La società di massa
L’ESPANSIONE DEI CONSUMI E LA NASCITA DEL CONSUMATORE MODERNO
L’allargamento del mercato interno costituì una delle componenti essenziali della ripresa economica e del lungo ciclo espansivo dell’economia.
Le masse proletarie e la piccola borghesia urbana e rurale avevano vissuto in condizioni di miseria spaventosa non riuscendo mai a varcare
stabilmente la soglia della sopravvivenza fisica. Grazie all’innovazione tecnologica e alla riorganizzazione della produzione anche questi gruppi
sociali poterono accedere alla fruizione dei beni: l’industria ora lavorava su larga scala e diminuiva i prezzi. Grazie alla diffusione dei sindacati
aumentarono i salari del lavoratori. Economia basata sul consumo di massa. Questo portò ad una crescita notevole del tenore di vita.
GRANDI MAGAZZINI, STADI E CINEMA
La trasformazione del mercato riguardò anche i sistemi di distribuzione.
• Già nella seconda metà dell’Ottocento, nelle grandi città, erano comparsi i “grandi magazzini”, grandi fabbricati a più piani dove era
possibile trovare di tutto. Il primo fu aperto a Parigi nel 1852 (Bon Marché), simbolo del nuovo modo di vendere e di comperare, nel
quale era scomparso ogni rapporto diretto tra acquirente e venditore.
• Data l’ampia gamma di prodotti era necessario trovare un metodo per attirare l’enorme massa dei consumatori: la pubblicità.
• Grazie al circolo “+ pubblicità -> + lettori -> + pubblicità” nacque la stampa quotidiana e periodica. La diffusione della scolarizzazione
faceva lievitare il numero delle persone capaci di leggere. Nacquero così i grandi quotidiani d’opinione, i settimanali d’informazione,
la stampa per ragazzi, i rotocalchi femminili e gli antesignani delle soap opere.
• Nasce il tempo libero, che è utilizzato per dedicarsi alle nascenti occupazioni: sport di massa e il cinema. I luoghi d’intrattenimento
divennero i luoghi dove trascorrere la domenica e le festività, in sostituzione della chiesa e della piazza.
• Nell’imitare gli sfarzi dell’alta borghesia si diffonde la passione per l’auto (la “Zero” italiana della Fiat) e per il turismo.