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FICHTE Se l'io l'unico principio formale e materiale del conoscere e se dalla sua attivit nascono il pensiero della realt

t oggettiva e la realt stessa, l'io non solo finito ma anche infinito: il principio formale e materiale a cui si deve la forma della realt e la realt stessa. infinito perch tutto esiste in esso e per esso. Questa una deduzione assoluta perch fa derivare dall'io sia il soggetto che l'oggetto del conoscere: intuizione intellettuale. Dottrina della scienza > un sapere che mette in luce i principio su cui si fonda la validit della scienza, questo principio l'io, o autocoscienza. Noi possiamo dire che qualcosa esiste solo se ne abbiamo davvero coscienza, e la coscienza tale solo di s medesima, solo se autocoscienza. Quindi l'autocoscienza il fondamento della coscienza, e la coscienza il fondamento dell'essere. Primo principio del sapere > per la legge d'identit A=A. Se A dato deve essere formalmente uguale a se stesso, quindi A=A. Ma l'esistenza iniziale di A dipende dall'Io che la pone e senza l'identit dell'io, e quindi Io=Io, l'identit A=A non pu essere giustificata. Quindi l'Io non pu affermare nulla senza prima affermare la propria esistenza. Il principio supremo del sapere quindi l'Io, che si pone da s (autocreazione). L'io nello stesso tempo sia attivit agente che azione stessa, quindi sia soggetto che oggetto. Primo principio: l'Io pone se stesso, si autopone. L'Io un'attivit autocreatrice e infinita. Secondo : l'Io pone il non io. L'io non solo pone se stesso ma pone anche a se stesso qualcosa che essendogli opposto un non io (oggetto). Esso per posto dall'Io e quindi si trova nell'Io. Terzo : l'Io, avendo posto il non io, limitato da esso e quest'ultimo limitato dall'io stesso. L'Io oppone nell'Io all'io divisibile (molteplice e finito) un non io divisibile. Capisaldi: esiste un Io infinito:attivit creatrice e libera. esiste un io finito: limitato dal non io (soggetto) esiste un non io : si oppone all'io finito ma posto nell'Io infinito (oggetto) i tre principi vanno interpretati in modo logico in quanto esiste un Io che per poter essere cos deve presupporre un non io, trovandosi ad esistere sotto forma di io finito. L'io risulta finito e infinito al tempo stesso: finito perch limitato dal non io. Infinito perch il non io esiste solo in relazione all'Io e dentro esso. Io infinito: insieme degli io finiti. L'infinito per l'uomo una missione, l'Io infinito un Io libero, privo di limiti. L'Io infinito la missione dell'io finito, ma una missione mai conclusa perch se l'Io superasse tutti i suoi ostacoli cesserebbe di esistere. Struttura dialettica > struttura triadica o dialettica articolata nei tre momenti di tesi antitesi sintesi. La natura del nostro spirito tale che ogni dire esige un contraddire, ogni tesi esige un'antitesi come un limite che mette alla prova gli elementi della tesi. La sintesi non la ripetizione della tesi ma la sua riaffermazione, rafforzata dal superamento dell'antitesi. Tesi: esordio spontaneo ma ancora malcerto. Antitesi: il dubbio, l'obiezione. Sintesi: la sicurezza, la riconquista. Ogni sintesi segna una pausa e un riposo, momenti di tregua prima di un nuovo lancio. Idealismo e dogmatismo > la filosofia deve mettere in luce il fondamento dell'esperienza. Idealismo: punta nell'io e astrae dalla cosa: parte dal soggetto e arriva all'oggetto. Dogmatismo: punta nella cosa e astrae dall'io: parte dall'oggetto e arriva al soggetto. Dottrina della conoscenza > dall'azione dell'io e del non io nascono conoscenza (rappresentazione) e azione morale. La rappresentazione il prodotto di un'attivit del non io sull'io e siccome il non io prodotto dall'Io, l'attivit deriva dall'Io e quindi un'attivit riflessa che dal non io rimbalza all'io. Teoria dell'immaginazione produttiva > atto attraverso cui l'Io pone il non io, quindi produce i materiali del conoscere. Essa ha un carattere inconsapevole perch la coscienza presuppone una situazione in cui il soggetto ha davanti l'oggetto, quindi siccome con l'immaginazione produttiva il soggetto crea l'oggetto, questa deve essere un'attivit inconscia. Dottrina morale > il primato della ragion pratica >

la conoscenza presuppone l'esistenza di un io finito che ha davanti a s un non io finito. L'io pone il non io es esiste come attivit conoscente solo per potere agire, e ci per imporre al non io la legge dell'Io. Il carattere morale dell'agire sta nella sua forma di imperativo volto a far trionfare lo spirito sulla materia. In poche parole, per realizzare se stesso l'Io (libert) deve agire e agire moralmente. Siccome per esserci attivit morale deve esserci uno sforzo, e per esserci lo sforzo ci deve essere un limite da superare, l'io pone il non io, quindi un limite, per tentare attraverso uno sforzo di superarlo, e quindi di realizzarsi. Il non io quindi indispensabile all'io per la sua realizzazione come attivit morale. Di conseguenza con un processo di autoliberazione dell'Io dai propri vincoli l'Io mira a farsi infinito, a superare il non io.

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