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Il ritmo della spalla

Questo è il primo “articolo” (mi fa sempre impressione usare questo termine e preferisco
virgolettarlo per non prendermi troppo sul serio) nel formato “dispensina”, vediamo che
viene fuori da questa nuova e folle idea.
Un libro che parla di biomeccanica della panca non può non trattare l’adduzione delle
scapole in questo esercizio: perché è necessario addurre le scapole per avere una panca
migliore? E poi: l’adduzione delle scapole se permette di sollevare di più, è comunque
salutare? Finalmente ho trovato il tempo per rispondere a queste domande perché
scartabellando decine e decine di studi ho trovato quella che credo essere una teoria
coerente.
Il problema è che la spalla è così complessa che ancora oggi molti aspetti del suo
funzionamento non sono chiari. Ad esempio, il contributo dei vari muscoli alla rotazione
dell’articolazione in varie condizioni di carico e velocità. Molte cose sono note da decenni,
altre molto meno: se fosse tutto noto sapremmo di conseguenza perché ci si infortuna la
spalla nei vari sport e si potrebbe operare per minimizzare il rischio. Ma… non è così.
Adduzione delle spalle, impingement della cuffia dei rotatori, rotture del labbro glenoideo
sono tutti elementi fra loro collegati. Il primo passo è la comprensione del funzionamento
della spalla, già descritto nell’altro pezzo “Alleno la cuffia o no?” di cui questo è il
completamento.

1 - La testa 5 - … “trascinando”
dell’omero ruota… con se la clavicola

La rotazione della
scapola continua e
l’omero si abduce

4 - ... e a traslare
verso l’alto

2 - … l’omero si 3 - Anche la
muove scapola inizia
a ruotare…
Come già riportato nel precedente pezzo, i movimenti della scapola e della clavicola
hanno il compito di fornire la migliore base di appoggio per l’omero, garantendo la
massima congruenza, cioè il miglior contatto, fra la testa dell’omero e la cavità glenoide, la
superficie della scapola dove questo si articola. L’omero ruota e la scapola lo segue.
Come sempre, per capire il funzionamento di una cosa dobbiamo porti la domanda “e se
non fosse fatta così?”

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F Fperp
Forza esterna F
sull’omero F
Fpar
R F R
R
Reazione R Fperp
vincolare della
L’omero si
cavità glenoide L’omero sposta dalla
comprime scapola
l’acromion
Se la spalla non fosse fatta come è fatta, a sinistra nel disegno, ma la scapola fosse fissa
come al centro, la forza che agisce sull’omero non sarebbe compensata al meglio dalla
scapola:
 A sinista l’omero preme sulla scapola che sfa ferma reagendo con una forza uguale
e contraria dato che la scapola è messa in modo da offrire la massima resistenza.
 A destra verrebbe compensata invece solo una parte della forza mentre l’altra
tenderebbe a far slittate la testa del femore. Ovviamente questo non succede per la
presenza di 3000 muscoli e legamenti ma comunque l’intera articolazione
sopporterebbe peggio gli stress rispetto a quella di sinistra. Non solo, il fusto
dell’omero andrebbe a cozzare contro l’acromion massacrando del tutto la cuffia dei
rotatori.
I movimenti della scapola
Bene: tutto quello che avete appena letto è la sintesi di ciò che non ho però scritto e con
questo pezzo voglio fare ammenda.

Processo coracoide
Acromion
Clavicola
Spazio subacromiale
Tendine del bicipite
Tendine del brachiale
sovraspinato
Legamento
gleno-omerale superiore
Tendine del Tendine del
sottospinato sottoscapolare
Tendine del piccolo Legamento
rotondo gleno-omerale medio
Labbro o cercine
Cuffia dei rotatori glenoideo
Cavità glenoide

Legamento Scapola
gleno-omerale
inferiore

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Se pensate che il disegnino precedente sia incasinato, pensate a me che ho dovuto
disegnarlo con Powerpoint… Rappresenta una scapola vista di profilo togliendo l’omero
che la coprirebbe.
Il centro è la cavità glenoide, la superficie su cui si appoggia l’omero: la sua forma
particolare è descritta minuziosamente nei trattati specialistici, è una specie di virgola
rovesciata e angolazione e superficie non devono eccedere certi valori per non incorrere il
rischio in lussazioni indesiderate. Pertanto, occorre un po’ di culo genetico per essere dei
forti panchisti.
Intorno alla glena, come la chiamano gli amici (non è vero, è un termine corretto ah ah ah),
c’è il labbro o cercine glenoideo, una cartilagine robusta che aumenta la superficie di
contatto. Paroline come SLAP e SLAC sono poco note, ma denotano infortuni al labbro,
come labrum tear che è assolutamente terrorizzante: se si rompe il labbro… sono cazzi
ragazzi.
Notate poi quanta roba c’è intorno alla cavità glenoide: tutti i legamenti e tutti i tendini dei
muscoli. La cuffia dei rotatori è in pratica la fusione dei tendini del sovraspinato,
sottospinato e piccolo rotondo, insieme ad altri strati di materiale connettivo. Tutta
l’articolazione gleno-omerale è avvolta da una capsula fibrosa che la tiene unita.
In alto è evidenziato lo spazio subacromiale, un tubo che consente ai tendini di scorrerci
dentro: se il tubo si stringe… ahia ahia ahia.
Scapola

Omero
35° - 40°

Grande
tubercolo
20°

Solco
bicipitale
Piccolo
tubercolo

Clavicola

Il disegno di una spalla dall’alto permette di evidenziare alcuni elementi importanti: per
prima cosa, avete un’idea della tridimensionalità della struttura che tutti sanno non essere
piana ma alla fine nessuno ha una idea di quanto spazio occupi una spalla.

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Notate poi l’omero che è parzialmente sotto l’acromion: le due tuberosità, punti di
aggancio per i tendini dei vari muscoli passeranno, a seconda dei movimenti, più o meno
vicino all’acromion. La comprensione di come queste due sporgenze ossee si muovono è
fondamentale per non fare idiozie in palestra.

Elevazione Depressione Rotazione Rotazione Rotazione Rotazione


laterale mediale interna esterna

Adduzione Abduzione Tilt posteriore Tilt anteriore


Nel disegno i movimenti della scapola, la base di appoggio dell’omero: questo oggettino
incasinato ha ben 6 gradi di libertà:
 Può andare verso l’alto, elevarsi, il basso, deprimersi, a destra, addursi o retrarsi, a
sinistra, abdursi o protrarsi. Questi sono i tre gradi traslazionali
 Può mandare la punta in basso verso il fuori, ruotare lateralmente, o verso il dentro,
ruotare medialmente, può spostarsi in avanti sul torace, ruotare internamente, o
spostarsi indietro, ruotare esternamente, può ruotare in avanti quando è vista di
lato, tilt anteriore o indietr,o, tilt posteriore. Questi sono i tre gradi rotazionali. Ho
lasciato tilt perché mi piaceva.
Perciò, la nostra amica fa dei movimenti molto incasinati che sono noti da quando l’Uomo
ha ricevuto l’intelligenza dal Monolite, ma ancora sono ben complessi da modellare
quantitativamente nei vari simulatori.
Chiaramente la scapola è agganciata alla clavicola che esibisce una serie di movimenti
analogamente incasinati. Non solo, gli spostamenti appena descritti non avvengono
singolarmente ma sempre in contemporanea: un qualsiasi movimento articolare necessita
della composizione dei movimenti elementari delle due ossa, come descritto nel disegno
seguente.
Notate come la clavicola operi come una specie di compasso su cui si articola la scapola,
fornendo a questa un punto intorno a cui ruotare.

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Rotazione
Rotazione clavi- Elevazione della
acromion-
sternocostale scapola
clavicolare

+ =
Rotazione
Rotazione clavi- Rotazione
acromion-
sternocostale laterale della
clavicolare
scapola

+ =
Attenzione a non considerare il movimento come bidimensionale: nel disegno seguente
una anteroposizione, cioè una rotazione interna della scapola che la porta a scivolare “da
dietro in avanti” sul torace.
3 - … e provoca il
tilt anteriore
1 – La rotazione
clavi-
sternocostale…

2 - … fa ruotare
internamente la
scapola

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Quando la scapola ruota intorno alla clavicola come nel movimento precedente, viene a
determinarsi anche una abduzione se osservassimo il tutto da dietro e un tilt anteriore
proprio perché la scapola deve scivolare sul torace mentre si sposta in avanti!
Articolazione CS

Asse CS

Articolazione AC

A
A B
B

Asse AC

30°

25°

C
C D
D

EE FF
25°

Per questo motivo è un vero casino studiare i movimenti della spalla: sono assolutamente
tridimensionali e riportarli su due piani è sempre complicato.

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Ritmo, olè!
Un esperimento scientifico emozionante: guardate da dietro un vostro amico a torso nudo,
mi raccomando non una amica che poi l’esperimento non lo finite. L’amico ha il palmo
della mano contro il corrispondente fianco e il braccio disteso. A questo punto solleva il
braccio e lo fa ruotare lateralmente fino a che non è dritto steso sopra la testa.
Ha compiuto una abduzione sul piano frontale anche se in realtà avrebbe dovuto
compierla sul piano della scapola, ma non facciamo tanto i precisi… avete visto come si è
mossa la scapola? Esiste una sincronia fra la rotazione dell’omero e la rotazione della
spalla, e della clavicola che di sicuro non avete potuto vedere: questa sincronia si chiama
ritmo scapolo-omerale.
La descrizione di questo “ritmo” è un po’ incasinata e in letteratura si trovano anche
numeri diversi, però è la base della comprensione del funzionamento della scapola, perciò
ve la ciucciate tutta, facendo riferimento al disegno precedente:
 In A la spalla quando il braccio è lungo il fianco: l’articolazione clavi-sternocostale
(CS) è il punto in cui la clavicola ruota intorno allo sterno, quella acromion-
clavicolare (AC) è il punto in cui la scapola ruota intorno all’acromion. Le frecce
sono gli assi CS e AC che saranno utili per calcolare gli angoli di rotazione.
 In B i primi 30° di rotazione dell’omero, non riporto per semplicità l’articolazione
gleno-omerale che è comunque rappresentata dalla pallina che si articola nella
buchina… Quando l’omero si abduce fino a 30° su questo piano la scapola ha un
movimento variabile ed individuale per trovare una stabilizzazione ma comunque
non c’è contributo di questa alla rotazione dell’articolazione.
 L’omero comincia a ruotare e la scapola lo segue per fornire la migliore superficie di
appoggio, come già visto: in C i primi 25° di rotazione della scapola sono dovuti alla
rotazione della clavicola che trascina di conseguenza la scapola stessa.
 In D l’omero è a 90° rispetto al pavimento: la scapola inizia a ruotare anche intorno
all’articolazione AC e quando l’omero ha percorso 90° questo contributo è pari a
circa 5°
 In E l’omero continua a ruotare, la scapola lo segue grazie all’ultimo contributo alla
rotazione dovuto alla clavicola per circa 5°, poi il resto della rotazione della scapola,
altri 25° circa, è dovuto alla rotazione di questa intorno all’articolazione AC.
 Infine, in F l’ultima parte della rotazione: l’omero raggiunge la sua posizione finale e
la scapola ruota di altri 25° intorno all’articolazione AC.
Chiaramente i movimenti avvengono in maniera uniforme e dovete cercare di visualizzarli
come tali.
Nel disegno seguente la “contabilità” del movimento: a sinistra la spalla con il braccio
lungo il fianco, a destra con il braccio che punta dritto verso l’alto.
Se consideriamo gli spostamenti dell’articolazione SC questi valgono circa 30° di
rotazione, mentre quelli dell’articolazione AC altri 30° di rotazione. Poiché l’omero è
complessivamente ruotato di 180° la rotazione dovuta a questo intorno all’articolazione
gleno-omerale è pari a 120°.
In altre parole, per far ruotare l’omero di 180° rispetto alla posizione di partenza è
necessario:
 Far ruotare la clavicola di 30° rispetto alla sua posizione iniziale relativa al
pavimento

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 Far ruotare la scapola di 30° rispetto alla sua posizione iniziale relativa alla clavicola
 Far ruotare l’omero di 120° rispetto alla sua posizione iniziale relativa alla scapola

120°

30°
30°

Il ritmo scapolo-omeale è caratterizzato così da un rapporto 2:1 fra rotazione dell’omero e


rotazione della scapola: ogni 2° di spostamento dell’omero la scapola ruota di 1°.
Chiaramente esistono delle individualità ed è impensabile che il corpo umano sia bloccato
nei suoi movimenti da un rapporto così stretto, infatti in letteratura esistono studi differenti
che hanno determinato ritmi differenti, ma non dobbiamo farci distrarre da questi particolari
numerici: è fondamentale concentrarsi sul fatto che esiste una sincronia fra rotazione
dell’omero e rotazione della scapola.
Se la sincronia viene rotta… accade ciò che è descritto nei disegnini iniziali: l’omero non
ruota bene e sbatte contro l’acromion. Sbagliare il ritmo in un ballo significa pestare i piedi
del partner, sbagliare il ritmo scapolo-omerale significa pestare la cuffia dei rotatori con
l’acromion ed in entrambi i casi si sente male.
I ballerini
Chi fa ballare la scapola? Ma è ovvio, i muscoli! Nel disegno seguente alcuni delle
principali stelle di questo emozionante spettacolo:
 L’omero viene inizialmente abdotto grazie alla trazione del deltoide e del
sovraspinato che danno l’avvio alla rotazione. Questi muscoli sono sempre attivi in
tutto l’arco del movimento con contributi differenti a seconda dell’angolazione. Il
sovraspinato è così un muscolo che non solo stabilizza l’articolazione come già
visto, abbassando la testa dell’omero ed impedendo che si allontani dalla cavità
glenoide, ma è anche un muscolo motore per l’omero stesso.

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Deltoide

Sovraspinato

B
B

Deltoide
Trapezio
superiore

Sovraspinato

C
C

Serratus
inferiore
Deltoide
Trapezio
superiore

Sovraspinato

EE

Serratus
superiore

Trapezio
inferiore

Serratus
inferiore

 Fino a circa 100° di elevazione dell’omero rispetto alla posizione iniziale la


rotazione della scapola è dovuta al trapezio superiore e al serratus inferiore: questi
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muscoli agiscono come una vera coppia di forze, tirandolo la scapola il primo
dall’alto e il secondo dal basso con l’effetto finale di farla ruotare.
 Successivamente entrano in gioco insieme a questi muscoli anche il trapezio
inferiore e il serratus superiore, anch’essi come coppia di forze.
Se il movimento osseo è complicato, immaginatevi il Sistema Nervoso a coordinare tutti
questi ballerini in modo che l’azione finale sia una rotazione e non un annullamento mutuo
delle forze in gioco. Una vera coreografia!
E’ chiaro perciò che basta molto poco per far scontrare i ballerini fra loro, con il risultato di
incasinare il ritmo della musica. Vedremo a breve il risultato.
Non è tutto così semplice
Provate a ripetere l’esperimento ruotando l’omero internamente: con il braccio lungo il
fianco girate la mano per ruotare il più possibile il pollice, per farlo dovrete pronarla tutta
ma poi dovrete ruotare anche l’omero. A questo punto provate ad abdurre il braccio, cioè
allontanatelo di nuovo dal fianco.
Fatto? Che è successo? Il braccio ruota molto meno, ad un certo punto è come se ci fosse
una battuta. Se invece ripetete ruotando l’omero esternamente, cioè supinando la mano il
più possibile dovreste riuscire ad abdurre meglio il braccio ma questo dipende da quanto
siete capaci a ruotare bene la scapola: chi non è capace troverà che la rotazione esterna
lo aiuta nell’abduzione, chi è capace non proverà grandi differenze.
Scapola
Omero

Grande
tubercolo
Clavicola

Nel disegno l’effetto di una rotazione interna: il grande tubercolo si piazza proprio sotto
l’acromion, perciò è come il fusto dell’omero fosse diventato più spesso e alto, pertanto
quando questo si abduce va a sbattere prima contro la volta acromiale.

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Perciò, regola d’oro: qualsiasi movimento di abduzione, cioè di allontanamento dell’omero
dal torace effettuato con questo in rotazione interna è pericoloso per la cuffia dei rotatori e
per la salute della vostra spalla.
Scapola
Grande
tubercolo

Omero

Clavicola

Ecco invece cosa accade in una rotazione esterna: il grande tubercolo viene spostato
dalla volta acromiale e pertanto è come se il fusto omerale fosse più sottile e basso, da cui
un vantaggio nella rotazione intorno alla scapola perché è possibile ottenere lo stesso
effetto ruotandola meno.
Ma chi è così fesso da ruotare internamente l’omero ed abdurlo, dai… ecco due casi
interessanti.
Come vi hanno insegnato per anni le alzate laterali con i manubri per il capo laterale del
deltoide? “Sollevate i manubri come se doveste rovesciare una brocca d’acqua!”. Chissà
perché una brocca quando in inglese l’immagine è empty a can, svuota una lattina…
In pratica tenete il manubrio con l’avambraccio a 90° davanti a voi e ruotate il braccio
allontanndolo dal torace. Ma dai… una rotazione interna dell’omero con una abduzione! Lo
so che vorreste il disegnino ma non lo metto per due motivi: il primo è che così fate un po’
di mumble mumble con i neuroni per capire le rotazioni delle vostre ossa, il secondo è che
le alzate laterali sono un esercizio da stronzi e parlare della biomeccanica di questa roba è
una vera e propria offesa all’intelligenza dell’Uomo. Se per caso vi lesionate la cuffia dei
rotatori con le alzate laterali non andatelo a dire in giro per favore, nemmeno io riuscirei in
una fesseria del genere.

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Il secondo esempio è molto più interessante: provate a lanciare una pallina da baseball,
un sasso o quello che vi pare… mi è tornato in mente quando al campeggio da piccolo
giocavo a badminton con mia sorella, però il volano andava troppo piano, allora lo
sostituimmo con un sasso. Bang! Il sasso centra in pieno una roulotte ed esce una tizia,
noi gelati. Però questa non capì cosa fosse successo perché di sicuro mica andava a
pensare che due bambini stavano giocando a badminton con un sasso…
Ok, dicevamo: lanciate forte una pallina, la parte finale del movimento è una estensione
dell’omero, una adduzione sul piano trasversale e una rotazione interna. In pratica il
braccio va in avanti da dietro, va in dentro da fuori e ruota su se stesso. Si pensa che
questa rotazione interna sia la causa degli infortuni cronici nel baseball: il braccio va
decelerato, la cuffia dei rotatori viene ad essere sollecitata mentre si viene a creare uno
schiacciamento della stessa.
Attenti perché le cose sono veramente complicate: anche una rotazione esterna non è il
massimo. Sempre nel baseball, nella prima fase del lancio l’omero si sposta indietro e
ruota esternamente, provate piano e vedrete che è così. Una eccessiva rotazione
dell’omero mentre va indietro porta il tubercolo maggiore a contatto con la cavità glenoide,
creando un altro tipo di schiacciamento.
Le rotazioni estreme dell’omero non sono gradite alla spalla.
4 - … schiaccia la
cuffia dei rotatori
2 - … sposta in
1 – il tilt avanti l’acromion
anteriore della
scapola…

3 - … e la
flessione
dell’omero…

Se pensavate di aver finito, vi stavate sbagliando: ecco un altro motivo di impingement: la


spalla titla anteriormente (mi piace tiltare) e perciò l’acromion ruota in avanti. Se l’omero
flette… ci va a sbattere meglio! Et voilà, cuffia dei rotatori schiacciata.
Analizzeremo meglio questa configurazione nel prossimo articolo perché è fondamentale
per comprendere a che serve l’adduzione delle scapole, adesso chiediamoci come questo
possa avvenire nella normalità.

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Gli studi sull’impingement della cuffia dei rotatori evidenziano che una condizione clinica di
chi è affetto da questo disturbo è la scapola tiltata in avanti, protratta e ruotata
internamente come abbiamo già visto.

I muscoli sono 1 - .. I muscoli


in equilibrio non sono in
equilibrio
2-…e
protraggono la
scapola …

3 - … facendola
ruotare internamente
e tiltandola
anteriormente

Uno dei motivi per cui un sedentario può ritrovarsi con la cuffia dei rotatori lesionata è una
postura di tipo cifotico, come a destra: in una postura eretta in maniera corretta i muscoli
che sostengono la testa e la scapola e la clavicola creano forze che si equilibrano, mentre
in una postura cifotica lo squilibrio muscolare è tale per cui la scapola è tirata verso l’alto,
pertanto scivola in avanti sul torace, tilta e si protende lateralmente.
La postura diventa un’abitudine anche nel sollevamento delle braccia ed ecco i
presupposti per un problema infiammatorio. Lo so che queste cose sembrano le classiche
seghe mentali d terapista, ma è incredibile come queste posture errate siano la causa di
dolori anche lancinanti nei sedentari.
Il cerchio della Morte
Il diagramma successivo mostra una serie di possibilità in cascata che amplificano il
problema: in questo sadico Gioco dell’Oca entrate in un punto e iniziate a girare sempre
più forte senza mai uscire, peggiorando la vostra situazione.
Iniziano i dolorini, sempre più forti, magari qualche scrocchio, però nel riscaldamento pasa
tutto. Poi però non passa più, ma il dolore è sopportabile, poi non è più sopportabile, poi
prendete l’aulin, magari fate qualche esercizio per la cuffia. Infine smettete l’esercizio
oppure andate da un terapista che vi trova qualche squilibrio.

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Forze di taglio
Strappi
eccessive sulle
e lesioni
articolazioni

Fatica muscolare e
Richieste eccessive
stress da
agli stabilizzatori
sovrautilizzo

Patologie
gleno-omerali
e dolori alla spalla
Alterazione del
Richieste eccessive
contatto gleno-
alla cuffia dei rotatori
omerale

Biomeccanica
Movimenti
anomala
anomali della
dell’articolazione
scapola
gleno-omerale

Adesso non si incazzino i vari terapisti, chiropratici, osteopati o scrocchiatori vari perché
chi è competente di sicuro capisce quello che voglio dire: il significato del cerchio è che
non esiste un punto preferenziale d’ingresso, perché non esistono delle cause univoche
delle patologie della spalla, dato che sono multifattoriali.
Perciò è ben difficile capire se uno squilibrio posturale sia la causa del problema o un
effetto compensativo del vostro corpo: è chiaro che se vi fa male in un punto il vostro
Sistema Nervoso cerca di bypassare il movimento che genera dolore attivando altri
muscoli che rimarranno contratti. Potete anche rilassarli, ma se non capite che quello è un
effetto… peggiorate la situazione.
Il chiro vi dice “hai il pettorale minore contratto, per questo la scapola è tutta in avanti” ed
è vero, ma magari è in avanti perché avete fatto una cazzata. Oppure “hai i rotatori esterni
deboli” e giù a fare gli esercizietti per la cuffia, assolutamente pericolosi se non capite
come la spalla si muove, magari manco vi servono.
Se la Medicina ufficiale non ha risposte univoche per il problema generale, nel particolare
dell’attività in palestra è adesso possibile, con gli elementi descritti, dare una risposta:
avete una tecnica di merda, non sapete muovere bene le vostre spalle, fate gli esercizi a
cazzo anche in buona fede come per le alzate laterali, schiacciate la cuffia che si
infiamma.
Mi ci gioco l’apparato uro-genitale che il palestrato inizia a giocare dalla casella “movimenti
anomali della spalla” e da lì va avanti creando degli scompensi muscolari che si
amplificano sempre di più. Ho trovato uno studio che confronta la mobilità articolare di un
gruppo di sedentari con uno di bodybuilders e questi avevano tutti una riduzione di
mobilità.

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Il ritmo scapolo-omerale si altera, il doloretto crea i presupposti per altri squilibri e così via:
chi sta tanto al PC assume un atteggiamento cifotico con squilibri al serratus che
impediscono una corretta rotazione della scapola, chi fa i pesi sviluppa altri tipi di squilibri
che alla fine hanno lo stesso effetto deleterio.
Il messaggio finale è che le patologie della spalla per chi va in palestra possono essere
evitate od enormemente limitate con una conoscenza corretta della biomeccanica della
spalla e nei prossimi articoli cercherò di spiegare come fare. Questa non è presunzione, io
non sono un terapista e non so di sicuro come curare un problema, ma posso provare ad
insegnare come evitarlo, il problema.
La spalla è soggetta a stress enormi dato che è utilizzata in qualsiasi esercizio che
facciamo, anche in quelli per le gambe dato che nello squat per entrare sotto il bilanciere
la mettiamo sotto tensione, pertanto due o tre regolette per minimizzare questi impatti
negativi non è che faranno male…
Per adesso provate a studiarvi un po’ gli esercizi che fate alla luce di tutte queste
rotazioncine belle descritte.

A questo punto
Per questo è assolutamente pericoloso
La scapola scivola sul torace spostandosi in avanti, la gse a destra una rotazione esterna,
il grande tubercolo si sposta dalla volta acromiale.

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