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Sonderdruck aus MITTEILUNGEN DES DEUTSCHEN ARCHAEOLOGISCHEN INSTITUTS ROEMISCHE ABTEILUNG BAND 105, 1998 BULLETTINO DELL'ISTITUTO ARCHEOQLOGICO GERMANICO SEZIONE ROMANA VOL. 105, 1998 fina VERLAG PHILIPP VON ZABERN - MAINZ AM RHEIN. Gabriele Cifani LA DOCUMENTAZIONE ARCHEOLOGICA DELLE MURA ARCAICHE A ROMA CON APPENDICE DI STEFANIA FoGAGNOLO PROBLEMATICHE GENERALI STORIA DEGLI STUDI I problema dellesistenzs delle mura arcaiche & del relativo tracciato rimane uno dei pitt dibatwuti negli studi dell’archeologia romana. L'interesse per questo argomento ? testimoniato dalle aume- rose ricerche antiquarie condotte a partire dal XVII secolo' ¢ proseguite in modo pit sistema- tico nella prima meta dell'Ottocento*. Diversa- mente, per disporre dei primi rilicvi e di analisi di tipo monumentale bisognera attendere lo studio degli ingegneri R. Bergau ed E. Pinder nel 1862 che rilevarono una sezione dell'aggere serviano, annotandone sommariamente 1a stratigrafia’. I! quadro delle conoscenze fu poi ampliato dagli studi dell’ingegnere Rodolfo Lanciani*, condotti Questa ricerca deve molto agli incoraggiamenti del Prof. Andrea Carandini c a) clima dei seminari di studio da lui coordinati all’Universita di Pisa nell’ a 1991/92. Di utili consighi sono debitore, inoltre, si Profl. Filippo Coseell, Lorenzo Quilici, Dieter Mer tens ¢ al dort. Emanuele Gatti della Soprintendenza Archeologica di Roma; importante stato il contributo di idee dei drr. Nicola Terrensto ¢ Lars Karlsson; pre- 7iosainfine la collaborazione grafica dell dr. Alessan~ dra Colosimo, ma owiamente, solo chi sitive & responsabile delle ipotesi sostenute ¢ di eventuali omis- Bibliografia ¢ abbreviazioni vedi p. 388s. + Si vedino le osservazioni gia del Fabrest (618-1700) € poi del Bartoli (1635-1700) ripartate in R. De Angelis Bercolott, Le mura serviane nella quinta regione augustea, in: Larcheologia in Roma Capitale principalmente trail 1870 ed il 1890, con autopsie dei vari tratti delle fortificazioni emergenti cantieri edilizi della nuova cspitale d'Talia, in particolare nel quartiere esquulino e sul colle Qui- rinale, Fino a questo momento veniva accettata di fatto Pesistenza di un circuito di mura niferibile alleti regia, poi ristrutturato nell’eti medio- repubblicana; permanevano tuttavia alcune i certezze sull’interpretazione dei resti, dovute allarretratezza scientifica dellambiente accade- mico romano nei riguardi delle indagini su strut- ture monumentali, a favore invece di pit) erudite disquisizioni tworiche ¢ filologiche (Coarelli 1983b, 4 5.) Un'inversione di tendenza nella storia degli studi sulla Roma arcaica & segnata dal diffondersi, tra sterro_€ scavo. Catalogo della mostra 1983 (1983) 75) vedano come exempis A. Nibby, Le mura di Roma (1820); 5, Piale, Dissertazioni (1832-1854); G. A. Becker, De Romae veteris muris atque prtis (1842) » Bergan Pinder 1862, In procedenza rilievi gene rali del?aggere esquilino erano noti nella pianta del Noli del 1748 e nella carta redatta dall'armata francese durante Vassedio di Roma del 1849 (of. Frotaz. 1972, avy. 411. 513). + Lanciani 1871, 40 884 id. 1876, 24 58. 165 ss. Gli appunti manoscritti contenenti la documentazione sulle mura serviane sono conservati alla. Biblioteca Vaticana (Cod. Yat, at. 13044), su cui M. Buonocore, Sui codic: di Rodolfo Lanciani Vatican Latini 13031713047, Miscellanea Bibliotheese Apostolicae Vaticanae (1990), 28. Di questo periodo sono anche i pionieristici studi sulle mura di ea regis edi dal Par- keer: vedi Parker 1878. 360 a partire dagli ultimi decenni_dell’Ottocento, dell'interpretazione ipercritica alle fonti amtiche anche per eti dei Tarquini. Si tratta di un fenomeno che trae origine cipalmente dalle opere di storici tedeschi quali il Niebuhr ed il Mommsen ed alla quale aderiscono, sul finire del secolo, diversi studiosi tra eui Ewore Pais, «il pitt qualificato rappresentante in Italia della storiografia accademica germanica»’. E’ in questo periods che si inquadrano nel campo dell’archeologia le prime tesi circa Pinterpretazione dei dati: gia nel 1885 lo studioso tedesco O. Richter aegava l’esistenza di un circuito murario nel’eta regia‘. ‘Ad sso seguiva nel 1897 il paletnologo G. Pinza, che ipotizzava la creazione di un pianto di fortificazioni tra la fine del V e gli del IV sec. a.C., ponendo tra gli element’ archeo- logici a favore di questa tesi anche la dislocazione (presunta) di tombe a fossa di IV sec. aC. sotto alcuni tratti delle murs «serviane”. Pochi anni dopo, nel 1912, lazcheologa americana E, B. Van Deman per prima ipotizzd che alnterno delle forificazioni fossero distinguibili due fesi, di cui quella in cappellaccio (tufo granulare grigio), poteva ascriversi all'impianto pit antico, poi sostituits, dopo il 390 a.C. dalle murature in tufo di Grotta Oscura (tufo giallo litoide)*. Del 1929 ? l'ampio saggio di Inez G. Scott sulle conferme offerte dai dati archeologici alla tradizione della pit antica storia di Roma; si tratta di un’opera senza dubbio all’avanguardia per lepoca ed in essa ampio spazio viene dedicato al problema delle mura serviane, identificate nei +B. Tieves (ed), Lo studio dell'amtichiei classica nell’ Ouocento (1962) 1154 5s. ©O, Richter, Uber antike Steinmetzzeichen (1885) 15. ?G, Pinza, BCom 1897, 261, poi rpreso in Pinza 1905, 746-752 € Pinza 1912, 67-82. Su questa lines si pone anche Panticolo di J. B. Carter che nega Vesi- tena di mura urbane prima dell'incendio gallico» del 378 a.C: J. B. Cartes, The Evolution of the City of Rome from its Origin to the Gallic Catastrophe, Proc. Am, Philosoph. Soc. 48, 1909, 129-141. *E. B. Van Deman, AJA 16, 1913, 243-243. Da ricordare anche il tentativo di datzzione delle mura ser- Viane in base a criteri metrologici relativi ai blocchi presentato in P. Graffundes, Klio 11, 1911, 83 8. * Scow 1929, 69-54. GABRIELE CIFANI resti in opera quadrata di cappellaccio (tufo gra- nulare grigio). Agli inizi degli anni Trenta viene pubblicata, ad opera dellarcheologo svedese G. Siflund, la prima ed unica monografia sulle mura repubbli- cane. Si tratta di un visto lavoro topografico filologico, tuttora insostituibile, basato anche sugli appunti manoscritti di R. Lanciani, nonché da autopsie condotte sui tratti allora visibiliy in ess0 l'autre formuld la tesi secondo cui la cited di Roma fino all’epoca del c. d. «saccheggio gallico» (378 a.C. ca), fosse priva di un impianto di fortifi- cazioni continuo, ma disponesse del solo aggere esquilino come difesa urbans, integrato, strategi- camente, dalle fortificazioni indipendeni dei sin- goli colli; infine, i segmenti in cappellaccio (tufo granulare grigio), gia dal Lanciani attribuiti alla fonificazione arcaica, sarebbero stati da rferice al restauro del circuito murario medio repubblicano effertuato dai consoli Ottavio ¢ Merola nell’ 87 a.C. (App. Bell. Civ. 1,66,303)'°. Negli anni seguenti G. Lugli, in due diversi contributi, nel 1933 e nel 1934, propose di indivi duare le mura arcaiche di Roma nei segmenti in opera quadrata di tufo granulare grigio con bloc- chi tagliati sul modulo del c. d. piede osco-italico (mm 272)"; questa tesi ottenne credito in ambito scientifico™, ma venne criticata a pantire dagli anni Cinquanta dagli studi del Gjerstad sulle mura di eti regia che, pur se riduttivi sul reale livello di sviluppo della Roma di VI sec. a.C. arrivarono, comunque, ad ammettere Pesistenza, oltre che dell’aggere esquilino, anche di trattiiso- lati di fortificazioni sul Quirinale e sul Campi- " Perplessitt sulla datarione delle mura in opera quadrata di cappellaccio (tafo gramulare geigio), deri- vata al Siflund da un’acritica leteura di Frank 1924 felativamente agli impieghi pid recenti ¢ sporadici di questo tipo di tufo nell’dilizia romana, sono gid espresse in: A. M. Colini, BCom 1932, 357-359. Lugli 1933 con bibl; Luglt 1934, 99-117 ™ Quoniam 1947, 57 55; J. Le Gall, EtACI 2, 1959, 47 5 R. Bloch, Origins of Rome (1960); A. Piganiol, La conquéte romaine (1967); A. Magdelain, Recherches sur l“imperium, la loi curiate et les auspices d’investi- ture (1968) 66, Per un accurato elenco delle posizioni i vari studiosi sull’argomento: R. Thomsen, King Ser- vius Tullius. A Historical Synthesis (1980) 222-235 con bibl. LA DOCUMENTAZIONE ARCHEOLOGICA DELLE MURA ARCAICHE A ROMA 361 doglio®. A partire dagli anni Sessanta una serie di invenimenti archcologici, relativi agli abitati medio tirrenici', ha modificato il quadro delle conoscenze sulledilizia arcaica in questa area, apportando utili raffronti tecnici ed urbanistici alPipotesi dell’csistenza di un circuito murario ella Roma di VI sec. a.C iit recentemente il problema delle mura fosse circondata da mura, pur esistendo alcuni resti in cappellaccio che possono risalire al VI sec. a.C., ma di incerta interpretazione: «Mais toute la question est de determiner la fonction exacte de ces restes et sur- rout leur tracé global». M, Pallottino nella sua_ultima monogrifia sosteneva che il sistema difensivo si avvalesse in gran parte di opere preesistenti collocate a difesa delle singole alture, eventualmente integrato dalPaggere esquilino, escludendo anche ogni rap- porto tra le fortificazioni arcaiche ed il cirevito murario. medio-repubblicano, anche se ammet teva che: «... esistono alcuni modesti avanzi di tratti di mura di cappellaccio che si sono voluti attribuire ad una fase pitt antica, forse veramente grossi dubbi sussistono in serviana; ma proposito.»” TT. J. Cornell esclude per Peti dei Tarquini lesi- stenza di un circuito murario urbano, accettando solo il collegamento tra Servio Tullio ¢ la costru- zione dell'aggere. Lo storico inglese sostiene anche che la maggior parte dei centri dell’Etruria fossero privi, in eta arcaica, di fortificazioni uni tarie ¢ cita a riguardo i centri di Cacre, Tarquinia, Veio, dove le fortificazioni non apparirebbero prima del IV sec. a.C. Analogamente il confronto viene allargato al mondo greco coloniale, trac- renaio, Velia and Carinae: Some Observations on an Ares of Archaic Rome, in: E. Herring ~ R. Whitehouse = J. Wilkins (cd.), Papers in Talian Archaeology 5 (3992) 31-47. ” Gis C. F Giuliani ~ P, Sommella, PP 52, 1975 368-370; F, Castagnoli, Roma aatica, Profile urbani stico (1987) 28-29; Colonna 1988, 491-492; L. Quilict in: Cristofani 1996, 40; Coarelli t995, 14-2. M. Andreassi, LTUR IT (1996) 319-324 5. ve “Murus Servii Tullis, Mura repubblicane. "J, Poucet in: La Rome des Premiers Siteles. Légende et Histoire. Actes de la table ronde en ’hon- neur de Massimo Pallottino, Paris 199° (1892), 230-231 M. Pallottino, Origine storia primitive di Roma (1993) 264-265. 362 GABRIELE CIFANI ciando l'immagine di una generale scarsita di cen- tri urbani fortificati nel VI sec. a.C., ad eccezione delle cittd della Ionia; infine, soffermandosi sul dato dell’esistenza di piccoli centri fortificati nel Lazio (¢s. Lavinium), afferma, giustamente, come cid (da solo) non risulti determinante ai fini del dibattito in quanto, a livello di metodo, i simile non pud essere paragonato con ill simile”. MURA SERVIANE: PROBLEMI DI STUDIO E DI IDENTIFICAZIONE, I problema maggiore che si pone nello studio delle fortificazioni arcaiche a Roma @ quello della qualita dei dati a disposizione: la maggior parte dei segmenti di mura sono stati rinvenuti alla fine dell’Ortocento, in scavi d’emergenza ¢ privati di {qualunque documentazione stratigrafica; in molti aliri casi i resti murari sono stati obliterati o demoliti senza un adeguato studio o addirittura sono rimasti inediti 0 pubblicati solo sommaria~ mente". La mancanza di una precisa documentazione hha eausato equivoci anche sulla funzione dei resti murari rinvenuti, creando confusione, ad esem- pio, tra i muri di aggere, contraggere, muri a ter- rapieno ecc, tale da influenzare negativamente gli studi successivi. La carenza documentativa insieme alla dif- ficolta di uno studio direro dei resti hanno por- tuto spesso ad ignorare a presenza di pid fasi interne alle fortificazioni, con nuove tecniche edilizie differenti materiali, 0 anche con il reimpiego di materiali gil utilizzati nello stesso impianto. % T. J. Comell, The Beginnings of Rome. Italy and Rome from the Bronze Age to the Punic Wars (€. 1000-264 B.C.) (1995) 198-202. Su simili posizioni: R. Ross Holloway, The Archaeology of Early Rome ‘and Latium (1994) ed anche C. J. Smith, Early Rome and Latium. Economy and Society ¢. 1000 to 00 B.C. (1996) 153, tecensito da N, Terrenato, AJA 101-2, 1997, 419-430. © Per una descrizione delle scoperte archeologiche avvenute presso l'aggere Esquilino negli anni immedia~ tamenie successivi al 1870: R. De Angelis Bertolott, 0. ¢. (nota 1). In conclusione, la scarsa intellegibilita dei dati archeologici ha generato un diffuso scetticismo sullargomento con cui hanno finito per interagire le diffuse teorie ipercritiche nei confronti delle fonti letterarie sui primi secoli della storia di Roma. Scopo di questo contributo non & quello di cereare conferme per la tradizione annalistica, bensi di illustrare gli elementi archeologici che, alla luce delle acquisizioni pitt recent, contri- buiscono alla tesi dellesistenza di una fortifica- zione urbana, unitaria in ett arcaica. ‘Attualmente gli elementi archeologici di cui disponiamo per poter inquadrare le mura al VI-V sec. aC, sono: 1. I tipo di tecnica muraria: Lopera quadrata senza uso di leganti attestata a Roma a partire dalla prima meta del VI sec. 2.C,, affiancando ¢ sostituendo progressivamente la pid antica tecnica edilizia lapidea basata sullimpiego di schegge di tufo legate con argilla, poste a fondazioni di alzati lignei'*, Situazioni analoghe di evoluzione tecnica possono indivi- duarsi in altri centri det Lazio, in particolare a Lavinium dove le nuove mura in opera quadrata, datate al VI sec. a.C., si sovrappongono alle pre- cedenti in schegge 2. Il tipo di materiale impiegato: Il tufo granulare grigio, comunemente nowo come cappellaccio (descritto anche come tufo cinereo, tufo lamellare, spesso confuso con il peperino): unignimbrite del complesso vulea- nico sabatino e viene utilizzato in modo esteso a Roma nel VI-V sec. a.C., in concomitanza con il diffondersi dell’opera quadrata; Yimpiego di que- sto tufo prosegue per il IV e III sec. a.C., limitaro + Come esempio di tale evoluzione tecnica a Roma jeda la sequenza delle mura alle pendici setentrio- nai del Palatino: Carandini et al. 192, 112-1 per un elenco delle prime attestazioni dell'opera qua rata a Roma: Cifani 1994, 187-188 con bibl. per V'Etruria meridional: B. Belelli Marchesini, Ledilizia in Etruria meridionale dal VII al IV sec. a.C. Tecniche ed accorgimenti costrutivi. Tesi di Dottorato di Ricerca. Universita degli Scudi di Roma «La Sapienza» (1995). 3 In generale: Guaitoli 1984, 371~3725 per Lavir nium da ultimi: Fenelli ~ Guaitoli 996, 185. LA DOCUMENTAZIONE ARCHEOLOGICA DELLE MURA ARCAICHE A ROMA 36 perd ad opere sotterranee di ingegneria idraulica ed alle fondazioni di edifici"*. 3. Il sistema metrico adottato: Il taglio dei blocchi che segue, prevalente- mente, le dimensioni di un piede italico di altezza (0,272 m) per due di larghezza e tre di lunghezza (0,272 x 0,55 x 0,825 m)". Tale modulo, caratteri- stico della fase arcaica, si ritrova attestato spora- dicamente fino al III sec. a.C. per gli spechi sor- terranei dell’Aque Appia (512 aC.) ¢ dell’Anio Vews (272 2.C)% Il sistema metrico . 4. Elementi stratigrafici relativi ad slenni tratti: 2) LAnalisi del riempimeato del muro presso il Ministero dell’Agricoltura con recupero di un frammento di ceramica attica a figure rosse data- bile agli inizi del V sec. a.C. (490-470 a.C.) (cfr. scheda ar. 7). b) La testimonianza del De Rossi circa il recu- pero di sepolture ad inumazione, riferibili lf VII sec. a.C, obliterate dal riempimento delle mura lungo il Quirinale all'altezza di via Flavia, presso il demolito Villino Spithaver (cfr. scheda nr. 9). ©) La notizia, sia pure generica, del recupero di materiali arcaici dal riempimento dell'aggere esquilino (Siflund 1932, 15234 con bibl.). . Elementi topografici: 2) Il diverso orientamento tra le mura in tufo granulare grigio ¢ quelle in tufo giallo litoide di * Gifani 1994, 199-200 con bibl % Siflund 1932, 129 ss.; Blake 1947, 243 Lugli 1957, 21 * Blake 1947, 126. » L, Nielsen ~ B. Poulsen (ed.), The Temple of Castor and Pollux L ‘The pre-Augustan Temple Phases with related Decorative Elements (1992) 61 ss. # Cf Gusitoli 1984 con bibl. Pid in generale per una breve sintesi sulle fortificazioni in Italia: M. Mille, Befestigungsanlagen in Italien vom 8, bis 3. Jh. v. Chr. (995). eta medio repubblicana, riscontrabile nel tratto noto sotto la Stazione Termini (scheda nr. 14) ed in quello sull’Esquilino sotto la chiesa di S. Vito (ocheda nr. 16). b) La dislocazione dei sepolcreti di VI-V sec. 4.C. in rapporto all'andamento delle fortifica- zioni arcaiche (vedi oltre). 6. Confronti urbanisti Recenti indagini sui centri latini hanno dimo- strato uno sviluppo dei sistem delle fortificazioni nella meta del VI sec. a.C., parallelamente ad tun’evoluzione generale dell’edilizia e dell’urbani- stica nel Lazio, dove la documentazione archeo- logica rivela Pesistenza di abitati di eta arcaica cir condati da fortificazioni unitarie anche se con impegno diverso 4 seconda dei punt, I sistemi impiegati per fortificare le citti sono ricondott a tre il primo & V'agger con muro di appoggio, attestato gia dal Bronzo Finale, ma dif- fuso a partire dall’VIII sec. a.C.%, il secondo @ il muro a terrapieno, fortificazione concepita come tun paramento in opera quadrats che riveste ed accentua il declivio naturale, con lo spazio inte medio colmato parallelamente all’erezione del muro. Il terzo tipo & quello di tagli artificial del terreno, integrato eventualmente con tratti in muratura Tra i casi di fortificazioni indagate stratigrafi- camente possiamo ricordare quelle dei centri di Ardea, Lavinium’', dove & stato documentato un tratto dellaggere e parte delle mura, quindi, Ficena’* e Decima® Per VEtruria meridionale manca ancora uno studio specifico sulle fortificazioni; dai maggioci centri urbani possediamo perd alcuni dati di seavo: a Veio almeno una parte delle fortificazioni si pud datare alla fine del V sec. 2.C., in base alle ™ Per un elenco delle fortificazioni ad aggere dei centri latini: L, Quilici, Ocnus 2, 1994, 147158 ® Quilici Gigli, in: Cristofani 1990, 192 15. con bibl. » Fenclli ~ Guaitoli 1990, 182 ss. + T, Fischer-Hansen, Scavi di Ficana 1. Topografia generale (1990) 121-1225 C. Pavolini, Ficana, i stofani 1990, 178-179; quindi R. Brandt, Sea Ficana I 1. Il periodo protostorico ed arcaico (1996) 376: >) Gusitoli 1984, 371 con bibl. 364 GABRIELE CIFANI indagini di scavo edite™ ma non sarebbe corretto escludere a priori lesistenza di opere difensive pitt antiche per il salo fatto che non siano state rrovate. "A Tarquinia, ad csempio, recentemente aleune indagini stratigrafiche presso la Porta Romanelli hanno permesso di documentare parte di un riempimento databile alla mesa del VI sec. 2.C., contenuto da un muretto a secco, poi tagliato dalle mura urbane di IV sec. 2.C.; Pipotesi, verosimile, avanzata dagli scavatori @ che possa trattarsi di parte di una fortificazione arcaica ad att, Tafine, anche la documentazione archeologica relativa a diversi contesti urbani coloniali della Magna Grecia ¢ della Sicilia mostra una diffu- sione degli impianti difensivi intorno alla meti del VI sec. a.C., sia pure con esiti differenti, a seconda delle risorse locali*® T TRATTI DI MURA RIFERIBILE ALLE ORTIFICAZIONI ARCAICHE Tl catalogo che segue riunisce i resti ettribuibili al circuito murario di eta arcaica, 4 J, B. Ward Perkins, BSR 27, 1959, 66-675 id., BSR 2y, 1961, 32-39 5B. Massiba, Recenti scavi e ricerche sul sito urbano di Tarquinia, in: M. Martelli (a curs di), Tyr- thenoi Philotechnoi, Atti giornata di studio Viterbo 3990 (1994) 69 58. Importanti resti di fortificazioni, purtroppo non facilmente databili, sono presenti anche a Caere: G. Nardi, Ricognizione nell'area vrbans antica, in: Archeologia nella Tuscia 2, 1986, 15-26. Tn generale: H. ‘Tréziny, Greek military architec ture in the West in: The Wester Greeks. Cat. Venezia 1996 (1996) 347 88., D. Adamesteant, Quadro storico delle fortficazioni greche della Sicilia e della Magna Grecia, in: Leriche - Tréziny 1986, 105 88.5 H. ‘Tréziny, Les techniques grecques de fortification et leur diffu- sion & la périphérie du monde grec d’'Occident, ibidem, 18% 88. Per Velia: F. Krinzinges, Die Stademauern von Velia, ibidem, 121 ss.; Caulonia: H. Tréziny, Kaulonia I. Sondages sur Ia fortification Nord (1982-1985) (1989) 25-255 Locri: M. Barra Bagnasco, Fortificazioni ¢ citta. a Locri Epizefiri, RM 103, 1996, 272; Megara Hyblaeat H. Broise - M. Gras ~ H. Tréziny, MEFRA 95, % 1983, 649; Selinunee: V. Tusa, Selinunte. La cinta muraria dell'acropoli, in: Leriche ~ Tréziny 1986, Sono stati esclusi tutti quei segmenti di muri dalla dubia funzione o di cui mancano suf- ficienti dati, alcuni dei quali erano gia compresi in precedenti clenchi; sono stati inoltre descritti anche aleuni casi di presunto reimpiego di tufo granulare grigio dalle fortficazioni arcaiche”. I segmenti murari esclusi. 2) Campidoglio, arce: Alcune strutture, poste ad Est dell’Arce capi- tolina, rinvenute nel 1876 ¢ nel 1931, gia niferite alle mura urbane, sono state pit di recente attri- buite al complesso del tempio di Giunone Moneta’. b) Campidoglio, pendict settentrionali: Resti di un muro in opera quadrata di tufo gra- nulare grigio, sono visibil alla pendice settentrio- nale del Campidoglio, a mezzacosta, hango via della Salita delle tre Pile e sottostanti area del tempio di Giove. La struttura fu riferita dal Gjer- stad alle fortificizioni arcaiche”, ma & da inter- pretarsi pid verosimilmente come parte di opere i terrazzamento al colle espitolino, create, forse, trrssij Agrigento: P. Griffo, FA 1957, ne 1940) 119-120; P. Mingazzini, L. Roochett, Agrigento, EAA |, 1958, 148-157. ¥ Per tina prima edizione di questo catalogo: G. Cifani, Le mura arcaiche di Roma, in: Carandini 1997, 623-627. © Lancian’ 1876, 34; Lugli 1933, (8-25, mm 35 A. v, Gerkaa, RM 55, 1949, 8 $83 Gjerstad 1960, 30: G. Gianneli, La leggenda dei “Mirabilia» e Vantica wopogeafia dell’Arce Capitolina, in StRom 26, 1978, 64-65, nota 22 con bibl; G. Giannelli, Il tempio di Giunone Moneta cla casa di Marco Manlio Capitolina, BCom 1982, 7 ss, quindi M. Brancia di Apricena, 1! demolito convento dell’Aracoeli. Tesi di Dottoraro di Ricerca. Universita degli Scudi di Roma «La Sapienza (1994) ‘» Saflund 1932, 100-10r fig. 45 (Cap. D)s Lugli 1933, 16-17, nx, 15 Gjerstad 1960, 27-30, Figg, 34. In questa sede é stato anche escluso il muto a bloechi di tufo granulare grigio, su fondazioni di cementizio, pre- sente in via del Teatro Marcello od edito in Picozzi ~ Sommella 1973, 15, nf. 1 b, su cui pits recentemente: Ruggicro 1990, 25~24 LA DOCUMENTAZIONE ARCHEOLOGICA DELLE MURA ARCAICHE A ROMA 365 in concomitanza con la costruzione del tempio di Giov pendici sud occidemiali, area del tempio della Magna Mater: Opere di sostruzione note presso l’angolo Sud Occidentale del Palatino e riferibili a parte di una pid) ampia serie di terrazzamenti, interpretati a lungo come opere di difesa®. d) Esquilino, Convento dei Liguorini (Via Merulana): Una laconica segnilazione di due muri paral- Ieli, in opera quadrata di tufo granulare grigio, con blocchi posti di taglio, alla distanza di dodici metri Puno dallaltro, nell’area del Convento dei Padri Liguorini alla via Merulana, @ stata riferita, dubitativamente, al circuito murario arcaico™. II primo segmento, pitt a Nord (largh. 0,50 m ca; alt. 1 m ca) era visibile per tre filari, il secondo, pid a Sud (largh. 050 m ca; alt. 2,60 m ca) mostrava otto filari; entrambi i muri, forse parte di fondazioni di un edificio isolato, poggiavano su di uno strato di terra di riporto contenente materiale archeologico di VI sec. a.C. (vasi d’im- pasto, bucchero). Questi ultimi elementi uniti alla loro dislocazione inducono ad escluderli dall’insieme dei resti riferbili alla fortificazione arcaica. © Principale bibliografia in: P. Romanelli, Lo scavo al tempio della Magna Mater sul Palatino ¢ nelle sue adiacenze, MonAnt 46, 1963, 213-115, quindi riconsi- derato in: P. Pensabene, 1 tempio della Vittoria sal Palatino, BA 11-12, 1991, 21; id, Casa Romuli sul Palatino, RendPontAc 68, 1990-91, 118-1195 P, Batti- stell, I santuario della Magna Mater sul Palatino. Lo sviluppo architettonico. ‘Tesi di dottorato di ricerca Universita degli Seudi di Roma BUR, taw 41; Siflund 1932, 26-31 (Aw E, tan, 23, fig. 12-14) con bibl; Gjerstad 1933, 25 % Sifland 1932, 30 fig. 293 Quoniam 1947, 43-52 figg, 3~4 tavv. 2-33 Picozzi ~ Sommella 1973, 30-31 nt, 24. Quindi Coarelli 1995, 18-22. > G. Lugli, che sosteneva la tesi riguardo Tesch sione dell'Aveatino dal pid antico circuito murario urbano, ipotizzava per questi resti una sola fase di costruione: Lugli 1957, 265. 374 GABRIELE CIFANI | ir Se” “ee u : 4 a q py ond an Vo, Ay, Fig. 12 Roma, Aventino, Localizzazione degli scavi Parker (ns 18) presso Vatuale via della Piramide Cesta (via di Porta S. Paolo) Fig. 13 Roma, Aventino, via della Piramide Cestia (ar. 18). Dettaglio fotografico degli scavi Parker costruito con blocchi di tufo, il quale si internava nel colle»” 21. Campidoglio, mura alle pendici occidentali (figg. 16. 17, ne 21). Sulla pendice Nord occidentale del Campi- doglio, all’inizio dell’antica via di Tor de” Specchi, fu scoperto nel 1925, durante i lavori di isola~ mento del Colle Capitolino e apertura della via % Notizia preliminare in Lanciani, Roma, NSe 1886, 274, poi in L. Borsari, BCom 1888, 20, C. Hil- sen, RM 4, 1889, 260 ¢ RU. tav. 28; T. Frank, AJA 22, 1918, 176 nr. t: riporta la testimonianza successiva del Lanciani che ricordava Varco costruito in blocchi i cappellaceio (tufo granulare grigio), inoltre: Lugli 1933, }4y 8 173 G. Lugli, RendLine 21, 19435 389 (che considera I'arco non anteriore al IV sec. a.C., mentre per le attestazioni di uso del sistema ad arco nel VI see. 2.C. « Roma: Cifani_ 1994, 194-196), quindi Blake 947, 25 con bibl; Gjerstad 1954, 60, nr. 175 Lugli 1957, 343i G. Cressedi, BCom 89, 1984, 256-2575 mr. 2, che immagina Varco’ edificato in peperino © non anteriore all'eta medio repubblicama, infine F. Coarell, I Eoro Bosrio. Dalle origini alla fine della repubblica (1988) 35, on 1 LA DOCUMENTAZIONE ARCHEOLOGICA DELLE MURA ARCAICHE 4 ROMA 375 Fig. 15 Roma, Aventino, Localizzazione del traxo di mura tra il convento di $. Vincenzo e §. Maria in Cosmedin (nt. 20) etitvation, Vr tS L hioiweneien pean AREA DI GIOVE CAPITOLINO TERRAZZO INFERIORE’ vavnoauos 376 GABRIELE CIFANI LA DOCUMENTAZIONE ARCHEOLOGICA DELLE MURA ARCAICHE A ROMA 377 del Mare, un tratto di muro considerato di eta arcsica””. Questo tratto, parallelo alla via di ‘Tor de’ Specchi, & tuttora visibile attraverso un pas- saggio mantenuto sotto il livello stradale, in pros- simita dell’innesto tra via del Teatro Marcello ¢ via delle Tre Pile. La struttura, con orientamento " Nord/Nord-Est, @ appoggiata direttamente sul banco di tufo litoide, al di sopra di un taglio della roccia, nel punto in cui il colle piega verso Tin temo, determinando Pinsenatura tra Arx e Capi- tolium. Lalzato @ in opera quadrata di ufo gra- sulare grigio, con blocehi posti in chiave ¢ con + arretramento in facciata (Iungh. 20 m ca; largh. 1,80 m ca; alt. 1,08 m ca; i conci mostrano le § seguenti dimensioni: 0,85 x 0,58 x 0,27 m). Al f momento della scoperta erano visibili sei filari in altezza’’. ConcLustont I dati archeologici a nostra _disposizione mostrano, per quanto riguarda i resti murari, una | 7 A. Mufioz ~ A.M. Colini, Campidoglio (1930) 36; Siflund 1932, 101-105, fig. 46 (Cap. E); Lugli 1933, 37-18, ne 25 Gjerstad 1954, 56-57, mr. 25 Gjerstad 1960, 27-30, inoltre, con Fferimento alla storia degli scavi nell'area: G. Pisani Sartorio, Le scoperte archeo- Jogiche avvenute nel cosso dei lavori per Fsolameato del Campidoglio e il Foro Boario, in: Cardilli 1995, 53 fig. 2. ™ Un breve tratto di mura attribuito ipoteticamente al racciato arcaico & stato identificato nel 1977 Tungo il Vicus Tugarius, a nord dell’area sicra di $. Omobono, In atcesa di urvedizione esaustiva del rinvenimento, notevole omogeneiti a livello tecnico, essendo realizzati in opera quadrata di tufo granulare gri~ gio (un'eccezione & costituita dal nr. 10) con bloc- chi impostati prevalentemente su multipli del piede osco-italico. Emerge inoltre un sostanziale carattere unita~ rio dei resti noti a livello edilizio ed urbanistico, che non pud essere considerato casuale, soprat- tutto se si considera la distanza reciproca che separa topograficamente molt dei segmenti mur A livello esecutivo possiamo notare_infatti come la maggior parte dei resti individuati (17 su 21) siano fondati sul terreno naturale o su limitati riporti artficiali di terreno e si dislochino in una fascia altimetrica compresa tra i 40 ¢ i 55 metri sslim., che corrisponde alla sommita dei principali rilievi (Quirinale, Esquilino, Aventino)”. Fans eccezione: il tratto nr. 21 ubicato sulla pendice nord occidentale del Campidoglio, ad una quota di circa 20 metri s.m,, i tratti nr. 1 e 20 ubicati sulle perdici, rispertivamente, del Quirinale e dell’Aventino, insieme al segmento ar. 18, presso interpretabile tuttavia anche come sostruzione del calls, ci si pud cferire solo ai pochi dati not in forma ppreliminare che descrivono la struttura in opera qua- drata con blocchi in tufo geanulase grigio, visbile per ccingue filari (largh. m 1,20 / 3,553 alt. m 1443); blocchi, posti di testa, mostrerebbero un'altezca di 26 ca: Ruggiero 1999, 24-25 figg, 34, con_ bibl; sul traccisto’ delle mura arcaiche presso il Campi- doglio da ultimo: E. Rodriguez. Almeida, BA 8, 1991, 3S. » Per i dati alimetricis N. Terrenato, La morfolo- gia originaria di Roma, in: Carandini 1997, 587-594 Fig. 17, Roma, Localixeavione dei tratti di mura riferibili alla fortfiazione urbane di et} arcaica x Quirinale, tra la Salita del Grillo e Largo Magnanapoli. -2 Quirinale, via XXIV Maggio, Palazzo Antonelli. ~ 2a Qurimle, Giardini Colonna, probable reimpego di blocehi — 2b Quitinale, via Quattro Fontane, probabile reimpicgo di blocchi. ~ 3 Quirinale, giardini di Palzzzo Barberini. - 4 Quirinae, via XX Settembre, Caserma dei Corazzieri. - $ Quitioale, largo 8. Susanna. — 6 Quirinale tra la Chiesa di S. Maria della Vittoria e il Ministero dell Agricoltura ~ 7 Quirinile, via XX Settembre, Ministero dell Agricolturz.~ 8 Quirinale, via Giosu’ Carducci. ~ $a Quitinale, via Salandra (gi via delle Finarze), probabile reimpiego di blocchi. ~ 9 Quirinale, rs via Quintino Sella e via Aureliano. - 10 Quirinale, Porta Collina (via XX Settembre, via Goito).— 11 Esquilino, agger, via Gaeta = 12 Esquilino, agger, piazza dei Cinquecento.— 13 Esquilino, agger, via E. De Nicola. — 14 Eoquilino, agges, Monte i Giustizia, Savione Termini, - 14a Esquilino, agger, Stazione Termini: probabile rimpiego di bloechi. ~ a4b Esquilino, ager, tra la Stazione ‘Termini ¢ !'Auditorio di Mecenate, probabile reimpiego di, blocchi. — 1g Esquilino, agger, Piazza S, Maria Maggiore, Via Merulana. ~ 16 Esquilino, agger, S. Vito, ~ 17 Esquilino, agges, via Merulana, ~ 18 Aventino, via della Piramide Cestia.~ 19 Aventino, 5. Sabina, ~ 20 Aventino, arca trail demolito convento di S. Vincenzo eS, Maria in Cosmedin. ~ 21 Campidoglio, mura alle pendici occidentali 378 GABRIELE CIFANI t 4 : Fig 18 Lavinium (prow Roma). Particolare delle fortificazioni il sito della Porta Raudusculana, alla base della pendice occidentale del Piccolo Aventino», in una regione di fondovalle con una quota intorno ai 10 motri sim. (fig. 17). Possiamo ricordare inoltre come le strutture catalogate trovino puntuali riscontri a livello edi lizio ed urbanistico nelle fortificazioni note dei centri latini del VI-V sec. a.C., come nel caso di Lavinium (fig. 18). ‘A questo punto, se possiamo affermare che i segmenti di muri identificati siano da riferisi a esti di fortificazioni, rimane il problema della datazione degli stessi. A riguardo ? bene ricordare ‘come purtroppo non disponiamo ancora di dati stratigrafici estesi: unico sondaggio stratigrafico, quello realizzato da Giacomo Boni sul Quirinale (nt. 7), non pud servire ad altro che ipotizzare per quel tratto di fortificazione con riempimento interno un terminus post quem relativo agli anni 490-470 a.C, Tuttavia a livello di metodo str grafico la sua valenza @ relativa, poiché non sap- piamo se lo strato in questione sia stato scavato interamente e quali siano stati tutti i material rin- veauti. Tin attesa di future indagini di scavo non poten- doci awalere soltanto dei pochi riferimenti strat grafici noti, dobbiamo avvalerci di un insieme di pitt criteri di datazione. A livello di confronti tecnici nel campo edili- io abbiamo ricordato come, in base al materiale impiegato, al tipo di opera quadrata ed al relativo sistema metrico adottato, i resti documentati tro- 380 vino confronti in opere datate tra la meta del VI sec. a.C. € gli inizi del Ill sec. aC. ‘A livello. topografico un’interessante indica zione cronologica viene anche dalla dislocazione dei sepolereti arcaici dell’Esquilin, recentemente individuati esternamente al tracciato del probabile aggere esquilino" (figg, 19-20). A riguardo & anche da riconsiderare il gruppo di tombe ar- caiche presente nell’area di Piazza Magnanapoli (davanti alla chiesa di. Caterina), gi ritenute dal Pinza anterior alla cinta muraria in opera qua- drata di tufo giallo litoide in quanto ubicate all'interno di questa", ma probabilmente esterne alla fortificazione in rufo granulare grigio, almeno se si considera 'ubicazione dei resti noti in vie dlls Salita del Grillo e presso Palazzo Antonelli (cfr. schede nr. 1-2)". Linsieme dei dati archeologici disponibili per metie quindi di proporre una ditazione di quests fortificazione urbana tra il VI ed ill V sec. .C, Tale sistema difensivo si ipotizza come u rio, basato su un potenziamento delle difese natu- rali, mediante il ricorso a fortificazione ad aggere © muri con riempimento addossato, integrato verosimilmente da tagli artificial delle pendici dei colli. Questa fortificazione arcaica sarebbe stata poi cistrurturata in ett medio repubblicana, senza modificame sostanzialmente il tracciato. In base alle pitt recenti acquisizioni il quadro schematico ddl’evoluzione difensiva del pid antico abitato di Roma sarebbe ill seguente: 1) Seconda meta VII — prima meta VI sec. a.C: fortificazioni isolate dei singoli coll 2) Seconda meti VI-IV sec. a.C. prima forti- © Colonna 197751493 Bartoloni 1987) 152-1555 quindi in gencrale: G. Coloana, Roma areaica i suci le vie per i Colli Albani, 338, 0. «(note Pings 1905, 260-264 (tombe CLXXI-CLXXID; pi difficile un inquadramento per la tomba a camers CLXX (20-263), disponendo sokanto della notizis circa il reeupero di materiale di IV-III sec. a.C. nel Hlempimento interno: Pina x93a, 78-79. Sw quests ‘scpolture, inokre: Colonna 3977, 137-1395 C. Martini, in: Cristofani 2990, 255 La presenza di sporadiche tombe arcaiche all'in teeno della area forvficata (Pinza 1905, 751—752: Pinza 1912, 79-81), qualora verificata con una disamins attenta dei corredi e delle cicostanze di luogo e tempo GABRIELE CIFANI ficazione unitaria in opera quadrata di tufo gra- nulare grigio, comprendente i sette colli, per un perimetro complessivo di cirea undici chilometri. 3) Prima met’ IV-I sec. 3.C.+ ristrutturazione della precedente linea di mura, con il potenzia- mento del sistema difensivo, mediante murature in opera quadrata di tufo giallo litoide; la forti cazione medio repubblicana viene in parte a coin- cidere con quella arcaica, adattandone molti tratti, in particolare per i muri di contenimento interno dell’aggere, o reimpiegandone il materiale edili- zio. Restauri in opera cementizia si susseguono fino all’epoca delle guerre civil. Le conclusioni qui presentate necessitano di ulteriori approfondimenti e verifiche nel quadro i tural documentazione archeologica, ma anche letteraria sulla Roma arcaica. A riguardo, pur non essendo le scopo di que~ sto contributo Tanalisi delle testimonianze di autori classici relaivi alleta dei Tarquini, 2 bene sottolineare come diverse fonti antiche, qualun- que sia Vimportanza che ad esse si voglia attri- buire, ricordino ripetutamente lesistenza di una fortificazione urbana in episodi legati alla fine dell’eti regia e ai primi anni della repubblica e come, al tempo stesso, non disponiamo di fonti che affermino il contrario", T tratti documentati riferibili al circuito murario asiommano complessivamente a circa zoo metri su 1 km ipotizzati ed includono un’area di circa 426 eutaril, Si trata di una ‘arenza che deve porrc in guardia da un eccessivo ‘ttimismo, tuttavia a livello topografico possiamo notare come la dislocazione dei resti attribuibili dei rinvenimenti, pud interpretarsi alla luce di alcune fra le eccezioni previste per le sepokure urbane tra- mandateci dalle fortiantiche: Cie. De Leg. 2,58; Plat Popl. 23,33 Suet. Tib. 13 Servius ad Aen. 61525 11,206. Sulla problematica vedi anche: Scott 1929, 86-90, Siflund 1932, 148-152; Colonna 1977, 1495 inoltre, con riferimento all'VII-VII see. a.C. a Roma: Caran- ini 1997, 507-5095 ad Atene: R. S. Young, Hesperia 204 195%, 67-134 5 "Tra le principali fonti a riguardo: Liv. 1,36,15 1386: 4433 21017 239,95 3.6655 3.6805 400,85 431,95 4392-3. Dion. Hal. 3.67.45 $.13.3-53 414515 A842 $523.25 $44.12 822,25 8.38,3: 9,68,1~25 Strabo 53,75 Appian. De rebus Ital. fragm. 5,13 6; Pap. Oxy 2088, mente per una raccolta completa: Fontes I 3. LA DOCUMENTAZIONE ARCHEOLOGICA DELLE MURA ARCAICHE A ROMA 381 ‘mura arcaiche comprenda l'Aventino, cinga basso il Campidoglio nelle sue pendici occi~ ¢ si distriouisca in modo omogeneo sul le e nella zona dell’aggere esquilino. “Mancano testimonianze per le pendici orientali "Aventino, del Celio e per la zona pit meri- le dell'Esquilino, ma in tali casi, perd, za di dati pud essere ricondotta al diverso imento edilizio verificatosi in questi settori moderna capitale, certamente pluristrati- come altre zone della citti, ma meno inve- dallo stravolgimento urbanistico che ebbe sul Quirinale e sull’Esquilino all'indomani con la creazione degli impo- ie, successivamente, con la iturazione della stazione ferraviaria di ‘Termini, Al contrario le zone descritte (Celio, Aven- )) si caratterizzano attualmente come quartieri jidenziali, con ampie zone non edificate, da fe forse un giorno potranno ricavarsi nuovi i di scavo intoro ad una problematica, quella ‘mura arcaiche, da considerare per molti i ancora aperta, ma che non & ormai pitt ito escludere dal panorama della documenta- archeologica sulle prime fasi urbane di Bb Gabriele Cifani W La notevole estensione della citta ela con- ¢ ipertiofia del circuito difensivo, giustamente i da C. Ampolo in: Storia di Roma I (1988) 234, no connettersi anche allt necessiti di poter di aree intramurane da destinare alla cokiva- ortiva da parte degli abitanti 0 per rifugio della ne del tertitorio circostante in caso di con- bellico secondo quanto & stato proposto per gli greci dell"talia meridionale: A. Muga, Varea nelle colonie magno-greche e siceliote. Stu- +di antropologia della forma urbana (1997). Il cantiere di scavo, seguito, oltre che da chi anche dalla Dottssa A. Poloss, ha interessato i percorso della dorsale del Quirinale, a partire Pia fino a raggiungere za Venezia: siringra- il Dr. Mocchegiani per la gentile disponibilita rel concedere la pubblicazione di dati ancora i che saranno resi noti contestualmente alle altre APPENDICE Nupve indagini di scavo a Porta Collina Nel Luglio 1996 nell'ambito di un cantiere di seavo dell’ ENEL per la posa in opera di nuovi cavi_clettrici, allaltezza dell’incrocio tra via XX Settembre con via Goito ed in prossimita del Ministero delle Finanze, yenivano riportati alla luce consistenti resti di mura in opera quadrata. Lo scavo effettuato dalla Soprintendenza Archeologica di Roma sotto la direzione scienti- fica del Dr. Claudio Mocchegiani Carpano"’, anche se condotto in condizioni di emergenza, ha permesso di definire meglio la topografia del?'area ¢ le particolarita delle evidenze archeologiche gid in pare emerse in occasione di_precedenti lavori*, principalmente nel 1872 durante 'ampio sterro per la costruzione delle fondamenta del palazzo ministeriale'” quando furono individuati parte del recinto in opera quadrata ¢ i resti della Porta Collina. La scarsa descrizione dei resti rela tivi alla porta @ integrata dalla pianta riportata nel * eda una planimetria" dei rinvenimenti redatta sl momento degli scavi (fig. 21), da cui si ricava una pianta della porta costituita da un vano trapezoidale limitato sul lato meridionale da un poderoso muro in pid filari di blocchi con all'estremita occidentale una evidenze archeologiche emerse nel corso di tutto lo % Si veda a questo riguardo: C.A.R. III D, nr, 160. © Le notizie, purtroppo molto sommarie, inerenti le scoperte archeologiche avvenute in tale 0 sono contenute sotto forma di brevi relazioni in P. Rosa, Relazione sulle scoperte archeologiche della cit e provincia di Roma negli anni 1871~1872 presen tata al Ministro della P, I. dalla R. Soprintendenza degli scavi della provincia di Roma (1873) 3234 e Canevari 1875, 430-431 tav. 4; in seguito i dati sono stati riesa- minati dal Siflund 1932, 74-75 "BUR. £10. % La piamta & conservata nell’archivio della X Ripartizione del Comune di Roma ed & stata pubbli- cata in Lanciani 1876, tav. 19. Si veda inoltre la pianta edita in Pinza 1912, tax. 3~4 che tratteggia la zona della Porta Collina con il simbolo del tufo granulare grigio. 382 GABRIELE CIFANI Fig. 21 Roma, Porta Collina. Planimetria degli scavi ottocenteschi. B Bastione meridionale. ~ C Vicus Portae linae Fig. 22 Roma, Porta Collina. Planimetria dei nuovi scavi (se. 1 : so; rl. di S. Fogagnolo; le quote sono relative al livello del piano di asfalto, equivalente a 60 m s.Lm.) Fig. 23 Roma, Porta Collina, Seavi 1996: le mura riprese da Nord Ovest Fig. 24 Roma, Porta Collina, Seavi 1996: le mura riprese da Est 384 GABRIELE CIFANI struttura interpretata dagli studiosi come una torre, mentre il lato settentrionale & costituito da due muri con andamento ortogonale tra loro, dello spessore di due o tre filari di blocchi, che, il Saflund®, non possono essere intesi come parte di un avancorpo. La porta era quindi attraversata da una strada, il Vieus Portae Collinae, prosecuzione dell’Alta Semita, rimasto sempre in uso durante il medioevo € sostanzialmente coincidente con il rettilineo rinascimentale della strada Pia, artuale via XX Settembre, Nel tratto terminale Pantica via risulta leggermente spostata pid a sud, deri- vandone in tal modo un’ubicazione del centro della porta in corrispondenza dell’avancorpo nord-orientale dell’edificio del Ministero. Imme- diatamente all'esterno era la biforcazione della via Salaria ¢ della Nomentana, che avevano enuambe origine da Porta Collina’*, mentee, sempre in occasione dei lavori per il Ministero, furono rin venute le tracce di un’altra strada che costeggiava le mura in direzione di Porta Viminale. I resti recentemente scoperti sotto il piano di asfalto (60 m sl.m.} contribuiscono a chiarire la planimetria del Isto settentrionale della porta dove si & rilevata la presenza di una grossa platea in opera quadrata (US 12) costituita prevalente- mente da blocchi di tufo granulate grigio (0,40/ 245 X 0455/0,65 % 1,02/1,50 m) ¢ da un minor numero di blocchi in tufo giallo litoide con le medesime dimensioni (fig. 22. 23. 24)”. La strut- tura di forma quadrangolare @ stata scoperta com- pletamente sul limite del fronte settentrionale lungo 7,50 m ed in parte sui lati occidentale ed orientale. Su quest'ultimo lato sono inoltre pre~ » Sifluad 1932, 74-735 Vautore avanza inoltre Vipotesi, risulta.infondata alls luce delle recenti scoperte, di unvinterpretazione di tle muro quale sostruzione della strada che attraversava la Porta Colina, % Strabo 5,3, % La completa assenza di interro sulla superficie superiore delle mura & spiegabile in parte con Pubica- zione dei resti sul crinale del colle, ma anche per i lavori di spianamento che nel 15¢1 furono eseguiti per la tisistemazione della via Pia, sia alPimterno che allesterno della vicina Porta Pia. A questo riguardo si veda: R. Lanciani, Storia degli scavi di Roma TIT (1990) 256-258. % Deporiti di cufo gallo litoide (c.d tufo di Grotta senti resti di edifici tardo-repubblicani ed impe- riali parzialmente addossati alle mura in un momento di abbandono delle stesse. La zona cen- trale della platea @ stata interessata da un crollo dei blocchi che ha parzialmente danneggiato la struttara, dovuto con ogni probibiliti ad un cunicolo sottostante, intravvisto nello scavo, con copertura 2 volta in pezzame di tufo rosso litoide € mala grigio scuro, da collegare forse ai nume- rosi cunicoli, forse di epoca recente, noti nella zona ¢ relativi a impianti di estrazione della poz zolana; questi farono tilevati su vari livelli anche durante gli scavi per le fondazioni del Ministero ad una quota attestata trai 7 ed i 15 m circa sotto il livello stradale™, Sul fronte settentrionale lo scavo ha raggiunto ‘una quota di circa 57 m s.Lim. riportando alla huce oto filari di blocchi per un‘altezza di 3,80 m (altri due sono stati appena individuati), disposti con una certa regolarita alternativamente di testa € di taglio, sfalsati fra loro di circa 15 em; non & stato possibile, purtroppo, individuare il piede di fondarione, a causa anche della ristrettezza del suggio, mentre in corrispondenza dello spigolo nord-oceidentale della platea la prosecuzione ello scavo & stata ostacolata dalPindividuazione di un altro cunicolo, alPinterno del quale si sono intravvisti altri blocchi in parte crollati. Sul fianco occidentale Falzato della struttura @ costituito da due soli filari di blocchi con piede di fondazione ad una profondita di 1,55 m dal piano siradale, quest’ultimo ricavato regolarizzando lo strato naturale del terreno con un taglio proba- bilmente a gradoni (US 10). Questo angolo della platea risulterebbe cosi formare un muro di con- Oscura) ¢ tufo rosso a scorie nere (cd. tufo di Fidene) sono stati localizzati di recente, rispettivamente, nel twatto iniziale della via Tiberina’¢ della via Flaminia (Collins Fleming): R Funiciello (ed), Memorie descritive della carta geologica di Roma, vol. L. La geologia di Roma. Il centro storico (1995) 96-104 con bibl. Va pertanto ridimensionata ipotesi di un impiego di questi materiali solo dopo le guerre romano-veienti (V-IV sec. a.C), come sostenuto invece in Frank 1924, % U. Ventrigli, La geologia della cia di Roma (3971) 62675 Canevari 1875, 433-434. Inoktre sulle cave di pozzolana della zon: di Porta Pia: J. Bird A. Claridge ~ ©. Gilkes — D. Neal, BSR 61, 1995, 103-111 con bibl, LA DOCUNENTAZIONE ARCHEOLOGICA DELLE MURA ARCAICHE A ROMA 385 Fig. 25 HEfimento del terreno, adattandosi alla sua mor Bologia irregolare. Uno strato composto da limo, ghiaia, fram- (enti di tufo ¢ sporadici frammenti_ ceramici US 8), individuato sui lati nord e ovest, indagato [Ber una largherza di almeno due metri dal fronte Gementrionale delle mura, ricopriva sicuramente [B parte inferiore delle mura stesse e conseguente frente i! loro piano di posa, probabilmente riem- [Piendo, come una sorta di colmata artificial, [anche Ia relativa trincea di fondazione (che non & [fexto possibile identificare). Tale colmsta poteva avere una funzione di pro- [E@ione analoga a quella dell’agger, anche se di [dimension ridotte, ed era contenuta da un muro Becontroscarpa (US 4) i cui scarsi resti sono stati [edividuati solo sulla parete settentrionale della #Purcroppo non & possibile identificare con esat [tas il limite occidentale della plates attualmente sca- feata con il muro N-S indicato nelle piame del Lan [Gii, dal momento che le dimensioni dellavancorpo Roma, Porta Collina, Scavi 1996: il muro di contenimento interno trincea (il resto della struttura risultava distrutto) ad una distanza di circa 6 m dal lato occidentale ella plates (fig. 25). Tale muro (US 4) ha una larghezza di circa 1,30 m ed & conservato per un’altezza di tre filari, mentre era ben distingui- bile il cavo di fondazione dello stesso (US 2), riempito a sua volta da uno strato di terra con piccoli ciortoli di ghiaia (US 3) Alla luce dei dati emersi?® @ lecito proporre una ricostruzione della Porta Collina con due muri convergenti verso Vinterno della citta, raf forzati esternamente da due poderose strutture con funzione di bastioni a difesa dellingresso, a pianta grosso modo quadrangolare parzialmente interrate (fig. 26): il bastione sul lato. meridio- ale risulterebbe infatti inserito nel terrapieno del ager, mentre quello sul lato opposto & in dell’edificio del ministero riportate all’epoca dei lavori di costruzione erano probabilmente relative allo scavo delle fondazioni, essendosi rilevato uno scarto di sm, rispetto alle dimensioni della struttura ultimata. 386 GABRIELE CIFANI Fig. 26 Roma, Porta Collina. Ipotesi ricostruttiva. A Bastione settentrionale del nuovo tratto di mura evidenziato. ~ B Bastione reridionale. ~ C Vieus Portae Collinse. - D Muro di E Linea ipotetica delle mura Fig. 27 Roma. La zona delle ‘Terme di Diocleziano seconde Francesco De Paoli (1633) LA DOCUMENTAZIONE ARCHEOLOGICA DELLE MURA ARCAICHE A ROMA rto da un riempimento artificiale che alla muratura con struttura a gradini, xe meglio la spinta del terrapieno alle . Quest'ultimo proseguiva con ogni proba ‘ancora per un breve tratto verso nord il ciglio naturale del colle, come sem- potersi desumere da alcune carte stori- entali (fig, 27)” € soprattutto dalle i contenute in una trattazione seicen- Mure Serviane™, di cui si ritiene riportare un breve passo, data linter- testimonianza: fargini fatti dal re Servio d’accordo ‘I Nar- gli altri, che cominciassero dall'antica porta che vole fosse al di dentro di porta hoggi, ¢ che d’indi quasi a dritta linea conti- ‘verso la porta di S. Lorenzo; de quali se ne j manifesti |i vestigi, interroti solamente dalle fe Valtra che @ tra Certosini¢ la vigna Mon- zi che pochi anni sono dall’istessa strada Pia si ‘Vestremo della superficie d’sso argine che pzava ‘| muro della vigna Barberina, che poi assato quando fu fatto‘ vale, ch’oggi & a cantal dessa vigna che risponde verso la predetta strada simil causa.fu anco interrotto rella predetia yatalta col viale, che @ tra l’antiche cisterne ne prossime di Diocletiano ed il muro dessa predettiargini nondimeno non cominciano ta Salara come li predetti scrivono: poiche si saniformi i loro vestigii cominciare dalla sopra- della vigna Barberina ¢ camminando per isponde sopra la predetta valle di Selistio, ‘ad unirsi a formar angolo col sopradetio quel loco dove si vedono quell'antieaglic, stima siano li residui del foro di Sal- anticamente davevano cominciare la fossa wva al di fuori d’essi argini.» testo si fa quindi riferimento alla prosecu- a valle Sallustiana del riempimento ente & stata ipotizzata I'identificazione a sud della porta con la struttura ipogea sceleratus ricordato dala tradizione lettera~ ‘prossimiti di Porta Collina, dove venivano ‘vive le vestali che erano venute meno ai loro i 1995, 33- pianta del Du Perse, 1577 (in Frutaz 1962, CXLVI 7) ¢ del De Paoli, 1623 (in Fratez 296, CXLVI 2) indicato sul lato destro della ia Peaggere Tarquiniis, mentre a sinistra della Tango il ciglio del colle, sembrerebbe rappresen- ‘analogo terrapieno, dissertazione di Giovanni Lucio Tragaritano, 387 addossato alle mura oltre la via Pia. Questa opera subi una parziale distruzione proprio con la siste- mazione rinascimentale della strada, e non @ iprobabile ipotizzare che lavori di sistemazione della vigna Barberini?” ne abbiano determinato in seguito un ukeriore livellamento. Per quanto riguarda /a cronologia della struttura scoperta, non essendo stati rinvenuti particolari elementi nei contesti indagati, si pud solo far riferimento alla tecnica edilizia impiegata: opera quadrata di tufo, con prevalente impiego di tufo granulare grigio, sarebbe indicativa di una certa arcaicit dell’opera'™, insieme alls testimonianza di Livio (411,710) ill quale menziona Mesistenza della porta in occasione dei combattimenti tra Romani ed Exruschi negli anni 508 aC. e 477 a.C.; tali elementi sembrerebbero quindi favorevoli ad un’attribuzione alla fase arcaica della cinta (VI-V sec. aC), Dr. Stefania Fogagnolo Summary: Recent investigations of contexts con- nected to the Archaic Rome support the thesis that a ring of walls existed around the city. This unitary forti- fication replaced the proto-urban ramparts of single hills, from the second half of the sixth century B.C. was restored during the Mid-Republican Age and was used up to the first century B.C. The walls can be considered as having not less than 21 segments and can be dated by analysis of building techniques and of the metric system adopted, by stratigraphical and topogra- phical observations mide on some single segments and by urban comparisons with Etruscan and Latin settle- ments. In addition, this papers describes the results of research exrried out on the Quirinal hill in Rome, during July 1996, when remains of an archaic gateway, probibiy the

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