APPUNTAMENTI PASQUALI:
UN INCONTRO INASPETTATO
L'altro giorno mentre ero all'ospedale di Montecatone un
amico in sedia a rotelle entra in cappellina mentre sto
riassettando le cose della Santa Messa. Mi dice a
bruciapelo: "Ma perch don Fabio, se Dio esiste e Dio
buono, vi sono persone buone a cui capitano cose cattive
e persone cattive a cui capitano cose buone che non
meritano?". A quel punto, gli dico: "Carissimo, te la faccio
io una domanda. Perch in questo ospedale vi sono
persone come Francesco Miceli che qui da tantissimi
anni, del tutto paralizzato, con due elettrodi che gli tirano
su e gi il diaframma per respirare, con una fede che
spacca in due, due libri a testimonianza della sua fiducia
in Ges gi dettati, la comunione tutti i giorni, la
conversione di tanti mentre in questo luogo c' gente
rabbiosa con il cuore chiuso?".
calato il silenzio sulla cappellina. A quel punto gli ho
detto: "Vedi, la differenza non la fa quello che hai, ma
cosa ci fai con quello che hai". Il nostro amico comune,
Francesco, non ha niente, ma il suo niente dato a Ges
diventa tutto, perch solo il tutto capace di rendere il
niente, TUTTO. Sono i famosi 5 pani e 2 pesci che dai a
Ges e lui li moltiplica. Quante persone aspettano sempre
il miracolo DOPO, non capendo che tutto quello che
nella propria vita un MIRACOLO: 1)esserci invece di non
esserci; 2)vedere, vedere a colori; 3)ascoltare, ascoltare la
musica; 4)abbracciare; 5)camminare; 6)muovere le mani;
7)amare ... tutto MIRACOLO nella vita. Allora il vero
MIRACOLO non aspettare il MIRACOLO dopo, il vero
MIRACOLO capire che tutto un MIRACOLO dell'amore
di Dio. La domanda non "perch la sofferenza? Allora
Dio non buono" ma "visto che Dio buono e mi ama,
cosa vuole farci con questa sofferenza che permette?". Vi
sono domande sbagliate che hanno solo come scopo il
farci dividere dal nostro Padre, Dio, e farci spendere tutta
la vita per rispondervi, intanto si diventa pi rabbiosi,
cinici e indifferenti. Sono le domande che mettono in
discussione l'amore crocifisso di Dio per noi, riducendo il
miracolo che siamo a casualit, sono bestemmie
pseudoscientifiche. Domande alle quali se rispondiamo
ne assumiamo la falsa premessa. Nella vita Ges ci
insegna che non esistono vicoli ciechi ma solo parole di
Dio che si realizzano per moltiplicare, per vie misteriose,
la nostra grazia, la nostra gioia il nostro arrenderci al suo
TUTTO riconoscendo che senza di Lui, siamo niente. E Dio
nel nostro niente, ci salva, ci fa fare esperienza dellabisso
della Sua Misericordia e del nostro bisogno di stare con
Lui per ricevere la Sua vita che ci fa risorge da ogni nostro
sepolcro di morte.
don Fabio
LA FRAGILIT VISITATA
Nella mia fragilit, quando faccio l'esperienza di essere
crocifisso nella mia carne e nella mia anima, anche
"l'uomo vecchio" che abita in me crocifisso: la mia
superbia crocifissa, il mio orgoglio crocifisso, il mio IO
crocifisso. Ecco perch Ges proprio sulla mia croce
pu svelarsi a me, pu fare qualcosa per me, pu
abbracciarmi, perch quando sono crocifisso il mio IO
disposto a lasciare spazio a DIO. Con la mia anima e con la
mia carne crocifissa, resa tetraplegica o immobilizzata,
la mia superbia, il mio orgoglio e il mio IO. Allora si fa
l'esperienza della GIOIA nella SOFFERENZA, della
CONSOLAZIONE nella DISPERAZIONE e della COMUNIONE
DEI SANTI nella SOLITUDINE. Abbracciando la nostra
croce, dietro, ci troviamo Ges le Sue mani che mi
afferrano dolcemente e le nostra mani, le mani del nostro
cuore si aprono alle Sue grazie. Amen. don Fabio