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Internazionale

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KALLIPPOS DI AIXONE, UN ATENIESE TIRANNO DI SIRACUSA E LA TOMBA DELLA SUA FAMIGLIA AL PIREO*
Numerosi segnali divini accompagnarono, come noto1, il dibattito circa lopportunit della spedizione in Sicilia, per lo pi negativi, ma alcuni anche favorevoli, divulgati ad arte da Alcibiade. Tra questi fu presumibilmente decisivo il responso rassicurante con cui tornarono i messi inviati dallAlcmeonide alloracolo di Ammone, in Egitto, secondo cui gli Ateniesi avrebbero fatto prigionieri tutti i Siracusani2. Poco dopo, tuttavia, durante le manovre dimostrative che la flotta conduceva davanti a Siracusa per volont di Nicia, nella speranza di scoraggiare cos il nemico ed evitare lo scontro, il dio rivel la consueta ambiguit3. Fu infatti intercettata la nave che trasportava in citt, dallarchivio dellOlympieion extra-urbano e in vista del censimento degli uomini atti alla leva, le tavolette con gli elenchi dei politai. Gli indovini intuirono immediatamente che in quel momento, con la cattura delle liste civiche, si compiva scioccamente loracolo. Altri tuttavia riferisce Plutarco dicono che in realt quella profezia si avver ai tempi in cui lateniese Kallippos tenne Siracusa, dopo aver ucciso Dione4. Si tratt di una parentesi effimera, tra il giugno del 354 e il luglio del 353 a.C. secondo Diodoro5: soltanto tredici mesi, in cui un ateniese del demos di Aixone govern lalter ego occidentale di Atene, idealmente riscattando la rovinosa disfatta di sessantanni prima.

* Vorrei ringraziare il Prof. E. Greco per lopportunit offertami di presentare in una sede a me particolarmente cara lapprofondimento di un capitolo della mia tesi di dottorato sui periboli funerari attici, discussa sotto la sua direzione scientifica allUniversit Orientale di Napoli. Ringrazio anche la Prof.sa E. Culasso Gastaldi dellUniversit di Torino per i preziosi consigli e la grande generosit. 1 Vaticinatori (chresmologoi) e indovini (manteis) ebbero un ruolo determinante nel convincere lopinione pubblica ateniese: TH., VIII, 1, 1; PLU., Nic., 13; PAUS., VIII, 11, 12; cf. POWELL 1979 e BREMMER 1996, 106-107. 2 PLU., Nic., 13, 2; sulla frequentazione ateniese delloracolo di Ammone v. WOODWARD 1962. 3 Sul tema in generale v. GIULIANI 2000. 4 PLU., Nic., 14, 5-7. 5 D. S., XVI, 31, 7.

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Daniela Marchiandi

Fig. 1 - La stele del Museo di Leiden (IG II2 5450): a. da BASTET - BRUNSTING 1982, 38; b. da CONZE III, tav. 340, n 1593

Numerose fonti menzionano Kallippos figlio di Philon, sia letterarie che epigrafiche6. Tra queste vorrei attirare lattenzione in primo luogo su una serie di stele funerarie rinvenute nel corso dellOttocento al Pireo e pertinenti a vari membri della sua famiglia, solo due delle quali risultano purtroppo attualmente reperibili: 1) IG II2 54507 (Museo di Leiden, n 139 GF 1) (Fig. 1)

6 Raccolte in DAVIES 1971, 274-276, n 8065 e GIANNOPOULOU-KONSOLAKE 1990, 186-187; cf.

ora PAA 559250. 7 = GIANNOPOULOU-KONSOLAKE 1990, 147 n 46. Per precisazioni e ragguagli circa il luogo di rinvenimento cf. CIG I, 800b; KOUMANOUDES 1870 (1993), n 149; CIA II, 1774; CONZE III, n 1593, tav. 340 + add. vol. IV, 125, n 1593; BASTET-BRUNSTING 1982, 70-71, n 139.

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c <> d ~ \ \ Conservato a Leiden il frammento superiore (alt. ca. 0,90 x largh. 0,45 m.) di una stele con palmetta di coronamento scolpita, datata, su basi stilistiche e paleografiche, tra il 390 e il 365 a.C. e recante i nomi di quattro personaggi: - una sorella di Kallippos, Philostrate, morta verosimilmente prima del matrimonio e perci sepolta nella tomba della famiglia di origine - il padre di Kallippos, Philon, figlio di un primo Kallippos cui il nostro deve il nome - la madre di Kallippos, Phanagora, cui pertiene un epigramma che, nel lessico convenzionale del genere, ne commemora la virt. - una terza donna Alkimache, figlia di Kallimachos di Anagyrous il cui nome risulta aggiunto per ultimo e i cui legami con la famiglia rimangono incerti (per quanto certamente appartenga al nucleo ristretto: si potrebbe pensare ad una nuora) 2) IG II2 54338 [] [] [] Perduto invece il frammento di una stele del tipo definito ad albero genealogico, per il fatto che i nomi dei vari membri della famiglia vi comparivano secondo un ordine, che anche quando non strettamente gene-

8 = GIANNOPOULOU-KONSOLAKE 1990, 141 n 29. Per utili precisazioni circa il luogo di rinve-

nimento cf. PYTTAKES, ArchEph 1853, n 1541; RANGABES 1855, n 1360; KOUMANOUDES 1871 (1993), n 138; CIA II, 1766; CONZE IV (add.), 125, n 1593. Per la data, fissata genericamente al IV sec. a.C., cf. ora HILDEBRANT 2006, 385 n 379 (360-50 a.C.).

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Fig. 2 - La stele ad albero genealogico (IG II2 5433); a. Lapografo di Pyttakes (da ArchEph 1853, n 1541); b. Lapografo di Ross (da CIA II, 1776); c. Ipotesi ricostruttiva dellautrice

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razionale, come in questo caso, risponde comunque a criteri assimilabili al nostro concetto di stemma, con il capostipite in testa. Si conservano soltanto lapografo di Pyttakis (Fig. 2.a), colui che scopr liscrizione nel 1850, e quello di Ross riprodotto da Koehler (Fig. 2.b): il nome di Kallippos seguito da quelli dei due figli Proxenos e Philon (II), e quindi da quello, lacunoso, del fratello Philostratos. verosimile tuttavia, sulla base dellaltezza fornita da Pyttakes 4 piedi (poco pi di 1 m) -, eccessivamente ridotta per questa tipologia di monumento, che la stele sia mutila e che a mancare sia la parte alta del campo, con il nome del capostipite della famiglia, Philon (I), separato da rosette o patere a rilievo dai successivi nomi conservati (Fig. 2.c). 3) IG II2 54329 [] [] [] Ugualmente disperso risulta il segnacolo personale di Kallippos. Il fatto che leditore, Koehler di cui pubblicato lapografo (Fig. 3) - non fornisca alcun dettaglio autorizza a restituire il supporto delliscrizione come una semplice lastra liscia priva di decorazione, anche se non si pu escludere che si trattasse di un kioniskos10.

Fig. 3 - Il segnacolo personale di Kallippos (IG II2 5432): lapografo di Koehler (da CIA II, 1765)

9 = GIANNOPOULOU-KONSOLAKE 1990, 141 n 28; circa il luogo di rinvenimento cf. CIA II,

1765. Per la data, fissata alla met del IV sec. a.C. essezialmente sulla base della prosopografia del personaggio, cf. ora HILDEBRANDT 2006, 385 n 378 (360-50 a.C.). 10 Come tale indicato dalla GIANNOPOULOU-KONSOLAKE 1990, 141 n 28; possibile tuttavia che si tratti di un errore, dal momento che lepigrafe risulta perduta al Museo del Pireo, come comunicatomi nel maggio del 2006.

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c Fig. 4 - La stele del Museo del Pireo (IG II2 5408); a-b. Fotografie dellautrice; c. Lapografo di Koehler (da CIA II, 1753)

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Fig. 5 - Una stele dalla necropoli NE di Atene, con scena di dexiosis tra madre e figlia (da PAPASPYRIDI-KARUSU 1956)

4) IG II2 540811 (Museo del Pireo, n 1367) (Fig. 4) [\] [\] [] [] Conservata al Museo del Pireo, infine - dove mi stato gentilmente consentito di vederla e fotografarla nel maggio del 2006 la stele pi recente, databile, ancora una volta su basi stilistiche e paleografiche, dopo la met del IV sec. e recante il nome di Hedyline figlia di Philon, presumibilmente il II (quindi una nipote di Kallippos), e di unaltra donna, Aristagora, certamente la madre della fanciulla. Dipinta era la palmetta di coronamento, cos come limmagine che decorava il campo centrale, descritta nel 1878 da Postolakkas il collaboratore di Conze e oggi irrimediabilmente perduta12. Si trattava di una
11 = GIANNOPOULOU-KONSOLAKE 1990, 134, n 7; per il luogo di rinvenimento cf. CIA II, 1753;

CONZE, I, n 153.
12 Vani sono stati anche i tentativi condotti di recente con lausilio delle moderne tecnolo-

gie: v. POSAMENTIR 2006, catalogo n 231.

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Fig. 6 - Pireo: percorso indicativo della strada lungo cui si allineavano le tombe della necropoli NW (modificata da KvA, Blatte III)

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dexiosis, una stretta di mano tra le due donne, tema onnipresente nelliconografia funeraria dellAtene classica13 e attestato di frequente anche nelle scene madre-figlia, tra laltro su una stele molto ben conservata proveniente dalla necropoli NE di Atene, che riproduco a titolo esemplificativo (Fig. 5)14. La stele di Leiden stata recuperata allinizio degli anni Venti dellOttocento tra il Pireo e quello che era ed comunemente identificato con il phoron limen delle fonti letterarie, vale a dire la profonda insenatura di Drapetsona. La stele del Museo del Pireo stata trascritta dal Koehler nella propriet della famiglia Meletopoulou, sita nella stessa area, a breve distanza15. Questi due dati consentono di contestualizzare con ragionevole certezza la tomba di Kallippos allinterno di quella che sicuramente la principale necropoli classica del Pireo, un sepolcreto sterminato, che ancora attende di essere adeguatamente valorizzato16. Nel 1883, A. Milchhfer lo descriveva come una distesa pressoch ininterrotta di tombe scavate nella roccia e di periboli funerari costruiti in blocchi, lungo la strada che dalla porta di Eetionea si dirigeva a NW, verso il passaggio che si apre tra lestremit meridionale del massiccio dellAigaleos e il mare, mettendo il Pireo in comunicazione con il demos confinante di Thymaitadai e con Eleusi (Fig. 6)17. Larea cominci ad essere saccheggiata almeno ai primi dellOttocento, ad opera dei cercatori di anticaglie, tra gli altri Fauvel18 e Dodwell19. Emblematiche sono in proposito le istruzioni fornite dallinglese circa i metodi per aprire la maggior quantit di tombe nel minor tempo possibile e con il minor numero di uomini. Anche pi rivelatrice mi pare tuttavia limmagine di una tomba con accanto due picconi, riprodotta con lievi varianti nel volume di Dodwell (1819) (Fig. 7a) e in quello di Simone

13 Si veda in proposito DAVIES 1985. 14 PAPASPYRIDI-KARUSU 1956; cf. POSAMENTIR 2006, catalogo n 4. 15 Per il luogo di rinvenimento della stele di Leiden v. n. 7 supra. Si noti che dallo stesso sito proviene anche la stele ad albero genealogico perduta, nonostante PITTAKES, ArchEph 1853, n 1541 ripreso da RANGABES 1855, n 1360 indichi inspiegabilmente Atene; cf. per KOUMANOUDES 1871 (1993), n 138, secondo cui liscrizione era conservata al Pireo, CIA II, 1766 e, soprattutto, CONZE IV (add.), 125, n 1593. Per il phoron limen e per le sue varie localizzazioni proposte nel tempo v. GARLAND 1987, 150 e PANAGOS 19972, 342-343. Per il luogo di rinvenimento della stele del Museo del Pireo v. n. 11 supra. Per la tenuta della famiglia Meletopoulou v. KvA, Blatte II (Garten) 16 In generale, sulle necropoli del Pireo, si vedano gli scarsi cenni in WACHSMUTH 1890, 170171; JUDEICH 19312, 455-456 e n. 1; GARLAND 1987, 169, 223-224; SALTA 1991, 106-129; VON EICKSTEDT 1991, 7, 9, 138-139; STAINCHAOUER 2003, 44 e passim. 17 MILCHHFER 1883, 7-8, cf. la descrizione simile di CURTIUS 1845. 18 Per gli scavi di Fauvel v. CIG 534. 19 DODWELL 1819, 430-467.

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b Fig. 7 - Scavi dellinizio dellOttocento nella necropoli NW del Pireo: a. da DODWELL 1819; b. da Pomardi 1820 (ripubblicata in STAINCHAOUER 2003, 43)

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Pomardi (Fig. 7b), il pittore italiano che ne fu materialmente lesecutore, autore di un Viaggio nella Grecia pubblicato a Roma nel 182020. pertanto a scopo di tutela che K. Pyttakes avvi precocemente indagini estensive e sistematiche, gi tra gli anni Trenta e gli inizi degli anni Quaranta dellOttocento, cui fecero seguito gli interventi pi circoscritti di Pervanoglou nel 1861, di Dragatses nel 1890 e nel 1910 e di Kourouniotes nel 1913, fino agli scavi di emergenza moderni dellEforia21. Oggi la necropoli risulta nella sostanza distrutta e scarsissime sono le informazioni di cui disponiamo circa le tombe, di cui peraltro gi Pyttakes rilevava il pessimo stato di conservazione diffuso22. Centinaia sono tuttavia i segnacoli funerari recuperati23, che ne rivelano unintensa frequentazione concentrata tra gli ultimi decenni del V sec. e la met /inizio del terzo quarto del IV sec. a.C., nonch unestrema eterogenit, sia a livello etnico che presumibilmente sociale, quale si addice al quadro demografico del Pireo24. Molto vario appare infatti il livello qualitativo dei manufatti, cos come molteplici sono le provenienze degli individui, sia dai demi dellAttica rarissimi sono i Pireoti , che da altre aree del mondo greco ed extra greco, a testimoniare la vitalit del porto e dei suoi traffici. Nel complesso, mi pare pertanto legittimo immaginare, non diversamente da quanto emerso anche di recente nelle grandi necropoli cittadine25, una vasta area di sepolcreto estensivo, con tombe singole segnate da stele, poste alle spalle dei recinti familiari monumentali i cd. periboli26 , allineati di preferenza sulla fronte della strada, come rilevava Milchhfer27

20 Il brano concernente la visita al Pireo stato ripubblicato di recente: v. PARASKEUAS 1981, 376-380. 21 Le uniche testimonianze degli scavi Pyttakis sono i segnacoli funerari pubblicati sugli Arch.Eph. degli anni 1839/1842, 1853/1856, 1859/1860, 1862, cui si aggiungono alcune cursorie notazioni nei lemmata relativi; cf. anche CURTIUS 1845. Per gli scavi successivi v.: PERVANOGLU 1861; ArchDelt 1890, 134-135 e DRAGATSES 1910, 65-70, 73-74 e 80-81; KOUROUNIOTES 1913, 201-209; ArchDelt 1966, 105; STAINCHAOUER 2003, 44. 22 ArchEph 1841, nn. 588-589; cf., per considerazioni analoghe, DRAGATSES 1910, 80-81. 23 in corso ad opera della scrivente una raccolta sistematica della documentazione epigrafica relativa alle necropoli del Pireo, cui si rimanda per una trattazione pi dettagliata dei temi qui accennati. 24 In generale, per il quadro sociale v. AMIT 1965, 81-2 e GARLAND 1987, 58-72; cf. anche SALTA 1991, 130-141, a partire dalla documentazione funeraria, ma solo fino alla met del IV sec. a.C. 25 Penso soprattutto alle necropoli classiche di Pl. Syntagmatos (v. ZACHARIADOU 2000) e del Ceramico, presso la vecchia chiesa di Hag. Triada (v. Kerameikos VII, 1-2 e, per il proseguimento delle tombe recentemente emerso oltre la moderna odos Pireos, VAZIOTOPOULOUVALAVANI TSIRIGOTI-DRAKOTOU 2000 e VAZIOTOPOULOU-VALAVANI 2002). 26 Per i periboli funerari in generale si rimanda a GARLAND 1982, aggiornato da BERGEMANN 1997, 7-24, 183-210. 27 MILCHHFER 1883, 7-8.

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e come hanno confermato gli scavi di Dragatses nel settore poco distante dalla porta di Eetionea28. specificatamente in questa zona, subito fuori dal circuito murario, che, a giudicare dal luogo di rinvenimento della stele di Leiden, va con ogni probabilit collocato il peribolo della famiglia di Kallippos, fondato da suo padre Philon (I) allinizio del IV sec. a.C. e rimasto in uso per quattro generazioni. Come gi notava Davies29, lubicazione della tomba al Pireo una traccia non trascurabile dellorigine della ricchezza di Kallippos ingente, dal momento che risulta membro della classe liturgica, e perci detentore per legge di un patrimonio superiore ai tre talenti30, nello specifico trierarca unico di una nave, la liturgia in assoluto pi costosa, stimata da sola attorno al talento31. Unulteriore conferma dello status economico viene, del resto, dal fatto che lAlkimache attestata sulla stele pi antica e certamente acquisita per matrimonio figlia di un Kallimachos di Anagyrous pure altrimenti noto come trierarca32. Unattivit altamente remunerativa e legata al porto va dunque ipotizzata come principale fonte di reddito della famiglia. Non lunica, tuttavia, se un secondo fratello di Kallippos, Philokrates, risulta sepolto nel demos di origine, Aixone33, dove si pu presumere che la famiglia mantenesse degli interessi, verosimilmente di natura fondiaria. Non meno significativo mi pare poi il fatto che Kallippos e i suoi siano parte di un folto gruppo di Aixonei trasferitisi al Pireo e l sepolti34. Si tratta di una presenza particolarmente eloquente, che potrebbe in qualche modo giustificare un decreto demotico per Demetrio Falereo, onorato nel 317 a.C. dai cittadini di Aixone per aver ristabilito la pace tra Atene e il Pireo, che non mi pare incongruo interpretare come la testimonianza di un

28 DRAGATSES 1910, 80-81. 29 DAVIES 1971, 274. 30 Per lidentificazione dei litourgountes con i ricchi, definiti come euporoi o plousioi nelle

fonti letterarie v. ARIST., Pol., 1291a 33-34; cf. D., XXI, 153. Per il limite dei tre talenti v. IS., III, 80; D., XXVII, 64. 31 Le fonti sui costi delle varie liturgie sono raccolte in DAVIES 1971, xxi-xxii. 32 DAVIES 1971, 273 n 8005. 33 IG II2 5448 = GIANNOPOULOU-KONSOLAKE 1990, 120, n 11. La stele, oggi perduta, fu vista da MILCHHFER (1888, 360 n 757), murata in una fontana sulla strada per Vari, a N della chiesa di Hag. Nikolaos Pirnari, nellattuale Glpyphada, identificata come centro del demos di Aixone (v. da ultimo MATTHAIOS 1992-98). La conservazione di alcune lettere di un secondo nome assicura del fatto che anche questa stele si inserisse nellambito di una tomba di famiglia. 34 Gi vari studiosi ne hanno notato la consistenza: v. GIANNOPOULOU-KONSOLAKE 1990, 161 e SALTA 1991, 133.

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legame privilegiato tra i due demi35. Per avere unidea delle attivit degli Aixonei al Pireo pu infine essere utile ricordare un Trasyllos figlio di Pythodoros di Aixone, protagonista di un aneddoto raccontato da Eraclide Pontico e ripreso da Ateneo e da Eliano36. In preda alla pazzia, Trasyllos si trasfer al Pireo e si convinse di essere il proprietario di tutte le navi che facevano scalo al porto, e le iscriveva nel registro, le mandava in mare e quando erano sulla rotta di ritorno le accoglieva con la stessa gioia che proverebbe chi fosse padrone di un tale patrimonio37. Tornato dalla Sicilia (sic!), suo fratello Kriton lo affid alle cure di un medico, che lo guar, ma egli conserv sempre il ricordo di quegli anni felici. La storicit dei personaggi sembra assicurata: il probabile padre dei due, Pythodoros figlio di Pytheas di Aixone, infatti onorato come sophronistes in un decreto demotico del 325/4 a.C.38, mentre un possibile altro membro della famiglia, un Euthykles pure figlio di Pytheas di Aixone, risulta sepolto a Glyphada39, riproponendo una situazione forse non troppo dissimile da quella della famiglia di Kallippos, allinsegna del policentrismo delle risorse e della differenziazione delle attivit economiche. Lepisodio di Trasyllos una delle rare descrizioni rimaste delle attivit abituali di un armatore antico. A noi interessa sottolineare che si tratta di un Aixoneo e che il fratello di Trasyllos, Kriton, risulta avere degli interessi, purtroppo non ulteriormente specificati, in Sicilia. Chiudo questa prima parte notando che Platone pare indicare un ruolo specifico di Kallippos e di suo fratello Philostratos anche lui presente in Sicilia, come vedremo nellorganizzazione della spedizione di Dione: lo avevano aiutato a intraprendere il viaggio40.

Veniamo ora ai fatti per cui Kallippos celebre. Le vicende che portarono Dione a sostituire il nipote Dionisio II alla

35 IG II2 1201 = GIANNOPOULOU-KONSOLAKE 1990, 102-104, n 6. 36 ATH., XII, 554 e-f; AEL., VH, IV, 25. 37 La traduzione riportata quella delledizione di Ateneo CANFORA 2001. 38 IG II2 1199, l. 20 = GIANNOPOULOU-KONSOLAKE 1990, 100-102, n 4, l. 20. 39 SEG 12.169a. 40 PL., Ep. VII, 333e: e c . Non entro nel merito dellautenticit delle

lettere platoniche, per cui rimando alla discussione e alla bibliografia contenute nelledizione cui ho fatto riferimento: ISNARDI PARENTE 2002. Per lepistola VII, in particolare, ripetutamente citata in questo contributo, mi limito a rilevare la generale concordia degli studiosi nel ritenerla originale, una sorta di testamento politico di Platone redatto nel 354/3 a.C., mentre Kallippos ancora teneva Siracusa; in proposito si vedano specificatamente DE BLOIS 1979 e BRISSON 1993.

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guida di Siracusa sono ben note41. Noto anche il ruolo che Kallippos di Aixone gioc in esse42. Negli anni dellesilio del Siracusano (il decennio 367-357 a.C.), lAixoneo fu suo hetairos43, ospite (xenos) ad Atene44 e condiscepolo (symmathetes) allAccademia45, nonch colui che lo inizi ai misteri di Eleusi46. Non stupisce pertanto ritrovarlo nellagosto del 357 a.C. nel gruppo che part con Dione alla volta di Siracusa, assieme al fratello Philostratos e con gli accademici Timonide di Leucade, Eudemo di Cipro e Milta di Tessaglia47. Distintosi in non meglio precisati combattimenti verosimilmente una scaramuccia con i Cartaginesi al momento del fortunoso sbarco a Minoa 48, Kallippos significativamente il solo dei discepoli di Platone ad essere al fianco di Dione nel momento del trionfale ingresso in citt, quando menzionato alla testa delle truppe, incoronato al pari del fratello del siracusano, Megakles49. A partire da questo momento, tuttavia, lAixoneo scompare inspiegabilmente dalle fonti. Nessun ruolo sembra infatti aver svolto nelle intricate ed alterne vicende della guerra contro Dionisio, asserragliato ad Ortigia e poi

41 Le principali fonti sullimpresa dionea sono: PL., Ep., VII e VIII (sul probema dellauten-

ticit cf. n. 40 supra e 68 infra); PLU., Dio.; NEP., Dio.; D. S., XVI, 5-6, 9-13, 16-20, 31,7, 36,5 e 45,9. 42 Per le fonti su Kallippos v. n. 6 supra. 43 PLU., Dio., 54, 1; cf. ATH., XI, 508e-f. 44 PLU., Dio., 17, 2. 45 Per lappartenenza di Kallippos allAccademia, che non in discussione, si vedano specificatamente ATH., XI, 508e-f; D. L., III, 46; SUID., s.v. Kallippos; cf. lelenco di Accademici contenuto in Philodemos, Academicorum Philosophum Index Herculanensis (= ISNARDIPARENTE 1980, n 1), dove lAixoneo potrebbe essere da identificare con il Kall[i]genes Athenaios (si noti che anche NEP., Dion., 8 storpia il nome di Kallippos in Callicrates). Il dubbio che Kallippos non fosse membro dellAccademia nasce da PL., Ep., VII, 333e, da cui dipende PLU., Dio., 54, 1 (che lo cita esplicitamente); credo tuttavia che le parole del filosofo vadano intese come un ripudio di Kallippos dopo lassassinio di Dione (v. n. 76 infra). 46 PL., Ep., VII, 333e, citato letteralmente da PLU., Dio., 54, 1; cf. 56, 5-6. 47 Lelenco degli accademici partecipanti alla spedizione solo in PLU., Dio., 22, 5-6. Kallippos non menzionato, ma compare poco dopo al fianco di Dione, allingresso in Siracusa (Dio., 28, 3; cf. 54, 1); la presenza del fratello Philostratos assicurata da PL., Ep., VII, 333e-334a e da NEP., Dio., 9. In generale, per la preparazione dellimpresa, v. MARASCO 1982. 48 PLU., Dio., 54, 1. Per la zuffa con i Cartaginesi a Minoa v. ibidem, 25, 12-13 (cf. tuttavia D. S., XVI, 9, 4, che non vi fa cenno): le fonti non registrano altri scontri nella marcia verso Siracusa (le Epipole, in mano ai mercenari, caddero con uno stratagemma: v. PLU., Dio., 27, 2). 49 PLU., Dio., 28, 3; cf. 54, 1. Si noti che Kallippos non menzionato nel passo diodoreo sullingresso a Siracusa, a differenza di Megakles (XVI, 10, 5).

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esule in Italia50, a differenza, per esempio, di Timonide di Leucade, cui Dione, ferito, affid il comando delle truppe nel corso del primo scontro con i mercenari del tiranno51. Ugualmente assente lAteniese risulta anche nei vari episodi dello scontro che, in seguito, oppose Dione al suo rivale siracusano pi temibile, il democratico Eraclide52. Kallippos ricompare soltanto due anni dopo, quando Dione ormai saldamente insediato al potere, dopo aver definitivamente cacciato prima Dionisio (356 a.C.) e poi suo figlio Apollokrates (355 a.C.) e dopo aver fatto uccidere Eraclide (355/4 a.C.). Lo ritroviamo allora intento a tramare la morte di Dione con il peggiore degli inganni: fingersi nemico con il suo consenso, per smascherare i nemici veri, di fatto libero di organizzare il complotto53. proprio in relazione a questi fatti che le fonti indugiano nel sottolineare la vicinanza profonda tra i due, indicando Kallippos come il massimo depositario della fiducia di Dione, al punto che il Siracusano, pur divenuto a un certo punto consapevole della congiura, avrebbe addirittura preferito morire piuttosto che accettare di doversi guardare allo stesso modo dagli amici e dai nemici54. Lassassinio, cos come descritto da Plutarco55, una scena di teatro, con Dione significativamente assimilato alla vittima di un sacrificio: rinchiuso a sorpresa in una stanza della sua casa, dove si era ritirato con alcuni commensali mentre la citt stava celebrando la festa di Kore, assalito dal gruppo dei mercenari di Zacinto sobillati da Kallippos, che prima tentano di strangolarlo a mani nude e poi lo finiscono con una spada corta, passata dalla finestra da un siracusano di nome Lykon. Kallippos non menzionato tra i presenti, ma Platone dichiara che, assieme a suo fratello, diede aiuto agli assassini con le armi in pugno: fu come se lo uccidessero loro stessi con le proprie mani56.
50 Per unanalisi dettagliata della lotta contro Dionisio v. ORSI 1994. 51 PLU., Dio., 30, 9-10; cf. 31, 3, in cui Timonide indicato come amico e compagno darmi (

d ) di Dione. Si noti tuttavia che il suo intervento non menzionato nel passo diodoreo sul ferimento di Dione nella prima battaglia contro Dionisio (XVI, 12, 4). 52 In merito v. MUCCIOLI 1990 e cf. ora CONSOLO LANGHER 2005, 235-246. 53 PLU., Dio., 54, 4-5; NEP. Dio., 8. Il racconto diodoreo si ferma prima, alla definitiva presa di potere di Dione (XVI, 20), e continua con la frettolosa menzione della morte del Siracusano (XVI, 31, 7): nessun dettaglio dunque sulla preparazione della congiura. 54 PLU., Moralia (Regum et imperatorum apophthegmata), 176f-177a; Moralia (De vitioso pudore), 530 c; VAL. MAX., III, 8, ext. 5; cf. anche PLU., Dio., 56, 3 (senza allusione specifica a Kallippos). 55 PLU., Dio., 57; per le differenze rispetto alla versione di NEP., Dio., 9-10 v. infra. Diodoro si limita a registrare cursoriamente sotto lanno 354/3 a.C. lassassinio di Dione ad opera di Kallippos (XVI, 31, 7). 56 PL., Ep., VII, 334a.

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Da questo momento siamo nel giugno del 354 a. C. Kallippos tiene le redini di Siracusa fino al luglio dellanno successivo, vale a dire i tredici mesi indicati da Diodoro57. Dopo aver fronteggiato con successo una stasis degli amici di Dione, lAixoneo fu infatti cacciato da Ipparino, fratellastro di Dionisio, quindi nipote di Dione e nuovo punto di riferimento dei Dionei, che riprese la citt mentre lAteniese era intento alla conquista di Catania58. Rivoltosi poi invano contro Messana, dove perse molti dei suoi uomini, e respinto successivamente da altre citt, Kallippos riusc infine a sottrarre Reggio a Dionisio59. Qui, tuttavia, ormai incapace di mantenere i mercenari, fu assassinato da due di essi, Leptine e Poliperconte, con la stessa arma sottolinea Plutarco che aveva ucciso Dione 60, in una data imprecisabile tra il 351/50, anno della presa di Reggio secondo Diodoro, e il 350/49 a.C.

Solo Plutarco e Ateneo si soffermano sui motivi per cui Kallippos elimin Dione. In un primo momento il biografo61 sembra alludere tendenziosamente ad un nesso diretto tra la decisione di tradire e la possibilit concreta di divenire e con il bene placito dei mercenari del Siracusano il nuovo punto di riferimento del demos, sbandato e privo di una guida dopo la morte di Eraclide. In seconda battuta, riferita tuttavia succintamente una voce anonima ( ), secondo cui Kallippos avrebbe ricevuto venti talenti da Dionisio. Entrambe le versioni paiono in qualche modo confortate. Nel primo caso Valerio Massimo che sembra istituire una relazione tra Eraclide e lAteniese, accomunandoli nella colpa di tramare insidie contro Dione62, mentre altrove lo stesso Plutarco sottolinea lo stretto legame, ai limiti dellidentificazione, tra Kallippos e i misthophoroi, arrivando a

57 D. S., XVI, 31, 7. 58 La notizia della stasis dei philoi di Dione solo in D.S., XVI, 36, 5; Plutarco si limita a riferire della prigionia della sorella di Dione, Aristomache, e della moglie Arete, in attesa di un figlio (Dio., 57, 5 e 58, 8). La biografia di Nepote si chiude invece con la morte di Dione: nessun cenno dunque alle successive vicende di Kallippos. In generale sui philoi di Dione v. WESTLAKE 1983. Per la presa di Siracusa v. PLU., Dio., 58, 3-4, cf. POLYAEN., V, 4, che narra lo stratagemma notturno messo in atto da Ipparino; diversamente Diodoro (XVI, 36, 5) sorvola sullassenza di Kallippos. 59 PLU., Dio., 5; cf. D.S., XVI, 45, 9, che tuttavia menziona soltanto la presa di Reggio. 60 La sola fonte sulla morte di Kallippos PLU., Dio., 58, 6-7; sul pugnale cf. Moralia (De sera numinis vindicta), 553d. 61 PLU., Dio., 54. 62 VAL. MAX., III, 8, ext. 5.

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indicarlo come uno dei comandanti mercenari stranieri al servizio di Dione63. Nel secondo caso invece un passo del papiro di Ossirinco ad attribuire a Dionisio la morte dello zio64. Se, ragionevolmente, laccostamento di Kallippos al democratico Eraclide stato giudicato improbabile alla luce dellappartenenza dellAteniese allAccademia, o addirittura sospetto, inventato cio ad hoc per creare unideale continuit tra i due principali nemici di Dione65, forse un po troppo frettolosamente stata liquidata come gossip lipotesi di una regia occulta di Dionisio66. La causa del delitto addotta da Ateneo67, secondo cui Kallippos ag quando si accorse del tentativo di Dione di imporre una , infatti solo apparentemente isolata. Il proposito meno peregrino di quanto sembri a prima vista, se letto alla luce del modello spartano che, secondo Plutarco, il Siracusano aveva in mente di realizzare e che nella sostanza fu allorigine della scelta di eliminare Eraclide, quale principale oppositore68. Tanto pi se si tiene conto della voce diffusa da Kallippos nella fase preparatoria della congiura, secondo cui Dione sarebbe stato in procinto di richiamare il pronipote Apollokrates, figlio di Dionisio, per farne il suo successore69.

63 PLU., Aem.-Tim., 2, 5-6. Limportanza crescente dei mercenari nel dirimere le questioni interne siracusane stata notata da tempo: v. CHRISTIEN 1975 e, pi di recente, MOSS 1997. 64 FGrHist 255, 1. 65 WESTLAKE 1983, 164-5; MUCCIOLI 1990, 185-6. 66 WESTLAKE 1983, 164 n. 14. Ringrazio il prof. Sammartano per aver attirato la mia attenzione su questo passo nella discussione seguita allintervento. 67 ATH., XI, 508e-f , valorizzato in particolare da BRACCESI 1998, 93, che parla di una congiura libertaria. 68 PLU., Dio., 53, 4-5 e, soprattutto, Aem.-Tim., 2, 3; cf. anche NEP., Dio., 6-7. assai probabile, tuttavia, che Plutarco raccolga una tradizione ben radicata in ambiente platonico: v. in proposito PL., Ep., VIII, 354 b-c e 355e-356e, dove prima lo stesso Platone ad esortare i Dionei a trasformare la tirannide in basileia, sullesempio di Licurgo, e poi un immaginario Dione a consigliare ai suoi una triarchia, comprendente suo figlio e i due nipoti Ipparino e Dionisio II (per i problemi di autenticit v. n. 40 supra e, per lepistola VIII in particolare, AALDERS 1969, secondo cui sarebbe un originale risalente a poco dopo la cacciata di Kallippos). Si pone chiaramente a questo punto il problema dellinflusso di Platone e dei suoi insegnamenti sulla prassi politica dei discepoli, e di Dione in particolare, in cui non mi addentro. Rimando, da ultimo, a TRAMPEDACH 1994 con le osservazioni critiche di BEARZOT 1997, a testimonianza di quanto il dibattito sia ancora vitale e la questione nella sostanza aperta. 69 PLU., Dio., 56, 1. Laccusa gi mossa a Dione da Eraclide (ibid., 53, 2-3), di aver fatto venire da Corinto consiglieri () e colleghi nel comando () per diprezzo nei confronti dei concittadini, di fatto spiega Plutarco per predisporre con il loro aiuto la politeia che vagheggiava, deve essere intesa come testimonianza di un primo stadio di avanzamento del progetto, lelaborazione teoretica che precedette la scelta del pronipote come successore.

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C da chiedersi se il Siracusano, legato alla famiglia dei tiranni da un fitto intrico di parentele, ad un certo punto, sperimentati a fondo la difficolt di mantenere il potere ed il rischio di perderlo, non abbia pensato effettivamente ad instaurare un regime di tipo dinastico, una sorta di diarchia con il figlio del nipote, un compromesso cio tra vecchio e nuovo corso, che nelle intenzioni metteva fine alle lotte interne alla famiglia, ma nei fatti tagliava definitivamente fuori Dionisio70. In questa prospettiva assume evidentemente un altro peso la notizia dellappoggio fornito dal tiranno a Kallippos71. A dispetto della possibile alternativa, tuttavia, la sfrenata ambizione e la sete di potere dellAixoneo hanno trovato lo spazio di gran lunga maggiore, negli autori antichi cos come nei commentatori moderni, che li hanno in genere giudicati moventi sufficienti, certo per il fascino che i personaggi diabolici esercitano sullimmaginario di ogni tempo72. infatti senza dubbio un ritratto a tinte fosche quello di Plutarco, che contamina i caratteri dello spergiuro, traditore dellospite, con quelli dellempio, assassino di colui che aveva introdotto ai misteri proprio nel giorno della festa di Kore, e per altro dopo aver giurato fedelt, nel santuario siracusano delle Thesmophorai, alla moglie e alla sorella di Dione giustamente insospettite. Gli eventi successivi al delitto incarnano non a caso la parabola esemplare di una giusta punizione divina, come tale richiamata succintamente anche nelloperetta dei Moralia dedicata al tema73. Altrettanto duro il giudizio di Cornelio Nepote, che stigmatizza Kallippos come homo et callidus et ad fraudem acutus, sine ulla religione ac fide. Entrambi riflettono evidentemente una tradizione omogenea, che aveva fatto dellAteniese un paradigma di eroe negativo, e che certo doveva avere radici nella realt, nellindole stessa di Kallippos, se un contemporaneo Apollodoros, figlio del noto banchiere Pasione e suo accusatore

70 In questottica credo vada letto il fermo rifiuto opposto da Dione ad Eraclide di cancellare dal paesaggio urbano di Siracusa i segni dei tiranni, le fortificazioni dellacropoli e la tomba di Dionisio I, il capostipite della dinastia (PLU., Dio., 53, 2 e Brut.-Dio., 2, 3), a differenza di quanto far poi Timoleonte (PLU., Tim., 22, 1-3; cf. D.S., XVI, 70, 3, NEP., Tim., 3, 3). Nella stessa prospettiva si spiega meglio anche lindulgenza con cui Dione lasci partire da Ortigia prima Dionisio (PLU., Dio., 37, 4 e soprattutto D.S., XVI, 17, 1-2) e poi Apollokrates (PLU., Dio.,50, 2-3), attirandosi per altro le dure critiche dei concittadini (PLU., Brut.-Dio., 2, 3). Si noti infine che Teopompo (apud ATHEN., X, 435f-436a = FGrHist 115 F 185) registra il tentativo di creare dissidi tra Apollokrates e Dionisio da parte di purtroppo non meglio specificati adulatori. 71 Apollokrates evidentemente ag di concerto con il padre: gli rimase fedele e con lui torn a Siracusa nel 347/6 a.C. (STR., VI, 1, 8, 259; AEL., VH, II, 41; cf. NEP., Tim., 2, 1; PLU., Tim., 1, 4; IUST., XXI, 3, 9-10). 72 In questottica si vedano, per esempio, WESTLAKE 1983, 164-5 e MUCCIOLI 1990, 186. 73 PLU., Dio., 58; cf. Moralia (De sera numinis vindicta), 553d.

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in unorazione pseudo-demostenica allude al suo pessimo carattere, incline allo scherno e alle minacce, come a cosa risaputa 74. Certo la condanna senza appello emessa da Platone dovette avere grande peso sul giudizio dei posteri e in particolare su Plutarco che cita pi volte passi delle Lettere75. Nellepistola VII, il filosofo allude ripetutamente ai due fratelli ateniesi, Kallippos e Philostratos, senza mai chiamarli per nome, ma biasimandoli nel modo peggiore: turpi, empi, traditori, uccisori dellospite, uomini di animo meschino e servile, capaci solo di amicizie volgari e soprattutto ignoranti, per non essere stati capaci di comprendere la grandezza del progetto di Dione e, di conseguenza, la gravit del loro atto. Un odio profondo, dunque, che valse chiaramente allAixoneo il ripudio dellAccademia76. Le fonti conservano tuttavia anche le tracce di una lettura diversa dei fatti, che forse meritano di essere valorizzate. Il racconto plutarcheo dellassassinio sottolinea il numero elevato dei congiurati e la fama di cui Kallippos godeva a Siracusa allindomani del misfatto77. La lettera pubblica che egli subito dopo scrisse ad Atene78 rivela, del resto, lattesa di una legittimazione ufficiale da parte della madrepatria, meno inverosimile se si pensa che nel 410 a.C. il decreto di Demofanto aveva sancito ad Atene limpunit e addirittura la santit del tirannicida79. Non meno indicative mi paiono poi le oscillazioni con cui le fonti definiscono il ruolo dellAixoneo nel breve periodo di governo: il verbo ricorre in Ateneo e nel lessico di Suidas80, Plutarco81 usa i pi neutri e ebbe / tenne - Siracusa, mentre Diodoro82 ricorre allespressione c letteralmente, successe (a

74 [D.], L, 49. 75 PLU., Dio., 8, 4 e 52, 5 (PL., Ep. IV); 52, 4 (PL., Ep. IV); 54, 1 (PL., Ep. VII), cf. anche Brut.Dio., 4, 7-8. 76 Da cui i dubbi dei commentatori antichi e moderni sulla sua appartenenza allAccademia, che tuttavia non hanno motivo di esistere alla luce delle numerose fonti che vi fanno riferimento: v. n. 45 supra. 77 PLU., Dio., 57, 1 e 58, 1; cf. tuttavia la versione radicalmente diversa di NEP., Dio., 10, secondo cui i Siracusani piansero la morte di Dione, cambiando repentinamente il giudizio sul suo operato. 78 PLU., Dio., 58, 1. 79 AND., I, 96. Sulla liceit del tirannicidio ad Atene e sulla legislazione relativa si vedano PETRE 1999 e SORDI 2002; per legislazioni analoghe in altre aree del mondo greco cf. LANDUCCI GATTINONI 1997. Si rammenti, sulla stessa linea, anche PL., Rep., 565d-e, 566a-b, dove il crimine ammesso come rimedio, se pure estremo, alla tirannide. 80 ATH., XI, 508f; SUID., s.v. Kallippos. 81 PLU., Nic., 14, 7; Dion., 58, 1. 82 D.S., XVI, 31, 7.

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Dione) nellegemonia d w ed ebbe larche - per tredici mesi. Senza entrare troppo nel merito, evidente che esiste una sostanziale differenza tra il tyrannos, attento ai propri interessi, incurante del bene della polis e perci costretto a comandare con misure coercitive una cittadinanza recalcitrante, e lhegemon, condottiero per libera scelta di sudditi in qualche modo consenzienti, nel rispetto della costituzione e nellosservanza della misura; tanto pi se si considera che su questo filo sottile giocata gran parte della dialettica timaica nel contrapporre la figura dispotica e odiata di Dionisio I a quelle ammirate di Gelone e di Ermocrate83. Daltro canto, le spedizioni di Kallippos contro Catania, probabilmente ancora in mano ai mercenari di Dionisio, e poi contro Reggio, sicuramente ancora saldamente sotto il controllo del tiranno, sembrano rivelare la prosecuzione di quello che era il progetto iniziale di Dione, proclamato al momento dellingresso in Siracusa, di liberare cio la madrepatria e le citt della Sicilia dalla tirannide84. Diodoro conserva una traccia anche pi esplicita di una tradizione encomiastica, che fa di Kallippos addirittura un liberatore, colui che appunto restitu l ai Reggini85. Anche allinterno dellAccademia non mancarono, del resto, voci pi benevole di quella di Platone. Aristotele che cominci a frequentare la cerchia del filosofo negli anni in cui Dione giungeva ad Atene e fu amico personale di Eudemos di Cipro, uno dei partecipanti allimpresa siciliana86 conserva la memoria di dissapori tra Dione e Kallippos, purtroppo senza chiarirne n le ragioni n la portata. Nella Retorica la condotta dellAixoneo infatti chiamata ad esemplificare il caso in cui uningiustizia sembra vicina al non esserlo perch rivolta contro qualcuno con cui il rapporto gi compromesso87. Se anche la Orsi avesse ragione e il passo non fosse da ritenere, come sostenuto da altri, una testimonianza dellapprovazione di Aristotele, certo esso rivela comunque lesistenza di pareri meno avversi88. Daltro canto, per, lostilit dello Stagirita verso Dione non mi pare in discussione alla luce di due noti passi della Politica: nel primo, il padre di Dione, Ipparino, indicato come il principale responsabile dellinstaura-

83 VATTUONE 2002, 199-201. Si veda anche, giocato sulla medesima opposizione, il con-

fronto tra Dionisio I e Gelone nella requisitoria antitirannica di Teodoro in D.S., XIV, 64,369,5, con il commento di SCARPA BONAZZA BUORA 1984, 94-97. 84 PLU., Dio., 29, 1; cf. PL., Ep., VII, 335d-336a. 85 D.S., XVI, 45, 9. 86 Sappiamo da PLU., Dio., 22, 5-6 che Aristotele dedic a Eudemos un dialogo perduto Sullanima. 87 ARIST, Rh., 1373 a 18-21. 88 ORSI 1991-92.

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zione della tirannide di Dionisio I89; nel secondo, Dione citato come esempio di abbattimento del tiranno Dioniso II per cause interne, quando quelli che stanno al potere sono in discordia tra loro, quindi implicitamente assimilando limpresa siciliana ad una mera questione dinastica90. Colpisce in particolare il lapidario commento finale fu ucciso anche lui , che tradisce unindifferenza apparentemente totale per lautore del delitto. Fu soprattutto lultimo Dione ad attirarsi verosimilmente le critiche degli hetairoi. Speusippo nipote e successore di Platone alla guida dellAccademia, nonch intimo amico del Siracusano e fervido sostenitore della sua spedizione gli rimprovera di essere divenuto altezzoso e superbo per la fama acquisita e lo invita a non cambiare atteggiamento nei confronti dei condiscepoli, ma piuttosto ad impegnarsi nel dare lustro allAccademia ornando la Sicilia di santit, giustizia e ottime leggi, lasciando implicitamente intravedere un progressivo allontanamento dai propositi iniziali, certo in direzione di un maggior dispostismo91. Perfettamente in linea , del resto, il monito rivolto da Platone a Dione in una lettera di autenticit discussa, da alcuni attribuita non a caso a Speusippo: larroganza si accompagna alla solitudine, in evidente allusione ad una propensione caratteriale del suo discepolo prediletto92. Probabilmente Nepote e Plutarco raccolsero gli echi anche di questi contrasti interni alla cerchia platonica. Il biografo latino non esita a definire lultimo Dione un tiranno odiato dal popolo, certo perseguitato dal rimorso per lassassinio di Eraclide, ma pronto, per sospetto e timore, a cedere alle pressioni dei suoi mercenari, arrivando a confiscare i beni degli

89 ARIST., Pol., 1306 a 1; cf. il giudizio decisamente pi benevolo di PL., Ep., VII, 353a-b. 90 ARIST., Pol., 1312 b 35. Cf. anche ARIST., Pol., 1312 a 34-39, dove la ricerca della fama ad

essere indicata come il principale movente di Dione.


91 PLU., Moralia (Quomodo adulator ab amico internoscatur), 70a = ISNARDI PARENTE

1980, n 17; cf. Socr. Ep., XXXIII = ISNARDI PARENTE 1980, n 159. Per lo stretto legame personale tra Dione e Speusippo v. PLU., Dio., 17, 2, che lo definisce il suo amico pi intimo ad Atene, con cui soprattutto passava il tempo. Per il sostegno attivo dato da Speusippo alla preparazione della spedizione v. ibid., 22. 1-4: durante lultimo viaggio di Platone, il nipote lo segu per scandagliare gli umori dei Siracusani riguardo ad un eventuale ritorno di Dione, e anche in seguito mantenne un interesse vivissimo per la vicenda, su cui era informato da Timonide di Leucade (ibid., 35, 4). Non stupisce pertanto che unEpistola socratica lo indichi come colui che era comunemente considerato lautore dellimpresa siciliana (SOCR. Ep., XXXIV = ISNARDI PARENTE 1980, n 13); cf. anche SOCR. Ep., XXXIII = ISNARDI PARENTE 1980, n 159. 92 PL., Ep., IV, 321c; il passo citato due volte da Plutarco nella Vita di Dione (8, 4 e 52, 5) e ricorre ripetutamente nel corpus plutarcheo. Sul problema dellautenticit della Epistola IV, generalmente ritenuta spuria, e sulla sua attribuzione a Speusippo v. MUCCIOLI 1990, 181 n. 33 e ISNARDI PARENTE 2002, ad loc.

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amici, dopo quelli degli nemici93. Lo stesso Plutarco, ammiratore indiscusso del Siracusano, non pu fare a meno di mettere in rilievo il suo progressivo isolamento e di descriverne lassassinio come un tirannicidio in piena regola, con quella che Petre ha di recente definito larma definitoria del tirannicidio, vale a dire la spada corta, lo xiphidion94. Evidente appare a questo punto la difficolt di conciliare le due tradizioni contrastanti. Non certo questa la sede per dirimere le complicate questioni relative alla Quellenforschung dellavventura dionea. Linteresse per la storiografia di molti dei protagonisti dei fatti rende la gamma delle interpretazioni eccezionalmente ricca, ma anche particolarmente intricata. Dietro le principali fonti conservate Nepote, Diodoro e Plutarco , tutte relativamente tarde, i commentatori moderni hanno ipotizzato la presenza di Timonide di Leucade, autore di unopera storica che prenderebbe le mosse dalla sua corrispondenza epistolare con Speusippo95, del siracusano Filisto, acerrimo nemico di Platone e fedele sostenitore dei tiranni96, e del siracusano Athanis, partigiano di Eraclide e autore anchegli di Sikelika97, possibilmente mediati dai principali storici che, poco dopo i fatti, si occuparono di Occidente, cio Eforo, Teopompo e Timeo98. Il quadro poi ulteriormente complicato dal fatto che sulla figura di Dione si stratific nel tempo una letteratura biografica o, per meglio dire, quasi agiografica , di cui le Vite di Nepote e di Plutarco sono le sole testimo93 NEP., Dio., 6-7 e 9-10; cf. PLU., Dio., 55 e 56, 3, che insiste sul rimorso, ma sorvola sulle confische. 94 PLU., Dio., 57, 4 e 58, 6-7; Moralia (De sera numinis vindicta), 553d; cf. PETRE 1999, 1214-5. 95 PLU., Dio., 35, 4; cf. D.L., 4, 5. Timonide stato giustamente valorizzato come fonte della Vita di Dione di Plutarco, che lo cita due volte (Dio., 31, 3 e 35, 4): v. in merito SORDI 1980; MANNI 1990; MUCCIOLI 1990 e 2002, 154-158. 96 Filisto fu autore di una Storia della Sicilia che giungeva fino ai primi anni della tirannide di Dionisio II. Lodato da Eforo (apud PLU., Dio., 36, 3), duramente criticato da Plutarco, che non lo cita mai come fonte e ne prende chiaramente le distanze (ibid., 36, 3-4), ben noto anche a Nepote (Dio., 3). Complessivamente, sulla sua opera, v. BEARZOT 2002. 97 MUCCIOLI 2002, 160-164. 98 Eforo pressoch unanimamente ritenuto la fonte principale del libro XVI di Diodoro (v. SORDI 1969, xxxvi-xli e 1980), ma menzionato anche da Plutarco (Dio., 35, 4). Il contributo di Teopompo a Diodoro e alla Vita di Dione di Plutarco, che lo cita (24, 5-10), stato valorizzato a pi riprese: HAMMOND 1938, secondo cui lo storico sarebbe la fonte principale di unanonima vita ellenistica di Dione (v. n. 100 infra); WESTLAKE 1953-54; da ultimo VATTUONE 1998. Timeo, infine, concordemente riconosciuto come la fonte principale di Plutarco e Nepote: v., tra altri, PEARSON 1987, 191-208; SANDERS 1992; cf. MUCCIOLI 1990, passim. Si noti che Plutarco lo ricorda pi volte nella Vita di Dione (6, 2; 14, 5; 31, 3; 35, 6; 36, 1), ma anche Nepote lo menziona nella Vita di Alcibiade (11).

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nianze superstiti, ma non certo le uniche, e verosimilmente nemmeno le pi antiche99: non mancato infatti chi ha ipotizzato che allorigine di entrambi ci sia unanonima Vita ellenistica100. Il problema si pone in particolare per gli eventi successivi alla morte di Eraclide, nel 354 a. C. (che per altro sono quelli che ci interessano in questa sede). Filisto concluse la sua Storia ben prima e comunque usc definitiamente di scena, morendo, nella battaglia navale del 356 a.C.101. Il racconto di Timonide si fa generalmente terminare proprio con lassassinio di Eraclide102. Eforo mor nel 356 a.C., lasciando la sua opera incompiuta: non a caso Diodoro, che da Eforo direttamente dipende, tratta cursoriamente le vicende relative alla morte di Dione e allascesa di Kallippos, limitandosi a riportare la notizia e tradendo cos luso di una fonte cronografica103. In genere Timeo ad essere ritenuto la principale fonte di Nepote e di Plutarco, per gran parte della vicenda dionea, ma in particolare per lepilogo conclusivo, di cui Kallippos fu protagonista104. Lo storico di Tauromenio pi volte citato da Plutarco105 e i toni con i quali sono raccontate le fini prima del Siracusano e poi dellAteniese, in un crescendo di drammaticit e con un gusto insistito per le simmetrie il mystagogos che uccide il mystes nel giorno della festa di Kore, lidentit dellarma fatale sembrano indicarne la mano. La sua ostilit a Dione e pi in generale allingerenza dellAccademia in Sicilia stata sottolineata di recente dal Sanders106 e potrebbe spiegare bene la tragica sorte che alla fine accomuna i due antichi hetairoi. Ci sono per anche divergenze basilari tra le versioni di Plutarco e di Nepote a prescindere dal fatto che il biografo latino storpi il nome di Kallippos in Callicrates , non riconducibili, almeno a mio parere, ad una mera questione di

99 V. FGrHist 577 F 15 (Philodemos, Academicorum Philosophum Index Herculanensis):

molti hanno scritto le imprese di Dione. A titolo esemplificativo si ricordino le opere di Timocrate, forse originario di Eraclea Pontica (I sec. a.C.), e di Arriano di Nicomedia: su entrambi v. MUCCIOLI 2002, 158-160. 100 Si vedano, tra altri: HAMMOND 1938; VOIT 1954-55; SORDI 1967, 143 n. 3 e 1980; contra PEARSON 1987, 192 n. 119 e MUCCIOLI 1990, 170 n. 8. 101 Cf. n. 96 supra. Sulla morte di Filisto v. PLU., Dio., 35, 3-5; cf. D.S., XVI, 16, 3. 102 Cos: SORDI 1967, 143 n. 3 e 1980; MANNI 1990, 548; MUCCIOLI 1990 e 2002, 154. per altro probabile che Timonide vada annoverato tra gli accademici amici di Dione gi caduti nel corso della guerra ai tempi in cui Kallippos concep il suo progetto (v. PLU., Dion., 54, 2); tale fu certo il caso di Eudemos di Cipro, sulla cui morte siamo informati da CIC., div., I, 53. 103 V. n. 98 supra. 104 V. n. 98 supra; cf. MUCCIOLI 1990, 184. 105 V. n. 98 supra. 106 SANDERS 1992.

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maggiore o minor dettaglio, e finora forse fin troppo minimizzate. Se sostanzialmente sovrapponibile la preparazione del delitto nei due autori, centrata sullo stratagemma messo in atto dallAixoneo per organizzare indisturbato la congiura e sullempio giuramento prestato nel Thesmophorion di Siracusa, ben diverso il rilievo dato da Plutarco alla scena del giuramento, di nuovo unautentica pice teatrale, come pure lassassinio di Dione. Se Nepote si sofferma sulla falsit della promessa come indicatore della doppiezza e dellempiet di Kallippos, Plutarco si dilunga nel descrivere la messinscena dellAixoneo, che, dopo i sacrifici di rito, pronuncia il voto indossando la veste di porpora della dea e impugnando la , la torcia eleusinia, accesa. Ancor pi radicalmente differente nei due biografi, tuttavia, il racconto della morte di Dione e della successiva reazione dei Siracusani. In Plutarco unesecuzione a tutti gli effetti, come si detto, descritta con grande enfasi drammatica: lassassinio messo in atto da un numero cospicuo di congiurati davanti ad un pubblico non meno consistente di amici di Dione, raccolti con lui a banchetto, che per paura non osano intervenire; Kallippos, che non indicato tra i presenti, dopo il delitto pieno di gloria (e q). In Nepote gli unici attori sono invece i sicari, i mercenari di Zacinto, che assalgono Dione mentre dorme da solo nel suo letto; Kallippos per il burattinaio, lorganizzatore attento che predispone ogni dettaglio: pone guardie nei punti strategici della citt, fa circondare la casa, si prepara la via di fuga ordinando di mettere in mare una trireme al comando del fratello Philostratos. Dopo, il demos piange amaramente la morte di Dione e anche chi laveva chiamato tiranno lo celebra come liberatore dalla tirannide. La biografia si chiude senza che di Kallippos sia pi fatto alcun cenno. Di uno Plutarco colpisce la natura visiva del racconto, degna di una moderna sceneggiatura, che indugia e quasi si compiace nel creare un protagonista a tutto tondo, la maschera di un grande eroe negativo. Dellaltro Nepote rimane la linearit un po asettica del cronista, a volte anche pi prodigo di dettagli il ruolo di Philostratos, per esempio, trascurato da Plutarco , ma nel complesso incapace, nel caratterizzare il suo personaggio, di andare oltre una generica morale di maniera. Quasi un terzo Kallippos appare invece quello della Vita di Timoleonte plutarchea, ormai estrapolato dal flusso degli eventi e divenuto uno dei tanti flagelli abbattutisi sulla Sicilia. Accomunato allo spartano Farace in entrambe le menzioni107, in un binomio che si noti bene non ricorre mai

107 PLU., Tim., 11, 6 e Aem.-Tim., 2, 5-6.

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nella Vita di Dione108, lAixoneo appartiene piuttosto alla lunga sequenza di condottieri stranieri venuti a Siracusa, che da Gilippo finisce con Timoleonte: la sua malvagit, assoluta e senza sconti, finalizzata a far rifulgere maggiormente lastro del Corinzio. Senza tentare di etichettare le diverse versioni, avanzando lennesima ipotesi destinata a rimanere tale, vorrei concludere proponendo una parziale inversione di prospettiva, da unottica prettamente occidentale ad unottica ateniese, attirando cio lattenzione sullopinione dei concittadini di Kallippos e sul notevole peso che essa dovette avere nellelaborazione storica successiva. la matrice attica di molti dettagli a costituire il principale tracciante. Indicativa mi pare innanzitutto linsistenza sullempiet perpetrata ai danni delle dee di Eleusi, che certo non a caso saranno le principali protettrici dellimpresa di Timoleonte, guidato in Sicilia proprio da una fiaccola mistica apparsa nel cielo109. Il lessico tecnico specifico (mystagogia, mystes, mystagogos110) e liconografia peculiare dei misteri (la tunica rossa, la fiaccola111) che ricorrono nella narrazione plutarchea sono certo meglio comprensibili allinterno di un quadro di riferimento cultuale e religioso ateniese, dove liniziazione dellAixoneo aveva un significato preciso, a prescindere da come la si volesse valutare112. Il detto riferito sempre da Plutarco a Kallippos, che si rammaric di aver perso una citt, Siracusa, per prendere una grattuggia, Catania113 essendo katane il nome siceliota delloggetto , ripete un gioco di parole inventato da Aristofane per alludere alla polis calcidese114 e certo familiare al pubblico locale, che pi di ogni altro era in grado di coglierlo ed apprezzarlo. Allo stesso modo, il recupero ex eventu delloracolo di Ammone ricordato allinizio, sulla prigionia dei Siracusani che si sarebbe avverata ai tempi non della spedizione del 415 a.C. ma del governo di Kallippos, matur certamente in un ambiente in cui il controllo di un ateniese sulla citt occidentale doveva sembrare una giusta vendetta, quasi una rivincita,

108 Eppure nella Vita di Dione che descritto lintervento di Farace a Siracusa: v. PLU., Dio., 48, 7 e 49, 1. 109 Plu., Tim., 8. 110 PLU., Dio., 54, 1; 56, 6. 111 PLU., Dio., 56, 5-6. 112 Totalmente negativo , per esempio, il giudizio di PL., Ep., VII, 333e, ripreso da PLU., Dio., 54, 1, secondo cui la familiarit che nasce dalla comune iniziazione ai misteri un legame nettamente deteriore rispetto alla philia accademica. 113 PLU., Dio., 58, 4. 114 AR., V., 936-939, 960-966 (cf. 908-911); cf. POST 1932 e, pi di recente, BURELLI BERGESE 1992, 76-78.

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e che difficilmente pertanto pu non ritenersi attico. Del resto, limpresa di Dione contro Dionisio colp profondamente gli Ateniesi e li fece molto discutere. Sicuramente ci fu una propaganda accademica in qualche modo ufficiale115, che valorizz il ruolo dei discepoli di Platone nellimpresa, a fronte della neutralit scelta dal maestro: lazione preparatoria svolta da Speusippo in Sicilia116, lintervento razionalistico dellindovino Milta alla partenza, che liber i soldati dal timore dei presagi avversi117, la gi rilevata presenza di Kallippos al fianco di Dione allingresso a Siracusa, il sostegno militare di Timonide di Leucade nella prima battaglia. Alla stessa fonte va certo ricondotta anche lelaborazione di quello che stato efficacemente definito il paradigma storiografico della lotta dei pochi contro i molti118: Dione e i suoi con due semplici navi mercantili contro la tirannide di Dionisio, forte di quattrocento navi da guerra e di un numero infinitamente superiore di soldati, motivo che ricorre in Diodoro e in Nepote, ma che, a conferma della sua contemporaneit ai fatti, troviamo gi in Demostene, in unorazione addirittura precedente alla morte di Dione, in Aristotele e nellanonima Rhetorica ad Alexandrum, probabilmente da datare nel periodo timoleonteo119. Limpresa siciliana, tuttavia, ebbe grande risonanza anche al di fuori della cerchia platonica, se vero che il socratico Eschine di Sfetto scrisse unApologia di Dione120, e certo non soltanto negli ambienti colti, ma anche tra la gente comune, tra i ragazzi e le donnicciole, come scherza Speusippo121. Lo stesso Platone, nella discussa Lettera IV, mette in guardia Dione dagli occhi del mondo puntati su di lui122, a testimonianza della grande attesa che la sua iniziativa gener nei contemporanei. Un enorme scalpore dovette pertanto suscitare il gesto di Kallippos: vi sono altri che ne parlano e ne parleranno in futuro, rimarca Platone, per spiegare il suo rifiuto di soffermarsi sul delitto, e Plutarco lo conferma a

115 Il tema stato sviluppato in particolare da GALVAGNO 2000, 109-142 passim. 116 V. n. 91 supra. 117 PLU., Dio., 24. 118 GALVAGNO 2000, 112. 119 D.S., XVI, 9, 1-2 (ma cf. 6, 5); NEP., Dio., 5, 3. Per la contemporaneit del tema propa-

gandistico agli eventi v. D., XX, 162; ARIST., Pol., 1312 a 34-39; PS. ARIST., Rhet. ad Alex., 9 (per la cui datazione si rimanda a PATILLON 1997). 120 D.L., II, 63. Sulla problematicit del passo, dove la lettura Dion frutto di una vecchia correzione oggi da alcuni non pi ritenuta attendibile, v. COBETTO GHIGGIA 1995, 112-113, n. 425. 121 PLU., Moralia (Quomodo adulator ab amico internoscatur), 70a = ISNARDI PARENTE 1980, n 17; cf. Socr. Ep., XXXIII = ISNARDI PARENTE 1980, n 159. 122 PL., Ep., IV, 320 c-d, citato da PLU., Dio., 52, 4.

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distanza di secoli123. Tanto pi se si considera che lAixoneo era a tutti gli effetti un personaggio pubblico ad Atene. Della ricchezza si detto. La sua trierachia sinquadra per altro in unimpresa cleruchica discussa quanto a cronologia e destinazione124, ma che vide la partecipazione di alcuni dei principali uomini politici del tempo, dagli strateghi Timoteo e Chabrias a Kallistratos di Aphidna. Lo stesso Kallippos presumibilmente una figura politica non secondaria, certo implicato a fondo nelle partigianerie interne, se nel 361 a.C., qualche anno prima dunque di partire per la Sicilia, fu incaricato da Timomachos, il cognato di Kallistratos, di scortare luomo politico in esilio a Taso, dove tent invano di riorganizzarsi125. Proprio in relazione a queste vicende, Kallippos fu accusato da Apollodoros, figlio del banchiere Pasione, e verosimilmente processato126. Credo, pertanto, che sia in questa molteplicit di voci ateniesi che vadano cercate le ragioni ultime del dualismo associato alla figura dellAixoneo nella tradizione letteraria conservata da Nepote e da Plutarco, prima ancora che nelle logiche di parte interne a Siracusa e nella storiografa occidentale che le riflette. Timeo rimane una mediazione probabile: non va dimenticato infatti che lo storico di Tauromenio trascorse gran parte della propria vita ad Atene un cinquantennio quasi ininterrotto di esilio, a cominciare dagli anni del governo di Demetrio Falereo (317/7 a.C.) e che qui scrisse la sua opera127. Si pu presumere che lattitudine libresca che lo caratterizz e che Polibio, il suo pi feroce detrattore, gli rimproverava lo abbia indotto a documentarsi localmente sullAteniese. Lo stesso dicasi tuttavia per Teopompo, lo storico di Chio allievo di Isocrate, che fu ad Atene in anni anche pi vicini ai fatti128. Se gi stata attirata lattenzione sui suoi libri siciliani come possibile fonte di Diodoro e di Plutarco129, meno interesse ha suscitato una sua operetta minore, una
123 PL., Ep., VII, 334a; cf. PLU., Aem.-Tim., 2, 5. 124 IG II2 1609, l. 96. Per la cronologia e la possibile destinazione della spedizione si confrontino: DAVIES 1969 (366/5 a.C., Samo), seguito da MOGGI 1981, 17 e n. 197; contra CAWKWELL 1973 (370/69 a.C.), ultimamente ripreso da CARGILL 1995, 21 n. 20 e 146-147, che suggerisce una cleruchia del Nord Egeo (Lemno, Imbro o Sciro). 125 [D.], L, 46-52, 53. Su Callistratos v. SEALEY 1956 e BEARZOT 1981. Probabile anche lintegrazione del nome di Kallippos in uniscrizione onoraria putroppo molto frammentaria:

IG II2 291, l. 11. 126 D., XXXVI, 53. 127 VATTUONE 2002. Per Timeo ad Atene v. anche CONSOLO LANGHER 1998, 39-49. 128 In generale su Teopompo e sulla sua biografia v. FLOWER 1994. 129 V. n. 98 supra.

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contro la scuola di Platone (a ), di cui due soli frammenti certi sopravvivono oltre al titolo, e di scarsa rilevanza per il nostro tema130. Andrebbe tuttavia valutata lipotesi che linvettiva di Ateneo contro lAccademia fucina di tiranni, in cui Kallippos uno degli exempla citati, derivi proprio da questo opuscolo, forse non a caso ricordato nello stesso passaggio dei Deipnosophistai131. Maggiore attenzione meriterebbe anche, almeno a mio avviso, Philochoros, attidografo contemporaneo di Timeo, ma anche mantis ufficialmente attivo ad Atene sullo scorcio del IV sec. e autore, tra laltro, di opere dedicate specificatamente alla mantica (d ), ai misteri (d \) e possibilmente di una raccolta di oracoli132. Egli, che si noti menzionato da Plutarco come unautorit in materia di presagi proprio nella Vita di Nicia133, mi pare un candidato assai attraente per il recupero delloracolo di Ammone: il passo plutarcheo ricordato e vari altri frammenti conservati testimoniano infatti il suo interesse per i prodigi che accompagnarono la grande spedizione siciliana134, inducendo a ritenere che egli li abbia rimeditati nel complesso. Colluso con Dionisio o con i democratici, tiranno o tirannicida, mercenario prezzolato o liberatore. Dal quadro variegato dellopinione pubblica ateniese esce, nel complesso, un ritratto pi equilibrato del diabolico Kallippos, nel cui operato si celava forse un progetto politico preciso, in linea con quello con cui Dione era partito dal Peloponneso e, verosimilmente, con quanto si era andato discutendo allAccademia nei tre lunghi anni della preparazione dellimpresa siciliana. Il suo legame con Kallistratos di Aphidna e con lambiente dei moderati ateniesi resta da comprendere a fondo, cos come il suo coinvolgimento nella cleruchia ignota, certamente unimpresa cruciale del rinato colo-

130 FGrHist 115 F 259 e 275, contenenti critiche teoretiche a Platone. 131 ATH., XI, 508 c-d. Lantiplatonismo di Ateneo in genere ricondotto allopera di Erodico

Crateteo intitolata Contro ladulatore di Socrate. Lipotesi, che risale a DRING 1941, ancora ritenuta valida: si veda, per es., CANFORA 2001, II, 1252 n. 4; cf. tuttavia i dubbi avanzati da TRAPP 2000 e, soprattutto, da ROMERI 2003, che cita Teopompo tra le possibili fonti alternative dellantiplatonismo di Ateneo (332). 132 Per lopera e la biografia di Philochoros v. FGrHist 328 e, in generale, lintroduzione dello Jacoby, che rimane lo studio complessivo pi esaustivo sullattidografo. In particolare, per lattivit di mantis, v. FF 1, 2, 6, 7 e 67. 133 PLU., Nic., 23, 8, sulleclissi che ritard la ritirata degli Ateniesi da Siracusa. 134 FGrHist 328 F 122 (follia di Metone: cf. PLU., Nic., 13, 7-8); F 133-134 (mutilazione delle erme: cf. PLU., Nic., 13, 3). Si confronti il tenore decisamente pi superstizioso e strampalato delle riflessioni timaiche in merito agli stessi argomenti, apud PLU., Nic., 1, 1.

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nialismo ateniese, qualunque fosse la meta, se non altro per la rinomanza politica e militare dei personaggi implicati. Parallelamente, il peribolo funerario del Pireo, come indizio di residenzialit e di interessi locali, apre prospettive inedite circa la natura delle sue attivit economiche e forse, in ultima analisi, anche su una parte dei motivi della sua partecipazione alla spedizione siciliana.
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