondurla alla etern a fissit dellesse r e . Q u i, un principio superio re reste reb b e a suo fo n d am en to , co n servandole quel ca ratte re di assolutezza che solo consente di p o te r p a r lare di m orale. N o n a caso, p roprio la m ancanza di tale su p erio re riferim en to che E vola critica in N ietzsche e che sostiene, ren d ereb b e nulla la sua volont di p o te n z a 26. Si esprim e in q uesto senso la critica alla conce zione im m an en tistica dei valori che, priv an d o d i u na giu stificazio n e la volont di po ten za, ne dim in u ireb b e il significato: la negazione della trascendenza finirebbe in tal m odo per inficiare la figura del superuo mo. D i questi, peraltro , E vola critica uno degli asp etti fondam entali, lessere p ro g e tto di una um an it fu tu ra , den u n cian d o in ci la p re senza di u n a com p o n en te finalistica che si m an ifestereb b e com e la negazione dellessere e la conseguente afferm azione della possibilit del d iv e n ire . C om e luom o che deve essere , sostiene E vola, il su peruom o si costituisce com e il senso dellum anit, e com e il suo fin e"; per ci stesso, esso segna la cad u ta della tem poralit nel m ovim ento del d ivenire, spostando il senso della v ita fuo ri dalla v ita stessa, quale nel suo etern o im m ediato essere. La stessa teoria delletern o rito rn o viene accolta seguendo q uesta p ro sp ettiv a, secondo la valenza teo retica pr p ria della filosofia evoliana, quale v ed u ta che in fondo conduce gi . li

222

ANNA JELLAM O

In del m ondo del divenire avviando verso u na eternizzazione d ellesse Cos, lim m obilism o d elluniverso evoliano nega ogni possibile spazio al p ro g ettare um ano perch tu tto gi posto, gi in s com piu to. Q uel che E vola non pu accogliere la possibilit, sia p ure rem o ta e virtuale, di risc a tto dellum an it insita, secondo u na ce rta le ttu ra, nellidea del superuom o; risca tto che gi negazione di un a co n d i zione in trin se ca , e quindi ap e rtu ra verso un possibile fu tu ro . L in d i viduo evoliano invece colui che guarda al passato, colui p er il quale il fu tu ro ancora un rien tra re nel passato. N o n a caso nel m ito d elle tern o rito rn o E vola coglie p roprio il rip ro p o rsi della m edesim a fo rm a dellessere: il m ito deiletern o rito rn o la disposizione di chi, in id e n tit con se stesso, con la radice ultim a del p roprio essere, afferm a se stesso a tal segno che non lo terro rizza, ma lo esalta, la p ro sp ettiv a che, per u n ricorso in d e fin ito di cicli cosm ici, egli gi fu e to rn er a essere com e innum erevoli v o lte . 28 D ietro il m ito nietzscheano, per, c un diverso se n tim e n to del tem po; e c anche un se n tim en to del dolore che in E vola del tu tto assente, e che d alletern o rito rn o nietzscheano un significato certo pi profondo di quello colto dal nostro. C i vale anche a proposiiii della morale, dove, se loperazione d i negativizzazione sim ile, assai diverso il suo significato; si pensi, ad esem pio, alla d en u n cia del ca rim ele "m enzognero della m orale cristiana, e ancor pi alla m orale dell perni": N ietzsche in fondo critica p ro p rio ci che E vola cerca, il f(indum ento "su p erio re . Il bene e il m ale appaiono convenzioni create dui pi lorte c .1 suo uso: la critica n on alla logica del pi fo rte , ma nlln Min p ie ie s n ili m ostrarsi com e qualcosa di pi, com e l espressione di un principio superiore qualunque nom e gli si voglia dare. L etto in questi! otticu l .volu sviluppa un discorso in qualche m odo an tite tic o risp etto il quello nietzscheano: deve giustificare la m orale, fondarla su un principio supcrum uno. l ci vale non solo per la m orale, m a anche per lo S tato , In Legge, il P otere, e persino leconom ia, e in genere per tu tte quelle dim ensioni suscettibili di trad u z io n e politica. E le stesse form e della razionalit non sono riconducibili a criteri u m a n i , m a a principi superiori. 1 quali per loro stessa n atu ra non necessitano di spie gazioni, m a solo di un a tto di fede.

re"

3. IL TEM PO E LA STORIA. MONDO TRADIZIONALE E MONDO MODERNO N ella stessa dim ensione su p eru m an a si colloca la concezione evoliana del tem po: non il tem po storico ma il tem po m itico, per il quale il d ato em p irico-quantitativo n on ha valore. U n tem po che n o n scorre lineare e irreversibile, m a si fra ttu ra in cicli conclusi e in s p erfetti, aventi ciascuno in ogni suo m om ento una pro p ria in d ividualit. N ella

4 J. EVOLA, IL PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

223

p ro sp ettiv a evoliana il ciclo rapp resen ta, per la circolarit del suo m ovi m ento, la chiave p er superare l elem ento della d u rala storica, per so t trarre il tem po alla m obilit del div en ire e ricondurlo alla etern a fissit dellessere. E una p ro sp ettiv a che chiaram ente risente dellinfluenza della concezione nietzscheana il tem po sferici) -, ma che a d iffe renza di q uesta propone l'im m agine del circolo come indicativa di un processo in s com piuto, che non si ripropone se non aH 'interno dei suoi singoli m om enti. I cicli, scrive Kvola, rap p resen tan o ciascuno uno sviluppo com pleto, form ando u n it chiuse e p erfette, identiche d u n q u e le une risp etto alle altre, e ripeten d o si non m utano e non si m o ltiplicano 29; da qui lidea tradizionale che d u ra te q u a n tita tiv a m ente diseguali potevano essere considerate com e uguali un a volta che ciascuna di esse contenesse e riproducesse tu tti i m om enti tipici d i un ciclo 0. P rim a conseguenza di questa com pletezza , organica e non q u an tita tiv a , il fran tu m arsi della d u ra ta storica, e qu in d i la non co n fo rm it e labilit della d u ra ta cronologica, che con sen te di rap p rese n ta re il tem po com e serie di e te rn it M; tale la concezione trad izio n ale del tem po im m agine m obile d elle te rn it 52 rip ete E vola , ove la m o b ilit , svincolata dal processo del divenire, si lega alla dim ensione d ellessere. A q u esta opposizione essere-divenire E vola fa co rrispondere quella tra civilt d ello spazio e civilt d e l te m p o : le prim e sono quelle a c a ra tte re tradizionale, le cui radici affondano app u n to nellatem porale; civilt dello spazio, perch lo spazio in fin ito e indeterm in ab ile, sem pre uguale. In q uesta sfera a ltra risp e tto a quella m oderna, il tem po non si m isura per q u a n tit m a si rap p resen ta per im m agini e sim boli; i num eri stessi valgono a indicare non delle q u a n tit m a dei ritm i o nde possono o rd in are d u ra te m aterialm ente diverse ma sim bolicam ente eq u iv alen ti ,5. Il sim bolo assolve in tal m odo la funzione o rd in atrice che altrove pro p ria del num ero, d iv e n ta u n d ato reale, p erd en d o il ca ratte re fan tastico che gli viene a ttrib u ito dalla m en talit m oderna. C os il tem po si esprim e attrav erso significati : il luogo degli eroi, dei m iti, degli dei tradizionali, un luogo magico, nel quale la d u ra ta scandita da riti: so tto vari rig u a rd i, scrive E vola, si pu convenire con chi ha d e tto che lantico calendario non segnava che lo rd in e di periodicit di u n sistem a di r iti. ,4 Secondo questa p ro sp ettiv a, il ra p p o rto tra m agia e rito strettissim o , com e pure quello tra sim bolo e realt: dalla loro concatenazione che nasce il tem po, nel suo significa to sovrastorico e m agico . N ellam bito di q uesta concezione anche lo spazio assum e u n significato particolare che no n indica sem plicem ente u n luogo geografico delim itato , m a anche il suo rap p o rto con la n atu ra, con gli elem enti fisici e m etafisici, con tu tto ci che nel m ondo tradi zionale ne d eterm in av a la sacralit: a ogni direzione dello spazio," scrive E vola, corrisposero anticam en te anche influenze d eterm in in e,

224

ANNA IKLLAMO

spesso d a te so tto form a di en ti, genii e simili: e questa conoscenza fon d non pu re asp etti im p o rta n ti della scienza augurale e la geom anzia [...] sem pre conform em ente alla legge delle analogie e alla possibilit che q uesta offre di prolungare lum ano e il visibile nel cosmico e nel linvisib ile. 5 5 Q u esta contrapposizione um ano, visibile-cosm ico, invisibile, p eral tro co rrisp o n d en te a quella divenire-essere, E vola la deriva dallo stu d io delle filosofie orientali e delle p ratich e esoteriche. E ssa si rifa a quella d o ttrin a delle due n a tu re che, operan d o un a scissione del reale dal sensibile, consente luso dei term ini secondo un significato inverso ri spetto a quello della cultura m oderna. E in fa tti il reale, nel senso in cui lo usa E vola, indica ci che, essendo pi vicino al cen tro d ellessere, per ci stesso pi lontano e inaccessibile allum ano. Secondo la d o ttrin a delle d u e n a tu re E vola sottolinea rip etu tam ente il ca ratte re di d o ttr in a , di conoscenza , rifiu tan d o quello di te o ria esiste un o rd in e fisico e u n o rd in e m etafisico, un a n atu ra m ortale e u n a im m ortale, una ragione su p erio re dellessere e un a inIcrio re del divenire; ci era n o to alluom o trad izio n ale , il quale sa peva della realt di un o rd in e dellessere m olto pi vasto d i quello a m i ogni corrisponde di m assim a la parola reale 56. R eale p e rta n to u d ii e ci che m an ifestam ente appare, ma ci che si cela, e, p u r non idem il ii undosi necessariam ente con il sop ran n atu rale, tu tta v ia afferisi e ii unii dim ensione pi vasta dello sp irito , a una form a d ellesperien/.i raggiungibile attrav erso la sce si . D i co n tro , irreale ci che m a nifestam ente appare, ci che sem plice m aterialit analoghi co n cet ti dominimi) com e si d e tto lidealism o magico. Vera conoscenza allora la conoscenza del sovrasensibile, d i ci che, essendo identico a se stesso, al di l del tem po, costituisce letern a im m utabile formi dell'essere: il m ondo dello S pirito. Sullopp o sto v er sante il m ondo della M ateria, del divenire, quello che viene d efin ito il m ondo delle cose, dei dem oni, degli uom ini, delle passioni 58. A q uesta diversa idea del reale, e alle diverse fo rm e della cono scenza che vi si collegllilo, va rico n d o tto il co stan te riferim en to alla leg genda, alla sim bologia, al m ito, com e form e gnoseologiche afferen ti a dim ensioni reali. Il m ito in particolare ha una im portanza fondam entale nella filosofia della storia evoliana, assunto nella accezione gi pro p ria di B achofen ma in una qualche m isura anche di N ietzsche, e ancor prim a d i V ico , il term ine indica non una costruzione fan tastica, ma una v erit p rofonda, superum ana e superstorica, una espressione del reale d unque, nel suo senso pi pro p rio e antico. Seguendo ancora B a chofen, E vola considera il m ito, e le dim ensioni a esso correlate, com e lasp etto pi au ten tico delle civilt, il pi valido stru m en to di co n o scenza della loro essenza e della loro sto ria stessa; il m ito anzi lin te grazione di senso della storia: m en tre dal p u n to di v ista della scienza si d valore al m ito per quel che esso pu fo rn ire di storia, dal n o stro

4. J. EVOLA, IL PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

225

si d invece valore alla storia per quel che essa pu to rn ire d i m ito, e p er quei m iti che si insinuano nelle sue tra m e Nella 1ilosofia evoliana il m ito su p e ra la storia, p roprio perch si iuj>|>.> i t;i a una diversa form a della razionalit, che n on si m anifesta come m irra/ione d i fa tti m a com e rap p resentazione di u n id e a , sim bolo ili unii "situ azio n e che n on ha p ro p riam en te un inizio n una line II m ito v i i oltre la storia perch si situa in u no spazio atem porale e s o v n i s t o r i c o , e d perci stru m e n to p er superare il divenire: nel m ito in fatti il tem po non ha storia n d u rata , div en ta espressione di stru ttu re sucre, m etafisiche, im m ortali. In q uesto diverso se n tim e n to della tem poralit, e nel d i verso significato delle categorie storiche e m etastoriche, il senso della critica evoliana alle m oderne form e della razionalit, e alla m oderna concezione della storia. E vola un irrazio n alista in senso im proprio, vale a d ire nella m i sura in cui p ro sp etta una diversa dim ensione della razionalit, u na ra zionalit a ltra , che raccoglie quelle espressioni del profo n d o negate dal razionalism o di tipo positivistico; pi che altro, la filosofia evoliana quella dello spirituale e del sovrarazionale, che non quella d ellirrazio n a le 40. In term in i di critica della ragione il suo irrazionalism o p iu t to sto la critica della ragione m oderna quale non-ragione, in funzione dellafferm azione di una razionalit che si rap p o rta a un senso diverso della re a lt e della rag io n e . La critica al razionalism o scientifico si inserisce in q uesta pro sp ettiv a, com e critica alla p rete sa di spiegare in term in i di rag io n e ci che n on indagabile dalla ragione m oderna, dalle m oderne form e della conoscenza. A ncora nella p ro sp ettiv a di una diversa form a della conoscenza, e di un diverso rap p o rto tra il reale e le form e della razionalit, si svolge la critica allo storicism o. In ta n to , lo storicism o viene ricollegato al pas saggio da civilt d e llessere a civilt d e l divenire, vale a d ire al passaggio da una dim ensione esistenziale ad e ren te a principi superiori a una d i m ensione legata alla contingenza; gi per questo lo storicism o, quale stru m e n to p roprio della concezione m oderna dellesistenza, racchiude tu tte le deform azioni delle m oderne form e dellindagine conoscitiva, e p rincipalm ente quella che, negando lesistenza di u n principio trasc en d en te, giustifica la prassi attrav erso se stessa. Passiva filosofia del fa t to co m p iu to , secondo la d efinizione di T ilgher, lo storicism o rap p re senta per E vola una ideologia priva di co n ten u ti p ro p ri, asservibile p e rta n to a qualunque idea politica, u n criterio di v alo re che d eterm i na ci che sto ric o e ci che an tisto ric o sulla base del suo e ffe t tivo ac c a d e re 41. M uovendosi allin te rn o di u n diverso senso del reale, E vola definisce lo storicism o una ideologia irrealistica o grossolana m ente realistica , sottolineando ancora una volta la valenza negativa del d ato em p irico -fa ttu a le42. A m onte della polem ica co n tro lo storici smo c in fa tti la critica nei co n fro n ti dellidea stessa di storia, e ili tem po, della cu ltu ra m oderna. D al p u n to di vista evoliano, se c o n s i i l e

226

ANNA JELLAM O

rata nel suo significato e nel suo senso moderno, la storia un m omento negativo in quanto appartiene al regno della fattualit, della mera empiria, nel quale la razionalit in senso proprio cio nel senso m utuato dalla concezione tradizionale non ha spazio alcuno; cos considerata, la storia cade in una dimensione dove tu tto comun que distorto; perso il contatto col divino, una razionalit materiale e umana viene accolta come criterio, e lequazione col reale diventa stru m ento erm eneutico ideologico per giustificare il fatto com piuto . Una volta ricondotto nellalveo della concezione tradizionale dellesi stenza, lintero problema della storia assume contorni del tu tto di versi, e una diversa forma di razionalit, un diverso concetto di reale consentono di superare il tempo storico e di sfuggire a leggi evolu zionistiche . Q uel che la cultura moderna chiama storia secondo Evola non altro che la manifestazione della involuzione spirituale del lum anit, delle tappe del suo distacco da un principio superiore ; la storia non ha dunque un senso profondo, bens si pone come mera successione di fa tti disarticolati e privi di significato. M uovendosi nella stessa prospettiva di Spengler, Evola propone una immagine regressiva della storia, che per, a differenza di quella spengleriana, contiene il riferim ento a un principio trascendente, che ne costituisce la ragione stessa. appunto da questo principio, o me glio dalla sua mancanza, che origina lidea della storia come decadenza, come progressivo inverarsi di un principio materiale e umano in luogo di quello spirituale e divino. Secondo questa linea interpretativa, comune anche a G unon, lu m anit avrebbe conosciuto un processo di lenta e costante involuzione, a partire dalla primordiale et delloro, attraverso let dellargento, del bronzo e del ferro; poi con la fine dellet del ferro, sarebbe precipitata verso quelle forme di dissoluzione totale delle quali espressione il M ondo M oderno. Evola considera questi quattro cicli o et in relazio ne al loro rapportarsi a un principio superiore: il metro del regresso dato dalla misura del distacco rispetto al principio superiore o divi no . La mancanza di tale principio il tratto specifico che segna le societ di tipo moderno , differenziandole in modo netto e definitivo da quelle di tipo tradizionale. Secondo la mutuazione da G unon la Tradizione rappresenta la struttura fondam entale di una societ di tipo organico. Una civilt o societ tradizionale quando retta da principi trascendenti ci che soltanto umano e individuale, quando ogni suo dominio ordinato dal lalto e verso lalto . 43 Tradizione un concetto che unifica esperienze tem poralm ente diverse; come G unon, Evola usa il termine sempre al singolare proprio per sottolineare il carattere di univocit di civilt storicam ente e geograficamente diverse: nella concezione evoliana del tempo possibile parlare di esperienza tradizionale come di qualcosa

4. J. EVOLA, IL PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

227

che supera la durata del tempo storico per collocarsi iti una dimensione ideale. Il M ondo Tradizionale infatti, nella sua completezza organica e sovratemporale, il mondo dellEssere, dello Spirilo, dellO ggettivit, dellO rdine; al contrario il M ondo M oderno il mollilo del Divenire ci che essendo soggetto a m utam ento, non e ruppoti ulule a un prin cipio superiore e oggettivo , della Mutcriu, del C,os In virt delle lem ento della trascendenza il Mollilo Trudizionule non conosce, per il principio di identit universale che lo determ ina e lei sorregge, i|iiellu contrapposizione tra essere e dover essere sulla quale si costruisce il Mondo M oderno: qui il dover essere, non essendo rapportabile a un principio o fondam ento superiore , incombe sulluomo come mera co strizione, come dimensione sostanzialmente estranea perch priva di una superiore giustificazione. A un principio o ordine trascendente invece im prontata lintera organizzazione giuridico-politica del M ondo Tradizionale, e le sue strutture sociali: lo Stato, la Legge, le strutture castali hanno significato e finalit- trascendenti. Conform em ente alla trascendenza del suo stesso fondam ento, lo Stato considerato il tra m ite tra lum ano e il divino, la sua guida incarna sia il potere tem po rale sia il potere spirituale. Tale guida, il pontifex appunto facitore di pon ti o Re D ivino , inform ato alla medesima sostanza divi na, che estrinseca attraverso lesercizio del Rito il rito un momen to fondam entale della Societ Tradizionale, proprio in quanto rappre senta il com pim ento dellunione tra lumano e il divino ; ed un principio divino che legittim a il pontifex, conferendogli il potere e lautorit necessari al comando. In tal modo la legittimazione superio re giustifica un potere che deve essere assoluto, perch non pu darsi la relativit nella trascendenza, e che altrim enti non troverebbe fondam ento che nellarbitrio. Q uesta forma di legittimazione il fon dam entale criterio di differenziazione dal quale tu tti gli altri proce dono, e al quale si riconducono dello Stato Tradizionale rispetto a quello M oderno: da questa prospettiva, lo Stato M oderno, traendo la propria legittim azione dal basso , viene considerato come espressione di regressione spirituale e politica, come autentica perversione ideolo gica 44. Evola sostiene infatti che il popolo portatore di una sostanza dem onica che ne costituisce il fondam ento stesso; tale sostanza de monica (nel senso antico, non cristiano del term ine, precisa) abbiso gna sempre di una catarsi, di una liberazione prima che possa valere come forza e m ateria dynamis di un sistema politico tradizionale, epper perm ettere che al di l di un substrato naturalistico prenda sem pre pi rilievo un ordine differenziato e gerarchico di dignit 45. Se condo la concezione tradizionale lo Stato sta invece al popolo come il principio olimpico sta a quello ctonio e infero, come idea e forma nous stanno a m ateria e spirito hyle epper nel rapporto stesso di un principio luminoso maschile, differenziato e fecondatore, di Iron te a una sostanza femminile labile, promiscua e notturna 4 '. I .i I .egge

228

ANNA JELLAM O

partecipa dello stesso principio trascendente dello Stato, possedendo lo stesso carattere divino, e perci reale nel senso indicato , per cui Evola parla di un realismo trascendente 47 come presupposto della nozione tradizionale di legge. Poich trae la propria legittimazione da un ordine superiore, del quale riflette la sostanza, la legge tradizionale si m anifesta come il riflesso di un ordine oggettivo, la trasposizione in term ini umani di principi universali. Cos Evola scrive che nella dim en sione tradizionale il significato m oderno della legge, come strum ento di convivenza, non ha alcun senso: Lutilit della legge in senso mo derno, cio come utilit m ateriale collettiva, non fu mai il vero criterio: non che questo aspetto non fosse considerato, ma esso era pensato co me accessorio o consequenziale in ogni legge, una volta che essa fosse veram ente tale [...] per essere utile in tal senso, si richiedeva che la legge si presentasse altrim enti che come mera e mutevole creazione del la volont degli uom ini . 48 Ancora il medesimo principio divino giustifica lorganizzazione sociale: le caste. Il sistema gerarchico-castale considerato infatti il ri flesso dello stesso ordine cosmico, quale si sviluppa per gradi successivi daWinferiore al superiore. La gerarchia tradizionale infatti costruita se condo una struttura piramidale che ha al vertice il Re Divino, espres sione di ci che nelluomo va al di l delluom o , poi le aristocrazie guerriere, quindi la borghesia (gli esperti del traffico e dello scam bio), e infine la massa. La divisione castale presenta secondo Evola un fondam ento spiri tuale, che esprime la corrispondenza per gradi progressivi alla vittoria del cosmos sul caos", e il grado di elevazione spirituale al quale cor risponde la situazione castale proporzionale al grado di dominio delle forze materiali in funzione del principio universale ordinatore. Prima che gruppi sociali le caste sono infatti momento di definizione delle funzioni e dei modi di essere e di agire degli individui: le due caste superiori esprimono le due massime estrinsecazioni dello Spirito, la Co noscenza Pura (Contemplazione) e lAzione Pura (Azione Eroica), che sono le attivit libere per eccellenza. L idea della Azione Eroica corri sponde alla concezione della guerra come fenomeno spirituale Xeroi co indica in questa prospettiva la reintegrazione ottenuta per mezzo dellazione 49, ossia la guerra come mezzo per la realizzazione spiri tuale, e la vittoria come momento di legittimazione del potere legit timazione superiore perch rispondente al giudizio divino. La Conoscenza Pura esprime lo stesso significato trascendente del M ondo della Tradizione quale mondo dellEssere; la conoscenza del non visibile, del superumano, che si raggiunge attraverso la m editazio ne e lascesi. conoscenza del divino, di ci che costituisce il senso dellE terno e Imm ortale principio. Connessa la nozione di aristocra zia che, secondo la concezione evoliana, quella dello spirito, e il vero aristocrate colui il quale spiritualm ente superiore ; ma questa su

4. J. EVOLA, IL PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

229

periorit dello spirito risulta indissolubilmente legni 1 n un fatto geneti co. Ci emerge dalle stesse parole di Evola, l]iuiiuI<>. riferendosi alla tradizione ellenica e romana afferma che unii 1rudi/ione sacra, non semplicemente una tradizione di sangue e unii selezione razziale fece tale lantico aristocrate [...] il principio vero delln dillerenza era dato dal fatto che gli avi del plebeo e del servo non r u m o ".ivi divini come quelli dei ceppi patrizi. Col sangue 1 1 essi non si trasmetteva nessuna qualit di carattere trascendente e nessuna "lormn" nllidiilii 1 unii Iradizione rigorosa e segreta reggeva la loro vita I.'importanza del san gue come tram ite attraverso il quale il carattere divino dei patres si tra sm ette ai discendenti spiega lidea evoliana della superiorit dello spiri to aristocratico: laristocrate tale non semplicemente per nascita ma perch attraverso la nascita egli riceve quel patrimonio spirituale che si afferm ato nelle generazioni precedenti attraverso la lunga a tti tudine alla disciplina interiore, al dominio delle passioni, al comando. Quella evocata da Evola non semplicemente una aristocrazia in qual che modo rapportabile alla sua espressione m oderna51, piuttosto quel la propria del M ondo Tradizionale, nel quale il principio endogamico impediva unioni spurie proprio per evitare il disperdersi dei caratteri sacri della tradizione familiare. Di fatto per, Evola non riesce a su perare seriam ente lo scoglio genetico; anzi, proprio il fatto di ricon durre i concetti di superiorit e inferiorit a una base naturale, in senso biologico, rafforza la com ponente genetica. Infatti, proprio su questa base che la differenza tra aristocrate e plebeo diventa un da to assoluto e irreversibile; il principio di divisione castale tale da ren dere il passaggio dalluna allaltra casta addirittura illogico, perch ci che per natura inferiore non pu diventare superiore, e viceversa, a meno di non perdere com pletam ente la propria id e n tit 52. L apparte nenza alluna o allaltra casta non casuale. Secondo la dottrina tradi zionale la dottrina del Karma o Dharma lo spirito preesiste alla persona fisica e ne determ ina la nascita terrestre, cos che si ha un de term inato spirito perch si nati in una determ inata casta, ma in pari tempo si nati in quella casta perch trascendentalm ente si ha gi quel determ inato sp irito 53. A ttraverso lo stesso procedimento Evola spiega i concetti di superiorit e inferiorit razziale; in term ini moderni, la dottrina del Karma spiegherebbe come lappartenenza a una determ inata razza non sia un fatto casuale, bens una situazione determ inata dallo status spirituale di ciascuno (il nucleo della persona lit), il quale preesiste allindividuo fisico determ inandone la nascita terrestre : lio um ano, sostiene Evola, come io avente una data natura propria, sarebbe leffetto, la produzione, il modo di apparire sotto certe condizioni di esistenza di un ente spirituale che gli preesiste e che lo trascende. 54 La nascita terrestre, storico-biologica, non smeli be dunque altro che il riflesso di una eredit trascendentale unii superiorit o inferiorit spirituale , cos che lo status mondano" di

230

ANNA JELLAM O

ciascuno tale nello spirito prima che nella sua estrinsecazione storica. Secondo Evola, la dottrina del Karma supererebbe il problema del razzismo volgare o biologico, giustificandolo nei termini di un supe riore principio spirituale55. Sulla base della reciproca implicanza del dato spirituale e di quello biologico-sociale Evola giunge a sostenere lassoluta estraneit del con cetto di giustizia alla divisione castale, come pure alla discriminazione razziale: non si tratterebbe infatti di situazioni volute o imposte da una volont umana, bens di situazioni conformi alla natura delle cose, quale procedente verso lalto . Q ui la ragione della necessaria aristo crazia dei capi. Per il non aristocrate accettare questo principio signifi ca autom aticam ente accettarsi come inferiore; ma, paradossalmente, proprio questa sua accettazione, che poi fedelt a un principio dato per divino , contiene la chiave del riscatto, perch solo in tal modo egli acquista una funzione e un ruolo. Per questa via, egli si inserisce con un proprio compito nellarmonia del tu tto , e da ci la sua fun zione, il suo lavoro, la sua stessa esistenza ricevono una dignit altri menti preclusa: il plebeo serve nella consapevolezza dellim portanza di questo suo servire. Cos, lincondizionata obbedienza diventa nel di scorso evoliano dignit del proprio essere, mentre il moderno uomo libero non che il paria glorificato . Ma libero non neppure l aristocrate: egli deve rimanere al suo posto, nella sua collocazione sociale, nellambito della sua cerchia di ap partenenza. Per questa ragione, sarebbe inesatto vedere nella teoria evoliana il disprezzo verso il plebeo in quanto tale; il disprezzo in realt diretto verso qualunque manifestazione di fuoriuscita da un ordi ne prestabilito, che riguardi il plebeo o laristocrate. Q uesta difesa del principio gerarchico talm ente radicata che il di sperdersi della tradizione, e il conseguente avvento del M ondo M oder no viene ricondotto proprio allazione di un principio sovvertitore del lordine castale: il progressivo disgregarsi del principio gerarchico sa rebbe infatti il principale responsabile del trasferim ento del potere dal le classi superiori a quelle inferiori. Tale processo di frantum azione del principio gerarchico sarebbe a sua volta dovuto alla perdita del divi no come referente esistenziale assoluto, quindi al declino della supre mazia dello spirito sulle altre com ponenti, soma e psiche. Da qui il di sperdersi del principio spirituale quale principio regolatore e il conse guente affermarsi di principi-guida sempre pi vicini alla m aterialit . L aspetto politico di questo processo si manifesterebbe con il passaggio da Stati di tipo aristocratico-sacrale a Stati monarchico-guerrieri, gi in gran parte colpiti dalla secolarizzazione, a Stati retti dal principio capitalistico, e infine a Stati ispirati a principi socialisti e collettivisti. Parallelamente, a una fase di predom inio della casta sacerdotale sareb be subentrato il predom inio della casta guerriera, della casta borghese, e della casta dei servi, m entre si compiva il progressivo distacco del

4. J. EVOLA, IL PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

231

potere spirituale da quello temporale, originaria menu- unificati, come si detto, nella figura del pontifex. A llinterno di questo processo involutivo Evola individua per due m om enti storici durante i quali le strutture del mondo Intdizionale ven gono nuovam ente affermate, lim pero Romano e il Medioevo ghi bellino. L Im pero Romano rappresenta pei Kvola il (limilo della virilit guerriera e delletica pagana; delle antiche strutture tradizionali l'im p e ro fa proprio principalm ente il fondam ento divino dellautorit e de! potere, che rende imperium il comando del Capo. La nozione romana di imperium designava infatti la potenza pura del comando, la forza quasi m istica e Vauctoritas inerente a chi ha funzione e qualit di C a p o 56. Come nelle organizzazioni tradizionali lim pero era strutturato dallalto , secondo rigidi criteri di gerarchia e differenziazione; la di sciplina, il coraggio, la disposizione al sacrificio, le virt guerriere tornano a essere valori fondamentali. Si gi rilevato in un capitolo precedente che il concetto di rom a nit non assolutamente assimilabile a quello di latinit, usato sempre con valenza negativa. L atinit per Evola sinonimo di debolezza, passionalit, decadenza; la latinit il preludio della italianit, e si ri congiunge idealm ente a quella anima m editerranea portatrice di tu t te le caratteristiche negative del m oderno uomo europeo. L elemento latino rappresenta anzi lantitradizione, giacch in esso non sopravvive nulla dei veri valori tradizionali; cos come il mito classico, anche quello latino rappresenta la fine della civilt di tipo eroico-sacrale dei romani e dei greci: con la prima rom anit e con Sparta che ci si trova dinanzi a un mondo eroico avente in proprio un ethos severo, la more per la disciplina e una tenuta virile e dominatrice dellanimo, mondo che assai poco si continu nella successiva et classica. 57 Il Cristianesim o segna il punto oltre il quale avviene la discesa 58. Forma esasperata di dionisismo , il Cristianesimo, osserva Evola, so stituisce allelem ento eroico quello fideistico, allelemento divino quello umano (lincarnazione del Cristo), al culto della forza virile lesaltazio ne dellum ilt e della debolezza , e soprattutto pone un ideale eguali tario antitetico e sovvertitore rispetto alla pura idea rom ana . La critica di Evola al Cristianesimo si svolge lungo due linee fondamentali, contro il principio di parit ontologica, e contro la sostanza fideistica e dogmatica. Asserendo il principio di parit ontologica degli esseri um ani, il Cristianesim o compie secondo Evola un livellamento verso il basso , e attraverso lesaltazione della virt dellumilt im pe disce la tensione dello spirito verso il reale superamento della condi zione umana. Nel contempo, la mancanza di una tradizione esoterica impedisce allindividuo di portarsi fuori dal s finito non attraverso un atto di fede, ma attraverso lesercizio delle facolt mentali, la disciplina interiore, la m editazione59. L etto in questa ottica, il volgersi di Evola

232

ANNA JELLAM O

verso la meditazione buddista non certam ente casuale: essa conside rata infatti la sola forma di religione conforme alla dignit umana per ch non retta dalla dinamica della colpa-punizione, che schiaccia luo mo sotto il peso della minaccia impedendogli la piena appropriazione di s. La liberazione dal senso del peccato infatti condizione impre scindibile per realizzare la restituzione dellio a se stesso, e quindi per ch si attui quellidea di libert che solo si realizza attraverso lassolutizzazione di s. Alla accettazione passiva di una verit eteronom a, il buddismo contrappone la ricerca interiore della verit attraverso la m editazione, cos che il riscatto dalla condizione di fragilit umana non necessita di un intervento esterno, bens si svolge e si risolve allinterno dellio. Del resto il processo non dissimile da quello de scritto nel M ondo Tradizionale, quando il rito delliniziazione rappre sentava il momento della rinascita spirituale (il risveglio) che consen tiva il naturale rapporto con la dimensione trascendente. La divinit era allora un fatto di principio immanente allintero ordinam ento mondano. II Medioevo ghibellino rappresenta il secondo momento di inter ruzione del processo storico regressivo. Ritornano con esso gli elemen ti tipici del M ondo Tradizionale: la natura superpolitica e universale del Regnum e la sua origine super umana (presenti nellideale impe riale ghibellino); la natura superumana del potere dellim peratore quale rappresentante di un potere che trascende la comunit di cui egli ha la direzione60; lelemento della fedelt come vincolo spirituale assoluto (nel legame che unisce i feudatari al principe e le varie comunit feudali tra loro e allim peratore); la mistica della vittoria in armi (la forza infatti considerata una virt affidata alluomo da Dio per far trionfare la giustizia, la verit e il d iritto sulla terra 61); la presenza fondam enta le dellelem ento cavalleresco, immagine ideale dellantica aristocrazia guerriera, quale naturale complemento dellidea imperiale 62. E so p rattu tto , con il Medioevo ghibellino la sacralit, intesa come aderenza e rispondenza a un principio divino , permea di s e sostiene lintera costruzione dellim pero, cos da apparire indissolubilmente legata ad esso. Se un Im pero non sacro, scrive Evola a questo proposito, es so non nemmeno un Im pero, ma qualcosa come un cancro nellinsie me delle funzioni distinte di un organismo vivo. 6J L ideale imperiale rappresenta inoltre la tensione al superamento della divisione tra tem porale e spirituale , da operarsi m ediante una sintesi spirituale che consenta di unificare i due poteri corrispondenti; la riunificazione dei due poteri, separati dalla ideologia cristiana, significa il ripristino della tradizionale funzione pontificale dellim peratore. Inoltre, lorganizza zione della civilt ghibellina consente al potere di irradiarsi dal cen tro dallalto alla periferia e da qui nuovamente al centro; la rela tiva autonom ia delle parti garantita proprio dal loro far parte di un

4 J. EVOLA, IL PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

233

unicum , al vertice del quale lim peratore, la cui Iun/ione trascenden

te assicura allintero sistema stabilit e arm onia'4. La fine del M edioevo ghibellino s e g n a il d e l i n i t i v o tramonto della Tradizione, e il ribaltam ento di u n intera t a v o l a di val or i : il predom i nio d eli'umano sul divino, del caduco e m o r t a l e s u l l ' e t e r n o , della mate ria sullo spirito.

4.

il

g u e r r ie r o e l a p o l it ia

Sulla base delle argomentazioni sostenute nel paragrafo precedente, Evola propone una rivoluzione in senso proprio, intesa come costru zione, o meglio ricostruzione, di un tu tto completamente diverso dallesistente; ricostruzione di un gi esistito che si perso lungo il processo di modernizzazione. Ci si rende concretam ente possibile perch lopposizione tra le due dimensioni, Tradizionale e M oderna, si svolge allinterno di una tem poralit ideale, come opposizione non tra parti di uno stesso tem po, ma tra tem pi esperienze del tem po che non sono della stes sa specie. N on si tra tta di una contrapposizione storica, perch tu tto ci che individuabile storicam ente rientra gi nella categoria del mo derno ; la Tradizione, come si detto , vive un tempo qualitativam ente diverso, che quello della sovratem poralit storica. A causa di questa diversa tem poralit, per cui il m oderno vive nella dimensione del tempo storico, e il tradizionale in quella della sovratemporalit, i due mondi sono irriducibili e incomunicabili: cos come il mondo moderno non pu essere che storico, allo stesso modo il mondo tradizionale non pu essere che sovrastorico , situato in una sfera nella quale espressioni come passato, presente e futuro sono prive di significato. M ondo Tradizionale e M ondo M oderno rappresentano non le spressione di due epoche , bens si pongono come due tipi universa li, due categorie aprioriche di civilt. In questa prospettiva, la T ra dizione non pi semplicemente un fatto del passato, al contrario una dimensione idealm ente sempre possibile65. E d con questa possi bilit che il discorso filosofico diventa politico, snodandosi lungo due possibili direzioni, quella del guerriero luomo tra le rovine , e quella dellapolitia. Nel modello del guerriero, gi discusso in un capitolo precedente66, si ritrovano quasi tu tte le com ponenti del pensiero evoliano; in un cer to senso proprio la figura che congloba le esperienze intellettuali del lautore. Innanzitutto, si ritorna al m otivo centrale, lindividuo As soluto. Il guerriero pu essere considerato come lindividuo assoluto nel quale lo slancio della volont di distruzione e di potenza tem pri a to dallinquadram ento nelle maglie di un ordinam ento politico-niilitaie

234

ANNA JELLAM O

La volont di dominio esce qui dal puro se stesso per incanalarsi lungo le linee di un programma stabilito dallalto : nel ruolo assegnatogli il guerriero indirizza la sua volont di potenza verso l 'esterno al servizio di un ideale che non nasce dallio cio non prodotto im m ediata mente riconducibile allio ma per assolutamente recepito e in te riorizzato. Si perde con il guerriero il tratto ribellistico che domina lindividuo Assoluto, m entre si affermano le virt care a Evola: lobbe dienza, lamore per la disciplina, il coraggio, la disposizione al sacrifi cio, il senso dellonore, frutto di una formazione militare dello spirito ricalcata sul modello di quella propria del guerriero tradizionale. Con questi infatti le assonanze sono evidenti e totali, e non a caso Evola parla proprio di guerriero e non di soldato . Il guerriero, come lo concepisce Evola, incarna un modello di uomo e un tipo di ideale di vita, entram bi impostati sui valori tradizionali; lazione in senso propriam ente bellico considerata solo una situazione contingente eventuale, non il fine al quale indirizzata, e per il quale si rende doverosa, la formazione m ilitare dello spirito . Vale a dire, questa ha un suo valore intrinseco indipendente dalla sua concreta u ti lizzazione per scopi m ilitari67; piuttosto, serve a trasporre sul piano della vita civile le caratteristiche e i valori della vita m ilitare . Si ritrovano nella fisionomia del guerriero alcuni tra tti dell Arbeiter jngeriano, figura generale che ha dellascetico e, a un tem po, del guerriero 68. Comune il principio del totale distacco dalla civilt del benessere che Jnger esprime col concetto di mobilitazione totale , lestendersi al tempo di pace dei principi che dominano il tempo di guerra. la situazione che Jnger definisce realismo eroico , e che Evola indica come lattitudine che fa continuare ad agire anche quan do si prospetta la distruzione e si delinea la vanit dei propri sforzi 69. In questa sua disposizione eroica il guerriero rappresenta infatti, al di l del suo essere risposta alla decadenza, un modello di uomo nuovo , nel quale la spiritualit guerriera rinnova le form e della Tradizione. Come ideale, il guerriero si pone come lantitesi del m er cante, figura tipica della societ moderna, della quale simboleggia la alienabilit e caducit dei valori; l opposizione guerriero-mercante rap presenta in questo senso quella tra spiritualit e materialismo, tra esi stenza eroica e benessere borghese. Da qui lesaltazione della lotta, e della m orte eroica, come senso stesso dellesistenza, istante che rac chiude nella sua pienezza e assolutezza lintera esperienza dellesistere. E una prospettiva comune a diversi autori sorretti dalla medesima ispirazione; Jnger, Benn, Ham sun, Pound, Drieu La Rochelle, Cline per non dire di M arinetti e del gruppo futurista sviluppano tu tti un discorso di sublimazione della lotta come momento esistenziale prima ancora che politico70. In Evola, sorretta dalle connotazioni delli dea tradizionale, la guerra riproduce quegli stessi caratteri che sono propri della lotta esistenziale tra lio spirituale e lio materiale e umano ;

4 J. EVOLA. IL PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

235

qui trova la sua ragione limmagine della guemi citine momento di ascesi, dom inato quindi dallelemento interiore r in funzione di prin cipi e finalit trascendenti 71. Come in J n g et, il com battim ento di venta allora espressione del superam ento dell iliinrir.ioiic individuale, e la preparazione m ilitare la formazione militine" dello spirito costituisce un momento di liberazione" in trriorr A questo livello, il confine tra "guerra" e "pan- n o n pu che esse re assai labile, e quasi inesistente mentre diventa c o s t a n t e linterferen za dei valori connessi allidea guerriera con la pratica della vini civi le . Per chiarire questo punto occorre anticipare alcuni momenti della teoria dello Stato organico. Lelem ento portan te dello Stato evoliano un 'etica guerriera o militare, intesa secondo laccezione tradizionale, tale cio da com porta re una fusione tra lelem ento etico m ilitare e lelemento etico civi le . A ttraverso la connotazione etica lelemento militare perde il tratto grossolano e materialistico, non pi considerato elemento altro rispetto al vivere civile, alla sfera spirituale e culturale in gene re, e diventa esso stesso incarnazione ed espressione della spiritualit e della cultura, quindi del grado di civilt di un popolo. Valori milita ri e valori civili trovano in tal modo piena; coincidenza, e la vita civile viene vissuta con spirito m ilitare . In contrapposizione a una concezione della vita pacifista e um anitaria, Evola sostiene il superio re d iritto di una concezione guerriera della v ita 7J, e unetica guerriera come caratteristica dello Stato fo rte : La democrazia antim ilitari sta, aggiunge, espressione della societ 7", che coi suoi ideali fisici di pace e, al massimo, di guerra per la pace, si contrappone al principio politico, a quello della societ di uom ini, forza formatrice dello Stato, che sempre si appoggiata a un elem ento guerriero o militare avendo in proprio altri ideali non fisici ma di onore e superiorit . 75 II signifi cato e il senso della figura del guerriero va ricercato allinterno di questa generale prospettiva. Pertanto il guerriero non rapportabile n assimilabile ad alcuna figura di m oderno militare; lidea che ne ha Evola ancora legata allimmagine del guerriero tradizionale: leroe privo di passione, privo quindi anche dellodio verso il nemico, senti m ento considerato degradante per il vero soldato. Il nemico potreb be dunque essere assimilato a quello che Schm itt definisce Vhostis, il nemico in senso politico, quindi pubblico non c affatto bisogno di odiare privatim e personalm ente il nemico in senso politico ... 76 ; ma in Evola il nemico non un concetto altrettanto centrale che in Schm itt, anzi marginale rispetto al senso della politica, e funziona le invece rispetto allaffermazione del principio dellassoluta obbedien za. La mancanza di passionalit nei confronti del nemico non ri conducibile tanto al carattere estraneo ed esterno eWhostis, quan to piuttosto alla necessaria impersonalit" del guerriero, a sua volta < !< term inata dallassolutezza del principio dell 'imperium. Il sentim ento"

236

ANNA JELLAM O

verso il nemico com porterebbe secondo Evola la presenza di una giu stificazione emotiva alla lotta, qualcosa quindi che esce dal piano della semplice e incondizionata obbedienza 77; al vero soldato deve in real t bastare il solo fatto d ellimperium, la potenza pura del com ando , di un potere che non richiede giustificazioni perch trae la propria le gittim azione da un ordine superiore . Cercando di attualizzare i ca ratteri dellantica rom anit, Evola fa sovente riferimento sia al princi pio dellimperium , sia a quello della auctortas aetema auctoritas , a sostegno della necessit di una obbedienza assoluta, e indica le linee di fondo alle quali deve ispirarsi la nuova figura del guerriero, e lat teggiamento da tenere di fronte alle rovine . Parla di una attitudine generale e un certo livello di tensione, che in molti settori della vita contem poranea si rendono necessari, con leffetto di relativizzare la di stinzione tra vita di pace e vita di guerra [...] si tratta di tu tti quegli aspetti del vivere moderno che per poter venire padroneggiati, per non avere effetti distruttivi sul singolo, esigono una assunzione completa della propria posizione, un essere in atto tale che, come nel soldato, non si rifugga dal far del rischio e della disciplina una parte integrante del proprio modo di essere 78. Sono questi i presupposti perch possa realizzarsi una rivoluzione conservatrice che riporti alla luce i princi pi della tradizione, che proprio in quanto principi non sono mai real m ente inficiati dalle situazioni contingenti: Come da un seme, da essi possono sempre ripullulare forme nuove, omologhe rispetto alle anti che, per cui nel loro eventuale sostituirsi perfino rivoluzionaria m ente alle prime si m anterr una continuit in fra il m utare dei fattori storici e sociali, economici e culturali . 79 E questa rivoluzione, che Evola intende in senso hegeliano come negazione della negazio n e negazione della civilt m oderna quale gi negazione di quella tradizionale viene considerata con riferim ento allattacco contro qualcosa che ha un carattere negativo, a un complesso di m utam enti, violenti o meno, m iranti al ripristino dello stato norm ale... 80. Del mondo moderno, della societ di oggi, Evola non salva nulla, e anzi m ette in guardia contro la possibilit di infiltrazioni , sia pure incon sapevoli, degli attuali valori; la tensione dovrebbe servire, tra laltro, anche a evitare questa possibilit. Il discorso si fa esplicito: N on si pu certo esigere che un simile clima di tensione viga in perm anenza e sia presente in ognuno nello stesso grado; tuttavia nei tempi attuali in diversi casi non vi altra scelta, e proprio in base alla varia capacit dei singoli di adeguarsi a tale clima, di amare tale clima, possono determ inarsi in ogni dominio selezioni e gerarchie nuove, gerarchie reali, esistenziali, tale da trovare naturale riconoscimento in ogni essere sano . 81 Si tratta, come si vi sto in un capitolo precedente, di una precisa indicazione di carattere politico-operativo, inserita in un particolare clima e progetto politico82. Con Cavalcare la tigre il discorso di Evola muta sensibilmente. Il

4 .J . EVOLA, IL PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

237

guerriero non pi la figura centrale della proposi a politica, e si pro spetta una nuova soluzione alle rovine , una soluzione che, se pure meno esplicita nelle sue m anifestazioni esteriori, < incora una risposta politica: Yapolita. Apolita la distanza interiore irrevocabile ila questa societ e dai suoi valori, il non accettare di essere ledali ud essa per un qualche vincolo spirituale o m orale '; Yapolita la proposta ili un distacco in teriore assoluto rispetto al mondo moderno per salvare ci che ancora salvabile della dimensione individuale, la proposta per coloro clic non possono o non vogliono tagliare i ponti con la vita attuale e che perci si trovano davanti al problema dellatteggiam ento da prendere nellesi stenza gi in ordine a quanto si riferisce alle reazioni e alle relazioni umane pi elem entari 84. Secondo questa prospettiva lindividuo pu continuare la sua lotta per i valori tradizionali muovendosi su un piano interiore, cio senza integrarsi nel sistema dal punto di vista interno, e senza uscirne radi calmente dal punto di vista esterno, cio per quel che riguarda 1attivi t pura e semplice 85. L 'apolita cos intesa non crea secondo Evola al cuna pregiudiziale nel campo esteriore, e non ha per corollario necessa rio un astensionismo pratico. L uomo veram ente distaccato colui che vive con assoluto distacco interiore la realt circostante, non rico noscendosi in essa e non accettando i suoi principi e i suoi valori. Resta per il problema di cosa debba intendersi per campo esteriore, e a cosa debba indirizzarsi leventuale astensionismo pratico ; vale a dire, se lattivit esteriore riguardi le attivit non politiche e se lastensioni smo si riferisca allazione politica, o se invece il discorso sia linverso e la mancanza di pregiudiziale per quel che riguarda il campo esteriore e 1astensionismo pratico non debba allora intendersi come rivolto allazione propriam ente politica. Come si visto in precedenza, questa duplice possibilit di interpretazione trova infatti puntuale riscontro al linterno della destra : si cos vista nellidea di apolita quasi una proposta di abbandono della lotta politica, ma anche dallaltra parte, il fondam ento di una attivit politica propriam ente rivoluzionaria86. L et ta in questa seconda prospettiva, lapolita non sarebbe in contrasto con la teoria del guerriero, della quale anzi potrebbe costituire lo svi luppo e il perfezionam ento, proprio nella misura in cui sottolinea e raf forza il tratto del distacco interiore avvertendolo nel senso della im personalit attiv a , e il suo inevitabile corollario, lobbedienza che non chiede giustificazioni e rassicurazioni. In questo caso lirrevocabilit della distanza sarebbe tale da produrre ancora la figura delleroe, in senso jngeriano, o anche quella dellindividuo differenziato, lontano e isolato, partecipe di u n altra dimensione esistenziale. Lungo questa li nea, la mancanza di presupposti per la validit della lotta perde di si gnificato, secondo il principio del realismo eroico . Se si accetta questa interpretazione, il discorso di Evola divelli n

ANNA JELLAM O

semplicemente la denuncia della mancanza di tali presupposti neces sari alla lotta politica, e non anche la proposta di un diverso com por tam ento . D altra parte, resta la considerazione che, se cos fosse, non avreb be senso indirizzare allapolita coloro che non possono o non vogliono rom pere con la vita attuale, vale a dire, coloro ai quali la partecipa zione ad attivit pure e semplici potrebbe apparire inconciliabile con un rifiuto veram ente profondo e radicale del sistema nel quale si trova no a viv ere87. In questo caso la mancanza di pregiudiziale riguarde rebbe appunto le attivit e le relazioni umane esterne non politiche e il campo esteriore . Secondo questa prospettiva apolita significa possibilit di partecipare alla realt circostante, avendo per cura di m antenere un distacco interiore rispetto a essa, attenti a non farsi coin volgere dai suoi falsi valori . L impegno politico attivo passerebbe in secondo piano. Probabilm ente questa linterpretazione pi vicina al sentim ento evoliano, e in ogni caso il problema non di secondaria importanza, giacch strettam ente connesso al tipo di atteggiamento che il radicali smo di destra pu assumere nel concreto di fronte allattuale sistema. La ragione della apolita non per da ricercare comunque in un pro getto di resa, e ancor meno in una qualche forma di ripensam ento rispetto al fondam ento della teoria del guerriero: le idee evoliane ri mangono in tatte nel loro significato esistenziale e politico. Piuttosto, Vapolita rimane legata alla considerazione di una realt sociale e politi ca che non consente un attacco d ire tto e frontale non possiamo non riconoscere apertam ente linesistenza delle premesse necessarie a che, in una lotta del genere [ossia una lotta per una azione politica rettificatrice] oggi si possa giungere a un qualche risultato apprezzabi le "" , una realt di fronte alla quale, mancando dei veri capi quandanche ci fossero questi capi non avrebbero quasi presa alcuna sullattuale societ 89 lunica possibilit di azione quella che si svolge appunto attraverso l 'apolita. Il distacco , inteso come non par tecipazione interiore, diventa allora un dato costruttivo , un momen to di lotta, lespressione di una non-azione ideologicamente m otivata e politicam ente orientata, che ha in s il seme di una possibile vittoria. Il senso del cavalcare la tigre appunto in questa possibilit: E que sto un d etto estremo orientale esprim ente lidea che, se si riesce a ca valcare una tigre, non solo si impedisce che essa ci si avventi addosso, ma non scendendo, m antenendo la presa, pu darsi che alla fine di essa si abbia ragione. 9 * La tigre, appena il caso di notarlo, rappresenta il sistem a . Cos considerata, l 'apolita costituisce s un salto allinterno del pensiero evoliano, ma pi apparente che reale, pi di metodo che di contenuto. La differenza effettiva rispetto alla teoria del guerriero non rapportabile a un discorso di maggior o minore avversione al sistema,

4. J. EVOLA, IL PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

239

quanto invece al fatto che luna necessita per sua stessa natura di una situazione politica di segno negativo , ed quindi una proposta utiliz zabile politicam ente solo di fronte alle rovine , mentre la figura del guerriero si rende possibile comunque, quali tlie siano le condizioni politiche esterne. Nel Nuovo ordine infatti il "nuem ero ha unim portanza fondamentale.

5 . LA TEORIA DELLO STATO ORGANICO

L idea di un Nuovo O rdine si sviluppa in Evola con riferim ento alle linee fondam entali della Civilt Tradizionale; la forma di organiz zazione politica, lo Stato organico, im prontata a u n etica guerriera, intesa come supremazia del momento m ilitare su quello sociale e civile . Come nel M ondo Tradizionale, la caratteristica principale dello Stato organico la trascendenza del suo principio: Il fondam ento di ogni vero S tato , scrive Evola, la trascendenza del suo principio, cio del principio della sovranit, dellautorit e della legittim it . 91 In conform it a tale principio lo Stato espressione del sovramondo e via verso il sovram ondo 92, esso nasce dallalto e tende verso lal to ; considerato nel suo principio di formazione sovraordinata e dominatrice del contingente, empirico e particolare, esso partecipe del principio stesso dellUniversalit: si parla a questo proposito di poten ziale relazione intim a tra il principio di ogni Stato e quello della U ni versalit 95. Secondo la concezione gi propria del M ondo Tradiziona le, il fondam ento del potere in un ordine trascendente, e il carattere sacro della sovranit inerisce a esso non per il tram ite di una legittim a zione di tipo umano ovvero non per convenzione ma come d ato inerente a tale ordine trascendente. In virt della trascendenza del principio di legittim azione cade ogni possibile differenza tra for za e carism a cos che i concetti di forza, di autorit e di potere si identificano necessariamente: traendo dallalto la propria legittimazio ne il capo non pu che essere capo carismatico . Ci esclude che si possa parlare, allinterno delluniverso evoliano, di arbitrariet del po tere, e di relativit del medesimo, intanto perch un potere a legittim a zione trascendente non pu che essere assoluto, essendo improponibile una relativit nella trascendenza, e inoltre perch proprio la trascen denza della legittim azione e del fondam ento esclude la possibilit del larbitrio. Richiamandosi al principio romano della auctoritas aetema auctoritas Evola sostiene che un potere che sia anche autorit deve avere in proprio il carattere decretativo di qualcosa che costituisca IV strema istanza. U n potere e una autorit che non siano assoluti non sono n autorit n potere . 9 4

240

ANNA JELLAM O

Lo Stato evoliano lantitesi del moderno Stato di diritto, uno Stato assoluto in senso tradizionale, la cui assolutezza cio deriva dalla legittim azione trascendente. Per questa ragione soprattutto esso non pu essere assimilato allo Stato totalitario di tipo moderno. Il to ta litarismo si configura infatti secondo Evola come un sistema in cui lunit im posta dallesterno non in base alla forza intrinseca di una idea comune e di una autorit naturalm ente riconosciuta ma per mezzo di forze d irette di intervento e di controllo esercitate da un potere pu ram ente, m aterialisticamente politico, affermantesi come lestrema ra gione del sistem a 95. Lo Stato totalitario manifesta inoltre una in trin seca tendenza livellatrice che di per s esclude la possibilit di rap porti autenticam ente gerarchici, come pure manifesta una eccessiva centralizzazione e burocratizzazione del potere, con una invadenza in solente del pubblico nel privato. Privo di un riferim ento a un supe riore principio, lo Stato totalitario vive attraverso la forza e non attra verso lidea , lobbedienza non esprime linteriorizzazione del princi pio, bens semplice conform ismo , ladeguamento alla volont di un potere che, privo di carisma, non autorit ma semplice forza 96. Un principio m ateriale e um ano dunque alla base del totalitari smo, di contro al principio spirituale e divino dello Stato organico. Uno Stato organico quando ha un centro, e quando questo centro u n idea che inform a di s in modo efficace i vari domini; organico quando esso ignora la scissione e autonomizzazione del particolare e, in virt di un sistema di partecipazioni gerarchiche, ogni parte nella sua relativa autonom ia ha una funzionalit e u n intrinseca connessione col tu tto 97. La somma delle parti meno del tu tto , e questo qualcosa di intero e di spiritualm ente unitario che si articola e si dispie ga, non una somma di elementi e un aggregato con un disordinato in terferire di interessi 98. In questo Stato il potere base di ogni diritto senza essere esso stesso soggetto a un altro d iritto 99; si prospetta in tal modo un rove sciamento del fondam ento concettuale dello Stato di diritto definito la condizione propria di un organismo politico spento 1 0 0 , conside rato espressione tipica della civilt moderna, e ovviamente costruzione teorica antitetica rispetto a quella evoliana. La critica allo Stato di d iritto va inquadrata nellambito delloppo sizione generale al M ondo M oderno, e altres nellambito dellopposi zione specifica allideologia liberale. Indicato da Evola come lorigine delle disfunzioni moderne costituzionalismo, democrazia parla m entare, socialismo e comunismo non sono che gradi di uno stesso ma le, sviluppi ulteriori di u n idea sbagliata, quella appunto liberale il liberalismo costituisce il primo e principale bersaglio ideologico di Evola. Intan to perch lidea di libert che alla base dellideologia li berale, libert verso lesterno, libert di fare e quindi anche di non fa re, del tu tto opposta a quella evoliana della libert in senso funziona

4. J. EVOLA, IL PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

241

le, come libert per fare, e indirizzata non verso l'esterno bens verso il proprio io; ancora, per lassenza di un principio supcriore, per il carat tere estrinseco dello Stato rispetto ai soggetti, pei il concetto di ordine quindi di legge inteso come limite e regolamentazione della liber t, invece che come form a della medesima, pei In "supremazia del lelemento quantitativo in luogo di quello qunlitntivo. Ma soprattutto perch il liberalismo pone al centro della sua visione l'uomo come indi viduo, indipendentem ente dalle "qualit", e ci costituisce una fondam entale antitesi rispetto alla concezione cvoliana dell'uomo come perso na. proprio da questa idea delluomo come individuo che scaturisco no secondo Evola tu tte le caratteristiche negative delle moderne ideologie, e principalm ente quella che negando lesistenza di unprincipio superiore riconduce lordinam ento giuridico e politico alla volont umana. La concezione organica dello Stato presuppone invece un ordine trascendente che si costituisca come momento di legittimazione delle strutture politiche e giuridiche101; Evola parla di una legge generale che guida e sorregge senza costringere 102. Ci che egli intende per legge non in alcun modo rapportabile a una forma di conventio ; come gi la legge tradizionale, essa non frutto di un patto " , n riconducibile a una volont comunque umana: invece la diretta espressione di un principio o ordine superiore, del quale riflette la so stanza. In quanto tale, essa si identifica con il vero, con ci che nellordine naturale delle cose, una legge che si impone non con la for za ma in forza della sua superiore autorit. Viene a mancare, in virt di tale identificazione, il dualismo di essere e dover essere, giacch lu no si risolve inevitabilm ente nellaltro. Inoltre, la legge perde, a rigore, lo stesso carattere coercitivo, inserendosi nellordinam ento mondano con intrinseca naturalit . Per le stesse ragioni viene anche a cadere ogni possibile antitesi tra obbedienza e libert: la libert si estrinseca nella interiorizzazione del comando, e quindi nellobbedienza. In realt la legge evoliana, che riprende tra laltro alcuni motivi propri del rom anticism o politico lidea della consapevolezza natu rale della legge, che in Evola si sviluppa per non tanto in direzione della consapevolezza quanto piuttosto in quella della naturale acquisi zione di un principio superiore , e reca evidenti tracce dellinfluen za idealista, assai vicina a qualunque idea di norma religiosa; con que sta condivide, non solo il fondam ento superiore e il carattere sa cro , ma anche lassolutezza di significato e di direzione. Della norma religiosa ha anche il necessario carattere della interiorizzazione del co mando e della com plem entarit della sanzione, come pure il fatto di collocarsi in una prospettiva nella quale ogni possibilit di giudizio di valore diventerebbe una contraddizione in termini. Si comprende allo ra la considerazione della libert come momento funzionale rispetto ullu legge, non libert di fare ma libert per fare, secondo lidea uietzsi lira

242

ANNA 11(1,1 AMI >

na; libert p er fare qualcosa di intrinseco alla funzione specilli n ili ni scuno, e nel quadro politico-sociale stabilito. Del resto la libri In inni ni m anifesta in Evola come liberti verso lesterno, libert di "sceltn", uni verso linterno, rispetto a se stessi: come gi si detto a proposito del lindividuo Assoluto, la libert intesa come vittoria sulle componenti naturalistiche e istintuali dellindividuo fisico . Pertanto, il concetto di libert contiene una valenza fortem ente qualitativa , afferendo unicn m ente alla persona, vale a dire allindividuo differenziato mediante le qualit 103. Il principio che per natura gli uomini sono tu tti liberi, scrive a questo proposito, e possiedono tu tti eguali diritti, un vero assurdo, per il semplice fatto che per n atura gli uomini non sono uguali e che, quando si passa a un ordine non semplicemente naturalistico, lessere persona non una qualit uniform em ente distribuita, non una d i gnit uguale in tu tti e derivante autom aticam ente dalla mera apparte nenza del singolo alla specie biologica uom o. 1 0 4 Libert come diffe renza dunque, e in ultim a analisi come ineguaglianza: questa secondo Evola la sola libert secondo giustizia e secondo il diritto 105. T utto luniverso concettuale evoliano dom inato dal principio della inegua glianza: giacch gli uomini sono per natura diseguali essi non solo non possono essere uguali, ma non debbono nemmeno esserlo, che la dise guaglianza vera di fatto solo perch vera di diritto, che essa reale solo perch necessaria 106. Viene meno, di conseguenza, il principio della im parzialit del diritto, al punto che il 5uum cuiquc tribuerc" rivisitato in chiave del tu tto particolare: per essere conforme a giu stizia il d iritto deve trattare gli individui in maniera disegnale perch essi sono strutturalmente ontologicamente diseguali. la negazio ne del principio di parit ontologica applicato alla sfera giuridica. Di conseguenza, la legge non vale per tutti; innanzi tu tto non vale per il sovrano, il quale per essere veram ente tale, ossia informato al carat tere trascendente della sua legittimazione, deve essere legibus solutus; n vale allo stesso modo e nella stessa misura per i consociati . Qui la critica al razionalismo giuridico si accompagna a quella al giusnatura lismo: non vi nulla che possa fondare lidea di un universale diritto, di un d iritto che, come vorrebbe il giusnaturalismo, sia valido senza differenza per ognuno 107. Il medesimo principio di ineguaglianza rimane a sostegno dello Sta to, ove si m anifesta nella necessit delle strutture gerarchiche. Al pa ri della Legge, lo Stato per sua stessa natura non pu avere funzione sociale ; in quanto dominio del principio politico esso si contrappo ne anzi a qualunque forma di principio sociale : mentre il principio politico si caratterizza per lidea di un ordine differenziato e gerarchi co, spirituale e guerriero, il principio sociale esprime tu tti quegli ele m enti negativi che sono propri della societ e del popolo, la mancanza di differenziazione, la prom iscuit , la debolezza108. La principale

Il I V <>I.A , li.

PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

243

funzione dello Stato pertanto quella anagogica, consistente nel susciUrc e alimentare la disposizione del singolo ad agire e pensare, a vive re, lottare ed eventualm ente sacrificarsi in funzione di qualcosa che va ni ili l della sua semplice individualit ,m. Come si visto nel primo capitolo di questo volume, alle coppie di imi itesi Stato-societ e politico-sociale corrisponde quella tra Stato e Nazione. Lo Stato rappresenta la virilit guerriera e il principio sola ti-", la Nazione invece espressione di una dimensione m aterna e di un principio lunare ; perci il nucleo politico sta alla nazione natura listicamente intesa come lanima quale entelechia sta al corpo: le d forma, la unifica, la fa partecipare a una vita superiore uo. Tanto pi l opposizione tra politico e sociale accentuata, tan to pi lo Stato viene ad essere sostenuto da una tensione m etafisica , indispensabile perch lo Stato possa realmente rappresentare limmagi ne di un organismo di tipo superiore m , spirituale, non contam ina lo dalla sfera delleconomia. Si deve affermare senza mezzi term ini, scrive, che tu tto ci che economia e interesse economico come sod disfacimento dei bisogni materiali e delle appendici pi o meno artifi ciali di essi ha avuto, ha e sempre avr una funzione subordinata in una um anit normale, che di l da questa sfera deve differenziarsi un ordine di valori superiori, politici, spirituali, eroici, un ordine che non conosce e nemmeno am m ette classi semplicemente economiche, che non sa n di proletari n di capitalisti , un ordine, solo in funzione del quale debbono definirsi le cose per le quali vale davvero vivere e morire, deve stabilirsi una gerarchia vera, debbono differenziarsi delle dignit e, al vertice, troneggiare una superiore funzione di comando, di imperituri. 1 1 2 Per la critica alleconomia, condotta secondo le consuete categorie dicotomiche, Evola riprende le idee di Sombart denunciando ^ anoma lia della civilt m oderna come demonia delleconomia : linversione del rapporto naturale tra sfera economica e sfera politica, tra persona e lavoro , che porta leconomia al centro della vita individuale e col lettiva riducendo la dimensione politica a funzione di quella economi c a 112. La critica alla societ dei consumi parte appunto da queste considerazioni. Il consumismo in contrasto con due aspetti im por tanti del pensiero evoliano: innanzi tu tto esso allontana luomo da su periori interessi spirituali, lo imborghesisce inducendolo a trovare appagamento in falsi bisogni , e contrasta lazione di differenziazione operando un appiattim ento della personalit. Allinterno della prospet tiva basata sulla dicotomia spirito-materia, il consumismo rappresenta il trionfo della m aterialit sulla spiritualit, e dellideale borghese su quello virile . La critica delleconomia, perfettam ente in linea con lintera conce zione evoliana dellesistenza, peraltro tale da non riguardare uno spe cifico sistem a bens il valore stesso del fatto economico. A questo

244

ANNA JELLAM O

livello, che si tra tti di una economia capitalistica o marxista non fa al cuna differenza, essendo entram be incentrate sul mito della produzio ne : la sovversione marxista e la prevaricazione capitalista hanno secondo Evola il medesimo fondam ento e la medesima giustificazione. Dalluna e dallaltra parte la classe rimane un concetto definito in term ini economici, cos come di natura economica rimane la giustifica zione al predom inio delluna o dellaltra classe. Linevitabilit dello scontro deriverebbe dunque proprio dalla mancanza di una giustifica zione superiore al potere di classe114. La vera antitesi secondo Evola non dunque tra marxismo e capitalismo, ma tra centralit e marginali t della sfera economica rispetto alla vita umana nella sua interezza, al suo senso pi profondo e alle sue possibilit pi a lte 5. Deriva da que sta considerazione la proposta, di l sia da destra che da sinistra di una inversione dellattuale rapporto mezzo-fine tra economia e poli tica, di un diverso rapportarsi delluomo alla politica e al lavoro, di una ridefinizione del ruolo e della classe u\ Per questo generale ripensa m ento vengono richiamati i principi dellantica etica corporativa, ove avevano risalto i valori della personalit e della qualit, e ove, in ogni caso, la quantit di lavoro era sempre in funzione di un livello determ inato di bisogni naturali e di una specifica vocazione " 7. A que sta etica corporativa si ispira ovviamente lorganizzazione economica dello Stato organico, che realizzerebbe la signoria delluomo sul lavoro il mito del lavoro considerato un naturale portato di una societ materialistica in luogo dellattuale schiavit. Conseguentem ente, il progresso umano non verrebbe pi definito dal grado di sviluppo eco nomico e materiale bens dal livello del suo sviluppo interiore, reso possibile proprio dalla subordinazione del fattore economico; la nozio ne stessa di progresso m uterebbe la sua fisionomia: non luscir dai ranghi per farsi avanti, per conquistare una posizione che non sia la propria bens la possibilit per ognuno di essere quel che realmente nellam bito della posizione sociale che gli propria, e di rapportarsi allo Stato con la dignit derivantegli dallavere lo Stato riconosciuto il suo ruolo . Lim portante dunque riportare i veri valori su un piano di cen tralit rispetto alle altre sfere della vita, valori che non hanno alcuna relazione obbligata" con le condizioni sociali ed economiche, e sono indispensabili perch ci si possa approssimare a un ordine di effettiva giustizia sullo stesso piano m ateriale 9. Ci basterebbe secondo Evola a risolvere le attuali contraddizioni sociali e i conflitti, peraltro artifi ciosi, cio artificiosam ente creati dai mezzi di sovversione e propagan da: L im portante che di contro a ogni forma di risentim ento e di competizione sociale ognuno sappia riconoscere e amare il proprio po sto, quello al massimo conforme alla propria natura, riconoscendo cos anche i limiti entro i quali pu sviluppare le sue possibilit, dare un senso organico alla sua vita, conseguire una propria perfezione... 1 2 0I

4 .J . EVOLA, IL PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

245

veri valori riguardano infatti T esser se stessi, lo siile di una imper sonalit attiva, lamore per la disciplina, una generii n disposizione eroi ca 12. Tra essi, il concetto di impersonalit attivu" < il pi significati vo per com prendere l idea di Evola circa i rapporti tr i individuo e Sta to organico corporativo. L impersonalit In negn/ione dellelemento individualistico e dellinteresse materiale" Icenlo allu produzione, sia essa manuale o intellettuale, e anche il predominio delln propria crea zione nei confronti dellindividualit p ro d u ttric e1 . Lattuazione di questo ideale, realizzando un diverso rapporto tra luomo e il lavoro sproletarizzazione" delloperaio, che si porrebbe di fronte al proprio lavoro in un rapporto di partecipazione anzich di alienazione, ed eliminazione del tipo deteriore del capitalista, estraneo al processo produttivo consentirebbe il verificarsi della situazione adatta per una ristrutturazione dellorganizzazione economica vera e p ro p ria123. Per questa opera di riorganizzazione delleconomia Evola si richiama ai principi del corporativism o feudale, il cui spirito fondam en tale era quello di una com unit di lavoro e di una solidariet produtti va, a cui i principi della com petenza, della qualificazione e della natura le gerarchia facevano da saldi cardini, il tu tto avendo in proprio uno stile di im personalit attiva, di disinteresse, di dignit 124. I punti fondam entali del nuovo modello economico dovrebbero es sere i seguenti: settorializzazione del lavoro e raggruppamento dei lavo ratori secondo il criterio del corporativismo feudale per arti, mestie ri ecc. ; rappresentanza delle istanze economico-sociali attraverso una Camera bassa, e di quelle politiche attraverso una Camera al ta , com pletam ente separata dalla prima e a questa sovraordinata; mas sima autonom izzazione delle aziende e ristrutturazione dei rapporti economico-sociali allinterno delle medesime, e nei confronti dello Sta to, secondo criteri gerarchici, di responsabilit e di fedelt; determ ina zione differenziata dei salari da operarsi aHinterno di ogni singola azienda, fuori da ogni imposizione sindacale, ed eliminazione del capi talista in quanto estraneo al processo produttivo. La nuova figura del capitalista dovrebbe essere quella di un capo, provvisto non solo di capacit finanziarie, organizzative e im prenditoriali ma anche di un suo crisma politico 1 25, come il Betriebsfhrer del corporativismo tede sco 126. A m onte di queste specificazioni del nuovo modello economico il principio inform atore dellintera proposta ovviamente la separazio ne della sfera economica da quella politica e la rigorosa subordinazione della prim a alla seconda. E un principio di natura politica che risponde a un duplice scopo: spoliticizzare le forze economico-sociali to gliere a ogni rappresentanza corporativa ci che potrebbe chiamarsi il suo plus-valore politico 1 2 7 , ed evitare ogni possibile forma di coruli zionam ento della politica dal basso . M a soprattutto si evita in lai modo ogni possibile ricambio al vertice dellorganizzazione polit i a I a detenzione del potere politico sarebbe cos assicurata in via definii iva

246

ANNA JELLAM O

e assoluta; la separazione tra economia e politica infatti potrebbe va lere, a rigore, solo verso il basso , ovvero per quel che riguarda la non ingerenza delleconomia nella politica, ma non viceversa, giacch l estrem a istanza, quella appunto politica , non potrebbe conoscere condizionam ento alcuno a meno di non limitare in qualche forma la sua assolutezza. E infatti la rappresentanza di questa estrema istanza , la Camera alta, avrebbe una composizione lontana da ogni principio de mocratico, e quindi da ogni form a di autentica rappresentanza : ad essa si dovrebbe appartenere, scrive Evola, non contingentem ente e tem poraneam ente, per voto, bens per designazione dallalto e per la vita, quasi come a un Ordine, per naturale dignit e inalienabile qualifi cazione. infatti necessario che stabilit e continuit non siano assicu rate solo pel vertice, ove risiede il puro, saldo principio politico dellwperium, ma, quasi per partecipazione, anche per una classe selezionata avente in proprio i caratteri e le funzioni di classe politica gi posseduti dalla nobilt tradizionale 128. Si ritorna cos al tem a dom inante, lidea tradizionale in tu tte le sue possibili estrinsecazioni. Come si visto in maniera analitica nel capitolo di apertura, il con cetto di stato tradizionale fornisce il term ine di paragone ideale cui com misurare anche il Fascismo. Allinterno, infatti, di una valutazione complessiva che sempre largamente positiva, gli aspetti del Fascismo che Evola sottopone a critica sono quelli che si distaccano dal modello tradizionale. Senza perci riprendere quanto stato detto in preceden za, va qui richiamato almeno un aspetto della critica evoliana al Fasci smo, quello rivolto allidea di stato e tic o 129 lo stato pedagogo per minorenni spirituali 1 M ). T utto ci che nel Fascismo ha avuto il carat tere di un pedagogismo di S tato , scrive Evola, e di una pressione esercitata non sul piarlo politico e oggettivo ma su quello della vita mo rale personale [...] va dunque annoverato tra le deviazioni del siste m a. 1,1 In polemica anche con le concezioni gentiliane Evola critica la com ponente m oralistica e borghese del Fascismo, in nome di un ideale militare e virile di per s estraneo alla dimensione della morale propriam ente intesa. La pretesa eticit dello Stato fascista considera ta come un aspetto della degenerazione totalitaria del regime, esem pio di quella invadenza del pubblico nel privato che Evola consi dera tipica dei regimi totalitari, ed estranea invece a ogni Stato autenti cam ente tradizionale, la cui etica quella guerriera che esprime la stessa natura superiore dello Stato. La negazione della dimensione etica in realt congruente allelimi nazione di ogni possibile funzione sociale , ulteriore espressione della volont di ricondurre lidea stessa di Stato al puro principio politico . appunto come puro ente politico che si configura lo Stato organico, lontano e isolato rispetto alle forme del sociale. Logicamente estraneo al problema del consenso , per il fatto stesso della trascendenza della

4. J. EVOLA, IL PEN SA TO RE DELLA TR A D IZIO N E

247

legittimazione, questo Stato rimane ancorato a un indefinito principio spirituale, un principio im personale, da cui procede ogni forma e realt, un noumen o thernis cosmico; una essenza priva di passione o di m utam ento che ha una distanza rispetto a tu tto ci che um ano 132. Sorretto da questo principio , lo Stato organico evoliano vivrebbe della sua stessa funzione anagogica, a nullaltro diretto clic alla assoluta affermazione di s. Si ripropongono in tal modo nella teoria dello Slato le stesse idee e gli stessi criteri che regolano la teoria dellindividuo Assoluto; si ri torna allistanza iniziale, la ricerca dellassoluto in s. Q uesti due "asso luti sono per incompatibili: nella improponibilit di due contem pora nei assoluti in s , o il soggetto individuale, lio Assoluto, tale, e si d come costruzione teorica e possibilit effettiva fuori dallo Stato organico, come risposta alla indifferenziazione del mondo moderno, o finisce per essere riassorbito dallo Stato, ed quindi una figura tran seunte, destinata a scomparire proprio con lavvento della massima estrinsecazione del politico, appunto con lo Stato organico. Anche a prescindere da questo aspetto, lo Stato organico nega al lindividuo ogni reale possibilit di incidenza e di emergenza, e il mo m ento della individualit ha un peso unicam ente in funzione della po tenza dello Stato. E ancora la com ponente idealista e certi risvolti del pensiero hegeliano che si insinua nelle tram e della struttura teo rica dello Stato organico, e nella configurazione della relazione individuo-Stato. Ma lo Stato evoliano non la massima estrinsecazione dello spirito etico, hegelianam ente inteso, e ancor meno la societ civile esprime alcun grado di eticit; quanto allindividuo, la coscienza indi viduale ha un senso solo se im postata verso la volont di potenza, e la p erfettibilit dello spirito rimane impigliata, e di fatto lim itata, nelle maglie di una composizione sociale invalicabile. I dualismi che Evola vuole propri della cultura moderna individuo-Stato, Stato-societ civile vengono eliminati, ma non supera ti , attraverso il riferim ento a un sovrastante principio superiore , dal quale tu tto procede. Proprio questo, per, finisce per collocare luni verso politico evoliano in una situazione di immobilismo che assai vicina a ci di cui vorrebbe essere negazione: una dimensione esisten ziale determ inata e politicam ente totalizzante.

N o te

1 II termine mutuato da Ren Gunon, al quale Evola fa esplicito riferimento. 2 Per una analisi di quel periodo v. N. b o b b io , Profilo ideologico del Novecento, in Storia della Letteratura Italiana, Milano, Garzanti 1969, voi. IX. Il giudizio si riferisce ovviamente alla prima produzione di Papini, cfr. J. e v o l a , Il cammino del cinabro (1963), Milano, Scheiwiller 1972, p. 16. 4 Cfr. su questo punto G. l a m i , g . b o r g h i , Julius Evola. L'uomo e l opera, Roma, Volpe 1980, cantra, P. b a i l l e t , Julius Evola e l'affermazione assoluta, Ar 1978. 5 Cfr. l a m i , b o r g h i , cit., p. 60. k J. e v o l a , Il cammino del cinabro, c i t ., p . 22. I Pubblicato nel 1920 per la Collection Dada, La parole obscure du paysage intrieur ( u n p o e m e tto a quattro voci simboleggiami i quattro elementi della vita interiore: I V iru le n to u m a n o e affettivo, la volont indirizzata verso la distruzione, ^ astrazione d is in te re s s a ta , la contemplazione descrittiva . MII v o lu m e tto c o n tie n e le composizioni scritte da Evola tra il 1916 e il 1922, ed.
S ole N e ro , i.d . II Evolti m u tu a IV sp re ssio n t magico da Novalis, riprendendo lidea della forza c re a tiv a d rilli v o lo n t " d iv in a " q u ale substrato del mondo; secondo Novalis lidentifica zio n e d e llu o m o c o n tuie forza gli c o n se n te di diventare mago, ossia onnipotente. Il tra m ite pei *|iic si > 11| >d i id e n tific a z io n e per Novalis la poesia.

I0J. EVOLA, Stimi sull'idealismo Magico (1925), Alkaest 1981, p. 15; cfr. anche j. EVOLA, Superamenti! ilrH Idcalnmri, in Diorama filosofico (1934-35), a cura di M. Tarchi, E u ro p a 1974, pp. 211 H K 1 1 j. evola, Saggi sull'idealismo Magico, c it., pp. 1415. 12 lbid., p. 19. 15 lbid., p. 20. 14 7bid., p. 19. 15 c. MICHELSTAEDTER, La persuasione c la rcttorica, Milano, Adelphi 1982; per inci so, la persuasione n o n c o m u n ic ab ile, nasce dallio stesso, dalla sua propria forza, cfr. j. e v o l a , Saggi sull idealismo Magico, cit., pp. 21, 22. 16 j. e v o l a , Saggi sullidealismo Magico, cit., pp. 61-62. 17 lbid., pp. 51-52. 18 7W ., p. 55. 19 lbid. , p. 27. 20 j. e v o l a , L'individuo e il divenire del mondo , Parma, Arthos 1976, p. 43.

N OTE

249

21 Per questo aspetto v. in particolare J . e v o l a , L'uomo come potenza (1925), i.e. Lo Yoga come potenza. Saggio sui Tantra, Roma, Ed. Mediterranee 1' 1 fiK 22 j. e v o l a , Saggi sull'idealismo Magico, cit., p. 61. 23 Ibid. 24 Ibid., p. 135. 25 J . e v o l a , Teoria dell'individuo Assoluto (1927), Rotini, Ed. Mediterranee 1973, p. 31. 26 Ibid., pp. 130 sgg.; cfr. j. e v o l a , Il nichilismi) attivo di Irdcrico Nietzsche, in Quaderni di testi evoliani, 8, Roma, Volpo 27 j. e v o l a , Cavalcare la tigre (1961), Milano, l'ulco 1981, p p . -Il-42. 28 Ibid., p. 43. 29 j. e v o l a , Rivolta contro il Mondo Moderno (1934), Roma, Ed. Mediterranee 1982, p. 183. 30 Ibid. 31 Lespressione di Hubert e Mauss, ivi cit. 32 J. e v o l a , I tempi e la storia, in Quaderni di testi evoliani , 16, 1982, p. 15. 33 j. e v o l a , Rivolta contro il Mondo Moderno, cit., p. 138; di questa simbologia fa parte lascia, che indica la vittoria di un eroe solare contro le figure delle tenebre, e la nascita di un nuovo ciclo. 34 Ibid., p. 187; il riferimento ancora a Hubert e Mauss. 35 Ibid., p. 190. 36 Ibid., p. 19. 37 Ibid., p. 20. 38 Ibid., p. 21; il mondo tradizionale, prosegue Evola, conobbe questi due grandi poli, fu concepita una nascita secondo luna natura e secondo laltra, e il passaggio daliuna allaltra nascita". Tale passaggio si riferisce alla nascita spirituale , quellatto del transito che si compie attraverso liniziazione. 39 j. e v o la, Rivolta contro il Mondo Moderno, cit., p. 12. 40 Cfr. T . s h e e h a n , La Nuova Destra francese, Alfabeta , 23, aprile 1981; cfr. con la critica di Evola allirrazionalismo spengleriano nella Introduzione a o . s p e n g l e r , Il tra monto delloccidente, Milano, Longanesi 1957, ora anche in j. e v o l a , Spengler e il tra monto delloccidente, in Quaderni di testi evoliani, 14, ed. dalla Fondazione Julius Evola 1981, e j. e v o l a , Il cammino del cinabro, cit., p. 181. 41 j. e v o l a , Storia e Antistoria (1974), in I tempi e la storia, Quaderni di testi evolia ni, 16, p .17. 42 J. e v o l a , Gli uomini e le rovine, cit., pp. 105 sgg. 43 j . e v o l a , Cavalcare la tigre, c i t ., p p . 9-10. 44 J. e v o l a , Rivolta contro il Mondo Moderno, cit., p. 43. 45 Ibid., p. 44. 46 Ibid., p. 43. 47 Ibid., p. 40. 48 Ibid. , p. 41. 49 j. e v o l a , Metafisica della guerra, in Diorama Filosofico (antologia delle pagine dirette da Evola Regime Fascista, 1934-35), a cura di M. Tarchi, Europa 1974, voi. I, pp. 293 sgg. 50 j . e v o l a , Rivolta contro il Mondo Moderno, c i t ., p p . 57-58. 51 V. Ibid., p. 59. 52 V. La discesa del potere in Occidente (in La Torre, 2, 1930), Introduzione di M Tarchi, Milano, Falco 1977, pp. 63-69. 53 J. EVOLA, Rivolta contro il Mondo Moderno, c i t ., p . 123. 54 J. e v o l a , Sintesi di dottrina della razza, Milano, Hoepli 1941, p. 134 (trud ledi . u Grundrisse der faschistischen Rassenlehre, Ruge Verlag, Berlino 1942). 55 Oltre a quelli citati, i principali scritti evoliani sul razzismo sono: Ire inpelll 7 problema ebraico, Roma, Ed. Mediterranee 1936 (ripubblicato Padova, I d di Ai l'Viu Il mito del sangue, Milano, Hoepli 1937 (Ar 1978); Indirizzi per un'educartuHi imi * .< / Napoli, Conte 1941 (Ar 1979); cui sono da aggiungere numerosi rtii'nli ,i ...... . >

250

NOTE

1933: Sulle ragioni dell antisemitismo, Vita Nuova , 5, 6, 8, 1933; Superamento del razzi smo, Bibliografia fascista, 6, giugno 1935; Il problema della supremazia della razza bian ca, Lo Stato , 7, luglio 1936; Dottrina della razza, Bibliografia fascista , 6, giugno 1939; Inquadramento del problema ebraico, Bibliografia fascista, 8, 9, agosto 1939; Die Juden und die Mathematik, Nationalsozialistischen Monatshefte, Berlino 1940; Ueber das Problem der arischen Naturwissenschaft, Zeitschrift fr die gesamte Naturwissen schaft , Berlino 1940. Evola ha inoltre collaborato alla rivista Dottrina della razza con numerosi articoli tra cui: Psicologia criminale ebraica, 18, luglio 1939; Gli ebrei e la matematica, 8, febbraio 1940; Le razze e il mito delle origini di Roma, 16, giugno 1941; Filosofia, etica e mistica del razzismo, 8, 11, 12, 13, 20, 22, 1941. 56 j. e v o l a , Gli uomini e le rovine (1953), Volpe 1972, p . 29. 57 Ibid., p . 2 1 2 . 58 j. e v o l a , Rivolta contro il Mondo Moderno, cit., p. 339. 59 Cfr. quanto scrive sullargomento R. GUNON, Il re del mondo (1958). 60 j. e v o l a , Rivolta contro il Mondo Moderno, cit., pp. 350 sgg.; unoperazione di recupero dellorganizzazione medievale era gi stata proposta, nellambito del romantici smo politico, con riferimento al medioevo germanico. Con la fondamentale differenza, rispetto all'idea evoliana, che il potere temporale avrebbe dovuto essere limitato e guida to dalla superiore autorit spirituale della Chiesa, v. per tutti N o v a li s , Die Christenheit oder Europe, 1799. 61J. e v o l a , Rivolta contro il Mondo Moderno, cit. p. 364. 62 Ibid., p. 363. 6> Ibid., p. 105. 64 Cfr. Ibid., p. 102. 65 j. e v o l a , Gli uomini e le rovine, cit., pp. 19-20. 66 V. retro cap. III.
67 ... la f o r m a z io n e m i l i t a r e d e llo s p ir it o h a u n v a lo r e in d i p e n d e n t e d a m i lit a r i s m o e d a g u e r r a ; p e r e s s a c r e a il p o te n z ia l e n e c e s s a r io a c h e , o v e u n a g u e r r a s i im p o n g a , si s ia a lla l te z z a d i e s s a e p e r c o m b a tt e r la s o rg a u n n u m e r o s u f f ic ie n te d i u o m in i c h e r ip r o d u c a n o in f o r m a n u o v a ... il ti p o d e l g u e r r i e r o p i c h e n o n q u e llo d e l s o ld a t o 0 ' e v o l a , Gli uomini e le rovine, c i t ., p . 133). 68 ]. e v o l a , Il cammino del cinabro, c i t . , p . 185. 69 J. e v o l a , L Operaio" nel pensiero di Ernest Jnger, Volpe 1970, p. 79. 70 V. su questo T. k u n n a s , La tentazione fascista (1972), Akropolis 1981, pp. 92 sgg. 71 j. e v o l a , Gli uomini e le rovine, c i t ., pp. 128 sgg.

72 V. E. j n g e r , Der Kampf als inneres Erlebnis (1922); id e m , Feuer und Blut. Ein kleiner Ausschnitt aus einer grossen Schlacht (1925); v. M . r e v e l u , I nuovi proscritti". Appunti su alcuni temi della nuova destra", Rivista di Storia Contemporanea, 1, 1983, pp. 54-56. 73 j. e v o l a , Gli uomini e le rovine, c i t ., p . 128. 74 Come si vedr a proposito della teoria dello Stato Organico, la societ ha in Evola una valenza negativa, contrapposta a quella positiva dello Stato. 75 j. e v o l a , Gli uomini e le rovine, c i t ., p. 132. 76 c. S c h m i t t , Principi politici del Nazionalsocialismo, Firenze, Sansoni 1935, p. 52. 77 J. e v o l a , Gli uomini e le rovine, cit., p. 138. 78 Ibid., pp. 132-133. 19 Ibid., p. 19. 80 Ibid., pp. 23-24. 81 Ibid., pp. 132-133. 82 Gli uomini e le rovine venne infatti pubblicato per la prima volta nel 1953, quan do, sostiene lautore, sembrava che in Italia fossero presenti le condizioni per dare ini zio alla formazione di uno schieramento di Destra: di Destra non nel senso politico, ma anche e innanzitutto in senso ideale e spirituale (Ibid., p. 7). 85 j. e v o l a , Cavalcare la tigre, cit., p. 175. 84 Ibid., p . 1 1 .

N OTE

251

85 V. lbid., pp. 174-175. 86 V. quanto scrive in merito G. fred a , Per un radicalismo di dcura: cavalcare la tigre, in p. b a ille t , Julius Evola e l'affermazione assoluta, Ar 1978, |>|> 105 sgg.; di fred a v. anche La disintegrazione del sistema, Ar 1970. 87 j. e v o la , Cavalcare la tigre, cit., p. 11. m lbid., p. 173. 89 lbid., p. 173. W , p. 15.

91 j. e v o l a , Gli uomini e le rovine, c i t . , p. 29 92 lbid., p. 42. 95 lbid., p. 44. 94 lbid., p. 30. 95 lbid., p. 68. 96 lbid., pp. 68-71. 97 lbid., p. 66. 98 lbid. 99 lbid., p. 30. 100 lbid. 101 lbid., pp. 30, 71. 102 lbid ., p. 71. 105 lbid., p. 48; contrapposto alla persona, lindividuo indicato da Evola come una specie appartenente pi al mondo dellinorganico che dellorganico (lbid ., p. 47). 104 lbid., p. 49; cfr. idem , L arco e la clava (1968), Milano, Scheiwiller 1971. 105 J. e v o la , L uomo e le rovine, cit., p. 51. 106 lbid., p. 46. 107 lbid., p. 49. 108 lbid., p. 23. 109 lbid., p. 58. 110 lbid., p. 38. 111 lbid., p. 32. 112 lbid., p. 91. 115 lbid., pp. 89 sgg. 114 lbid., pp. 90, 92. 115 lbid., p. 92. 116 lbid.; cfr. pp. 169-170 e sgg. 117 lbid., p. 98. 118 lbid., p. 98. m lbid., p. 96. 120 lbid. 121 lbid. 122 lbid., pp. 173 sgg.; Evola definisce limpersonalit anche come anonimia, cfr. Cavalcare la tigre, cit., pp. 105 sgg. m J. e v o la , Gli uomini e le rovine, cit., p. 172. 124 lbid., p. 170. 125 lbid., p. 173. 126 V. lbid., pp. 171-172. 127 lbid., p. 181; non a caso Evola ammette la compartecipazione alla propriet" da parte del lavoratore ma non la divisione degli utili, e ancor meno la cogestione della zienda, cfr. lbid., pp. 174-175. 128 lbid., p. 182. 129 Specie in un primo tempo, Evola fu vicino al Fascismo proprio nella misura in cui in esso vedeva la possibilit di un rinnovamento in senso antiborghese e antidemo cratico, il primo passo verso una rivoluzione radicale che avrebbe per dovuto eulcii dersi ben oltre i confini ideologici del regime, e coinvolgere un riordinamento in rimo autenticamente tradizionale. Con questo spirito Evola fond nel 1930 la rivisiti "l.u Cm
re, caratterizzata nelle intenzioni da un discorso di critica costruttiva" e dull'lnlrrim

252

NOTE

nei confronti del regime. In questa prospettiva essa avrebbe dovuto rappresentare il tentativo superfascista : volli vedere in che misura era possibile esercitare uninfluenza su certe correnti culturali e anche politiche del tempo, in che misura poteva venire accol to lappello a una rivolta radicale contro il mondo moderno proponendo dimensioni su periori al movimento fascista [...] lopera politica del fascismo [...] avrebbe potuto costi tuire una base e un punto di partenza (La Torre, 1930, in La Torre, 2, 1970, p. 4; cfr. M . t a r c h i , La Torre o il tentativo superfascista, in La Torre , Milano, Falco 1977, pp. 9 sgg.). La rivista non ebbe vasta eco, fu osteggiata dagli alti vertici del partito, sub il sequestro di un numero per non conformit sul tema della politica demografica, e infine lintera pubblicazione cess nel volgere di pochi mesi. Qualche tempo dopo Evola inizi la collaborazione alla rivista di Farinacci Regime Fascista , con la rubrica Pro blemi dello spirito nelletica fascista ; v. su questo m . t a r c h i , Diorama Filosofico o la ricerca nella ortodossia, in Evola e il fenomeno storico del Fascismo, Introduzione a Diora ma Filosofico (1934-35), Ed. Europa 1974, pp. XLII sgg. In realt Evola non fu mai il filosofo del regime come sottolinea R. De Felice definendolo un emarginato privo di ruolo (r . d e f e l i c e , Intervista sul fascismo, Bari, Laterza 1975, p. 99): lidea imperiale e aristocratica di Evola era troppo in contrasto con limmagine di regime popolare e di massa che il Fascismo voleva dare di s. (Cfr. quanto, in merito, si dice nel II capi tolo di questo volume). 1 3 0j. e v o l a , Il fascismo visto da destra, cit., p. 79. 131 Ibid, p. 40.
132 T. SHEEHAN, O p .

cit.

5. Lopposizione destra-sinistra Riflessioni analitiche


di Anna Elisabetta G aleotti

1. Uno degli interrogativi concettuali che sottostanno a buona par te delle tem atiche affrontate in questo volume, emergendo anche pi volte in maniera esplicita, riguarda la validit della dicotomia classica destra/sinistra. Q uesta viene energicamente messa in discussione da settori politici e culturali della D estra, in u n operazione che ha per recentem ente trovato interlocutori disponibili anche nella S in istra1. Che tale messa in discussione sia provocata dalla D estra non deve sor prendere, malgrado la presenza, in questarea, di intransigenti richiami al rigore, al rifiuto della compromissione, allortodossia politica e d o t trinale di cui linsegnamento evoliano pu essere considerato lesem pio pi autorevole. Ma gi le oscillazioni storiche del Fascismo fra m o vimento e regime; la sua pretesa di porsi come terza via fra capitalismo e marxismo, fra rivoluzione e reazione (illustrate in maniera esemplare da una lettura del fenomeno come quella di E. Erra, discussa nel primo capitolo) m ettono in luce le ambiguit reali dei regimi storici di destra (il concetto medesimo di Nazionalsocialismo pu esser visto come un ossimoro e forniscono un fondam ento autorevole alla pretesa della D e stra contem poranea di collocarsi oltre le distinzioni classiche. Fra i pre cedenti prossimi c solo limbarazzo della scelta: ad esempio, il rifiuto di identificarsi con uno dei due corni del dilemma Oriente-O ccidente, espresso dal filone Evola-Romualdi ma si visto quali conseguenze fattuali ne sono state tratte; le simpatie per la Cina di Franco Freda teorico della superiorit ariana (vulgo, nazimaoismo); da ultimo, il ra dicale rifiuto di ogni distinzione ideologica e lofferta alla Sinistra di alleanza antisistem a, proveniente dai filoni dellestremismo guerriero" come Costruiam o l zione e Terza Posizione (il cui nome medesimo implica il rifiuto programmatico della alternativa tradizionale desi ru/si nistra, capitalismo/marxismo: e si ricordi che lalleanza con la SinUiru

254

ANNA ELISABETTA G A LEO TTI

stata originariam ente proposta da Freda). Sul versante non violento, come si visto diffusam ente nel terzo capitolo, la Nuova destra fa un proprio cavallo di battaglia della denuncia di categorizzazioni rigide e discrim inanti, proponendo la sostituzione di una cultura dell 'et-et a quella, di cui proclama lobsolescenza, dell 'aut-aut2. Prendendo lo spunto da queste discussioni, il presente saggio inten de presentare la questione in term ini analitici, affrontando il problema metodologico dello statuto delle due categorie. Si distingueranno dun que i diversi contesti o universi discorsivi in cui il binomio viene usato, valutando lutilit e lefficacia dei due termini allinterno di ciascuno di essi, sulla base delle finalit proprie di ogni settore. Verr poi preci sato che lam bito nel quale destra-sinistra vengono qui usate pro priam ente lanalisi delle ideologie e, dentro questo confine, verr offer ta una definizione e argom entata la capacit delle due categorie di identificare im alternaiiva ideologica ili fondo, a partire dalla Rivolu zione francese fino ad oggi.
2. Gli interrogativi sulla coppia destra-sinistra, sulla sua capacit ef fettiva di gettar luce nello spettro politico, su visioni del mondo, atteg giamenti, com portam enti, partiti e politiche sono molteplici e non datano da oggi. Scrive Jean Paul Sartre nel 1955: Les notions de gau che et de d ro ite ont elles encore un sens? Si oui, que relavrent elles? E t si la gauche, parce q u elle est divise, est aujourdhui impuissante, est il possible de la rassembler? 3 La molteplicit delle posizioni critiche contro limpiego della distin zione di destra e di sinistra si pu raggruppare intorno a due argomenti centrali: a) D a una parte, limpiego dei due term ini, che si riferisce a un arco temporale di quasi duecentanni (a partire dalla Rivoluzione francese), sembra inadeguato a cogliere i cambiamenti, gli sviluppi, i ribaltam enti ideologici e strategici intervenuti nelle aree di destra e di sinistra, nel corso del divenire storico. Cos per esempio, un tema come il nazio nalismo, che nel X IX secolo era decisamente patrimonio della sinistra liberal-radicale vs. i tradizionalisti e i nostalgici a\YAncien Rgime, passato, a cavallo dei due secoli, fra i temi della destra imperialista, per essere identificato poi decisam ente col Fascismo, e infine, in questo secondo dopoguerra, di nuovo associato alla Sinistra, almeno in relazio ne ai m ovimenti di liberazione nazionale nel Terzo mondo. Quello del nazionalismo forse lesempio pi patente, ma analogo ragionamento pu essere applicato sia ad altre tematiche, quali la liber t, l autoritarism o, linternazionalism o, la disponibilit al cambiamento e allo status quo ecc., sia a concrete politiche quali accentram ento/de centram ento, sviluppo differenziato o uniforme, pianificazione econo mica ecc., sia ai mezzi impiegati, cio legalit e insurrezione arm ata4. Infine anche lidentificazione di destra e sinistra con una ba-

5. L 'O PP O SIZ IO N E DESTRA-SINISTRA RIFLESSION I A NA LITICI!!

255

se sociologica, con una classe sociale privilegiata, non regge in modo intertem porale5. L insieme di queste considerazioni sembra dunque' vanificare luso della coppia con riferim ento al divenire sto ria i' b) D altra parte, il binomio non sembra salvarsi neppure limitando il suo impiego a u n analisi strettam ente sinrm nu a ili un sistema politi co. In questo caso linterrogativo riguarda la *nm plrv.u delle societ contem poranee, la vastit delle dilletenziazioni e la solistica/ione del dibattito ideologico. Da un lato, ci si chiede se un'unica opposi/ione, destra-sinistra, possa mai rappresentare spazialmente in modo significa tivo i numerosi conflitti e demarcazioni della societ attuale, dalla d i stribuzione del reddito, alla razza, alla religione, al sesso, e quindi se lo schema non vada piuttosto complessificato e reso pi sensibile alle diversificazioni. D altro lato, ci che il linguaggio comune in modo vago e impreciso denom ina di destra e di sinistra raggruppa rispettivam ente una ta le variet di sfum ature sul piano ideologico e comportamentale, spesso non coerenti n coordinabili in un set significativo, che la consistenza della differenziazione appare essere, una volta di pi, quella di etichet te em otive e di comodo, prive di un contenuto propriam ente specifi cabile7. In conclusione le categorie di destra e sinistra non troverebbero una precisa corrispondenza nella complessit dello spettro politico con ideologie e com portam enti definiti, al di fuori dellidea che la gente comune ha di esse, idea che si rivela, a una prima analisi, confusa, con traddittoria, inconsistente, dunque fuorviarne. 3. Dai rilievi critici qui riportati possiamo enucleare le domande centrali che definiscono il problema: 1 ) esiste u n appropriata e univoca definizione di destra e di sinistra? 2 ) in caso negativo, possiede il bino mio alcun senso, al di l del linguaggio grossolano delluomo della stra da? 3) in caso positivo, tuttavia questa divisione utile a interpretare la complessit della realt politica contemporanea? La risposta a questi tre quesiti non pu prescindere da una descri zione dei diversi modi e dei diversi campi nei quali si parla di destra e di sinistra. I nostri apparati concettuali non sono precostituiti ai campi disciplinari e ai codici in cui vengono usati: solo in relazione al conte sto specifico possibile entrare nel m erito del senso e dellefficacia dei concetti impiegati. Si pensi per esempio al concetto di tempo: non definito nello stesso modo in teologia, nella teoria della relativit e nel la metodologia storica; ma questo non significa che non sia definibile univocam ente n che manchi di senso. Vorrei a questo punto ricordare che, indipendentem ente dai conte sti d uso, destra e sinistra sono comunque concetti o modi eli rap presentazione della realt. Sgombriamo quindi il campo da un p ossibili

>H?t

256

ANNA ELISABETTA G A LEO TTI

equivoco: quello di pensare che la distinzione in esame sia inerente o im m anente alla realt storica (o non lo sia pi) e da questa tragga la sua verit o falsit. Ovviam ente possiamo constatare lesistenza storica di m ovimenti di destra e di sinistra, ma il fatto che siano connotabili in un modo o nellaltro dipende non da una qualit inerente ai movi m enti stessi, ma dalle definizioni o dalle immagini di destra o sinistra retrostanti e dallaccordo intersoggettivo sul loro significato. Passando ora ad esaminare i contesti d uso dellantinomia in que stione, se ne possono identificare quattro: il linguaggio ordinario, quel lo dellideologia, l analisi storica, sociologica e politologica e, infine, lo studio dellimmaginario sociale. M entre i primi due si collocano al livel lo della vita quotidiana e della prassi politica, tanto lanalisi storica-sociologica-politologica, quanto lo studio dellimmaginario si situano sul piano scientifico, seppure con tagli profondam ente diversi. a) Nel linguaggio ordinario i due term ini vengono usati nella vita politica, fanno parte del senso comune dei cittadini, degli uomini poli tici, dei partiti, della stampa. In questo caso destra e sinistra rien trano in ci che W ittgenstein chiama giochi linguistici 8. Come tutti i giochi linguistici del linguaggio ordinario, la loro definizione mobile e aperta, orientabile in modo diverso a seconda degli scopi del parlan te. N on pensabile trovare gli elementi specifici e caratterizzanti le parole destra e sinistra in tu tti i possibili usi del linguaggio comu ne, quasi fossero essenze platoniche, ma sono invece rintracciabili so miglianze, affinit, relazioni, dal che risulta che i due concetti includo no una famiglia di significati, im parentati fra loro, ma anche mai iden tic i9. N on per questo i due term ini sono inutilizzabili, anzi la capacit di usarli e di com prenderne luso altrui, insieme allimpossibilit di dar ne una definizione precisa proprio ci che caratterizza il linguaggio ordinario e tu tti i giochi linguistici che con esso siamo capaci di ingag giare 10. Nel contesto del linguaggio ordinario dunque la domanda sul senso dei due term ini trova, come ultim a risposta, il fatto che essi vengono usati e compresi dalla com unit dei parlanti. Finch i parlanti sapranno usare i due term ini e sapranno capirli, porre la domanda sulla loro utili t sar fuori luogo. Anzi, il fatto stesso di porla indica il persistere del loro uso generalizzato: nessuno infatti penserebbe di porre in questione il senso del binomio bianchi/neri perch nessuno sa pi come usarlo. Va poi d etto che il linguaggio ordinario e la comprensione intersog gettiva rispetto a esso rappresentano la base o il punto di partenza delle definizioni specifiche per scopi particolari in contesti determ inati. D a re una definizione specifica significa infatti tracciare un confine nel campo aperto del linguaggio ordinario. Nel caso delle nostre due cate gorie, il riferim ento implicito, ma in qualche modo imprescindibile a questo sostrato fa s che anche le definizioni pi rigorose non sfuggano a una certa circolarit. Ren Remond, per esempio, riconosce, nella sua

5. L 'O PP O SIZ IO N E DESTRA-SINISTRA

RIFLESSION I ANALITICHE

257

A la recherche de la droite", che cercando una definizione corretta di destra per poi connotare, interpretare i movimenti storici, lo storico normalmente assume gi questa connotazione, almeno per i casi univer salmente riconosciuti a d estra, come il governo di Ptain, per esem pio. Analogamente, David Caute am m ette che per costruire dei buoni modelli di destra e di sinistra impossibile non fare entrare implicita mente nel modello stesso il riconoscimento pressoch universale che, per esempio, Bismarck e lo Sci di Persia non erano di sin istra1J. Di nuovo, con W ittgenstein, si pu dire che per m ettere in discussione qualcosa non si pu m ettere in discussione tutto e qualche punto di rife rim ento necessario anche per le critiche pi severe. Cos se il senso di definire un concetto quello di spiegare poi qualcosa con esso, allora le definizioni di destra e di sinistra non servono per i casi scontati , ma proprio per i casi dubbi , su cui laccordo non esiste. b) U n secondo contesto in cui le due categorie vengono impiegate propriam ente quello dottrinario-ideologico, cio il luogo di formazione, produzione, revisione delle ideologie, nel senso debole del term ine di rappresentazione della realt implicante un appello pratico-politico. In questo caso, le definizioni di destra e sinistra hanno sempre una valenza prescrittiva nel senso che riguardano piuttosto ci che si deve intendere per luna e per laltra, se si vuole autenticam ente aderire alluna o allaltra. Norm alm ente succede per che il carattere prescrittivo delluso delle categorie in questo contesto rimanga implicito, nascosto da una forma descrittiva, allindicativo , da cui derivano poi molti equivoci e confusioni l\ Una volta chiarita la dimensione norm ativa dei concetti e quindi il loro riferim ento a valori e principi in alternativa ad altri possibili nulla vieta che, allinterno del d ib attito ideologico, le due categorie vengano continuam ente ridefinite, accentuando pi o meno alcuni tra t ti, oppure che vengano lasciate del tu tto in disparte. Basta ricordare che lattivit di rimessa a punto degli apparati concettuali in relazione agli interessi, agli scopi, agli usi pragmatici degli stessi allinterno delle ideologie e rispetto allim patto di queste sul mondo esterno. Ci non implica linadeguatezza dei concetti in s o lassenza di contenuti ben identificabili e inequivocabilm ente dati. Cos la pluralit delle defini zioni non deve far pensare a una pluralit reale di destre e di sinistre: come s gi detto, i concetti sono costrutti del pensiero e non mero riflesso della realt. Sui modelli norm ativi di destra e di sinistra si possono poi formula re due giudizi: uno analitico, relativo alla coesione e coerenza interna dei modelli, alla bont delle argom entazioni e alle implicazioni e le con seguenze che esse com portano; e uno, pragmatico, in relazione alleffi cacia pratica che riescono ad avere, alla risonanza, all appeal e alle ade sioni ottenute. Il prim o giudizio implica una meta-ideologia o analisi non norm ativa delle stesse in cui i valori connessi ai concetti di destra

238

ANNA ELISABETTA G A LEO TTI

e di sinistra vengono considerati fatti. Su questo piano si colloca per esempio il saggio di N orberto Bobbio sullIdeologia del fascismo l4. Si ricorda, di passaggio, che lanalisi fattuale delle ideologie non va confu sa con la critica dellideologia, di tradizione marxista che altro non se non una controideologia, nella nostra accezione15. E per infine sullefficacia nella pratica politica che si decide dellutilit pragmatica di una certa definizione di destra e di sinistra ed in base al suo suc cesso politico che la stessa definizione viene m antenuta e fissata quasi come propriet del movimento che in essa si riconosce oppure viene modificata o accantonata. c) Il binomio destra-sinistra si trova poi impiegato come coppia ana litica in diversi settori delle scienze sociali, nelle discipline storiche, nella politologia e nella sociologia politica. In questambito, lo statuto logico della dicotomia sidentifica propriam ente con il tipo ideale weberiano. Come ampiamente noto, nella metodologia weberiana, la co struzione di tipi ideali costituisce una procedura basilare nella forma zione delle teorie nelle scienze sociali, sia nei procedimenti di im puta zione causale, in funzione erm eneutico-interpretativa, sia nei giudizi di probabilit oggettiva, in funzione p red ittiv a 16. C ostrutto derivato da una selezione della molteplicit empirica e da u n accentuazione di alcu ni caratteri, in base al punto di vista orientante lindagine, il tipo ideale non n una descrizione della realt, n unipotesi interpretati va, ma piuttosto il terreno per orientare le ipotesi. Questo fatto implica che un tipo ideale weberiano non pu essere falsificato empiricamente, ma piuttosto si pu rivelare pi o meno fecondo nellorientare ipotesi (queste s falsificabili). O ra ritornando alla dicotom ia destra-sinistra, appare chiaro che, quando usata come costrutto analitico, un giudizio sulla sua capacit euristica non pu prescindere da un collegamento con le finalit espli cative della teoria in cui inserita. Cos per esempio Remond, nel suo gi citato studio storico sulle destre in Francia, dalla Rivoluzione alla V Repubblica, sostiene la fe condit delle nozioni di destra e sinistra nel fornire una griglia organiz zante il sistema politico francese nel suo sviluppo storico. Quello che si vuole qui sottolineare appunto il fatto che la possibilit di un ferti le impiego di destra-sinistra non deriva da una loro definizione gi esi stente di per s, a disposizione dello studioso, bens proprio dalla speci ficazione della condizione del suo impiego aHinterno della teoria. In questo modo la definizione stipulata da Remond prevede che destra sinistra siano considerate come posizioni relative, cio mobili su un as se, interne al sistema e, come tali, modalit di una lettura globale della realt ideologica e politica, fattore strutturante il campo di o p in io n i17. A partire da questa griglia generale, Remond poi in grado di m ettere a punto tre submodelli di tradizioni politiche di destra in Francia (che

5. L 'O PP O SIZ IO N E DESTRA-SINISTRA. RIFLESSION I ANA LITICHE

259

egli stesso riconosce im parentati a tipi ideali weberiani) e rendere cos intelligibile la complessila empiili .1 del divenire sto rico18. Nel caso delle scienze politiche e sociali, la strum entalit dei con cetti di destra e sinistra pariirolanueiiie evidente: essi sono usati per rappresentare spazialmente s ii lim i lit ic a m utin u a i comportamenti e le preferenze degli attori politici. In uue-.io in mi, l'interrogativo sul loro uso riguarda esclusivamente il problema della tmidimensionalit o me no dello spazio di rappresentazione n . Il punto non coinvolge cio la definizione dei due term ini, dei due estremi della linea, che in genere viene data per scontata e assume aproblem aticam ente lequazione: sini stra = socialismo = classi inferiori = richiesta d intervento dello Stato nel sociale e, dallaltra parte, destra = conservatorismo = classi superio ri = totale privatizzazione delleconomia e del sociale. L interrogativo qui concerne piuttosto due fattori: 1 ) la capacit di un unico cleavage, destra-sinistra, appunto, di sussumere in s tu tti gli altri (religione, te r ritorialit, sesso ecc.) indi la capacit rappresentativa di un modello unidimensionale; 2 ) la possibilit di collocare tu tte le posizioni su tu tti i punti della linea in modo progressivo da + 1 a 1 senza soluzioni di continuit. Per quanto riguarda la presente analisi, chiaro, comunque, che la discussione a questo proposito non m ette in questione le categorie di destra-sinistra, ma unicam ente la possibilit di ridurre a una dimensio ne sola i diversi aspetti conflittuali di un sistema politico, cosicch, an che nel caso della pluridim ensionalit non si viene a negare un luogo a destra-sinistra, quanto piuttosto lesclusivit dello spazio nel modello. d) Infine va considerato un ulteriore approccio disciplinare al cui interno i term ini destra e sinistra giocano un ruolo particolare: il setto re di studi sullimmaginario sociale. Q u estam bito di ricerca, che da non molto tempo ha cominciato a esplorare le proprie possibilit20, si propone di esaminare le immagini, i miti, gli stereotipi e i luoghi comuni della vita associata, cio in una parola la dimensione simbolica nel politico e nel sociale. L intento quello di ricostruire questa com ponente nella convinzione che essa svolga un ruolo determ inante nelle azioni degli individui e dei gruppi, costituisca fattore centrale nella legittimazione del potere, nella rottura del consenso, nelle rivoluzioni. Di conseguenza limmaginario politico costituirebbe un luogo strategico per lo studio del potere, attraverso losservazione delle continuit, della formazione e permanenza degli stereotipi, dello spostamento degli avvaloramenti ecc. M entre le ideologie politiche (sempre nellaccezione debole sopra fornita) sono in genere espresse in dottrine, programmi, manifesti, for mulati in modo esplicito da teorici specializzati, caratteristica degli immaginari la loro dimensione collettiva, anonima e diffusa. Baczko identifica senzaltro il soggetto degli immaginari nella collettivit, nel senso che la produzione degli stessi non ascrivibile ad alcuno, ne ad

ANNA ELISABETTA G A LEO TTI

alcun disegno intenzionale, ma piuttosto un risultato non anticipabile che emerge spontaneam ente e spesso influenza gli individui behind ther backs. M a al di l dellorigine spontanea e inintenzionale, questo appa rato viene a rappresentare il modo in cui una collettivit si vede ed esprime desideri, paure e speranze, definendo al contempo modelli nor mativi di com portam ento e di ordine sociale. Per queste sue caratteri stiche, lanalisi dellimmaginario sociale si serve piuttosto delle proce dure messe a punto dallantropologia politica, dagli studi sul folklore, dalla etnografia che non dei m etodi tradizionali di storia delle idee e del pensiero politico. Allinterno di questo approccio, trova spazio una indagine sui ter mini destra e sinistra che non rivestono pi, in questo caso, il ruolo di categorie norm ative o analitiche, ma sono invece oggetto di studio in quanto m etafore spaziali per una topografia politica immaginaria. Lo studio pi completo sulla polarit destra-sinistra secondo lorientam en to qui accennato quello di J. A. Laponce, Left and Right. The Topography of Politicai Perception21, su cui vale la pena di soffermarci, data ap punto loriginalit del taglio disciplinare, fuoriuscente dalle modalit familiari di trattare i concetti qui in esame. L ipotesi di fondo dello studio che le metafore spaziali di destra e sinistra e i simbolismi a esse collegati non siano apparsi nel mondo politico in modo casuale, n per pura convenzione. Com noto i term i ni entrarono in uso durante la Rivoluzione francese, nel corso della C o stituente, in occasione del d ib attito sul diritto di veto del Re: coloro che erano favorevoli a concedere al M onarca diritto di veto incondizio nato sedevano a destra, m entre i contrari sedevano a sinistra. Ma la distribuzione dei posti fra le due fazioni non fu un fatto contingente, in quanto corrispondeva alla collocazione precedente degli stati di fronte al Re collocazione carica di significati metaforici e rituali in quanto alla D estra spettava il lato del prestigio. A ttraverso questo lega me, secondo Laponce, la dicotomia destra-sinistra, fin dal suo ingresso nel linguaggio politico, si collega alla simbologia dellasimmetria latera le, propria della nostra cultura, e in generale, alle immagini stereotipiche connesse alle rappresentazioni spaziali prim arie22. L apparato delle immagini spaziali da sempre ha avuto una chiara funzione metaforica nei confronti del potere: la Rivoluzione francese m antiene il riferim en to a esso, ma nel segno di un cambiamento di rotta, in quanto tipico di tu tti i periodi rivoluzionari di stravolgere la forza inerziale degli im maginari sociali23. La tesi di Laponce si viene poi specificando lungo i seguenti punti: destra e sinistra corrispondono a una percezione spaziale prima ria, la lateralit, che insieme ad altre (alto-basso, vicino-lontano, davanti-dietro) costituisce i cardini per organizzare la visione delluniverso in tu tte le diverse culture. il simbolismo legato alle percezioni spaziali suddette non a ttri

5. LO PP O S IZ IO N E DESTRA-SINISTRA

RIM I SSIONI A NA LITICHE

261

buito in modo casuale c coni nudile, Ci troverebbe sostegno nella corrispondenza transculturnle de^li stereotipi lennli alle metafore spa ziali, con un generale privile^inm ruio dellu sequen/u alto-destra-davanti-vicino , rispetto a m i "Imv.o -.1111.11.1 dietro loninno costituireb bero il polo negativo (a eccezione dell 1 u h m > 1 filese d ie m ancina)24. la ragione della non 1 usualit 1ousisierelilie nel lutto che le per cezioni dello spazio non possono evitine un riferim ento ni corpo umano che il principale fattore della suddivisione dello spazio, dui corpo si risalirebbe all'influenza di alcuni fattori fisico-biologici (In posizione della testa rispetto ai piedi, limpossibilit di vedere dietro, la direzione della gravit terrestre ecc.) che darebbero ragione del privilegiamento di alcune dimensioni sulle altre. Nel generale avvaloramento positivo della destra (e, correlativam ente, negativo della sinistra) entrerebbero due com ponenti preculturali: un fattore fisiologico o genetico che pro duce una m inoranza di mancini sugli am bidestri e sui destri e il fattore genetico per cui lemisfero cerebrale sinistro controlla sia la mano de stra che il linguaggio. Pur evitando una posizione strettam ente biologicista, secondo Laponce, una seppure lim itata influenza di fattori pre culturali richiesta per spiegare gli aspetti comuni e perm anenti tra e entro le culture in relazione agli stereotipi e alle metafore spaziali. Co s, ancora oggi nelle lingue europee, i term ini destra/diritta/droite/ right/recht indicano anche la direzione d ritta, il d iritto o i diritti fanno insomma parte di una famiglia semica cui si assegna un valore positivo di ordine, chiarezza, non arbitrariet. E a ci si collegano tu tti i rituali del sedersi alla destra , offrire la destra, stigmatizzati dai riferi menti religiosi stare alla destra del Padre . Dal lato opposto, sinistramanca-mancina/gauche/left/links si collegano allidea negativa dellas senza dellordine, della minaccia, della confusione. prima della Rivoluzione francese, la rappresentazione del potere secondo m etafore spaziali non usava la dimensione laterale-orizzontale, ma solo quella verticale, dallalto in basso. Cos alla vetta stava il re, poi veniva il clero, poi la nobilt, pi gi il terzo stato e allestrem it, ma in uno spazio imprecisamente confuso, il popolino e/o i nemici del regno. La dimensione laterale era invece usata nel simbolismo religioso, dove alto e destra costituivano i luoghi del sacro, e basso-sinistra i luo ghi del profano e dellimpuro. Laponce sostiene che il simbolismo politico verticalizzato con una struttura debole alla base perch il re non ha un polo opposto chiaram ente definito ha facilitato la messa in questione della dimen sione verticale nel momento del cam biam ento ideologico che minaccili va direttam ente la vetta della gerarchia. Si cos prodotta nella rapprr sentazione m etaforica una rotazione dalla verticalit aUorizzontaiiliV in cui destra sostituisce lalto e sinistra il basso secondo l'asso In zione delle due coppie nel simbolismo religioso. la rotazione com porta per che i due poli, destra e sin r.n 1

262

ANNA ELISABETTA G A LEO TTI

sumano i significati simbolici connessi allasse verticale. Ci, come spiega Laponce, non significa necessariamente che la destra mantenga il segno positivo contro la sinistra. Il ribaltam ento rivoluzionario ha in fatti prodotto un tale cam biam ento nel pensare la politica, nellidentificarne i soggetti attivi e passivi e nella distribuzione del potere, che la sinistra ha guadagnato con ci laccesso alla positivit. In base a questa interpretazione delle metafore spaziali e alla conse guente ricostruzione dellingresso di destra e sinistra nellimmaginario politico, Laponce ritiene che siano caratterizzabili elementi stabili di fondo nel paesaggio di destra e in quello di sinistra. Se infatti lasse gnazione di certi valori ai due term ini non stata una scelta arbitraria e contingente, ma emerge dalluniverso profondo dei simbolismi spazia li e religiosi, luso delle due m etafore non sar mai neutrale, ma carico di connotazioni e associazioni, non puram ente convenzionali. Deve al lora essere possibile individuare alcune caratteristiche ricorrenti nel lo ro uso, transtem porali e transpaziali. L autore m ette cos a punto due strategie per cogliere queste caratteristiche costanti e al tempo stesso per verificare la sua ipotesi. D a una parte unindagine sulla letteratura politica degli ultim i 150 anni ideologi, teorici, giornalisti ecc. , dallaltra u n inchiesta empirica sulle percezioni politiche in term ini di Left-Right, svolta presso la popolazione studentesca di tre diversi paesi (Canada, Stati U niti, Francia). Dai m ateriali ricavati, le caratteristiche che risultano attribuite in modo inequivocabile alluna o allaltra entra no a comporre gli elementi stabili della destra e della sinistra. Cos si ottiene una duplice tavola in cui destra e sinistra sono rispettivam ente associate a:
Sinistra Contrasti politici Contr. religiosi Contr. economici Orient, tempo Egualitarismo Libero pensiero Classi disagiate Discontinuit Destra Gerarchia Religione Classi agiate Continuit

Al di l delle suggestioni di cui questo lavoro ricco, linteresse specifico della tesi di Laponce consiste nel sostenere, sulla base di u n indagine scientifica e non unicam ente col linguaggio dellideologia, non solo luniversalit della diade destra-sinistra nella rappresentazione della vita politica, ma anche la perm anenza di tratti caratterizzanti la coppia oppositiva. O vviam ente, destra e sinistra non sono qui presen tate come categorie dello spirito, essenze reali dietro la fenomenologia storica, ma come immagini m etaforiche, insieme descrittive e norm ati ve, profondam ente radicate nella rappresentazione topografica della

5. L 'O PP O SIZ IO N E DESTRA-SINISTRA

Hil l IA SIO N I A N A LITU .il!

263

politica, proprio perch innestate sull'antichissim a r pervasivo simboli smo delle percezioni spaziali T uttavia questa tesi noti e (".rute <la alcune difficolt di complessa soluzione. Innanzitutto l.aponcc tendi- a pn-seniair questa polarit co me dotata di una resistenza particolaie, in liane alla tesi della non-arbitrariet delle immagini delle peri cziom spaziali li ilei 11.1 in ultima istan za a componenti biologiche), O ra, anelie se gli immaginali sociali sono dotati di una specifica forza inerziale, su| >ei i or e .1 1piella delle idealo gie, pi direttam ente sfidate dalla realt storico-empirica, l'ipotesi di un loro riferim ento a fattori biologici ben lungi dallessere condivisa o tantom eno provata. Inoltre il loro autom atism o non impedisce spo stam enti e slittam enti di senso e di luogo, inversioni di segno, modifi cazioni anche radicali. Secondariam ente, le procedure di verificazione dellinterpretazione di Laponce, la survey nella letteratura e linchiesta empirica sulle percezioni e le associazioni, sono insufficienti a provare che proprio quelle e solo quelle quattro coppie oppositive costituiscano gli elementi stabili dei due paesaggi . Come esempio, tra i tanti possi bili, basta citare la percezione del Fascismo da parte di un autore am piam ente citato nei capitoli precedenti, Enzo Erra, emblematico per la sua chiarezza: Il fascismo non si pose mai nellatteggiamento di difesa dellordine costituito e dei privilegi che in seguito gli storici antifascisti vollero attribuirgli: come ha osservato il W eber si potrebbero rovescia re tu tti i term ini dellequazione e dire che i fascisti erano contro lo sfruttam ento, contro il disordine civile in patria, contro il vecchio mar cio regime di borghesi e di egoisti capitalisti, per un rinnovam ento e la purificazione nazionale, per lordine e lunit della nazione . 25 Risulta chiaro, secondo questa interpretazione, che il Fascismo non associato n alla continuit, n alle classi privilegiate e, in questo sen so, la stabilit degli elementi della D estra, secondo la classificazione di Laponce, messa in questione. Resta, certo, la scappatoia di dissociare il Fascismo dalla Destra: ma, usando questo espediente, il modello di Laponce rivelerebbe un grave limite, cio il non saper dar ragione di tu tta la D estra radicale del Novecento, dalla konservative Revolution , al Nazionalsocialismo, ai materiali stessi di questa ricerca. L immagine archetipica della destra sarebbe dunque lim itata solo al conservatori smo tradizionale, ma questo verrebbe a contraddire lipotesi di fondo dello studio, relativa alla universalit dellarchetipo e alla sostanziale continuit con riferim ento ai contenuti e alle associazioni. Credo che il problema consista proprio nel voler stabilire empiricamente dei confi ni chiari alla polarit destra-sinistra nel magma dellimmaginario sociale e che tale intenzione fuoriesca dalle possibilit stesse di una ricerca orientata allanalisi delle immagini. C ertam ente, comunque, dello studio di Laponce possiamo accogli re lidentificazione di destra e sinistra come metafore profondami no radicate nel nostro immaginario sociale con plausibili richiami li 1 1

264

ANNA ELISA

mensione spaziale, avvaloramenti simbolici e programmi ideologici Q uesta caratterizzazione profonda dei due term ini spiega poi la loro specifica influenza e il loro uso ricorrente nei modi usuali di concettualizzare la politica. Il binomio destra-sinistra viene cos preferito ad altre possibili opposizioni binarie, pi estrinseche, proprio per lassociazione di esso alla simbologia e agli stereotipi spaziali che costituiscono i cardi ni di ogni spontanea rappresentazione delluniverso. 5. Riassumendo il percorso fin qui svolto, si innanzitutto sostenu to che il problema della definizione e dellutilit dei due concetti destra-sinistra non pu essere risolto indipendentem ente dalla precisazio ne metodologica degli am biti specifici e degli scopi loro propri in cui il binomio si trova impiegato. Si dunque proceduto ad individuare quattro contesti d uso: il linguaggio ordinario, il linguaggio ideologico, lanalisi scientifica della realt storica e socio-politica e lindagine sul limmaginario sociale. Per quanto riguarda il linguaggio ordinario, s visto che la definizione aperta e che limpiego dei due term ini si fon da sulla comprensione dei parlanti relativam ente al loro uso e che la capacit di usarli costitutiva del loro senso. In riferim ento agli altri due contesti, ideologico e scientifico, s concluso che il giudizio sulle due categorie (come su qualsiasi altro concetto o modello) relativo allefficacia rispetto agli scopi ideologici o teorici: cio far seguaci o in terpretare perspicuam ente il mondo o predire eventi. Infine lindagine dellimmaginario sociale indica che i due term ini destra-sinistra del linguaggio ordinario incorporano una metafora spaziale profonda, cen trale nella nostra raffigurazione politica, perch legata alla percezione primaria della lateralit e alluniverso simbolico a essa collegato. Da cui possiamo dedurre che, rispetto a categorie e classificazioni puram ente accadem iche26, questa polarit si presenta come universalmente diffusa e quindi pi im m ediatam ente disponibile a essere riutilizzata e rin novata. Vorrei, a questo punto, sostenere che nellambito dellanalisi delle ideologie, che quello in cui propriamente si colloca la ricerca presen tata in questo volume, possibile proporre una definizione dei due ter mini tale da consentire una classificazione binaria significativa di tutta la produzione ideologica post-Rivoluzione francese. Con ci non inten do n che questa sia l'unica classificazione possibile n che sia una di stinzione riassuntiva di tu tte le altre, n che sia una specie di attribu zione di essenza, cosicch una volta riconosciuta una ideologia come attribuibile alluno o allaltro dei due poli, se ne possano dedurre i con tenuti per via assiomatica. Pi semplicemente luso delle categorie di destra e di sinistra ci consente di classificare le svariate e internam ente variegate ideologie del X IX e del XX secolo in due grandi famiglie.

5. L 'O PP O SIZ IO N E DESTRA-SINISTRA. RIFLESSIO N I ANA LITICHE

265

Le ideologie di sinistra sono raccogliteli intorno al principio comu ne e unificante i diversi orientam enti e i programmi concreti dellegua glianza. Le ideologie di destra sono invece tu tte ispirate al principio di fondo deUinegualitarismo gerarchico. La demarcazione delle espressio ni ideologiche lungo questasse non certo nuova e gli esempi possibili sono num erosi27. L accordo di diversi studiosi su questa definizione di per s non costituisce una prova della correttezza o della verit della stessa (casi di fallacia essenzialista), ma piuttosto suggerisce lipotesi di unimmagine diffusa che privilegia la corrispondenza fra sinistra e eguaglianza da una parte e destra e gerarchia dallaltra. Ritengo che la ragione della specifica salienza della doppia associazione abbia a che vedere con limmagine archetipica delle metafore di destra e di sinistra di cui ha scritto Laponce. Senza dover necessariamente presupporre condizionam enti biologici nei simbolismi legati alle percezioni spaziali n ricorrere ai residui simbolico-rituali da culture primitive, ma parten do pure dalla Rivoluzione francese, possibile cogliere la relazione fra metafore spaziali della politica e programmi ideologici delle p arti . E infatti stata la Sinistra che durante la Rivoluzione francese ha fatto ruotare lasse della raffigurazione immaginaria della dimensione politi ca da verticale a orizzontale, laddove allorizzontalit si associava un preciso programma ideologico contro il privilegio e la gerarchia. La D e stra invece, che ha subito la rotazione, m antiene nella sua immagine e nella sua ideologia la precedente verticalit. Mi sembra cio plausibile che lapparizione della polarit nella vita politica sia avvenuta sotto il segno della corrispondenza sinistra-orizzontalit-uguaglianza e, allop posto, destra-verticalit-gerarchia e che questa situazione inaugurale dellimpiego dellopposizione abbia in qualche modo fissato u n immagi ne che divenuta poi stereotipo per cui lassociazione delle dimensioni spaziale e ideologica ora largamente familiare e operante nella nostra cultura politica. Veniamo ora a precisare il senso della definizione dei due term ini in relazione alloggetto specificato, cio lanalisi delle ideologie (non delle politiche, dei com portam enti, dei mezzi) a partire dalla Rivoluzio ne francese, appunto. Innanzitutto, va osservato che il binomio egualitarismo-gerarchia pu tradursi in svariati programmi ideologici concre ti, perch entram bi i criteri sono relativi e da definire rispetto ad altri valori28. L eguaglianza da realizzare pu essere eguaglianza di fronte alla legge, eguaglianza di dignit, eguaglianza politica, di opportunit, economica. Cos dallaltro lato, la gerarchia pu essere quella tradizio nale di ceto, fondata sulla stirpe, o fondata sul censo, sul merito, sulla razza. In term ini sintetici, eguaglianza significa riconoscimento di uno o pi aspetti relativam ente ai quali gli individui, indipendentem ente da tu tte le altre diversit, sono uguali, e in base ai quali hanno titolo a uguale trattam ento, m entre gerarchia significa lindividuazione di una specifica superiorit di alcuni che, al di l di possibili aspetti comuni

266

ANNA l-I.ISABETTA G A LEO TTI

fra gli uomini e fra le donne, richiede un trattamento differenziato. Si noti che dal punto di vista puramente formale, entrambi i principi rien trano nella regola di giustizia di derivazione aristotelica, che tratta i casi eguali in modo eguale e i casi diversi in modo diverso. Rifletten do su questa regola potrebbe sembrare che la distanza fra destra e sini stra, seppur grande nei concreti programmi, dal punto di vista metodologico consistesse solo nel diverso computo delle differenze fra gli indi vidui che vanno tenute in considerazione nellordine politico-sociale. E se cos fosse lo spazio ideologico sarebbe rappresentabile da un conti nuum di posizioni graduate esattamente da + 1 a l 29. In realt nel conto delle differenze e delle eguaglianze fra gli esseri umani entrano in gioco atteggiamenti antropologici e approcci metodologici qualitati vamente diversi nelluno e nellaltro caso. Proprio per contrassegnare lo scarto qualitativo che definisce dunque lo spazio ideologico come r o m p o n o di .li ce coni igne, ma giustapposte preferisco parlare del criterio l i d i a gei a r d i i , d i r non dellineguaglianza in relazione alla delira Pei meglio illusi I . , I V 1 distinzione fra ineguaglianza e gerarchia, e quindi lo scarto ideologico Ira destra, sinistra e, come by-product, di unurea d ie pei comodit potremmo chiamare di centro, far riferi m e n t o H'iileologi liberale, ionie esempio ili caso di confine, euristica mente utile per la demarcazione qui richiesta. Il liberalismo stato volta a volta considerato di destra o di sinistra (e spesso di centro) a seconda dellavversario cui lo si contrapponeva, e di conseguenza della focalizzazione di un aspetto piuttosto che un altro della sua ideologia. Se il liberalismo giustapposto al conservato rismo tradizionale, laccento cade sullaspetto delleguaglianza legale contro i privilegi aristocratici e sulleguaglianza di opportunit contro le differenze di origine familiare, e quindi connotabile come di sini stra. Se invece misurato con il marxismo, appare allora come ideolo gia a sostegno dei privilegi di classe e delle diseguaglianze economiche contro un programma materiale e sostanziale di eguaglianza. Risulta co s a favore di un regime plutocratico e/o meritocratico e, sotto questa luce, difficilmente pu essere considerato di sinistra. Vorrei qui argomentare che, nonostante questa fondamentale ambi guit, da Marx in poi ampiamente riconosciuta, un programma liberale comporta delle ineguaglianze sociali che sono qualitativamente diverse da quelle implicate in una concezione gerarchica della societ che carat terizza unideologia di destra0. Nel liberalismo classico, la distribuzio ne ineguale del reddito, sia essa riferita alla differenza di capacit degli individui sia al caso, non d luogo a unorganizzazione socio-politica direttamente corrispondente alle fortune individuali. Lideologia li berale che chiede eguaglianza di opportunit e apertura degli uffici, produce forse una societ fortemente inegualitaria, ma non autentica mente gerarchica. E vero che allagiatezza economica si accompagna

5. L 'O PP O SIZ IO N E DESTRA-SINISTRA. RIFLESSIO N I ANA LITICHE

267

verosimilmente prestigio sociale, potere dinfluenza, ampliamento delle chances di avere accesso al controllo politico: ma tutto ci dal punto di vista liberale una conseguenza di fatto, non unimplicazio ne necessaria. Fa anzi intrinsecamente parte dellideologia liberale li dea (consolatoria, probabilmente) della mobilit sociale, della possibili t sempre aperta di far fortuna, della necessit dellaudacia e della re sponsabilit individuale per il successo: tutti elementi profondamente estranei a una cultura gerarchica, che comporta invece unetica della rassegnazione del proprio posto come base per il mantenimento della gerarchia stessa. Non a caso tutta la cultura della Destra radicale, dagli inizi del Novecento, si sempre opposta ai regimi liberali, la cui classe dirigente non una vera lite, unautentica aristocrazia (del sangue o dello spirito), carismaticamente dotata del potere di comando, perch appunto la sua consistenza solo economica, mercantile, quindi natu ralmente interscambiabile e priva di valore intrinseco1. Il fatto che nellambito dellideologia liberale, le differenze e le diseguaglianze sociali, prodotte per il gioco della fortuna e delle capaci t individuali, sono considerate accidenti che non intaccano lumanit degli individui, cio il riconoscimento, attraverso un processo dastra zione, degli attributi concreti degli individui, di tutti gli esseri umani come membri della stessa specie,2. In questo senso lindividuo astratto portatore dei diritti precede logicamente le persone concrete, ricche o povere, belle o brutte, donne o uomini che siano. Ed su questo mo dello di persona umana che la societ liberale viene configurata ideal mente con tutto il carico di aporie che deriva poi dallo split fra univer salit del modello e persistenza di vantaggi e svantaggi attaccati alle differenze fra individui empirici. Nelle ideologie della Destra, invece, le differenze fra gli esseri uma ni sono costitutive dellindividualit concreta, che inscindibile dagli attributi specifici e non ipotizzabile astrattamente come modello di uomo e di donna. Da ci il rilevamento di una differenza (razza, stirpe, sesso...) non comporta unicamente uno specifico trattamento in relazio ne a quellaspetto, ma il conferimento di uno status complessivo alla classe degli individui portatori della differenza stessa, status che defini sce poi il posto appropriato nella gerarchia sociale. Nel modello di essere umano liberale, lindividuo non mai esauri to dalle sue determinazioni concrete ed quindi chiaro che per quanto esse possano avere peso nella realt quotidiana, non solo possono essere ritenute irrilevanti nella costituzione dellordine politico, ma anche, non sono teoricamente insuperabili, attraverso una compensazione e bilanciamento degli svantaggi che da esse possono derivare. N ellantropologia di destra, la determinazione concreta fa luomo e la donna, e non pu in nessun modo essere accantonata n mutata. ; . evidente perci che la gerarchia che si viene a creare sulla base di que ste diseguaglianze non artificialmente costruita, ma si innesta sullu

268

ANNA ELISABI TTA G A LEO TTI

naturale diversit degli esseri umani e quindi non pu essere artificial mente cambiata. Possiamo dunque distinguere fra inegualitarismo e gerarchia, nel senso che il primo un term ine puram ente descrittivo e il secondo im plica una connotazione valutativa e prescrittiva: non solo le inegua glianze nel genere umano sono empiricamente evidenti, ma prescrivono un ordine sociale strutturato dal superiore allinferiore. In conclusione al nostro esempio, il liberalismo, quando configura una societ profon dam ente inegualitaria, non certo classificabile a sinistra, ma neanche a destra propriam ente, in quanto estraneo alla visione gerarchica. Vor rei anzi suggerire che stato proprio il modello universale e astratto di essere um ano elaborato dal liberalismo a costituire la precondizione per legualitarismo pi sostanziale delle successive ideologie della Sini s tr a 55. G razie a questo modello gli individui vengono dichiarati uguali, ancorch in term ini formali: ma appunto la discrepanza inevitabile con una realt inegualitaria che ha portato le ideologie della Sinistra non a rifiutare il principio delleguaglianza, ma piuttosto a cercare una via per la sua piena applicazione. In questo senso, credo si possa dire legittim am ente che la storia del pensiero di sinistra sia la storia del pro gressivo ampliamento, specificazione e completamento della carica po tenziale contenuta nei principi dell89, sia in senso estensivo che in senso intensivo. La critica che M arx ha mosso al liberalismo borghese, di rivestire in forma ideale, universale e astratta i brutali interessi di una classe, pu essere dunque capovolta. Proprio la formulazione di ca rattere universale dei d iritti che la borghesia chiedeva concretam ente per s ha reso quei d iritti potenzialm ente rivendicabili da parte di tutti gli esclusi, m entre la loro definizione formale e astratta ha reso possibi le la specificazione degli stessi via via in modo pi integrale. Da questo filo rosso che lega tu tto il pensiero composito della Sini stra (radicale, marxista, anarco-libertaria, per citare gli esempi pi ov vi), rinviandolo a un inizio ben preciso, l89 appunto, le ideologie della D estra sono radicalmente estranee, sia nel caso del conservatorismo tradizionalista del secolo scorso, sia nel caso del pensiero reazionario a cavallo dei due secoli, sia nelle ideologie fasciste e naziste che da que sto pensiero traggono ispirazione. In ogni caso, eguaglianza-libert-fraternit vengono rifiutati e confutati proprio sulla base dellastrattezza del modello di individuo che presuppongono. A esso viene contrappo sta levidenza della concretezza empirica, lineliminabilit delle diffe renze, lintraducibilit della qualit nel linguaggio quantitativo dei nu meri. E , come conseguenza di questo approccio al mondo umano, lirri mediabile d atit delle ineguaglianze e la gerarchia che le incastra su tas selli bene ordinati. Sorge a questo punto una domanda: in un mondo che gi conosce gli argomenti per legualitarismo, la democrazia, lauto nomia degli individui, in un mondo che gi pensa la politica in termini orizzontali, come rendere attraente una gerarchia verticale per coloro

5. L 'O PP O SIZ IO N E DESTRA-SINISTRA. RIFLESSIO N I A NA LITICHE

269

che la dovranno, verosimilmente, subire dal basso? necessario trova re un collante fra la vetta della gerarchia e la base, e questo richiede la concezione della societ come intero, come supersoggetto e la conse guente de-valutazione dei singoli che dellinsieme sociale sono solo par ti e funzioni. Ed ecco dunque la patria, la nazione, la razza, la terra, il sangue e tu tte le possibili forme di com unit rette da vincoli di soli dariet naturali e non da interessi. A ttraverso il principio fondante dellinegualitarismo gerarchico dunque possibile recuperare tu tto larm a m entario delle ideologie della D estra, dellantropologia di fondo, alli stanza com unitaria, al rifiuto di u n etica e di una politica fondate sugli interessi individuali, quindi al rifiuto della dimensione economica, di una dimensione razionale della politica e del metodo democratico, sia concepito idealm ente come sovranit popolare, sia come procedura di decisione collettiva. 6. Il problema che resta qui da affrontare e che quello da cui si era partiti concerne lapplicabilit del binomio destra-sinistra, nellac cezione sopra specificata, alla riflessione ideologica rispettivam ente del la Nuova destra e della Nuova sinistra di oggi. Infatti i dubbi sollevati da Marco Tarchi e dai suoi amici, che hanno trovato buona accoglienza presso autori presum ibilm ente di sinistra come Massimo Cacciari, ri guardano loggi non il passato: nella crisi delle ideologie tradizionali, nel fare i conti sia da destra che da sinistra con un certo modo di far politica, ancora possibile dem arcare fra una Weltanscbauung di destra e una di sinistra, in cui i giovani possano riconoscersi? Non c forse una superiore istanza generazionale critica verso tutti gli schematismi e verso tu tti i moralismi, che invece unifica tu tti i soggetti nei biso gni, nei vissuti , al di l del confine politico ormai invecchiato? Q ue sto interrogativo viene da una parte consolidato dallinteresse degli in tellettuali di sinistra per la cultura e la filosofia della crisi del mondo germanico, classicamente patrim onio della D estra, a partire da N ietz sche fino a Cari Schm itt, attraverso tu tta la gamma del patrimonio weimariano che costituisce un primo elem ento di rottu ra nella cultura marxista. Da parte di costoro si legge nelle trame della cultura della crisi il carattere essenzialmente eversivo, radicalmente critico nei con fronti della civilt borghese. Critica che non si limita alla dimensione economico-politica, ma penetra via Schopenhauer, Nietzsche e Spen gler, nel cuore stesso del pensiero dellO ccidente, nella sua metafisica e nella sua logica, contrariam ente alla filosofia della storia razionalista del marxismo. In secondo luogo, il m ovimento del 1977, preceduto e avviato dal femminismo, ha generato u n atmosfera di ripensamento e ripiegamento interiore e una carica di ribellione verso la dominanza della politica, in direzione di u n apertura sul privato, sui bisogni, sui desideri e le specificit. A questo punto la generale posizione difensiva della Sinistra, che

270

ANNA K.I.ISAHl ITA G A LEO TTI

traduce, nella teoria, in una sorta di Methodenstreit, in unaffannosa ri cerca di nuove vie, nuovi strum enti, nuovi padri, la proliferazione dei dubbi e delle autocritiche, la moda delle incertezze, rappresenta un ter reno favorevole alla Nuova destra per u n opera di penetrazione culturale-ideologica presso i giovani. Proponendo unimmagine di s rinno vata e sottolineando lo sconcerto e il clima di sconfitta della Sinistra, la Nuova destra dichiara: I tem pi del manicheismo culturale sono fini ti [...]. Le chiusure erm etiche di fronte a talune posizioni hanno con dotto alla incomprensione e quindi allo sterile ripiegamento su se stessi: non un caso che da qualche tempo da sinistra si riscoprano e si ripro pongano autori certam ente, inequivocabilmente di destra a cominciare da N ietzsche e finendo a Pound, passando per Spengler, Jnger, Schm itt e tu tto il cosiddetto pensiero negativo. Il revival tradisce la povert, la miseria dellintellighentsia progressista italiana. 1 4 Come si visto nel terzo capitolo di questo volume, il tema specifi co intorno a cui viene argom entato il superamento della divisione destra-sinistra propriam ente quello della differenza . La novit dei movimenti emersi dalla Sinistra donne, creativi, verdi ecc. la rivendicazione dello specifico, del particolare, del diverso contro le istanze massificanti e livellanti della societ dei consumi. In ci, i teori ci della Nuova destra colgono una somiglianza con la propria tradizione che da sempre avrebbe com battuto ogni forma di livellamento. Stiamo assistendo a un fenom eno nuovo: la vecchia D estra e la vecchia Sinistra sono obbligate a misurarsi con la Nuova cultura sul terreno scelto da questultima. Per la prima volta, dopo 35 anni, si ro vesciano consolidati rapporti di forza. Nel frattem po la Nuova sinistra sallontana sempre di pi dal resistenzialismo, per orientarsi verso il re gionalismo, la lotta contro la massificazione consumista e la abdicazio ne dellidentit culturale, congiungendosi cos di fatto con quella N uo va cultura che verbalm ente com batte. 3 5 Il problema che viene posto qui riguarda la possibilit che questa nuova tem atica della differenza annulli effettivam ente la distanza ideo logica fra destra e sinistra. Poich abbiamo precedentem ente identifica to questa distanza nella contrapposizione fra egualitarismo e gerarchia, bisogna dom andarsi se u n ideologia della differenza compatibile o meno con gerarchia da una parte, e con egualitarismo dallaltra. Se essa si rivela incompatibile con luna o con laltro o con entram bi, evidente mente la coppia analitica destra-sinistra, nellaccezione sopra specifica ta, non pi utilizzabile. Se per la rivendicazione della differenza ri sulta compatibile sia con una concezione gerarchica (com ovvio, mi pare), sia con una egualitaria, allora lopposizione di fondo fra destra e sinistra non viene annullata autom aticam ente dalla presenza di questo tema in entram bi i settori dello spettro politico. Che ci siano differenze fra gli esseri umani, le lingue, le culture, le generazioni ecc., u n affermazione quasi banale ampiamente sostenuta

5. L 'O PP O SIZ IO N E DESTRA-SINISTRA

RIFLESSION I A N A LITICHE

271

dallevidenza empirica. Losservazione delle differenze peraltro anco ra neutrale rispetto a come esse debbano essere trattate in un arrangia mento sociopolitico. C ertam ente dal riscontro delle differenze si pu facilmente slittare in una concezione inegualitaria gerarchica, non ap pena esse vengono avvalorate secondo una scala dal pi al meno. Ed esattam ente questo che lideologia della D estra vecchia e nuova ha compiuto: scivolando implicitamente da un rilevamento descrittivo delle numerose e visibili differenze del genere umano a una loro propo sizione norm ativa, ne ha sviluppato una concezione gerarchica del mondo sociale, giustificata dalla "natura delle cose . Rinviando al ter zo capitolo di questo volume per illustrare tale affermazione, riporto qui solo un passo di Alain De Benoist particolarmente lucido al propo sito: J appelle ici de droite, par pure convention, lattitude consistant considrer la diversit du monde et, par suite, les ingalits relatives qui en sont ncessairement le produit, comme un bien, et lhomogni sation progressive de monde, prne et ralise par le discours bimillnaire de lidologie galitaire, comme un mal. J appelle de droite les doctrines qui considrent que les ingalits relatives de lexistance in duisent des rapports de force dont le divenire historique est le produit [...]. C est dire q u mes yeux, lennemi n est pas la gauche ou le communisme ou encore la subversion, mais bel et bien cette idolo gie galitaire dont les form ulations religieuse et laque, mtaphysique ou prtendem ent scientifique n ont cess de fleurir depuis deux-mille ans, dont les ides de 1789 n ont t q u une tape, et dont la subver sion actuelle et le commnunisme sont linvitable aboutissem ent. 3 6 D altra parte la rivendicazione delle differenze comunque compa tibile con la concezione egualitaria. Un primo esempio classico: il famo so m otto marxiano dalla Critica al programma di Gotha da ciascuno secondo le sue capacit, a ciascuno secondo i suoi bisogni 3 7 racchiude in s il riconoscimento della rilevanza delle differenze fra gli esseri umani, sia per quanto riguarda la contribuzione, che per quanto riguar da la distribuzione. Dobbiamo forse concludere che Marx antieguali tario? Bisogna piuttosto non assimilare il principio dellegualitarismo a quello di livellamento, cio rendere eguali tu tti in tu tto . Il principio marxiano rappresenta in nuce il modello dellegualitarismo non livellan te: riconoscere a tu tti pari dignit e pari chances di esprimere la propria individualit senza penalizzazioni e col riconoscimento di handicap. Ed appunto in questa direzione che si muovono i nuovi movimenti verso differenze orizzontali , per ottenere eguale dignit, opportunit, chances di vita, senza dover rinnegare la propria differenza, di donna, nero ecc. In questo senso il Quota-system, adottato in diversi settori negli Stati U niti (posti allUniversit, posti di lavoro) e il diffrence prin cip e di John Rawls che del primo rappresenta lespressione teo rica38, sono da interpretarsi come forma di risarcim ento e handicap positivi, fintantoch il processo contro le discriminazioni non sia effettivo so-

ANNA ELISAMI IT A G A L EO TTI

<inlmcnte e quindi lo svantaggio connesso a certe differenze sia ancora operante. Nei casi in cui la cultura della differenza ha perduto il nesso vitale col principio d eguaglianza, erroneam ente identificato con uniform it, ha dato luogo a forme di autoem arginazione senza sbocco, esauritesi in se stesse. Posto dunque che siamo in grado di distinguere la tematica delle differenze vista da destra e da sinistra, si pu ora riconoscere che le critiche allimpiego della demarcazione destra-sinistra e la proposta di una terza posizione non si collocano sul piano analitico, bens propria mente sul terreno ideologico, anche se linterferenza dei piani rimane implicita. Come abbiamo detto, nellambito delle ideologie certam en te possibile ridefinire i due concetti o accantonarli del tu tto, il limite di tali operazioni essendo il successo politico, che non viene deciso dal lanalisi. Piuttosto ci si chiede perch u n area politica come la Nuova destra sostenga questa posizione. Si pu suggerire, come risposta, la volont di proporre u n immagine di s nuova e autonoma, sganciata dal prevalente disvalore associato al term ine destra nella cultura politica italiana degli ultimi quindici anni. Q uesto progetto diventa possibile e pensabile nel momento della crisi delle sinistre in Italia, nella genera le perdita d identit politica che rende la contrapposizione destra-sini stra em otivam ente meno calda . Indubbiam ente poi la cultura delle differenze offre un appiglio particolarm ente favorevole per cavalcare la tigre . Specificamente essa svolge un duplice ruolo ideologico, allin terno del programma della Nuova destra: a) diventa la chiave di volta per condurre la critica al totalitarism o e, quindi, fra laltro, per sconta re il proprio passato, tram ite lequazione: differenze = pluralit = plura lismo = antitotalitarism o; b) viene usata come giustificazione della vi sione gerarchica, che si incarna nello Stato organico, rispettoso delle com unit e individualit concrete, bench, a loro volta, rispettose del luogo loro assegnato. In conclusione, la dichiarazione di obsolescenza dellopposizione destra-sinistra viene avanzata, in term ini ideologici e non inficia la sua capacit analitica di gettar luce sulle nuove ideologie, di identificarle secondo la demarcazione egualitarismo-gerarchia. Anzi, in una situazio ne di apparente rimescolamento, sembra particolarm ente opportuno poter distinguere analiticamente fra le differenze gerarchicamente ordi nate della D estra e le differenze orizzontali con richiesta di pari dignit della Sinistra.

N o te

1 m a s s i m o c a c c ia r i , Sinistreritas, in a a .v v ., Il concetto di sinistra, Milano, Bompia ni 1982; Gia m p i e r o MUGHINI, Da destra venite, "Pagina, agosto-settembre 1982, pp. 70-76. 2 m a r c o TA R C H i, Dalla politica al politico". Il problema di una nuova -antropologia, in A l di l della destra e della sinistra, Roma, LEdE. 1982, p. 21. Si noti che la discussio ne non avviene solo in Italia, ma, per esempio, anche in Francia, dove allinizio di marzo 1984 YInstitut Socialiste d tudes et de recherches (ISER) e il PS hanno organizzato un colloquio su Lextrme droite et ses connivences , uno dei cui temi stato la discussio ne della tesi, cara alle opposizioni al governo attuale, secondo cui il socialismo porta con s i germi del totalitarismo (tesi che nella versione del Club de lHorloge afferma lugua glianza socialismo-fascismo). (Cfr. Le M onde, 7; 11/12 marzo 1984.) Sugli orienta menti storici della Destra francese cfr. z. s t e r n h e l l , Ni droite ni g/iuche, l'idologie fasci ste en France, Paris, Seuil 1981. 3 Les Temps Modernes , La Gauche, 1955, p. 1583. 4 Cfr. E . w e b e r , The Right. An Introduction, in The European Right, a cura di H. ROGGER e E . W EB E R , p. 2. 5 D. c a u t e , The Left in Europe since 1979, Verona, Mondadori 1966, pp. 9-25. 6 Come esempio di questa posizione vedi j .L . t a l m o n , Who s Left What s Right, Encounter , Febbraio 1977. 7 Vedi ancora il numero dellEncounter che raccoglie fra i suoi contributi diversi esempi di questa posizione. 8 L. W i t t g e n s t e i n , Philosophical Investigations, Oxford, Blackwell 1968, p. 31, nn. 66-78. 9 Ibid., n. 67. 10 Ibid., n. 69. 11 R. r e m o n d , Les Droites en France, Paris, Aubier Montaigne 1982, cap. I, p. 16: Le problme de dfinition est de ceux qui ne comportent pas la solution pleinement satisfaisante pour la raison quon ne peut exclure tout fait la ptition de principe. La definition de la droite et pareillement de la gauche implique en effect deux dmar ches distinctes dont chacune devrait logiquement prcder lautre: cette antriorit qui doit tre rciproque constitue laporie majeure. Elle est d ailleurs inhrente a toute iden tification pour laquelle on ne dispose pas d un point de dpart irrcusable. 12 D. c a u t e , op. cit., p. II: A further difficulty arises from the fact that the m et hod of argument, or model-building, must necessarily rest on the assumption that cer-

274

NOTE

tuin movements, men and policies are almost unanimously acknowledged to be of the left, and others to be on the right, or non-left. 1 5Sulla necessit di tener distinti luso descrittivo e luso emotivo dei termini cfr. n o r b e r t o b o b b i o , Per una definizione della destra reazionaria in Nuova destra e cultura reazionaria negli anni 80, Atti del convegno di Cuneo (1982), Cuneo 1983, pp. 19-20. Sullinscindibile commistione di linguaggio normativo e descrittivo nelle ideologie e a proposito dei termini destra e sinistra cfr. D. c o f r a n c e s c o , Per un uso critico dei termini destra e sinistra", in La Cultura , n. 3-4, 1975, pp. 387-414. Un esempio di questa commistione il saggio di k o l a k o w s k y The concept of the Left, in Marxism and Beyond, London 1969. 1 4Quaderni FIA P , n. 14, 1975. 1 5Paradigmatica al riguardo la Distruzione della ragione di G. l u k a c s , Torino, Ei naudi 59. 1 6M . w e b e r , Il metodo delle scienze storico-sociali, Torino, Einaudi 1974J 1 7R. r e m o n d , A k recherche de la droite, cit., pp. 31-33. 1 8Ibid., p. 39. 1 9Classicamente il modello unilineare di rappresentazione spaziale della politica stato inaugurato da A. d o w n s , An Economic Theory of Democracy, New York, Harper 1951, in seguito a cui una vasta letteratura stata prodotta. Tra i tanti ricordo D. R o lli k ison, A Theory of Party Competition, New York-Sidney-Toronto, Wiley 1976, che particolarmente chiaro riguardo allo statuto epistemologico del continuum destra-sinistra (p. 56). Come esempio delluso del binomio in sociologia, vedi s.M. u p s e t , Fascism-Left, Right iin<l Center, in Political Man, London-Melbourne-New York, Heinemann 1959, pp. M i l 76, dove particolarmente chiaro il carattere stipulativo delle due categorie: aven do 1111ii11i definito destra classi privilegiate e sinistra = classi inferiori e centro = classi Minili', 11 > i111ii a il Iu seismo come radicalismo di centro . s mai /mi, Immaginazione sociale, in Enciclopedia Einaudi. I I mi. min Mulinili New York, University of Toronto Press 1981. " ( i m i ii|i|iiuii in itiiu lo g n quello di Laponce larticolo di s. d e g r a z i a , Right in Voltiti \ //< m ir /ni \ymhnlu lateral asymmetry, "Political Studies , 29, 1981, pp. 254.'ii l, i Ih u n ii ti|i|iiinlii ill te m u ti*/ ,n ir In continuiti della simbologia della lateralit nelI'u t ilv i*i mi ] ii 1111 u n i Im m illilo dn d e n im c sinistra. 21 , MAI/*(>, up ch., |>. 79. '' Cfr ii in in /. The Preeminence of the Right Hand: A Study in Religious Polarity, III li ni 11111AM (ii m in ili), Right and Left, I.nayi in Dual Symbolic Classification, Univerily of Chicani! P r 197). II i i kka, Il lasciimo fra reazione e progresso, in Sei risposte a Renzo De Felice, Ro ma, Volpe 1976, pp. 55-10). 2 6Cfr., per esempio, c o f r a n c e s c o , cit., che elabora il binomio classico-romantico per lanalisi delle ideologie, p. 17. 2 7Per tutti gli esempi possibili, basti riferirsi alla survey condotta da l a p o n c e , op. cit., da cui destra-gerarchia e sinistra-eguaglianza risultano associazioni costanti nella let teratura. In relazione al presente dibattito con la Nuova destra, vedi: N. b o b b i o , Per una definizione di destra reazionaria, cit., e m a r c o r e v e l l i , La nuova destra di destra, Pace e guerra, 4, die. 1982. 2 8Sulla relativit del concetto di eguaglianza e del suo contrario vedi b o b b i o , op. cit., p. 25. 2 9Di questa opinione sembra essere b o b b i o , op. cit., che distingue, sulla linea com presa fra destra e sinistra, quattro posizioni graduate da una sinistra estrema a un cen tro-sinistra a un centro-destra fino a una destra estrema, secondo il grado di egualitari smo (o antiegualitarismo) che ciascuna esibisce. In questo modo, a mio parere, non risul ta soddisfacente la collocazione del liberalismo nel centro-destra, in quanto ideologia li bertaria, ma inegualitaria. Si perde cosi la differenza qualitativa fra liberalismo e destra radicale fra ineguaglianza di fatto e valore della gerarchia cercher di argomentare nel testo. E infatti l. stesso deve poi riconoscere che linegualitarismo liberale riconosce leguaglianza formale e quella delle opportunit.

N OTE

275

3 0Sullatteggiamento di disprezzo della Destra radicale nei confronti del liberalismo e dei regimi liberali, la ricerca presentata in questo volume fornisce unampia documen tazione. Basti ricordare la posizione di Evola per cui liberalismo, democrazia e sociali smo non sono che forme diverse del medesimo male che contrassegna la modernit. 3 1M . r e v e l l i , Le filosofie egualitarie, mimeo, O rta 1983, sottolinea che latteggia mento gnoseologico sottostante a una filosofia egualitaria lastrazione razionale dalla particolarit empirica per giungere a concettualizzare individui astrattamente uguali e, correlativafhente, sul versante delle filosofie inegualitarie, lapproccio intuitivamente empateticamente concreto. 3 2Paradossalmente, una qualche forma di continuit o, meglio, coerenza fra il mo dello liberale, quello democratico e quello socialista stata affrontata proprio dagli auto ri della Destra considerati in questo volume, che appunto sostengono essere il socialismo lo sviluppo estremo del liberalismo. Cfr. Erra, Evola, Benoist. Riporto qui paradigmti camente solo un epigono significativo: "La Nuova destra afferma la profonda diversit del genere fra gli individui portando a sostegno delle proprie tesi i risultati dellindagine scientifica finora svolta in mezzo agli anatemi dei seguaci dellideologia e agli ostacoli frapposti dai detentori del potere culturale [...]. Riconoscere la diversit, la diseguaglian za degli uomini significa rinunciare ai progetti che tendono a uniformare lumanit intor no a un unico valore, a un unico modello. Significa cio prendere le distanze da ci che si convenuto chiamare totalitarismo, delle cui brutali manifestazioni regressive lUtopia illuministica della Societ degli Uguali non che lanticamera teorica ( m . t a r c h i , Ipotesi e strategie per una Nuova destra, Interventi", giugno 1978). 3 3a p i m a n i , Introduzione a Proviamola nuova, atti del seminario e strategie di una Nuova destra, LEdE 1980, p. 12. 3 4m . c a b o n a , Nuova Cultura e mass-media, in a p i m a n i , op. cit., p. 102. 3 5A. d e b e n o i s t , La droite introuvable, in Les ides l'endroit, Paris 1979, p. 58. 36 K. m a r x , Critica al programma di Gotha, Roma, Editori Riuniti 1976. 3 7J. RAW LS, A Theory of Justice, Harvard University Press 1971 (tr. it. Una teoria della giustizia, Milano, Feltrinelli 1982).

Anda mungkin juga menyukai