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1. L’epistolario del Sindaco. Anche quest’anno il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, non ha
esitato: “dopo aver ascoltato per l’ennesima volta lo sfogo dei cittadini” 1, così scrive “Il Centro”,
“ha preso carta e penna e scritto all’ente d’ambito. «Servono 3milioni900mila euro per adeguare la
rete fognaria e 750mila euro per risolvere il problema della carenza idrica: le condotte vanno
sostituite e adeguate»”2. Perbacco! È la terza lettera dal 2006 che scrive all’ente d’ambito, prosegue
il giornale. Ma loro, niente. Anzi, sono quattro anni che chiede soldi senza ricevere neppure una
cartolina di risposta. “Nonostante le continue sollecitazioni da parte di questa Amministrazione e da
chi ci ha preceduto, l’Ato non opera i necessari investimenti”3. Perfetto.
Il raccontino che il Sindaco di Vasto ha allestito per i suoi concittadini è un perfetto esempio di
demagogia e disinformazione istituzionali.
3. Il fallimento della politica regionale di gestione del servizio idrico. Pochi sanno che tutti i 6
enti d’ambito abruzzesi, tra cui l’Ato 6 “Chietino” con cui il Sindaco di Vasto intrattiene una così
infruttuosa corrispondenza, sono stati commissariati dalla Regione –a 10 anni dalla loro istituzione-
nel novembre 20074; e attualmente sono retti dal medesimo commissario unico, l’Ing. Pierluigi
Caputi. Il commissariamento dei 6 Ato abruzzesi ha messo fine ad altrettante gestioni tutte più o
meno disastrose, come riconosce ormai ufficialmente la stessa Regione Abruzzo5; e tutte
riconducibili alle Amministrazioni locali: l’assemblea dei Sindaci ha sugli Ato poteri di controllo e
di nomina degli organi dirigenti. Il commissariamento degli Ato ha sancito nel modo più plateale
uno storico fallimento della politica abruzzese.
4. Gli investimenti. Di ciò il Sindaco di Vasto non parla, e in particolare non dice che uno degli
aspetti principali di questo fallimento è stato la mancata attuazione dei Piani d’Ambito, e in specie
dei loro programmi di investimento. “Gli investimenti effettuati dall’anno 2002, anno di
approvazione dei Piani d’Ambito, al 2006 risultano nettamente inferiori agli investimenti previsti,
corrispondenti a circa un terzo di quanto programmato nel periodo di riferimento”6: così la
Regione Abruzzo su dati relativi all’insieme dei 6 Ato regionali. Quanto all’Ato 6 “Chietino”, il
1
Il Centro, 28.8.10.
2
ib.
3
Il Messaggero, 25.8.10.
4
Art. 10 L.R. 21 novembre 2007 n. 37, Riforma del Sistema Idrico Integrato nella Regione Abruzzo.
5
In particolare: la Relazione della Commissione regionale di Vigilanza sul S.I.I. (ottobre 2007) (leggibile anche in:
http://www.scribd.com/doc/36626781/Commissione-Di-Vigilanza-Sul-SII-Relazione-10-2007 ); e la Delibera di
Giunta Regionale n. 594 (luglio 2008) (http://www.scribd.com/doc/36627174/DGR-594-07-2008-blocco-tariffe).
6
DGR 594/08.
nostro, la situazione è peggiore di molto. Secondo dati ufficiali 7 l’Ato 6 “Chietino”, a tutto il 2007,
aveva realizzato lo 0,76% degli investimenti previsti, ponendosi così all’ultimo posto della speciale
classifica nazionale. Nello stesso periodo, la tariffa era salita (rispetto al 2002) del 69,8%, a € 1,07.
Va da sé che, sempre negli stessi anni, le dichiarazioni rassicuranti dei politici succedutisi alla guida
dell’ente d’ambito si sono sprecate. E ciò senza che i partiti –tutti i partiti, con l’eccezione del solo
Angelo Orlando (RC)- che pure con i propri uomini erano presenti nel CdA, dicessero una sola
parola. Quanto a noi, le nostre parole le abbiamo dette, e quello che è accaduto, sì, l’avevamo
previsto8. Ma chi ci ha dato ascolto?
6. Se no, chiediamoci se per caso non vi sia una relazione tra l’annosa carenza idrica della zona e
le menzogne che da tempo ci apparecchia il ceto politico locale. A noi pare che ci sia.
Anche la gestione del servizio idrico è, dal nostro punto di vista, una questione di crescita civile. Il
nostro ceto politico, i nostri amministratori, devono capire che il rispetto delle leggi, la trasparenza
nella gestione, una corretta informazione istituzionale, la partecipazione dei cittadini, insomma il
controllo pubblico in tutte le sue forme, sono condizioni necessarie per risolvere, alla lunga, gli
stessi problemi tecnici. La stessa battaglia per la gestione pubblica del servizio idrico ha senso solo
se si accompagna a una reale crescita civile delle nostre città.
7
Comitato per la Vigilanza sull’Uso delle Risorse Idriche, Rapporto sullo stato dei servizi idrici, luglio 2009, Appendici,
Tabella A5.
8
Chi fosse interessato può consultare: http://www.portanuovavasto.altervista.org/acqua.html
9
Art. 2, comma 186-bis, L. 23/12/2009 n. 191, così modificata dall’art. 1, comma 1-quinquies della L. 26/3/ 2010 n. 42.