NOTIZIARIO
La tela, custodita in un corridoio del convento di Rezzato, era stata realizzata per essere sovrapposta allaffresco
del refettorio di cui abbiamo parlato il mese scorso. In questa tela, la cui pellicola pittorica molto ammalorata, si
pu vedere la figura di Ges servito dagli angeli dopo i quaranta giorni di digiuno nel deserto. Ges si ritirato in
solitudine; la citt, visibile nellangolo in alto a destra, lontana.
Ges seduto al centro della scena si staglia luminoso sul fondale scuro, poco leggibile, che sembra ricordare una
selva. Per fattezze e contrasto luminoso questo Ges ci avvicina pi alla tradizione veneta del Tintoretto o del
Veronese. Vestito di unampia tunica rosacea, tiene sulle gambe il mantello blu, che sembra quasi unenorme
tovagliolo. Con la mano destra benedice le pietanze che gli sono poste innanzi, la sinistra poggiata sulla tavola. I
due angeli che stanno di fianco a lui gli porgono rispettivamente un raffinato bacile e una brocca per lavarsi le
mani e un salvietta per potersele asciugare; se il gesto allude alle abluzioni di purificazione della tradizione ebraica,
gli oggetti ricordano il vasellame liturgico della tradizione cristiana. Di fronte a Ges altri due angeli stanno
imbandendo su unimprovvisata tavola un pasto ricco ma quaresimale; vengono serviti infatti due portate di pesce,
lumache, un bel pane. Vi sono inoltre sulla tavola anche unarancia tagliata (simbolo come la mela del peccato
originale) e una zucca (simbolo di prosperit ma anche della brevit della vita). Nella semplicit
dellapparecchiatura non mancano un bianco tovagliolo con frangia elegantemente ripiegato e disposta verso colui
che prender il cibo e delle ampie coppe.
Possiamo ipotizzare che sia per la scelta del passo evangelico che per le pietanze raffigurate, la tela venisse esposta
in refettorio durante il periodo quaresimale.
Fr. Carlo Cavallari
Indice
Penitenzieria Apostolica
Decreto del Ministro generale
Comunicazione della Segreteria generale
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Dal Definitorio
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FilmiAmo
Hungry hearts
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Notizie di Casa
30
Milano
20-21
Febbraio
2015
Vengono accolti fr. Alberto Tosini (Segretario MissioniEvangelizzazione), fr. Lorenzo Raniero (Segretario F&S), fr. Guido
Ravaglia (animatore Missioni Ad Gentes), fr. Roberto Ranieri (Delegato
per gli Studi), fr. Marco Fossati e fr. Mario Favretto (per gli Economi
provinciali).
Fr. Stefano Dallarda, presidente della Commissione per litinerario di
preparazione al Capitolo provinciale, espone la bozza delle Schede per
il lavoro dei Settori, prima tappa dellItinerario di preparazione al
Capitolo, preparata dalla Commissione. Segue il dibattito e confronto,
nel quale vengono suggerite modifiche e idee utili per impostare la
prima fase del lavoro in preparazione al Capitolo provinciale, affidato
ai Settori che fanno capo ai Segretariati Formazione e Studi,
Evangelizzazione-Missione e agli Economi. I settori GPIC,
Ecumenismo-Dialogo, Commissari Terra Santa, Docenti, verranno
consultati nella seconda fase del lavoro di preparazione.
Si concorda infine che ogni Segretario dei Segretariati valuti ed
armonizzi i contributi che i Settori elaboreranno, ed invii il tutto alla
Segreteria OFM Nord. Come termine ultimo si decide il 15 giugno. Si
concorda inoltre che il testo delle Schede, rivisto dopo queste
osservazioni, venga inviato ai Segretari dei Segretariati, che li
invieranno ai singoli Settori.
Fr. Massimo Fusarelli comunica che fr. Stefano Dallarda per i mesi di
marzo e aprile sollevato dallimpegno della Visita canonica, per
permettergli di curare la preparazione del Capitolo: fra Stefano si
rende disponibile anche a partecipare agli incontri dei Settori.
Pranzo ore 13.00
ore 14.30: incontro con il Segretario Formazione e Studi e il Delegato per gli studi.
Fr. Massimo Fusarelli introduce lo scambio del CdC con fr. Roberto Ranieri, fr. Guido Ravaglia e
fr. Lorenzo Raniero sugli studi. Lo scambio parte dal prendere in considerazione la riflessione
che fr. Roberto ha elaborato, su lo studio della teologia nella Provincia di s. Antonio. Fr.
Roberto apre la discussione partendo dal suo testo. Segue un confronto sulla realt degli studi
nelle nostre Province e sui Centri di studio.
Vengono salutati e ringraziati fr. Guido, fr. Lorenzo e fr. Roberto.
Eucaristia e Vespri vengono celebrati alle ore 18.45 nella cappellina della Curia provinciale.
Sabato 21 febbraio
ore 7.30: Eucaristia e Lodi nella cappellina della Curia provinciale.
ore 9.00 inizio lavori:
Unit di lavoro circa i Centri di Studio
In questa unit di lavoro il CdC, dopo ampio spazio di confronto, prende alcune decisioni
riguardanti i Centri di Studio che saranno comunicate in seguito mediante una apposita Lettera.
Calendario liturgico
Appena sar ultimato il lavoro di revisione della bozza di Calendario liturgico per la nuova
Provincia, sar inviato alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti per
la necessaria approvazione, quindi si lavorer alla nuova agenda liturgica.
Varie ed eventuali.
Contributo F&S sulla prospettiva qualificante: il Segretariato F&S ha inviato al CdC un proprio
contributo relativo alla prospettiva qualificante, che stato preso in considerazione ed inserito tra i
contributi utili.
Segue uno spazio di comunicazione sulle Case formative di Arco di Trento e Baccanello.
Fr. Antonio Scabio infine relaziona sulla Visita canonica e sul Capitolo nella Custodia di Guinea
Bissau che ha di recente presieduto come Visitatore assistente.
Dal Definitorio
Alle ore 10.00, si iniziano i lavori recitando una preghiera alla
Madonna delle Lacrime. Si prosegue con lapprovazione del verbale
del XVIII Congresso definitoriale.
Il Ministro informa circa le condizioni dei fratelli ammalati e
ricoverati in infermeria. Fr. Anacleto Mosconi, il 15 febbraio 2015, ha
festeggiato il 100 compleanno circondato da partenti e da alcuni
frati di s. Antonio e s. Angelo. Il giorno successivo stato
ulteriormente festeggiato da una nutrita rappresentanza di frati delle
comunit di s. Antonio e di s. Angelo.
Il Ministro, l11 febbraio, ha ricevuto il sacramento dellunzione
degli infermi insieme ai malati ricoverati in infermeria. Fr.
Francesco Bravi si poi soffermato per brevi incontri con i fratelli
ammalati ed ha preso visione dellavanzamento dei lavori di
ristrutturazione di parte dellinfermeria.
Dal 9 al 13 febbraio, ad Assisi, si tenuto il Convegno-Laboratorio
nazionale del Segretariato COMPI delle Missioni e
dellEvangelizzazione; per la Provincia ha partecipato fr. Almiro
Modonesi, Vicario provinciale, che esprime un generale parere
positivo. Lobiettivo era quello di ripensare insieme (Segretari
provinciali delle Missioni e dellEvangelizzazione e Ministri) la
struttura e le finalit del Segretariato. Sono stati proposti due
momenti formativi: il primo ha ripercorso sinteticamente i
documenti magisteriali sul tema dellevangelizzazione dal Concilio
fino a papa Francesco, il secondo -proposto da fr. Vincenzo
Brocanelli- ha ripercorso lo stesso itinerario a partire dai documenti
dellOrdine. Fr. Almiro sottolinea la bellezza e lintensit dei
momenti celebrativi vissuti nei luoghi significativi della storia
francescana.
Si riprende la riflessione sui Centri di studio della nuova Provincia
del Nord Italia. Il Definitorio, dopo ampia discussione, giunge alla
definizione unanime di una proposizione che sar presentata a fr.
Massimo Fusarelli, affinch nel prossimo Consiglio di Cooperazione
si giunga ad una decisione in merito ai Centri di Studio.
Il Ministro provinciale comunica che al prossimo Consiglio di
Cooperazione parteciperanno i Segretari della Formazione e
dellEvangelizzazione, i rappresentanti dei Centri di Studio e due
rappresentanti del gruppo degli Economi provinciali (fr. Marco
Fossati e fr. Mario Favretto). Largomento allordine del giorno per
cui chiesta tale collaborazione la preparazione dei Lineamenta per
il Capitolo di Unione.
Dongo
17 febbraio
2015
10
11
Pavia
2 febbraio
2015
12
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Certo sarebbe bello, per riuscire a mettere insieme queste cose, che arrivasse la provinciale, o il
provinciale, e dicesse: Mi sono alzato stamattina, ho pregato e lo Spirito Santo mi ha detto:
Manda quella sorella e quel fratello a fare una cosa completamente nuova, che nessuno ha mai
fatto prima e d loro: inventati questa nuova forma di vita!. Io credo che nelluniverso non si
sia mai sentito un episodio di questo genere, perch solitamente i poveri superiori e le
superiore corrono dietro ai pezzi da tenere insieme, e danno incarichi relativi alla comunit da
chiudere, il buco da coprire, lemergenza da risolvere.
Mosso dallo Spirito, si rec al tempio
Possibile che non riusciamo a trovare un modo perch lo Spirito Santo possa lavorare in tutti
noi e indicarci qualcosa di nuovo, che necessario? Mi rendo conto, certo, che let media di chi
mi ascolta non esattamente quella della fascia giovanile. Daccordo. Ma per caso lo Spirito
Santo ha limiti det? Ha la data di scadenza? Credo di no! Perci, come successo per Simeone
e Anna, che, molto avanti nel loro percorso, hanno incontrato il Signore, si sono aperti alla
novit di qualcosa che era totalmente inaspettato in quella forma, cos ciascuno di noi pu e
deve muoversi in questa direzione. Dobbiamo avere pi coraggio; dobbiamo osare; non
dobbiamo temere. Certo, dobbiamo imparare a farlo insieme.
Io non so da voi, ma da noi quando uno si mette in testa che lo Spirito Santo gli ha detto una
cosa nuova, qualunque cosa gli dici, va avanti imperterrito per conto suo, come se nulla fosse.
Invece, dobbiamo imparare a costruire insieme. Se lo Spirito Santo dice a me una cosa io, che
sono dentro una famiglia, ho il dovere di raccontare a tutti gli altri ci che lo Spirito Santo mi ha
ispirato e cercare di capire, insieme con loro, che cosa si pu fare per rispondere a quella
chiamata dello Spirito. Insieme, non da soli.
Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola
Allora, se noi ritroviamo questa voglia di camminare insieme, questa capacit di ascoltare
insieme la Parola, di non pensare che abbiamo la data di scadenza e che ormai lunica cosa che
possiamo fare aspettare la morte, forse riusciremo a trovare qualcosa di nuovo, che sta alla
portata della vita di ciascuno di noi. Perch non si tratta di fare cose. Si tratta di pensare in un
modo diverso; di sentire la nostra vita in un modo nuovo. Come, in fondo, in tanti momenti
siamo riusciti a fare. Fidiamoci dello Spirito Santo e osiamo! Soprattutto, osiamo convertirci
unaltra volta. E difficile? S. Chi non lo sa? Pensate a Simeone, poveretto. Noi abbiamo una
traduzione che non rende esattamente lidea giusta del testo. Perch, in realt, Simeone esprime
s una benedizione, ma in forma di domanda. Cio: Proprio adesso il tuo servo deve
andarsene? Adesso che il Cristo arrivato? Lo ho aspettato fino adesso e adesso mi tocca
morire?. Simeone non capisce tanto questa circostanza: la manifesta al Signore, perch si rende
conto che c dentro qualcosa che fa male. Proprio ora che ti sembra di essere arrivato, tutto ti
viene tolto. Non facile. Ma alla fine questa la nostra vita. Questo ci che siamo chiamati a
fare.
Uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione dIsraele
Il secondo aspetto che Simeone ci ricorda che siamo persone che aspettano, che sanno
aspettare. Letteralmente lui sarebbe laspettante: il concetto espresso con una forma verbale
che dice una connotazione stabile, continuativa, che fa parte della persona.
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E laspettante; anzi, colui che in movimento per accogliere. Non lattesa passiva del
tipo sto qua e spero che succeda qualcosa; ma lattesa di uno che si muove, mentre certo
che arrivi qualcuno dallaltra parte.
Anche in questo, noi dobbiamo ritrovare lorizzonte giusto, lorizzonte delleternit. Non solo
perch la morte si avvicina. Ma, di pi, perch noi siamo convinti che la vita eterna si avvicina e
la vita eterna il nostro orizzonte. Noi ci crediamo cos tanto che siamo stati disposti ad
abbandonare tutto per questa vita eterna.
Come mai ogni tanto lo dimentichiamo? Come mai non riusciamo a tenere dentro il cuore
questa forza, questa potenza, che ci fa dire: Anche se magari adesso non sono felice di fare
questa cosa, non mi riesce bene, le prendo su da tutti, sono in un posto in cui nessuno mi
riconosce, alla fine io vivo per la vita eterna, sono gi in quella vita!. Quante volte lo diciamo
agli altri! Tutte le volte che ci capita di accompagnare i genitori nel percorso battesimale dei figli,
siamo bravissimi a dire che l inizia la vita eterna. Ma ne siamo davvero convinti?
Perch i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli
Si sente poca speranza, dentro le nostre comunit. Troppa poca speranza. E non solo il fatto
di sentirsi in pena perch i nostri Istituti stanno morendo, perch non ci sono pi vocazioni. Ci
manca proprio la speranza in un altro senso, pi profondo. Probabilmente questo il motivo
per cui nessuno viene pi da noi. Perch qualcuno dovrebbe scegliere una forma di vita nella
quale rinunci a un sacco di cose vista dallesterno e in pi ti trovi in mezzo a gente senza
speranza? Capirai che ricchezza e che voglia di entrarci!
Noi dobbiamo tornare a essere uomini e donne di speranza, capaci di dire che la vita eterna la
cosa pi bella che abbiamo e che gi viviamo in quella vita e che vogliamo andare in quella
direzione, pieni di una speranza vera, profonda, autentica.
Se saremo capaci di fare questo, allora tutto cambier e forse in noi verranno meno una serie di
paturnie. Ad esempio, per essere gente che ha fatto voto di castit, noi abbiamo unansia da
riproduzione che ne basta la met! Siamo tutti preoccupati a tentare di capire come tirare dentro
la nostra comunit vocazioni nuove. Tutti agitati perch, se non ci riusciamo, moriremo.
Moriremo? E va bene! E allora? Chi se ne frega! Ma, scusate, noi non stiamo seguendo un
Signore che muore sulla croce? Non stiamo seguendo uno che ha avuto successo in tutto! Noi
siamo i seguaci del Crocifisso. Il nostro cammino va verso la morte. Sar anche la morte dei
nostri Istituti? Va bene; vorr dire che il Padre Eterno in questo momento ha bisogno di altre
forze e di altre situazioni.
Che problema c? Il nostro problema non riprodurci; il nostro problema essere noi stessi.
Essere contenti di quello che siamo - anche di morire, se necessario. Tanto poi credo che, una
volta che accettiamo questa cosa, in realt il Padre Eterno interviene e ci manda un mare
vocazioni, se solo impariamo a fidarci di Lui. Ma dobbiamo fare questo passo, che ci rende
uomini e donne che sperano, che non stanno a rimuginare su un futuro che costruiamo noi,
perch il nostro futuro entrare in quella vita, non ce n un altro che ci interessi.
Luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele
Allora, fratelli e sorelle, noi dobbiamo tornare a guardare questo Signore, che si offre a noi in
questo modo, imparando che cosa vuol dire essere uomini e donne di speranza, che imparano
ad ascoltare.
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Non c niente di nuovo? Certo! E ovvio che non c niente di nuovo. Ma c la novit nostra di
poter dire di s. Altrimenti, continueremo in una forma di vita che rischia davvero di soffocare
se stessa. Gi difficile fuori; noi siamo molto stimati, di solito, ma quasi mai capiti. E la norma
di tutte le specie in via destinzione! Voglio dire: ti guardano e dicono: Che bello! - come il
panda, bello batuffoloso: subito dopo, per, va via tranquillo e non ti interessa pi di tanto.
Noi invece siamo gente che dovrebbe essere contenta di vivere quello che ha, nella situazione
nella quale , e camminare nella giusta direzione. Non ci capiscono? Amen.
Noi dobbiamo costruire, creare, inventarci cose nuove, perch questo serve alla Chiesa.
Guardate le parrocchie, la loro fatica nel trovare forme nuove per vivere la vita cristiana. Noi
dovremmo essere capaci di insegnare che cosa vuol dire non ragionare secondo i criteri del
territorio, ma del dono. Noi avremmo tutti i numeri per poter dire e suggerire percorsi ai nostri
fratelli e sorelle che fanno fatica in questo momento ad andare avanti. Ne hanno davvero
bisogno! I preti della diocesi di Pavia sono uneccezione, ve lo dico francamente, nel senso che
guardano i religiosi e ci stimano sul serio. Ma fuori dalla diocesi ho trovato delle situazioni che
non stanno n in cielo n in terra: in una parrocchia, dove siamo come convento, il parroco ha
detto ai suoi parrocchiani che la Messa dai frati non vale! Qui per fortuna non cos. E una
grazia del Cielo. Ma, se non siamo capiti, non dobbiamo per forza buttarci dentro, per cercare di
farci accettare cos come ci vogliono. Il nostro scopo non questo. Il nostro scopo rispondere
allo Spirito Santo facendo casino. Perch questa la nostra vita e la nostra vocazione. Noi
dobbiamo dar fastidio, mica essere accondiscendenti a tutte le richieste di tutti i generi per
tappare tutti i buchi delluniverso. La nostra vita una vita dello Spirito perch dice anche: No,
fratello mio, io capisco che debba tamponare tutti i buchi della tua parrocchia, ma, scusami, il
mio carisma mi dice che devo fare unaltra cosa e faccio unaltra cosa. Con buona pace di tutti.
Se io far cos, quel buco si riempir. Perch qualcuno capir il Vangelo attraverso il mio
carisma e andr a coprire anche quella necessit. Immagino che il Vicario Generale in questo
momento si stia stracciando le vesti, per fa niente. Noi dobbiamo in qualche modo essere
gente che rompe le scatole, perch se no la nostra vita non serve.
Chiediamo la grazia del Signore di farlo cercando la comunione, di essere gente che sta sempre
in mezzo ai piedi, dicendo e facendo cose strane, ma per linteresse della comunit e per amore,
non per voglia di distinguersi. Gente che si dona vivendo il proprio carisma; non gente che
porta a s, ma gente che va verso laltro, donando se stessa. Se riusciremo a fare anche solo un
passettino, faremo moltissimo per la Chiesa di Dio e riusciremo a cambiare molto del mondo
che ci circonda. Dobbiamo fidarci e consegnarci.
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Santa Maria
degli Angeli
Assisi
22-29
gennaio
2015
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Nel pensare a voi Assistenti penso alla figura di Abramo, chiamato da Dio a diventare Padre
di una moltitudine di generazioni. Non dimentichiamo che Abramo nel dire il suo s ha
accettato di intraprendere un cammino verso se stesso. Il suo poter essere Padre di questo
popolo strettamente legato ad un cammino personale. Dio non dice ad Abramo Esci dalla tua
terra, letteralmente gli rivolge questa parola: cammina verso di te. Durante il cammino
Dio chiede ad Abramo di conoscere se stesso, prima di essere Padre del suo popolo. Prima di
essere Assistenti, vi chiedo, con umilt, di essere persone in cammino insieme a noi giovani,
sempre capaci di rimettersi in discussione, di interrogarsi e se necessario, ricominciare.
Siate giorno dopo giorno, nelle modalit che voi stessi nel relazionarvi con noi, imparerete ad
individuare, ponti di Speranza.
Domande:
Frate Cappuccino Lazio (Latina)
Nel momento in cui i ragazzi non ascoltano consigli, non si fidano, cosa poter fare?
Noi giovani a volte, purtroppo, sappiamo essere molto testardi. A voi Assistenti forse chiesto
di esercitare senza stancarvi, il dono della Pazienza. Cercare sempre lincontro certamente la
strada migliore per starci accanto.
Fra Alberto Vaccaneo (Piemonte)
Che tipo di rapporti vivete nel Consiglio Nazionale Gi.Fra. con i fratelli del Consiglio Nazionale
OFS. Quanto questo rapporto vi stato di sostegno nelle scelte fatte durante il cammino?
Ringraziando Dio, gi da qualche anno il rapporto tra i due Consigli nazionali si
approfondito. Oggi, molto bello poter testimoniare che riusciamo, nonostante le differenze che
ovviamente ci caratterizzano, a camminare insieme. Questa straordinaria esperienza di
condivisione fonda le sue radici nella Relazione e nellIncontro. Come consigli nazionali
abbiamo scelto di dedicare del tempo a noi, per poterci conoscere, per poterci incontrare e
questa scelta, ci rendiamo conto, ha fatto la differenza. I fratelli del consiglio nazionale OFS, in
passato, alcune volte, sono stati visti da noi giovani come coloro che volevano esercitare
potere. Oggi la conoscenza ci permette, invece, di fidarci gli uni degli altri nel rispetto
reciproco. Questo ci ha portati, durante questultimo anno, a fare anche scelte condivise, a
sognare progetti comuni, come Famiglia in cammino.
20
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Sabbioncello
di Merate
4 marzo
2015
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Groppello
DAdda
6 febbraio
2015
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Lesperienza missionaria di frate Venanzio stata segnata fin dallinizio da una situazione
politica e sociale di grandi e tragici cambiamenti mentre la stessa missione era chiamata ad un
delicato momento di transizione nella revisione delle modalit di presenza e di animazione. I
tragici ultimi giorni vissuti da frate Venanzio in terra somala, in mezzo a violenze e insicurezza
e nel vedere distrutto tutto quello che era stato edificato per il bene della popolazione con tanto
sacrificio e tanto amore, ci offrono loccasione per raccogliere un altro grande insegnamento sul
come annunciare oggi il vangelo nella povert e nella minorit. Il Ministro generale John
Vaughn, rispondendo ad una lettera di frate Venanzio che lo informava dei fatti successi a
Mogadiscio, cos rifletteva e cos sembra suggerire in particolare a noi frati minori di oggi.
La nostra vocazione di minori, infatti, proprio nella sofferenza trova la conferma della sua
autenticit; il sangue sparso e lo zelo col quale sono stati affrontati rischi di ogni genere sono la
testimonianza pi vera dellamore che dona tutto, compresa la vita: questo il segno che
caratterizza i veri seguaci di Ges e il seme evangelico per un futuro che nasce da solide radici.
Mentre preghiamo per frate Venanzio e per la pace nella sua amata terra somala, chiediamo a
lui che chieda al Signore che i suoi confratelli di oggi sappiano essere testimoni liberi e poveri
per scrivere ancora pagine autentiche di vangelo.
Lattuale vescovo di Mogadiscio, il nostro confratello fr. Giorgio Bertin, mentre partecipa al
nostro dolore e alla preghiera, ci offre loccasione di ricordare altri tratti caratteristici della vita
di frate Venanzio: Mi unisco scrive Mons. Bertin - a tutti i confratelli che saranno presenti
alla veglia e al funerale. Frate Venanzio stato missionario in Somalia e in seguito mio vicario
generale per la Diocesi di Mogadiscio. Per me prima ancora era stato anche professore di
scienze naturali. Lo ricordo come un caro confratello che fino a che ha potuto rimasto vivace
grazie alla sua "curiosit" e desiderio di servire il Signore nella missione tra i mussulmani della
Somalia. Con affetto fraterno unisco le mie preghiere perch il Signore lo accolga nel suo regno
di giovinezza perenne aperta all'incontro con Lui e con tutti i popoli della terra. Ecco un'altra
cosa che vorremmo imparare da frate Venanzio e che attraverso lui chiediamo al Signore, la
vivacit e la sana curiosit che ci permettono di restare aperti al futuro in una conoscenza
sempre rinnovata e approfondita della vita e della ricchezza della diversit.
Lultima cosa che questo frate minore, sacerdote e missionario ci ha insegnato con lesempio
stata la partecipazione alla passione di Cristo nei lunghi anni trascorsi da ammalato nella
infermeria di Sabbioncello curato amorevolmente dai confratelli e da tutto il personale che
ringrazio di vero cuore. Laustera dignit e la grande fede, sostenuta da una fervente preghiera,
con cui ha affrontato il venire meno delle forze e la malattia sono lultima e preziosa
testimonianza di un missionario che non smette mai di annunciare il Vangelo. Il Vangelo della
passione del Signore proclamato nella nostra assemblea ci viene cos ridonato da una
testimonianza di vita che nella fede si apre alla luce della risurrezione e diventa segno e
anticipo della vita beata a cui tutti siamo chiamati.
Ringrazio di cuore Lei signor parroco per la disponibilit e la fraterna accoglienza. Mentre
rendiamo grazie al Signore per il dono di frate Venanzio e lo affidiamo alla sua misericordia,
chiediamo per noi tutti fedelt creativa perch le nostre esistenze sappiano ancora oggi scrivere
pagine di vita di sapore evangelico.
Fr. Francesco Bravi
Ministro provinciale
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Monastero
S. Chiara
Milano
9 febbraio
2015
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FilmiAmo
Hungry hearts
In una New York periferica Mina e Jude vivono in un piccolo
appartamento la loro relazione damore, nata in maniera insolita in
una asfissiante toilette di un ristorante cinese. Diventano genitori di un
bambino che la madre considera speciale e che cresce pensando di
preservarlo da ogni tipo di impurit ambientale, alimentare e anche
umana. Il padre cercher di opporsi a questa delirante convinzione, di
nutrire normalmente il figlio e di uscire da una situazione di vita
familiare senza aria e luce. Ma la sfiducia, il sospetto, la rabbia, la
violenza prenderanno il sopravvento. Cuori affamati di affetto e verit
che scelgono di rinchiudersi in mondo alienante.
Saverio Costanzo un regista attento alle dinamiche del cuore umano,
al sentire profondo, ai conflitti interiori ed esteriori che luomo vive. Le
sue precedenti pellicole ci hanno consegnato storie capaci di scavare in
profondit temi centrali per lesistenza: la convivenza con il nemico
Private , la ricerca della propria tormentata vocazione In memoria di
me -, la sopravvivenza alle ferite del passato e alla solitudine La
solitudine dei numeri primi -. Anche questo film intenso, duro, a tratti
urtante, offre una visione acuta sul problema della genitorialit, sul
rapporto di coppia, sul legame che si vive con laltro, sulle proprie
convinzioni e propri deliri.
Tratto dal romanzo Il bambino indaco di Marco Franzoso, presentato
con successo di critica allultima Mostra del Cinema di Venezia e al
Festival di Tokio, Hungry hearts narra la storia di Mina una
convincente Alba Rohrwacher - e Jude Adam Driver, una sorpresa che si conoscono in una situazione imbarazzante, si amano,
concepiscono un figlio e si sposano. Diventano genitori Mina tra le
lacrime, una scelta subita? e inizia la loro deriva affettiva ed
esistenziale.
Mina emotivamente fragile ha perso la madre a due anni e con padre
non ha pi contatti -, con un rapporto problematico con il cibo, si
convince, grazie allincontro con una veggente e a teorie apprese da
libri su alimentazione naturalista e vegana, che il proprio figlio
speciale, proveniente da un altra dimensione, da far crescere nella
purezza. Evita cos tutti i cibi comuni che avvelenano il figlio e la sua
famiglia. Nutre il bambino solo con verdure da lei coltivate e olii
essenziali.
Scheda
a cura di
Fr. Davide
Sironi
Hungry
hearts
di Saverio
Costanzo
Drammatico
Durata 109 min.
Italia
2014
27
Saverio Costanzo scrive e realizza un film intenso con riprese ricercate, con una macchina
da presa che nella prima parte sta sempre addosso ai personaggi creando un senso di
restringimento della realt. I protagonisti occupano tutto lo spazio visivo. Sono al centro di
un mondo, il loro, che sembra altro da ci che li circonda. Lo spettatore imprigionato con
questa famiglia in spazi angusti e chiusi, dove non entra il sole e non c aria, dove
proliferano germi di non vita. Il soffocamento e limprigionamento della scena iniziale
punteggiano tutto il film: manca unapertura allesterno, allaltro, si chiusi nei propri
confini di allucinante sicurezza, chiusi nel proprio cuore affamato di affetto. Un cuore che si
attacca morbosamente al figlio, unico cibo. La fame simbolo di unaltra fame, il malsano
rapporto con il cibo epifania del deviato rapporto con laltro. Il rapporto di Mina con il
figlio di compensazione, di dipendenza patologica. Il delirio restituito dal regista con
inquadrature deformate, con scene che evocano ambientazioni e atmosfere hitchcockiane. Il
film un crescendo di tensione fino ad assumere i canoni del thriller, grazie anche alle
musiche di Nicola Piovani. E la casa, lambiente familiare, da luogo di cura e sicurezza
diventa luogo minaccioso e pericoloso.
La storia pone lattenzione su una umanit sempre pi tecnicizzata eppure in balia ancora
di veggenti e santoni. Una realt ossessionata dal benessere, dove lindividuo rimane solo
perch ostinatamente chiuso nel suo sentire, nelle sue radicate e disumanizzanti emozioni e
pseudo ragioni. Anche se a volte i sogni sembrano compiersi drammaticamente.
Perfino un figlio pu diventare oggetto da contendersi per godere di unarmonia senza
contattato con la verit di s e del mondo. Perfino un amore sincero pu trasformarsi in
ricatto affettivo, in una prigione senza vita se la fiducia invocata ma vicendevolmente
tradita, se non c ascolto e accoglienza dellaltro. Se si sceglie la rabbia, il cinismo e la
violenza. Se non ci si libera da voci interiori che ripetono: so io cosa bene.
E tutti ne escono sconfitti.
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29
Notizie di Casa
A cura di
fr. Enzo
Pellegatta
Febbraio
Fr. Almiro Modonesi, Vicario provinciale, partecipa al ConvegnoLaboratorio nazionale del Segretariato COMPI delle Missioni e
dellEvangelizzazione.
9-13
Assisi
11
Milano
15
Sabbioncello
di Merate (LC)
17
Fino Mornasco
(CO)
25
Sabbioncello
di Merate (LC)
30