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12.11.

1 Introduzione
Situato nellarea sud-occidentale del continente asiati-
co, lIran confina a nord con la Repubblica dellArme-
nia, la Repubblica dellAzerbaigian e il Turkmenistan, a
est con lAfghanistan e il Pakistan e a ovest con lIraq e
la Turchia. Si affaccia al nord sul Mar Caspio e a sud sul
Golfo di Oman e il Golfo Arabico. Il territorio iraniano
occupa unarea di 1.648.000 km
2
, delimitata da 6.000
km di confine e da 2.700 km di coste.
Lindustria petrolifera del paese prevalentemente
concentrata nella provincia del Khuzistan. Attualmen-
te sono attivi in Iran pi di 30 campi petroliferi. Tra i
principali campi petroliferi onshore, si distinguono
Gachsaran, Aghajari, Marun, Asmari e Bangestan, e
tra i campi petroliferi offshore, Doroud, Norouz e
Abuzar, Salman e Soroush. Pi della met della pro-
duzione di petrolio esportata sotto forma di greggio
in diversi paesi, mentre il rimanente destinato al con-
sumo interno.
LIran in ordine di importanza il secondo produt-
tore dellOrganization of the Petroleum Exporting Coun-
tries (OPEC). Secondo fonti ufficiali iraniane, le riserve
stimate di greggio del paese ammontano a 137 miliardi di
barili, corrispondenti all11,6% delle riserve mondiali
di petrolio; il paese dispone inoltre di 29.000 miliardi
circa di m
3
di gas, pari al 15,3% delle riserve mondiali
di gas.
1
I proventi derivanti dalle esportazioni di petro-
lio rappresentano l80% del totale delle entrate delle
esportazioni e costituiscono un elemento fondamentale
del bilancio nazionale.
Questi dati pongono chiaramente in evidenza il ruolo
di cruciale importanza che le entrate petrolifere svolgo-
no nello sviluppo economico del paese e in tutti i piani
economici a questo connessi: il conseguimento degli
obiettivi nazionali di sviluppo economico direttamen-
te legato allaumento del reddito petrolifero, attraverso
lo sviluppo delle risorse di petrolio e di gas.
Lo sviluppo di vaste risorse petrolifere richiede ingen-
ti investimenti. Tuttavia, dal 1979 agli anni Novanta, lI-
ran ha perseguito una politica di autonomia in termini di
investimenti, in linea con le restrizioni relative agli inve-
stimenti stranieri e alla partecipazione di entit stranie-
re allo sviluppo delle risorse naturali stabilite dalla Costi-
tuzione iraniana, e gli investitori stranieri non hanno par-
tecipato alle attivit di esplorazione e di produzione
intraprese nel quadro dellindustria petrolifera naziona-
le. Allinizio degli anni Novanta, lIran ha iniziato a con-
siderare, per diverse ragioni, la possibilit di aprire le
frontiere agli investimenti stranieri per intensificare le
attivit di esplorazione e di produzione.
Prima del 1979, lIran produceva allincirca 6 milio-
ni di barili al giorno di greggio. Nel corso degli anni suc-
cessivi, tuttavia, si registr un drastico calo dei livelli di
produzione, dovuto da una parte alla guerra contro lI-
raq, durata otto anni, nel corso della quale furono grave-
mente danneggiati molti campi petroliferi e numerose
installazioni, e dallaltra allesaurimento di alcuni pozzi,
che determin un calo produttivo di 250.000/300.000
barili al giorno.
Da allora, sono stati scoperti altri grandi giacimenti
di petrolio e di gas. Scoperto nel 1999, il campo petro-
lifero di Azadegan, per es., uno dei pi grandi giaci-
menti rinvenuti nella storia del paese e cela riserve accer-
tate di greggio pari a 26 milioni di barili. Analogamen-
te, sono state effettuate alcune grandi scoperte di gas,
come quella del giacimento gigante di gas non associa-
to di South Pars, uno dei pi grandi del mondo. Diviso
in 28 fasi, il piano di sviluppo di questo campo il pi
grande progetto energetico del paese e richiede enormi
investimenti.
785 VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI
12.11
Iran
1
Dati diffusi dallIRNA (Islamic Republic News Agency)
che riporta le dichiarazioni rilasciate il 4 ottobre 2005 da Hadi
Nejad-Hosseinian, Funzionario Responsabile degli Affari In-
ternazionali del Ministero del Petrolio (Exclusive [], 2005).
Nel settore downstream, la carenza di investimenti
particolarmente grave nel campo dellindustria di raffi-
nazione. Cos, bench sia uno dei maggiori produttori di
petrolio del mondo, lIran deve, a causa della sua insuf-
ficiente capacit di raffinazione, spendere una grande
quantit di valuta estera per importare i prodotti raffi-
nati necessari a soddisfare la domanda in costante espan-
sione del mercato interno. Per aumentare la capacit di
raffinazione, saranno necessari nuovi investimenti in que-
sto settore, obiettivo che a sua volta richiede un largo
impiego di capitali e di tecnologia.
Tutti i fattori in precedenza menzionati hanno contri-
buito al riconoscimento della necessit di impiegare capi-
tali, tecnologia e know-how per elevare i livelli di produ-
zione di petrolio, da un lato, e del ruolo che a tal fine pos-
sono svolgere i capitali e la tecnologia stranieri, dallaltro.
Sulla base di questo riconoscimento, e a causa di una serie
di considerazioni di ordine giuridico e politico, furono
introdotte nuove misure. Lintroduzione degli accordi di
buy-back, per es., fu valutata e poi effettuata per elevare
i livelli di produzione, rendendo disponibile uno stru-
mento di cooperazione tra le compagnie petrolifere inter-
nazionali e lIran. Gli investimenti effettuati in questo
quadro normativo hanno, almeno in una certa misura,
contribuito a determinare un aumento della produzione.
Nella stessa prospettiva, sono stati esplorati anche
altri canali di cooperazione con partner stranieri. La rapi-
da successione di affari energetici per molti miliardi di
dollari con le principali economie asiatiche , per es.,
uno dei risultati del tentativo di attirare operatori stra-
nieri legando lo sviluppo del settore upstream allope-
razione commerciale downstream del Gas Naturale Li-
quefatto (GNL). Inoltre, lIran ha proposto di sviluppa-
re alcune aree del vicino campo petrolifero di Azadegan
per ottenere investimenti nelle infrastrutture GNL, da
utilizzare per lo sviluppo del gas naturale di South Pars.
2
Oltre allintroduzione del buy-back come nuovo qua-
dro contrattuale di cooperazione con gli investitori stra-
nieri, occorre segnalare altri sviluppi che, almeno in una
certa misura, hanno contribuito a creare condizioni pi
favorevoli per gli investimenti stranieri nel paese, come
lintroduzione della Legge sulla promozione e la prote-
zione degli investimenti stranieri (Foreign Investment
Promotion and Protection Act, FIPPA) del 2002 e della
legge sullarbitrato commerciale internazionale del 1992,
cos come ladesione alla Convenzione di New York sul
riconoscimento e lesecuzione delle sentenze arbitrali
straniere del 1958.
12.11.2 Sovranit
sulle risorse petrolifere
La legge iraniana conferisce allo Stato la sovranit sulle
risorse naturali del paese, risorse petrolifere incluse. Lart.
153 della Costituzione iraniana proibisce il controllo stra-
niero delle risorse naturali nei seguenti termini: proi-
bita qualsiasi forma di accordo che consenta a entit stra-
niere di controllare le risorse naturali, leconomia, le-
sercito e la cultura del paese, cos come altri aspetti della
vita nazionale.
Pi in particolare, in base alle disposizioni del Petrol-
eum Act del 1987 (dora in avanti Petroleum Act o sem-
plicemente Act), le risorse petrolifere devono essere con-
siderate propriet pubblica. Lart. 2 del Petroleum Act
afferma che tali risorse fanno parte del demanio (pro-
priet e beni) e del patrimonio pubblico e, in base allart.
45 della Costituzione, devono rimanere a disposizione
e sotto il controllo del Governo della Repubblica isla-
mica dellIran, e le installazioni, gli impianti, i beni e
le propriet del Ministero del petrolio e delle sue con-
trollate, cos come gli investimenti di capitale da questi
ultimi effettuati o destinati a essere effettuati nel paese
e allestero, appartengono al popolo iraniano e devono
rimanere a disposizione e sotto il controllo del Gover-
no della Repubblica islamica dellIran [...]. Lart. 45
della Costituzione considera i summenzionati beni patri-
monio pubblico, menzionando specificamente i depo-
siti minerali: il patrimonio e la propriet pubblica,
come, per es., i terreni incolti e abbandonati, i depositi
minerali [...], devono rimanere a disposizione del Gover-
no islamico che deve utilizzarli in conformit allinte-
resse pubblico. La legge specifica nei dettagli le proce-
dure che regolano lutilizzazione di ciascuno dei pre-
cedenti beni.
Lultima parte dellart. 2 del Petroleum Act ricono-
sce al Governo della Repubblica islamica dellIran (dora
in avanti il Governo) e, attraverso le disposizioni rego-
lamentari, al Ministero del Petrolio il potere di esercita-
re la sovranit sulle risorse petrolifere. Questa posizio-
ne ulteriormente rafforzata dallart. 81 della Costitu-
zione, secondo cui assolutamente proibito rilasciare
a stranieri permessi che consentano la costituzione di
compagnie o di associazioni destinate a operare nel campo
del commercio, dellindustria, dellagricoltura, dei ser-
vizi o dellestrazione di minerali.
12.11.3 Propriet e titolarit
delle risorse petrolifere
del sottosuolo
Lart. 44 della Costituzione iraniana stabilisce che i depo-
siti minerari sono beni di propriet pubblica e proibisce
qualsiasi forma di propriet privata che abbia come ogget-
to gli stessi, sia essa nazionale o straniera. Lart. 44 affer-
ma che Leconomia della Repubblica islamica dellIran
786 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
LA DISCIPLINA NAZIONALE DELLINDUSTRIA DEGLI IDROCARBURI
2
Petroleum Economist, 2004.
deve essere divisa in tre settori: statale, cooperativo e pri-
vato, e deve basarsi su una sistematica e coerente piani-
ficazione. Fanno parte del settore statale tutte le indu-
strie di grandi dimensioni e le societ madre, il com-
mercio estero, i depositi dei pi importanti minerali, le
attivit bancarie e assicurative, la produzione di energia,
le dighe e le grandi reti di irrigazione, le emittenti radiofo-
niche e televisive, i servizi postali, telegrafici e telefo-
nici, laviazione, le compagnie di navigazione, le vie di
comunicazione, le ferrovie e cos via; tutte queste atti-
vit sono considerate di pubblica propriet e devono
essere gestite dallo Stato [...].
3
Pi in particolare, il Petroleum Act stabilisce espres-
samente che le risorse petrolifere sono di propriet del
Governo. Secondo lart. 2 di questa legge: [...] la pro-
priet delle risorse e delle installazioni petrolifere con-
ferita al Governo della Repubblica islamica dellIran che,
in base alle norme, ai diritti e ai poteri sanciti dalla pre-
sente legge, sar assunto ed esercitato dal Ministero del
Petrolio, in conformit ai principii generali e alle linee
guida politiche del paese.
12.11.4 La struttura
dei regolamenti petroliferi:
il diritto di esplorare,
sviluppare e produrre
le risorse petrolifere
e di disporre delle stesse
I principali regolamenti petroliferi sono contenuti nel
Petroleum Act e nelle leggi riguardanti la compagnia
petrolifera nazionale (National Iranian Oil Company,
NIOC). In base alle disposizioni del Petroleum Act,
lattivit petrolifera che implica lo sfruttamento delle
risorse di petrolio e di gas (ricerca e rilevamento, studi
geodetici e geologici, esplorazione, perforazione, messa
in funzione delle unit, sfruttamento e produzione)
deve essere svolta da compagnie appositamente costi-
tuite per assolvere tali compiti. Queste compagnie de-
vono operare in conformit ai rispettivi statuti, che
devono essere approvati dal Parlamento (Petroleum
Act, artt. 1 e 4). Il Petroleum Act contiene alcune dispo-
sizioni riguardanti gli investimenti nel settore petro-
lifero e, in linea di principio, proibisce gli investimenti
stranieri. Secondo lart. 6 di questa legge: Tutte le
spese di capitale devono essere proposte attraverso il
Ministero del Petrolio in base al bilancio delle unit
operative e devono essere incluse, previa approvazio-
ne da parte dellAssemblea generale, nel bilancio gene-
rale dello Stato; qualsiasi tipo di investimento stra-
niero in queste operazioni proibito. Tuttavia, come
stabiliscono le relative leggi sul bilancio, consenti-
ta una particolare forma di investimento straniero (lac-
cordo di buy-back).
Condizioni operative
Data la proibizione riguardante gli investimenti stra-
nieri del Petroleum Act e le restrizioni costituzionali rela-
tive al coinvolgimento di stranieri nelle attivit petroli-
fere, le compagnie straniere possono partecipare diret-
tamente alle attivit upstream del settore petrolifero solo
attraverso gli accordi di buy-back. La legge sul bilancio
del 2004 (2004-05) consente la conclusione di questo
tipo di accordi. Questo quanto si deduce anche dalle
disposizioni del Quarto piano quinquennale di sviluppo
economico, sociale e culturale del 2002 (2005-10). Come
si spiegher nei dettagli pi avanti, gli accordi di buy-
back sono sostanzialmente contratti di prestazione di ser-
vizi e, in quanto tali, non prevedono aree in affitto, royalty
o bonus. La durata e la portata delle operazioni sono sta-
bilite nei termini del contratto.
12.11.5 Partecipazione statale
attraverso una compagnia
petrolifera statale
o secondo altre modalit
Istituito nel 1979, il Ministero del Petrolio responsa-
bile del settore petrolifero e del gas. Controlla le com-
pagnie di Stato che operano nellindustria petrolifera,
del gas e petrolchimica, inclusa la NIOC, la National Iran-
ian Gas Company (NIGC), la National Petrochemical
Company (NPC) e la National Iranian Oil Refining and
Distribution Company (NIORDC). Lart. 4 del Petroleum
Act afferma che queste e altre compagnie analoghe sono
state costituite per guidare e condurre le operazioni petro-
lifere e attuare i piani di sfruttamento nel territorio, nella
piattaforma continentale e nelle aree marine del paese.
La NIOC stata costituita nel 1952, con la naziona-
lizzazione dellindustria petrolifera. Essa conduce tutte
le operazioni upstream intraprese nel quadro dellindu-
stria petrolifera e del gas, cos come le attivit di raffi-
nazione, di trasporto, di vendita e di distribuzione del
petrolio e del gas. Subordinatamente ai regolamenti e
alle leggi riguardanti questo settore, la NIOC pu con-
cludere accordi che abbiano come oggetto lesplorazio-
ne, lo sfruttamento, ecc., con compagnie straniere.
Appartengono alla NIOC sei compagnie regionali e
un certo numero di controllate incaricate di svolgere fun-
zioni settoriali, come la Petroleum Development and
Engineering Company (PEDEC), una delle pi impor-
tanti controllate della compagnia di Stato, a cui affi-
data la responsabilit dei progetti buy-back.
La Costituzione iraniana proibisce la propriet pri-
vata straniera delle riserve di gas naturale. La NIGC si
occupa principalmente di soddisfare la domanda di gas
787 VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI
IRAN
3
Corsivo dellautore.
naturale del mercato interno. La responsabilit delle-
splorazione, della produzione, della depurazione e del
trasporto del gas affidata al Ministero del Petrolio, alla
NIOC e alle sue controllate. Oggi, la messa in funzione
di un numero sempre pi grande di impianti lascia intra-
vedere la possibilit di raggiungere altissimi livelli di
produzione di gas.
Di recente costituita per gestire e coordinare le atti-
vit di esportazione del gas, la National Iranian Gas
Export Company (NIGEC) responsabile delle esporta-
zioni di gas, di un certo numero di progetti di costru-
zione di condotte e dei progetti relativi al GNL e al GTL
(Gas to Liquid ). Tra i pi ambiziosi progetti affidati alla
NIGEC, figura la costruzione di una condotta per il tra-
sporto del gas dallIran al Pakistan e allIndia. Inoltre,
sono stati sottoscritti Memorandum dintesa relativi alle-
sportazione di gas naturale in Grecia e in Austria attra-
verso la Turchia.
La NPC, una controllata del Ministero del Petrolio,
la compagnia responsabile del settore petrolchimico e
di un gran numero di compagnie che producono prodotti
petrolchimici. Lindustria petrolchimica prevalente-
mente concentrata nelle aree di Mahshahr e di Assaluyeh;
nel complesso, la NPC ha lavorato duramente per aumen-
tare la capacit produttiva di prodotti petrolchimici. Per
quanto riguarda la cooperazione con compagnie stra-
niere, la NPC tende a preferire i progetti di cooperazio-
ne basati sul Build-Operate-Transfer (BOT) e sul BOOT
(Build Own Operate and Transfer). Un certo numero di
compagnie petrolchimiche sono state o sono destinate a
essere privatizzate e si prevede che entro il 2010 la met
dei progetti della NPC apparterr al settore privato.
Costituita nel 1992, la National iranian oil refining
and distribution company responsabile del trasporto di
greggio alle raffinerie e ai punti desportazione, della
costruzione di nuove raffinerie e della distribuzione dei
prodotti petroliferi.
12.11.6 Contratti di buy-back
Come si gi accennato, diversi fattori hanno ampia-
mente contribuito al riconoscimento della necessit di
far ricorso alla tecnologia e ai capitali stranieri: linsuf-
ficienza degli investimenti nellindustria petrolifera dopo
il 1979, lesaurimento di alcuni pozzi, la necessit di
nuove tecnologie e di scoprire nuovi giacimenti, cos
come quella di sfruttare giacimenti condivisi con i paesi
confinanti. Spesso, nelle attivit di esplorazione e di pro-
duzione, il bisogno di tecnologie e capitali stranieri
soddisfatto attraverso la cooperazione con le compagnie
petrolifere internazionali. Per formalizzare gli accordi
di cooperazione sono impiegati diversi strumenti lega-
li, come, per es., il rilascio di permessi o di licenze, il
contratto di partecipazione alla produzione (Production
Sharing Agreement, PSA), il contratto di prestazioni di
servizi, il contratto di assistenza tecnica, ecc. Tuttavia,
le restrizioni imposte dalla Costituzione e da altre leggi
limitano la scelta dei quadri contrattuali utilizzabili nel-
lindustria petrolifera iraniana. La Costituzione irania-
na non consente a soggetti stranieri di acquisire la pro-
priet delle risorse di petrolio e di gas del paese. Inoltre,
a causa di alcune passate esperienze e delle restrizioni
costituzionali, diffusa una certa sfiducia nei confronti
dei contratti di partecipazione alla produzione.
4
Il concetto dellutilizzazione di risorse straniere per
promuovere lo sviluppo stato introdotto per la prima
volta nel Primo piano quinquennale di sviluppo econo-
mico, sociale e culturale del 1990 (1990-95). Tuttavia,
laccordo di buy-back stato introdotto solo col Secon-
do piano quinquennale di sviluppo economico, sociale
e culturale del 1994 (1995-2000). Tale metodo stato
incoraggiato dai successivi governi iraniani perch con-
sente di attirare capitali, servizi e know-how stranieri,
riducendo al tempo stesso il dispendio di valuta stranie-
ra. Oggi, il metodo di transazione buy-back divenuto
una caratteristica distintiva delleconomia iraniana.
Il buy-back iraniano stato presentato come un con-
tratto di servizio con rischio minerario a breve termine
tra la NIOC e una compagnia petrolifera internazionale
o un gruppo di compagnie petrolifere internazionali, che
costituiscono congiuntamente il contractor. Questulti-
mo fornisce un certo numero di servizi EP in cambio
di una quota dei guadagni derivanti dal progetto a titolo
di rimborso delle spese effettuate e di remunerazione
(Bunter, 2003). La gestione del campo trasferita alla
NIOC nel momento in cui, col completamento dello svi-
luppo, si d inizio alla produzione. In base ai termini di
questo tipo di contratto, il contractor recupera i costi in
base a una percentuale fissa ed quindi esposto al rischio
di non poterli recuperare interamente nel caso in cui la
produzione non raggiunga livelli sufficientemente alti.
Secondo i termini del buy back, il contractor si impe-
gna a fornire i finanziamenti necessari allo svolgimen-
to delle attivit di sviluppo, cos come quelli relativi ai
macchinari, allattrezzatura, alla tecnologia e al perso-
nale specializzato necessari alla conduzione di queste
attivit. In cambio, il contractor ha diritto al recupero
dei costi e a una remunerazione, abitualmente pagata
con i fondi di produzione associati al progetto. La por-
tata di ogni progetto definita nei termini del Piano di
sviluppo generale che contiene una serie di dati tecnici
come, per es., i piani del progetto, tra cui i programmi
relativi al progetto, i piani sismici, i piani di sviluppo e
di gestione del giacimento, i piani di progettazione e di
788 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
LA DISCIPLINA NAZIONALE DELLINDUSTRIA DEGLI IDROCARBURI
4
Si vedano i commenti riguardanti le esperienze ba-
sate sulla conclusione di PSA di Hosseini, un alto funzio-
nario della NIOC, nellintervista (Exclusive [], 2005):
www.payvand.com/news/19/may/1146.html.
costruzione di piattaforme, di condotte e di infrastruttu-
re, e i tassi di produzione. Il Piano di sviluppo generale
contiene anche i prospetti dei costi stimati, relativi allo
sviluppo dellarea contrattuale. Lammontare dei costi
previsti e la remunerazione sono oggetto di una nego-
ziazione o di una gara. Inoltre, ogni modifica del Piano
di sviluppo principale deve essere sottoposta allappro-
vazione della NIOC.
In base ai termini relativi al recupero dei costi e al
piano di remunerazione dei contratti buy-back, il con-
tractor ha diritto al recupero integrale delle spese in conto
capitale e operative, cos come delle spese bancarie com-
prensive degli interessi determinati in base a un tasso
concordato, abitualmente basato sul London Inter-Bank
Offered Rate (LIBOR), pi una percentuale concordata.
Tali costi sono ammortizzabili in un numero fisso di anni,
a sua volta concordato, a partire dalla data della produ-
zione iniziale o aggiuntiva del campo petrolifero. Se i
costi sostenuti sono superiori a quelli indicati nei termi-
ni del Piano di sviluppo principale (se superano cio il
plafond stabilito nel contratto), le spese in eccesso dovran-
no essere sostenute dal contractor.
Oltre al recupero dei costi, il contractor ha diritto a
una remunerazione contrattualmente concordata, che
deve essergli pagata durante il periodo di ammortamen-
to del recupero dei costi. Tale compenso corrisponde abi-
tualmente a una percentuale compresa tra il 30% e il 70%
delle spese in conto capitale del progetto, a seconda del
programma del recupero dei costi e di remunerazione.
Secondo quanto stabilito nel contratto, nel caso in cui
sia svolto un lavoro supplementare che determini un aumen-
to delle spese in conto capitale e questo lavoro non sia
indicato nei termini del Piano di sviluppo principale ori-
ginario, il contractor avr diritto a un aumento della remu-
nerazione di pari proporzioni. Daltro lato, se, in seguito
a una modifica approvata della portata dei lavori, le spese
in conto capitale diminuiscono, la remunerazione del con-
tractor subir una riduzione di uguali proporzioni.
In base al regime dei contratti buy-back, i costi petro-
liferi e la remunerazione vengono pagati al contractor
sotto forma di greggio e/o di gas, secondo una percen-
tuale concordata della produzione del campo petrolife-
ro. Occorre osservare che la NIOC si riserva una certa
percentuale della produzione del campo petrolifero come
percentuale prioritaria. Comunque, tutti i costi e i com-
pensi non coperti dalla rimanente parte della produzio-
ne, sono riportati e recuperati con gli interessi nei perio-
di successivi. Una delle caratteristiche distintive del regi-
me dei contratti buy back che tutti i pagamenti a cui il
contractor ha diritto in base ai termini del contratto, sono
soggetti a una condizione: il raggiungimento degli obiet-
tivi delle operazioni di sviluppo indicati nel Piano di svi-
luppo principale. Il mancato raggiungimento di tali obiet-
tivi espone quindi il contractor al rischio di perdere il
diritto al recupero dei costi e alla remunerazione.
Per quanto riguarda la questione dei prelievi fiscali,
degli oneri, delle tasse e delle imposte, il regime del con-
tratto buy-back prevede che tutte le tasse dovute dalla
NIOC, incluse le imposte sul reddito delle societ, gli
oneri relativi alla sicurezza sociale, i pagamenti obbli-
gatori al Fondo iraniano di formazione, e altri tributi,
oneri o imposte, devono essere pagati dal contractor. I
tributi, gli oneri e le imposte dovuti dal contractor saran-
no pagati al contractor dalla NIOC.
I contratti buy-back contengono una clausola a favo-
re dellIran in virt della quale il contractor si impegna
ad acquistare un minimo (spesso il 30% ) di servizi, com-
presi quelli di carattere tecnico, attrezzature e materie
prime, dallindustria nazionale. Nel quadro del contrat-
to per lo sviluppo dei giacimenti di Soroosh e di Norooz,
per es., in cui il contractor era rappresentato dalla Shell
Exploration Corporation, il previsto 29,4% di servizi,
attrezzature e materie prime stato fornito dalle com-
pagnie iraniane prima del completamento del progetto
(Mashal, 2003).
I primi accordi buy-back erano contratti a breve ter-
mine, di durata compresa tra i cinque e i sette anni. Que-
sta circostanza diede luogo alla critica secondo cui il con-
tractor non aveva motivo di impiegare tecnologie avan-
zate appropriate a un lungo periodo di produzione, dal
momento che non avrebbe avuto accesso al greggio dopo
la scadenza del contratto (Varzi, 2002). Si sostenuto,
altres, che, nel caso in cui i livelli di produzione riman-
gano costanti, il contractor pu tentare di concludere una
serie di contratti di buy-back successivi, in modo che il
rendimento ottimale di un progetto garantisca il flusso
di investimenti nel successivo (Bunter, 2003). Tuttavia,
non vi alcuna garanzia riguardo alla disponibilit della
NIOC di concludere contratti successivi col contractor
e, negli ultimi tempi, la conclusione di contratti di buy-
back di pi lunga durata sembra aver almeno parzial-
mente risolto il problema. Inoltre, i pi recenti contratti
di buy-back prevedono una serie di incentivi destinati a
portare il rendimento oltre i livelli concordati.
Finora, sono stati conclusi importanti contratti di buy-
back tra le compagnie petrolifere internazionali e la NIOC
e le sue controllate. Tra gli accordi offshore si ricordano
i seguenti: a) Sirri A ed E, Total e Petronas; b) South Pars
fase 1, Petropars; c) South Pars fasi 2-3, Total, Petronas
e Gazprom; d) Balal, Total, Bow Valley e Agip; e) Doroud,
Total e Agip; f ) South Pars fasi 4-5, Agip e Petropars;
g) South Pars fasi 6-8, Statoil and Petropars; h) South
Pars fasi 9-10, POGC; i) Nosrat e Farzam, PetroIran; j)
Forouzan e Esfandiar, PetroIran; k) Salman, PetroIran;
l) Soroosh-Nowruz, Shell. Tra gli accordi onshore si
ricordano i seguenti: a) Darkhovin, Eni e NIOC; b)
Masjid-e-Soleiman, Sheer Energy e NESCO; c) Azade-
gan, Inpex; d) Cheshmeh Khosh, CIOFC; e) Bangestan,
PetroIran. La responsabilit di tutti i progetti di buy-back
operativi o in corso di studio e di negoziazione affidata
789 VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI
IRAN
alla Petroleum Development and Engineering Company
(PEDEC), una controllata della NIOC.
degno di nota il fatto che alcuni contratti di buy-
back siano stati conclusi da compagnie iraniane e che la
stessa NIOC sia divenuta pi attiva in termini di parte-
cipazione. Nel campo dello sviluppo, stato fatto un
largo uso dei contratti di buy-back. Nel campo delle-
splorazione, invece, i contratti di buy-back non sono
molto popolari perch non garantiscono al contractor
laccesso al contratto per lo sviluppo del campo petroli-
fero in questione, un problema a cui si cercato di porre
rimedio estendendo la durata della cooperazione tra il
contractor e la NIOC alla fase dello sviluppo.
stato sostenuto che i contratti buy-back hanno vita
breve, cosa che induce le compagnie petrolifere a rag-
giungere molto rapidamente il livello massimo di produ-
zione, per recuperare i costi e ottenere un utile garantito,
ma non a investire per la stabilizzazione di un alto tasso
di produttivit negli anni successivi alla restituzione del
progetto alla NIOC (Bunter, 2003). Come si visto, la
NIOC ha tenuto conto di questa critica nei contratti pi
recenti che prevedono progetti di pi lunga durata.
A volte i contractor stranieri si sono lagnati della len-
tezza del processo di negoziazione dei contratti di buy-
back e delleccessivo ricorso alla burocrazia nellam-
ministrazione di questi progetti (Bunter, 2003). La NIOC
ha costantemente aggiornato i contratti di buy-back per
risolvere i problemi sollevati dai contractor stranieri e
per renderli pi attraenti rispetto ad altre forme contrat-
tuali impiegate nelle attivit petrolifere upstream.
12.11.7 Protezione
degli investimenti
La protezione degli investimenti stranieri disciplinata
principalmente dal Foreign Investment Promotion and
Protection Act (FIPPA), approvato dal Parlamento ira-
niano (Majlis) nel marzo 2002. Questa legge stata ema-
nata per promuovere lafflusso degli investimenti stra-
nieri attraverso ladozione di misure protettive e ha snel-
lito il processo di accesso degli investimenti stranieri nel
paese. Sono inoltre state emanate le norme dattuazione
del FIPPA, che operano come linee guida per lapplica-
zione di questa legge.
Ai sensi dellart. 1 del FIPPA, linvestitore straniero
una persona fisica e/o giuridica di nazionalit non ira-
niana o una persona fisica e/o giuridica iraniana che
impiega capitali di provenienza straniera. Di conse-
guenza, quel che distingue linvestitore straniero non
tanto la nazionalit dellinvestitore quanto la provenien-
za del capitale.
Lart. 3 del FIPPA divide questi investimenti in due
categorie: gli investimenti stranieri diretti, effettuati nelle
aree in cui consentita lattivit privata (come si gi
accennato, la Costituzione indica i confini di queste aree)
e gli investimenti stranieri effettuati, indipendentemen-
te dal settore, nel quadro degli schemi della civil partici-
pation, del buy-back e del build-operate-transfer, dove
il tasso di redditivit del capitale e i profitti accumulati
dipendono esclusivamente dal rendimento del progetto
in cui linvestimento stato effettuato e non da una garan-
zia concessa dal Governo o da una compagnia e/o da una
banca controllata dal Governo.
Lart. 5 del FIPPA ha disposto la fondazione dellOr-
ganizzazione per lassistenza economica e tecnica agli
investimenti in Iran (dora in avanti Organizzazione), che
lunica autorit ufficiale responsabile della promozio-
ne degli investimenti nel paese e dellesame di tutte le
questioni concernenti gli investimenti stranieri. Lart. 6
del FIPPA ha disposto listituzione del Consiglio per gli
investimenti stranieri (dora in avanti Consiglio), a cui
affidata la responsabilit di esaminare e decidere in meri-
to alle domande di ammissione, di importazione, di uti-
lizzazione e di rimpatrio dei capitali. Il Consiglio diret-
to dal Viceministro degli Affari esteri, dal Vicepresidente
dellOrganizzazione per la pianificazione e la gestione
statale, dal Vicegovernatore della Banca Centrale e dai
Viceministri dei dicasteri interessati. Lart. 6 del FIPPA
stabilisce il termine entro il quale le domande devono
essere valutate dal Consiglio. Secondo quanto stabilito
in questa nota, dopo aver ricevuto una domanda, lOr-
ganizzazione deve effettuare entro 15 giorni una valuta-
zione preliminare per poi inviare la domanda e le sue
indicazioni in merito al Consiglio, che dispone di un
mese per esaminare la questione e notificare al richie-
dente la sua decisione finale.
I criteri in base ai quali il Consiglio deve decidere se
aprire o no le frontiere a un investimento straniero sono
indicati nellart. 2 del FIPPA. Inoltre, il cap. 4 delle norme
dattuazione del FIPPA ha disposto listituzione del Cen-
tro servizi per gli investimenti stranieri (dora in avan-
ti Centro) come parte integrante dellOrganizzazione. Il
Centro ha il compito di fornire informazioni e consigli
agli investitori stranieri, di coordinare la concessione
delle licenze e dei permessi necessari, di rilasciare i visti
e i permessi di lavoro, di risolvere una serie di proble-
mi, come quelli relativi alla costituzione di joint ventu-
res, allimportazione e al rimpatrio dei capitali e alle que-
stioni doganali e fiscali, di coordinare i diversi diparti-
menti degli organismi rappresentati nel Centro stesso e
di monitorare i risultati delle decisioni assunte in rela-
zione agli investimenti stranieri.
5
Lart. 2 del cap. 2 del FIPPA indica le condizioni gene-
rali di accettazione degli investimenti stranieri:
linvestimento deve contribuire alla crescita economi-
ca, promuovere lo sviluppo tecnologico, contribuire
790 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
LA DISCIPLINA NAZIONALE DELLINDUSTRIA DEGLI IDROCARBURI
5
Norme dattuazione del FIPPA, art. 20.
al miglioramento della qualit dei prodotti, concor-
rere allaumento delle possibilit di impiego e delle
esportazioni;
linvestimento non deve costituire una minaccia per la
sicurezza nazionale, per linteresse pubblico, per lam-
biente e per leffettuazione di investimenti locali;
linvestimento non deve implicare il rilascio di con-
cessioni di diritti definiti speciali che consentano
allinvestitore straniero di assumere una posizione
monopolistica. Tale condizione basata sul divieto
costituzionale relativo alle concessioni;
la percentuale del valore dei beni e dei servizi pro-
dotti dallinvestimento straniero non deve superare
il 25% in ogni settore economico e il 35% in ogni
sottosettore (campo). Gli investimenti stranieri per
la produzione di beni e servizi destinati allesporta-
zione non devono superare le suddette percentuali
solo nel caso in cui abbiano come oggetto il greggio.
Tale eccezione deriva probabilmente dal ruolo di cru-
ciale importanza che il petrolio svolge nellecono-
mia e nella sicurezza del paese e dal desiderio di evi-
tare in questarea la dipendenza da un ristretto nume-
ro di compagnie straniere (Sabahi et al., 2004).
Il cap. 4 ha come oggetto le garanzie riguardanti gli
investimenti stranieri. Lart. 8 stabilisce il principio del
trattamento nazionale, affermando che agli investimenti
stranieri sono riconosciuti gli stessi diritti, le stesse pro-
tezioni e le stesse facilitazioni di cui godono gli investi-
menti locali. Tuttavia, la principale garanzia contro il
rischio dellespropriazione offerta dallart. 9, secondo
cui linvestimento straniero non deve essere sottoposto
a espropriazione o a nazionalizzazione, se non per ragio-
ni di interesse pubblico, attraverso un processo legale,
secondo modalit non discriminatorie e dietro il paga-
mento di un adeguato indennizzo, stabilito in base al
valore reale dellinvestimento nel momento immediata-
mente precedente allespropriazione.
Il FIPPA quindi consente lespropriazione degli inve-
stimenti stranieri solo per ragioni di interesse pubblico,
attraverso un processo legale e secondo modalit non
discriminatorie. Lart. 9 stabilisce inoltre il pagamento
di un adeguato indennizzo che, tenuto conto delle altre
disposizioni del medesimo articolo e del FIPPA, dovreb-
be essere pagato in valuta convertibile e in base al valo-
re riconosciuto allinvestimento come impresa avviata
prima che la decisione relativa allespropriazione sia resa
pubblica (Sabahi et al., 2004). Il diritto internazionale
riconosce la possibilit di espropriare un bene o unatti-
vit nel caso in cui tale decisione non sia discriminato-
ria e sia stata assunta per ragioni di interesse pubblico.
Il cap. 5 del FIPPA stabilisce, tra laltro, le condi-
zioni del rimpatrio del capitale straniero e dei profitti
accumulati.
Per quanto riguarda la risoluzione delle controversie,
lart. 19 del FIPPA stabilisce che in base al FIPPA, le
controversie sorte tra il Governo e gli investitori stranieri
riguardo ai rispettivi obblighi reciproci nel quadro del-
linvestimento e non definite attraverso un negoziato tra
le parti saranno sottoposte alle autorit giudiziarie loca-
li, a meno che la legge di ratifica del Trattato bilaterale
sugli investimenti concluso con il Governo dellinvesti-
tore straniero non indichi un altro metodo di risoluzio-
ne delle controversie. In linea di principio, quindi, sem-
bra che la risoluzione delle controversie sorte tra il gover-
no e gli investitori stranieri sia di competenza delle autorit
giudiziarie locali. Tuttavia, nel caso in cui tra il governo
dellinvestitore straniero e lIran sia stato concluso un
trattato bilaterale sugli investimenti, possibile ricorre-
re allarbitrato internazionale. Attualmente sono in vigo-
re diversi trattati di questo tipo.
12.11.8 Protezione ambientale
La NIOC attribuisce una grande importanza alla prote-
zione ambientale e chiede ai contractor di conformarsi
agli standard internazionali stabiliti in questo campo.
Nei termini dei contratti conclusi dalla NIOC si insiste
sulla necessit di adeguarsi a questi standard, rispettan-
do gli obblighi stabiliti dalle leggi e dai regolamenti inter-
nazionali e iraniani. LIran dispone di leggi ben svilup-
pate concernenti la protezione dellambiente. Tali leggi
hanno rilevanza generale e quindi riguardano anche le
compagnie straniere operanti in Iran. Inoltre, la NIOC
dispone di propri regolamenti per quanto riguarda la salu-
te, la sicurezza e lambiente (Health, Safety and Envir-
onment, HSE). In una circolare datata ottobre 2004 e
riguardante la salute, la sicurezza e lambiente, lAm-
ministratore delegato della NIOC sottolinea limportan-
za di questi temi e il fatto che lattenta valutazione dei
problemi ambientali, per es., un fattore fondamentale
del processo di accettazione del contractor. In questa cir-
colare si afferma che il contractor deve presentare docu-
menti che comprovino ladozione di una chiara strate-
gia e di sistemi di gestione ben definiti per quanto con-
cerne i problemi ambientali riguardanti loggetto di ogni
specifico contratto concluso.
Lart. 1-1 della Direttiva concernente la salute, la sicu-
rezza e lambiente datata autunno 1381 (2002) stabili-
sce che la convenienza economica dellofferta di un con-
tractor che ha presentato una documentazione relativa
alla protezione della salute, della sicurezza e dellam-
biente inaccettabile un fattore da non prendere in con-
siderazione nel processo di accettazione dellofferta stes-
sa. Inoltre, questa Direttiva impone ai contractor e ai
subcontractor di adottare un sistema di protezione della
salute, della sicurezza e dellambiente appropriato al
tipo dattivit esercitato. Allinquinamento ambientale
attribuita una particolare importanza. I contractor de-
vono segnalare lesistenza di fonti di inquinamento ai
791 VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI
IRAN
responsabili della protezione della salute, della sicurez-
za e dellambiente della NIOC.
Lart. 1-7 stabilisce che, in linea di principio, la con-
clusione di qualsiasi contratto subordinata al rispetto
degli standard stabiliti dalla NIOC in relazione alla pro-
tezione dellambiente. Lart. 2 stabilisce che le respon-
sabilit concernenti la salute, la sicurezza e lambiente
del contractor e delle compagnie della NIOC devono
essere chiaramente specificate nei termini del contratto.
La NIOC ha il dovere di interrompere le attivit del con-
tractor nel caso in cui tali attivit non presentino i requi-
siti previsti dalle norme relative alla protezione del-
lambiente.
interesse del contractor tener conto degli obblighi
imposti dalle leggi concernenti la protezione della salu-
te, della sicurezza e dellambiente, in generale, e i pro-
blemi ambientali, in particolare, perch una documen-
tazione ambientale inadeguata pu influenzare negati-
vamente i rapporti tra la NIOC e il contractor nel quadro
dei progetti in corso di realizzazione e in quelli che il
contractor tenter di assicurarsi.
12.11.9 Normativa valutaria
Il cap. 5 del FIPPA dispensa gli investitori stranieri dal
rispetto dei regolamenti relativi al cambio estero e intro-
duce alcune disposizioni concernenti la trasferibilit e
la convertibilit del capitale straniero importato a scopo
di investimento. Lart. 11 del FIPPA indica le forme che
il capitale straniero importabile nel paese pu assume-
re, incluse quelle di capitale in contanti o non in con-
tanti. I capitali non in contanti devono essere valutati
dalle autorit competenti. Lart. 12 affronta la questio-
ne della convertibilit e stabilisce che il tasso di con-
versione della valuta straniera, nel caso in cui si tratti di
un singolo tasso di cambio, deve corrispondere a quel-
lo ufficiale; in caso contrario, si applicher il tasso di
mercato confermato dalla Banca Centrale dellIran. Lart.
13 del FIPPA si richiama al principio del libero rimpa-
trio dei capitali e dei profitti, stabilendo che dopo la-
dempimento di tutti gli obblighi e il pagamento delle
tasse stabilite dalla legge e in seguito allapprovazione
del Consiglio e alla conferma del Ministero degli Affa-
ri Economici e delle Finanze, il capitale straniero e i
profitti da questo derivati o il saldo del capitale rima-
nente nel paese possono essere trasferiti allestero a con-
dizione di aver notificato il trasferimento con tre mesi
danticipo al Consiglio.
Lart. 17 indica i modi in cui ci si pu procurare la
valuta estera necessaria al trasferimento del capitale,
menzionando la valuta straniera acquistata attraverso il
sistema bancario, la valuta estera guadagnata con il pro-
getto e la valuta estera ottenuta attraverso lesportazio-
ne di beni leciti specificati nellelenco approvato dal
Consiglio dei Ministri. La nota 2 di questo articolo sta-
bilisce, in riferimento agli investimenti e subordinata-
mente allart. 3(b) civil partnership, contratti buy-back
e BOT , se, in conseguenza della promulgazione di
una legge o di un decreto governativo, lattuazione degli
accordi finanziari approvati nel quadro del FIPPA viene
ostacolata o interrotta, le risultanti perdite fino alla tota-
le copertura delle rate in scadenza, saranno compensate
e pagate dal Governo. La nota 3 dellart. 17 impone alla
Banca Centrale lobbligo di assicurare e fornire agli inve-
stitori stranieri la valuta straniera per le somme trasferi-
bili, nel caso in cui per il trasferimento venga utilizzato
il sistema bancario. La necessit di ottenere lapprova-
zione del Consiglio e la conferma del Ministro degli Affa-
ri Economici, cos come quella di rispettare altri obbli-
ghi relativi al trasferimento, stata presentata come il
lato negativo del rimpatrio dei capitali; queste e altre pro-
cedure sono infatti state presentate come lungaggini
burocratiche (Sabahi et al., 2004).
12.11.10 Legge applicabile
e risoluzione
delle controversie
Lo schema degli accordi buy-back prevede lapplicabi-
lit della legge iraniana. Il sistema legale iraniano ben
sviluppato per quanto riguarda la disciplina del com-
mercio, dei contratti, della rappresentanza, delle garan-
zie reali, della protezione degli investimenti, dei marchi
commerciali, dei brevetti e della propriet. Il Codice civi-
le e il Codice commerciale coprono la maggior parte
delle summenzionate aree.
Il contratto modello della NIOC per gli accordi buy-
back indica larbitrato internazionale come strumento di
risoluzione delle controversie sorte tra il contractor e la
NIOC. Tuttavia, in base al dettato costituzionale, il pote-
re della NIOC di sottoporre le proprie controversie con
partner stranieri allarbitrato internazionale sarebbe sog-
getto ad alcuni limiti. Lart. 139 della Costituzione ira-
niana afferma, infatti, che la risoluzione delle questio-
ni relative a propriet pubbliche e statali o il rinvio allar-
bitrato dipendono in ogni caso dallapprovazione del
Consiglio dei Ministri, e lAssemblea deve essere infor-
mata di tali questioni. Nel caso in cui una delle parti della
controversia sia unentit straniera, o quando si tratti di
importanti casi nazionali, si deve ottenere anche lap-
provazione dellAssemblea. La legge indica i casi che
devono essere considerati importanti. Si pu quindi
sostenere che per concludere un accordo relativo a una
controversia della NIOC con partner stranieri o per sot-
toporre tale controversia allarbitrato necessaria lau-
torizzazione del Parlamento (Majlis).
Queste restrizioni e altri aspetti delle disposizioni
dellart. 139 della Costituzione sono stati oggetto di un
792 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI
LA DISCIPLINA NAZIONALE DELLINDUSTRIA DEGLI IDROCARBURI
attento esame da parte di un certo numero di tribunali
arbitrali. Nel caso Gatoil, la questione della capacit della
NIOC di sottoporre o rinviare le proprie controversie con
controparti contrattuali straniere allarbitrato stata posta
in discussione e specificamente risolta dal tribunale arbi-
trale.
6
In questo caso, la NIOC come richiedente aveva
chiesto la reintegrazione del prezzo del petrolio vendu-
to e consegnato a Gatoil. Il contratto stabiliva che qual-
siasi controversia tra le parti sorta nel quadro di questo
contratto sar risolta attraverso il ricorso allarbitrato in
conformit alle leggi iraniane [...]. Gatoil sostenne che
in base alle disposizioni dellart. 139 della Costituzione
iraniana, la NIOC non poteva sottoporre la controversia
allarbitrato senza aver ottenuto uno specifico permes-
so dal Parlamento iraniano (Majlis). Da parte sua, la
NIOC sostenne che quellarticolo riguardava le que-
stioni relative alla propriet pubblica e statale e che
quindi non poteva essere applicato alle transazioni con-
cluse dalla NIOC: bench le azioni della compagnia
appartenessero allo Stato, lattivit della NIOC era rego-
lata dalle disposizioni del Codice di commercio e le sue
propriet erano separate da quelle dei suoi azionisti. Inol-
tre, la NIOC sostenne che lart. 139 non proibiva in modo
incondizionato di sottoporre le controversie allarbitra-
to, ma imponeva semplicemente lobbligo di ottenere
lapprovazione del Parlamento che, nel caso della NIOC,
era assicurato dagli statuti della compagnia. La NIOC
inoltre si richiam al giudizio del Guardian Council del
14 giugno 1986, secondo cui il rinvio allarbitrato non
era soggetto allobbligo di ottenere un permesso specia-
le. Il tribunale arbitrale respinse lobiezione di Gatoil e
decise che la NIOC poteva sottoporre la controversia
allarbitrato.
Un ulteriore ricorso contro la decisione della corte
(in un tribunale francese poich il procedimento arbi-
trale si svolgeva in Francia) messa in atto da Gatoil e
basata sul suo conflitto con la politica internazionale
francese non fu accolto. Il tribunale francese ribad che
nei casi arbitrali in cui prevale lautonomia della parte
la clausola darbitrato valida. Se la NIOC avesse ten-
tato di richiamarsi alle restrizioni delle leggi locali per
rifiutare la validit della clausola darbitrato, allora una
sentenza in suo favore sarebbe stata in contrasto con la
politica pubblica internazionale. Sembra quindi che la
NIOC possa legalmente concordare il ricorso allarbi-
trato nei contratti con partner stranieri, come in effetti
ha fatto negli accordi di buy back con parti contraenti
straniere.
Negli ultimi anni sono stati adottati due importan-
ti strumenti legislativi per promuovere larbitrato interna-
zionale. La Legge sullarbitrato commerciale internazio-
nale del 1997, basata sulla legge modello UNICITRAL
del 1985, definisce il quadro normativo moderno del-
larbitrato internazionale in Iran. LIran ha inoltre aderi-
to alla Convenzione di New York sul riconoscimento e
lesecuzione delle sentenze arbitrali straniere del 1958,
che consente, tra laltro, lesecuzione in Iran delle sen-
tenze emesse in altri paesi membri della Convenzione,
e ha negoziato un certo numero di trattati bilaterali sugli
investimenti con paesi stranieri, che indicano larbitra-
to come mezzo di risoluzione delle controversie riguar-
danti gli investimenti.
Bibliografia citata
Bunter M.A.G. (2003) The Iranian buy back agreement, Oil,
Gas & Energy Law intelligence, 1, 2.
Exclusive interview: Mehdi Hosseini, National Iranian Oil
Company deputy managing director speaks up (part one)
(2005), Iran Energy Focus, 19 May.
Mashal K. (2003), Public Utilities Fortnightly, 9.
Panah S.A. (2003) Irans accession to the New York Convention,
Qom, Mofid University, LLM dissertation.
Petroleum Economist (2004), December, 35.
Sabahi B. et al. (2004) Foreign investment in Iran in light of
the passage of the Foreign Investment Promotion and
Protection Act (FIPPA 2002), Oil, Gas & Energy Law
intelligence, 2, 1, p.5; p.10.
Varzi M. (2002) Importance of opening up Irans oil and gas
sector in the long term, in: Iran energy forum. Upstream
and downstream. Proceedings of the conference, London,
27-28 May.
Msoud Vafakish Sistani
Ministero del Petrolio
Teheran, Iran
793 VOLUME IV / ECONOMIA, POLITICA, DIRITTO DEGLI IDROCARBURI
IRAN
6
Caso non pubblicato, riportato da Panah (2003).

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