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Il freddo si lev dalla terra con riluttanza e le nebbie, ritirandosi,
svelarono un esercito spiegato sui colli, che riposava. Mentre il
paesaggio mutava da bruno a verde, l'esercito si dest e cominci a
fremere di impazienza per il diffondersi di voci. I suoi occhi si
volgevano alle strade, che da lunghe pozzanghere di liquida
fanghiglia andavano trasformandosi in vere e proprie vie maestre.
Un fiume, color ambra dove facevano ombra le rive, gorgogliava ai
piedi delle truppe; e di notte, divenuto il corso d'acqua d'un nero
desolato, si poteva scorgere al di l di esso il rosso occhieggiare dei
fuochi di un accampamento nemico disposto sui bassi cigli di
lontane colline.
Una volta un soldato alto di statura rivel spirito di iniziativa e and
risolutamente a lavarsi una camicia. Torn indietro di corsa dal
ruscello, agitando l'indumento a guisa di bandiera. Era gonfio di una
notizia che aveva appresa da un amico fidato, il quale l'aveva udita
da un veritiero soldato di cavalleria, che a sua volta l'aveva ricevuta
dal suo attendibile fratello, ordinanza al quartier generale della
divisione. Assunse l'aria importante di un araldo abbigliato in rosso e
oro. Domani ci muoviamo sicuro disse con un sussiego a un
gruppo nella strada della compagnia. Risaliamo lungo il fiume, lo
traversiamo, li aggiriamo e gli arriviamo alle spalle.
All'attento uditorio tracci il piano, vistoso ed elaborato, di una
brillantissima campagna. Quando ebbe finito, gli uomini in divisa
blu si sparpagliarono a discutere in gruppetti, tra le file di tozze
capanne brune. Un conducente negro, che fino allora aveva ballato
sopra una cassetta di gallette fra gli ilari incoraggiamenti di una
quarantina di soldati, fu abbandonato da tutti e si sedette
malinconico. Spire di fumo si alzavano pigre da bizzarri camini.
Son tutte balle, balle grosse cos! disse con voce sonora un altro
soldato, rosso di eccitazione nel volto liscio, le mani cacciate di
malumore nelle tasche dei calzoni. Prendeva la cosa come un'offesa
personale. Io non credo che questo dannato esercito far mai un
passo. Siamo inchiodati qui. Otto volte negli ultimi quindici giorni
mi sono preparato per partire, e non ci siamo ancora mossi.
Il soldato alto si sent chiamato a difendere la verit di una notizia
che aveva sparso lui stesso, e cos per poco non venne alle mani con
l'altro dalla voce sonora.
Un caporale si mise a bestemmiare davanti a tutti. Disse che aveva
appena finito di sistemare nel suo alloggio un costoso impiantito di
legno. Nei primi mesi della primavera si era trattenuto dal portare
rilevanti incrementi alle comodit del suo ambiente perch aveva
intuito che l'esercito poteva mettersi in marcia da un momento
all'altro. Di recente, per, si era fatto l'impressione che sarebbero
rimasti in quell'accampamento per l'eternit.
Molti soldati si impegnarono in un'appassionata discussione. Uno
tratteggi in modo particolarmente limpido tutti i piani del generale
che li comandava. Gli si opposero dei compagni, sostenendo che
c'erano altri piani d'operazione. Si contrastarono vociando,
moltitudine che tentava inutilmente di accaparrarsi l'attenzione
generale. Nel frattempo il soldato che aveva portato la notizia si
agitava di qua e di l, con aria di molta importanza. Era di continuo
assalito da domande.
Che succede, Jim? L'esercito sta per spostarsi. Ma che dici?
Come fai a saperlo? Puoi credermi o no. Come ti pare. Non me ne
importa un fico. Il modo in cui rispondeva diede materia a molte
riflessioni. Disdegnando di produrre prove, quasi giunse a
persuaderli. Tutti furono presi da una grande eccitazione. C'era una
giovane recluta, che aveva ascoltato avidamente le parole del soldato
alto e i vari commenti dei
compagni. Dopo essersi riempito di discussioni circa marce e
offensive, se ne and alla sua capanna e vi strisci dentro, attraverso
una complicata apertura che serviva da porta. Voleva starsene solo,
con alcuni nuovi pensieri che gli erano venuti di recente.
Si sdrai su un'ampia cuccetta che occupava un'estremit
dell'ambiente. All'altra estremit casse di gallette, disposte in modo
da servire di mobilio, erano raggruppate intorno al focolare. Su una
delle pareti di tronchi c'era unillustrazione tolta da un settimanale, e
tre fucili erano allineati su pioli. A comode sporgenze erano appesi
accessori dell'equipaggiamento; su una piccola catasta di legna da
ardere stavano alcuni piatti di stagno. Una tenda ripiegata serviva da
tetto e, battendovi sopra dall'esterno, la luce del sole la faceva
risplendere di una sfumatura giallo-chiara. Una
finestrina gettava un obliquo quadrato di luce pi bianca sul suolo
ingombro. A volte il fumo del focolare disegnava il camino,
attorcendo le sue spire per la baracca; quel fragile camino di argilla e
stecchi di legno minacciava continuamente di appiccare il fuoco
all'intero alloggio. Il giovane era come in un'estasi di stupore.
Dunque, finalmente, andavano a combattere. Forse l'indomani ci
sarebbe stata una battaglia, e lui vi avrebbe partecipato. Dovette
faticare un po' per costringersi a crederlo. Non riusciva ad accettare
con fiducia gli indizi secondo cui egli stava per essere coinvolto in
uno di quei grandi fatti della terra. Aveva certo sognato di battaglie
per tutta la vita di vaghi sanguinosi conflitti che lo avevano fatto
fremere col loro travolgente ardore. Come in visione, si era veduto in
molti scontri. Aveva immaginato uomini fidenti all'ombra del suo
valore dagli occhi d'aquila. Ma da sveglio aveva considerato le
battaglie come chiazze rosse sulle pagine del passato. Come cose dei
tempi che furono, esse si mescolavano nella sua mente alle immagini
di pesanti corone e di alti castelli. C'era una parte della storia del
mondo che egli aveva considerato come l'epoca delle guerre; ma
essa, pensava, aveva da tempo varcato l'orizzonte ed era scomparsa
per sempre.
Da casa i suoi occhi giovanili avevano guardato con sospetto la
guerra in corso nel suo paese. Doveva essere una specie di gioco.
Aveva a lungo disperato di assistere a combattimenti come quelli
degli antichi Greci. Di quel genere non ce ne saranno pi, si era
detto. Gli uomini erano migliori, o pi pavidi. L'istruzione laica e
religiosa aveva cancellato l'istinto di afferrare alla gola, oppure il
benessere teneva a freno le passioni.
Pi volte aveva avuto la brama di arruolarsi. Racconti di grandi
movimenti scuotevano il paese. Forse non erano precisamente
omerici, ma in essi pareva esserci molta gloria. L'adolescente aveva
letto di marce, assedi, scontri, e aveva anelato a vedere tutto ci. Con
la fervida mente si era disegnato ampi quadri dai colori opulenti,
corruschi di gesta da lasciare senza fiato.
Ma la madre lo aveva scoraggiato. Aveva ostentato di considerare
con un certo disprezzo la qualit del suo ardore bellico e del suo
patriottismo. Si sedeva calma e, senza alcuna apparente difficolt,
sapeva fornirgli centinaia di motivi per i quali egli era di gran lunga
pi importante alla fattoria che non sul campo di battaglia. Certi
modi di esprimersi gli dicevano che le affermazioni della madre
derivavano da una convinzione profonda. Inoltre, a favore della
madre, giocava anche il suo convincimento che i motivi etici in
quelle argomentazioni, erano irrefutabili.
Da ultimo, tuttavia, si era fermamente ribellato a quella luce di gialla
vilt proiettata sul colore delle sue ambizioni. I giornali, le
chiacchiere del villaggio, le proprie fantasticherie, lo avevano
eccitato in modo irresistibile. Stavano davvero combattendo
egregiamente laggi. Quasi ogni giorno i giornali stampavano
resoconti di vittorie decisive.
Una notte, mentre era a letto, il vento gli aveva portato il clangore
della campana della chiesa: qualche entusiasta tirava freneticamente
la corda per comunicare le aggrovigliate notizie di una grande
battaglia. La voce della gente che si rallegrava nella notte lo aveva
fatto rabbrividire in una prolungata estasi di eccitazione. Poi era
sceso nella stanza della madre e le aveva parlato cos: Mamma, io
vado ad arruolarmi. Henry, non fare lo stupido, gli aveva risposto
la madre, e si era coperta il viso con la trapunta. Per quella notte la
cosa fin l.
Ma la mattina dopo egli si era recato in una citt vicina alla fattoria
della madre, e si era arruolato in una compagnia che vi si stava
formando. Tornato a casa, aveva trovato la madre che mungeva la
mucca pezzata. Altre quattro stavano aspettando. Mamma, mi sono
arruolato, le aveva detto con voce esitante. Dopo un breve silenzio,
la madre aveva finalmente risposto: Sia fatta la volont del Signore,
Henry, e aveva continuato a mungere la mucca pezzata.
Quando s'era fermato sulla soglia, con addosso l'uniforme e negli
occhi una luce di eccitazione e di speranza che quasi sconfiggeva
l'ardore del rimpianto per i vincoli familiari, aveva veduto due
lacrime solcare le guance scavate della madre.
Eppure essa lo aveva deluso non dicendogli proprio niente circa un
ritorno con lo scudo o sopra lo scudo. Segretamente si era preparato
a una bella scena. Teneva pronte certe frasi che pensava di poter
usare con effetti commoventi. Invece le parole materne gli avevano
distrutto ogni piano. Senza smettere un'istante di pelare patate, la
madre gli si era rivolta cos:
Tu sta' attento, Henry, e abbi cura di te in questa faccenda; sta'
attento, e abbi cura di te. Non metterti a pensare di suonarle subito a
tutto l'esercito ribelle, perch impossibile. Sei solo un poveraccio
in mezzo a un mucchio di altri, e devi startene buono e fare quello
che ti dicono. So come sei fatto, Henry.
Ti ho preparato otto paia di calze, Henry, e ti ho messo nel fagotto
tutte le camicie migliori, perch voglio che il mio ragazzo sotto le
armi stia caldo e comodo come gli altri. Quando avranno dei buchi,
tu me le rimanderai subito, cos te le rammendo.
E sii sempre prudente, e scegli bene i compagni. Nell'esercito,
Henry, c' un sacco di uomini cattivi. Le armi li fanno diventare
come bestie e niente gli piace di pi che rovinare un giovane come
te, che non si mai allontanato da casa e ha sempre avuto a fianco la
madre; e gli imparano a bere e a bestemmiare. Sta' alla larga da
quella gente, Henry. Non voglio, Henry, che tu faccia mai qualcosa
che ti vergogneresti di farmi sapere. Fa' conto che io sia sempre l a
guardarti. Se non ti scorderai mai di questo, penso che te la caverai.
E devi anche ricordarti di tuo padre, ragazzo, ricordarti che non ha
mai bevuto un goccio di liquore in vita sua, e che poche volte ha
bestemmiato.
Non so che altro dirti, Henry, salvo che tu, non dovrai mai tirarti
indietro pensando a me. Se viene il momento in cui dovessi essere
ucciso o fare una brutta cosa, be', Henry, pensa soltanto a quello che
giusto, perch di questi tempi sono tante le donne che devono farsi
coraggio davanti a cose come queste, e il Signore si prender cura di
tutte noi.
Non dimenticare, ragazzo, quello che t'ho detto per le calze e le
camicie; nel fagotto ho messo anche un barattolo di marmellata di
more, perch so che la cosa che ti piace di pi. Addio, Henry. Sta'
attento, e fa' il bravo ragazzo.
Naturalmente, posto al cimento di questa orazione, egli si era
spazientito. Non era stato affatto quel che si aspettava, e lo aveva
sopportato con un'aria di irritazione. Se ne and provando un vago
senso di sollievo.
Tuttavia, voltandosi a guardare indietro dal cancello, aveva veduto la
madre in ginocchio fra le bucce di patate. Il viso bruno, levato al
cielo, era bagnato di lacrime, e l'esile figura tremava. Curv la testa e
prosegu, vergognandosi improvvisamente dei suoi propositi.
Da casa si era recato alla scuola per congedarsi da molti compagni.
Gli si erano affollati intorno, stupiti e ammirati, e lui aveva sentito
l'abisso che ora lo separava da loro, si era gonfiato di questo
orgoglio. Insieme con qualche amico che pure aveva indossato la
divisa blu era stato sommerso da cortesie per l'intero pomeriggio, ed
era stata una cosa veramente deliziosa. Avevano passeggiato tronfi
ed impettiti.
Una ragazza bionda lo aveva preso vivacemente in giro per il suo
spirito marziale; ma c'era un'altra ragazza, dai capelli pi scuri, che
egli aveva fissato a lungo, e che gli era parso diventasse contegnosa
e mesta alla vista della sua divisa blu coi bottoni d'ottone. Scendendo
per il sentiero tra le file di querce, aveva voltato la testa e l'aveva
scoperta a una finestra, che osservava la sua partenza.
Appena l'aveva scorta, quella si era subito messa a fissare il cielo fra
gli alti rami degli alberi, e lui aveva notato parecchia agitazione e
fretta in quel cambiare di posa. Ripens spesso all'episodio.
Durante il viaggio verso Washington il suo morale aveva spiccato il
volo. Di stazione in stazione il reggimento veniva nutrito e
vezzeggiato finch il giovane aveva finito per credere che egli
doveva essere un eroe. C'era un prodigo profondere di pane, cibi
freddi, caff, sottaceti, formaggio. Mentre si crogiolava nei sorrisi
delle ragazze e riceveva pacche sulle spalle e complimenti dai
vecchi, aveva sentito crescersi dentro la forza di compiere grandi
gesta d'armi.
Dopo trasferimenti complicati, con molte soste, erano venuti mesi di
vita monotona in un accampamento. Aveva creduto che la vera
guerra fosse una serie di scontri mortali, con brevi intervalli per
dormire e mangiare: invece, da quando il suo reggimento era entrato
in linea, l'esercito poco aveva fatto se non starsene quieto e cercare
di tenersi caldo.
Egli fu allora gradualmente ricondotto alle sue antiche idee.
Battaglie come nell'antica Grecia non ce ne sarebbero state pi. Gli
uomini erano diventati migliori o pi pavidi. L'educazione laica e
religiosa aveva cancellato l'istinto di afferrare alla gola, oppure il
benessere teneva a freno le passioni.
Era arrivato a considerarsi semplicemente una particella di una
grande manifestazione in blu. La sua occupazione era di cercare, per
quanto poteva, il proprio particolare benessere. Come svago poteva
gingillarsi girando i pollici e meditare sui pensieri che dovevano
agitare le menti dei generali. Ma faceva anche istruzione ed era
passato in rivista: istruzione e riviste, e ancora riviste ed istruzione.
Gli unici nemici che aveva veduti erano alcune sentinelle lungo la
riva del fiume. Erano un'accolita di abbronzati, filosofici individui
che talvolta sparavano con ponderazione alle sentinelle in divisa blu.
Se rimproverati per ci, esprimevano poi rammarico e giuravano sui
loro dei che i colpi erano partiti senza il loro avallo. Una notte che
era di guardia, il giovane convers attraverso il fiume con uno di
loro. Era un uomo con la divisa un po' logora, che sapeva sputare
con abilit fra le proprie scarpe e possedeva una grande riserva di
mite e infantile fiducia. Il giovane prov per lui una personale
simpatia.
Yankee, gli aveva comunicato l'altro Sei proprio un bonaccione.
Tale sentimento, arrivando fino a lui per l'aria quieta, lo aveva fatto
per un momento rammaricare della guerra.
Parecchi veterani gli avevano raccontato delle storie. Alcuni
parlavano di grigie orde dalle lunghe basette, che avanzavano
imprecando senza posa e masticando tabacco con indicibile valore;
masse tremende di fiere soldatesche, che tutto travolgevano come gli
Unni. Altri parlavano di uomini cenciosi ed eternamente affamati
che sparavano con polveri difettose. Sono capaci di caricare
attraverso il fuoco e lo zolfo dell'inferno per arraffare uno zaino, e a
stomaci cos non basta per molto, gli dicevano. Da quelle storie, il
giovane si immaginava ossa rosse, vive, che uscivano dagli strappi
delle uniformi scolorite.
Tuttavia non poteva prestare completamente fede ai racconti dei
veterani, perch le reclute erano le loro vittime predestinate.
Parlavano molto di fumo, fuoco, sangue, ma egli non sapeva dire
quanto ci fosse di inventato. Continuavano a gridargli Pivello! e
non c'era da fidarsi di loro.
Comunque, ora si rendeva conto che non importava poi molto contro
che razza di soldati stesse per combattere, dal momento che essi
combattevano fatto che nessuno contestava. C'era un problema pi
serio e, sdraiato nella cuccetta, vi stava meditando. Cercava di
provare matematicamente a se stesso che da una battaglia egli non
sarebbe scappato.
Prima di allora non si era mai sentito in dovere di affrontare con
troppa seriet quel problema. In vita sua aveva dato certe cose per
scontate, senza mai mettere in dubbio la sua fede nel successo finale,
e poco preoccupandosi dei mezzi e delle vie. Ma ora si trovava di
fronte a una cosa importante. Gli era di colpo venuto in mente che
forse in battaglia avrebbe potuto scappare. Fu costretto a riconoscere
che, per quanto riguardava la guerra, egli non sapeva nulla di se
stesso.
Qualche tempo prima avrebbe lasciato che tale problema aspettasse a
lungo davanti alla porta della sua mente; ma ora si sentiva costretto a
prestargli seria attenzione.
Crebbe in lui un certo timor panico. Anticipando con la fantasia una
battaglia, vide possibilit atroci. Contempl le minacce in agguato
nel futuro, e non riusc a vedersi intrepidamente ritto in mezzo ad
esse. Richiam alla
mente le sue visioni di gloria con una spada spezzata in pugno, ma
nell'ombra dell'incombente tumulto sospett di esse come di
immagini impossibili.
Balz dalla cuccetta e si mise a passeggiare nervosamente avanti e
indietro. Dio buono, esclam a voce alta, che mi prende adesso?
Sent che in quel frangente le sue regole di vita erano inutili. Tutto
ci che aveva appreso su se stesso non gli era di alcun profitto in
quella circostanza. Egli era un'incognita. Vide che avrebbe dovuto
far di nuovo esperimenti come al tempo della prima giovinezza.
Doveva accumulare informazioni su se stesso, e intanto decise di
restare bene in guardia perch quelle. sue qualit di cui non sapeva
niente non lo disonorassero per l'eternit. Dio buono! ripet
sgomento.
Dopo un po', destreggiandosi attraverso la complicata apertura, entr
il soldato alto. Lo seguiva quello dalla voce sonora. Litigavano. E
va bene, disse il soldato alto entrando, e agitava la mano con gesto
espressivo. Puoi credermi o no, come ti pare. Non hai da far altro
che metterti a sedere e aspettare in santa pace. Scoprirai ben presto
che avevo ragione.
Il suo compagno borbottava ostinato. Per un momento parve essere
alla ricerca di una risposta formidabile, e alla fine disse: Be', mica
sar che tu sai ogni cosa, no? Io non ho detto che so ogni cosa,
replic l'altro seccamente. E si mise a stipare per benino vari oggetti
nello zaino.
Il giovane, interrompendo il suo nervoso passeggiare, abbass lo
sguardo sulla figura affaccendata. Allora, Jim, ci sar una battaglia,
eh? domand.
Sicuro che ci sar, rispose il soldato alto. Sicuro. Aspetta soltanto
fino a domani, e vedrai una delle pi grandi battaglie che ci siano
mai state. Aspetta, e vedrai.
Caspita! disse il giovane.
Stavolta, ragazzo mio, lo vedrai un combattimento! Un
combattimento coi fiocchi! soggiunse il soldato alto, con l'aria di
uno che stia presentando una battaglia a beneficio degli amici.
Bum! esclam da un angolo quello dalla voce sonora. Be',
osserv il giovane, C' anche caso che questa storia vada a finire
come le altre. Nossignore, rispose con irritazione il soldato alto.
Neanche per sogno. La cavalleria non partita tutta stamane? Gir
intorno uno sguardo torvo; nessuno sment la sua affermazione. La
cavalleria partita stamane, continu dicono che in tutto
l'accampamento non sia rimasto un cavalleggero. Vanno a
Richmond, o in qualche altro posto, mentre noi combattiamo tutti i
ribelli. Deve essere una mossa del genere. Anche il nostro
reggimento ha ricevuto ordini. Me l'ha detto poco fa uno che li ha
visti andare al quartier generale. E nell'accampamento sta
succedendo il finimondo! Questo pu vederlo chiunque.
Balle! disse quello dalla voce sonora. Il giovane rimase per un po'
in silenzio; alla fine si rivolse al soldato alto: Jim! Che c'?
Come credi che si comporter il reggimento? Oh, si batteranno
bene, penso, una volta che ci son dentro. rispose l'altro con giudizio
spassionato. Faceva un uso elegante della terza persona. Certo, li
hanno presi in giro un bel po', perch sono dei novellini e via
dicendo; ma si batteranno bene, penso.
Credi che qualcuno scapper? insistette il giovane.
Pu darsi che qualcuno scappi, ma di quella razza ce n' in ogni
reggimento, specialmente quando vanno sotto il fuoco per la prima
volta, disse l'altro con tono tollerante. Naturalmente pu succedere
che tutto il branco si metta a scappare, armi e bagagli, se si comincia
subito con una battaglia grossa, ma poi pu darsi che si fermino e si
battano che un piacere. Per non si pu scommettere su niente.
Certo, finora questi non sono mai stati sotto il fuoco, e non
probabile che le suonino a tutto l'esercito ribelle al primo assalto; ma
penso che combatteranno meglio di certi, anche se peggio di altri. Io
la vedo cos. Chiamano il reggimento Pivelli e via dicendo; ma i
ragazzi vengono di legno buono, e la maggior parte di loro
combatteranno come dannati, una volta che si mettono a sparare,
concluse, pronunciando con forte enfasi le ultime parole.
S, tu ti credi di sapere... ricominci con tono di scherno il soldato
dalla voce sonora.
L'altro gli si rivolt furibondo, ed ebbero un rapido alterco nel quale
si affibbiarono a vicenda vari epiteti curiosi. Alla fine il giovane li
interruppe per domandare: Jim, hai mai pensato che potresti
scappare anche tu? e terminando la frase rise, come se avesse inteso
dire una battuta. Anche il soldato dalla voce sonora ridacchi.
Quello alto agit una mano. Be', disse con aria profonda Ho
pensato che in qualche scontro la faccenda potrebbe diventare troppo
calda per Jim Conklin, e se un bel po' di compagni si mette a
scappare, be', penso che mi metterei a scappare anch'io. E una volta
presa la corsa, correrei come il vento, questo sicuro. Per se
ognuno resta al suo posto e combatte, diamine, anch'io farei lo
stesso. Perdiana, se non farei cos! Sono pronto a scommetterci.
Bum! fece il soldato dalla voce sonora. Il giovane che il
protagonista di questo racconto prov gratitudine per quelle parole
del compagno. Aveva temuto che gli uomini non ancora messi alla
prova possedessero tutti una grande, naturale fiducia in se stessi. Ora
era in certa misura rassicurato.

II
La mattina dopo il giovane scopr che il compagno alto era stato
l'alato messaggero di una falsa notizia. Questi fu preso molto in giro
da quelli che il giorno prima erano stati saldi seguaci delle sue teorie,
e sub anche qualche motteggio da parte di compagni che non
avevano mai creduto a quella voce. Infine venne alle mani con uno
di Chatsfield Corners e lo picchi ben bene.
Il giovane, tuttavia, sentiva di non essere stato affatto sollevato del
suo problema; anzi, la sua soluzione subiva un fastidioso rinvio. La
falsa notizia aveva creato in lui un gran turbamento nei confronti di
se stesso. Ed ora, col nuovo interrogativo nell'animo, era costretto a
riaffondare nella vecchia situazione di semplice particella di una
manifestazione in blu.
Per giorni fece incessanti calcoli, ma tutti risultarono stranamente
insoddisfacenti. Scopr che non poteva stabilire niente. Alla fine
concluse che l'unico modo di saggiare se stesso era di entrare nel
rogo, e poi, metaforicamente, osservarsi le gambe per scoprirne
pregi e difetti. Riconobbe con riluttanza che non poteva starsene
tranquillamente seduto, a ricavare con un'immaginaria matita e
lavagna una risposta. Per ottenere la risposta, gli servivano fuoco,
sangue e pericolo, proprio come un farmacista ha bisogno di questo
e quell'ingrediente. Cos, si consumava nell'attesa di un'occasione.
Frattanto cercava continuamente di misurare se stesso alla stregua
dei commilitoni. Il soldato alto, per esempio, gli dava una certa
sicurezza. La serena noncuranza di quell'uomo gli ispirava un senso
di fiducia: lo conosceva sin dall'infanzia, e da quell'intima
conoscenza non riusciva a vedere come potesse essere capace di
qualcosa di cui non fosse capace anche lui. Tuttavia pens che il
compagno potesse sbagliarsi sul proprio conto; o che, d'altro canto,
condannato fino allora alla pace e all'oscurit, potesse essere in realt
un uomo fatto per splendere in guerra.
Al giovane sarebbe piaciuto scoprire un altro che come lui avesse dei
dubbi circa se stesso. Un cordiale confronto delle caratteristiche
mentali lo avrebbe reso felice.
Di quando in quando cercava di sondare, con frasi allettanti, qualche
commilitone. Si guardava intorno cercando uomini che fossero
nell'umore adatto. Fall ogni suo tentativo di farli uscire in
un'affermazione che in qualche modo somigliasse a una confessione
di quei dubbi che egli segretamente riconosceva in se stesso. Aveva
paura di dichiarare apertamente ci che lo crucciava, perch temeva
di elevare qualche confidente privo di scrupoli al rango superiore di
chi non ha confessato, e quindi esserne deriso.
Riguardo ai compagni, la sua mente oscillava, secondo lo stato
d'animo, fra due opinioni. Talvolta era incline a crederli tutti eroi.
Anzi, di solito, negli altri ammetteva segretamente un superiore
sviluppo delle pi alte qualit. Poteva concepire che uomini che
andavano per il mondo senza farsi notare, portassero nascosta una
carica di coraggio e, sebbene conoscesse molti dei commilitoni sin
dalla fanciullezza, cominci a temere che il suo giudizio su di loro
fosse stato ottuso. Ma in altri momenti respingeva con disprezzo tali
teorie e si sentiva sicuro che nel loro intimo tutti i suoi compagni
erano perplessi e vacillanti.
I suoi turbamenti facevano s che egli si trovasse a disagio in
presenza di uomini che parlavano eccitati di una futura battaglia
come di un dramma al quale avrebbero assistito, rivelando in volto
nient'altro che impazienza e curiosit. Spesso sospett che
mentissero.
Non formulava tali pensieri senza condannare severamente se stesso.
A volte tuonava rimproveri e si accusava di molti vergognosi crimini
contro di di delle tradizioni.
Nella sua grande inquietudine il cuore vociferava continuamente
contro quella che egli considerava l'intollerabile lentezza dei
generali. Parevano contenti di starsene tranquillamente appollaiati
sulla riva del fiume e di lasciarlo curvo sotto il peso di un grande
problema. Un problema che egli voleva risolto al pi presto. Non
poteva sopportare pi a lungo un simile peso, si diceva. Talvolta la
sua ira verso i comandanti raggiungeva una fase acuta, e allora
andava mugugnando per l'accampamento come un veterano.
Ma una mattina si trov inquadrato nelle righe del reggimento in
assetto. Gli uomini bisbigliavano congetture e ripetevano le vecchie
voci. Nell'oscurit che precede lo spuntar del giorno, le uniformi
brillavano di un porpora intenso. Da oltre il fiume scrutavano ancora
i rossi occhi dei fuochi. Nel cielo a oriente c'era una macchia gialla,
come un tappeto steso per i piedi del sole veniente; e sullo sfondo di
essa, si profilava nera e ben rilevata la gigantesca figura del
colonnello in groppa a un gigantesco cavallo.
Nell'oscurit, giungeva da lontano un calpestio di passi. Il giovane
riusciva di quando in quando a vedere ombre scure che si
muovevano come mostri. Il reggimento rest sul riposo per un tempo
che parve lunghissimo. Il giovane divent impaziente. Era
insopportabile il modo con cui venivano trattate queste cose. Si
domand per quanto tempo ancora sarebbero stati tenuti in attesa.
Mentre si guardava tutto intorno meditando sulla misteriosa oscurit,
cominci a credere che da un momento all'altro l'inquietante
lontananza avrebbe potuto fiammeggiare, e al suo orecchio giungere
lo strepito rimbombante di un'azione. A un tratto, fissando i rossi
occhi di l del fiume, gli parve che si facessero pi grandi, come le
orbite di una schiera di draghi avanzanti. Voltandosi verso il
colonnello, lo vide alzare un braccio gigantesco e lisciarsi con calma
i baffi.
Finalmente dalla strada ai piedi del colle gli giunse lo scalpitio di un
cavallo al galoppo. Dovevano esserci ordini in arrivo. Si pieg in
avanti, trattenendo il respiro. L'eccitante clic-clac, facendosi sempre
pi forte, era come se gli battesse sull'anima. Ed ecco, con tintinnio
di speroni e sciabola, un ufficiale a cavallo tirare le briglie davanti al
colonnello. I due ebbero un breve colloquio, fatto di parole taglienti;
i soldati delle prime righe allungarono il collo.
L'ufficiale, gir il cavallo e, galoppando via, si volse per gridare
sopra le spalle: Non dimentichi quella scatola di sigari. Il
colonnello borbott qualcosa in risposta. Il giovane si domand che
ci avesse a fare con la guerra una scatola di sigari.
Un momento dopo, il reggimento si immergeva ondulando
nell'oscurit. Ora pareva uno di quei mostri che camminano con
molti piedi. L'aria era greve, e fredda per la rugiada. Una massa di
erba umida, calpestata, frusciava come seta.
A tratti un lampo, uno scintillio d'acciaio appariva sulle schiene di
tutti quegli enormi rettili che avanzavano strisciando. Dalla strada
giungevano cigolii e brontolii: trainavano via alcuni arcigni cannoni.
Gli uomini avanzavano inciampando di continuo, e ancora
bisbigliavano congetture. C'era un dibattito sommesso. A un tratto
un uomo cadde e, mentre stendeva il braccio per afferrare il fucile,
un compagno che non l'aveva visto gli pest la mano. Quello dalle
dita contuse bestemmi invelenito a voce alta. Un ridacchiare
represso serpeggi fra i compagni.
Presto imboccarono una strada e procedettero con passo spedito.
Davanti a loro si muoveva uno scuro reggimento, e anche da dietro
giungeva il tintinnio di armi su corpi di uomini in marcia.
L'irrompente giallo del giorno che avanzava crebbe alle loro spalle.
Quando alla fine i raggi del sole colpirono la terra con pastosa
pienezza, il giovane vide che il paesaggio era striato da due lunghe e
sottili colonne nere che sparivano sul ciglio di un colle di fronte,
mentre le retroguardie si perdevano in un bosco. Erano come due
serpenti che strisciassero fuori dalla caverna della notte.
Il fiume non si vedeva. Il soldato alto proruppe in elogi di quelle che
egli riteneva le sue brillanti capacit di
intuito.
Alcuni suoi compagni gridarono con enfasi che anche loro avevano
elaborato la stessa idea, e se ne felicitarono con se stessi. Ma altri
dicevano che il piano del soldato alto non era affatto quello vero, e si
ostinavano con altre teorie. Ci fu un'animata discussione.
Il giovane non vi prese parte. Procedeva incurante del proprio
allineamento, impegnato com'era nel suo eterno dibattito. Non
poteva trattenersi dall'indugiare sulla questione. Era depresso e di
umore tetro; gettava all'intorno occhiate fuggevoli. Guardava avanti,
spesso aspettandosi di udire dai reparti di testa un crepitio di
fucileria.
Ma i lunghi serpenti strisciavano lentamente da una collina all'altra
senza eruzioni di fumo. Una nuvola grigiastra di polvere si sperse
fluttuando sulla destra. In alto il cielo era di un azzurro fatato.
Il giovane studiava le facce dei compagni, sempre all'erta per
scoprire emozioni affini alle sue. Fu deluso. Un certo ardore che era
nell'aria e faceva s che i reparti dei veterani si muovessero con
allegria, quasi cantando, aveva contagiato il nuovo reggimento. Gli
uomini cominciavano a parlare di vittoria come di cosa a loro nota.
Cosi, anche il soldato alto ebbe la sua rivincita. Stavano di sicuro
facendo una manovra aggirante per prendere il nemico alle spalle.
Espressero commiserazione per quella parte dell'esercito che era
stata lasciata sulla riva del fiume, si congratularono di appartenere
alle schiere d'assalto.
Il giovane, considerandosi come separato dagli altri, era rattristato
dai discorsi sereni ed allegri che passavano da una riga all'altra. Tutti
i burloni della compagnia si esibirono al meglio delle loro capacit.
Il reggimento marciava a tempo di risate. Pi di una volta il soldato
chiassone travolse in accessi di risa intere file, coi suoi mordaci
sarcasmi diretti al soldato alto. E prima di non molto sembr che
tutti avessero dimenticato la loro missione. Intere brigate
sogghignavano all'unisono, ridevano reggimenti. Un soldato
grassoccio tent di portarsi via un cavallo dall'ingresso di un cortile;
faceva conto di caricarci sopra lo zaino. Stava svignandosela con la
preda quando dalla casa si precipit fuori una ragazzetta che afferr
la bestia per la criniera. Segu una colluttazione. La ragazza, con le
guance rosse e gli occhi scintillanti, si erse intrepida e statuaria.
Il reggimento, che assisteva alla scena fermo sulla strada per un
riposo, schiamazz subito parteggiando con tutta l'anima per la
fanciulla. Gli uomini si accalorarono a tal segno da dimenticare
completamente la loro grande guerra. Sbeffeggiarono il piratesco
soldato, richiamando l'attenzione su vari difetti del suo aspetto
fisico, e spiegarono un frenetico entusiasmo a sostegno della
ragazza. Da qualche distanza le giunse un audace consiglio:
Prendilo a bastonate.
Quando il soldato si ritir senza il cavallo, piovvero su di lui fischi e
versacci. Il reggimento esult per la sua sconfitta. Congratulazioni
chiassose e rumoreggianti piovvero invece sulla fanciulla che, ritta e
ansante, guardava le truppe con aria di sfida.
Al crepuscolo la colonna si frantum in unit reggimentali, e quei
frammenti si sparsero nei campi per accamparsi. Le tende
spuntarono come strane piante. I fuochi punteggiarono la notte come
bizzarri fiori rossi.
Per quanto glielo permettevano le circostanze il giovane si tenne
lontano dal contatto con i compagni. A sera, fece qualche passo nelle
tenebre. Da breve distanza, tutti quei fuochi, con le nere figure di
uomini che passavano su e gi davanti ai loro rossi bagliori,
producevano effetti arcani, satanici.
Si sdrai nell'erba; i fili gli premevano teneramente contro la
guancia. La luna era stata accesa, e pendeva dalla cima d'un albero.
Lo avvolse il liquido silenzio della notte e gli fece sentire una
profonda piet per se stesso. C'era una carezza nell'aria dolce e la
disposizione dell'oscurit, pens, era tutta di simpatia per lui e la sua
angoscia.
Con tutto il cuore desider di essere di nuovo a casa, di fare quegli
interminabili giri dalla casa al granaio, dal granaio ai campi, dai
campi al granaio, dal granaio alla casa. Ricord di avere spesso
maledetto la mucca pezzata e le sue compagne, di avere a volte
scagliato via gli sgabelli per la mungitura. Ma ora, dal suo nuovo
punto di vista, un alone di felicit circondava ognuna di quelle teste,
e avrebbe sacrificato tutti i bottoni lucenti del continente per poter
tornare da esse. Si disse che non era fatto per diventare soldato. E
medit seriamente sulle profonde differenze fra lui e quegli uomini
che saltellavano come folletti intorno ai fuochi.
Mentre meditava cos, ud frusciare l'erba. Volt la testa e scorse il
soldato dalla voce sonora. Lo chiam: Ehi, Wilson!
L'altro si avvicin e abbass lo sguardo: Salve, Henry, sei tu? Che
fai qui? Sto pensando, rispose il giovane. L'altro si sedette e
accese con cura la pipa: Sei un po' gi, ragazzo mio. Hai l'aria di
chi ha preso una batosta!
Che diavolo hai? Niente, rispose il giovane.
Il soldato dalla voce sonora si lanci allora nel tema della prevista
battaglia: Questa volta li abbiamo incastrati! Mentre parlava, il
suo volto da ragazzo si inghirland di un sorriso giulivo, e la voce
aveva un timbro esultante. Li abbiamo incastrati. Finalmente, per
mille fulmini, gliele suoneremo di santa ragione!
Se si sapesse la verit, prosegu con tono pi calmo, finora sono
stati loro a suonarle a noi quasi ogni volta; ma stavolta.., stavolta
saremo noi a suonargliele ben bene.
M'era parso che poco fa tu protestassi contro questa marcia,
osserv freddamente il giovane.
Oh, non questo, spieg l'altro. A me non rincresce marciare, se
alla fine si tratta di combattere. Ci che non mi va questo doversi
spostare ora qua ora l, senz'altro risultato, a quel che posso vedere,
che piaghe ai piedi e razioni maledettamente ridotte.
Be', Jim Conklin dice che stavolta di combattere ne avremo a
sfamo.
Per una volta tanto mi sa che ha ragione, anche se non riesco a
vedere come successo. Stavolta ci siamo; sar una grande battaglia
e abbiamo preso la cosa dalla parte giusta, questo sicuro. Dio
buono, come li conceremo! Si alz e si mise a passeggiare avanti e
indietro tutto eccitato. Il fremito dell'entusiasmo lo faceva
camminare
con passo elastico. Era allegro, vigoroso, infiammato dalla fiducia
nel successo. Guardava nel futuro con occhi limpidi, orgogliosi,
imprecava con l'aria di un vecchio soldato.
Il giovane lo guard per un momento in silenzio. Quando finalmente
parl, la sua voce fu amara come la feccia: Tu farai certo grandi
cose, immagino!
Il soldato dalla voce sonora sbuff dalla pipa una meditabonda nube
di fumo. Oh, non lo so, osserv con dignit; non lo so. Suppongo
che non far peggio degli altri. Ci dar dentro come un demonio.
Evidentemente si complimentava con se stesso per la modestia di
tale affermazione.
Come fai a sapere che non scapperai, quando viene il momento?
domand il giovane. Scappare? ripet l'altro, scappare? oh, no di
certo! e rise. Be', continu il giovane, un sacco di uomini in
gamba pensavano di fare grandi cose prima della battaglia, e
poi quando venuto il momento se la sono squagliata. Questo
vero, credo, rispose l'altro; ma io non me la squaglier. Chi punta
sulla mia fuga perder il suo
denaro, ecco tutto. E assever le sue parole con un cenno del capo.
Balle! Non sarai mica l'uomo pi coraggioso del mondo?! disse il
giovane. No, non lo sono, proruppe indignato l'altro, e non l'ho
neanche mai detto di essere l'uomo pi coraggioso
del mondo. Ho detto che far la mia parte in battaglia, ecco che cosa
ho detto. E la far. E poi, tu chi sei? Parli come se credessi di essere
Napoleone Bonaparte. Squadr per un momento il giovane con
occhio torvo, poi s'allontan a grandi passi.
Il giovane chiam il compagno con voce impetuosa: Be', non c'
bisogno di prendersela tanto! Ma l'altro continu per la sua strada
senza rispondere.
Scomparso l'offeso compagno, il giovane si senti solo nello spazio. Il
non essere riuscito a scoprire una pur minima somiglianza fra i loro
punti di vista lo rendeva ancor pi infelice di prima. Gli pareva che
nessuno lottasse con un problema personale cos tremendo. Si
sentiva un reietto.
Torn lentamente nella sua tenda e si stese su una coperta, a fianco
del soldato alto che russava. Nell'oscurit ebbe visioni di una paura
dalle mille lingue che gli borbottava alle spalle e lo costringeva a
fuggire mentre altri badavano tranquillamente agli interessi del loro
paese. Riconobbe che non sarebbe stato capace di tener testa a quel
mostro. Sentiva che ogni nervo del suo corpo sarebbe diventato un
orecchio per ascoltare quelle voci, mentre altri uomini sarebbero
rimasti imperturbabili e sordi.
Mentre sudava per l'angoscia di quei pensieri, udiva frasi sommesse
e serene. Punto cinque. Facciamo sei. Sette. A sette ci sto.
Fiss il riflesso rosso e palpitante di un fuoco sul bianco telo della
tenda, finch, esausto e infelice per la monotonia della sua
sofferenza, si addorment.

III
Quando sopravvenne un'altra notte, le colonne, trasformate in strisce
purpuree, sfilarono su due ponti di barche. Un fuoco abbagliante
tingeva color vino le acque del fiume. I suoi raggi, splendendo sulle
masse di truppa in
movimento, producevano improvvisi scintillii d'argento o d'oro.
Sull'altra riva si incurvava contro il cielo una scura e misteriosa
catena di colline. Le voci degli insetti notturni cantavano
solennemente.
Dopo aver traversato il fiume, il giovane si convinse che da un
momento all'altro potevano subire un improvviso e tremendo assalto
dalle latebre dei boschi digradanti. Tenne lo sguardo ben vigile verso
l'oscurit.
Ma il suo reggimento arriv senza ricevere molestie a un luogo per
accamparsi, e i soldati dormirono il sonno gagliardo degli uomini
esausti. Al mattino presto furono strappati al sonno con energia, e
sospinti per una strada stretta che si addentrava nella foresta.
Proprio durante quella rapida marcia il reggimento perdette molte
delle caratteristiche del reparto di nuova formazione.
Gli uomini avevano cominciato a fare il conto delle miglia sulle dita,
e a sentire la stanchezza. Piaghe ai piedi, razioni maledettamente
ridotte, e basta, diceva il soldato dalla voce sonora. I corpi
sudavano, la colonna brontolava. Dopo qualche tempo cominciarono
a disfarsi dello zaino. Alcuni lo gettarono senza scrupolo per terra;
altri lo nascosero con cura, attestando l'intenzione di venirselo a
riprendere con comodo. Gli uomini si liberavano delle pesanti
camicie. Presto furono pochi quelli che portavano qualcosa in pi
degli indumenti necessari, coperte, tascapane, borraccia, armi e
munizioni. Ora puoi mangiare e sparare disse il soldato alto al
giovane. Non c' altro da fare.
Rapido fu il passaggio dalla fanteria pesante della teoria alla fanteria
leggera e celere della realt. Il reggimento, alleviato di un fardello,
acquist un nuovo slancio. Ma ci fu una gran perdita di preziosi zaini
e, tutto sommato, di ottime camicie.
Tuttavia il reggimento non aveva ancora un aspetto veterano. I
reggimenti di veterani erano per lo pi unit molto esigue. Una volta,
quando il reparto era appena giunto al fronte, alcuni veterani che
bighellonavano l intorno, notata la lunghezza della colonna,
domandarono ai nuovi arrivati: Ehi, compagni, che brigata la
vostra? E quando quelli risposero che essi formavano soltanto un
reggimento, non gi una brigata, i soldati anziani si erano messi a
ridere, esclamando: Dio buono!
I cappelli, poi, erano troppo simili l'uno all'altro: i cappelli di un
reggimento, invece, dovrebbero propriamente rappresentare la storia
del copricapo nel corso degli anni. Inoltre, non c'erano testimonianze
in lettere di oro sbiadito sulle bandiere. Queste erano belle nuove, e
l'alfiere ne ungeva regolarmente l'asta.
L'esercito si accamp di nuovo, ed ebbe tempo di pensare. I soldati
avevano nelle narici l'odore dei placidi pini. Per la foresta
risuonavano monotoni colpi d'ascia, e gli insetti, sonnecchiando sui
loro sostegni, cantilenavano come vecchie. Il giovane torn alla sua
teoria di una manifestazione in blu.
Ma, in un'alba grigia, lo svegli con un calcio nella gamba il soldato
alto, e ancor prima di essere del tutto desto, si trov a correre gi per
una strada di bosco, in mezzo a uomini che ansavano per i primi
effetti della corsa. La borraccia gli batteva ritmicamente sulla coscia,
il tascapane sobbalzava lieve. A ogni passo il moschetto gli
rimbalzava un tantino dalla spalla, facendogli sentire precariamente
in testa il berretto.
Udiva gli uomini bisbigliare frasi smozzicate: Ehi, che diamine
succede? Accidenti, perch scappiamo a questo modo? Billie,
attento ai miei piedi. Corri come una vacca. E si fece udire anche il
soldato dalla voce sonora: Ma perch diavolo hanno tanta fretta?
Il giovane pens che la nebbia umida del primo mattino esalasse
dall'impetuoso spostarsi di una gran massa di truppe.
Improvvisamente arriv da lontano un crepitio di fucileria.
Ne fu sbalordito. Mentre correva coi compagni fece ogni sforzo per
pensare, ma l'unica cosa che sapeva era che, se fosse caduto, quelli
che venivano dietro lo avrebbero calpestato. Sembrava che tutte le
sue facolt fossero necessarie per guidarlo al di l degli ostacoli. Si
sentiva trascinato da una folla tumultuante.
Il sole diffuse raggi rivelatori e, ad uno ad uno, si offrirono alla vista
i reggimenti, come guerrieri appena generati dalla terra. Il giovane si
rese conto che il grande momento era arrivato. Stava per essere
messo alla prova. Per un attimo, di fronte al grande cimento, si sent
come un bimbo, e gli parve molto sottile la carne che gli copriva il
cuore. Colse il momento per guardarsi intorno e calcolare le
possibilit.
Vide subito che gli sarebbe stato impossibile fuggire dal reggimento.
Questo lo racchiudeva. E dai quattro lati c'erano le ferree norme
della tradizione e della legge. Si trovava in una scatola semovente.
Quando si rese conto di quella realt di fatto, gli venne in mente di
non aver mai desiderato di andare in guerra. Non si era arruolato di
suo libero volere. Era stato trascinato dallo spietato governo, e ora lo
conducevano al macello.
Il reggimento scivol gi per un argine e attravers sguazzando un
piccolo corso d'acqua. La lugubre corrente si muoveva lenta, e
dall'acqua, ombrata di nero, occhi di bolle bianche guardavano gli
uomini.
Mentre risalivano la collina, sull'altro fianco cominci a tuonare
l'artiglieria. A questo punto il giovane scord molte cose, provando
un improvviso impulso di curiosit.
S'inerpic su per l'argine con una sveltezza quale non avrebbe potuto
avere un uomo assetato di sangue. Si aspettava una scena di
battaglia. C'erano dei campicelli cinti strettamente da una foresta.
Sparsi nell'erba e fra i tronchi d'albero, vide gruppi e
linee ondeggianti di esploratori, che correvano qua e l sparando al
paesaggio. Su una radura che, colpita dal sole, brillava di colore
arancione si stendeva scura una linea di battaglia. Una bandiera
sventolava.
Altri reggimenti s'inerpicarono faticosamente su per l'argine. La
brigata era disposta in linea di battaglia e, dopo una sosta, avanz
lentamente nei boschi, alle spalle degli esploratori che, ritraendosi, si
confondevano continuamente con lo scenario per riapparire subito
pi in l. Erano instancabili come api e intensamente assorti nelle
loro piccole schermaglie.
Il giovane cerc di osservare ogni cosa. Non si curava di schivare
alberi e rami, e i suoi piedi, dimenticati, urtavano di continuo contro
i sassi o s'impigliavano nei rovi.
Si rendeva conto che quei battaglioni, con il loro agitarsi, formavano
un ordito rosso e sorprendente nel delicato tessuto di morbidi bruni e
verdi. Era il posto sbagliato per un campo di battaglia.
L'avanzare degli esploratori lo affascinava. Il loro sparare dentro
boschetti e contro alberi lontani e bene in vista gli parlava di
tragedie: nascoste, misteriose, solenni.
A un certo punto la linea incontr il corpo di un soldato morto.
Giaceva supino, fissando il cielo. Portava goffamente una divisa di
un bruno giallastro. Il giovane not che le logore suole delle scarpe
avevano la sottigliezza della carta da lettere e che da un grande
squarcio in una di esse miseramente sporgeva il piede morto. Era
come se il destino avesse tradito quel soldato: nella morte palesava
ai nemici quella povert che da vivo aveva forse nascosto agli amici.
Le file si scostarono furtivamente per evitare il cadavere.
L'invulnerabile morto si apriva una strada. Il giovane guard
intensamente quel volto cinereo. Il vento sollev la barba fulva, che
si mosse come se una mano la lisciasse. Il giovane desider
vagamente di continuare a girare intorno a quel corpo fissandolo;
provava l'impulso dei vivi a cercar di leggere negli occhi dei morti la
risposta alla Grande Domanda.
Durante la marcia lo slancio acquistato dal giovane mentre non era
ancora in vista del campo si spense rapidamente. La sua curiosit era
stata facilmente soddisfatta. Se, arrivando in cima all'argine, l'avesse
afferrato con impeto selvaggio una scena intensa, sarebbe stato
capace di slanciarsi con foga. Invece quell'avanzata sulla Natura era
calma, troppo. Ebbe modo di riflettere. Ebbe il tempo per
meravigliarsi di se stesso e tentare di sondare le sue sensazioni.
Idee assurde si impossessarono di lui. Pens di non gustare il
paesaggio: esso lo minacciava. Un senso di freddo gli percorse la
schiena e si sentiva i calzoni come se non fossero della sua misura.
Una casa che sorgeva pacifica in campi lontani acquist per lui un
aspetto sinistro. Le ombre dei boschi erano spaventose. Era sicuro
che in quel panorama si appiattavano milizie dagli sguardi feroci. Gli
venne rapido il pensiero che i generali non sapevano che cosa si
facessero. Era tutto un tranello. Ad un tratto quelle spesse foreste
sarebbero diventate irte di canne di fucile. Alle spalle sarebbero
apparse ferree brigate che li avrebbero sacrificati tutti. I generali
erano stupidi. Il nemico avrebbe presto ingoiato l'intero reparto. Si
guard intorno con occhi torvi, aspettandosi di veder avvicinarsi
furtiva la sua morte.
Pens che doveva uscire dalle file e arringare i compagni. Non
dovevano finire tutti ammazzati come porci: ci che, ne era sicuro,
sarebbe accaduto se non fossero stati informati di quei pericoli. I
generali erano degli idioti a mandarli a marciare dentro un vero e
proprio mattatoio. In tutto il reparto non c'era che un paio d'occhi. Si
sarebbe fatto avanti e avrebbe tenuto un discorso. Gli vennero alle
labbra parole aspre e appassionate.
La linea, rotta dal terreno in mobili frammenti, prosegu la sua calma
avanzata per campi e boschi. Il giovane guard gli uomini pi vicini
a lui e vide, nei pi, espressioni di intenso interesse, come se
indagassero su qualcosa che li aveva affascinati. Uno o due
marciavano dandosi arie di prodi, come se fossero gi stati tuffati
nella guerra. Altri pareva che camminassero su ghiaccio sottile. La
maggior parte degli uomini non ancora messi alla prova appariva
quieta e assorta. Andavano a dare un'occhiata alla guerra: la bestia
rossa, la dea gonfia di sangue. Ed erano profondamente concentrati
in quella marcia.
Guardandoli, il giovane ricacci in gola il suo grido. Vide che
sebbene barcollassero per la paura, quegli uomini avrebbero riso del
suo avvertimento. Lo avrebbero schernito e, se possibile, colpito con
proiettili. E quand'anche si sbagliasse in tale previsione, una
frenetica arringa del tipo che aveva in mente lo avrebbe ridotto a un
verme. Allora assunse il contegno di uno che sa di essere, lui solo,
condannato a responsabilit non scritte. Rimase indietro, lanciando
tragiche occhiate al cielo.
E cos fu sorpreso, poco dopo, dal giovane tenente della sua
compagnia, che si mise a percuoterlo cordialmente con la sciabola,
gridandogli con voce forte e insolente: Avanti, giovanotto, rientra
nelle file. Qui non serve tirarsi indietro. Il giovane affrett il passo
con la dovuta sollecitudine, e odi il tenente che non sapeva
apprezzare una mente sottile. Era semplicemente un bruto.
Dopo un po' la brigata fece tappa nella luce chiesastica di una
foresta. Gli alacri esploratori sparacchiavano ancora. Attraverso le
navate della foresta si scorgeva il fumo fluttuante dai loro fucili. A
volte saliva in piccoli gomitoli compatti e bianchi.
Durante quella sosta molti uomini del reggimento cominciarono a
erigere davanti a s minuscoli ripari. Si servivano di pietre, pezzi di
legno, terra, e di ogni cosa che, a loro parere, potesse deviare una
pallottola. Alcuni ne costruivano di relativamente grandi, mentre
altri parevano contentarsi di piccoli.
Tale attivit suscit una discussione fra i soldati. Alcuni volevano
combattere come duellanti, ritenendo corretto lo stare in piedi e
offrire bersaglio dai piedi alla fronte. Dicevano di spregiare gli
accorgimenti dei guardinghi. Ma gli altri li schernivano a loro volta,
additando i veterani che sulle ali scavavano il terreno come cani
terrier. In breve sorse una specie di trinceramento lungo il fronte dei
reggimenti, ma subito dopo ricevettero l'ordine di ritirarsi da quel
luogo.
Ci sbalord il giovane. Dimentic la sua agitazione per il
movimento di avanzata. Ma perch ci hanno fatto marciare sin
qui? domand al soldato alto, e quello con fede tranquilla cominci
una noiosa spiegazione, bench costretto ad abbandonare una piccola
protezione di pietre e fango alla quale aveva dedicato molta cura e
perizia.
Quando il reggimento si alline su un'altra posizione, la sollecitudine
di ogni uomo per la propria incolumit fece sorgere un'altra linea di
piccoli trinceramenti. Consumarono il pasto di mezzogiorno dietro
una terza linea. Ma furono spostati anche da quella. Dovettero
marciare di luogo in luogo senza uno scopo palese.
Al giovane avevano insegnato che in battaglia un uomo diventa
un'altra cosa, e in tale mutamento vide la sua salvezza. Quell'attesa
era quindi una dura prova per lui: lo teneva in un'impazienza
febbrile. Giudic che essa denotava la mancanza di un piano nei
generali e cominci a lagnarsene col soldato alto. Io non resisto
pi, grid. Non vedo l'utile di fiaccarci le gambe per nulla.
Voleva tornare all'accampamento, sapendo che quella faccenda era
una semplice manifestazione in blu; oppure andare in battaglia e
scoprire che era stato uno sciocco a dubitare, mentre in realt era
dotato del coraggio che esige la tradizione. La tensione nervosa in
quelle circostanze gli diventava intollerabile.
Il filosofico soldato alto, con gallette e carne di maiale si dos un
panino e lo ingurgit con noncuranza. Abbiamo da compiere delle
ricognizioni nella zona, penso, tanto per impedirgli di farsi troppo
sotto, o per invitarli a scoprirsi, o che so io.
Bum! fece il soldato dalla voce sonora.
Be', grid il giovane, sempre eccitato. Farei qualsiasi altra cosa
piuttosto che scarpinare per la campagna tutto il giorno, senza far del
bene a nessuno e solo straccandoci.
E io lo stesso, disse il soldato dalla voce sonora. Non giusto. Io
vi dico che se questo esercito lo comandasse qualcuno con un po' di
giudizio...
Sta' zitto, scemo! rugg il soldato alto. Sei un rompiscatole della
malora. Non sono sei mesi che porti codesta divisa, e parli come se...

Comunque, ci ho voglia di combattere un po', lo interruppe l'altro.
Non sono venuto qui per andare a spasso. Potevo farlo a casa, tutto
intorno al granaio, se proprio ne avevo voglia.
Il soldato alto, rosso in viso, butt gi un altro panino come se
prendesse del veleno per disperazione.
Ma a poco a poco, masticando, la sua faccia ridivent calma e
soddisfatta. In presenza di panini come quelli, non poteva accanirsi
in una disputa violenta. Durante i pasti aveva sempre un'aria di beata
contemplazione del cibo che inghiottiva. Il suo spirito pareva allora
in comunione con le vivande.
Accettava un nuovo ambiente, una nuova circostanza, senza
scomporsi, a ogni occasione traendo cibo dal tascapane. Durante le
marce procedeva a grandi passi come un cacciatore, senza protestare
n contro l'andatura n contro la distanza. E non aveva alzato la voce
ricevendo l'ordine di lasciare quei tre mucchietti difensivi di terra e
pietre, ognuno dei quali era un trionfo d'ingegneria degno di essere
dedicato alla memoria della nonna.
Nel pomeriggio il reggimento si dispose sullo stesso terreno che
aveva occupato la mattina. Allora il paesaggio cess di minacciare il
giovane. Gli era gi stato vicino e aveva preso familiarit con esso.
Tuttavia, quando cominciarono a penetrare in una nuova regione, lo
riassalirono le vecchie paure di essere stupido e inetto, ma questa
volta fu tenace nel non prestare orecchio al loro blaterare. Il suo
problema lo assorbiva, e nella disperazione concluse che la stupidit
non importava gran che.
A un tratto pens di essere arrivato alla conclusione che sarebbe
stato meglio essere ucciso subito e cos finirla coi crucci. Guardando
la morte cos, con la coda dell'occhio, la concep come nient'altro
che un riposo, e per un momento lo riemp lo stupore di aver provato
tanta commozione per il semplice fatto di poter essere ucciso.
Sarebbe morto, sarebbe andato in qualche luogo dove l'avrebbero
capito. Era inutile aspettarsi un apprezzamento della sua sensibilit
profonda e fine da uomini come il tenente. Per ottenere
comprensione doveva guardare alla tomba.
La fucileria delle scaramucce aument, divent un lungo fragoroso
crepitio. Ad esso si mescolarono lontani evviva. Una batteria disse la
sua.
Subito dopo il giovane vide gli esploratori che correvano. Li
inseguiva il rumore della fucileria. Ancora un momento e furono
visibili i caldi, pericolosi baleni dei fucili. Nuvole di fumo
traversarono con lenta insolenza i campi, come fantasmi di scolta.
Lo strepito ebbe un crescendo, simile al fragore di un treno che si
avvicina.
Una brigata che li precedeva sulla destra entr in azione con
lacerante rimbombo. Fu come se fosse esplosa. Poi si distese, in
lontananza, dietro una lunga muraglia grigia, che bisognava guardare
due volte per esser sicuri che si trattava di fumo.
Dimenticando il geniale progetto di farsi uccidere, il giovane fissava
affascinato. I suoi occhi si dilatavano, si ravvivavano secondo lo
svolgersi dell'azione. E la bocca restava dischiusa.
Ad un tratto sent posarsi sulla spalla una mano pesante e mesta.
Svegliato dall'estatica contemplazione, si volt e vide il soldato dalla
voce sonora.
Amico mio, questa la mia prima e ultima battaglia, gli disse con
intensa tristezza. Era pallidissimo, e gli tremava il labbro delicato, da
ragazza.
Cosa? mormor stupefatto il giovane. Questa la mia prima e
ultima battaglia, amico mio, continu l'altro. Qualcosa mi dice
che... Che? Che questa prima volta sar spacciato e... e voglio
che tu porti... questa roba... ai miei. Termin con un
tremolante singhiozzo di piet per se stesso. Consegn al giovane un
pacchetto fatto su in un involucro giallo. Ma perch? che
diavolo?... riprese il giovane. Ma l'altro gli lanci un'occhiata come
dal profondo della tomba, alz stancamente la mano con gesto da
profeta e se ne and.

IV
La brigata ricevette l'ordine di fermarsi al margine di un boschetto.
Gli uomini si accovacciarono fra gli alberi e puntarono verso i campi
gli infaticabili fucili. Cercavano di guardare di l del fumo. Dalla
foschia videro emergere uomini che correvano. Pur nella fretta,
alcuni gridavano informazioni e gesticolavano. I soldati del nuovo
reggimento osservavano e ascoltavano avidamente, mentre le loro
lingue mulinavano chiacchiere sulla battaglia. Si passavano voci
giunte a volo come uccelli da chiss dove.
Dicono che Perry stato ricacciato con gravi perdite.
Si. Carrott andato all'ospedale. Ha detto che stava male. Quel
furbacchione di tenente comanda la compagnia G. Gli uomini dicono
che non staranno pi sotto Carrott, dovessero disertare tutti.
Sapevano da un pezzo che lui era un...
Hanno preso la batteria di Hannises. Neanche per sogno. La
batteria di Hannises l'ho vista sulla nostra sinistra non pi di un
quarto d'ora fa.. Be'... Il generale dice che prender il comando
di tutto il 304 quando entreremo in azione, e allora, dice, noi
combatteremo come nessun altro reggimento ha mai combattuto.
Dicono che stiamo prendendole sulla sinistra. Dicono che il nemico
spinge la nostra linea in una maledetta
palude, e ha preso la batteria di Hannises. Macch. La batteria di
Hannises era da queste parti circa un minuto fa. Quel giovane
Hasbrouck proprio un buon ufficiale. Non ha paura di niente. Ho
incontrato uno del 148 del Maine, e dice che la sua brigata ha
tenuto impegnato l'intero esercito ribelle
per quattro ore laggi, sulla strada maestra, e ne ha uccisi circa
cinquemila. Un'altra battaglia cos, dice, e la guerra finita.
Bill mica era spaventato. Nossignore. Non era paura. Bill non uno
che si spaventa facilmente. Era soltanto incavolato, ecco cos'era.
Quando quell'altro gli ha camminato sulla mano, saltato su e ha
detto che era pronto a dare la sua mano alla patria ma potesse
perdere la parola se lasciava che ci passeggiasse sopra il primo
cretino di volontario. Cosi andato all'ospedale infischiandosene
della battaglia. Aveva tre dita stritolate. Quel dannato dottore voleva
amputargliele, e Bill, mi dicono, ha fatto un putiferio. una
sagoma!
Il fragore sul fronte si gonfi in un coro tremendo. Il giovane e i suoi
compagni tacquero raggelati. Vedevano una bandiera che si agitava
iraconda nel fumo. Vicino ad essa, indistinte e sconvolte forme di
combattenti. Attraverso i campi arriv una tumultuosa fiumana di
uomini. Una batteria che cambiava postazione a galoppo frenetico
sparpagli gli sbandati a destra e a manca.
Urlando come uno spirito annunciatore di morte nella bufera, una
granata pass sopra le teste accalcate delle riserve. Fin nel
boschetto, sollevando con una rossa esplosione la terra bruna. Ci fu
un breve scroscio di aghi di pino.
Le pallottole cominciarono a fischiare fra i rami e a mordere gli
alberi. Ramoscelli e foglie venivano gi veleggiando. Era come se
venissero brandite migliaia di accette minuscole e invisibili. Molti
degli uomini scansavano e abbassavano continuamente la testa.
Il tenente della compagnia del giovane fu colpito a una mano. Si
mise a bestemmiare cos stupendamente che la linea del reggimento
fu percorsa da un riso nervoso. La bestemmia dell'ufficiale suon
scontata, ma rilass i sensi tesi delle giovani reclute. Era come se si
fosse pestato le dita a casa sua, con un martello da tappezziere.
Stava attento a tenere la mano ferita lontano dal fianco perch il
sangue non gli gocciolasse sui calzoni.
Il capitano della compagnia si mise la sciabola sotto il braccio, tir
fuori un fazzoletto e cominci a fasciare la ferita del tenente. E
discussero sul modo di fare la fasciatura.
In lontananza, la bandiera sussultava follemente nella mischia.
Pareva lottare per liberarsi da un'agonia. Le ondate di fumo erano
piene di lampi orizzontali.
Dal fumo sbucarono uomini in rapida corsa. Crebbero di numero
finch si vide che tutto il reparto era in fuga. Ad un tratto la bandiera
si accasci come moribonda. Il movimento con cui cadde fu un gesto
di disperazione.
Urla selvagge giungevano da oltre le cortine di fumo. La
composizione grigia e rossa si dissolse in una masnada di uomini che
galoppavano come cavalli selvaggi.
I reggimenti di veterani a destra e a sinistra del 304 presero subito a
canzonarli. Al canto appassionato delle pallottole e alle urla sinistre
delle granate si mescolarono fischi sonori e frammenti di beffardi
consigli circa possibili rifugi.
Ma il nuovo reggimento era senza fiato per l'orrore. Dio! Saunders
le ha prese sode! bisbigli l'uomo che stava a gomito col giovane.
Arretrarono e si accovacciarono, quasi fossero costretti ad aspettare
una piena.
Il giovane gett una rapida occhiata alle file blu del reggimento. I
profili erano immobili, come scolpiti; in seguito ricord che il
sergente portabandiera si teneva ritto, a gambe larghe, come se si
aspettasse di essere gettato a terra.
L'ondata successiva pass turbinando sul fianco. Qua e l vi erano
ufficiali travolti dalla fiumana, impotenti come fuscelli. Menavano
colpi intorno a s, con la sciabola, col pugno della mano sinistra,
pungolando ogni testa che riuscivano a raggiungere. Bestemmiavano
come ladroni.
Un ufficiale a cavallo diede sfogo alla rabbia furiosa di un bimbo
viziato. Smaniava con la testa, le braccia, le
gambe.
Un altro, il comandante della brigata, galoppava intorno urlando.
Aveva perduto il cappello, e l'uniforme era in disordine. Somigliava
a uno che avesse lasciato il letto per accorrere sul luogo di un
incendio. Spesso gli zoccoli del suo cavallo minacciavano le teste
degli uomini in fuga, che per riuscirono a scampare con singolare
fortuna. In quella corsa precipitosa sembravano tutti sordi e ciechi.
Non stavano certo ad ascoltare le elaborate imprecazioni scagliate
contro di loro da ogni parte.
Sopra quel tumulto si udivano ogni tanto gli spietati motteggi dei
veterani, ma evidentemente gli uomini in fuga non si rendevano
nemmeno conto della presenza di un pubblico.
Il riflesso della battaglia che per un attimo brillava sui volti di quella
pazza fiumana fece sentire al giovane che neppure una mano
possente dal cielo sarebbe riuscita a tenerlo al suo posto, se egli
avesse ancora avuto un razionale controllo delle proprie gambe.
Su quei volti era stampato lo sgomento. La lotta nel fumo aveva
dipinto la propria immagine esasperata sulle guance livide e negli
occhi stravolti da un unico desiderio.
La vista di quella rotta sprigionava un impeto diluviale che pareva
capace di trascinare dal suolo pezzi di legno, pietre ed uomini. Quelli
delle riserve dovettero tener duro. Diventarono pallidi e saldi, rossi e
tremanti.
In mezzo a quel caos il giovane riusc a completare un pensiero. Il
mostro composito che aveva causato la fuga delle altre truppe non
era ancora apparso. Decise di dargli un'occhiata, e poi, pensava,
avrebbe potuto sempre scappare meglio dei pi veloci.

V
Ci furono momenti di attesa. Al giovane venne in mente la strada del
villaggio, a casa, prima che arrivasse il circo in parata, un giorno di
primavera. Ricord come avesse sostato, bimbetto minuto ed
emotivo, pronto a seguire la scalcagnata dama sul cavallo bianco, o
la banda sul carro fatiscente. Vide la strada gialla, le file di gente in
impaziente attesa, le case modeste. In particolare ricord un vecchio
che soleva sedere su una cassa di gallette davanti allo spaccio e
fingeva di disprezzare simili spettacoli. Nella sua mente fervevano
mille particolari di colore e di forma. Il vecchio seduto sulla cassa di
gallette appariva a mezzo rilievo.
Qualcuno grid: Eccoli che arrivano!
Fra gli uomini ci fu del trambusto, un mormorio diffuso. Tutti
rivelarono un desiderio febbrile di avere a portata di mano ogni
possibile cartuccia. Le cassette furono trascinate di qua e di l in
varie posizioni, e sistemate con gran cura. Fu come se venissero
provati settecento cappellini nuovi.
Il soldato alto, dopo aver preparato il fucile, tir fuori una specie di
fazzoletto rosso. Mentre se lo annodava intorno alla gola, con
delicata attenzione a come gli stava, il grido si ripet su e gi per la
linea come un ruggito in sordina.
Eccoli che arrivano! Eccoli che arrivano! Scattarono gli otturatori
dei fucili.
Per i campi infestati di fumo veniva un bruno sciame di uomini che
correvano gettando urla acute. Avanzavano curvi, agitando i fucili in
ogni direzione. Una bandiera, inclinata in avanti, volava tra le prime
file.
Nel momento in cui li avvist, il giovane fu per un attimo allarmato
dal pensiero che il suo fucile forse non era carico. Cerc di fare
appello al suo intelletto vacillante, di ricordare il momento in cui
l'aveva caricato, ma non vi riusc.
Un generale privo di copricapo ferm il cavallo grondante sudore
presso il colonnello del 304. Gli agit un pugno davanti alla faccia,
e Dovete trattenerli! grid fuori di s, dovete trattenerli!
Nell'agitazione del momento il colonnello si mise a balbettare: Be-
bene, Generale, benissimo, per Dio! Fa-faremo.., fa-faremo del
nostro meglio, Generale. Il generale fece un gesto iracondo e ripart
al galoppo. Il colonnello, forse per sfogarsi, prese a rimbrottare come
un pappagallo infastidito. Voltandosi un attimo per accertarsi che la
retroguardia non subiva molestie, il giovane vide che il comandante
guardava i suoi uomini con un'aria molto risentita, come se gli
rincrescesse sommamente di aver a che fare con loro.
L'uomo che stava a gomito col giovane borbott come a se stesso:
Ora s che ci siamo! Ora s che ci siamo!
Il capitano della compagnia aveva continuato a camminare eccitato,
in su e in gi, dietro la prima linea. Parlava suadente come una
maestrina a un'accolta di bambini alle prese col sillabario. Il suo
discorso non faceva che ripetere le stesse frasi: Risparmiate il
fuoco, ragazzi... non sparate finch non ve lo dico io.., risparmiate il
fuoco... aspettate che siano pi vicini... non fate gli stupidi...
Il sudore colava gi per la faccia del giovane, imbrattata come quella
di un monello in lacrime. Spesso, con un gesto nervoso, si asciugava
gli occhi con la manica della giubba. La sua bocca era ancora
dischiusa.
Con uno sguardo abbracci il campo davanti a s, brulicante di
nemici, e immediatamente cess di dibattere la questione se l'arma
fosse carica o no. Prima di essere pronto a cominciare prima di aver
annunciato a se stesso che si accingeva a combattere mise in
posizione l'obbediente, ben calibrato fucile e spar un primo colpo a
casaccio. Ben presto adoperava l'arma come un automa.
Ad un tratto smise di preoccuparsi di se stesso, dimentic di
contemplare un fato minaccioso. Divent non un uomo ma un
numero. Sentiva che qualcosa di cui egli era parte un reggimento, un
esercito, una causa, un paese si
trovava in un pericoloso frangente. Egli era saldato entro una
comune personalit, dominata da un unico desiderio. Per alcuni
momenti non fu in grado di fuggire pi di quanto il mignolo possa
staccarsi dalla mano.
Se avesse pensato che il reggimento stava per essere annientato,
forse sarebbe riuscito ad amputarsi da esso. Ma il rumore che faceva
gli dava sicurezza: il reggimento era come un fuoco d'artificio che,
una volta acceso, procede superiore a tutto, finch la sua
fiammeggiante vitalit non svanisce. Il reggimento ansava e
palpitava con forza.possente. Il giovane si immagin il terreno
antistante disseminato di sconfitti.
Aveva sempre coscienza della presenza dei compagni intorno a lui.
Sentiva l'impalpabile fratellanza della battaglia ancor pi fortemente
che non la causa per la quale combattevano. Era un misterioso
sodalizio nato dal fumo e dal pericolo di morte.
Lui aveva un compito. Era come un falegname che, dopo aver fatto
molte casse, ne sta facendo un'altra; soltanto, c'era una fretta furiosa
nei suoi movimenti. Col pensiero galoppava lontano, in altri luoghi,
proprio come il falegname che lavorando fischietta e pensa all'amico
o al nemico, alla casa o all'osteria. E quei sogni a singhiozzo non gli
si precisarono mai, dopo, ma rimasero una massa di forme confuse.
Ora cominci a sentire gli effetti dell'atmosfera di guerra: un sudore
enfiante, la sensazione che i bulbi degli occhi stessero per spaccarsi
come pietre infocate. Un frastuono rovente gli empiva le orecchie.
Ad esso segui un rosso furore. Nel giovane crebbe l'esasperazione
acuta dell'animale molestato, di una mite mucca vessata dai cani.
Prov una folle avversione per il suo fucile, che si poteva usare
contro una sola vita per volta. Voleva precipitarsi avanti e strozzare
con le sue dita. Bram un potere che gli permettesse di fare un gesto
ampio come il mondo e di spazzare via tutto. Gli apparve la sua
impotenza, e trasform il suo furore in quello di una bestia incalzata.
Sepolta nel fumo di molti fucili, la sua collera era diretta non tanto
contro gli uomini che, egli sapeva, stavano avventandosi verso di lui,
quanto contro i turbinanti fantasmi della battaglia che lo
soffocavano, ficcandogli le loro vesti di fumo gi per la gola riarsa.
Lott freneticamente per dar sollievo ai sensi, per avere aria, come fa
un bimbo che vogliono soffocare e che lotta contro le mortali
coperte. Su tutti i visi c'era una vampa di rabbia collerica, mista a
una certa espressione intenta. Molti producevano con la bocca suoni
di tono basso, e quei sommessi evviva o ringhi, quelle imprecazioni
o preghiere, componevano un selvaggio canto barbarico che fluiva
come uno strano e salmodiante sottofondo sonoro, in armonia coi
risonanti accordi della marcia di guerra. L'uomo a gomito col
giovane farfugliava, e in ci vi era qualcosa di delicato e tenero
come il monologo di un bimbo. Il soldato alto imprecava a voce alta,
dalle sue labbra usciva una nera processione di curiose bestemmie.
Ad un tratto un altro proruppe in modo querulo, come uno che abbia
smarrito il cappello: Be', ma perch non ci danno una mano?
Perch non mandano rinforzi? Credono forse che...
Nel torpore che gli infondeva la battaglia, il giovane ud quelle
parole come uno che sonnecchia.
Era singolare l'assenza di pose eroiche. Curvandosi o ergendosi con
fretta rabbiosa, gli uomini assumevano ogni pi strano
atteggiamento. Le bacchette d'acciaio tintinnavano con strepito
incessante mentre venivano ficcate con furia dentro le canne roventi
dei fucili. I risvolti delle scatole di cartucce, tutti sollevati, erano
liberi di sventolare insensatamente a ogni movimento. Una volta
caricati, i fucili venivano portati di scatto alla spalla, e sparavano
non a un bersaglio visibile ma dentro il fumo, o a una di quelle
confuse e mutevoli forme che, sul campo davanti al reggimento,
erano diventate sempre pi grandi come fantocci sotto la mano di un
mago.
Gli ufficiali, ognuno nel suo settore, dietro la truppa, avevano messo
da parte le pose pittoresche. Andavano su e gi berciando istruzioni
e incoraggiamenti. I loro urli erano di straordinaria potenza:
consumavano con prodigalit i loro polmoni. E spesso protendevano
la testa, nell'ansia di osservare il nemico al di l delle volute di fumo.
Il tenente della compagnia del giovane aveva incontrato un soldato
che alla prima scarica dei compagni era fuggito gridando. I due
stavano ora recitando una breve scena a s dietro le linee. L'uomo
singhiozzava e fissava con occhi da pecora il tenente, che l'aveva
afferrato per il colletto e lo tempestava di pugni. Sempre
percotendolo lo risospinse nei ranghi. Il soldato camminava
meccanicamente, come istupidito, gli occhi animaleschi fissi sul
tenente. Forse gli si manifestava una divinit nella voce dell'altro:
severa, dura, senza alcuna traccia di sgomento. Tent di ricaricare il
fucile, ma il tremito delle mani glielo imped. Dovette aiutarlo il
tenente.
Qua e l gli uomini cadevano come fagotti. Il capitano della
compagnia del giovane era stato ucciso in una delle prime fasi
dell'azione. Il suo corpo giaceva disteso, nella posizione di un uomo
affaticato che riposi, ma sul viso c'era un'espressione attonita e
dolente, come se pensasse che qualche amico gli aveva giocato un
brutto tiro. L'uomo che farfugliava come un bimbo fu sfiorato da un
proiettile che gli fece colare sangue copioso per la faccia. Si afferr
la testa con entrambe le mani, esclam Oh! e fugg. Un altro
all'improvviso grugn come se l'avessero colpito allo stomaco con
una mazza. Si sedette e guard fisso, con una espressione dolente:
nei suoi occhi c'era un muto, vago rimprovero. Pi in l lungo la
linea, un uomo che stava ritto dietro un albero, aveva avuto
l'articolazione di un ginocchio frantumata da una pallottola. Aveva
lasciato cadere subito il fucile per aggrapparsi all'albero con
entrambe le braccia. E l rimaneva, avvinghiato disperatamente,
implorando aiuto per lasciare la presa dell'albero.
Finalmente un urlo di esultanza percorse la linea palpitante. La
fucileria diminu, dal fragore a un ultimo botto vendicativo. Quando
il fumo lentamente mulin via, il giovane vide che l'assalto era stato
respinto. I nemici erano sparsi in gruppi restii. Vide un uomo
arrampicarsi in cima alla staccionata e, a cavalcioni della sbarra,
sparare un colpo di commiato. Le ondate avevano arretrato,
lasciando sul terreno frammenti di scuri detriti.
Alcuni del reggimento si misero a lanciare grida frenetiche. Molti
tacevano. Pareva che stessero cercando di guardare in se stessi.
Dopo che non si senti pi la febbre nelle vene, il giovane pens che
avrebbe finito per soffocare. Si
rese conto dell'aria mefitica nella quale aveva combattuto. Era lercio
e stillante come un manovale di fonderia. Afferr la borraccia e
bevve un lungo sorso di acqua ormai calda.
Una frase con variazioni echeggiava per tutta la linea. Be', li
abbiamo ricacciati. Li abbiamo ricacciati; diavolo, se ci siamo
riusciti! Gli uomini la dicevano con aria beata, ammiccandosi l'un
l'altro, con sudici sorrisi.
Il giovane si volt per guardare dietro a s, e poi alla sua destra e poi
alla sua sinistra. Prov la gioia di un uomo che finalmente trova il
tempo per guardarsi intorno.
Sul terreno c'erano alcune figure spettrali immobili. Giacevano
irrigidite in contorsioni fantastiche. Le braccia erano piegate, le teste
rivolte in guise incredibili. Per giacere in posizioni simili, sembrava
che quei morti dovessero essere caduti da una grande altezza. Si
sarebbe detto che erano stati rovesciati sul terreno dal cielo.
Da una posizione alle spalle del boschetto una batteria tirava granate
al di sopra di esso. La vampa dei cannoni dapprima allarm il
giovane. Pens che fossero puntati direttamente contro di lui. Fra gli
alberi osserv le nere figure degli artiglieri, mentre lavoravano rapidi
e intenti. La loro fatica sembrava una cosa complicata. Si domand
stupito come riuscissero a ricordare la formula in mezzo a quella
confusione.
I cannoni stavano accoccolati in fila come capi selvaggi.
Argomentavano con brusca violenza. Era un truce consesso. I
serventi correvano affaccendati avanti e indietro.
Una breve processione di feriti si dirigeva tristemente verso le
retrovie. Era un fiotto di sangue dal corpo straziato della brigata.
A destra e a sinistra si stendevano le linee scure di altre truppe. Di
fronte, lontano, gli parve di scorgere masse pi chiare che in vari
punti traboccavano dalla foresta.
Facevano pensare a innumerevoli migliaia.
A un tratto scorse una minuscola batteria a galoppo lungo la linea
dell'orizzonte. I minuscoli cavalieri battevano i minuscoli cavalli.
Dal pendio di un colle giungevano evviva e il rumore di scontri. Il
fumo sgorgava lentamente attraverso il fogliame. Le batterie
parlavano con tonante piglio oratorio. Qua e l vi erano bandiere, e
dominava il rosso delle strisce. Esse spruzzavano tocchi di colore
caldo sulle linee scure delle truppe.
Alla vista dell'emblema il giovane prov l'antico fremito. Quelle
bandiere erano come bellissimi uccelli stranamente impavidi nella
bufera.
Mentre ascoltava il fragore dalle pendici del colle, un tuono
profondo che giungeva pulsando da lontano a sinistra e i clamori
minori provenienti da molte direzioni, gli venne in mente che anche
laggi si combatteva, e pure da quella parte, e pure da quell'altra.
Fino allora s'era immaginato che la battaglia si svolgesse tutta sotto
il suo naso.
Guardandosi intorno, il giovane trasal stupito per il cielo azzurro,
limpido, e per i barbagli di sole su alberi e campi. Era sorprendente
che la Natura avesse continuato tranquillamente nel suo dorato
cammino in mezzo a tante diavolerie.

VI
Il giovane si svegli lentamente, e a poco a poco torn a una
posizione da cui poteva osservarsi. Per un po' aveva esaminato
sbalordito la propria persona, come se per l'innanzi non si fosse mai
veduto. Poi raccatt il berretto dal suolo. Si rigir dentro la giubba
per sentirsi pi comodo, si inginocchi e si allacci una scarpa.
Pensosamente si pul la faccia annerita dal fumo.
Cos, era tutto finito finalmente! La prova suprema era stata
superata. Erano state vinte le rosse, tremende difficolt della guerra.
Entr in uno stato di estatico compiacimento. Ebbe le sensazioni pi
deliziose di tutta la sua vita. Ponendosi come a distanza da se stesso,
rivide l'ultima scena. Si rese conto che l'uomo che aveva combattuto
cos era magnifico. Sent di essere un tipo in gamba. Si vide
all'altezza di quegli ideali che aveva considerati molto al di sopra di
s. Sorrise con profondo piacere. Sui compagni irradiava affetto e
benevolenza. Dio buono, fa un bel caldo, eh? disse affabilmente a
uno che si puliva la faccia grondante con le maniche
della giubba. Accidenti! rispose l'altro, ghignando socievole. Mai
visto un caldo cos bestiale. Si stese voluttuosamente
per terra. S, Dio buono! E spero che per una settimana a partire da
luned non avremo pi da combattere. Scambi strette di mano e
discorsi profondi con soldati le cui fisionomie gli erano familiari, ma
coi quali ora
sentiva vincoli che univano i cuori. Aiut un compagno che
imprecava a fasciarsi una ferita allo stinco. Ma ad un tratto grida di
stupore esplosero lungo le file del reggimento. Eccoli che tornano!
Eccoli che
tornano! L'uomo che s'era sdraiato al suolo balz in piedi e
disse:Accidenti! Volgendo un rapido sguardo al campo di
battaglia, il giovane distinse forme che uscivano da un bosco lontano
e cominciavano a dilatarsi in masse. Rivide la bandiera che volava
inclinata in avanti. Le granate, che per qualche tempo avevano
cessato di molestare il reggimento, ripresero ad arrivare
turbinando, ed esplodevano nell'erba o tra le foglie degli alberi.
Parevano strani fiori di guerra che scoppiassero in crudele fioritura.
Gli uomini gemettero. Dai loro occhi svan la luce. Sotto lo sporco i
visi ora esprimevano un profondo abbattimento. Mossero lentamente
i corpi intorpiditi, osservarono con umore tetro il frenetico
appressarsi del nemico. Gli schiavi che faticavano nel tempio di
quella dea cominciavano a provare un senso di ribellione contro i
suoi duri ordini.
Angustiati, si lagnavano uno con l'altro. Ma di', questo troppo
godere! Proprio nessuno pu mandare rinforzi?
Non ce la faremo a parare questa seconda botta. Non sono venuto
qui per combattere contro tutto l'esercito di quei maledetti ribelli!
Uno lev un grido sconsolato: Oh, se Bill Smithers avesse
camminato sulla mia mano, invece che io sulla sua! Le giunture
doloranti del reggimento scricchiolarono mentre con lenta e penosa
fatica prendeva posizione per respingere l'assalto.
Il giovane sbarr gli occhi. No, pens, quella cosa impossibile non
sarebbe successa. Attese come se si aspettasse che il nemico ad un
tratto si fermasse, chiedesse scusa e si ritirasse con un inchino. Era
tutto un malinteso.
Invece, in qualche punto della linea tenuta dal reggimento
cominciarono gli spari e si propagarono in entrambe le direzioni. Le
uniformi cortine di vampe produssero grandi nubi di fumo che si
avvilupparono per un attimo nel lieve vento rasente il suolo, e poi
rotolarono attraverso le righe come attraverso una porta. Sotto i raggi
del sole, le nubi assumevano una sfumatura di giallo terroso e,
nell'ombra, erano di un mesto azzurro. In quell'ammasso di vapori la
bandiera veniva ogni tanto inghiottita, persa; ma pi spesso svettava,
toccata dal sole, splendente.
Negli occhi del giovane apparve quell'espressione che si pu
scorgere nelle pupille di un cavallo sfinito. Il collo gli tremava di
debolezza nervosa; sentiva i muscoli delle braccia intorpiditi e privi
di sangue. Anche le mani gli parevano grandi e goffe, come se
portasse invisibili guantoni. E quanto alle giunture delle ginocchia,
erano molto malsicure.
Presero a tornargli alla mente le parole dette dai compagni prima
dell'inizio degli spari. Ma, di', questo troppo godere! Per chi ci
prendono? Perch non mandano rinforzi? Non sono mica venuto qui
per combattere contro tutto l'esercito di quei maledetti ribelli!
Cominci a esagerare la resistenza, l'abilit, il valore di quelli che
stavano venendo avanti. Siccome lui barcollava esausto, si stup
oltremodo della tenacia di quelli. Dovevano essere macchine di
acciaio. Era una prospettiva molto cupa lottare contro ordigni simili,
caricati, forse, per combattere fino al tramonto.
Alz lentamente il fucile e, gettata un'occhiata al campo brulicante,
spar contro un gruppo che avanzava a passo di corsa. Quindi si
ferm e si mise a scrutare come meglio poteva attraverso il fumo.
Ebbe mutevoli immagini del terreno coperto di uomini che
correvano tutti come folletti inseguiti e lanciavano grida acute.
Al giovane parve un assalto furioso di formidabili draghi. Divent
come quell'uomo che perdette le gambe all'avvicinarsi del mostro
rosso e verde. Aspett in una specie di atterrito ascolto. Parve
chiudere gli occhi, nell'attesa di essere ingoiato.
Un uomo vicino a lui, che fino allora si era applicato febbrilmente al
suo fucile, improvvisamente si ferm e scapp urlando. Un ragazzo
il cui volto aveva mantenuto un'espressione di sublime coraggio,
l'espressione maestosa di colui che non teme di dare la vita, in un
attimo fu preda della disperazione. Sbianc come uno che nel fondo
della notte arriva sul ciglio di una scogliera, e se ne rende conto d'un
tratto. Fu come una rivelazione. Egli pure gett per terra il fucile e
fuggi. Sul suo viso non c'era alcuna vergogna. E correva come una
lepre.
Anche altri cominciarono a battersela attraverso il fumo. Il giovane
gir la testa: quel movimento lo scosse dal suo stato ipnotico: il
reggimento lo stava lasciando indietro! Vide alcune forme in fuga.
Allora grid di paura e si volse di scatto. Per un momento, nel gran
clamore, fu come il pulcino del proverbio. Perdette la direzione in
cui cercare salvezza. La distruzione lo minacciava da ogni parte.
Ora si precipit a grandi balzi verso le linee retrostanti. Berretto e
fucile erano andati. La giubba sbottonata si gonfiava al vento. La
chiusura della giberna danzava follemente, e la borraccia, appesa alla
sua sottile corda, gli dondolava dietro. Sul suo volto era dipinto tutto
l'orrore delle cose che stava immaginando.
Il tenente balz avanti sbraitando. Il giovane ne vide la faccia rossa
per l'ira, vide che mulinava la sciabola. L'unico pensiero ispiratogli
da quell'incidente fu che il tenente era una creatura ben strana per
interessarsi a simili cose in quella circostanza.
Corse come un cieco. Cadde due o tre volte. Una volta urt una
spalla contro un albero cos pesantemente da finire lungo disteso.
Dacch aveva voltato le spalle alla battaglia, le sue paure si erano
enormemente ingrandite. La morte che sta per colpire fra le scapole
era assai pi terribile della morte che sta per colpire fra gli occhi.
Quando in seguito ci ripens, concep l'impressione che il terrore
meglio averlo sotto gli occhi che non udirlo soltanto. I rumori della
battaglia erano come pietre e lui credette di poterne essere
schiacciato.
Correndo si mescol ad altri. Vide confusamente uomini sulla sua
destra e sulla sua sinistra, ud passi dietro di s. Pens che tutto il
reggimento fosse in fuga, inseguito da quegli scoppi sinistri.
Mentre fuggiva, il rumore dei passi che lo seguivano gli diede
l'unico, magro conforto. Aveva la vaga sensazione che la morte
doveva fare una prima scelta fra gli uomini che aveva pi vicini, e
allora i primi bocconi per i draghi sarebbero stati quelli che venivano
dietro a lui. Cosi, spieg l'ardore di un folle velocista allo scopo di
lasciarseli dietro. Fu una gara.
Mentre guidava la corsa attraverso un campicello, si trov in una
zona di granate. Roteavano sopra la sua testa con lunghe urla
selvagge. Ascoltando, immagin che avessero fila di denti crudeli
che gli sogghignavano. Una gli cadde davanti e il lampo bluastro
dell'esplosione gli sbarr praticamente la via nella direzione che
aveva scelto. Strisci al suolo; poi, balzato in piedi, travers di gran
corsa alcuni cespugli.
Prov un brivido di stupore giungendo in vista di una batteria in
azione. L gli uomini parevano essere d'umore normale, del tutto
ignari dell'incombente sterminio. La batteria disputava con
un'antagonista lontana, e gli artiglieri erano tutti presi da
ammirazione per i loro tiri. Si curvavano continuamente sui cannoni
in pose affettuose. Pareva che li accarezzassero sul sedere e li
incoraggiassero con parole. I cannoni, imperturbabili e impavidi,
parlavano con tenace valore.
I precisi artiglieri mostravano un composto entusiasmo. Ad ogni
occasione alzavano gli occhi verso la collinetta inghirlandata di
fumo donde li apostrofava la batteria nemica. Correndo il giovane li
compat. Metodici idioti! Pazzi automi! La gioia squisita di piantar
granate in mezzo alla formazione dell'altra batteria non sarebbe
apparsa gran cosa, quando la fanteria fosse piombata fuori dai
boschi.
Il viso giovanile di un cavaliere, che strattonava il suo frenetico
cavallo con l'impeto collerico cui avrebbe potuto abbandonarsi in un
pacifico cortile, si impresse a fondo nell'animo del giovane. Cap di
guardare un uomo che fra poco sarebbe morto. Prov anche piet per
i cannoni, per quei buoni compagni ritti fianco a fianco in balda fila.
Vide una brigata che muoveva in aiuto dei reparti messi a dura
prova. Si arrampic su un monticello e la osserv mentre avanzava
bellamente, mantenendo la formazione in punti difficili. Il blu della
linea era incrostato di color acciaio, le bandiere svettavano vistose.
Gli ufficiali gridavano ordini.
Anche quello spettacolo lo emp di meraviglia. La brigata accorreva
alacre per essere ingoiata dalle bocche infernali del dio della guerra.
Ma che specie di uomini erano mai? Dovevano essere di una razza
prodigiosa! Oppure non capivano, gli stolti.
Un comando concitato provoc scompiglio nell'artiglieria. Un
ufficiale su un cavallo saltellante fece gesti frenetici con le braccia.
Dalle retrovie arrivarono oscillando i traini, i cannoni furono virati e
la batteria se la squagli. I cannoni, con le volate puntate di sghembo
al suolo, borbottavano e brontolavano come uomini risoluti,
coraggiosi, ma contrari alla fretta.
Il giovane prosegu, rallentando il passo dopo che ebbe lasciato la
zona dei rumori.
Pi tardi arriv in vista di un generale di divisione, in sella a un
cavallo che drizzava le orecchie come se si interessasse alla
battaglia. Sella e finimenti davano un gran luccichio di cuoio giallo
verniciato. Su un destriero cos fulgente il tranquillo uomo in sella
appariva color topo.
Uno stato maggiore tintinnante di speroni galoppava avanti e
indietro. Talvolta il generale era circondato da uomini a cavallo,
talaltra era completamente solo. Appariva molto angustiato. Aveva
l'aria di un uomo d'affari le cui azioni oscillano su e gi.
Il giovane gir di soppiatto intorno a quel punto. Gli and pi vicino
che os, cercando di afferrare qualche parola. Forse il generale,
incapace di capire il caos, si sarebbe rivolto a lui per informazioni. E
lui avrebbe potuto dargliele. Sapeva tutto al riguardo. Senza dubbio
le forze si trovavano nei guai, e anche uno sciocco poteva vedere
che, se non si ritiravano mentre ne avevano la possibilit... allora...
Sent che gli sarebbe piaciuto suonarle a quel generale, o almeno
avvicinarsi e dirgli in parole schiette che cosa pensava di lui. Era da
criminale starsene tranquillo in un punto e non fare alcuno sforzo per
fermare la distruzione. Indugi, nella febbrile impazienza che il
comandante di divisione si rivolgesse a lui.
Mentre si aggirava cautamente, ud il generale chiamare con voce
irritata: Tompkins, vada a vedere Taylor e gli dica, porca miseria,
di non avere tanta fretta; gli dica di far fermare la sua brigata al
margine dei boschi; gli dica di distaccare un reggimento... dica che
io penso che il centro ceder se non lo aiutiamo un po'; gli dica di
sbrigarsi.
Ricevette quei rapidi ordini dalla bocca del superiore un esile
giovane su un bel cavallo sauro. Nella furia di assolvere la missione
fece partire il cavallo al galoppo. Si lev una nube di polvere.
Un momento dopo il giovane vide il generale dimenarsi eccitato
sulla sella.
Si, Dio onnipotente, ce l'hanno fatta! L'ufficiale si curv in avanti
col volto acceso per l'eccitazione. Si, ci sono riusciti! L'hanno
fermato!
Si mise a gridare allegramente al suo stato maggiore: Ora gliele
daremo. Ora gliele daremo. Sicuro, li abbiamo bloccati. A un tratto
si rivolse a un aiutante: Lei... Jones... presto... raggiunga Tompkins
vada da Taylor gli dica di entrare in azione... immediatamente...
come un fulmine... in qualunque modo.
Dopo che un altro ufficiale spron il cavallo dietro al primo
messaggero, il generale raggi sulla terra come un sole. Nei suoi
occhi v'era il desiderio di intonare un peana.
Continuava a ripetere: Li hanno fermati, Dio buono! Li hanno
fermati!
La sua eccitazione fece fare uno scarto al cavallo, ed egli gaiamente
gli assest dei calci imprecandogli contro: in sella, si concedeva un
piccolo festino di gioia.

VII
Il giovane si fece piccolo, come se scoperto a commettere un delitto.
Perdiana, avevano vinto dopo tutto! Quella linea di stolti aveva
tenuto duro e ora erano i vincitori. Gli giungevano i loro evviva.
Si alz sulla punta dei piedi e guard in direzione della battaglia.
Una nebbia gialla si voltolava ancora sulla cima degli alberi. Da
sotto arrivava il frastuono della fucileria. Rauche grida facevano
supporre un'avanzata.
Si volse confuso e adirato. Senti di avere ricevuto un torto.
Era fuggito, si disse, perch si avvicinava l'annientamento. Aveva
fatto bene a salvare se stesso, che era una particella dell'esercito.
Aveva ritenuto, si disse, che quello fosse un momento in cui ogni
particella aveva il dovere di salvarsi, se possibile. Pi tardi gli
ufficiali avrebbero potuto rimettere insieme quelle particelle, e
apprestare un fronte di battaglia. Se nessuna di esse fosse stata cos
saggia da salvarsi dalla raffica della morte, dove sarebbe stato ora
l'esercito? Era pi che evidente che egli si era comportato secondo
regole molto corrette e lodevoli. I suoi atti erano stati sagaci, pieni di
strategia. Erano l'opera di gambe di un maestro. Gli vennero alla
mente i compagni. La fragile linea blu aveva retto ai colpi e vinto. Se
ne amareggi. Gli parve che la cieca ignoranza e la stupidit di
quelle particelle lo avessero tradito. Era stato sconfitto e schiacciato
dalla loro mancanza di buon senso nel tenere la posizione, mentre
un'intelligente riflessione li avrebbe convinti che ci era impossibile.
Lui, l'uomo illuminato che guarda lontano nelle tenebre, era fuggito
grazie alle sue percezioni e cognizioni superiori. Prov una grande
ira contro i compagni. Era certo che si poteva dimostrare che erano
stati degli sciocchi. Si domand quali commenti avrebbero fatto
quando pi tardi fosse comparso nell'accampamento. Con la mente
ud urla di scherno. La loro ottusit non avrebbe permesso loro di
capire il suo superiore punto di vista.
Cominci a provare una gran piet per se stesso. Era maltrattato. Lo
calpestava sotto i piedi una ferrea ingiustizia. Aveva agito con
saggezza e secondo i pi onesti motivi sotto l'azzurro del cielo,
soltanto per essere deluso da odiose circostanze. Crebbe in lui una
ribellione sorda, quasi animalesca, contro i compagni, la guerra in
astratto, il fato. Continu a trascinarsi con passi lenti, a testa bassa, il
cervello in un tumulto di angoscia e disperazione. Quando alzava al
cielo uno sguardo torvo, tremando a ogni suono, i suoi occhi
avevano la stessa espressione di quelli di un criminale che giudica
grandi colpa e castigo, e sa di non poter trovare parole.
Dai campi pass in un folto bosco, quasi avesse deciso di seppellirsi.
Voleva non sentir pi gli spari crepitanti che gli parevano voci.
Il terreno era ingombro di viticci e cespugli, gli alberi crescevano
fitti e si allargavano come mazzi di fiori. Fu costretto ad aprirsi una
strada facendo molto rumore. I rampicanti, impigliandosi nelle sue
gambe, levavano aspre grida quando le loro frasche erano strappate
dalla corteccia degli alberi. Gli arbusti fruscianti cercavano di render
nota al mondo la sua presenza. Non riusciva a cattivarsi la foresta.
Facendosi strada, suscitava continue proteste. Quando separava
abbracci di viticci e alberi, il fogliame molestato agitava le braccia e
gli presentava il verso delle foglie. Temette che quei movimenti
rumorosi, quelle grida, portassero uomini a guardarlo. Cosi si
allontanava, cercando luoghi bui e intricati.
Dopo qualche tempo il rumore della fucileria si attenu, e il cannone
tuon in lontananza. Il sole, comparso ad un tratto, fiammeggi fra
gli alberi. Gli insetti producevano rumori ritmici. Sembravano
arrotare i denti all'unisono. Un picchio sporse la testina petulante dal
fianco di un albero. Un uccello si lev a volo su ali spensierate.
Via dal rombo di morte. Ora pareva che la Natura non avesse
orecchie.
Quel paesaggio gli dava sicurezza. Era un bel campo pieno di vita.
Era la religione della pace, e sarebbe morta se i suoi timidi occhi
fossero stati costretti a vedere il sangue. Egli concepiva la Natura
come una donna con una profonda avversione per la tragedia.
Tir una pigna a un gioviale scoiattolo, e quello corse via con
garrula paura. Si ferm in alto, sulla cima d'un albero e, sporgendo
cautamente la testa da dietro un ramo, guard gi con aria trepidante.
Il giovane prov un senso di trionfo a quella dimostrazione. La legge
c'era, si disse. La Natura gli aveva dato un segno.
Lo scoiattolo, riconoscendo immediatamente il pericolo, se l'era data
a gambe senza tanto chiasso. Non era rimasto a offrire stolidamente
il pancino peloso al proiettile, per morire con uno sguardo levato a
cieli comprensivi. Per contro era scappato con tutta la velocit che
gli permettevano le zampe; e per di pi era uno scoiattolo qualsiasi,
di certo non un filosofo della sua razza. Il giovane prosegui nel
cammino, sentendo che la Natura la pensava come lui. Essa
consolidava la sua argomentazione con prove che vivevano
dovunque splendeva il sole.
A un certo momento si trov quasi dentro un acquitrino. Dovette
camminare sopra ciuffi di erba palustre, stando attento a non
immergere i piedi nella viscida melma. Una volta, sostando per
guardarsi attorno sul margine di una pozza nera, vide una bestiola
piombarci dentro e risalire subito con un pesce luccicante.
Il giovane rientr in macchie profonde. I rami scostati facevano un
rumore che soffocava il rombo dei cannoni. Continu a camminare,
passando dall'oscurit a promesse di un'oscurit pi grande.
Alla fine raggiunse un luogo dove i rami alti e arcuati formavano
una cappella. Scost leggermente i verdi battenti ed entr. Gli aghi
di pino formavano un morbido tappeto bruno.
C'era una penombra religiosa. Vicino alla soglia si ferm, inorridito
alla vista di una cosa. Seduto, con la schiena contro un albero simile
a una colonna, un morto lo stava guardando. Il cadavere portava
un'uniforme che gi era stata blu, ma ora si era scolorita in una
melanconica sfumatura di verde. Gli occhi che fissavano il giovane
avevano assunto quella tinta opaca che si vede sul fianco di un pesce
morto. La bocca era aperta, e il suo
rosso s'era cambiato in un giallo orribile. Sulla grigia pelle del viso
correvano minute formiche. Una sospingeva una specie di involto
lungo il labbro superiore.
Nel trovarsi di fronte a quella cosa, il giovane diede un grido. Per
qualche momento impietr e rimase a fissare quegli occhi che
parevano liquidi. Il morto e il vivo si scambiarono un lungo sguardo.
Poi, cautamente, il giovane si mise una mano dietro e la pos contro
un albero. Appoggiandosi a questo arretr passo passo, con il viso
sempre rivolto alla cosa. Temeva che, se girava le spalle, quel corpo
potesse balzare in piedi e inseguirlo furtivo.
Premendo contro di lui, i rami parevano volerlo gettare sul cadavere;
anche i piedi, privi di guida, s'impigliavano in modo esasperante nei
rovi: e nonostante tutto egli provava un vago impulso a toccare il
morto. Ma, pensando alla propria mano posata su di esso, rabbrivid
profondamente.
Alla fine spezz i ceppi che l'inchiodavano in quel posto e fuggi,
senza badare ai rovi. Lo insegui la visione delle formiche nere che
sciamavano avide sul grigio volto e orribilmente si avventuravano
verso gli occhi.
Dopo qualche tempo si ferm, senza fiato e ansante, in ascolto.
Immagin che dalla gola del morto uscisse una voce strana e gli
gridasse dietro, rauca, terribili minacce.
Gli alberi intorno ai portali della cappella si muovevano sussurrando
a un lieve vento. Un mesto silenzio posava sul piccolo edificio
protettore.

VIII
Sommessamente gli alberi presero a cantare un inno del crepuscolo.
Il sole declin finch obliqui raggi bronzei colpirono la foresta. Ci fu
una tregua nei rumori degli insetti come se questi avessero chinato la
testa e facessero una pausa devota. Era silenzio, a parte il coro
salmodiante degli alberi.
Poi, nella quiete, irruppe improvvisamente un tremendo fragore di
suoni diversi. Da lontano giunse un ruggito
rosso.
Il giovane si ferm, paralizzato da quella terrificante mescolanza di
tutti i rumori. Era come se si stessero squarciando mondi. C'era il
crepitio della fucileria e lo schianto dirompente dell'artiglieria.
La sua mente vol in ogni direzione. Immagin i due eserciti alle
prese come pantere. Ascolt per un momento. Poi si mise a correre
in direzione della battaglia. Vide l'ironia del correre a quel modo
verso ci che si era dato tanta pena di evitare. Ma in fondo, si disse,
se la terra e la luna stessero per scontrarsi, molte persone
diviserebbero senza dubbio di salire sui tetti per assistere alla
collisione.
Correndo, si accorse che la foresta aveva sospeso la sua musica,
come se finalmente fosse divenuta capace di udire i rumori estranei.
Gli alberi tacevano e ristavano immobili. Ogni cosa pareva ascoltare
lo scoppiettio, il fragore, il tuono che rintronava le orecchie. Il coro
rimbombava sopra la quieta terra.
Al giovane venne ad un tratto in mente che la battaglia alla quale
aveva partecipato, altro non era stata, dopo tutto, che una svogliata
sparatoria. Udendo ora quel frastuono dubit di aver mai visto vere
scene di battaglia. Quel tumulto indicava una battaglia celeste; erano
orde sfrenate che lottavano nell'aria.
Riflettendo, si rese conto di un certo umorismo nel punto di vista suo
e dei suoi compagni durante il recente scontro. Essi avevano preso
molto sul serio se stessi e il nemico, s'erano immaginati che stavano
decidendo la guerra. I singoli uomini avevano sicuramente ritenuto
di star incidendo le lettere dei loro nomi in sempiterne tavole
d'ottone, di star chiudendo per sempre la loro fama nei cuori dei
compatrioti come in un santuario, mentre, stando ai fatti, l'episodio
sarebbe apparso nei resoconti a stampa sotto un titolo modesto e di
poco risalto. Ma capi che era bene cos: altrimenti, si disse, in
battaglia tutti sarebbero certamente scappati, salvo quelli impegnati
in missioni speciali e i loro simili.
Continu a camminare svelto. Voleva pervenire al margine della
foresta e spaziare cos con lo sguardo.
Mentre si affrettava, gli passarono per la mente immagini di stupendi
conflitti. I pensieri accumulati su tali argomenti gli servirono per
comporre scene. Il rumore era come la voce di un eloquente
commentatore.
A volte i rovi formavano catene e cercavano di trattenerlo. Gli alberi,
fronteggiandolo, allungavano le braccia e gli impedivano di passare.
Dopo la precedente ostilit, quella nuova resistenza della foresta lo
riempi di un bel risentimento. Pareva che la Natura non fosse ancora
pronta a ucciderlo.
Ma prendendo ostinatamente per vie traverse, si ritrov a vedere
lunghe muraglie grigie di vapori l dove si stendevano le linee di
battaglia. Lo scossero le voci dei cannoni. La fucileria echeggiava a
lunghe ondate irregolari che gli straziavano le orecchie. Si ferm per
un attimo a guardare. I suoi occhi assunsero un'espressione atterrita
mentre fissava attonito in direzione del combattimento.
Poi riprese a camminare procedendo in linea retta. La battaglia era
per lui come il macinare di un'immensa e terribile macchina. La sua
complessit, la sua potenza, i suoi feroci procedimenti lo
incantavano.
Doveva avvicinarsi per vederla produrre cadaveri.
Arriv a una staccionata e la scavalc. Dall'altra parte, il terreno era
disseminato di divise e di fucili. Un giornale giaceva ripiegato nel
fango. Un soldato morto era disteso con la faccia nascosta nella
curva del braccio. Pi in l vi era un gruppo di quattro o cinque
cadaveri che si tenevano funerea compagnia. Il sole ardente aveva
dardeggiato su quel luogo.
L il giovane si senti un intruso. Quella parte dimenticata del campo
di battaglia apparteneva ai morti, ed egli si allontan in fretta con il
vago timore che una di quelle figure tumefatte si alzasse per dirgli di
andarsene.
Finalmente giunse su una strada dalla quale pot scorgere in
lontananza scure masse di truppa in movimento, in un alone di fumo.
Sulla strada una moltitudine sporca di sangue defluiva verso le
retrovie. I feriti imprecavano, gemevano, si lamentavano. Nell'aria,
sempre un poderoso crescendo di rumori che parevano in grado di
squassare la terra. Alle coraggiose parole dell'artiglieria e alle frasi
astiose della fucileria si mescolavano rossi evviva. E da quella
regione di rumori proveniva la continua fiumana degli storpiati.
Uno dei feriti aveva una scarpa piena di sangue. Saltellava come uno
scolaretto che gioca e rideva in modo
isterico.
Un altro giurava di essere stato colpito al braccio per colpa del
cattivo impiego delle truppe da parte del generale comandante. Un
altro ancora marciava imitando l'aria ineffabile di un tambur-
maggiore. Nei suoi lineamenti v'era un'empia mescolanza di allegria
e di angoscia. Marciando, cantava un pezzo di filastrocca con voce
alta e tremula:
Canta un canto di vittoria, una tascata di pallottole, venticinque
sono i morti cotti al forno in una... torta.
Una parte della processione zoppicava e barcollava a tempo. Un
altro aveva gi sul volto il grigio sigillo della morte. Le labbra erano
piegate in linee dure, i denti serrati. Le mani erano insanguinate l
dove le aveva premute sulla
ferita. Pareva attendere il momento di ruzzolare a capofitto.
Camminava rigido, simile allo spettro di un soldato, con gli occhi
ardenti di uno che ha il potere di fissare l'ignoto.
Alcuni procedevano accigliati, pieni di rancore per le ferite, pronti a
sfogarsi su qualsiasi cosa che giudicassero oscura causa di esse.
Un ufficiale veniva trasportato da due soldati. Era stizzoso. Non
scuotermi cos, Johnson; sei un cretino, gridava. Credi che la mia
gamba sia di ferro? Se non sai portarmi come si deve, mettimi gi e
lascialo fare a un altro.
Mugg contro la moltitudine barcollante che bloccava il rapido
cammino dei suoi portatori. Oh, fate largo, no! Fate largo, che tutti
i diavoli vi portino!
Di malumore i feriti si divisero, disponendosi sui due lati della
strada. Mentre passava, gli rivolsero commenti insolenti. Quando
l'ufficiale replic adirato minacciandoli, gli dissero di andare
all'inferno.
Uno dei portatori, avanzando a fatica, urt pesantemente con la
spalla il soldato spettrale che fissava l'ignoto.
Il giovane si un alla turba e cammin con essa. I corpi straziati
davano un'idea del terribile meccanismo nel quale gli uomini erano
rimasti impigliati.
Attendenti e portaordini irrompevano di quando in quando nella
calca che occupava la sede stradale, disperdevano i feriti a destra e a
sinistra e galoppavano via, inseguiti da urla. La malinconica marcia
era continuamente disturbata da messaggeri e talvolta da frenetiche
batterie che arrivavano addosso rollando fragorose, con gli ufficiali
che gridavano ordini per sgombrare la strada.
C'era un soldato con la divisa a brandelli, sporco dalla testa ai piedi
di terra, sangue e polvere da sparo, che arrancava quieto a fianco del
giovane. Ascoltava avidamente e con molta umilt le impressionanti
descrizioni di un barbuto sergente. I suoi lineamenti smunti
esprimevano riverenza e ammirazione. Era come uno che in uno
spaccio di campagna ascolta storie mirabolanti narrate fra i barili di
zucchero. Guardava il narratore con indicibile meraviglia.
Ascoltava a bocca aperta, come un bifolco.
Il sergente se ne accorse e, facendo una pausa nell'elaborato
racconto, elarg un commento sardonico: Sta' attento, cocco mio,
che non ti ci entrino le mosche.
Il soldato con la divisa a brandelli si ritrasse confuso. Dopo un po'
prese ad avvicinarsi timidamente al giovane, e in modo diverso tent
di farselo amico. La sua voce era gentile come quella di una
fanciulla, e i suoi occhi imploranti. Il giovane vide con sorpresa che
il soldato aveva due ferite, una alla testa, fasciata con un cencio
zuppo di sangue, l'altra a un braccio, e questa faceva dondolare l'arto
come un ramo spezzato.
Dopo che ebbero camminato insieme per un po', il soldato con la
divisa a brandelli radun coraggio sufficiente per parlare. stata
una discreta battaglia, no?, disse timidamente. Il giovane, immerso
nei suoi pensieri, alz lo sguardo a quel volto insanguinato e tetro
con gli occhi da agnello.
Che? stata una discreta battaglia, no? Si, rispose asciutto il
giovane e affrett il passo. Ma l'altro s'ingegn a tenergli dietro
zoppicando. Nei suoi modi vi era come un'aria di scusa, ma
evidentemente
pensava che gli sarebbe bastato parlare un po', e il giovane si sarebbe
accorto che era un tipo a posto. stata una discreta battaglia, no?,
cominci a voce bassa, e poi trov la forza d'animo per proseguire:
Mi
prendesse un colpo se ho mai veduto della gente combattere cos.
Dio, come combattevano! Lo sapevo che ai ragazzi gli sarebbe
piaciuto, una volta che ci si fossero messi di buzzo buono. Non
avevano avuto delle occasioni buone finora, ma stavolta hanno fatto
vedere quel che valgono. Lo sapevo che le cose sarebbero andate
cos. A questi ragazzi non gliele suona nessuno. Nossignore! Sono
dei combattenti, eccome!
Trasse un profondo respiro di umile ammirazione. Aveva guardato
varie volte il giovane cercando incoraggiamento. Non ne ricevette,
ma a poco a poco parve essere assorbito dal suo argomento:
Ho parlato con una sentinella nemica una volta, e quel ragazzo
della Georgia mi dice: I tuoi compagni scapperanno tutti come il
vento al primo colpo di cannone, dice. E io gli dico: Pu darsi, ma
non ci credo; e perdiana! , gli ribatto, i tuoi compagni s, pu
darsi che scappino tutti come il vento al primo colpo di cannone, gli
dico, e lui rideva. Be', oggi non sono scappati, no?... Nossignore! Si
sono battuti, e battuti e battuti.
Il suo viso insignificante era soffuso da una luce d'amore per
l'esercito, che rappresentava per lui tutte le cose belle e possenti.
Dopo un po' si rivolse al giovane. Te, dove t'hanno colpito,
amico? chiese con tono fraterno.
A quella domanda il giovane prov un panico istantaneo, anche se
sulle prime non si rese conto di tutto ci che essa implicava.
Che? chiese a sua volta. Dove ti hanno colpito? ripet il soldato
con la divisa a brandelli. Ma, cominci il giovane, io... io...
cio... ma... io... Si volse di scatto e sgattaiol in mezzo alla calca.
Il sangue gli era salito alla fronte, le dita giocavano
nervosamente con un bottone. Pieg la testa e fiss attentamente gli
occhi sul bottone come se fosse un piccolo problema.
Il soldato con la divisa a brandelli lo segui con sguardo attonito.

IX
Il giovane si attard nel corteo finch non perdette di vista il soldato
con la divisa a brandelli. Allora si mise a camminare insieme agli
altri.
Ma era in mezzo alle ferite. La gran massa degli uomini sanguinava.
In seguito alla domanda del soldato con la divisa a brandelli, ora
sentiva che non era impossibile scorgere la sua vergogna. Gettava
continue occhiate oblique, se mai i compagni di marcia
contemplassero le lettere di colpa che sentiva bruciargli la fronte.
A volte guardava con invidia i soldati feriti. Immaginava
particolarmente felici le persone coi corpi martoriati. Avrebbe voluto
avere egli pure una ferita, un rosso distintivo del coraggio.
Il soldato spettrale era al suo fianco come un furtivo rimprovero. Gli
occhi dell'uomo fissavano ancora l'ignoto. Il suo volto grigio, da far
spavento, aveva suscitato attenzione nella folla dei soldati, e alcuni,
rallentando sul suo lugubre passo il loro, gli si accompagnarono.
Discutevano il suo stato pietoso, lo interrogavano, gli davano
consigli. Egli li respingeva caparbiamente, facendo segno che
proseguissero e lo lasciassero in pace. Nel viso le ombre si
approfondivano, le labbra serrate parevano trattenere il gemito di
una grande disperazione. Si poteva notare una certa rigidit nei
movimenti del corpo, come se egli si prendesse infinita cura di non
svegliare il patimento delle ferite. Mentre procedeva, pareva che
stesse cercando un luogo, come uno che va a scegliersi una tomba.
Qualcosa nel gesto con cui l'uomo allontanava i soldati insanguinati
e compassionevoli fece trasalire il giovane come se fosse stato
morso. Gett un grido di orrore. Facendosi avanti con passo incerto,
pose una mano tremante sul braccio dell'uomo. Questi volse
lentamente verso di lui il viso cereo, e allora il giovane grid: Dio
mio! Jim Conklin!
Il soldato alto fece un sorrisetto di convenienza e disse: Salve,
Henry.
Il giovane vacill sulle gambe e, smarrito, lo guard in modo strano.
Balbett, tartagli: Oh, Jim.. oh, Jim.. oh, Jim...
Il soldato alto porse una mano sulla quale c'era una curiosa
combinazione rosso-nera di sangue fresco e sangue secco. Dove sei
stato, Henry?, domand; e continu con voce monotona: Ho
pensato che forse ti avevano ammazzato, cannonate oggi ce ne sono
state in abbondanza. Ho pensato parecchio a cosa t'era successo.
Il giovane rinnov il lamento: Oh, Jim.. oh, Jim... oh, Jim...
Sai, disse il soldato alto, io ero laggi! e fece un cauto gesto
Dio, che sarabanda! E, perbacco, mi hanno colpito... mi hanno
colpito. Si, perbacco, mi hanno colpito. Ripeteva con aria sbalordita
la constatazione di quel fatto, come se non sapesse come s'era
verificato.
Il giovane tese ansiosamente le braccia per aiutarlo, ma il soldato
alto continu a procedere risoluto, come se qualcosa lo spingesse.
Dopo che il giovane era venuto a prendere in custodia il suo amico,
gli altri feriti avevano smesso di mostrare molto interesse e
tornarono a preoccuparsi di trascinare le loro personali tragedie
verso le retrovie.
Ad un tratto, mentre i due amici camminavano a fianco, il soldato
alto parve sopraffatto dal terrore. La sua faccia prese un aspetto
come di pasta grigia. Agguant il braccio del giovane e si guard
intorno, come se temesse di essere udito. Poi cominci a parlare in
un bisbiglio tremulo:
Ti dico di cosa ho paura, Henry... te lo dico. Ho paura che se cado...
capisci... quei maledetti carri dell'artiglieria... mi passino sopra. Ecco
di che ho paura...
Il giovane gli grid istericamente: Io avr cura di te, Jim! Io avr
cura di te! Lo giuro su Dio! Davvero lo farai, Henry? implor il
soldato alto. Si... si... ti assicuro... avr cura di te, Jim, protest il
giovane. Non riusciva a parlare chiaramente per il nodo
che aveva in gola. Ma il soldato alto continu a pregare in tono
umile, appeso come un bambino al braccio del giovane. Gli occhi
roteavano in un selvaggio terrore. Sono sempre stato un buon
amico per te, no, Henry? Non sono mai stato una
carogna, no? E non mi pare di chiedere molto, che dici? Solo che tu
mi tiri gi dalla strada... Io per te lo farei, no, Henry?
Fece una pausa, in un'ansia penosa, aspettando la risposta dell'amico.
Il giovane aveva raggiunto uno stato d'angoscia in cui i singhiozzi
gli inaridivano la gola. Si sforz di esprimere la sua fedelt, e riusci
soltanto a fare gesti incomprensibili.
Tuttavia il soldato alto parve improvvisamente dimenticare tutte le
sue paure. Torn ad essere il cupo, furtivo spettro di un soldato.
Andava avanti rigido come un sasso. Il giovane voleva che l'amico si
appoggiasse a lui, ma l'altro scuoteva sempre la testa, protestando
stranamente: No... no... no... lasciami perdere... lasciami perdere...

Con lo sguardo fissava di nuovo l'ignoto. Si muoveva con un
proposito misterioso, e respingeva ogni offerta del giovane: No...
no... lasciami perdere... lasciami perdere...
Al giovane non rimase che seguirlo.
Dopo un po' ud alle spalle una voce che parlava sommessamente. Si
volt e vide che apparteneva al soldato con la divisa a brandelli.
Faresti meglio a portarlo fuori dalla strada, amico. C' una batteria
che sta arrivando a rottadicollo, e lo tirerebbe sotto. Tanto, fra
cinque minuti sar bell'e andato... lo vedi anche tu. Faresti meglio a
toglierlo dalla strada. Da dove diavolo prender tutta quella forza?
Dio solo lo sa! grid il giovane, torcendosi le mani nell'impotenza.
Corse subito avanti e afferr il soldato alto per un braccio. Jim!
Jim! lo bland, vieni con me.
Il soldato alto cerc debolmente di divincolarsi. Uh!? disse con
aria assente. Fiss il giovane per un momento. Alla fine parl come
se comprendesse vagamente. Oh! Nei campi?
E parti alla cieca attraverso l'erba.
Il giovane si gir a guardare gli artiglieri che frustavano i cavalli e i
cannoni sobbalzanti della batteria. Lo riscosse da quello spettacolo
uno strillo del soldato con la divisa a brandelli:
Dio mio! S' messo a correre!
Il giovane volt subito la testa e vide il suo amico correre,
barcollando e incespicando, verso un gruppo di cespugli. A quella
vista gli sembr che il cuore volesse quasi strapparglisi dal corpo.
Dette un gemito di pena e insieme al soldato con la divisa a brandelli
si butt all'inseguimento. Fu una gara singolare.
Quando raggiunse il soldato alto, cominci a perorare con tutte le
parole che seppe trovare: Jim... Jim... che fai... perch fai cos?... ti
farai male.
Il viso del soldato alto esprimeva sempre lo stesso proposito.
Protest in tono smorzato, tenendo gli occhi fissi sul misterioso
luogo delle sue intenzioni:
No... no... non toccarmi... lasciami perdere... lasciami perdere...
Il giovane, sgomento e pieno di stupore, cominci a interrogarlo con
voce tremante. Dove stai andando, Jim? A che cosa pensi? Dove
vai? Perch non vuoi dirmelo, Jim?
Il soldato alto si volt come di fronte a implacabili inseguitori. Nei
suoi occhi vi era una grande supplica Non potete lasciarmi perdere?
Lasciatemi stare un minuto!
Il giovane arretr. Ma, Jim, domand sbalordito, che ti prende?
Il soldato alto si volt e riprese a camminare, barcollando
pericolosamente. Il giovane e il soldato con la divisa a brandelli lo
seguirono, mogi e furtivi come cani bastonati, sentendosi incapaci di
guardare in viso il ferito, se questi li avesse affrontati di nuovo.
Cominciarono a pensare che si trattasse di una cerimonia solenne.
C'era qualcosa di rituale nei movimenti di quel soldato condannato a
morire. Qualcosa in lui lo faceva somigliare al seguace di una folle
religione che succhia il sangue, strappa i muscoli, stritola le ossa.
Erano intimiditi e spaventati. Rimasero indietro, caso mai disponesse
di un'arma terribile.
Alla fine lo videro fermarsi e restare immobile. Si precipitarono
vers di lui: l'espressione che notarono sul suo volto diceva che egli
aveva finalmente trovato il luogo per il quale aveva lottato. La sua
figura sparuta era ritta; le mani insanguinate riposavano lungo i
fianchi. Aspettava paziente qualcosa che era venuto a incontrare. Era
all'appuntamento. I due si fermarono, in attesa.
Ci fu un silenzio.
Poi il petto del soldato cominci a sollevarsi con un movimento
spasmodico che aument di violenza, finch fu come se dentro ci
fosse una bestia che tirava furiosamente calci e si agitava per
liberarsi.
Quello spettacolo di soffocamento progressivo fece fremere il
giovane e allorch il suo amico rote gli occhi, in essi vide qualcosa
che lo fece accasciare al suolo gemendo. Alz la voce in un ultimo
supremo appello:
Jim... Jim... Jim... Il soldato alto schiuse le labbra e parl. Fece un
gesto: Lasciami stare... non toccarmi... lasciami stare... Nell'attesa
ci fu un altro silenzio. Ad un tratto la sua figura si irrigid e si
raddrizz. Poi fu scossa da un tremito prolungato. Il soldato fiss il
vuoto. Per i due spettatori c'era una strana e profonda dignit nelle
linee nette di quel volto terribile. Fu invaso da un formicolante senso
di stranezza che lo avvilupp lentamente. Per un momento il tremito
delle gambe gli fece ballare una specie di orribile giga. Le braccia si
agitarono
convulsamente intorno alla testa esprimendo una frenesia da folletto.
L'alta figura si erse in tutta la sua altezza, ci fu un lieve suono
lacerante, poi cominci a dondolare in avanti, lenta e diritta, a guisa
di albero che cade. La rapida contorsione di un muscolo fece si che
la spalla sinistra battesse per prima il suolo.
Il corpo parve rimbalzare appena dalla terra. Dio! disse il soldato
con la divisa a brandelli.
Il giovane aveva assistito, incantato, a quella cerimonia sul luogo
dell'appuntamento. Il suo viso aveva spasmodicamente espresso ogni
immaginata sofferenza dell'amico.
Ora balz in piedi e, avvicinandosi, fiss quel volto che sembrava
fatto di pasta. La bocca era aperta e i denti si mostravano in una
risata.
Quando un lembo della giubba blu si scost dal corpo, il giovane
scopri che il fianco pareva sbranato dai lupi.
Con un improvviso impeto d'ira si volt verso il campo di battaglia e
agit il pugno. Parve sul punto di pronunciare una filippica:
All'inferno...

X
Il sole rosso era incollato al cielo come un'ostia.
Il soldato con la divisa a brandelli rimase meditabondo.
Be', quanto a coraggio, era un tipo in gamba, disse alla fine con
voce un po' turbata. Proprio un tipo in gamba. Pensosamente
smosse col piede una delle docili mani. Mi chiedo da dove
prendeva tutta quella forza. Non ho mai visto nessuno far cos.
stata una cosa strana. Ma era un tipo in gamba davvero.
Il giovane aveva voglia di gridare il suo dolore. Si sentiva pugnalato,
ma la lingua giaceva morta nella tomba della bocca. Si butt di
nuovo per terra e si mise a rimuginare.
Il soldato con la divisa a brandelli rimase meditabondo.
Sta' a sentire, amico, disse dopo un po' e, parlando, contemplava il
cadavere. Lui se ne bell'e andato, e noi potremmo anche
cominciare a pensare alla nostra pelle. Quest'affare chiuso. Lui se
ne andato, e qui tutto sommato ci sta bene. Nessuno gli dar noia.
E devo dire che anch'io non sto gran che bene di questi tempi.
Riscotendosi al tono della voce, il giovane lev lo sguardo. Vide che
l'altro dondolava incerto sulle gambe, e che il suo viso aveva preso
una tinta bluastra.
Dio buono! grid, non sar che anche tu stai per...
L'uomo con la divisa a brandelli fece un gesto di diniego con la
mano. Macch morire, disse. Tutto ci di cui ho bisogno un po'
di minestra di piselli e un buon letto. Un po' di minestra di piselli,
ripet con aria sognante.
Il giovane si alz. Mi domando da dove veniva. Io lo avevo lasciato
laggi. E indic la direzione. E ora lo trovo qui. E veniva da l.
Indic un'altra direzione. Entrambi si voltarono verso il cadavere
come per fargli una domanda.
Via, disse alla fine il soldato con la divisa a brandelli, non serve
a niente star qui a cercare di saper qualcosa da lui. Il giovane annui
stancamente. Entrambi si girarono a contemplarlo un momento.
Il giovane mormor qualcosa. Be', era un tipo in gamba, no? disse
come in risposta il soldato con la divisa a brandelli. Gli voltarono le
spalle e si allontanarono. Per un po' camminarono senza far rumore,
in punta di piedi. Il
cadavere rimase a ridere, l nell'erba. Comincio a sentirmi piuttosto
male, disse ad un tratto il soldato con la divisa a brandelli,
rompendo uno dei
suoi brevi silenzi. Accidenti, comincio a sentirmi maluccio. Il
giovane gemette. Signoriddio! Si chiese se avrebbe dovuto essere
il tormentato testimonio di un altro
macabro appuntamento. Ma il compagno agit la mano per
rassicurarlo. Non sto ancora per morire! Troppe cose dipendono da
me
perch possa morire. Nossignore! Niente morire; non posso!
Dovresti vedere la barca di figli che ho, e tutto il resto. Gettando
un'occhiata al compagno, il giovane pot vedere, dall'ombra di un
sorriso, che l'altro stava
probabilmente scherzando. Mentre procedevano arrancando, il
soldato con la divisa a brandelli continu a chiacchierare. E poi, se
morissi, non morirei come quello l. stato buffo davvero. Io cadrei
gi di peso. Non ho mai visto nessuno morire a quel modo.
Sai Tom Jamison, quello che a casa abita accanto a me. un tipo
simpatico lui, e siamo stati sempre buoni amici. Ed anche svelto.
Scattante come una trappola d'acciaio. Be', questo pomeriggio
mentre si stava combattendo, tutto ad un tratto lui comincia a dar
fuori, a insultarmi, a urlare: Sei ferito, pezzo d'imbecille
(bestemmia in modo orribile) mi dice. Mi allungo una mano alla
testa e quando guardo le dita, vedo non c'era da sbagliarsi che sono
ferito. D uno strillo e mi metto a correre; ma prima che mi allontani
me ne arriva un'altra nel braccio e mi fa fare un bel rotolone. Mi
sono spaventato quando tutti si sono messi a spararmi dietro, e ho
corso a pi non posso, ma mi andata piuttosto male. Ho idea che se
non era per Tom Jamison starei ancora combattendo.
Poi fece un annuncio pacato. Sono due, sono piccole, ma ora
cominciano a darmi noia. Non credo di poter arrivare molto pi in
l.
Proseguirono lentamente in silenzio. Anche tu mi pari piuttosto
malconcio, disse alla fine il soldato con la divisa a brandelli.
Scommetto che ne hai una peggiore di quanto credi. Faresti bene a
curartela. Queste cose non giova trascurarsele. Potrebbe essere
dentro, e con quelle non si scherza. Da che parte ?
Ma senza aspettare la risposta continu nella sua allocuzione. Ho
visto uno prendersi una pallottola nella testa, una volta che il mio
reggimento era schierato sul riposo. Tutti gli gridarono: Ferito,
John? Sei ferito grave? No fa lui. Pareva quasi sorpreso, e
continu dicendo come si sentiva. Disse che non sentiva niente. Ma,
caspita, era morto senza accorgersene. Sicuro, morto stecchito. Devi
stare attento, allora. Anche tu potresti avere una ferita di quelle
strane. Non si pu mai dire. Da che parte la tua?
Il giovane, che aveva cominciato a contorcersi sin dall'inizio di
quell'argomento, esplose in un grido d'esasperazione e fece con la
mano un gesto iracondo. Non seccarmi! Era furente contro il
soldato della divisa a brandelli, e sarebbe stato capace di
strangolarlo. I suoi compagni parevano sempre recitare parti
insopportabili. Sull'asta della loro curiosit innalzavano sempre lo
spettro della vergogna. Si volt verso il compagno di strada come
chi allo stremo. Davvero, non seccarmi, ripet in tono di
disperata minaccia.
Dio sa se io voglio seccare qualcuno, disse l'altro, e nella sua voce
c'era un lieve accento di disperazione quando aggiunse: Dio sa se
non mi bastano i fatti miei da badare..
Il giovane, che aveva tenuto un aspro dibattito con se stesso gettando
occhiate di odio e disprezzo al soldato con la divisa a brandelli, a
questo punto parl con voce dura: Addio, disse.
L'altro lo guard sbalordito, a bocca aperta. Ma perch, amico,
dove vai? chiese con voce incerta. Guardandolo, il giovane si rese
conto che anche quello, come gi l'altro, cominciava a comportarsi
in modo insensato e animalesco. Confusi pensieri parevano
agitarglisi in testa.
Adesso, via, sta' attento, Tom Jamison... adesso... questo non
l'accetto... questo no. Dove... dove vai? Il giovane indic
vagamente una direzione. Laggi. Via, attento... adesso, disse il
soldato con la divisa a brandelli, continuando a vaneggiare come un
idiota. La
testa gli ciondolava in avanti, pronunciava male le parole. Cos non
va, Tom Jamison. No, no, non va. Ti conosco, diavolo porco. Vuoi
andartene a spasso con una brutta ferita. Ma fai male, Tom
Jamison... fai male. Devi lasciare che io mi prenda cura di te, Tom
Jamison. Non ti fa bene andartene a spasso... con una brutta ferita...
no... no... non ti fa bene.
Come tutta risposta, il giovane scavalc uno steccato e si allontan.
Ud il soldato con la divisa a brandelli piagnucolare in modo
lamentoso.
A un certo punto si gir adirato: Che vuoi? Sta' attento, Tom
Jamison,... via... non ti fa bene... Il giovane continu a camminare.
Voltandosi a una certa distanza vide l'altro aggirarsi smarrito per il
campo. Pens che avrebbe voluto essere morto. Credette di invidiare
coloro i cui corpi giacevano sparsi sull'erba dei
campi e sulle foglie cadute della foresta. Le ingenue domande di
quel soldato erano state per lui altrettante coltellate. Attestavano
l'esistenza di una
societ che indaga spietatamente i segreti finch tutto non viene alla
luce. La casuale insistenza del suo ultimo compagno di strada gli
faceva sentire che non poteva tener nascosta in petto la sua colpa.
Sarebbe stata certamente rivelata da una di quelle frecce che
oscurano l'aria e costantemente punzecchiano, scoprono, rivelano le
cose che si vorrebbe tenere celate per sempre. Riconobbe che non
era in grado di difendersi contro quel potere. Esso eludeva qualsiasi
circospezione.


XI
Si rese conto che il ruggito della battaglia, simile a quello di una
fornace, stava crescendo d'intensit. Grandi nuvole brune erano
giunte fluttuando fino alle calme alture d'aria davanti a lui. Anche il
rumore si avvicinava. I boschi filtravano uomini, e i campi se ne
punteggiarono.
Girando intorno a una collinetta, scopr che ora la strada era un
urlante ammasso di carri, tiri di cavalli e soldati. Dal tumultuoso
groviglio uscivano esortazioni, ordini, imprecazioni. La paura tutto
travolgeva. Le fruste crepitanti mordevano l'aria, i cavalli
s'impennavano, davano strappi. I carri dai bianchi teloni arrancavano
e si incagliavano nei loro sforzi come pecore grasse.
Da quella vista il giovane si senti in certo modo confortato.
Battevano tutti in ritirata. Allora, forse, in fin dei conti, egli non era
cos spregevole. Si sedette e osserv i carri colpiti dal terrore.
Fuggivano come leggeri, goffi animali. Tutti coloro che sbraitavano
e frustavano servirono ad aiutarlo a ingrandire i pericoli e gli orrori
dello scontro, in modo che egli potesse tentare di dimostrare a se
stesso che la cosa di cui gli uomini potevano incolparlo era in realt
una reazione proporzionata agli avvenimenti. Provava un certo
piacere osservando la marcia travolgente di quella riabilitazione.
Ma sulla strada apparve la testa di una colonna di fanteria che si
dirigeva in buon ordine verso il fronte. Avanzava rapida. Nell'evitare
gli ostacoli acquistava il movimento sinuoso di una serpe. I soldati
delle prime righe colpivano i muli col calcio del moschetto.
Pungolavano i conducenti, indifferenti ad ogni urlo. Si aprivano di
forza una
strada attraverso quella densa massa. L'ottusa testa della colonna
premeva. I conducenti furibondi profferivano molte pittoresche
bestemmie.
Gli ordini di fare largo avevano un timbro di grande importanza.
Quegli uomini stavano procedendo verso il centro del frastuono.
Andavano ad affrontare l'impeto appassionato del nemico. Sentivano
l'orgoglio del loro avanzare, mentre il resto dell'esercito pareva
cercare di dileguarsi per quella strada. Mettevano lo scompiglio tra i
cavalli dei traini con la soddisfatta sensazione che nulla importava,
purch la loro colonna arrivasse in tempo al fronte. Il senso della
loro importanza rendeva i volti gravi e severi. E le schiene degli
ufficiali erano pi dritte che mai.
Mentre il giovane li guardava, torn ad opprimerlo il nero peso della
sua sventura. Senti che stava contemplando una processione di eletti.
Si senti distante da loro come se quelli marciassero con armi
fiammeggianti e stendardi di luce solare. Lui non sarebbe stato mai
come loro, e quasi avrebbe pianto dal desiderio.
Frug nella mente in cerca di un anatema adeguato contro la causa
indefinita, la cosa contro cui gli uomini appuntano le loro supreme
parole di accusa. Quella qualunque essa fosse e non lui, era
responsabile. L stava la colpa. La fretta della colonna di trovarsi in
battaglia pareva allo smarrito giovane qualcosa di molto pi bello
che un
valoroso combattere. Anche degli eroi, pensava, avrebbero potuto
trovare scuse su quel lungo tumultuante percorso. Avrebbero potuto
ritirarsi con perfetta onorabilit e offrire giustificazioni alle stelle.
Si domand che cosa avessero mangiato quegli uomini per avere
tanta fretta di aprirsi una strada verso tetre possibilit di morte.
Osservandoli, la sua invidia crebbe, finch pens che avrebbe voluto
scambiare la vita con uno di essi. Gli sarebbe piaciuto, si disse,
disporre di una forza tremenda, gettar via se stesso e diventare
migliore. Gli si presentarono rapide immagini di s, staccate da lui e
tuttavia dentro di lui: si vide come una disperata figura in divisa blu
alla testa di atroci cariche, con un ginocchio avanti, brandendo una
spada spezzata; come una risoluta figura in blu, ritta di fronte a un
assalto rosso e acciaio, che si fa uccidere imperturbabile su un luogo
eminente, sotto gli occhi di tutti. Pens allo stupendo pathos del suo
corpo.
Tali pensieri lo elevarono. Senti il fremito del desiderio di guerra.
Ebbe nelle orecchie lo squillo della vittoria. Prov la frenesia di una
carica rapida e vittoriosa. La musica dei piedi scalpiccianti, le voci
taglienti, le armi tintinnanti della colonna lo fecero librarsi sulle
rosse ali della guerra. Per alcuni momenti si sent sublime.
Pens di essere sul punto di avviarsi al fronte. Ebbe addirittura una
visione di s, sporco di polvere, stravolto, ansante, che volava al
fronte nel momento giusto per afferrare e strozzare la cupa, bieca
strega della guerra.
Ma allora cominciarono a presentarsi alla sua mente le difficolt
della cosa. Esit, bilanciandosi goffamente su un piede.
Non aveva fucile; non poteva combattere con le mani, disse risentito
al suo progetto. Be', quanto a fucili, per averne bastava raccattarli.
Erano oltremodo copiosi.
Inoltre, continu, sarebbe stato un miracolo se trovava il suo
reggimento. Be', poteva combattere con qualsiasi reggimento.
Si avvi lentamente. Camminava come se si aspettasse di mettere il
piede su una mina. Lottava coi dubbi.
Si sarebbe sentito davvero un verme se un compagno l'avesse veduto
tornare a quel modo, con addosso le tracce della fuga. Poteva sempre
rispondere che quelli intenti a combattere non si curano di ci che
accade dietro di loro, salvo che di l appaiono baionette nemiche.
Nella confusione della battaglia la sua faccia sarebbe rimasta in certo
modo nascosta, come quella di un incappucciato.
Ma allora, si disse, quando la lotta si fosse calmata per un momento,
il suo fato, instancabile, avrebbe fatto comparire qualcuno a
chiedergli una spiegazione. Si immagin di sentire lo sguardo
scrutatore dei compagni, mentre lui penosamente si travagliava con
qualche bugia.
Alla fine il suo coraggio si consum su quelle obiezioni. Il dibattito
interno estinse i suoi ardori.
Non si abbatt per quella sconfitta del suo progetto perch, studiando
con cura la questione, altro non poteva fare se non riconoscere che le
obiezioni erano formidabili.
Inoltre, avevano cominciato a farsi sentire vari malesseri. La loro
presenza non gli permetteva di continuare a volare in alto sulle ali
della guerra: essi gli rendevano quasi impossibile vedersi in una luce
eroica. Precipit a capofitto. Scopri di bruciare dalla sete. La faccia
era cos secca ed imbrattata che gli pareva di sentirsi screpolare la
pelle.
Ogni osso del suo corpo aveva dentro un dolore e minacciava di
rompersi ad ogni movimento, o cos gli sembrava. I piedi erano
come due piaghe. E poi il corpo reclamava cibo. Era qualcosa di pi
forte che pura e semplice fame. Aveva nello stomaco un'inerte
sensazione di peso e, quando si provava a camminare, la testa
ciondolava e lui barcollava. Non riusciva a vedere distintamente.
Davanti ai suoi occhi fluttuavano macchioline di nebbia verde.
Finch l'agitavano molteplici emozioni, non si era accorto delle
sofferenze fisiche. Ora queste lo tormentavano e si facevano
imperiosamente sentire. Quando alla fine fu costretto a prestar loro
attenzione, la sua capacit di odiarsi aument. Disperato, si dichiar
non uguale a quegli altri. Ora ammise l'impossibilit di diventare
mai un eroe. Era un codardo buono a nulla. Quelle visioni di gloria
erano cose da far piet. Gemette dal profondo del cuore e s'allontan
vacillando. Qualcosa dentro di lui lo faceva indugiare, come una
falena, nelle vicinanze della battaglia. Aveva un gran desiderio di
vedere, di ricevere notizie. Voleva sapere chi stava vincendo.
Nonostante quelle sofferenze senza precedenti, si disse, egli non
aveva mai smesso di desiderare ardentemente una vittoria; tuttavia,
disse quasi scusandosi alla propria coscienza, non poteva fare a
meno di sapere che questa volta una disfatta dell'esercito avrebbe
potuto significare molte cose favorevoli per lui. I colpi del nemico
avrebbero frantumato i reggimenti. Allora, ragionava, molti uomini
di coraggio sarebbero stati costretti a disertare le bandiere e a
sparpagliarsi come pulcini. Egli sarebbe apparso come uno di loro.
Sarebbero stati cupi fratelli nell'avversit, e sarebbe stato agevole per
lui credere di non essere scappato pi lontano o pi in fretta di loro.
E se lui stesso poteva credere nella propria virtuosa perfezione,
sarebbe costata poca fatica, pens, convincere tutti gli altri.
Come per scusare tale speranza, si disse che gi in precedenza
l'esercito aveva subito gravi disfatte e poi, in pochi mesi, si era
scrollato di dosso tutto il sangue e il ricordo di esse, emergendo
splendente e valoroso come un nuovo esercito, cancellando la
memoria del disastro e mostrando il coraggio e la sicurezza di invitte
legioni. Le stridule voci di quelli che erano rimasti a casa si
sarebbero levate lugubremente per qualche tempo, ma parecchi
generali erano abituati a dover ascoltare tali geremiadi. Naturalmente
egli non sentiva alcun rimorso a proporre un generale come capro
espiatorio. Non sapeva dire chi fosse l'eletto per gli strali, e quindi
non poteva farlo oggetto di una diretta simpatia. Gli accusatori
stavano lontano, ed egli non concepiva che l'opinione pubblica
potesse veder giusto da tale distanza. Era molto probabile che essa
colpisse l'uomo che non aveva alcuna colpa, e questi, dopo essersi
ripreso dallo stupore, avrebbe forse passato il resto dei suoi giorni a
scrivere repliche alle requisitorie sulla sua presunta sconfitta.
Sarebbe stata indubbiamente una cosa molto spiacevole, ma, date le
circostanze, un generale non aveva alcuna importanza per il giovane.
In una sconfitta ci sarebbe stata un'indiretta riabilitazione per lui. In
certo modo, pens, essa avrebbe dimostrato che lui era fuggito
presto grazie alle sue superiori capacit di percezione. Un profeta
serio che predica un diluvio dovrebbe essere il primo ad arrampicarsi
su un albero.
Il fatto avrebbe dimostrato che lui era davvero un veggente.
Il giovane considerava. molto importante una riabilitazione morale.
Senza un balsamo, pensava, non avrebbe potuto portare per tutta la
vita il segno dolorante del suo disonore. Col cuore che non cessava
un attimo di assicurargli che egli era un essere spregevole, non
avrebbe potuto esistere senza render ci evidente coi suoi atti a tutti
gli uomini.
Se l'esercito avanzava gloriosamente, lui era perduto. Se il frastuono
voleva dire che ora le bandiere del suo esercito erano puntate in
avanti, lui era uno sciagurato colpevole. Sarebbe stato costretto a
condannare se stesso all'isolamento. Se i soldati stavano avanzando,
i loro piedi calpestavano indifferenti le sue possibilit di una vita di
successo.
Mentre tali pensieri gli passavano rapidi per la mente, egli si ribell
contro di essi e cerc di scacciarli. Si accus di essere un furfante.
Disse che era l'uomo pi indicibilmente egoista che esistesse. Con la
mente si figur i soldati che opponevano i loro corpi, come una
sfida, alla lancia dell'urlante demonio della battaglia, e quando vide i
loro cadaveri grondanti su un campo immaginario, disse che era lui
il loro assassino.
Di nuovo pens che avrebbe voluto esser morto. Ritenne di invidiare
un cadavere. Pensando agli uccisi, concep un gran disprezzo per
alcuni di essi, come se fosse colpa loro l'aver perso la vita. Potevano
essere stati uccisi per un caso fortunato, si disse, prima di avere
avuto la possibilit di fuggire o prima di essere stati realmente messi
alla prova. Eppure avrebbero ricevuto allori dalla posterit. Protest
amaramente che quelle corone erano rubate, e imposture i loro
paludamenti di gloriose memorie. Tuttavia, si disse ancora, era un
gran peccato non essere come loro.
Una sconfitta dell'esercito gli si era presentata come un mezzo per
sottrarsi alle conseguenze della sua colpa. Ora per riflett che era
inutile pensare a una simile possibilit. Gli avevano insegnato che
per quella possente macchina blu il successo era cosa certa, che essa
avrebbe prodotto vittorie come un congegno fabbrica bottoni. Scart
subito tutte le sue considerazioni nell'altro senso e torn al credo del
soldato.
Quando si rese di nuovo conto che una sconfitta dell'esercito non era
possibile, cerc di escogitare qualche bella storia con la quale
tornare al reggimento e insieme deviare gli attesi strali della
derisione.
Ma, siccome di quegli strali aveva una paura tremenda, non riusc a
inventare una storia su cui sentisse di poter fare affidamento. Si
prov con molti schemi, ma li scart uno dopo l'altro come fragili.
Fece presto a scorgere punti vulnerabili in ognuno.
lnoltre, aveva una gran paura che qualche freccia di scherno potesse
metterlo psicologicamente a terra, prima ancora di poter costruire il
suo racconto di difesa.
Si immaginava tutto il reggimento che diceva: Dov' Henry
Fleming? scappato, no? Uh, che figura!. Ricord varie persone
che avrebbero fatto di tutto per non dargli pace al riguardo. Gli
avrebbero certamente fatto domande sogghignando, e avrebbero riso
per le sue balbettanti esitazioni. Nel prossimo scontro avrebbero
cercato di tenerlo d'occhio, per scoprire quando sarebbe scappato.
Dovunque fosse andato nell'accampamento, avrebbe incontrato
sguardi che indugiavano crudelmente a fissarlo con insolenza.
Immagin di passare vicino a un gruppo di compagni e di udire
qualcuno che diceva: Eccolo l!
Allora, come se le teste fossero mosse da un unico muscolo, tutte le
facce si voltavano verso di lui con larghi sogghigni di scherno. Gli
pareva di udire qualcuno fare un commento umoristico a bassa voce
e tutti gli altri rispondere con versacci e sberleffi. Era diventato
proverbiale.

XII
La colonna che aveva cozzato decisa contro gli ostacoli lungo la
strada era appena scomparsa alla sua vista quando il giovane scorse
scure ondate di soldati straripare dai boschi e irrompere gi per i
campi. Cap subito che le
fibre d'acciaio erano state dilavate dai loro cuori. Sembravano voler
scoppiare dalle divise e dagli equipaggiamenti come da camicie di
forza. E caricavano verso di lui come bufali atterriti.
Dietro a loro si attorceva un fumo azzurro che si addensava sopra la
cima degli alberi, e a volte, attraverso la boscaglia, il giovane poteva
scorgere in distanza un bagliore roseo. Le voci dei cannoni
tuonavano in un coro interminabile.
Il giovane era inorridito. Fissava davanti a s angosciato e attonito.
Dimentic di essere impegnato in una lotta contro l'universo. Gett
da parte i suoi esercizi mentali sulla filosofia di chi batte in ritirata e
sulle regole di comportamento dei dannati.
La battaglia era perduta. I draghi arrivavano a lunghi passi
inesorabili. L'esercito, imponente nell'intricata vegetazione e
accecato dalla notte incombente, stava per essere inghiottito. La
guerra, quella rossa belva la guerra, quella dea gonfia di sangue si
sarebbe saziata.
Qualcosa dentro di lui gli comand di alzare la voce. Ebbe l'impulso
di fare un discorso rianimatore, di cantare un inno di guerra, ma la
sua lingua riusc solo a gridare nell'aria: Ma... ma... che... che cosa
sta succedendo?
Presto si trov in mezzo ai fuggiaschi. Scappavano, correndo e
saltando tutt'intorno a lui. I loro volti sbiancati rilucevano nel
crepuscolo. Parevano, la pi parte, uomini corpulenti. Il giovane si
rivolse all'uno, all'altro, mentre gli passavano vicino a galoppo. Le
sue domande incoerenti andarono perdute. Nessuno badava ai suoi
appelli. Pareva che neppure lo vedessero.
A volte borbottavano frasi insensate. Un soldato grande e grosso
domandava al cielo: La strada di tavole! Dov' la strada di tavole?
Era come se avesse perduto un figlio, e per la pena e lo sgomento
piangeva.
Ora soldati correvano qua e l, in tutte le direzioni. L'artiglieria,
tuonando davanti, di dietro, sui fianchi, confondeva le idee
sull'orientamento. I punti di riferimento erano svaniti nell'oscurit
ormai densa. Il giovane cominci a immaginarsi di essere arrivato
proprio al centro della tremenda contesa, e non riusciva a scorgere
alcuna via d'uscita. Dalle bocche dei soldati in fuga uscivano mille
domande insensate, ma nessuno dava risposte.
Dopo aver corso qua e l, apostrofando senza trovare ascolto i
gruppi di fanti in ritirata, alla fine afferr un soldato per il braccio.
Girarono su se stessi, fino a trovarsi faccia a faccia.
Perch... perch?... balbett il giovane lottando con la lingua che
gli si inceppava.
Lasciami! Lasciami andare! strill l'uomo. Era livido in volto, i
suoi occhi roteavano sfrenati. Palpitava, ansava. Stringeva ancora il
fucile, essendosi forse dimenticato di allentare la presa. Diede uno
strattone frenetico, e il giovane, costretto a piegarsi in avanti, fu
trascinato per alcuni passi.
Lasciami andare! Lasciami andare! Perch... perch?...
balbettava il giovane. E allora tieni! mugg l'altro in un accesso di
ira terribile. Con destrezza e violenza rote il fucile, che si
abbatt sulla testa del giovane. Il soldato fugg. Sul braccio di questi
le dita del giovane erano diventate molli come cera. I suoi muscoli
avevano perduto ogni
energia. Vide guizzare davanti agli occhi le fiammeggianti ali di un
lampo. Senti dentro la testa un assordante rombo di tuono.
Improvvisamente gli parve che le gambe gli morissero. Cadde al
suolo contorcendosi. Tent di alzarsi. Nei suoi sforzi contro il dolore
che lo intontiva, era simile a un uomo che lottava con una creatura
dell'aria.
Fu una lotta sinistra.
A volte arrivava a tirarsi su a met, battagliava con l'aria per un
momento, poi ricadeva, afferrandosi all'erba. Il volto era di un
pallore sudaticcio. La sofferenza gli strappava profondi gemiti.
Alla fine, con una contorsione, riusc a mettersi carponi, e quindi a
drizzarsi in piedi, come un bimbo che cerca di camminare.
Premendosi le mani contro le tempie, and barcollando sull'erba.
Combatt una strenua battaglia con il corpo. I sensi intorpiditi
volevano che svenisse, ma egli si oppose con tenacia, figurandosi
nella mente ignoti pericoli e mutilazioni se fosse caduto in quel
campo. Cammin alla guisa del soldato alto. Immagin luoghi
appartati dove lasciarsi cadere e non ricevere molestie. Per cercarne
uno lott contro la montante marea della sofferenza.
A un certo punto port una mano alla testa e si tocc timidamente la
ferita. Al contatto, il dolore lancinante gli fece tirare un lungo respiro
attraverso i denti serrati. Aveva le dita umide di sangue. Le guard
fissamente.
Intorno a s udiva il brontolio dei cannoni sobbalzanti mentre i
veloci cavalli venivano sferzati verso il fronte. Un giovane ufficiale
su un destriero tutto impillaccherato per poco non lo travolse. Si
volt e osserv l'ammasso di cannoni, uomini, cavalli che,
descrivendo un'ampia curva, convergeva verso un'apertura in uno
steccato. L'ufficiale faceva gesti eccitati con la mano inguantata. I
cannoni seguivano i traini con aria riluttante, come se trascinati per i
talloni.
Alcuni ufficiali della dispersa fanteria scagliavano imprecazioni
invettive, simili a pescivendole. Le loro voci di rimprovero si
udivano al di sopra del frastuono. Nell'indescrivibile confusione
della strada sopraggiunse uno squadrone di cavalleria. Il giallo
sbiadito delle mostrine riluceva intrepido. Si accese una violenta
disputa.
L'artiglieria stava radunandosi come per una conferenza.
Sulla campagna si era stesa la foschia azzurra della sera. Le linee
della foresta erano lunghe ombre purpuree. Nel cielo a ponente una
nube smorzava parzialmente il rosso.
Mentre si lasciava dietro quella scena, il giovane ud ruggire
improvvisamente i cannoni. Li immagin scossi da una nera rabbia.
Eruttavano e urlavano come diavoli in ferro battuto, posti a guardia
di un cancello. L'aria dolce era
piena di quella tremenda protesta. Con essa giungevano le salve
crepitanti delle opposte fanterie. Si volt a guardarsi dietro, e scorse
cortine di luce arancione che illuminavano la lontananza gi
nell'ombra. Distanti si accendevano nell'aria improvvisi, sottili
lampi. A tratti credette di scorgere masse palpitanti di uomini. Si
affrett nel buio. La luce del giorno era svanita cos che a stento egli
distingueva dove posare i piedi. L'oscurit purpurea era piena di
uomini che concionavano e farfugliavano. A volte riusciva a
scorgerli che gesticolavano contro il cielo azzurro cupo. Pareva che
nella foresta e nei campi fosse sparsa una gran quantit di uomini e
di armamenti.
Ora l'angusta stradetta era priva di vita. Alcuni carri rovesciati
sembravano macigni asciugati dal sole. Quello che era parso il letto
di un torrente era ostruito da corpi di cavalli e da rottami di
macchine di guerra.
La ferita, nel frattempo, non gli doleva pi tanto. Aveva tuttavia
paura di fare movimenti bruschi, temendo di irritarla. Teneva la testa
ben rigida e prendeva molte precauzioni per non inciampare. Era
pieno di ansia, e aveva il volto contratto e teso in previsione del
dolore che avrebbe provocato il minimo errore dei suoi passi nel
buio.
Mentre camminava, i suoi pensieri non si staccavano dalla ferita.
Intorno ad essa aveva una sensazione di fresco e di liquido, perci
immagin che il sangue stesse colando lentamente sotto i capelli. Gli
pareva che la testa si fosse gonfiata a tal punto che il collo non ce la
faceva pi a sostenerla.
Quel nuovo silenzio della ferita lo preoccup molto. Le piccole
tumide voci di dolore che avevano reclamato dal suo cuoio
capelluto, pensava, erano precise segnalazioni di pericolo. Da esse
credeva di poter misurare la gravit del suo stato. Ma quando
rimasero sinistramente silenziose, si impaur e immagin dita
terribili che gli artigliavano dentro il cervello.
Fu allora che si mise a riflettere su vari episodi e circostanze del suo
passato. Si ricord di certi pasti preparati dalla madre a casa, pasti
nei quali i suoi piatti preferiti avevano occupato il posto d'onore.
Vide la tavola apparecchiata. Le pareti in legno di pino della cucina
brillavano nella calda luce della stufa. Ricord pure come lui e i suoi
compagni solevano dalla scuola recarsi in riva a uno stagno
ombreggiato. Vide i suoi indumenti sparsi in disordine sull'erba della
riva. Senti il ruscellare dell'acqua odorosa sul corpo. Le foglie
dell'acero sovrastante frusciavano melodiose nel vento della giovane
estate.
Ma ora fu sopraffatto da una pesante stanchezza. La testa gli
ciondolava, le spalle erano curve come se portasse un grande
fardello. Strascicava i piedi sul terreno.
Intanto dibatteva con se stesso, se sdraiarsi e dormire l vicino, o
sforzarsi fino a raggiungere un asilo sicuro. Cerc pi volte di
accantonare quel problema, ma il corpo persisteva nella ribellione e i
sensi lo molestavano come bambini viziati.
Alla fine ud una voce allegra all'altezza della spalla: Mi pare che
sei conciato male, ragazzo. Il giovane non alz lo sguardo, ma
assenti con la lingua impastata: Eh! Quello dalla voce allegra lo
prese saldamente per un braccio. Be', disse con una risata schietta,
io faccio la
tua strada. E cos tutta la compagnia. E posso darti un passaggio,
penso. Presero a camminare come un ubriaco e il suo amico.
Mentre andavano, l'uomo interrogava il giovane e lo assisteva nelle
risposte, come chi manovra la mente d'un bimbo. A volte intercalava
degli aneddoti. Di che reggimento sei? Eh? Possibile? Del 304
New York? A che corpo d'armata appartieni? Ah s? To', pensavo
che oggi non fossero stati impegnati... Stanno laggi, al centro. E
invece hanno combattuto, eh? Be', quasi tutti hanno avuto la loro
parte di combattimento, oggi. Caspita, anch'io mi sono dato per
morto parecchie volte. Sparavano qui, sparavano l, gridavano da
una parte, gridavano dall'altra, in quel buio della malora, che alla
fine non avrei saputo dire, neanche per salvare la mia anima, da che
parte stavo. A volte pensavo che, sicuro, ero dell'Ohio, altre volte
avrei giurato che venivo dal fondo della Florida. stato il pi
maledetto imbroglio che abbia mai veduto. E tutti questi boschi qui
sono un gran guazzabuglio. Sar un miracolo se stasera troviamo i
nostri reggimenti. Presto, per, dovremmo incontrare un sacco di
sentinelle e di polizia militare, non c' verso. Oh! laggi stanno
trasportando un ufficiale, mi pare. Guarda, ha la mano penzoloni.
Quello, scommetto, di guerra ne ha avuta quanta ne voleva. Non le
sparer pi tanto grosse sulla sua reputazione e via dicendo, quando
gli segheranno la gamba. Poveraccio! Mio fratello ha le basette
proprio come lui. Ma tu come hai fatto a arrivare fin qui? Il tuo
reggimento parecchio distante, no? Be', penso che lo troveremo.
Sai, c'era un ragazzo nella mia compagnia, l'hanno ammazzato oggi,
al quale volevo un gran bene: Jack era un bravo figliolo. Per la
miseria, mi ha fatto un male tremendo vederlo steso al suolo, povero
Jack. Era un po' che stavamo abbastanza tranquilli, anche se c'erano
uomini che correvano da ogni parte. Mentre siamo l cos, t'arriva un
tizio grande e grosso, che comincia a dar di gomito a Jack e a dirgli:
Di', dov' la strada per il fiume? Jack non gli bada, e l'altro
continua a dargli di gomito, e a dire: Ehi! di', dov' la strada per il
fiume? Jack continua a guardare davanti a s cercando di vedere i
ribelli che venivano dai boschi, e per un bel pezzo non gli d retta a
quel tizio grande e grosso, ma alla fine si volta e gli dice: Va'
all'inferno e trovati la strada per il fiume! E proprio in quell'attimo
una pallottola lo coglie in pieno nella testa. Era anche sergente.
Quelle furono le sue ultime parole. Porco mondo, vorrei esser sicuro
che troveremo i nostri reggimenti stasera. Sar una caccia lunga. Ma
credo che ce la faremo.
Nella ricerca che segu, al giovane parve che l'uomo dalla voce
allegra possedesse una bacchetta magica. Imbrocc i labirinti
dell'intricata foresta con una strana fortuna. Quando incontrarono
posti di guardia e pattuglie di ronda, rivel la perspicacia di un
investigatore e il coraggio di un monello. Davanti a lui gli ostacoli
cadevano e diventavano d'aiuto. Col mento ancora abbassato sul
petto, il giovane assisteva intontito mentre il suo compagno da cose
ostili traeva espedienti e risorse.
La foresta sembrava un vasto alveare di uomini che ronzavano qua e
l in cerchi frenetici, ma l'uomo allegro guid il giovane senza errori,
e finalmente cominci a ridacchiare di gioia, soddisfatto di s: Ah,
ora sei arrivato! Vedi quel fuoco?
Il giovane annu con aria intontita. Be', l c' il tuo reggimento. E
ora ciao, amico, buona fortuna. Una mano calda e robusta strinse
per un attimo le fiacche dita del giovane; poi questi ud il fischiettare
allegro
e ardito dell'uomo che si allontanava. Mentre colui che lo aveva
assistito tanto amichevolmente usciva cos dalla sua vita, al giovane
venne di colpo in mente che non ne aveva veduto una sola volta il
viso.

XIII
Il giovane si diresse lentamente verso il fuoco indicatogli dall'amico
che lo aveva lasciato. Mentre camminava barcollando, si ricord del
benvenuto che gli avrebbero dato i compagni. Era convinto che
avrebbe presto sentito nel cuore dolorante i dardi dentati del ridicolo.
Non aveva la forza di inventare una storia; sarebbe stato un facile
bersaglio.
Fece vaghi progetti di fuggire nell'oscurit pi profonda e
nascondersi, ma tutti furono distrutti dalle voci di sfinimento e
sofferenza che uscivano dal suo corpo. I suoi malanni, facendo la
voce grossa, lo costringevano a cercare il luogo del cibo e del riposo
a qualsiasi costo.
Barcoll incerto verso il fuoco. Scorgeva le figure di uomini che
stagliavano ombre nere nel rosso riverbero e, avvicinandosi, si rese
vagamente conto che il terreno era disseminato di soldati che
dormivano.
A un tratto si trov di fronte a una mostruosa figura nera. Una canna
di fucile mand bagliori: Alt ! alt !. Per un attimo rimase
sgomento, ma subito pens che quella voce nervosa lo conosceva.
Fermandosi incerto davanti alla canna del fucile, grid: Salve,
Wilson... sei tu?
Il fucile si abbass in posizione di sicurezza, e lentamente si avanz
il soldato dalla voce sonora, Scrut il giovane in viso: Sei tu,
Henry?
Si, sono... sono io.
Benone, vecchio mio, disse l'altro, per la miseria, son contento di
vederti! Ti avevo dato per perso. Pensavo proprio che fossi morto.
Nella sua voce c'era una velata commozione.
Il giovane s'accorse che ora quasi non ce la faceva a tenersi in piedi.
Le sue forze improvvisamente cedevano. Pens che doveva
affrettarsi a sciorinare il suo racconto, per proteggersi dalle frecciate
che erano gi sulle labbra dei suoi temibili compagni. Cosi,
vacillando davanti all'altro, cominci: Si, si, l'ho... l'ho passata
brutta. Sono stato dappertutto. Laggi sulla destra. Battaglia
tremenda da quella parte. L'ho passata brutta. Sono rimasto tagliato
fuori dal reggimento. L, sulla destra. Mi hanno ferito. Alla testa.
Mai vista una battaglia simile. Che momentaccio. Non riesco a
capire come ho potuto restar tagliato fuori dal reggimento. Mi hanno
anche colpito.
L'amico fece un rapido passo avanti. Come? Sei ferito? Perch non
l'hai detto subito? Povero ragazzo, dobbiamo... aspetta un minuto;
dunque...fammi chiamare Simpson.
Un'altra figura si deline in quel momento nell'oscurit. Videro che
era il caporale. Con chi stai parlando, Wilson? domand, e la sua
voce aveva un tono collerico. Con chi parli? Sei la sentinella pi
dannata... To'... salve, Henry, sei qui? Pensavo che fossi morto
quattro ore fa!
Santo cielo, continua a saltarne fuori uno ogni dieci minuti!
Credevamo di aver perduto quarantadue uomini facendo il conto
giusto; ma se continuano ad arrivare a questo modo, ora di domattina
riavremo la compagnia al completo. Tu dov'eri?
L, sulla destra. Son rimasto tagliato fuori, cominci il giovane
con notevole disinvoltura.
Ma l'amico lo interruppe in fretta: Si, ed ferito alla testa,
conciato male, dobbiamo portarlo via. Sistem il fucile nel cavo del
braccio sinistro, e pass il destro intorno alla spalla del giovane.
voce.
Caspita, deve farti un male d'inferno, disse. Il giovane si appoggi
pesantemente all'amico: Si, mi fa male... e anche un bel po',
rispose. E gli si ruppe la
Oh! disse il caporale. Prese il giovane sottobraccio e lo trasse
avanti: Vieni, Henry. Ci penso io.
Mentre s'allontanavano insieme, il soldato dalla voce sonora gli
grid dietro: Mettilo a dormire nella mia coperta, Simpson. E...
aspetta un momento... ecco la mia borraccia. piena di caff.
Guardagli la testa alla luce del fuoco e vedi un po' come si presenta
la ferita; forse di quelle brutte. Fra un paio di minuti, quando mi
danno il cambio, vengo io a badargli.
I sensi del giovane erano cos intorpiditi che la voce dell'amico gli
giungeva da lontano ed egli sentiva appena la stretta del braccio del
caporale. Si sottomise passivamente alla forza che lo dirigeva. La
testa gli ciondolava, come prima, sul petto. Le ginocchia
vacillavano. Il caporale lo condusse alla viva luce del fuoco. Ora,
Henry, gli disse, diamo un'occhiata alla zucca.
Il giovane si sedette obbediente, e il caporale, deposto il fucile da
una parte, cominci a tastare tra la folta capigliatura del compagno.
Dovette voltargli la testa perch la colpisse in pieno il vivido
bagliore del fuoco. Raggrinz la bocca con aria critica. Distese le
labbra e zufol tra i denti quando le sue dita vennero a contatto col
sangue rappreso e con la cruda ferita.
Ah, ecco qui! disse. Fece ulteriori, maldestre ricerche e Proprio
come pensavo, soggiunse poi. Ti ha graffiato una pallottola. E ha
fatto crescere una specie di bernoccolo, proprio come se qualcuno ti
avesse mollato una legnata sulla testa. Ha smesso di sanguinare da
un pezzo. Il pi che domattina ti sembrer che neppure un cappello
del dieci ti vada bene. La testa ti scotter e te la sentirai secca come
carne di maiale arrostita. E potrai anche averci una quantit di altri
mali, per domattina. Non si pu mai dire. Ma, no, non credo. solo
una bella botta in testa, e nient'altro. Ora stai seduto qui e non
muoverti, mentre io vado a stanare il cambio per le sentinelle. Poi
mander Wilson a badarti.
Il caporale se ne and e il giovane rimase per terra come un sacco, a
fissare il fuoco con sguardo assente.
Dopo un po' si riscosse in parte e le cose intorno a lui cominciarono
a prendere forma. Vide che il terreno, l dove c'erano ombre
profonde, era ingombro di uomini abbandonati in ogni concepibile
posizione. Aguzzando la vista nell'oscurit pi distante, colse
fuggevoli immagini di visi pallidi e spettrali, vagamente illuminati
da un chiarore fosforescente. Quei volti esprimevano nelle loro linee
il torpore profondo dei soldati stanchi. Li facevano sembrare uomini
ubriachi di vino. A un vagabondo celeste quell'angolo di foresta
sarebbe potuto apparire la scena finale di un orribile bagordo.
Dall'altra parte del fuoco il giovane osserv un ufficiale
addormentato, seduto dritto come un fuso, la schiena contro un
albero. C'era qualcosa di arrischiato in quella posizione. Tormentato
forse da sogni, oscillava con piccoli sobbalzi e soprassalti, come un
vecchio nonno intorpidito dal ponce, in un angolo del focolare.
Aveva il viso polveroso e imbrattato. La mascella inferiore pendeva
come se le mancasse la forza per tornare in posizione normale. Era
l'immagine di un soldato esausto dopo un banchetto di guerra.
Evidentemente si era messo a dormire con la sciabola fra le braccia.
Si era assopito abbracciandola, ma l'arma aveva fatto in tempo a
cadere inosservata al suolo. L'elsa montata in ottone era lambita dal
fuoco.
Nel baluginio di luce rosa e arancione emanante dalla legna che
ardeva c'erano altri soldati che russavano sollevando ritmicamente il
corpo o giacevano come morti nel sopore. Alcune paia di gambe
sporgevano dritte e rigide. Le scarpe rivelavano il fango o la polvere
delle marce; lembi di lucidi calzoni, che uscivano fuori dalla coperta,
mostravano strappi e squarci, frutto di fughe precipitose per il folto
dei rovi.
Il fuoco scoppiettava melodiosamente, e da esso saliva un fumo
leggero. In alto si muoveva lieve il fogliame. Dalla parte rivolta
verso la vampa, le foglie si coloravano di mutevoli sfumature
d'argento, spesso orlate di rosso. Lontano, sulla destra, attraverso
un'apertura nella foresta, si poteva scorgere una manciata di stelle,
sparse come luccicanti sassolini sul piano nero della notte.
A tratti, in quella sala dalle basse arcate, un soldato si svegliava e
assestava il corpo in una nuova posizione, avendogli l'esperienza del
sonno insegnato le irregolarit e le scomodit del terreno sotto di lui.
O, magari, si tirava s a sedere, per un attimo batteva occhi
inespressivi in direzione del fuoco, volgeva un rapido sguardo al
compagno disteso, e poi si rannicchiava di nuovo al suolo, con un
grugnito di assonnata contentezza.
Il giovane sedette come un fardello abbandonato, finch non arriv il
suo amico, il soldato dalla voce sonora, facendo dondolare due
borracce dalle loro cordicelle. Bene, Henry. Adesso, amico mio,
gli disse ti mettiamo a posto in meno di un minuto.
Aveva i modi indaffarati di un'infermiera dilettante. Si diede da fare
intorno al fuoco, attizzando i pezzi di legna finch non brill la
fiamma. Fece bere copiosamente il suo paziente dalla borraccia che
conteneva caff. Per il giovane fu una sorsata deliziosa: pieg la
testa bene all'indietro, e tenne lungamente la borraccia alle labbra.
La fresca miscela gli scese gi per la gola infiammata come una
carezza. Quando fin, sospir di piacere e benessere.
Il giovane soldato dalla voce sonora osserv il compagno con aria
soddisfatta. Poi trasse di tasca un fazzoletto di ampie dimensioni. Lo
ripieg a guisa di benda e nel centro vi vers un bel po' d'acqua
dall'altra borraccia. Applic quella rudimentale fasciatura sulla testa
del giovane, legandone le estremit in un bizzarro nodo sulla nuca.
Ecco, disse, facendo un passo indietro per valutare il proprio
operato, somigli al diavolo, ma scommetto che ti senti meglio.
Il giovane contemplava l'amico con occhi riconoscenti. Sulla testa
gonfia e dolorante la tela fredda era come una tenera mano di donna.
Non hai gridato, non hai detto bah! osserv l'altro con aria di
approvazione. Lo so che sono un maniscalco quando curo i malati;
eppure tu non hai dato neanche uno strillo. Sei in gamba, Henry. La
pi parte dei soldati sarebbero andati all'ospedale da un pezzo. Una
pallottola alla testa non una bazzecola.
Il giovane non rispose, si mise a giocherellare coi bottoni della
giubba. Via, ora vieni, continu l'amico, Via, devo metterti a
letto e badare che tu abbia una nottata di buon riposo.
Il giovane si alz con molta cautela, e l'altro lo condusse fra le forme
che dormivano, disposte in gruppi e per file. A un certo punto si
chin a raccogliere le sue coperte. Stese al suolo quella di gomma e
ravvolse intorno alle spalle del giovane quella di lana.
Ecco, disse, ora ti sdrai e dormi un po'.
Il giovane, ubbidiente come un cagnolino, si mise gi con ogni
precauzione, simile a una vecchia che si china. Si stese con un
mormorio di sollievo e di benessere. La terra gli parve il pi morbido
dei giacigli.
Ma improvvisamente esclam: Aspetta un po'! E tu dove dormi?
L'amico agit la mano con impazienza: Li, vicino a te.
S, ma aspetta un po', continu il giovane. Dentro che cosa
dormi? Io ho preso le tue... L'amico ringhi: Zitto e dormi, ora.
Non fare lo stupido, gli disse con severit. Dopo il rimprovero il
giovane non parl pi, lo aveva invaso una squisita sonnolenza. Lo
ravvolgeva il caldo
benessere della coperta, infondendogli un delicato languore. La testa
gli cadde in avanti sul braccio piegato, e le
palpebre appesantite calarono lentamente sugli occhi. Udendo una
lontana scarica di fucileria si domand spassionatamente se quei
soldati dormivano mai. Trasse un lungo sospiro, si rannicchi dentro
la coperta e in un momento fu come i suoi compagni.

XIV
Quando si svegli, al giovane pareva di aver dormito mille anni, e si
sentiva sicuro di riaprire gli occhi su un mondo inatteso. Grigie
brume si spostavano lentamente davanti ai primi sforzi dei raggi del
sole. Nel cielo a levante si scorgeva un imminente splendore. Una
rugiada gelida gli aveva agghiacciato la faccia, e appena desto si
raggomitol meglio nella coperta. Fiss per un momento le foglie
sopra di lui: fremevano nella brezza annunciatrice del giorno.
La lontananza era lacerata dal fragoroso rumore della battaglia. In
quel suono si esprimeva una persistenza implacabile come se quella
non avesse avuto principio n mai dovesse aver fine.
Intorno a lui erano le file e i gruppi di uomini che aveva intravisto la
notte prima. Si godevano un ultimo sorso di sonno prima della
sveglia. Gli sparuti, disfatti lineamenti e le polverose figure erano
illuminati dalla strana luce dell'alba, ma questa vestiva la pelle di
tinte cadaveriche e faceva s che le aggrovigliate membra
apparissero esanimi e come morte. Il giovane non trattenne un
piccolo grido la prima volta che il suo sguardo percorse quella massa
immobile di uomini, densamente sparsi sul terreno, pallidi e in strane
posizioni. Nella confusione della sua mente interpret quella sala
della foresta come un carnaio. Per un istante credette di trovarsi nella
casa dei morti, e non os muoversi per timore che quei cadaveri
balzassero in piedi gettando grida, stridule o rauche. Tuttavia, nello
spazio di un secondo, ricuper la lucidit. Pronunci un'elaborata
imprecazione all'indirizzo di se stesso: vide che quel fosco quadro
non era una realt del presente, ma soltanto una visione del futuro.
Poi ud, il rumore di un fuoco che scoppiettava allegro nell'aria
fredda, volt la testa e vide il suo amico che si dava un gran da fare
intorno a una piccola vampa. Alcune altre figure si muovevano nella
nebbia, e ud il secco schianto di colpi di accetta.
Ad un tratto ci fu un sordo brontolio di tamburi. Una tromba lontana
cant fievolmente. Suoni analoghi, di varia intensit, giunsero da
vicino e da lontano, per la foresta. Le trombe si chiamavano a
vicenda come galli da combattimento in ottone. Vicino rull il tuono
dei tamburi del reggimento.
La massa d'uomini sparsa nei boschi frusciava. Ci fu un generale
sollevarsi di teste. Nell'aria irruppe un mormorio di voci e in esso
dominavano le note basse di borbottate imprecazioni. Strani di si
invocavano per deprecare le prime ore del mattino, pur necessarie a
una corretta condotta della guerra. Squill la voce perentoria e
tonante di un ufficiale, accelerando i torpidi movimenti dei soldati.
Le membra aggrovigliate si districarono. Le facce di colore
cadaverico furono nascoste da mani serrate a pugno, lentamente
rigirate nelle orbite.
Il giovane si tir su a sedere e diede libero sfogo a un enorme
sbadiglio. Accidenti! osserv di malumore. Si freg gli occhi, e
poi alz una mano per tastare cautamente la fasciatura sopra la ferita.
Vedendo che era sveglio, l'amico si stacc dal fuoco. Henry, amico
mio, come ti senti stamane? gli domand.
Il giovane sbadigli di nuovo. Poi strinse la bocca in una piccola
smorfia. In verit si sentiva la testa come un melone, e aveva una
sgradevole sensazione allo stomaco.
Oh Dio, piuttosto male, disse.
Accidenti! esclam l'altro. Speravo che stamane ti saresti sentito
bene. Vediamo la fasciatura... che non sia scivolata via. Cominci a
cincischiare maldestramente intorno alla ferita, finch il giovane
esplose. Dannazione grid fortemente irritato, sei l'uomo pi da
impiccare che abbia mai veduto! Ma cosa hai sulle mani? Dei
guantoni da pugile? Per la miseria, non ti riesce di essere pi
leggero? Preferirei che ti scostassi e me la pigliassi a fucilate. Ora fa'
piano, e non come se stessi inchiodando un tappeto.
Squadr con aria di insolente comando l'amico, ma questi rispose in
tono cattivante: Via, su, ora vieni a mangiare un boccone. Dopo,
forse, ti sentirai meglio.
Accanto al fuoco, il soldato dalla voce sonora attese con tenera cura
ai bisogni del compagno. Si diede molto da fare disponendo in
ordine le nere, vagabonde, tazzine di latta e versandoci dentro, da un
secchiello fuligginoso, la fluida miscela color ferro. Aveva un po' di
carne cruda, che arrosti alla svelta su uno stecco. Poi si sedette e
contempl con piacere l'appetito del giovane.
Questi rilev nel compagno un notevole cambiamento rispetto ai
giorni dell'accampamento in riva al fiume. Pareva non star pi di
continuo a considerare le dimensioni del proprio valore. Non si
arrabbiava pi per paroline che pungessero la sua vanit. Non era pi
un giovane soldato rumoroso. Ora dalla sua persona spirava un senso
di fiducia. Mostrava una fede tranquilla nei suoi propositi e nelle sue
capacit. E quella sicurezza interiore evidentemente gli permetteva
di essere indifferente ai frizzi diretti a lui da altri soldati.
Il giovane riflett. Si era abituato a considerare il compagno come un
bambino chiassoso la cui audacia nasceva dall'inesperienza,
sventato, testardo, geloso, pieno di coraggio da parata. Un bimbo
spaccone abituato a pavoneggiarsi davanti all'uscio di casa sua. Il
giovane si domand dove fossero nati quei nuovi occhi; quando il
suo compagno avesse fatto la grande scoperta che c'erano molti
uomini i quali si sarebbero rifiutati di essere soggiogati da lui.
Manifestamente, l'altro aveva ormai scalato una vetta di saggezza
dalla quale poteva considerare se stesso come una cosa molto
minuscola. E il giovane cap che da allora in poi vivere vicino
all'amico sarebbe stato pi facile.
Questi pos in bilico sul ginocchio la sua tazza di caff color ebano.
Be', Henry, disse, che probabilit abbiamo, secondo te? Credi
che gliele daremo? Il giovane stette un momento a pensare; poi
ebbe l'audacia di rispondere: L'altro ieri, tu eri pronto a
scommettere che le avresti suonate da solo a tutti quanti i ribelli.
L'amico apparve un tantino sorpreso: Io?, chiese; poi riflett:
Beh, forse s, decise alla fine, e fiss umilmente il fuoco.
Il giovane rimase assai sconcertato per il modo inatteso in cui era
stata accolta la sua osservazione: Ma no, non vero, disse,
cercando di fare rapidamente marcia indietro. Ma l'altro fece un
gesto di supplica. Oh, no, non preoccuparti, Henry, disse. A quel
tempo dovevo essere un bello stupido, credo. Parlava come se
fossero passati degli anni.
Ci fu una breve pausa.
Tutti gli ufficiali dicono che abbiamo chiuso i ribelli in una gabbia
bella stretta, disse l'amico, schiarendosi la gola senza enfasi. A
quanto pare, pensano tutti che li abbiamo attirati proprio dove
volevamo.
Questo non lo so, replic il giovane. Quel che ho veduto laggi
sulla destra mi fa pensare che fosse proprio il contrario. Da dove mi
trovavo io, pareva che stessimo prendendo una bella batosta, ieri.
Credi? domand l'amico. Io invece pensavo che ieri gli avessimo
dato una bella strapazzatina.
Macch! disse il giovane. Ma allora, diamine, tu non hai visto
nulla della battaglia! D'improvviso gli venne un pensiero. Oh! Jim
Conklin morto.
L'amico trasal: Come? morto? Jim Conklin? Il giovane parl
lentamente: S. morto. L'hanno preso in un fianco. Non me lo
dire. Jim Conklin... poveraccio! Tutto intorno a loro c'erano altri
focherelli circondati da soldati con i loro piccoli utensili anneriti. Da
un
bivacco vicino giunsero a un tratto le voci aspre di un alterco. Pareva
che due agili soldati avessero molestato un compagno grande e
grosso e barbuto, facendogli versare del caff sulle ginocchia.
L'uomo era andato su tutte le furie e aveva lanciato una maledizione
generale. Punti dal suo linguaggio, i tormentatori si erano subito
adirati con lui, facendo largo sfoggio di imprecazioni risentite e
ingiuste. Poteva nascerne una zuffa.
L'amico si alz e si diresse verso di loro, facendo gesti di pace con le
braccia: Oh, ragazzi, via, a che serve?, disse, in meno di un'ora
saremo alle prese coi ribelli. Che senso ha battersi fra di noi? Uno
dei due soldati agili gli si rivolt contro, rosso in viso e con violenza.
inutile che tu venga intorno con le tue prediche. Mi sa che tu ci
hai da ridire su quelli che si battono da quando Charly Morgan te le
ha suonate; ma in questa faccenda non vedo che cosa c'entri tu o
chiunque altro.
Niente, disse con mitezza l'amico. Per non mi piace vedere...
segu una disputa intricata. Ma lui... dicevano i due, puntando
indici accusatori verso il loro avversario. Il soldato grande e grosso
era diventato paonazzo per la rabbia. Indicava i due soldati
protendendo la sua
manona come un artiglio. Ma, loro... Durante il tempo della
controversia, sebbene si scambiassero molte parole, la voglia di
menar botte parve per
passare. Alla fine l'amico torn al suo posto. Poco dopo si videro i,
tre antagonisti riuniti in amichevole crocchio. Jimmie Rogers dice
che oggi, dopo la battaglia, dovr battermi con lui, annunci
l'amico tornando a sedersi.
Dice che non permette a nessuno di immischiarsi nelle sue
faccende. Ma a me non piace vedere i ragazzi battersi fra loro.
Il giovane rise. Sei cambiato parecchio. Non sei pi quello che eri.
Mi ricordo quella volta che tu e quell'irlandese... si ferm e rise di
nuovo.
No, allora non ero cos, disse l'amico, pensoso. Questo
abbastanza vero. Be', io non volevo dire... cominci il giovane.
L'amico fece un altro gesto di supplica: Oh, non preoccuparti,
Henry. Ci fu un'altra breve pausa.
Il reggimento aveva perduto pi della met degli uomini, ieri,
osserv alla fine l'amico. Naturalmente credevo che fossero tutti
morti; invece, caspita, sono continuati a tornare per tutta la notte, e
cos, a quanto sembra, abbiamo avuto poche perdite, in fin dei conti.
Gli uomini si erano sparpagliati dappertutto, vagando per i boschi,
combattendo con altri reggimenti, e cos via. Proprio come hai fatto
tu.
Davvero? disse il giovane.

XV
Il reggimento era schierato, armi al piede, sul margine di un viottolo,
in attesa dell'ordine di marciare, quando ad un tratto il giovane si
ricord del pacchetto avvolto in una sbiadita busta gialla che il
soldato dalla voce sonora gli aveva affidato proferendo lugubri
parole. Trasal. Gli sfuggi un'esclamazione, e si volt verso il
compagno.
Wilson! Che c'?
L'amico, in riga al suo fianco, fissava pensoso la strada. Quale che
fosse il motivo, la sua espressione era in quel momento mitissima, e
il giovane, guardandolo con la coda dell'occhio, si senti indotto a
cambiar proposito. Oh, niente, disse.
L'amico volt la testa con una certa sorpresa. Allora, che volevi
dirmi? Niente, ripet il giovane. Decise di non vibrare il suo
piccolo colpo. Il fatto in s era sufficiente a renderlo felice. Non
occorreva colpire
l'amico sulla testa con il pacchetto imprudentemente affidatogli.
L'aveva ossessionato una gran paura dell'amico, perch vedeva con
quanta facilit le domande potevano far
breccia nei suoi sentimenti. Da poco si era convinto che il
compagno, cos cambiato, non lo avrebbe tormentato con
un'insistente curiosit; era per sicuro che durante il primo periodo
di riposo gli avrebbe chiesto di raccontare le avventure del giorno
avanti.
Ora si rallegrava di possedere una piccola arma con la quale poteva
mettere a terra il compagno ai primi segni di un interrogatorio. Era
padrone della situazione. Ora sarebbe stato lui a ridere e a scoccare
gli strali dello scherno.
In un momento di debolezza, l'amico aveva parlato della propria
morte singhiozzando. Aveva pronunciato una malinconica orazione,
come preliminare al proprio funerale, e nel pacchetto di lettere
doveva avere donato vari ricordi ai familiari. Ma non era morto, e
cos si era consegnato nelle mani del giovane.
Questi si sentiva immensamente superiore all'amico, ma era disposto
ala condiscendenza. Adott verso di lui un tono di indulgente
buonumore.
Ora il suo orgoglio era completamente reintegrato. All'ombra del suo
rigoglioso sviluppo, egli stava piantato saldamente sulle gambe,
pieno di fiducia in s, e poich nulla ormai si poteva scoprire, non
rifuggiva dall'incontro con gli occhi dei giudici e non permetteva che
alcuno dei suoi pensieri lo distogliesse da un atteggiamento di virile
coraggio. Aveva compiuto i suoi sbagli nel buio, perci era ancora
un uomo.
Anzi, ricordando le sue vicende del giorno prima e guardando ad
esse da una certa distanza, cominci a scorgervi qualcosa di bello.
Era autorizzato a darsi importanza, come un veterano.
Rimosse dalla sua visione gli angosciosi affanni del passato. Quanto
al presente, dichiar a se stesso che soltanto i predestinati e i dannati
inveivano in buona fede contro le circostanze. Oltre a costoro, chi
altri l'aveva mai fatto? Un uomo con lo stomaco pieno e il rispetto
dei suoi simili non aveva alcun diritto di protestare contro qualcosa
che gli sembrasse ingiusto nelle vie dell'universo, o addirittura in
quelle della societ. Si lamentino pure gli sfortunati; gli altri possono
spassarsela.
Alle battaglie imminenti non dedic molta riflessione. Nei confronti
di esse non era essenziale che egli definisse una propria linea di
condotta. Aveva imparato che molte esazioni della vita erano
facilmente evitabili. Le lezioni del giorno prima gli avevano
insegnato che il castigo era tardivo e cieco. Con quei fatti davanti
agli occhi non stimava necessario agitarsi circa le eventualit delle
successive ventiquattr'ore. Poteva lasciare molto al caso. Inoltre, era
segretamente sbocciata in lui la fede in se stesso. Dentro di lui
cresceva un fiorellino di fiducia. Era ormai un uomo esperto. Si era
trovato in campo aperto fra i draghi, si disse, e si convinse che non
erano cos orrendi come li aveva immaginati. E poi non erano
infallibili, non mordevano con precisione. Spesso un cuore intrepido
li sfidava e, sfidandoli, scampava.
Inoltre, come potevano uccidere colui che era l'eletto degli dei e
destinato alla grandezza?
Ricord in che modo alcuni soldati fossero fuggiti dalla battaglia.
Richiamando alla mente le loro facce sconvolte dal terrore, prov
per loro del disprezzo. Erano stati certamente pi veloci ed eccitati
di quanto fosse strettamente necessario. Erano dei deboli mortali.
Lui invece era fuggito con discrezione e dignit. Lo dest da quella
fantasticheria l'amico che, dopo avergli nervosamente girellato
intorno per un po', guardando di sottecchi gli alberi, ad un tratto tossi
a mo' di introduzione e disse:
Fleming! Che vuoi? L'amico si port una mano alla bocca e
toss di nuovo, dimenandosi nella giubba. Be', disse alla fine,
deglutendo, credo che puoi anche restituirmi quelle lettere.
Sangue scuro e formicolante era affluito alle guance e alla fronte,
facendolo arrossire.
D'accordo, Wilson, disse il giovane. Slacci due bottoni della
giubba, ficc dentro la mano, e trasse alla luce il pacchetto. Quando
lo porse all'amico, la faccia di questi era voltata da un'altra parte.
Ci aveva messo un po' a tirar fuori il pacchetto perch intanto aveva
cercato di formulare un commento memorabile sull'incidente; ma
non riusc a trovar nulla di abbastanza efficace. Dovette lasciare che
l'amico scampasse col suo pacchetto senza molestie. E di ci si
attribu considerevole merito. Era un atto generoso.
L'amico al suo fianco pareva soffrire per una grande vergogna.
Osservandolo, il giovane sent il suo cuore farsi pi forte e risoluto.
Lui non era mai stato costretto ad arrossire in quel modo per le
proprie azioni; lui era un individuo di straordinarie virt.
Riflett, con indulgente compassione: Peccato! Peccato! Come
deve sentirsi a disagio, poveraccio!
Dopo quell'incidente, e ripassando nella memoria le scene di
battaglia che aveva veduto, si sent pienamente competente per
tornare a casa e infiammare i cuori della gente con racconti di
guerra. Si vedeva in una stanza dalle tinte calde a narrare storie agli
ascoltatori. Poteva esibire allori. Erano di poco conto; tuttavia, in un
distretto dove gli allori erano rari, potevano fare la loro figura.
Vedeva il suo uditorio, a bocca aperta, dipingerselo come la figura di
centro in scene fiammeggianti. Si immaginava la costernazione e le
esclamazioni della madre e di quella signorina, gi alla scuola,
mentre si bevevano i suoi racconti. Sarebbe stata distrutta la vaga
formula femminile secondo cui le persone care possono compiere
gesta eroiche sul campo di battaglia, ma senza rischio della vita.
XVI
Si udiva sempre un crepitio di fucileria. Poi erano intervenuti nella
disputa i cannoni. Nell'aria piena di nebbia le loro voci producevano
un rumore attutito. Il rimbombo era continuo. Quella parte di mondo
conduceva una strana, bellicosa, esistenza.
Il reggimento del giovane ricevette l'ordine di andare a dare il
cambio a un reparto che era rimasto a lungo in umide trincee. Gli
uomini presero posizione dietro una linea curva di buche per
fucilieri, scavate, come un ampio solco, lungo il margine dei boschi.
Davanti avevano una distesa piatta, popolata da ceppi d'albero corti e
deformati. Dai boschi pi in l arrivava il rumore sordo,
scoppiettante, della fucileria degli esploratori e delle sentinelle che
sparavano nella nebbia. Dalla destra giungeva un terrificante
frastuono.
I soldati si raggomitolarono dietro il basso argine e si sedettero in
posizioni comode aspettando il loro turno. Molti volgevano le spalle
agli spari. L'amico del giovane si sdrai, seppell il volto fra le
braccia e quasi subito parve cadere in un sonno profondo.
Il giovane appoggi il petto contro il terriccio bruno e scrut prima
verso i boschi, poi su e gi lungo la linea. Cortine di alberi
interferivano nel suo campo visivo. Non riusciva a vedere la linea
bassa delle trincee che per un breve tratto. Alcune bandiere inerti
erano piantate sui cumuli di terriccio. Dietro c'erano file di corpi
scuri, con qualche testa che sporgeva curiosamente sopra il ciglio.
Dai boschi di fronte e a sinistra arrivava sempre la fucileria degli
esploratori; sulla destra il frastuono era cresciuto a proporzioni
paurose. I cannoni ruggivano senza un istante di pausa per rifiatare.
Pareva che fossero convenuti da tutte le parti e fossero ora impegnati
in una stupenda baruffa. Divent impossibile farsi udire. Il giovane
voleva lanciare una battuta una citazione dai giornali. Voleva dire:
La calma regna sul Rappahannock, ma i cannoni impedivano
persino un commento sul loro fragore. Non riusc mai a terminare la
frase. Alla fine i cannoni si fermarono, e fra gli uomini nelle buche
volarono di nuovo voci, a guisa di uccelli: ora, per, erano in
massima parte nere creature che battevano tetramente le ali rasente il
suolo, e rifiutavano di innalzarsi in voli di speranza. Le facce degli
uomini si fecero meste interpretando i presagi. Giunsero alle loro
orecchie racconti di esitazioni e incertezze da parte di coloro che
stavano in alto per grado e responsabilit. Nelle loro menti
s'impressero storie di disastri, corredate da abbondanti prove. Quel
fragore di fucileria sulla destra, crescendo come un genio del suono
liberato dal suo ricettacolo, esprimeva e sottolineava la situazione
dell'esercito.
Gli uomini erano scorati e cominciavano a mormorare. Facevano
gesti che volevano dire: Che possiamo fare di pi? E si poteva
sempre vedere che erano disorientati da quelle che passavano per
notizie, e non sapevano rendersi pienamente conto di una sconfitta.
Prima che i raggi del sole cancellassero del tutto le grigie nebbie, il
reggimento marciava in colonna spiegata, ritirandosi con
circospezione attraverso i boschi. Talvolta, attraverso macchie e
campicelli, si scorgevano le linee disordinate e incalzanti del
nemico. Urlavano, striduli ed esultanti.
A quella vista il giovane dimentic molti dei suoi problemi e fu
preso da una gran rabbia. Esplose, dicendo a voce alta: Perdiana,
abbiamo per generali un branco di rimbambiti.
Questo l'ha gi detto pi d'uno, oggi, osserv un soldato.
L'amico, svegliatosi da poco, era ancora molto assonnato. Guard
dietro di s finch non afferr il significato di quello spostamento.
Allora sospir, e Oh, le abbiamo prese, mi pare, comment con
tristezza.
Il giovane ebbe l'idea che non sarebbe stato bello da parte sua
condannare apertamente altri uomini. Fece un tentativo per frenarsi,
ma le parole che aveva sulla lingua erano troppo amare. E diede
inizio a un lungo e confuso atto di accusa contro il comandante in
capo.
Forse, non stata tutta colpa sua... Lui ha fatto meglio che sapeva.
il nostro destino prenderle spesso, disse l'amico con tono stanco.
Camminava a fatica, curvo nelle spalle, gli occhi sfuggenti come di
uno che stato bastonato e preso a calci.
Ma non combattiamo forse come demoni? Non facciamo tutto ci
che possono fare degli uomini? disse il giovane a voce alta.
Quando gli usc dalle labbra, si stup nel suo intimo di tale
sentimento. Per un attimo il suo viso perdette la baldanza, ed egli si
guard intorno con aria colpevole. Ma nessuno contest il suo diritto
a usare parole come quelle, ed egli ritrov subito la sua aria
coraggiosa. Si mise allora a ripetere un'affermazione che la mattina
aveva sentito passare da un gruppo all'altro nell'accampamento. Il
generale di brigata ha detto di non aver mai veduto un reggimento di
reclute combattere come abbiamo combattuto noi ieri; ha detto cos,
no? E noi non che abbiamo fatto meglio di tanti altri reggimenti,
no? Be', allora non puoi dire che colpa dell'esercito.
Nella risposta, la voce dell'amico suon severa: No di certo, disse.
Nessuno oser dire che non combattiamo come demoni. Nessuno.
Questi ragazzi lottano come galletti da combattimento. Eppure...
eppure, non abbiamo fortuna.
Ma, allora, se ci battiamo come demoni e non vinciamo mai, la
colpa deve essere del generale, disse il giovane con enfasi e
decisione. Io non vedo che senso c' a combattere, combattere,
combattere e perdere sempre per colpa di un maledetto vecchio
stupido di generale.
Un soldato sarcastico che arrancava a fianco del giovane, disse allora
con indolenza: Forse, Fleming, tu ti credi di aver combattuto tutta
quanta la battaglia, ieri.
La frase trafisse il giovane. Quelle casuali parole lo ridussero uno
straccio. Le gambe segretamente gli tremarono. Gett un'occhiata
spaurita al soldato sarcastico.
Diamine, no, si affrett a dire con voce conciliante, non credo di
aver combattuto tutta quanta la battaglia,
ieri.
Ma l'altro sembrava innocente di qualsiasi seconda intenzione.
Evidentemente non sapeva nulla. Era solo un'abitudine, e nello
stesso tono di calma derisione replic con un semplice oh!.
Il giovane tuttavia si senti minacciato. Alla sua mente ripugnava
avvicinarsi al pericolo, e quindi tacque. Il significato attribuito alle
parole del soldato sarcastico gli fece andar via ogni voglia di farsi
sentire, poich ci voleva dire farsi notare. Divent
improvvisamente una persona modesta.
I soldati parlavano a voce bassa. Gli ufficiali erano impazienti e
irascibili, coi visi rannuvolati per tutti quei discorsi sulla cattiva
sorte. La truppa, filtrando attraverso la foresta, era di umore tetro. A
un certo punto nella compagnia del giovane echeggi una risata. Una
dozzina di soldati voltarono subito il viso verso il responsabile e
aggrottarono le ciglia, vagamente corrucciati.
Il rumore degli spari seguiva i loro passi. A tratti pareva allontanarsi
un poco, ma poi ritornava sempre con accresciuta arroganza. Gli
uomini brontolavano e imprecavano, gettando torvi sguardi nella sua
direzione.
In uno spazio sgombro le truppe ricevettero finalmente l'ordine di
fare alt. Reggimenti e brigate, spezzettati e separati dall'incontro con
la boscaglia, si ricostituirono, e le linee fronteggiarono il latrato
inseguitore della fanteria nemica.
Quel rumore, incalzante come l'urlo di avidi cani metallici, crebbe a
esplosione gioiosa, e poi, mentre il sole saliva sereno per il cielo
gettando raggi di luce entro le selve oscure, si dilat a scroscio
prolungato. I boschi cominciarono a crepitare come se avessero
preso fuoco.
Per la miseria, disse un soldato, ci siamo! Tutti a combattere.
Sangue e distruzione.
Ci avrei scommesso che attaccavano non appena il sole fosse
abbastanza alto, afferm esasperato il tenente che comandava la
compagnia del giovane. Si tir senza piet i baffetti. Andava con
cupa dignit a grandi passi su e gi dietro i suoi uomini, sdraiati
dietro qualsiasi riparo fossero riusciti a mettere insieme.
Una batteria era accorsa a prender posizione alle loro spalle, e
bombardava con ponderazione la lontananza. Il reggimento, sino
allora non molestato, aspettava il momento in cui le grigie ombre dei
boschi di fronte sarebbero state sferzate da strisce di fuoco. I fanti
facevano un gran brontolare e imprecare.
Dio buono, si lagn il giovane, siamo sempre rincorsi di qua e di
l come topi! Mi vien la nausea. Dove andiamo o perch nessuno
sembra saperlo. Ci sbattono da un posto all'altro, e le prendiamo qui
e le prendiamo l, e nessuno sa a che scopo. Uno finisce per sentirsi
come un gatto chiuso in un sacco. Ora, comunque, mi piacerebbe
sapere perch diavolo ci hanno fatto marciare dentro questi boschi,
se non per permettere ai ribelli di fare il tiro a segno su di noi. Siamo
venuti qui in mezzo, a impigliarci le gambe in quei maledetti rovi, e
poi quando ci mettiamo a combattere, i ribelli se la cavano senza
danni. Non dirmi che solo questione di fortuna! Io la so pi lunga.
quel maledetto vecchio... .
L'amico sembrava sfinito, ma interruppe il compagno con una voce
in cui risuonava una tranquilla fiducia. Alla fine tutto andr a
posto, disse.
S, a posto un corno! Tu parli sempre come un parroco
rompiscatole. Ma non dirlo a me. Io la so...
A questo punto ci fu un intervento del tenente dall'animo esasperato,
che si senti costretto a sfogare un po'del suo intimo malcontento sui
suoi uomini. Ragazzi, ora fatela finita! Non c' nessun bisogno che
sprechiate il fiato in discussioni senza capo n coda su questo, su
quello e su quell'altro. Finora avete cianciato come un branco di
vecchie galline. Voi dovete solo combattere, e fra circa dieci minuti
ce ne avrete in abbondanza. Meno discorrere e pi combattere quel
che ci vuole per voi. Non ho mai visto tanti somari ciancianti.
Fece una pausa, pronto ad avventarsi su chiunque avesse la
temerariet di replicare. Siccome nessuno profer parola, riprese il
suo dignitoso passeggio.
In questa guerra, comunque, c' troppe chiacchiere e troppo poco
combattere, disse ai soldati, voltando la testa per l'osservazione
finale.
Il giorno si era fatto pi chiaro, finch il sole sparse sulla foresta
gremita il suo pieno fulgore. Verso quel tratto di linea dove si
trovava il reggimento del giovane arriv impetuosa una raffica di
battaglia. Il fronte si spost di un'inezia per riceverla frontalmente.
Ci fu un'attesa. In quel settore del campo trascorsero lentamente gli
intensi momenti che precedono la tempesta.
Una fucilata solitaria lampeggi in un boschetto davanti al
reggimento. In un istante la seguirono molte altre. Fu un canto
poderoso di scoppi e scrosci che pass travolgente per i boschi.
Dietro, i cannoni, svegliati e irritati da granate lanciate contro di loro
come lappole, si impegnarono repentinamente in un tremendo
alterco con un'altra banda di cannoni. Il ruggito della battaglia si
stabilizz in un rombo tuonante, che era un'unica lunga esplosione.
V'era nel reggimento una particolare specie di esitazione, rivelata
dalle pose degli uomini. Erano disfatti, esausti, avendo dormito poco
e faticato molto. In attesa dell'urto, roteavano gli occhi verso la
battaglia che avanzava. Alcuni si ritraevano, si facevano piccoli, ma
restavano al loro posto come uomini legati a pali.

XVII
Quell'avanzata del nemico era sembrata al giovane una specie di
caccia spietata. Egli cominci a smaniare per la rabbia e
l'esasperazione. Batt un piede in terra, e con odio aggrott le ciglia
verso il fumo turbinante che si avvicinava come uno spettrale
diluvio. Vi era qualcosa di esasperante in quell'evidente decisione
del nemico di non dargli pace, di non dargli il tempo di sedersi e
meditare. Ieri aveva combattuto ed era fuggito rapidamente. Aveva
avuto molte avventure. Per oggi sentiva di essersi meritato la
possibilit di un riposo contemplativo. Gli sarebbe piaciuto molto
stare a descrivere ad ascoltatori non iniziati varie scene di cui era
stato testimonio, o discutere da competente le operazioni di guerra
con altri uomini esperti di essa. Era anche essenziale poter avere un
po' di tempo per il ricupero fisico. Era dolorante e intorpidito per ci
che aveva sperimentato. Aveva avuto la sua razione di sforzi, e ora
voleva riposare.
Invece quegli altri parevano non stancarsi mai; combattevano
sempre con la solita irruenza. Provava un odio selvaggio per quel
nemico implacabile. Ieri, quando s'era immaginato di averlo contro
di s, aveva odiato l'universo con tutti i suoi di, piccoli e grandi;
oggi odiava con lo stesso odio smisurato l'esercito nemico. Non
intendeva, si disse, essere molestato come un gattino inseguito dai
monelli. Non era bene spingere gli uomini all'esasperazione; in
momenti del genere tutti potevano sviluppare denti e artigli.
Si pieg per parlare all'orecchio dell'amico. Minacci i boschi con
un gesto. Se continuano a darci la caccia, perdio, faranno bene a
stare attenti... C' un limite alla sopportazione.
L'amico storse il capo e diede una calma risposta: Se continuano a
ricacciarci, ci manderanno tutti nel fiume.
A tale asserzione il giovane lasci andare un grido selvaggio. Si
rannicchi dietro un arbusto, con gli occhi ardenti d'odio e i denti
digrignanti in un ringhio da cane randagio. Intorno alla testa aveva
ancora la rozza fasciatura, e su di essa, in corrispondenza della ferita,
c'era una macchia di sangue secco. I capelli erano pittorescamente
arruffati, e alcuni sparsi riccioli ribelli ricadevano sopra la tela della
fasciatura, verso la fronte. La giubba e la camicia, aperte sulla gola,
lasciavano scoperto il giovane collo abbronzato. Si vedeva la gola
deglutire spasmodicamente.
Le dita si attorcevano nervose intorno al fucile. Avrebbe voluto che
esso fosse un ordigno dalla potenza annientatrice. Senti che lui e i
suoi compagni venivano insultati e derisi per la sincera convinzione
che erano poveri e piccini. Il sapere di non poter vendicarsi di ci
trasform la sua rabbia in uno spettro cupo e violento che si
impossess di lui, facendogli sognare crudelt abominevoli. I
tormentatori erano mosche che gli succhiavano con insolenza il
sangue; pens che avrebbe dato la vita per una rivincita, per vedere
quei volti in condizioni pietose.
I venti della battaglia avevano imperversato tutto intorno al
reggimento, finch una fucilata, subito seguita da altre, lampeggi
sul fronte opposto. Un momento dopo il reggimento fece
rimbombare la sua risposta, repentina e animosa. Lentamente cal
una densa parete di fumo. La fendevano e la sferzavano furibonde le
coltellate di fuoco che uscivano dai fucili.
Per il giovane i combattenti somigliavano ad animali gettati in un
pozzo buio per una lotta mortale. Ebbe la sensazione che lui e i suoi
compagni, allo stremo, stessero respingendo senza posa violenti
assalti di esseri viscidi. I loro bagliori cremisi parevano non far presa
sui corpi dei nemici; questi ultimi sembravano evitarli agevolmente,
e muoversi di qua, di l, in mezzo ad essi, con abilit incontrastata.
Quando, come in sogno, gli venne in mente che il suo fucile era un
bastone impotente, il giovane perdette il senso di tutto, tranne l'odio,
la voglia di ridurre a poltiglia lo scintillante sorriso di vittoria che
sentiva sul volto dei nemici.
La linea blu inghiottita dal fumo si increspava e si contorceva come
un serpe calpestato. Dibatteva le sue estremit avanti e indietro in un
parossismo di paura e di rabbia.
Il giovane non si rendeva conto di essere ritto in piedi.
Non conosceva la pendenza del terreno e, infatti, una volta perdette
persino l'equilibrio e cadde pesantemente. Si rialz subito. Un
pensiero attravers allora il caos del suo cervello. Si domand se era
caduto perch colpito. Ma il sospetto si dilegu subito. Non ci pens
pi.
Aveva preso posizione in prima fila dietro l'arbusto, con la risoluta
decisione di mantenerla contro il mondo intero. Non aveva giudicato
possibile che il suo esercito avesse fortuna quel giorno, e proprio per
questo sentiva la capacit di combattere pi strenuamente. Ma la
turba si era levata da ogni parte, come un'onda, finch egli perse
l'orientamento e il senso della posizione. Sapeva solo dove si trovava
il nemico.
Le fiamme lo mordevano, il fumo caldo gli arrostiva la pelle. La
canna del suo fucile si scald a tal segno che, in condizioni normali,
non sarebbe stato capace di tenerla in mano; invece continu a
infilarvi cartucce e a ficcarle gi con la bacchetta che flettendosi
dava un suono metallico. Se mirava attraverso il fumo a qualche
forma mutevole, premeva il grilletto con un grugnito feroce, come se
stesse assestando un pugno con tutta la sua forza.
Quando il nemico parve ripiegare davanti a lui e ai suoi compagni,
subito si lanci avanti, come un cane che, vedendo restare indietro i
suoi nemici, si volta e insiste perch lo inseguano. E quando fu
costretto a ritirarsi di nuovo, lo fece con lentezza, cupo in volto,
muovendo i passi con sdegnata disperazione.
A un certo punto, nel suo odio accanito, rimase quasi solo, e sparava
ancora quando tutti quelli che gli erario vicini avevano smesso. Era
cos assorto nella sua occupazione, che non si era accorto di una
pausa.
Fu richiamato alla realt da una risata rauca e da una frase che
giunse alle sue orecchie pronunciata in un tono di disprezzo misto a
stupore: Scemo della malora, non sei capace di smetterla quando
non c' pi niente contro cui sparare? Dio buono!
Allora si gir e, restando col fucile in semi-posizione, guard la linea
blu dei compagni. Durante quel momento di tregua parevano tutti
impegnati a fissarlo attoniti. Erano diventati spettatori. Voltandosi di
nuovo verso il fronte, sotto il fumo che si era alzato, il giovane vide
un terreno deserto.
Per il momento apparve disorientato. Poi sulla vitrea vacuit dei suoi
occhi brill una punta adamantina d'intelligenza. Oh, disse,
comprendendo.
Torn fra i suoi compagni e si gett per terra, abbandonandosi come
un uomo che sia stato percosso. Gli pareva di avere la carne in
fiamme, nelle orecchie continuavano i rumori della battaglia. Cerc
a tastoni la borraccia.
Il tenente esultava. Sembrava inebriato dal combattimento. Al
giovane grid: Per tutti i cieli, se avessi diecimila gatti selvatici
come te, strapperei le budella a questa guerra in meno d'una
settimana! E cos dicendo gonfi il petto in fuori con ampollosa
dignit.
Alcuni soldati borbottavano e guardavano il giovane quasi con
soggezione. Era evidente che mentre lui aveva continuato a caricare,
sparare, imprecare senza la debita intermissione, essi avevano avuto
tutto il tempo per osservarlo. E ora lo consideravano un demonio
della guerra.
L'amico gli si avvicin esitando. Nella sua voce c'erano terrore e
sgomento. Ti senti bene, Fleming? Ti senti bene davvero? Non
che hai qualcosa, Henry?
No, spiccic il giovane con difficolt. Gli pareva di avere la gola
piena di escrescenze e nodosit.
Quegli incidenti lo fecero meditare. Gli rivelarono che era stato un
barbaro, una belva. Aveva combattuto come un pagano che difende
la sua religione. Considerando le cose, vide che era bello, eccitante,
e, in certo modo, facile. Senza dubbio, egli era stato una figura
straordinaria. Nella lotta aveva superato ostacoli da lui prima
considerati montagne. Erano caduti come cime di carta, e adesso egli
era ci che chiamava un eroe. E non si era reso conto del processo.
Aveva dormito e al risveglio si era trovato cavaliere.
Giaceva, crogiolandosi nelle occhiate occasionali dei compagni. Il
grado di nerezza delle loro facce variava secondo la quantit di
polvere sparata: alcune erano completamente affumicate. Gli uomini
puzzavano di sudore, il loro respiro usciva a fatica e ansante. E da
quelle sudice distese lo scrutavano intenti.
Un capolavoro! Un capolavoro! grid come in delirio il tenente.
Passeggiava su e gi, irrequieto, impaziente. Talvolta la sua voce
echeggiava in una feroce, incomprensibile risata.
Quando gli veniva un'idea particolarmente profonda sull'arte della
guerra, si rivolgeva sempre istintivamente al giovane. Fra i soldati si
sparse un po' di sinistra esultanza.
Per tutti i fulmini, scommetto che quest'esercito non vedr mai un
altro reggimento di reclute come il nostro! Ci puoi scommettere:
Un cane, un noce e una donna, pi li batti, e meglio fanno! Lo
stesso per noi. Hanno perduto un mucchio di uomini, loro. Una
vecchia che venisse a spazzare i boschi, ci riempirebbe una
pattumiera. S, e se torna fra un'oretta, ne raccoglie un altro
mucchio. La foresta portava ancora il suo fardello di rumori. Da
lontano, sotto gli alberi, arrivava il crepitio
tambureggiante della fucileria. Ogni macchia lontana sembrava uno
strano porcospino con aculei di fiamma. Una nuvola di fumo scuro,
come da rovine sotto le quali cova il fuoco, saliva verso il sole ora
splendente e gaio nel cielo azzurro, di smalto.

XVIII
La linea sfilacciata ebbe respiro per qualche minuto, ma durante
quella pausa si intensific la battaglia nella foresta finch gli alberi
parvero fremere per le scariche, e il suolo tremare sotto l'impeto dei
soldati. Le voci dei cannoni si mescolavano in una lunga
interminabile contesa. Sembrava difficile vivere in un'atmosfera
simile. I petti degli uomini anelavano a un po' di frescura, le loro
gole imploravano acqua.
Uno che aveva avuto il corpo trapassato, lev un grido di disperato
lamento quando sopravvenne quella calma. Forse aveva invocato
aiuto anche durante la battaglia, ma allora nessuno lo aveva udito.
Ora invece i soldati si voltarono ai pietosi gemiti del compagno steso
al suolo.
Chi ? Chi ? Jimmie Rogers. Jimmie Rogers. Non appena i
loro sguardi lo scorsero, tutti si fermarono di colpo, come se
temessero di avvicinarsi. Il ferito si dibatteva nell'erba, torcendo in
molte strane pose il corpo percorso da brividi. Gettava alte grida.
Quell'istante di esitazione parve riempirlo di un tremendo, immenso
disprezzo, e lui li maledisse con stridule frasi.
L'amico del giovane si era fatto un'illusione topografica circa un
ruscello e ottenne il permesso di andare in cerca d'acqua. Subito
piovvero su di lui borracce. Riempi anche la mia, eh? Portane un
po' anche a me. E anche a me. Part carico. Il giovane
accompagn l'amico, sentendo una gran voglia di gettare nel ruscello
il corpo accaldato e, stando a mollo, bere a volont.
Fecero una concitata ricerca del presunto corso d'acqua, ma non lo
trovarono. Qui d'acqua non ce n', disse il giovane. Si voltarono
senza indugio e presero a tornare sui loro passi.
Guardando di nuovo verso il luogo del combattimento da dove si
trovavano, poterono naturalmente capire molto di pi della battaglia
che non quando la loro visuale era offuscata dal fumo turbinante del
fronte. Videro distese scure che serpeggiavano per la campagna; in
una radura vi era una fila di cannoni che producevano nuvole grigie,
riempite da ampi baleni di fiamme arancione. Dal fogliame spuntava
il tetto d'una casa. Una finestra che ardeva di un intenso rosso
sangue brillava nitida tra le foglie. Dall'edificio saliva perdendosi nel
cielo un'alta torre pendente di fumo.
Scorrendo con lo sguardo le schiere dei loro, videro masse confuse
assumere poco a poco forma regolare. Il sole traeva barbargli
dall'acciaio lucente. In secondo piano si intravvedeva una strada
lontana che descriveva una curva sopra un declivio. Era piena di
fanteria in ritirata. Da tutta l'intricata foresta saliva il fumo e il
fragore della battaglia. Nell'aria echeggiavano sempre squilli di
tromba.
Vicino a dove si erano fermati, giostravano e fischiettavano le
granate. Di tanto in tanto ronzavano nell'aria pallottole che
affondavano nei tronchi d'albero. Feriti e sbandati se la battevano
attraverso i boschi.
Guardando gi per una navata della macchia, il giovane e il suo
compagno videro un generale bisbetico e il suo stato maggiore che
per poco non passavano sopra un ferito che si trascinava carponi. Il
generale tir energicamente il morso nella bocca aperta e schiumante
del suo destriero, e lo guid con abilit di esperto cavaliere
schivando il ferito. Questi sgattaiol con frenetica ed angosciata
celerit. Quando raggiunse un posto sicuro, dovettero mancargli le
forze: gli venne improvvisamente meno un braccio ed egli cadde,
scivolando sul dorso. Rimase disteso, e respirava lieve.
Un momento dopo, la piccola, scricchiolante cavalcata era proprio di
fronte ai due soldati. Un altro ufficiale, che cavalcava con la
sprezzatura del cowboy, arriv di galoppo e ferm il cavallo di
fronte al generale. Inosservati, i due soldati di fanteria fecero finta di
proseguire, ma si indugiarono nei pressi per ascoltare di nascosto la
conversazione. Forse, pensarono, sarebbero state dette cose segrete,
di grande importanza storica.
Il generale, che i due giovani conoscevano come il comandante della
loro divisione, guard l'altro ufficiale e parl freddamente, come se
stesse criticando la sua uniforme. Laggi, disse il nemico si
prepara per un altro assalto.
Sar diretto contro Whiterside, e temo che sfonderanno se non ce la
mettiamo tutta per fermarli.
L'altro imprec al suo cavallo recalcitrante, poi si schiar la gola.
Fece un gesto verso il berretto. Coster tremendamente caro
fermarli, disse conciso.
Lo ritengo anch'io, osserv il generale. Poi si mise a parlare
rapidamente in tono pi basso. Illustrava spesso le sue parole
indicando col dito. I due fanti non riuscirono a udire nulla, finch da
ultimo il generale non domand: Di quali truppe pu fare a meno?
L'ufficiale che cavalcava come un cowboy riflett per un momento.
Be', disse, ho dovuto far entrare il 12 in aiuto del 76, e in realt
non ho altro. Ma c' il 304. Combattono come una banda di
mulattieri. Di quelli posso fare a meno meglio che di qualsiasi altro.
Il giovane e il suo amico si scambiarono sguardi attoniti.
Il generale parl chiaro: Li tenga pronti, allora. Io da qui osserver
gli sviluppi e le far sapere quando dovr impiegarli. Sar fra cinque
minuti.
Mentre l'altro ufficiale portava le dita al berretto e, fatto girare il
cavallo, partiva di galoppo, il generale gli grid con voce pacata:
Non credo che molti dei suoi mulattieri torneranno indietro.
L'altro grid qualcosa in risposta, e il generale sorrise. Con facce
spaventate il giovane e il suo compagno tornarono di volata alla loro
linea. Questi avvenimenti avevano occupato un tempo
incredibilmente breve, eppure il giovane sent che essi lo
avevano fatto invecchiare. Aveva acquisito nuovi occhi. E la cosa
pi stupefacente era di apprendere a un tratto che egli era
assolutamente insignificante. L'ufficiale aveva parlato del
reggimento come se avesse in mente una scopa. Qualche parte dei
boschi aveva forse bisogno di essere spazzata, e quello si limitava a
indicare una scopa in un tono di naturale indifferenza per la sorte di
essa. Era la guerra, certo, per la cosa appariva strana.
Mentre i due si avvicinavano alla linea, il tenente li scorse e si
gonfi di collera. Fleming... Wilson... ma quanto vi ci vuole per
prendere dell'acqua... dove siete stati?
La sua eloquenza cess quando vide i loro occhi, grandi per
importanti notizie. Andiamo all'assalto... andiamo all'assalto!
grid l'amico del giovane, affrettandosi a dare l'annuncio.
All'assalto? ripet il tenente. All'assalto? Bene, perdio! Questo si
che combattere! Sul suo viso sporco apparve un sorriso da
spaccone: Un assalto? Bene, perdio!
Un gruppetto di soldati circond i due giovani. sicuro che tocca a
noi? Mi prendesse un colpo! All'assalto? Per che cosa? Contro chi?
Wilson, tu conti frottole!
Che possa morire, disse l'amico del giovane, intonando le sue
parole in chiave di irata protesta. sicuro, vi dico, come vero che
mi chiamo Wilson. E il giovane parl di rincalzo: Potessi perdere
la vista, non racconta storie. Li abbiamo sentiti discorrere.
A breve distanza da loro, notarono due figure a cavallo. Una era il
colonnello del reggimento; l'altra, l'ufficiale che aveva ricevuto
ordini dal comandante della divisione. Gesticolavano l'uno contro
l'altro. I soldati, additandoli, interpretarono la scena.
Solo un uomo ebbe un'ultima obiezione: Come avete fatto a sentirli
discorrere? Ma gli altri, in gran parte, assentivano, riconoscendo
che i due amici avevano detto la verit.
Si rimisero in posizioni comode, con l'aria di avere accettato la cosa.
E meditarono su di essa, con sui volti cento diverse espressioni. Era
una questione che assorbiva l'attenzione a pensarci su. Molti si
strinsero per bene le cinture e si tirarono su i calzoni.
Un momento dopo gli ufficiali cominciarono ad agitarsi fra i soldati,
spingendoli a formare una massa pi compatta, ad osservare un
migliore allineamento. Scacciarono gli sbandati e se la presero con
alcuni che col loro atteggiamento parevano mostrare di avere deciso
di rimanere in quel posto. Sembravano pastori assennati alle prese
con le pecore.
Ora il reggimento parve tirarsi su e dare un profondo respiro. Nessun
viso era specchio di grandi pensieri. I soldati erano tesi e curvi come
velocisti prima del segnale. Molte paia di occhi lucenti fissavano da
visi anneriti le cortine dei boschi pi profondi. Parevano impegnati
in sottili calcoli di tempo e di distanza.
Li circondavano i rumori della mostruosa disputa fra i due eserciti. Il
mondo era assorto in altre cose. Evidentemente, il reggimento
doveva sbrigarsela per conto suo.
Il giovane si volse per lanciare una rapida occhiata interrogativa
all'amico. Questi lo ricambi con uno sguardo analogo. Erano gli
unici a possedere una conoscenza segreta. Mulattieri... coster
tremendamente caro... non credo che torneranno in molti. Era un
segreto ironico. Eppure nessuno dei due scorse alcuna esitazione nel
volto dell'altro, e con la testa fecero un muto, rassegnato cenno di
assenso quando un irsuto soldato vicino a loro disse con voce
mansueta: Saremo ingoiati.

XIX
Il giovane fissava davanti a s la campagna, nel cui fogliame ora
parevano nascondersi orride potenze. Non ebbe coscienza del
meccanismo di ordini che dette il via all'assalto, sebbene con la coda
dell'occhio vedesse arrivare a galoppo, agitando il cappello, un
ufficiale che in sella pareva un ragazzino. Di colpo sent fra gli
uomini un tendersi, un palpitare. La linea si rivers lentamente in
avanti come un muro che crolla e, con una specie di rantolo che
voleva essere un evviva, il reggimento cominci il suo viaggio. Per
un momento il giovane fu sospinto e sballottato, ma appena si rese
conto del movimento, si gett subito avanti e prese a correre.
Concentr lo sguardo su un lontano e cospicuo gruppo d'alberi dove,
aveva concluso, bisognava affrontare il nemico, e corse verso di esso
come verso un traguardo. Aveva sempre creduto che si trattasse
semplicemente di liberarsi di una faccenda sgradevole il pi presto
possibile, e corse alla disperata, come se fosse inseguito per un
omicidio. Aveva la faccia dura e tesa nello sforzo, gli occhi fissi in
uno sguardo truce. E con la divisa sporca e in disordine, col volto
rosso, acceso, coronato dal sudicio cencio macchiato di sangue, con
il fucile che oscillava freneticamente, con l'equipaggiamento che gli
sbatteva addosso, era l'immagine di un soldato impazzito.
Quando dalla sua posizione il reggimento arriv su un tratto di
terreno scoperto, i boschi e le macchie di fronte si svegliarono.
Fiamme gialle guizzarono incontro a esso da pi parti. La foresta
sollevava una tremenda obiezione.
Per un attimo la linea ondeggi, pur mantenendo l'allineamento. Poi
l'ala destra si spinse avanti; a sua volta fu sorpassata dall'ala sinistra.
Quindi fu il centro a prendere di gran carriera la testa finch il
reggimento divent una massa a forma di cuneo; ma un istante dopo
l'opposizione dei cespugli, degli alberi, delle irregolarit del terreno
smembr il reparto sparpagliandolo in grumi separati.
Il giovane, agile e veloce, si trov senza accorgersene avanti agli
altri. I suoi occhi non perdevano di vista il gruppo d'alberi. In
prossimit di esso si udiva da ogni parte l'urlo tribale del nemico, di
l guizzavano le vampate brevi delle fucilate. Il canto delle pallottole
era nell'aria e le granate ringhiavano fra le cime degli alberi. Una
cadde proprio in mezzo a un gruppo che correva, ed esplose con
rosso furore. Per un attimo ci fu lo spettacolo di un uomo che, quasi
sopra di essa, portava le mani al viso per proteggersi gli occhi.
Altri soldati, trapassati dalle pallottole, caddero in grottesche agonie.
Il reggimento si lasciava dietro una traccia continua di corpi.
Erano passati in un'atmosfera pi limpida. Il nuovo apparire del
paesaggio ebbe l'effetto di una rivelazione. Distinsero alcuni uomini
che lavoravano febbrilmente a una batteria, e le linee della fanteria
nemica erano incorniciate da grigie pareti e frange di fumo.
Pareva al giovane di vedere ogni cosa. Ogni filo di erba verde era
nitido e distinto. Pens di riuscire a percepire ogni mutamento nel
sottile, diafano vapore che fluttuava in pigri strati. I tronchi bruni o
grigi degli alberi mostravano ogni ruvidezza delle loro superfici. E
gli uomini del reggimento, con gli occhi sbarrati, con le facce sudate,
che correvano all'impazzata o cadevano, come se fossero stati gettati
a capofitto, a formare bizzarri mucchi di cadaveri tutto abbracciava il
suo sguardo. La sua mente ricevette un'impressione meccanica ma
salda, cosicch pi tardi tutto gli rest illustrato e spiegato, salvo
perch lui si trovasse l.
Ma quel furioso assalto aveva prodotto una specie di frenesia.
Lanciandosi avanti come forsennati, gli uomini erano esplosi in
evviva tumultuosi e barbarici, intonati tuttavia in strane chiavi,
capaci di scuotere gli ottusi e gli stoici. Ci suscit un entusiasmo
pazzesco che, sembrava, non avrebbe potuto frenarsi nemmeno
davanti al granito e al metallo. Si manifest quel delirio che affronta
la disperazione e la morte senza tener conto di nulla, cieco alle
probabilit di successo. una temporanea ma sublime assenza di
egoismo. E poich era di tale specie, fu forse la causa per cui pi
tardi il giovane si domand quali motivi potesse aver avuto per
trovarsi col.
Presto l'andatura fiaccante consum le energie degli uomini. Come
per un accordo, quelli davanti cominciarono a rallentare. Le salve
dirette contro di loro avevano avuto un effetto come di raffiche di
vento. Il reggimento sbuffava e ansimava. In mezzo ad alcuni alberi
indifferenti prese a vacillare ed esitare. Con occhi intenti i soldati
cominciarono ad aspettare che qualcuna delle lontane cortine di
fumo si muovesse, schiudendo loro la scena. Esaurita gran parte
delle loro forze e del loro fiato, tornarono alla cautela. Erano
ridiventati uomini.
Il giovane aveva la vaga sensazione di avere corso per miglia e
pensava, in un certo senso, di trovarsi ora in una terra nuova e
sconosciuta.
Nel momento in cui il reggimento cess di avanzare, la fucileria che
fino allora aveva crepitato come per protesta divent un ruggito
continuo. Si diffusero lunghe e nette frange di fumo. Dalla cima di
una collinetta provenivano regolari eruzioni di fiamme gialle che
producevano nell'aria sibili inumani.
I soldati, ormai fermi, ebbero modo di vedere alcuni dei loro
compagni cadere gemendo o gridando. Alcuni giacquero fra i loro
piedi, immobili, o ancora lamentandosi. Per un istante gli uomini
rimasero coi fucili inerti fra le mani, a osservare il reggimento che si
assottigliava. Parevano stupefatti, intontiti. Quello spettacolo
sembrava paralizzarli, sopraffarli con un fascino fatale. Fissavano
stolidamente il paesaggio e, abbassando gli occhi, si guardavano l'un
l'altro in viso. Fu una strana pausa, e uno strano silenzio.
Poi, sopra i rumori della confusione circostante, si lev l'urlo del
tenente che a un tratto fece un passo avanti, i lineamenti infantili neri
di collera.
Avanti, idioti, mugg. Avanti! Non potete fermarvi qui. Dovete
avanzare. Disse anche altro, ma molto non si pot capire.
Si lanci rapido in avanti, con la testa rivolta verso i suoi uomini.
Avanti! gridava. Gli uomini lo fissavano con occhi inespressivi da
bifolco. Fu costretto a fermarsi e a tornare indietro. Ristette allora
volgendo le spalle al nemico e scagli sulle facce dei soldati
imprecazioni colossali. Tutto il suo corpo vibrava per il peso e la
forza di esse. Infilava bestemmie con la facilit con cui una fanciulla
infila perline.
L'amico del giovane si riscosse. Si slanci improvvisamente in
avanti e, lasciandosi cadere in ginocchio, spar un colpo rabbioso
contro i boschi ostinati. Quel gesto svegli gli uomini. Non si
accalcarono pi come pecore. Parvero ad un tratto ricordarsi delle
loro armi, e cominciarono subito a sparare. Pungolati dagli ufficiali,
presero ad avanzare. Come un carro impigliato nella mota o nella
calca, il reggimento si mosse sussultando con molte scosse e strappi.
I soldati ora si fermavano ogni pochi passi per sparare e ricaricare, e
in tal modo avanzavano lentamente da un gruppo d'alberi all'altro.
La resistenza a fuoco sul loro fronte crebbe col loro avanzare finch
parve che ogni progresso fosse impedito dalle sottili lingue
guizzanti, e a volte lontano sulla destra, si intravvedeva una
minacciosa manovra. Il fumo prodotto di recente formava nubi
confuse che rendevano difficile al reggimento procedere con
cognizioni di causa. Ogni volta che attraversava un ammasso di spire
il giovane si chiedeva che cosa avrebbe incontrato dall'altra parte.
Il reparto avanz penosamente fino a uno spazio aperto che si
stendeva fra loro e le linee rosseggianti. L gli uomini, accovacciati
e acquattati dietro alcuni alberi, si aggrapparono disperatamente
come se li minacciasse un'ondata. Apparivano stralunati, e come
sorpresi del furibondo tumulto che avevano suscitato. In quella
bufera c'era una ironica espressione della loro importanza. Anche le
facce mostravano che, in certo senso, essi non si sentivano
responsabili del fatto di trovarsi l. Era come se vi fossero stati
spinti. Era la congenita, animale, incapacit di ricordare nei momenti
supremi le cause che producono i vari caratteri accidentali. Tutta la
faccenda pareva incomprensibile a molti di loro.
Mentre cos sostavano, il tenente ricominci a sbraitare con accenti
profani. Noncurante delle vendicative minacce delle pallottole,
andava intorno distribuendo blandizie, rimproveri, maledizioni. Le
sue labbra, di solito modellate in una delicata curva infantile, ora
fremevano in empie contorsioni. Bestemmi ogni possibile divinit.
A un certo punto afferr il giovane per un braccio. Avanti,
testone! gli url. Via! Ci ammazzeranno tutti se restiamo qui.
Dobbiamo solo traversare quel pezzo di terra. E poi... Il resto della
sua idea svan in una azzurra nebbia di maledizioni.
Il giovane stese un braccio Traversare l? La sua bocca era
contratta nel dubbio e nello sgomento.
Sicuro, solo quel pezzo l! Qui non possiamo fermarci, url il
tenente. Sporse il viso verso il giovane, agit la mano bendata.
Avanti, via! Quindi lo abbranc come per un incontro di lotta. Fu
come se avesse in animo di trascinarlo all'assalto per un orecchio.
Il soldato senti una improvvisa, indicibile indignazione contro il suo
ufficiale. Diede uno strattone e si liber di lui. Venga avanti anche
lei, allora, grid, e nella sua voce c'era una sfida animosa.
Insieme percorsero rapidamente il fronte del reggimento, mentre
dietro a loro arrancava l'amico. Davanti alla bandiera i tre uomini si
misero a vociare. Avanti! avanti! Danzavano e giravano su se
stessi come selvaggi torturati.
Obbediente a quegli appelli, la bandiera pieg verso di loro la sua
forma scintillante. Per un momento gli uomini tentennarono indecisi;
poi, con un lungo grido di dolore, il consunto reggimento riflu in
avanti e inizi il suo nuovo viaggio.
La massa sgambettante si inoltr nel campo. Era una manciata di
uomini schizzata in faccia al nemico, e incontro ad essa guizzarono
all'istante le lingue gialle. Davanti ai soldati si addens una gran
quantit di fumo azzurro. Un frastuono possente rendeva inutili le
orecchie. Il giovane corse come un pazzo per raggiungere i boschi
prima che potesse scoprirlo una pallottola. Teneva la testa bassa
come un giocatore di foot-ball. Nell'impeto quasi gli si chiudevano
gli occhi, e lo scenario fu per lui un'apparizione sfocata. Agli angoli
della bocca gli vibrava della saliva.
Mentre si scagliava avanti, nacque dentro di lui un amore, una
tenerezza disperata per quella bandiera che aveva vicino. Era una
creazione di bellezza e di invulnerabilit. Era una dea radiosa, che
curvava la sua figura verso di lui con gesto imperativo. Era una
donna, rossa e bianca, che odiava e amava, che lo chiamava can la
voce delle sue speranze. Poich nessun male poteva esserle fatto,
egli le attribu potere. Le si tenne vicino, come se essa potesse
salvare vite umane, e dalla mente gli usci un grido implorante.
Nella folle corsa affannosa s'avvide a un tratto che il sergente
portabandiera rimaneva indietro, come se fosse stato colpito da una
randellata: barcoll, poi rest immobile, salvo un tremito alle
ginocchia.
Il giovane fece un balzo per afferrare l'asta. Nello stesso istante
l'amico l'afferr dall'altra parte. Cercarono di strapparla con energici
sforzi, ma il sergente portabandiera era morto, e il cadavere non
voleva abbandonare ci che aveva in custodia. Per un momento ci fu
un macabro scontro. Oscillando con la schiena piegata, il morto
pareva ostinatamente contendere, con mosse ridicole e orrende, il
possesso della bandiera.
Tutto si svolse in un attimo. Di forza strapparono al morto la
bandiera e, mentre si voltavano, il cadavere pencol in avanti con la
testa china. Un braccio rote in alto, e la mano adunca cadde con
pesante protesta sulla spalla incurante dell'amico.

XX
Quando si voltarono con la bandiera, i due giovani videro che gran
parte del reggimento si era sbriciolato e che il resto, demoralizzato,
stava indietreggiando. Essendosi scagliati a guisa di proiettili, gli
uomini avevano ormai consumato le loro forze. Si ritiravano
lentamente, volgendo ancora il viso verso i boschi crepitanti e ancora
rispondendo al fragore con fucili che scottavano. Parecchi ufficiali
impartivano ordini con voci strillanti.
Dove diavolo andate?, chiedeva il tenente con un urlo sarcastico.
E un ufficiale dalla barba rossa, la cui voce di basso profondo si
poteva udire distintamente, comandava: Sparategli addosso.
Sparategli addosso! Iddio maledica le loro anime! Ci fu un
bailamme di strilli, in cui i soldati ricevettero l'ordine di fare cose
contrastanti e impossibili.
Il giovane e il suo amico ebbero una piccola baruffa riguardo alla
bandiera. Dalla a me! No, lascia che la tenga io! Ognuno dei
due era soddisfatto che la custodisse l'altro, ma si sentiva obbligato a
protestare, offrendosi di portare il vessillo, la propria. disponibilit
ad affrontare ulteriori rischi. Il giovane spinse via l'amico con
rudezza.
Il reggimento ripieg verso gli alberi indifferenti. L si ferm un
momento per far fuoco su alcune figure scure che avevano
cominciato a muoversi furtive sulle sue tracce. Quindi riprese subito
la marcia, snodandosi fra i tronchi d'albero. Quando ebbe raggiunto
di nuovo il primo spazio aperto, l'unit decimata si trov sotto un
fuoco intenso e spietato. Parve che fosse circondata da torme di
nemici.
La maggior parte degli uomini, scoraggiati e con l'animo provato da
quello scompiglio, si muovevano come istupiditi. Accettavano la
pioggia di pallottole a testa china e stanca. Non serviva a nulla
battere contro i muri. Era inutile cozzare contro il granito. E da tale
coscienza, di aver tentato di vincere una cosa invincibile, nacque in
loro la sensazione di essere stati traditi. Guardavano torvi, a fronte
bassa ma con espressione minacciosa, alcuni ufficiali, in particolare
quello con la barba rossa e la voce di basso profondo.
Tuttavia, la retroguardia del reggimento aveva una frangia di uomini
i quali continuavano a sparare rabbiosamente contro l'avanzante
nemico. Parevano risoluti a dargli ogni possibile disturbo. Di quella
massa disordinata il giovane tenente era forse l'ultimo uomo.
Noncurante, volgeva la schiena al nemico. L'avevano colpito al
braccio, che pendeva dritto e rigido. Ogni tanto, dimenticandosi
della ferita, tentava di sottolineare un'imprecazione con un ampio
gesto. L'intensificarsi del dolore lo faceva bestemmiare con
incredibile energia.
Il giovane procedeva a passi incerti e furtivi, volgendo indietro vigili
sguardi. Aveva un cipiglio di mortificazione e di rabbia. Aveva
pensato di prendersi una bella rivincita sull'ufficiale che si era
riferito a lui e ai suoi compagni definendoli mulattieri. Ma vide che
la cosa era ormai inattuabile. I suoi sogni erano crollati quando i
mulattieri, assottigliandosi rapidamente, avevano vacillato ed esitato
nella piccola radura, per poi indietreggiare. E ora la ritirata dei
mulattieri era per lui una marcia infamante.
Dal viso annerito lo sguardo, appuntito come un pugnale, non si
staccava dal nemico, ma il suo odio pi grande si concentrava
sull'uomo che, senza conoscerlo, gli aveva dato del mulattiere.
Quando cap che lui e i suoi compagni non erano riusciti a far nulla
che, contribuendo al successo, potesse produrre nell'ufficiale le
piccole fitte di un qualche rimorso, il giovane si lasci possedere
dalla rabbia dei delusi. Quel gelido ufficiale in cima a un
monumento a distribuire epiteti con indifferenza, sarebbe stato
meglio morto, pens: tanto atroce trovava il fatto che non avrebbe
mai avuto il segreto diritto di ricambiare l'insulto.
Aveva immaginato una curiosa vendetta in lettere rosse: Siamo dei
mulattieri, vero?. E ora era costretto a gettarla via.
Riavvolse il cuore nel manto dell'orgoglio e tenne ritta la bandiera.
Arring i compagni, battendo sui loro petti con la mano libera. A
quelli che conosceva bene rivolse frenetici appelli, supplicandoli per
nome. Fra lui e il tenente, che distribuiva rampogne ed era prossimo
a uscir di senno per la rabbia, si stabil un'invisibile legame di
amicizia e uguaglianza. Si sostennero a vicenda con ogni genere di
rauche, urlanti proteste.
Ma il reggimento era una macchina sconquassata. I due uomini
blateravano a una cosa esanime. I soldati che avevano abbastanza
cuore per camminare lentamente erano di continuo scossi nella loro
risoluzione dal sapere che i compagni se la stavano svignando
velocemente verso le linee retrostanti. Era difficile pensare alla
reputazione quando altri pensava alla pelle. I feriti venivano
abbandonati gementi in quel nero viaggio.
Imperversavano sempre le frange di fumo e le fiamme. A un tratto,
scrutando attraverso un improvviso squarcio in una nube, il giovane
vide una bruna massa di truppe che si mescol e si ingrand finch
risultarono essere migliaia. Una bandiera dai colori violenti
lampeggi alla sua vista.
Immediatamente, quasi che il sollevarsi del fumo fosse stato
preordinato, le truppe appena svelate esplosero in uno stridulo urlo, e
cento fiamme sprizzarono verso la turba in ritirata. Le volute di una
grigia nube tornarono a interporsi quando il reggimento rispose
ostinato. Il giovane dovette fare di nuovo assegnamento sulle sue
maltrattate orecchie, che vibravano e ronzavano per l'impasto di urla
e di fucileria.
La strada pareva eterna. Nella nube di fumo gli uomini furono colti
dal panico al pensiero che il reggimento avesse perduto la via e
stesse procedendo in una direzione pericolosa. A un certo punto gli
uomini che erano in testa alla disordinata processione si voltarono e
arretrarono contro i loro compagni, gridando che si sparava addosso
a loro da punti che essi avevano ritenuto trovarsi verso le loro
proprie linee. A quel grido una paura, uno sgomento isterico, assal
le truppe. Un soldato che fino allora aveva avuto l'ambizione di
ridurre il reggimento a una piccola banda giudiziosa, che procedesse
calma attraverso difficolt che apparivano enormi, si accasci di
colpo e nascose il viso fra le braccia con l'aria di inchinarsi a una
condanna. Da un altro proruppe uno stridulo lamento, pieno di
blasfeme allusioni a un generale. Molti correvano di qua e di l,
cercando con gli occhi vie di scampo. Con serena regolarit, come se
rispettassero un programma, piovevano sugli uomini le pallottole.
Il giovane si port impassibile in mezzo alla calca e, stringendo con
entrambe le mani la bandiera, prese posizione come se si aspettasse
un tentativo di gettarlo a terra. Senza accorgersi assunse la posa del
portabandiera nella battaglia del giorno prima. Si pass sulla fronte
una mano che tremava. Il respiro gli usciva a fatica. Si senti
soffocare durante quella piccola attesa della crisi.
Gli si avvicin l'amico. Henry, credo che questo ... l'addio. Ma
sta' zitto, scemo! rispose il giovane, senza guardarlo. Gli ufficiali si
travagliarono come politicanti per costringere la massa a formare un
cerchio atto a fronteggiare
le minacce. Il terreno era ineguale e accidentato. Gli uomini si
raggomitolarono dentro le depressioni e si sistemarono
comodamente dietro qualsiasi cosa potesse sviare le pallottole.
Il giovane not con vaga sorpresa che il tenente, ritto sulle gambe
divaricate, se ne stava muto, tenendo la sciabola a guisa di bastone
da passeggio. Poich non imprecava pi, il giovane si chiese che
cosa fosse accaduto alle sue corde vocali.
Vi era qualcosa di curioso in quella piccola, intenta pausa del
tenente. Pareva un bambino che, dopo aver pianto a saziet, alza gli
occhi e fissa un giocattolo lontano. Era assorto in contemplazione, e
il tenero labbro inferiore tremolava per parole sussurrate tra s e s.
Un pigro fumo indifferente si attorceva lemme lemme. Gli uomini,
nascondendosi alle pallottole, aspettavano ansiosamente che esso si
levasse e rivelasse la situazione del reggimento.
Le file silenziose furono ad un tratto scosse dalla voce incalzante del
giovane tenente che url: Eccoli che vengono! Proprio su di noi,
per Dio!. Le sue successive parole si perdettero nel crudele fragore
che usc dai fucili degli uomini.
Gli occhi del giovane si erano istantaneamente rivolti nella direzione
indicata dal ridesto ed eccitato tenente, e avevano visto la nube
traditrice rivelare un reparto di soldati nemici. Erano cos vicini che
riusc a scorgerne i lineamenti. Ebbe una specie di rivelazione,
guardando quelle fisionomie. Not anche, con vago stupore, che le
loro uniformi facevano un'impressione piuttosto gaia, essendo di un
grigio chiaro, accentuato da mostrine di colore vivace. Inoltre,
sembravano nuove.
Quelle truppe dovevano aver avanzato cautamente, tenendo i fucili
pronti, ma erano state scoperte dal giovane tenente, e la scarica del
reggimento blu ne aveva interrotto il movimento. Dalla prima
occhiata fugace, si dedusse che non si erano accorti della vicinanza
dei loro nemici in divisa scura, oppure che avevano sbagliato
direzione. Quasi nello stesso istante il fumo prodotto dall'energica
reazione dei suoi compagni li sottrasse completamente alla vista del
giovane. Questi aguzz gli occhi per apprendere il risultato della
scarica, ma aveva davanti il fumo.
I due reparti si scambiarono colpi alla maniera di una coppia di
pugili. Le rapide scariche rabbiose andavano e venivano. Gli uomini
in divisa blu erano risoluti, nella loro situazione disperata, e
ghermirono la vendetta che sembrava a portata di mano: il loro fuoco
crebbe sonoro e animoso. Il loro fronte ricurvo era irto di lampi, e il
luogo risuonava dello strepito delle bacchette. Per un po' il giovane
continu ad abbassarsi e a spostarsi, finch riusc ad avere una
qualche insoddisfacente visione del nemico.
Parevano in forze e rispondevano prontamente. Sembravano
avanzare verso il reggimento blu, passo dopo passo. Si sedette mesto
per terra, con la bandiera fra le ginocchia.
Notando la disposizione aggressiva, lupesca, dei compagni, ebbe il
grato pensiero che se il nemico stava per inghiottirlo in un sol
boccone, come una scopa, il reggimento aveva almeno la
consolazione di andar gi con la saggina in avanti.
Ma i colpi dell'avversario cominciarono a indebolirsi. Meno
pallottole solcarono l'aria, e alla fine, quando gli uomini rallentarono
per sapere come stava andando, poterono vedere soltanto fumo scuro
fluttuante. Il reggimento rimase quieto e guardava intento. Fu allora
che per un qualche fortuito capriccio, la molesta foschia cominci a
ritrarsi in dense volute. Gli uomini videro un terreno sgombro di
combattenti. Sarebbe stata una scena vuota, senza la presenza di
alcuni cadaveri che giacevano sulle zolle erbose, contorti in forme
fantastiche.
Alla vista di quel quadro, molti dei soldati in blu balzarono da dietro
i loro ripari e fecero una goffa danza di gioia. I loro occhi ardevano,
e un rauco applauso di esultanza ruppe dalle labbra riarse.
Avevano cominciato a credere che gli eventi tentassero di provare
che essi nulla potevano. Quei piccoli scontri avevano evidentemente
cercato di dimostrare che essi non sapevano combattere bene. Ma
quando stavano per sottomettersi a tali opinioni, il piccolo duello
aveva rivelato loro che il confronto non era impossibile, e con ci
essi si erano presi la rivincita sui loro timori e sul nemico.
Riebbero l'impeto dell'entusiasmo. Girarono all'intorno sguardi di
fiero orgoglio, sentendo una nuova fiducia nelle armi spietate e
sempre sicure che impugnavano. E furono uomini.

XXI
Ora sapevano di non essere pi minacciati dai proiettili. Ancora una
volta tutte le vie sembravano aperte davanti a loro. A breve distanza
si vedevano le polverose linee blu dei loro amici. In lontananza vi
erano molti fragori, ma in tutta quella parte di campo regnava
un'improvvisa quiete.
Si resero conto di essere liberi. Il reparto decimato tir un profondo
respiro di sollievo e si radun in gruppo per completare il suo
viaggio.
Nell'ultimo tratto di marcia gli uomini cominciarono a rivelare strane
emozioni: si affrettavano con paura e nervosismo. Alcuni che nei
momenti peggiori erano stati arcigni e risoluti, ora non riuscivano a
nascondere un'ansia che li rendeva frenetici. Forse dipendeva dal
fatto che temevano di essere uccisi in modo banale dopo che era
passata l'ora per una decorosa morte militare. O forse pensavano che
sarebbe stato troppo ironico essere uccisi alle soglie della salvezza.
Si affrettavano, volgendo indietro sguardi turbati.
Mentre si avvicinavano alle loro linee, da uno sparuto e abbronzato
reggimento che riposava all'ombra degli alberi, part qualche
sarcasmo. Volarono al loro indirizzo domande come:
Dove diavolo siete stati? Perch tornate indietro? Perch non
siete rimasti l? Faceva caldo laggi, figliolo? Adesso andate a
casa, ragazzi? In beffarda parodia uno grid: Oh, mammina,
presto, vieni a vedere i soldati. Da parte del reggimento pesto e
contuso non ci furono repliche, tranne che un uomo fece ampi gesti
di sfida a
farla a pugni, e l'ufficiale dalla barba rossa and piuttosto vicino a un
alto capitano dell'altro reggimento, gettandogli in faccia un'occhiata
smargiassa e provocatoria. Ma il tenente richiam all'ordine l'uomo
che voleva farla a pugni, e il capitano alto, arrossendo per la piccola
spacconata del barbarossa, si mise a fissare intento ceni alberi.
La tenera carne del giovane fu punta dolorosamente da quei
commenti. Di sotto la fronte aggrottata guard con odio gli
schernitori. Medit su qualche vendetta. Tuttavia, molti del
reggimento tenevano la testa bassa a guisa di criminali. Accadde cos
che gli uomini si trascinassero con improvvisa pesantezza come se
portassero sulle curve spalle il feretro del loro onore. E il giovane
tenente, ripresosi, cominci a borbottare sommesso nere
imprecazioni.
Quando arrivarono alla loro vecchia posizione si voltarono per
guardare il terreno sul quale erano andati all'assalto.
In quella contemplazione il giovane fu preso da grande stupore.
Scopri che le distanze, confrontate con le brillanti misurazioni della
sua mente, erano ridicolmente insignificanti. Gli alberi
imperturbabili presso i quali erano accadute tante cose parevano
incredibilmente vicini. Anche il tempo, ora che ci rifletteva, vide che
era stato breve. Si meravigli della quantit di emozioni e di fatti che
si erano affollati in spazi cos piccoli. False idee ispirate dagli elfi
dovevano avere esagerato e ingrandito ogni cosa, si disse.
Allora gli parve che ci fosse un'amara giustizia nei discorsi degli
sparuti e abbronzati veterani. Cel uno sguardo di disprezzo per i
suoi compagni sparsi al suolo, soffocati dalla polvere, rossi per il
sudore, con gli occhi annebbiati e i capelli arruffati.
Tracannavano dalle borracce, ansiosi di spremere da esse ogni stilla
d'acqua; si pulivano i volti gonfi e gocciolanti con le maniche delle
giubbe e con ciuffi d'erba.
Il giovane, peraltro, prov una notevole gioia nel meditare sulle sue
gesta durante l'assalto. Prima aveva avuto ben poco tempo per
apprezzare se stesso, e cos ora trov molta soddisfazione nel
pensare con calma alle proprie azioni.
Richiam alla mente frammenti di colore che nel trambusto si erano
impressi a sua insaputa sui suoi sensi assorbiti da altro.
Mentre il reggimento boccheggiava ancora per i suoi sforzi
veementi, arriv galoppando lungo le linee l'ufficiale che li aveva
chiamati mulattieri. Aveva perduto il berretto. I capelli scarmigliati
ondeggiavano in disordine: aveva il viso scuro d'irritazione e di
collera. Il suo umore si manifest ancor pi chiaramente nel modo in
cui tratt il cavallo: tir, torse brutalmente le redini, facendo fermare
l'ansante animale con uno strappo violento vicino al colonnello del
reggimento. Immediatamente esplose in rimproveri che giunsero
inattesi alle orecchie dei soldati. Questi, come sempre curiosi delle
parole grosse tra ufficiali, si fecero subito attenti.
Accidenti, MacChesnay, che fiasco colossale ha fatto in questa
faccenda! cominci l'ufficiale. Cerc di abbassare la voce, ma la
sua indignazione era tale che alcuni degli uomini non poterono non
afferrare il senso delle parole. Che pasticcio tremendo ha
combinato! Dio buono, si fermato a una trentina di metri da un bel
successo! Se i suoi uomini fossero arrivati trenta metri pi in l,
avrebbe compiuto un grande assalto, ma cos come stanno le cose...
Certo, per, che mucchio di sterratori ha a disposizione!.
I soldati che ascoltavano col fiato sospeso, ora volsero i loro sguardi
incuriositi verso il colonnello. In quella faccenda avevano un
interesse monellesco. Videro il colonnello raddrizzare la persona e
stendere una mano in un gesto da oratore. Aveva un'aria offesa,
come un diacono accusato di furto. I soldati fremevano in un
trasporto di eccitazione.
Ma all'improvviso i modi del colonnello cambiarono da quelli di un
diacono a quelli di un francese. Si strinse nelle spalle. Be', generale,
siamo arrivati fin dove abbiamo potuto, disse calmo.
Fin dove avete potuto? Davvero, per Dio? sbuff il generale. Be',
non molto lontano, non le pare? soggiunse, piantandogli negli occhi
uno sguardo di freddo disprezzo. Non molto lontano, direi. Lei
doveva fare una manovra diversiva a vantaggio di Whiterside.
Quanto ci sia riuscito, ora possono dirglielo le sue stesse orecchie.
Gir il cavallo e si allontan rigido in sella.
Invitato a udire i discordanti rumori di uno scontro nei boschi sulla
sinistra, il colonnello proruppe in vaghe imprecazioni.
Il tenente, che aveva assistito al colloquio con un'aria di rabbia
impotente, sbott con tono fermo e impavido: A me non importa
quello che uno : se un generale o che cosa; ma se dice che laggi i
ragazzi non hanno combattuto bene, allora un maledetto cretino.
Tenente, cominci il colonnello con severit, questo un affare
mio. La incomoder... .
Il tenente fece un gesto d'obbedienza. Giustissimo, colonnello,
giustissimo, disse. E si sedette con l'aria di chi contento di s.
La notizia che il reggimento era stato biasimato percorse tutta la
linea. Per qualche tempo gli uomini ne rimasero sbalorditi. Per
mille fulmini! esclamarono, fissando la figura del generale che si
dileguava. Avevano l'idea che si trattasse di un grosso errore.
Ben presto, per, cominciarono a credere vero che i loro sforzi erano
stati definiti insignificanti. Il giovane pot vedere come tale
convinzione pesasse sull'intero reggimento finch gli uomini
assomigliarono a animali battuti e maledetti, e tuttavia non domi.
Al giovane si avvicin l'amico, con un'espressione di protesta negli
occhi. Chiss che diavolo vuole, disse. Pensa che siamo andati
laggi a giocare a palline! Non ho mai visto un uomo come quello!
Il giovane elabor una pacata filosofia per quei momenti
d'irritazione. Be', replic, probabilmente non ha veduto niente di
niente e s' arrabbiato come un cane, e ha concluso che siamo un
branco di pecore solo perch non abbiamo fatto quello che voleva
lui. un peccato che nonno Henderson sia stato ucciso ieri lui
avrebbe capito che abbiamo fatto del nostro meglio e che abbiamo
combattuto sodo. solo la nostra scarogna, ecco cos'.
Mi sa anche a me, rispose l'amico. Pareva profondamente offeso
da una ingiustizia. Mi sa anche a me che abbiamo avuto scarogna!
Non c' gusto a combattere per gente che, qualunque cosa tu faccia,
non gli va mai bene. La prossima volta ho intenzione di starmene
indietro e lasciare che tutto l'assalto se lo facciano loro, e che se ne
vadano al diavolo!
Il giovane parl al compagno in modo da calmarlo. Per tu ed io ci
siamo portati bene. Vorrei vedere il cretino che dice che noi due non
abbiamo fatto meglio che potevamo!
L'abbiamo fatto e come! dichiar l'amico con energia. E gli
romperei il muso a quel tale, anche se fosse grosso come una chiesa.
Ma in ogni modo noi due siamo a posto, perch ho sentito uno che
diceva che noi due siamo stati i migliori del reggimento, e c' stata
una gran discussione su questo. Difatti saltato su un altro a dire che
era una frottola: lui aveva visto tutto quel che succedeva, e noi non
ci aveva mai visto dal principio alla fine. Allora sono intervenuti
altri a dire che non era una frottola: noi due ci eravamo battuti come
demoni, e ci hanno fatto un sacco di complimenti. Ma ecco quel che
non posso soffrire: quei veterani, sempre a ridacchiare e a
sghignazzare, e poi quel generale matto.
Il giovane esclam con improvvisa esasperazione: un
rimbambito. Mi fa impazzire. Vorrei che la prossima volta ci venisse
anche lui. Gli faremmo vedere che cosa... .
Si interruppe perch erano arrivati in tutta fretta parecchi soldati, e
dalle loro facce si capiva che portavano grandi notizie.
Flem, dovevi proprio sentire! grid uno con passione. Sentire che
cosa? domand il giovane.
Dovevi proprio sentire! ripet quello, e si dispose a fare il suo
racconto. Gli altri, eccitati, formarono cerchio. Be', signori, il
colonnello incontra il vostro tenente proprio vicino a noi non ho mai
sentito una cosa simile e gli dice: Ehm! ehm! Signor Hasbrouck!
gli dice, a proposito, chi era quel ragazzo che portava la bandiera?
Che te ne pare, Fleming? Chi era quel ragazzo che portava la
bandiera? dice, e il tenente risponde subito: Fleming, un
ragazzo in gamba aggiunge. Che? Ti dico che andata cos. Un
ragazzo in gamba, sono le sue parole. Ti dico che ha detto proprio
cos. Se la sai raccontare meglio di me, allora va' avanti tu. Be',
allora sta' zitto. Il tenente dice: un ragazzo in gamba, e il
colonnello dice: Ehm! ehm! davvero un ottimo elemento, ehm! Ha
tenuto la bandiera davanti, sul fronte. L'ho visto. uno buono, dice
il colonnello. Pu starne certo, dice il tenente, lui e un altro di
nome Wilson sono stati alla testa dell'assalto, urlando per tutto il
tempo come indiani, dice. In testa all'assalto per tutto il tempo,
dice. Con uno di nome Wilson. Allora Wilson, ragazzo mio,
mettilo in una lettera e spediscilo a casa alla mamma, eh? Uno di
nome Wilson, dice. E il colonnello fa: Davvero, loro due? Ehm,
ehm! Perdiana! Alla testa del reggimento? , domanda, Sicuro,
risponde il tenente. Perdiana! dice il colonnello. E poi: Bene,
bene, quei due ragazzini, eh? . S, proprio loro, dice il tenente.
Bene, bene dice il colonnello, meritano di essere generali di
armata dice.Meritano di essere generali di armata.
Il giovane e il suo amico avevano detto: Si! Altro che!. Conti
storie, Thompson. Va all'inferno! Non ha mica detto cos?.
Balle! Che diavolo dici? Ma nonostante quel giovanile
schernirsi imbarazzati, sapevano che i loro volti arrossivano
intensamente con fremiti di piacere. Si scambiarono un'occhiata
furtiva di gioia e di congratulazione.
Dimenticarono rapidamente molte cose. Il passato non conteneva pi
immagini di errori e delusioni. Erano molto felici, e i loro cuori si
gonfiarono di riconoscente affetto per il colonnello e il giovane
tenente.


XXII
Quando i boschi ricominciarono a rovesciar fuori le scure masse del
nemico il giovane sent una serena fiducia in se stesso. Ebbe un
breve sorriso quando vide uomini scansarsi e curvarsi ai prolungati
miagolii delle granate lanciate a gigantesche manciate sopra le loro
teste. Rimase ritto e calmo, a osservare l'attacco iniziato contro una
parte della linea che faceva una curva blu lungo il fianco di una
collina adiacente. La sua visuale non era disturbata dal fumo dei
fucili dei compagni e quindi ebbe modo di vedere parti del duro
combattimento. Era un sollievo scoprire finalmente da dove
provenivano alcuni di quei rumori che avevano rimbombato nelle
sue orecchie.
Non molto lontano vide due reggimenti blu combattere una piccola
battaglia particolare contro altri due reggimenti. Ci avveniva in una
radura dall'aspetto appartato. Si accanivano come per una
scommessa, dando e ricevendo colpi tremendi. Le scariche erano
incredibilmente violente e rapide. Assorti com'erano, apparivano
dimentichi di tutti i pi ampi scopi della guerra, e si menavano colpi
come in un incontro di pugilato.
In un'altra direzione vide una magnifica brigata avanzare con la
manifesta intenzione di sloggiare il nemico da un bosco. Scomparve
alla sua vista e subito nel bosco ci fu un tumulto terrificante. Il
fragore era indicibile. Suscitato quel prodigioso bailamme, e
trovandolo evidentemente troppo prodigioso, dopo un po' la brigata
usc dal bosco marciando con sussiego, intatta la sua bella
formazione. Nei suoi movimenti non vi era traccia di fretta. Era
piena di baldanza e pareva puntasse un pollice orgoglioso verso il
bosco strepitante.
Su un declivio a sinistra una lunga fila di cannoni, arcigni e
furibondi, denunciava il nemico che, nella spietata monotonia degli
scontri, si preparava per un altro attacco gi nella boscaglia. Le
rombanti e rosse bordate dei cannoni producevano una vampa
cremisi e un fumo alto e denso. A tratti si intravvedevano gruppi di
artiglieri affaccendati. Dietro quella fila di cannoni c'era una casa,
tranquilla e bianca fra gli scoppi delle granate. Un gruppo di cavalli,
legati a un lungo steccato, dava frenetici strappi alle briglie. Uomini
correvano qua e l.
La battaglia particolare fra i quattro reggimenti dur per qualche
tempo. Volendo il caso che non ci fossero interferenze, essi
regolarono la contesa per conto loro. Si scambiarono colpi selvaggi e
poderosi per lo spazio di minuti, poi i reggimenti in divisa pi chiara
vacillarono e arretrarono, lasciando le linee in blu scuro a esultare. Il
giovane pot vedere le due bandiere che sussultavano di riso fra
scampoli di fumo.
Segu una quiete piena di significato. Le linee blu si spostarono,
modificando un tantino la disposizione, e con trepidazione fissarono
i boschi e i campi silenziosi che avevano davanti. Il silenzio era
solenne, come in chiesa: solo una batteria lontana, evidentemente
incapace di star zitta, mandava sul terreno un debole rombo di tuono.
Dava noia, come il rumore che fanno ragazzi senza soggezione. I
soldati pensavano che avrebbe impedito alle loro orecchie tese di
udire le prime parole della nuova battaglia.
Ad un tratto i cannoni sul declivio ruggirono un messaggio
d'avvertimento. Nei boschi era cominciato il crepitio. Con
sorprendente rapidit crebbe a fragore profondo che avvolse la terra
nei rumori. Gli scrosci e gli schianti si propagarono lungo le linee,
finch si svilupp un interminabile frastuono. Per quelli che ci si
trovavano nel mezzo divent un fracasso in scala con l'universo. Era
il ronzare e pulsare di un gigantesco meccanismo, complicazioni fra
costellazioni minori. Le orecchie del giovane ne erano piene, ed
incapaci di udire altro.
Su un pendio per il quale serpeggiava una strada egli vide feroci e
disperati assalti andare continuamente avanti e indietro in un
fluttuare tumultuante. Quelle parti degli opposti eserciti erano due
lunghe ondate che si lanciavano follemente l'una sull'altra in punti
stabiliti. Talora una delle parti annunciava con grida di tripudio colpi
decisivi, ma un
momento dopo era l'altra parte a prorompere in grida di tripudio. A
un certo punto il giovane vide uno spruzzo di figure chiare puntare
con balzi da levriero verso le ondeggianti linee blu. Ci fu un gran
clamore, e subito si ritirarono con una bella boccata di prigionieri.
Ancora, vide un'ondata blu cozzare con tale fragorosa forza contro
uno sbarramento grigio che parve spazzarlo dalla faccia della terra e
non lasciare altro che zolle calpestate. E sempre, nei loro rapidi e
micidiali spostamenti avanti e indietro, gli uomini gridavano e
urlavano come pazzi furiosi.
Particolari tratti di staccionata o posizioni sicure dietro file d'alberi
furono disputati come troni d'oro o lettiere di perle. Ad ogni istante
c'erano affondo disperati verso quei punti scelti, e la pi parte le
forze contendenti se li palleggiarono come leggeri giocattoli. Il
giovane non avrebbe saputo dire, guardando gli stendardi che
sventolavano di qua e di l come rossa schiuma, quale colore stesse
vincendo.
Quando giunse la sua ora, il suo sparuto reggimento balz avanti con
intatto ardore. Assaliti di nuovo dalle pallottole, gli uomini esplosero
in un grido barbarico di dolore e di rabbia. Piegavano le teste dietro
il cane rialzato dei loro fucili, mirando con odio concentrato. Le
bacchette tintinnavano forte mentre braccia impazienti ficcavano in
canna le cartucce. La fronte del reggimento era un muro di fumo
penetrato da punte lampeggianti di giallo e di rosso.
Voltolandosi nella battaglia, s'imbrattarono di nuovo in un tempo
incredibilmente breve. Per macchie e sudiciume, superarono ogni
loro precedente aspetto. Spostandosi avanti e indietro tesi nello
sforzo e brontolando nello stesso tempo, coi corpi ondeggianti, le
facce nere, gli occhi lucenti, somigliavano a strani, brutti diavoli
danzanti tristemente nel fumo.
Il tenente, tornando da un giro in cerca di una benda, produsse da un
segreto ricettacolo della sua mente nuove, portentose imprecazioni
adatte alla contingenza. Assest filze di invettive come frustate sulla
schiena dei suoi uomini, e risult chiaro che gli sforzi precedenti non
avevano per nulla intaccato le sue risorse.
Al giovane, ancora portabandiera, non pes la propria inattivit. Era
profondamente assorto come spettatore. Lo strepito e il tumulto del
gran dramma facevano si che egli si sporgesse in avanti, con gli
occhi intenti e il viso percorso da piccole contrazioni nervose. A
volte balbettava, le parole gli sfuggivano di bocca in esclamazioni
grottesche. Non sapeva di respirare, n che la bandiera pendeva
silenziosa sopra di lui, tanto era assorto.
Un formidabile schieramento nemico arriv a distanza pericolosa. Si
distinguevano chiaramente: erano uomini alti, magri, eccitati in
volto, che correvano a grandi passi verso una sinuosa staccionata.
Alla vista di quel pericolo gli uomini cessarono di colpo dal
monotono imprecare. Ci fu un attimo di teso silenzio prima che
impugnassero i fucili e sparassero contro i nemici una raffica nutrita.
Non erano stati dati ordini; gli uomini, riconosciuta la minaccia,
avevano lasciato immediatamente partire il loro stormo di pallottole
senza aspettare un comando.
Ma il nemico fu svelto a mettersi al riparo della linea zigzagante
della staccionata. I soldati scivolarono dietro di essa con notevole
celerit, e da quella posizione cominciarono a mietere gli avversari
in divisa blu.
Questi raccolsero le energie per una grande lotta. Spesso nei volti
scuri brillavano bianche fila di denti serrati. Molte teste apparivano e
sparivano, fluttuando sopra un pallido mare di fumo. Quelli dietro la
staccionata spesso gridavano e uggiolavano in tono di provocazione
e di scherno, ma il reggimento mantenne un silenzio ostinato. Forse,
a quel nuovo assalto, gli uomini ricordavano di essere stati chiamati
sterratori, e ci rendeva tanto pi amara la loro situazione. Col fiato
sospeso erano intenti a mantenere il terreno e a respingere l'esultante
reparto nemico. Combatterono con impeto, e i visi esprimevano una
selvaggia disperazione.
Il giovane aveva deciso di non muoversi, qualunque cosa accadesse.
Alcuni strali di disprezzo, sepolti nel suo cuore, avevano generato un
odio strano, ineffabile. Gli era chiaro che la sua finale, suprema,
vendetta sarebbe stata ottenuta dal suo corpo morto, steso sul campo,
squarciato e sanguinante. Sarebbe stata una pungente ritorsione
sull'ufficiale che aveva detto mulattieri, e poi sterratori: in tutti i
disperati sforzi della sua mente per cercare una entit responsabile
delle sue sofferenze e turbamenti egli finiva sempre sull'uomo che
gli aveva affibbiato epiteti tanto sbagliati. E aveva l'idea, vagamente
formulata, che il suo cadavere sarebbe stato per quegli occhi un
grande e amaro rimprovero.
Il reggimento sanguinava copiosamente. Fagotti cominciarono ad
abbattersi al suolo borbottando. Il sergente di giornata della
compagnia del giovane ebbe le guance trapassate da una pallottola.
Essendo stati lesi i legamenti, la mandibola gli pendeva sgangherata,
rivelando nell'ampia caverna della bocca un ammasso palpitante di
sangue e denti. Ci nonostante egli faceva tentativi per urlare. Nei
suoi sforzi vi era una tremenda seriet, come se pensasse che un urlo
possente lo avrebbe risanato.
Il giovane lo vide ritirarsi dalla prima linea. Le sue forze non
parevano in alcun modo menomate. Correva svelto, gettando
occhiate stravolte che imploravano aiuto.
Altri caddero ai piedi dei loro compagni. Alcuni feriti si
allontanarono strisciando, ma molti giacquero immobili, con i corpi
contorti in forme impossibili.
Una volta il giovane cerc con lo sguardo l'amico. Vide un giovane
impetuoso, imbrattato di polvere da sparo e scarmigliato, che capi
essere lui. Anche il tenente era sano e salvo nella sua posizione in
seconda linea. Aveva continuato a imprecare, ma ora aveva l'aria di
chi stesse consumando l'ultima scatola di bestemmie.
Il fuoco del reggimento aveva infatti cominciato a scemare e a
diradarsi. La voce gagliarda che era sorta inattesa dalle file
assottigliate, andava rapidamente indebolendosi.

XXIII
Lungo il retro della linea arriv correndo il colonnello. Lo seguivano
altri ufficiali: Dobbiamo caricarli!, urlavano. Dobbiamo
caricarli!, gridavano con voci risentite, come se a quel disegno si
aspettassero una ribellione da parte degli uomini.
Nell'udire quelle grida, il giovane si mise a studiare la distanza fra s
e il nemico. Fece confusi calcoli. Vide che per essere soldati forti
dovevano andare avanti. Sarebbe stata la morte fermarsi in quel
punto e, considerata la situazione, indietreggiare avrebbe
galvanizzato troppi altri. La loro speranza era di scacciare i fastidiosi
nemici dalla staccionata.
Si aspettava che i suoi compagni, stanchi e indolenziti, si sarebbe
dovuto trascinarli all'assalto; voltandosi verso di loro not invece,
con una certa sorpresa, che essi manifestavano un pronto e totale
assentimento. Ci fu un sinistro, tintinnante preludio all'assalto
quando le baionette furono inastate sulle canne dei fucili. Alle grida
di comando i soldati scattarono in avanti con ardente slancio. C'era
un nuovo, inatteso vigore nei movimenti del reggimento. A chi
conosceva il suo stato di profonda spossatezza, quella carica apparve
come un parossismo, la mostra di forza che precede la prostrazione
finale. Gli uomini sgambettarono con fretta febbrile, pazzesca,
correndo come per cogliere un repentino successo prima di essere
abbandonati dagli effetti di un fluido stimolante. Fu un assalto cieco
e disperato da parte di una accolita di uomini in polverose e lacere
divise blu, su un verde terreno erboso e sotto un cielo di zaffiro,
verso una staccionata che si delineava vagamente nel fumo e da
dietro la quale crepitavano le fitte fucilate dei nemici.
Il giovane tenne in prima fila la bandiera dai colori vivaci. Agitava il
braccio libero descrivendo cerchi impetuosi, e lanciava nel frattempo
folli richiami e appelli, stimolando quegli altri che non avevano
alcun bisogno di essere stimolati, poich pareva che la turba di
uomini in blu che si gettavano contro quel pericoloso nido di fucili
stesse di nuovo impazzendo in un delirio di abnegazione. Dai molti
spari che partivano verso di loro sembrava che sarebbero riusciti
soltanto a cospargere di cadaveri l'erba fra la loro posizione di
partenza e la staccionata. Ma erano in uno stato di frenesia, forse
perch dimentichi di ogni vanit, e diedero prova di una temerariet
sublime. Non ci furono dubbiosi interrogativi, n calcoli, n
diagrammi. Da nessuno evidentemente furono prese in
considerazione scappatoie. Sembrava che le rapide ali dei loro
desideri si sarebbero spezzate contro le ferree porte dell'impossibile.
Lo stesso giovane si sentiva lo spirito intrepido di un selvaggio,
fanatico di zelo religioso. Si sentiva capace di sacrifici grandissimi,
di una morte tremenda. Non ebbe tempo per notomizzarsi, ma cap
che pensava alle pallottole soltanto come a cose che potevano
impedirgli di raggiungere la meta del suo sforzo. Che tale fosse il
suo stato d'animo, gli dava segreti palpiti di gioia.
Tese tutte le forze. La sua vista era confusa, abbacinata per la
tensione del pensiero e dei muscoli. Non vedeva altro che la nebbia
di fumo incisa da piccole lame di fuoco, ma sapeva che in essa si
trovava la vecchia staccionata di un agricoltore fuggito, che
proteggeva i corpi rannicchiati degli uomini in divisa grigia.
Mentre correva, gli balen nella mente il pensiero del cozzo al
momento del contatto: si aspettava un tremendo urto quando le due
masse si sarebbero scontrate. Ci divent parte del suo selvaggio
furore guerriero. Sentiva intorno a s la spinta in avanti del
reggimento e immagin un colpo tonante, dirompente, che avrebbe
prostrato la resistenza e sparso costernazione e stupore per miglia. Il
reggimento volante avrebbe funzionato come una catapulta. Tale
sogno lo fece correre pi veloce in mezzo ai compagni, che davano
libero sfogo a rauchi e frenetici evviva.
Ma ora vide che molti degli uomini in divisa grigia non intendevano
aspettare il colpo. Il fumo, dipanandosi, rivel uomini che correvano,
con la faccia ancora rivolta verso di loro. Essi diventarono una turba
che si ritirava, resistendo tuttavia con ostinazione. Ogni tanto
qualcuno si girava per indirizzare una pallottola all'ondata blu.
Ma in un tratto della linea c'era un gruppo accanito e caparbio che
non si spostava. Si erano saldamente sistemati dietro sostegni e assi.
Un vessillo, arruffato e fiero, ondeggiava sopra le loro teste, e i loro
fucili strepitavano furibondi.
Il turbine degli uomini in blu arriv molto vicino, finch parve che ci
sarebbe stato davvero un terribile corpo a corpo. Nella resistenza di
quel gruppetto vi era un dichiarato disprezzo che cambi il
significato delle acclamazioni degli uomini in blu. Esse diventarono
urla di collera, dirette alle persone. Le grida delle due parti ora
suonavano come uno scambio di insulti feroci.
Quelli in blu mostravano i denti; i loro occhi brillavano
incandescenti. Parvero lanciarsi alla gola dei nemici che resistevano.
Lo spazio intermedio si ridusse a una distanza insignificante.
Il giovane aveva concentrato lo sguardo della sua anima sull'altra
bandiera. Il suo possesso sarebbe stato ragione di alto orgoglio.
Avrebbe portato a mischie sanguinose, colpi ravvicinati. Prov un
odio gigantesco per coloro che sollevavano grandi difficolt e
complicazioni. Essi la rendevano quasi un ambito tesoro mitologico,
sospeso fra compiti da adempiere e pericolosi congegni.
Si slanci verso di essa come un cavallo impazzito. Aveva deciso
che non sarebbe sfuggita se ad afferrarla fossero valsi colpi selvaggi
e audacia di colpi. Il suo emblema, palpitando come fiamma, volava
verso l'altro. Pareva che fra poco ci sarebbe stato un duello di strani
becchi e artigli, come fra aquile.
La turbinante massa di soldati in blu si ferm di colpo a poca,
micidiale, distanza e scaric una rapida raffica. Il gruppo in grigio fu
spaccato e rotto da quel fuoco, ma il suo corpo crivellato combatteva
ancora. Gli uomini in blu urlarono di nuovo e gli si avventarono
contro.
Tra un balzo e l'altro, il giovane vide, come attraverso una nebbia,
quattro o cinque uomini stesi al suolo o che si contorcevano sulle
ginocchia, a testa china, come se fossero stati colpiti da folgori del
cielo. Barcollava fra loro il
portabandiera rivale, che il giovane vide mortalmente morso dalle
pallottole dell'ultima formidabile scarica. Si rese conto che
quell'uomo combatteva la sua ultima battaglia, la battaglia di uno le
cui gambe sono afferrate da demoni. Era una lotta orrenda. Sul volto
aveva impresso il pallore della morte, ma anche le linee scure e dure
di una risoluzione disperata. Con quel terribile ghigno di
determinazione stringeva a s la preziosa bandiera, incespicando e
barcollando nel proposito di percorrere il cammino che l'avrebbe
portata al sicuro.
Ma a causa delle ferite pareva che i suoi piedi fossero ritardati,
trattenuti, e che egli combattesse una macabra battaglia, come con
invisibili ghoul
1
voracemente incollati alle sue membra. Quelli che
erano in testa fra gli accorrenti uomini in blu, balzarono verso la
staccionata con urla di evviva. Quando gett indietro un'occhiata, nei
suoi occhi era la disperazione di chi si sente perduto.
L'amico del giovane pass l'ostacolo a capofitto, e si avvent sulla
bandiera come una pantera sulla preda. La trasse a s e,
svincolandola, innalz il suo rosso fulgore con un folle grido di
esultanza, mentre il portabandiera, rantolando, sussult in uno
spasimo finale e, irrigidendosi convulsamente, volto al suolo il viso
spento. C'era molto sangue sui fili d'erba.

1
Il ghoul (anche ghul o gula in italiano) un tipo di mostro delle credenze islamiche e
del suo folclore.
Sul luogo della vittoria cominciarono a levarsi pi sfrenati clamori di
tripudio. Nell'entusiasmo gli uomini gesticolavano e
rumoreggiavano. Parlando, era come se considerassero lontano un
miglio chi 1i ascoltava. Lanciavano alti in aria i cappelli e i berretti
di cui erano ancora in possesso.
In un tratto della linea erano stati catturati di sorpresa quattro
uomini, che ora sedevano prigionieri. Intorno a loro formavano un
cerchio impaziente e incuriosito alcuni soldati in divisa blu. Erano
stati presi in trappola strani uccelli, ed ora venivano sottoposti a
esame. Nell'aria turbinavano rapide domande.
Uno dei prigionieri si curava una scalfittura a un piede. Se la
coccolava come un bambino, ma spesso alzava gli occhi da essa per
imprecare con stupefacente totale abbandono, proprio sotto il naso di
coloro che l'avevano catturato. Li consegn alle regioni infernali;
invoc su di loro l'ira pestifera di strane divinit. E cos facendo,
ignorava
bellamente i lati migliori del comportamento dei prigionieri di
guerra. Era come se un maldestro zoticone gli avesse camminato sul
dito di un piede, e lui ritenesse suo privilegio, suo dovere, usare
imprecazioni cupe e risentite.
Un altro, un soldato avanti con gli anni, prendeva la sua cattiva sorte
con grande calma e apparente buon umore. Conversava con gli
uomini in blu, studiandone le facce con occhi vivaci e penetranti.
Parlarono di battaglie e di situazioni. Tutti i volti esprimevano un
vivo interesse durante quello scambio di punti di vista. Pareva una
gran soddisfazione udire voci di l dove tutto era stato oscurit e
congettura. Il terzo prigioniero sedeva con aria imbronciata,
mantenendo un atteggiamento stoico e freddo. A ogni approccio
rispondeva invariabilmente: Ah, va' all'inferno!
L'ultimo dei quattro non apr bocca, e per lo pi tenne il viso rivolto
in modo da non essere molestato. Dall'impressione che se ne fece il
giovane, pareva in uno stato di completo abbattimento. Era in preda
alla vergogna, e al profondo rammarico di non essere forse pi
contato nelle file dei compagni. Il giovane non riusc a scoprire
alcuna espressione che lo autorizzasse a credere che l'altro stesse
pensando al suo futuro di recluso, magari a quelle immagini di
prigioni sotterranee, d'inedia e di brutalit, di cui suscettibile la
fantasia. Tutto ci che si vedeva era vergogna per la cattura e
rimpianto per aver perso il diritto a opporsi.
Dopo aver fatto festa a sufficienza, gli uomini si sistemarono dietro
la vecchia staccionata, dalla parte opposta a quella da dove avevano
scacciato i nemici. Alcuni spararono distrattamente a bersagli
lontani.
C'era un po' d'erba alta. Il giovane vi si accoccol a riposare,
lasciando che a reggere la bandiera fosse un conveniente asse dello
steccato. Venne da lui l'amico, esultante e acclamato, impugnando
con vanit il suo tesoro. Sedettero fianco a fianco, congratulandosi a
vicenda.

XXIV
I rombi che si erano diffusi in lunga linea di suono per tutta la
distesa della foresta cominciarono a farsi intermittenti e pi deboli.
Gli stentorei discorsi dell'artiglieria continuarono in qualche scontro
lontano, ma il crepitio della fucileria era quasi cessato. Il giovane e il
suo amico levarono a un tratto lo sguardo, provando un velato senso
di angoscia allo spegnersi di quei rumori che erano diventati parte
della loro vita. Videro che fra le truppe stavano avvenendo degli
spostamenti. Alcuni reparti marciavano in un senso, altri nell'altro.
Una batteria fece senza fretta una conversione. In cima a una
collinetta vi era il folto luccichio di molti fucili che lasciavano quel
punto.
Il giovane si alz. E adesso?, disse. Dal tono pareva pronto a
prendersela per qualche nuova mostruosit in fatto di fragori e
schianti. Fece ombra agli occhi con la mano sudicia e scrut il
campo.
Anche l'amico si alz e fiss il paesaggio. Scommetto che ce ne
andiamo da questo posto e torniamo di l del fiume, disse.
Non me lo dire!, replic il giovane.
Aspettarono, osservando. Poco dopo il reggimento riceveva l'ordine
di tornare sui suoi passi. Gli uomini si alzarono dall'erba
brontolando, rimpiangendo il soffice riposo. Sgranchirono le gambe
intorpidite, stirarono le braccia sopra la testa. Un soldato bestemmi
mentre si fregava gli occhi. Tutti gemettero Oh Signore!. Contro
quello spostamento avevano altrettante obiezioni che contro
l'eventuale proposta di un'altra battaglia.
Con passo pesante tornarono lentamente indietro per il campo che
avevano traversato a corsa folle.
Il reggimento marci fino a raggiungere il reparto gemello. In
colonna, la brigata ricostituita punt attraverso un bosco verso la
strada. Subito si ritrovarono tra una massa di truppe coperte di
polvere, e procedettero faticosamente per un cammino parallelo alle
linee del nemico, come erano state definite dal precedente
scompiglio.
Passando in vista di un'indifferente casa bianca, videro davanti ad
essa gruppi di compagni, sdraiati in attesa dietro un ben fatto riparo.
Una fila di cannoni sparava a un nemico lontano. I proiettili scagliati
in risposta sollevavano nuvole di polvere e schegge. Uomini a
cavallo sfrecciavano lungo la linea dei trinceramenti.
A quel punto della marcia, descrivendo una curva, la divisione
abbandon il campo e serpeggiando punt in direzione del fiume.
Quando il significato di quel movimento gli si schiar in mente, il
giovane gir la testa e di sopra le spalle guard il terreno calpestato e
coperto di rottami. Tir un respiro di nuova soddisfazione. Poi, con
una gomitata, Be', disse all'amico, passata.
Questi si volt a guardare. Eh s, perdio! assent. Ed entrambi
meditarono.
Per qualche tempo il giovane si trov a dover riflettere in modo
confuso e incerto. Il suo stato d'animo stava subendo un
impercettibile cambiamento. Gli ci vollero alcuni momenti per
liberarsi dai modi del campo di battaglia e riprendere il corso
abituale dei suoi pensieri. A poco a poco il cervello riaffior dalle
nubi che l'offuscavano, e alla fine egli fu in grado di comprendere
con maggior precisione se stesso e le circostanze.
Allora cap che l'esistenza di spari e controspari apparteneva al
passato. Aveva abitato in una terra di strani, fragorosi rivolgimenti e
ne era uscito. Era stato l dove erano il rosso del sangue e il nero
della passione, e ne era scampato. Dedic i suoi primi pensieri a
rallegrarsi di tale fatto.
Poi cominci a studiare le sue azioni, i suoi fallimenti e i suoi
successi. Appena uscito da scene in cui molti dei suoi usuali
meccanismi di riflessione erano rimasti inerti ed egli si era
comportato a guisa di pecora, si sforzava cos di inquadrare tutti i
suoi atti.
Alla fine essi marciarono davanti a lui limpidamente. Dal punto di
vista raggiunto era in grado di contemplarli come uno spettatore, e di
criticarli con una certa correttezza, poich la sua nuova condizione
aveva gi debellato certe simpatie.
Considerando la sequenza dei suoi ricordi si sent allegro e senza
rimpianti, perch le sue azioni pubbliche vi sfilavano in grande,
luminoso risalto: quelle imprese cui avevano assistito i suoi
compagni ora incedevano in porpora e oro, subendo varie
deformazioni. Procedevano lietamente a suon di musica. Era un
piacere contemplare quelle cose, ed egli pass momenti deliziosi
passando in rivista le dorate immagini della memoria.
Cap che era in gamba. Ricord con un brivido di gioia i rispettosi
commenti dei compagni riguardo alla sua condotta.
Nondimeno, gli apparve danzando il fantasma della sua fuga dal
primo scontro. Intorno a tali questioni piccoli clamori si levarono nel
suo cervello. Per un momento arrossi, e la luce della sua anima
vacill di vergogna.
Lo visit uno spettro del rimprovero. Si profil il persistente ricordo
del soldato con la divisa a brandelli quello che, trapassato dalle
pallottole e sul punto di svenire per il sangue perduto, si era
preoccupato per un'immaginaria ferita di un altro; quello che aveva
impegnato gli ultimi spiccioli di energia e di intelligenza per il
soldato alto; quello che, accecato dalla stanchezza e dalla sofferenza,
era stato abbandonato in un campo.
Per un istante, al pensiero che avrebbe potuto essere scoperto in
quella faccenda, lo copr un avvilente gelo di sudore, e mentre
fronteggiava con tenacia la sua visione si lasci sfuggire un grido di
acuta irritazione e di angoscia.
L'amico si volt. Che hai, Henry? gli domand. La risposta del
giovane fu un'esplosione di colorite bestemmie.
Mentre marciava per quella strada di campagna ombreggiata da
rami, fra i compagni che chiacchieravano, su di lui aleggi quella
visione di crudelt.
Gli si tenne sempre vicina, oscurando l'immagine di gesta in porpora
e oro. Dovunque si volgessero i suoi pensieri, li seguiva il cupo
fantasma di quell'abbandono nei campi. Guard di soppiatto i
compagni, sicuro che dovessero scorgere sul suo viso le prove di
quell'ossessione. Ma quelli arrancavano nelle loro lacere divise,
discutendo a lingua sciolta i risultati della recente battaglia. Oh, se
uno venisse a chiedermi il mio parere, direi che abbiamo preso una
bella batosta.
Batosta? Secondo te, s, figliolo, ma noi non le abbiamo prese! Ora
ci ritiriamo di qua, poi ci voltiamo e li prendiamo alle spalle.
S, macch: Li prendiamo alle spalle! Quello che ho visto mi
basta. Non venire a raccontarmi di prenderli alle spalle... .
Bill Smithers, lui dice che preferirebbe trovarsi in mille battaglie
piuttosto che in quel maledetto ospedale. Dice che hanno cominciato
a sparare di notte, e che le granate cadevano a piombo fra quelli che
ci si trovavano. Dice che non ha mai sentito tanto urlare.
Hasbrouck? il migliore ufficiale di questo reggimento. un
mostro!
Non te lo dicevo che li avremmo aggirati per arrivargli alle spalle?
Non te lo dicevo io? Noi... .
Ma piantala!
Per qualche tempo l'incalzante ricordo del soldato con la divisa a
brandelli tolse ogni euforia dalle vene del giovane. Vedeva il suo
vistoso errore, e temeva di averlo davanti per tutta la vita. Non prese
parte al chiacchierio dei compagni; non li guardava n si accorgeva
di loro, tranne quando ad un tratto gli venne il sospetto che quelli
vedessero i suoi pensieri e stessero valutando ogni particolare della
scena col soldato dalla divisa a brandelli.
Tuttavia a poco a poco radun le forze per mettere la sua colpa a una
certa distanza. E finalmente i suoi occhi parvero aprirsi su nuove vie.
Si accorse che poteva volgere indietro lo sguardo sulla pretenziosa
verbosit dei suoi principi di un tempo e vederli quali erano
realmente. Fu lieto di scoprire che ora li disprezzava.
Con tale convinzione sopraggiunse una carica di fiducia. Senti in s
una quieta virilit, priva di arroganza, ma di sangue vigoroso e forte.
Capi che non si sarebbe pi sgomentato davanti alle sue guide,
qualunque direzione indicassero. Era stato vicino a toccare la grande
morte e aveva scoperto che, dopo tutto, era soltanto la grande morte.
Egli ora era un uomo.
Avvenne cos che, mentre si allontanava faticosamente dal luogo del
sangue e dell'ira, la sua anima cambi. Da vomeri incandescenti
pass a prospettive di sereni prati di trifoglio, e fu come se i vomeri
incandescenti non fossero mai stati. Le cicatrici appassirono come
fiori.



XXV

Pioveva. Il corteo di stanchi soldati divent uno strascico
inzaccherato di uomini depressi e brontolanti che marciavano, con
sforzi da zangola, in un trogolo di melma liquida e bruna, sotto un
cielo basso e deprimente. Eppure il giovane sorrideva, perch vedeva
che il mondo era un mondo per lui, sebbene molti scoprissero che
era fatto di bestemmie e di bastoni per appoggiarsi. Si era liberato
della rossa nausea della battaglia. L'incubo soffocante apparteneva al
passato. Era stato un animale pustoloso e sudaticcio nel calore e nel
tormento della guerra. Ora si volse con sete di amante a immagini di
cieli tranquilli, prati novelli, freschi rivi: un'esistenza di soave ed
eterna pace.
Sopra il fiume un raggio dorato di sole apparve attraverso le schiere
di plumbee nubi piovose.

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