Storie Sepolte
a Barsento
Testimonianze Storiche e Archeologiche di un Frammento di Puglia
In copertina
La chiesa di Santa Maria di Barsento in una foto di Mimmo Guglielmi
In quarta di copertina
Il viale che conduce alla chiesa di Barsento in una foto depoca
dal repertorio della fototeca Guglielmi
Isbn: 978-88-95089-47-8
Stampa
AGA - Arti Grafiche Alberobello (BA)
Finito di stampare nel mese di maggio 2013
Sommario
Presentazione di Angelo Martellotta .
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pag. 9
Prologo .
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Parte Prima: Il Luogo
Identificazione topografica e Geomorfologica del territorio .
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La natura a Barsento .
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Linsediamento di Barsento e la viabilit antica .
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Presentazione
Su una delle amene colline della Murgia dei Trulli si erge da pi secoli una delle
chiese pi amate dalla popolazione locale. Due volte lanno, l8 maggio e l8 settembre,
gli abitanti di Alberobello e di Noci, con mesto pellegrinaggio, la raggiungono nella
primissima mattinata, e per tutta la giornata si coglie il via vai di fedelissimi giacch l
da sempre si adora limmagine della Madonna con Bambino e altri Santi.
Di questa spettacolare pieve che d nome allintera collina si sa ben poco: s scritto
con difficolt per la carenza di documentazione negli archivi. Diverse schede hanno
ribadito lessenziale senza convinzione, soprattutto per accontentare i lettori legati ai
luoghi e il turista di passaggio che vi si imbatte o la raggiunge appositamente.
La limitatezza delle informazioni, finalmente, stata superata dal giovane studioso
Gabriele Rosato, laureando presso lUniversit del Salento, che di Barsento se ne occupato, conquistato dallamenit del luogo, ma soprattutto dagli utili reperti che finora
ha raccolto, catalogato, esaminato e descritto, suscitando in chi li ha rimirati la novit
assoluta. S, proprio di questo si tratta: Gabriele provetto conoscitore dei reperti rinvenuti e la sua preparazione culturale risultata preponderante oltre ogni dire.
Questo libro dal titolo Storie Sepolte a Barsento - Testimonianze Storiche e Archeologiche di un Frammento di Puglia sar prontamente apprezzato, sar letto come lavoro
sorprendente, perch dove cera la sterile conoscenza ora ci sono la storia, larcheologia, larchitettura, il mistero, il culto e la tradizione.
Al giovane Autore si consiglia di consacrare ancora altro tempo allindagine, insostituibile motore di successo e sia sempre operativo per altri sensazionali risultati, ricchi
di informazioni, che tutti attendono.
Angelo Martellotta
Prologo
Il presente lavoro nasce da una serie di appunti collezionati nel corso degli anni:
annotati secondo il naturale spirito di osservazione del patrimonio artistico locale, e
come forma di personale devozione per il culto della Vergine venerata nella chiesa di
Barsento. Quella che gi in tenera et si era rivelata una spiccata vocazione per il territorio di Barsento, pi di recente, si potuta rendere concreta in una sistematica trattazione
svolta in seno agli obiettivi formativi degli studi universitari.
La ricerca proseguita attraverso un metodico spoglio bibliografico e parallelamente
conducendo una serie di ricognizioni autonome sul campo: queste hanno restituito un
ampio ventaglio di dati, consentendomi di sottoporli ad esame e sviluppare infine il
presente elaborato. Nello specifico, esso si configura come un primo tentativo di riunire
in un unico testo il compendio aggiornato delle ricerche storiche e, pi di recente, archeologiche compiute nellarea rurale di Barsento, nellagro di Noci, e in particolar modo
sullomonima chiesa in situ.
Lanalisi del territorio sotto il profilo topografico ha comportato pure lapporto di
una pletora di conoscenze provenienti da altre discipline, quali la geologia, la storia
dellarte e, nondimeno, lagiografia e la numismatica. Queste, unite alle metodologie di
ricerca archeologica, si sono rivelate la chiave di lettura utile alla comprensione delle
principali dinamiche che, nei secoli, hanno interessato il comprensorio barsentino nel
suo insieme e in relazione con le comunit limitrofe.
Il lavoro di ricerca si conclude con largomentazione di una personale tesi interpretativa del sito, volta a cogliere le origini del primo nucleo abitativo indigeno, e la
continuit di vita dellinsediamento sino al complesso di et medievale, con la conseguente fenomenologia che ha determinato limposizione del culto per la Vergine Maria,
tramandato sino ai nostri giorni.
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Lintenzione di questo studio rivolta alla promozione di una campagna di sensibilizzazione e tutela del nostro patrimonio storico-artistico, il quale non pu tuttavia
prescindere dalla salvaguardia del territorio che lo custodisce. La tutela dellambiente,
infatti, al di l di un mero discorso economico, si propone come un autentico investimento per il futuro, in quanto il paesaggio costituisce una delle ultime fonti di reddito
non delocalizzabili.
Questo studio tematico si rivelato una preziosa opportunit per approfondire la conoscenza del territorio di mia provenienza e, nondimeno, unoccasione di discernimento
personale.
Gabriele Carmelo Rosato
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Parte Prima
Il Luogo
Molto suggestivo stato lattraversamento di un tratturo medievale, dal quale si aveva una visuale di variet paesaggistiche,
costituite dalle bellezze delle verdi colline, dei prati fioriti di variopinti colori, delle valli, che cambiavano aspetto man mano
che ci si addentrava nei boschi di fragno, di leccio, di roverella,
con un folto sottobosco costituito da diverse specie come: rovi,
rose e biancospino, che sprigionavano aria pura come di montagna. Poi passando sotto i secolari lecci si arrivava alle grotte,
e infine, attraverso lultima parte del tratturo si risaliva al colle
dove appare la storica chiesa
Da Escursione nel Bosco di Barsento di Giovanni Lippolis,
in Nocigazzettino, anno XXVIII, n. 10, ottobre 1995
parte prima
Identificazione Topografica e
Geomorfologica del Territorio
Opportuno alla messa a fuoco dellargomento risulta lidentificazione dellarea sottoposta a indagine. Si tratta del comprensorio di Barsento, che si inserisce nel variopinto
paesaggio pugliese, per la precisione nel pittoresco territorio rurale della Bassa Murgia nota in questo settore come Murgia dei Trulli1: luogo privilegiato per ammirare
e contemplare il perfetto equilibrio tra laspetto del paesaggio naturale e linevitabile
azione antropica. Da un punto di vista amministrativo, pur nella sua compattezza, il
territorio di Barsento si estende su circa 1100 ettari e si colloca entro il distretto municipale di Noci, bench prossima alle limitrofe Alberobello, Putignano e Castellana
Grotte, ergendosi per lappunto al confine fra questi comuni.
Definizione, lineamenti e caratteristiche riguardanti la cosiddetta Murgia dei Trulli sono fruibili in Liuzzi, 1981.
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parte prima
La natura a Barsento
Errare per i campi e i boschi di Barsento significa ripercorrere un itinerario privilegiato per scrutare le meraviglie che riserva lameno paesaggio rurale: un sistema complesso che andrebbe posto sotto autentica tutela e valorizzazione in un moderno contesto di sviluppo sostenibile. Si tratta di un terreno fertile nel quale si sono sedimentate,
nel corso dei secoli, le storie di molti uomini e donne che lhanno abitato.
Entro lirregolare mosaico di seminativi e vigneti, scanditi da muretti a secco, le colture arboree di Barsento rappresentano ancora oggi una perla rara per lintero scenario
regionale. Come tramandano le testimonianze orali e comprovano le foto storiche, sino
ad appena un centinaio di anni fa, prima della progressiva degradazione della copertura
forestale, Barsento era unautentica collina boscosa: oggi ridotta a pochi lembi di terra
adibiti essenzialmente al pascolo.
Lecosistema locale, tuttavia, costituisce un quadro davvero suggestivo, vantando
una vasta flora16 che annovera, tra laltro, specie mesofile, a testimonianza di un clima
generalmente mite. Anzitutto la serie di querce, dalla singolare conformazione dei fusti,
coinvolte in uneccezionale danza flemmatica: nel lento scorrere dei secoli, infatti,
16
Un approfondimento sullimpianto vegetazionale barsentino e sulla tutela ambientale affrontato in Leone, 1988 e
Leone, Vita, 1992 (pp. 91-95); lelenco completo delle specie vegetali presenti nellOasi di Barsento presente in
Polignano, Sonnante, 1991 (pp. 31-36).
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parte prima
LInsediamento di Barsento
e la viabilit antica
Lattuale sito di Barsento il risultato di un insediamento di notevole importanza sin
dagli albori della protostoria, e ripreso secoli dopo per tutta let medievale: un autentico crocevia viario per una pastorizia sia di tipo longitudinale (lungo lasse MolisePuglia) che in senso trasversale (dallo Ionio allAdriatico)31.
I motivi della scelta di occupazione originaria del sito sono essenzialmente riconducibili alla morfologia del luogo (particolarmente adatta alla difesa e al controllo del
territorio circostante), alla presenza di un articolato sistema di vie di comunicazione, e
nondimeno alla disponibilit di un modesto approvvigionamento idrico. Il primo villaggio, ascrivibile alle popolazioni indigene, si svilupp assialmente sul crinale, come
comprovato dai ritrovamenti archeologici32.
Stralcio della Carta Tecnica
Regionale con demarcazione della viabilit nellarea
circostante alla chiesa di
Barsento. In rosso lindividuazione dellantico anello
viario che oggi delimita
parte del sito archeologico
e che probabilmente coincise con linvaso urbano
del casale di et medievale.
In verde indicato un
tratto dellodierna strada
provinciale che coincide
con il fondo della cosiddetta lama lungo i cui costoni
sorse, con tutta probabilit,
lantico villaggio
protostorico.
31
32
I risultati delle ricerche sono stati pubblicati in Carrieri, 1999 (pp. 115-117).
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parte seconda
Indagine Storiografica
Ripercorrere la storia degli studi condotti in questarea unoperazione che si esaurisce in pochi frammenti e pagine di repertorio, in quanto le prime ricerche sistematiche
si sono svolte solo negli ultimi decenni. Dovendo per tracciare una linea temporale
pi puntuale, i primi studi storiografici che menzionano Barsento si fanno risalire alla
tradizione letteraria del XVII secolo, con gli scritti di Pompeo Sarnelli13, vescovo di
Bisceglie.
Tuttavia, questi come altre emerite dissertazioni, sono spesi pi che sul comprensorio di Barsento su un monumento in particolare che esso custodisce. Infatti, lunica
autentica testimonianza ancora visibile dellesistenza in questo luogo di un antico
insediamento abitativo la presenza di un edificio di culto, oggi noto come la chiesa di
Santa Maria Assunta di Barsento. La storia della sua fondazione, avvolta ancora nella
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Lindagine
Indagine Archeologica
Le tesi sinora esposte sono state parzialmente messe in discussione da parte di Gioia
Bertelli28 dellUniversit degli Studi di Bari che, sottolineando come il monumento non
presenti alcuna caratteristica architettonica tale da farlo ritenere una costruzione realizzata nellAlto Medioevo, ha proposto una nuova datazione.
La Bertelli, partendo dalla considerazione che labsidiola centrale presenti una finestrella quadrata, ha potuto asserire che questo elemento sia tipico delle costruzioni
romaniche di tipo rurale, piuttosto che di epoca longobarda. In questa maniera ha suggerito una nuova datazione che dilata lepoca di edificazione tra lXI e il XII secolo.
28
Le ricerche sono state pubblicate rispettivamente in Bertelli, 1981; Bertelli, 1983; Bertelli, 1984.
29
I risultati delle ricerche sono editi in Carrieri, 1999 (pp. 115-117) e Andreassi, 1999 (pp. 759-797).
41
Lindagine
Ipotesi di raffronto
Gli studi pi recenti si sono concentrati sullanalisi del complesso di Barsento sulla
base di confronti con costruzioni coeve in ambito pugliese e sovraregionale. Tra i primi
studiosi a rintracciare ipotesi di raffronto con altri edifici noti, Arnaldo Venditti40 mise in
relazione il tempio di Barsento con la chiesa di San Pietro a Crepacore nel Comune
di Torre Santa Susanna (BR) per alcune affinit, quali la tripartizione delle navate e
la scansione in due campate della navata centrale, avendola collocata almeno anteriormente al IX secolo.
Gi DAndria41 aveva individuato la maniera con cui labside, di pianta perfettamente semicircolare, si innesta nel muro di fondo della navata centrale, presentando di fatto
delle analogie con la chiesa longobarda di SantIlario a PortAurea42 in Benevento, da-
40
Cfr. Venditti, 1969 (pp. 45-72) e, pi di recente, si veda anche Maruggi, Lavermicocca, 2000
41
42
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parte terza
LArchitettura
Le pi recenti ricerche su Barsento si sono concentrate sullarchitettura della chiesa,
e limpostazione tecnica degli specialisti si rivelata utile al proseguo degli studi. Fra
questi figura larchitetto nocese Francesco Giacovelli1, che ha ricostruito le linee della
prima fase costruttiva del monumento. Secondo la sua interpretazione, la chiesa doveva
presentarsi in origine come un edificio ad aula unica monoabsidale corrispondente
allattuale navata centrale con tetto a falde inclinate coperto da chiancarelle (basolette di pietra calcarea locale), la cui quota dovette essere molto pi bassa rispetto
allattuale copertura, lo comprovano gli evidenti segni di cornici sul prospetto nord-est.
La muratura della chiesa costituita da una serie di blocchetti quadrati di pietra calcarea
dallandamento piuttosto regolare; il materiale fu ricavato in gran parte dalle cave locali, di cui ricco il terreno carsico circostante. Tuttavia, esaminando pi attentamente il
materiale di costruzione, si scoperto come parte della facciata primitiva di nord-est fu
eseguita con conci di tufo materiale non presente nella Murgia sud-orientale piuttosto che con la pietra locale2. Ci comproverebbe limpiego della Via Barsentana per gli
scambi commerciali con la citt di Mottola, il cui sottosuolo interessato dalla presenza
di tale materiale.
Secondo linterpretazione degli architetti, la chiesa non sarebbe da ascrivere allet
longobarda, considerando pure un possibile ampliamento a tre navate realizzato nellXI
secolo. Il protiro fatto risalire invece al XV secolo, cos come il campanile a vela posto
Prospetto frontale del complesso di Barsento, composto dalla chiesa omonima e dallantico casale
Cfr. De pinto, Giacovelli, Montanaro, 1989; Bauer, Giacovelli, 1981; Giacovelli, 1998.
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parte terza
Evoluzione Strutturale
Lantica documentazione capitolare ci informa sulle notevoli trasformazioni che la
chiesa ha subito nel corso della sua storia. Nelle sue Conferenze Istoriche, Pietro Gioia
riferisce che, quando il casale De Bellis fu distrutto dai Mottolesi (nel 1040), la chiesa
fu risparmiata dal saccheggio, ed intorno al tempio risorse lantico villaggio barsentino.
Questo avvenimento, a dire il vero, non trova un riscontro con la realt dei fatti storici,
tuttavia la Bertelli farebbe risalire proprio a questo momento storico lampliamento a
tre navate.
Altri indizi riguardanti levoluzione storica e architettonica della fabbrica di Barsento sono riscontrabili nei libri delle Conclusioni Capitolari7, dai quali si evincono le
modifiche apportate alla struttura originaria nel XVIII secolo. in questo periodo che
si fa risalire il rifacimento del tetto, linnalzamento delle volte e le conseguenti modifiche dei profili delle falde di copertura. La stessa copertura, distinta con tetti a spioventi
per ogni navata, risulta piuttosto inconsueta e si spiegherebbe con lampliamento della
chiesa.
Questa indicazione permette di stabilire che le capriate lignee sostenevano la copertura
della chiesa almeno sino al XVIII secolo. Nella Conclusione del 15 gennaio 1709 si faceva riferimento al taglio degli alberi per ricavarvi il legname necessario alla realizzazione
delle travi indispensabili per lacconcio. datato 4 agosto dello stesso anno, invece, quella
Le citazioni qui riportate sono contenuti in Archivio Chiesa Matrice di Noci, 1709 consultati per questo studio
attraverso il loro prezioso riproponimento nel saggio di De Pinto, Giacovelli, Montanaro, 1989.
60
parte terza
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La Chiesa
Opera di restauro
Durante i lavori di restauro15 stato possibile rintracciare le varie fasi evolutive della
chiesa, evidenziando lantica muratura che doveva corrispondere alla fase costruttiva
relativa allaula unica. Qualora la chiesa sia davvero stata in origine a navata unica, si
collocherebbe a questo stadio, il tetto a falde inclinate con la copertura a capriate lignee.
15
I lavori di restauro sono stati realizzati nellaprile del 2004 dallimpresa edile De Bellis di Nard, sotto la supervisione
dellingegnere dott. Ceo e degli architetti dott.ssa De Pinto e dott. Giacovelli.
16
17
Prova ne sarebbero i chiari segni delle cornici visibili sul prospetto est del tempio.
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parte quarta
Terra di Confine
Nel tentativo di ricostruire in maniera quanto pi fedele le vicende che hanno segnato la storia di Barsento, emergono le cronache del popolo che lha abitata per secoli.
la storia della sua entit civica: una Storia compiuta nel concreto da contadini, sostentati
dalle preziose risorse che il fertile e boscoso territorio ha potuto offrire loro. Si tratta di
un popolo nutrito dal culto autentico per un unico Dio e devoto al suo santo Tempio che
dopo secoli e alterne vicende regge ancora, memore di antiche storie. Ovviando alle
aspre questioni concernenti la giurisdizione territoriale26, si pu convenire sul fatto che
a Barsento sia comunque esistito un fiorente nucleo abitativo almeno fino allalba del
XV secolo27, e prova ne sarebbe la chiesa stessa, centro di raccolta per lintera comunit.
Barsento teatro di modeste ma significative vicende storiche per certo da ritenersi una Terra di Confine28: posta come cerniera in una fascia di terra che di per s
un confine naturale (il Canale delle Pile), quindi rappresenta da sempre un territorio
conteso, in quanto appetibile per qualsiasi dominio. Lo stesso Canale di Pirro vide il
susseguirsi di diverse dominazioni forestiere, fino a che nel XVII secolo fu spartito fra
la Curia di Monopoli, la Contea di Conversano e il Ducato di Martina Franca. Un secolo
dopo, era soggetto ad ulteriori divisioni, questa volta di ordine municipale, fra i comuni
di Monopoli, Fasano, Putignano, Alberobello e Castellana Grotte.
Come ogni sistema, anche la storia di Barsento conobbe un momento di crisi, che
dovette determinare diverse ondate emigratorie. Un fenomeno che interess via via tutta
la popolazione, che si spinse dapprima verso Monopoli, poi verso altre contrade come
Castellana e Noci, sino a giungere alla Selva di Alberobello.
Protagonista indiscussa stata una comunit di contadini, ma pure di fedeli che, al
di l della propria identit territoriale cui dovevano essere poco avvezzi i cittadini del
tempo , enumerava anche le popolazioni dei villaggi circostanti, e che radunava tutti in
peregrinazione verso ununica meta: la chiesa di Santa Maria.
Si tratta di definire se, in origine, Barsento abbia goduto di autonomia territoriale oppure sia stato soggetto alla giurisdizione feudale di Monopoli. Propende per la prima ipotesi Morea, 1892 (p. 149) sulla scorta dellatto di donazione del
1115 citato alla nota 43; mentre a favore della seconda ipotesi Lanera, 1979 (p. 136). Per un approfondimento della
questione si rimanda alla consultazione di Gentile, 2003 (pp. 139-146).
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La Storia
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Per la citazione si fa riferimento a De Pinto, Giacovelli, Montanaro, 1989 (pp. 79-84). Ulteriore appassionato appello
proviene da un articolo ancora pi remoto ma tanto significativo in Laforgia, 1964 (pp. 1-6).
31
La stessa chiesa di Barsento fu sottoposta a vincolo diretto, ai sensi dellarticolo 4 della Legge 1089 del 1 giugno 1939
(legge gi abrogata dall'art. 166 del D.Lgs. 490/99), con atto declaratorio del 16 marzo 1981 (n 2306), in quanto si
tratta di un manufatto di notevole interesse storico-artistico. Inoltre, larea che circonda questo monumento stata
anchessa sottoposta, con Decreto Ministeriale del 23 novembre 1981 (ai sensi dellarticolo 21 della stessa Legge
1089), alla prescrizione di vincolo indiretto. La masseria adiacente, infine, risulta assoggettata a vincolo diretto come
la chiesa (art. 4 - L. 1089) con Decreto Ministeriale del 16 aprile 1984.
32
A seguito delle disposizioni della Legge Galasso (431/85), con Decreto Ministeriale del 1 agosto 1985, che allora rappresentava la prima normativa organica per la tutela dei beni naturalistici e ambientali nel nostro Paese.
33
Con Decreto del Presidente della Regione Puglia n. 439 dell8 luglio 1986 risultava istituita lOasi di Barsento, comprendente porzioni di territorio del Comune di Noci, Alberobello e Putignano, per unestensione totale di circa 1100 ettari.
34
I beni culturali che compongono il patrimonio storico e artistico nazionale sono tutelati secondo le disposizioni del
Decreto Legislativo del 29 ottobre 1999, n. 490 del Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali
e ambientali.
35
Si fa riferimento alla legge regionale 19 del 24 luglio 1997 (secondo la direttiva U.E. 92/43). In quelloccasione, la
Regione Puglia approvava la Legge Regionale recante le norme per listituzione e la gestione delle aree naturali
protette.
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parte quinta
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Epilogo
Fac, precor, Domine,
me gustare per amorem
quod gusto per cognitionem;
sentiam per affectum
quod sentio per intellectum
Te ne prego, Signore,
fa che io possa gustare
per mezzo dellamore
ci che gusto con la conoscenza;
che io provi nellaffetto
ci che provo nellintelligenza
S. Anselmus Cantuariensis,
Liber meditationum et orationum,
Meditatio XI: De redemptione humana
105
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