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Sulle Regole di Colombo

Solo per continuare la discussione

A seguito del dibattito sulle regole alla Cattedra del Dubbio di luned sera 8 febbraio,
desidero puntualizzare alcune cose che reputo importanti per una comprensione
completa del testo e dellargomentazione che ne seguita.
1
Gerardo Colombo stato un magistrato che ha compiuto unopera veramente
importante negli anni di Mani pulite. Gli va riconosciuto il merito senza ombre. Ha
indagato sulle storture insite nella stessa legislazione, ha individuato cattive
interpretazioni, ma soprattutto ha evidenziato interpretazioni perverse e distruttive a
diversi livelli, che non sto qui ad elencare.
2
Egli, per, si mosso allinterno della nostra Repubblica Italiana che fondata
sulla costituzione, una delle cose pi belle dei sistemi politici e democratici attuali nel
mondo, ma anche nellOccidente avanzato. Si muove quindi in quel sistema che nel
libro Sulle regole chiama sistema orizzontale. Qui si trovato a suo agio e va
riconosciuto che ha svolto con impegno e competenza il suo compito investigativo, e
che, in qualche modo, continua anche oggi, attraverso la sua azione educativa nelle
scuole.
3
Le considerazioni che espone nella parte riguardante il sistema orizzontale, che
quello della nostra Repubblica, sono condivisibili pienamente, sia per quanto
riguarda i notevoli stravolgimenti attuati da sistemi di potere che il nostro autore ha
combattuto con rigore, sia nella parte dove individua forti limiti ancora presenti nella
stessa costituzione, ma soprattutto nellapplicazione in una realt che sempre in
movimento che oggi diventa sempre pi difficile orientare per via di nuove e inedite
realt e per spinte esterne non sempre calcolate dalla stessa costituzione.
4
Ci che non convince dellimpostazione del libro piuttosto la definizione del
sistema verticale e del sistema orizzontale, che vedo troppo schematica e ambigua,
quindi, incapace di offrire unanalisi veritiera dei due sistemi e delle ragioni che sono
alla base di entrambi. Questa imprecisione porta, almeno a me sembra, a facili giudizi
sommari.
Non vengono, infatti, chiarite le ragioni culturali e storiche che fondarono e ancora
fondano la societ orizzontale, alla quale anche lItalia, soprattutto con la sua
costituzione, appartiene.
Ancora, quali sono le societ verticali, semplicemente quelle pi antiche? Qua e l si fa
riferimento alle dittature del Nazismo o del Fascismo, ma occorre dire che queste
esperienze non nascono da un sistema verticale ma da Democrazie, anche se
deteriorate e svuotate, come stato ben documentato da autori eccezionali, come
Arendt o Fromm, ecc.
Infatti, possiamo trovare sistemi verticali, come la Repubblica Romana, che
riconosciuta come la madre dello stato do diritto. Certo, molto imperfetto e lontano da
essere considerato un modello per tutti i tempi, soprattutto per i nostri. Eppure nel
suo interno ha saputo concretizzare delle regole di valore universale. La montagna di
leggi, fin troppe e contradditorie, vennero con Giustiniano ripulite dal troppo e dal
vano per diventare lunico codice vigente nellEuropa fino alla rivoluzione francese. Su

questo mi permetto di ricordare due esempi chiarificatori. Uno riguarda San paolo, che
si appella alla sua cittadinanza per difendersi dalle rappresaglie dei suoi concittadini
di Gerusalemme. Laltro ricordato da Tito Livio nella sua monumentale Ab Urbe
Condita. Egli ricorda che un comandante dellesercito romano che non aveva
rispettato la legge che impediva di continuare la battaglia dopo il tramonto del sole
venne condannato e ucciso.
Certo la Repubblica romana aveva molti limiti, accettava la schiavit come naturale,
ma non entriamo con la nostra discussione su questi temi. Il problema complesso e
non si pu dire che se cerano dei limiti tutto ci dipendeva dal sistema verticale. I
limiti cerano, ma questi limiti dipendevano dal fatto che la societ non era ancora
matura. Anche san Paolo non pone una questione sulla presenza della schiavit e noi
non dobbiamo pretendere da lui risposte che allora non potevano esserci. Del resto,
potremo anche chiederci: Cristo come si pose di fronte alla schiavit? Certo il suo
messaggio era chiaramente volto ad una giustizia piena, ma eravamo ben lontani dal
poterla praticare in concreto. La societ doveva progredire e maturare dal suo seno
quei valori che avrebbero cambiato radicalmente.
Possiamo dire che le intuizioni della filosofia greca e latina, con linserimento dei nuovi
valori portati dal cristianesimo, attraverso un cammino talora tortuoso, finalmente
approdato a quel movimento illuminista che si diffuse in tutta Europa. Un movimento
di estrema importanza e che si diffuse un po in tutta Europa, Italia compresa
(Pensiamo ai Verri, al Beccaria, allo stesso Manzoni).
, infatti, lIlluminismo che fonda la societ su quei valori universali insiti nelluomo
in quanto tale. Il vero illuminista concretizza una intuizione di santAgostino che
disse: In Homine stat veritas. Nelluomo sta la verit e da l dobbiamo ricavare i veri
valori e non da altre fonti. In base a questi valori riscoperti si rifiuta completamente
ogni sistema fondato su autorit esterne alluomo (Anche da Dio?).
Ricordiamoci della lotta contro le Religioni positive che volevano imporre un sistema di
valori eterodiretti. Pensiamo ai romanzi di Voltaire, in particolare Le Candide, a
Montesquieu, con due opere importanti per la diffusione delle idee illuministe, la
prima Lettere persiane, la seconda Lo Spirito delle leggi. E come si pu
dimenticare il grande Kant che elabora un sistema di principi che soli nel futuro
potranno costruire la pace perpetua (questo anche il titolo di una delle sue ultime
opere). Su questa opera di Kant si sono innestate le pi grandi e belle utopie, ancora
tutte da realizzare, ma non per questo false e da dimenticare.
Per il vero illuminista, quello della Francia e dellEuropa del settecento, tutto deve
essere giudicato sulla base dei valori insiti nelluomo, e tutto ci che viene imposto da
fuori deve essere escluso e combattuto. Dura battaglia fin da principio, e lontana da
essere realizzata, ma che la sola che pu costruire la pace perpetua tra tutte le
nazioni di diversa tradizione culturale e religiosa. Cos auspicava Kant e tutto
lIlluminismo.
Facendo nascere la societ orizzontale sui valori che sono dentro luomo, dentro ogni
uomo. bianco o nero o giallo, perch la natura delluomo sempre la stessa, siamo in
grado di esprimere giudizi di valore non di parte, ma che pensiamo universali. Questa

era la pretesa dei veri Illuministi di allora e di sempre (tra cui ci mettiamo certamente
anche Manzoni). Per Manzoni, ma anche per il vero illuminista, la verit non e non
deve essere schiava di certe tradizioni che normalmente sono solo espedienti per
marcare un potere dispotico. Quindi siamo in grado e nel dovere di giudicare anche i
comportamenti che sono del passato o al di fuori delle nostre tradizioni.
Sempre Manzoni, ma potrei citare tanti altri autori, accusa errori del passato,
affermando che i principi fondamentali della convivenza non hanno bisogno di essere
dimostrati. Essi sono nelluomo chiari ed evidenti, ma che solo per interessi furbeschi
vengono ignorati.
In conclusione possiamo dire che sulla base di valori insiti nella natura delluomo, non
solo siamo in grado di fondare societ pi eque, ma anche capaci di giudicare tutte le
culture del mondo: Questa non deve essere considerata una pretesa fuorviante o
imperialista. Se vogliamo lavorare per raggiungere quella Pace perpetua di cui
parlava Kant dobbiamo individuare dei punti comuni di intesa. E dove li possiamo
trovare se non allinterno della nostra natura umana?
Cosa, questa che non deve essere vista come unimposizione che sovverta le diversit
di ogni cultura, ma anzi, la sola capace di valorizzare le diversit. Utopia? Forse, ma
necessaria, perch lalternativa sarebbe una guerra continua tra i popoli.
Se qualcuno avesse la pazienza di leggere questi appunti, perdoni la fretta e
lincompletezza dellargomentazione.
Don Sante

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