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E' nata
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DOMENICO AMATO
CARLO BOGLIETTI
RAFFAELE MADARO
GINO MISURACA
MIMI’ SCIORTINO
LALLA SPIONE
,
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Viva l’Italia
Il 25 e 26 giugno si terrà il referendum sulla “riforma” della Costituzione voluta dalla destra.
Quella “riforma” riscrive ben 53 articoli della nostra Costituzione repubblicana:
in pratica, la demolisce.
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Votiamo NO perché:
non accettiamo un Paese diviso, lacerato, paralizzato, discriminato ancor più tra Nord e Sud.
Vogliamo un’Italia unita, dove tutti i diritti siano uguali per tutti i cittadini,
dove la solidarietà sia un valore fondamentale;
e dove il federalismo sia un modo per avvicinare i cittadini agli Enti locali e allo Stato,
per dare a tutti una scuola e una sanità migliore.
Votiamo NO perché:
non vogliamo che il Presidente del Consiglio abbia poteri “assoluti”,
che possa sciogliere la Camera dei Deputati a suo arbitrio.
Vogliamo che il Parlamento eletto dal popolo abbia i poteri
per tutelare i diritti e le libertà dei cittadini,
che il Presidente della Repubblica sia un garante, rispettato ed autorevole,
che la Corte Costituzionale sia autonoma.
Votiamo NO perché:
non accettiamo di mandare in soffitta i valori fondamentali
e i diritti scritti nella nostra Costituzione, nata dalla lotta di Liberazione.
Vogliamo dare significato pieno a quei valori, allargare lo stato sociale,
arricchire la convivenza civile, rafforzare le istituzioni,
l’unità del nostro Paese e la nostra democrazia.
Votiamo NO perché:
non accettiamo che la Costituzione sia riscritta da una sola parte politica.
Vogliamo che ogni futura modifica legata a nuove esigenze dello Stato e della società
sia coerente con i principi e i valori della Costituzione,
sia sostenuta da una larga partecipazione
e da un vasto consenso della società civile e delle forze sociali,
sia approvata dal Parlamento a larghissima maggioranza
e sia confermata dai cittadini con il referendum.
Votiamo NO perché:
la riforma della destra ha un costo finanziario altissimo che pagheremo noi cittadini;
non è né moderna né lungimirante.
NO
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PERCORSO DI ATTUAZIONE DEGLI ISTITUTI ECONOMICI
Come già chiarito nel comunicato RSU del 12 maggio 2006, l’Amministrazione ha
definito il percorso di attuazione degli istituti economici sia del Contratto Nazionale
sia del Contratto Decentrato che di seguito nuovamente riportiamo.
Ad integrazione della tabella ricordiamo che nel mese di maggio sono stati erogati
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gli stipendi tabellari per tutte le categorie aggiornati ai nuovi valori contrattuali e
gli arretrati per le progressioni orizzontali del 100% del personale di categoria A
con decorrenza 1/1/2005.
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PAOLO PEVERARO
Bilancio, personale e patrimonio del Comune di Torino, che corre a sostituire Gianluca
Susta nell’incarico di vice presidente della Regione Piemonte.
L’uomo della finanza creativa (ha sempre inventato qualcosa per il bilancio comunale) ha
un passato come advisor alla Arthur Andersen Italia, insomma quelle società che certificano
i bilanci (in America ad esempio, ne sanno qualcosa nel caso del fallimento Enron, ma Peve
non c’entra).
I suoi compagni di scuola dicono che fosse di destra (cosa legittima) ma si sa che in gioven-
tù tutti abbiamo avuto delle passioni, poi con l’età si attenuano, sino a diventare segretario
del partito liberale a Torino.
Certo la cosa è avvenuta per gradi, nel ’93, quando a Torino si elesse Castellani sindaco per
la prima volta, i liberali pensarono bene di appoggiare il democristiano Zanetti, ma ciò non
impedì al cattolico Castellani di perdonarlo e di chiamarlo con sé in giunta nel ’97.
Politicamente si dice che Peveraro sia uomo del banchiere Enrico Salza (San Paolo), ma in
realtà non sappiamo bene quanto pesi in politica, dato che, a nostra memoria, non abbiamo
mai avuto occasione di votarlo, non essendo mai stato candidato in nessuna elezione.
Peraltro nel suo partito attuale (La Margherita) i bene informati dicono che ”controlli” meno
voti del suo discepolo Alessandro Altamura.
Certo non sappiamo se nel futuro saranno ricordate le sue lezioni di professore a contratto
(Università), ma di sicuro verranno ricordate le imponenti privatizzazioni fatte dal Comune
di Torino: dall’aeroporto all’azienda energetica (AEM) dalla nascita di nuove società del
gas (AES) alla fusione AEM AMGA di Genova, per dar vita a Iride.
Con relativi presidenti, amministratori delegati e consigli di amministrazione.
Per finire con la vendita degli alloggi del Comune ai privati.
Ma forse la cosa più bella è stata l’invenzione di Finto (che non vuol dire falso), ma Finan-
ziaria Città di Torino srl ad amministratore unico, che detiene le partecipazione del Comune
di Torino nelle varie aziende. Insomma se la Regione ha la FinPiemonte, il Comune non può
avere la sua Finto?
Ma il ricordo più suggestivo, quello che in Regione non potrà ripetersi, sarà quello lasciato
dal Presidente del (rinato) Torino calcio Urbano Cairo quando, lo scorso anno, si affacciò
dal balcone dell’ufficio di Peveraro per rispondere alla folla granata acclamante in Piazza
del Municipio.
Ora che verrà da noi ad occuparsi di personale, facciamo i nostri migliori auguri in modo
che non debba rimpiangere “questi magnifici e appassionanti anni”, telefonia NOICOM
compresa, che si lascia alle spalle.
Intanto, per non apparire provinciali e impreparati, stiamo studiando le opere complete di
August von Hayek, che ci dicono essere il suo filosofo preferito. Dopo Rosina, naturalmen-
te.
P.S. Il “Peve” è qui da pochi giorni, ma siccome è un ragazzo sveglio, ha già capito che non
c’è nulla che funziona. Né il controllo di gestione, né l’organizzazione, per non parlare della
meritocrazia. Così non va, ci vuole un manager, ci vuole Cesare Vaciago, city manager del
Comune di Torino e in contemporanea direttore del Toroc, uno con le palle, per dirla fine,
come la direbbero entrambi. Compagni e naturalmente compagne, ci divertiremo un sacco!
Paperino
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Lavoro precario, lavoro indecente
Torniamo ancora una volta a parlare dei col- trattazione individuale, ovviamente sbilan-
laboratori con contratti cosiddetti “atipici”, fra ciata fra le parti, in cui il datore di lavoro (è
i quali un’elevata quota è riservata ai co.co.co. sufficiente una determinazione del dirigen-
(collaboratori coordinati e continuativi) che te) può inserire e far accettare deroghe alle
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Vil razza furbetta
Il Parlamento - era Berlusconi - approvò la legge salva Previti; la Regione Piemonte - era Bresso - ha
approvato la legge salva Pene. Tranquilli, niente sesso, siamo piemontesi.
Si tratta della legge n. 6 dell’1 febbraio 2006 intitolata: “Modifica della legge regionale n. 10/72 -
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Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionale”.
Avremmo dovuto capire dal termine “membri” di cosa si trattava, ma anche se sindacalisti trinari-
ciuti, manteniamo un fondo di ingenuità. E così, per caso l’abbiamo letta, lettura veloce, solo due
articoli e il secondo ci ha ricordato qualcosa.
Avete presente la legge sulle Segreterie particolari voluta dalla Giunta Ghigo, una delle tante leggi-
ne spazzatura, quella che prevede che il personale addetto può, firmando un contratto di diritto
privato, guadagnare cifre di molto superiori a quelle del personale “normale” di pari categoria?
Ebbene, a luglio 2005 le OO.SS. erano state consultate in Consiglio regionale su alcune modifiche
(pessime) a questa legge. Dichiarammo allora tutta la nostra contrarietà e chiedemmo l’abrogazione
di tutta la legge.
Ci colpì una cosa in particolare: la possibilità di utilizzare personale dipendente di ex municipalizza-
te, tramite convenzioni. La definimmo una norma “ad personam”. Apriti cielo! Il Presidente del
Consiglio, Davide Gariglio, ci comunicò che la “personam” era amareggiata per il nostro atteggia-
mento e come ritorsione negò la sala per lo svolgimento del Congresso della CGIL dell’Ente. Co-
munque, non abbiamo saputo più nulla della leggina con le modifiche.
Fino a quando non abbiamo ritrovato la norma “ad personam” nella legge 6.
Ora cosa dovremmo dire, che il Presidente Gariglio (oggi Margherita, domani partito democratico,
forse) già amministratore delegato di GTT, ex municipalizzata, appunto, usa le prerogative del Con-
siglio regionale per farsi approvare leggi su misura? Che lo fa da furbetto, nascondendole dentro una
legge con un altro titolo? Che la signora Ida Pene, così si chiama l’indispensabile collaboratrice, sua
segretaria al GTT, per la quale scomodare il Consiglio regionale, guadagnerà circa 70 mila euro
l’anno (lorde)? E che lavori farà mai la signora Ida Pene per guadagnare quanto un dirigente?
Ci rendiamo conto di amareggiare ancora una volta la signora Ida Pene e il suo Presidente, ma vede
Ida, “ ad personam” non è una parolaccia in latino. Vuol dire usare la “cosa pubblica” per sé o per gli
amici. Se ne faccia una ragione, è proprio quello che è stato fatto.
Mafalda
Fuksas, l’ingrato
Grattacelo sì, grattacelo no, grattacelo forse, grattacelo di nuovo sì.
Finalmente sciolti i dubbi, la presidente Bresso ha deciso che il palazzo unico si farà. Per
dimostrare che Lei non è come l’ex governatore Ghigo, tutto chiacchiere e promesse fasul-
le.
Grattacielo dunque. Naturalmente non sarà lo stesso vagheggiato da Ghigo. Questo lo
faremo “più grande…e più superbo che pria”! 30 metri più alto del primo progetto. E poi,
in un’altra area, l’ex Fiat Avio, anziché sulla Spina 1. Ci porteremo anche il Consiglio regio-
nale, in una struttura apposita, per evidenziarne l’autonomia. La torre ed i volumi emer-
genti, da cui si godrà una splendida vista sul Lingotto, saranno immersi in un parco. L’area
dell’intero complesso sarà collegata al territorio dalla ferrovia e dalla metropolitana.
Sono solo da definire alcuni dettagli (light details?), come una piccola variante al Piano
regolatore di Torino e qualche limatura ai disegni, predisposti un po’ di anni fa. Siamo già
tutti impazienti. E siamo contenti per il progetto della “Faci”, che è di nuovo salvo: forza
“Faci”!
Certo, non ci saremmo aspettata la caduta di stile del Fuksas, riconfermato progettista:
“Adesso che non abbiamo più l´incubo di Berlusconi e Buttiglione dobbiamo lavorare al
meglio, ragionare tutti insieme per evitare gli errori del passato” (intervista a “La Repubbli-
ca” del 6 giugno). La gratitudine non è davvero di questo mondo.
Felipe
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SANITÀ
STRUTTURE PARALLELE
Non vi è dubbio che questa nuova Giun-
ta abbia inteso dare immediato segnale
di cambiamento ed innovazione, mo-
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COMMISSIONE TRASFERTE
con 8 ore di missione si ha diritto al ticket
Nel numero di gennaio del Fogliaccio abbiamo parlato della nuova “disciplina delle trasfer-
te”. Ora, al termine dei lavori della “Commissione Bilaterale” incaricata della modifica
delle attuali norme, possiamo confermare che dal 1° settembre il dipendente che effettuerà
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una trasferta giornaliera di durata pari o superiore alle 8 ore usufruirà automaticamente del
buono-pasto, naturalmente se non si richiederà in sostituzione alcun rimborso di spesa per il
vitto.
L’esigenza di modificare il nostro regolamento è maturata dopo che la Legge Finanziaria
2006 ha soppresso l’indennità di trasferta, portando ricadute svantaggiose sulle scelte dei
dipendenti rispetto all’orario di lavoro in missione ed inoltre creando disagio fra i colleghi
che, non essendo avvezzi a lauti pranzi, rischiavano di vedere punita la loro sobrietà.
Purtroppo alcuni adempimenti e aspetti tecnici come la Delibera di adozione, la predisposi-
zione della nuova modulistica e l’informazione degli addetti delle segreterie, non permetto-
no l’applicazione della nuova norma prima di settembre.
Nel contempo invitiamo i colleghi, esperti di trasferte e non, a leggere con attenzione le
nuove disposizioni, perché possiamo anticipare che le modifiche apportate agli articoli sono
diverse ed importanti, una fra tutte la possibilità di anticipare o posticipare il rientro dalle
lunghe trasferte nel giorno precedente o al giorno successivo non lavorativo festivo.
Restiamo comunque convinti che le nuove norme porteranno benefici sia ai dipendenti che
all’Amministrazione. E poi, tutto sommato, non è sempre necessario sedersi a tavola per
mangiare un primo ed un secondo piatto; ne beneficerà la salute.
COMMISSIONE TRASPORTI
Anche la “Commissione Bilaterale Tra- Sono di esempio tutti gli Enti che ad oggi
sporti” si avvia a completare i propri la- hanno adottato misure tangibili a favore dei
vori, con una relazione conclusiva che ver- propri dipendenti, destinando abbonamenti
rà presentata all’Amministrazione e che scontati o rimborsi per chi decide di lascia-
tiene conto in primo luogo dei seguenti ele- re l’auto a casa: Regione Lombardia, Re-
menti: gione Toscana, Provincia di Bologna, Co-
• Questionario inviato ai dipendenti nel mune di Firenze, ecc..
luglio 2004 e relative risposte; Altro elemento che si integra con i prece-
• Programma di Tutela Ambientale del denti esempi sono gli accordi firmati in tut-
Ministero; to il paese tra Enti pubblici e Trenitalia,
• Incentivi adottati da numerosi Enti per finalizzati a migliorare la qualità del ser-
l’uso del Trasporto pubblico. vizio, elemento basilare per permettere la
L’esigenza di realizzare delle proposte che crescita degli utenti, in contrapposizione
incoraggino l’uso del mezzo pubblico, fi- alla crescita delle proteste dei cittadini per
nalizzate alla riduzione permanente del i molteplici ritardi.
In conclusione, è necessario colmare un
traffico urbano, costituisce l’obiettivo per-
vuoto rispetto ai programmi del Ministero
seguito durante i lavori della Commissio- dell’Ambiente, ed è necessario stimolare
ne incaricata. anche il nostro assessorato, certo è che non
Certamente le 1.215 risposte dei colleghi si può più attendere e pertanto sosterremo
al questionario sull’uso dei mezzi pubbli- con forza che il documento della Commis-
ci, di cui 950 fruitori abituali, sono un con- sione proceda con celerità e che presto si
creto stimolo per richiedere all’Ammini- concretizzi la possibilità di incentivare gli
strazione erogazioni di contributi che in- spostamenti casa-lavoro dei dipendenti con
centivino i dipendenti all’utilizzo del Tra- l’utilizzo dei mezzi pubblici.
sporto pubblico. Domenico Amato
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TELELAVORO
Dopo molti mesi la Commissione bilaterale “telelavoro” ha ripreso ad incontrarsi. Durante tali incontri
è emersa la necessità di estendere la sperimentazione al telelavoro domiciliare. Sono infatti pervenute
all’Amministrazione richieste di usufruire di questa possibilità da parte di dipendenti con gravi proble-
mi familiari.
Noi componenti CGIL avremmo voluto definire tale tipologia di lavoro già nella deliberazione del 2004,
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ma questa scelta non rientrava nelle intenzioni della precedente Amministrazione, ragione per cui la
sperimentazione è iniziata avviando postazioni “a distanza”, con dipendenti che lavorano in strutture
logistiche diverse da quelle di appartenenza. Ciò ha permesso a lavoratrici e lavoratori pendolari di
lavorare in sedi della Regione Piemonte più vicine a casa agevolando così lo svolgimento dell’attività
lavorativa anche in condizioni non ottimali di salute o in caso di problemi familiari.
Occorre che la Commissione proceda velocemente, tenendo ben presente i problemi che possono insor-
gere in conseguenza dello svolgimento del proprio lavoro a casa, come l’isolamento della lavoratrice o
del lavoratore. E’ inoltre necessario porre la dovuta attenzione alla sicurezza dell’ambiente di lavoro e
alle responsabilità che comunque rimangono o si aggiungono con questo modo nuovo di lavorare.
Riteniamo utili sia lo scambio di informazioni con Amministrazioni che già hanno avviato il lavoro
domiciliare, sia tavoli di contrattazione sindacale allo scopo di arrivare presto alla firma di un protocollo
d’intesa che definisca in modo esauriente tale tipologia e si proceda con l’attivazione delle nuove posta-
zioni.
Sono state portate al tavolo della Commissione delle richieste di “lavoro domiciliare informale” per
consentire alla lavoratrice o al lavoratore lo svolgimento di attività a casa propria quali studi, relazioni,
ricerche o altro che non richiedano la necessità di essere svolte in ufficio, evitando tempi sprecati per il
trasporto e per interruzioni.
Concordiamo con la posizione prudente che i componenti che rappresentano l’Amministrazione hanno
assunto a fronte di tale richiesta. Infatti il telelavoro, per le problematiche a cui è legato e di cui si è detto
sopra, deve avvenire nel rispetto di precise norme e non può quindi essere semplicemente rilevato con
appositi codici presenza o di assenza.
Sulle forme di flessibilità dell’attività lavorativa occorrerà riavviare incontri sindacali anche alla luce di
ulteriori esigenze emerse dall’elaborazione dei dati del questionario che il CPO del nostro Ente ha av-
viato, come indagine su questi temi, tra le dipendenti ed i dipendenti regionali.
Mimì Sciortino
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Ecco a voi…l’ambasciatore
Ce lo aspettavamo con la piuma sul cappello e con le credenziali in carta di pergamena sigillata con
la ceralacca. Lo immaginavamo con un inappuntabile vestito, camicia con i gemelli e soprattutto in
possesso di un eloquio costruito sulla grande esperienza diplomatica maturata quale responsabile di
importanti ambasciate d’Italia nel mondo.
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Così, abbiamo fatto un po’ fatica a riconoscerlo (a parte i gemelli che ci avevano insospettito).
In effetti vedevamo un uomo vagare al secondo piano di piazza Castello senza una scrivania (come
molti di noi al loro emozionante ingresso nell’Ente) appoggiando le proprie scartoffie qua e là sui
tavoli liberi, sfruttando quando possibile le assenze dei colleghi.
E tutti ci domandavamo chi fosse, ma nel tourbillon dei molti consulenti non era facile individuarne
la speciale funzione.
Poi informazioni più precise si susseguirono rapidamente. Prima una comunicazione sulla homepa-
ge del sito regionale (20 marzo 2006 - prima ancora degli atti di nomina), nella quale si affiancava
all’Assessora Migliasso un consigliere diplomatico pronto ad accogliere una delegazione della Co-
rea. Poi fugava ogni dubbio “la Stampa”, confermando finalmente l’arrivo “dell’ambasciatore della
Zarina”. Infine, grazie all’ufficio lasciato vacante da una collega in maternità, lo individuammo – il
dr. Gianni Michele Piccato, già Console a Curitiba, in Brasile - al fondo del prestigioso corridoio
del mitico secondo piano (sempre di piazza Castello), un tempo inaccessibile eremo del potere ed
oggi festoso ritrovo della nuova nomenklatura.
Qualcuno ci ha anche informato che per ottenere le indispensabili competenze del nostro uomo
abbiamo pagato la modica cifra di 123.000 euro “fino alla fine dell’anno”.
Gli atti deliberativi della Giunta (10 aprile) nascondono abilmente la somma globale, lasciando alla
determinazione del dirigente del personale (di cui si non ritrova traccia nel bollettino) l’impopolare
compito di renderla nota.
In mancanza di prove certe non possiamo prendere per buona tale indiscrezione perché in caso con-
trario non riusciremmo a trattenere l’irritazione (come contribuenti e come dipendenti di questo
Ente) nel constatare che lo stipendio assegnato al nostro indispensabile consigliere corrisponde a
circa 5 volte quello di un collega in categoria D5 senza posizione organizzativa.
Le perplessità aumentano poi sapendo che grazie ai suoi preziosi servigi la Regione ha contribuito a
finanziare all’ambasciata italiana in Brasile i ricevimenti del 2 giugno, festa della Repubblica (par-
don… si chiama Presentazione dei Prodotti Piemontesi!) ed ha finalmente organizzato una delega-
zione omnicomprensiva (circa 20 persone) in quel del Cile per fare in tale paese la prima “esempla-
re” azione del sistema Piemonte per l’internazionalizzazione (e noi, ingenui, pensavamo che fare
sistema avrebbe dovuto farci risparmiare, evitando che in delegazione debbano andarci proprio tut-
ti...).
Perplessità a parte, adesso sappiamo di avere un diplomatico nei nostri uffici. E sappiamo anche che
lo terremo, ministro D’Alema permettendo, per circa 4 anni. Certo il Piemonte era considerata una
esperienza esemplare su queste materie, ma chissà, forse ci mancava il cappello con la piuma.
Consulenze
I 18 GIORNI CHE SCONVOLSERO LA REGIONE
“Ridisegnare, dal vertice alle fondamenta, ti, diranno gli ingenui lettori del Fogliaccio.
la struttura organizzativa della Regione Pie- Anche noi lo avevamo pensato. Ma, poi leg-
monte”. gendo il contratto di consulenza stipulato tra
Così recita una delibera della Giunta del 27 Gatti e la Regione Piemonte, abbiamo sco-
marzo. Una operazione titanica da affidare a perto che erano, sì 18 mila euro + IVA, ma
uomini veri e...ben pagati. per 18 giorni: 7 per raccogliere la documen-
E chi è più ben pagato di Giorgio GATTI, dot- tazione dagli uffici interni; 9 per stendere le
tore in Economia e Commercio ed ex diretto- linee guida; 2 per presentare il documento
re della Provincia di Torino, epoca Bresso? finale. Certo, Gatti rifà la legge 51 in 18 gior-
A quanto ci risulta, nessuno, almeno in Re- ni, ma dicono che Dio abbia creato il mondo
gione. Ben 18 mila euro + IVA. Neppure tan- in 6 giorni e pure gratis!
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Ufficio emigrazione
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20 Giugno 2006
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Progetti strategici
BASTA!
Avevamo scritto, riguardo ai Progetti dirigenziali nati con la Giunta Ghigo, che si era toccato
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il fondo. C’eravamo sbagliati. Abbiamo cominciato a scavare. I progetti Ghigo non solo
vivono, ma la Giunta Bresso li sta aumentando.
E’ di alcuni mesi fa la nomina a progettista, fino a fine 2006 di una collega (senza laurea) del
Consiglio, Laura Autigna a capo di un progetto della Giunta rimasto vacante, è di poche
settimane fa l’istituzione di un nuovo progetto e della conseguente nomina (per tre anni) di
un’altra collega, Clara Varricchio, guarda caso a pochi giorni dalla sua bocciatura al
concorso per dirigenti (altro bel capolavoro di Ghigo, il concorso, non la bocciatura).
La posizione della CGIL rimane la stessa e vogliamo nuovamente raccontarla:
1) La dirigenza pubblica va selezionata attraverso regolari concorsi pubblici. Va garantita
anche così l’imparzialità della Pubblica Amministrazione. Il dirigente è al servizio
dell’Istituzione e dei cittadini, non della Giunta di turno. Ergo, nomine di dirigenti
graditi al politico, grati per essere stati nominati e quindi obbedienti sono pericolosi per
la collettività e per chi governa. La vicenda Brigandì dovrebbe insegnare qualcosa.
2) I Progetti erano definiti strategici dalla Giunta di centro-destra, come possono essere
ugualmente strategici per la Giunta di centro-sinistra?
3) I Progetti, meno gli ultimi due, scadono a luglio. Chiediamo che non vengano prorogati e
che gli ultimi due muoiano, appena nati (scommettiamo che non accadrà?).
Va dunque avviato un ragionamento serio sulla dirigenza sia in Giunta che in Consiglio.
Certo, le cose si sono complicate, le procedure concorsuali in corso con vincitori e idonei, la
richiesta più volte avanzata dalle OO.SS. di un corso-concorso sono un intreccio non
facilmente districabile.
Ancora una volta avevamo ragione noi ad avere un atteggiamento critico sul concorso per i
dirigenti così frettolosamente organizzato, e i patti (scellerati?) fra maggioranza e minoran-
za sulla pelle dei dipendenti di questo Ente, non fanno certo onore a questa Giunta.
Lalla Spione
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MUSEO EGIZIO
Una Fondazione da cancellare
Chi non conosce il Museo Egizio di Torino? Piero Gastaldo e Carlo Callieri per il San
E’ uno dei gioielli più preziosi del patrimonio Paolo (partner forte della Fondazione) e An-
culturale della nostra città e non solo. Per sua drea Comba per la CRT.
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disgrazia, almeno fino a poco tempo fa, di pro- Come si può notare, nessun esperto in egitto-
prietà pubblica statale. E quindi, come tanti logia e neanche con specifiche professionali-
altri gioielli, costantemente trascurato dal go- tà legate ai beni culturali.
verno nazionale lesinando le risorse umane ed Il C.d.A. a sua volta ha nominato un Comita-
economiche. Ciò nonostante, è stato per de- to scientifico, privo di poteri decisionali, pre-
cenni dignitosamente gestito, riuscendo in sieduto da Edda Bresciani (docente di egitto-
buona misura ad autofinanziarsi grazie al sem- logia all’università di Pisa) e composto da sei
pre alto numero di visitatori. Di recente il personalità, scelte tra illustri egittologi pro-
Museo è stato trasformato in Fondazione pri- venienti da tutto il mondo (quindi quasi tutti
vata, di cui fanno parte il Ministero per i beni ignari della specifica realtà). Inoltre il C.d.A.
e le attività culturali, la Regione Piemonte, la ha nominato il Direttore, con compiti di ge-
Provincia di Torino, il Comune di Torino, la stione amministrativa. Ad assumere tale ca-
Compagnia di San Paolo e la Fondazione Cas- rica è stata designata Eleni Vassilika, prove-
sa di Risparmio di Torino. niente da esperienze museali in Inghilterra e
Importanti enti locali e banche note per il loro Germania, che deve innanzitutto imparare
mecenatismo, viene da pensare. Ma forse non l’italiano. Infine c’è il Collegio dei Revisori,
è così: negli anni di cultura dominante del “pri- con funzioni decorative, nominato dai soci
vato è meglio”, che ha suggestionato anche fondatori.
parte della sinistra, questa operazione è un Cosa ha prodotto finora questo baraccone di
caso esemplare di come si possa privare lo presunti manager, tutti percettori di lauti com-
Stato di ricchezze pubbliche per farle im- pensi ed indennità, che hanno preso il posto
piegare a vantaggio di interessi diversi. di un unico Soprintendente, cui erano attri-
Il sospetto sorge spontaneo già solo guardan- buite responsabilità scientifiche, tecniche, am-
do l’organizzazione e gli attori in scena. I soci ministrative e contabili per uno stipendio in-
fondatori sopra citati nominano 9 componen- feriore a quello di un qualunque dirigente re-
ti del Consiglio di Amministrazione, organo gionale?
decisionale di tutte le attività e ge-
store delle ingenti risorse economi-
che disponibili.
Tre sono stati prescelti dal Ministe-
ro: Alain Elkann (ex famiglia
Agnelli, giornalista, ex stretto col-
laboratore del Ministro Urbani) con
l’incarico di presidente della Fonda-
zione; Mario Turetta, direttore re-
gionale dei beni culturali (noto ai let-
tori del “fogliaccio”, anche lui ex se-
gretario personale di Urbani); Ser-
gio Zoppi, professore di lingua e let-
teratura francese della Università di
Torino (accreditato dalla Stampa
come intellettuale di destra). Uno -
Alberto Nicolello (ex settore edito-
ria gruppo FIAT) - è individuato da
Ghigo in rappresentanza della Re-
gione. Poi ci sono Fiorenzo Alfieri
per il Comune e il presidente Anto-
nino Saitta per la Provincia. Infine
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Per motivi di brevità, ci limitiamo a dire che di adempimenti che nessuno ha intenzione di
hanno già speso qualche milione di euro per gestire con chiarezza di idee e coerenza di
dare una ripulita ad alcune sale del Museo, comportamenti. La Fondazione in particola-
allestire la scenografia hollywodiana dello re dimostra nei fatti di considerare sgradita
statuario (luci e specchi per le allodole fun- l’eredità del personale già in servizio e tende
zionano sempre), dislocare qualche “totem” a dividere e logorare i dipendenti, con l’in-
egittizzante nella città olimpica. Un bel mal- tento di indurli a trasferirsi in altri Uffici e
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loppo di 100 miliardi delle vecchie lire è in- comunque a predisporli a condizioni di lavo-
vece in attesa di essere sperperato per il defi- ro (anche sotto il profilo economico) al ri-
basso. I Consigli di Amministrazione costa-
nitivo riallestimento della sede museale.
no, le scenografie pure. Poi ci sono da pagare
E per ciò che riguarda la valorizzazione e la consulenti, avvocati, nuovi responsabili e as-
più ampia fruizione dei beni del Museo da sistenti amministrativi, fino ai vigilantes.
parte del pubblico? Basti dire che, in occa- Quindi risparmiamo sul personale ministe-
sione della tradizionale “Settimana dei Beni riale.
Culturali”, quando tutti gli istituti museali sta- In questo scenario surreale, le rappresentan-
tali sono aperti gratuitamente ai visitatori, la ze sindacali, perennemente divise, agevola-
Fondazione ha fatto pagare il biglietto, bontà no il gioco della Fondazione, che ha interes-
sua, a prezzo ridotto. Più recentemente, il 2 se a dilazionare le proprie decisioni innanzi-
giugno, il prezzo è invece rimasto intero. Così tutto per spostare il tavolo di trattativa da
vuole la ferrea legge del management azien- Roma al più governabile livello locale.
dale. I beni sono prodotti da vendere e i citta- I tre più importanti enti pubblici regionali, tutti
dini sono semplici clienti. con maggioranze di centro-sinistra, sono soci
Ma il capitolo, tuttora irrisolto, che riguarda fondatori e hanno rappresentanti nel Consi-
il personale dipendente del Museo (72 unità) glio di Amministrazione. Ci piacerebbe sa-
è anch’esso significativo e preoccupante. Pro- pere, innanzitutto dalla Regione, cosa pen-
fessionalità altamente specializzate del Mu- sano.
seo sono allo sbando ormai da anni, in attesa Ram S.
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