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ATTO PRIMO

Scena I

Camera di Andromaca. Entrano Andromaca, la serva e Eleuterio.


Andromaca si sta preparando per andare a dormire con l’aiuto della
serva.

ELEUTERIO: Come hai osato tu, donna, tradirmi con un uomo così
sciagurato (adirato)?

ANDROMACA: Perché dici questo? Ho mai mancato di rispetto nei


tuoi confronti?

ELEUTERIO: Ancora menti? Scegli con attenzione le tue parole perché


non sopravvivrai questa notte se ti ostinerai a negare il vero. Mi sono
giunte voci da un mio fedele sottoposto riguardo ad un tuo incontro
sospetto con Ciriaco. Egli afferma che vi atteggiavate a
comportamenti ingiuriosi dopo lo svolgimento di un banchetto
tenuto dai principi delle città di Atene e Sparta. Puoi provare la tua
innocenza? Se così fosse non esiterei a placare con la morte le voci di
chi diffama la tua purezza.

ANDROMACA: (sconvolta, con lo sguardo nel vuoto)Io… ma...come…


non capisco…cosa intendi… io non mi sarei mai permessa di recarti
tale offesa…

ELEUTERIO: Ancora menti? (urlando)Ancora? Non ti rendi conto di


quale grave nefandezza ti stai macchiando? Quale immorale errore tu
stia commettendo? Quale disonorevole offesa?

ANDROMACA: Non mi sarei mai permessa. Non puoi capire. Hai tu


delle prove concrete del mio atto impuro? Come puoi dare maggiore
importanza alle parole pronunciate da un semplice suddito che alle
mie?

ELEUTERIO: Taci ingrata! Io ti ho offerto di condividere la tua vita con


la mia. Il mio animo non può più sopportare tali falsità. Ora ti
dimostrerò la validità delle mie considerazioni e qualora fossero
fondate non indugerò ad ucciderti, nemmeno davanti alle tue
suppliche. La fedeltà che lega un comandante al suo sottoposto è
sincera e solida quasi come le radici che ancorano un albero alla
terra. Egli non avrebbe alcun motivo di mentirmi, conoscendo
oltretutto le pene a cui andrebbe incontro tradendomi. Mi raccontò
che durante il banchetto il figlio del re spartano, Ciriaco, aveva
continuato a fissare te con insistenza, alludendo a qualche possibile
intesa, contraccambiata dai tuoi sguardi fugaci. Inoltre dopo il
termine della cerimonia, appoggiati ad un muretto rivolto verso la
strada, vi osservò in atteggiamenti intimi mentre vi tenevate le mani.
Cos’hai da dire a tua discolpa? Puoi tu smentire tali accuse?
(estraendo il pugnale)
ANDROMACA: (in lacrime. Rivolgendo lo sguardo verso la serva
terrorizzata)Non farlo ti prego. Ti rendi conto di quale peccato ti stai
per macchiare?

ELEUTERIO: Rispondo solo al mio orgoglio. L’unico sbaglio di cui mi


ritengo colpevole è quello d’essermi invaghito di te. Infedele, ora
morirai!

(Eleuterio prende lo slancio e nell’atto di ucciderla viene fermato


dalla voce di Andromaca. La serva piangente si inginocchia a terra
pregando)

ANDROMACA: Trattieni il fuoco del tuo animo e duella contro il tuo


reale rivale invece di sfogare la tua ira su colei che nulla può nei tuoi
confronti! Il vincitore avrà la mia mano, lo sconfitto raggiungerà la
morte.

ELEUTERIO: Quindi tu sostieni le mie parole. Non desidero altro se


non ucciderti, ma essendo questa la situazione preferisco vendicarmi
dell’affronto subito e non rinunciare al tuo amore. Quell’infame cane
otterrà ciò che si merita, avendo violato il corpo di una casta
fanciulla. Ora vado a coricarmi, poiché domani m’attende un giorno
decisivo.

ANDROMACA: Ti sarò infinitamente grata per la grazia ricevuta.


Addio.

ELEUTERIO: Addio (esce).

Scena II

Camera di Andromaca. Andromaca e la serva discutono.

SERVA: Signora desidera conforto?

ANDROMACA: Cosa ho fatto? Come ho potuto mettere in pericolo la


vita del mio amato Ciriaco? Subito mi sono invaghita dei suoi sguardi,
espressione profonda del suo amore nei miei confronti! La passione
trasmessami ha acceso nel mio animo una fiamma che ha bruciato il
senso della ragione. Il solo pensiero di averlo accanto distorceva la
realtà dei fatti, e così ci ritrovammo ad amarci profondamente, nel
buio di una notte che falsamente poteva assicurare la protezione da
un mondo che mai avrebbe potuto comprendere i sentimenti che ci
hanno legati, e da quella notte per sempre. Ed Eleuterio…come ha
potuto arrivare a tanto?

SERVA:
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