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5. Dal Piano Marshall all'unione europea Gli avvenimenti politici occorsi nei primi mesi del ’48 avevano cambiato radicalmente il contesto internazionale ed europeo, permettendo lemergere di nuove prospettive d’integrazione continentale. Oltre al colpo di Praga di feb- braio, il «piccolo blocco» di Berlino in marzo, cui era segui- to, in luglio, il «grande blocco», dopo la ratifica da parte dell’Assemblea nazionale francese, il 18 giugno, delle deci- sioni sul recupero della Germania occidentale e il suo inse- rimento a pieno titolo tra gli Stati europei prese dalla Con- ferenza di Londra tra Francia, Gran Bretagna e Stati Uni- ti#3, mettevano all’ordine del giorno il problema della dife- sa dell’Europa e dell’inserimento in essa della Germania. Linteresse americano per Punificazione europea, a sua volta, dava credibilita ai partigiani dell’unita ¢ alle loro ar- gomentazioni, inducendo i governi europei, figli della co- mune esperienza bellica e non sordi al richiamo unitario che la Resistenza aveva esaltato, a prendere in considera- zione effettive limitazioni di sovranita. Il Piano Marshall, per un verso, portava l’esigenza di una qualche forma di u- nita su quel terreno della concretezza che i governi necessa- riamente privilegiano; per l’altro obbligava a trarre le dirette riportando le posizioni emerse nel colloquio — non possono pit essere studiati ¢ risolti senza tener conto costantemente della situazione ¢ delle attivita dei partner europei». Cid risultava ancor pit evidente, anche in vista degli imminenti negoziati che si sarebbero svolti a Pari- gi, di fronte alla precarieta della situazione economica italiana e alla necessita di un intervento prolungato degli americani a sostegno delPeconomia europea. 18 La ricostituzione dello Stato tedesco passava attraverso cinque decisioni: convocate, in settembre, un’Assemblea tedesca per redigere una Costituzione, la futura Legge fondamentale; integrare economi- camente il nuovo Stato tedesco nell’Europa occidentale; prevedere un trattamento speciale per il bacino della Ruhr, con la creazione di un’Autorita internazionale come primo passo per il superamento del conflitto franco-tedesco; mantenere le forze americane a difesa dell’ Europa; coordinare la Trizona. 338 oseneaaiematenaeaennicenintiemaaee macnn mrunneamemetetenmenn aanemaaeeneneeneaaenateee conseguenze della guerra fredda in corso, limitando geogra- ficamente Europa del possibile agli Stati disposti ad acco- glierne le indicazioni e facendo venir meno quell’alternativa terzaforzistica che molti avevano auspicato. Nel maggio del ’48, era stata convocata all’Aja™, su ini- ziativa del genero di Churchill, Duncan Sandys'45, una grande conferenza di «personalita pubbliche di spicco» allo scopo di dar voce al desiderio dell’unita europea, lanciando cosi la campagna per l’unificazione al livello dell’azione go- vernativa. Vi partecipavano rappresentanti di 17 Stati, cui andavano ad aggiungersi osservatori di nove Paesi. La dele- gazione italiana era composta da esponenti della cultura e dei movimenti, ma non da rappresentanti di governo™, a causa della vicinanza delle elezioni politiche, ma anche pro- babilmente perché Pavvenimento era stato sottovalutato. Erano presenti, tra gli altri, Aldo Garosci, Luciano Bolis, Adriano Olivetti, Ernesto Rossi, Ignazio Silone, Altiero Spinelli, Nicolo Carandini, Enzo Giacchero, ma anche Sal- vadore Quasimodo e Giuseppe Ungaretti. Il documento finale approvato dal congresso, frutto del compromesso tra il cauto realismo dei delegati britannici ¢ Videalismo entusiasta dei federalisti italiani e francesi, auspi- cava la convocazione di un’Assemblea europea, che del congresso risultava elemento qualificante, allo scopo di stimolare e date espressione all’opinione pubblica europea; (...) for- nire consigli circa immediate misure pratiche miranti a realizzare progressivamente la necessaria unione politica ed economica dell’ Europa; (...) esaminare le implicazioni giuridiche e costituzionali M44 Cfr, Antonio Varsori, I/ Congresso dell’Europa dell’ Aja (7-10 maggio 1948), in I movimenti per V'unita europea 1945-1954, cit., pp. 311-341. MS Lidea di convocate all’Aja una conferenza che riunisse tutti i fautori dell’Europa unita, al fine di spronare i governi nella loro azio- ne era affiorata in settembre, nel corso di un colloquio tra Sandys, che guidava il Joint International Commettee, e alcuni rappresentanti della °E (tra cui Van Zeeland) 146 Durante un incontro con Churchill, Sforza si era dimostrato tut- tavia disponibile a collaborare all’organizzazione della Conferenza dell’Aja purché ad essa fossero ammessi tutti i gruppi «unionisti ¢ fe- deralisti. C. Sforza, Cinque anni a Palazzo Chigi, cit., p. 491. 339 originatisi dalla creazione di una tale unione o federazione, nonché le conseguenze economiche e sociali; (...) preparare i piani a tal fine necessari!47, Al termine del congresso, il Joint Commettee — che dalPottobre aveva assunto il nome di Movimento euro- peo" e il ruolo, come ebbe a sottolineare Spinelli, di «gran- cassa» delle iniziative governative per Punita europea — si metteva al lavoro per tradurre le proposte in iniziative con- crete. Chiedeva in particolare ai comitati nazionali di creare delegazioni che si mettessero in contatto con il Primo mini- stro o col ministro degli Esteri dei rispettivi Paesi per attira- re l’attenzione sulle risoluzioni approvate all’ Aja. I deliberati del congresso sarebbero tuttavia stati destinati a rimanere lettera morta se la Francia — dove il problema te- desco, in seguito alle decisioni prese a Londra per la rapida rinascita di uno Stato tedesco occidentale, stava diventando urgente!4? — non se ne fosse fatta paladina. II 20 luglio 1948, in occasione del Consiglio consultivo del Patto di Bruxelles, Bidault!>? avanzava Vipotesi di creare un’assemblea europea. La reazione dei britannici, che privilegiavano la prospettiva di un trattato nordatlantico e il rafforzamento militare del Patto di Bruxelles, non fu entusiasta. Ma, a dispetto dell’atteg- giamento di Bevin che appariva sempre pit tiepido di fronte alle aspirazioni di unita del continente, la proposta di Bidault trovava terreno fertile. Spaak era favorevole. Il governo o- landese l’avrebbe ripresa, il 10 agosto, alla riunione dei Cin- que, chiedendo di esprimere un punto di vista comune sul tema. Un gruppo di studio, guidato da Ramadier, redigeva 187 Congress of Europe, Verbatim Report, Political Committee Mon- day 10th 1948. Plenary Session. Consideration of Resolution from Poli- tical Committee. Cfr. A. Varsori, I/ Congresso dell’ Aja, cit., pp. 326-327. 148 Cfr. Alan Hick, 1/ Movimento europeo, in I movimenti per D'unita euro- pea 1945-1954, cit., pp. 171-181. 49 AIPAja, il futuro della Germania veniva inquadrato nell’ambito della federazione europea, un’ipotesi certamente pit vantaggiosa fi- spetto a quella della rinascita di uno Stato tedesco privo di qualsiasi «ontrollo» da parte delle grandi potenze. 150 Cfr. M. Vaisse, Georges Bidault ministre des Affaires etrangéres (1944- 1948) et l'Italie, cit. 340

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