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Deivis Marin

Elaborato II

CTT Italiano I

I linguaggi del bosco


I linguaggi del bosco un racconto fatto dal scrittore, giornalista e
saggista italiano Vincenzo Consolo. Il racconto breve e narra la storia in
due parti con lo stesso narratore. La prima parte presenta unuomo ammalato
che viene raccomandato da un dottore di andare in montagna per guarire:
Deve cambiare aria (...) Aria di montagna. Al bosco, al bosco della Miraglia;
la seconda parte introduce linfanzia dello stesso uomo, e le sue avventure in
campagna con la sua amica selvatica di nome Amalia. Il passaggio da un
livello narrativo allaltro si fa a partire dalla lettura di due fotografie: Tento
cio di raccontare la mia avventura nel bosco.
Nel testo si possono apprezzare due elementi interessanti: il ruolo
della fotografia nella modernit e la natura del linguaggio.
La fotografia viene presentata come una maniera di appropriarsi della
realt accattata sulla foto, lo stesso concetto creato da Roland Barthes in La
camera chiara, nota sulla fotografia. Le due foto non hanno un rapporto
diretto con la storia ma funzionano come una sorte di ponte tra un piano
diegetico e laltro.
Il linguaggio viene visto nel senso linguistico saussuriano che riferisce
allunione indissolubile tra significato e significante che forma i simboli.
Questo si pu vedere quando Amalia comincia a insegnare la nuova lingua al
fanciullo. Le cose sono le stesse ma i nomi con i cui si riferiscono cambiano:
chiamava per esempio sossi i maiali, beli le capre, scipe le serpi, aleppi i
cavalli, fruni gli alberi, golli le ghiande, cici gli uccelli, fibe le volpi, zimpi le
lepri e i conigli, lammi le mucche...

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