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Anno XIII n.

3 Luglio - Settembre 2012

Notiziario trimestrale della Fraternit Francescana di Betania

Poste Italiane.spa - Sped. in A.P. - Art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Tassa Pagata/Tax Perceu - Aut. DCO/DCBA/138/2002 del 04/03/2002

Carissimi, rendiamo grazie a Dio che ci d la possibilit di incontrarci nuovamente per condividere la gioia di stare assieme. C in me il desiderio di parlarvi di quello che ritengo ancora una volta essere il fondamento specifico della vita della nostra Fraternit Francescana di Betania: la fraternit, appunto. In un contesto di vita consacrata cos secolarizzato, improntato su un crescente individualismo, torno con vigore a dirvi e a raccomandarvi lunit fra voi. La chiesa comunit perch deve essere il segno, il riflesso della Trinit: una comunit damore. Questa comunit un gruppo di persone che sono tirate via dal mondo e messe insieme con una solidariet nuova che si chiama amore. La fraternit, intesa come comunione di cuori e di intenti, visibilmente e concretamente vissuta nelle nostre fraternit miste, il vero elemento che ci differenzia e ci caratterizza: tutto deve essere ad essa subordinato. Dobbiamo impegnarci a passare dalla vita in comune alla comunione di vita, secondo il Vangelo. La comunit, se autentica, costruisce lindividuo, in chiave promozionale e liberatrice. La comunit ideale non si fa da s. Essa, come un edificio, fondato su pietre umili e nascoste, tenuta insieme da pietre viventi, legate dallunit dellunico progetto. Il suo arco di volta la solidariet fraterna che permette al tutto di formare un tempio vivificato dallo Spirito di Dio. La pace, la gioia e il gusto di stare insieme restano segni del regno di Dio. Tale testimonianza di gioia costituisce una grandissima attrazione verso la vita religiosa, ed una fonte di nuove vocazioni e un sostegno alla perseveranza. Il saper far festa insieme, il concedersi momenti di distensione personale e comunitaria, il gioire delle gioie del fratello, lattenzione premurosa alle necessit dei fratelli e sorelle, laffrontare con misericordia le situazioni, landare incontro al domani con speranza, tutto ci alimenta la serenit, la pace, la gioia. E diventa forza nellazione apostolica. Oggi pi che in altri tempi, la comunit religiosa chiamata ad essere segno di fraternit: il religioso un costruttore e un esportatore, non solo un predicatore di fraternit. Per questo la fraternit religiosa devessere vissuta in modo pieno e radicale, ma anche visibile e attraente. La comunit deve saper dire che possibile vivere uniti nella diversit, crescere e santificarsi insieme; deve testimoniare che non solo possibile, ma anche bello, condividere lavoro e abitazione, gioie e preoccupazioni, affetti e amicizie, preghiera e Parola, doni di natura e dello Spirito. Miei cari, donandosi che si riceve, morendo al proprio io, al proprio egoismo, che si vive la vita di Dio, che un anticipo di Paradiso, la vita dellamore vero.
dallomelia di p. Pancrazio, fondatore

PROFEZIA DUNITA

Pentecoste 2012: trentennale di fondazione Loreto: Convegno dei Familiari ffb Ffb Rovio: il decennale

Nel tuo s cos generoso


29 e 30 maggio 2012: sono stati questi i giorni di immersione nel mare profondo e sempre pi vasto di Betania; unonda azzurra ha riempito la casa Madre di Terlizzi per celebrare il 30 anniversario di fondazione della nostra Fraternit. La gioia, la spontaneit e la benevolenza nelle relazioni fraterne, il desiderio grande, immenso di stare tutti insieme stato il leitmotiv di queste giornate scandite dalla preghiera e vissute davvero come un sol corpo e un sol spirito (Ef 4,4), nellintento di lodare, benedire e ringraziare il Signore che, attraverso il nostro amato p. Pancrazio, ci ha donato la grazia di camminare insieme. La prima giornata stata dedicata alla riflessione sui tre pilastri del carisma, sui tre voti, e allapprofondimento della realt dei Familiari di Betania e del nostro essere Istituto misto, mettendone in luce punti forti e deboli e avanzando proposte per lavvenire, ma soprattutto condividendo poi il nostro lavoro con il Fondatore che ha donato al nostro sforzo senso compiuto, luce, pienezza e prospettive sempre pi ampie e aperte verso il mondo intero. Il cuore del nostro incontro stato la veglia di preghiera della notte in cui, prima della solenne Celebrazione eucaristica allo Spirito Santo, la Fraternit ha comunitariamente chiesto perdono al Signore per tutte le infedelt al carisma e si consacrata alla Divina Misericordia. La preghiera terminata a notte inoltrata nella cappellina delladorazione con la preghiera del Santo Rosario. Il mercoled trascorso come giornata ricreativa. In una successione rapida e vivace ci siamo divertiti nella rappresentazione colorita delle nostre vicendevoli imitazioni caricaturali: tutto ci ci ha uniti ancora pi strettamente nella gioia di appartenere gli uni agli altri, di sentirci davvero fratelli e sorelle. Il nostro incontro si concluso con la preghiera di lode durante la quale p. Pancrazio ha pregato su tutta la Fraternit e la Fraternit su di lui. Grazie p. Pancrazio perch nel tuo s cos generoso e pieno a Ges attraverso Maria, ci hai generati,amati,custoditi per poi donarci la stupenda libert di poter dire noi stessi:s! a questa vita nuova, a questa speranza di luce che mai delude.
sor. Chiara Corti, ffb

Il trentesimo: tempo di scelta per un nuovo slancio


I lavori dei gruppi di studio, svoltisi in occasione dei festeggiamenti per il trentesimo, ci hanno permesso di sollecitare una riflessione da parte di p. Pancrazio sul carisma: il cuore delle sue parole verteva sulla necessit di scegliere di vivere con maggiore amore la nostra consacrazione. Per fare questo dobbiamo crescere nellamore per Dio, scegliere di essere totalmente suoi e pienamente disponibili alla sua opera in noi eliminando dai nostri cuori tutti quegli idoli o alibi che ci conducono a cercare la nostra felicit in qualcosa o qualcuno diverso dal Signore Ges. Dobbiamo assumere una prospettiva escatologica che ponga il nostro tesoro (cfr. Mt 6,20) nellincontro con Lui, vivendo densamente questo tempo di attesa e avendo dentro il cuore lurgenza e il dolore profondo della separazione (cfr. Fil 1,20ss) tra lamato e lamante (cfr. Ct 5,6ss). Questa attesa si affievolir, sino a spegnersi, se non si alimenter di un altro amore: lamore fraterno, tra di noi, che ci deve impegnare concretamente e con perseveranza perch questo il banco di prova del nostro amore verso Dio. Nella Vergine Maria che sta ai piedi della croce (Gv 19,25) abbiamo unicona perfetta di questa concretezza, espressa proprio da questo stare nella vita di suo Figlio dallinfanzia sino al momento pi drammatico e doloroso: la croce. Anche nel cenacolo (At 1,14ss) Maria sta con la Chiesa in maniera perseverante, nellattesa del dono dello Spirito Santo. Guardando a questo modello scegliamo anche noi di stare nella vita dei nostri fratelli e sorelle, permanendo in maniera convinta accanto a coloro che il Signore ci ha affidati, nelle comunit dove egli ci ha posti. Questa prospettiva ci pone davanti ad un grande bivio esistenziale che implica una nostra scelta: impostare la nostra vita sullessere amati, concentrandoci sui nostri bisogni, oppure seguire le indicazioni del Maestro e perdere la nostra vita per gli altri (Mt 16,24ss), scegliendo di essere amore. Le due opzioni implicano delle impostazioni di vita opposte con frutti altrettanto antitetici. Da una parte troviamo la chiusura del nostro io che ci spinge a cercare il massimo soddisfacimento personale, ad essere pronti a comprare e vendere affetto, attenzione e stima per opportunismo; dallaltra parte possiamo fare della nostra vita il luogo in cui prendersi cura dellaltro, ponendo la sua felicit come obiettivo primario della nostra esistenza. Fare questa seconda scelta significa disporsi ad entrare nelle nostre relazioni assumendole per quello che sono, anche quando sono fonte di dolore o insoddisfazione per noi, e stare in esse per il bene dellaltro, accogliendone fragilit e debolezze. Credere significa proprio essere certi che in questa seconda scelta stia la pienezza della vita, la vera felicit.
dallomelia di fr. Paolo Crivelli, superiore generale

UN GRAZIE LUNGO

TRENTANNI

GRUPPI DI STUDIO:
le risposte del Fondatore
Preghiera
La preghiera raccomandata da Ges stesso che pur essendo Dio pregava e passava le notti in preghiera. Sappiamo che la preghiera privilegiata per la presenza del Cristo quella comunitaria sia diurna che notturna: non dobbiamo per limitarci a pregare solo quando ci troviamo in chiesa, in ginocchio, ma la nostra stessa vita deve essere una preghiera: quando si innamorati si pensa sempre alla persona amata. La preghiera, che un appuntamento con lAmato un momento da non perdere; e se questa dovesse diventare un peso sarebbe un brutto segno. Ricordiamoci, inoltre, che vale pi la preghiera notturna davanti al Santissimo Sacramento che unapparizione di Ges stesso perch nel primo caso dobbiamo fare latto di fede che nellEucaristia c il vero corpo, il vero sangue,la vera anima e la divinit di Cristo.

mezzo agli uomini? La nostra, essendo una casa di preghiera e di accoglienza, trova proprio in questa una materia di perfezione nella quale dobbiamo impegnarci, verificarci e fare lesame di coscienza.

Creati per essere santi!


Sarete santi perch io sono santo (1Pt 1,16). Questo passo biblico nasconde un grande significato, per cui potremmo tradurre le parole del Signore cos: siate santi perch io sono lAmore. Ges ha deciso liberamente e consapevolmente di salire sulla croce per farsi prigioniero dellumanit, bisognosa della sua misericordia; anche da risorto apparso con le piaghe e con quelle stesse piaghe asceso al Cielo per dirci che si dona per tutta leternit. Questa continua donazione storicamente si realizza nellEucaristia, che diventa per noi un impegno: Fate questo in memoria di me (Lc 22,19). Il Signore ci chiede di trasformare la nostra vita, ogni servizio e impegno, in un altare in cui prolungare la celebrazione Eucaristica. Come vivere questo cammino? P. Pancrazio ci indica la strada con queste parole: bello farsi mangiare; a volte ci mangeranno con rabbia, altre con durezza, ma lasciamoci mangiare!. Questa dinamica spirituale per noi si attua in particolare nella vita fraterna, realt in cui siamo chiamati ad amarci gli uni gli altri come Ges ci ha amato. questo amore che ci fa scoprire il centuplo promesso dal Signore e che potremo custodire gelosamente solo se continueremo a fare della nostra esistenza una continua eucaristia e quindi una preghiera incessante. In questo percorso, fondamentale allora anche la veglia notturna. Essa ci consente di continuare la s. Messa nella notte e quindi realizzare pienamente la santit alla quale siamo chiamati.
dallomelia di fr. Stefano Vita, ffb

Obbedienza
Miei cari inutile ricordarci che lobbedienza il voto pi importante. Non dimentichiamo inoltre che Ges stesso, il nostro modello di vita, venuto sulla terra per obbedienza; Cristo per amore si fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Lui lo sposo della nostra anima, lesempio, il prototipo a cui dobbiamo sempre rapportarci: quello dellobbedienza per amore. Guardate cosa succede nel mondo se non si obbedisce alle leggi: contravvenzioni, multe, carcere, e chi lavora se non obbedisce al suo direttore perde il posto; osserviamo per come quella sia unobbedienza forzata, che porta ad agire per paura. La nostra obbedienza, invece, unobbedienza per amore, per amore di Colui che si fatto obbediente. Ricordiamoci, per, che quandanche questa potesse sembrarci ingiusta, agli occhi di Dio essa risulterebbe ancora pi meritoria. Cosa succederebbe se in una comunit ognuno facesse ci che vuole? Purtroppo queste realt ci possono essere ma quando questo accade perch prende il sopravvento lumano e di religioso resta ben poco ma ricordiamoci che questi problemi nascono perch non si data importanza alle piccole cose. Dio ha una sua pedagogia, quando ti chiede qualcosa ti chiede sempre una cosa fattibile, possibile per le tue capacit, per le tue possibilit, poi te ne chiede unaltra, unaltra ancora perch Dio ci fa conoscere il suo progetto giorno per giorno.

Abbiamo vissuto un momento di grazia grande ed ora c un forte desiderio di fare sempre pi e sempre meglio! sor. Elizabeta Soko, ffb Nella vita fraterna lamore tutto! E lamore il frutto della preghiera. fr. Vittorio Vitucci, ffb Riuniti dallAmore in un cuore solo ed unanima sola per rendere grazie di un granello di senapa diventato un grande albero. sor. Patrizia Bizzi, ffb Una famiglia che si ritrova nella gioia di stare insieme, condividere, pregare e festeggiare! fr. Andrea Padovano, ffb

Scintille di testimonianze

Accoglienza
La Betania evangelica era una famiglia talmente accogliente che Ges la preferiva ai tanti amici che aveva a Gerusalemme. Laccoglienza nasce dallinsegnamento della Sacra Scrittura Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo accolse voi (Rm 15,7): anche se siamo sporchi a causa del nostro peccato, lui ci accoglie, ci ripulisce, ci purifica, ci santifica. E noi chi siamo per creare degli ostacoli e metterci su un piedistallo superiore? Non dovremmo essere la continuit di Cristo in

UN GRAZIE LUNGO

TRENTANNI

I er cal Ve bo si fatto rn
Il Verbo si fatto carne: Ges maestro di comunicazione
E il verbo si fece carne e pose la sua tenda in mezzo a noi (Gv. 1,14) Perch lo fece? Come possiamo collegare largomento della nostra riflessione, che quello dellesemplarit di Ges nella nostra comunicazione, con questo versetto che d inizio al vangelo di Giovanni? In principio era la Parola, la Parola Ges stesso. Questa parola ha dato vita al mondo: senza comunicazione non c vita, non c il cosmo, n la luce n le tenebre; comunicare una questione di vita o di morte: o comunichiamo o siamo morti. Vorrei proporre questa riflessione sul tema della comunicazione di Ges attraverso alcune piccolissime icone tratte da vari esempi della vita di Cristo e dalle origini della chiesa; prima di tutto la kenosis, il suo abbassamento: Egli si fece carne. Perch? Perch qualcuno lo aspettava, lo voleva, lo chiedeva. Quindi la prima ragione per cui Ges comunica non per proporsi ma per rispondere. In secondo luogo vediamo Ges e le folle: egli passava moltissimo tempo con loro e per loro provava una profonda compassione viscerale, materna. Si posto su un piano orizzontale con noi, per poterci capire, insegnandoci che per comunicare bisogna conoscere laltro, uscire da s e mettersi nei suoi panni. Infine Ges desidera dare a tutti la libert, la felicit e la pienezza, vuole abitare e conoscere il mondo; sceglie la Galilea delle genti e l sceglie i suoi, tra i pescatori, per fare di essi la sua famiglia. Comunica con loro con laffetto, con la dolcezza, con lamicizia e con i gesti prima ancora che con le parole. Ges tocca e guarisce. Questo davvero fondamentale nella comunicazione: non avere paura dellaltro ma considerarlo un proprio fratello.
prof. ssa Rosanna Virgili, biblista

Comunione Comunicazione

Comunione e comunicazione: lo stile dei familiari


Fratelli e sorelle carissimi, Dio ha elargito per ciascuno di noi un grande dono: la Fraternit. Una fraternit vissuta nella familiarit, siamo infatti una famiglia e la famiglia non si costruisce da un giorno allaltro: ci sono fasi, passaggi. Anzitutto lincontro. Con la Fraternit ciascuno di noi ha avuto un primo incontro in cui ha sentito un trasporto, un rapimento si diventa familiari, per, non solo perch qualcosa mi ha entusiasmato, non si tratta tanto di un incontro con qualcosa, ma di un incontro con Qualcuno che mi chiama; si diventa familiari per una chiamata di Dio. Dopo lincontro nasce il desiderio. Abbiamo sentito il desiderio di essere familiari? Domandiamoci se abbiamo desiderato - e se lo desideriamo ancora essere familiari di coloro che ci circondano Terza tappa: la conoscenza. Non semplicemente la conoscenza dellaltro che di fronte a me, ma devo imparare anche a conoscere me stesso nel rapporto con laltro. Tre elementi sono ancora necessari per la costruzione di una vera famiglia. Lunione - che deve essere e vivere tra i familiari: Come membri di un unico corpo, si sostengano reciprocamente applicandosi a vivere rapporti basati sulla stima, sullamore e il perdono (cfr. Statuto, 11). La fecondit - dellamore vissuto tra noi che genera frutti: Vi ho costituiti perch andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga (Gv15,16). La fedelt: ad un carisma, verso Dio e, in lui, verso i fratelli. Essere fedeli a Dio significa innanzitutto essere fedeli ai suoi comandamenti ma anche alla sua grazia che in ogni istante ci spinge al bene. in questo modo che camminiamo verso il giorno in cui saremo tutti fratelli e sorelle in perfezione nella gloria e nellamore di Dio.
fr. Giovanni Maria DellOro, ffb

Come comunicare la buona novella al mondo di oggi?


Viviamo tempi che appaiono duri. Se si guardano le prime pagine dei quotidiani, dei telegiornali, o si ascoltano i radiogiornali, le prime notizie trattano sempre di morti, assassini, uccisioni, disastri Sembra quasi che ci siano pi persone che chiedono di morire piuttosto che tante che chiedono di vivere. Ma il mondo non tutto buio, lumanit non solo dominata da cattivi che vessano i deboli. Dove abbonda il peccato sovrabbonder la grazia, diceva San Paolo. In effetti a guardare bene, per ogni azione poco buona ce ne sono tante di pi amorevoli. Per uno che chiede di morire ce ne sono milioni che chiedono di vivere. Per un gesto di rifiuto di aiuto ce ne sono miliardi di carit eroica. Il nostro pianeta vivo, esiste, cresce e si rinnova grazie alle azioni di amore gratuito di miliardi di uomini e donne che fraternamente si aiutano e compiono tante piccole azioni di eroismo che alimentano la speranza per un mondo migliore. E questa la buona novella che ogni giorno si rinnova. Purtroppo il mondo dei mass media condizionato dalla cinica regola del bad news is good news, che spiega perch la pi cruenta e volgare cronaca nera va in prima pagina, mentre le storie pi belle, pi commoventi, le testimonianze pi autentiche di chi alimenta la speranza nellumanit non vengono raccontate.. Per alimentare speranza e dare un futuro alla nostra societ bisogna rivoluzionare le regole della comunicazione spostandole sul good news is beautiful news. Con la Nuova evangelizzazione intendiamo offrire uno spazio infinito alla cultura della speranza e della vita, vogliano dare voce a coloro che accolgono tutto come un dono, e che sanno dire Grazie!, a quelli che danno prima di avere, a quelli che investono gratuitamente nellumanit perch sanno che la crescita umana e spirituale di ognuno ricchezza per tutti, a quelli che non si lamentano, a quelli che amano lumanit, a quelli che hanno piedi per terra ma occhi rivolti al cielo, a quelli che cercano linfinito e non gli basta. Il nostro scopo quello di sommergere il male con una montagna di bene. Portare luce e calore dove sembra dominare il buio e il freddo. In una parola diffondere e testimoniare la fede in Ges.
dott. Antonio Gaspari, LOttimista

6 convegno dei Familiari


Loreto, 27-29 aprile

arissimi, adesso tocca a noi far vedere Ges! Dobbiamo dimostrare non solo che Ges c ma anche che presente in noi, incarnato nel nostro comportamento, nel nostro modo di rapportarci per essere la sua continuit. Auguro che possiate trarre alimento dallincontro di questi giorni affinch scaturisca ancora in voi un nuovo impulso, perch anche questa grazia di Dio. Lui che ci tiene uniti, quando c Lui tutto possibile. Noi crediamo nella sua Parola Il cielo e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno (Mt 24,35). A questo proposito, il Vangelo sia la nostra guida in tutti i momenti ed in tutte le circostanze della vita: l che troveremo ci che non pu darci nessun altro libro perch finch avremo il Vangelo nelle nostre mani e nel nostro cuore, saremo sulla strada giusta. Alleluia!
dallintervento di p. Pancrazio in collegamento da Terlizzi

La comunione strettamente legata alla comunicazione: perch si avveri una buona comunicazione bisogna che parole, gesti, messaggio, intenzioni, contesto siano coerenti ed armonizzati tra di loro; solo allora parleremo di una comunicazione autentica. Ma lautenticit non sufficiente in quanto si pu essere autentici anche nel male. La verit sussiste soltanto l dove c il bene. Sappiamo che lopposto della comunione la divisione e il signore della divisione il diavolo: il male opera dentro la nostra comunicazione facendo in modo che questa non crei comunione ma divisione. A questo proposito potremmo segnalare un punto centrale: legocentrismo che si manifesta attraverso i vizi dellorgoglio o dellegoismo. Questi ci portano a pensare che tutto debba ruotare intorno a noi. Anche i nostri giovani hanno una grande paura di trascorrere unesistenza insignificante: oggi si fa a gara per avere almeno un istante di palcoscenico ed anche i nuovi mezzi di comunicazione facilitano questa ambizione pericolosa. che ci porta a vedere laltro non pi come qualcuno che mi vicino ma come unantagonista che segna il mio limite e la mia frustrazione. Lunica vera comunicazione Cristo. Egli non parla di s, parla soprattutto del Padre e del Regno, si decentra totalmente mettendo noi al centro della sua comunicazione per darci ci di cui abbiamo bisogno. Osserviamo come nel peccato domini legocentrismo; in Cristo, invece, il totale decentramento; quindi la presenza di Dio in noi che crea e genera comunione anche tra di noi. La consacrazione a Maria ci aiuta a rinunciare alla logica del peccato, alla logica della comunicazione fatta per asservire glia altri a me per scegliere il modello di Ges. Lui il servo, lui colui che essendo il Signore e il Maestro, si china e lava i piedi in silenzio e ci insegna che per costruire comunione dobbiamo fare quello che Lui ha fatto. Per fare questo abbiamo bisogno di Maria: Ges ci ha dato sua Madre proprio come mediatrice per raggiungere questa salvezza. Viviamo la comunicazione come lha vissuta lei, nella sua capacit di accogliere, di ascoltare: Maria dice pochissime parole nel Vangelo, ma nel suo silenzio troviamo la centralit dellaccoglienza di Dio.
dallinsegnamento di fr. Paolo Crivelli, superiore generale

Maria,via per unautentica comunione

Nel mondo, ma non del mondo!


Il Signore mi ha chiamata ad essere GdB allet di undici anni quando, con altre tre ragazze, animate dallo Spirito, abbiamo partecipato alla fondazione del gruppo di Roma. Questa esperienza mi ha aiutata a essere pi umile e a capire che il percorso della fede sempre in salita perch le cose belle vanno cercate con impegno: ogni giorno bisogna convertirsi all'amore di Dio. Non stato facile, ho vissuto momenti in cui le tentazioni mi attiravano molto pi della preghiera, ma la Promessa e la recita del Santo Rosario sono state la mia forza e mi hanno spinta ad andare avanti, fortificandomi nella perseveranza e donandomi il coraggio di stare nel mondo senza essere del mondo!
Benedetta Papa, GdB

Franziska Silini, GdB

Con una marcia in pi!

Il mio incontro con i Gdb


Prima di conoscere la Fraternit di Rovio, la mia vita era tutta confusa, il rapporto con i genitori era insopportabile; accusavo Dio ingiustamente perch ero accecata dalla rabbia e dal dolore; ero arrogante,

Io non credevo, non sapevo chi io fossi e mi spaventava scoprirlo; ogni giorno desideravo fosse il seguente, cos avrei potuto ricominciare ed essere migliore. Poi iniziato il cammino GdB: allinizio vedevo dei ragazzi della mia et con un altro tipo di benzina, che ho scoperto essere lAmore di Dio. Conoscendoli meglio mi sembrava che rallentassero la corsa verso Dio per trascinare anche me con loro e, anche se a piccoli passi, mi hanno fatto conoscere il Dio che facevo finta di non vedere e mi hanno portato fin qui!
Matteo Primerano, Gdb

Il Verbo si fatto carne (Gv 1,14)

Comunione e Comunicazione

Testimonianze
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non avevo pi amicizie, nessuno mi voleva per il mio caratteraccio. Per la veglia del sabato Santo 2011 i miei mi obbligarono ad andare a Rovio; ci andai per forza e con il muso L, per, la mia vita cambiata: mi hanno proposto di entrare nei GdB. Ho conosciuto delle persone speciali, che mi hanno aiutata a cambiare grazie al loro entusiasmo e, con la loro gioia ho ritrovato la mia fede, lamore in Ges Cristo, il piacere e la voglia di pregare e lodare il Signore!

Il mistero della libert che si dona


Lunzione di Maria a Betania unopera bella: perch un gesto inatteso, che suscita lo stupore, la gioia di ricominciare a guardare il mondo, la vita e le persone con meraviglia e gratitudine; originale, perch il mistero di Betania imprevisto e imprevedibile, che sovverte la piattezza della vita quotidiana; un gesto gratuito, forse a tratti quasi eccessivo, come del resto eccessivo lamore di Dio per noi; profetico, con il quale Maria riesce a intravedere il destino di Ges, accettando la sua morte e immedesimandosi in essa. Maria intuisce che la pienezza di vita che Ges vuole ripristinare per noi legata allofferta totale della vita e decide di associarsi ad essa; un opera battesimale, perch lofferta di ci che di pi prezioso Maria ha, diventa una promessa di vita nuova. Se vogliamo cambiare la nostra vita dobbiamo essere capaci di un gesto estremo come questo! Se non vogliamo accontentarci di frammenti di vita ma aneliamo alla sua pienezza, non dobbiamo esitare a prendere tutto quello che di pi prezioso abbiamo e offrirlo a Lui, con un eguale gesto di carit e dedizione incondizionata, perch la vita del mondo sia pienamente ripristinata. Che cos dunque il mistero di Betania? il mistero della libert offerta, del dono di s, della cosa pi preziosa che si ha e si , e che si offre perch il mondo intero ne trovi vantaggio e ne sia sanato. Betania il mistero della libert che si dona.
dalla catechesi di don Guido Mazzotta

Nel donarsi
In questi 10 anni abbiamo ricevuto tanti segni concreti di amore, di amicizia, di presenza: tutto quello che c frutto dellamore di qualcuno che ha donato se stesso, il suo tempo, la sua opera, la sua amicizia, la sua competenza e cura. Betania dopo 10 anni dovrebbe essere questo: un luogo dove si va a fare esperienza di Dio, dove si incontra lamore di Dio per noi, dove si ritrova la propria identit che precisamente non nellessere amati ma nellamare, nel donarsi, nellessere per laltro. Luogo di gesti piccoli, semplici, francescani ma concreti, di presenza viva, di persone che sperimentano la loro identit di uomini, figli di Dio, amati dal Signore.
dallomelia di fr. Paolo Crivelli, ffb

Fedelt e unit!
Carissimi, siamo tutti a servizio dello stesso Padrone il quale ci d le possibilit e le capacit per costruire nel nostro piccolo: una goccia dacqua, ma loceano fatto di gocce e noi non abbiamo nessuna pretesa se non quella di fare quel poco che Lui ci ispira. () Finch siamo in vita diamoci da fare! Camminiamo e andiamo avanti finch il Signore ce lo chiede, perch egli si aspetta ancora qualcosa da noi. Rimbocchiamoci le maniche e diciamo: Grazie Signore di questo nuovo giorno che ci dai, lo vogliamo riempire damore dando amore anche agli altri. Cos facendo creiamo delle oasi che sono le nostre Case, che non sono conventi, congregazioni: siamo una famiglia, una Fraternit e nella casa del Padre mio... c posto per tutti (cfr Gv 14,2).
dallintervento di p.Pancrazio in collegamento da Terlizzi

Auguri! 10 anni di
Una mattina, a Terlizzi, p. Pancrazio m ho sognato i dice: Stan p. Pio che m otte i rivolgeva q in Svizzera ueste parol incontrerai e: Vai un mio amic ter a realiz o, Nicola, lu zare la tua i ti aiucasa in Svizz Noi non sap era . evamo chi fo sse questo capimmo ch Nicola; in se e poteva es guito sere san N della Svizzer icolao, il pat a, la cui fe rono sta liturgica dopo quella si di san Pio d a Pietrelcina. celebra subito Dopo qualch e settimana so venne conta ttata dalle su r. Carmela (Cicciari, n dr) ore di sant vano nel co Anna, che ab nvento acca nto allomon itale proponev ima clinica, ano lacquis le quali to di quella andammo struttura. ( in delegazio ) Cos ne presso cerna. Prim la loro sed a per, p. e a LuPancrazio vo tomba di sa lle fermarsi n Nicolao d sulla ella Fle per Messa. () celebrare la santa Quella prop osta non si concretizz fece avanti ma poco dop don Patrizio o si Foletti, pres zione San Fe idente della lice, propriet fondaaria di ques la cosa si co ta casa e in ncluse. () breve In questa st oria c un p rologo: tem glie e una su po prima m a amica eran ia moo andate su Nicolao lasc lla tomba d iandovi le i san immagini d chiss che q ella Fratern uesto abbia it e favorito il p patrono del atrocinio del la Svizzera! santo
dal discorso di Mario Criv elli

Vai in Sviz un mio amzera, incontrerai ico

fraternit a Rovio

10 anni fa R ic

ordi di coloro che hanno contribuito a llapertura della casa di Rovio

Larchitetto nelle sue m ansioni oper con le capac a, con la m it tecniche, ente e allo svilupp zione di un o e alla real progetto, ce izzarcando di im contesto tu mettere nel tto quanto di necessi suo temperare al t e dutilit le finalit pro per otposte. Per la mente non stata della casa di Rov io la rchitetto m con la sua a di un uom fede, la sua o che costanza e voler portare il suo desid e innalzare erio di la sua missi verso la gen one di spirit te ha influen ualit zato e cond Questuomo otto larchit p. Pancraz etto. io: lui stat sono stato il o la mente braccio e la , io mano. Padre straor dinario, bas ti pensare mai parlato che lui non ma mi ha tr mi ha asmesso le permesso d nergia che i realizzare mi ha quanto, dop steggiamo. o dieci ann i, fearchitetto re sponsabile Giovanni Ca valleri, della ristrut turazione de lla Casa

Fede, costan za e desiderio

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Negli ultimi mesi, nelle varie Case, diversi amici della Fraternit hanno emesso per la prima volta la Promessa di vita evangelica per mezzo della quale sono diventati Oblati. Sabato 30 giugno, presso la Casa Madre di Terlizzi, si svolta la celebrazione dellordinazione diaconale di fr. Elia Salvatore Coviello, fr. Leandro Cioverchia e fr. Maurizio Luparello e lordinazione presbiterale di fr. Enzo Tortella, fr. Corradino Di Sante, fr. Filippo Maria Pattarini e fr. Andrea Padovano per limposizione delle mani e la preghiera consacratoria di Sua Ecc.za Mons. Luigi Martella. Gioved 28 giugno la nostra carissima sorella Oblata Teresa Altamura nata al cielo lasciando dietro s una preziosa testimonianza di gioia e fedelt. Queste le sue parole: Voglio confidare nella tua forza, mettere in risalto i frutti del tuo Amore e della tua Misericordia. Grazie Teresa.

Eventi

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Terlizzi

Curia Generalizia

Via P. Fiore, 143 - 70038 Terlizzi (BA) Tel. 080-3517712 080-3517653 fax 080-3517806 e-mail: terlizzi@ffbetania.it

San Quirino
Via Aprilis, 23 - 33080 San Quirino (PN) Tel. 0434-91409 fax 0434-1851038 e-mail: sanquirino@ffbetania.it

Rovio

- Svizzera

Via San Felice - 6821 Rovio - Ticino (CH) Tel./fax +41-916306540 e-mail: rovio@ffbetania.it

Cella di Noceto
Via San Pio da Pietrelcina, 3 - 43015 Cella di Noceto (PR) Tel. 0521-624582 0521-624052 fax 0521-629314 e-mail: cella.noceto@ffbetania.it

Dal 5 al 12 agosto avr luogo presso Frontignano di Ussita (MC) il consueto ritiro-vacanza organizzato dalla Fraternit. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi alla Sig.ra Franca Mannetta: Tel. 0733-813645 / 349-8163648 Domenica 2 settembre presso la Casa madre di Terlizzi si svolger la cerimonia dellingresso in noviziato di alcuni fratelli e sorelle; sabato 8 avr luogo la professione temporanea; mentre domenica 23 quella perpetua.

Appuntamenti

Roma
Via M.D. Brun Barbantini, 151 - 00123 Roma Tel. 06-30311636 06-30361295 fax 06-83394136 e-mail: roma@ffbetania.it

Loreto
Via Castelfidardo, 7 - 60025 Loreto (AN) Tel./fax 071-7501343 e-mail: loreto@ffbetania.it

Partanna
Santuario Madonna della Libera Contrada Montagna - 91028 Partanna (TP) Tel./fax 0924-49665 e-mail: partanna@ffbetania.it

Le news dalle Case di questo trimestre sono consultabili sul nostro sito: www.ffbetania.it

Nota per i lettori

Monte S. Savino
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