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Il centenario di John Wayne

Onorato in Europa
Era nato il 26 maggio 1907
Renato Calapso John Wayne era nato il ventisei maggio 1907 a Winterset nello Iowa. Questanno se ne celebra dunque il centenario, che stato onorato, qui in Europa, soprattutto a Cannes con una mostra e una retrospettiva necessariamente ampia, anche se difficile dare unidea della sua prodigiosa filmografia, che conta 171 titoli compresi tra il 1926 e il 1976. In esattamente mezzo secolo questo statuario e instancabile attore americano ha dunque lavorato al ritmo costante di quasi quattro film lanno. Il fatto di essere cos richiesto attraverso almeno tre stagioni diverse, e quanto diverse, del cinema americano, sta a significare che Wayne stato naturalmente un simbolo, e di cosa chiaro: del cinema western. Ma non solo, significa che ha saputo adattare ai tempi tale sua capacit dincarnare lepopea della frontiera americana adeguandola, senza snaturarla, alla sensibilit collettiva che veniva mutando con i tempi. Wayne stato Ringo in Ombre Rosse, del 1939; il capitano York de Il massacro di Fort Apache, otto anni dopo, il malinconico Ethan Edwards di Sentieri selvaggi nel 1956 e infine Tom Doniphon ne Luomo che uccise Liberty Valance, nel 1962. In questi quattro personaggi si pu osservare la graduale trasformazione delleroe senza macchia e senza paura, primo dominatore della frontiera, in una figura completamente diversa, di antieroe fiero e malinconico, il tenace Ethan di Sentieri selvaggi, lo splendido Tom de Luomo che uccise Liberty Valance, i cui meriti, celati dentro la sconfitta sentimentale e umana, saranno svelati solo dopo la morte da un appassionato James Stewart. Tutti e quattro questi capolavori sono opera del maestro che ha dominato letteralmente il genere western, John Ford. Wayne riuscir, nellarco di tre decenni, nel miracolo di seguire Ford nellevoluzione della sua poetica, illuminandola nelle sue pieghe pi riposte, pur restando interamente se stesso. Riuscir senza sforzo apparente ad essere il cavalleresco e indistruttibile capitano York de Il m a s s a cr o d i Fo r t Ap a ch e, ma an ch e lindimenticabile Ethan di Sentieri selvaggi, capace di sopravvivere alla sconfitta del sud, al tramonto della giovinezza, dei suoi sogni e dei suoi ideali con uno stoicismo composto e ineffabile. Ethan si metter sulle tracce della nipote, rapita dai Comanche, gli spartiati della prateria, con una vita mancata sulle spalle. La ritrover dopo anni e la accetter, anche se divenuta una piccola squaw, con un gesto meraviglios o alzandola vers o il cielo, perfettamente cosciente di compiere un atto incomprensibile per i bianchi, con la certezza di unulteriore sconfitta. Questa versione crepuscolare e intensa della poetica di Ford era stata anticipata in un altro splendido film, I cavalieri del nord ovest, in cui un quarantenne (1949) Wayne invecchiato dal trucco, un ottimo ufficiale incanutito nel grado di capitano in un lontano avampos to settentrionale e per di pi alle soglie della pensione. Piano piano si scopre che questo sperduto forte quasi interamente occupato da sudisti sopravvissuti, che vivono una sorta di esistenza oltre la morte, portando gradi che ne umiliano la carriera e lonore senza battere ciglio, alludendo con sobriet al loro destino di dannati. Vi sono brillanti ufficiali che sopravvivono come sergenti, generali che muoiono eroicamente da soldati semplici e vengono onorati dal picchetto donore lontano da occhi indiscreti, recando sulla tomba un drappo sudista cucito per loccasione da una matrona che dice sobriamente: stato un onore per me. Certo il merito di aver fatto scivolare un tema del genere quasi inavvertito nellordito di una storia molto pi leggera, tutto di John Ford, ma Wayne non s olo accetta docilmente di interpretare la sconfitta e il fallimento invecchiando i suoi splendidi quarantanni, ma lo fa con unironia e una nettezza indimenticabili. Dunque Wayne non solo n prevalentemente il duro e il trionfatore retorico che troppi luoghi comuni gli attribuiscono. Per quanto Ford sminuisse con graffiante ironia la consapevolezza dellattore che pure adorava, chiaro che non si interpreta Ethan senza precisa coscienza dei chiaroscuri della recitazione e della vita.

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