Francesco Antinucci
I tre compiti fondamentali del museo:
1) conservare
2) studiare
3) esporre le proprie opere
“Oggi come oggi, per quello che oggettivamente è, per come è offerto al
pubblico, per il tipo di educazione che caratterizza la gran parte dei suoi fruitori,
mi sembra difficile che il museo possa trasmettere cultura alle grandi masse
che lo frequentano” (sovraintendente in carica, già ministro dei Beni culturali).
“I musei odierni (...) non rispondono in generale a quella che dovrebbe essere la
loro esigenza fondamentale o primaria, di essere strumenti di comprensione
delle opere d'arte, cioè non svolgono la loro funzione educativa di carattere
pubblico” (Carlo Ludovico Ragghianti, 1974).
“Le belle opere d'Arte (...) sono quelle che perdono di più ad essere condannate
al ruolo inattivo che le attende nei musei (...) in quel luogo dove nessun
sentimento accessorio prepara l'anima e le dispone alle affezioni corrispondenti
all'opera” (Quatremère de Quincy, archeologo, 1815).
Quale il problema alla base di queste
denunce?
COMUNICAZIONE
Comunicare
è lo scopo e la natura stessa degli oggetti che il museo contiene.
Opere d’arte e teoria della
comunicazione
Che cos’è un’opera d’arte?
ha il compito di promuovere
l’atto comunicativo che è alla base della loro
generazione e costituzione
esposizione
Primario significa:
“Volevo manifestare i miei desideri a coloro che potevano soddisfarli, ma non potevo; poiché i
desideri erano al mio interno, e le persone all’esterno e non disponevano di alcun organo di
senso in grado di entrare nella mia mente” (Sant’Agostino, Confessioni, I, 6, 8).
Forma scelta dall’evoluzione umana acustica
fiume f-i-u-m-e
significanti significati
Non esiste, infatti, nessuna relazione naturale – spontanea – intuitiva nei segni delle
opere d’arte: per essi vale, tanto quanto per gli altri, il principio dell’arbitrarietà.
Se s R S
esprime la relazione ( R ) tra significante (s) e significato (S)
come in ogni equazione è necessaria la conoscenza di due termini per ricavarne il terzo
. s è dato per definizione ed è la parte percettiva del segno
. per ricavare S bisogna fornire R
. per ricavare R bisogna fornire S (il significato del segno)
Sappiamo con certezza che dato solo s non posso ricavare S e neppure R
Le icone sono arbitrarie e non è mai possibile inferire il significato dalla sola percezione
del significante. Un sistema di segni sottende sempre e comunque un codice.
E la stessa freccia, che significato ha impressa sul tasto di un registratore audio o video?
Di per sé non significa nulla…
Tutto questo vale anche per l’opere d’arte
pittorica e scultorea
Si potrebbe muovere la critica per quanto riguarda le opere che appartengono
ad una certa tradizione cosiddetta “realistica”.
“apparato di traduzione”
Alcune riflessioni…
1) La visione illusionistica serve all’ “evocazione drammatica”. La scena
rappresentata così come se la vedessimo da testimoni serve a produrre un
effetto emotivo forte, simile a quello che produrrebbe l’avvenimento reale.
Una corretta esposizione/esibizione delle opere d’arte deve tener presente dell’avvento
delle nuove tecnologie visive e saperle utilizzare…ne parleremo più avanti ☺
Museo espone le opere e deve
fornire il codice.
Solo in questo modo le opere
comunicano,
realizzando così la loro intrinseca
natura
e
svolgendo, quindi, propriamente, la
loro funzione culturale.
Oltre il codice, il contesto…
Nessun messaggio è comprensibile, anche se si possiede perfettamente il
codice in base al quale è generato, se non si dispone altresì del contesto che il
messaggio presuppone.
1) contesto fisico
condiviso nella
situazione prototipica
“quella ricevuta…”
per sapere di quale si tratta devo
conoscere il contesto comunicativo
3) Contesto enciclopedico: dato dalle conoscenze che pur non appartenendo alla
situazione dello scambio in atto e pur non provenendo dal
precedente scambio linguistico sono comunque presupposte
nell’interlocutore da parte di chi produce il messaggio.
come le scelgo?
1) Se conosco il mio interlocutore non è un problema: posso stimare cosa sa e cosa non
sa;
2) Se non conosco il mio interlocutore???
Se non conosco il mio interlocutore…?
Nel caso di comunicazione prototipica interrogo,
interagisco,
osservo…
sincrona asincrona