Le Controversie cristologiche.
I Concili di Efeso (430), Calcedonia (450) e Costantinopoli (553)
Bibliografia: J. N. D. Kelly, Early Christian Doctrines, London 1958 (ed.
rev. 2000); A. Grillmeier, Jesus der Christus im Glauben der Kirche:
2/1: Das Konzil von Chalcedon (451); 2/2: Rezeption und Widerspruch
(451-518); 2/3: Die Kirchen von Jerusalem und Antiochien nach 451
bis 600, Freiburg 1979-2002 (trad. in diverse lingue); L. Perrone, La
chiesa di Palestina e le controversie cristologiche. Dal concilio di Efeso
(431) al secondo concilio di Costantinopoli (553), Brescia 1980; C.
dellOsso, Cristo e Logos. Il calcedonismo del VI secolo in Oriente,
Roma 2010.
A. LA CONTROVERSIA NESTORIANA
I. La posizione del primo Cirillo di Alessandria
Secondo Grillmeier, Cirillo, vescovo dal 412, inizialmente sembra ignorare
completamente la controversia cristologica sviluppatasi a partire da Atanasio fino al suo
tempo. Il Grillmeier considera la cristologia del primo Cirillo in continuit con il
pensiero di Atanasio e con la cristologia logos-sarx. Per comprendere la posizione di
Cirillo, occorre dunque partire dalla posizione di Atanasio e di Apollinare, le due figure
indubbiamente pi rappresentative della cristologia logos-sarx, di cui comunque il
referente principale Atanasio.
Cirillo apporta alcune motifiche allargomentazione di Atanasio ma, nella sua
rielaborazione, non ha alcuna intenzione di cambiarla sostanzialmente; vuole
semplicemente renderla pi accettabile. Cirillo non riconosce lanima umana di Cristo
quale fattore teologico, fino allapparire di Nestorio. Il Thesaurus e i Dialoghi non
offrono alcuna indicazione che Cirillo riconosca in Cristo una scienza e uno sviluppo
dellintelligenza umana. Il Logos considerato la potenza spirituale di Ges, e il
progresso delluomo Ges coincide con la graduale rivelazione della sapienza del
Logos. Sulle orme di Atanasio, Cirillo non confuta le obiezioni sollevate dagli ariani
contro limmutabilit del Logos facendo appello allanima umana di Cristo. I due
alessandrini riconoscono la realt delle sofferenze della carne, ma non quelle della
psych. la carne infatti quella che riceve i doni, la santit e la gloria. In tutta
questelaborazione rivolta contro gli ariani, Cirillo non contesta il principio cristologico
fondamentale, sul quale essi fondano le loro argomentazioni, e cio lidentificazione del
Logos con lanima di Cristo. Egli contesta solamente le conseguenze che gli eretici
traggono da questo principio riguardo alla natura del Logos. Lapollinarismo e la lotta
della Chiesa contro di esso sembrano virtualmente ignorati dallautore del Thesaurus e
dei Dialoghi. Si pu dire, quindi, che, nel Thesaurus e nei Dialoghi, il primo Cirillo si
limita sostanzialmente a ripetere le formule di Atanasio, senza ulteriori modifiche. Nella
sua interpretazione cristologica, in questa prima fase, tutto ruota attorno allo schema
Logos-sarx.
II. Teodoro di Mopsuestia e la cristologia antiochena classica.
Per comprendere la cristologia di Teodoro (vescovo di Mopsuestia da 392 a 428),
occorre considerare attentamente il suo atteggiamento nei confronti della fede e del
2
culto cristiano. Il Grillmeier sostiene che un quadro generale della fede di Teodoro
potrebbe rendere pi facile la ricostruzione della sua formulazione dottrinale in ambito
cristologico. Largomentazione di Teodoro si basa essenzialmente sulla tipologia.
Seguendo lo schema delle due katastseis (et), quella presente e quella futura, egli
afferma che tutta lopera di Cristo rivela il modo in cui la oikonomia di Dio orientata
verso limmortalit. Dio ci mostra, in Cristo, i primi frutti dellimmortalit, che ha
preparato per noi. I misteri della vita di Cristo preannunciano quelli della Chiesa. Col
battesimo il cristiano partecipa alla morte e risurrezione del Signore. Con ladozione a
figlio, egli partecipa alla filiazione unica dellUnigenito (il Logos). Questa
partecipazione si realizza per noi, in modo misterioso, nel Cristo uomo. Tutta
1oikonomia di Dio presente nella celebrazione eucaristica, che ci rende partecipi fin
dora delle realt celesti. Per cui la redenzione non consiste semplicemente nella
(speranza dell) immortalit, nellincorrutibilit e immutabilit (della vita futura), ma,
nella nostra partecipazione, attuale e interiore, allo Spirito divino.
Va notato che, in linea di massima, nella sua dottrina sul battesimo e nella sua
concezione della vita cristiana, Teodoro tende a salvaguadare la trascendenza di Dio. Il
concetto fondamentale, sul quale poggia tutta la sua argomentazione, non tanto quello
della divinizzazione, quanto quello della congiunzione, coniunctio, e
dellobbedienza morale a Cristo. Appare pertanto evidente che, per Teodoro, la misura
della nostra partecipazione alla vita divina mediante il battesimo, Cristo stesso; e ci
significa, in definitiva, la congiunzione delluomo assunto con il Logos e con la sua
natura divina. Il Logos rende possibile la partecipazione della natura umana di Cristo (il
susceptus homo) al culto tribuato a Dio in base alla sunpheia (= congiunzione), per
mezzo della quale luomo assunto partecipa alla vita delle persone divine: Padre e
Spirito; poich il Logos homoousios, consustanziale ad esse. La gloria delluomo
assunto consiste, in definitiva, nellessere accettato come