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Speciale del mese: come realizzare un prato perfetto

Per avere successo l’impianto del prato ha bisogno di soddisfare alcune esigenze di base che tenteremo di
riassumere schematizzate per punti.
Il tutto parte ovviamente dalla preparazione del terreno che deve essere effettuata con anticipo rispetto alla
semina facendo attenzione a non lavorare il terreno quando è bagnato.
• Pulizia da corpi estranei: liberare il terreno da sassi, radici e detriti in genere che possono creare problemi
durante le successive lavorazioni.
• Aratura e fresatura: normalmente nei giardini domestici si effettua solo la seconda, lavorando il terreno con
apposita attrezzatura meccanica a 15-20 cm di profondità. Nei terreni poco permeabili (che sono la
maggioranza) per migliorarne la struttura, cosa difficile da fare in seguito, è bene incorporare con l’occasione
un terriccio specifico per tappeti erbosi alle dosi consigliate.
• Livellamento e spianatura: utilizzare a questo scopo un rastrello, affinando le zolle e colmando gli
avvallamenti.
• Concimazione pre-semina: distribuire un concime Starter ad alto titolo di fosforo es: 18-24-5
• Scelta del seme: va fatta in funzione dell’uso previsto del prato: ornamentale, sportivo, ricreativo, risemina
e del suo posizionamento, ombra o sole. Si utilizzano a tali scopi miscugli precostituiti di sementi. E’ quindi
importante leggere attentamente sulla confezione l’esatta destinazione per cui è consigliato il prodotto.
• Semina: può essere eseguita con l’ausilio di una seminatrice o manualmente. E’ ovviamente preferibile la
prima in quanto più precisa ma si ottengono buoni risultati anche a mano avendo cura di aggiungere sabbia
al seme e di dividere in due parti la quantità così ottenuta. Una volta seminata la prima, si distribuirà la
seconda in modo da incrociare la direzione di semina precedente.
• Incorporazione al terreno: una volta sparso, il seme deve essere interrato alla profondità di 4-5 mm con un
rastrello o altro attrezzo idoneo allo scopo.
• Rullatura: passare un rullo leggero (max 100 Kg) su tutta la superficie, in modo da fare bene aderire il
seme al terreno.
• Irrigazione: si procede poi ad irrigare leggermente ogni giorno facendo molta attenzione a non creare
ruscellamenti che possono spostare il seme e creare croste superficiali del terreno. L’irrigazione deve essere
eseguita preferibilmente nelle ore serali o prime del mattino. Evitare quindi le ore notturne e quelle più calde
della giornata.
• Nascita: avviene generalmente nell’arco di 10-20 giorni. Sino ad allora irrigare giornalmente. Il prato
diventa calpestabile dopo circa 20-25 giorni dalla nascita.
• Primo Taglio: si esegue dopo circa 4-5 settimane. L’altezza dell’erba deve essere mantenuta a 30-40 mm.
Le falciature devono essere eseguite frequentemente in quanto non bisogna tagliare mai più di 1/3 della
lunghezza totale della foglia onde evitare l’effetto stuoia (il prato si presenta giallo dopo il taglio) e l’insorgere
di malattie. E’ buona norma raccogliere sempre i residui del taglio.
• Concimazione di mantenimento: subito dopo il primo taglio è indispensabile provvedere alla distribuzione di
un fertilizzante a lenta cessione contenente i nutrienti principali, es: 22-5-10 alle dosi consigliate facendo
seguire un’irrigazione.

Scegliete il vostro prato ideale


• Il prato rustico: è un tipo di prato vigoroso e robusto. E’ poco esigente e in fatto di manutenzione e cura su
qualsiasi terreno il suo impianto garantisce un’alta resistenza al calpestamento. Non perde le sue
caratteristiche positive anche in caso di tagli non troppo frequenti.
• Il prato per terreni soleggiati: è un prato particolarmente resistente al calpestio e sopporta molto bene
l’esposizione al sole. Gli intervalli di taglio devono essere regolari e non patisce particolarmente alcuni giorni
di mancata irrigazione.
• Il prato per terreni ombreggiati: è adatto a tutti i tipi di terreno con esposizione all’ombra. Presenta un
bellissimo aspetto estetico per tutta la durata dell’anno ed è più resistente di altri tipi di prato all’impianto
sotto alle conifere.
• Il prato inglese: rappresenta l’ideale di ogni appassionato di giardinaggio, non tutti però conoscono le
difficoltà e le continue cure che conseguono all’impianto di un prato inglese. E’ un prato che presenta un
rapido sviluppo iniziale, ma necessita di tagli anche settimanali per mantenere la sua bellezza. E’ molto
resistente al calpestio ma necessita di annaffiature continue e prolungate. Solitamente il prato all’inglese si
taglia con tosaerba specifici a lame elicoidali.
• Il prato svizzero: si chiama così uno speciale miscuglio di graminacee e pratoline che si presta molto bene
alla rapida decorazione di angoli di giardino e alla realizzazione di bordure fiorite.
• Il prato giapponese: è un miscuglio speciale di fiori annuali e graminacee. E’ particolarmente indicato per
esposizioni soleggiate e per decorare scarpate o angoli poco accessibili del giardino.
• I prati speciali monoessenza:
- DICHONDRA REPENS: pianta perenne dalle radici rizomatose e stolonifere dalle caratteristiche foglioline
tondeggianti. Non necessita di tagli, sopporta bene il caldo intenso ma non tollera il gelo.
- AGROSTIDE TENUE: è una graminacea finissima che si adatta ad ogni tipo di terreno. La caratteristica
che la contraddistingue è il bellissimo colore verde intenso.
- TRIFOGLIO NANO: essenza dall’elegante fioritura bianca che la rende adatta a scopi ornamentali. Resiste
bene alla siccità e al gelo. Spesso si miscela con prati rustici.

Preparazione del terreno


• SEMINE E TRAPIANTI
- Semine in piena terra: anguria, basilico, barbabietola da orto, carote, cicorie, radicchi, cime di rapa, fave,
lattughe, piselli, rape, rucola, spinaci, prezzemolo, pomodori.
- Trapianti: bulbilli di cipolla, aglio.
- Semina in tunnel o letto caldo: angurie, cavoli, basilico, cetrioli, fagioli, melanzane, meloni, peperoni,
pomodori, sedani, zucchine.
- Con 6/8 giorni di anticipo rispetto alla semina o al trapianto concimare abbondantemente il terreno con
fertilizzante a lenta cessione o stallatico maturo. Incorporare nel terreno il fertilizzante con un rastrello o con
una leggera erpicatura.

• LAVORI AL SOTTOCHIOMA
- Dopo aver distribuito un buon concime a lenta cessione provvedere alla vangatura del terreno attorno al
piede delle piante. Servirà ad incorporare nel terreno anche i residui della pacciamatura invernale. Ciò
fornirà alla pianta gli indispensabili elementi nutritivi per la prossima partenza primaverile.

• DISERBO PIAZZOLE E VIALETTI:


- E’ il momento di intervenire con un diserbante selettivo rispettoso di alberi e arbusti, in quanto la sua azione
residuale manterrà libera dalle infestanti la superficie trattata per diversi mesi senza danneggiare le radici
delle piante ornamentali.
- Le aree industriali ed i cortili, lontano da piante ornamentali, possono essere mantenuti puliti con un
diserbante totale.

• PREPARAZIONE AIUOLE
- Occorrerà prima di tutto ripulire l’aiuola dai residui invernali, poi effettuare un diserbo con un diserbante
totale o rispettoso di alberi e arbusti, se l’aiuola è nelle vicinanze di questi ultimi. Successivamente si
procederà ad una abbondante concimazione ed una successiva vangatura e sminuzzatura del terreno.

Cosa occorre per la preparazione del terreno


• PER LA PREPARAZIONE DEL LETTO DI SEMINA OCCORRE:
- Vanga – Zappa - elettrozappa
- Rastrello
- Ammendante stallatico
- Concime granulare specifico

• PER LA SEMINA UTILIZZATE:


- Sementi in busta
- Sementi a nastro

• PER LA SEMINA SOTTO SERRA/TUNNEL UTILIZZATE:


- Serra/tunnel
- Telo pacciamante

• PER I LAVORI AL SOTTOCHIOMA DI ALBERI E ARBUSTI UTILIZZATE:


- Concime granulare
- Rastrello sarchiatore
- Zappa

• PER DISERBARE PIAZZOLE E VIALETTI OCCORRE:


- Diserbante totale (se in vicinanza di piante ornamentali)
- Diserbante selettivo (rispettoso di alberi, arbusti e radici)
- Pompa a spalla
- Zappetta

• PER LA PREPARAZIONE DELLE AIUOLE OCCORRE:


- Scopa/rastrello
- Diserbante (come punto precedente)
- Concime granulare specifico
- Vanga

MANUTENZIONE Tappeti erbosi

• CONTROLLO DELLE INFESTANTI


- Estirpare meccanicamente le infestanti prima che fioriscano. In alternativa usare un diserbante selettivo.
Distribuire il prodotto su vegetazione umida affinché aderisca bene alle foglie. Non irrigare e non tosare il
prato nei 2-3 giorni successivi. Ripetere il trattamento in caso di necessità dopo 4/6 settimane.

• CONCIMAZIONE
- Distribuire un concime specifico a lenta cessione ed alto titolo di azoto

• RULLATURA
- Utilizzando un rullo non troppo pesante (max Kg. 100) rullare su terreno asciutto per riassestare i punti
della cotica sollevati dal gelo per favorire l’attecchimento delle radici al terreno.

• SEMINA NUOVI IMPIANTI


- Su terreno già preparato in precedenza procedere alle nuove semine. Distribuire preventivamente nel
terreno un fertilizzante starter ad alto titolo di fosforo e azoto.

• RIGENERAZIONE
- Se il prato si presenta eccessivamente rado, è bene procedere ad una rigenerazione attraverso le seguenti
opzioni:
- Tagliare l’erba a 2,5/3 cm di altezza raccogliendo lo sfalcio
- Fare 2 passaggi incrociati su tutta la superficie con un arieggiatore manuale o a motore e asportare
completamente i residui.
- Concimare con un concime starter ad alto titolo di fosforo
- Seminare
- Interrare leggermente il seme e rullare
- Annaffiare costantemente e riconcimare

• CONTROLLO MALATTIE FUNGINE


- Se si riscontrano chiazze irregolari di 10-15 cm di diametro con alone verde scuro ai bordi e colorazione
grigio rosa all’interno che in seguito seccano, siamo in presenza del Marciume Rosa Invernale. Trattare
immediatamente con un fungicida specifico.

Prato rustico

Il prato rustico è un prato che viene coltivato in zone particolari e per specifiche funzioni:
ad esempio per consolidare pendii, per rinverdire le piste da sci e le sponde fluviali.
Le caratteristiche ricercate in questo tipo di prato sono: la robustezza, la fittezza e
radici molto profonde per resistere alla siccità e al gelo e alla scarsa manutenzione.
Da queste ultime considerazioni si può intuire come la gramigna sia un'ottima erba, anche
perchè in grado di resistere alla siccità per molto tempo. La si trova di solito in ottime
miscele.

Prato ornamentale

Il prato ornamentale è di solito utilizzato per zone a grande presenza umana come ad
esempio nei parchi pubblici, ma lo si può trovare anche nei giardini privati e nei parchi
storici.
L'erba poichè sarà più o meno calpestata deve essere robusta, con radici profonde per
resistere agli sbalzi climatici e abbastanza resistente alla siccità e alla ridotta
manutenzione.
Ecco che allora si preferisce una miscela di specie erbacee graminacee, scelte in base alle
caratteristiche sopraccitate in modo che diventi un'erba fitta senza piante infestanti.

Prato da calcio

Il prato da calcio o da hockey è un prato destinato ad un grande calpestio e ad un uso


quotidiano per gli allenamenti e le partite.
Molte volte quando si pensa al prato per le partite di calcio si fa subito riferimento al prato
sintetico, più tecnico e artificiale ma non è inusuale trovare sui campi da gioco anche prati
veri.
In questi casi la pratica sportiva danneggia il prato, talvolta lo distrugge: per questo
richiede manutenzione e rinnovamento. Inoltre, i tagli che avvengono in modo frequente
tendono a indebolire il terreno.
Per un prato da calcio si consiglia un prato fitto, uniforme, verde intenso e con
specie sottili e omogenee, che consentano la formazione di un tappeto verde ben
rasato.

Le Graminaceae

Le erbe che formano la maggior parte dei tappeti erbosi appartengono alla famiglia delle
Graminaceae
Alle graminacee appartengono specie annuali e perenni. Quelle perenni sono costituite
alla base da rizomi o fusti sotterranei ingrossati, che producono germogli e foglioline. Le
graminacee constano ben 7.500 specie e più: solo alcune, però, potranno dar vita ad un
buon tappeto ornamentale.
Le erbe che prenderemo in considerazione possono essere suddivise in due gruppi: le
microterme e le macroterme.
Microterme: le radici dell'erba in questione crescono quando la temperatura del terreno è
tra i 10 °C e 19 °C. Se si raggiungono i 30 °C la crescita rallenta fino ad arrestarsi. Le
specie con queste caratteristiche usate per la formazione del prato erboso sono: l'Agrostis,
la Festuca, il Lolium e la Poa.
Macroterme: le temperature che favoriscono la crescita di questo tipo di erba sono tra i
23 °C e i 32 °C, ma la crescita delle radici continua fino ai 35 °C. Le specie che
annoverano queste caratteristiche sono: il Cynodon, il Pennisetum, Paspalum,
Stenotaphrum, Zoysia.

I semi migliori per il proprio prato

Ecco che allora in base alle proprie esigenze bisognerà scegliere il tipo di erba e quindi di
semi più adatto al luogo, alle avversità climatiche, al calpestio, alla manutenzione e al tipo
di taglio richiesto.
Elenchiamo di seguito le più diffuse:

AGROSTIS
Questo genere di erba ha circa 120 specie. Le Agrostis prediligono un suolo fertile, umido
ma soffice e permeabile. Hanno radici poco profonde e per questo resistono poco e male al
caldo e alla siccità.
Le più utilizzate sono:
A. tenuis non sopporta il calpestio, il caldo e la salinità.
A. canina, A. alba e A. stolonifera palustris resistono discretamente alla siccità non
troppo prolungata e si adatta anche a tagli molto bassi, al di sotto dei 2 cm creando un
tappeto elastico e fine.
A. stolonifera palustris ha una bella presenza ed è di solito la protagonista di prati
perfetti e impeccabili, come quelli da golf.
Tutte, comunque, richiedono un'elevata manutenzione per quanto concerne tagli,
concimazioni e irrigazioni.

FESTUCA
Esistono circa 100 specie di Festuca e sono tra le più impiegate per i prati ornamentali
perchè robuste e resistenti al calpestio e ai tagli.
. Festuca arundinacea: è un'erba resistente che si adatta a molti tipi di terreno e a brevi
situazioni di siccità, ma sopporta poco i tagli bassi.
Festuca ovina: ancora più resistente di quella precedente presenta dalle radici robuste
ed erba a ciuffi compatti; tollera bene il freddo e la siccità. Ideale per prati rustici.
Festuca rubra rubra: specie di erba con rapida crescita. Cresce bene anche in terreni
acidi, con la siccità, il freddo e l'ombreggiamento. E' l'ideale per i campi sportivi e i prati
ornamentali molto battuti.
Festuca rubra commutata: cresce veloce e forma numerosi fusti, è tipica per la
formazione dei migliori tappeti erbosi densi. E' anche in grado di sopportare un elevato
calpestio e tagli inferiori ai 3 centimetri.
LOLIUM
Le circa 12 specie che appartengono al Lolium non godono di lunga vita ma in compenso
hanno un rapido accrescimento. Per questo motivo si usano di solito miste ad altre erbe
per nascondere buchi nel prato o per ripristinare l'erba nelle zone danneggiate.
La specie più nota è il Lolium perenne: è sensibile all'ombra e al freddo, ma forma
tappeti erbosi fitti e molto resistenti.
Adatta a climi temperati-freschi, sopporta tagli frequenti, ma non troppo bassi, fino a 3
cm, in quanto tende a diradarsi.
ZOYSA
Molto conosciuta di questo genere è la Zoysia japonica, d'origine asiatica e tropicale, che
per questo motivo presenta una buona resistenza ai caldi estivi ed è al tempo stesso in
grado di formare un tappeto erboso molto denso. Non tollera benissimo l'ombra e
sopporta tagli sia frequenti che molto bassi, fino a 1,5 centimetri.
POA
Il genere Poa lo si riconosce dalla presenza di molti germogli, dalla resistenza al
calpestamento e un buon adattamento ai differenti tipi di terreno. La Poa non richiede
molta manutenzione, e sopporta tagli anche molto bassi.
Poa pratensis: è la più nota. Si ramifica grazie alla presenza di rizomi superficiali. E'
resistente al calpestamento per la sua grande capacità rigenerativa (tranne durante le
estati molto calde, quando entra in fase di riposo).
E' adatta per tagli bassi, fino a 2 cm, e predilige esposizioni soleggiate e abbondanti
irrigazioni.

Tipi di erba e miscugli di semi per il prato

Per poter orientarsi nella scelta della specie da utilizzare per il proprio prato non ci sono
erbe in assoluto favorite perchè ognuna presenta pregi e difetti.
Però prima di passare alla selezione bisognerà valutare alcune variabili:

• l'uso finale del prato;

• il tipo di suolo;

• il clima;

• la presenza o meno dell'ombra;


• la manutenzione;

• la frequenza dei tagli.

A tutti questi fattori le singole specie rispondono in un modo diverso, ed è per questo
motivo che le erbe possono essere l'ideali per alcune esigenze, ma controindicate per
altre. Da qui la necessità di combinare più specie in miscuglio, affinché per tutto il corso
dell'anno e delle stagioni sia possibile ammirare un bel prato erboso.
In generale, infatti, un tappeto erboso, qualunque sia la sua destinazione, non sarà mai
costituito da una o due specie solamente, ma da un miscuglio di almeno quattro o cinque
specie.
I vantaggi che si ottengono con questa soluzione sono:

• diverso grado di resistenza alla siccità e all'insolazione;

• la possibilità di avere un tappeto verde anche durante i periodi dell'anno più freddi;

• diversa sensibilità alle malattie, grazia alla quale un parassita non può distruggere
tutto il prato ma solo l'erba più debole a tale contaminazione.

Nella scelta delle specie non esistono miscugli validi per tutte le situazioni, ma bisognerà
valutare le proprie esigenze come la tipologia di terreno, l'uso, il clima, il calpestio
previsto. In base a ciò si potranno acquistare miscugli preconfezionati ma si potranno
anche preparare da soli a casa.

Miscugli fatti in casa

In base alla tipologia di prato desiderata ecco tre miscugli da poter fare a casa:
PRATO FINE

I miscuglio:
Agrostis stolonifera 15%
Agrostis tenuis 25%
Festuca rubra commutata 10%
Poa pratensis 50%

II miscuglio: Festuca rubra commutata 20%


Lolium perenne 40%
Poa pratensis 40%
PRATO USO INTENSO

I miscuglio:
Agrostis tenuis 15%
Festuca rubra rubra 25%
Lolium perenne 40%
Poa pratensis 20%

II miscuglio:
Agrostis stolonifera 15%
Festuca arundinacea 15%
Lolium perenne 40%
Poa trivialis 30%

PRATO OMBREGGIATO
Agrostis tenuis 15%
Festuca ovina 30%
Festuca rubra commutata 15%
Poa nemoralis 20%
Poa pratensis 20%

I tappeti erbosi
di Luca Inzaina

Le essenze da tappeto erboso appartengono per la quasi totalità alla famiglia delle
Graminaceae. Di questo grande gruppo sistematico, comprendente circa 7.500 specie,
fanno parte alcune sottofamiglie che riuniscono piante caratterizzate da un “habitus”
vegetativo prostrato, meristemi basali, germogli con internodi basali corti e attitudine
all’emissione di stoloni e di rizomi per la propagazione laterale.

I parametri climatici che influenzano principalmente la distribuzione geografica delle specie


da tappeto erboso sono le temperature e le precipitazioni; sono questi due elementi a
definire la distinzione fra i due grandi raggruppamenti delle essenze utilizzate: le
microterme e le macroterme.

Tutte le specie utilizzate appartengono comunque alle tre primarie sottofamiglie:


Festucoideae, Panicoideae, ed Eragrostoideae.

Fra i parametri distintivi delle diverse specie quelli più importanti sono:

Tessitura

Rappresenta la larghezza della lamina fogliare. Le pratiche colturali che maggiormente


influenzano la tessitura sono l’altezza di taglio e le concimazioni. Densità di impianto e
tessitura sono spesso parametri correlati: maggiore è la densità di piante e fusti sulla
superficie, più fine è la tessitura.

Habitus vegetativo

Rappresenta la tipologia di crescita dei germogli. I tre tipi principali di portamento sono:
• cespitoso, quando le piante si accrescono e si espandono principalmente per
accestimento, formando folti gruppi di culmi eretti;
• rizomatoso, quando le piante si espandono in senso orizzontale attraverso i rizomi,
fusti sotterranei che, crescendo lateralmente, danno luogo a nuovi individui lontani
dalla pianta madre;
• stolonifero, quando la crescita orizzontale avviene tramite gli stoloni. L’attitudine
stolonifera è tipica di Agrostis stolonifera tra le microterme e delle specie
macroterme.

Vediamo ora una analisi particolareggiata delle diverse specie.

Le microterme

Rizomi

Le microterme sono rappresentate dalle specie di Graminaceae da tappeto erboso nelle


quali le fasi di maggiore crescita attiva si verificano durante il periodo più fresco della
stagione vegetativa, quando le temperature sono comprese tra i 15° ed i 23° C; durante la
stagione calda possono entrare in dormienza e subire danneggiamenti.

Includono specie appartenenti alla sottofamiglia delle Festucoideae, per lo più piante
longidiurne, nelle quali l’iniziazione fiorale deve essere preceduta da vernalizzazione ed
accompagnata da notti fresche. Le infiorescenze sono solitamente panicoli ma,
occasionalmente, racemi o spighe.

Le specie da tappeto erboso utilizzate in Italia appartengono, tradizionalmente, al gruppo


delle microterme. Il loro utilizzo nel nostro paese è dovuto alla tipologia climatica alla quale
è riconducibile la maggior parte del territorio. Le temperature invernali raggiungono e
mantengono per lunghi periodi valori prossimi agli 0° C; le estati sono caratterizzate da
temperature che raggiungono o superano anche i 35° C. Le precipitazioni medie sono di
900 mm/anno, distribuite prevalentemente nel periodo autunno-primaverile.

La situazione orografica della nostra penisola determina la presenza di situazioni


estremamente diversificate tra loro: nell’ambito di un clima definito sub-tropicale, si
riscontrano variazioni significative, da regione a regione, sia per quanto riguarda le
precipitazioni medie annue, sia per i valori minimi e massimi delle temperature.

Questa variabilità non limita comunque l’utilizzo delle essenze microterme, fra le quali si
trovano specie con esigenze climatiche talmente diversificate da offrire una copertura del
territorio pressoché completa. La scelta delle essenze deve comunque essere guidata
dalla valutazione attenta delle caratteristiche delle diverse specie e cultivar per parametri
quali velocità di insediamento e dinamica della densità nel tempo.

Genere Festuca

Festuca Rubra

Comprende circa 100 specie, fra le quali intercorrono numerose differenze di longevità,
tessitura e habitus vegetativo. È suddiviso in due sottogruppi: le festuche a tessitura
grossolana (F. elatior e F. arundinacea) e quelle a tessitura fine (F. rubra rubra, F. rubra
commutata, F. rubra tricophilla e F. ovina).
Festuca rubra rubra e Festuca rubra tricophilla formano un tappeto molto compatto,
uniforme e con tessitura finissima, di colore variabile dal verde al verde scuro. Il tasso di
crescita verticale è più basso di molte altre microterme. L’apparato epigeo è fibroso ed
estremamente denso, formato anche da una certa quantità di rizomi.

La sua adattabilità agli ambienti ombreggiati è superiore a quella della maggior parte delle
altre microterme, sebbene la qualità del manto erboso risulti comunque migliore in
condizioni di piena insolazione. La sua persistenza nelle regioni caldo-umide è scarsa, a
causa della bassa tolleranza alle alte temperature. Si adatta bene a suoli asciutti, sabbiosi
e con pH compreso fra 5,5 e 6,5. Non tollera i terreni umidi, scarsamente drenati e salini.
Le sue prestazioni nei tappeti erbosi sportivi sono piuttosto scarse, a causa del debole
apparato epigeo e della bassa capacità di recupero.

Festuca arundinacea: è una pianta originariamente con fogliame a tessitura grossolana


(selezioni recenti hanno prodotto cultivar molto fini) e, sebbene possieda corti rizomi, è a
portamento prevalentemente cespitoso; è considerata una buona specie da tappeto
erboso, ma può diventare infestante di prati a tessitura fine.

Portamento cespitoso

È una perennante a lunga persistenza quando la sua coltivazione avviene nelle zone di
transizione fra le regioni temperato-umide e fresco-umide; nelle zone più fresche di queste
ultime è soggetta, però, a danni da basse temperature e tende ad accorciare il suo ciclo
vitale.

La F. arundinacea, fra le specie microterme, è la più resistente alla siccità, tanto da poter
essere paragonata, per quanto riguarda questo carattere, ad alcune specie macroterme;
questa sua caratteristica è dovuta ad un intenso e rapido approfondimento dell’apparato
radicale. Durante i periodi di stress da elevate temperature, nonostante la crescita
dell’apparato fogliare diminuisca, è comunque in grado di mantenere una buona qualità di
colorazione.

Il portamento cespitoso e la tessitura grossolana, considerati caratteri negativi per gli usi
ornamentali e sportivi, si esaltano quando la densità di semina è bassa o nelle
consociazioni dove la percentuale in peso del seme di F. arundinacea sia minore del 70%.
La sua resistenza al calpestio è molto elevata e la tolleranza all’ombra è buona.

Genere Lolium

Il genere Lolium comprende una decina di specie, distribuite principalmente nelle zone
temperate; le due specie utilizzate per i tappeti erbosi sono il Lolium perenne e, in minor
misura, Lolium multiflorum.

Lolium perenne (nome comune: loglio, loietto): caratterizzato da portamento cespitoso e


tessitura piuttosto fine. Il suo ciclo biologico tende ad esaurirsi nell’arco di un anno quando
l’ambiente è caratterizzato da inverni estremamente rigidi ed estati siccitose, mentre in
condizioni climatiche intermedie, con inverni miti ed estati fresche ed umide, può protrarsi
per alcuni anni. Il L. perenne è, fra tutte le microterme, la specie con minor resistenza alle
basse temperature. L’adattabilità ad ombreggiamenti parziali è buona. La resistenza alla
siccità è discreta in confronto ad altre microterme.
Sebbene la sua adattabilità a diversi tipi di substrato ne consenta la coltivazione su suoli di
differente composizione, le sue qualità sono esaltate da terreni freschi, leggermente acidi
e con fertilità medio-alta. L’utilizzo di L. perenne come componente dei miscugli è molto
diffuso in tutte le situazioni nelle quali sia richiesto un tappeto erboso a rapido
insediamento e un buon grado di stabilizzazione del terreno; per prati sportivi e sottoposti
ad intenso traffico, viene spesso consociato a Poa pratensis; presenta infatti molte affinità
con questa specie per quanto riguarda le caratteristiche di tessitura e colorazione, anche
se il suo aspetto estetico dopo il taglio è inferiore.

Talvolta la semina di L. perenne è effettuata in purezza, in particolare nelle occasioni in cui


sia richiesta una copertura vegetale nei tempi più brevi possibili, ma per la quale non si
preveda una lunga durata.

Genere Poa

Comprende più di duecento specie ampiamente distribuite nelle zone a clima fresco-
umido.

Poa pratensis (nome comune: erba fienarola): si tratta di una specie rizomatosa, per la
quale esistono differenze estreme fra cultivar diverse per le caratteristiche di densità,
colore, tessitura e resistenza alle malattie.

In linea generale si tratta di una specie perenne con una moderata resistenza alle alte
temperature ed allo stress idrico; da queste condizioni si difende, comunque, attraverso
l’entrata in dormienza. La successiva ripresa vegetativa si attua mediante l’emissione di
nuovi germogli dalle gemme presenti sui rizomi e dalla ripresa dell’attività dei meristemi
basali, non appena l’umidità raggiunge livelli favorevoli. La resistenza alle basse
temperature, la colorazione invernale e la ripresa vegetativa primaverile, sono piuttosto
buone.

La sua adattabilità al substrato è limitata ai suoli umidi, ben drenati e con pH neutro-
subacido. È largamente utilizzata nelle diverse tipologie di tappeti erbosi (eccetto i green),
spesso in consociazione con L.perenne e F.rubra.

Le macroterme

Si definiscono macroterme le specie di graminacee da tappeto erboso che presentano un


optimum di temperatura compreso fra i 27 ed i 35°C. Le temperature di base per
l’accrescimento variano, secondo differenze inter ed intraspecifiche, fra gli 0° ed i 13°C,
sebbene la maggior parte delle specie, al raggiungimento di queste temperature, metta in
atto un meccanismo di sopravvivenza, detto “dormienza”, caratterizzato visivamente dalla
perdita di clorofilla nei tessuti (le piante diventano gialle e/o marroni).

Stoloni

Le macroterme sono caratterizzate da un habitus vegetativo stolonifero e rizomatoso, che


conferisce una aggressività nell’insediamento e nello sviluppo estremamente elevata; le
conseguenze di questa attitudine sono rappresentate da una sostanziale maggiore
tolleranza al traffico, da una grande aggressività verso le infestanti, da una maggiore
capacità di recupero e alcune di esse (ad es. Cynodon spp.) dall’ottima adattabilità ad
altezze di taglio ridotte.

Le macroterme utilizzate per i tappeti erbosi appartengono alle sottofamiglie delle


Eragrostoideae e delle Panicoideae. Le principali specie utilizzabili in Italia sono:

Genere Cynodon

Questo genere, comprendente una decina di specie, è uno dei più importanti e diffusi fra le
macroterme. La maggior parte delle specie appartenenti al genere Cynodon utilizzate per i
prati hanno avuto origine nell’Africa orientale, distribuendosi successivamente in tutte le
zone a clima tropicale e subtropicale. Nelle nostre regioni, alcune di queste specie sono
infestanti delle colture erbacee a ciclo primaverile-estivo.

Cynodon dactylon (nome comune: gramigna, zizzania): si tratta di una specie


estremamente variabile, all’interno della quale si possono individuare ecotipi e varietà che
presentano notevoli differenze per quanto riguarda colore, tessitura, densità, vigore ed
adattabilità all’ambiente . L’habitus vegetativo è prostrato, con un intrico di stoloni e rizomi
a formare una cotica erbosa molto fitta.

Questa specie perenne, largamente diffusa nelle regioni temperato-umide e temperato-


semiaride del globo, è caratterizzata da una eccezionale resistenza al caldo ed alla siccità;
per contro, la sua tolleranza al freddo ed alle condizioni di scarsa insolazione è bassa. Per
questo motivo, l’uso di C. dactylon è limitato nelle aree nelle quali alberi o altre barriere
alla luce determinano la presenza di zone d’ombra; in queste situazioni la percentuale di
copertura del terreno da parte delle piante diminuisce rapidamente.

I limiti estremi della sua diffusione coincidono con le zone nelle quali le temperature
minime non scendono sotto i -3/-4 °C; fino a questi valori C. dactylon è in grado di mettere
in atto un meccanismo di tolleranza al freddo, che consente la sopravvivenza dei tessuti
meristematici.

Questo meccanimo, detto dormienza, inizia in autunno, non appena le temperature


calano, per continuare nei mesi successivi e giungere al culmine in corrispondenza della
prima gelata, dopo la quale i fusti e le foglie diventano giallo-marrone. C. dactylon si
sviluppa in maniera ottimale in terreni fertili, ben drenati e di tessitura relativamente fine,
con pH compresi fra 5,5 e 7,5. La sua crescita in suoli asfittici è ridotta; la tolleranza alla
salinità è discreta.

Cynodon transvaalensis: è la specie a tessitura più fine e densità maggiore fra tutte le
gramigne; si propaga attraverso stoloni molto sottili con internodi brevi e rizomi corti e
carnosi.

Cynodon dactylon x transvaalensis: questi ibridi interspecifici naturali, dei quali esistono
attualmente numerose varietà, sono stati sottoposti a lunghi lavori di selezione per
ottenere genotipi con una maggiore adattabilità alle zone climatiche di transizione e con un
buon grado di finezza fogliare. La loro propagazione avviene esclusivamente per via
vegetativa.
Genere Paspalum

Questo genere comprende circa 400 specie, delle quali esclusivamente due sono
utilizzate per i tappeti erbosi, Paspalum notatum e Paspalum vaginatum.

Paspalum notatum: è una specie nativa delle coste orientali del Sud America; la tessitura
fogliare è grossolana, il portamento eretto e forma coperture molto fitte. Si propaga
attraverso rizomi e stoloni corti e schiacciati; l’apparato radicale è molto esteso e profondo.
La propagazione avviene principalmente per via gamica, grazie alla sua abbondante
produzione di seme. Ha buona tolleranza all’ombra, alla siccità ed al calpestio. Si adatta
perfettamente ai suoli aridi, sabbiosi e poveri di sostanza organica.

Paspalum vaginatum

Paspalum vaginatum: questa specie, nativa delle coste occidentali dell’America centrale, è
attualmente diffusa in tutto il mondo. Il suo habitat naturale è rappresentato dalle dune
sabbiose e dalle spiagge, dove è sottoposto all’azione dell’acqua marina, dell’aerosol e
dalle periodiche inondazioni durante le tempeste. P.vaginatum è particolarmente
interessante per le sue doti di straordinaria adattabilità al substrato: questa specie è infatti
in grado di svilupparsi bene su terreni sabbiosi o argillosi, con pH da 4,0 a 9,8. La tessitura
fogliare è variabile nei diversi ecotipi, da grossolana a fine; gli ecotipi a tessitura più fine
possono essere utilizzati per la realizzazione dei green nei campi da golf, allevati ad
altezze di taglio variabili fra i 3 ed i 6 mm. La sua adattabilità all’ombra è scarsa (si riduce
notevolmente la densità) e la resistenza al freddo è discreta. La propagazione avviene
esclusivamente per via vegetativa.

Genere Zoysia

Tre fra le cinque specie appartenenti a questo genere sono utilizzate per la realizzazione
di tappeti erbosi nelle regioni a clima caldo-umido e temperato. Si tratta di specie native
delle regioni dell’Asia orientale, diffuse successivamente, tramite l’intervento antropico, in
tutta la fascia tropicale e subtropicale.

Stenotaphrum secundatum

Le Zoysie sono caratterizzate da:

• formazione di un manto erboso estremamente denso e compatto e da crescita


molto lenta. Il folto intreccio di stoloni e rizomi forma una coltre praticamente
impenetrabile dai semi delle infestanti.
• bassa velocità di insediamento e capacità di recupero dei danni, a causa del basso
tasso di crescita dei germogli e degli stoloni.
• eccellente tolleranza alla siccità e al caldo. Sebbene siano relativamente resistenti
alle basse temperature, le Zoysie non prosperano bene nelle regioni con estati
brevi o fredde.
• buona tolleranza all’ombra quando la loro coltivazione è effettuata nelle regioni
caldo-umide.
• tolleranza al freddo. Grazie alla loro tolleranza al freddo, possono essere coltivate
con successo anche nelle regioni temperate. Nelle condizioni ambientali dell’Italia
centrale, le Zoysie trattengono più a lungo il colore durante l’inverno di tutte le altre
macroterme .
• ottima resistenza al calpestio. La consistenza dura e rigida delle foglie e degli steli
conferisce alle Zoysie, in piena attività vegetativa, la maggiore resistenza al
calpestio tra tutte le macroterme.
• buona tolleranza alla salinità.

Le Zoysie si sviluppano in maniera ottimale su terreni ben drenati e con pH compreso fra 6
e 7. La loro propagazione avviene prevalentemente per via vegetativa. Zoysia japonica: è
la specie più resistente alle basse temperature; la tessitura fogliare è media e la densità è
inferiore rispetto alle altre specie di Zoysia.

Zoysia tenuifolia: è la specie a tessitura più fine, densità maggiore e crescita più lenta di
tutte le Zoysie. Quando è usata in zone tropicali e subtropicali, solitamente non viene
sottoposta a tagli di manutenzione e forma superfici dal caratteristico aspetto irregolare.

Zoysia japonica x tenuifolia: questo ibrido interspecifico (una cultivar molto diffusa è
“Emerald”), ha tessitura fine, colorazione scura ed ottimo aspetto estetico, ma la sua
resistenza al freddo è inferiore a quella di Z. japonica.

Stenotaphrum secundatum, Pennisetum clandestinum, Axonopus affinis e Buchlöe


dactyloides sono altre specie interessanti che troveranno però difficilmente spazio nel
nostro paese. Fra di esse particolare menzione la merita Stenotaphrum secundatum, una
pianta dall'aggressività e dalla resistenza spaventosa, il cui aspetto estetico estremamente
grossolano ne causa le relegazione a contesti assolutamente particolari, quali quelli delle
naturalizzazioni e dei recuperi ambientali.

Microterme e macroterme a confronto

La realizzazione dei tappeti erbosi in Italia avviene quasi esclusivamente con essenze
graminacee microterme; questa condizione si verifica e si mantiene da lungo tempo
principalmente grazie alla buona adattabilità di queste specie alle condizioni ambientali del
nostro paese, ma risulta limitante se si considera l’opportunità di inserire, perlomeno in
alcune zone, le essenze macroterme. Fra di esse Zoysia spp., Paspalum vaginatum,
Cynodon dactylon e Cynodon dactylon x transvaalensis si adattano ottimamente alla
coltivazione in Italia centrale, sebbene durante il periodo invernale l’aspetto estetico si
riduca notevolmente a causa della perdita di colore verde.

La possibilità di utilizzare nuove specie, con caratteristiche essenzialmente differenti da


quelle delle microterme, non solo amplia l’orizzonte delle possibilità di scelta, ma, grazie
alle caratteristiche proprie di queste specie, conferisce l’opportunità di introdurre la cultura
del prato ornamentale in situazioni ambientali ed economiche più svantaggiate. Una
accurata selezione delle specie per le aree con problematiche ambientali è una strategia
da adottare il prima possibile: specie con tolleranza a molteplici condizioni di stress
diventano la chiave per il successo delle tecniche di gestione compatibile.

Principali differenze fra micro- e macroterme:

Consumi idrici

La resistenza alla siccità è uno dei fattori maggiormente limitanti lo sviluppo dei tappeti
erbosi, in particolar modo nelle aree urbane, dove la disponibilità di acqua per l’irrigazione
è sempre piuttosto limitata. Una strategia attuabile per ridurre la necessità di irrigare
consiste nell’utilizzare specie e cultivar resistenti alla siccità. Iil quantitativo di acqua di cui
le macroterme hanno bisogno è inferiore rispetto a quello delle microterme in percentuali
variabili dal 20 al 45. Questa differenza è data, oltre che dal differente meccanismo
fisiologico, dalla morfologia delle piante (angolo di inserzione fogliare, larghezza della
lamina, presenza di peli e cuticole, tipologia di apparato radicale).

Resistenza alla salinita'

Nel caso in cui, invece, la disponibilità idrica sia quantitativamente sufficiente ma


qualitativamente scarsa, le macroterme offrono ulteriori garanzie di buoni risultati. Per
quanto concerne, ad esempio, la resistenza alla salinità (sia dell’acqua che del terreno), le
specie di questo gruppo superano tutte le microterme, grazie a meccanismi che
consentono loro di tollerare elevate pressioni osmotiche . Attenzione particolare merita
Paspalum vaginatum, per la cui irrigazione è possibile utilizzare acque a contenuto di sale
elevatissimo (tollera l’acqua marina) o parzialmente inquinate, incluse quelle contenenti
metalli pesanti.

Resistenza alle basse temperature

Prima dell’arrivo della stagione fredda le graminacee da tappeto erboso avviano una serie
di processi fisiologici fondamentali; questi sono rappresentati da rallentamento della
crescita, aumento delle riserve di carboidrati e riduzione del contenuto idrico dei tessuti.
Mentre nelle microterme questi processi non causano mai un arresto completo della
crescita, nelle macroterme si instaura un vero e proprio meccanismo di dormienza/stasi
vegetativa che comporta la cessazione delle funzioni metaboliche (compresa la
produzione di clorofilla), determinante l’arresto della crescita e la perdita di colore.

Le condizioni ambientali che aumentano i rischi di danni da freddo sono:

• terreno umido o bagnato


• superficie della coltura ombreggiata
• abbassamento repentino della temperatura
• gelate tardive
• tempi prolungati di esposizione alle basse temperature

I fattori colturali che influenzano la suscettibilità alle basse temperature sono:

• drenaggio insufficiente della superficie coltivata


• altezze di taglio ridotte
• basso livello di potassio
• eccesso di azoto
• accumulo di feltro

Resistenza alle malattie

I principali problemi patologici che interessano le specie da tappeto erboso sono causati
da funghi fitopatogeni; questi possono essere gli agenti causali di malattie che si
sviluppano causando:

• distruzione del contenuto delle cellule ospiti


• interruzione dei processi metabolici, di fotosintesi e di respirazione delle cellule
ospiti, attraverso la secrezione di tossine, enzimi o regolatori di crescita
• blocco dei sistemi di trasporto dei carboidrati, delle sostanze minerali e dell’acqua
nei tessuti conduttori

Nei casi in cui l’attacco fungino porti ad un deterioramento della qualità della superficie
inerbita e, soprattutto negli ambiti dove le risorse economiche lo consentono, si rivela
spesso necessaria l’adozione di misure di lotta dirette. Un approccio alternativo all’uso di
prodotti anticrittogamici è rappresentato dall’impiego di specie e varietà più resistenti alle
malattie. Anche per quanto riguarda questo aspetto, le macroterme risultano,
complessivamente, migliori delle microterme.

Stolonizzazione

Fabbisogno nutrizionale

Il prelievo di elementi nutritivi dal terreno è determinato dalle caratteristiche e dalle


condizioni dell’apparato radicale e del suolo; per quanto riguarda l’apparato ipogeo, i fattori
più importanti sono rappresentati dalla profondità e dall’estensione laterale delle radici, in
particolare per l’intercettazione di elementi poco mobili nel suolo, come il fosforo. Un
secondo fattore è l’energia ottenibile dalla respirazione radicale; un’adeguata quota di
respirazione si mantiene assicurando una riserva sufficiente di ossigeno nel suolo ed un
optimum di temperatura per l’attività radicale.

Nell’ambito delle macroterme, soggette ad un periodo più o meno prolungato di dormienza


invernale, risulta che azoto, fosforo e potassio giocano un ruolo fondamentale nella
resistenza al freddo, quando combinati nelle giuste proporzioni. Piante che ricevono
fertilizzazioni autunnali a base di solo azoto sono meno resistenti alle basse temperature,
mentre la resistenza aumenta quando vengono somministrati fosforo e potassio.
Concimazioni effettuate in tarda estate - inizio autunno, oltre a ridurre la probabilità di
danni da freddo, inducono una velocità maggiore nella ripresa vegetativa primaverile,
probabilmente grazie all’accumulo di sostanze nutritive che si rendono immediatamente
disponibili non appena le temperature si innalzano.

Resistenza al calpestio

Le macroterme, grazie alla tipologia di habitus vegetativo, alla rigidità fogliare e alla
maggiore densità, sono più resistenti al calpestio della maggior parte delle microterme.
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