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ARTI VIVE A BOLOGNA ROTHKO IN PRIME TIME TV BELAFONTE A YALE LUCA TOMASSINI FILM SCHOOL JOHNSTON E I MUSICISTI-FUMETTARI AFTERHOURS

CARLO PETRINI RICORDO DI UN MALEDETTO


SUPPLEMENTO SETTIMANALE DE IL MANIFESTO SABATO 21 APRILE 2012 ANNO 15 N. 16

MUSICA ARTI OZIO

LA POLEMICA

Stato di diritto e memoria senza propriet Dove arriva limpronta di Diaz


di IDA DOMINIJANNI

A UDINE SUPERFESTA DELLESTREMO ORIENTE. FINO AL 28 APRILE 60 FILM CON JOHNNY TO, LA STREGA FILIPPINA, LA GENERAZIONE FUKUSHIMA, LA DECADE NERA DI SEUL...

CAPOLAVORI ASIATICI

Di ritorno da Genova, molti di noi per settimane non riuscivano a dormire, o dormivano in preda agli incubi. Era il sintomo, diffuso, dell'impronta che quelle tre giornate avevano stampato sull'inconscio. Di ritorno dal cinema, leggo nelle lettere al manifesto su Diaz, molti non riescono a prendere sonno. il sintomo dell'impronta che il film lascia sull'inconscio, o di quella stampata da quei giorni che riattiva. Che cosa debba fare un film politico, o di impegno civile o come lo si voglia chiamare, si vede dai commenti a Diaz e a Romanzo di una strage che ancora materia di contesa. Dir la mia, scontando l'inadeguatezza su queste pagine che sempre mostrano come il cinema sia sempre politico. Sembra che un film su Genova 2001 avrebbe dovuto dire da capo tutto: il movimento, la stagione politica, l'assassinio di Carlo, i responsabili del massacro uno per uno, Fini che era l e manovrava e la sinistra responsabile che non era l e glissava, e Mortola e Canterini e gli altri, e le promozioni al posto delle dimissioni, e le sentenze al di sotto del dovuto. Dire, o confermare? Tutto questo stato detto e scritto, l'abbiamo detto e scritto, cento e mille volte; sta, come si dice, agli archivi (dei giornali e del parlamento, perch la commissione d'inchiesta non c' mai stata ma quella d'indagine s, e non fu inutile); e chi fin qui non l'avesse letto, spinto dal film pu sempre consultarli. Tutto questo, vero, il film non lo ripete. Taglia e mette a fuoco la parte per il tutto come Vicari ha rivendicato su Alias scorso e come sempre fa, e deve fare, una telecamera. Quel taglio non rivela le mancanze del film: ne decide, al contrario, l'efficacia. Due cose, su questo. La prima, politica. Non mai stato n ovvio n facile, dopo i fatti di Genova, imporne la lettura nei termini, che sono quelli giusti, della sospensione dello stato di diritto. Metterla nei termini pi classici del conflitto fra movimento e repressione era per tutti - i portatori della ragioni sacrosante del movimento, e i costruttori patenti o latenti del teorema della colpa del movimento - pi facile che realizzare il cambio di paradigma del potere globale di cui Genova era stata la prova generale: non pi repressione contro movimento, ma stato d'eccezione contro stato di diritto. Si vide meglio con l'11 settembre, che infatti serv a passare dalla prova generale alla prima in pompa magna. questo che Diaz mette a fuoco, ed qui che le presunte mancanze o i presunti errori rafforzano, anzich indebolire, il taglio del film: perch l'assenza dei nomi dei carnefici non assolve il potere ma lo spersonalizza, segnalando che quell'orrore ripetibile; come la presenza dei black bloc alla Diaz non attenua la sproporzione del massacro ma la inchioda, ricordando che in uno stato di diritto le garanzie appartengono, o dovrebbero, a tutti, black bloc compresi. La seconda cosa, meno politica, o forse pi. Non mai stato ovvio n facile nemmeno, di Genova, salvare la memoria impressa nei corpi, i quali, come il cuore, hanno ragioni che la ragion politica non conosce. La paura, fisica, di morire intrappolati nelle gallerie sotto carica, l'impossibilit di cambiarti il tampax se avevi le mestruazioni, l'effetto sulla pelle dei lacrimogeni urticanti, il dolore e gli urli delle vittime della Diaz, le ferite meno urlanti ma altrimenti dolenti di quante e quanti, arrivati per partecipare a un rito collettivo d'iniziazione alla politica, se ne andarono iniziati alla brutalit della forza e piegati alla rinuncia per impotenza. Impronte nell'inconscio, appunto: Diaz le riattiva, e le libera. Ti riporta dentro l'universo concentrazionario di quei giorni per mostrarti, finalmente, la via di fuga. Cos'altro deve fare un film politico? Aprire ancora due domande forse, queste. Cos' questo bisogno di new realism che cerca e trova conferma e certificazione dei fatti solo nei nomi, nelle sentenze, nei documenti, nei bolli e nei protocolli, come se la verit del realmente accaduto e del politicamente vissuto non avesse altre vie per imporsi? E questo bisogno non ha per caso a che fare con un senso proprietario e fragile della memoria, come se senza quel supporto di documenti e di certificati non avesse altre vie per trasmettersi? Da Diaz, della memoria di Genova chi c'era pu sentirsi finalmente e felicemente espropriato. Per una volta, proporrei di festeggiare.

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ALIAS 21 APRILE 2012

ESTREMAMENTE ASIATICO

UDINE METROPOLI DASIA

6 GRADI DI SEPARAZIONE DA LILIA CUNTAPAY


Il doc filippino di Antoinette Jadaone (che prende il titolo dal famoso gioco six degrees of separation from Kevin Bacon) programmato dal Far East 2012 di Udine segue la vera vita casalinga e lavorativa di una anziana attrice caratterista del cinema commerciale di Manila specializzata, da circa 30 anni, nel ruolo della strega da horror (ovvero, in lingua filippina di matandang babae, aswang o matandang Babaeng-napagkamalang-aswang ). Ma il film un mockumentary, cio un falso documentario, che ingalla lo spettatore, perch finge che Lilia stia per vincere il premio Oscar locale come migliore attrice non protagonista, e scrive e riscrive il suo complicato messaggio di ringraziamento che non pu dimenticare nessun collaboratore

Le protagoniste del film River. A seguire in senso orario scene tratte dal film The Egoist, lattrice Lilia Cuntapay, A Woman in a Septic Tank, Rent-a-Cat, ancora The Egoist, Hard Romanticker

di MATTEO BOSCAROL

DIMENSIONE FAR EAST


Johnny To, Gelso doro alla carriera, guest star del 14 Far East Film Festival di Udine (20-28 aprile), proiezioni, happening, mercato, incontri, retrospettive (10 film sudcoreani anni 70) dedicati al cinema asiatico dalta qualit commerciale. Lappuntamento festoso del Teatro Nuovo Giovanni da Udine e del Visionario sta moltiplicando i canali distributivi dimmaginario orientale, cinematografico (Tucker Film), televisivo (Rai 4 di Carlo Freccero), home video (Tucker Film e CG Home video) e on line (Mymovies.com) in Italia. Ma alla 4a sessione del workshop Ties That Bind (22-26 aprile) poi (8-11 ottobre) a Busan (sud Corea) e riunir 10 produttori con lobiettivo di realizzare una coproduzione euro-asiatica, lItalia assente. Tra le 47 pellicole - da Hong Kong, Giappone, Sudcorea (10); Cina (6); Taiwan (3); Malesia, Indonesia, Filippine (2); Singapore, Thailandia (1) - Sunny di Kang Hyoung-chul, che ha inaugurato ieri, ricordiamo anche The Viral Factor di Dante Lam, le prime mondiali Thermae Romae di Takeuchi Hideki e The Bounty di Fung Chih-chiang (H.K.), You Are the Apple of My Eye di Giddens (Taiwan), Hard Romanticker di Gu Su-yeon, Vulgaria di Pang Ho-cheung. Domani Cosplay Contest, sfilata cittadina di costumi, abiti e trucchi ispirati allimmaginario panasiatico.

Nel marzo 1962, 50 anni fa, usciva nelle sale quello che viene considerato un po' da tutti il primo softcore giapponese, o pinku eiga, Nikutai no ichiba (Il mercato della carne) diretto da Kobayashi Satoru. Il titolo gi tutto un programma e ne annuncia i contenuti che verranno giudicati troppo spinti. Il film viene cos immediatamente sequestrato per oscenit dalle autorit giapponesi. Con l'eco dell'evento e con le sue tematiche, Il mercato della carne dar l'inizio simbolico di quel fenomeno tipicamente giapponese che sono i pinku eiga appunto e che avr la forza di cambiare e influenzare pesantemente la cinematografia nipponica negli anni a venire. Gli anni sessanta saranno la golden age del genere, e svetteranno fra gli altri i film e le produzioni di Koji Wakamatsu e del suo collaboratore e amico, successivamente anche guerrigliero, Masao Adachi. notizia di pochi giorni fa che Wakamatsu sar quest'anno presente a Cannes nella sezione Un Certain Regard con il suo film su Mishima, il terzo della trilogia dedicata alle lotte ed alle storie degli anni sessanta. Tornando a noi, il successo e la libert espressiva dei pink durante il decennio di maggior successo influenzeranno anche una casa di produzione storica come la Nikkatsu, attualmente la pi vecchia in Giappone, con la realizzazione durante i settanta del filone dei cosiddetti roman-porno fatta per salvare la casa di produzione da una situazione economica oramai allo sfascio. La definitiva scoperta e celebrazione dei pinku eiga a partire da una ventina di anni a questa parte merito anche di alcune rassegne cinematografiche che hanno saputo scavare e nobilitare un cinema fino a poco tempo fa ritenuto minore. Viene in mente subito Rotterdam ma grande importanza, che va ben al di l del genere pink e dell'arcipelago giapponese, l'ha avuta anche il Far East di Udine arrivato quest'anno, nonostante gli intralci incomprensibili (o forse comprensibilissimi e studiati a tavolino per distruggere tutto ci che e soprattutto fa cultura) della politica locale, alla 14esima edizione. La vitalit dei pink durante i sessanta e in una sorta di seconda onda nei novanta, ora scemata, si producono ancora e i teatri specializzati ci sono ancora, ma oramai sembrano essere diventati, con le dovute eccezioni, solo dei semplici film soft porno privi di quella spinta creativa e anarchica che ha decretato il successo di critica. Le sperimentazioni e la creativit cinematografiche sembrano essersi spostate verso altri lidi, il cinema cosiddetto pop-commerciale senz'altro una di queste zone e nessun altro festival del cinema riesce a mostrarci le perle giapponesi nascoste cos bene come il Far East. Uno dei protagonisti della folta presenza giapponese sar Ryuichi Hiroki, presente con due lungometraggi e un corto speciale. Partito proprio come regista di pinku eiga esattamente 30 anni fa, la sua partecipazione rivestir anche un altro importante significato: Hiroki infatti originario della prefettura di Fukushima e ha realizzato a questo proposito il corto che vedremo nel capoluogo friulano. Intitolato The Future of Children in Fukushima, vanta la partecipazione del musicista giapponese Yoshihide Otomo,

Sesso e precariet in stile orientale


Il Giappone tra i protagonisti della 14esima edizione del festival di Udine. In arrivo Ryuichi Hiroki, Naoko Ogigami e il geniale Yuya Ishii
geniale artista e polistrumentista che ha gi collaborato a colonne sonore di altri film, ricordiamo almeno Rampo Noir (2005), Abraxas (2010) e visto che lo abbiamo citato in precedenza, il ritorno al cinema di Masao Adachi nel 2008 con The Prisoner. Ma Hiroki porter al Far East anche due lungometraggi, The Egoist ed il particolarmente atteso River, una riflessione sul massacro avvenuto nel 2008 ad Akihabara, il popolare quartiere elettronico di Tokyo dove un ventisettenne uccise all'impazzata sette persone. La narrazione ellittica che senza mai mostrarci gli eventi ci racconta la quotidianit del luogo promette bene fin dall'inizio quando il film si apre con un lungo piano sequenza di 15 minuti che ci mostra la fidanzata di una delle vittime, la protagonista del film, camminare per i luoghi dove si comp la carneficina. Come capitato per molti altri registi giapponesi, la tragedia del terremoto che ha colpito lo scorso anno il Giappone ha fatto lievemente cambiare forma al film, Hiroki ha deciso infatti di aggiungere dei riferimenti all'undici marzo. L'inventivit e la migliore carica pop di cui si parlava poco sopra si trova tutta in una delle migliori commedie uscite l'anno scorso nel Sol Levante, Love Strikes! questa una pellicola che deriva dall'incredibile successo dell'omonima serie televisiva, andata in onda in seconda serata nel 2010, a sua volta basata, come accade spesso in Giappone, su un popolare manga. Il successo televisivo, bene sottolineare, non stato solamente di pubblico ma anche di critica ed questo un fenomeno abbastanza raro visto che la qualit di molti dorama (telefilm giapponesi) non certo eccelsa soprattutto a causa dei ricatti che le agenzie che gestiscono i personaggi televisivi pi popolari continuamente rivolgono alle produzioni, imponendo di fatto i loro protetti, non sempre (verrebbe da dire quasi mai) attori degni di questo nome. Anche per questa ragione Love Strikes! va assolutamente visto, le avventure di Yukiyo, interpretato da un bravissimo Mirai Moriyama, un precario trentenne che improvvisamente diventa popolare fra il gentil sesso, sono davvero godibilissime e divertenti, immaginiamo che il pubblico del festival apprezzer. Divertenti ma spesso con un tocco surreale ed un filo di malinconia sono spesso i film della regista giapponese Naoko Ogigami. Diventata autrice di culto specialmente fra il pubblico femminile con Kamome Shokudo, Glasses o il pi recente Toilet, Ogigami porta a Udine la sua ultima fatica, Rent-a-Cat, storia di una ragazza assai particolare, un trademark nel cinema della regista, che d in noleggio gatti alle persone che si sentono sole. Giovani che non riescono a trovare lavoro e quindi ad inserirsi nella societ, e che forse non lo vogliono nemmeno in Love Strikes!, solitudini che si incontrano in Rent-a-Cat, sono temi pressanti che naturalmente vanno a toccare anche il pubblico italiano. Giappone e Italia si incontrano narrativamente in Thermae Romae, lungometraggio in prima mondiale al Far East, anche questo tratto da un popolarissimo manga, ma qualche parola in pi va spesa su questo fatale incontro tra i due paesi. la storia di Lucio, nel cui ruolo troviamo giustamente Hiroshi Abe e mai scelta fu pi azzeccata, un ingegnere che progetta terme nell'antica Roma improvvisamente catapultato nel Giappone contemporaneo, questo inaspettato

ALIAS 21 APRILE 2012

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GLOBALIZZAZIONE CANNOISE
Sono solo due, finora, i film asiatici in concorso a Cannes 2012, entrambi sudcoreani. Il dramma In another country la prima megaproduzione coreana interpretata da una superstar straniera, la francese Isabelle Huppert (The pianist). Dirige un beniamo della Croisette Hong Sang-Soo (The day he arrives, Hahaha, Okis movie). una storia (che coinvolge cinque personaggi) di sdoppiamento: una donna, in un altro paese, incontra nel presente, nel passato e nel futuro, gli stessi luoghi e le stesse persone che ha lasciato nel suo paese... Il set una piccola cittadina affacciata sul maree, Jeollabuk-do. Yu Jun-Sang fa parte del cast.

WAKAMATSU, MIIKE E TASTE OF MONEY


Im Sang-Soo (The housemaid) in gara sulla Croisette con The Taste of Money, scritto da Donui Mat, star Kim Kang-Woo e Kim Hyo-Jin, gi acquistato in Francia. Film dazienda, ambientato nei piani alti di un Chaebul, racconta i sogni di gloria, il sesso, i soldi e i crimini di Youngjak, segretario di Mrs. Baek, boss di una megacompagnia, diviso tra coscienza e diaboliche prospettive di rapida carriera. Altra Asia in costa azzurra: Ai To Makoto, del giapponese Takashi Miike (Mezzanotte), Mekong Hotel, del thai Apichatpong Weerasethakul (Proiezioni speciali). Al Certain Regards 11.25 The Day He Chose His Own Fate di Koji Wakamatsu e Mystery del dissidente Lou Ye (Cina), premio per la sceneggiatura a Cannes 2009 con Spring river attrici di Joonee Gamboa di Bulacan, ho notato questa vecchia sdentata, dai lunghi capelli bianchi, concentratissima e dallo sguardo cattivo. Quello sguardo non era naturale, stava recitando. Cos lho fatta spostare e mettere pi vicina a Vangie Labalan, in modo che fosse possibile vederla da tutti i miei diversi angoli di ripresa. Al montaggio lho fatta vedere a Lore Reyes e siamo rimasti entrambi stupiti di come si esprimesse davanti alla macchina da presa, una combinazione di bellezza naturale (una presenza pre-cristiana, pagana, preistorica, fuori dal normale) e di consapevole impegno nel suo ruolo di aswang. Non stava recitando la parte, era proprio una aswang! Per il film successivo di quella serie, Lore e io volevamo inserire due leggende metropolitane di fantasmi avvenute a Metro Manila. Una delle storie era ispirata a un episodio capitato a un nostro amico: una sera ha sentito bussare al cancello, era una vecchia che voleva vedere suo fratello. Il cancello era di solido metallo, ma non era molto alto, tanto che lasciava vedere la testa e le spalle della vecchia. Quando il nostro amico si mostrato diffidente e le ha chiesto perch volesse vedere suo fratello, gli occhi della vecchia sono diventati come tizzoni ardenti e i suoi lunghi capelli bianchi hanno preso vita e spargendosi in tutte le direzioni. Conoscevamo solo una persona in grado di interpretare quella vecchia, cos abbiamo chiesto al nostro assistente alla regia di rintracciarla. Abbiamo scoperto il suo nome e ci siamo subito messi in contatto con lei. cos che Lilia Cuntapay diventata la nostra Yaya (vecchia strega) in Shake, Rattle & Roll 3. Lavorare con Lilia Cuntapay LC: Mi piace molto lavorare nel cinema, sia nelle produzioni filippine che internazionali. Oggi, qui nelle Filippine, l'industria cinematografica si evoluta, ma allepoca era difficile ottenere i materiali e gli equipaggiamenti adatti per fare film.L'industria filippina molto diversa dalle altre in quanto ci sono tantissimi fattori che possono cambiare durante la produzione. Ad esempio, la mia parte in un film pu modificarsi nel corso delle riprese, o pu esserci richiesto di interpretare pi parti, e bisogna adattarsi. Gli attori devono conformarsi alle esigenze della produzione, tutti sul set devono adeguarsi molto in fretta. RMI: stato un piacere lavorare con Lilia Cuntapay. Ero entusiasta

FAR EAST FILM FESTIVAL ATTRICI

GERENZA
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Il valore aggiunto. Intervista con Lilia Cuntapay figurante di lusso


di CHANEL KONG *

evento dar il via ad una serie infinita di situazioni bizzarre e comiche. Per concludere questo quadretto italo-nipponico interessante poi notare come la manga-ka giapponese autrice del fumetto, Mari Yamazaki, abbia vissuto da giovane in Italia e si sia sposata con un italiano. In questa breve presentazione delle opere giapponesi pi interessanti presenti in questa edizione dell Far East Festival abbiamo lasciato volutamente per ultimo Mitsuko Delivers di Yuya Ishii perch il regista emergente (si fa per dire perch con i suoi otto lungometraggi a 29 anni gi parzialmente emerso), che pi di ogni altro in questi ultimi anni ha lasciato intravedere degli sprazzi di genio. Mitsuko una giovane ragazza che con la sua carica di ingenuit ed il suo ottimismo tenta di vivere il presente affrontando i problemi personali e quelli in cui grava la societ. Dopo aver seguito il suo fidanzato americano in California e dopo esser stata lasciata, ritorna in Giappone e si scopre incinta. Con un enorme pancione, senza soldi e senza un compagno a cui appoggiarsi, Mitsuko ritorna in un complesso residenziale destinato ai meno abbienti dove visse da bambina, dopo l'inaspettato fallimento del Pachinko che i suoi genitori gestivano, erano i primi anni novanta, quelli che avrebbero spazzato via la bolla economica ma soprattutto quella mentale che aveva sollevato da terra il popolo nipponico. Si capisce gi da queste poche descrizioni che con Mitsuko Delivers siamo immersi fino al collo nella modernit, crisi economica, transnazionalit e precariato, solo che Ishii pennella questa grave situazione con toni naif, da commedia leggera, siamo cio dentro il mondo di Mitsuko: per quanto difficile ed insuperabile possa sembrare la situazione non bisogna cedere al panico, ma guardare sempre avanti partendo dal basso, dalla materialit pi basilare o magari anche dall'alto, della bellezza del cielo e delle nuvole che spesso la ragazza si ferma ad ammirare.

Six Degrees of Separation from Lilia Cuntapay di Antoinette Jadaone un ritratto affascinante delleponima figurante del cinema filippino, unattrice caratterista finora praticamente sconosciuta e tuttavia assolutamente memorabile, le cui intense interpretazioni nei film filippini di genere degli ultimi 30 anni hanno lasciato un segno indelebile nel pubblico. La vivace attrice, oggi settantaseienne, stata insegnante di inglese alla scuola media e impiegata alla polizia prima di darsi al cinema, inizialmente occupandosi di casting e poi come attrice, dopo essere stata scoperta dai registi Peque Gallaga e Lore Reyes per i loro film della serie Shake Rattle & Roll. LC: Lilia Cuntapay, attrice AJ: Antoinette Jadaone, regista di Six Degrees of Separation from Lilia Cuntapay (2011) PG: Peque Gallaga, regista; estratto da unintervista su Lilia Cuntapay durante la ricerca di documentazione di Antoinette Jadaone prima di scrivere la sceneggiatura di Six Degrees of Separation from Lilia Cuntapay RMI: Rico Maria Ilarde, regista di Dugo Ng Birhen: El Kapitan (1999); nel suo film Lilia Cuntapay interpreta il ruolo della Sciamana. Gli inizi LC: Da giovane guardavo molti film, ed erano soprattutto le commedie a piacermi. Ho iniziato a recitare quando sono andata in pensione come insegnante. AJ: Lilia ha iniziato lavorando al casting per alcuni film, fino a quando Peque Gallaga e Lore Reyes, due tra i registi pi stimati della Et dellOro del cinema filippino, non la scoprirono in Shake Rattle & Roll. A detta dei suoi ex colleghi, Lilia era molto rigorosa nel coordinamento degli attori. Si assicurava che tutte le comparse si dessero da fare e non se ne stessero a bighellonare sul set, e le aiutava pure a recitare, perch non voleva che il regista la accusasse di portare sul set comparse incapaci. PG: L'ho vista allopera con gli attori, era estremamente severa con loro. Sono rimasto colpito, perch credo che li preparasse davvero bene. La maggior parte delle comparse vanno bene solo per un paio dore, poi si annoiano e cominciano a sparire, lavorano senza nessuna passione. AJ: In effetti, in Six Degrees of Separation from Lilia Cuntapay una delle pochissime sequenze improvvisate e non previste dalla sceneggiatura la scena dello scambio di battute, in cui Lilia chiede a Myra (interpretata da una bravissima attrice teatrale, Ge Villamil) di leggere i dialoghi e provare la scena insieme a lei. Gli scambi di battute tra Lilia e Ge sul corretto utilizzo delle emozioni sono discussioni reali, in quella scena Lilia unattrice nata, credo per via di quello che faceva in precedenza con le sue comparse. Ho dovuto tagliare dopo alcuni minuti, perch ovviamente a Lilia non andava bene nessuna delle interpretazioni di Myra; e la scena si rivelata uno dei momenti pi applauditi ed efficaci del film.

Un fiore esotico delle regioni dellorrore...Come e perch la regina delle caratteriste diventata la star di un mockumentary filippino
Shake Rattle & Roll LC: Direk Peque Gallaga e Direk Lore Reyes sono i due registi pi famosi ed importanti delle Filippine. Sono stati i primi a darmi una parte in un film e io ho molto rispetto per loro. PG: Ricordo esattamente quando ho conosciuto Lilia. Era sul set dellepisodio Aswang (strega) di Shake, Rattle & Roll 2. In questa scena, le aswangs avevano messo Manilyn con le spalle al muro, tra le rovine di una cappella bruciata, ma non possono arrivare fino a lei perch si trova allinterno del perimetro della terra sacra. Sapendo che Manilyn non potr restare l dentro per sempre, le aswangs (capeggiate da Vangie Labalan) si acquattano sul terreno intorno alla chiesetta e decidono di aspettarla fuori. In mezzo al gruppo di aswangs accovacciate, interpretate da comparse professioniste e dallottimo gruppo di

della sua interpretazione in Dugo Ng Birhen: El Kapitan perch qualsiasi elemento insolito che lei avesse riversato sulla sua caratterizzazione dellincazzatissima stregona tribale nel nostro film era come una ciliegina sulla torta. Era una vera professionista, e qualsiasi dubbio sul suo coraggio come attrice stato rapidamente messo a tacere quando lho vista completamente nuda sullo schermo, nel suo film successivo, Demons di Mario O'Hara. PG: Lore Reyes ed io la scritturavamo sempre, soprattutto per i nostri film dellorrore e fantasy, non perch fosse una figurante con tanto tempo libero, ma perch era perfetta per la parte e intuiva esattamente quello che volevamo. Lilia entrava sempre splendidamente nel suo ruolo perch conoscevamo i suoi punti di forza e laura che diffondeva, e inserivamo tutto questo nella nostra storia. Quando lavorava con noi, credo che fosse nervosa perch aveva sentito dire che siamo molto rigorosi sul set e che avrebbe recitato insieme a Kris Aquino. Ma ho capito subito che sul set era molto seria e totalmente concentrata. Se le abbiamo fatto rifare pi volte la stessa scena, non era perch fosse maldestra, o commettesse degli errori, ma perch volevamo trovare gli effetti e i tempi migliori. Lei era una vera professionista. E poi, alla fine del primo giorno di riprese di Shake, Rattle & Roll 3... abbiamo legato Lilia, questa vecchia signora, a una sedia e labbiamo appesa a testa in gi sopra a un ventilatore elettrico industriale proprio sotto di lei, e altri due ventilatori attorno. per questo che quella scena in cui Kris Aquino vede il personaggio di Yaya con i capelli ritti in testa davvero memorabile. Quindi, s ... Credo che quellinquadratura e quell'episodio abbiano fatto di Lilia larchetipo della vecchia signora dei film horror filippini, e Lore ed io siamo orgogliosi di avere dato il nostro contributo. Voglio anche chiarire che non era semplicemente un volto che evocava le nostre pi profonde paure nei confronti delle aswangs e del soprannaturale, ma che Lilia era una professionista vera, che accettava tutte le difficolt fisiche ed emotive connesse alla realizzazione di un film, e che era sempre presente. Il pubblico ha accolto completamente il suo personaggio. AJ: Lilia ha incarnato il personaggio della aswang nel corso della sua intera carriera tanto che, se le si chiede di darne una dimostrazione, lei ci si mette subito, non c bisogno di spronarla, non deve prepararsi. Direi che allinizio delle riprese di Six Degrees of Separation from Lilia Cuntapay questo per me stato un problema, perch quando le ho chiesto di interpretare se stessa durante la lettura del copione, lei non ci riusciva! (...) * dal catalogo del 14 Far East F.F.

IN COPERTINA: lattrice ultrasettantenne Lilia Cuntapay, trasformata da generica in super star del cinema nel mockumentary Sei gradi di separazione da Lilia Cuntapay (2011)

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ALIAS 21 APRILE 2012

CORPO SUONO VISIONE


ARRIVA GIANNI PENG
Xing presenta Live Arts Week (24-29 aprile), evento internazionale di suoni, visioni e performance. Arte come esperienza, fatta di temporalit, posture e immaginari che trasformer il centro storico di Bologna in un palinsesto di accadimenti, show, concerti e live media. Apre e chiude il progetto Nowhere con passaggio di testimone al festival AngelicA: il pianista Formenti siede al piano, suona, vive, respira, dorme... Inaugura al Duse Low Pieces del coreografo Xavier Le Roy. Sedi centrali Palazzo Re Enzo e Spazio Carbonesi. Tra i 30 artisti e gruppi Silvia Costa, Blues Control, Laraaji, The Claw, Dennis Tyfus/Vom Grill, Yannick Val Gesto & Roman Hiele, Orphan Fairytale, Floris Vanhoof, Ben Rivers, Hieroglyphic Being,Hartmut Geerken, Cristina Rizzo, Lucia Amara, Antonia Baehr, Robert Steijn, Christine De Smedt, Mattin, Claudia Castellucci, Yves-Nol Genod. Luca Trevisani (artista visivo) e Giovanni Anceschi (designer) terranno il laboratorio con gli allievi delle accademie darte. Inoltre c Gianni Peng, un improbabile, reale, nuovo soggetto identitario...

di CLAUDIA CASTELLUCCI*

Occupare avere uno spazio prima di avere un luogo. essere in tempo nel tempo. una corrispondenza tra idea e fatto, un covo per laffetto, in un luogo che ancora non c. Occupare fare diventare il luogo una propriet, molto pi salda, bench insicura, di una propriet catastale, perch persino si pu essere spogliati da questa, senza perdere la sua vera propriet, lultima propriet: avere spazio. Il luogo un posto determinato: o scelto o imposto. Ogni scelta pu essere soggetta a diversi gradi di libert, i cui estremi negativi - coatti o volontari - sono lesilio e la clausura. Di fronte a questi estremi logico chiedersi: si pu occupare un posto in esilio? Si pu occupare nel senso di fare propria una prigione? La questione da studiare il contesto materiale della vita; dove questa si appoggi. possibile appoggiarsi in una prigione? possibile, in prigione, lesperienza del ritorno? possibile, nellesilio, lesperienza del ritorno? Lappoggio il ritorno dopo la fatica, che , essenzialmente, un andare fuori e farsi carico di tutto quello che c fuori. Se in prigione non c un fuori, non possibile il ritorno. E se lesilio vivere fuori, il ritorno nella parte lasciata. La prigione carica il dentro della fatica del fuori, poich il dentro talmente alienato che non c pi, e non pu esserci lesperimento del riposo. Per questo manca spazio. Lesilio dispersione in un fuori interminabile che si impone come un dentro assoluto, da cui non mai possibile il distacco, quindi non c un fuori. Ogni volta che esiste questa confusione tra dentro e fuori, loccupazione spaziale si perverte in detenzione e cessa ogni convenienza. Allora andare fuori non pi faticare ed esporsi, ma essere sempre fuori: stranieri. Ritornare dentro non pi riposare senza essere perscrutati, ma essere sempre dentro: imprigionati. La convenienza dellappoggio dopo la fatica distendersi, un atto che oltre al riposare anche, dal punto di vista ottico, un acquattarsi quasi impercettibile. Quando nessuno ti chiede di rappresentare qualcuno, ma di essere cos come sei, nel bruto stato del sonno animale, tu ti stai appoggiando, hai trovato il tuo posto. Lo stai occupando. Certo, anche in prigione si raggiunge questo tipo di elevata intimit, ma soltanto lunico modo di vivere. Stranieri a noi stessi, si in quei posti dove occorre continuamente dare risposte alle domande basilari dei sensi, alcune delle quali di molto anteriori alle parole, come lodorato e il tatto. Per attuare unoccupazione, occorre

Occupare, abitare o farsi imprigionare


Esperienze percettive radicali di suoni e visioni. Bologna dal 24 al 29 aprile prossimi ospita il progetto Live Arts Week, a cura di Xing. Sette giorni di arti performative internazionali
rifarsi ai sensi pi profondi, perch lappoggio una situazione principalmente animale. Lintelletto serve a determinare cosa delloccupazione deve farsi risposta per le domande dei sensi e degli affetti. Lintelletto serve a ornare loccupazione. Lornato un atto dellintelligenza che spiega il posto ai sensi. Il vigore di questo atto pu essere paragonato alla coltivazione: un gesto carico di futuro. Nella storia delle popolazioni primitive colpisce lesorbitanza degli oggetti oltre la loro funzione duso. Anche in presenza della povert, la forma di un vaso non ridotta alla sola funzione di contenere; la decorazione della tessitura eccede la sola utilit del rivestire; le suppellettili pi umili e di uso quotidiano avevano una forma che le faceva risplendere oltre il loro uso. Tutto questo spinge a considerare lornamento secondo unaltra funzione delloggetto: quella di celebrare. Non soltanto gli oggetti di culto, ma gli oggetti di uso quotidiano sono ornati, perch la frequenza con cui li si usa suggerisce di celebrare il rapporto di alleanza e di fiducia che con essi si instaura. onorare il gesto quotidiano. celebrare la vita infima e periodica, altrimenti condannata a precipitare nel burrone sfuocato della ripetizione. La tendenza a ricercare le forme al di l della funzione degli oggetti ha conosciuto una pratica costante nella storia dellumanit, fino alla rivoluzione industriale, la quale ha determinato nella storia dellornato una cesura che insieme rovina e diffusione. Rovina, per la richiesta rarefatta di manufatti singolari, molti dei quali ancora inesistenti perch ancora da fabbricare su misura; e diffusione, per gli oggetti gi fatti, con una scelta surrogata dalla (o derogata alla) vastit morfologica. Lornamento rivendica il possesso di un oggetto non attraverso la nuda propriet, ma con una forma che celebra il gesto, incoronandone luso e lusura. Questo discorso vale tanto per una zappa, quanto per un gioiello, ma non, ritornando allesempio estremo della prigione, per le celle decorate con foto, ritagli e trafori, dove la celebrazione parodiata con

inganni puerili, e non pu nulla, soprattutto non pu interrompere la ciclicit coercitiva. Ornare dare dei modi di uscita e di entrata alla vita secondo le forme. il bisogno di superare la necessit per un eccesso di idee. tentare di mettere delle forme nelle nostre maniere di essere, come diceva Fernand Deligny parlando delle sue aree di soggiorno con bambini autistici e mutacici, dove era necessario pi che mai il rispetto verso le forme. Pu essere superare come pazzi la condanna a una realt destinata; pu essere non tenere pi conto di quello che si sa, mettendosi in una condizione di faticoso spaesamento. Il dolore misto a euforia di un fuori-orbita. Il possesso di una base dove stare e riposare, significa riconoscere ed essere riconosciuti in un posto, formato e preparato da modi di vivere che hanno preceduto la propria nascita o la propria azione. Tutto questo pu non esserci, o non esserci pi. Allora occorre occupare e ornare, cio commisurare il senso di possesso a una durata che coincida con una vita e non con unepoca o unera. Questo vuol dire cominciare, anzi inventare la ragione stessa per cui cominciare a formare un posto in una terra che non si possiede, in una casa che non si ha. Come ridurre i tempi di preparazione della pace tra la propria vita e un ambiente alieno? La rocca degli affetti e dei profumi deve essere inventata in qualsiasi posto lontano

ALIAS 21 APRILE 2012

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ANNE WIAZEMSKY & JEAN LUC GODARD


Era la pi bella ragazza di Parigi. stata produttrice, sceneggiatrice (per Claire Denis) e regista (un ciclo di ritratti tv dedicato a Danielle Darrieux, Nicole Garcia, Nathalie Baye). Ma per tutti la cinese, il simbolo stesso dellinfatuazione maoista di una generazione. Si intitola Une ann studieuse ed il 13 romanzo edito da Gallimard di Anne Wiazemsky, nipote di Francois Mauriac, protagonista minorenne per Bresson di Au Hazard Balthazar (1966) e che ebbe (laureanda in filosofia) una lunga relazione, anche artistica e cinefila, con Jean-Luc Godard, pi grande di 18 anni, con cui gir nei magnifici 7: La cinese e Week end (1967), Sympathy for the devil (68), Vento dellest (70), Lotte in Italia e Vladimir e Rosa (1971), Crepa padrone, tutto va bene (72) in un periodo doro della sua carriera (finita nell88) di contro-diva (gir anche con Pasolini Teorema e Porcile, Ferreri, Bene Capricci, Amico, Tanner).

BOLOGNA LIVE ARTS WEEK

I nuovi cartografi delle arti vive ibridano generi, identit, discipline


di FABIO ACCA

Qui sopra foto di Claudia Castellucci. A seguire in senso orario: Canedicoda Stylist, De Smedt, Blues Control, Orphan Fairytale, Accademie eventuali Trevisani-Anceschi, Anceschi, Mattin che crea distanza tra le persone e tra le cose. La solennit che crea distanza una forma che unisce celebrazione e desolazione. Una certa desolazione occorre in ogni vera solennit, perch quellessere lasciati soli che corrisponde al ritorno di ci che denso e intenso, cio inspiegabilmente proprio; corrisponde a provare il forte sentimento della propriet di una forma. Una certa desolazione occorre sia per chiarire lavvento della propriet nella peggiore edilizia popolare, sia per non temere n fugare la solitudine di base. La solennit di cui si ha bisogno riguarda questa solitudine di base, che la collocazione dei propri atti nel tempo, ripercossi nelle forme e nelle decisioni, per ponderare e mirare la vita di un altro, in s. Il tuono del respiro pi vicino. Il prossimo, direi. Altri spunti: Sviluppando un certo grado di comprensione, lindividuo non inganner se stesso con la convinzione che qualunque tipo di adattamento allambiente avr la virt di proteggerlo. Al contrario, sar in grado di riconoscere che molti di quei comportamenti che superficialmente sembrano idonei a proteggerlo, sono, in realt, distruttivi (Bruno Bettelheim, Il cuore vigile, 1960). Bisogna che dora innanzi larte si tenga fuori dalluso (...) deve dominare la grande tecnica, il lusso per tutti, il lusso democratico e ingegnoso che allevia la fatica e d refrigerio, una ricostruzione della stella Terra che miri a eliminare la povert, a trasferire la fatica sulle macchine, a rendere automatico e centralizzato linessenziale e perci a rendere possibile lozio; e deve dominare la grande espressione che di nuovo diriga lornamento in profondit e conceda alla pena

Per met secolo la liveness ha custodito un criterio per il quale levento dal vivo costituiva un presidio nella lotta contro la rappresentazione. Oggi, messo da parte limperativo categorico dellautenticit, ci si interroga con basi rinnovate su come rinominare un campo disciplinare cos vasto. Ma cosa sintende per arti dal vivo? Unindicazione operativa ci arriva da Bologna, che ospita il progetto Live Arts Week, a cura di Xing (24-29 aprile). Ricollegandosi a una tradizione cittadina del contemporaneo che affonda le proprie radici nella leggendaria Settimana della performance degli anni 70, il network vuole tuttavia superare lorizzonte puro delle performing arts rilanciando in modo originale lintreccio tra discipline legate alle live arts, intese come insieme eterogeneo di pratiche che ruotano intorno alla presenza, alla dimensione performativa e allesperienza percettiva di suoni e visioni. Che una sollecitazione rilevante di carattere teorico provenga, in Italia, da un ambito

curatoriale indipendente qualcosa al contempo di straordinario e prevedibile. Infatti, da una parte il profilo del curatore, tra le professionalit emerse in Europa dai cambiamenti disciplinari intervenuti nelle arti dal vivo, quello ancora meno riconosciuto nonostante abbia ampiamente trovato una collocazione stabile nelle arti visive. Dallaltra, a partire dalla met degli anni 90, il curatore ha giocato un ruolo da protagonista nella rigenerazione delle performing arts: non solo in senso propriamente pragmatico (nellorganizzare filiere di eventi e nel trovare le risorse necessarie per sostenerle), ma nel pensare nuovi formati attraverso i quali creare le condizioni per laffermarsi di un nuovo linguaggio, di un nuovo pubblico e di un mutamento di discorso. Quella dei curatori indipendenti potrebbe essere definita, secondo Florian Malzacher, una generazione di uomini dazione e di ricercatori che hanno ridefinito strutture e pubblico attraverso una pratica costante di pensiero, di scavo e di vera e propria invenzione. Il loro campo dintervento riguarda la possibilit di dare vita a forme

da casa. Le grandi emigrazioni umane di questo tempo sono profezia anche per chi rimane a casa, perch comunque da ricercare il punto di intersecazione tra localit data (dai natali o dal bisogno) e localit inventata; tra storia profonda e storia individuale; tra flusso e luogo, che nessuna appartenenza regionale di per s oggi detiene, se non, dalle nostre parti, nella miserabile pantomima delle sagre e stands tematici. Occupare e ornare sono i due verbi essenziali dellabitare. Se manca uno dei due termini, non si abita, ma si detenuti. Se non si occupa e si orna, si in un carcere, se si occupa senza ornare si in esilio. Occupare un luogo alieno, privo di possesso murario e culturale, ma solido come unarchitettura, anche senza muri, e ornarlo come una pietanza elaborata, bench privo di tradizione, questo inventare e portare a termine. Occorre spiegare la mancanza di possesso, e farne una base di partenza per una pratica delloccupazione e dellornamento spaziale, dove ormai desiderabile riformulare anche il calendario. C bisogno di ricorrenze, cio di giorni occupati e ornati, tanto quanto i posti, perch quelle tradizionali sono svanite e fasulli sono divenuti molti rapporti. La sociologia dice che nuove ricorrenze hanno rimpiazzato quelle vecchie: quelle dello shopping festivo, della lotteria e dello sport di massa, ma queste non hanno la solennit

interiore, che risuona nel silenzio della preoccupazione esterna, i chiari segni della comprensione, i puri ornamenti della soluzione. (...) Larchitettura come lo spazio interno della terra natia, uno spazio architettonico che occorre creare oggi per la prima volta, e che diventa sempre di nuovo simile alluomo, in quanto espressione anticipatrice di un tat twam asi (in Sanscrito), di un qui sei tu. Come incontro con il s negli oggetti dipinti. Tu sei questo, cio nella tua essenza intima, sei identico allinvisibile sostanza di ogni cosa, formula attribuita al bramino Aruni (Ernst Bloch, Spirito dellutopia, 1923). * dal catalogo di Live Arts Week: Una certa desolazione occorre-spunti di riflessione per occupare e ornare

Occupare e ornare sono i verbi essenziali dellabitare. Se manca uno dei due, non si abita, ma si detenuti. Se non si occupa e si orna, si in un carcere, se si occupa senza ornare si in esilio

artistiche che, altrimenti, troverebbero difficilmente spazio in contesti istituzionali; a forme di confronto teorico e scrittura non convenzionali; a una scena con una vocazione sempre pi internazionale; a metodi di comunicazione consapevoli di una estetica impopolare, che pretende dal pubblico una messa a fuoco concettuale; alla creazione di nuove condizioni di partecipazione che possano mettere in relazione pubblici provenienti da ambiti disciplinari differenti. Un lavoro clandestino, che meriterebbe maggiore attenzione per comprendere meglio le evoluzioni del panorama odierno sempre pi segnato dallimpossibilit di scorgere, nellera ormai conclamata della morte della Storia, una qualsiasi unit di discorso estetico, se non appunto la frantumazione definitiva delle appartenenze, delle discipline e dei generi. Non a caso, intervistato per loccasione dal sottoscritto, Xing ne ha precisa consapevolezza teorica: gli oggetti presentati a Live Arts Week appartengono a estetiche molto diverse luna dallaltra e sono accomunati da una radicalit dapproccio, perch gli artisti presenti sono tutti dei fuori serie molto determinati, noti o meno, e loro stessi hanno difficolt a collocarsi allinterno di generi e discipline. Abbiamo disegnato un collettivo di non-identit. O di ricercatori. O di pazzi furiosi. Nellambito delle live arts, una delle mission prioritarie del curatore la drammaturgia di un contesto: un habitat, alla creazione del quale concorrono le modalit con cui vengono tessute le relazioni tra luoghi, pubblico, opere e artisti, in termini di immaginario e ricadute percettive. Ma anche una certa estetica del concreto, che suggerisce tempi e modi di fruizione, abitabilit dei luoghi, durata degli eventi, curatela di pubblicazioni dedicate. Il tutto, preso nel suo insieme, comporta forme complesse di comunicazione. Se lartista concentra lattenzione sulla propria opera creando un universo tendenzialmente isolazionista, il curatore risponde costruendo condizioni di relazione che consentono di leggere lo stesso fenomeno in una griglia pi ampia di riferimenti, in una scena possibile. Questa modalit, che il curatore fa propria nel disegnare un festival o un evento cittadino come un tutto percorribile, fa da contraltare alla difficolt storica appartenente alle arti dal vivo. Diversamente dalle arti visive o dalla musica, che dispongono di supporti materiali (cataloghi, registrazioni audio-video) e che consentono al pubblico di poter fruire il proprio oggetto estetico anche senza una specifica relazione di compresenza con lopera e lartista, le arti dal vivo esistono solo in virt di questa compresenza. Il curatore lavora esattamente in questa direzione, spesso connotata da una localizzazione di carattere urbano. Non c contraddizione tra la demarcazione cittadina di un festival o di un evento ramificato come Live Arts Week e il suo respiro cosmopolita: come nei migliori casi europei, le scelte curatoriali, bench legate a un territorialismo, hanno un incidenza considerevole a livello internazionale. Questo significa che il curatore non crea solo un fronte di discorso intorno allo stato dellarte, ma anche rispetto al contesto geopolitico in cui opera. La curatela, naturalmente, significa anche operare delle scelte. Al di l dei criteri generalisti validi per ogni bravo curatore nella composizione di un palinsesto, ci che forse oggi necessario mettere in atto con sempre maggiore fermezza, per incidere nel tessuto culturale di una citt e nella ridefinizione delle categorie dellarte, la negazione sistematica di qualsiasi ortodossia del buon senso. In altre parole, laffermazione consapevole di uno stile rigoroso e riconoscibile, di una coerenza estetica, corrispondenti a unaudacia progettuale vissuta come sfida intellettuale.

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ALIAS 21 APRILE 2012

UNA MODESTA PROPOSTA PER RIFORMARE LA PRIMA SERATA DI UNA TELEVISIONE PUBBLICA

LARTE IN TV
BULLE OGIER ALLA CINEMATHEQUE
Anthony and the Poisons. Negli Usa torna visibile in una nuova versione restaurata un piccolo grande oggetto di cine-devozione, Pretty Poison (Dolce veleno, 1968, esordio di Noel Black, regista in seguito quasi esclusivamente televisivo), uscito a suo tempo privo di supporto pubblicitario al Riverside Theatre di New York e successivamente eclissatosi nel nulla, non senza acquisire comunque nel tempo unaura leggendaria e maledetta. Dennis Pitt (Anthony Perkins), che a quindici anni diede fuoco alla casa di una zia senza curarsi di impedirle di bruciare viva, una volta (si fa per dire) adulto e in condizione di libert vigilata inserito al lavoro in una fabbrica chimica, che ovviamente avr desiderio di sabotare: nel frattempo individua nella majorette della high school Sue Ann Stepanek (Tuesday Weld) il soggetto ideale da plagiare per i suoi scopi (facendosi credere un agente federale), non accorgendosi per che in fatto di disturbo mentale la ragazzina non seconda a nessuno, e i ruoli potrebbero invertirsi... Come coppia giovane e fuorilegge, Perkins e la sempre sottostimata Weld non sfigurano di fronte ai classici degli anni 40 e a Bonnie and Clyde, di un anno precedente. Il cinema e Norman Warren. La recente uscita di The Woman in Black con Daniel Radcliffe, prodotto dalla storica Hammer Film, squarcia il velo della memoria su una certa eredit horror, anchessa di origine british, ma slegata dal perpetuarsi pi o meno diretto della tradizione gotico-letteraria, a vantaggio di uno scenario contemporaneo che viene a patti col genere utilizzando gli strumenti dellimmaginazione e della violenza, affinch ci si mostri efferati soprattutto nei confronti del senso comune: ecco allora emergere il cinema di Norman J. Warren. Nato a Londra nel 42, attivo nel lungometraggio fino ai tardi anni 80, crepuscolo di una exploitation mai pi in seguito risorta: tutti da (ri)cercare i suoi titoli migliori, da Delirium House (1978, allora inaspettatamente in cima agli incassi in patria) a Satans Slave e Terrore ad Amityville Park, senza dimenticare il leggendario Inseminoid (1981), derivazione orgogliosamente spudorata di Alien, amatissimo dal neo-Corman per giovent accaldata David DeCoteau. Bulle a maggio. La parigina Cinmathque franaise (51 Rue de Bercy) dedica il prossimo mese (9-27 maggio) alla presenza/assenza di unattrice di singolare valore, Bulle Ogier. Forte e sfuggente, autoritaria e fragile, di Bulle (nata Marie-France Thielland nel 1939) si detto di una capacit unica nel far dimenticare ai suoi registi la necessit di essere diretta, preferendo questi ultimi osservare e ascoltare quanto improvvisamente venuto a crearsi tra lei e la macchina da presa. Probabilmente quattro sono i cineasti che dai suoi esordi nei tardi anni Sessanta hanno saputo meglio addentrarsi nella sua vita interiore attraverso lo schermo: Marguerite Duras, Jacques Rivette, Barbet Schroeder e Andr Tchin, ma non dimentichiamo che Ogier anche una storica e indimenticabile Salamandre per Tanner, oltre che protagonista con Garrel, de Oliveira, Bunuel, Schroeter, Daniel Schmid... Come confid una volta a Libration: Attrice, un mestiere? In principio non dovrebbe esserlo.

MASS MEDIA INTERVISTE

Come se ogni giorno fosse l'ultimo di questo pianeta


di GIANLUCA PULSONI E PHILIPPE DIJON DE MONTETON

Television has been attacking us all our lives, and now we can attack it back . Cos parl Nam June Paik, il grande sperimentatore, e cos oggi si prova a suggerire una nuova via per ripensare ad un diverso approccio a quel mezzo chiamato televisione. Tra i migliori esempi contemporanei che si muovono in questa direzione c Sfe, ovvero Souvenirs From Earth (www.souvenirsfromearth.tv), innovativo punto d'incontro dove la videoarte trova nuova vita in un supporto produttivo, distributivo e di fruizione. Canale via cavo internazionale, ad oggi in onda in Francia (su freebox 169, Orange 125, Sfrneufbox 179 e Bouygues Bbox network 217) e in Germania (Unitymedia e Kabel Bw), Sfe presenta una programmazione 24 ore su 24 di videoarte, film, arte visiva, musica, installazioni e performances: un contenitore ma anche piattaforma per artisti dalle sensibilit pi diverse che Sfe talvolta produce, su commissione e non, e sollecita in tutto il mondo affinch sottopongano le proprie opere per una possibile messa in onda. Pi nello specifico, Souvenirs From Earth sembra perseguire lideale immaginario di una stazione, un crocevia in cui il lavoro sullarte e con larte possa essere concepito nella sua totalit, tanto processuale quanto produttiva, in cui schermi piatti possono ora diventare un terminale darte, un luogo di una sempre

mass-media che deve piacere ai pi, mentre il mondo dellarte esiste solo per una lite ed il suo sistema funziona su una offerta limitata di opere ed artisti, cos che si possa fabbricare poca arte ma a prezzi altissimi. In realt ci sono molti pi artisti capaci di quanti il mondo dellarte possa o voglia accogliere: gi solo per questo il progetto Sfe ha un suo senso e una sua posizione storica! E tutto ci ancora pi vero per la videoarte, che non funziona molto bene sul mercato perch digitale, facilmente riproducibile, e per la quale dunque la speculazione pi difficile. Oggi lesistenza del canale fa si che molta gente riscopra larte e Sfe partner di molte istituzioni. Il progetto interessa artisti conosciuti e giovani, che capiscono come il canale possa offrire loro una dimensione sociale che il mercato dellarte non ha. Daltra parte, lesperienza di guardare un film su Sfe pi intima (un salotto privato e non pi solo un museo), e sono quindi pi facili da mostrare opere lunghe o lunghissime. Chi viene dal cinema ha capito pi rapidamente le potenzialit del progetto di chi appartiene al milieu dellarte, forse perch il cinema rimane sempre pi popolare, persino il cinema sperimentale. Leconomia completamente differente: molti pagano poco invece di quei pochi che pagano molto nel mondo dellarte. Altri canali o programmazioni simili sono concorrenti o piuttosto complementari (pensiamo ad Arte o certe esperienze della Rai)? Complementari no, non ci sono altri canali cos radicali, fatti al 100% di video dartista; Arte ha gi parlato di Sfe qualche volta, e Raisat Art, nel 1999, ha trasmesso una programmazione in Italia importante. Non facile integrare questo genere di film in una programmazione normale, per questo che abbiamo scelto di fare un canale consacratovi interamente. Come si finanzia il canale? Quali sono i fondi privati? Quanti soldi sono pubblici e quanti di chi? Solo fondi privati, soprattutto di operatori di telecomunicazione e

Larte telegenica. Incontro con Marcus Kreiss, fondatore della televisione via cavo franco-tedesca Souvenirs From Earth (Sfe)
degli sponsor. Siamo anche in tutti gli hotel Le Meridien. Che tipo di pubblico ha il vostro progetto? Che tipo di pubblico vorreste arrivare a interessare? Molti giovani utilizzano la programmazione per le feste del venerd e sabato sera. Quando c gente in casa, mettono su la musica dai loro I-pod e usano le immagini di Sfe. Il pubblico pi anziano pi difficile da raggiungere, perch un pubblico classico di amateurs darte ma stiamo riscontrando un incremento anche in questa fascia. Il progetto dovrebbe interessare tutti gli appassionati nelle culture visive: arte contemporanea, disegno, danza contemporanea, fotografia, architettura. Ce lo auguriamo, per loro. Dove sar Sfe fra 10 anni e quale il suo sogno: se arrivasse la fine del mondo e rimanesse un giorno solo, cosa mandarebbe in onda? Oggi lavoriamo per poter diffondere ovunque nel mondo. Abbiamo gi una bella diffusione nella tv classica in Francia e in Germania. Per la tv cambia e domani canali tematici come il nostro saranno distribuiti via Internet, con le nuove connected tv, magari il futuro sar pieno di schermi Apple tv e tanti altri piatteforme che verranno. In ogni caso, proprio questo il concetto di Souvenirs From Earth: fare programmazione come se ogni giorno fosse l'ultimo di questo pianeta, per questo che si chiama cosi!

mutevole proposta di contenuto artistico, includendo una nuova approfondita forma di videoarte, la pittura video. Sfe nasce in Germania nel 2006 per diventare oggi tra i primi 7 canali gratuiti disponibili in HD in Francia. Il suo fondatore Marcus Kreiss, tedesco di Amburgo con un passato di studi di Cinema a Roma e di Belle Arti a Aix-en-Provence, nonch un presente da artista tra video e pittura (il suo lavoro esposto nelle maggiori collezioni darte, tra cui quelle della Deutsche

Bank, della Fnac collezione del governo francese e lYvon Lambert Collection di Avignone) e da gestore di questo nuovo progetto tv, attualmente con sede a Parigi, assieme al curatore Alec Crichton. Abbiamo contattato Kreiss per porgli qualche domanda. Sfe un progetto televisivo contro la tv? Che cos oggi una tv? Sfe una sorta di anti tv, perch differente. Mostra cosa la tv potrebbe essere in un mondo ideale, o nel futuro. Noi oggi siamo fuori da tutti i formati tradizionali della tv: pochissimi sono i programmi fissi, tutto molto lento, senza parole. Normalmente sono scarse le relazioni fra il mondo dellarte e la tv, che un

La copertina del dvd Souvenirs from Earth e sotto una presentazione di Sfe al Palais de Tokyo di Parigi

ALIAS 21 APRILE 2012

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MITI DOGGI

di LUCA PERETTI
NEW HAVEN (CONNECTICUT)

Quando si accendono le luci dopo la proiezione di Sing Your Song e appare The King of Calypso sembra il naturale proseguimento del film, quasi non ci si accorge della differenza. Un momento prima infatti sullo schermo Harry Belafonte raccontava la sua radicale opposizione all'amministrazione Bush e alle guerre imperialiste americani, in questo solido documentario che ripercorre le varie fasi della sua densa vita, ed ecco che lo si vede entrare in sala camminando, da un lato il bastone e dall'altro la bellissima (terza) moglie, Pamela Frank. Il pubblico, composto prevalentemente da studenti e professori della Yale University (uno dei posti dove si educano le elite americane e non, un paio d'ore a nord-est di New York), lo accoglie con un lunghissimo e commosso applauso, di quelli che si dedicano alle leggende viventi. Belafonte un arzillo vecchietto di 85 anni per niente intenzionato ad andare in pensione. Famoso soprattutto per essere una delle superstar della musica mondiale, con milioni di dischi venduti e canzoni come Jump in the line (quella di Shake, shake, shake, Senora), Banana Boat Song o Matilda, non era mercoled sera in un auditorium dell'universit americana per cantare, quanto per parlare del suo impegno di attivista e militante per diritti civili. Quando l'intervistatore, Maxim Thorne (superstar della filantropia, un corso a Yale Philanthropy in Action e un blog su Huffington Post) forse un po' politically correct apre la conversazione chiedendogli come ha deciso di diventare filantropo, lui prima sembra parecchio stupito, poi con la memoria va indietro agli anni cinquanta: Non ho deciso, stato naturale. Quando ho cominciato ad avere successo, mi sono fermato e ho pensato che quello che stavo accumulando era un gran potere. Il pubblico mi seguiva, cambiava umore in base alle canzoni, ho visto davvero come il potere dell'arte potesse cambiare il cuore delle persone. E allora mi sono chiesto, a cosa serve questo potere? Mi sembrato naturale cercare di guardarmi intorno e attivarmi, non pensare solo a cantare e fare soldi. Tutto nasce dalla mia vita poi, dalle esperienze sociali. Sono nato povero, e questo ha ordinato la mia esistenza. Mia madre era anche una vittima della povert, e la sua dignit, il modo in chi ha affrontato le sfide ha influenzato profondamente quello che dovevo fare nella mia vita. Sullo schermo si sono viste le decine di cause in cui Belafonte si impegnato, fin dai primi anni della sua carriera quando la societ americana razzista dell'epoca non poteva accettare compagnie teatrali e di musical con bianchi e neri insieme. Il solo essere in tour, specie negli stati del sud (come Alabama, Mississipi eccetera), con compagnie interrazziali era una sfida e un problema costante. La lotta contro il razzismo stato quindi uno dei leit motiv della sua vita, spesso al fianco di compari e colleghi come Sidney Poitier e Marlon Brando. Ma anche di Martin Luther King, di cui racconta un delizioso aneddoto: Un giorno squilla il telefono, Dottor King che mi dice 'Lei non mi conosce, ma io vorrei incontrarla'. Allora gli rispondo, 'wait a minute! certo che so chi lei! E non vedo l'ora di conoscerla'. Doveva essere un breve incontro, mi aveva detto una ventina di minuti, abbiamo parlato per quattro ore... . Nel film si vede anche una foto di questo primo incontro, con i due seduti in una stanza deserta, con un piccolo tavolino, a confabulare sorridenti e concentrati. Naturalmente, con queste amicizie, il suo nome non tard a finire pi volte sui solerti registri dell'Fbi per attivit

HARRY BELAFONTE La civilt Usa


sta morendo
Criticare Obama non vuol dire arrendersi al nemico! Harry Belafonte, la super star di Trinidad, incontra e discute con il pubblico di Yale Sing your song, il doc sulla vita di un divo molto impegnato
anti-americane e affini. Anche qui c'entra la solita spia, l'infiltrato Jay Richard Kennedy (aka Samuel Richard Solomonick), che fu molto vicino al circolo di King e che divenne per un periodo anche il manager di Belafonte, finch questi non si insospett e lo licenzi. Se pensavano che ero comunista e anti-americano questo un loro problema, non un mio problema ricorda in proposito, a film finito. Sullo schermo si sono viste molte immagini dei frequenti viaggi all'estero e concerti in varie parti del mondo. Belafonte tiene molto al ruolo della musica come lingua universale e veicolo per messaggi che possono essere compresi in zone diverse. Pochi anni dopo al seconda guerra mondiale feci un concerto in Germania. Ero un po' spaventato, suonare per persone che pochi anni prima avevano avuto il fascismo, e che erano state l in quegli anni e magari commesso crimini, soprattutto contro gli ebrei. Eppure, quando cantai Hava Nagila (uno dei suoi pi grandi successi, l'interpretazione di una canzone folk ebraica, ndr) fu il momento pi importante di tutto il concerto, con i tedeschi che davvero mi seguivano e canticchiavano con me. L'Africa, naturalmente, stata fondamentale nella vita del nostro eroe (un American Hero, un patriotta, lo ha enfaticamente definito il solito intervistatore). Nel film si racconta anche come una delle fondazioni che contribu a promuovere e lanciare (insieme al solito Poitier, tra i tanti), la African American Students Foundation, aiut finanziariamente il padre di Barack Obama a trasferirsi e poi mantenersi negli Stati Uniti. Su Obama, e in generale la situazione dei neri in America, Belafonte non affatto tenero e non risparmia critiche: Sono molto contento che un black kid ce l'abbia fatta, ma ora al potere e si sta rilassando. Per esempio, abbiamo la popolazione carceraria pi grande al mondo, cosa sta facendo Obama per questo? Eppure per lui basterebbe cos poco per cambiare questa situazione, e invece ora non pi cos generoso. Pensavo sarebbe stato pi sensibile su alcune questioni, non si occupato abbastanza di giustizia sociale. Anche per noi neri non ha fatto abbastanza, ancora impegnato ad essere il presidente di tutti. Qualcuno dal pubblico urla che la nostra unica scelta, e l'intervistatore incalza, provo a riformulare la domanda della signora: preferirebbe Romney?. Belafonte, calmo e serafico, risponde non che perch critico Obama allora mi sono arreso al nemico. Prendano nota riformisti e demonizzatori dell'estrema sinistra nostrani. Quando parla del potere, finanziario o artistico, mantiene sempre un certo distacco e una voce critica: Qualche tempo fa, ero a Beverly Hills, parlando con alcuni artisti neri che ce l'hanno fatta. Uno continuava a ringraziarmi per quello che avevo fatto, perch gli avevo dato tanto. Allora mi sono guardato intorno, e gli ho detto 'Quello in cui metti passione svegliarti la mattina e discutere al telefono con il tuo agente. Io invece la mattina mi sveglio e chiamo Nelson Mandela'. molto critico anche verso il capitalismo finanziario (la libera impresa sta falling down, dice), e del sogno americano che sembra

ormai solo far soldi. Ma come le altre civilizzazioni, egizia, romana, greca eccetera, anche quella americana finir. Quando qualcuno chiede se, specie con le news in televisione 24 ore su 24 ci stanno rincoglionendo di informazioni irrilevanti, lui risponde con un lungo discorso che in sintesi si pu riassumere con signora, ma noi abbiamo il potere, possiamo ad esempio spegnere la televisione, e dobbiamo esercitare questo potere per cambiare le cose. In tutto ci c' anche una vena di inguaribile ottimismo, come dice anche in una delle ultime scene del film, vivo in uno stato di perpetuo ottimismo. questa probabilmente una spinta per continuare a lottare: Non credo che abbiamo mai perso una battaglia sul fronte dei diritti civili. Non abbiamo vinto la guerra, perch la stiamo ancora combattendo. Belafonte per esempio la combatte continuando, alla sua et, a lavorare per una union, un sindacato, un altro dei costanti impegni della sua vita. Con la citazione a occupy movement, che ha avuto il ruolo di far risorgere e tenere viva questa battaglia, si guadagna il vigoroso applauso di una parte della platea: infatti a New Haven presente, uno degli ultimi avamposti del movimento, con alcune tende piantate nel centro della citt da quasi sei mesi e proprio in questi giorni a rischio di sgombero (en passant, il diritto di restare o meno discusso pi in aula di tribunale che in piazza, con batti e ribatti tra avvocati del movimento e della citt). In Sing your song emergono anche immagini mitiche per quanto riguarda il lato artistico della vita di Belafonte, come i primi concerti e apparizioni al grande pubblico americano della compianta Miriam Makeba, che lo stesso Belafonte ebbe il merito di promuovere da questa parte dell'Oceano, o una quantit di deliziosi sketch-canzoni con bambini o adolescenti. Rivedere le e apparizioni televisive nei pi disparati programmi della televisione americana anni cinquanta e sessanta a distanza di cos tanto tempo pu far dimenticare quanto fosse scandaloso e rivoluzionario che un performer nero fosse cos presente e cantasse, in alcuni casi addirittura toccasse, artisti bianchi. Un film questo, prodotto da Hbo e dalla Belafonte Enterprise per la regia di Susanne Rostock e presentato a Sundance lo scorso anno, che varrebbe la pena far circolare anche in Italia. Pi o meno mentre Belafonte si confrontava con il pubblico alla Yale University, poco lontano, ad Harford, la capitale del Connecticut, il parlamento del piccolo stato americano faceva un passo decisivo verso l'abolizione della pena di morte, aggiungendosi al manipoli di sedici stati in cui questa decisione gi stata presa e in questa zona, nel nord-est democratico e tendenzialmente progressista, rimarrebbe solo il New Hampshire ad avere ancora la pena capitale. Ma soprattutto, in Florida veniva arrestato George Zimmerman, l'omicida di Trayvon Martin, il giovane nero che ormai tre settimane fa os avvicinarsi ad una gated community vestendo una hoodie (una felpa col cappuccio). Due buone notizie, ma anche sintomo che negli Stati Uniti c' ancora molto da fare. Con perpetuo ottimismo, naturalmente.

Due immagini anni 50 di Harry Belafonte (sopra dalllp Calypso del 1956)

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ALIAS 21 APRILE 2012

SCUOLE DI CINEMA

ECHOPARK
Cinema differente nel quartiere bohemien di Los Angeles, dove nacque Hollywood. Affinch tutti facciano film e vedano incanti
di BEATRICE ANDREOSE

A Los Angeles ci si pu sbalordire anche girando alla larga dalle attrazioni hollywoodiane. Basterebbe andare a South Central, nel quartiere dove scoppiarono i primi tumulti degli african-american 13 giorni dopo il videotape coi due agenti che pestarono Rodney King e subito dopo il verdetto di assoluzione. Oppure visitare il Museo della Tolleranza di West Pico Boulevard, dove sono esposte fotografie inedite sugli anni delle battaglie per i diritti civili. Se invece oltre agli scintillii dello Studio System e dello Star System si intenzionati a rivivere le radici della storia del cinema, allora bisogna andare ad Echo Park, il quartiere dalle parti di Downtown reso celebre (tra i cinefili) da Robert Dornhelm con la bizzarra commedia omonima interpretata da Tom Hulce e Susan Dey nel 1986. Proprio l, irriducibile avamposto hippies e controculturale dopo gli anni sessanta, era nata lindustria cinematografica, gli studios Mack Sennet ad esempio. Molti western e un gran numero di commedie mute sono state girate nel quartiere, che tutto un sali-scendi, ottimo per gli inseguimenti a vuoto della polizia cos come li godiamo nelle diverse comiche di Stanlio ed Ollio, Charlie Chaplin e Ben Turpin. Gloria Swanson e Tom Mix, le prime superstar dello schermo, vi avevano preso casa prima di trasferirsi a Hollywood. Una scelta non casuale, dunque, quella del losangelino Paolo Davanzo, padre mestrino e madre canadese, di realizzare nel quartiere a sud-est di Hollywood il suo Echo Park Film Center, una scuola no profit di cinema sperimentale e itinerante creata nel 1992 assieme a Lisa Marr, sua compagna nella vita e nel lavoro. Un autentico centro cinematografico di produzione e contro-informazione, una anti-Hollywood, nata nel tempio del cinema americano, che offre attrezzature tecniche, libreria e videoteca, ampi spazi culturali di approfondimento e discussione aperti a chiunque voglia cimentarsi con la macchina da presa, una sperimentale alfabetizzazione visiva vertoviana della masse. Teoria e pratica che si possono ben vedere in Edendale

Follies, uno dei tre corti presentati qualche settimana fa a Venezia, in occasione della seconda edizione del Ca Foscari Short Film festival, in cui Davanzo gioca con le origini del cinema facendo ricreare dai suoi ragazzi le scene di alcuni film girate proprio nel quartiere di Edendale a Los Angeles dove ora sorge Echo Park. Fu l che, nel 1909, William Selig stabil i primi studi, seguito presto da Charlie Chaplin, Laurel&Hardy, Theda Bara. E in coda al corto viene proiettato un corto, premiato con lOscar nel 1932, dove si vede bene tutto il quartiere. Si tratta del celebre Il pianoforte di Stanlio&Ollio (The music box) quello dove Lauren e Hardy cercano inutilmente di trasportare su una collina, attraverso una ripidissima scalinata, un pesantissimo pianoforte a coda che gli sfugge continuamente di mano. Quella ripidissima scalinata c ancora, tra North Vendrome Street e Del Monte Boulevard. In Edendale Follies, invece, ragazze e ragazzi dai 10 ai 16 anni si cimentano come scenografi, operatori di macchina e attori interpretando i silent movies: cowboy di colore, un Marco Aurelio messicano o una Cleopatra immigrata. Un ragazzo autistico rif alla perfezione Charlot. Lobiettivo dellEcho Park film Center creare e diffondere il cinema libero e underground tra ragazzi a rischio, senza tetto, bambini e immigrati. Cinema stabile ma anche cinema mobile. Dal 2007 la coppia gira col Cinebus, un pulmino prodotto con materiali riciclati e che funziona con carburante verde, per esplorare in lungo ed in largo lAmerica (da qualche tempo anche lEuropa), girare stampare e montare film e diffondere cortometraggi sperimentali e documentari, che poi proiettano gratuitamente. Riccioli ribelli, allampanato, 41 anni, Paolo Davanzo, visionario e sperimentatore, racconta come arrivato alla realizzazione di questo progetto. In America sono arrivato con la mia famiglia quando avevo 5 anni. Sin da giovane sono andato a lavorare ad Hollywood. Da subito ho capito che l industria cinematografica era molto lontana dalla realt e la ricchezza delle major strideva con la vita della maggior parte del popolo. Sono cresciuto in una famiglia di idee progressiste, socialiste, che mi ha insegnato a stare dalla parte dei pi poveri. Cos dieci anni fa ho chiesto a mio fratello se mi prestava duemila dollari. Con quei soldi ho trovato un piccolo locale sito ad Echo Park, che ora cresciuto diventando un centro sociale dove oltre al cinema si fa anche musica e teatro. Offro lezioni gratis a chiunque voglia seguirle. I miei studenti sono soprattutto giovani a rischio, poveri, immigrati delle township. I bambini di giorno sono spesso abbandonati a se stessi, cos li accogliamo ed alla sera arrivano le famiglie a prenderli. In realt siamo una unica grande famiglia di artisti in cui tutti sono uguali. Ma non

NON SOLO HOLLYWOOD LALTRA LOS ANGELES

Bambini, immigrati poveri e emarginati. Qui il cinema per voi LA VITA VISSUTA

INSIEME PER STRADA

Quando ero ragazza negli anni 70 cera crisi e disoccupazione anche allora, cerano differenze sociali incolmabili tra ricchi e poveri (nulla in confronto al presente), era difficile trovare una casa in affitto, per via dellequocanone che era cos basso che i proprietari quando linquilino moriva (nessuno mollava la casa se non per ragioni radicali) preferivano tenerla vuota piuttosto che rischiare altri occupanti inamovibili, e una macchina nuova o la regalavano i genitori (quelli che potevano) pagandola a rate o nessuno poteva permettersela e poi cera la crisi del petrolio e le domeniche in bicicletta, nel 1973 mi separai da mio marito e andai a cercar lavoro a Milano perch ero una diciassettenne che non aveva ancora preso il diploma liceale, essendo rimasta incinta un anno prima mi ero vergognata di andare a scuola col pancione, insomma non sapevo fare nulla se non in modo molto fantasioso la mamma. A Roma di industrie ce nerano poche la Fatme, lunica di serie dimensioni e la Voxon e lAutovox ben pi piccole mi pare, cera la cassa del mezzogiorno che finanziava il discutibile polo industriale di Pomezia, ma quella un'altra storia. Presi il fatidico treno per il nord pieno zeppo e dopo molte traversie e una volont dettata dalla disperazione, in quindici giorni riuscii a trovare un lavoro da segretaria naturalmente a nero 12 ore al giorno sabato compreso 130.000 lire al mese lequivalente di 75 euro, le prime 12 ore del mondo, Giappone, Colombia, davanti alla macchina da scrivere mi fecero Cina, Mongolia... In Ucraina, in venire la febbre a 40 poi mi abituai, ci si una citt bellissima e ospitale, abitua a tutto, una specie di casa abbiamo aperto una scuola monolocale piano terra da cui il cielo non popolare affinch il cinema si si vedeva neanche spenzolandosi fuori diffondesse anche nelle zone dalla finestra con angolo cucina a viale meno ricche. Ora vivo in Olanda Padova per 50.000 lire, il contratto lo dove lavoriamo con una comunit firm il padre di Cesare perch ero di immigrati mentre a Los Angeles minorenne, e, vero colpo di genio, lEcho Park continua a lavorare minacciai il suicidio se non mavessero grazie allo staff ed a 50 volontari. preso la bimba, un posto allasilo Poi andr in Francia. In futuro comunale di parco Lambro un po di credo che mi sposter in Africa, verde in una citt che mi sembrava tutta lunico continente mai visitato. grigia. Milano era una vera citt (le Ed in Italia? Ci sono gi venuto 2 metropoli erano altre), non un paesone anni fa. S, forse potrei ritornarvi. bellissimo e disastrato con le baraccopoli mancano nemmeno i ragazzi di Symphony, ad esempio, 37 ragazzi Qui ho le mie radici. In questo in periferia come Roma, con la famiglie ricche. Come realizzate i hanno scelto unora del giorno e paese sono vissuto sino a 5 anni. metropolitana e la nebbia due cose che mi vostri cortometraggi? Vengono della notte per realizzare un Quale lesperienza pi bella? terrorizzavano entrambe, la vita in quei realizzati in 12 settimane, ogni minuto di film che raccontasse la Tutte. Lesperienza pi bella la allievo viene per una lezione due o loro citt. Un tempo ti muovevi viviamo ogni giorno pensando che mesi fu veramente dura ma noi avevamo la protezione e il coraggio dellincoscienza tre volte la settimana. Al in treno o con lautobus col facciamo incontrare, attraverso e sopravvivemmo io e la bimba Flavia, pomeriggio faccio una azione con proiettore nello zaino. Poi dal 2007 larte, un ragazzo cinese con uno soprattutto perch pur essendo sola in un 16 millimetri, quindi arrivato il Cinebus. Si sono messicano. Marx e Chaplin, quella situazione, nessuno di noi era progettiamo i corti. In The sound andato in molte citt americane dunque, fusi insieme attraverso veramente solo, i ragazzi vivevano nelle we see: A Los Angeles City ma ho girato anche tutto il resto una cinepresa. strade se ne impossessavano insieme agli Paolo DAvanzo (in alto e al operai durante le manifestazioni cera povert, io vissi in centro), Lisa Marr e il prima persona un assalto al treno per il sud con la gente Cinebus allopera. Echo che spaccava i finestrini e saccalcava come sardine per < 172 173 174 > Park Film Center, 1200 viaggi interminabili, adesso non c proprio pi il treno North Alvarado Street, Los Milano-Palermo. Non c paragone con la ricchezza di Angeles; +1 213-484-8846 adesso ne c paragone con limmensa distanza tra poveri e ricchi di oggi, questa sproporzione offensiva e insensata tra chi dallalto dei Palazzi, dagli areoplani privati, dalle vacanze negli yacht, quelli che dichiarano milioni euro con tutta nonchalance, quelli che non ne dichiarano altrettanti, quelli che decidono sulle teste dei poveracci di che morte dovranno morire, e chi subisce ormai ricattato, narcotizzato, depresso e isolato la progressiva spoliazione dei diritti, la svendita di un popolo in nome di un pareggio di bilancio inserito in Costituzione. Sono finiti i tempi delleroismo mi dice lamica Annapaola. Si, purtroppo, penso, e non per rimpiangere sconfitte cocenti e gesti incoerenti o il sangue e i morti di un periodo di cui si cancellata memoria o la si mistificata e rinchiusa dentro nomi funesti come terrorismo o eroina cancellando tutto quello che intorno era vita, creativit, flusso costante di idee, rimpiango, s, la vita vissuta tutti insieme l fuori per strada in citt senza avere paura di disturbare il potere. I servizi segreti di Rabat oscurano quotidianamente i siti web contrari alloccupazione del Sahara. Si firmano Los Monrquicos e agiscono perch lAlgeria comunista.

moderati arabi

ALIAS 21 APRILE 2012

(9)

I FILM
STREET DANCE 2 (3D)
DI DANIA PASQUINI, MAX GIWA; CON TOM CONTI, GEORGE SAMPSON. USA 2012

SINTONIE
quella di un racconto di fate moderno e picaresco, ma spesso scivola in territorio pi greve. (g.d.v.) DIAZ
DI DANIELE VICARI, CON ELIO GERMANO, CLAUDIO SANTAMARIA, PIPPO DELBONO, ROLANDO RAVELLO, ALESSANDRO ROJA, IGNAZIO OLIVA, FABRIZIO RONGIONE. ITALIA 2012

A CURA DI SILVANA SILVESTRI, CRISTINA PICCINO, MARCO GIUSTI, ROBERTO SILVESTRI, GIULIA DAGNOLO VALLAN, ARIANNA DI GENOVA, MARIUCCIA CIOTTA

IL FILM
TO ROME WITH LOVE
DI WOODY ALLEN, CON ROBERTO BENIGNI, PENELOPE CRUZ, ELLEN PAGE, ALEC BALDWIN. USA 2012

Sappiamo gi di che si tratta: un gruppo contro l'alro, chi vince, chi perde e chi vuole la rivincita come lo street dancer Ash che si mette in cerca di elementi adatti allo scopo, come Eva, ballerina di sala di cui si innamora in 3D. MALEDIMIELE
DI MARCO POZZI; CON GIAN MARCO TOGNAZZI, BENEDETTA GARGARI. ITALIA 2012

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Verdone di mostrarsi per tutto il film coi suoi difetti, le sue paure, anche le sue ovviet. il suo candore, dopo tanti anni di cinema, che ce lo rende davvero vicino al punto che non possiamo non volergli bene. (m.gi.) QUIJOTE
DI MIMMO PALADINO; CON PEPPE SERVILLO, LUCIO DALLA. ITALIA 2006

Sara una quindicenne anoresisca, ma la sua malattia non appare con evidenza, poich si dimostra diligente a scuola e senza problemi. Ma la sua ossessione del peso e dellautodisciplina si rivela un giorno durante una gita scolastica, quando improvvisamente sviene. IL PRIMO UOMO
DI GIANNI AMELIO, CON MAYA SANSA, JACQUES GAMBLIN. ITALIA 2011

Diaz non cerca il colpevole, vero o presunto, ma prova a riflettere (e a fare riflettere) sulle conseguenze di quella democrazia malata, e sulle sue modalit. Come possibile che sia accaduto qui, tra noi, ora la domanda di un racconto che si fonda sugli atti processuali e sulle sentenze della corte di appello di Genova. L'assalto alla Diaz la scena madre, ritorna, si dilata nel tempo (cinematografico), l'imbuto in cui i diversi punti di vista convergono in uno solo (c.pi.) GOOD AS YOU
DI MARIANO LAMBERTI, CON Enrico Silvestrin e Lorenzo Balducci. ITALIA 2012

Chisciotte Peppe Servillo lo scudiero Sancho Lucio Dalla. Paesaggi apocalittici, desertificati, solitudini lunari, cavalli senza mta, guerrieri statuari che prendono fuoco cos come i libri dell'umanit che costellano di roghi la notte. Quijote, la prima prova di regia dell'artista sannita Mimmo Paladino, si presenta come una riflessione sulla vanitas e procede per suggestioni visive, abbandonando spesso la narrazione per una serie di tableaux vivants dove il pensiero a materializzarsi e a fluire libero da argini. (a.di.ge.) THE RAVEN
DI JAMES MCTEIGUE, CON JOHN CUSACK, LUKE EVANS. USA 2012

MADONNA I CANI VOLANTI


GIRLS GONE WILD
Usa, 2012, 345, musica: Madonna, regia: Mert & Marcus, fonte: Mtv

Jacques Cromery torna nel 1957 in Algeria. Il paese non ha ancora ottenuto l'indipendenza dalla Francia e l Jacques ha trascorso la sua infanzia che irrompe nelle memoria della madre e della nonna. Dal romanzo Le premier Homme che Camus inizi a scrivere nel '59 e fu pubblicato postumo nel 1994. Lo scrittore dello Straniero e La peste nacque in Algeria dove inizi la sua attivit come attore e giornalista. LEAFIE LA STORIA DI UN AMORE
DI OH SEONG-YUN, ANIMAZIONE. COREA 2011

La prima commedia italiana interamente omosessuale: ben otto gli interpreti, quattro gay e quattro lesbiche, ma le sfumature sono pi sottili, tutti alla ricerca di un sentimento stabile, torturati dalla gelosia o intenti a tradire. Commedia di buoni sentimenti, lealt verso gli amici e ricerca del rapporto stabile, senza troppe allusioni n voli di regia, da una pice teatrale. E si sente. (s.s.) IL MIO MIGLIORE INCUBO!
DI ANNE FONTAINE; CON ISABELLE HUPPERT, BENOT POELVOORDE. FRANCIA 2012

6 7

Film d'animazione coreano campione di incassi, basato su un romanzo protagonista una gallina che sogna di fuggire dal pollaio e quando ci riesce perseguitata da una donnola. Infine trova un uovo, lo cova e si prende cura dl piccolo che diventa molto diverso da lei. Racconto sull'amore, il sacrificio, la diversit. Disegnato da 200 animatori e realizzato in 2D. QUELLA CASA NEL BOSCO
DI DREW GODDARD, CON RICHARD JENKINS, BRADLEY WHITFORD. USA 2012

Cinque compagni di college vanno in gita in una casetta isolata, ma esseri soprannaturali disturbano a morte in fine settimana. Humour, fantasia e folle tentativo di demolire le convenzioni dell'horror. SANDRINE NELLA PIOGGIA
DI TONINO ZANGRANDI, ADRIANO GIANNINI, GOYA TOLEDO. ITALIA 2011

Gi pronto per un remake, gradevole divertimento, propone dopo il confronto comico nord e sud quello della donna algida e delluomo ruspante. Poich si tratta di un film francese c lelemento che diverte i francofoni, il protagonista belga dalle maniere grossolane che spiccano con una protagonista intelletuale e snob dei quartieri alti come Agathe (Huppert) direttrice di una galleria darte. Poich ci troviamo nei quartieri alti il rapporto esplosivo mantiene un certo equilibrio e stile. (s.s.) PIRATI! BRIGANTI DA STRAPAZZO (3D)
DI JEFF NEWITT, PETER LORD. ANIMAZIONE USA 2012

Tenta la strada del thriller di ambientazione storica riammodernato ricostruendo tra Budapest e la Serbia la Baltimora del 1849, seguendo gli ultimi misteriosi giorni di Edgar Allam Poe interpretato con grande fascino da John Cusack che si ritrova alle prese con un maniaco omicida. Aiutato dal prestante ispettore Fields (Evans), lannoiatissimo Poe anche costretto a scrivere un racconto al giorno nel suo giornale The Patriot per tenere in vita la bella fidanzata che un maniaco minaccia di uccidere. Non brilla per originalit, dal 1912 che il cinema tratta Poe e il suo corvo. (m.gi.) ROBA DA MATTI
DI ENRICO PITZIANTI. DOCUMENTARIO. ITALIA 2011

Filmata dai due fotografi di moda Aves Mert e Marcus Piggott (gi autori dello spot di Truth or Dare Fragrance della popstar) Madonna ritorna allerotismo raffinato e piuttosto spinto dei primi anni 90 (Erotica di Fabien Baron per intenderci). Qui al centro di unorgia dal sapore omosessuale ed protagonista di una coreografia molto sensuale. Ma, al di l del contenuto hard, Girls Gone Wild in b/n con pochi tocchi di colore giocato soprattutto sugli effetti: specularizzando le immagini, creando giochi di luce, proiezioni astratte, velocizzazioni e ralenti, disturbi elettronici. Il risultato di alto livello (come del resto lo era anche lo spot citato). Lepilogo con Madonna che lacrima sangue rimanda al mix di sacro e profano spesso usato dalla cantante. PSYCO
Italia, 2012, 412, musica: Samuele Bersani, regia: Masbedo, fonte: Mtv Dance

Lui sempre lui, Woody Allen, nevrotico sotto ogni cielo, e ancora di pi se, manager musicale, dotato di moglie psicoanalitica (la meravigliosa Judy Dench) e di una figlia giovane che ha incontrato a piazza di Spagna, nelle sue vacanze romane, il principe azzurro, avvocato di poveri e indignados: un comunista chiosa Allen, in preda al panico sullaereo che atterra nella citt eterna. A peggiorare le cose il padre del comunista, impresario di pompe funebri (con moglie sempliciotta e cuoca sublime) ha una voce magnifica (Fabio Armilieri, tenore emergente). Il film romano di Allen, dal doppiaggio paleolitico che perde le differenze tra inglese e italiano annullando molti effetti narrativi non una semplice cartolina, nonostante Allen (come capita a quasi tutti coloro che arrivano nella capitale) finisca col perdere il ritmo del racconto tra i vicoli di Trastevere e le terrazze con vista. La trama frammentata, segue molti personaggi e punti di vista, con in comune una cosa: sono tutti stranieri e innamorati del Cupolone, americani come larchitetto famoso (Alec Baldwin) che ha vissuto a Roma da ragazzo e che diviene il grillo parlante del giovane studente darchitettura americano (Jesse Eisenberg) in cui rivede se stesso da giovane. O italiani di provincia che inseguono il posto fisso promesso dalle ricche zie ma che finiranno lei tra le braccia di un ladro sexy (Scamarcio) e lui a lezione di eros dallescort Penelope Cruz. Allen prende amabilmente in giro un po tutti, ma sul sanpietrino si fa fatica a rimanese in equilibrio, la superficie romana ineffabilmente pi complessa di ci che sembra. Il barocco non l per caso....(c.pi.)

IL DOCUMENTARIO
ROBA DA MATTI
DI ENRICO PITZIANTI. ITALIA 2012

Durante uno scontro tra la polizia e rapinatori, una ragazza colpita da un proiettile spira tra le braccia di un poliziotto. Si scopre poi che il proiettile appartiene proprio alla sua pistola e da quel momento abbandona la Volante. Un giorno incontra Sandrine, ragazza bella e strana, un incontro dai risvolti inaspettati. UNA SPIA NON BASTA
DI MCG (JOSEPH MCGINTY MITCHELL), CON TOM HARDY,CHRIS PIINE. USA 2012 0Due agenti della Cia, amici fin dall'infanzia, scoprono che stanno frequentando la stessa donna (Reese Witherspoon) ed entrano in guerra l'uno contro laltro.

Questo Pirati! in stop-motion con pupazzi di plastilina un piccolo capolavoro.. Non solo perch molto divertente e tecnicamente fantastico, ma perch costruito con tale amore e passione per questa tecnica che fa scomparire gran parte dellanimazione digitale. (m.gi.) POLLO ALLE PRUGNE
DI MARJANE SATRAPI, VINCENT PARONNAUD, CON MATHIEU AMALRIC, MARIA DE MEDEIROS. FRANCIA 2011

1 7

A Quartu Sant'Elena in Sardegna una casa in cui vivono otto persone con disagio mentale si trova in difficolt e a rischio chiusura perch lassociazione (Asarp) che la gestisce non riesce pi a fronteggiare le spese. Il film ci mostra i meriti e le difficolt dellapplicazione della legge Basaglia: le persone che vivono nella casa ritagliano il loro spazio, si impegnano nelle attivit della casa, hanno momenti di socializzazione e anche la possibilit di isolarsi. Gisella che gestisce lassociazione con tenacia cerca di risolvere il problema. Un lavoro ricco di umanit. (s.s.) ROMANZO DI UNA STRAGE
DI MARCO TULLIO GIORDANA, CON PIERFRANCESCO FAVINO, VALERIO MASTANDREA. ITALIA 2012

Girato in una Berlino onirica, tra strade, metropolitane e una periferia dominata da una ruota di luna park abbandonato, il video di Psyco, che parla di psicanalisi e solitudine, vede come uniche figure in campo il cantautore romagnolo e una presenza femminile in pelliccia (tanto ambigua da sembrare un trans). Bersani si aggira per il desolato paesaggio urbano con uno specchietto attaccato a unasta metallica, dentro cui si riflettono (a turno) i dettagli dei due volti. Interessante latmosfera ma Psyco rimane un po debole. Come il video di Un pallone, anche questo firmato dai Masbedo, noto duo di videoartisti italiani. PONEY (Part 1)
Francia/Uk, 2005, 4,musica: Vitalic,regia: Pleix,fonte: Mtv Dance

Quartu Sant'Elena, Sardegna. A Casamatta, residenza assistenziale, vivono 8 persone con disagio mentale. Un progetto operativo grazie alla legge Basaglia ma ora messo a repentaglio perch, dopo 17 anni, si rischia di chiudere per mancanza di fondi a dicembere 2012. Enrico Pitziani (nella foto) ha documentato la vita nella casa di sei donne e due uomini (come aveva fatto tanti anni fa Quaregna a Torino): Mi sono ritrovato a raccontare la follia provocata dai normali, volendo raccontare la follia di otto persone che hanno la possibilit di una vita indipendente, nellappartamento aperto che accoglie persone con problemi di sanit mentale gestito da Asarp. Il film, prodotto e distribuito da Pitzianti stato visto da 5000 spettatori in Sardegna e ora a Roma e Milano. Baluardo del cinema indipendente, scartato da Venezia e Torino, perch troppo documentaristico strutturato come un film, non come un documentario - replica il regista - Al centro del film non ci sono le cure, ma le relazioni. Come Basaglia che aveva trasformato il manicomio, un orinatoio sociale (Duchamp), in un modello di libert, democrazia e pace con la legge 180, cos questo film fa diventare protagonisti quelli che sono sempre stati delle vittime. (r.s.)

IL LIBRO
LORNT DEUTSCH, METRONOMO
LA STORIA DI PARIGI AL RITMO DEL METR (LIPPOCAMPO, PP. 384, EURO8)

BIANCANEVE
DI TARSEM SINGH; CON JULIA ROBERTS, LILY COLLINS. USA 2012

Dopo essersi gi abbastanza scottato le mani con il mito, in Immortals, il regista indiano californiano torna alla favola cimentandosi con la prima delle due rivisitazioni di Biancaneve che vedremo questanno. Il racconto diventa meno la storia di Biancaneve o della perfida matrigna e pi un omaggio appassionato alle architetture fantastiche della costumista giapponese Eiko Ishioka e ai set iperlisegici di Tom Foden. Lidea

Teheran, 1958. Nasser-Ali grande artista, preferisce non continuare a vivere dopo che la moglie non amata gli ha fracassato lamato e rarissimo violino. Si mette in viaggio allinutile ricerca di uno strumento allaltezza del primo, senza mai dimenticare lamore segreto di giovent che non torner. Tra finzione e grafica, Satrapi la regista di Persepolis porta sullo schermo una sua graphic novel. in primo piano la ricerca estetica, in secondo piano una autentica vena poetica. (s.s.) POSTI IN PIEDI IN PARADISO
DI CARLO VERDONE, CON CARLO VERDONE, MICAELA RAMAZZOTTI. ITALIA 2012

Nel racconto della strage di Piazza Fontana, la bomba che esplose il pomeriggio del 12 dicembre a Milano nella Banca dellAgricoltura, causando 17 morti, sembra che tutto trovi una sua collocazione. Nonostante lassenza di risposte certe e di colpevoli, gli eventi si incastrano con precisione nella serie di coincidenze che compongono la trama generale. Ispirato al libro di Paolo Cucchiarelli Il segreto di Piazza Fontana, piuttosto controverso. (c.pi. TITANIC (3D)
DI JAMES CAMERON, CON LEONARDO DICAPRIO, KATE WINSLET. USA 1997 1Non pensate di averlo gi visto, uguale ma totalmente diverso. Il nostro sguardo sar adesso forse meno libero di gironzolare sullo schermo, ma la nostra distrazione concentrata sar gratificata di pi e atrocemente guidata. In occasione del centenario della grande tragedia navale che inabiss quasi duemila persone un restauro-raddoppiamento-rifacimento che ne ha spazializzato il blocco tempo-azione unit minima di significato del cinema. (r.s.)

Cani di varie razze volteggiano nellaria al ralenti al ritmo della dance di Vitalic. Gran parte delle inquadrature sono in contreplonge e il ralenti crea un effetto di maggior straniamento. Poney (Part 1) traccia inclusa in Ok Cowboy, primo album del creatore di musica elettronica Pascal Arbez-Nicolas alias Vitalic un clip piuttosto interessante realizzato dai digital artist doltralpe chiamati Pleix. SIX DAYS
Usa/Hong Kong, 2002, 343,musica: Dj Shadow,regia: Wong Kar-Wai,fonte: Youtube.com

6 8

Dopo la Guida alla Parigi ribelle di Ramon Chao e Ignacio Ramonet, pubblicata da Voland, arriva in Italia un altro baedeker che racconta la Ville Lumire con un taglio decisamente originale. Titolo: Metronomo. La storia di Parigi al ritmo del metr, e la firma di un giovane attore divenuto penna da best seller. Metronomo ai vertici delle classifiche francesi da oltre due anni, con pi di due milioni di copie. Divisa in ventun capitoli, ciascuno dedicato a un secolo e a una fermata della metropolitana che, con Londra, si contende il titolo di pi famosa del mondo, la guida di Lorn (ma definirla tale suona un poriduttivo) conduce il turista verso leggende e verit storiche nascoste tanto allombra della Tour Eiffel, quanto nel buio di un vicolo. Dai nomi delle stazioni del metr, sovente misteriosi e sempre evocativi, nasce il richiamo iniziare un viaggio che, partendo dallantica Cit, arrivi alla modernissima Dfense, di treno in treno, di sorpresa in sorpresa. Narrazione evocativa e scrittura piacevole sono il vestito che Deutsch mette a un lavoro di profonda ricerca sul versante del mito e su quello degli avvenimenti reali. Se Parigi tra le vostre mete, questa la vostra bussola. (l.d.s.)

LA MOSTRA
GUSTAV KLIMT
MUSEO CORRER, VENEZIA, FINO ALL8 LUGLIO

Il nuovo film di Carlo Verdone ci riporta ai tempi eroici della commedia all'italiana. Il film vive di una sua carica comica originale e popolare assolutamente dilagante. Ma al di l delle risate, colpisce il candore di

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Non c una narrazione ben precisa (un uomo cerca di cancellare le tracce della sua relazione con una donna), ma solo tante sequenze che costituiscono delle formidabili narrazioni a s: erotismo ma anche violenza, un unico corpo a corpo con lattore Chang Chen e la modella Danielle Graham, figure che si fondono con due elementi di base acqua (la sequenza iniziale) e fuoco (fiamme, elettricit). Lo stile quello saturo cromaticamente del grande maestro di Hong Kong che rende ogni singola inquadratura un capolavoro compositivo. La fotografia del fido Christopher Doyle.

MAGICO

Non solo Klimt: a Venezia una raffinata mostra al museo Correr (a cura di Alfreid Weidinger, con la direzione scientifica di Gabriella Belli) mette in scena la Secessione viennese con i dipinti dellartista, una serie di mobili, gioielli, disegni e una testimonianza della sua amicizia con larchitetto Josef Hoffman. Tema centrale della rassegna la liaison con larchitetto: Klimt e Hoffman collaborarono a pi riprese dando un volto al modermismo europeo. Lutopia che li guidava era quella dellopera totale che tentarono di realizzare nel Fregio di Beethoven (1901-1902) e nelle decorazioni di Palazzo Stoclet a Bruxelles. Klimt ebbe un rapporto delezione con la citt lagunare: vi giunse con Alma Mahler nel 1899 e lamico Carl Moll, patrigno della donna. Lartista entr nella basilica di san Marco e rimase abbagliato dagli ori bizantini dei suoi mosaici (gi a Ravenna, nel 1903, si era innamorato dei mosaici di quellepoca). Una visione che condizion molte delle sue opere. Fu poi un protagonista della Biennale del 1910, star indiscussa anche di artisti antiaccademici come il futurista Boccioni. Lopera Giuditta II (1909), venne proprio acquistata per la Galleria Nazionale Moderna di Ca Pesaro in quelloccasione. Fra i capolavori esposti, Lady davanti al camino (1897/98), Gli amanti (1901/1902) e Il Girasole (a. di ge.).

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ALIAS 21 APRILE 2012

di CHIARA COLLI

INCONTRI IL 23 APRILE SAR DAL VIVO AL PIPER DI ROMA. UNICA DATA ITALIANA

La maggior parte dei suoi dischi sono nati in uno scantinato, ma il suo primo, vero libro ambientato nello spazio. Daniel Johnston non il tipo da mezze misure, e la sua dimensione lontana anni luce da quella di un comune mortale. Merito di una geniale sensibilit artistica? Colpa dello stato mentale (in cura da anni per depressione e schizofrenia) che lo imbriglia (o, viceversa, lo disinibisce totalmente) fin dalladolescenza? Definire i contorni dellartista pi amato dagli artisti praticamente impossibile. La sua musica - cos diretta, fanciullesca eppure assai sofferta - e il suo personaggio, sono inevitabilmente pieni di luci e ombre. Lo snodo certamente nel disturbo bipolare che da anni gli condiziona la vita, ma la creativit di quello che oggi - un personaggio di culto del cantautorato (rock) Usa (a dispetto delle pi rosee previsioni, se si guarda ai suoi periodi bui tra anni 80 e 90) -, troppo grande per limitarsi a una questione di follia. Eppure, c da scommettere che ad incontrarlo per strada nella sua Waller, in Texas, Daniel sorriderebbe come un amico di vecchia data. Forse, oggi, non avrebbe in tasca una cassetta delle sue registrazioni, di quelle che per anni ha distribuito ad amici e sconosciuti, distinguendosi, fin dagli esordi, per linconfondibile stile fai-da-te. Ma sfoggerebbe con soddisfazione una copia di Space Ducks, la sua prima, vera storia a fumetti, finalmente pubblicata in questi giorni negli Usa (in estate arriver in Europa). La sua musica da cameretta che ha fatto scuola per tutti gli alunni della bassa fedelt (e quelli del folk contemporaneo) non , notoriamente, lunica passione con cui Daniel Johnston ha creato uno stuolo di fan, anche celebri. Sono passati oltre ventanni da quella fortunata ranocchia, disegnata dall'artista per la copertina del suo Hi, How Are You, e piombata sulla nota maglietta di un devoto Kurt Cobain. Da allora, tanti album, collaborazioni, riconoscimenti, un documentario controverso (fin dal titolo) The Devil and Daniel Johnston. E poi, la passione per i fumetti. Divorati con avidit fin da piccolo, e al centro della propria creazione in maniera sempre pi significativa nel corso degli anni. In occasione del suo passaggio in Italia - con una data unica del suo tour a Roma, il 23 aprile al Piper - e delluscita del multiforme fumetto Space Ducks, scambiamo alcune battute al telefono con uno dei musicisti pi apprezzati della scena indipendente statunitense. Che fin dalle prime battute, si rivela come il pi sornione e bizzarro dei nostri vecchi amici. Finalmente uscito il tuo primo libro di fumetti, Space Ducks - An Infinite Comic Book of Musical Greatness. Una specie di sogno che si avvera Da piccolo ho sempre sperato che il mio vero lavoro diventasse, un giorno, quello del disegnatore di fumetti, quindi sono felicissimo delluscita di Space Ducks: devo ringraziare molto mio padre e mio fratello, che mi hanno aiutato a realizzare questo sogno. Che poi in questo caso si tratta di un mix particolare, perch il fumetto vero e proprio sar accompagnato da video, giochi e animazioni digitali con cui interagire (attraverso unapplicazione per iPad ed iTunes, ndr). E c anche una colonna sonora, un ep con brani inediti realizzati appositamente per Space Ducks. Dal titolo sembra una storia piuttosto divertente la storia di alcune papere spaziali che salvano luniverso, una roba un po cruenta in verit, c parecchio sangue! Del resto sono sempre stato un amante dei film horror e lo sono ancora. A casa sono pieno di monster

Rane spaziali sul pianeta rock


Daniel Johnston uno degli artisti pi amati dagli artisti. I suoi dischi disturbati e i suoi disegni hanno ispirato Kurt Cobain e incantato i Sonic Youth. Ora torna con un fumetto tutto suo
movie, cose tipo Frankenstein e King Kong. Quello del disegnatore sembra pi un gioco che un mestiere, per te. S, in particolare stato molto divertente lavorare per la promozione del libro qui negli Stati Uniti, sono stato ad Austin al South by Southwest (un festival, nato nel 1987 e noto anche come SXSW, dedicato alla musica ma anche al cinema e alle arti digitali, ndr), dove labbiamo presentato. Inoltre il fumetto appena uscito solo il primo numero, ce ne saranno altri. Ma ora sono altrettanto eccitato perch sto lavorando a un nuovo album, e anche in questo caso sar qualcosa in un certo senso spaventosa Mi diverto tantissimo! Come cominciata questa grande passione per i fumetti? I fumetti sono stati tutto per me, fin da quando ero piccolo. Ammetto che inizialmente, anche se avevo pochi titoli, pensavo di essere ferratissimo! Ma poi, gi allinizio del liceo, ne possedevo almeno centocinquanta: ho letto migliaia di volte quelli di Jack Kirby, amavo tantissimo il suo Captain America, e ricordo che arrivavo fino a Memphis per cercarne di nuovi. una passione che ha iniziato a prendermi nei primi anni '70, quando ancora costavano pochi centesimi. Ne compro ancora tantissimi e, non dovrei dirlo, ma mi farei pagare i concerti solo in fumetti! Quando sono in tour cerco sempre di andare in qualche negozio locale che li vende, a spulciare un po per trovare qualcosa che non conosco. La musica, invece... Il primo a introdurmi al rocknroll stato mio fratello che pi grande di me di sette anni. Quando ero piccolo, ho ascoltato tantissimo Elton John, Tommy degli Who, Jesus Christ Super Star, i primi album dei Queen, che amavo molto. Tornava da scuola e il pomeriggio metteva su questi dischi, mentre io non facevo altro che disegnare. Ma in verit la mia famiglia sempre stata dentro la musica. Erano quasi tutti musicisti, soprattutto di strumenti a fiato. E infatti prima del pianoforte avevo provato con la tromba, ma ero troppo scarso! Poi a una certa et, quando ancora vivevo a Austin, era fantastico, perch come me cerano un sacco di ragazzini che amavano certa musica: facevamo e andavamo a un sacco di concerti, costava tutto poco ed era come essere continuamente immersi nellarte. E poi quellesperienza con Mtv, fu davvero uno spasso! (Nel 1985, Daniel partecip allepisodio su Austin di The Cutting Edge, programma di Mtv dedicato alle scene locali, in cui fu notato dai Sonic Youth, ndr). Finch i Beatles non hanno fatto irruzione nella tua vita. E mi hanno preso totalmente! Resteranno la mia band preferita... Non a caso, ascoltavo il White Album anche prima di questa telefonata. incredibile come un disco del genere, uscito oltre quarantanni fa, resti cos attuale. Credo che la loro musica sia particolarmente articolata, anche per la variet di stili che hanno suonato: sono una band che ho praticamente studiato, sento di capirli profondamente e restano la mia influenza maggiore. Oggi sei tu ad essere diventato una fonte di ispirazione: per Kurt Cobain, M. Ward e tanti altri. In verit non ho mai conosciuto Kurt Cobain e una delle soddisfazioni pi grandi avere un fan come Matt Groening. Ho incontrato gli Yo La Tengo e sono amico dei Butthole Surfers e dei Sonic Youth Soprattutto con i primi, mi diverto sempre molto. Quando eri giovane desideravi essere famoso. Che effetto ti fa esserlo davvero? fantastico. Lho sempre desiderato, soprattutto da adolescente, perch non volevo finire a lavorare in fabbrica, come accaduto per molti miei amici. Vengo da una famiglia povera, e per me stato un sogno quando, intorno alla met degli anni '80, ho trasformato la mia passione in lavoro. Ho una casa mia, dove vivo con la mia famiglia; non sono mai stato cos bene. splendido disegnare e ascoltare musica tutto il giorno! In basso Daniel Johnston e la copertina di Is and always Was, il suo disco del 2009. A destra, in alto, nellaltra pagina, la copertina del suo fumetto Space Ducks. Nelle pagine dieci comics per dieci artisti

ALIAS 21 APRILE 2012

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YOUTUBE, LERA DEL MUSICISTA AMATORIALE


di FRANCESCO ADINOLFI Un fenomeno che ormai quasi la norma. Rieseguire su YouTube e simili pezzi di artisti pi o meno noti. Una pratica orizzontale che investe un mondo di musicisti per diletto/caso mai registrata in passato. Non-artisti che recepiscono la possibilit di aprirsi a platee on-line vastissime e si lasciano tentare per il puro gusto di farsi sentire. Nientaltro. Caricano i loro video, si fanno riprendere o si auto-riprendono con una casualit disarmante dimostrando che questo il loro tempo: lera del musicista amatoriale. E il pubblico apprezza. Non interessato ad esecuzioni impeccabili ma ad un quasi feticistico e coraggioso stravolgimento

degli originali a cui abituato. Incuriosito, rapito. Del resto fare musica una pratica che coinvolge tutti: da chi acquista spartiti a chi riesegue in mutande al piano Heroes di David Bowie a chi ascolta. Che la tendenza a questa orizzontalit dei suoni sia in atto dimostrato anche dallaumento delle vendite di strumenti musicali non pi pensati e pubblicizzati - come in passato - per emulare Beatles o Oasis ma diretti a un pubblico finora poco corteggiato dalle grandi case di chitarre: gli amatori-amatori con nessuna velleit di trasformarsi in rocker da classifica, felici solo che qualcuno li ascolter. Anche grazie alla platea della rete gli strumenti escono cos dalla sala di registrazione e si accomodano in salotto o nella cameretta. Entrano nella vita. Se poi quella stessa rete e quegli stessi post serviranno da apriporta anche al dilettante che davvero sogna un duetto con Liam Gallagher ben venga. Comprendiamo anche lui.

COMICS ORCHID, SATANIKA, EVELYN EVELYN, SOF BOY

Note di carta. Dieci musicisti nel mondo del mostro-supereroe


Alternano le due passioni, suonano e usano la matita. Hanno pubblicato albi che grondano sangue, porno, mistero, ironia. E ben ritraggono chi li ha concepiti
di C. CO.

Un binomio non cos insolito quello del musicista/disegnatore; al punto che molti artisti lasciano scorrere in parallelo suoni e matita. Tra questi quello che fa pi sul serio Tom Morello, chitarrista dei Rage Against The Machine. Lo scorso novembre ha inaugurato la sua pubblicazione dal titolo Orchid, arrivata direttamente in cima alla classifica dei fumetti pi venduti. Sembra un incrocio tra Il Signore degli anelli e La battaglia di Algeri - ha dichiarato lautore -. Volevo creare una storia che avesse lo stesso impatto emotivo e lo stesso peso politico della mia musica. Una vicenda proiettata nel futuro, in cui Morello parla di un mondo in cui le acque sono cresciute fino a sommergere gran parte delle terre, la popolazione vive in aree circondate dalla natura selvaggia e i pi benestanti abitano in fortezze che li sopraelevano dal resto della societ. Orchid prevede 12 uscite, per ognuna delle quali Tom ha

scritto un brano che sar allegato gratuitamente a ciascun numero. Il fumetto di Courtney Taylor-Taylor, leader dei Dandy Warhols, uscito nel 2009 ma stato ristampato allinizio del 2012. One Model Nation la storia di una band (immaginaria) nata negli anni 70 a Berlino e ispirata a nomi di culto come Kraftwerk, Can e David Bowie. Nelle pagine la narrazione si lega a doppio filo con le vicende realmente accadute - del gruppo Baader Meinhof coinvolto in azioni di guerriglia al cuore di Berlino. Mistero e leggenda rock, accompagnate da Totalwerks, vol. 1 (1969-1977), album in puro stile The Man Machine realizzato per loccasione dallautore del fumetto. Qualcosa di completamente diverso invece da attribuirsi a Glenn Danzig (Misfits, Danzig, solista). Quando non impegnato con la musica, il musicista si dedica alla Verotik, la sua casa editrice horror porno. Tra i tanti titoli - tutti colmi di donne prorompenti e mostruose, malvagit in dosi massicce e immagini per over 18 - anche Satanika, la cui protagonista descritta dallautore come la ragazzaccia pi terribile e lurida mai esistita. Impossibile in questa sede non menzionare i Kiss che proprio per i loro tratti iconografici sono stati di frequente un soggetto ideale per il mondo dei fumetti. Incluso liniziale albo dedicato al gruppo dalla Marvel nel 1977 (il Super Special Kiss) con tanto di sangue dei singoli componenti della band mischiato al rosso della casa editrice (un notaio presiedeva all'atto). Una passione, quella per i comic book, che nel caso del bassista Gene Simmons ha superato col tempo il confine tra protagonista e autore. Nel 2007, infatti, The Demon ha chiuso un accordo con la Idw Publishing, dando vita alla Simmons Comics Group, una collana di fumetti trimestrali dedita in particolare al genere horror. Nel primo numero Gene Simmons House of Horrors la copertina era affidata a Todd McFarlane, il creatore di Spawn. Nel 2010, anche il figlio di Simmons, Nick, si dato ai fumetti ma la sua creazione

Incarnate ha fatto scalpore per alcune somiglianze un po troppo evidenti con il manga di Beach. In virt dell'uscita del suo primo album ufficiale, Crazy Clown Time, anche David Lynch pu rientrare in questa lista. Gi durante gli anni '70, l'artista Usa aveva trovato uno sfogo nei fumetti usati quasi come terapia

personale per esprimere le proprie emozioni. A quei tempi, e fino ai primi anni '90, Lynch aveva uno spazio sul L.A. Reader con la striscia The Angriest Dog in the World. Ogni episodio cominciava nello stesso modo: Il cane arrabbiato e non pu muoversi. Non pu mangiare. Dormire. Pu a mala pena ringhiare. Destinato a un perenne stato di tensione, sperimenta gi in vita la condizione del rigor mortis. E quello che seguiva erano quattro disegni sempre uguali, ma con un dialogo ogni volta diverso. Irrefrenabilmente visionario. Un altro veterano del fumetto, stavolta prestato direttamente dalla musica indie, Zak Sally, lex bassista di uno dei pilastri dello slowcore doltreoceano, i Low. Si dedicato fin da ragazzo ai comics attraverso la sua casa editrice La Mano 21 che pubblica fumetti disegnati, tra gli altri, da John Porcellino e Nate Denver. In particolare il musicista ha curato la serie Recidivist incentrata sullincrocio di sei storie, costruite sul tema della perdita, ma anche su segreti, pillole, tristezza, amore e persone la cui testa si trasforma in quella di una scimmia. Un cv, quello di Zak Sally che, tra le altre cose, annovera due candidature per lEisner Comic Award (uno dei premi statunitensi pi prestigiosi nel campo dei fumetti) e una cattedra come insegnante di comics al college di Arte e Design di Minneapolis. Dedito ai fumetti anche Archer Prewitt dei The Sea and Cake che si divide in ugual modo tra musica e illustrazioni. Gi colorista per la Marvel, Prewitt autore di Sof Boy, un mini fumetto nato nei primi anni '90, grazie al quale si aggiudic una candidatura agli Eisner Award. Credo di assomigliare molto a SofBoy, ed per questo che lho creato. Per elaborare le mie cattive azioni. Un antieroe, il protagonista, che ne ha passate di tutti i colori: dal cannibalismo alle prostitute. Evelyn Evelyn invece il nome dellunico fumetto, di questa lista, realizzato a quattro mani. Tutte

rigorosamente appartenenti a musicisti. Le menti del progetto sono la carismatica cantante dei Dresden Dolls, Amanda Palmer, e lartista folk Jason Webley, creatori del duo musicale Evelyn Evelyn (e omonimo album) e della misteriosa vicenda di Eva e Lynn Neville. Due sorelle siamesi con un destino incredibile, nate in circostanze particolari, segnate da un fato avverso ma poi divenute famose attraverso il media pi potente dei ventunesimo secolo: internet. Pubblicato alla fine dello scorso anno, il fumetto stato realizzato grazie alle illustrazioni dellartista Cynthia von Buhler. Toni decisamente meno noir, venati di fantascienza e autoironia, per la serie a fumetti di Jane Wiedlin, chitarrista di uno dei gruppi femminili Usa pi celebri del secolo scorso: le Go-Gos. Scritto con laiuto dellamico Bill Morrison (gi autore per i Simpsons e Futurama), Lady Robotika una sorta di autobiografia della musicista, filtrata attraverso lincontro con degli alieni che lanno trasformata in una terribile super eroina cibernetica. Infine, un vincitore degli Eisner Award: Gerard Way, cantante della band punk emo statunitense My Chemical Romance. Nel suo fumetto The Umbrella Academy (presto anche al cinema), uno sbandato gruppo di supereroi si riunisce dopo la morte del loro padre adottivo, Sir Reginald Hargreeves. Hargreeves, un alieno in incognito sotto le spoglie di un famoso imprenditore, raccoglie i membri dell'accademia poco dopo la loro nascita e li istruisce per salvare il mondo da una minaccia non specificata. Alla sua morte i membri proseguiranno il suo programma per la salvezza del pianeta. Tra horror e fantasy, in musica come su fumetto.

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RITMI
SUL CORTILE

SCIMMIE BALLERINE
di F. AD. innegabile che le scimmie siano gli esseri viventi - non umani - pi cool in circolazione e tra i pi celebrati del rock. Incarnano nella maggior parte dei pezzi il senso di libert che le foreste urbane ci hanno tolto, e anche labisso sociale/tossico (la scimmia sulla spalla) in

cui quelle stesse foreste ci hanno fatto precipitare. il caso di Too Much Monkey Business (lett. troppi tiri mancini), classico del 56 di Chuck Berry che ispirer dai Beatles ai New York Dolls. Lo sa bene John Lennon che sul White Album scrive Everybodys Got Something to Hide Except Me and My Monkey, in cui accusa le persone intorno di malignare sulla relazione con Yoko. Unode alla scimmia e alla vita semplice , invece, I sei Afterhours in una composizione fotografica di Elettra Mallaby. A sinistra la band, foto di Ilaria Magliocchetti Lombi

Apeman dei Kinks e Monkey Man dei Rolling Stones (anche se nel pezzo la condizione pre-umana potrebbe essere indotta da un brutto trip). Per i Pixies di Monkey Gone to Heaven (in Doolittle) la scimmia sale di livello e diventa metafora umana e divina: luomo chiede invano aiuto a un dio che ha abbandonato il suo gregge. Alla scimmia dentro di noi si riferisce, invece, Bruce Springsteen in Part Man, Part Monkey, vero inno musicalmente, ma il pessimismo che lo pervade finalizzato alla reazione, perch finch c' reazione c' vita. Il lavoro si apre con un pezzo tra i migliori dellintera carriera degli Afterhours, Metamorfosi, brano che musicalmente disegna anche quello che sar lo svolgersi dellalbum stesso, quasi schizofrenico, con pezzi datmosfera e melodici tipici del loro repertorio e derive di puro noise che riportano in qualche modo ai loro inizi ma solo un guardare indietro per andare avanti. Cos come il testo ci fa entrare subito nellumore tematico: La libert una cosa che bisogna comprendere di avere - se ce labbiamo veramente - e bisogna essere capaci di usarla. Internet, ad esempio, ci ha dato un'illusione di libert totale. Ci mette tutti sullo stesso piano, ci d l'illusione di poter dire e scrivere quello che vogliamo, ma ci rende anche innocui, ci tiene sul divano a scrivere invece che scendere in piazza. Prendi la campagna elettorale di Pisapia; a causa della mancanza di budget, si svolta tutta sul web, non certo attraverso i media, ed andata benissimo. La verit per che le cose sono cambiate quando ci siamo ritrovati in piazza. Al concerto c'erano 20mila persone e l abbiamo capito che la cosa si poteva fare. La settimana dopo, in piazza Duomo, eravamo 50mila. Quello che voglio dire che stato scendere in piazza che ci fatto prendere coscienza della nostra forza e che ci ha reso pericolosi, non Internet, che s un mezzo meraviglioso, ma anche l'eroina dei nostri giorni. Metamorfosi poi esprime anche il concetto di un cambiamento che avviene anche se tu non lo vuoi, tu cambi, inutile illudersi che non sia cos, e davanti a un cambiamento c' sempre un disorientamento. Padania, rispetto alle ultime produzioni della band, un album pi ostico, che necessita di pi ascolti: Ne siamo coscienti, ma ci sono brani, come i tre gi citati o La terra promessa, in cui pensiamo la gente potr riconoscercisi. Brani che raccontano storie. Spesso per per raccontare emozioni, tensioni, paura, disorientamento, troppe parole possono essere controproducenti, e allora vanno raccontate attraverso un suono, un modo di cantare, roba che produce un effetto emotivo forte, a livello interiore, e che sta alla base del concetto del rock'n'roll. Inoltre stavolta abbiamo scelto di lavorare in maniera diversa. Niente roba di getto, niente live in studio. Abbiamo lavorato ognuno per s scambiandoci i provini lun laltro. Avere una intimit, anche nella composizione, ci ha aiutato tantissimo. Siamo stati attenti a non perderla, questa emotivit, e abbiamo voluto preservare caos e tensione. Insomma, senza retorica, ci abbiamo lavorato parecchio stando molto attenti a non snaturare le intenzioni, e una volta chiuso siamo stati felici della riuscita come da anni non ci capitava, Padania suona esattamente come volevamo. E proprio un modo di cantare diverso, che va a esplorare nuove frontiere, una delle cose che colpisce maggiormente, gi a partire dalla stessa Metamorfosi. In molti mi dicono che ricorda Demetrio Stratos e mi fa piacere, ma lui inarrivabile. Semmai, avendo ascoltato moltissimo Diamanda Galas negli ultimi tempi, ho cercato di esplorare certi mondi, certe vocalit. Quello che mi interessa di pi in unartista come Diamanda Galas che, mentre Stratos a un certo punto sperimenta, utilizza la voce come strumento, lei invece struttura sempre le sue cose, ed questo ci con cui mi volevo confrontare. In questo disco ho cominciato a farlo e magari nel prossimo andr ancora pi in l, chi lo sa. Daltronde in tutti questi anni ho esplorato il mio modo di cantare a destra e a manca e stava cominciando a diventare un po' macchiettistico, per me stesso. Era giunto il momento di prendere un'altra direzione.

INCONTRI UN DISCO SULLE TENSIONI E LE PAURE DI UNA NAZIONE

Afterhours, lo stato I FRIARIELLI che non c

NAPOLI Nennella Vicolo Lungo Teatro Nuovo 103 (tel. 081414338). Esiste dal primo dopoguerra, indiscussa reginetta dei Vicoli spagnoli, quelli che si inerpicano ondivaghi su da via Roma, a quel tempo via Toledo. Passa lu tiempo e lu munno savota. Ci si assiepa numerosi in qualsiasi stagione dellanno, mischiandosi tra turisti con Routard sotto braccio, residenti del rione, cittadini della Napoli bene. Menu fisso imposto da Ciro e familiari, insieme a una pioggia di improvvisazioni che farebbero invidia al Lello Arena della prima ora. Antipasto napoletano dove troneggiano gustosissimi crocch, pasta e patate, alici fritte, pesce arrosto, salsiccia con friarielli. Il conto si inventa sul momento e raramente supera i 12 euro. Prima di andar via, lasciare la mancia: la cerimonia del canestro che scende dal soffitto con un grazie gridato allunisono, chiude magistralmente il sipario. Bonus: un allegro senso di gioco napoletano delle parti. Malus: dentro c uno spreco di decibel. Voti: cucina 7; ambiente 6; servizio: 7. ROMA Osteria Bonelli Via dell'Acquedotto Alessandrino 172 (tel. 3298633077). I turisti di certo non ci mettono piede. Male, perch perfino qui, nel cuore di Torpignattara, quartiere non proprio elegante della citt, Roma offre uno spettacolo non da poco: lAcquedotto alessandrino, costruito per approvvigionare le terme di Nerone e ancora l dopo due millenni. A pochi passi, c una delle migliori osterie di Roma. Per noi, che soffriamo il pittoresco spacciato per romanit, trovare unosteria verace, popolare e persino buona una sorpresa non da poco. Merito forse della conduzione familiare dei due fratelli, uno in sala e uno ai fornelli. In tavola arrivano piatti tipici come gricia, coratella o trippa. La carta dei vini piccola ma accettabile. Qui non ci starebbe affatto male qualche stornello romano, cos, tanto pe cant, perch me sento un friccico ner core. Bonus: porzioni abbondanti. Malus: chiasso e affollamento. Voti: cucina 7; ambiente 7; servizio 7. ROMA Zoc Via delle Zoccolette, 22 (tel. 0668192515). uno dei locali pi belli di Roma, con mobilio retr e uno straordinario cortile interno. E uno dei meno conosciuti. Nato da qualche anno, ha scontato diversi cambi in cucina e una gestione un po zoppicante. Ora prova a rifarsi, con la consulenza degli chef Angelo Troiano e Giulio Terrinoni. Propone una cucina a chilometro zero, passando per piazza Vittorio. Allusione, per i non romani, al mercato multietnico per eccellenza. Gi, perch da Zoc il piatto meticcio. A parte la discutibile spiritosaggine di scrivere calbonala, la ricetta romana per eccellenza viene trasformata in spaghetti di soia conditi con guanciale, rosso duovo, salsa di soia e a lemongrass. Ai fornelli lo chef ecuadoregno Cristhian Antegalarza. Qui la musica bandita: si cena rigorosamente in silenzio, soprattutto nel cortile dopo la rivolta dei condomini che hanno inondato i commensali di uova, ortaggi e secchi dacqua. Bonus: le bici a disposizione dei clienti. Malus: il meticciato delle ricette a volte troppo ardito. Voti: cucina 6,5; ambiente 8; servizio 7. www.puntarellarossa.it

di ROBERTO PECIOLA

Lincontro previsto per le 14 in un hotel sul Lungotevere, a Roma. Loccasione luscita del nuovo, decimo album degli Afterhours, forse la rock band italiana pi importante e influente degli ultimi quindici anni. Manuel Agnelli, il vocalist, leader e portavoce del gruppo milanese ci attende con la solita affabilit, capelli lunghi e lisci come un tempo, completamente in nero. Il disco ancor prima di essere pubblicato sta gi facendo parlare di s, oltre che per la logica attesa - lultimo lavoro, I milanesi ammazzano il sabato, risale ormai a quattro anni fa - anche, soprattutto, per un titolo che, volontariamente o no, si adatta perfettamente ai tempi: Padania. Sapevamo che intitolandolo cos avremmo scatenato un mezzo putiferio - esordisce Agnelli -. Lo abbiamo fatto anche apposta, e devo dire che gli sta portando una bella sfiga. Il titolo nato prima del disco stesso, volevamo creare un concept, perch crediamo molto nella formula album, anche se pu sembrare anacronistico. Il musicista, lartista in genere, in questo momento deve raccontare storie, non tanto o non solo prendendo posizione, ma facendo informazione, perch sui telegiornali o sui giornali non ci trovi lo stato danimo della gente, la loro paura, il panico, la mancanza di punti di riferimento. L ci trovi solo una narrazione "tecnica"( successo questo, successo per questo ecc.), ma niente sulla vita persone. Fare informazione sulle tensioni delle persone pu far s che queste si sentano legittimate ad agire. Eravamo al premio Agenda Rossa Paolo Borsellino, e il fratello Salvatore ci ha raccontato di come Borsellino dicesse sempre, e lo ha anche scritto, che a sconfiggere la mafia sar la cultura, non le forze dellordine o i giudici, ma la cultura. Il fatto che per la cultura nel nostro paese un bene di lusso, mentre invece dovrebbe essere la cosa su cui pi investire; lunico modo che abbiamo per risolvere i problemi sociali che ci affliggono, perch permettere alle persone di avere dei punti di vista, di sviluppare una capacit analitica e la necessaria lucidit per arrivare a comprendere certe cose, aiuta a curare le tensioni sociali, pi di qualsiasi altra cosa. Volevamo fare un disco che raccontasse le tensioni, non gli eventi, a quello ci pensate voi, non il nostro compito. E da l nata l'idea di Padania, l'idea di raccontare uno stato che non esiste e che per

presente; uno stato interiore, non esiste ma c' e riguarda tutti, non solo la gente del nord, e non solo l'Italia. una condizione interiore. Nella vita si cerca di raggiungere dei risultati che sono solo pratici, professionali, economici, che ci diano potere e il controllo della nostra vita. Padania rappresenta proprio questo tipo di situazioni, perch l'immaginario della Padania efficientismo a tutti i costi, tolleranza zero verso gli altri, realizzazione del progetto personale fregandosene del resto. Ed una parola che anche tecnicamente evoca cose molto precise, ha un'accezione politica e territoriale molto forte, ma ha anche un'accezione negativa forte. Inoltre volevamo parlare di una cosa che ci appartenesse, e farlo in maniera negativa. Noi siamo circondati da questa roba, soffriamo di questa roba, siamo schiacciati da questa roba, per cui ci sentiamo legittimati a parlarne, a usarla come metafora per dei discorsi pi generici, pi universali, che con questo titolo, con questo tipo di direzione, prendono una personalit. In questo senso uno dei brani pi forti del disco Costruire per distruggere, un pezzo particolarmente caro al cantante: Insieme a Padania la canzone cardine del disco, oltre ad essere la mia preferita in assoluto. un quadro, un affresco della realt che ci circonda. Mentre Padania racconta dello stato interiore di una persona che lotta tutta la vita, vince tutte le medaglie che deve vincere e poi si dimentica perch doveva vincerle, e alla fine dei suoi giorni rimane re senza mai essere stato se stesso, Costruire per distruggere un po' l'impressione che si ha sulla gente che prima appoggia qualcuno, lo eleva, e poi quando questo cade lo prende come scusa per il proprio malessere, per la propria rovina. In questo senso rappresenta anche la retorica e l'ipocrisia di tutto un popolo. Come dico in un altro brano, lItalia "una terra meravigliosa ma un brutto paese". Pu sembrare strano a parlarne cos, ma non un pezzo nichilista, pessimista, certo, ma non nichilista. Insomma, in questo disco c molta rabbia, anche

Esce Padania, il nuovo lavoro della band milanese. Sapevamo che il titolo avrebbe scatenato un putiferio. Rappresenta la metafora di un popolo che lotta per conquistare medaglie effimere

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evoluzionista (i preti scendano dal pulpito e guardino cosa succede in strada). E se la scimmia di Rufus Thomas balla da matti in Can Your Monkey Do the Dog? (classico r&b della Stax, 1964), quella di Peter Gabriel rimanda - o cos sembra nel clip di Shock the Monkey - a una giungla dove almeno sempre certo il ruolo del serpente e del suo cacciatore. Intervistato dichiarer che quella scimmia rappresentava la gelosia. AU BOTH LIGHTS (Leaf/Goodfellas) Il primo aggettivo che ci venuto in mente ascoltando il nuovo, terzo lavoro, del duo con base a Portland, Oregon, stato notevole. In effetti Both Lights un album complesso e maturo, in cui i riferimenti, seppur vari, sono miscelati e inseriti in un unicum sonoro che ne fanno un prodotto decisamente personale. Pianoforte, tastiere, chitarre lap steel, voce e molto altro evocano ambienti aperti e sconfinati. Tra sperimentazione e minimalismo, tra krautrock e Talking Heads, un gran bel disco. (r.pe.)

ULTRASUONATI DA STEFANO CRIPPA LUCIANO DEL SETTE GIANLUCA DIANA GUIDO FESTINESE ROBERTO PECIOLA MARCO RANALDI

DI ALESSANDRO MICHELUCCI

ROCK

Il fuoco blues dello sciamano


Ci siamo occupati di David Eugene Edwards e delle sue creature sonore, 16 Horsepower prima e Wovenhand poi, in pi di unoccasione. E sempre rimarcando un concetto assoluto, Edwards uno dei pi grandi e ispirati artisti del nostro tempo. uno che sa scrivere da decenni canzoni di bellezza quasi inaudita, brani che la sua voce profonda rende ancora pi intensi e unici. Chi lo ha visto poi dal vivo sa che il suo carisma va al di l dei soliti clich del rocker, con i suoi tic, i suoi scatti da folle sciamano che rendono ogni suo concerto una vera esperienza. Chi invece non lo ha mai visto ha loccasione per rifarsi con Live at Roepan (Glitterhouse), un cd abbinato a uno splendido dvd, che coglie in pieno lessenza e la magia del suo universo musicale, fatto di folk, di blues, di rock e di oscure presenze. Meraviglioso! Con Nocturniquet (Warner) arrivano invece al sesto disco i Mars Volta, band cardine del nuovo progressive rock. Fedeli a uno standard che li vede alternare buone prove a cose decisamente pi scadenti rilasciano un disco interessante, dove abbandonano certe idee un po stantie e tentano la strada di un sound vagamente pi accessibile. E il risultato pi che apprezzabile. (Roberto Peciola)

RANDY CRAWFORD & JOE SAMPLE LIVE (Pra Records/Egea) Un quartetto delle meraviglie per gli amanti del pop sofisticato con contaminazioni jazz e soul - insieme per un tour quattro anni fa ora testimoniato anche su cd. Capitanato dalla voce di Randy Crawford e dal piano di Joe Sample, completato da Steve Gadd alla batteria e dal basso di Nicklas Sample, un puro distillato di classe versione live centellinato da varie performance del Nord Europa. Non manca Street Life, evergreen della Crawford scritto da Sample con Will Jennings. (s.cr.) HENRY JACKMAN PUSS IN BOOTS (Sony Classical) Fra riferimenti spagnoleggianti e tanta, tanta fantasia, il compositore Henry Jackman narra le gesta del gatto pi famoso dei cartoon, quello con gli stivali, con grande piglio e divertimento. Cos, quella che dovrebbe essere una partitura di genere, diventa invece un vero lavoro sinfonico, fatto bene, con criterio e curiosit. Insomma, con i grandi riferimenti Disney factor alle spalle, finalmente anche nel grande e fantasmagorico mondo dei cartoon non Disney, si ascoltano musiche applicate con grande professionalit. (m.ra.) ADA MONTELLANICO SUONO DI DONNA (Incipit Records/Egea) Una delle Signore del jazz italiano capaci di spaziare in modo creativo fuori dai recinti del classico, scommette su questo album realizzato in collaborazione artistica (arrangiamenti e tromba) con Giovanni Falzone. E la scommessa non mica roba da ridere, perch la poliedrica voce della Montellanico affronta pezzi da novanta che rispondono al nome di Carol King, Ani DiFranco, Bjrk, Joni Mitchell e, non certo ultima, Carmen Consoli. Poi ci mette anche, e bene, del suo (musica e parole, complicit di Falzone) in Meteora e Trepido sguardo. Godetevi lascolto di Bird Alone di Abbey Lincoln. (l.d.s.)

JAZZ

INDIE POP

FOLK ITALIA

Catalizzatori estemporanei
Figura di riferimento per il jazz di ricerca la contrabbassista e compositrice Silvia Bolognesi. Un album del 2010 gi la mostrava, con il suo Open Combo, in questo ruolo maieutico e catalizzatore: Large (Fonterossa Records). Tutte sue le 15 composizioni con relativi arrangiamenti, inframmezzate da conduction guidate da Dimitri Grechi Espinoza, Piero Bittolo Bon, Tony Cattano e Cristiano Arcelli. La capacit di unire scrittura e improvvisazione, struttura e invenzione estemporanea si perfezionata nel cameristico Saragolla (Musica delle Sfere) del Test Quintet; riunisce S. Tesi (batteria), T. Cattano (trombone), M. Colonna (clarinetto basso), la Bolognesi e M. Schiavone (piano), autori-esecutori di qualit e interplay, alfieri di una musica originale che guarda alle avanguardie jazz, alla pluralit sonora e non sposa il canone dellhard-bop. Ha il sapore di una dinamica consacrazione Hear in Now (Rudi Records), in cui Silvia Bolognesi suona con la violoncellista Tomeka Reid e la violinista Mazz Swift, provenienti dallarea Aacm. Grande spontaneit e capacit di narrazione, un limpido e profondo intersecarsi di melodie, temi e ritmi con echi blues, jazz, folk e classici. (Luigi Onori) TOBA TOBA (Setola di Maiale) L'etichetta che affianca al nome l'esplicita dichiarazione d'intenti musiche non convenzionali pubblica questi bei nastri, risalenti al 2005. C' la voce cangiante e un po' da streghetta di Patrizia Oliva, gi nelle Allun e in Rosas y Tulipanes, c' l'apporto cruciale di Tommaso Rolando e Marco Ravera, che arrivano dai Calomito, interessante e azzardata formazione rock indipendente, gente che ben ricorda rigore e fantasia rock in opposition che fu. (g.fe.)

Sintetizzando lelettronica
La Norvegia continua a proporsi come fucina di artisti. Dal jazz allavanguardia, dal pop al metal ecc., il paese scandinavo sforna musicisti a ripetizione, e spesso di ottimo livello. Qualche anno fa fu la volta dei 120 Days, un combo che guardava alla lezione electro-dark-wave, space e krautrock. Grande successo dalle loro parti e buoni riscontri in Europa. Oggi la band torna con il secondo lavoro, intitolato semplicemente II (Splendour/Family Affair), che prosegue su unonda che lambisce sentieri dance la Giorgio Moroder. Lelettronica presente anche in Plays Jay Dee (Orisue), nuovo lavoro del duo di Brooklyn Live Footage. Qui per messa al servizio di un sound pi rilassato e sofisticato, accanto ad archi, contrabbassi e batteria acustica. Otto cover del produttore Jay Dee, melodie orecchiabili che girano su brani strumentali dal forte impatto, ma ciononostante un disco di non facile ascolto. Sintetizzatori e batteria elettronica in primo piano anche con la prima fatica dei parigini Tristesse Contemporaine dallomonimo titolo (Pschent/Audioglobe). I Kraftwerk sono ben pi che una suggestione, ma pi in generale lalbum si rivolge a una forma synth pop pi anni Settanta che Ottanta. (Brian Morden) TURCHI ROAD ENDS IN WATER (Devil Down Records) Interessante esordio per questo trio capitanato da Reed Turchi. Il giovane cantante e chitarrista del North Carolina leader di un trio elettrico che fa dellhill country blues la propria essenza. Punti di riferimento le chitarre di Kenny Brown e le ossessioni ritmiche delle Hills. Dieci brani, di cui oltre la met autografi. E ben vengano standard come Keep Your Lamp Trimmed and Burning e Shake em, se suffragati da perle come Keep on Drinking e Juniors Boogie. (g.di.)

Emozioni mediterranee
Pi d'un ventennio di lavoro, per i catanesi Lautari, in quel complesso mondo che sta tra tradizione popolare e re-invenzione della stessa, e non si parla solo di note siciliane: se pensate che ci possa essere una stilla di stanchezza, ascoltate il nuovo deflagrante C'era cu c'era (Narciso Records), settimo disco, peraltro arricchito da un folgorante cammeo di Carmen Consoli, e ospiti assortiti. Un altro gran disco, da ascoltare d'un fiato per poi tornarci mille volte il nuovo lavoro di Anna Cinzia Villani, la pi potente ed emotiva tra le giovani voci emerse dalla scena salentina. Fimmana, mare e focu! esce per AnimaMundi edizioni, casa editrice di Otranto (film e libri, oltre ai cd) che non sbaglia un colpo dagli inizi, nel 2002. Cd tutto dedicato a figure femminili della quotidianit, al solito trasfigurate in un canto da Gran madre mediterranea. Si torna in Sicilia con un altro disco necessario, Anime migranti (Finisterre) dell'ennese Mario Incudine, ottimo attore e uomo di spettacolo oltre che cantautore. Anche qui, gran parata d'ospiti: a partire da Edorado De Angelis fino ad arriva a Faisal Taher. (Guido Festinese) YETI LANE THE ECHO SHOW (Clapping Music/Goodfellas) Hanno perso il leader e fondatore e sono rimasti in due, ma i parigini Yeti Lane sembra non abbiano risentito affatto della mancanza del loro fondatore e tornano con un disco, il secondo, di ottima fattura. Shoegaze, dream e synth pop, e sprazzi di psichedelia si fondono in questo The Echo Show che si apre con lazzeccatissima Analog Wheel e va avanti lungo dodici brani tutti perfettamente a fuoco. Sorprendente. (r.pe.)

LINGUE SCIOLTE
Alla fine degli anni Settanta, quando comparve Alan Stivell, nessuno poteva immaginare che quello fosse l'inizio di una trasformazione culturale profonda. Non soltanto in termini musicali, ma anche linguistici. Con il passare del tempo, infatti, sono emersi artisti galleghi come Carlos Nuez, lapponi come Mari Boine, occitani come Lou Dalfin, fino al recente successo mondiale di gruppi tuareg come Tinariwen e Tartit. Un fenomeno culturale di questa portata meritava che qualcuno lo raccontasse, ricomponendo i mille rivoli che si sono intrecciati durante gli scorsi decenni. A farlo ha provveduto Marco Stolfo, un valido studioso friulano, che ha pubblicato La m lenghe e sune il rock (e no dome chel) Fril, Europe [La mia lingua suona il rock (e non solo quello). Friuli, Europa]. Edito da Informazione Friulana, questo il primo libro sulle espressioni musicali recenti delle culture minoritarie europee che viene pubblicato in Italia. Come impone un'elementare coerenza, l'opera bilingue (italiano/friulano). Il libro dedica ampio spazio al Friuli, analizzando tutte le espressioni musicali legate alle lingue minoritarie della regione: quindi non soltanto il friulano, ma anche lo sloveno e il tedesco. In questo panorama troviamo artisti come Lino Straulino, Luigi Maieron, Loris Vescovo e l'indimenticabile Giorgio Ferigo. Accanto a questi, gruppi come Mitili FLK (poi FLK), Arbe Garbe e Bande Tzingare. Il panorama europeo spazia dalla Sardegna al Galles, dalla minoranza albanese dell'Italia meridionale ai lapponi. Al libro allegato un cd che propone una selezione di musica friulana cantata nelle tre lingue suddette e di quella albanese, ladina, occitana e sarda. Un'opera di grande rilievo culturale, un libro che mancava.

ON THE ROAD
The Maccabees
La indie pop band inglese presenta il nuovo album Given to the Wild, tra Coldplay e Arcade Fire. Firenze MERCOLEDI' 25 APRILE (VIPER) Bologna GIOVEDI' 26 APRILE (ESTRAGON) Ciampino (Rm) VENERDI' 27 APRILE
(ORION)

A CURA DI ROBERTO PECIOLA CON LUIGI ONORI SEGNALAZIONI: rpeciola@ilmanifesto.it EVENTUALI VARIAZIONI DI DATI E LUOGHI SONO INDIPENDENTI DALLA NOSTRA VOLONT

Arbouretum
La band Usa con il loro rock psichedelico di nuovo nel nostro paese. Savignano sul Rubicone (Fc)
MERCOLEDI' 25 APRILE (SIDRO) Roma GIOVEDI' 26 APRILE (CIRCOLO DEGLI ARTISTI) Vigonovo (Ve) VENERDI' 27 APRILE (STUDIO 2)

The Asteroids Galaxy Tour


Rock, pop, funk e elettronica per la band danese. Milano MERCOLEDI' 25 APRILE (MAGAZZINI
GENERALI)

Enrico Rava Tribe


Lultima formazione del trombettista, Tribe, si esibisce nel raccolto scenario del club ferrarese. Ferrara VENERDI' 27 E SABATO 28 APRILE
(JAZZ CLUB)

Offlaga Disco Pax


Il Gioco di societ del trio reggiano. Verona SABATO 21 APRILE (INTERZONA) Bologna MARTEDI' 24 APRILE (ESTRAGON) Brescia SABATO 28 APRILE (VINILE 45)

Restando in tema di minoranze europee, ma spostandoci su un terreno pi specialistico, merita molta attenzione Tre voci per pensare il mondo. Pratiche polifoniche confraternali in Corsica (Nota, Udine 2011). Il libro rappresenta il pi stimolante risultato editoriale del programma IN.CON.TRO, che negli anni scorsi ha coinvolto studiosi italiani, sardi e corsi. Curato da un etnomusicologo prestigioso come Ignazio Macchiarella, il volume colma un vuoto, permettendoci di conoscere la tradizione polifonica corsa, ancora poco nota in Italia. L'opera ospita una ricca variet di contributi, fra i quali spiccano quelli di Toni Casalonga, Fabrizio Giannini e Roland Luciani.

Bologna GIOVEDI' 26 APRILE (LOCOMOTIV) Roma VENERDI' 27 APRILE (CIRCOLO


DEGLI ARTISTI)

Caparezza
Il nuovo tour del rapper di Molfetta. Catania SABATO 21 APRILE (PALACATANIA) Genova MARTEDI' 24 APRILE (105 STADIUM)

Casa del Jazz


Liniziativa Les jours de France Rome offre i concerti dei gruppi di Riccardo Del Fra e Aldo Romano. Il compleanno della Casa del Jazz viene festeggiato con concerti gratuiti (dalle ore 12) dei docenti e allievi di S. Cecilia. Il 28 il pianista- trombettista Dino Rubino presenta in trio Zenzi, dedicato a Miriam Makeba. Roma SABATO 21, DOMENICA 22, MERCOLEDI'
25 E SABATO 28 APRILE (CASA DEL JAZZ)

Motorpsycho
Torna in Italia la band norvegese per presentare il nuovo lavoro, che molto deve alla psichedelia e al prog rock. Madonna dell'Albero (Ra) LUNEDI'
23 APRILE (BRONSON) Livorno MARTEDI' 24 APRILE (THE CAGE) Mezzago (Mb) MERCOLEDI' 25 APRILE (BLOOM)

The Twilight Sad


La rock band scozzese ha cambiato sonorit e si spostata dal rock verso l'elettronica. Firenze SABATO 21 APRILE (FLOG) Roma DOMENICA 22 APRILE (COFFEE POT) Torino LUNEDI' 23 APRILE (SPAZIO 211) Vigonovo (Ve) MARTEDI' 24 APRILE
(STUDIO 2)

Peasant
In Italia il cantante e autore da cameretta Damien DeRose, in arte Peasant. Schio (Vi) VENERDI' 27 APRILE (CENTRO
STABILE DI CULTURA) Trieste SABATO 28 APRILE (TETRIS)

Marlene Kuntz
Dopo la performance sanremese torna dal vivo la rock band piemontese. Taneto di Gattatico (Re) SABATO
21 APRILE (FUORI ORARIO) Perugia MARTEDI' 24 APRILE (URBAN)

Killing Joke
Nuovo album, MMXII, per una delle band pi controverse del post punk inglese. Firenze SABATO 21 APRILE (VIPER) Ciampino (Rm) DOMENICA 22 APRILE
(ORION)

Fred Frith
Il chitarrista e compositore inglese, gi leader degli Henry Cow. San Vito di Leguzzano (Vi) SABATO
21 APRILE (CENTRO STABILE DI CULTURA) Roma LUNEDI' 23 APRILE (TEATRO VASCELLO)

Steve Hackett
Lo storico chitarrista dei Genesis si ripresenta in Italia con la sua Electric Band. Schio (Vi) SABATO 21 APRILE (TEATRO
ASTRA)

Subsonica
La band torinese impegnata in un tour di primavera. Mantova SABATO 21 APRILE (PALABAM) Assago (Mi) LUNEDI' 23 APRILE
(MEDIOLANUMFORUM)

A Tribute to Ray Charles


Un ricordo affidato a Kevin Mahogany, Jocelyn B. Smith, la Mahler Chamber Orchestra e la titolata WDR Big Band. Milano LUNEDI' 23 APRILE (TEATRO
ALLA SCALA)

Daniel Johston
davvero un personaggio particolare il cantante e autore statunitense... Roma LUNEDI' 23 APRILE (PIPER)

Genova DOMENICA 22 APRILE (TEATRO


POLITEAMA)

Marcus Miller/ Medeski, Martin & Wood


Al Parco della Musica suona il bassista e compositore Marcus Miller, che deve molta della sua fama al sodalizio con Miles Davis. Due giorni dopo di scena il trio Medeski, Martin & Wood, gruppo che combina sperimentazione e modernariato sonoro. Roma GIOVEDI' 26 E SABATO 28 APRILE
(AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA)

Torino GIOVEDI' 26 APRILE (PALAOLIMPICO) Casalecchio di Reno (Bo) VENERDI'


27 APRILE (UNIPOL ARENA) Roma SABATO 28 APRILE (PALALOTTOMATICA)

Musicus Concentus
Per la rassegna P. Damiani ed E. Righini guidano lEnsemble jazz dei Conservatori di Roma, Amsterdam e Rovigo, seguiti da R. Gatto/M. Ionata/F. Puglisi. LEnsemble si esibisce anche in altre citt Roma DOMENICA 22 APRILE (CONSERVATORIO
DI S. CECILIA)

Beth Jeans Houghton


Debutto discografico per l'eccentrica artista folk britannica, accompagnata dai suoi The Hooves of Destiny. Conegliano Veneto (Tv) SABATO
21 APRILE (APARTAMENTO HOFFMAN)

Michael Gira
Torna nella Penisola il fondatore degli Swans, special guest Kristof Hahn. Lido Adriano (Ra) VENERDI' 27 APRILE
(CISIM)

Giardini di Mir
La post rock band reggiana tornata con un nuovo lavoro dal titolo benaugurante, Good Luck. Roncade (Tv) VENERDI' 27 APRILE (NEW
AGE)

Roma DOMENICA 22 APRILE (LOCANDA


ATLANTIDE)

Firenze GIOVEDI' 26 APRILE (SALA VANNI) Grosseto VENERDI' 27 APRILE (TEATRO


DEGLI INDUSTRI)

Firenze SABATO 28 APRILE (SALA VANNI)

Bologna SABATO 28 APRILE (LOCOMOTIV)

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ALIAS 21 APRILE 2012

REQUIEM PER UN DANNATO

Pedro il maledetto che smascher il calcio


di MATTEO LUNARDINI

Carlo Petrini, attaccante anni settanta di Genoa, Milan, Torino, Roma e molte altre squadre ancora, si arreso luned scorso. Ammazzato dal calcio. Il dio del pallone, come lui stesso raccont in un celebre libro per la Kaos Edizioni, capace di portarti in cielo e poi farti scivolare nel fango. Senza piet. Di lui si detto molto: calciatore maledetto, viveur, immorale, uomo del male capace di qualunque nefandezza; ma anche fustigatore delle porcate del calcio, uno che per riconciliarsi col mondo aveva deciso di raccontare tutto, di vuotare il sacco. Insomma, una vita a due facce come quella di Jean Valjean ne I Miserabili. Prima dannato e poi votato al senso di giustizia. Prima Pedro e poi Carlo Petrini. Anche lui aveva infatti sbagliato, cedendo ai peggiori miti del successo, truccando le partite (fu squalificato in seguito allo scandalo del calcio scommesse del 1980) e dopando il suo corpo perfetto da atleta. Ne aveva subito le conseguenze, venendo massacrato dalla stampa, subendo dolori inenarrabili, perdendo un figlio e rifiutandosi di abbracciarlo unultima volta, perch lui intanto scappava per lEuropa braccato da una sentenza di morte della malavita. La sua faciloneria nel sottoporsi a tutte le cure che i medici proponevano ne aveva minato il fisico, rendendolo quasi cieco. Ne era seguita una lunga malattia, certo in sintonia con quella logica di autodistruzione che sempre stata la chiave di volta della vita di Carlo. Lo scrisse, scrisse tutto, nomi date partite soldi medicinali, senza omettere alcunch, senza piet per quel calcio che lo aveva rovinato, e che in un certo senso lui voleva a sua volta rovinare. Lo scrisse alla maniera del buon toscano, prendendo per i fondelli, raccontando anche i risvolti pi os, mischiando il boccaccesco (Piedi nudi. Calcio e sesso, scopate e pallonate), linchiesta (Il calciatore suicidato. La morte senza verit del centrocampista Donato Bergamini), A destra, un tiro di Carlo Petrini ai tempi le memorie (Nel fango del dio della Roma. Nella foto grande, giovanissimo pallone), la poesia (Alla ricerca di con la maglia del Milan. Diego, Edizioni Afe): in pratica Nella pagina accanto, con la casacca inventandosi uno stile, a met di Torino e Catanzaro strada tra il saggio e il vernacolo, che senza di lui non sar pi replicabile. Scrivere per Carlo era infatti unoperazione a pi facce, ma prima di tutto personale. Era mostrare ci che rimane del pallone una volta che si toglie il velo dellipocrisia. Le menzogne, il finto agonismo, la artefatta purezza dei campioni, il loro vitellonismo misogino, le droghe e il doping, i favori, le combine, il dietro le quinte. Era avvertire i giovani. E siccome, come diceva lui, se i giocatori raccontassero tutto, il calcio non andrebbe avanti sulle sue inchieste si sempre abbattuto loblio, o peggio il fango della denigrazione. Se i suoi libri diventavano spettacoli teatrali non venivano recensiti. Se descriveva con dovizia di informazioni la faccia oscura del calcio, veniva trattato dal solito che le spara grosse per farsi pubblicit. Eppure, cosa di cui sempre si stupiva, fino a qualche tempo fa nessuno lo aveva mai querelato per le sue inchieste e denunce. Nemmeno quando raccont i risvolti del Calcioscommesse 1980, descrivendo la combine di Bologna-Juventus (compromessa da una dormita del portiere Zinetti e riaggiustata grazie a un prodigioso autogol di Brio). Oppure quando rifer della corruzione del teste, da egli stesso perpetrata davanti al cancello 5 di San Siro, che permise alla Juventus di salvarsi dalla retrocessione. Ma non solo. Dopo le sue denunce sul doping (Scudetti dopati, la Juventus 1994-98: flebo e trofei) venne chiamato dal procuratore

Una carriera dissennata negli anni 70 tra doping e imbrogli. Poi la malattia e la scelta di vuotare il sacco sul lato oscuro dello sport. Ricordo di Carlo Petrini

Guariniello e si mise subito a disposizione. Corse al capezzale dei tanti calciatori suoi coevi che intanto morivano di strane malattie (aderendo allAssociazione vittime del doping fondata dalla figlia di Bruno Beatrice, l'ex centrocampista della Fiorentina morto di leucemia a soli 39 anni). Concorse alla riapertura del caso di Donato Bergamini grazie a un libro inchiesta che sbugiard una sentenza troppo frettolosa. Fustig il Milan di Berlusconi (Le corna del diavolo). Ma soprattutto fu il primo vero nemico di Moggi. Carlo Petrini infatti, per una strana ironia della storia, era nato a Monticiano (Siena) e abitava a pochi metri da Moggi. Davvero una jattura per Big Luciano. Che lo ebbe sempre alle costole. Fu lunico che si permise di querelarlo. E cui Carlo, nel suo ultimo libro (Lucianone da Monticiano, appena uscito per la Kaos Edizioni) risponde cos: A differenza del mio compaesano Lucianone, io non sono il tipo che infierisce sulla gente in difficolt, e oggi il signor Moggi in disgrazia: radiato dal calcio, e con una raffica di condanne sul gobbo (per la Gea, per minacce, per Calciopoli), sia pur non ancora definitive. Per lassurdit della querela che mi ha mandato, il potere che ancora mantiene a livello mediatico, la faccia di bronzo che continua a esibire in giro, e la capacit dellopinione pubblica di dimenticare, mi hanno convinto della necessit di dedicargli queste pagine. Perch voglio che fra trenta e quarantanni la generazione dei miei nipoti possa trovare questo libro in qualche biblioteca e leggere le gesta quelle vere e senza censura, cio quelle delinquenziali accertate dai carabinieri a proposito della sua associazione a delinquere del mio celebre compaesano Luciano Moggi da Monticiano.

ALIAS 21 APRILE 2012

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LA MEDAGLIA DI OBAMA PER PAT SUMMITT


Barack Obama adora il basket e i giganti dei canestri ma questa volta la sua passione per la palla a spicchi centra fino a un certo punto. Il presidente degli Stati uniti ha deciso di conferire la Medaglia presidenziale della libert (la massima onoreficenza riconosciuta a un civile) a Pat Summitt,leggenda vivente del basket universitario americano. 59 anni, 38 dei quali passati ad allenare le ragazze dellUniversit del Tennessee, mercoled scorso Summitt ha annunciato il suo ritiro dopo aver appreso nove mesi fa di essere affetta da una forma iniziale di Alzheimer. Ex giocatrice negli anni settanta, con le sue 1098 vittorie alla guida delle Lady Vols Summitt lallenatrice pi vincente del college basketball Usa, uomini compresi: 8 titoli Ncaa in carriera, un argento olimpico da giocatrice (Montreal 1976) e un oro in panchina (Los Angeles

1984), una sfilza di record ineguagliabili. Obama ha deciso di premiarla non solo per la sua carriera ma per il coraggio di affrontare pubblicamente la battaglia con lAlzheimer. Il dono di Pat sempre stato quello di spingere le persone intorno a lei verso nuovi traguardi - ha scritto in una nota linquilino della Casa Bianca - in 38 anni il suo approccio unico alla pallacanestro ha prodotto successi imparagonabili sul campo e una lealt senza pari da parte di chi ha avuto a che fare con lei. La sua carriera in panchina potr pure finire qui ma sono certo che il suo lavoro sia tuttaltro che terminato. Limpegno che ha messo al servizio della lotta contro la demenza senile e il supporto che ha offerto a malati e famiglie per tutti fonte di ispirazione. Famosa per il pugno di ferro nello spogliatoio e per le strigliate memorabili alle sue giocatrici, Summitt ha ammesso di esser diventata pi morbida col passare degli anni. Nella sua ultima stagione, Tennessee stata sconfitta nel torneo Ncaa dalle future campionesse di Baylor.

di M.LUN.

Mancher al calcio italiano Carlo Petrini. Mancher tanto, anche se al suo funerale a Lucca cerano solo i dirigenti della Roma. Mancher la sua voce lenta, cavernosa, che nel leggere le divertenti pagine dei suoi libri ti viene quasi da riprodurre. Mancher il suo puntiglio nellindagare. Mancher la sua prodigiosa capacit, venutagli con la cecit, di riconoscerti semplicemente dalla voce. Per ricordarlo, abbiamo deciso di fare una selezione delle numerose interviste che aveva concesso al manifesto a partire dal 2001. Carlo Petrini: il capro espiatorio del Calcioscommesse 1980. (Nel 1980 Petrini coinvolto nello scandalo scommesse e paga per tutti. anche il protagonista di un episodio mai chiarito: il tentativo di corruzione di Cruciani, il massimo teste di quello scandalo. La sera prima dell'ultima udienza del processo, davanti al cancello 5 di San Siro, Petrini incontra Cruciani e gli promette settanta milioni, che poi gli sarebbero stati pagati da Agnelli in persona. Il teste sparisce nel nulla e la Juventus si salva da una possibile condanna.) Una sera vennero da me 5 compagni e mi proposero di addossarmi tutta la colpa. Mi dissero che se accettavo, l'indomani gli inquirenti federali sarebbero venuti ad interrogarmi. Ma come potevano sapere che sarebbero venuti da me il giorno dopo? Semplice, perch la Federazione e le societ avevano deciso che Petrini facesse il capro espiatorio. Affinch mi prendessi tutta la colpa, mi offrirono tre anni di contratto siglati da un notaio, pi i premi partita; inoltre la Juventus mi avrebbe versato 200 milioni in Svizzera. Mi sembra giusto mettere in chiaro certe cose, anche perch sono stufo di sentire che tutti quelli che giocarono Bologna-Juventus sono dei santi e delle persone per bene. Lo saranno sicuramente, ma quel giorno hanno fatto le stesse cose che ha fatto Petrini. Sul figlio Diego che muore di tumore al cervello nel 1995 mentre il padre desaparecido allestero inseguito dalla malavita. Quella sera in cui mi dissero che Diego stava male, io, da essere pi che ignobile, pensai ancora una volta solo a me stesso. Tutte le sere mi ritornano in mente quegli attimi e penso che sar cos fin che campo. Non riesco a trovare una giustificazione, non trovo niente se non vergogna Quando venuto a mancare quel figlio la mia vita stata sconvolta in tutto e per tutto. Una vita come quella che avevo condotto fino ad allora non aveva pi ragione di essere. Era venuto il momento di raccontare la verit su di me e se Diego fosse ancora vivo Nel fango del dio pallone non sarebbe mai stato scritto. Sulle reazioni alluscita del suo primo libro, Nel fango del Dio pallone, scritto al momento del rientro in Italia dopo la lunga fuga. Dopo luscita del libro l'ambiente pallonaro mi ha trattato come se fossi un pentito. E in tutti gli ambienti marci, i pentiti sono trattati da infami. Eppure io avevo raccontato solo quello che avevo vissuto, cercando di descrivere prima di tutto il mondo del calcio, perch nessuna decisione umana si pu capire se non si capisce il contesto nel quale matura. Per questo non mi sono mai dichiarato pentito. Pentito chi sa di aver sbagliato in un ambiente sano, chi pensa di aver disatteso una morale condivisa. Ma nel mondo del calcio la norma condivisa l'amoralit e immorale solo chi lo fa notare. Il rapporto con Luciano Moggi,

compaesano di Monticiano (abitavano a pochi metri di distanza). La prima volta che lo incontrai fu a Terni. In un albergo, insieme a Enzo Riccomini. Eravamo nell'estate del 1975 e il mio passaggio alla Roma era appena stato firmato. Quasi quasi lo ringraziai. Passavo dalla Ternana alla Roma, e lui era un consulente della Roma. Eppure gi in quegli anni qualcosa intorno a lui puzzava. Poi lo rividi dopo lo scandalo calcioscommesse del 1980. Ricordo la scena come fosse oggi. Sono seduto al bar a Monticiano, su delle sedie di ferro e legno. Moggi arriva da lontano. Il processo per il calcioscommesse appena finito. Il Milan e la Lazio sono state retrocesse e la mia squadra, il Bologna, penalizzata di cinque punti. La Juventus si salvata perch il teste chiave, Cruciani, stato corrotto il giorno prima di presentarsi all'udienza. Luciano Moggi mi si siede accanto e mi dice: Tirami dentro la Juventus e io ti ringrazier. Lui, che era d.s. della Lazio, pensava che con la Juve in mezzo tutto si sarebbe annacquato e la sua squadra salvata. Ma io non ne potevo pi di quella storia e gli risposi di no. Ancora su Moggi e il

macch ti guardi che sappiamo gi quanto finisce. Ti senti che puoi davvero fare tutto. Solo nel calcio pu succedere questo. Oggi poi c un altro fattore da non sottovalutare: le organizzazioni mafiose. Succede che loro ti invitano prima ad una festa, poi ad un incontro, poi al bar, e poi sei obbligato a frequentarli. Esci con loro e ti ritrovi nel meccanismo anche senza averlo premeditato, senza saperlo. E poi tu sei giovane e ingenuo, quando capisci con chi hai a che fare davvero, ormai troppo tardi. La malavita oggi fa parte dellindotto del calcio. quella che a volte permette la combine di partite, a volte spaccia droga, a volte uccide. Il caso di Donato Bergamini, giocatore del Cosenza morto nel 1989 al quale Petrini ha dedicato un libro inchiesta. La storia di Donato Bergamini una storia emblematica per capire cosa sia il calcio italiano. Non tanto per la vicenda in s, sulla quale sar difficile fare chiarezza, ma per la rete di silenzi e intimidazioni che l'ha accompagnata. una vera storia italiana. Come risolvere il problema del calcio scommesse. La soluzione una sola: parlarne, parlarne sempre. Discuterne con i calciatori, tirare fuori il problema, non soffocarlo. La Federazione deve parlarne, le societ devono parlarne, tutti devono tener presente che queste cose capitano. La cosa pi importante, per, non mettere all'indice il Petrini di turno. Se si continua a parlarne, i giocatori vengono a sapere come vanno le cose, conoscono i pericoli. Sanno che la Federcalcio a conoscenza di tutto e quindi il male si pu debellare. Ma qui un continuo stare zitti. Tutti pensano che faccia male al calcio questa storia. Sul calcio ai tempi di Berlusconi. Il problema che il calcio deve tornare a essere uno sport. Oggi solo uno spettacolo comandato dal business delle televisione. L'immagine conta pi del campo. La colpa stata di Galliani, Carraro e soprattutto, non dimentichiamolo, di Berlusconi. Berlusconi ha acquistato il Milan per scopi politici. stato un veicolo, il mezzo per conquistare il potere. E lo strumento gli stato pure regalato, portato su un vassoio dargento come la testa di San Giovanni. Il Milan rappresentava il tassello di un progetto che era gi stato pianificato: stato linizio di Forza Italia, linizio di tutto. Per contrappasso la tv, che veramente un'arma maledetta, ha distrutto il giocattolo, trasformando il gioco in spettacolo e i giocatori in attori. Penso che sia difficile, anche cambiando le poltrone, che il calcio ritorni a essere esclusivamente quello che . Uno sport. Il potere dei tifosi. Tutti hanno paura che se i tifosi venissero a sapere quanto davvero succede, allora oltre la faccia i giocatori perderebbero anche i soldi. Ma purtroppo i tifosi non colgono appieno il potere di cui dispongono. Sul mondo del giornalismo. Se i giornalisti facessero le semplici ricerche che faccio io, allora sui giornali leggeremmo articoli ben diversi. E allora non penso che certa gente avrebbe il coraggio di ripresentarsi in televisione a mostrare la propria faccia da buon moralista. Si vergognerebbero. Cos la gente capirebbe finalmente quanto il loro gioco preferito non sia altro che uno specchietto per le allodole. E, forse, reagirebbe di conseguenza. Perch a tutti i livelli sono tutti coinvolti. Sia in quanto abitano lo stesso carrozzone, e quindi hanno paura di perdere il lavoro, sia in quanto hanno interessi specifici e fantasmi da nascondere.

INSULTI PREVENTIVI E RIMBORSI SPESE


Nel Lazio, avvicinandosi le settimane calde di fine campionato, il livello di guardia abbondantemente superato. Il numero delle aggressioni agli arbitri, soprattutto in prima e seconda categoria, dove la sicurezza lasciata alla buona volont dei singoli e non certo alla presenza di forze dell'ordine, in rapida e costante escalation. Al punto che il presidente del comitato regionale ha inviato una lettera aperta a tutte le societ, dal succo: non se ne pu pi delle aggressioni, o stemperiamo i toni o chiudiamo baracca. A Maccarese e Cisterna guardalinee bagnati con l'acqua, a Rieti con sputi e vino. Squalificati per un paio di mesi ben 21 calciatori del Terracina - i fatti risalgono allo scorso maggio, ma la squalifica arrivata ora - per non aver risposto alla convocazione da parte della societ per l'incontro contro il Morolo. E' come aver scoperchiato il vaso di Pandora, venuto fuori di tutto: difficolt societarie, la propriet che chiude i battenti e smette di elargire rimborsi spese (nelle societ dilettantistiche non si contemplano, in teoria, altro che rimborsi chilometrici per raggiungere il campo per le partite e gli allenamenti), una signora nominata in tutta fretta presidente che agli ispettori della Figc parla di rimborsi tra i mille e i duemila euro mensili per molti giocatori, nuovi acquirenti che dopo poche settimane lasciano il campo con assegni protestati, la mancanza di un campo di allenamento e di un supporto medico, fino alla serrata decisa unilateralmente dai calciatori. Uno spaccato molto verosimile di cosa sia il calcio dilettantistico, nell'ipocrisia di quasi tutti. Massimo Carignani, allenatore dei giovanissimi dell'Alabastri Volterra (Toscana), stato squalificato per un mese e mezzo. Al momento dell'appello per il riconoscimento dei giocatori (dunque prima del fischio dinizio) ha insultato pesantemente l'arbitro negli spogliatoi. Pietrafitta-Fontignano, derbissimo di terza categoria della provincia di Perugia - le due frazioni non distano pi di cinquecento metri - finito 2-1 per i locali. Ma non solo quello. Gli ospiti hanno perso la testa e hanno malmenato e aggredito l'arbitro. Impossibile raccontare tutte le angherie, ci basti l'ultimo episodio: almeno due calciatori del Fontignano (non compiutamente identificati) colpivano l'arbitro con due violenti calci al fondo schiena procurandogli persistente, sebbene non intenso, dolore. L'attacco all'arbitro stato prolungato e massivo, al punto che a fine gara gli unici tre calciatori del Fontignano che non vi avevano partecipato venivano brutalmente aggrediti e redarguiti dai compagni di squadra al punto da impedirgli di andare a salutare l'arbitro. Sempre in Umbria, partita persa al Dea Cupra, per aver schierato in campo Matteo Pagliarini, non in quanto tale, ma solo perch per un tempo e mezzo era stato impiegato come guardalinee. Una scazzottata tra il massaggiatore del Rita Ercolano (Campania), Mario Perna, e una riserva del Valle Metelliana, Ferdinando Ferraro, praticamente l'equivalente di un campionato mondiale di pesi welter, ha comportato la sospensione della partita oltre all'accompagnamento al pronto soccorso dei due - e la sconfitta a tavolino per entrambi. Ancora Campania, multa di 170 euro ad una societ perch suoi tifosi sputavano e insultavano il portiere avversario, e per aver invitato un proprio calciatore, sostituito e in viaggio verso gli spogliatoi, a sputare sul medesimo mentre usciva. Il nome della societ un controsenso: San Marco Evangelista. Apocrifo, forse.

PETRINI LE INTERVISTE COL MANIFESTO

Moggi, il doping, le scommesse. Ma non dite che sono un pentito

calcioscommesse. Molti anni dopo, appena rientrato dalla Francia, cominciai a denunciare l'uso di doping nel calcio. Guariniello mi chiam nel 1998. Avevo rilasciato un'intervista a Franco Melli e il pm voleva saperne di pi. Mi chiese se conoscevo Moggi. Gli risposi che l'avrei incontrato, perch anch'io avevo qualcosa da chiedergli. Due giorni dopo mi presentai a casa sua, qui a Monticiano, con un registratore nel calzino. Parlammo un po' del calcioscommesse. Mi rispose serafico: Mi stai parlando di una cosa che pensavo non fosse esistita. Aveva mangiato la foglia, forse memore del mio diniego di quasi vent'anni prima. Poi, dopo luscita de Nel fango del dio pallone, dimprovviso mi ha tolto il saluto. Viene a Monticiano a Natale, Pasqua e Ferragosto. Ma non viene certo al bar in piazza. Perch lui un signore e non si confonde con il popolino. La battaglia contro il doping. All'inizio degli anni `90 la Figc stata l'unica federazione sportiva italiana che non ha introdotto l'anti-doping obbligatorio. Questo ha permesso al fenomeno di dilagare, coinvolgendo, grazie a medici senza scrupoli, anche i settori giovanili. Poi lo ha introdotto ma come lo scandalo dell'Acquacetosa ha dimostrato, senza veri controlli. Cos la sensazione percepita dai giocatori stata che si poteva fare. Perch tanto lo facevano tutti. Ma con quali rischi? La Sla, che ha mietuto vittime tra i professionisti della mia epoca, una malattia che colpisce 400 volte di pi i calciatori del resto della popolazione. Oggi invece i giovani calciatori muoiono di leucemia e tumori al fegato. Ma lo sanno cosa prendono? Noi, ai nostri tempi, non lo sapevamo. Micoren a quintali ma anche Cortes e altri. Prodotti micidiali, ora vietati. Ma allora, per quello che ne sapevamo noi, era come bere l'acqua dopo l'allenamento. Vedevamo solo che con quelle cure correvamo di pi e che quindi la sera prima delle partite potevamo anche uscire a scopare. Sul perch i calciatori truccano le partite. Molti non capiscono come 30 milioni in pi o in meno possano cambiare la vita di chi gi in un certo senso un privilegiato. Ma scattano dei meccanismi di onnipotenza incontrollabili nelle teste dei calciatori. Il fatto di scendere in campo, guardare negli occhi la gente sugli spalti e pensare

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ALIAS 21 APRILE 2012

SOTTOSCRIZIONE PER IL MANIFESTO

DODICI ZITTI NO!

LUCA TOMASSINI

di LUCIANO DEL SETTE

Agire contro ogni speranza agire con virt (Redon)

Saper ammettere i propri limiti pu essere non soltanto una bella virt, ma anche lo stimolo che porta a cercare altre strade. Fino a imboccare quella giusta. Luca Tomassini, astigiano, affacciato sul mondo dal 1970, divorava fumetti fin dalla tenera et. Collezionavo qualsiasi fumetto europeo o di scuola sudamericana mi capitasse a tiro. Fu inevitabile, allora, cominciare a coltivare dentro di me il desiderio e la speranza di diventare un disegnatore. O meglio ancora un fumettista. Poi la vita e la mano, mi hanno aiutato a capire di non appartenere a quellordine didee creative in grado di farmi portare avanti una serie, un albo, addirittura

una tavola. Avevo la concentrazione giusta solo per ununica vignetta, il quadro. Luca frequenta lIstituto dArte, dove consegue lattestato di Maestro. Poi entra allAccademia di Belle Arti di Macerata. A 20 anni arriva la classica svolta. Il giovane in cerca di risposte scopre i simbolisti. Mi colpirono, potrei dire mi fulminarono, la particolare spiritualit dei loro quadri, e la lettura di A se stesso di Odilllon Redon (secondo me uno dei pi grandi nella storia della pittura). Furono proprio i simbolisti, e Redon, a farmi capire quale fosse la mia vera strada: la dinamicit e la freschezza del fumetto nella pittura. Tomassini spiega cosa intenda con questo, usando le parole del suo nume tutelare. Redon scriveva Il

LUCA TOMASSINI Cono gelato urlante 1 29,6 x 21 (olio e carbone su carta), 120 x 84 (stampa su cellulosa). Originale 1000 euro, stampa 400 euro Cono gelato urlante 2 20,5 x 10 (olio e carbone su carta), 175 x 92 (stampa su cellulosa) Originale 1000 euro, stampa 400 euro

bozzetto che fa quadro non d risorse cos durevoli come i frammenti realizzati senza preoccupazione dordine o di messa su tela. Cos, io avrei iniziato, di l a poco, e poi proseguito, a disegnare e a dipingere.

La lezione, Luca continua a tenerla ben presente anche oggi che, nato nella terra di Paolo Conte ma piceno nel sangue, vive e lavora beandosi la vista e il cuore di fronte alla dolcezza delle colline marchigiane, tra San Ginesio e Sernano. Da qui se ne va soltanto quando viene chiamato, succede molto sovente dal 1996, a essere protagonista di mostre collettive e personali. Il pensiero e le parole di Redon sono per lui un punto di riferimento costante. Le usa per congedarsi da noi, per incitare il manifesto a non mollare. La speranza materiale dallavvenire immediato mette grande energia nell'azione... agire contro ogni speranza agire per virt. Grazie di tutto, Luca. E grazie anche a Redon.

COME ACQUISTARE
Acquistare questa e le altre opere che presenteremo nei prossimi numeri semplice. Se sei interessato manda una email a campagnacquisti@ilmanifesto.it scrivendo nome, cognone, indirizzo e numero di telefono al quale vuoi essere richiamato. Sarai ricontattato nel pi breve tempo possibile e ti saranno forniti i dati bancari per lacquisto. Una volta ricevuto il bonifico ti spediremo la tavola. Non si tratta di unasta: chi fa lofferta per primo si aggiudica lopera. I fondi raccolti saranno trasformati in abbonamenti per scuole, fabbriche, carceri o associazioni culturali.

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