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FEMMINISTE CONTRO HOLLYWOD: JANE FONDA SUSAN SARANDON MICHELLE RODRIGUEZ KY-MANI MARLEY, AUTOBIOGRAFIA MICHAEL GIRA LA VECCHIA SIGNORA E IL POETA SIMONCELLI
MUSICA ARTI OZIO
SUPPLEMENTO SETTIMANALE DE IL MANIFESTO SABATO 12 MAGGIO 2012 ANNO 15 N. 19

SULLA STRADA DI CANNES 65: ARGENTO, SIMONETTI, BERTOLUCCI, LLOYD, KAUFMAN, MORETTI, TRINTIGNANT, TRAPERO, WAKAMATSU, SALLES JR.

SCANNERS

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CANNES / SCANNERS

DIVISMO BIANCO E DIVISMO NERO

SEAN PENN E HAITI


Cannes organizza il 18 maggio, allAgora del festival, una serata-colletta per Haiti presentata da Giorgio Armani, Carnaval in Cannes , per sostenere le associazioni J/P Haitian Relief Organization (J/P HRO) di Sean Penn, Artists for Peace and Justice di Paul Haggis e Happy Hearts Fund di Petra Nemcova, nate per aiutare a ricostruire Haiti e le sue istituzioni artistico-culturali dopo il catastrofico terremoto del 12 gennio 2010 che ha causato centinaia di migliaia di morti. Il festival ha organizzato serate simili per aiutare lInstitut Pasteur e la ricostruzione del teatro La Fenice di Venezia. Star della serata il popolare gruppo haitiano Ram. Lassociazione di Penn (1200 persone, il 97% haitiani) si occupa soprattutto di assistenza ospedaliera, programmi educativi ed edilizia.

FESTIVAL DE CANNES

Marilyn in costa azzurra. per dividere


di MARIUCCIA CIOTTA

CANNES 2012

Il soffio di Marilyn Monroe resta sospeso, ghiacciato all'infinito nell'istantanea del poster ufficiale del Festival de Cannes numero 65 e la candelina non sar mai spenta sulla torta che celebra i cent'anni del cinema come lo conosciamo noi, nella forma lungometraggio di finzione, e i cinquanta dalla scomparsa dell'attrice (5 agosto 1962) dalla pelle cos iridescente e viva da dare l'illusione che tendendo la mano si potesse toccarla, parola di Billy Wilder. Ed il conflitto irrisolto tra corpo e immagine, enigma tra reale e riflesso schermico, che fa dell'attrice il simbolo perfetto dellinvenzione dei fratelli Lumire. Cos sar lei, Marilyn, a far da bandiera al festival pi ambizioso del mondo, lei che non diva e neppure pin-up, n ideale misterioso di donna come Greta Garbo n pop-corn Venus come Betty Grable. Allude alle bellezze seriali da calendario anni 40, ma unica. Macchina del desiderio si smonta da s nella parodia delle polpose ragazze da Studios, senza aura e aureola, deliziose e igieniche come il chewing gum, o come le pubblicit del dentifricio di cui far il verso in Quando la moglie in vacanza. Marilyn appartiene agli anni 50, post-Roosevelt, post-guerra, post-noir quando l'imperativo domestico indica la via oscena di come sposare un milionario, e quando Hollywood, ammazzata la diva Rita Hayworth agonizzante Signora di Shangai si ritrova tra le mani l'innocua casalinga Doris Day. Ed eccola trasfigurare la donnina appesa alle volutt maschili, stereotipo cangiante, indocile alle manipolazioni, dispositivo di erotismo a orologeria. Marilyn, decalcomania da incollare sulla Vespa, si anima nella rivolta dell'essere doppio, figura tragi-comica, oggetto erotico attivo, potente e inafferrabile che smaschera lo sguardo. Scende dai cartelloni, esce dal coro delle bellezze in serie e si fa persona, come se la Betty Boop dei disegni animati di Fleischer o la Daisy Mae di Al Capp avessero miracolosamente trovato un'anima e un corpo di donna dove alloggiare (Barthelemy Amengual). Un'astrazione in carne e ossa, un'assenza-presenza. E che mai riuscir a conciliare il s con il suo altro pubblico. Si dice che Marilyn soffrisse nel tentativo di farsi apprezzare come attrice studier il Metodo all'Actors Studio ma la sua filmografia si incarica di smentire. Sar diretta da Roy Ward Baker, John Huston, Joseph Mankiewicz, Tay Garnett, John Sturges, Fritz Lang, Howard Hawks, Henry Hataway, Jean Negulesco, Otto Preminger, Billy Wilder, Joshua Logan, George Cukor. Il Gotha di Hollywood. La sua eterna battaglia tra pop-market e pop-art con gli struggenti ritratti di Andy Warhol dicono il passaggio tra la fine della mitologia hollywoodiana e la modernit, dal New Deal a Kennedy. Nei suoi lineamenti passano in continua metamorfosi le vamp e le fidanzatine d'America, nessuna e tutte. E il cinema si ferma nel guardarla, e come lei si dispera nell'impossibilit di scendere dallo schermo e vivere.

Nel profondo rosso Argento


di GABRIELLE LUCANTONIO

macchina di nuova generazione, molto bella, ma pi leggera (anche se sempre pesante) che mi ha permesso di muovermi in modo pi facile. C' invece, grazie al 3D, la possibilit di realizzare delle inquadrature che prima erano impossibili fare. Il mio interesse principale non il 3D proiettivo ma la profondit. Abbiamo sfruttato anche la dimensione proiettiva, ma al livello registico mi interessava maggiormente la profondit dell'inquadratura. Quanto tempo per le riprese? Abbiamo girato per 10 settimane. C'era un buon ambiente sul set. La troupe si sentiva responsabilizzata dalla novit del 3D in italia. Si sono tutti impegnati molto. pi facile lavorare in queste condizioni. Perch non hai girato il film in Transilvania? All'inizio volevo girare in Transilvania. Sono andato a fare dei sopralluoghi e mi sono reso conto che non era pi possibile. I castelli sono stati tutti trasformati in Bed and Breakfast. Il presidente della Film Commission Torino Piemonte, Steve Della Casa, mi ha suggerito di trovare delle location nella sua regione. Abbiamo quindi girato in un borgo medievale, Ricetto di Candelo, nei presso di Biella. un villaggio ancora perfettamente conservato. Gli abitanti del paese ci tengono molto e fanno di tutto per non snaturare la sua bellezza architettonica. Il castello

Durante la conferenza stampa di presentazione del 65 Festival di Cannes, il direttore artistico, Thierry Frmeaux, ha dichiarato: Dracula 3d, il nuovo film di Dario Argento, la dimostrazione che i grandi registi non muoiono mai. L'ultimo adattamento cinematografico del romanzo di Bram Stocker sar presentato nella Scance de minuit. La pellicola ha una fotografia (realizzata dal grande Luciano Tovoli) dalle tonalit calde come il sangue e l'amore e che evocano l'eleganza degli horror prodotti dalla Hammer, negli anni 60. Un gotico faon Argento. Con Thomas Kretschmann, Rutger Hauer, Asia Argento e Marta Gastini, prima incursione di Argento nel cinema 3D. Ma non solo seguire una tendenza alla moda. Il regista romano sempre stato uno sperimentatore. In Profondo rosso (1975) aveva usato la Snorkel. In Tenebre (1982) la Louma. Per Phenomena (1985) aveva fatto venire dalla Germania una macchina da presa montata su una gru enorme per realizzare una ripresa dall'alto. Ne parliamo con Argento: il tuo ritorno in Italia dopo alcune esperienze americane (Giallo e i due Masters of Horror: Pelts e Jenifer). Cosa ti hanno portato queste esperienze? Sono state esperienze importanti, mi hanno dato tanto entusiasmo e tanta

Ho riletto il libro e ho trovato elementi che non sono mai stati davvero sviluppati...le metamorfosi di Dracula in animali o in creature bestiali. Il maestro italiano parla del suo Dracula in 3D
voglia di fare e di continuare. Tuo fratello Claudio Argento non tra i produttori di Dracula 3D... Sono tre anni che non lavoriamo pi insieme. Perch hai scelto di realizzare un adattamento del Dracula di Bram Stocker.? Dracula mi ha sempre interessato molto. Il romanzo come i diversi film realizzati finora mi hanno sempre affascinato. Di recente, ho riletto il libro e ci ho trovato degli elementi che non sono mai stati davvero sfruttati e sviluppati. Penso soprattutto alle metamorfosi di Dracula in animali o in creature bestiali. un aspetto interessante che apre a molte possibilit estetiche e visive. Ho puntato molto su questo elemento. Ci sono quindi tantissimi effetti speciali. Ma non stato l'unico elemento a motivarmi. Mi ha spinto anche lo sviluppo del 3D. Ha fatto dei progressi incredibili rispetto al passato. Adesso si possono fare cose che erano impensabili anni fa. Ho pensato che se sceglievo questa angolazione, poco affrontata finora, del personaggio, potevo, con il mio stile e la mia personalit e l'ausilio del 3D, dare una mia lettura personale, pi dinamica e moderna, di Dracula. In Dracula 3D c' il grande ritorno del direttore della fotografia Luciano Tovoli nel tuo cinema. Volevo rifare un horror con dei colori pi accesi di quelli che si usano nel cinema attuale. Dei colori proprio come quelli degli horror antichi (quelli della Hammer per intenderci). Ho pensato che collaborare di nuovo con Tovoli sarebbe stata un'idea giusta. un grande esperto di tecnologia, e scegliendo di adoperare il 3D, mi sembrata la persona ideale da chiamare. Tovoli ha realizzato le foto stupende di Suspiria (1977) e Tenebre (1982). Come avete lavorato su Dracula 3D ? Abbiamo lavorato sempre insieme e siamo stati sempre molto uniti nelle decisioni da prendere. Quali movimenti di macchina il 3D ti ha permesso di realizzare? Ho usato le Alexa, delle telecamere di ultima generazione dell'Arriflex. La macchina da presa del 3D per molto pesante, molto ingombrante. quindi molto difficile muoverla. Al massimo potevo fare un carrello. La Sony mi ha dato una steady cam, una

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APICHATPONG WEERASETHAKUL
Torna a Cannes la Palma doro 2010 con Mekong Hotel (proiezione speciale), documentario girato sul fiume al confine fra Thailandia e Laos. Sar presidente della giuria di Locarno 2012 questo poliartista thai, tra i pi originali fabbricanti di immagini del mondo, architetto con master in cinema alla School of the Art Institute di Chicago. Pluripremiati i suoi 5 lungometraggi, i corti, i doc, a partire da Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti e da Syndromes and a Century (uno dei migliori film del decennio). Dal 1998 espone in numerosi musei del mondo e sar a Documenta 2012 di Kassel con la sua nuova videoistallazione. Fra i lavori recenti il film online per Mubi (Ashes, 2012) e per il Walker Art Center, Usa (Three Wonders of the World, 2012).

ROMAN POLANSKI
Gi acquistato per il mercato italiano dalla Lucky Red (presente sulla Croisette anche con il film inaugurale, Moonrise Kingdom di Wes Anderson), sar evento controverso del festival il documentario di Laurent Bouzereau Roman Polanski: a film memoir, dedicato alla vita, alle opere e alle complesse vicende processuali di uno dei grandi maestri del cinema contemporaneo, che si racconta, guardandosi indietro per ripercorrere la sua carriera e i controversi avvenimenti di cui stato protagonista. Lo intervista lamico Andrew Braunsberg, produttore di alcuni dei suoi migliori film. Il doc prodotto da Luca Barbareschi (Casanova Multimedia). La proiezione il 17 maggio, alle ore 17.00, nella Sala del Sessantesimo.

ARABI
Dario Argento e alcune sequenze e foto di scena di Dracula. Il film, presentato fuori concorso a Cannes 65, interpretato da Marta Gastini, Rutger Hauer, Asia Argento, Miguel Angel Silvestre e Miriam Giovanelli. Nella foto in basso lautore delle musiche, Claudio Simonetti

GERENZA
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Dopo la battaglia arriver la guerra? Nasrallah in gara con la primavera


di ROBERTO SILVESTRI

INTERVISTA CLAUDIO SIMONETTI

Il bacio di Dracula al ritmo pauroso del theremin e dei violini zigani


dove abbiamo girato si trova invece a Montalto Dora, vicino ad Ivrea. Come hai realizzato il cast? Dracula interpretato da Thomas Kretschmann. Avevo gi lavorato con lui per La Sindrome di Stendhal (1996), in cui interpretava il maniaco omicida. Durante le riprese, all'epoca, avevo pensato che sarebbe stato perfetto in vampiro. Ha un'aria un po' vampiresca, anche se un uomo molto bello. Cos quando ho deciso di realizzare Dracula 3D, ho pensato subito a lui. Nel film per il suo aspetto cambia continuamente. Van Helsing invece interpretato da Rutger Hauer. Sono entrambi olandesi. Invecchiando, Hauer ha poi acquisito una presenza molto forte, pi carismatica. Mina interpretata da Marta Gastini, un'attrice molto giovane che ha lavorato nel Rito di Mikael Hafstrom. Lucy invece, l'amica di Mina, interpretata da Asia. Mi piace lavorare insieme a lei. Con mia figlia c' un'intesa molto forte, molto bella. Gli sceneggiatori (l'esperto di cinema horror Antonio Tentori e Stefano Piani) hanno collaborato con te per la prima volta... S, sono tutti nuovi. Ma ci sono anche io tra gli sceneggiatori. C' poi un collaboratore storico, il compositore Claudio Simonetti... S, ha scritto una bella musica, molto horror. Ci sono anche delle sonorit che ricordano i Balcani. Per la prima volta un tuo film sar presentato a Cannes.... Thierry Fremaux, il direttore del festival, mi ha invitato due anni fa a Lione. Con l'Institut Lumire, che lui dirige, aveva organizzato un omaggio dedicato a me, nel quale aveva proiettato cinque film miei . Mi aveva detto che se avessi avuto qualcosa di pronto per la selezione dei film per Cannes, me lo avrebbe preso a scatola chiusa. Invece ha voluto comunque vederlo prima. Per gli molto piaciuto e ne sono davvero contento.
di GABRIELLE LUCANTONIO

Dracula 3D la 13a splendida colonna sonora del compositore italo-brasiliano Claudio Simonetti per Dario Argento (11 dove era regista e 2 solo produttore). Una collaborazione che ha sempre prodotto ottimi frutti. Dracula 3D si svolge nell'800. Cosa implica ci a livello musicale? Fin da ragazzino ho sempre amato i film di vampiri, sono quindi molto felice di aver scritto una colonna sonora per il mio personaggio preferito, Dracula, in un film diretto da Argento! Essendo un film in costume d'epoca, la musica non poteva che essere classica. Ho utilizzato l'orchestra, come avevo gi fatto per La Terza Madre (2006), anche se qui in un modo pi intenso e sofisticato. Qua e l ho mischiato qualche synth con l'orchestra. Una colonna sonora che pare un viaggio nella storia delle musiche horror, con l'utilizzo del theremin, come negli anni '50, e di archi con note dissonante... Per Dracula 3D ho usato moltissimo il theremin, il pi antico strumento elettronico della storia. composto fondamentalmente da due antenne poste sopra e a lato di un contenitore nel quale alloggiata l'elettronica. Il controllo avviene allontanando e avvicinando le mani alle antenne. Lo strumento considerato molto difficile da suonare proprio perch lo si suona senza toccarlo e devo dire che sono impazzito per usarlo al meglio. Ho mischiato il Theremin con l'orchestra e l'effetto davvero vampiresco, soprattutto grazie alle armonie dissonanti. L'ho usato persino nel brano gotico/rock dei titoli di coda Kiss Me Dracula. Ci sono anche delle sonorit zingaresche... Un altro grande protagonista della colonna sonora il violino, suonato proprio alla maniera zingaresca. A Dario piaciuto moltissimo. Questo

strumento ci fa vivere subito l'atmosfera dei Balcani, stato il mio modo di esprimere lo spirito rumeno di Dracula. Il contributo della concertista inglese Gabrielle Lester, stato importante. Ha collaborato con Michael Nyman in molte sue colonne sonore e fa parte dell'Orchestra Citt Aperta. Perch hai scelto di registrare con l'Orchestra Citt Aperta di Carlo Crivelli? Ho scelto di registrare con l'Orchestra Citt Aperta a Fossa (Aq) perch mi sembrava giusto lavorare in Italia e non andare in Bulgaria, come ormai molti compositori italiani fanno per contenere i costi. A parit di costi, ho preferito stare in Italia e lavorare con musicisti italiani che non hanno niente da invidiare a nessuno. Devo ringraziare Carlo Crivelli che si sta dedicando allo sviluppo di questa orchestra. Ormai le orchestre italiane sono state tutte incredibilmente smantellate. Ricostruirne una nuova e competitiva una cosa giusta da fare Sono molto soddisfatto del risultato. Come per La Terza madre (2007), hai utilizzato i Daemonia, il tuo secondo gruppo -l'altro sono i New Goblin- nel brano rock dei titoli di coda. Il brano dei titoli di coda si chiama Kiss Me Dracula. Ha il testo in inglese e la voce di Silvia Specchio, gi protagonista del musical Profondo Rosso (del quale ho realizzato le musiche nel 2007). Il brano si trover nella colonna sonora del film e anche nel cd nuovo di Simonetti Project. Il gruppo non si chiama pi Daemonia. Il nome Daemonia troppo limitativo e poco rappresentativo della mia musica. Oltretutto difficile promozionare un gruppo con questo nome alle radio e in tv in un paese come il nostro. Il videoclip in 3d di Kiss me Dracula lo abbiamo girato a Ricetto di Candelo, nei luoghi del film. stato realizzato da Gabriele Albanesi, il regista del Bosco fuori (2006) e di Ubaldo Terzani Horror Show (2010).

La primavera araba ancora in corso, e la rivoluzione permanente per la libert, la dignit e la democrazia in maghreb, Egitto e mashreq, con le sue ripercussioni, non sempre positive ma non tutte facilmente decifrabili, arrivano anche questanno sulla Croisette. Il regista egiziano Yousry Nasrallah 60 anni, allievo prediletto di Yussef Chahine e il decano della nuova onda algerina, Merzak Allouache, sono stati invitati con i loro nuovi film: After the battle (Dopo la battaglia), in concorso (e, con il Cosmopolis di Cronenberg e Pattinson il mio favorito sulla carta) e Il pentito alla Quinzaine, dopo che in Francia stato appena distribuito il penultimo Allouache, Normal. Entrambi sono direttamente collegati con gli avvenimenti che da molti mesi stanno modificando la geopolitica del Mediterraneo (e con la censura, tuttora operante). Quale il tema del film di Nasrallah, un abitu della Croisette, ex giornalista, documentarista (suoi bellissimi film sul velo) e autore di Furti destate, Mercides e The Gate of Sun (Bab El Chams), dal romanzo di Elias Khoury sulla nakba? Una riflessione sulla democrazia, particolarmente necessaria oggi mentre la Siria, crogiuolo di etnie, sta esplodendo. Democrazia - ha detto Nasrallah in una recente intervista a Sabine Lange - non potere assoluto della maggioranza, n populismo, cio quel che vuole la gente, ma rispetto dei diritti delle minoranze, che sono parte del popolo. E una democrazia che non riconosce le opinioni, qualunque esse siano, di queste minoranze, religiose, politiche, culturali, sessuali, non democrazia! La democrazia implica responsabilit individuale. Mentre in tempi rivoluzionari spesso accade che un improvviso, cieco impulso demagogico rimpiazza la nozione di democrazia. E questo esattamente il tema del mio nuovo film After the Battle. Un mix tra finzione e documentario, basato sugli avvenimenti politici che vanno dal referendum del marzo scorso, quando le modifiche costituzionali furono votate con forzatura populista, fino alle elezioni politiche del prossimo novembre. Con tutto quel che sta accadendo al Cairo si presume che Nasrallah (che ha girato molto durante le lotte, e non solo in piazza Tahrir) star in sala montaggio fino alla notte prima della proiezione di Cannes.... MK2, gestita da Karmitz, sessantottino drastico finito poi sarkozysta, lo distribuir in Francia assieme a Like Someone in Love di Kiarostami e On the Road di Walter Salles jr. Alla 44e Quinzaine des ralisateurs, in cui un terzo latinoamericano, si vedr invece El Taaib (Il pentito) di Merzak Allouache (con il corto anglo-marocchino in gara The curse di Fyzal Boulifa). LAcid ha in cartellone The End, esordio del marocchino Hicham Lasri. Facile essere stati contro il partito unico o la dittatura di Mubarak. Pi difficile rispondere alle domande che questi due film porranno: che tipo di Egitto e di Algeria vogliamo adesso? Gli islamisti rispondono due paesi con la sharia e a chi si dice contrario alla soluzione wahabita rispondono: Sei contro il popolo!. Ovvio che si dovr avere il coraggio di dare una risposta davvero, finalmente rivoluzionarie, a questa domanda. N Riad. N Qatar.

IN COPERTINA: Unopera originale di Mannig Gurekian ispirata al manifesto del 65 Festival de Cannes

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CANNES / SCANNERS

GLI SCIAMANI DEL CINEMA

NORMAN LLOYD
Attore, produttore e regista del cinema e del teatro (fu co-fondatore del Mercury Theater assieme Orson Welles), famoso per la sequenza di Saboteur (1942) di Alfred Hitchcock ( lui il nazista che precipita dalla Statua della Libert) Norman Lloyd, 97 anni, amico di Chaplin e Renoir, una straordinaria e poliedrica personalit della cultura americana e ha un punto di vista unico sulla storia cinema. Il critico di Hollywood Reporter e scrittore Todd McCarthy moderer lincontro con Norman Lloyd il 24 maggio in sala Bunuel. Tra i suoi film The Streets of New York, Within These Walls, A Walk in the Sun e Reign of Terror e molti episodi delle serie tv di Alfred Hitchcock. Nel 1989 il preside in L'attimo fuggente di Peter Weir, con Robin Williams.

AMERICA SULLA CROISETTE KAUFMAN, WES ANDERSON, NICHOLS, DANIELS

nelle lezioni di cinema c Norman Lloyd, lamico di Orson


Gli scrittori, De Lillo, Hemingway, Kerouac...Le star, Brad Pitt, Robert Pattinson, Bruce Willis, Nicole Kidman, Matthew Conaughey...i grandi registi, da Philip Kaufman a Jeff Nichols
di GIULIA DAGNOLO VALLAN
NEW YORK

Dom DeLillo e Jack Kerouac, Robert Pattinson e Kristen Stewart a parte, pensare agli Stati Uniti dAmerica a Cannes 2012 significa prima di tutto segnalare il ritorno di Philip Kaufman. Avventuroso esploratore di grandi storie nordamericane - la conquista della frontiera, quella dello spazio - di aspre guerre condotte per la strade del Bronx, nei gelidi palazzi dellalta finanza o alle prese con ultracorpi forse nemmeno troppo diversi da noi, Kaufman ha da sempre manifestato sugli schermi anche un grande amore per la letteratura (Milan Kundera, Henry Miller e il marchese de Sade sono gli autori con cui ha gi dialogato). Hemingway and Gellhorn, il film con cui lautore di The Right Stuff torna questanno alla Croisette, sembra la combinazione ideale di quelle due passioni. infatti la storia avventurosa del matrimonio letterario tra Ernest Hemingway e la grande giornalista Martha Gellhorn, instancabie cronista di guerra (inizi in Spagna), dallocchio lucidissimo e dalla prosa ancor pi vivida, la cui carriera (spesso ingiustamente offuscata dalla fama di Hemingway) ha reso possibile quelle di grandi star del giornalismo di guerra contemporaneo come Christiane Amanpour, Laura Logan e Marie Colvin, recentemente rimasta uccisa in Siria. Tutto girato intorno a San Francisco (dove Kaufman vive da anni e dove sono state ricreate Cuba, la Spagna, Key West, New York, Londra e la Germania) Hemingway and Gellhorn, una produzione Hbo, sar presentato fuori concorso e accompagnato da una lezione di regia condotta dallo stesso Kaufman. invece piena di nomi meno collaudati il resto della selezione Usa. A parte, in apertura, Moonlight Kingdom di Wes Anderson (love story tra due dodicenni che scappano insieme nella wilderness di unisola

britannica, scritto da Roman Coppola, con Bruce Willis, Bill Murray, Frances McDormand, Edward Norton, Tilda Swinton e Jason Schwartzman), e in mancanza degli attesissimi nuovi film di Terrence Malick e Paul Thomas Anderson, Thierry Fremaux ha dovuto giocare di giovani scoperte, il che va un po contro le sue tendenza abituali ma potrebbe portare un po di aria fresca in una selezione che da qualche anno sembrata piuttosto prevedibile. Quello che aspettiamo con pi curiosit Mud, il nuovo film di Jeff Nichols, sorpresa lanno scorso prima a Sundance e poi alla Semaine de la Critique cannense con il premiato Take Shelter. Ambientato su unisola del Mississipi, Mud la storia di due bambini e della loro amicizia con uno strano cacciatore di taglie (Matthew McConaughey). Lawless, scritto e musicato da Nick Cave, e diretto da John Hillcoat (The Road) ambientato nella Virginia del proibizionismo e ispirato dalle gesta dei tre fratelli Bonderant, fabbricatori di alcol illegale(di ottimo whisky clandestino si occupa anche The Angels Share di Ken Loach...). Con Shia Lebeuf, Tom Hardy, Guy Pearce, Gary Oldman, Mia Wasikovska e Jessica

Chastain. Una partita di poker andata storta fa si che la mafia chiami in campo contro Ray Liotta il noto fixer Jackie Cogan (Brad Pitt) in Killing Them Softly, nuovo lavoro dellelegante autore di The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford, Andrei Dominik che dopo il sognante, stilizzato western di qualche anno fa sembra passato a una gangster story contemporanea dal tocco quasi comico. Laureato invece dalla sezione Un Certain Regard (dove aveva debuttato con il vincitore di Sundance, Precious) Lee Daniels, in concorso con The Paperboy, tratto da un romanzo di Pete Dexter (anche sceneggiatore) in cui Zac Ephron torna nel paese della Florida in cui nato per aiutare il fratello giornalista a risolvere il caso di un uomo condannato a morte forse ingiustamente. Nel cast ancora Matthew McConaughey, Nicole Kidman e John Cusack. Gi anticipato come uno dei grandi casi cinematografici della prossima stagione, il vincitore di Sundance 2012, Beasts Of the Southern Wild, dellesordiente newyorkese Benh Zeitlin (un pirotecnico gesto di realismo fantastico su Katrina e un profondo sud Usa quesi estinto) parte della sezione Un Certain Regard. Annunciato dopo la conferenza stampa ufficiale, in Un Certain Regard anche Gimme The Loot, del newyorkese Adam Leon, recente vincitore di Sxsw a Austin. La lunga liason tra Cannes e la DreamWorkd Animation confermata anche questanno dalla presenza di Madagascar 3: Europes Most Wanted (con voci di Ben Stiller, Chris Rock, Jada Pinkett Smith e Jessica Chastain). Ed obliquamente un po americano - sempre fuori concorso - anche Maniac, libero adattamento dal terrificante classico horror di Bill Lustig, diretto dal francese Franck Khalfoun. Niente America alla Semaine della Crique, diretta questanno dal critico Charles Tesson. Mentre alla Quizaine des Realisateurs arrivato Room 237, cult di Sundance e grande rompicapo sul kubrickiano The Shining, insieme a The We and I, di Michel Gondry (ambientato in un liceo del Bronx). Assolutamente a non perdere, la lezione di vita a cura del novantasettenne Norman Lloyd, co-fondatore del Mercury Theater insieme a Orson Welles, collaboratore di Charlie Chaplin, di Alfred Hitchock e di Robert Aldrich e testimone preziosissimo di quasi un secolo di storia di Hollywood.

LASIA SULLA CROISETTE IN CONCORSO E NELLE SEZIONI PARALLELE

Kiarostami giapponese Wakamatsu affronta Mishima. E la Corea


25 novembre, il giorno del suicidio. Yukio Mishima e i giovani. Nel film di Wakamatsu anche lincontro del 1969 alluniversit con il Movimento
di MATTEO BOSCAROL
TOKYO

Anche se non particolarmente nutrita, la partecipazione estremo orientale a Cannes 65 da seguire con un occhio di riguardo per una serie di ritorni e quasi debutti e per una recente tendenza transnazionale del cinema asiatico che trova nel prestigioso evento francese una definitiva conferma. La parte del leone la fa sicuramente la Corea del sud con ben due lungometraggi in concorso, a coronamento di un movimento che nell'ultimo decennio, a livello di cinema autoriale e commerciale di qualit ha riservato moltissime buone sorprese. Non dimenticando poi che, come avvenne per il cinema giapponese non molto tempo fa, si sono riscoperti

recentemente, grazie al Far East di Udine, alcuni gioielli del cosiddetto decennio perduto, gli anni 70. In concorso il regista sud coreano Hong Sang-soo porter In Another Country dove vedremo Isabelle Huppert interpretare tre diversi personaggi che si recano in un paese costiero della penisola coreana. L'attrice francese sar la sola straniera in un cast che recita, per la maggior parte, in inglese. L'altro film di Seul in concorso, forse il pi atteso, Taste of Money, firmato da quel Im Sang-soo che con il remake The Housemaid aveva partecipato gi al concorso per la Palma d'Oro due anni fa. La feroce critica dell'upper class cominciata con quel film sembra continuare in questo Sapore dei soldi che fin dal titolo si preannuncia una dura presa di posizione verso i potentati economici che finiscono per dominare le scelte politiche e soprattutto la vita delle persone. Tanto pi adesso che l'economia coreana diventata una realt stabile e ben visibile con i suoi prodotti tecnologici anche nei nostri negozi, la domanda per , tutto questo progresso a che prezzo stato raggiunto? Im Sang-soo ci porta con questo suo ultimo lavoro all'interno di una di queste grandi famiglie, una zaibatsu si direbbe in giapponese, e di come il protagonista, un giovane ambizioso, venga risucchiato nel gorgo dei giochi di potere di queste alte sfere. L'ultimo film estremo orientale in gara per la Palma d'Oro, Like Someone in Love, un lavoro ibrido, scritto e diretto dalliraniano Abbas Kiarostami e interamente girato in Giappone con attori e staff del luogo e ci presenta, speriamo in maniera originale, un tema su cui gi molto stato detto e prodotto cinematograficamente, cio

il fenomeno molto nipponico del prostituirsi per permettersi un alto standard di vita. Qui la protogonista una studentessa universitaria che accetta di farsi pagare e continuare cos gli studi in cambio del rapporto con un anziano professore. interessante notare come un altro regista iraniano, Amir Naderi, ha seguito lo stesso percorso di Kiarostami con lomaggio alla cinefilia Cut, a Venezia 2011, girato in Giappone. Like Someone in Love fa parte in maniera obliqua della piccola rappresentanza giapponese quest'anno a Cannes. Vedremo infatti solo due film dal paese del sol levante, The Legend of Love and Sincerity, parte musical, parte commedia, diretto da Takashi Miike e soprattutto 11. 25 The Day He Chose His Own Fate di Koji Wakamatsu. Mi si conceda

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CLAUDE MILLER
Omaggio al regista francese, erede della nouvelle vague, scomparso a 70 anni il 4 aprile scorso, con la proiezione del film che aveva appena finito di montare, Thrse Desqueyroux, dal romanzo di Franois Mauriac gi film di Franju nel 1962, con Audrey Tautou nel ruolo del titolo, e Gilles Lellouche. Il film chiuder il festival il 27 maggio nel Grand Thtre Lumire. Nato a Parigi nel 1942, allIdhec tra il 1962 e il '63, assistente di Bresson e Godard, Miller diventa lallievo prediletto di Truffaut. Nel 1976 esordisce come regista in La Meilleure facon de marcher, cui seguono Gli aquiloni non muoiono in cielo (77), Guardato a vista (81), La piccola ladra (88), L'accompagnatrice (92) Il sorriso (94) Betty Fisher ed altre storie (2001) e La piccola ladra (2003), da Checov.

FUORI CONCORSO BERNARDO BERTOLUCCI INCONTRA NICCOLO AMMANITI

Due fratellastri in fuga dallinquietudine. Il ritorno del maestro


A nove anni di distanza da The Dreamers, arriva Io e te che il regista ha tratto da un romanzo breve dello scrittore romano
di ALESSANDRA VANZI
ROMA

Da sinistra il regista americano Philip Kaufman e due immagini di Nicole Kidman, a Cannes in The Paperboy di Lee Daniels. Il regista giapponese Koji Wakamatsu, il manifesto del suo film su Mishima e unimmagine del Mishima pi macho. Tea Falco e Jacopo Olmo Antinori in Io e te e Bernardo Bertolucci

un'annotazione personale. Da quando ebbi l'occasione di intervistarlo nel 2005 per Alias - era sconosciuto ai pi o comunque era stato dimenticato - il vecchio Wakamatsu ne ha (ri)guadagnata di strada e di popolarit internazionale e questo non pu che farci piacere. Il film che porter a Cannes l'atto finale della trilogia che esplora, in modo molto personale, la storia del Giappone nella seconda met del XX secolo. Dopo l'enorme United Red Army del 2007 e Caterpillar di tre anni successivo, il regista giapponese approda (finalmente) a Cannes nella sezione Un Certain Regard in virt pensiamo anche del tema affrontato. Questo lavoro infatti ci racconter, in modo partigiano e non potrebbe essere altrimenti avendo Wakamatsu vissuto quegli anni in prima linea, gli ultimi anni della vita di Mishima Yukio (interpretato dal talentuoso Arata) fino al famoso suicidio quindi, e del suo rapporto con i movimenti giovanili dell'epoca. Il titolo inglese non rende bene l'idea quanto quello giapponese che recita, 25 novembre il giorno del suicidio. Yukio Mishima ed i giovani. A questo proposito interessante notare come nel film figuri anche la ricostruzione di un famoso dibattito avvenuto in un universit occupata

nel 1969 fra Mishima e la Todai Zenkyoto, un gruppo di sinistra del movimento studentesco. Wakamatsu sembra ritornato ai ritmi di produzione da pink eiga degli anni sessanta. Questo film invitato alla Croisette infatti il secondo a uscire nel 2012: un paio di mesi fa alla Japan Society di New York stato proiettato in anteprima mondiale Petrel Hotel Blue e in agosto ne uscir un terzo.

Insomma un energia da ventenne per il settantaseienne regista giapponese che con budget limitati e quindi una qualit delle immagini che per forza di cose non qualitativamente altissima, ora come non mai sembra avere moltissime cose da dire soprattutto alle nuove generazioni a cui la trilogia sul ventesimo secolo praticamente rivolta. Il che avvalorato dal fatto che tutti i suoi film che usciranno quest'anno potranno essere visti in Giappone dagli studenti pagando un terzo del prezzo usuale, come a dire che a Wakamatsu importa davvero far passare i suoi messaggi. Completano la presenza estremo orientale il genio e la poesia di Apichatpong Weerasethakul che dopo aver vinto la Palma d'Oro due anni or sono con Uncle Boonme Who Can Recall His Past Lives, ritorner fuori concorso con il mediometraggio Mekong Motel e il cinese Lou Ye. Uno dei registi pi odiati dalle istituzioni patrie Ye vinse qui a Cannes il premio per la miglior sceneggiatura con Spring Fever, dopo che gli era stato proibito di girare per cinque anni a causa del suo precedente lavoro, Summer Palace. Il suo Mystery verr presentato nella sezione Un Certain Regard e promette ancora una volta di creare molto scompiglio.

Bentornato Bernardo Bertolucci! Ci devessere un destino speciale gi scritto nei nomi P.P.P. Pasolini, R.R. Rossellini, B.B. Bertolucci e Brigitte Bardot, voil ecco il cinema! La prima volta avevo 16 anni, il film era vietato ma io ero incinta e riuscii ad entrare nascondendo la faccia dietro le spalle di Massimo mio marito. Ultimo tango a Parigi 1972. Non un film, una bomba alla nitroglicerina sul perbenismo e sulla morale cattolica! Il film che ha radicalmente rivoluzionato la consapevolezza sessuale di una generazione di italiani. Per la prima volta veniva mostrato lindicibile, lerotismo. Nei corpi sensuali di Marlon Brando e Maria Schneider, sempre in movimento, emotivamente in bilico, che inciampano, si rotolano, scivolano, si rincorrono, si prendono e cadono in un tango disordinato e passionale che mescola, fonde in un impasto sensuale, eros e thanatos, guidati, spiati, diretti dalla macchina da presa di Bertolucci. Quel film ci regal un vero soffio di libert, una spinta, un colpo di vento, diede il via alla rivoluzione sessuale. Un vero affronto per la morale del tempo cos forte da essere proporzionale solo alla reazione che caus, il film fu condannato al rogo e a Bertolucci tolsero i diritti civili. Semplicemente pazzesco. Anni dopo, nel 1982, dieci dalluscita del film, in un indimenticabile serata alla Sala Palatino occupata lo rividi proiettato a Ladri di Cinema, una bellissima rassegna. B.B. aveva gi fatto Novecento nel 1976 e La luna nel 1979, ma Ultimo tango a Parigi era ancora illegale, fummo tutti correi, come disse Bertolucci prima della proiezione, regista, organizzatori e pubblico del reato di visione proibita di opera darte. Lassurda vicenda si concluse solo nel 1986. Nel frattempo lavevo conosciuto, mi aveva voluto vedere per la parte della fidanzatina del ragazzo protagonista ne La Luna, ma ero gi troppo grande e non sapevo

abbastanza linglese, lingua in cui si girava in presa diretta, e poi ero paralizzata dallimbarazzo, veramente imbranata. Mi ricordo per che Claire Peploe, sua moglie, bravissima e bellissima regista, faceva il tifo per me e mi disse di riprovarci il giorno dopo, facendo finta di essere unaltra, mi venne il panico e non ci riuscii. Il cinema di Bertolucci ha accompagnato la nostra storia, lha raccontata sempre da un punto di vista non convenzionale, mai piccolo borghese, anticipando i linguaggi e le commistioni con le nuove tecniche e con le altre arti: lepica e il racconto , il melodramma e il tragico. Bertolucci ha uno speciale intuito nella scelta degli attori e soprattutto delle attrici dalla stupenda Alida Valli della Strategia del ragno alla bellissima Sanda de Il Conformista e di Novecento, dallintensit e bravura di Debra Winger (Il t nel deserto) alla sorprendente Tea Falco la protagonista di Io e te, questo nuovo film che verr proiettato il 23 maggio al festival di Cannes, fuori concorso, in cui ho avuto la fortuna e lonore di fare un piccolo ruolo, e che arriva, felice ritorno, a nove anni da The dreamers che del 2003. Non stata la prima volta che ho lavorato con B.B., era gi accaduto nel 1996 nel film Io ballo da sola: ho una scena dubriachezza molesta insieme a Carlo Cecchi che finisce con una scandalosa pip ridanciana e provocatoria che faccio sotto lo sguardo basito della giovane Liv Tyler. Io e te nasce da un romanzo breve di Niccol Ammaniti che poi stato sceneggiato dallo stesso Ammaniti insieme a Bertolucci, Umberto Contarello e Francesca

Marciano: la storia del legame che si crea tra due fratellastri, stesso padre due madri diverse, che quasi non si conoscono ma si trovano obbligati dalle circostanze a dover convivere per una settimana nascosti agli occhi del resto del mondo. I due giovanissimi attori sono entrati nei personaggi senza sforzo apparente, con l aderenza naturale della mano che infila un guanto, Bertolucci ha un dono speciale nel dirigere gli attori, una totale empatia nei loro confronti che rende possibile quello stato di grazia per cui lattore si affida al regista. Lui, Iacopo Antinori, Lorenzo, nel film, ha 14 anni, credo anche nella vita, un ragazzino silenzioso, ai limiti dellautismo, lo sguardo azzurro e denso, a tratti impenetrabile, preciso e freddo, si organizza una fuga dalla madre ansiosa e soffocante approfittando di una gita scolastica; lei Tea Falco, Olivia, nel film ha 21 anni, nella vita poco di pi credo, la sua semisconosciuta sorellastra, un'altra madre, un'altra citt di provenienza, un altro mondo, altri problemi, leroina, i debiti con i pusher, la rota inesorabilmente in arrivo, i nervi, il malessere fisico totale. Il giovane fratello non riesce a liberarsi di lei, allinizio sono come cane e gatta, alla fine della settimana sono fratello e sorella. Non voglio svelare la storia del film, che si discosta abbastanza dal libro, ne posso assumere unidentit critica che non mappartiene, ma posso senza alcun timore dire che questo film mi piace e mi ha sorpreso per la sua freschezza, agilit, semplicit leggera anche nel dolore. Il rapporto tra questi due fratelli sconosciuti del tutto diverso da quello incestuoso dei protagonisti di The Dreamers, e anche lo sguardo di Bertolucci diverso, qui non c voyeurismo ma complicit e affetto per entrambi, le inquadrature, il ritmo veloce del montaggio danno al film un andamento che restituisce il senso di inquietudine e provvisoriet dei sentimenti dei due ragazzi E bello lavorare con Bernardo perch c una famiglia stabile di collaboratori che lo circonda e protegge affettuosamente: Claire Peploe, Metka Kojak, Fiorella Amico, Barbara Melega, Fabio Cianchetti, Cinzia Sleiter, Francesca Marciano, Franco Piersanti, Gianni Silvestri, Veronica Lazar e tanti altri perch lui un grande maestro del cinema col cuore giovane da ragazzo, lui quellOlmo piccolo di Novecento col cappello tutto ornato di rane vive infilzate, il cosmopolita parmense innestato adolescente nella pigra e molle capitale che protegge le sue memorie ancestrali e poetiche della bassa contadina e ipergalattica, in cui convivono una saggia e profonda conoscenza del mondo e un insaziabile curiosit per la vita.

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ALIAS 12 MAGGIO 2012

CANNES / SCANNERS

GUERRA ALLE DONNE E HOLLYWOOD

di LUCA CELADA
LOS ANGELES

La dimensione trans-politica della questione femminile unisce i burqa al femminicidio. In Italia il corpo delle donne stato posto al centro della questione culturale da un regime politico-mediatico che ha massicciamente aggiornato concezioni abberranti e arcaiche che palesano oggi un retaggio violento di delitti passionali. Ma lanomalia italiana ha un contesto universale. Il corpo femminile promette cos di essere anche al centro della campagna elettorale nordamericana dopo che nelle primarie i candidati repubblicani hanno fatto a gara a superarsi su posizioni sempre pi oltranziste; un attacco diretto in gran parte alle conquiste di 40 anni di movimento su diritti riproduttivi, discriminazione sul lavoro e violenza contro le donne. Un programma conservatore che ha come obbiettivo finale labrogazione della legge sullaborto auspicata dalla destra integralista; in questo senso non potevano essere pi programmatici i tentativi di restringere laccesso ai contraccettivi e le leggi varate a ripetizione in stati repubblicani, che impongono sonogrammi transvaginali (con obbligo di visionare il feto) alle donne che richiedono di terminare la gravidanza. La War on Women diventata insomma lultima culture war, come se attorno alla questione femminile di concentrassero assieme le torbide ossessioni e le aspirazioni retrograde conservatrici. Non sorprende che nei sondaggi Mitt Romney soffra un deficit del 20% fra le elettrici. I temi della guerra alle donne riverberano in questo giorni anche a Hollywood, aggregatore dellimmaginario e quindi storicamente laboratorio anche di immagine femminile. Di donne, cinema e impegno abbiamo parlato con tre attrici che nei loro film e fuori - hanno contribuito molto a formare un idea e uno sguardo femminile. SUSAN SARANDON Dalla lotta contro la guerra a quella per la giustizia sociale, da Thelma e Louise a Dead Man Walking; una vita dedicata allimpegno politico dentro e fuori dallo schermo. Nel cinema pietre miliari che vanno da Louis Malle (Pretty Baby e Atlantic City) a Bull Durham e una galleria di personaggi che esprimono una femminilit complessa, intelligente e indipendente. Come loro Sarandon allergica ai soprusi: in Nicaragua negli anni ottanta contro la guerra sporca di Reagan e in prima fila, 20 anni, dopo contro le avventure irachene dei Bush. Nel 2000 stata protagonista della campagna presidenziale del Green Party di Ralph Nader, vicina alle lotte sindacali degli attori e degli sceneggiatori di Hollywood e pi recentemente animatrice della campagna per sconfiggere il governatore repubblicano anti sindacale del Wisconsin Scott Walker. Quali sono i film di cui particolarmente fiera per limpatto sociale che hanno avuto? Dead Man Walking, perch riuscito a definire il dibattito attorno alla pena di morte. E ora il libro su cui basato tradotto in 16 lingue e allepoca una copia del film venne regalata al Papa che in seguito chiarific ulteriormente la posizione della chiesa dato che in questo paese la religione e la Bibbia sono spesso addotte a giustificazione della pena capitale e quindi la sua stata certamente una voce importante. Poi lOlio di Lorenzo perch la malattia rara di cui tratta era praticamente sconosciuta e il film contribu alla comprensione della sua diagnosi. Ma forse ancora pi importante era fare luce sulloperato e gli interessi delle multinazionli farmaceutiche nel contesto dellemergenza Aids e leffetto che

questi hanno tuttora sulla ricerca e lo sviluppo di medicinali e lo stigma che colpisce i malati. Il personaggio del bambino protagonista di quel film palesava queste problematiche. In generale crede che il cinema sia ancora uno strumento efficace per veicolare temi di impegno sociale? Guardi, credo che i film abbiano sempre un impatto profondo sulla cultura. E di solito proprio questo il problema (ride), il problema che i film cosiddetti apolitici in realt promuovono implicitamente lo status quo e quindi spesso indirettamente avvallano anche il razzismo, il sessismo e la discriminazione ma nessuno li identifica come politici. Appena per un film critica il sistema allora diventa un film politico e quindi veleno al botteghino. Ma il semplice atto di far ridere pu essere politico. Cosa vogliono le donne, ad esempio. O il Nutty Professor di Eddie Murphy che considero implicitamente un film politico per il semplice motivo che ti faceva tifare per il ciccione, perch riuscisse a conquistare la ragazza e quante volte accade questo in un film? E il suo alter ego untuoso e dandy invece risultava odioso e il fatto di collocarti nelle scarpe del grassone e di percepire il dolore di quel punto di vista un atto sovversivo. A proposito di film sovversivi, questanno il ventesimo anniversario di Thelma e Louise Un altro film politico, s, e ancora necessario. E Geena (Davis) che ha fondato lInstitute for Gender in Media ha studiato esattamente lincidenza delle donne nel cinema e nella televisione, quanti personaggi femminili appaiono e dove e quante battute hanno. Ed emerge un quadro ancora profondamente sfavorevole a donne, ragazze e a personaggi femminili autentici. Nessuno ne parla ma evidente il messaggio di subalternit contenuto in quelle statistiche. E credo che dobbiamo tutti prenderci delle responsabilit per non raffrorzare quegli stereotipi. Come vede il futuro? Sono ottimista. Davvero. Perch vedo i ragazzi di questa generazione, quella di Occupy Wall Street e il tipo di informazione che impongono; e poi, a giudicare da mio figlio di 19 anni che non interessato al consumo, non segue i reality Kardashian in tv e preferisce fare musica, credo che i ragazzi di oggi stiano ponendo delle domande molto importanti. Il fatto che leconomia sia in questo stato e che non esista pi un mercato del lavoro, impone un ripensamento radicale. E credo che da questo punto di vista Obama abbia deluso molti ragazzi che lavevano votato in quella che era la loro prima elezione. Ma io credo che i ventenni esprimano ancora con forza le loro convinzioni e abbiano voglia di partecipare e vivere vite autentiche. E quindi ho speranza. Daltra parte anche chi ha la mia et ha il dovere di contribuire in modo costruttivo, non possiamo arrenderci alla negativit. chiaro che stiamo assistendo a un collasso, ma forse necessario per trovare nuovi modelli. Certo tragico che cos tanta gente abbia perso il lavoro prima di raggiungere la sicurezza. Ma forse anche vero che si trattava di lavori non proprio amati e forse potrebbe essere questa la via per produrre pi imprenditori di se stessi, per sviluppare idee e mestieri che possano renderci pi felici. C molta gente che riesce a inventare piccoli bussines che permettono di passare pi tempo in famiglia. Insomma forse potr venire del bene anche da questi tempi disperati. Per esempio finire le guerre ed evitarne altre. Mi preoccupa come i reduci che tornano, spesso traumatizzati dai molteplici turni al fronte, siano gi dimenticati da questo paese. Potrebbero essere una enorme risorsa, come la gigantesca popolazione homeless che abbiamo. Ma ripeto, in fondo rimango ottimista anche perch ogni volta che nella mia

INTERVISTE SUSAN SARANDON, MICHELLE RODRIGUEZ E JANE FONDA

fare quello che io ho sempre fatto e con buon profitto e a me viene da dire Ah, ce lavete fatta a capirlo!. Hai incontrato resistenza negli studios? Credo che la differenza fra ingenuit e ignoranza sia lintenzione. E se tu sei intenzionato a chiudere gli occhi ad un certo tipo di realt nulla te lo pu impedire. Soprattutto se vuoi rimuovere il fatto che arrivato il momento in cui anche le ragazze vogliono la loro parte, la loro parte di potere, che il mondo cambiato che ci sono sceneggiatrici capaci di scrivere il proprio materialee in parte la colpa di noi stesse perch glielo abbiamo permesso. Mi fa incazzare e mi fa anche paura. Il potere ancora l. Ed per questo che al pi presto voglio appendere la divisa e attaccare il mitra a un chiodo e mettermi a a scrivere, sviluppare progetti miei, scoprire un nuovo mondo di creativit, perch credo che Hollywood sia pronta per questo. Il pericolo maggiore lignoranza delle persone potenti che scelgono di vivere nel passato. Perch ti sei specializzata nel genere action? Per tanti anni ho considerato il genere di azione il modo migliore per raggiungere molte persone, piuttosto che un film impegnato di integrit artistica ma che vedono in cinque. E ora perlomeno siamo giunti al punto in cui anche in questo genere una donna pu stare alla pari col resto del cast, non obbligata a strapparsi di dosso i vestiti o fare la sexy, non obbligata cio a ostentare quella che chiamo lenergia Cleopatra. Come dicevo c voluto del tempo perch per molti anni non c stata la concezione di un mezzo termine. Se non eri sexy allora ti facevano fare luomo, ed falso, non cos. Una donna ha una propria forza e un proprio equilibrio fra la principessa guerriera e lo spirito di Cleopatra. E credo che riconoscerlo e renderlo tangibile nelle sceneggiature per Hollywood sia stato un lungo tragitto ancora incompiuto. Finalmente oggi ci troviamo ad avere film come Hunger Games, Salt e Wanted oppure Luomo che odiava le donne e mi sembra un bel progresso anche se trovo che una ragazza non debba necessariamente essere violentata per prendere coscienza. una forza interiore che deriva dalla consapevolezza tenace di chi sono io, chi sono veramente dentro, ci che voglio e quello per cui sono disposta a battermi. un messaggio che rivolgerei soprattutto alle culture che opprimono ancora le donne, un messaggio necessario anche in molti paesi dove magari in atto una liberalizzazione, una svolta democratica e Hollywood rimane comunque un punto di riferimento

Un altro sforzo femminista...


Di donne, cinema e impegno abbiamo parlato con tre attrici che nei loro film e fuori - hanno contribuito a formare un idea e uno sguardo molto femminile dentro limmaginario collettivo
vita accaduto qualcosa che sembrava un cataclisma stata poi anche unopportunit per cambiare, per pensare diversamente alle cose. Per esempio? Quando fai dei figli, per esempio, e cominci a convivere pi intimamente con la morte. Almeno per me stato cos. Non avevo mai pensato alla mortalit fin quando non ho partorito; ora invecchiando comincio a vedere le cose diversamente, a inquadrare la vita da una diversa prospettiva, mi preoccupo meno delle piccole cose e cerco di vedere tutto il quadro. A volte in tempi di grande cambiemento necessario trattenere il respiro. per quanto riguarda il futuro del cinema? I nuovi strumenti, il fatto che si possano fare film al computer, destinato ad allentare il controllo degli studios. Ci sono pi autori che fanno film, si tratta solo di capire come distribuirli. Ci attende una rivoluzione simile a quella che ha stravolto lindustria della musica. Nuovi mezzi di distribuzione significheranno molti pi film; molti brutti e alcuni belli. MICHELLE RODRIGUEZ 30 anni vissuti con grinta prima sulle strade di San Antonio poi a Santo Domingo e Puerto Rico coi genitori e infine le mean streets di Jersey City dove si fa espellere da scuola ben cinque volte. Scoperta da Karyn Kusama per Girlfight, d autentica vita al bellissimo personaggio di Diana che si riprende un identit a forza di pugni nelle palestre del pugilato femminile. Poi un decennio allinsegna del genere, di alterne fortune e qualit. Fra la serialit allingrosso di Fast&Furious e Resident Evil c tempo anche per Blue Crush, Machete e Avatar. Comunque una serie ininterrotta di ragazze che spaccano, per Michelle una linea di coerenza. Come ti sei ritagliata uno spazio a Hollywood? Ho come limpressione che se tu non corrispondi allideale di tipica ragazza non sanno bene cosa fare di te - gli sceneggiatori intendo. Non sanno cosa farti fare: non pu essere la girlfriend, non possiamo strappargli i vestiti, non abbastanza sexyche gli facciamo fare? Sono perduti. (Ride). Per quanto mi riguarda credo di essermi fatta un culo cos da tredici anni e sai cosa, non mi pagano neanche tanto. da Girlfight che non ho un ruolo da protagonista e in un certo senso mi sono chiusa molte porte da sola perch non amo scendere a compromessi. E quindi mi sono abituata ad un certo tipo di ruolo, di ragazza tosta, combattimenti, azione. Se tu vuoi far passare un certo tipo di messaggio quello che ti offrono, e adesso finalmente come se si fossero svegliati e hanno capito che si pu

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culturale, capace di trasmettere determinati valori e parte di questi valori deve essere anche lempowerment femminile. E se credi che la cosa non ti riguarda come filmaker, che stai solo producendo divertimento pieno di esplosioni e zombies, beh allora ti sbagli di grosso perch anche questo tipo di film trasmette determinati valori. Le immagini hanno sempre un peso specifico e contengono messaggi che possono ispirare a essere migliori. una responsabilita che personalmente prendo molto seriamente e mi sembra che ci muoviamo nella direzione giusta. Ti senti parte del movimento ispanico Hollywood? Se devo esser sincera la questione ispanica non mi interessa molto, non mi identifico principalmente come latina. Quello che mi sta a cuore la questione femminile perch come diceva John Lennon le donne sono i negri del mondo, ed questo che mi preoccupa. Nella mia cultura c una sorta di matriarcato sommerso, forse dovremmo essere pi svedesi (ride) capisce cosa voglio dire? Lo so i maschi odiano quella roba.. Cosa? Tu stare sopra? Dai amore, almeno facciamo a turno.. (ride) Ti sembra che Hollywood sia diventata pi qualunquista rispetto al passato? Oggi il mondo va cos. Sono fortunata ad essere nata quando sono nata, nel 1978. Ho 33 anni, ho visto il mondo passare da telefoni di terra ai trovapersona ai cellulari, i videogiochi da Atari a aXBox e i computer da Commodore a Apple. Ho visto le chatroom di Yahoo diventare Facebook e poi Twitter; il mondo oggi saturo di informazione e questo comporta lossessione di farsi notare, di essere visto. Mi ricorda quelle ragazzine che si vedono a Tokyo coi capelli biondi e le uniformi da scolarette che fanno di tutto per distinguersi dalla folla. la caratteristica della Me-Generation di ragazzi che urlano per farsi sentire anche quando magari non ne hanno una ragione. A volte mi spaventa perch mi sembra quasi una generazione perduta e credo che tocchi anche a noi trentenni guidarli e fungere da ponte fra loro e ci che stato prima. Siamo io e i miei colleghi a stare fra loro e la generazione conservatrice. Invece proprio questa nuova generazione cos satura di informazione a dover capire in che direzione muovere il futuro. E credo che Hollywood abbia un ruolo importante in questo. JANE FONDA Hanoi Jane e Barbarella i volti estremi di un personaggio, quello di Jane Fonda, impresso sullimmaginario sixties come volto protagonista della new Hollywood a cavallo fra studio system e controcultura, quella dei Raging Bulls e Easy Riders a cui legato il nome del fratello Peter. Cos come quello del patriaraca, Henry, lo era stato a Furore e La parola ai giurati una nome e una dinastia quella dei Fonda che lega lAmerica di Steinbeck e del New Deal a quella dei diritti civili e del Vietnam. Esponente di quella stagione esule parigina durante il maggio 68 e da allora militante contro la guerra in sud est asiatico, un impegno che ne far la bte noir della destra pi ancora che la Giovanna dArco del movimento e che continua tuttora. Una vita vissuta a piene mani senza rimorsi. O quasi. Come avvenuta la sua presa di coscienza politica? Non sono mai stata una hippie, anche se negli anni 60 tutti lo erano. E gli hippie, come Mia Farrow o i Beatles andavano in India, visitavano gli ashram, si vestivano con le tonacheIo pensavo che andassero laggi per trovare la verit e cos anchio ci sono andata in quegli anni, ma invece della spiritualit mi ha colpito la politica. Volevo capire cosa

si potesse fare per migliorare le cose, non avevo mai visto povert su quella scala, non potevo credere ai miei occhi. Mi sembrava assurdo essere accanto a quella gente e semplicemente farsi le canne, semmai mi dava voglia di iscrivermi ai Peace Corps che ne so, di scavare pozzi. Ma avevo gi 32 anni con un bambino piccolo e non potevo iscrivermi cos invece sono tornata negli Stati Uniti dAmerica per cercare di fare qualcosa qui. Ha anche vissuto in Francia In un certo senso non credo che si possa capire davvero cosa significhi essere americano finch non si esce dal paese. Solo quando sono andata a vivere in Francia ho compreso davvero il buono e il meno buono del mio paese. Cero stata diverse volte prima, ma quando sono andata a viverci veramente, quando mi sono innamorata di Roger Vadim, erano gli anni di Kennedy, del suo assassinio e della guerra in Vietnam e la mia coscienza politica deriva dal periodo passato in Francia. Mi trovavo l durante il maggio e gli europei erano molto pi politicizzati di noi, coscienti delle dinamiche politiche e ho imparato molto. Ero molto amica di Simone Signoret e lei mi portava sempre ai comizi di Sartre e de Beauvoir, e questo mi ha formato molto, anche come attrice. Non sarei diventata una militante senza la Francia di quegli anni. A Parigi vedevo la televisione americana e decine di migliaia di miei compatrioti che morivano in guerra e altri migliaia che la guerra la contestavano e questo mi

fece sentire ancora pi americana e ho deciso di unirmi a loro. Mi sembravano persone che credevano nel giusto e che volevano marcare una differenza. In Francia gente come Simone Signoret in Vietnam cera stata. Mi raccontavano di quanto fosse sbagliato combattere quella guerra e credere di vincerla. Per me non cera alternativa ad impegnarsi contro la guerra. Fin per andarci anche lei Allapice della guerra mi contattarono alcuni reduci del Vietnam che erano contro la guerra. Lesercito aveva Bob Hope e le star della Uso che facevano spettacoli in giro per le basi, comizi patriotici che esaltavano la guerra per sollevare il morale dei soldati e noi volevamo fare qualcosa di opposto. Perch non formare un gruppo alternativo di attori che visitasse i soldati, ma con un messaggio contro la guerra. Io sapevo, avevo incontrato un saccco di soldati che la pensavano cos, avevano giornali, si organizzavano... si chiamava G.I. Movement. E cos noi partimmo da quei giornali, dai racconti che facevano gli stessi soldati e da quei testi facemmo uno spettacolo. Ceravamo io, Donald Sutherland e un gruppo di attori e lo spettacolo si chiamava FTA - Fuck the Army. Abbiamao cominciato a fare il giro delle basi militari beh diciamo vicino alle basi, perch dentro non ci facevano certo entrare - qui in America, poi alle Hawaii, Okinawa, Filippine, Subic Bay, Clarke Air Force Base, il Giappone. Facemmo anche un documentario sul tour.

E poi? Beh limpegno stato un po il mio dato costante (ride). Ho lavorato contro la guerra e oggi sono attiva nel movimento contro la violenza alle donne. In Georgia, lo stato dove ho vissuto molti anni, aiuto i ragazzi poveri a non ficcarsi nei guai quando sono molto giovani. A non rimanere incinta, ad esempio, e a proteggersi dallAids. E abbiamo delle cliniche nel Sud. Con Gloria Steinem abbiamo poi fondato unorganizzazione che promuove una maggiore presenza delle donne nei media; i mass media creano una percezione e se le donne vi rimangono invisibili questo influisce su chi i media li consuma e sulla considerazione che abbiamo di noi stesse. Ce molto lavora ancora da fare su questi temi. Rimpiange qualcosa? Certo, chi di noi non ha rimpianti? Io nelle mia vita ho fatto una cosa che rimpianger fino alla morte: farmi fotografare su una batteria antiaerea Nord Vietnamita, perch quella foto mi ha fatto apparire come se fossi contro il mio paese, contro i soldati, che lopposto di chi sono veramente. stata una leggerezza, lho fatto senza pensare, sotto leffetto delle emozioni del momento, era il mio ultimo giorno nel paese e prima che potessi riflettere era fatto. Dopo mi sono resa conto delleffetto che avrebbe avuto, ma era troppo tardi, non posso farci niente. Quando ho compiuto 60 anni ho capito che stava iniziando il mio ultimo atto e sappiamo tutti quanto siano importanti i terzi atti. La prima

parte della tua vita pu anche apparire ridicola, ma nellultimo atto hai la possibilit di dargli un senso. Non ho mai avuto paura della morte, ma ho visto morire mio padre e sapevo che moriva con tanti rimpianti e non voglio che questo sia anche il mio caso. So di non essere stata la migliore mamma per mia figlia, lei nata nel momento in cui ero molto impegnata nella militanza e so di non essere stata abbastanza presente nella sua vita. Parte del mio percorso nel terzo atto di guadagnare il suo perdono. Trovo che con la compassione, il perdono sia il sentimento pi importante nella vita. Cosa prevede per il futuro? Non so, non riesco a fare previsioni. Ma sa cosa mi preoccupa di pi? Lacrimonia che c oggi e che ai miei tempi non esisteva, si poteva esser democratici o repubblicani ma cera ancora un dialogo, un livello di civilt. Oggi c un astio ideologico che non ammette compromessi, gli ideologhi rigidi di oggi tradiscono i valori fondamentali di questo paese e sono davvero preoccupata per questo

anche se credo ancora che fondamentalmente siamo un buon paese e gli Americani non ci cascheranno. Allo stesso tempo sono molto preoccupata per il pianeta; stiamo distruggendo il sistema di supporto da cui in quanto umani dipendiamo per sopravvivere e questo mi fa molta paura. Occorre svegliarci molto in fretta e credo che le donne in particolare debbano essere protagoniste di questo, dobbiamo avere coscienza del nostro potere di farlo. Come donne possiamo parlare per il pianeta, abbiamo una connessione pi forte e ci che viene fatto contro le donne nel mondo la stessa violenza che viene usata sul pianeta. Dobbiamo resistere e porgli fine, credo che gli uomini si uniranno a noi ma sono convinta che sta a noi essere le leader.

In alto a sinistra Jane Fonda, amica del manifesto fin dagli anni 70. Susan Sarandon (foto in alto) e Jean-Louis Trintignant (in basso) negli anni 50. Il poeta ha cercato di desentimentalizer tout raccontava al pubblico, ma se non te lo diceva non te ne accorgevi. Come riesca a trovare la musica ovunque, anche in versi cos scarni, disperati, un mistero. Poi a Lione, in autunno, dopo il Disertore aggiunse unaltra poesia di Vian, A tous les enfants. Accompagnava i ragazzi in partenza per la guerra con gli zaini sulle spalle e gli occhi bassi sul loro dolore, poi volgeva indietro lo sguardo a chi resta a casa e li manda a morire. Nella sua mano cera davvero unarma: la poesia e nessuno mai avrebbe potuto disarmarlo. Nessun regista potr mai ottenere al montaggio ci che lui provoca mettendo vicini due testi. A met spettacolo si alza in piedi per dire Fourmis e non vedi pi luomo di prima, ma un ragazzo, che racconta che ha messo il piede su una mina, e sa che esploder se lo toglie. La dice, torna a sedersi e subito attacca unaltra poesia: Dans un petit bateau di Desnos. C' un ragazzo accanto alla sua amata, si culla sulla barca, muovendo dolcemente i remi. In quello scarto improvviso c' tutto Trintignant: l'amore, la grazia con cui guida la sua arte spericolata che accoglie e tiene dentro lo stesso respiro tutti i destini degli uomini, fino al verso finale, misterioso e bellissimo: heureux qui envie le petit matelot. Raramente il teatro stato vicino a svelare il mistero della vita come in quel momento. Accostando due poesie dissolve le barriere del tempo o spalanca ogni porta, che sia quella della prigione descritta in Ils cassent le monde dove un condannato vede calare la lama di ghigliottina ma continua a cantare basta che amo, o quella della gabbia delluccellino di Quartier libre di Prvert (ho messo il mio chep in gabbia e sono uscito con luccellino in testa). Questi poeti conservarono sempre uno stupore da bambini dice. la stessa curiosit che gli vedi nello sguardo. Per questo forse il colore dei suoi occhi non mai lo stesso. Perch come il mare e il cielo si riflette in ci che guarda. Procede verso la semplicit partendo dal mistero, dalla solitudine al dialogo, dal surreale alla verit. Due amici camminano ancora insieme, se mette vicino due poesie dallo stesso titolo: Aujourdhui, una di Desnos, scritta per un amico deportato durante la guerra, laltra di Prvert e dedicata proprio a Desnos, che nel 44 sub la stessa sorte: fu arrestato a Parigi e deportato a Auschwitz. Mor lindomani della liberazione a Terezin. Di colpo smise di scrivere slogan pubblicitari, testi radiofonici e recensioni di film, ma non di scrivere poesie. Lultima, Dernier Pome, la trovarono in tasca a un suo compagno di prigionia e Trintignant la dice nello spettacolo sapendo che la poesia il mezzo pi veloce per portarti da chi ami se lontano da te.

CANNES 65 IL DIVO FRANCESE PIU ANARCHICO

Vian, Desnos e Prevert... e ora Haneke


Jean-Louis Trintignant, 80 anni, torna al cinema al fianco di Riva e Huppert. E lo ha fatto, come sempre, solamente per Amour
di ANGELA ZAMPARELLI

Tra le molte cose di cui siamo grati a Trintignant c la sua infedelt agli addii. A Venezia, nell'87, presentava La valle fantme di Tanner: Non girer pi diceva, con una voce che non gli avevo mai sentito, la sua. Per fortuna ci ripens. Le apparizioni negli anni 90 sono rare, tutte memorabili. Tiene a battesimo Jacques Audiard formando insieme a Mathieu Kassovitz una coppia da Sorpasso (Regarde les hommes tomber), per Chreau in Ceux qui m'aiment prendront le train si sdoppia e interpreta due gemelli, in Film rosso di Kieslowski presenza irrinunciabile e assoluta. E poi lo straordinario, cinico colonnello cui d vita in Fiesta... Negli anni duemila sceglie il teatro. Se non contiamo Immortal di Enki Bilal dove recita solo con la voce, la sua ultima presenza Janis e John di Samuel Benchetrit, la cui protagonista era sua figlia, Marie. Era stata proprio sua figlia a incoraggiarlo a tornare in teatro insieme, con spettacoli di poesia intimi e bellissimi, che lui credeva fosse difficile dire davanti a tanta gente. Dopo la morte di lei, prima pens di smettere, poi riusc a continuare per dichiararle il suo amore. Non voleva sottrarre neanche un attimo al teatro, ma per Haneke ha fatto uneccezione. Il progetto era in piedi dal 2009 e Amour sar a Cannes, tra i favoriti del concorso. Torna sulla Croisette che lo lanci con Un uomo e una donna di Lelouch e lo premi con la Palma doro per il suo timido ma implacabile giudice di Z - lorgia del potere di Costa Gavras (1969),

sfiorando il premio con un altro giudice, quello di Film rosso, che arriv dritto al nostro cuore. Questa volta, accanto a Emmanuelle Riva (lattrice francese di Hiroshima mon amour, che con Trintignant gir nel 65 un episodio, nel curioso film di Gianni Puccini, Io uccido, tu uccidi) daranno vita a una coppia di ottantenni, Georges e Anne, colti, ex insegnanti di musica in pensione con una figlia che vive allestero, Isabelle Huppert, anch'ella insegnante. Lamore della coppia messo a dura prova quando Anne vittima di un piccolo ictus. Non difficile capire, sin dall'uso dei nomi, che questi personaggi sono parenti stretti della coppia Binoche-Auteil di Niente da nascondere e di tutti gli altri film, da Funny Games a Codice sconosciuto, in cui qualcosa irrompe a sconvolgere il tran tran di una famiglia borghese. Niente da nascondere nasceva dal desiderio di lavorare con Daniel Auteil cos come forse questo Amour stato scritto per Trintignant, due attori unici - per Haneke - a possedere un segreto: qualcosa che hanno dentro e che spinge a chiederci cosa c' dietro il loro sguardo. Per convincerlo a girare Il Conformista Bertolucci gli raccont semplicemente la verit: che quel personaggio non era un conformista, ma un uomo che, per nascondere la propria diversit, sceglieva di essere come gli altri. Per parlargli di Film rosso Kieslowski lo incontr all'aeroporto di Orly e chiacchierano insieme di automobili; ignoriamo se per Haneke sia stato difficile convincere Trintignant. Ma il suo rigore nel denunciare la

manipolazione di ogni rappresentazione filmica, la sua attenzione agli attori e l'uso dei lunghi piani sequenza per rispettarne la verit, non devono essere sfuggiti a Trintignant. Lamore per la musica di Bach, la ricerca costante di quel timing interiore che Haneke pensa un regista debba possedere per provocare la reazione del pubblico al momento giusto, hanno certo contribuito a far crescere lammirazione di Trintignant per lui. Un frammento di secondo in pi nelle durata di uninquadratura pu mandare allaria tutto. Il cinema dice Haneke - una questione di respiro. In Italia Amour arriver il 31 ottobre, accompagnato da Haneke e Trintignant, grazie a Teodora). Sarebbe bello che per quel periodo Trintignant arrivasse fin qui anche con il suo spettacolo teatrale che da due anni porta in tourne: Trois Potes libertaires du XX sicle: Vian, Prvert, Desnos. Ad Avignone, lo scorso gennaio, congedandosi dal pubblico aveva detto l'ultima volta che lo recitiamo e sono contento che sia stato qui. Ma ora che una nuova data teatrale annunciata ad Arles l8 giugno.... Tra tutti i suoi spettacoli, grandissimi, quello dei Tre poeti forse il pi bello di tutti. facile - mi diceva pochi mesi fa ad Amiens sono felice. Lo spirito anarchico dei tre poeti lo ispira e d vita a un mix prodigioso che sembra uscito dal piano cocktail descritto da Boris Vian ne La schiuma dei giorni. Poesie dimpegno civile convivono con tocchi surreali e ironici, con la fisarmonica di Daniel Mille e il violoncello di Gregoire Korniluk ad

accompagnarlo. In un'ora e mezza un gatto che ha appena mangiato un uccellino e si scusa per l'accaduto con una bimba che piange (se lo avessi saputo lo avrei mangiato tutto intero. Le chat et l'oiseau di Prvert), o un cavallo al galoppo che fugge via da un generale (La complainte du cheval di Prvert) e poco dopo un soldato spacciato sul campo minato (Fourmis di Boris Vian), un condannato a morte, un evaso. Non ho scelto i testi politici ma quelli che parlano della morte e dell'amore diceva la sera del debutto, a Lattes, settembre 2009. Ma ci che pi colpiva era la forza rivoluzionaria del suo canto. Verso la fine arrivava Le Dserteur nella versione pi audace. Non quella pi nota, cantata da Mouloudji, Joan Baez, lo stesso Boris Vian, che finisce con prvenez vos gendarmes que je naurais pas darmes et quils pourront tirer, incisa lindomani della fine della guerra dIndocina, leggermente ritoccata dalla censura. Ma quella che la censura appunto viet sempre. Dopo aver spiegato le sue ragioni per non partire, Trintignant diceva senza addolcire nulla: prvenez vos gendarmes que jemporte des armes et que je sais tirer. Nei mesi successivi si spinse fino alle coste del Nord Africa: Rabat, Agadir, Casablanca, ma il continente pi grande in cui tavventuravi era il suo cuore. Destate a Ste diceva: queste poesie mi hanno arricchito poi si correggeva - mi hanno nutrito. Non poca la differenza. Dentro una fortezza che era stata una prigione risuonavano altre parole di libert, quelle di Etranges Etrangers di Prvert, per i sans papiers, pubblicata

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ALIAS 12 MAGGIO 2012

CANNES / SCANNERS

QUEL TOCCO LATINO

LIBRI DE GAETANO E IL CAPO DELLA GIURIA

SUDAMERICA

Trapero con Darn sacerdote impegnato e 7 giorni a Cuba


di SILVANA SILVESTRI

Il mondo come mascherata. Nanni Moretti, i comici drammi

Il regista che apr la strada al nuovo cinema argentino con Mundo Gra (99), Pablo Trapero, sar a Cannes nel Certain Regard con Elefante blanco e con il collettivo 7 dias en La Habana. Il cineasta stato a Cannes con film dai ruvidi soggetti, come Leonera, o Carancho o il durissimo El bonearense (2002), protagonista un povero contadino della provincia addestrato come poliziotto del Gran Buenos Aires, un percorso che rimanda ai tempi della dittatura e a manifestazioni autoritarie che non si cancellano cos velocemente in tempi di democrazia. Protagonisti di Elefante blanco sono Ricardo Darn, il grande attore argentino che ormai anche il pubblico italiano ha imparato a conoscere (anche se con unaltra voce) con Il segreto dei suoi occhi e lultimo, ancora nelle sale Cosa piove dal cielo? e Jrmie Renier (Il ragazzo con la bicicletta dei fratelli Dardenne). Sono due sacerdoti impegnati in un difficile insediamento suburbano caratterizzato da povert e crimine. La tematica del film tanto pi interessante in quanto il rapporto della chiesa con la popolazione in Argentina piuttosto conflittuale per aver sostenuto e collaborato per lo pi con la dittatura. Questi (come ce ne sono stati tanti altri) sono due sacerdoti in prima linea: Geronimo (Renier) che stava lavorando nella giungla amazzonica a un progetto di insediamento ha avuto buona parte della sua squadra assassinata da forze paramilitari Julian (Darn) gli offre la possibilit di lavorare con lui in Argentina per aiutarlo in un progetto a Villa Virgen, nei suburbi di Buenos Aires, dove esplode la violenza. Geronimo si chiede se la chiesa il mezzo migliore per dare risposte alle necessit della gente, mentre Julian ha deciso di muoversi non nellambito della fede ma della politica. Collabora con loro lavvocatessa Luciana (Martina Gusman) che si professa atea e fa vacillare la fede di Geronimo oltre a mettere a dura prova lamicizia e la fede dei due sacerdoti. 7 dias en La Habana porta a Cuba una schiera di registi: Trapero, Benicio Del Toro, lo spagnolo Julio Medem, il palestinese Elia Souleiman, il franco-argentino Gaspar No, il francese Laurent Cantet oltre al cubano Carlos Tabio. Emir Kusturica linterprete sensazionale dellepisodio di Pablo Trapero dal titolo Jam Session. Arrivato nellisola per ritirare un premio il regista fa un incontro deccezione: il tassista che lo porta in albergo, scopre, in realt il famosissimo Alexander Abreu, trombettista di Cienfuegos, compositore, arrangiatore e cantante, che per vivere trasporta i turisti in automobile. I registi sono stati invitati a comporre ognuno secondo la sua sensibilit artistica un ritratto non convenzionale della citt. Ogni episodio si svolge in un giorno diverso della settimana: il luned Benicio Del Toro fa incontrare un turista Usa con un tassista laureato in ingegneria che gli mostra luoghi inaspettati, marted tocca a Trapero che per la prima volta gira fuori dal suo paese, mercoled Julio Medem racconta di Cecilia di

fronte al dilemma se far decollare la sua carriera di cantante in Spagna o restare a Cuba e cercare di far funzionare il suo rapporto ormai in crisi, gioved Souleiman deve intervistare Fidel Castro e mentre aspetta lora fissata gironzola per la citt, venerd Gaspar No racconta di genitori di una adolescente lesbica che decidono di sottoporre la figlia a un rito di esorcismo officiato nella giungla da un sacerdote di una setta afrocubana, sabato Juan Carlos Tabio segue la vita quotidiana di Mirta, una donna come tante che oltre ai suoi due lavori confeziona anche dolci per far fronte alle spese familiari. Infine domenica Cantet mette in scena la cerimonia che Martha e i suoi vicini devono organizzare in onore della vergine Oshun apparsa in sogno la notte prima, con questa precisa richiesta. Altri cineasti latinoamericani in cartellone a Cannes sono il messicano Carlos Reygadas (Post Tenebras Lux) e il brasiliano Walter Salles jr. con la produzione francoamericana dedicata alla bibbia della beat generation On the Road di Jack Kerouac che nel film interpretato da Sam Riley con Garrett Hedlund (Neal Cassady), Tom Sturridge (Allen Ginsberg) e Viggo Mortensen (William Burroughs). Il progetto di fare un film risale allo stesso scrittore: c una lettera del 57 di Kerouac a Marlon Brando dove gli chiede di interpretare Cassady mentre lui avrebbe interpretato se stesso (Sal Paradise nel libro). Marlon Brando non gli rispose mai. Coppola compr i diritti ma non riusc a scriverlo, poi ci prov ancora inutilmente con interpreti come Ethan Hawke e Brad Pitt. Infine dopo aver visto I diari della motocicletta Coppola si rivolse a Salles che prima di girare il film ha realizzato il documentario Sulla strada di On the road dove ha ripercorso il viaggio e incontrato i poeti beat che conobbero Kerouac. Un percorso di guerra, hanno commentato i giovani attori statunitensi poco avvezzi alle riprese improvvisate e con camera a mano. Il nuovo nuovo cinema argentino come chiamato, rappresentato a Cannes da Gonzalo Tobal che ha gi spopolato nei festival internazionali con i suoi corti vincendo con Ahora todos parecen contentos Cinfondation a Cannes 2007. In proiezione speciale sar programmato lesordio nel lungo, Villegas, gi al Bafici (festival del cinema indipendente di Buenos Aires), commedia drammatica apprezzata per la sua sensibilit e intensit di racconto. Due cugini trentenni, uno yuppie e un musicista bohmien, viaggiano insieme da Buenos Aires alla citt di General Villegas (da cui il titolo) per partecipare ai funerali del nonno, unoccasione per confrontare elementi di comportamenti maschili contemporanei e del passato. Uno dei 15 corti di Cinfondation, selezionati tra 1.700 autori di 320 scuole di cinema del mondo - presidente della giuria Jean-Pierre Dardenne - Pude ver um puma dellargentino Eduardo Williams, dellUniversidad del Cine. Un incidente porta un gruppo di ragazzi a salire sui tetti del quartiere (proprio come nelle nouvelles vagues), passando poi nelle viscere pi profonde della terra.

di ALESSANDRO CAPPABIANCA

Spirito critico, dio greco della burla, della satira e dellironia, Momus aveva buon gioco a dire tutto il male possibile degli dei, a cominciare da Giove; per questo, almeno a quanto racconta Leon Battista Alberti nel suo trattato (Momus) in latino (nella tradizione di Luciano), era stato cacciato dallOlimpo ed esiliato sulla Terra, dove aveva modo di esercitare le sue beffe ed esercitare la sua irriverenza. LArtefice degli uomini, dopo averli creati, li invit (narra ancora lAlberti) a raggiungere la sua dimora in cima a una montagna, raccomandando loro, per, di stare attenti a non deviare dal giusto sentiero. Alcuni di loro per, malgrado lavvertimento, deviarono, e si trasformarono in mostri. Per tornare tra gli altri uomini, allora, si fabbricarono delle maschere di fango, chiamate Finzioni. questa lorigine delle Maschere, e poco importa che il fango prima o poi, a contatto con lumidit del fiume Acheronte, si sciogliesse, rivelando i volti mostruosi. Le Maschere, dunque, hanno origine da un sentiero e da un volto perduti, e dal tentativo di rimediare a questa perdita camuffandosi, facendosi passare per altri. Sentiero perduto, volto perduto, ma anche tempo smarrito, presente senza passato: lo smarrimento del presente il sottotitolo giusto per il libro che Roberto De Gaetano ha dedicato a Nanni Moretti (edizione Pellegrini, Cosenza, 2011), presidente della giuria a Cannes 2012. Con

Moretti, secondo De Gaetano, in gioco una radicale crisi della presenza del soggetto nel mondo, che assume le forme della nevrosi e dello spaesamento, e trova la sola copertura nella costruzione di maschere: io sono un autarchico, ma anche, ancora prima, un ridicolo Don Rodrigo manzoniano, e poi prete, regista dun film su Freud, pallanuotista, pasticcere trotskysta, caimano (o squalo politico), psicanalista, perfino Papa. Tutte maschere fragili, che si modellano sulla faccia del soggetto, non riuscendo per a nascondere le sue ferite. Il cinema di Nanni Moretti non pu non ricollegarsi, dunque, al grottesco della commedia allitaliana (gi studiata da Maurizio Grande), ma al tempo stesso ne utilizza i procedimenti per una continua ricerca del senso perduto: il dramma comico scrive De Gaetano di una soggettivit smarrita nelle forme inautentiche della vita sociale, rispetto alle quali non sa stare dentro n rimanere fuori, n isolarsi n adeguarsi. Il lavoro della commedia (come quello della comicit) si destreggia tra senso, non senso e perdita di senso, indicando la difficolt, e al tempo stesso la necessit, di costruire qualcosa (fosse pure una semplice maschera) che definisca la nostra esistenza. Ne esistono, certo, usi consolatori, e perfino mistificatori. Ne sa qualcosa la comicit allitaliana, di cui Grande aveva cos bene messo in rilievo i risvolti qualunquistici: tristezza dei nati sotto Saturno, in un paese in cui

moderati arabi

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Dove sono gli oltre 500 desaparecidos sahrawi? Dove le fosse comuni nelle quali sono stati sepolti i loro corpi? Dove le prigioni segrete di Mohammed VI? Lo chiediamo a Tahar Ben Jelloun, paladino della monarchia di Rabat. Lo chiediamo a lui che non perde occasione per elogiare la farsa di una via democratica intrapresa dal Marocco.

nulla sembra mai cambiare. Carnevale di maschere pseudo-popolari, cinicamente poste sotto il segno della rassegnazione: riso falso. Esistono infatti false lacrime, ma anche un riso falso. Lo aveva intuito bene Adorno, quando scriveva (in serena larte?) che nellarte contemporanea il gesto tragico sembra comico e la comicit appare desolata (in questo senso, poneva Kafka e Beckett come campioni del comico). Tutte le varianti della commedia possono allora essere interpretate come tentativi di esorcizzare lanarchia fondamentale della buffoneria allo stato puro, inquadrandola, per quanto possibile, in strutture narrative forti, capaci di renderla accettabile. Alle strutture sgangherate e improbabili della comicit volgare, ispirata alle pratiche basse popolari, alle azioni corporali e alle battute dai doppi sensi espliciti, si contrappone dunque la commedia, che cerca di ricomprendere tutte queste pulsioni disordinate in una forma capace di ricollegarle allorganicit di un filo narrativo coerente. Allo stesso modo, la diluizione del senso nei clich della vita sociale caratterizza la superficie comica: il loro intreccio determina il carattere doloroso della commedia di Moretti, quellimpasto di tragico e di comico che definisce il tratto propriamente grottesco del suo cinema. Il comico si inserisce l dove il senso si smarrisce, si perde o meglio si irrigidisce nella serie di clich privati e sociali che definiscono ad ogni livello la vita (). Il tragico si inserisce e attraversa tutta la commedia della vita, quando la dissonanza tra soggetto e mondo si fa troppo radicale. Sullo sfondo della commedia morettiana, si disegna allora inquietante lemergere del non senso: linsensato scrive De Gaetano con cui il senso stesso ha un debito costitutivo. Lorizzonte tragico della Stanza del figlio si staglia minaccioso dietro le maschere grottesche dei pazienti distesi sul lettino dello psicanalista Giovanni Sermonti, e tuttavia resta disponibile a lasciarsi riassorbire da unimprevista riconciliazione. Il caimano/Berlusconi assume la maschera/Moretti ed ecco che il grottesco rassicurante (incarnato nella maschera di Silvio Orlando) si tramuta in grottesco nero. Il simbolico si dissolve del tutto, in Habemus Papam. I cardinali possono attendere giocando, partecipando al torneo di pallavolo organizzato in Vaticano dallo psicanalista Moretti, in attesa che il cardinal Melville (Michel Piccoli) venga ritrovato o ritrovi se stesso: ma intanto questi, gi attore (in giovent), si aggira per una Roma sfumata e notturna. Piccoli porta il lutto per la sua stessa vita e per listituzione che stato scelto a rappresentare, vagando per le strade, di giorno, di notte, in mezzo allindifferenza o al blando interessamento duna folla estranea che si accalca su malinconici tram e fa finta di non sentire i discorsi sconclusionati che, come un vecchio fuori di testa, rivolge a se stesso. Mai vista, al cinema, una Roma cos crepuscolare, con quei Lungotevere notturni, percorsi da autobus cimiteriali, dai cui finestrini si intravede solo uno scenario di buio. Piccoli percorre queste strade, n sconvolto n disperato piuttosto, con una strana indifferenza, una sorta di apatia, propria di chi andato oltre senza sapere come, e ora si trova a vagare in un territorio sconosciuto. Habemus Papam, malgrado i suoi intermezzi comici, rimane per questo un grande film sulla solitudine. Parlando del Bartleby di un altro Melville, Deleuze chiedeva aiuto a Kafka nel definirlo lo Scapolo, cio qualcuno che, non avendo o non avendo pi veri legami, ha soltanto il terreno che occorre ai suoi due piedi: pi propriamente, Nessuno il cardinal Melville, poi, lo tanto pi in quanto non ci si potrebbe ragionevolmente aspettare esitazione e sgomento da chi fa parte, dopo tutto, di una congrega che ritiene di possedere la Verit (vizio dal quale, oltre ai cardinali, neppure certi psicanalisti sono del tutto esenti). Questo Nessuno, per, in grado di rivelare, senza neppure volerlo, il mondo come mascherata, gettandovi lo scompiglio con la fuga. forse alla ricerca delle sue vecchie maschere di attore cecoviano (fallito)? Neppure su questo ci possibile, crediamo, farci alcuna illusione.

Il cineasta argenrtino Pablo Trapero (foto a sinistra) e Nanni Moretti, presidente della giuria del 65 festival di Cannes (foto a destra)

SOSTIENE PASOLINI
Pasolini e la crisi. Gennaio stato il mese di Buster Keaton, febbraio di Kafka, marzo di Gramsci, aprile (e maggio, visto il festival di Cannes) sono, naturalmente, il mese di Pasolini: Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile. Cosa ha da dire, a te, a me, Pasolini - sulla crisi che stiamo vivendo? A chi obietta che, essendo un poeta, Pasolini uno che fa lamore con le nuvole, risponder che i poeti hanno i piedi piantati sulle nuvole e gli occhi puntati sulla realt. I poeti fanno lamore con la realt. A chi obietta che, essendo un profeta, Pasolini ha pre-visto tutto, risponder che di nessun Dio riferiva la voce: viveva e scriveva lorgoglio e il dolore della solitudine. Ma allora, Pasolini, chi era? Era uno che aveva perso lideologia. E siccome era senza paraocchi e senza consolazione, vedeva e sentiva tutto dallalto, da lontano, e tutto dal basso, da vicino. Quale ideologia aveva perso? Lideologia della sua adolescenza, comunista e marxista, lideologia che aveva conosciuto e riconosciuto nei corpi dei suoi amanti adolescenti. Sennonch, verso la fine degli anni Sessanta, continuando, ogni notte, senza rimedio e senza alternativa, ad amoreggiare con gli adolescenti, ha notato che gli adolescenti di quegli anni, quei corpi, non erano pi quelli di una volta. Non che fossero un po diversi, no: erano radicalmente diversi. Il mondo ha eterni, inesauribili cambiamenti. Ogni qualche millennio, per, succede la fine del mondo. Se io oggi volessi rigirare Accattone, non potrei pi farlo. Non troverei pi un solo giovane che fosse nel suo corpo.... La fine del mondo. Fuor di metafora, la crisi di una civilt, la vecchia civilt moderna. Una crisi che smascherava i potenti, rendendoli ridicoli, e omologava i giovani, rendendoli infelici. Scomparsa delle lucciole. Grande mutazione antropologica. Rovesciamento radicale oggettivo del mondo delle classi dominate. Vuoto culturale. Quale stato il limite di Pasolini? Continuare a cercare nella cultura di sinistra, e soprattutto nel marxismo, la chiave per comprendere scientificamente il fenomeno. Ma il marxismo era in crisi, era ed parte della crisi organica della vecchia civilt moderna. cambiato il modo di produzione. Oggi pare che solo platonici intellettuali (aggiungo: marxisti) abbiano qualche probabilit di intuire il senso di ci che sta veramente succedendo. Ma il problema non sono i limiti scientifici dellanalisi che Pasolini ha fatto della crisi. Il problema siamo noi. Lui ha passato gli ultimi anni della sua vita testimoniando un vuoto culturale che generava giovani infelici capaci di uccidere senza mandanti e senza ragione. Un gruppetto di questi giovani infelici lo ha ucciso e noi, non riconoscendo in questa una crisi di civilt, dal fondo della prigione dellideologia, ci consoliamo con la leggenda della sua morte per complotto: Soprattutto il complotto ci fa delirare. Ci libera da tutto il peso di confrontarci da soli con la verit. Che bello se mentre siamo qui a parlare qualcuno in cantina sta facendo i piani per farci fuori. facile, semplice.... Ultima intervista di Pasolini, a Furio Colombo, Tuttolibri, fine ottobre 1975. www.pasqualemisuraca.com

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I FILM
100 METRI DAL PARADISO
DI RAFFAELE VERZILLO, CON LORENZO RICHELMY, JORDI MOLL. ITALIA 2012

SINTONIE
lincredibile Hulk. Il regista, da sempre un appassionato dei fumetti Marvel ha un sepolcrale passato di successi come Buffy lammazzavampiri e Angel.
Distribuisce Walt Disney. (fi. bru.)

A CURA DI SILVANA SILVESTRI, CRISTINA PICCINO, MARCO GIUSTI, ROBERTO SILVESTRI, GIULIA DAGNOLO VALLAN, ARIANNA DI GENOVA, MARIUCCIA CIOTTA

IL FILM
DARK SHADOWS
DI TIM BURTON, CON JOHNNY DEPP, MICHELLE PFEIFFER, CHRISTOPHER LEE, ALICE COOPER. USA 2012

Un campione di atletica vorrebbe che suo figlio scegliesse lattivit sportiva, mentre il giovane vorrebbe farsi prete. Monsignor Angelo Paolini (Domenico Fortunato), amico del padre, cercher di andare incontro ai desideri di tutti e due, organizzando una squadra di atleti del Vaticano. IL RICHIAMO
DI STEFANO PASETTO; DI SANDRA CECCARELLI, FRANCESCA INAUDI. ITALIA 2012

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IL CASTELLO NEL CIELO


DI HAYAO MIYAZAKI. ANIMAZIONE. GIAPPONE 1986.

sono il romanzo di Koushun Takami e il film che ne ha tratto Kinji Fukasaku, Battle Royale. Lawrence porta alleroina una fissit magnetica, distante che ne fa un personaggio stoico, doloroso, perfetto per lera di Occupy Wall Street. (g.d.v.) ISOLE
REGIA: STEFANO CHIANTINI, CON ASIA ARGENTO, IVAN FRANEK. ITALIA 2012

Ha vinto il festival del cinema italiano di Villerupt il film di Pasetto, coproduzione italoargentina. Racconta lincontro a Buenos Aires di due donne molto diverse tra loro: Lea una giovane italiana che non vuole impegnarsi in una relazione definitiva e Lucia una fragile quarantenne che vive con un marito premuroso nel quartiere bene della citt. Le due si incontrano, nasce una forte attrazione e Lea vorr seguire Lucia in capo al mondo. SPECIAL FORCES - LIBERATE L'OSTAGGIO
DI STPHANE RYBOJAD; CON DIANE KRUGER, BENOT MAGIMEL. FRANCIA 2011

Incastonato tra due capolavori Nausicaa nella valle del vento ('84) e Il mio vicino Totoro ('88) Il castello nel cielo il film d'esordio dello Studio Ghibli di Hayao Miyazaki che firma soggetto, sceneggiatura e regia, disegna i personaggi e costruisce i modellini. Ogni inquadratura esplode nella vertigine di lampi e rapsodie visive, opere d'arte seriali ad alta quota, una trama del fantastico complessa. Lputa lisola fluttuante nel cielo, abitata da musicisti e matematici privi di senso pratico, o meglio di vocazione al profitto. Titolo e doppiaggio scelti in accordo con la Ghibli da una Lucky Red ammirevole nel distribuire tutto il patrimonio Miyazaki (il dvd del Castello nel cielo fu ritirato dalla Buena Vista dopo una breve uscita nel 2004). (m.c.) CHRONICLE
DI JOSH TRANK; CON MICHAEL B. JORDAN, MICHAEL KELLY. GB USA 2012

Tre personaggi vivono nel loro isolamento e nel silenzio perch dolore o difficili situazioni hanno segnato il loro destino. Isole nellisola (siamo alle Tremiti), ma tra loro si crea una profonda comprensione: una ragazza muta (Asia Argento), lanziato prete appena uscito dallospedale, limmigrato senza documenti. Alta tensione emotiva, interpretazioni notevoli. Il film esce in sala e si potr vedere dal 16 maggio online sul sito www.larepubblica.it (s.s.) IL MIO MIGLIORE INCUBO!
DI ANNE FONTAINE; CON ISABELLE HUPPERT, BENOT POELVOORDE. FRANCIA 2012

FARE FESTA A BARCELLONA


ALL THE LIGHTS
Usa, 2012, 530, musica: Kanye West, regia: Hype Williams, fonte: Mtv

Un castello neogotico domina limmaginaria Collinsport, Maine. Burton gioca con l'immortalit in un bazar di memorabilia, tra lupi mannari e Crocodile rock, alla ricerca impossibile di un presente dove fermarsi. Reduce dal blockbuster Alice - ben lontana dalla malinconia del bambino ostrica - Burton fruga nei bauli della paura, dietro alle sue creaturine mostruose, tutte fil di ferro, canapa scucita, occhi sbilenchi, autoritratti. Il vampiro Barnabas dei mille episodi Abc (66-71) salta fuori dalla memoria degli esseri anormali, reietti e cadaverici, galleria di incubi poetici dalle orbite annerite, corpi disarticolati nel tratto di matita, esposti ora a Parigi e che tornano in questo omaggio geniale a Dan Curtis che firm gi House of Dark Shadows (70) per il grande schermo, con Jonathan Frid (qui in cameo). Depp riprende la sua faccia di cera sotto la maschera da pirata ce n' sempre un'altra - ed Barnabas, signorino nella tenuta di Collinwood, padrone della citt che dal 1750 porta il suo nome. Poi la maledizione. Poi il risveglio da vampiro nel 1972 alle prese con pantaloni a zampa d'elefante, orridi gioielli di macram, bambolotti deformi di gomma, hippies e adolescenti-lolite. Poi la lotta con la mefistofelica Angelique Bouchard (Eva Green, Dreamers) partner nella pi sexy scena catastrofica di sesso mai vista, unghiate da spaccare i muri e capriole sul soffitto. Intriso di antichi piaceri Burton passa dalla Hounted Mansion ai pirati dei Caraibi e non segue la parodia di Nosferatu n il cot romantico di Twilight ma orchestra una commedia nera dai toni camp sull'essere sempre fuori dal proprio tempo. (m.c.)

Afghanistan: la corrispondente di guerra Elsa Casanova presa in ostaggio dai talebani e per evitare la sua imminente esecuzione, un'unit delle forze speciali inviata per liberarla. Inizia una ricerca incessante tra i rapitori che non hanno alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire la loro preda e un gruppo di soldati che rischiano la vita per portarla a casa viva. TUTTI I NOSTRI DESIDERI
DI PHILIPPE LIORET; CON VINCENT LINDON, MARIE GILLAIN. FRANCIA 2011

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Ci sono pi Schlock e Roger Corman che Blues Brothers in questa cronaca di vita di liceo che combina solide radici mitologico letterarie e intelligente backround cinefilo dalla sensibilit ipercontemporanea non lineare, del cinediario da web per uno sguardo dinsieme da Icaro a The Blair Witch Project a X-Men. Il film lievita verso un clamoroso finale volante. (g.d.v.) DIAZ
DI DANIELE VICARI, CON ELIO GERMANO, CLAUDIO SANTAMARIA. ITALIA 2012

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Gi pronto per un remake, gradevole divertimento, propone dopo il confronto comico nord e sud quello della donna algida e delluomo ruspante. Poich si tratta di un film francese c lelemento che diverte i francofoni, il protagonista belga dalle maniere grossolane che spiccano con una protagonista intelletuale e snob dei quartieri alti come Agathe (Huppert) direttrice di una galleria darte. Poich ci troviamo nei quartieri alti il rapporto esplosivo mantiene un certo equilibrio e stile. (s.s.) THE RAVEN
DI JAMES MCTEIGUE, CON JOHN CUSACK, LUKE EVANS. USA 2012

Il clip, con Rihanna e la collaborazione di un parterre di popstar tra cui John Legend, Tony Williams, Alicia Keys, La Roux inizia con immagini in b/n di una bambina afroamericana che attraversa le strade innevate di New York, per poi proseguire come un lyric video con le frasi del testo trasformate in lettering coloratissimo, lampeggiante e tipograficamente variegato, alternato a immagini in cui si materializzano West e Rihanna, investiti da giochi cromatici stroboscopici. Se il prologo con la piccola (che impersona ovviamente Rihanna) un corpo a s, il resto di All The Lights unapologia di luce e colore, dove vengono riportati anche i nomi delle star (incluso lo stesso Williams, ormai un mito del music video). LOCA PEOPLE
Spagna, 2010, 3, musica: Sak Noel, regia: Sak Noel, fonte: Mtv Dance

OWN AIR
DISOCCUPATO IN AFFITTO
DI LUCA MERLONI, CON PIETRO MEREU. ITALIA 2012 WWW.OWNAIR.IT

Claire un magistrato di Lione: un giorno davanti a lei, in tribunale, compare la madre di una compagna di classe di sua figlia, strozzata dal sovraindebitamento. Decide allora di coinvolgere Stphane, giudice esperto e disincantato ma sensibile al problema, nella sua battaglia contro le derive del credito al consumo. Tra lei e Stphane nasce qualcosa: il desiderio di cambiare le cose e un legame profondo, ma soprattutto l'urgenza di vivere questi sentimenti. Liberamente ispirato al romanzo Vite che non sono la mia di Emmanuel Carrre, pubblicato in Italia da Einaudi. WORKERS - PRONTI A TUTTO
DI LORENZO VIGNOLO; CON DARIO BANDIERA, FRANCESCO PANNOFINO. ITALIA 2012

Diaz non cerca il colpevole, vero o presunto, ma prova a riflettere (e a fare riflettere) sulle conseguenze di quella democrazia malata, e sulle sue modalit. Come possibile che sia accaduto qui, tra noi, ora la domanda di un racconto che si fonda sugli atti processuali e sulle sentenze della corte di appello di Genova. L'assalto alla Diaz la scena madre, ritorna, si dilata nel tempo (cinematografico), l'imbuto in cui i diversi punti di vista convergono in uno solo (c.pi.) HUNGER
DI STEVE MCQUEEN, CON MICHAEL FASSBENDER, LIAM CUNNINGHAM, STUART GRAHAM, BRIAN MILLIGAN, LIAM MCMAHON. GB IRLANDA 2008

Tenta la strada del thriller di ambientazione storica ricostruendo tra Budapest e la Serbia la Baltimora del 1849, gli ultimi misteriosi giorni di Edgar Allam Poe interpretato con grande fascino da John Cusack alle prese con un maniaco omicida. Aiutato dal prestante ispettore Fields (Evans), lannoiatissimo Poe anche costretto a scrivere un racconto al giorno nel suo giornale The Patriot per tenere in vita la bella fidanzata che un maniaco minaccia di uccidere. Non brilla per originalit. (m.gi.) ROBA DA MATTI
DI ENRICO PITZIANTI. DOCUMENTARIO. ITALIA 2011

Alla turista olandese in visita a Barcellona non frega niente dei capolavori di Gaud, lei qui solo per bere e divertirsi e godersi la cosiddetta fiesta spagnola, accompagnata per la citt dallo stesso dj di Girona (anche regista del video) che, con questo brano di dance, ha riscosso notevole successo. Il video di Loca People considerato diseducativo dallEnte del turismo catalano fa largo uso di lettering riportando frasi della canzone e i dialoghi tra la ragazza e il musicista. La vocalist Esthera Sarita (la ragazza del clip Desire Brihuega). Riprese di Roger Martin Sol. VILAINE CANAILLE

Dopo essere stato licenziato il trentottenne Pietro Mereu si mette al collo un cartello con su scritto: disoccupato in affito, unidea che ha preso dalliniziativa di un ragazzo inglese e come uomo sandwich gira per nove citt italiane, da Milano a Lecce, alla ricerca di una nuova occupazione. Seguito dalla camera di Luca Merloni, scopre la realt di un paese diviso tra rassegnazione e voglia di cambiare. La gente in ogni caso si confronta con Mereu, unoccasione per sfogarsi, ma ben poche sono le offerte di lavoro. Il documentario si pu vedere su Own Air la prima piattaforma italiana in current download che permette di scaricare legalmente i film del suo catalogo e trasferirlo sul proprio dispositivo (Pc, Mac, iPad, iPhone, iPod, tablet e smartphone Android) a un prezzo dai 3,69 euro per i film gi usciti al cinema ai 5,50 per le esclusive assolute, a i 3,99 dei film mai usciti in sala. Ad esempio film usciti solo in dvd come Summer Palace, Beyond the years, A crime, in esclusiva assoluta come Kaboom di Gregg Araki o in contemporanea con le sale (come Enter the Void di Gaspar No), documentari italian (come L'incantatore di serpenti), cinema indipendente. (s.s.)

IL DOCUMENTARIO
ULIDI PICCOLA MIA
DI MATEO ZONI. DOUCMENTARIO. ITALIA 2012

Tre storie, quella di Alice truccatrice di cadaveri che per arrotondare accetta linvito di Saro che, la invita a sostenere la parte della moglie defunta in una cena di famiglia, la storia di Giacomo badante di un uomo paraplegico insopportabile. Infine Italo che lavora come raccoglitore di sperma in un allevamento di tori da monta, mentre la sua ragazza lo crede un chirurgo. Tre storie di precariato con, tra gli altri numerosi interpreti, Nino Frassica, Nicole Grimaudo, Paolo Briguglia, Luca Terracciano. THE AVENGERS (3D)
DI JOSS WHEDON; CON CHRIS HEMSWORTH, SCARLETT JOHANSSON. USA 2012

1981, Bobby Sands il militante dellIra trovato in possesso di armi, condannato a una lunga pena esige di essere trattato dal nemico con lo status e la dignit del prigioniero politico. Il sacerdote irlandese cerca invece di riempire di sensi di colpa il suo gesto, per resta convinto della politicit del suo gesto estremo. La storia dar ragione a lui e ai suoi compagni. (r.s.) HUNGER GAMES
DI GARY ROSS, CON JENNIFER LAWRENCE, LIAM HEMSWORTH. USA 2011

7 7

A Quartu Sant'Elena in Sardegna una casa in cui vivono otto persone con disagio mentale si trova a rischio chiusura perch lassociazione che la gestisce non riesce pi a fronteggiare le spese. Il film ci mostra i meriti e le difficolt dellapplicazione della legge Basaglia: le persone che vivono nella casa ritagliano il loro spazio, si impegnano nelle attivit della casa, hanno momenti di socializzazione e anche la possibilit di isolarsi. Un lavoro ricco di umanit. (s.s.) SISTER
DI URSULA MEIER; CON LA SEYDOUX, KACEY MOTTET KLEIN. FRANCIA 2012

Francia, 2009, 315, musica: Archimde, regia: autore ignoto, fonte: Youtube.com

Semplice ma divertente lidea di giocare con le copertine di album famosi che, in questo video della band parigina, diventano ritagli, collage naturali, elementi grafici bidimensionali inseriti in un contesto reale. Cos ragazzi e ragazze, in giro per le strade della citt, sostituiscono i loro volti o altre parti del corpo, con quelli fotografati sulle custodie dei vinili, da John Baez a Lennon-Ono, da Miles Davis ai Rolling Stones, ma non mancano anche idoli francesi come Hallyday o attori-cantanti come Yanne e Dutronc. Alla fine anche i volti dei due fratelli front man della band, Nicolas e Frderic Boisnard, si trasformano in copertine. PORTE DISPARU

Dalla selezione ufficiale del Torino Film Festival esce un piccolo film di notevole spessore che parla del disagio giovanile in termini originali per il punto di vista e la presenza di una protagonista dalla forte personalit. Il racconto procede via via verso scenari sempre pi ampi e complessi, proprio come si dipana la vita vivendola. Paola (Ulidi la chiama la madre) era ancora minorenne quando ha cercato di uccidersi ed stata accolta da una casa famiglia dove le medicine e il percorso su se stessa le hanno cambiato la vita. Non prova a tagliarsi pi le braccia o almeno quasi mai. sul punto di compiere 18 anni e si pu dire che sia lei stessa ad accompagnarci tra le sue compagne di cui si intuiscono le problematiche, con giornate pi tranquille o pi agitate. Come seguendo un percorso drammatico, un vero viaggio psichico, ecco lincontro con la famiglia, forse allorigine di tanto autolesionismo, nellapparente normalit, nella ruvidezza del padre e nellaffetto iperprotettivo della madre, frammenti di possibili indizi, come si trattasse di citare David Cooper. Invece il film ispirato da Fuga dalla follia, viaggio attraverso la legge Basaglia di Maria Zirilli (ed. Mup) e nasce da uno spettacolo teatrale e dallincontro speciale con la protagonista. (s.s.)

LA MOSTRA
BIENNALE DELLAVANA, CUBA
XI EDIZIONE, FINO ALL11 GIUGNO

Una schiera di eroi coi geni modificati nel sangue chiamato a sventare Loki, fratellastro bacato di Thor (Chris Hemsworth) supereroe con lossessione del martello. Gli altri sono Robert Downey jr uno strafottente Ironman, Chris Evans Capitan America con la new entry Bruce Banner alias

Quello che resta del Nordamerica diviso in dodici province in diversi stati di povert. soggiogate a una Capitale tirannica, sfarzosa e decadente che, dopo aver brutalmente soffocato una rivoluzione, ogni anno esige il sacrificio di 24 teenagers impegnati in un sanguinoso gioco di morte televisivo dal quale pu emergere un solo vincitore sopravvissuto.. Pi simile al modello di cinema leggero alla Twilight che a quello pi costoso di Harry Potter con precedenti pi vicini della trilogia di Suzanne Collins (Mondadori in Italia)

Storia di un amore doloroso e impossibile, di una complicit assoluta e feroce, di un mondo diviso dallalto delle stazioni sciistiche affollate dai vacanzieri di lusso e il basso di chi abita l, i ragazzini delle case popolari, i lavoratori stagionali. Simone un ragazzino quasi adolescente che vive con sua sorella, tanti uomini per storie destinate a finire male e che vive quel fratellino come un peso. Ma lui sempre occupato lavorando tra i vacanzieri dove ruba sci e altri accessori e li rivende. Un legame forte e violento. (c.pi.)

Canada, 2009, 355, musica: Malajube, regia: Vincent Morisset, fonte: Youtube.com

I 4 della band canadese, con altri 5 personaggi, sono i protagonisti di un noir in una villa. Limmagine ricorrente il totale dei Malajube che suonano (si distinguono per gli abiti monocromatici indossati: giallo, verde, rosso e blu), alternata a sequenze dove si massacrano secondo varie modalit. Port disparu un riuscito divertissement, una sorta di catalogo di delitti. Fotografia di Christophe Collette, scenografia di Jean Babin.

MAGICO

Lundicesima edizione della Biennale di arte contemporanea dellAvana tradizionalmente un appuntamento importante per gli artisti che provengono dai Caraibi, Sudamerica, Africa, Asia e Medioriente. Questanno il focus intreccia le produzioni visive con limmaginario sociale dei paesi di provenienza degli ospiti e cerca di interpretare i nuovi modelli urbani e collettivi di convivenza, senza dimenticare le istanze di una esistenza ecosostenibile. Organizzata dal centro Wifredo Lam, fondata nel 1984, la Biennale cubana si espande in diverse sedi (per informazioni www.bienalhabana.cult.cu) e nella sua lista di invitati - si spazia da Haiti al Venezuela agli Stati uniti, Brasile, Camerun, Giappone - figurano, fra gli altri, Andres Serrano, Carlos Garaicoa, Alejandra Prieto Suarez, Barthlmy Toguo, Esiebo, Machado, Colectivo Quintapata, Los Carpinteros, Abramovic, Maria Magdalena Campos, Tagushi, Villa. Il padiglione italiano curato da Raffaele Gavarro che, nella sua mostra dal titolo LEtica prima della forma, ha chiamato a rappresentare il nostro paese artisti come Flavio Favelli, Piero Mottola, Valerio Rocco Orlando, Marinella Senatore e Giuseppe Stampone. Fra i conferenzieri pi interessanti che sbarcano allAvana, lazionista Hermann Nitsch. (a. di ge.)

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INTERVISTA LARTISTA PUBBLICA DEAR DAD, LAUTOBIOGRAFIA

Ky-Mani, laltra faccia di Bob Marley


Mi ha sempre affascinato il suo messaggio di un amore unico, smisurato, che coinvolge tutti gli amori possibili (One Love). Lo sento molto vicino e ho il dovere di portarlo avanti e comunicarlo alla gente. Un messaggio di unit di amore e di pace universale. Un insegnamento fondamentale della sua musica credo che sia anche questo: la possibilit di contribuire alla vita del prossimo. La musica di mio padre si occupava esattamente di questo. Per la forza di quella musica limmortalit, dovuta al fatto che ognuno di noi, quando la ascolta, ricava il suo insegnamento. Dear Dad unautobiografia, in realt si parla anche di suo padre, escono dei tratti che non si conoscevano Anche se il libro intitolato Dear Dad non parlo di mio padre in modo diretto. Nel libro racconto di me, della mia vita nel periodo della mia infanzia, e di tutto quello che ho dovuto passare e affrontare, tutte le prove e le tribolazioni che ho vissuto crescendo. un po come se dedicassi la mia vita a lui, al suo ricordo. Il primo pensiero che le viene in mente quando ricorda suo padre? Molto spesso penso a lui, ormai non pi con rammarico. Quando ero giovane tante volte ho pensato che se lui fosse stato ancora vivo, la mia vita sarebbe stata diversa. Ma poi me ne sono fatto una ragione. La prima immagine che ho di lui, comunque unimmagine che io non ho vissuto ma che ho delineato a partire dai racconti di mia madre. Risale a quando loro due si incontrarono, ovviamente io non cero ma un giorno lei mi raccont come successe. Mia madre da giovane era una campionessa di ping pong, lui, inutile ricordarlo, il re della musica in Giamaica. And a vedere un torneo e pare proprio che rimase colpito da lei, che, mi raccont di sentire il suo sguardo addosso diverse volte. Durante la competizione lui le fece arrivare un messaggio, avrebbe

di FEDERICO SCOPPIO

Attore, cantante che del reggae ha fatto la sua arte, ma soprattutto figlio di Bob Marley. Ma non di Rita, il figlio che Bob ebbe con la campionessa giamaicana, la bella Anita Belnavis. A pochi anni perde il padre e viene praticamente fatto fuori dalleredit e dai lussi che la famiglia Marley aveva. In povert, si trasferisce con la famiglia della mamma a Miami: Liberty City, uno dei quartieri pi malfamati diventa la sua casa. E a casa trova armi, droga, perdizione. Solo un lungo processo di redenzione lo fa diventare luomo che oggi. Una vita - che anche un po la storia di alcuni aspetti di Bob Marley e di quello che successo dopo la sua morte - che Ky-Mani racconta nella sua autobiografia: Dear Dad da Chinaski edizioni. Lo abbiamo sentito. appena passato lanniversario della morte di suo padre, quale insegnamento ha fatto suo?

voluto incontrarla, e lei rispose che prima doveva vincere il torneo. Poco dopo, lei con la coppa in mano, si incontrarono fuori dal palazzetto dello sport. Ecco, mi piacerebbe molto sapere con quali parole la corteggi, conoscerlo in un ambito cos privato. Nel libro si capisce che la sua storia la storia di un figlio escluso dai privilegi della famiglia Marley, per un periodo dalla ricchezza, dalleredit. Di chi stata la responsabilit dellesclusione? Ci sono due fasi in questa storia un

po triste e dura. Quando mio padre era in vita, non ha fatto mancare niente a mia madre e a me, anche se lui aveva unaltra famiglia. I problemi sono iniziati dopo la sua morte, ho passato anni in cui non avevamo neanche i soldi per mangiare. Cosa le mancato? Lo scrivo nel libro, sognavo di avere un bagno come tutti noi dovremmo avere, le mie abitudini sono state per molti anni quelli di un ragazzo borderline. Davvero ci sarebbero bastati trecento dollari al mese, avremmo potuto vivere degnamente

Musicista e attore, il figlio nato dalla relazione con Anita Belnavis stato a lungo escluso dalla famiglia del re del reggae. Dopo la sua morte io e mia madre abbiamo fatto la fame

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In grande due immagini di Ky-Mani e la copertina del libro. Il Leone di Giuda e accanto Beck

NATE PER CASO


di R. PE. Quando un artista inizia a comporre un brano spera sempre che possa diventare il suo capolavoro, ma a volte i pi grandi successi nascono per caso. Prendete ad esempio Loser, il brano che ha lanciato Beck. La canzone fu composta e registrata in sole sei ore. Beck lavrebbe volentieri scartata perch riteneva il suo rap una cosa orrenda, tanto da coniare la frase Im a loser baby, so why dont you kill me?, e solo le pressioni della label lo convinserlo a tenerla. Nel 1987 i Beastie Boys pubblicavano Fight for Your Right (to Party). Il brano voleva essere una presa in giro della scena rock, ma con la produzione di Rick Rubin divenne un successo planetario e, ironicamente, li catapult proprio in quello showbiz che tanto odiavano. Anche linno del grunge, Smells Like Teen

Spirit dei Nirvana, fu partorito come un divertissement. Un riff che ricordava More Than a Feeling dei Boston eun titolo ispiratogli da una scritta che la sua ex aveva fatto su una parete, Kurt Smells Like Teen Spirit. E che dire dei Quiet Riot e della loro versione di Cum on Fell the Noize, brano degli Slade. Il pezzo fu osteggiato dal batterista Frankie Banali, che prov a boicottarne la riuscita in ogni modo. Ironia della sorte, proprio quellodiato brano gli garant il sospirato successo. Nella colonna sonora de Le iene spiccava Stuck in the Middle with You di Gerry Rafferty e i suoi Stealers Wheel, hit del 1973. Un successo inaspettato visto che il pezzo altro non era che una parodia di Bob Dylan, tanto che molti pensavano fosse proprio dello stesso Dylan. Chiudiamo con i Guns N Roses e la loro Sweet Child o Mine. Si racconta che Slash stesse facendo degli esercizi alla chitarra, e che Axl Rose ascoltando il riff rimase entusiasta al punto da assicurare tutti che quella sarebbe diventata la loro prossima hit. Un tira e molla in cui la spunt, fortunatamente per la band, il cantante.

e io avrei potuto continuare gli studi e non finire per strada. I ricordi pi vivi di suo padre? Ero molto piccolo quando mio padre era ancora in vita e purtroppo non ho molti ricordi di lui. Un giorno venne a prendermi a Falmouth, il paese di campagna dove vivevo in Giamaica. Venne con la sua jeep, prese me e mia madre e ci port con s a Nine Mile. Quel giorno mi regal un giocattolo bellissimo, una fionda che aveva portato dal suo viaggio negli Stati Uniti, che poi per and persa proprio durante quella gita. un caro ricordo della mia infanzia che ho raccontato anche nel mio libro. E poi il ricordo pi doloroso stato il momento della sua morte. Non solo non potevo stargli vicino ma non mi permisero neanche di partecipare al funerale che, come si pu immaginare fu un evento per lintera isola. Mia madre chiam i miei fratelli pi grandi ma sembra che la famiglia decise che solo i parenti pi stretti avrebbero potuto partecipare. Seguii il funerale alla radio provando un dolore immenso. Che rapporti ha oggi con la famiglia di suo padre? La mia famiglia molto importante per me, con i fratelli ho un rapporto di rispetto reciproco. Ho passato anni duri, anche se poi sono serviti per

capire molto della vita, anni in cui non riuscivo a farmi riconoscere come un appartenente alla famiglia Marley. Racconto nel libro che a un certo punto le cose sono cambiate, i miei fratellastri sono diventati la mia famiglia dopo tanti anni di lotta. Lo confermano le mie collaborazioni con Damian, Julian e Stephen. A Miami ha vissuto di espedienti, tra la droga e lillegalit. A un certo punto ha cambiato rotta, cos successo? Dovevo liberarmi del mio passato. Cos mi sono rimesso in sesto, ho percorso lunica strada che veramente sapevo potesse soddisfarmi, quella della musica. E poi ho la grande famiglia di bambini del Loaf (Love over all foundation), una fondazione che ho istituito per promuovere lamore tramite la musica, leducazione, le attivit sportive. Anche perch tutto ci avviene tramite la musica, come faceva mio padre. A breve sar pubblicato un mio nuovo disco, Evolution of a Revolution, nel quale canto una rivoluzione che si combatte non con le armi ma attraverso la musica. Ultimi progetti della fondazione? Presto inauguriamo una scuola in Giamaica e poi vorremmo riuscire a organizzare attivit musicali e

sportive allinterno delle scuole primarie, per far s che tutti i ragazzi abbiano la possibilit di scoprire le arti e lo sport. Oltre al disco, quali altri progetti ha in ballo? Sto ultimando una collaborazione con lamico Alborosie e poi una piccola parte nel sequel di Shottas, che tra poco uscir nei cinema. Cosa racconter ai suoi figli di Bob Marley? Costantemente racconto ai bambini che mio padre era un re. Ma non perch governasse qualche stato, perch si occupava di rendere migliori le vite degli altri uomini. E lo faceva con la sua grande musica.

IN PAGINA ALCUNI STRALCI DAL LIBRO

Oceani di dolore. La storia di un incubo ascoltato alla radio


Ecco alcuni estratti da Dear Dad, lautobiografia di Ky-Mani Marley appena uscita da Chinaski edizioni (prefazione di Alborosie, pag. 200, euro 18) Davanti alla tv (...) Il giorno in cui mio padre mor, mi ricordo esattamente dove fossi e cosa stessi facendo. Immagino non sarebbe stato cos difficile da ricordare visto che, senza eccezioni, ero nello stesso luogo ogni sera. A quellet, la mia intera vita era dominata dallunica cosa che amavo: il calcio. Ero al parco, nel bel mezzo di una partita, quando mi si avvicin un uomo. Non mi ricordo chi fosse o se lo conoscessi, ma sicuramente ho bene in mente cosa mi disse: Tua madre vuole che tu venga con me, ora. Naturalmente, ero proprio nel bel mezzo della mia attivit preferita, e come qualsiasi bambino non avevo nessuna intenzione di sentirmi dire che il gioco era finito. Cos iniziai a interrogarlo. Per che cosa?, chiesi. Il tizio mi rispose: Non lo so, ma lei dice che necessario che tu venga a casa proprio adesso. Davvero? Il tutto mi risultava cos strano. Non era mai successo prima che venissero a chiamarmi al parco per andare a casa. Mai. Era Falmouth, un posto dove nessuno ti metteva fretta e a casa ci tornavi quando avevi finito di giocare. E succedeva sempre cos. Nessuno mi pressava, nessuno era preoccupato. Tutto era semplice e tranquillo. Ma niente era semplice e tranquillo in quel caso. Era accaduto qualcosa. Cos, logicamente, la mia mente cominci a correre, cercando di capire quale fosse il problema. Ma dopo un secondo pensai: Okay. Questo non un problema. Presi su la mia palla e mi incamminai verso casa. Mentre tornavo dal parco saltellavo qua e l per la strada giocando con la palla. Mi avvicinavo sempre di pi. Dove vivevamo era una specie di strada a una sola corsia. Era come un piccolo vicolo, poi iniziava la fila di caseggiati. Una sorta di quartiere. Dalla nostra parte cera il negozio del barbiere, subito dopo una casa. La nostra era la seconda abitazione. Avevo appena passato la prima casetta e ancora pensavo tra me e me: ma che cavolo sar successo di cos urgente da farmi smettere di giocare a calcio? Ricordo che stavo camminando e mi guardavo attorno. Cera qualcosa di anormale. Misi piede dentro casa e non cera nessuno. Bene, okay. E lei dov?, mi chiesi. Uscii e ricominciai a camminare, e questa cosa iniziava davvero a stranirmi perch non vedevo le normali attivit quotidiane dei vicini e quantaltro. Continuai ad andare lungo il vicolo alla ricerca di un qualche segno di vita. Finalmente la trovai. In realt la trovai due case pi gi, nellabitazione di un amico. Non cera solo lei, sembrava che lintero villaggio fosse l. In seguito scoprii che erano tutti radunati in quellabitazione perch cera un televisore, e quasi nessuno possedeva un piccolo schermo per poter vedere lunico canale della tv giamaicana. Ma il nostro amico aveva questo privilegio. Feci capolino, la casetta era piena. Entrai con il mio pallone da calcio sul fianco, ancora cercando di capire cosa diavolo stesse succedendo. Erano tutti riuniti davanti al televisore. Tutti con lo sguardo fisso sullo schermo. Restai l in piedi, e ricordo che latmosfera era proprio strana, sapete? In tutta la mia giovane vita non avevo mai vissuto una situazione simile prima, n avevo mai visto tutta la mia gente nello stesso luogo e nello stesso momento. Qualcosa non stava girando nel modo giusto. I loro volti sembravano svuotati. Nessuno apriva bocca. Nessuno dei ragazzi era in giro o a giocare. Tutti erano l seduti, immobili, storditi, come zombie. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, e cos mi misi proprio in mezzo a tutta quella gente, e li guardai. Uno a uno, tutti quanti si risvegliarono dal loro stupore e iniziarono a rivolgere lo sguardo verso di me. Ora ero davvero sorpreso. Nessuno parlava. Proprio non mi piaceva lespressione sulle loro facce. Poi qualcuno disse qualcosa, finalmente. Una giovane ragazza. Mi guard, interrompendo il brusio delle voci dei presenti, e senza mezzi termini mi disse: Tuo pap morto. Silenzio. (...) Uno schiaffo morale Ricordo ancora adesso ci che accadde a proposito della cerimonia funebre, la ferita era ancora fresca, il dolore ancora presente. Ma era giunto il momento per me di andare oltre. Ed estremamente difficile parlarne. difficile perch mi uccide dentro ancora oggi, dopo tutti questi anni. Lepisodio del funerale rimane fresco e attuale dentro di me, e questo perch non ho avuto la possibilit di partecipare alle esequie di mio padre. Mio padre. Questa storia mi devasta ancora oggi. Qualcuno potrebbe chiedersi se fu una questione politica, cose insignificanti e drammatiche che accadono tra gli adulti, ma io non lo so e non lo posso dire. Tutto quello che posso affermare con certezza che non sarebbe dovuta andare cos per me. Ero solo un bambino. Un ragazzino a pezzi per la morte di suo padre. Non cera niente di politico in questo. Punto. Per tutta la vita ho cercato di non pensare a queste cose e lasciarle dove sono. Davvero. Ma loro rimangono con me. E ho capito che evitare di pensarci ed evitare di parlarne non significa che il dolore smetter di farsi sentire. Proprio ora, mentre scrivo, ancora intenso. E non posso farci niente. Anche se lo spirito non era pi con quel corpo,

sarebbe stata lultima opportunit che avrei avuto di vederlo fisicamente. (...) Andare avanti. Gli fecero un funerale di stato. Era la notizia del giorno in citt e nellintera isola. Io e la mamma non parlammo tanto della cosa, o per lo meno non me lo ricordo. Rammento soltanto che mi chiese se volessi andare al funerale. Le dissi: Certo, voglio andare. So che cerc di trovare una persona che potesse portarmi, addirittura chiam a Kingston per vedere se ci fosse la possibilit che qualcuno venisse a prendermi. Ma non accadde. Nessuno venne. Nessuno. Ricordo che restai ad aspettare per tutto il giorno. Ma non accadde mai. Alla fine mi misi ad ascoltare il funerale e lelogio a mio padre alla radio. La radio. Fu un momento importante. Il fatto che le nostre condizioni fossero quello che erano e che andassimo avanti con niente e senza mezzi avrebbe dovuto essere preso in considerazione. Non che la gente non lo sapesse. La gente sapeva benissimo di chi fossi figlio, dove vivevo e tutto il resto. Non era un segreto. E proprio il fatto che non mi fosse stata concessa la possibilit di essere presente al funerale di mio padre era stato per me uno schiaffo morale. Tosto. questo il mio stato danimo sin da quel giorno. Penso di ricordare di averne ascoltato una buona parte fino a quando credo non ce la feci pi. (...) Non so cosa stesse pensando la gente di me e della situazione in cui mi trovavo. Il figlio del Gong costretto ad ascoltare alla radio i funerali del padre assieme a loro. Ero troppo piccolo per preoccuparmene. Tutto quello che potevo pensare era a lui. Solo a lui. Nel ghetto Mia mamma mi disse che mio padre aveva intenzione di comprare una propriet a Falmouth. Stava per acquistare una casa per noi. Ma poi si ammal di cancro e le cose cambiarono velocemente. E gli avvoltoi, si sa, aspettano con ansia di vedere le loro prede cadere. Mia mamma mi disse anche che sent che la moglie di mio padre, Rita Marley, aveva detto: Tutti i bambini bastardi e le loro sporche madri soffriranno. Aperta parentesi. Chiusa parentesi. Wow. E cos fu. Quello sarebbe stato linizio di tutti i problemi a venire. Problemi che non si sarebbero risolti in fretta. Non significava niente di buono. Quel giorno segn di fatto linizio della lotta e di una battaglia tutta in salita. Si trattava di chiarire chi sarei diventato. Quel momento fu intenso e avrebbe continuato ad esserlo per molti anni a venire. (...) Sono cresciuto nel ghetto con altri tredici bambini, la maggior parte dei quali senza un padre; tutti quanti molto, molto scalmanati, tutti quanti pronti a qualsiasi cosa, in ogni momento. Ora ho un figlio che ha quindici anni. A volte lo sgrido o lo tratto un po bruscamente, ma in modo paterno, senza mai abusare della mia autorit. (...) Alla sua et ero assolutamente fuori controllo. Paragonato a quello che facevo io, posso dire che lui sia un santo. A quindici anni giravo armato giorno e notte. E ogni notte, quando mia nonna andava a letto e io teoricamente avrei dovuto essere gi addormentato, mi alzavo e uscivo per andare dietro langolo a vendere crack. Quindici anni. Qualsiasi punizione mi avessero dato, non sarebbe servita. Avevo un sacco di amici nel quartiere, e a tanti di loro era morto il padre. Sapete gi del mio, ma la maggior parte dei loro padri era morta per ferite da arma da fuoco.

Qualcuno potrebbe chiedersi se fu una questione politica, cose insignificanti e drammatiche, da adulti; ma io non lo so e non lo posso dire. So solo che non sarebbe dovuta andare cos per me

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ALIAS 12 MAGGIO 2012

RITMI
Il musicista statunitense da poco passato nel nostro paese per un tour solista. Sono alla ricerca di unesperienza totale
di CHIARA COLLI

SEX PISTOLS STORY


di F. AD. appena riaffiorato in rete e va visto. Si intitola: Who Killed Bill? ed un documentario dedicato alle origini del punk e dei Sex Pistols in particolare. Si vede qui: http://www.youtube.com/watch?v=Nwn j4fZ4nxM&feature=player_embedded).

Si tratta di un montato di spezzoni in onda nel 76 sulla London Weekend Television. All'interno interviste al gruppo e ai fan. La band cos giovane che lascia a bocca aperta, con Johnny Rotten (nella foto) lapidario e splendidamente perentorio. La nostra anarchia dire basta - in maniera non violenta - a tutto quello che ci gira intorno, sentenzia il cantante. Oppure: Non una persona che cambia ma

l'atteggiamento nei suoi confronti di quelli che gli stanno intorno. Interviste anche a Malcolm McLaren, a Johnny Rotten/Lydon subito dopo lo scioglimento dei Pistols ecc. Si passa poi al periodo con Sid con lunghe pause sul Chelsea Hotel e la presunta stanza degli orrori - la numero 100 - arrivando fino alla reunion del '96, il Filthy Lucre tour. Qui c tutta la preparazione per il gran ritorno, le prove, il t dei quattro

STORIE DA NIGHTCLUBBING ALLO STRAND

Nessuno si muova. Le canzoni subdole che invitano a finti balli e scatenamenti


di FRANCESCO ADINOLFI

Lo sguardo di quelli che non fanno presagire nulla di buono. Gelido, intimidatorio, deciso. La bocca sottile, da cui mai ci si aspetterebbe una parola rassicurante. Lespressione imperturbabile, cinica. Quella di chi ne ha viste troppe. Michael Gira ha i connotati di un serial killer, ma unonest artistica uguale a pochi. Un carisma che ha reso la sua musica inconfondibile, capace di penetrare a fondo nellascoltatore. Un vero processo catartico, che leffetto di tutta la musica a firma del musicista californiano. Che si tratti di Swans, Angels of Light (la band - pi acustica e pacata del main project - nata nel 1998 a seguito dello scioglimento degli Swans), della sua produzione solista o delle band pubblicate con la sua etichetta Young God, tutto ci che passa attraverso le mani di Michael Gira si trasforma in qualcosa di magnetico. E potenzialmente devastante. Attivo dai primi anni Ottanta, quelli del post punk pi cupo e deviato, nel 2010 - a tredici anni dallo scioglimento - Michael Gira tornato a suonare con gli Swans (ma senza la ex moglie Jarboe), pubblicando un lavoro in studio possente come My Father Will Guide Me Up a Rope to the Sky. Ed proprio per trovare il budget necessario per la produzione del suo seguito (The Greed, in arrivo nel 2012), che il polistrumentista americano stato da poco in tour in Italia, con uno show solista, in compagnia della sua chitarra acustica e un repertorio vastissimo da cui pescare. Parte dei live sono legati a The Milk of Michael Gira, una raccolta dei miei lavori solisti dal 2001 al 2010. Ma ci sono brani da ognuno dei miei progetti. Un errare incessante, che continua nel percorso verso The Greed. Negli anni gli Swans hanno avuto unevoluzione significativa, e il nuovo corso ha una direzione pi sonica e meno incentrata sulle parole. Ci sono brani calmi, arrangiati in versione countrypsichedelica, ma altri fortemente ritmati, lunghi e totalmente incentrati sul suono. Un suono che per anni, stato definito aggressivo. Non sono una persona costantemente arrabbiata. Sono alla ricerca di unesperienza che sia totale. Con gli Swans, ho spesso cercato di mescolare musica e aspirazioni cinematiche: non si trattava di un semplice attacco brutale, di punk rock. Ma del bisogno di creare uno spazio, di innescare dei meccanismi. un impulso inevitabile, perch io sono il primo ad avere bisogno di perdermi in masse di suono, e mi piacerebbe che anche il pubblico provasse la stessa esperienza. Lo stesso pubblico con cui, da sempre, Gira ha un rapporto controverso. Nei live ai tempi della no-wave, fino a un recente concerto a Denver, in cui ha gentilmente ammonito il parterre in vena di chiacchiere con un impietoso andate a leggere Pitchfork!. Il rapporto con il pubblico sempre stato pieno di tensioni. Allinizio ci trattavano con indifferenza o con disprezzo. Ma era una fonte di energia anche quella. Loro ed io

INCONTRI LEX LEADER DI SWANS E ANGELS OF LIGHT

Michael Gira, limperturbabile magnetismo


stato effettivamente facile, Michael Gira deve averlo capito dagli inizi. A quindici anni vivevo in Germania, e mio padre mi aveva mandato a lavorare in fabbrica, per farmi vedere che fine avrei fatto se non mi fossi comportato bene. Lanno dopo mi iscrisse a scuola, ma scappai. Ho viaggiato in autostop fino in Jugoslavia, Grecia e poi Turchia, ma finii i soldi e andai in Israele, dove avevo degli appoggi. Ci ho passato un anno facendo lelemosina, vendendo sangue, lavorando in una miniera di rame. Alla fine mi arrestarono per vendita di stupefacenti: sono stato oltre tre mesi in carcere e poi mi hanno espulso dal paese. Tuttaltre (chiaramente) le difficolt dellartista di oggi. Sebbene un minimo comune denominatore - quello della sfida e della difesa di una propria, sudata autonomia - tra allora e oggi, sembra in parte esserci. Nel 1990 ho fondato la Young God Records e da allora ho prodotto un buon numero di gruppi (Akron/Family, Devendra Banhart, Lisa Germano tra i tanti, ndr). Ma oggi la situazione critica, non potr pi pubblicare nuovi lavori se non i miei. Sono a favore dello streaming, ma il download per me stato devastante. una questione che mi turba profondamente. Unaltra, da cui (paradossalmente) uscir ancora pi integro di prima.

Ci sono pezzi che nascono portandosi addosso - nel titolo e nel testo - il germe della danza ma che in realt per ritmo e struttura sonora non risultano affatto ballabili. Ancor pi insolito il fatto che provengano da artisti che hanno spesso celebrato nei loro dischi il gusto dello scuotimento corporale. Ebbene, pur contravvenendo alla certezza che il rock sia per definizione suono in movimento, i pezzi che seguono dimostrano come si possa vivere rocking and rolling anche stando immobili. Partiamo con Nightclubbing di Iggy Pop da The Idiot, debutto dell'artista, scritto e prodotto con David Bowie. La canzone racconta di deambulazioni notturne da un club all'altro in cui impariamo balli nuovissimi. In realt il pezzo fermo, con un incedere lento e angosciante. La voce quasi sonnolenta di Iggy un invito a fermarsi anzich a scuotersi. Sulla stessa falsa riga Dance Dance Dance, il pezzo scritto da Neil Young per i Crazy Horse. Molti rocker utilizzano il ballo come metafora sessuale (I wanna dance with you, ad esempio), per Neil Young, invece, la danza quindi pi una condizione di bellezza fisica e mentale, un concetto solo cosmico. Come nel caso della ragazza descritta nel pezzo nemmeno sfiorata dal fango del Mississippi. Non a caso Neil Young cambier il testo alla canzone e la reintitoler Love Is a Rose. Anche i Roxy Music ci vanno gi piano. Di sicuro pi mossi di Neil Young esaltano in Do the Strand (il pezzo pi riconiscibile dell'album For Your Pleasure) lo Strand, ballo inventato per l'occasione da Bryan Ferry che domanda al pubblico: Stanchi del beguine? Il samba non il vostro mondo? Allora ci vuole lo Strand, la soluzione a un rivoluzione adolescenziale. Ovviamente non solo non viene fornita alcuna istruzione su come ballarlo ma lo stesso brano tutto fuorch danzabile. Di pi: il sax di Andy MacKay annulla qualsiasi possibilit di movimento. L'incedere Due immagini di Michael Gira. Sotto la copertina dellalbum di Lou Reed Sally Cant Dance e una foto di Marc Bolan

quasi sambesco induce, per, a chiedersi se lo Strand non fosse un sambino rallentato. Il ritmo invariato, i fiati pungenti e quel coro inibiscono il movimento anche in Sally Can't Dance (pezzo portante dall'omonimo quarto album di Lou Reed). Inoltre le disavventure di Sally sono cos strazianti (overdose, stupro ecc.) che passa la voglia di ballare. Anche se Reed assicura: sha has a lots of fun. Mica vero. In The Flat Field, debutto dei Bauhaus, conteneva St. Vitus Dance, pezzo affatto ballabile nonostante il titolo (che rimanda alla patologia nota come La crea di Sydenham o pi comunemente Ballo di San Vito) e il verso in cui Peter Murphy dice: Ripensando ai bei tempi antichi quando ballare significava esplodere. Le chitarre cos urlanti e le percussioni reiterate, bloccano i piedi anzich liberarli. Dancing Barefoot linno post-hippy di Patti Smith: piedi scalzi e ballare. In realt lincedere della canzone e il testo evocano un senso di liberazione e euforia pi spirituale che fisica: una musica che risucchia verso l'essenza di s (some strange music draws me in), altro che pista da ballo. Del resto che le danze a volte si palesino solo nella testa di chi le pensa, dimostrato da We Dance dei Pavement con Stephen Malkmus che nel pezzo riconosce: Balliamo, ma nessuno baller con noi in questa buffa citt. Parole sante. Canzone pressoch acustica. Incredibile anche Batdance di Prince (tema di Batman, il film dell'89) che contrariamente alla storica danzabilit di quel tema stavolta mescola pacatamente funk, elettronica e frammenti di frasi dal film. Un ritmo robotico, ballabile solo in alcune minime parti. Marc Bolan e T. Rex vanno davvero oltre. Il testo di Cosmic Dancer da Electric Warrior, tra gli album pi noti della band, recita: Sono uscito ballando dal ventre, strano ballare cos presto. Stranissimo, perch il ritmo acustico e lentissimo. Forse solo per ballerini cosmici? The Modern Dance, splendido brano che d il titolo al debutto dei Pere Ubu, sembra uno scherzo. La canzone ha una iniziale struttura ritmica movimentata che per si infrange contro pause raggelanti e chitarre dissonanti. E adesso chi balla?

siamo vittime di una bestia feroce, che il suono proveniente dal palco. E che continua a picchiare, finch non ci appare dio. Quando ero giovane, mi sono letteralmente massacrato nei live. Denti e costole rotte, sempre: facevo di tutto, ero come posseduto. E poi il giorno dopo ne sentivo le conseguenze... (ride). Un approccio diretto, quello di Gira, che non viene meno neanche quando gli si chiede della reunion

degli Swans. stata una decisione artisticamente molto egoistica. Ho lavorato per anni con gli Angels of Light, finch non ho avuto un blocco di oltre tre anni. Nel frattempo, sono tornato a sentire musica molto intrusiva, elettrica e pi vicina a quella del mio primo gruppo. E quando mi sono messo nellottica di scrivere canzoni, pensarle per gli Swans ha facilitato tutto il processo. Ma che nulla, nella sua vita, sarebbe

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bevuto in giardino in tazze della zia. E poi ampi stralci video dedicati a Vivienne Westwood e ai suoi abiti. Ovviamente il Bill del titolo il presentatore tv inglese Bill Grundy al centro dell'intervista-disastro con i Pistols. Fondamentale quello che dice un politico del tempo, tanto per rendere lo spirito di quei giorni: La maggior parte di questi gruppi migliorebbero solo con una morte improvvisa. THE BAMBOOS MEDICINE MAN (Tru Thougths) Il quintetto australiano, insieme dal 2000, dalle ceneri dell'acid-jazz acquisisce una sempre maggior consapevolezza estetica nel rifarsi al genere soul quale paradigma di ulteriori esperienze sonore: e il loro neo-soul infatti un'azzeccata miscela di forti echi vintage, accenni psichedelici, ritmi funk anni '60-'70 con arrangiamenti vigorosi; e la bella crepuscolare voce di Kylie Auldist s'affianca, tra original e cover, a ospiti come Aloe Blacc, Daniel Merriweather, Megan Washington. (g.mic.)

ULTRASUONATI DA GIAMPIERO CANE STEFANO CRIPPA LUCIANO DEL SETTE GIANLUCA DIANA GUIDO FESTINESE GUIDO MICHELONE ROBERTO PECIOLA

INDIE ROCK

Il fascino morbido del primo peccato


Si sono ammorbiditi non poco i Blood Red Shoes, duo la White Stripes di Brighton. Il terzo capitolo della loro carriera, In Time to Voices (V2/Coop Music), li vede abbandonare il sound grezzo dei primi due lavori alla ricerca di qualcosa di pi mainstream. Il risultato altalenante, ma nel complesso il disco presenta apprezzabili momenti, specie verso il finale. The Dandy Warhols non hanno mai scritto brani epocali (ma quanti possono dire di averlo fatto?), ma alcuni anni fa riscossero un gran seguito con il tormentone, Bohemian Like You, che per aveva il peccato originale di essere un plagio dei Rolling Stones. Ad ogni modo, da 18 anni battono la scena indie Usa e con This Machine (Nave/Self) fanno otto. Anche qui non troverete canzoni da ricordare a distanza di anni, ma una dignitosa prova che guarda agli anni Ottanta per un gruppo pi appariscente che concreto. Molto meglio Jana Hunter e i suoi Lower Dens che pubblicano il secondo album, Nootropics (Ribbon-Domino/Self). Un gran disco che sembra librarsi nellaria, quasi impalpabile. Ombre krautrock e fantasmi dark wave e dream pop accompagnano la voce soffusa della leader, ed un gran bel sentire. (Roberto Peciola)

GRAVELROAD PSYCHEDELTA (Knick Knack Records) Nuova uscita per il trio di Seattle guidato dal chitarrista e cantante Stefan Zillioux. Lavoro esclusivamente elettrico, in cui volumi e suoni saturano qualsiasi spazio disponibile. Una sonorizzazione che rischierebbe di annoiare, ma fortunatamente la semplicit dei temi ci salvaguarda. Sul fondo lorizzonte hill-country blues e attorno Groundhogs e The Black Keys. Ai posteri: Deep Blues, Nobody Get Me Down e Keep on Movin. Alla storia lo psych-blues di Caves. (g.di.) HARPIN ON BLUES A.O. BLUES (Autoprod-reverbernation.com) Paolo Demontis, suonatore di armonica, lo abbiamo ascoltato a Torino, nel marzo scorso, durante il concerto che accompagnava la premiazione dei vincitori di Piemonte Movie, rassegna dedicata ai corti dautore. Suonava con lAccademia dei Folli, in una sorta di estraneit al contesto, come se lui e larmonica fossero l a tenersi compagnia senza badare al pubblico. Paolo ci ha mandato questo piccolo disco prodotto con la sua band, che profuma di cultura blues, a dispetto della giovane et di chi lo ha pensato. Nove brani celebri, rielaborati con estremo rispetto e sorprendente capacit di lettura. (l.d.s.) CLAUDIO JACOMUCCI BEYOND (Blowout Records) Si tratta di uno strumentista fantastico, uno dei pi incantevoli interpreti dellaccordion. un artista per che non consente a un genere di primeggiare. Si dedica alle musiche che gli piacciono e, se gi non sono per il suo strumento, le rivede per quello in arrangiamenti che le arricchiscono. Ha una comunicativa unica. Ogni pagina diventa con lui narrazione di un itinerario magico. In questo cd c qualcosa di suo assieme a musiche di Gismonti, Pascoal, Taktakisshvili, Piazzolla e altri. Come col miglior be bop che fu, probabilmente nemmeno con questa musica si balla, ma balla limmaginario, la fantasia. (g.ca.)

JAZZ/1

JAZZ/2

HEAVY

Le scalcagnate Indimenticabile Max Cavalera, teorie della Mosca Dicintencello vuje schiavo del metal
Nu jazz, electro-jazz, electro-swing e smooth jazz un po dappertutto, con il doppio Summer Vibes (Proper) di Zu Groovies I, ovvero Andrea Zuppini che, su 27 brani di neo jazz dance, ospita anche solisti rilevanti da Stanley Clarke a Vincenzo Zitello, nonch molte cantanti tra cui spicca lex corista Monica Magnani. Beautiful Music Vol. 1 (Columbia) a nome The Nightfly Suite ovviamente un progetto dello scozzese Nick the Nightfly: tripla raccolta dai titoli pomposi (Ocean View, Royal Suite, Penthouse), 46 song anche bellissime (Aaron Neville, Tony Bennett, Michael Jackson, George Benson per esempio) ma assemblate con un ordine e unideologia che farebbero inorridire anche le pi scalcagnate teorie adorniano-marxiste di ambito musicologico. Se si pretende rigore e coerenza, meglio allora guardare alle Funkhaus Studio Sessions (Sonar Kollektiv) dei berlinesi Jazzanova assieme al cantante britannico Paul Randolph, dove il funk, il soul, il post-bop, fra elettronica e improvvisazione, possono dirsi interiorizzati adeguatamente, a vantaggio di un future jazz valido tanto per lascolto quanto con la danza. (Guido Michelone) LIONEL RICHIE TUSK EGEE (Universal) Uno se lo immagina in (dorata...) pensione e invece ritorna. E che botto per Mr. All Night Long nuovamente al numero uno delle classifiche Usa dopo che fra 70 e 80 si contendeva i vertici con Michael Jackson. Ci riuscito con quella che molti definirebbero una vera furbata, riprendere i vecchi pezzi e interpretarli insieme a stelle del country di diverse generazioni. Effetto nostalgia assicurato, con qualche zampata di classe, vedi Easy insieme a Willie Nelson. (s.cr.) Nel nome (e in memoria non celebrativa ma propulsiva) di Mario Schiano. Il trombettista Angelo Olivieri e il sassofonista Alipio C Neto, riuniscono una compagnia di eletti e ci offrono un gioiello: If not (Terre Sommerse). Gli ospiti, tutti primi tra pari, sono Maria Pia De Vito (protagonista di un prodigioso, indimenticabile Dicitencello vuje), Giancarlo Schiaffini, Eugenio Colombo, Pasquale Innarella, i contrabbassisti Silvia Bolognesi e Roberto Raciti, i percussionisti Marco Ariano, Ermanno Baron e Ivano Nardi. Il doppio trio (Olivieri/Bolognesi/Ariano + Neto/Raciti/Baron) sforna magnificenze di fantasia nellimprovvisazione meditata su temi propri, di Schiano e amati da Schiano, come Lover Man. Atmosfera di fervore, inventiva massima di tutti. I due saxtenoristi David Liebman e Ellery Eskelin giocano ad attualizzare il jazz moderno, ma con la suite scritta da Eskelin Non Sequiturs (Hat Hut/Ducale), tanto ambiziosa quanto insulsa, fanno un buco nellacqua. Splendido invece lidioma nervoso di Jimmy Lyons nella ristampa preziosa di Jump Up (Hat Hut/Ducale). Il 30 agosto 1980 a Willisau con Sunny Murray e John Lindberg. Da antologia. (Mario Gamba) EDMONDO ROMANO SONNO ELISO (I Dischi dell'Espleta/Felmay) Primo capitolo di una annunciata trilogia sulla dualit, Sonno eliso dedicato all'incontro-scontro tra maschile e femminile. Chi conosce Romano come straordinario fiatista nato con prog e folk, poi approdato a esperienze di world music, sappia che qui si va oltre: lambendo territori vicini al minimalismo, creando tessiture sonore e arrangiamenti di un'eleganza narrativa stupefacente. Oud e archi, duduk e percussioni assortite. E ospiti di gran livello. (g.fe.) Gli amanti del metal hanno qualcosa a cui attingere, sempre o quasi grazie alla Roadrunner, a partire da Max Cavalera e i suoi Soulfly che tornano con Enslaved, tirata a 200 allora, suoni saturi e potenti e, per noi, inaspettatamente interessante a livello compositivo. Chi cerca sonorit meno estreme si pu rivolgere agli Shinedown che con Amaryllis pubblicano il quarto album. Un buon lavoro in cui la carica metal mitigata da brani acustici e datmosfera che, pur non portando nulla di nuovo, si fanno apprezzare. Ancor pi virato verso lhard rock versione radiofonica Usa The Strange Case of, seconda prova per gli Halestorm. Voce femminile e botte adrenaliche specie allinizio che per via via lasciano spazio a melodie e suoni pi accomodanti. Finiamo con uno degli album pi inutili dellultimo periodo, e ce lo regalano, ancora una volta, i Nickelback, band pseudometal da un passato di successo dovuto alla solita miscela rock duro-ballate midtempo, che tanto piace al di l delloceano. Con Here and Now si superano, un disco che non lascia tracce di s, se non pessime con due brani raccapriccianti, When We Stand Together e Kiss it Goodbye, e con la melassa di Lullaby. (Roberto Peciola) JACK WHITE BLUNDERBUSS (Third Man-XL) E cos, dopo aver tagliato i ponti con Meg, e dopo aver dato vita a progetti come Raconteurs e Dead Weather, eccolo alfine in versione solista. Un debutto notevole, che, semmai ce ne fosse stato bisogno, lo pone nel gotha del rock contemporaneo. Se qualcuno si aspettava un, fisiologico, calo nella vena compositiva, viene smentito da questo Blunderbuss in cui la formula blues-rockrnb da lui perseguita, segna un ulteriore passo avanti. Un gran disco. (r.pe.)

IL GIARDINO ANALOGICO
Ha appena debuttato con l'album Time's all Gone (Innovative Leisure IL2005/Goodfellas; 2012), un ex dj divenuto cantante e ha un'ossessione quasi terminale per tutto ci che analogico. Nick Waterhouse, californiano, la faccia ruvida di Mayer Hawthorne, il ragazzino-entusiasta (25) che riprogramma se stesso in chiave retr, che omaggia i genitori (dai loro ascolti arrivano le palpitazioni per John Lee Hooker, Van Morrison, Aretha Franklin) e le sue stesse scoperte (Mose Allison, Johnny Guitar Watson, Bert Burns, Arthur Alexander). Da questo cocktail di influenze si arriva a Time's all Gone, impavido ciclone di suoni che alla fine assomiglia a un album appena dissotterrato da un giardino congelato degli anni Cinquanta. C' un pizzico di trutti i nomi menzionati ma soprattutto l'impatto ruvido ai suoni che fu del r&b di quell'era, di Bo Diddley o Ike Turner. Di pi: l'ossessione analogica l'ha indotto a registrare il disco in rigorosissimo mono ai Gold Star Studios di Los Angeles frequentato assiduamente in passato da Phil Spector e dai Beach Boys (l, peraltro, nata anche una porzione importante di Pet Sounds). Lo accompagnano i Tarohs e le coriste Naturelles. Il risultato a note alterne, con orecchie contemporanee non pi tanto abituate a quei suoni cos chiusi e polverosi che possono penalizzare intuizioni sonore, fiati, voci. Ma tant', una scelta cos consapevole (i dischi che ascolto sono stati registrati in quel modo, dice) che la consolle con cui stato realizzato il disco addirittura una Dan Flickenger appartenuta allo storico Muscle Shoals Sound Studio. Waterson, cantante e chitarrista, gestisce anche la Pres rec. Occhio al doppio Sensacional Soul Vol. 3 - 28 Spanish Soul Stompers 1966/1976 (Vampisoul VAMPICD 133/Goodfellas; 2012), terzo volume di una serie spettacolare dedicata al soul spagnolo anni Sessanta-Settanta (in realt usc anche l'avvincente Chicas! Spanish Female Singers 1962-1974). Ora ci riprovano (ogni artista ha una scheda dedicata in inglese e spagnolo). Si tenga conto che la Spagna fu l'unico paese europeo - ad eccezione della Gran Bretagna - in cui l'incidenza del soul port a un aumento esponenziale di club e artisti dediti al genere (tra questi i Canarios e i Pop-Tops). Ennesimo documento indispensabile. In tutto 28 pezzi. Occhio a un filmato riapparso in rete. un esperimento urbano tenutosi a Sydney nel 1976 nei giorni in cui usciva Songs in the Key of Life, il disco di Stevie Wonder. Per promuovere lalbum la casa discografica equipaggi un bus a due piani con altoparlanti che diffondevano i pezzi dellalbum. Per alcuni passeggeri fu un momento glorioso per altri lesatto opposto. La cinepresa segue il bus e un intervistatore raccoglie impressioni. Molto divertente. Qui: http://www.youtube.com/watch?v=GPxBA 6P4ZsY

ON THE ROAD
Young Magic
Arriva la band statunitense, esponenti di spicco della scena glo-fi. Genova MERCOLEDI' 16 MAGGIO (HOP) Roma GIOVEDI' 17 MAGGIO (CIRCOLO
DEGLI ARTISTI)

A CURA DI ROBERTO PECIOLA CON LUIGI ONORI SEGNALAZIONI: rpeciola@ilmanifesto.it EVENTUALI VARIAZIONI DI DATI E LUOGHI SONO INDIPENDENTI DALLA NOSTRA VOLONT

Metallica
I pionieri del metal made in Usa. Udine DOMENICA 13 MAGGIO (STADIO FRIULI)

Alex Tucker
In arrivo il musicista inglese, tra sperimentazione, blues e folk. Roma GIOVEDI' 17 MAGGIO (INIT) Napoli SABATO 19 MAGGIO (RIOT STUDIOA CASA)

Fanfarlo
La indie band londinese torna in Italia per la prima volta come headliner. Milano SABATO 12 MAGGIO (MAGAZZINI
GENERALI)

riproporre il loro album pi noto, It's a Shame About Ray, a vent'anni dalla pubblicazione. Mezzago (Mb) VENERDI' 18 MAGGIO
(BLOOM)

Dj Rupture
Il dj e producer newyorkese ospite nella laguna. Venezia GIOVEDI' 17 MAGGIO (TEATRO
FONDAMENTA NUOVE)

Padova VENERDI' 18 MAGGIO (EX-MACELLO)

Filastine
Le contaminazioni sonore dell'artista californiano trapiantato a Barcellona. Con lui la cantante e producer indonesiana Nova. Foligno (Pg) SABATO 12 MAGGIO
(SERENDIPITY)

Cursive
La storica band indie rock statunitense, precursori della scena emo, torna in Italia per presentare il settimo album della loro carriera, I Am Gemini. Livorno VENERDI' 18 MAGGIO (THE CAGE) Varese SABATO 19 MAGGIO (TWIGGY)

Of Mice & Men


Metalcore per la band californiana. Pinarella di Cervia (Ra) VENERDI'
18 MAGGIO (ROCK PLANET) Assago (Mi) SABATO 19 MAGGIO (LIVE FORUM)

Afterhours
Torna dal vivo con I brani del nuovo lavoro, Padania, la rock band milanese. L'Aquila SABATO 19 MAGGIO (PIAZZA
DUOMO)

Lostprophets
La rock band gallese in Italia. Bologna MARTEDI' 15 MAGGIO (ESTRAGON)

Iceage
Punk rock per la band danese. Bologna SABATO 19 MAGGIO (LOCOMOTIV)

Hot Head Show


Il trio inglese, gi in Italia al fianco dei Primus, vede la presenza del figlio di Stewart Copeland. Milano MARTEDI' 15 MAGGIO (BIKO)

Il Teatro degli Orrori


Il tour di presentazione dell'ultimo lavoro della band veneta, Il mondo nuovo. Sassari SABATO 12 MAGGIO (PINETA
DI BADDIMANNA-ABBABULA FESTIVAL) L'Aquila SABATO 19 MAGGIO (PIAZZA DUOMO)

Ravenna DOMENICA 13 MAGGIO (DARSENA


DI CITTA')

Dominic Miller
Il chitarrista vanta collaborazioni con, tra i tanti, Sting, Pino Palladino e Manu Katch. Bologna SABATO 12 MAGGIO (BRAVO CAFFE')

Jon Spencer Blues Explosion


Torna in Italia uno dei pi apprezzati artisti doltreoceano. Bologna SABATO 12 MAGGIO (LOCOMOTIV)

Friends
L'indie pop allegro e solare della band di Brooklyn. Segrate (Mi) SABATO 19 MAGGIO
(MAGNOLIA)

Peter Hammill
Torna in Italia con la sua musica rarefatta il leader dei Van Der Graaf Generator. Milano DOMENICA 13 MAGGIO (LA SALUMERIA
DELLA MUSICA)

Tuck & Patti


Il duo tra il chitarrista e la cantante da anni porta in giro una riuscita formula spettacolare ed interpretativa. Bari SABATO 12 MAGGIO (TEATRO FORMA)

Marlene Kuntz
Dopo la performance sanremese torna dal vivo la rock band piemontese. Ciampino (Rm) SABATO 12 MAGGIO
(ORION)

Jay Brannan
Uno degli interpreti del film Shortbus anche un apprezzato cantautore. Roma MARTEDI' 15 MAGGIO (CIRCOLO
DEGLI ARTISTI)

Diagrams
Il progetto solista di Sam Genders dei Tuung. Torino VENERDI' 18 MAGGIO (SPAZIO 211) Roma SABATO 19 MAGGIO (CIRCOLO
DEGLI ARTISTI)

Matt Elliott
Dai trascorsi elettronici con i Third Eye Foundation, l'inglese Matt Elliott passato al folk contemporaneo. Pisa GIOVEDI' 17 MAGGIO (STAZIONE
LEOPOLDA)

Black Sun Empire


Il trio di dj e producer olandesi specialisti del darkstep e neurofunk. Livorno SABATO 19 MAGGIO (AURORA)

Firenze LUNEDI' 14 MAGGIO (OBIHALL) Milano MERCOLEDI' 16 MAGGIO (ALCATRAZ) Torino GIOVEDI' 17 MAGGIO (HIROSHIMA
MON AMOUR)

Milano GIOVEDI' 17 MAGGIO (LA SALUMERIA


DELLA MUSICA)

Anas Mitchell
La cantante e autrice alt-folk, sullo stile di Ani DiFranco. Conegliano Veneto (Tv) MARTEDI'
15 MAGGIO (APARTAMENTO HOFFMAN)

Sleep
Stoner doom per la band californiana. Roma MERCOLEDI' 16 MAGGIO (CIRCOLO
DEGLI ARTISTI)

David Rodigan
Lartista, cittadino del mondo, rappresenta probabilmente il sound system per eccellenza del reggae contemporaneo. Marghera (Ve) VENERDI' 18 MAGGIO
(CS RIVOLTA)

S/V/N Savana
La rassegna di ricerca e intrattenimento ha in cartellone i live di Blondes, Holy Other, Stellar OM Source, Uxo e Furtherset. Milano SABATO 19 MAGGIO (SPAZIO
CONCEPT)

Guagnano (Le) SABATO 19 MAGGIO


(RUBIK)

Cortemaggiore (Pc) GIOVEDI'


17 MAGGIO (FILLMORE)

The Lemonheads
Il ritorno della band di Evan Dando per

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ALIAS 12 MAGGIO 2012

INTERVISTA
di MASSIMO RAFFAELI
CESENA

La Juventus ha giocato il 25 aprile a pochi metri da casa sua ma Stefano Simoncelli non andato allo stadio. Dice che non vuole soffrire troppo e soprattutto non gli va di mettersi in fila per ore sotto il sole, di essere schedato e perquisito. Ha visto come sempre la partita in tv nel portico della villetta in collina a picco sulla citt, frazione Acquarola, in compagnia di due labrador, Margot e Tea, juventine ad honorem e tuttavia inquiete, in simili occasioni, per il fatto di saltare la passeggiata di met pomeriggio in campagna. Firmatario di pochi e sceltissimi versi, fra i poeti italiani di fisionomia pi definita, la persona di Stefano assomiglia alla sua poesia, nei toni di una tenerezza che il tempo non ha scalfito ma, semmai, ha combinato al disincanto di chi ha vissuto ma anche sofferto, pagato, lintegrit dei sentimenti e persino la violenza delle sue passioni. Le parole di Stefano non vengono mai meno a un patto di fedelt con se stesso e cio con le persone che ha incontrato, amato o che semplicemente hanno attraversato la sua vita. Le sue parole ne serbano il ricordo vivo in un moto circolare da cui affiorano presenze per lui decisive, suo padre, sua moglie, i sodali di una rivista leggendaria, Sul Porto, il maestro Vittorio Sereni, le passioni primordiali come il tennis (che gli ha strinato il volto e dato luminosit ai suoi occhi in decenni di partite) o il mito del calcio, che fatalmente incombe sulla conversazione. Nel tuo ultimo libro, Terza copia del gelo, la presenza del ricordo totale, con il ritorno di figure essenziali, tuo padre e tua moglie, entrambi troppo presto perduti. Sono figure che portano con s unepoca, unet della tua esistenza Questo libro nasce da una mia esigenza, perch a un certo punto della vita sono morte quasi tutte le persone che amavo pi profondamente. Gi nel 1983 era morto Vittorio Sereni e per me stato un trauma perch Sereni era una figura carismatica alla quale io mi rivolgevo per qualunque cosa, e lui mi ascoltava, mi dava dei consigli e non sbagliava mai. A un certo punto mi sono trovato come a pedalare controvento, non avevo pi nessuno cui riferirmi, con cui parlare, e credo che il libro nasca dal desiderio di non interrompere il dialogo con queste persone, dalla necessit di portarmele dietro, di accompagnarmi a loro come fossero ombre. Ho sentito quasi lesigenza fisica di non abbandonarle. Ma queste figure, gi presenti negli altri tuoi libri, qui si portano dietro, a strascico, altri nomi e altri fatti del romanzo di formazione. A un certo punto, per esempio, tu nomini, anzi lo rammenti due volte, Omar Sivori: perch? Il calcio una parte importante della mia vita, io sono nato calciatore, ho sempre giocato a calcio, quasi per tradizione familiare perch mio zio, Nevio Simoncelli, stato un giocatore della Reggina tra la fine degli anni cinquanta e i sessanta, un buon centrocampista, una specie di Beppe Furino, diciamo una carogna nata. A casa mia si sempre respirato calcio, mio zio quando avevo cinque o sei anni mi port a Valdagno, dove allora giocava, a vedere qualche partita del Marzotto, ricordo ancora lodore dello spogliatoio, della canfora. Ma la partita fondamentale, credo fosse il 57, fu quando mio padre, juventino sfegatato, malato, mi port a vedere un Bologna-Juventus con Sivori in campo, una giornata fredda, invernale: l, quando le squadre si schierarono, da una parte i rossobl e dallaltra i bianconeri, mio padre mi chiese Qual la squadra per cui devi tenere?. Io risposi I rossobl, perch sono anche i colori del Cesenatico, e allora lui, passandomi uno scappellotto, disse

Roma, 1974. Stefano Simoncelli (il primo seduto sulla destra) insieme a Pier Paolo Pasolini, Walter Valeri e Ferruccio Benzoni, sodali della rivista Sul porto. Sopra, Vidal e Platini

Sivori, la Juve e uno scudetto venuto dal buio

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CIAO LUIS E GRAZIE LO STESSO DELLA REVOLUCION


Per chi ha apprezzato la sua proposta di calcio alternativo, il suo non essere mai banale, il suo prendersi sempre le responsabilit e non parlare mai degli arbitri, insomma il suo progetto di revolucion cultural del balon, laddio di Luis Enrique alla Roma e al calcio italiano proprio una brutta notizia. Lennesima conferma che in questo paese senza cultura sportiva lunico imperativo vincere e chi perde solo un cretino, guai a dargli unaltra possibilit. La Roma ci ha provato a trattenerlo nonostante la contestazione di media e tifosi ma alla fine si arresa alla volont dellallenatore spagnolo di lasciare per non essere riuscito a trasmettere le sue idee alla squadra, completamente scarico dopo 11 mesi nel calcio pi faticoso del mondo. Il direttore generale della Roma Franco Baldini, luomo che pi di tutti aveva scommesso su Luis Enrique, ieri ha parlato di consunzione fisica per spiegare laddio

del tecnico asturiano. Aveva un dispendio di energie che a un certo punto lo ha fiaccato e che gli ha fatto dire: stop un attimo, ho bisogno di fermarmi. Uno stress da panchina molto italiano che pure lo avvicina a un altro allenatore spagnolo al quale stato fin da subito accostato. Pep Guardiola, che ieri da Barcellona gli ha mandato la sua solidariet. Ha fatto un lavoro straordinario. L non un ambiente facile e io lo so perch ci ho giocato. Non so perch abbia lasciato, se Luis lo ha fatto stato perch ne era convinto. Mentre il calcio italiano lo giubila riconoscendogli tuttal pi di essere un gran signore, a noi piace salutarlo con le parole di quei veri appasionati scettici di Kansas City 1927. Tutto er veleno accumulato in uno degli anni pi matti de sta squadra e tutte le speranze e le pippe mentali che sbocceranno pe la stagione in arrivo non tolgono un grammo de amarezza. Facile che l'anno prossimo giocamo mejo e raccojemo de pi ma, nse sa manco bene er perch, gi sappiamo che ce mancherai. Grazie Luis, se possibile, co te, se semo sentiti mpo pi romanisti.

QUANDO GIOCAVO ALLALA


Elaboro una solida struttura di difesa incollandomi addosso articoli di quando giocavo allala, tessere di puzzle, spille da balia, fogli protocollo di compiti in classe consegnati in bianco, sbiadite fotografie dello Sport Illustrato dove c Sivori, la faccia sporca, sporco di terra anchio, forse sepolto da tempo, mentre qualcuno mi chiama con un lungo fischio accendendo un lumino da cimitero sopra un cortile dinverno. Mi affaccio e vedo, sparse sulla neve, briciole di pane con tracce fresche di stivali da caccia. Nellaria linconfondibile odore di mentine Saila e tabacco. Esco dalla struttura e mi arrendo (da Stefano Simoncelli, Terza copia del gelo, Italic 2012)

con una finta facendolo cadere dentro una pozzanghera, dopo due minuti ecco unaltra palla per stavolta mi arrivata subito una slecca di Roversi e dentro la pozzanghera ci son finito io. Quando mi sono rialzato, Roversi mi ha detto Bambino, finita, eh. Il calcio di oggi, come lo vedi? Io sono malato di calcio, senza il calcio non potrei vivere ma mi rendo conto che ci sono molte, troppe, cose che non vanno. Mio padre gi diceva negli anni settanta Non pu andare avanti cos, prima o poi esplode, tutti sti soldi dove li trovano Figurarsi oggi. A me piace il gioco in s, persino la fatica di giocare e infatti, pur amandoli, non mi identifico nei fuoriclasse, non mi identifico in Platini ma nel suo portaborraccia Massimo Bonini che pure ho conosciuto, un ragazzo simpaticissimo. Nella Juve di oggi io non mi identifico in Del Piero ma in Vidal che una specie di Nedved redivivo, il classico giocatore che emana energia, quello che tira la carretta per tutti. Come vedi il fatto che proprio Del Piero sia gi stato, in corso dopera, praticamente licenziato dalla Juventus? Un grande poeta di qui, Raffaello Baldini, direbbe che fadga, cio si fa fatica a rispondere a una domanda come questa Del Piero io lho amato molto, soprattutto come persona prima che come calciatore, perch sempre stato un uomo corretto, costruttivo. Penso che luscita del presidente Agnelli sia stata molto infelice, anche se mi rendo conto che dal suo punto di vista era quasi inevitabile, perch Del Piero una figura grande e ingombrante e uno come lui, a questo punto, non potrebbe fare lallenatore dei ragazzini o laddetto stampa ma solo il presidente della Juve. Perci penso abbiano voglia di liberarsene. Un ultima domanda, fatale. La Juventus ha appena vinto lo scudetto ma tu, personalmente, cosa hai provato? Credo che questo sia lo scudetto pi bello, in assoluto, perch viene dal Medioevo, perch viene dal buio non ci ho creduto fino allultimo ma alla fine ero l con loro, coi giocatori della Juve, finalmente fuori dal buio anche io

UN REGISTRATORE PER I CORI RAZZISTI


I soldi, la disastrata Lega Pro, li fa anche cos: mettendo un registratore in curva e ascoltando attentamente le castronerie dei cosiddetti tifosi. Settemila euro entrano da Monza per cori razzisti verso un calciatore di colore del Pisa, 3.500 dal Como per gli stessi cori nei confronti del colored del Lumezzane (la differenza della sanzione riguarda anche lo scoppio di petardi, non gli sciocchi insulti razziali), 5.500 euri li tira fuori la Pro Vercelli per cori inneggianti alla discriminazione territoriale rivolta all'arbitro, duemila la Spal per i cori offensivi verso l'istituzione calcistica e al presidente di Lega. Magari urlassero solamente. Gli ultras del Teramo - ebbene s, esistono anche quelli in casa dell'Atessa Val di Sangro, non hanno restituito tre palloni, si sono arrampicati sulla rete di recinzione, a fine partita sono entrati in campo e hanno rotto la rete di una porta, tre bandierine del calcio d'angolo e divelto un pezzo della rete di recinzione. Seicento euro di multa al Riano (Lazio) perch i propri tifosi, ogni volta che il guardalinee arrivava a tiro, scuotevano con un grosso bastone la rete, obbligandolo ad entrare in campo per sfuggire alla clava. Nove mesi di squalifica per il guardalinee di parte del Casati Calcio Arcore - ogni riferimento puramente casuale - il signor Ezio Nova. Gli poteva andare peggio, visto che la sanzione legata al lancio della bandierina contro il volto dell'arbitro ma colpendolo, fortunatamente, dalla parte del drappo. Rozzano-Segrate (sempre Lombardia) invece stata sospesa per rissa collettiva. E quando si dice collettiva da intendersi nel senso letterale del termine. Infatti, secondo il referto arbitrale, non solo tutti i calciatori in campo iniziavano a picchiarsi, ma alla zuffa partecipavano anche le riserve, i dirigenti e perfino i calciatori sostituiti che rientravano in campo dagli spogliatoi per partecipare alla rissa. Dici: qualcuno da fuori avr invitato alla calma. Errore: Contemporaneamente in tribuna le due tifoserie scatenavano una scazzottata che andava avanti per alcuni minuti. L'arbitro avrebbe dovuto espellere tutti, cos stata data partita persa ad entrambe le squadre per 0-3. Impossibile da riassumere il lungo elenco di malefatte avvenute in Puglia, nel derby tra Real Statte e Andrisani. Meglio estrapolare un episodio, la fuga nello spogliatoio dell'arbitro inseguito da una mandria inferocita di dirigenti locali e calciatori. Una volta riuscito a chiudere la porta, presumibilmente, si dev'essere sentito al sicuro. Grave errore, anche questo. Con un violento calcio alla porta, un tifoso - si fa per dire, ovvio - scardinava la stessa e sbatteva sulla testa del direttore di gara, trasportato in ospedale, quattro punti di sutura per lui, tre in meno in classifica per il Real. Un assedio collettivo, quello contro i guardalinee, messo in atto dalla societ siciliane: sputi da tifosi e calciatori (Sacro Cuore Milazzo), petardi e mortaretti (Spadaforese), pietrisco (Citt di Maletto), una lattina ancora piena intesta (Valguarnarese). Voleva esserci, Francesco Pilloni, dell'Esseci Sigma (Sardegna). Bench squalificato per due giornate, ha deciso di sedersi ugualmente in panchina prima dell'inizio della gara. Accortosi, l'arbitro lo ha invitato a salire in tribuna. All'inizio del secondo tempo, rieccolo. Invitato di nuovo ad abbandonare il campo, tornava in tribuna da dove ingiuriava senza sosta il direttore di gara. Ma solo fino al novantesimo, poi ha smesso.

Il ritorno della Vecchia Signora nei ricordi del poeta Stefano Simoncelli, allievo di Vittorio Sereni, ex calciatore di serie D, maestro di tennis. Il mito e la passione del calcio da Pasolini a Vidal
Cesena allenato da Radice, in serie A: in una partita di Coppa Italia, dove titolare era Giovanni Toschi, ex del Toro, a cinque minuti dalla fine Radice gli fa Eros, scaldati che ti mando dentro ma pare che Sintini gli abbia risposto Mister, per cinque minuti io non entro a sostituire Toschi. Si giocato la carriera, finito al Carpi e poi al Cesenatico, per questo io e Benzoni prendevamo la macchina per andare a vederlo giocare ad Alfonsine, ad Argenta, nei paesi della Romagna: la domenica sera poi si andava a mangiare con Eros, suoi ospiti, a bottiglie di champagne Proprio a Cesenatico in quegli anni viveva un grande del nostro calcio, Giorgio Ghezzi: come te lo ricordi? Giorgio era un uomo buono, una persona straordinaria, aperta. Apprezzava molto il lavoro di Sul Porto e ci sovvenzionava, ogni numero noi andavamo da Giorgio e lui ci dava 200.000 lire, che negli anni settanta erano soldi. A Cesenatico, nonostante il suo albergo Internazionale e un cabaret che fece epoca in Italia, Il peccato veniale, Giorgio era un isolato, non molto ben visto, perch Cesenatico il classico paese di bastardi, di persone che amano pi distruggere che costruire, che non riconoscono il valore di una persona. La citt infatti lo ha respinto. Ma quando voi di Sul Porto andavate in giro per lItalia a trovare i poeti (Alfonso Gatto, Pier Paolo Pasolini, Sandro Penna, Giovanni Raboni, Fernando Bandini, Giovanni Giudici, Giorgio Orelli), vi capitava di parlare di calcio con loro? Sereni non parlava mai di letteratura se non quando era preso per i capelli, preferiva parlare di calcio e tifava, anzi in quegli anni pi che altro soffriva, per lInter: siamo andati insieme a vedere un Inter-Fiorentina, sar stato il 77 o il 78, in campo cera Antognoni mentre Vittorio stava in gradinata a braccia conserte, guardava la partita chiuso in un mutismo assoluto. Anche Raboni tifava Inter e amava il calcio, un amore per contrastato dalla sua compagna, Patrizia Valduga, e infatti negli ultimi tempi Giovanni la domenica andava a casa di Maurizio Cucchi, altro poeta interista, che aveva Sky Pasolini invece, lo sanno tutti, giocava a calcio, tifava Bologna e ricordo che al suo funerale, quando lo abbiamo accompagnato a Casarsa, sulla bara cera proprio la maglia del Bologna. Quanto agli altri, Alfonso Gatto era del Milan, Giovanni Giudici del Genoa, accanitissimo, Giorgio Orelli invece di nessuno Giorgio, che poi ha scritto un Quadernetto del Bagno Sirena, veniva tutti gli anni un mese a Cesenatico, in luglio, alla Pensione Gaia con sua moglie Mimma e le bambine quando il proprietario del Bagno Sirena erano un nostro amico, Chino Biagini, che scriveva poesie e infatti la prima volta che Orelli and l chiedendo un ombrellone, Chino, appena sentito il nome, gli disse Ma lei quello che ha scritto Lora del tempo?. Orelli trasecol al fatto che un bagnino conoscesse i suoi libri di poesia Fatto sta che Chino ci avvis, andammo a trovare Orelli e presto divent una consuetudine, tutti i dopocena nella veranda dellalbergo: Giorgio era strepitoso ma non parlava di calcio, perch parlava sempre di Dante, di Tasso Facciamo un passo indietro. Perch hai intitolato un tuo libro precedente Giocavo allala? Io ho cominciato piccolissimo, avevo sette o otto anni e giocavo nel campetto davanti allo stadio di Cesenatico, vicino a casa. Ho cominciato ad allenarmi con Marcello Faccini, un vero maestro, uno che insegnava calcio, forche e forche e forche, di piatto, di collo, di interno, ore e ore, finch a quattordici anni venne uno della Fiorentina, un osservatore, che dopo avermi visto giocare chiese ai dirigenti del Cesenatico di poter parlare con mio padre. Mio padre quando sent che si trattava di trasferirmi a Firenze, non solo rifiut ma mi proib da quel giorno di mettere piede al campo. E per questo che mi sono messo a giocare a tennis. Solo pi tardi ho ripreso con il Cesenatico, dopo il 68, per tre o quattro anni in serie D: debbo dire che non ero molto veloce ma avevo un gran dribbling, secco, giocavo tornante alla Domenghini, tornavo sempre indietro e mi piaceva ancora lodore dellerba, della canfora, lo stare coi compagni. Una volta, in amichevole contro il Bologna, mi ha marcato Tazio Roversi, terzino della Nazionale che rientrava da un infortunio: il campo era mezzo allagato, dopo un paio di minuti mi arrivata una palla e gli sono andato via

STEFANO SIMONCELLI

Unesistenza erratica tra fisica, sport e poesia


Stefano Simoncelli nato a Cesenatico nel 1950. Allinizio degli anni settanta con gli amici di una vita, Ferruccio Benzoni e Walter Valeri, ha fondato Sul Porto, rivista di letteratura e politica cui collaborarono, in unepoca di duro interdetto alla poesia, fra gli altri Attilio Bertolucci, Alfonso Gatto, Giorgio Caproni, Vittorio Sereni, Franco Fortini, Giovanni Raboni e Pier Paolo Pasolini. Dopo lesordio di Via dei Platani (Guanda 1981) ha pubblicato, con una prefazione di Enzo Siciliano, la raccolta Poesie davventura (Gremese 1989). Laureato in fisica allUniversit di Bologna, giocatore classificato e a lungo maestro di tennis, dopo le molteplici esperienze di unesistenza erratica tornato a pubblicare con Giocavo allala (Pequod 2004) e La rissa degli angeli (ivi 2006). Risale a qualche mese fa luscita del suo ultimo volume, Terza copia del gelo (Italic). Vive a Cesena e dirige con Walter Valeri la rassegna internazionale Il porto dei poeti.

Nooo, per gli altri. Vedi, ho amato molto Michel Platini, ma ho adorato Sivori, un genio, un prestigiatore che dal niente faceva uscire i conigli, le tortore Certe volte si vedeva che non aveva voglia ma se era in giornata un tunnel, poi tornava indietro, ri-tunnel, come quella volta a Ferrini del Torino che poi lo rincorse per il campo e gli diede un calcione s, Omar Sivori era fenomenale. Quando con gli amici poeti di qui, Ferruccio Benzoni e Walter Valeri, hai cominciato a scrivere poesie e avete fondato la rivista Sul Porto, il calcio entrava nelle vostre discussioni? Walter non si interessava molto di calcio, Ferruccio invece era un grande tifoso, anche lui, della Juventus. Avevamo un amico di Cesenatico che si chiama Eros Sintini, una specie di Sivori di provincia, che giocava nel

Alessandro Del Piero, allultima stagione in maglia bianconera. In alto a destra Omar Sivori negli anni sessanta con la Juve, a sinistra il poeta Stefano Simoncelli

santa pace, spiega di santa pace, spiega di

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ALIAS 12 MAGGIO 2012

SOTTOSCRIZIONE PER IL MANIFESTO

DODICI ZITTI NO!

MARA E MAGDA

di LUCIANO DEL SETTE

Da Urbino ai libri, ai cartoon, ai premi La scrittrice Cerri e lanimatrice Guidi


MARA CERRI E MAGDA GIUSTI EMMA 60 cm x 49 cm Tecnica: acrilici e pastelli su tavola in legno. Euro 600

Emma abita in un condominio di via Curiel 8. Un giorno, su un pianerottolo del palazzo, incontra Dario. Entrambi hanno la strana certezza di essersi gi conosciuti in un passato non definibile. Una volta chiusa la porta di casa, Emma ritorna a quando, bambina, si muoveva tra gli oggetti di quel piccolo mondo che era la sua cameretta. Dario, invece, scende le scale, e cos facendo ritorna alla propria infanzia, che tante volte lo aveva visto nascondersi nel buio del sottoscala. Via Curiel 8, corto di animazione delicato e intenso, a firma delle pesaresi Magda Guidi e Mara Cerri, classe 1979 e 1978, ha vinto la sezione Corti al Torino Film Festival 2011. Il corto nasce dalla pubblicazione, nel 2009, del libro omonimo di Mara, per Orecchio Acerbo. Ricordano le due amiche e compagne di lavoro Sono stati due anni incredibili. Lavorare gomito a gomito, sporcarsi le mani insieme della stessa storia, realizzando un

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Acquistare questa e le altre opere che presenteremo nei prossimi numeri semplice. Se sei interessato manda una email a campagnacquisti@ilmanifesto.it scrivendo nome, cognone, indirizzo e numero di telefono al quale vuoi essere richiamato. Sarai ricontattato nel pi breve tempo possibile e ti saranno forniti i dati bancari per lacquisto. Una volta ricevuto il bonifico ti spediremo la tavola. Non si tratta di unasta: chi fa lofferta per primo si aggiudica lopera. I fondi raccolti saranno trasformati in abbonamenti per scuole, fabbriche, carceri o associazioni culturali. Per visionare tutte le opere in vendita vedi: www.ilmanifesto.it/dossier/senza-fine/alias-per-zitti-no/

desiderio che si era formato gi dagli anni di scuola. E non capire pi dove finiva il disegno e iniziava la vita intorno. Il cammino di Magda e Mara prende avvio dalla Scuola del Libro di Urbino, nella sezione Cinema di animazione. Di quel periodo, conservano immagini felici Nelle ore di laboratorio non cerano porte chiuse nelle aule, e forse neppure pareti. Era un continuo rimando e scambio, un mescolarsi di segni, la condivisione delle storie reali e immaginate. Tutto allinsegna di una convivenza stretta anche con i compagni delle altre classi. Cerri muove i suoi primi passi professionali pubblicando su il manifesto, Lo straniero, Internazionale. Seguono illustrazioni di libri per ragazzi, fino al primo tutto suo, 2004, per Fatatrac, Dentro gli occhi cosa resta, cui seguono A una stella cadente e Via Curiel 8, Orecchio Acerbo editore. Guidi, terminata la scuola, continua il percorso del film di animazione. Collabora con gruppi musicali, realizzando, ad esempio, un video per I tre allegri ragazzi morti. E, insieme ad Andrea Petrucci e Sergio Guttierez, lanimazione per un progetto teatrale di Chiara Guidi, Lultima volta che vidi mio padre. Mara si aggiudica il Premio Lo straniero, 2008, e poi, sul soggetto di Emma, il Premio della Giuria e il Premio Arte France nella Film Project Competition del Festival di animazione di Annecy. Magda, con il video per I tre allegri ragazzi morti, vince il Premio della giuria al Videozoom di Tornaco (No) e con Ecco ora (2004) il Gran Premio della rassegna romana Castelli Animati.

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