Anda di halaman 1dari 16

GIANFRANCO PANNONE SHAYMA KAMAL RIFRAZIONI BAJOTIERRA DANIELE PARIS CANTANTI E GREGARI MEET IN TOWN FESTIVAL LA BATTAGLIA DI SANTIAGO

I PUGNI DI W.C.HEINZ
MUSICA ARTI OZIO
SUPPLEMENTO SETTIMANALE DE IL MANIFESTO SABATO 2 GIUGNO 2012 ANNO 15 N. 22

IL VANGELO SECONDO MATTEI


VIVERE DA CITTADINI CONSAPEVOLI SU UN TERRITORIO RICCO DI SCORIE IN LIBERT: TUTTO QUELLO CHE C DA SAPERE SUL NUCLEARE OGGI, NON LIQUIDATO, SOLTANTO DEPOTENZIATO

(2)

ALIAS 2 GIUGNO 2012

IL FESTIVAL

ATTIVARSI RADIOATTIVARSI

Presentato stasera al festival cinemAmbiente di Torino Scorie in libert uno strumento di conoscenza e autodifesa del nucleare in Italia

Quella centrale fantasma a Latina


di SILVANA SILVESTRI

PANNONE
questo senso. Separiamo due momenti: uno quando, ventenne, ero nei movimenti antinuclearisti di Latina citt dove sono cresciuto e a cui ho dedicato altri documentari come Piccola America, Latina/Littoria. Vivevo in quella citt, ero studente universitario, andavo e venivo da Roma e facevo parte di questi comitati antinuclearisti che erano composti da associazioni come IL Wwf di cui sono stato anche responsabile locale per un periodo, Italia Nostra, i comitati civici locali. I comitati antinuclearistici esistevano gi prima di Cernobyl, erano gi attivi nei primi anni 80, perch cera gi una serie di contraddizioni attorno alla centrale nucleare come il fatto stesso che nel raggio di seicento metri abitassero centinaia e centinaia di persone. Ci siamo trovati in una situazione analoga lanno scorso con Fukushima e ha coinciso anche questo con un referendum. strano come tornino certe cose. Al di l dellidealismo della nostra battaglia di cui ancora oggi sono orgoglioso, cio dire che attorno al nucleare ci sono una serie di segreti che in democrazia non ci dovrebbero essere perch il nucleare anche militare e quindi non si ha quasi diritto allinformazione, cosa che successo anche di recente con il tentativo di imporre il nucleare da parte del governo Berlusconi, ti accorgi che il nostro paese, avendo perso la guerra e pagando le conseguenze della guerra fredda, ha dovuto subire delle scelte prese da fuori, una delle quali che il paese non potesse essere sviluppato dal punto di vista energetico, non potesse essere del tutto autonomo. Quindi al di l di essere a favore o contro, sul nucleare lItalia sempre stata messa sotto controllo. Tutto questo avviene proprio a Latina perch accanto alla vecchia

Unico film italiano della sezione internazionale Scorie in libert di Gianfranco Pannone in programma stasera il festival Cinemambiente di Torino (31 maggio-5 giugno) e sar evento speciale al festival di Pesaro (25 giugno-1 luglio). Accompagna lo spettatore nel territorio di Latina, ambientazione pi volte frequentata dal regista nei suoi affascinanti lavori su un passato che altri hanno evitato di raccontare (come Latina/Littoria ad esempio) e con la calma militante di chi ha condiviso un allarme costante per anni, mostra il profilo della centrale nucleare e del piccolo reattore che stendono la loro ombra su terreni, camping, industrie, poligoni, spiagge, acque e coltivazioni, contadini e bagnanti, manifestanti e autorit, con lobiettivo di indagare e far conoscere la realt. Film indipendente, sar da settembre distribuito dallArci-Ucca nel suo circuito. Non stato facile realizzarlo, dice, prima di Fukushima i produttori che avevamo si sono tirati indietro, come i francesi, o gli sponsor privati. Sul nucleare cominciavano a contare in parecchi, compresa parte della sinistra. A quel punto il film lo avevo interrotto perch non cerano pi soldi, ma dopo Fukushima ho deciso di farlo anche da solo con la mia associazione, la Blue Film e laiuto di mia moglie. Cera la rabbia di dire: non me lo fanno fare, ma io lo faccio lo stesso Un elemento in particolare allarmante nel tuo film, quando racconti che probabilmente gli americani favorirono linterruzione della costruzione del reattore Cirene e che i movimenti antinuclearisti potrebbero essere stati utilizzati in

Il mio non solo un film sul nucleare, ma sul bisogno di democrazia partecipata, di essere padroni reali del proprio territorio
centrale nucleare del 1963 si stava costruendo negli anni 80 il Cirene, un vettore nucleare sperimentale militare che avrebbe in qualche modo sancito lautonomia dellItalia per il nucleare. La centrale nucleare di Latina di Borgo Sabotino del 63, la pi grande in Europa per tutti gli anni 60, era di costruzione inglese e non era un caso e dopo Cernobyl, quando arriva il referendum del 87 furono anche gli americani a favorire linterruzione del piccolo reattore Cirene tra laltro mai andato in funzione. Noi ambientalisti non ci siamo resi conto che qualcuno ci stava probabilmente usando perch si temeva che lItalia, acquistando lautonomia nucleare come nel caso del Cirene, un reattore a plutonio, potesse vendere il plutonio che la materia prima della bomba atomica, agli stati canaglia, quindi alla Libia e a Saddam Hussein. Questo non lo dico io, sono uscite delle carte desecretate della Cia, ma intorno alle quali non c stato dibattito. Da qui il sospetto che porto nel film. Noi abbiamo fatto una battaglia sacrosanta, perch questa una battaglia sul territorio: io cittadino ho il diritto di sapere cosa accade sul mio territorio e il nucleare non lo permette, basti pensare cosa accade in Francia dove ci sono interi comitati civici che sono di fatto soffocati da quella grande potenza che controlla tutto questo. Da un lato c una questione di territorio: noi italiani non sappiamo essere cittadini, siamo spesso sudditi in cambio di qualcosa, come successo nel territorio di Latina e in altri territori, in cambio del nostro silenzio, della nostra disattenzione, del far finta di niente e in cambio della centrale nucleare c stata la possibilit di fare la casetta abusiva ecc. Cio questo scambio che recentemente abbiamo visto anche in epoca berlusconiana - io accetto te ma tu in cambio mi dai qualcosa - il patto segreto tra gli italiani e la politica. E questo ha fortemente

compromesso i nostri territori compresa larea pontina, il territorio a nord di Latina. Nel momento in cui accetto di diventare suddito, mi prendo anche quello che non so cosa sia perch nel frattempo mi faccio la casa abusiva, ma poi la pago. Questo pagare n pi n meno che nel territorio c un numero sospetto di tumori, pi alto della media italiana, crescono animali deformi che faccio vedere nel film, i pesci che chiamano cinesi perch sono panciuti come Buddha a sentire gli ignorantelli pescatori del posto, cefali piccoli perch non possono crescere, tondi e deformi che assomigliano stranamente ai quadri di Antonio Taormina e sono inquietanti perch crescono nelle acque di scolo della centrale nucleare (le altre specie ittiche per ora non sembrano essere intaccate). Ma la centrale non funziona pi. Non dimentichiamo che dentro ci sono ancora delle scorie, non vero che quando una centrale non funziona pi, finisce. chiaro che non pu essere pi potenzialmente pericolosa come prima ed chiaro che le barre sono state mandate in Inghilterra per essere depotenziate. Ma torneranno a Latina, perch noi dopo la storia di Scanzano non abbiamo un centro nazionale di smistamento del nucleare, quindi riprendiamo quello che hanno depotenziato. Ma depotenziare una barra del nucleare non significa che quella barra non funzioni pi, solo pi debole, le radiazioni rimagono. Per eliminare delle scorie radioattive occorrono 80 mila anni. Pensa noi cosa stiamo lasciando (non solo Europa, ma anche India, Cina, Stati Uniti, Russia, Giappone) alle generazioni future, un contenzioso enorme. Che ne sappiamo cosa

Scene da Scorie in libert: manifestazioni antinucleariste. Immagini depoca della costruzione della centrale di Latina inaugurata da Enrico Mattei

sar la societ tra duemila anni? Se ci saranno barbari arrivati da altri pianeti? o una decrescita negativa che non permetter alla gente di sapere cosa c nei nostri depositi? inquietante la materia, c il problema delle scorie, non vero che il nucleare finito. Le scorie sono presenti anche nellinvolucro della centrale, nei serbatoi dei canali di scolo, non ci sono solo le barre. Perfino i vestiti usati dai tecnici sono chiusi in un deposito a Latina. Non sono radioattivi come le barre, ma sono ugualmente piccoli elementi radioattivi. Ma il problema reale la disinformazione perch c questo alone di segreto militare. In Italia questa segretezza ha attecchito meglio perch ha fatto comodo a tante persone. Abbiamo un paradosso: siamo in un posto che dovrebbe essere controllato perch la centrale potenzialmente pericolosa, ma un territorio intorno al quale c il far west: c la seconda discarica pi grande del Lazio e il poligono di tiro, tant che un colpo di cannone colp quasi la centrale per sbaglio: del colpo di cannone nel camping durante unesercitazione del poligono di tiro militare, c notizia nelle cronache sui giornali dellepoca e tra laltro il camping stato installato a soli 600-700 metri dalla centrale. Ci sono poi nel territorio anche le fabbriche farmaceutiche e tantissime case abusive sanate negli ultimi anni, in prossimit di un luogo che noi non sappiamo quanto contaminato, perch il registro tumori della Asl di

ALIAS 2 GIUGNO 2012

(3)

OCEANS

Il nuovo film di Jacques Perrin architetture di vita subacquea


di S.S.

INTERVENTO

GERENZA
Il Manifesto direttore responsabile: Norma Rangeri vicedirettore: Angelo Mastrandrea Alias a cura di Roberto Silvestri Francesco Adinolfi (Ultrasuoni), Matteo Patrono (Ultrasport) con Massimo De Feo, Roberto Peciola, Silvana Silvestri redazione: via A. Bargoni, 8 00153 - Roma Info: ULTRAVISTA e ULTRASUONI fax 0668719573 tel. 0668719549 e 0668719545 email: redazione@ilmanifesto.it web: http://www.ilmanifesto.it impaginazione: ab&c - Roma tel. 0668308613 ricerca iconografica: il manifesto concessionaria di pubblicit: Poster Pubblicit s.r.l. sede legale: via A. Bargoni, 8 tel. 0668896911 fax 0658179764 e-mail: poster@poster-pr.it sede Milano viale Gran Sasso 2 20131 Milano tel. 02 4953339.2.3.4 fax 02 49533395 tariffe in euro delle inserzioni pubblicitarie: Pagina 30.450,00 (320 x 455) Mezza pagina 16.800,00 (319 x 198) Colonna 11.085,00 (104 x 452) Piede di pagina 7.058,00 (320 x 85) Quadrotto 2.578,00 (104 x 85) posizioni speciali: Finestra prima pagina 4.100,00 (65 x 88) IV copertina 46.437,00 (320 x 455) stampa: LITOSUD Srl via Carlo Pesenti 130, Roma LITOSUD Srl via Aldo Moro 4 20060 Pessano con Bornago (Mi) diffusione e contabilit, rivendite e abbonamenti: REDS Rete Europea distribuzione e servizi: viale Bastioni Michelangelo 5/a 00192 Roma tel. 0639745482 Fax. 0639762130 abbonamento ad Alias: euro 70,00 annuale versamenti sul c/cn.708016 intestato a Il Manifesto via A. Bargoni, 8 00153 Roma specificando la causale

Il logo di CinemAmbiente

Film di chiusura del festival di Cinemambiente Oceans di Jacques Perrin e Jacques Cluzaud. Come si pu raccontare loceano? si chiede la voce del film che cerca di formulare una risposta da dare a un bambino. Locchio e lorecchio sono i sensi del film dallandamento ipnotico tanto che vi sembrer di cogliere presenze preistoriche che anelano alla luce e alla superficie, inalberando corone come trofei, seduti a consesso, portatori inarrivabili di armature compatte. Nelle profondit inesplorate si muovono forme di vita che certo di vogliono trasmettere indizi con le loro geometrie. La storia delle profondit marine la storia degli imperi, lo stesso mare storia, ma affacciandosi brevemente ne cogliamo solo frammenti. Misteri, pi che certezze e poco antropomorfismo (non fosse per i cetacei che abbracciano i piccoli o il mistero dei delfini forse frastornati da metamorfosi): solitudini fluttuanti, forme palpitanti, lombra di Batman, esseri di pietra, esseri nastri, esseri colore, spilli che zampillano. E anche qualche indicazione che riguarda la protezione delle specie in via destinzione (altre, appena scoperte, sono gi estinte), la caccia e la pesca, la corsa delle tartarughe appena nate verso il mare prima che gli uccelli le inghiottano, i sodalizi tra troppo grandi e troppo piccoli.

Cinema semplice e asciutto per unecologia del cinema


di GIANFRANCO PANNONE*

stati informati. Latina, il primo del lazio, d informazioni, ma non riesce ad averne dalla Sogin che presiede allo smantellamento della centrale e, dallArpa che sovraintente alle acque. Questo voluto o no? Questa disinformazione probabilmente voluta da chi non vuole che passino notizie. Non voglio spaventare nessuno, ma in quel pezzo di terra che sta tra Latina ed Aprilia si consuma la tragedia del territorio italiano, un esempio di come il nostro territorio sia stato violentato, come Saviano racconta del casertano in Gomorra. Non solo per responsabilit della politica, ma anche della gente che ha fatto finta di nulla e che oggi rischia di pagare le conseguenze. Allora il mio un film non solo sul nucleare, ma sul bisogno di democrazia partecipata, lessere consapevoli del proprio territorio, lessere padroni reali del proprio territorio nel senso positivo di viverlo insieme agli altri. A Latina questo accaduto perch un territorio storicamente colonizzato e poi in secondo tempo da chi ha vinto la guerra: a Borgo Piave cera una sede della Nato, c il Poligono di tiro, c la sede della Nato a Gaeta dove vicino c unaltra centrale dove ci fu un incidente tremendo nel 79, la centrale del Garigliano. Sono delle zone dove c il controllo militare e cuscinetti di spazio dove il cittadino ha potuto fare quello che voleva, in cambio del silenzio. Non si parlava di quello che cera l dentro, di cosa poteva succedere. Tanto che intervisto persone del posto che nel rispondere sono come dei bambini, tranquilli, perch non sono mai Nonostante le vostre brigade del superotto... Ma noi eravamo una minoranza, io facevo cortometraggi di fiction, documentari, per cerano persone pi grandi di me e cera Giampiero Palumbo, un filmaker locale che mi ha insegnato labc del cinema, aveva la cinepresa, aveva il superotto, la moviola. Avevamo questo gruppo con un nome tremendo, Gmcm, gruppo di intervento sui mezzi di comunicazione di massa, facevamo attivit politica nella sede di Democrazia Proletaria, organizzavamo cineclub, facevamo superotto, corsi di alfabetizzazione del cinema e avevamo anche il nostro impegno politico ambientalista. La Latina dei primi

anni 80 lunica Latina che non ha raccontato, se non in parte, Pennacchi: studenti, militanti, politici quello che era rimasto del movimento. Poich il 68 da noi era arrivato un po in ritardo e grazie alla centrale nucleare che per noi era il nemico, gli anni 70 hanno avuto un seguito. curioso che a Latina esistesse un gruppo di persone, minoritario, perch eravamo pochi, la citt era indifferente, fascista e democristiana e noi un gruppo che credeva nei valori dellambientalismo, ma soprattutto nella politica sul territorio. E ci trovavamo in un territorio che aveva due contraddizioni: la zona nord con la centrale fortemente urbanizzata e inquinata e dallaltra il parco nazionale del Circeo dove andavamo in bicicletta, facevamo bird watching e la pulizia delle spiagge. Una strana dicotomia che ha acutizzato la nostra consapevolezza delle contraddizioni della societ. I filmati depoca che tu inserisci nel film riportano tutto il mito dellinnovazione che si viveva in quegli anni. Infatti io metto anche mio padre nel film che era un socialista che fece parte del centrosinistra, loro ci credevano allidea di progresso. Lo smantellamento ha un prezzo, pensare che quel luogo rimarr incontaminato un errore. In Italia non esiste una sede centrale dello smantellamento rifiuti, le scorie sono nelle centrali di Trino, Piacenza, Garigliano e Latina. Quindi non vero che il problema risolto, ma la cosa pi grave invece che non se ne parli. SEGUE A PAGINA 8

IL FESTIVAL
La quindicesima edizione di CinemAmbiente diretto da Gaetano Capizzi si tiene a Torino, al cinema Massimo fino al 5 giugno con circa cento film nelle sezioni competitive nazionali e internazionali giudicati da sette giurie (Concorso Internazionale Documentari, Concorso Documentari Italiani, Concorso Internazionale Mediometraggi), i focus tematici, la sezione Ecokids, dedicata al pubblico pi giovane, e la sezione Panorama, che approfondisce alcuni temi del festival come la crisi, l'alimentazione e l'energia. Tra i film presentati Le Soif du monde, lultimo film di Yann Arthus-Bertrand, e Oceans (La vita negli oceani), diretto da Jacques Perrin e Jacques Cluzaud, che chiuder il Festival il 5 giugno, Giornata mondiale dellambiente, e sar proiettato a cura di CinemAmbiente contemporaneamente in trentaquattro citt italiane. Bertrand sar inoltre il presidente della giuria dei documentari internazionali, ruolo che lo scorso anno fu di Michael Cimino. Tra gli altri giurati Neri Marcor, voce narrante della versione italiana del film di Perrin e Cluzaud, e Luca Argentero, presente al Festival anche nella veste di produttore. Tra le opere del concorso internazionale, oltre al film di Gianfranco Pannone sul nucleare in Italia, Chasing Ice di Jeff Orlowski, vincitore del premio per la miglior fotografia al Sundance Film Festival, che sar presentato dal protagonista James Balog, uno dei maggiori fotografi viventi. Tra i numerosi film sulla crisi economica da segnalare Payback di Jennifer Baichwal, tratto dal saggio Dare e avere di Margaret Atwood. Sostenibile il prezzo del biglietto: gratuito al mattino per i ragazzi, 3 euro nelle altre fasce di programmazione.

arrivato il momento di cambiare un po tutti? La crisi internazionale che si aggiunge a quella italiana impone di s. E certo anche il cinema, fantastica macchina prometeica del 900, molto presto sar costretto a darsi una regolata. Gi, il cinema ultimamente si appesantito Proprio ieri, alle prese con un workshop pratico di alfabetizzazione al cinema rivolto ai bambini, riflettevo su come girare un documentario senza limiti sia, oltre che il pi delle volte cosa da dilettanti, una forma di consumismo come tante altre. Perch accumulare quante pi immagini possibili tranquillizza molto, esattamente come tranquillizza il carrello della spesa pieno. Un problema che per i documentari in genere esiste eccome, visto che nel loro caso, fatte poche eccezioni, la realt non pu essere intrappolata in una sceneggiatura. Ecco che, dunque, anche il cinema pi snello, quello di non-fiction, appunto, rischia di farsi pesante, non dico, pensando al secolo che ci siamo lasciati alle spalle, come una centrale nucleare, ma come un centro commerciale s. Ed ecco che a venirci in soccorso pu essere la pratica intelligente di un cinema semplice e a basso costo, non per il bisogno di un vago pauperismo moralizzatore, ma piuttosto considerando il significato schiettamente ecologico delle due definizioni. E magari rivolgendoci al pensiero dellecoantropologo francese Philippe Descola, il quale ammonisce dal pensare che noi bipedi col dono della parola siamo lombelico del mondo , come si sempre stati lungo due secoli e pi. Mi vengono in mente i film asciutti e morali dei fratelli Dardenne, ma anche il caro vecchio Rohmer, con al seguito una troupe di 12-15 persone e le scene essenziali che compongono i suoi incantevoli contes; penso a Cassavetes e ai suoi primi film a basso costo, girati nei fine settimana e rigorosamente in 16mm, ma anche a Gianfranco Rosi e al suo bellissimo Below sea level; e ancora, ai documentari lievi e nobili di un Philibert, dove le cose accadono un po per volta e basta fermarsi sul volto di un bambino per dare un senso alla vita. Film intelligenti e a basso costo, insomma. Che cosa desiderava il grande Za? Di poter presto girare un piccolo film nella sua Luzzara con la troupe ridotta allosso. Ecco, mi sembra il momento giusto per tornare a quello spirito niente affatto mesto e lapproccio documentaristico (anche spurio) mi sembra il modo migliore per raggiungerlo. Basta poco per raccontare una storia, per celebrare la vita. E non solo in termini di budget e di troupe o, ancora, di facilit tecnica ed economica del digitale. Mi rivolgo piuttosto alle storie, che possono essere ambientate anche nel bar sotto casa e, come invocava Truffaut ai tempi della Nouvelle Vague, coinvolgendo amici e fidanzate. Storie, dunque, senza troppi fronzoli sia sul piano tecnico che narrativo, ma capaci comunque di sorprenderci, affabularci, persino al pari di un film di Spielberg. possibile tutto ci? Io credo di s, ma per questa possibilit c un prezzo. Perch, inutile illudersi, tutto ha un costo, forse

ancor pi in tempi di magra come quello che stiamo attraversando. In questo caso bisogna vedersela con lindustria del cinema e della televisione, che tuttora pretende dimporre ai film cifre alte in ogni caso (in Italia medio-alte), per permettere guadagni altrettanto alti (o, sempre da noi, medio-alti). Insomma, a prevalere tuttora lidea, molto americana, che tanto denaro produca inevitabilmente ancora pi denaro. La storia recente cinsegna che questo determinismo economico ha una sua forza, ma ad ammonirci c sempre la parabola di Re Mida, che trasformando tutto in oro fin col morire di fame e di sete. Ecco che, cos come non potremo pi usare buste di plastica a nostro piacimento, credo che anche facendo cinema si possa rinunciare a qualcosa, non intendendo con questo una diminutio, ma piuttosto una stimolante opportunit. Anche se in tempo di pace (almeno, per ora, in Europa e negli Usa, oltre a pochi altri Paesi), mi piacerebbe che noi artisti ci sentissimo un po come nellultimo dopoguerra, quando le opportunit economiche erano ben poche, ma la voglia di fare tanta, anche nel cinema, di fatto rivoluzionato dalla breve stagione del Neorealismo. Rossellini rimane tuttora un maestro del film povero. Mi piacerebbe, insomma, che la realt che ci circonda torni ad essere nutrimento per registi, scrittori, drammaturghi (giovani e meno giovani) e che si raccontassero storie del nostro mondo con una sguardo pi orizzontale di quanto non faccia in genere il cinema commerciale (e se abolissimo questo vocabolo?), parlando s di spettacolo, ma affiancando questa parola al mondo piuttosto che agli effetti speciali. C bisogno di verit in questi giorni difficili e il ruolo del denaro (la quantit pi importante della qualit) potrebbe non essere pi determinante come un tempo. Ci che conta, ora, andare allessenza delle cose. Proprio come sta accadendo in questi giorni al teatro Valle di Roma occupato, che mi piace citare come luogo di rinascita non solo civile ma anche ecologica nel nostro asfittico teatro e non solo. Cos come per il teatro, anche per i film si pu pensare a basso costo, fuori dagli schemi, dunque, di un cinema e di una televisione che in Italia segnano il passo perch troppo compromessi con le leggi di uneconomia per giunta sottoposta al controllo della politica. C, insomma, un grande bisogno di raccontare il mondo senza troppi filtri, di stanarlo con idee libere da censure e autocensure. C bisogno di aria fresca; ed giusto allora andarsi a cercare piccole grandi opere, cinematografiche e non, che facciano da riferimento. Un esempio per tutti? Il pianeta azzurro, di quel poeta della semplicit che Franco Piavoli. Consiglio a chi non lo ha ancora fatto di vederlo, questo film che ha gi pi di trentanni ma che non ha perso la sua fresca vitalit. Diciamola tutta: per chi pi aperto e coraggioso la crisi attuale pu essere persino unopportunit. *(agosto 2011 da Docdoc, dieci anni di cinema e altre storie di Gianfranco Pannone, edito da Mephite per Quaderni di Cinemasud, in libreria)

In copertina: dalla locandina di Scorie in libert di Gianfranco Pannone

(4)

ALIAS 2 GIUGNO 2012

DOPO LA RIVOLUZIONE DEL 25 GENNAIO 2011

Incontro con la pittrice egiziana Shayma Kamal, che in una serie di quadri dipinti su stoffe della nonna e della mamma, racconta la rivoluzione egiziana e quanti stanno facendo di tutto per fermarla
di VINCENZO MATTEI

Esiste una linea di demarcazione che possa stabilire la maturit di un'artista? Per Shayma Kamal questa linea rappresentata dal superamento del trauma post-rivoluzionario dell'11 febbraio 2011, quando Hosni Mubarak si dimise dalla carica di presidente. stato un percorso, un'evoluzione naturale e sofferta, non solo per le persone care perdute durante le sommosse e gli scontri con i militari, ma per i sogni e le speranze traditi, per una domanda senza risposta su quello che successo e quello che succeder. Shayma sviluppa questo processo, portandolo a un livello che supera i confini dell'Egitto, come piazza Tahrir si diffusa nel mondo prima negli Indignados spagnoli, poi negli Usa con Occupy Wall Street. Shayma Kamel ha affrontato il dramma interiore di chi ha vissuto pienamente la rivoluzione del 25 gennaio 2011, metabolizzando il trauma che l'ha accompagnata per un intero anno, un lungo periodo di espiazioni in cui riuscita a estrapolare una visione pi ampia, maturando una consapevolezza politico artistica internazionale. I suoi lavori sono stati ospitati al Cairo presso l'Opera House, il Ghothe Institut, il museo Zaad Zaghalul, la Townhouse gallery, la AUC gallery, il Cairo Atelier... e all'estero in Grecia sull'isola di Santorino, alla galleria dell'universit americana di New York e della Westecher University della Pennsylvania, in Germania a Monaco di Baviera. La sua rappresentazione pittorica ha un filo storico legato alle stoffe della nonna e della madre, quelle che dovevano essere il suo corredo, lei ha intrecciato i fili di quelle stoffe con quelli della Storia. Questo passaggio di generazione in generazione rende merito alla maturit dell'artista, forte e parte di un processo omogeneo in cui lei stessa inglobata. proprio nel momento in cui l'artista diventa parte di qualcosa pi grande, che si riscontra quella maturazione che si ricerca nell'arco di un'intera vita. Shayma Kamel usa figure di animali: ippopotami, elefanti, asini, leoni, falchi, iene... colori e forme impastati con le stoffe di famiglia. Il suo progetto ricorda La fattoria degli animali di George Orwell, anche il soggetto della mostra sembra calzare perfettamente con la visione orwelliana: presidenti rappresentati come elefanti e ippopotami, falchi ingessati in un tight che ricorda gli speculatori di Wall Street. Ma Shayma non dimentica l'ultimo anno trascorso in Egitto: due leoni con l'indice puntato verso l'alto richiamano i generali egiziani durante

Gli artigli di Mubarak e dei suoi pari


le conferenze stampa; un cecchino visto di spalle che punta la sua arma verso il vuoto; la figura nera di una donna in niqab con accanto quella di un soldato in elmetto che sembra la sua fotocopia, sulla testa lei ha scritto Sicurezza, lui Centrale di sicurezza; un salafita che si tappa le orecchie per non ascoltare altra parola se non quella di Allah; donne ritratte dentro alcuni quadri con una silhouette nera, le braccia aperte e le gambe conserte, in una posizione che sembra rappresentare l'ultimo baluardo a derive islamiste o autoritarie. Quanto tempo hai lavorato su questo progetto? Da un anno, questa mostra solo la prima edizione. Perch hai usato gli animali invece di persone? Perch le persone non sono pi sufficienti a rappresentare la mia idea. Dopo ci che successo dall'inizio della rivoluzione e negli scontri di fine anno, tutto diventato scioccante per me, per questo era impossibile rappresentare le persone come esseri umani. Cos, ho scoperto che gli animali si adattano meglio al mio progetto, anche se credo di mancare loro di rispetto, perch in confronto a loro quello che l'uomo ha fatto e fa davvero crudo e violento. Quando un animale uccide, lo fa per mangiare, non ne ricerca un altro fino a che non avr fame di nuovo; ma gli esseri umani si uccidono a vicenda e continuano a uccidere senza saziarsi mai. Questo ci che ho sentito e visto nella rivoluzione. un comportamento che mi sconvolge sempre. Per questo motivo gli animali erano pi adeguati nel mio progetto, che ancora non terminato. Quale lo scopo dietro il progetto? Non c' scopo, ho solo il lavoro, cerco di rappresentare la mia idea di ci che sta accadendo ora, non solo in Egitto, ma in tutto il mondo. Come i Paesi stanno cambiando cercando di divenire grandi potenze, come le persone che usano il potere che hanno con il proprio popolo... a me sembra ilare e ironico, questo il motivo per cui quando si passa attraverso questa mostra ogni dipinto richiama o induce a una risata, a un gioco, al sarcasmo degli oggetti. Questo quello che volevo esprimere, rappresentando la mia idea politica attraverso uno scherzo, una frase sarcastica scritta sul dipinto, opponendomi a ci che sta accadendo oggigiorno. Il sarcasmo anche riferito all'esercito egiziano, per quello che sta facendo? Non solo, ma anche all'ultimo presidente, Hosni Mubarak, cos come ai presidenti di tutto il mondo: a come si comportano, come vestono, come parlano... come hanno indossato una maschera per cercare di dimostrare quanto sono importanti, e come una singola persona sia in grado di controllare milioni d'individui decidendo sulla loro vita o sulla loro morte. C' un lato assurdo, sono davvero preoccupata per il comportamento degli esseri umani di controllare tutto, non solo la vita umana, ma tutto il pianeta... cos irreale ma affascinante! Queste persone hanno la capacit di distruggere pi di quello che vogliamo costruire. Cerco di mettere brevi dichiarazioni nella mia pittura, per rappresentare il trauma del mio coinvolgimento emotivo nei giorni successivi alla caduta di Mubarak, affrontandolo in modo sarcastico. Il trauma stato fondamentale per sviluppare in una visione politica pi ampia il tuo lavoro? Quando fai una grande azione come pu essere una rivoluzione, ci si aspetta che le cose andranno bene e avranno successo, e che i sogni si realizzino, ma abbiamo avuto un paese secolarizzato? Il popolo ha riottenuto i suoi diritti? Niente di tutto questo. Quando le cose desiderate non accadono, ci si sente delusi e depressi, soprattutto dopo tutte quelle persone che sono morte nella rivoluzione, ma che sono ancora vive nel nostro ricordo. Sotto questo aspetto s, deprimente, ma allo stesso tempo tempra la forza di volont per continuare a lottare. Possiamo dire che questo periodo di depressione stato fondamentale per entrare in una maturit artistica. La depressione e la repressione. La depressione stata causata da ci che sta accadendo in Egitto in generale, ma anche dal modo in cui siamo cresciuti; questo il mio Paese, in

ogni Paese c' una sorta di atmosfera, qui c' un'atmosfera difficile che rende dura la vita degli artisti, ma li fa lavorare e produrre di pi, questa atmosfera potrebbe entrare dentro le loro opere. Ora la depressione andata via e spero che le cose vadano per il verso giusto; sono consapevole che il conseguimento della democrazia pu richiedere molto anni, tuttavia, avendone 31, spero di riuscire a vedere il mio Paese come dovrebbe essere. Mi rendo conto che questo probabilmente non sar possibile per la mia generazione, ma forse per le prossime s, per questo lottiamo oggi, ed bello e giusto cos. Quale tecnica usi nei quadri, e perch hai deciso di fare lo sfondo usando stoffa? stata una casualit, per il materiale di questa mostra davvero speciale per me perch apparteneva a mia

In pagina ritratto dellartista Shayma Kamal e sue due opere

nonna e mia madre, i tessuti sono una sorta di collante in questa mostra, ogni quadro legato all'altro in una storia sotterranea, qui tutto era destinato ad essere utilizzato per come stato usato, in un incastro perfetto. Questa vecchia stoffa rappresenta uno specifico periodo, gli anni '20 e '30, quando la gente era abituata a vestire abiti e tessuti colorati, esisteva una coscienza mondiale diversa e il modo in cui trattavano il mondo era differente. molto diverso quando si confrontano questi tipi di abiti con quello che vestiamo oggigiorno: capi in nero, in grigio o altri colori scuri, neanche fossimo in tempo di guerra! Durante quel periodo le persone pensavano con la propria testa, leggevano, ci fu una sorta di grande movimento sociale e politico, tutti fattori che vedo condensati negli abiti di mia madre. Abbiamo questa abitudine nella

ALIAS 2 GIUGNO 2012

(5)

LONDRA 1966, IL CENTRO DEL MONDO


Scrittrice e giornalista Rai, Valentina Agostinis, collaboratrice storica del manifesto, studiosa di culture ibride e inquiete, non solo Uk, dopo i libri sulla conterranea artista rivoluzionaria Tina Modotti e sulla Londra olimpionica delle pluriappartenenze socioculturali di oggi, nel suo ultimo saggio Swinging city (Feltrinelli euro 18.00) torna alla metropoli degli absolute beginners, ai club (anche gay) e alle gallerie pop che strapparono a Parigi e New York il titolo di capitale mondiale di tutto: moda (Mary Quant, Carnaby St.), musica (ska, Who, Jeff Beck, Page, Beatles, Rolling), stile (Twiggy, Logan, psicodroghe...), design, pittura (Stephenson, Richard Hamilton, Allan Jones...), fotografia (David Bailey) e cinema (la lunga onda arrabbiata, gli Hammer movies, Charles Dunning...). Michelangelo Antonioni, dal 1963 al 1966, soggiorna a Londra, conosce Claire People, e realizza Blow up, con David Hammings fotografo, sintetizzando il tutto e scovando la scena di un delitto poco chiaro, che poi non che la rivoluzione interiore in atto (vincente e irreversibile).

IL PAESE SUICIDATO
Ero venuto p'fatic non ero venuto p'mur, quattro figli, na mugliera 'a carico na cascia 'e zinco p'me ne ji. Ero venuto p'accuminci, nun ero venuto p''e fern (Ero venuto per lavorare non ero venuto per morire, quattro figli e una moglie a carico una cassa di zinco per ritornare. Ero venuto per iniziare non ero venuto per finire). Canzone di Francesco Guccini ed Enzo Avitabile Gerardo nuvole e polvere mai cos contemporanea mai cos antica. Muoiono i lavoratori sotto i capannoni non inchiavardati, ma dichiarati sicuri e non era vero, nel nord ricco e produttivo, morta la giovane studentessa Melissa di Brindisi davanti alla scuola e la sua morte passata nelle ultime pagine, perch il terremoto le ha strappato la prima, ma nessuno sa dire chi stato a innescare la bomba che lha uccisa e perch, alle elezioni amministrative sono andati a votare in pochissimi come se la gente non sperasse pi in niente. Le forme di parmigiano rotolano a terra e si sconquassano a migliaia, il formaggio che vale oro chiss che fine far, crollano torri e campanili ma un vecchio mulino del 600 regge benissimo. La sensazione quella di un paese suicidato dalla propria classe dirigente, da una burocrazia similsovietica, da un ineluttabile abitudine allingiustizia, noi popolo pronipote di Caligola, che almeno il suo cavallo lo amava, non ci stupiamo di nulla, non ci ribelliamo, ci siamo fatti governare per 17 anni da una tv populista per minorati, da una chiesa verticistica, obsoleta, piena di scandali e giochi di potere (al contrario di quel che hanno deciso in Germania e in Irlanda da noi ai preti basta consigliare la denuncia per pedofilia, non c obbligo come se un reato su di un minore non fosse tale), abbiamo subito tutto semiaddormentati, drogati di una pessima droga che il potere in tutti i suoi travestimenti ci ha propinato. E siamo tuttora ostaggi di un parlamento di non eletti che non si vergogna neanche un po di lasciare laula semivuota quando si tratta di votare una legge anticorruzione. Dovremmo pretendere da questi signori che tanto vivacemente hanno contribuito al presente disastro di devolvere i loro stipendi alle necessarie ricostruzioni e tanto per non farli morire di fame concedergli il salario minimo di un operaio, dovremmo obbligarli a frequentare corsi serali di realt, cos magari imparano qualcosa, e soprattutto dovremmo deciderci a mandarli a casa, ma si sa il potere si cos bene blindato sulle proprie poltrone da sembrare inamovibile e noi non abbiamo tempo da perdere con tutti i problemi di sopravvivenza che abbiamo cos ricattati come siamo da miseria e disoccupazione. Gerardo faceva 'o favvrecatore, viveva a Modena ma era terrone. A sera quann ferneva 'e fatic trasmetteva a Radio Popolare. Ma senza alcuna protezione caduto sul lavoro, morta janca prematura, sott' 'a na nuvola 'e polver'. (Gerardo faceva il muratore viveva a Modena ma era terrone La sera quando finiva di lavorare trasmetteva a Radio Popolare. Ma senza alcuna protezione caduto sul lavoro morte bianca prematura sotto una nuvola di polvere).

GLI ARGOMENTI DEGLI ERETICI


Vacca, Gerratana, Gramsci.... Argomento in questa rubrica, da sei anni e in cento salse, che Gramsci con i Quaderni ha avviato una nuova scienza: la scienza della storia e della politica. E che questa scienza andata oltre tutti i marxismi compreso il marxismo di Marx, producendo (con il concorso di 37 anni di lavoro intellettuale e morale di Luis Razeto e mio) una serie di teorie scientifiche, prima fra le quali la Teoria della crisi organica. Questa teoria mostra che al tempo in cui Gramsci scriveva i Quaderni era in atto la fase iniziale di una crisi di civilt, la fase terminale della quale stiamo vivendo oggi. Ecco perch Gramsci attuale e ci serve come il pane. Giuseppe Vacca pensa invece (in Vita e pensieri di Antonio Gramsci 1926-1937, Einaudi 2012) che Gramsci ha elaborato nei Quaderni una teoria delle crisi al plurale e in generale, e che la crisi contemporanea al Gramsci del carcere fu superata dallamericanismo. Superata? No: prolungata - prima dal keynesismo, poi dalla Seconda Guerra Mondiale, infine dal neoliberismo. E ora non si sa pi cosa fare. Trovate la Teoria della crisi organica nel libro La Traversata, allindirizzo internet http://pasqualemisuraca.com/sito/index.p hp/scienza/50-la-traversata.html#Capitul o6. Un libro (edito nel 1978 da De Donato col titolo Sociologia e marxismo nella critica di Gramsci) che Vacca conosce, e nel quale Razeto e io dimostriamo che ci Gramsci, scrivendo i Quaderni, ha fatto (ha cominciato a fare). E lo conosce bene, avendolo letto ancora dattiloscritto. Lo impression al punto da darlo in lettura a Valentino Gerratana, il quale rimase basito, particolarmente dalla radicale critica del marxismo di Marx, convoc me e Razeto in via del Conservatorio, e ci disse: La vostra critica di Marx non mi piace. Ho cercato di smontarla criticamente. Non ci sono riuscito, ve la far pubblicare. (Il libro si concludeva non a caso con il confronto fra la teoria gramsciana della crisi organica e la teoria marxiana delle crisi del capitalismo.) Grazie a Vacca e a Gerratana, in somma, il libro fu pubblicato. Ma. Non lo recensirono, Giuseppe e Valentino. Come mai, se lo avevano caldeggiato? Cari lettori, questo un ennesimo capitolo della silenziosa lotta contro gli eretici. A Gramsci toccato essere curato criticamente (Gerratana stato il curatore della edizione critica dei Quaderni) e fondativamente (Vacca stato prima direttore poi presidente della Fondazione Gramsci) da due togliattiani. E il togliattismo una specie di cattolicesimo controriformistico. La Controriforma elabor un tipo di predicatore che si trova descritto nel Predicatore Verbi Dei, Parigi, 1585. Alcuni canoni: () 4. non riferisca gli argomenti degli eretici dinanzi alla moltitudine inesperta () Il punto 4 specialmente interessante: leresia lasciata senza obiezione, perch si ritiene minor male lasciarla circolare in un dato ambiente piuttosto che, combattendola, farla conoscere dagli ambienti non ancora infetti (pagine 7 e 7bis del Quaderno 8). www.pasqualemisuraca.com

mia famiglia di conservare le stoffe per la prossima generazione, come mia nonna ha fatto per mia mamma e lei a sua volta per me. Si ha l'abitudine di andare dal sarto prima del matrimonio delle ragazze per farsi cucire i vestiti nuovi, le mie non l'ho usate, ma sono sempre stata affascinata da queste stoffe: di volta in volta le prendevo e le osservavo con amore, senza farci nulla, per poi rimetterle al loro posto, fino a quando ho davvero scoperto quale fosse il loro scopo. A un certo punto ho sentito che potevano rappresentare qualcosa, allora l'ho usate per questa mostra. L'uso di questi tessuti fa riflettere la gente che si domanda perch li ho usati, e quale la connessione con il passato. La maggior parte delle persone che vengono a questa mostra ne capiscono il significato dietro i tessuti che trasmettono una sorta di nostalgia, di emozioni, e accendono

qualcosa nella mente delle persone che guardano i dipinti, l'ho visto chiaramente nei loro occhi durante l'apertura della mostra. Questa stata fatta 10 giorni prima del primo anniversario della rivoluzione, era concordato con il gallerista? No, stata una coincidenza. In realt l'anniversario non significava nulla per me, perch la rivoluzione non ancora finita, ancora in corso, come il mio lavoro. Non il momento di festeggiare anche se passato un anno. Mercoled 25 gennaio 2012 c'erano milioni in Tahrir, ma stiamo ancora lavorando sulla rivoluzione; non mi fa felice sapere che un anno passato e gli egiziani non hanno ottenuto nessun diritto, molte cose non sono accadute, persone sono morte e chi le ha uccise ancora in giro, quindi non ancora tempo di festeggiare.

moderati arabi

< 178 179 180 >

Marted scorso, Javier Bardem e lvaro Longoria hanno presentato Hijos de las nubes al Parlamento europeo: le potenze occidentali, Usa e Francia soprattutto, sono responsabili della mancata decolonizzazione del Sahara.

(6)

ALIAS 2 GIUGNO 2012

LA CITTA E IL DOLORE

EDITORIA
RIVISTA LA CRITICA

Nella foto grande, da destra: Daniele Paris, Lorenza Mazzetti, John Fletcher e Lindsay Anderson sorseggiano un t durante una pausa di lavorazione del film Togeter e a destra scene del film. Qui accanto, un ritratto della regista.

Rifrazioni selvagge quadrimestrale, dal cinema al magnifico oltre


di GIANLUCA PULSONI

Tenere a mente oggi lidea del film come arte sovversiva, come ha insegnato Amos Vogel, l uomo di spicco della cultura cinematografica americana recentemente deceduto, significa anche tenere aperta nella nostra vita la possibilit di una idea di cinema come continua apertura alle cose, corpo del mondo. Un intendimento, questo, che si pu ritrovare in operazioni culturali raffinate come il quadrimestrale Rifrazioni, dal cinema alloltre con sede a Bologna, diretto dal filmmaker e saggista Jonny Costantino (in rete, www.rifrazioni.net). Gi recensito su Alias per i numeri passati, il lavoro di Rifrazioni merita ancora di essere introdotto e segnalato per lo sforzo con cui la redazione (assieme a Costantino, Francesco Cattaneo e Vito Contento) prosegue un proprio discorso editoriale dentro il campo della critica cinematografica contemporanea in Italia. Un percorso, il loro, molto pragmatico ma soprattutto orgogliosamente indipendente, che guarda alla cura visiva della rivista come fosse il valore aggiunto della loro ricerca. A differenza di molte altre riviste infatti, la cosa che salta subito allocchio con Rifrazioni che ogni numero ne sono nove, fino ad ora, lultimo uscito recentemente si presenta sotto una magnificienza visuale che oggi, volenti o nolenti, rarissimo trovare in altri prodotti editoriali del genere, quantomeno in quelli legati al cinema, nonostante poi le pagine interne rimangano in bianco e nero. Fin dalla copertina, che viene affidata per ogni uscita a un artista che rielabora un frame a scelta di un film preso in esame nel numero, la rivista presenta una impaginazione esplosa, dove il lavoro grafico conduce all impressione per il lettore che ogni pagina sia una invenzione, una danza tra parole e immagini in una sovrabbonanza continua, come sfogliassimo una specie di libro darte. Meri virtuosismi allora? No, e qui andiamo al discorso critico, in quanto estetica ed etica si fondono e confondono, visto che a una libert formale di ogni numero corrisponde una incredibile libert sostanziale nella scrittura da parte tanto dei redattori quanto dei collaboratori che vengono invitati a scrivere. Ogni numero di Rifrazioni ha questo di

bello, una mancanza di sovrastruttura che, al di l della struttura classica di cui si compone (pi o meno, un dossier introduttivo, una lettura di alcune pellicole recenti, uno spazio sulle poetiche, approfondimenti trasversali tra cinema e altre arti), permette una sperimentazione stilistica che rende il tutto mutevole, vivo. Rifrazioni n. 9 presenta da subito qualcosa di prezioso: le immagini di copertina e quarta di copertina, opere da frames di Drive (N. W. Refn, 2011), rielaborate dal francese Herv Bordas, finissimo e apprezzatissimo artista grafico la cui storia e attivit legata alla nobile tradizione del libro dartista. All interno del numero, troviamo un dossier molto particolare nato a seguito del progetto di laboratorio sulle citt promosso dall Isituto Superiore dell Universit degli Studi di Bologna (http://www.laboratoriocitta.unibo.it /laboratorio/Bacheca/Eventi/2012/05 /1_maggio_2012.htm) dedicato al rapporto tra citt e dolore, interpretati come due tpoi dell immaginario, attraverso degli approfondimenti su tre trilogie di tre cineasti che hanno affrontato tali questioni a modo loro: N. W. Refn, con la sua trilogia del Pusher; Amir Naderi, con la sua trilogia di Manhattan (molto belli qui gli interventi di Grazia Paganelli e Massimo Causo, gran studiosi dell opera delliraniano); Godfrey Reggio, con la sua trilogia Quatsi. Fra le letture dei film, invece, molto interessante il lavoro che fa Jonny Costantino sul film di Refn, Drive, per l equilibrio miracoloso tra una capacit analitica esibita senza pedanterie ed un approccio anti-convenzionale alla pellicola, con guizzi da scrittore autentico. Il suo saggio affiancato da una lettera di Bordas, molto particolare, da leggere. Finisco segnalando lultimo scritto del numero, una riflessione del filosofo e critico darte italiano Federico Ferrari, da alcune uscite fisso collaboratore di Rifrazioni, con uno spazio di riflessioni a partire da singoli frames di film da lui scelti. In questo numero, il breve e incisivo testo di Ferrari si concentra su un istante del capolavoro di Tarkovskij, Stalker (1979), meditando su immagine e desiderio: il vero realismo iconografia del desiderio. Saper dare inizio a nuove immagini vuol dire rendere alla realt il suo carattere di pura potenza, di apertura senza fine ad altro mondo, ad altra vita . Una apertura o pi, che nel cinema, arte dei corpi e della luce, si fanno variazione continua, rifrazioni selvagge. A sinistra e in alto, copertina e quarta di copertina della rivista Rifrazioni. A destra, copertina del libro su Daniele Paris con il ritratto realizzato da Lorenza Mazzetti

Daniele Paris la musica del free


Gi direttore dorchestra, a Londra con i film di Lindsay Anderson e Lorenza Mazzetti, firma poi le musiche per quelli di Liliana Cavani ed stato maestro di generazioni di musicisti
di GABRIELLE LUCANTONIO

Quando mi si chiariva un progetto e prendeva forma attraverso la stesura della sceneggiatura, fissavo un incontro con Daniele (anche se lo chiamavo Paris come fosse il suo nome, non il cognome) e gli raccontavo la storia che stavo sceneggiando e quello che tale storia doveva significare, Gli parlavo anche della musica che ascoltavo giusto per dargli una pista. Paris ci si ispirava infilandosi sulla pista indicata, ma approfondendo e proponendo anche altro. Non ha mai cercato di imporre il suo genere (come spesso accade), e la musica definitiva del film rappresentava

esattamente la sua sensibilit combinata con la mia dichiara Liliana Cavani nel libro dedicato al compositore Daniele Paris, Il Suono dell'interiorit Daniele Paris per il cinema di Liliana Cavani, Luigi Di Gianni, Lorenza Mazzetti, scritto dalla studiosa Maria Francesca Agresta (Libreria musicale italiana, 166 pagine, 25 euro). L'autrice ha gi scritto un testo su Carlo Savina (Arte e Mestiere nella musica per il cinema. Ritratto di un compositore: Carlo Savina, Biblioteca Luigi Chiarini, 159 pagine, 2007) Per la regista emiliana, Paris aveva scritto le musiche di due documentari, Et di Stalin (1962) e Storia del Terzo Reich (1962) e di tre lungometraggi, Milarepa (1974), Il

portiere di notte (1974) e Al di l del bene e del male (1977). I tre unici lungometraggi della sua carriera. Le sue uniche colonne sonore per le quali esistono dei cd (pubblicati dalla C.A.M). Eppure il suo percorso nella musica applicata al cinema inusuale e notevole. Con i registi con i quali ha collaborato, ha sempre cercato di lavorare in sintonia, per ottenere un risultato particolare. Il migliore possibile. Daniele Paris era nato nel 1921 a Frosinone. In giovane et aveva intrapreso gli studi musicali in forma privata e subito dopo la guerra aveva frequentato il conservatorio di Santa Cecilia di Roma nelle classi di Fernando Germani (organo e composizione

ALIAS 2 GIUGNO 2012

(7)

YELLOW SUBMARINE, CARTOON ALLLSD


Rieditato in dvd torna il capolavoro del 1968 Yellow Submarine, il lungo trip danimazione lisergica diretto dal canadese (ma ormai londinese) Charles Dunning, su soggetto di Lee Minoff, sceneggiato da Al Brodax, professore di letteratura classica a Yale, assieme a un pool di intellettuali (anche Eric Segal, quello del best seller Love Story), con i disegni di Heinz Edelman, grafico pubblicitario a cavallo tra oggettualit pop, new liberty e psichedelia, Bob Balser e lolandese Paul Driessen che riempiono lesile trama (i Beatles attraverso le loro canzoni damore combattono e sconfiggono i Biechi Blu , nemici della gioia e del colore, liberando Pepperland) di follie grafiche stupefacenti. vero che Gianalberto Bendazzi scrisse che questo Yellow Submarine (che ispir a Spielberg lidea di un ristorante a tema di Century City) provare soluzioni musicali. Il volume di M.F. Agresta lo spiega bene, esplorando soprattutto le sue collaborazioni con la Mazzetti, con la Cavani e con Luigi Di Gianni (attraverso le analisi delle loro collaborazioni con Paris e delle interviste ai tre registi). Alla fine degli anni cinquanta, il compositore entra quindi in contatto con Di Gianni, giovane documentarista di ispirazione antropologica e sociologica, per il quale scrive le musiche per Nascita e morte nel Meridione (San Cataldo) nel 1958, Pericolo a Valsinni, Frana in Lucania, Donne di Bagnara nel 1959, Ragazze dell'avanspettacolo nel 1961. Con Paris c' stato uno scambio di idee. dichiara Di Gianni in un'intervista del saggio. Il compositore avr anche qualche altre collaborazioni prestigiose, come quelle con il grande Alessandro Blasetti per il documentario La lunga strada del ritorno nel 1962, con Nelo Risi per il documentario La Firenze di Pratolini del 1963 e con Vittorio Cottafavi per lo sceneggiato La vita di Dante del 1965. Negli anni '60, Paris stato attivo nel campo della direzione e fra i protagonisti della nuova musica. stato il direttore artistico delle Settimane Internazionali di Nuova Musica di Palermo, di Nuova Consonanza a Roma e del Festival Internazionale di Musica Contemporanea di Venezia. Negli anni '70 si dedicato all'insegnamento. stato tra i promotori della scuola di Musica Licino Refice di Frosinone (trasformata poi in Conservatorio), un Istituto che negli anni, ha formato diverse generazioni di musicisti. Due degli allievi di Paris, Claudio Simonetti e Carlo Siliotto, sono diventati dei compositori di musica applicata al cinema. Il primo ha dichiarato in un'intervista personale: Ho iniziato a studiare privatamente composizione con Irma Ravinale, per poi continuare a Santa Cecilia con Antonio Ferdinandi e Barbara Giurana. Ho studiato pianoforte con la maestra Inardi, sempre a Santa Cecilia. Dopo il mio servizio militare e il mio ritorno dall'Inghilterra, dove ero andato per registrare un disco, ho studiato per un paio d'anni composizione a Frosinone con Daniele Paris. Non ricordo pi per quale motivo e chi mi aveva consigliato di andare l. Probabilmente sar stato mio padre, Enrico Simonetti. Il fatto che andavo due volte a settimana, mi sembra, a Frosinone. Il primo anno ci andavo con i mezzi, poi dopo il successo di Profondo rosso, con la piccola macchina che mi ero comprato con i diritti d'autore. Ho lasciato perdere quando i Goblin hanno davvero cominciato a lavorare, e non riuscivo pi a recarmi a Frosinone. Daniele Paris era molto simpatico e alla mano, non era uno di quei professori impettiti che avevo conosciuto a Santa Cecilia. Un aneddoto: una volta, volevo parlargli e stava aspettando. C'era anche una giovanissima suora, avr avuto 18 o 19 anni, che stava aspettando. Quando lui l'ha vista, ha cercato di capire perch era diventata suora. E in due, abbiamo cercato di convincerla che una bella ragazza come lei non poteva buttarsi via cos. Siliotto ha confermato in una breve intervista personale, realizzata via email: Il Maestro Paris era lumanit fatta persona e la curiosit per gli altri. Un aneddoto: un giorno, entra in classe e dice: Oggi componiamo una canzone. Siliotto vieni a darmi una mano. Mi invita a sedermi accanto a lui e comincia a suonare un abbozzo di melodia. Non male cos. Ci mettiamo delle parole? Scriviamo una canzone damore! E cos abbiamo composto insieme una canzone. In fin dei conti, il Maestro ci stava istruendo che nella musica cos come nella vita, la diversit rappresenta sempre una ricchezza e un allargamento dei nostri orizzonti. Proprio come aveva dimostrato nelle sue musiche per il cinema.

lemblema merceologico di una certa generazione, ma secondo me continua a essere anche un emblema della contestazione beat. Il film non affatto anti disneyano, intanto. Poco tempo dopo, per capirsi, Fantasia, rieditato dopo il flop del 1940, fu 2 negli incassi mondiali al solo 2001 odissea nello spazio (che oltretutto ci ricorda molto lattrazione disneyana Tomorrowland). Libero, anticonformista e scatento fino alla psichedelia quello come questo, un film esplicitamente ecologico, sullenvironment, che tocca con geniale arguzia le condizioni fisiche, psichiche e tossiche di un mondo esplosivo. Le citazioni pittoriche sono infinite e i simbolismi spesso oscuri, ma la fantasia mirabilante e il calore cromatico lo rendono una vera esperienza al limite. Dunning (allievo di Norman McLaren) morto nel 1997 lavorando sulla Tempesta ha firmato anche The apple (1961), tutto grafica a spigoli e segmenti, The flying man, 1962, Moonrock 10, 1970; The maggot, 1971 e Demon the mower, di 3, 1972. (r.s.) estrema provert, mentre quella di Hatfield, appena aldil del confine, in West Virginia, in condizioni decisamente migliori. Sembra veramente stupido andare in tribunal per un maiale. Come se fossimo dei poveri bifolchi, mormora la signora McCoy (Mare Winnigham) subito zittita. Ma, secondo la leggenda, proprio dal processo avvenuto in nome della propriet di un suino (e presieduto da un giudice di pace) che sarebbe cominciato linizio della battaglia allultimo sangue tra le due famiglie. Le cose non potevano che peggiorare quando un figlio di Hatfield e una figlia di McCoy si innamorano e lui la mette incinta, per poi bizzarramente tradirla e finire per sposare una suoa cugina. Citando parzialmente Barack Obama, in una delle sua affermazioni pi controverse, sul NyTimes, Kevin Costner ha riassunto il nodo della faida storica nel mix explosivo di alcol, pistole, e poverta. Credo sia giusto dire che leconomia del tempo stata la forza scatenante di questa storia. Penso che ci sia stato un momento in cui Hatfield e McCoy sarebbero stati disposti a mettere gi le pistole. Ma erano giovani, mentre il paese andava verso lindustrializzazione, non avevano pi lavoro...Hanno iniziato a fare figli e, tutto ad un tratto avevano 26 bocche da sfamare. C una ragione per tutta quellamarezza. Il senso dellassurdo percorre come una corrente sotterranea lescalation inevitabile degli eventi. Sprofondati, nel fango, nel disagio e nellignoranza gli Hatfiled e I McCoy si odiano, si ammazzano e poi si odiano e si ammazzano ancora di pi. Huckleberry Finn aveva descritto incredulo una simile guerra di sterminazione tra stirpi (i Grangefords e i Sheperdson, ma si tratta di due famiglie benestanti) nel capolavoro di Mark Twain (e lo scrittore era sicuramente al corrente della faida in corso a pochi stati di distanza dal Missouri). Febbrilmente fanatico, Paxton McCoy lAmerica arcaica, rurale, quella lasciata indietro dalla storia. In uninterpretazione intelligente e sinistra, che ci riporta a sfumature da Hollywood classica, Costner/Hatfield, nascosto dietro a una pipa, ha pi laura di un eroe coriaceo, ma lAmerica priva di scrupoli, fredda, sicura di se stessa. Disposta persino a sacrificare i proprio figli. Ma sono due facce di uno stesso immaginario. Colori spenti, neri profondi, atmosfere luride...la palette e certa iconografia vengono decisamente da Deadwood, loutlook politico e morale lo stesso. Ma labbinamento Costner/Reynolds non ha il Dna per produrre il cinismo surreale, patinato e preciso di quello tra David Milchen e Walter Hill. In quel senso Hatfields & McCoys non si spinge mai fino a dove potrebbe veramente arrivare. E la trama da Giulietta e Romeo tra i due giovani amanti ha momenti abbastanza insopportabili. Ma, come tutto il western costenriano (inclusa limmancabile mancanza di humor, strana per una star sempre disposta a non prendersi sul serio) allo stesso tempo un affascinante luogo di disagio e di conforto.

LETTERA

Effecom controllata dal gruppo Feltrinelli compra limmobile della Edison di Firenze. Compresi i librai?
Cari amici di Alias e del Manifesto, sono Simone Vertucci, delegato sindacale Cgil della Libreria Edison di Firenze in Piazza Repubblica. Rappresento da circa dieci anni altri 37 lavoratori che hanno avuto il piacere di leggere lanalisi delle politiche commerciali (e non) delle Librerie Feltrinelli nellarticolo di Luciano Del Sette su Alias del 5 maggio u.s. La nostra vicenda sembra essere la continuazione ideale di quellarticolo. In seguito ad unoperazione societaria a dir poco discutibile, nel 2005 una societ controllata dal gruppo Feltrinelli, la Effecom, rileva la societ che gestiva limmobile in cui locata la libreria Edison. Effecom si ritrova cos proprietaria dellimmobile affittato da aprile 2000 a Edison, senza aver effettuato realmente nessun acquisto e aggirando il diritto di prelazione rivendicabile da Edison in quanto affittuario occupante. Edison non ci sta, e fa ricorso alla Magistratura perdendo i primi due gradi di giudizio. Ludienza in Cassazione avvenuta il 26 aprile u.s,, e la sentenza prevista entro fine anno. Nel frattempo la scadenza del contratto daffitto stata prorogata dal Tribunale di Firenze al 30 settembre 2012, per cui, dal giorno dopo, scatterebbe la procedura di sfratto esecutivo. Ora, visto che Edison non ha altri punti vendita a Firenze in cui rioccupare i suoi dipendenti, e vista anche la grande difficolt a trovare immobili nel centro storico a causa dei costi degli affitti, la prospettiva pi concreta che hanno i dipendenti Edison di non restare senza lavoro, di essere riassorbiti dalla Feltrinelli, decisa a subentrare nei locali di Piazza Repubblica fin da subito. E obbligata, dai vincoli del regolamento comunale, a non poter cambiare destinazione d'uso ai locali stessi. Daltra parte, gli stessi vertici di Feltrinelli hanno gi affermato attraverso i giornali di voler sistemare una libreria in quei locali, per cui, il riassorbimento dei dipendenti Edison sembrerebbe coincidere abbondantemente con il loro piano industriale per due ordini di motivi: 1) La possibilit di disporre di personale specializzato, con esperienza decennale nel settore e, soprattutto, radicato nel territorio e nel rapporto con la clientela. Capace, cio, di garantire una continuit nei fatturati e nei profitti con quelli (alti) della Edison. 2) La volont, anche in questo caso pubblicamente dichiarata, di aprire un terzo punto vendita alla stazione di Santa Maria Novella, mantenendo quello gi presente in Via Cerretani. Ci consentirebbe una disponibilit di posti di lavoro che, numericamente, consentirebbe l'assorbimento dei dipendenti Edison senza danneggiare quelli di Ricordi e Feltrinelli International, che, in seguito alle chiusure dichiarate di quei punti vendita, troverebbero comunque una collocazione insieme a noi. Nonostante questo scenario apparentemente favorevole, la Feltrinelli ha fino ad oggi mostrato un atteggiamento di chiusura totale nei confronti del possibile (e fattibile) riassorbimento dei dipendenti Edison, come testimoniano le parole dellAmministratore Delegato di Effecom Bonzio, riportate da La Nazione in un articolo del 9/11/2011. In esso si afferma che i dipendenti Edison non sono un problema di cui Feltrinelli pu farsi carico. A questo punto, alle istituzioni e alle forze politiche, le lavoratrici e i lavoratori della Libreria Edison, patrocinati dalla Cgil, hanno chiesto con forza di adoperarsi per cercare di mettere in piedi un tavolo di confronto. Attualmente la situazione in fase di stasi, e la Feltrinelli continua a non dare risposte. Sembrano comunque definitivamente tramontati i tempi del motto di Giangiacomo, Cambiare il mondo con i libri, combattere le ingiustizie con i libri, sostituiti dalla pi aggressiva adozione delle logiche del capitalismo avanzato. Esiste, dunque, unincredibile (!) vicinanza con gli aspetti delle politiche aziendali di Feltrinelli analizzate da Luciano Del Sette nel suo articolo. Copertina del 45 giri della colonna sonora realizzata da Paris per il documentario di Nelo Risi La vita un dono, 1963. Accanto Kevin Costner nella miniserie Hatfields & McCoys

KEVIN COSTNER TORNA AL WESTERN


un western la miniserie via cavo pi seguita della storia. Cos almeno decreta lHistory Channel, che ha prodotto Hatfields & McCoys, sei ore ambientate sul confine tra West Virginia e Kentucky (in realt le riprese sono state effettuate in Romania) per raccontare una mitica lotta tra due famiglie iniziata durante la Guerra Civile e ufficialmente durata trantanni (1863-91), ma le cui ramificazioni facevano notizia ancora un secolo dopo, tanto che la faida tra le due stirpi diventata un archetipo della cultura popolare Usa, comicamente evocata da Buster Keaton, da cartoon della Disney e della WarnerBros, da Abbott e Costello, dai Flinstones e persino in un episodio di Star Trek. Nel 1975 stata trasformata in un telefilm con Jack Palance e Steve Forrest nei panni dei patriarchi delle due famiglie. In onda per tre sere, a partire da domenica scorsa, nella sua puntata conclusiva, mercoled, la serie ha totalizzato la cifra record di 14.30 milioni di spettatori, superando il primato precedente andato nel 2001 a Crossfire Trail, adattato da un romanzo western di Louis LAmour. Prova questa dopo il successo di Broken Trail di Walter Hill e della serie Hbo Deadwood - che il vecchio West ha (momentaneamente) trovato una culla ideale nella narrative dilatabile e nellepica relativamente contenuta delle grosse produzioni per la Tv via cavo. A dare il marchio doc alla serie, la presenza, in qualit di attore e produttore, di Kevin Costner, appaiato a un regista che gli caro come Kevin Reynolds (insieme dai tempi di Fandango, ma anche su Robin Hood e Waterworld). Tra gli sceneggiatori c anche Ted Mann, uno degli autori di Deadwood. Con un po di licenza poetica rispetto alla verit storica, Hatfields & McCoys inscena un incontro tra Devil Anse Hatfield (Costner) e Randall McCoy (Bill Paxton) su un campo di battaglia delle Guerra civile, dove i due confederati si salvano reciprocamente la pelle nel giro di qualche minuto. Ma il legame va a pezzi quando Hatfield, disilluso rispetto a una guerra che sa gi persa, decide di disertare. McCoy, un uomo in cui fervore religioso e senso dellonore si combinano in un cocktail iperbolico, non lo perdoner mai. La sua animosit aumenta quanto, tornato in Kentucky dopo la guerra, trova la sua famiglia in stato di

organistica) e di Goffredo Petrassi (composizione). Aveva poi seguito i prestigiosi corsi dell'Accademia Chigiana di Siena (composizione e direzione d'orchestra). All'inizio degli anni cinquanta, lavora come direttore d'orchestra per alcune istituzioni importanti come l'Orchestra Sinfonica di Roma della Radiotelevisione italiana. Da quasi subito, collabora con il cinema e con un grande movimento, quello del Free Cinema inglese, realizzando le colonne sonore del cortometraggio di Lorenza Mazzetti K, (23 minuti, liberamente ispirato alla Metamorfosi di Franz Kafka) nel 1954, dei mediometraggi Together sempre della Mazzetti nel 1956 ed Every day except Christmas di Lindsay Anderson nel 1957. Io puntavo tutto sul violino finale. Per il resto, io sapevo solo che non ci doveva essere una musica piacevole, essendo la situazione completamente distorta. Daniele ha capito bene quello che io volevo. (ndr: per K). afferma la Mazzetti in una conversazione pubblicata nel libro di Maria Francesca Agreste, per proseguire: Daniele dopo cena diceva sempre: Dai, Lindsay, adesso canta. Cos, dopo mangiato, Lindsay prendeva la chitarra e ci cantava delle meravigliose canzoni irlandesi, cantava anche delle canzoncine per bambine, con una voce meravigliosa. Daniele era proprio impazzito per lui! Durante una di queste serate, Daniele propose: Lindsay, siccome sono tanti bambini nel film di Lorenza, che ne pensi se noi prendiamo una di queste canzoncine e la usiamo come leit-motiv? Lindsay stato subito d'accordo. Cos Daniele ha arrangiato questa canzoncina e ha terminato di comporre tutto il resto della musica. Paris ha capito da subito le istanze poetiche del Free cinema, ma anche le differenze stilistiche di Anderson e della Mazzetti. Rispettandole, questi tre film gli hanno permesso di sperimentare, di

(8)

ALIAS 2 GIUGNO 2012

CAMERA CON QUINTA

TEATRO
SEGUE DA PAGINA 3 Con il referendum tutti pensarono che la storia fosse finita. Hai avuto problemi nel girare questo documentario? Non me la prendo con qualcuno in particolare. Il problema non solo italiano (tranne il fatto che gli italiani non vogliono essere cittadini). La questione della segretezza lo trovi negli Usa, in Giappone, in India, dappertutto, quindi non ci sono responsabilit. C lapprossimazione dei cittadini che non fanno domande. Il film pu creare un po di paure. Io non dico che il territorio finito. Io chiedo: possibile che nessuno abbia chiesto informazioni sul territorio? Dei pesci deformi piuttosto che turmori dovrebbe far porre dei quesiti. Noi non sappiamo niente. A Latina per motivi anche storici, vedi il fascismo e il dopoguerra, si preferisce andare avanti senza porsi problemi. Oggi che nascono i comitati civici, un territorio come quello deve porsi il problema. Probabilmente ci sar anche della polemica, ma credo che un film nasca anche per lanciare delle provocazioni. Mi pongo il problema di essere regista, artista, ma anche cittadino con una passione politica. Pu esserci una militanza laica. Quello che sta succedendo in Italia lo trovo interessante, c la crisi ma anche vero che la gente si risveglia. Posso provare a fare un film cercando di fare non solo un reportage, partecipando come cittadino che si pone delle questioni? Penso che sia doveroso tornare al cinema dimpegno, tornare a Rosi che denuncia, ma che lo fa attraverso un occhio cinematografico. Nel tuo libro appena uscito Docdoc fai numerosi interventi contro il documentarismo di Michael Moore ed curioso che in questo tuo film ti vediamo comparire come testimone in prima persona proprio come fa lui nei suoi film Io non sto con il dito puntato. Moore che intelligentissimo e ha fatto del documentario un business, fa un discorso a tesi. Lui deve dimostrare qualcosa, ha gi in mente un disegno. Nel mio documentario vero che racconto in prima persona e compaio come Michael Moore, per io non ho da dimostrare delle cose, metto insieme elementi, lancio input allo spettatore. La conduzione un po diversa, la sua a tesi, io sposo pi quello che dice Rossellini, pi rivoluzionario mostrare che dimostrare. Mostrando una serie di cose delinei un percorso che pu essere un grido dallarme, una provocazione. Io non ho un disegno, non sono neanche in grado di dire a che punto linquinamento in quella zona e non mi interessa neanche: mi interessa che la gente possa essere padrona del proprio territorio e lancio un grido dallarme non solo alla politica ma agli italiani stessi che hanno finto finora non solo a Latina, ma anche in altri territori, che non ci fossero problemi perch sono stati accecati da unidea del consumismo terribile che aveva intuito Pasolini quaranta, cinquantanni fa. Un film non pu cambiare il mondo, ma pu fare qualcosa. Parlami dellintervento per unecologia del cinema contenuto nel tuo libro e che pubblichiamo qui accanto Mi domando se non sia giusto pensare anche al cinema in termini di ecologia, non solo come dice la piattaforma di Cresto-Dina per la Tempesta film appena presentata a Cannes che si pu fare un film non proprio a emissione zero, ma con una serie di accorgimenti. Io rispetto a questo faccio un discorso pi filosofico, etico, credo che laddove il nostro paese non pu permettersi di fare grandi film, lavorare su piccoli film non vuol dire pauperismo, ma realizzare film semplici asciutti, in risposta alla televisione populista, tornare a Rossellini e al dopoguerra, fare di necessit virt e proporre anche valori morali attraverso il cinema. Un cinema asciutto che non ha bisogno di orpelli, come era Pais.

ROMA LAPPARTAMENTO COME BENE COMUNE SCENICO

Cerimonia privata. Qualcosa che non so cos (ma lo sento)


di ALICE RINALDI

Una delle scenografie teatrali pi utilizzate linterno di una casa, una stanza, un salone. Allora perch non fare teatro direttamente in casa? Era unidea semplice, e praticata sporadicamente nei decenni scorsi. Ma la genialit di rilanciarla ce lha avuta Bajotierra (Sottoterra), compagnia teatrale di Malaga, sbarcata per la prima volta allestero, scegliendo Roma. Un teatro senza teatro, una modalit di fruizione funzionale e aggregativa, che soddisfa anche una certa curiosit metropolitana, quando spesso girando per le citt si alzano gli occhi al cielo, dietro le finestre si notano dei soffitti, delle luci, dei quadri, e ci si chiede chiss com fatta, quella casa l, chiss chi ci vive. Unidea che si connette a una tendenza recente, in campo artistico, e forse anche sociale: lapertura del privato al pubblico che si era gi sentita nei secret concert la musica dove non te laspetti - e nelle gallery allestite in ambienti casalinghi. Mancava il teatro, forse la forma artistica che pi ha bisogno di rinnovarsi e pi pu farlo. Del teatro in casa c chi ne ha una visione pi divulgativa, come nel caso di TeatroaDomicilio, da unidea di Nicole Sartiriani, 29enne bergamasca: se la gente non va a teatro, il teatro va dalla gente. Si possono scegliere grand pice come succulente pietanze su un menu insieme a cene a tema, della serie mi piacerebbe un Amleto accompagnato dal churrasco. C chi usa questa scenografia alternativa come debutto, come qualcuno ha testimoniato di ritorno dal Messico. In Spagna ci sono altre due compagnie che organizzano teatro in casa, ma Bajotierra realizza lesperimento nel modo pi originale con Estoy buscando algo que no s lo que es (Sto cercando qualcosa che non so cos), dandogli una valenza pi social (network). Lidea, che ha preso vita nellaprile 2011, stata messa in scena da pochissimo, nel gennaio 2012, provocazione di due artisti malaguei, che per primi la

portarono nelle loro case, racconta Pablo Mesa Capella, dellAssociazione Culturale Imago, organizzatrice dellevento. Uno spettacolo che rompe gli schemi prestabiliti e si addentra nellintimit della casa con i pochi strumenti di cui si ha bisogno, un salone, un divano, una tavola, due sedie e una cipolla. Daltra parte la casa il quarto personaggio, dice Alessandra Garca, una delle tre giovanissime e bravissime attrici. Tutto lo spettacolo si ristudia per ogni diversa location, ma non c improvvisazione, fondamentale il contatto diretto con lo spazio che viene visionato dalla compagnia il giorno prima. Bajotierra rivela cos unaltra tendenza di arricchimento: la possibilit di decentrare i punti di forza culturali, spesso tirannici. Come se i concerti dovessero svolgersi per forza tutti a Milano. La cultura si sta sprigionando dalle capitali ai paesini di provincia, dal Teatro dellOpera a un appartamento sulla Balduina. Bajotierra per il momento ha dato tre rappresentazioni a Roma, grazie alla collaborazione di Imago, in due appartamenti della capitale a Balduina e Trastevere - e in un atelier vicino piazza Bologna. E cos succede anche che in un articolo di giornale

su unopera teatrale si possa parlare della vostra casa e di alcuni spettatori Se lo spazio il quarto personaggio, allora il pubblico il quinto. Per il quale si ha una cura di quelle semplici, senza pretese. Si beve qualcosa tutti insieme prima dello spettacolo, che dura circa 60 minuti e alla fine viene offerta un aperi-cena dove non manca la classica, buonissima tortilla di patate. Tra un sorso e un morso, si svolge il dibattito Lo que hemos encontrado y lo que no (Quello che abbiamo trovato e quello che no). Qui il pubblico interagisce con le attrici, gli organizzatori e il regista, ci si conosce, si fanno domande e complimenti, si danno spunti reciproci, con quella serena convivialit che solo gli spagnoli sono in grado di creare. Un pubblico piccolo - 15-20

ASSOCIAZIONE IMAGO
Lo spettacolo nato nel gennaio 2012, stato lanciato come provocazione da due artisti malaghegni, che lo portarono nelle loro case. Fu in questoccasione che Bajotierra utilizz come materia prima testi scritti proprio per levento; in seguito hanno divulgato il progetto, proponendo la collaborazione anche a scrittori professionisti e dilettanti. Gli strumenti sono pochi, per ben impiegati: il salone di una casa, un divano, una tavola, due sedie, una Tv e una cipolla. Lo spettacolo dura 60 minuti circa, al costo di 10 euro. Dopo la rappresentazione si invita il pubblico a partecipare al dibattito pubblico dal titolo Quello che abbiamo trovato e quello che no. Lo spettacolo, a cui potr assistere un pubblico ridotto, sar realizzato allinterno di case private e altri spazi della citt. info: imago.associazioneculturale@gm ail.com foto di Pablo Mesa Capella

persone e una compagnia piccola, magicamente raddoppiano lenergia: unemozione diversa per il pubblico, afferma una spettatrice, ansiosa di sapere se lattore ricambi questa stessa sensazione. Alessandra si illumina, come se non aspettasse altra domanda: s, lenergia pi vicina, senza luci di scena sparate addosso, puoi guardare la gente negli occhi, puoi toccarla. Si va insieme. Il regista, personaggio molto simpatico sotto il nome di Alberto Corts, descrive questa energia come una sfida, una ricerca per la stessa compagnia, una riflessione e una prova-errore: per questo abbiamo la necessit di coinvolgere lo spettatore nel nostro processo creativo. Alberto infatti un regista senza sceneggiatore poich lo sceneggiatore quel piccolo pubblico. Che come tale cambia sempre, cos che anche il testo teatrale sempre in divenire. Alberto scherza, dice: io sono un regista che non sa scrivere, scrivo malissimo, allora chiese alle persone cosa stai cercando?. Cercavamo testi a cui dar vita e per quello abbiamo invitato scrittori, non scrittori, amatori, persone che non scrivono mai, che lo fanno solo di tanto in tanto o per la prima volta. Coi giorni la sua casella di posta si riempita di brevi frasi o intere pagine. Gli spunti migliori sono stati rilegati da lui come un collage. Il pubblico, nome per nome, stato citato come autore allinizio dello spettacolo. I movimenti, quasi danzanti, di Marity Manzanera, Alessandra Garca e Susana Almahano non a caso tutte con un background coreutico, dalla danza africana a quella spagnola - hanno fatto il resto, interpreti di questa cerimonia privata, cos come lha definita lo stesso Alberto. Non a caso il titolo gi un programma, unanima, che come ha tirato allamo sceneggiatori improvvisati, cos ha la capacit di coinvolgere anche gli spettatori, nel segno di quella stessa ricerca, inizialmente nelle vesti di semplice curiosit. Una mia amica mi rispose: certo che vengo allo spettacolo, oggi tutti stiamo cercando qualcosa che non sappiamo cos. Ma il bello che non c alcuna risposta a tutto questo, lobiettivo continuare a cercare. Durante il dibattito chiese: ma alla fine che avete trovato?, e loro risposero: abbiamo trovato che stiamo sempre cercando. La ricerca di dove si vuole andare lobiettivo stesso, della serie il viaggio la meta. Limportanza di muoversi, cambiare, chiedersi in un cammino fatto anche di necessari timori, assenze, fobie Per questo il pubblico vive un vero e proprio coinvolgimento. Non quello che si pensa, quello che ne terrorizza la buona met ti estirpo dalla sedia e ti metto al centro della scena: il coinvolgimento di Bajotierra sottile, dolce, donare al pubblico un

Due spettacoli romani del gruppo spagnolo Bajotierra (Sottoterra), che fa teatro in casa,ma dandogli una valenza social (network)
pezzo di protagonismo che laterale e insieme globale, intimo e insieme collettivo. C chi si prende un bacio, chi un massaggio ai capelli, chi riceve una telefonata il sentirsi speciali nello stare al centro del gioco scenico, commenta Pablo. forte Estoy buscando algo que no s lo que es. Non nemmeno necessario capire lo spagnolo fino in fondo. Sono molte le scene che colpiscono, tutte difficili da descrivere, ma evidenti da sentire, come il flamenco della cipolla, la rappresentazione della libert nuda e sola in casa propria, lintreccio energico dei capelli, lattrazione ostacolata del bacio lesbico, il corpo scomposto, le ombre cinesi, le fiche luminose, le minacce di felicit, le forchette che stridono sui piatti, quella sensazione di fastidio che il conflitto psicologico nella testa di tutti, un grido in strada. Limmaginario ricchissimo e si avvale anche di musica non originale da Morricone agli Omd scavalcando con la sede privata i vincoli Siae. C stato un momento poi in cui si voluto cambiare tutto, chi era in ultima fila passato avanti, mentre il palco diventava la platea e viceversa. Con tanto di foto-ricordo. Ogni barriera veniva ciclicamente presentata e abbattuta, che poi altro non che lazione spontanea della ricerca. Con un finale adorabile, di meta-teatro, che prevede perfino tre sipari, mentre le ragazze, sfogliando i loro curriculum vitae, veri, giocano con le parole del Teatro No giapponese, sfruttandone la negazione, uguale per lo spagnolo e litaliano, per sfogare tutti quei tab impensabili, a partire da Shakespeare No me gusta!. A un certo punto dello spettacolo, dopo una scena di grande coinvolgimento fisico, Alessandra tira verso di s il braccio di una spettatrice, lei reagisce subito con imbarazzo pensando dovesse alzarsi. Alessandra poggia semplicemente la mano di lei sul suo petto. Poi lo fa anche con me. Sento il suo cuore pulsare allimpazzata. Forse come il mio.

ALIAS 2 GIUGNO 2012

(9)

I FILM
KILLER ELITE
DI GARY MCKENDRY; CON JASON STATHAM, ROBERT DE NIRO. USA AUSTRALIA 2011

SINTONIE
umoristica, mentre la polizia non si accorge di nulla, se non che sono le gang le uniche vere responsabili della violenza. (r.s.) CHRONICLE
DI JOSH TRANK; CON MICHAEL B. JORDAN, MICHAEL KELLY. GB USA 2012

A CURA DI SILVANA SILVESTRI CRISTINA PICCINO, MARCO GIUSTI, ROBERTO SILVESTRI, GIULIA DAGNOLO VALLAN, ARIANNA DI GENOVA, MARIUCCIA CIOTTA

IL PAESE
LALBANIA NEL SUO CINEMA
ROMA, CASA DEL CINEMA 2-5 GIUGNO

Danny Brice, killer professionista dello spionaggio abbandona il suo ruolo ma deve tornare in carica quando uno sceicco, che vuole vendicare la morte di tre suoi figli uccisi durante un conflitto prende in ostaggio il suo compagno. L'uomo sar liberato solo se Danny uccider i killer facendo sembrare che si tratti di morti accidentali e non prima di avere ottenuto da loro una piena confessione in merito agli omicidi. Da un libro autobiografico di Ranulph Fiennes diretto da McKendry, attivo precedentemente nella pubblicit. LORAX - IL GUARDIANO DELLA FORESTA (3D)
DI CHRIS RENAUD - KYLE BALDA, ANIMAZIONE USA 2012

Ci sono pi Schlock e Roger Corman che Blues Brothers in questa cronaca di vita di liceo che combina solide radici mitologico letterarie e intelligente backround cinefilo dalla sensibilit ipercontemporanea non lineare, del cinediario da web per uno sguardo dinsieme da Icaro a The Blair Witch Project a X-Men. Il film lievita verso un clamoroso finale volante. (g.d.v.) COSMOPOLIS
DI DAVID CRONENBERG, CON ROBERT PATTINSON, JULIETTE BINOCHE. USA 2012

1 7

nellisola (siamo alle Tremiti), ma tra loro si crea una profonda comprensione: una ragazza muta (Asia Argento), lanziato prete appena uscito dallospedale, limmigrato senza documenti. Alta tensione emotiva, interpretazioni notevoli. Il film esce in sala e si potr vedere dal 16 maggio online sul sito www.larepubblica.it (s.s.) MARILYN
DI SIMON CURTIS, CON MICHELLE WILLIAMS, KENNETH BRANAGH. GB 2011

Ted, incontra un Lorax, una piccola creatura proveniente dal fantastico mondo di Truffula fatto di alberi colorati e lanosi e abitato da strani e sconosciuti animali. Il minuscolo essere gli racconta di come, per proteggere quel micro ecosistema, si sia scontrato con le mire del cattivo Once-ler che voleva costruire fabbriche di abbigliamento utilizzando la lana degli alberi del bosco. Dal libro del celebre scrittore per bambini Dr. De Seuss, con le voci (nella versione italiana) di Danny De Vito e Marco Mengoni. LOVE AND SECRETS
DI ANDREW JARECKI; CON RYAN GOSLING, KIRSTEN DUNST. USA 2011

David invece di occuparsi degli affari milionari del padre sposa Katie, ragazza di umile estrazione e si trasferisce nel Vermont, dove apre un piccolo negozio di generi alimentari. In seguito per, costretto a ritornare a New York, dove obbligato a prendersi cura degli interessi del genitore, e ne diventa la copia esatta, arido e freddo, sospettato della morte della moglie. MARGARET
DI KENNETH LONERGAN, CON ANNA PAQUIN, J. SMITH-CAMERON. USA 2011

0 0 0 1

Teorema sul cybercapitale, il manifesto di Occupy-Wall Street nellinterpretazione del pi morale dei registi che compie detour politici su ogni riga di Don De Lillo. La limousine bianca al ralenti nel traffico di Manhattan una metafora vivente lunga dieci metri che conduce da Park Avenue allinferno di Hells Kitchen il miliardario Eric Packer con la faccia pietrificata dellex-vampiro di Twilight, tanto per rinviare ai succhia-sangue dellalta finanza. E se lo scrittore americano della post-modernit data i suoi appunti aprile 2000, Cronenberg li proietta in uno spazio atemporale, lambiente claustrofobico dellauto lievita e si dissocia dal presente. il regno del potere invisibile, una zona morta dove il regista canadese comprime sotto la superficie asettica i mostri pi feroci del suo cinema. (m.c.) DARK SHADOWS
DI TIM BURTON, CON JOHNNY DEPP. USA 2012

Colin Clark,figlio dello storico darte Kenneth Clark fu assistente sul set del film Il principe e la ballerina, del 56 con Marilyn Monroe da poco sposata con Arthur Miller in trasferta in Inghilterra. A quel backstage leggendario per lantipatia che Olivier svilupp nei confronti della sua co-star americana si ispira il film con una Marilyn molto riuscita. A cavallo tra love story, sogno e gossip hollywoodiano. (g.d.v.) IL MUNDIAL DIMENTICATO
DI FILIPPO MACELLONI, LORENZO GARZELLA. DOCUMENTARIO. ITALIA ARGENTINA 2012

IO BALLO TRA GLI SCHEDARI


TACATA
Italia, 2012, 336; musica: Tacabro; regia: Andrea Cali fonte: Mtv Dance

In occasione delle celebrazioni per il centenario dellindipendenza dellAlbania la Casa del Cinema di Roma organizza una rassegna con lassociazione no profit Occhio Blu - Anna Cenerini Bova coordinata da Roland Seiko, una serie di film sorprendenti per vivacit, inconsueti e poco conosciuti, presentati dai registi, con ospiti speciali come Marco Bellocchio e Giuliano Montaldo. Apre il programma (ore 18.30) il famoso Slogans (2001) primo film albanese ad essere selezionato a Cannes, alla presenza del regista Giergj Xhuvani, ambientato in una scuola rurale dove si insegnano gli slogan comunisti a forza portare grosse pietre con cui comporre le lettere trasportate su e gi per la collina. Segue (21.30) Kolonel Bunker di Kujtim Cashku (97) sugli 800 mila bunker costruiti nel piccolo paese per paura di uninvasione nemica. Da domenica: Lune di miele di Goran Paskalievic (dallAlbania al porto di Bari), Tirana anno zero di Fatmir Koci, La tristezza della signora Schneider del decano Piro Milkani che firma con il figlio Eno (studenti della scuola di cinema devono fare un saggio su una fabbrica di motociclette), Notte senza luna di Artan Minaroli (2004) storia di emigrazione di nonno e nipote, La morte del cavallo di Sajmir Kumbaro (1995), sarcastica storia di una condanna a morte negli anni settanta di un generale dellesercito e anche del suo cavallo per attivit sovversive, Amnistia di Bujar Alimani (2011) incontro di due coniugi di carcerati che intrecciano una relazioni fuori dalle mura della prigione. (s.s.)

Mockumentary che racconta, come se fosse vero, lincredibile storia dei moniali di Patagonia del 1942. A contribuire a dare credibilit al gioco si sono prestati in molti, tra cui Baggio, Havelange, Lineker, Valdano. E il risultato spassoso con italiani e tedeschi che mettono in campo trucchi e abilit, fotografie, giornali e cinegiornali, amori impossibili, invenzioni straordinarie. Da tre racconti di Osvaldo Soriano. (a.ca.) NON VOGLIO MORIRE DA SOLO
DI TSAI MING-LIANG, CON SHIANG-CHYI CHEN, LEE KANG-SHENG. TAIWAN FRANCIA 2006

Gli inserti di una ragazza che balla in unasettica stanza dalle pareti formate da cassetti-schedari, si alternano con il playback del brano eseguito dal duo di musicisti italiani Sapienza e Romano (Tacabro) in collaborazione con il vocalist cubano Martinez Rodriguez, sovrapposti a una texture di led luminosi, che disegnano forme geometriche, grafici di frequenze sonore e parole varie. Stereotipato nella struttura, ma comunque interessante per alcuni giochi visuali. SUPERSTARS DONT LOVE

IL FESTIVAL
MASH ROME FILM FEST
ROMA, ACQUARIO ROMANO PIAZZA MANFREDO FANTI 47, 6-9 GIUGNO

Canada, 2011, 330; musica: Buck 65 regia: Trevor Hopkins; fonte: Youtube.com

Margaret, una 17enne liceale di New York, stata testimone e inavvertitamente ha avuto un ruolo in un grave incidente stradale. I suoi successivi comportamenti corretti, finalizzati a una ricostruzione reale del fatto, incontrano opposizioni di ogni tipo, portandola alla frustrante conclusione che i suoi ideali giovanili sono contrasto con la realt e i compromessi del mondo adulto. VIAGGIO IN PARADISO
DI ADRIAN GRUNBERG, CON MEL GIBSON, PETER STORMARE. USA 2012

Burton gioca con l'immortalit in un bazar di memorabilia, tra lupi mannari e Crocodile rock, alla ricerca impossibile di un presente dove fermarsi. Fruga nei bauli della paura, dietro alle sue creaturine mostruose, tutte fil di ferro, canapa scucita, occhi sbilenchi, autoritratti. Il vampiro Barnabas dei mille episodi Abc (66-71) salta fuori dalla memoria degli esseri anormali, reietti e cadaverici. Depp riprende la sua faccia di cera ed Barnabas, signorino nella tenuta di Collinswood, padrone della citt che dal 1750 porta il suo nome. Burton orchestra una commedia nera dai toni camp sull'essere sempre fuori dal proprio tempo. (m.c.) LA GUERRA DICHIARATA
DI VALRIE DONZELLI, CON VALRIE DONZELLI, JRMIE ELKAM. FRANCIA 2011

Siamo nella Kuala Lumpur del nuovo millennio popolata da immigrati, non parlano il malese e spesso si guardano anche tra loro con diffidenza, se non aggressivit, per difendere quel poco che hanno. C' un senso di malattia profonda nel film, forse pi acuto che negli altri suoi lavori a cominciare dallo straniamento esasperato di un'immagine quasi documentaria. Un ragazzo (Lee Kang-Sheng, icona di Tsai Ming-Liang) picchiato quasi a morte, accolto da un altro emigrato dal Bangladesh che divide con lui il materasso. Una ragazza cinese cura un giovane ricco in coma. (c.pi.) SILENT SOULS
DI ALEKSEI FEDORCHENKO; CON IGOR SERGEYEV, YURIY TSURILO. RUSSIA 2010

Le parole della canzone del rapper canadese Buck 65 (alias Richard Terfry) si trasformano in rapida successione per mano del designer Trevor Hopkins in altrettanti titoli di film di genere differente, trattati quindi con font sempre diversi su immagini fisse o in movimento che fanno da sfondo. Il videoclip insomma diventa un flusso ispirato ai credits di film (2001, Psycho o il western True Grit) e ai loghi delle major (Wb, o Rko). Un lavoro assolutamente geniale che ci ricorda, ancora una volta, quanto sia marcata linterfaccia tra forme brevi della comunicazione quali il music video e i titoli di testa, un settore della grafica tra i pi innovativi. Il singolo incluso nellep 20 Odd Years. COMA WHITE

La prima edizione di MashRome, dedicato al mash up, il mixaggio di materiali provenienti da fonti diverse, si inaugura a Roma il 6 giugno allAcquario romano, Casa dellArchitettura, diretto da Alessandra Lo Russo e Mariangela Matarozzo. Si metteranno in evidenza i nuovi linguaggi artistici che hanno come protagonisti i creativi digitali, impegnati a generare nuovi linguaggi . La combinazione delle risorse digitali (testi, foto, disegni, registrazioni audio e video, ecc.) e la distribuzione multicanale dei prodotti agli utenti spesso comporta la trasformazione dei lettori/spettatori in produttori interattivi di contenuti. Il festival fa parte di un network che ha partner culturali come il Re/Mixed Media Festival di New York, lEuropean Independent Film Festival (Ecu) di Parigi, il Mashup Festival di Tirana, il Nisi Masa, formato da giovani di ventisei Paesi della comunit europea. Oltre 50 i film presentati tra anteprime mondiali ed europee nelle tre sezioni ufficiali (MashPrime, i film sperimentali di MashNew Experience e Talented Youth), live performance di musica e danza contemporanea, installazioni audiovideo, focus, aperitivi alle ore 19.30. E una Mash In Black Night venerd 8 Giugno. (s.s.)

IL TEATRO
FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI
TORINO, MONCALIERI, PECETTO, VERCELLI 5 - 26 GIUGNO

Usa, 1999, 423; musica: Marilyn Manson; regia: Sam Bayer; fonte: Youtube.com

La polizia di frontiera sta inseguendo Driver che ha appena commesso un buon colpo. Con un corpo sanguinante sul sedile posteriore, Driver capovolge la sua auto varcando il muro di confine, precipita violentemente e atterra in Messico. Portato in una infernale prigione messicana, sopravviver solo grazie a un prezioso aiuto, un ragazzino di dieci anni. ATTACK THE BLOCK
DI JOE CORNISH; CON JOHN BOYEGA, JODIE WITTHAKER. GB FRANCIA 2011

Gli alieni atterrano nel sud di Londra e non conoscendo le asperit del cockney se la passano malissimo quando incrociano sulla loro strada un gruppo di ragazzetti agguerriti delle periferie, armati di tutto. Cos in due ore di inseguimenti e scontri degni di un videogame dark il regista inglese quarantenne, ex comico in tv e alla radio, alla sua opera prima cerca di realizzare unopera di horror spaziale per adolescenti platealmente

Una storia damore che ha entusiasmato lo scorso anno il festival di Cannes, Siamo nel marzo 2003, appena stata dichiarata dagli Usa la guerra allIraq, Romeo e Juliette si sono incontrati in discoteca e niente pu separarli. Un giorno arriva Adam e dovr essere operato durgenza per un tumore al cervello. Ed eccola la loro guerra, contro la paura, la disperazione, la paranoia che fa dubitare di tutto e di tutti, la geurra contro i sensi di colpa. Al contrario di ci che potrebbe sembrare una commedia in cui i corpi degli attori e i sentimenti danzano e si rincorrono cambiando continuamente il loro registro, dal dramma alla gioia. Con coraggio e con eleganza il film parla di vita. (c.pi.) ISOLE
REGIA: STEFANO CHIANTINI, CON ASIA ARGENTO, IVAN FRANEK. ITALIA 2012

Tre personaggi vivono nel loro isolamento e nel silenzio perch dolore o difficili situazioni hanno segnato il loro destino. Isole

Il titolo originale Ovsyanki zigoli, una specie di passeri dal piacevole cinguettio, un soprannome dato anche alla bella Tanya defunta in attesa di funerale. E non una semplice cerimonia, ma un complesso rito fatto in solitudine che coinvolge il marito Miron e un suo dipendente che far la cronaca del viaggio a cui aggiungere personali ricordi, appartenente al suo stesso popolo quasi estinto, i Merja, una trib ugro finnica del lago Nero nella Russia centro occidentale. Il linguaggio essenziale e disteso, un affascinante viaggio nelle profondit del tempo a partire da una ambientazione moderna, una cartiera in piena funzione. Il film, come altri celebri, scorre lungo il fiume ed un fiume della storia, delle tradizioni, dei ricordi di famiglia, degli usi e costumi che si perdono per sempre. Resta il fuoco dove bruciare il cadavere e le ceneri da spargere nellacqua e, legame sottile tra vivi e morti, il racconto della intima vita coniugale.La scheggia impazzita sono i due passeri che svolazzano nella gabbia collocati in macchina a ricordarci qualcosa che ci sfugge. (s.s.)

Manson versione JFK a Dallas con limmancabile sequenza dellattentato, anche se lo sfondo pi spettacolare e cupo, fotografato con toni freddi come la maggior parte dei clip di Manson. Lo stile di Bayer quello collaudato ma qui raggiunge una perfezione visuale davvero invidiabile, utilizzando limmancabile ralenti per rendere pi onirica e surreale una scena entrata di prepotenza nellimmaginario collettivo. Interessanti (anche se non nuovi) i rimandi cristologici, come quelli alla iconografia della pietas. Jacqueline Kennedy lattrice Rose McGowan. SHE DRIVES ME CRAZY

Lo sguardo contemporaneo sui rapporti tra generazioni e sulla memoria caratterizza la maggior parte delle produzioni teatrali che fanno parte del cartellone delledizione 2012 del Festival delle Colline torinesi. Si inaugura al Teatro Astra di Torino con, in prima assoluta, Gi della compagnia Scimone Sframeli, dialogo paradossale tra padre e figlio e con La seconda Neanderthal della Societas Raffaello Sanzio (marted 5 ore 19, il 6 alle 21) alle Fonderie Limone, Moncalieri. Tra gli altri appuntamenti, altra anteprima con La nuit tombe di Guillaume Vincent creazione del Festival dAvignon, ambientato nella stessa camera dalbergo in tempi diversi (tra i coproduttori anche il Thatre des Bouffes du Nord di Peter Brook), Paterfamilias di Fiammetta Carena (Cavallerizza Reale di Torino), La bambina che raccontava i films di Hernan Rivera Letelier, Luomo della sabbia di Gianni Farina, Essedi Salom teatro sonoro da Mallarm con Sonia Bergamasco con le tecnologie live del suono di Tempo Reale fondato da Luciano Berio, The plot is the revolution dei Motus con Judith Malina fondatrice del Living Theatre. (s.s.)

Uk, 1989, 4; musica: Fine Young Cannibals; regia: Philippe Decoufl; fonte: Youtube.com

GLI INCONTRI
LE CORDE DELLANIMA
CREMONA, 1-3 GIUGNO

In sincrono con la musica della band inglese, una serie di surreali figure meccanicamente si muovono in teatro di posa e intervallano il playback di Roland Gift e compagni, ripresi con immagini accelerate o in simpatico quadretti coreografici. Autore di questo immaginario un po da fumetto lartista, mimo e coreografo francese Decoufl, gi direttore del Cirque du Soleil. Divertente il trucco del finto split screen con i due personaggi che si abbracciano, svelando di far parte di un unico spazio (lo stesso anno lo adotta anche Fincher in un clip per Paula Abdul: Straight Up). Nomination per i Video Music Awards 1989.

MAGICO

Incontri, reading, concerti e spettacoli, una tre giorni nel centro storico di Cremona con la direzione artistica di Anna Folli con Vittorio Cosma per la musica e Nicoletta Polla-Mattiot per la letteratura. Oggi appuntamento con Nada Malanima al suo terzo romanzo, La grande casa (Bompiani), con il giallista Gianni Biondillo che presenta Strane storie (Guanda) con laccompagnamento musicale di Ricky Gianco, la scrittrice neozelandese Sarah Quigley con lomaggio al compositore Dimitri Shostakovich in Sinfonia di Leningrado (Neri Pozza), la scrittrice danese Anne Lise Marstrand-Jorgensen con La sognatrice (Sonzogno). Ci saranno anche Giorgio Faletti, David Riondino con il jazzista Giovanni Falzone, il dialogo tra i Marlene Kuntz e Diego Da Silva. Solidali con le popolazioni colpite dal terremoto, gli organizzatori si sono attivati con il Consorzio per la tutela del formaggio grana padano: stato infatti raggiunto un accordo per mettere in vendita, nell'ambito del Festival, alcune forme stoccate nei caseifici danneggiati dal terremoto. Il ricavato sar interamente devoluto al sostegno delle popolazioni e delle attivit economiche coinvolte dalla tragedia. Il denaro raccolto sar versato sul conto corrente IT87U0623012700000036931013 presso la Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza che si impegna a raddoppiare le sottoscrizioni ricevute. (s.s.)

(10)

ALIAS 2 GIUGNO 2012

di GUIDO MARIANI

STORIE DIECI GRUPPI CHE HANNO LANCIATO I PROPRI FRONTMEN

Il cantante da sempre al centro del rock, per svariati, profondi motivi: anzitutto storicamente il vocalist occupa un ruolo preminente allinterno (e allesterno) di una band, assumendo spessissimo anche la funzione di leader, autore, solista, nonch di portavoce, trascinatore, filosofo. Ma esiste pure una ragione pi sottile, quasi nascosta, che attiene allestetica, alla cultura e alla comunicazione del rock medesimo, la cui prerogativa esistenziale consiste nel porsi in posizione dialettica nei confronti della forma-canzone, magari per stravolgerne i contorni o le strutture. Da qui linsistenza proprio sulla voce e sul canto quali estensioni socioculturali di unesperienza collettiva (ri)-vissuta da un gruppo coeso o da una backing band; e in entrambi i casi i ruoli sono quasi razionalmente distribuiti come in unorchestra sinfonica: a differenza del jazz, il rock non ha grossi spazi improvvisativi e non vive di big band, di jam session, di all-stars, e il cantante deve stare al gioco, osservare le regole, ossia rimanere tale per lintera durata di una carriera pi o meno estroversa, in cui in sostanza avvertibile una doppia percezione: se da un lato i gruppi coesi, cambiando cantante, quasi di colpo mutano la loro fisionomia, dallaltro c il grande vocalist che emerge da unottima backing band, senza la quale prima, durante o dopo il successo pu alternare in maniera spesso drastica o pesante le prestazioni artistiche. Daltronde il rock vive di questa dialettica tra singolo e collettivo, dove il secondo in funzione del primo, ma non viceversa, almeno quasi mai. Basti ricordare un esempio famoso: esattamente cinquantanni fa il cantante inglese Tony Sheridan di scena ad Amburgo dove si esibisce nello stesso tipo di localini (Top Ten e Star Club), dove suonano quattro ragazzini di nome Beatles. Il produttore Bert Kaempfert della Polydor tedesca lo nota e gli propone un 45 anni con una giovane band formata da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Pete Best. Lui accetta ma per loccasione vuole che i quattro cambino nome e il disco My Bonnie/The Saints esce come Tony Sheridan & The Beat Boys, senza seguito, nonostante il quinto posto in classifica: addirittura non vuole pi il quartetto, convinto di poter far meglio da solo. Ma la Storia non gli dar proprio ragione. Daltronde si sta parlando dei Beatles, caso unico in cui tutti per uno e uno per tutti, per parafrasare un celebre motto usato anche per un loro film: insomma uno dei rari

Tutti gli uomini del cantante. Ecco i gregari


Vocalist accompagnati da musicisti che li hanno aiutati a crescere, sperimentare, emergere. Artisti indispensabili quasi sempre oscurati da leader troppo ingombranti
gruppi dove non solo ognuno anche vocalist (a turno o in coro) ma che non avrebbero mai pi potuto riunirsi, se fosse venuto a mancare uno solo tra John, Paul, George e Ringo (un po come succede oggi con gli U2). Tuttavia buffo come il nome e cognome di John Lennon venga oggi usato, post mortem, dai rinati Quarrymen o meglio i John Lennons Quarrymen di Rod Davis, Len Garry, John Duff Lowe e Colin Hanton (questi ultimi due in sostituzione degli originari Eric Griffiths e Pete Shotton). il 5 luglio 1997 quando si riuniscono per il leggendario quarantennale: alla festa della St Peters Church suonano il medesimo repertorio skiffle e rock and roll sul pianale di un carro guidato da Doug Chadwick, esattamente come quarantanni prima, nella storica giornata in cui John Lennon conosce Paul McCartney e lo invita a salire sul palco. E proprio il duo beatlesiano per eccellenza, dopo la rottura, amer farsi spesso accompagnare da una backing band, Paul McCartney & The Wings e John Lennon & Plastic Ono Band, talvolta persino rinunciano al proprio nome in copertina (solo Wings o Plastic Ono Band), non si sa se per modestia, pudicizia o altro ancora. Ma il discorso sulle backing band riguarda ulteriori aspetti musical-filosofici. E in tal senso vale la pena ripensare a Waylon Jennings - (1937-2002), celebre esponente del country rock, fin dagli anni Settanta - che racconta infatti, con un po di enfasi, che per una carriera solista non esiste nulla di pi importante della propria band. Bench spesso pilotate in toto dal leader, succede talvolta che queste rock band, chiamate in gergo backing band (letteralmente gruppi di appoggio o di supporto) raggiungano uno status leggendario o unaurea mitica in relazione al vocalist che, a sua volta, metaforicamente, spicca il volo grazie allapporto creativo dei propri orchestrali. Ne sa qualcosa lo stesso Jennings che nel 1976 fonda il supergruppo The Outlaws per lunico album Wanted, dove la partnership di Jessi Colter, Tompall Glaser e Willie Nelson resta fondamentale, se si pensa che oltretutto sar Nelson a ottenere maggior visibilit. Nella storia del rock, dunque, esistono ad esempio almeno dieci gruppi indispensabili nel promuovere le carriere dei vocalist che sostengono allinizio o allapice di realt sonore ormai classiche nellevoluzione del sound giovanile. Eccoli. THE SPIDERS FROM MARS (DAVID BOWIE) David Bowie impiega gruppi straordinari durante tutti gli anni di una carriera favolosa, lunga quasi mezzo secolo, ma nessuna formazione ha mai trovato la miscela esplosiva del trio The Spiders From Mars. Guidato dall'immenso talento del chitarrista Mick Ronson, i ragni marziani forniscono il potente combustibile al razzo futuristico azionato dallandrogino David al culmine del glam rock dei primi Settanta. Da The Man Who Sold the World (1970) a Pin Ups (1973) passando attraverso i capolavori Hunky Dory, The Rise and Fall of Ziggy Stardust, Aladdin Sane i contributi di Ronson, Trevor Bolder (basso) e Mick Woodmansey (batteria) restano per Bowie insostituibili.

THE BAND (BOB DYLAN) Sembra difficile poter credere che alcuni fan contestino Bob Dylan, quando, nel 1965, sostenuto da un gruppo elettrico (diretto da Al Kooper) si presenta al Newport Folk Festival facendo compiere una svolta epocale alla storia della musica Usa, nel passaggio dalla protest song acustica a un tiratissimo folk rock. Per la tourne successiva, nellesigente Inghilterra, Bob cambia squadra ma non sound chiamando i canadesi Levon And The Hawks, poi semplicemente The Band. Il successivo brillante lavoro predisposto da Robbie Robertson, Richard Manuel, Garth Hudson, Rick Danko, Levon Helm; e questultimo ricorda che Bob insegna a loro come scrivere canzoni folk-rock e che quando la folla lo fischiava e la gente gli urlava che non aveva bisogno di noi ragazzi, per lui sarebbe stato davvero facile a dire S, avete ragione; invece non ha mai avuto un istante di incertezza o ripensamento: era fantastico. Oltre live e bootleg della collaborazione resta fondamentale il doppio The Basement Tapes.

Band e cantanti-leader, spesso al centro tanto per rimarcare ruoli e gerarchie

THE HEARTBREAKERS (TOM PETTY) Tom Petty pubblica solo occasionalmente qualche album solista, perch nel corso di una lunga intensa attivit cantautoriale raro che si allontani dai suoi Heartbreakers per molto tempo. Attualmente composti da Mike Campbell, Benmont Tench, Ron Blair, Steve Ferrone, Scott Thurston, i cuori spezzati sono presenti fin dallesordio con llp Tom Petty & The Heartbreakers (1976) e suonano in pietre miliari come Damn the Torpedos o Southern Accents; e proprio Campbell, il cui apporto chitarristico si sposa perfettamente allo stile jangly del leader, nel 2009 parla del feeling del quintetto con Petty: Tenere insieme una band un lavoro di cui nessuno di noi ama parlare. Per aggiunge: Ma se hai qualcosa di speciale, un pugno di ragazzi che suonano bene insieme e un brillante cantante-autore che veramente unico, lo devi a te stesso e ai tuoi fan. Ecco proprio quello che ti permette di andare avanti, come succede a noi dal 1976.

ALIAS 2 GIUGNO 2012

(11)

JELLYFISH POWER, METTI LA MEDUSA SUL COMODINO


di FRANCESCO ADINOLFI Sembrano piovute dalla luna, da un altro mondo, e invece arrivano dal mare. Creature luminescenti che al buio si illuminano e lasciano a bocca aperta. Le stesse che colpivano e inquietavano nel film The Abyss. Sono meduse allevate in Florida in acquari utilizzati per ricerche mediche; in mare aperto sopravvivono fino a sei mesi (poi, dopo la riproduzione, vengono attaccate da batteri che le uccidono); in cattivit, invece, sopravvivono tre volte tanto. Una volta decedute sono le stesse strutture medice a smaltirle. O almeno fino a poco tempo fa. Perch The Amazing Jellyfish ha deciso di rilevare le meduse morte per cause naturali - tendono a sottolineare - e trasformarle

in lampade, portachiavi, incredibili soprammobili. Grazie a una sostanza presente nel corpo (la luciferina), le meduse assorbono naturalmente la luce e la rilasciano in condizioni di oscurit. una bioluminescenza bluastra capace di attirare partner, spaventare i predatori, attirare prede. La Amazing Jellyfish congela le meduse decedute utilizzando azoto liquido e le fissa allintero di bulbi di resina trasparente resistente agli urti. Durante il giorno assorbono luce e di notte la rilasciano, flebile, lontana, siderale. Tanti i colori e le specie offerte dalla azienda Usa che spedisce regolarmente in tutto il mondo. C linsidiosa e velenosissima rossa australiana, la nera degli oceani profondi, la blue-verde spagnola, dolce e acidula, servita nei dessert di Ibiza, larancione del Sud Carolina. Ognuna di queste ha un prezzo che varia dai 15 ai 150 euro. Posso essere esposte al naturale oppure appoggiate su appositi rialzi luminosi. Info: http://www.theamazingjellyfish.com/

THE E STREET BAND (BRUCE SPRINGSTEEN) Poche band riescono a sfoggiare un talento come quello che da quarantanni esatti (1972) sostiene il cantante/chitarrista/compositore di Freehold. Composto da Clarence Clemons, Danny Federici, Vini Mad Dog Lopez, David Sancious, Garry Tallent, il focoso team, tra rock e soul, prende il nome dalla strada in cui abita la mamma di Sancious, assai premurosa nellospitare i ragazzi per le prove. Purtroppo, negli ultimi anni, il sestetto, lontano da Bruce tra il 1988 e il 1999, ma prima artefice di pietre miliari come Born to Run, The River, Born in the Usa, perde i compianti Federici e Clemons, bench dal vivo continui a dispensare ritmo ed energia con Springsteen a lodare il gruppo (di cui dice di sentirsi parte integrante) con suntuosi, divertenti panegirici per ogni membro della band.

THE REVOLUTION (PRINCE) La Rivoluzione per sempre sar riconosciuta come la band che, nel 1984, contribuisce al successo di Purple Rain, lalbum di Prince che appunto rivoluziona lintera black music: grazie a Dez Dickerson, Andr Cymone, Bobby Z., Gayle Chapman (poi Matt Fink), lensemble multirazziale e multi-gender sembra modellato su Sly & The Family Stone, mentre musicalmente fonde George Clinton, Stevie Wonder, James Brown, Jimi Hendrix, Frank Zappa, introducendo un sound un po vintage tra psichedelia, soul funk e rhythmnblues. I 33 giri accreditati a Prince & The Revolution sono solo tre: oltre il citato seminale Purple Rain, gli sperimentali Around the World in a Day (1985) e Parade (1986). Ma proprio questa band a spingere, anche in seguito, idealmente, il leggendario frontman verso traguardi impossibili.

THE M.G.S (BOOKER T) Il trio dellhammondista Booker T. Jones - costituito dal leader appena diciassettenne, con Donald Duck Dunn (scomparso lo scorso 13 maggio) che nel 65 subentrer a Lewie Steinberg, Al Jackson Jr. e soprattutto Steve Cropper (chitarrista allepoca ritenuto innovativo quanto Hendrix e Clapton) - gioca un ruolo importantissimo nel plasmare il suono della musica nera della Stax Records. Oltre al superbo hit jazzato Green Onions, Booker T & The M.G.s di fatto la mini-orchestra che accompagna registrazioni, tourne, concerti di Sam e Dave, Wilson Pickett, Otis Redding e innumerevoli altri grandi del soul e del rnb; e non a caso Booker e compagni restano anche tra i primi gruppi multirazziali di una black music con la potenza del rock; ed infatti giustissimamente la band viene inserita nella Rock And Roll Hall Of Fame gi dal 1992.

THE ATTRACTIONS (ELVIS COSTELLO) Elvis Costello per il suo secondo album abbandona i californiani Clover per avvalersi di un quartetto tutto inglese con Steve Nieve, Bruce Thomas, Pete Thomas, quasi a ribadire lindole molto british nel creare un sound comunque influenzato dal modernismo statunitense; e le Attrazioni - per otto anni da This Years Model (1978) a Blood and Chocolate (1986), per undici album tra cui il genialissimo Imperial Bedroom (1982) - operano con fervore maniacale alla riuscita di canzoni brillantemente predisposte da Costello a superare punk e new wave a favore di suoni ironicamente vintage, tra surf rock e impennate d'organo quasi a evocare il soul-jazz di Booker T & The M.G.s. Qualche attrazione rimane a suonare con Elvis nellattuale band The Imposters.

THE WAILERS (BOB MARLEY) I Wailers originali consistono, ovviamente, in Bob Marley, Peter Tosh e Bunny Livingston. Tuttavia, la band che Marley mette insieme dopo lo scioglimento del trio a diventare in breve tempo listituzione reggae pi coesa ed emozionante. Le leggendarie prodezze del nuovo ensemble con Aston Family Man Barrett, Carlton (Carlie) Barrett, Junior Marvin, Al Anderson, Tyrone Downie, Earl Wya Lindo, Alvin Seeco Patterson, oltre il trio vocale I Threes (con Judy Mowatt, Marcia Griffiths e Rita Marley) sono in parte attribuibili alle virt leaderistiche dello stesso Marley, nei sette studio album ufficiali (Natty Dread, il capolavoro). La moglie Rita del resto sostiene che Bob era molto severo e molto disciplinato. Voleva sempre assicurarsi che ogni nota fosse perfetta e voleva che rendessimo assolutamente al massimo, dopo di che potevamo divertirci e farci una canna.

THE EXPERIENCE (JIMI HENDRIX) Non sempre gli inglesi Noel Redding (basso) e Mitch Mitchell (batteria) godono delle oggettive attenzioni quando si tratta di considerare il ruolo giocato nel plasmare la musica di Jimi Hendrix realizzata, tra il 67 e il 68, nella summa dei tre dischi Are You Experienced, Axis: Bold as Love, Electric Ladyland. Autentica spina dorsale di uno dei primi power rock trio della storia, Redding e Mitchell architettano i fondamenti ritmici su cui Jimi edifica le proprie volute a base di improvvisazioni dal sapore hard, jazz e bluesy. Il tecnico del suono Eddie Kramer rivela alla rivista Rolling Stone che Hendrix urlava in continuazione a Redding e Mitchell per ottenere le cose al punto giusto. Fortunatamente, i due gli hanno regalato le cose giuste per quasi tutto il tempo; certo assai pi della Band of Gypsys, con la quale incide un quarto, omonimo album.

CRAZY HORSE (NEIL YOUNG) Dagli anni Sessanta Neil Young va imperterrito per la sua strada, con luscita di numerosissimi album che spesso confondono palesemente le aspettative del pubblico e della critica. Ma ogni volta che il cantautore di Toronto vuol fare rock and roll aggressivo, senza esclusione di colpi, quasi sempre si rivolge ai Crazy Horse, attualmente formati da Billy Talbot, Ralph Molina, Frank Poncho Sampedro (in passato anche dai celebri Nils Lofgren e Jack Nitzsche). Il mio lavoro con i Crazy Horse davvero unico - ha confessato tempo fa lo stesso Neil Young - e ho fatto dischi di rock con tante altre persone, ad esempio ho fatto Rockin in The Free World senza di loro, ma un diverso tipo di cosa. Lavorare con i Crazy Horse apre le porte a qualcosa di cosmico, qualcosa che non riesco a fare con nessun altro.

(12)

ALIAS 2 GIUGNO 2012

RITMI
RASSEGNE/1 DA SQUAREPUSHER A JAMES BLAKE

HIPPIE HOUSE
di R. PE. Nel 1964 il chitarrista dei Beatles George Harrison e la sua compagna di allora, Patti Boyd, si trasferirono in una casa nel Surrey, sud dellInghilterra, dove vissero insieme fino al 1970. Non molto tempo dopo per i quattro di Liverpool ci fu la cosiddetta svolta psichedelica, grazie

a un celeberrimo viaggio in India dal guru Maharishi Mahesh Yogi. Quellesperienza cambi la storia della band, e forse anche del rock, e cambi soprattutto lapproccio alla vita di Harrison, che, con laiuto di alcuni amici e del collettivo di artisti olandesi The Fool, fece ridipingere lintera dimora, nota con il nome di Kinfauns. Tanto gli esterni quanto gli interni furono tinteggiati con temi psichedelici, come ad esempio il visionario murale che

circondava il caminetto. Insomma una sorta di rifugio alla Haight-Ashbury (il quartiere di San Francisco famoso per la comunit hippie) per miliardari. La casa fu meta di feste e happening ai quali partecipavano i pi stretti amici della coppia, tra cui Mick Jagger e Marianne Faithfull, i quali lasciarono traccia del loro passaggio con la scritta Mick e Marianne sono stati qui e vi amano. Fu in questa casa - oggi demolita - che i Beatles

RASSEGNE/2

GLI ASSOLI DEL RICCIO


TORRE CANNE (BRINDISI) La Forcatella Litoranea Savelletri, Torre Canne, Brindisi (tel. 080 4820364). La paranza una danza che ebbe origine sullisola di Ponza, e su questo siamo tutti daccordo. Cos come siamo daccordo sulleleganza, sulla prudenza e ancor di pi, viste le nostre sembianze, sul movimento de panza. Epper, ci chiediamo, sulla latitanza come la mettiamo? Noi paghiamo le tasse, ci piacciono i ristoranti che danno la ricevuta, parcheggiamo solo nelle aree consentite e la nostra fedina penale talmente piatta che fa tristezza. E, allora, come la mettiamo? Facile, prendiamo la macchina e veniamo a Torrecanne, poco pi a sud di Monopoli, l dove finiscono gli ombrelloni di quella Rimini pugliese che Capitolo. Qui di posti dove mangiare la paranza (specialit napoletana, lo sappiamo, ma che qui ha attecchito alla grandissima) ce ne sono a decine ma solo in uno di questi potrete sentirvi, per una volta, piacevolmente, anche un po in latitanza. Si chiama la Forcatella, prepara una straordinaria paranza, oltre ovviamente ai ricci che in Puglia sono dordinanza. Bonus: i tavolini vicino agli scogli e il pane fresco, parecchio pugliese. Malus: i tavolini sugli scogli. Voti: cucina 7,5; ambiente 7,5; servizio 6. ROMA Metamorfosi Via Giovanni Antonelli 30 (tel. 06 8076839). Uno chef di origine colombiana (Roy Caceres), un ambiente elegante ma moderno e scenografico, una cucina creativa, sorprendente ed emozionante. Si chiama Metamorfosi, ha due anni di vita, ed uno dei pochi ristoranti da 100 euro e passa che vale la pena visitare, almeno una volta nella vita. Ti pu capitare di trovarti con un lecca lecca di Pata Negra, con ravioli con rapa rossa e tartufo, maccheroni salsiccia tatsoi limone e parmigiano, piccione con gel-agro ai lamponi e fiocchi di mais, anatra erbe e cassis. Gusto che disorienta, metamorfosi vera, che spezza i luoghi comuni e ti trasporta in territori sconosciuti. Affidarsi a una degustazione conviene: c quella da 70 euro o quella completa da 90, otto creazioni a mano libera. Una volta, e bisognerebbe farlo pi spesso, Metamorfosi ha ospitato una violoncellista: ascoltare Bach e assaporare un risotto alle lumache unesperienza da provare, almeno una volta nella vita. Bonus: una cucina di sostanza, oltre che di forma. Malus: il prezzo non modico. Voti: cucina 8; ambiente 7; servizio 6,5. LA FOCE (SIENA) Dopolavoro La Foce Strada della Vittoria, 90 Localit La Foce (Si) Tel./Fax: 0578 754025. Si inaugura domani e apre al pubblico il 5 giugno, questo Dopolavoro La Foce. Da verificare, dunque, la cucina, ma intanto ecco un progetto davvero speciale, con un bel passato alle spalle. Dopolavoro La Foce fu edificato nel 1939 come luogo di incontro e socializzazione per gli operai agricoli dellazienda di La Foce. Danze e spettacoli teatrali venivano allestiti sul piccolo palcoscenico, si proiettavano film e documentari di guerra e si intonavano canti popolari. Ora il Dopolavoro tornato nelle mani della famiglia Origo, che riapre un ristorante in cui si mangiano piatti della tradizione toscana, conditi con lolio prodotto dallazienda, pasta fresca e pane fatto in casa. Di fronte al ristorante, un grande orto. Lo chef lapprezzato Paolo Anelli. Bonus: lo splendido contesto ambientale. Malus: da verificare. www.puntarella.it

Meet In Town, lAuditorium un oceano di beat digitali


europeo. con queste premesse, che venerd 8 e sabato 9 giugno, MIT sbarca nuovamente tra le sale-navicelle costruite da Renzo Piano. Gli intenti artistici sono quelli esplicitati nelle edizioni precedenti: mescolare nuove realt a nomi importanti del panorama internazionale, con uno sguardo focalizzato sull'elettronica. E anche nella forma logistica, che rivisita la pianta funzionale dell'Auditorium offrendo una pluralit contemporanea di esibizioni e la possibilit di combinarli liberamente, il festival mantiene salda la propria specificit. Accentuandola fin dal titolo di questa edizione - Let's Stay Together - omaggio ad Al Green e invito esplicito alla condivisione di good vibrations. E come potrebbe essere altrimenti, quando ad aprire le danze del sabato un monumento della musica nera degli ultimi trent'anni - pioniere della cultura hip hop e dell'electro funk - come Afrika Bambaataa? O come Squarepusher, in data unica italiana, accompagnato da un live fatto di led alti oltre 100 metri, per cui sar necessario stravolgere la normale fruizione della Cavea dell'Auditorium? Due headliner capaci di far passare in secondo piano il giovanissimo che nel 2011 ha monopolizzato la stampa internazionale (non solo) specializzata: James Blake. Tre nomi grandi, a cui sono affiancati musicisti e producer per intenditori. A partire da Atlas Sound, il progetto solista tra elettronica e indie rock di Bradford Cox, voce e chitarra dei Deerhunter, per la prima volta in Italia. O Sbastien Tellier, sensuale quintessenza del french touch, in tour per presentare il suo ultimo My God Is Blue. E ancora, due guru della scena di Detroit, Theo Parrish e Marcellus Pittman; il suono non convenzionale di uno dei riferimenti della scena losangelina, Thundercat, gli eclettici Mouse on Mars e il poeta urbano Ghostpoet. E poi molti ibridatori di generi, da Machinedrum allensemble che mescola classica e techno, i tedeschi Brandt Brauer Frick, fino allipnotica esperienza audio-visiva dei londinesi Breton e il suono intenso dei RocketNumberNine. Una ricca line up, quella del sabato, anticipata venerd 8 dal MIT Party, serata di clubbing a posti limitati nel Garage Auditorium, dove tre artisti di fama internazionale - il rivoluzionario dj space disco Lindstrm, lambasciatore losangelino del boogie funk Dm Funk e il manipolatore synth wave Com Truise - animeranno la festa che anticipa il Festival vero e proprio. Un'invasione sensoriale, completata dalla curatela di uno dei nomi di punta del teatro indipendente italiano, i Santasangre. Che, per l'occasione, hanno selezionato quattro artisti della scena contemporanea nazionale - Carlo Bernardini, Donato Piccolo, Daniele Puppi e Alessandro Rosa - chiamati a reinterpretare la trasformazione percettiva degli equilibri tra spazio e fruizione nei foyer dell'Auditorium. In alto a sinistra Squarepusher, al centro Sbastien Tellier; in basso a sinistra James Blake A destra, in alto e in basso, John Cage

Il flusso vitale di John Cage tra alberi, fiori di cactus e conchiglie


di FLAVIANO DE LUCA

di PATRIZIO ROMAN

Di anni ne sono passati (gi) sei. Dall'inizio della storia, da quando Meet In Town portava nel Teatro Studio - la sala pi raccolta e informale del Parco della Musica di Roma - alcuni dei migliori concerti di musica elettronica in circolazione. Era il 2006, e MIT sbarcava nel cuore dell'Auditorium come rassegna, con un appuntamento mensile per circa una stagione l'anno. Il Teatro Studio si trasformava in club, ma quegli eventi erano qualcosa in pi di un concerto: erano l'ardito tentativo di dare spazio alle espressioni artistiche legate alle tecniche digitali. Quindi anche visual e installazioni, uniti a un progressivo dilagare in altri spazi del Parco della Musica e all'aumento degli appuntamenti, grazie al successo riscosso tra i cultori del genere. Un genere che non l'elettronica del sabato sera, o almeno non solo. Ma un percorso di ricerca, attento a catturare i nomi pi freschi del panorama internazionale, spaziando in un ambito (non) circoscrivibile come quello dei nuovi suoni. Nei suoi tre anni in veste di rassegna, MIT ha ospitato live rimasti impressi nella memoria degli amanti dei ritmi sintetici, come quelli di

Venerd 8 e sabato 9 giugno al Parco della Musica di Roma la settima edizione del festival dedicato alle sonorit elettroniche
Animal Collective, Fennesz, Mira Calix, Telefon Tel Aviv, Who Made Who e molti altri. Una selezione spesso precorritrice delle mode e non scontata, come il luogo che la ospita. Ovvero una venue concepita come istituzionale, ma puntualmente invasa durante la rassegna in tutti i suoi spazi da sonorit diverse da quelle che lo popolano durante l'anno. Dal 2010, infatti, MIT si fatto grande. diventato un festival, ospitando nella sua prima edizione sia A Life Along the Borderline - il tributo a Nico ideato da John Cale, forte di un cast che andava dai Mercury Rev a Mark Lanegan, fino alle CocoRosie e Lisa Gerrard - che nomi di spicco dell'elettronica e dell'indie. Un passo importante. Che raddoppia la misura nel 2011, trasformandosi in una due giorni, e ospitando la data unica italiana di una band seminale come i Primal Scream e un numero significativo di nomi di settore - Modeselektor, Apparat, Kode 9, Nicolas Jaar, solo per citarne alcuni - che marchiano a fuoco la direzione artistica dell'evento. E consacrano il festival come un evento davvero di respiro

Alle porte di Lucca, sulle colline di Vorno, c un luogo incantato, la Tenuta dello Scompiglio, diretta da Cecilia Bertoni, una strana comunit in cui il dialogo e le attivit con la terra, con il bosco, con la fauna, con lelemento architettonico, le arti visive negli spazi interni ed esterni contribuiscono a una ricerca di cultura. Proprio l, si aprir oggi (con replica domani) la rassegna John Cage: 433 Lezione sui funghi con una splendida serata di immersione nella natura, col concerto Child of Tree-Interferences, performance itinerante su musiche di Cage, che dialoga coi suoni degli alberi e con la voce di Anna Clementi, larpa di Lucia Bova e le percussioni dellensemble Ars Ludi di Roma. Il titolo della manifestazione segnato da due elementi importanti della vita di Cage: il silenzio alla base del suo brano pi famoso, 433 del 1952, nel quale un solista di qualsiasi strumento non suona per 273 secondi, e la sua nota passione per i funghi che, nel 1958, al programmma tv Lascia o raddoppia?, gli fece anche vincere cinque milioni di lire. Questo articolato e interessante progetto in occasione del doppio anniversario dellartista statunitense John Cage (1912 -1992) - ventennale della morte e centenario della nascita, non un semplice grande compositore ma un genio multiforme che ha praticato in modo creativo filosofia, arti visive, danza, new media - prevede, da giugno a dicembre, diciassette appuntamenti: concerti, con alcune prime esecuzioni, teatro musicale, performance, danza, arti visive, reading, che si avvicendano in diversi luoghi di Lucca e provincia quali il Festival Opera Barga nellantico borgo della Garfagnana; lAuditorium San Micheletto, il Museo Lu.C.C.A. La manifestazione - dichiara Antonio Caggiano, direttore artistico e sensibile interprete della musica del 900 vuole essere un viaggio nel meraviglioso universo di John Cage, con la riproposizione di alcune fra le sue composizioni pi significative per strumenti a percussione, pianoforte preparato, voce, performance, danza, arrivando alle opere in cui pi esplicito il suo rapporto con la natura, gi evidente nel nostro concerto di apertura nel quale vengono eseguite musiche

ispirate alla natura e gli strumenti sono piante, vegetali, conchiglie, cactus. Lo spirito, lo stile e le scelte del Progetto dello Scompiglio lo rendono pertanto uno scrigno ideale per promuovere e ospitare una rassegna dedicata a Cage e alla sua visione di arte come flusso vitale. Tra gli altri appuntamenti di un programma assai denso (rintracciabile sul sito www.delloscompiglio.org), da segnalare al Festival Opera Barga sabato 7 luglio Living Room Music, incentrato sul teatro musicale: un omaggio al Cage performer che ha tanto influenzato generazioni di compositori. In programma musiche di Cage (in prima italiana Fads and Facies in the Academy per 5 performer); opere di compositori italiani che hanno fatto del teatro musicale la loro cifra espressiva come Giorgio Battistelli, Paolo Castaldi, Francesco Filidei e Il tappeto sonoro, in piazza S. Francesco a Lucca, il 27 luglio, performance interattiva per spazi pubblici di Baldo Diodato e Antonio Caggiano per artista visivo, lastre di alluminio, 4 percussionisti, 1 cantante, 1 flautista,1 poeta, 1 performer, 1 critico d'arte e pubblico con Silvia Schiavoni, voce; Gianni Trovalusci, flauto; Ars Ludi, percussioni in musiche di John Cage, Lou Harrison, Morton Feldman. La seconda parte del progetto prender il via alla fine di ottobre allinterno dello Spazio Performatico Espositivo (Spe) che sar inaugurato in autunno nella Tenuta dello Scompiglio e andr a completare lattivit dellassociazione, unendo il fuori al dentro, laperto al chiuso, in un cerchio che apre a una nuova e composita produzione culturale. Una circolarit che si compir nella primavera 2013 con manifestazioni all'aperto e al chiuso di cui il progetto Cage rappresenta un ponte: la musica dialoga infatti con le stanze interne ed esterne, le confonde e le scompiglia in uno slancio continuo e circolare come durante il Music Circus di Cage (ottobre-novembre 2012), in cui dieci ensemble di giovani musicisti di generi musicali diversi suoneranno simultaneamente nelle sale dello Spe. In quel periodo in prima italiana la performance del vocalist David Moss Music By, for & Against John Cage, creata appositamente per lanniversario di Cage.

ALIAS 2 GIUGNO 2012

(13)

provarono e registrarono le prime session del White Album, e sempre qui, nel 1969, George e Patti furono arrestati per possesso di sostanze stupefacenti. La polizia scelse il giorno del matrimonio tra Paul McCartney e Linda Eastman per una perquisizione a Kinfauns, dove trovarono una modestissima quantit di hashish, ma tanto bast per una denuncia... e per far conoscere al mondo lorigine dellispirazione che gener i loro lavori.

ULTRASUONATI DA GIAMPIERO CANE GIANLUCA DIANA GUIDO FESTINESE SIMONA FRASCA MARIO GAMBA ROBERTO PECIOLA ADRIANA POLLICE

IN USCITA A GIUGNO
Altera Italia sveglia! (Dal Basso/Venus) Anywhere S/t (Atp/Goodfellas) Apache Dropout S/t (Family Vineyard/ Goodfellas) Awolnation Megalithic Symphony (Red Bull/Emi) Paul Banks Julian Plenty Lives... ep (Matador/Self) Dean Blunt & Inga Copeland Black Is Beautiful (Hyperdub/Goodfellas) Broken Water Tempest (Hardly Art/ Audioglobe) David Daniell/Douglas McCombs, Versions (Thrill Jockey/Goodfellas) Exit Music Passage (Secretly Canadian/ Goodfellas) The Ghost Inside Get What You Give (Epitaph/Self) Glen Hansard Rhythm and Repose (Anti/Self) Kelly Hogan I Like to Keep Myself in Pain (Anti/Self) Hospitality S/t (Fire/Goodfellas) Hot Chip In Our Heads (Domino/Self) The Hundred in the Hands Red Night (Warp/Self) ILikeTrains The Shallows (I Like/ Goodfellas) Jaill Traps (Sub Pop/Audioglobe) Kandodo S/t (Thrill Jockey/Goodfellas) Lemonade Diver (XL/Self) Liars WIXIW (Mute/Self) Lips Against the Glass Vivid Colour (Seahorse) Magic Trick Ruler of the Night (Hardly Art/Audioglobe) Dent May Do Things (Paw Track/ Goodfellas) Metric Synthetica (Pias/Self) Barbara Morgensten Sweet Silence (Monika/Goodfellas) I Mostri La gente nuore di fame (Goodfellas) Motion City Soundtrack Go (Epitaph/Self) One Little Plane Into the Trees (Text/Goodfellas) Peaking Lights Lucifer (Domino/Self) Pop Etc S/t (Rough Trade/Self) Aziz Sahmaoui & University of Gnawa S/t (Nave/Self) Mike Scheidt Stay Awake (Thrill Jockey/Goodfellas) Shijo X If a Night (Bombanella/ Audioglobe) Shannon Stephens Pull it Together (Asthmatic/Goodfellas) Twin Shadow Confess (4AD/Self) Van Houtens Flop (Facelikeafrog/ Venus) Variety Lights Central Flow (Fire/ Goodfellas) Nick Waterhouse Time's All Gone (Innovative Leisure/Goodfellas) Bobby Womack The Bravest Man in the Universe (XL/Self)

DAMON ALBARN DR. DEE (Parlophone/Emi) Il Damon Albarn che non ti aspetti, forse. S perch a pensarci bene da un tipetto come lui, che con i suoi Blur chiuder le Olimpiadi di Londra in un concerto a Hyde Park il 12 agosto, ti puoi aspettare qualsiasi cosa. Stavolta lidea un omaggio al matematico e filosofo John Dee, personaggio elisabettiano. Alla sua vita si ispirato per questo disco di folk pastorale e medievale, sporcato da strumenti moderni e africani. A un primo ascolto Dr. Dee pu risultare ostico e noioso, ma alla lunga ti conquista (r.pe.) BRADIPOS IV LIVE AT KFJC RADIO (FreakHouse/FullHeads) Da Caserta alla California sullonda del surf garage. I Bradipos IV si sono avventurati negli States nellestate del 2011 in un tour di dieci date tra i locali della West Coast, terminato con la registrazione di nove brani strumentali a Los Altos Hills, negli studi della Kfjc, emittente universitaria che vive di sole sottoscrizioni, rifiutando la pubblicit. A portarli in radio il famoso dj Phil Dirt. Tra suggestioni western alla Tarantino, omaggi al Morricone di Per un pugno di dollari e al Sergio Bruni di Carmela. (a.po.) MASSIMO DE MATTIA BLACK NOVEL (Rudi Records) La label romana continua a stupire. Con questo cd che si segnala come uno degli esempi migliori di elaborazione del lascito free. Flautista, De Mattia si circonda di ottimi partner (Luigi Vitale al vibrafono e alla marimba, Denis Biason alla chitarra, Alessandro Turchet al contrabbasso, Bruno Cesselli al piano) e si avvale o di spunti tematici collettivi basati su brevi ostinati o su cellule di suoni liberamente sovrapposti. Il gruppo sviluppa trame fitte eppure assai nitide, sequenze di ragionata veemenza e altre di distesa liricit lunare. Originale scrittura forse istantanea forse no. (m.ga.) EPO OGNI COSA E AL SUO POSTO (Polosud-Ird/ Edel) In pi di 10 anni di attivit hanno lavorato attorno a un suono che enfatizza la dimensione pi intimistica della loro cifra espressiva. La chitarra, strumento versatile per eccellenza declinata in tutte le sue molteplici incarnazioni di un intelligente pop dautore, resta lo strumento che cattura le ugge contemporanee anche per questa band napoletana. Gli Epo vanno a occupare un posto di tutto rispetto nelle sfere di un neo-belcantismo orchestrale intriso di malinconie esistenziali riverberate alla luce diafana di uno stile che trova forza e coraggio senza urlare. (s.fr.)

DI GUIDO FESTINESE

POP ROCK

JAZZ ITALIA

INDIE ROCK

In spiaggia con i Train


Rock spesso, molto spesso, fa rima con pop. Eccone tre declinazioni diverse, tutte made in Usa. John Mayer - oltreoceano primo ad ogni uscita, semisconosciuto da noi mescola una grande abilit strumentale, una voce duttile, sofisticate armonizzazioni e una scrittura plastica che si muove fra il country e la tradizione cantautorale, con una padronanza mostruosa. Mayer sforna un delizioso Born and Raised (Columbia/ Sonymusic), prodotto da uno specialista, Don Was: imperdibile per i cultori del genere. Pop rock da spiaggia invece quello dei Train (vi siete dimenticati Save Me? Impossibile) di ritorno con California 37 (Sony). La band di San Francisco, promette e mantiene ritornelli accattivanti e tormentoni dietro l'angolo. Niente di trascendentale ma il singolo Drive By (gi tema di un noto spot) e la title track implacabile e giocata ai limiti del plagio sul sacro inno degli Eagles, Hotel California, non passano inosservati. Pop rock nostalgico per Peter Cincotti che con Metropolis (Heads Up/Egea) si affranca definitamente dal modello crooner, con 12 canzoni originali nel solco di Billy Joel. La buona volont c', il gusto per le citazioni anni 80 pure, ma non tutto ha la giusta ispirazione. (Stefano Crippa) HOBOCOMBO NOW THAT ITS OPPOSITE, ITS TWICE UPON A TIME (Trovarobato) Un trio che si impegna nella ricerca di mood piuttosto fumettistici, stereotipi di cose in disuso da tempo. Quel che sascolta un suono esotico alla maniera delle colonne sonore del cinema degli anni '30 o '40. In definitiva un po di Samoa presso un Mediterrane in un posto qualunque. Cuocendo il pollo per rimbecillirlo: non una cattiva idea, ma approfitta dello status quo. Suppongo volutamente lesso. (g.ca.)

Una chitarra che sa di sangue


La chitarra jazz in Italia trova oggi un nutrito gruppo di vecchi e giovani solisti che, spesso con formazioni assai eterogenee, portano avanti discorsi musicali altrettanto variegati; ci che tiene assieme questi cd un sentire virtuosistico declinato a partire dal bebop fino agli sviluppi dei nostri giorni. Ecco quindi Sergio Coppotelli che, in Eclectic Taste (Alfa/Egea), festeggia gli ottant'anni con un album mainstream infarcito di grandi ospiti (Ascolese, Gatto, Giammarco, Gizzi, Jodice, Montellanico, Tommaso), dove la Gibson del leader, al servizio del quintetto, rende omaggio alla lezione di Charlie Christian e Wes Montgomery. Pi avanzato invece il sound di Eraldo Bernocchi in Metallic Taste Of Blood (Rare Noise) che, con Jamie Saft, Colin Edwin, Balasz Pandi, opta per un nu jazz con vari riferimenti alluniverso elettronico dalla techno al prog rock. Forse a met tra ricerca e innovazione il progetto .audrey (Abeat) di Claudio Riggio in settetto a puntare su due maestri americani come Tom Harrell (tromba) e John Stowell (seconda chitarra). (Guido Michelone) ONE MAN 100% BLUEZ SHOCK! (Autoprodotto) Terzo lavoro in tre anni per Davide Lipari. Un miglioramento costante. Difficile ripetersi, ma se la stoffa c', pu accadere. Un disco imperniato sulla poetica del doppio: elettrico ed elettronico da un lato, acustico dall'altro. Si, avete capito bene, elettronica. Soffusa e di gusto. Ruggero Solli e Low Chef lo supportano alla grande in 15 brani che viaggiano tra tradizione e contemporaneo. Con coraggio Lipari, tenta di fare qualcosa di altro. E ci riesce. (g.di.)

Lidioma tribal degli Zulu Winter


Le regole sono semplici: un tocco di electro, una spruzzata di funky, qualche manciata di glam e una buona dose di sfacciataggine. Queste cose le mettono insieme i londinesi Citizens! che debuttano con un album che gi dal titolo evoca la voglia, anzi la certezza, di spaccare: Here We Are (Kitsun/Coop Music). Preceduto da un paio di singoli catchy come True Romance e Reptile, il disco, prodotto da Alex Kapranos dei Franz Ferdinand, vede 11 brani che mettono insieme gli elementi su menzionati in salsa pop. Dal pop dance oriented dei Citizens! al dream pop dei Beach House il salto quasi triplo. La band di Baltimora con Bloom (Bella Union/Coop Music) arriva al quarto disco. Melodie e atmosfere aeree, arpeggi di elettrica e la giusta miscela di elettronica, per un lavoro che non stravolge certi canoni estetici, anzi li cavalca, e che si apprezza in canzoni come Myth, Troublemaker e Wishes. Da Londra unaltra next big thing, si chiamano Zulu Winter e sul loro esordio, Language (Pias/Self), c da scommetterci. Lo chiamano tribal pop, ma le etichette dicono poco, diciamo che siamo in un mondo che attraversa gli Arctic Monkeys e arriva ai Coldplay. Un disco che ci ha catturati piano, ma inesorabilmente. (Roberto Peciola) SPAIN THE SOUL OF SPAIN (Glitterhouse) Ci sono gruppi storici, nell'indie rock, che possono essere ridotti all'epitome di se stessi, alla figura che in tutto e per tutto quel gruppo. Come gli Spain di Josh Haden, cuore, cervello e nervi della band. Quelli del 1993 e quelli riformati di oggi, con formazione completamente cambiata, hanno identica attitudine ovattata e slow core, malinconie in blue(s) che entrano sottopelle, gran eleganza per una formula, necessario fulcro del progetto. (g.fe.)

SCHIZZI SWING
Qualche anno fa cera stato Jazz & Fumetto, prima ricognizione tentata in Italia sui rapporti che legano due distinte arti, apparentemente senza punti in comune. Adesso arriva il corposo Assoli di china (Stampa Alternativa /Nuovi Equilibri), e la sonda dellautore, Flavio Massarutto, va ben pi in profondit. Il libro partito in due: prima si discute di cultura, storia, mitologia del jazz, attraversandone anche luoghi e oggetti, e le questioni di metodo legate ai linguaggi; un confronto di mondi che riserva belle sorprese e una miniera di spunti approfondibili, dato che le due forme darte nate povere in realt condividono, oltre al dato cronologico, molte omologie espressive e formali. Superata una corposa serie di appendici, nella seconda parte Massarutto diventa autore di fumetti sul jazz: due storie visionarie realizzate assieme a Massimiliano Gasperini e Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti.

FIGLIO delle suggestioni prima accennate anche il buon libro scritto da Nicola Gaeta, titolo un po melodrammatico - ma una citazione Una preghiera tra due bicchieri di gin (ediz. Caratterimobili). Pi chiaro il sottotitolo: il jazz italiano si racconta. Gaeta ha scelto la via dellintervista per mettere assieme spunti e idee dal jazz della Penisola, ripartendo il testo in tre sezioni: i veterani della scena, la generazione di mezzo, i nuovi protagonisti. In coda ad ogni sezione anche un produttore discografico, ed forse qui che si misura meglio la cangiante prospettiva del jazz, fra progressive strettoie di mercato e necessit di reinventarsi, trovare nuovo ossigeno economico e creativo. Eccessivo lo spazio riservato ai conterranei pugliesi da Gaeta, ma un peccato veniale per un libro importante.

ON THE ROAD
Bear in Heaven
Per la prima volta in Italia la band indie electro di Brooklyn. Torino MERCOLEDI' 6 GIUGNO (SPAZIO 211) Marina di Ravenna (Ra) VENERDI'
8 GIUGNO (HANA-BI-BEACHES BREW)

A CURA DI ROBERTO PECIOLA CON LUIGI ONORI SEGNALAZIONI: rpeciola@ilmanifesto.it EVENTUALI VARIAZIONI DI DATI E LUOGHI SONO INDIPENDENTI DALLA NOSTRA VOLONT

DAL JAZZ descritto al jazz da suonare: si deve al pianista e didatta trentacinquenne Vittorio Mezza un libro prezioso per chi suona il jazz: Nuovi percorsi improvvisativi/Tecniche avanzate pentatoniche (Libreriauniversitaria.it Edizioni). Con copiosa messe di esempi sul pentagramma Mezza propone una guida pratica e un formulario dinvenzioni sul mondo musicale pentatonico, la scala musicale bluesy che non solo prerogativa del mondo musicale afroamericano, essendo diffusa pi o meno in tutto il Pianeta, ma che nel contesto afroamericano ha trovato applicazione intensiva. N mero spezzone di cultura orale, n pratica formalmente riconducibile, in toto, alle categorie musicologiche occidentali: un serbatoio di possibilit da (ri)conoscere e studiare, come ben spiega il musicologo Vincenzo Caporaletti nellintroduzione, da ascriversi al ricchissimo mondo delle musiche audiotattili.

The Ex
La band olandese unistituzione della musica indipendente e unisce punk, nowave, noise, impro, jazz e folk. Ospiti del tour Roy Paci, Mats Gustafsson, Ken Vandermark e Wolter Wierbos. Bologna SABATO 2 GIUGNO (PIAZZA VERDI) Roma DOMENICA 3 GIUGNO
(CS BRANCALEONE)

Megadeth
La band del primo chitarrista dei Metallica headliner in una serata a tutto metal. Milano MERCOLEDI' 6 GIUGNO (ALCATRAZ)

l'unica data italiana per la reunion dei Soundgarden, pi Afghan Whigs, Refused, The Gaslight Anthem e Triggerfinger. Rho (Mi) LUNEDI' 4 GIUGNO (FIERA)

Novara Jazz
La nona edizione della rassegna ha in cartellone Ricardo Gallo, Dans Les Arbres, Marco Fusi, Fanga, ensemBle baBel, Nick Pride & The Pimptones, Dirty Dixie Jazz Band. Novara DA SABATO 2 A SABATO 9 GIUGNO
(AUDITORIUM CONSERVATORIO CANTELLI, BROLETTO E ALTRE SEDI)

Il Teatro degli Orrori


Il tour di presentazione dell'ultimo lavoro della band veneta, Il mondo nuovo. Marina di Camerota (Sa) SABATO
2 GIUGNO (MEETING DEL MARE) Prato SABATO 9 GIUGNO (BLACK OUT)

Rock in Roma
Il primo appuntamento del festival rock con Afterhours e Afghan Whigs. Roma GIOVEDI' 7 GIUGNO (ATLANTICO
LIVE)

Death Cab for Cutie


Unica data per il quartetto indie rock di Seattle. Milano LUNEDI' 4 GIUGNO (ALCATRAZ)

Marilyn Manson
Di nuovo in Italia la provocatoria band metal americana. Padova GIOVEDI' 7 GIUGNO (GRAN TEATRO
GEOX)

Afghan Whigs
Greg Dulli e la sua band originale. Rho (Mi) LUNEDI' 4 GIUGNO (FIERA-ONE
DAY FESTIVAL)

Giardini di Mir
La post rock band reggiana tornata con un nuovo lavoro, Good Luck. Padova SABATO 2 GIUGNO (EX MACELLO)

Traffic Free Festival


Sul palco Iori's Eyes, Mohko, Tim Exile (il 7 al Molodiciotto), Chris Baio (l8 al Molodiciotto), Foxhound, James Blake e The Xx (l'8, piazza San Carlo), Drink to Me, Mount Kimble e Orbital (il 9, p.zza S. Carlo). Torino DA GIOVEDI' 7 A SABATO 9 GIUGNO
(VARIE SEDI)

Una striscia di terra feconda


La XV edizione del festival franco-italiano di musiche improvvisate vede esibirsi Riccardo Del Fra Ensemble con Alessandro Patarnesi, Danilo Rea/Baptiste Trotignon, il conservatoriale Paris-Rome Workshop Ensemble, Chiara Caselli/Rita Marcotulli, Roberto Gatto/Emmanuel Bex, Daniel Mille 5tet, Journal Intime. Louis Sclavis Atlas Trio, Magic Malik Duo, Benni legge Queneu (con S. Benni, N. L, R. Huby, P. Damiani). Roma DA SABATO 2 A MARTEDI' 5 GIUGNO
(AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA)

Bologna MARTEDI' 5 GIUGNO (ESTRAGON) Roma GIOVEDI' 7 GIUGNO (ATLANTICO


LIVE-ROCK IN ROMA, CON AFTERHOURS)

Kyuss
Una band seminale per quel che riguarda lo stoner rock Usa anni Novanta. Ciampino (Rm) MARTEDI' 5 GIUGNO
(ORION)

Paolo Benvegn
Il cantautore, ex Scisma e leader della band che prende il suo nome. Sesto San Giovanni (Mi) MARTEDI'
5 GIUGNO (CARROPONTE)

Wolves in the Throne Room


Arrivano da Olympia, Washington, e suonano ambient black metal. Torino DOMENICA 3 GIUGNO (SPAZIO 211)

Milano GIOVEDI' 7 GIUGNO (ALCATRAZ)

Beaches Brew
Tre giorni di festival sulla spiaggia ravennate. Con Calibro 35 (il 6), War on Drugs e Sleepy Sun (il 7) e Bear in Heaven e Blanck Mass (l'8). Marina di Ravenna (Ra) DA
MERCOLEDI' 6 A VENERDI' 8 GIUGNO (HANA-BI)

The Ting Tings


Il duo una delle rivelazioni del pop britannico. Segrate (Mi) MARTEDI' 5 GIUGNO
(MAGNOLIA) Roma MERCOLEDI' 6 GIUGNO (PIAZZALE DEL VERANO-SUPERSANTO'S)

Sommacampagna (Vr) SABATO


9 GIUGNO (PARCO IMPIANTI SPORTIVI)

Dirty Three
Il trio australiano propone un rock strumentale alternativo e sperimentale. Bologna DOMENICA 3 GIUGNO (PIAZZA
VERDI)

MIT Meet in Town


Due giornate all'insegna della musica elettronica, con, tra i tanti. Lindstrm. Com Truise, Brandt Brauer Frick (l'8), Squarepusher, Afrika Bambaataa, James Blake, Sbastien Tellier, Atlas Sound, Ghostpoet e Machinedrum (il 9). Roma VENERDI' 8 E SABATO 9 GIUGNO
(AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA)

Supersanto's
Festival indie a San Lorenzo. In cartellone: Coez (stasera), Nada, Sylvie Lewis e Giulia Anania (Il 3), The Ting Tings (il 6), Sonny and His Wild Cows (il 7), Dente (l'8), Il Muro del Canto (il 9). Roma DA SABATO 2 A SABATO 9 GIUGNO
(PIAZZALE DEL VERANO)

Emilia concerti sul prato


Decimo anno per la rassegna che apre con Dinamitri Jazz Folklore La societ delle maschere; in organico D. Grechi Espinoza, E. Parrini, B. Scardino, G. Baldacci, P.W. Durante, A. Melani e S. Padovani. Portonovo (An) GIOVEDI' 7 GIUGNO
(HOTEL EMILIA)

Bruce Springsteen & The E Street Band


Torna il rocker born in the Usa. Milano GIOVEDI' 7 GIUGNO (STADIO SAN
SIRO)

Dropkick Murphys
Una realt del panorama punk statunitense. Ciampino (Rm) MERCOLEDI' 6 GIUGNO
(ORION)

One Day Festival


Il festival di un giorno ha in programma

Bologna GIOVEDI' 7 GIUGNO (ESTRAGON)

(14)

ALIAS 2 GIUGNO 2012

ANNIVERSARI
di MASSIMO RAFFAELI

Molti appassionati tuttora ricordano come la nazionale italiana di calcio venne estromessa dai Mondiali del Cile dopo la sconfitta per 0 a 2 subita dai padroni di casa il 2 giugno del 62 allo stadio di Santiago, un pomeriggio dellinverno australe spazzato dal vento delle tierras frias ma divenuto di colpo un incendio agonistico: molti infatti rammentano, con lausilio delle poche immagini di repertorio, la polizia in campo, le mischie furibonde intorno allarbitro inglese Aston (da allora famigerato, specie in Italia, ancorch noto nel mondo per avere inventato di l a poco i cartellini punitivi, il rosso e il giallo), insieme con il volto tumefatto, una vera e propria maschera di sangue, dellitalo-argentino Humberto Maschio che vaga per il campo pedinato da un cileno di forza belluina, tale Lonel Sanchez, infine il nugolo di agenti che scortano fino agli spogliatoi prima Giorgio Ferrini e poi Mario David, entrambi espulsi da Aston per essersi lasciati andare a plateali falli di reazione. (Il nudo tabellino segnala che la resistenza degli azzurri dur unora, in quanto i cileni passarono verso il trentesimo del secondo tempo con un colpo di testa in mischia di Ramirez presto bissato da un tiro di Jorge Toro dalla lunga distanza: due infortuni o pressappoco del portiere degli azzurri, il magrissimo e imberbe Carlo Mattrel). Dunque molti ricordano tutto ci ma non molti sono a conoscenza del fatto che La battaglia di Santiago (prefazione di Roberto Beccantini, Urbone Publishing, info@urbone.eu, pp. 111, 12 euro) cio il titolo di un bel libro, sobrio e documentato, che un giovane storico del giornalismo sportivo, Alberto Facchinetti, dedica a quel lontano evento, in realt sintetizza una battaglia che fu plurima e venne combattuta dentro e fuori dal campo, prima durante e dopo la partita: con la consueta pregnanza, Roberto Beccantini ne riassume la dinamica alludendo al primo e grande Far West che coinvolge il calcio nazionale in epoca moderna. Intanto la cornice ambientale rinvia ad una sproporzione che si riveler ingannevole, e fatale. LItalia sta vivendo il miracolo economico ma da un quarto di secolo almeno rappresenta il nulla calcistico a livello internazionale: uscita al primo turno dai Mondiali brasiliani del 50 come da quelli svizzeri del 54, per Stoccolma 1958 ha mancato addirittura la qualificazione contro i semidilettanti dellIrlanda del Nord. Al momento dispone tuttavia di grandi campioni indigeni (i navigati Cesare Maldini, Bruno Mora, Enzo Robotti, i giovanissimi Sandro Salvadore, Gianni Rivera e Giacomo Bulgarelli) cos come di una batteria di oriundi, italianizzati e in fretta e si direbbe per carit di patria, che rispondono ai nomi, nientemeno, di Omar Sivori, Jos Altafini, Humberto Maschio e Angelo Benedicto Sormani. (Tale labbondanza che per il ritiro di San Pellegrino - i maligni dicono un mese di bevute, partite a poker e camarille inverosimili - ci si permette lesclusione di un asso quale Mariolino Corso, il quale se ne vendica, quasi gli augurasse un viatico

Il 2 giugno di 50 anni fa Italia e Cile diedero vita a una mattanza memorabile passata alla storia come la Battaglia di Santiago. Un libro di Alberto Facchinetti ricostruisce quel pomeriggio da saloon
letale, facendo il gesto dellombrello allintera comitiva azzurra presente allamichevole Inter-Cecoslovacchia decisa, appunto, da uno slalom del mancino battezzato, con una qualche enfasi, il piede sinistro di dio). Per parte sua la nazionale cilena tutta quanta di ignoti, a parte il tecnico Fernando Riera che ha diversi trascorsi in club europei di seconda fascia: costui un serio preparatore atletico, un convinto assertore del possesso della palla e un tattico che, sospettando le grandigie fumogene del football sudamericano, persegue uno spiccio 4-3-3. Se i cileni sono silenziosi pi di sempre e aspettano a pi fermo, gli italiani continuano a snobbarli e, di fatto, a ignorarli. Il Cile ancora un paese del Terzo Mondo, una societ rurale e arretrata, sostanzialmente estranea alla democrazia e pertanto i grandi quotidiani italiani esigono pezzi di colore su di essa nonch squisitezze sociologiche da inviati in colonia. Una prima battaglia, decisiva, persa non appena rimbalzano in Cile i cablogrammi spediti da Corrado Pizzinelli (inviato della Nazione) e da Antonio Ghirelli del Corriere della Sera, che pure un autentico scrittore, destinato a una parabola da fuoriclasse del giornalismo. Se Puccinelli segnala la miseria dilagante, gli scippatori e le prostitute per strada, il primo pezzo di Ghirelli ha un incipit micidiale: Un campionato del mondo a tredicimila chilometri di distanza pura follia. Il Cile piccolo, povero, fiero: ha accettato di organizzare questa edizione della Coppa Rimet come Mussolini accett di mandare la nostra aviazione a bombardare Londra. La capitale dispone di settecento posti letto. Il telefono non funziona. I tass sono rari come i mariti fedeli. Ovvio che la battaglia mediatica perduta dacchito perch simili espressioni classiste, con evidenti venature razziste, sono manna per la stampa e la radio cilena che ne diffonde leco con i toni di un chiassoso nazionalismo. Agli azzurri non sembra interessare il contesto che intanto gli si viene allestendo,

impegnati come sono in unaltra battaglia e stavolta totalmente endogena: non dispongono ancora di un allenatore, o meglio ne hanno tre che non fanno per uno. La Federcalcio, guidata da Giuseppe Pasquale, vecchia volpe dapparato, avrebbe voluto ingaggiare il Mago Herrera (personaggio ritenuto per troppo discusso e controverso, anche troppo venale), poi Nereo Rocco, neoscudettato al Milan, invece giudicato troppo dialettale e provinciale, persino impresentabile come capofila dei catenacciari. Cos andata a finire che, dopo infinite mediazioni di carattere per cos dire doroteo, Pasquale si arrogato lui la guida tecnica annettendosi due vicari le cui caratteristiche non potrebbero essere pi opposte: luno Paolo Mazza, factotum della Spal, un genio del calcio-fai-da-te e un uomo di estri folcloristici, laltro unicona e si chiama Giovanni Ferrari, ha vinto due Mondiali in epoca fascista e ben otto scudetti con tre squadre diverse, ma pi che altro un istruttore ed un accomodante funzionario di federazione, non un tecnico. Tant

che nella partita desordio (uno scialbo 0-0 con la Germania Ovest di Uwe Seeler come di Helmut Haller e di Schnellinger) viene schierato un bricolage dove c posto per un Sivori svagato, svampito, ma non per Maschio che reduce, con lAtalanta, dal pi bel campionato della sua carriera. Intanto incombe la partita col Cile e la terna al comando non sa, letteralmente, chi mandare in campo. Ed qui che la battaglia intestina, prima che divenga mattanza sul campo, assume un colore da leggenda tragicomica e gli accenti, tra lagro e il grottesco, di una commedia allitaliana. Non ne restano documenti scritti n deposizioni giurate, ma soltanto un coro di voci o di quelli che Tacito chiamava per lappunto rumores. La notte della vigilia pare che i giocatori ormai dormissero (su tutti lintegerrimo Maldini, il capitano) ma pare che a Omar Sivori (sveglio, da autentico monarca del poker) accadesse di captare dalla camera del piano di sotto gli spezzoni sonori di un conciliabolo ben assortito: i tre tecnici pro forma stavano facendosi

1962 MASCHIO, BRERA E LA LEGGENDA TRAGICOMICA DI UN MONDIALE AUSTRALE

Il primo e grande Far West del calcio

ALIAS 2 GIUGNO 2012

(15)

LA MAGIA DEL QUADRATO


Se c' una magia nella boxe, la magia di combattere battaglie al di l di ogni sopportazione, al di l di costole inclinate, reni fatti a pezzi e retine distaccate. E' la magia di rischiare tutto per un sogno che nessuno vede tranne te. Questa di Morgan Freeman in Million Dollar Baby di Clint Eastwood forse la definizione pi bella che l'arte abbia dato del pugilato. Ce ne sono tantissime da ricordare. E ci sono pagine stupende di letteratura a partire da quelle di uno scrittore come Ernest Hemingway, non a caso citato da un altro scrittore come Elmore Leonard nella prefazione all'edizione italiana de Il professionista di W. C. Heinz. Stiamo a quegli anni, cio ai Cinquanta del secolo scorso, perch gli scritti che sono venuti dopo (valga per tutti il Norman Mailer de Il combattimento sullo scontro tra Cassius Clay e George Foreman, o il Mike Tyson di Joyce

Carol Oates) ci portano gi in un'altra epoca. Due episodi, apparentemente lontani uno dall'altro, rimettono al centro il rapporto tra boxe e arte: la pubblicazione, finalmente, del romanzo di Wilfred Charles Heinz e la morte di Rocco Mazzola, campione italiano dei pesi medio massimi e massimi in quella fine degli Anni Cinquanta, quando Heinz dava alle stampe il suo avvincente racconto e Luchino Visconti rendeva omaggio alla boxe e a uno dei suoi miti pi in voga allora, il lucano Rocco Mazzola (con un cameo memorabile nel film), ispiratore di uno dei personaggi principali di Rocco e i suoi fratelli, viaggio del regista milanese dentro le contraddizioni dell'emigrazione interna nazionale. Ma non solo: la concomitanza della morte di Rocco Mazzola e l'uscita de Il professionista, ancorch il primo sembri anche un eroe del secondo, riporta al centro la boxe come mito, metafora di lotta e di vita, con buona pace della crisi attuale che sta uccidendo qualsiasi grandezza e dignit della nobile arte. (m.fum.)

LARTE DEL RING


dettare da due influenti giornalisti (luno senzaltro Gianni Brera, laltro probabilmente un suo affiliato, Gualtiero Zanetti) la formazione che lo escludeva insieme con Maldini, Altafini e Rivera mentre viceversa comprendeva Maschio e Sormani, in effetti due pupilli di Brera. Pare anche che Sivori abbia subito suonato la diana e messo da par suo in subbuglio il ritiro: solo Altafini verr ripescato al posto di Sormani per una personale esibizione di salti, scatti e piegamenti avvenuta in sala da pranzo e al cospetto dei suoi superiori due ore prima della gara. Ma questa solo lultima simulazione donchisciottesca prima della battaglia vera e propria, laddove pensabile che gli azzurri siano andati in campo relativamente ignari di ci li aspettava. Il silenzio del Cile, a lungo compresso nel risentimento e nel rancore, l esplode in boati a catena, mentre i calciatori in maglia rossa attaccano indifferentemente la palla e le gambe degli azzurri. Listeria si propaga in vibrazioni al diapason, la caccia dei cileni agli oriundi si rivela sistematica tanto che, a rivederli ora nei filmati di youtube , i falli di reazione per cui vengono espulsi Ferrini e David paiono retrospettivamente frutto dello stupore e di una impensabile costernazione. (Brera in tribuna, oppresso dalla rabbia e dal senso di colpa, sta scrivendo il suo pezzo per Il Giorno e parla di pecore matte, vale a dire di calciatori con ogni evidenza drogati: per averlo ribadito a distanza di decenni, perder la causa intentatagli dagli eredi di Giorgio Ferrini). Fatto sta che la partita come tale dura meno di dieci minuti, tanti ce ne vogliono a Sanchez per mettere Maschio ko, a Ferrini per farsi mandar via e allarbitro Aston per lasciarsi sfuggire di mano lincontro. Scrive Facchinetti di quel momento topico: Il duello con Sanchez era iniziato ben presto. Quanderano passati appena pochi minuti dal fischio dinizio, i due avevano gi litigato per un motivo di poco conto. La posizione di un calcio di punizione da battere per la squadra cilena. Larbitro in quella occasione aveva dato ragione a Maschio, e Sanchez per tutta risposta aveva urlato in faccia allargentino: Ti sei sbagliato, lArgentina sta giocando a Rancagua, tu devi andare la! Poco dopo ci fu un episodio che la stampa italiana non raccont: () in una delle prime avvisaglie fra le due squadre, il numero otto dellItalia aveva colpito Sanchez con un pugno, come probabile vendetta alle provocazioni di poco prima. Il pugno, quello del cileno nei confronti di Humberto, giunse soltanto pochi minuti dopo. Il resto troppo noto per dover essere ancora una volta ribadito: lItalia gioca ancora una partita platonica contro la Svizzera vincendola per 2 a 0 e schierando finalmente i giovanissimi Rivera e Bulgarelli (al suo esordio assoluto). Quel Mondiale poi lo vinse il Brasile orbo di Pel, presto infortunato, ma pervaso dal genio di un Man Garrincha allapice della parabola. Gli azzurri tornarono in patria senza essere affatto disturbati e qui venne maledetto il Cile e giustiziato in effigie larbitro Aston. Fu il consueto rituale di un paese che ama autoassolversi in simili occasioni, e ad ogni livello: perci la battaglia di Santiago venne esorcizzata come caso di cronaca nera per essere ascritta a una sinistra congiuntura astrale. I giocatori tornarono al Campionato e alle Coppe, i presunti tecnici ai loro scranni federali. Quanto ai giornalisti, la gaffe catastrofica non imped ad Antonio Ghirelli il prosieguo di una fulgida carriera n lesito infausto della congiura notturna tolse a Gianni Brera lo scettro di pontefice massimo in materia di pedate. Anzi proprio Brera, facciatosta ineffabile, avrebbe continuato a dire per tutta la vita che la squadra azzurra di Santiago 1962 era, per tasso tecnico ed individualit, la pi grande di sempre: purtroppo era vero.

W.C.HEINZ IL PROFESSIONISTA

1933-2012 PUGNI LUCANI

PROMOSSI DOPO LA TRAGEDIA


Abruzzo, spareggio dei play off del campionato di Eccellenza, si sfidano Francavilla e Sulmona, vinceranno questi ultimi per 3-2 dopo i tempi supplementari. Ma non questo limportante. Nelle multe comminate dal giudice sportivo, per entrambe, ci sono gli insulti al funzionario federale presente nello stadio, quindi preso di mira da destra e da sinistra. A testimonianza che come si fa, si sbaglia. Squalifica di 5 anni e preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc per Gerardo Petrolla, dirigente del Borrello (Abruzzo), che prima ha fermato la corsa dellarbitro verso lo spogliatoio con un violento calcio al polpaccio, poi, azzoppatolo e reso inerme, lo ha finito con un terrificante pugno alla nuca. Ricovero in ospedale e denuncia, Petrolla finisce qui. La carta igienica pi cara del mondo in Sardegna, 400 euro per i rotoli tirati in faccia al portiere avversario dai tifosi dellIlvamaddalena. Ben dieci societ siciliane Aurora Rossa, Ciclope Bronte, Citt di Naro, Cus Palermo, Real Adrano, Calcio Vittoria, Tonnaruso, Tonnarello Beach, Acli Arconide e Bonagia SantAndrea sono state sanzionate: malgrado le tragedie avvenute anche di recente e nonostante lobbligo che esiste da anni, non avevano fatto le visite mediche nemmeno a un calciatore. Ora si sa che non avrebbe potuto giocare, non essendo tesserato, il forte Pierluigi Mulattieri sceso in campo con il Santopadre contro lAranova Strangolagalli (prima categoria laziale). Partita persa ovviamente. Due anni di stop per Valerio Neri, difensore del Roma Club Garbatella, per eccesso, come dire, di altruismo. Ha reagito malissimo allespulsione a suo dire ingiustissima di un suo compagno di squadra. Al punto che questultimo quasi aveva accettato il cartellino rosso, Valerio invece no, corso addosso allarbitro e glielo ha strappato di mano; poi quando si visto sventolare verso di lui lo stesso cartellino, non ci ha visto pi: afferrava con violenza larbitro per il collo, impedendogli di respirare, e nel contempo lo sollevava in aria. Come nei cartoni animati. Quattro mesi di squalifica, ma considerando le ferie estive come zero, per Rocco Mastrogiacomo, centrocampista offensivo del Belmonte Antella Grassina (Toscana). Durante la gara contro il Lastrigiana, peraltro vinta per 2-1 in trasferta, ad un certo punto, per protestare contro una decisione dellarbitro scalciava una pozza, provocando il distacco di fango dalla suola della propria scarpa che colpiva ad un occhio il direttore di gara, provocando dolore. Sfortunato. La chiusura per salutare la promozione, in prima categoria ligure, della Monver, la squadra di Monterosso e Vernazza, comuni semidistrutti lo scorso ottobre dal fiume di fango e di acqua. La tragedia, oltre quella civile, fu anche sportiva, nel senso che arriv proprio quando la Monver si trovava in testa alla classifica. Seguirono quasi due mesi di stop forzato, andati persi indumenti di gioco, documenti, campi di allenamento, tutto, la testa ovviamente occupata da cose pi importanti. Ma la voglia di ricominciare stata pi grande e la prima attivit che si cercato di rimettere in moto, stata proprio quella del calcio. Tra alti e bassi la stagione proseguita bene ed terminata con lo spareggio contro lIntercomunale Beverino. Vinto.

Quel romanzo sulla boxe tanto amato da Hemingway


di MICHELE FUMAGALLO

Rocco Mazzola, il gigante buono che ispir Visconti e Delon


di M.FUM.

Il nome di Ernest Hemingway, l'autore di tante pagine memorabili sulla letteratura d'azione, fa capolino per il giudizio lusinghiero che diede del romanzo del 1958 di W. C. Heinz, Il professionista, che l'editore Giunti ha dato da poco alle stampe (pagine 368, euro 12). E' l'unico bel romanzo sulla boxe che abbia mai letto, disse l'autore di Cinquanta bigliettoni ( nei 49 racconti), la mitica storia del pugile che scommette contro se stesso. E mai giudizio ha resistito benissimo al tempo come questo. Perch davvero Il professionista un'opera che si legge tutta d'un fiato, densa di dialoghi secchi, apparentemente privi di risvolti psicologici, mentre invece l'intimit dei personaggi viene fuori in modo superbo quanto pi l'autore evita ogni forma di psicologismo, intrecciando racconti e storie di Eddie Brown, il pugile che si prepara al suo incontro decisivo, del giornalista Frank Hughes protagonista principale della storia che tallona passo dopo passo il suo pugile per preparare sul campo l'articolo col ritmo di un detective privato di molti romanzi noir, di tutto lo staff che ruota attorno al campione, a partire da Doc Carroll, manager di Eddie. Il romanzo segue il mese di allenamento prima del combattimento per il titolo. Un mese in cui si racchiude tutta una vita di attese e speranze, di delusioni ma anche di rapporti umani. Ma assaporiamo la prosa di Heinz: Non ricordo pi la prima volta che incontrai Doc Carroll, ma ricordo la sera in cui vidi per la prima volta Eddie Brown. Ero a Pittsburgh a fare delle ricerche per un articolo, era luglio inoltrato e c'era una serie di incontri all'aperto al Forbes Field. Era stato caldo e umido per giorni, ma circa a met pomeriggio era arrivato un temporale che aveva oscurato la citt e la luce del giorno, squarciando l'aria con lampi che sembravano i colpi di un'enorme mannaia. E ancora, sull'aspetto pi delicato del rapporto tra violenza e male che ha incanalato per anni il dibattito sulla boxe nel vicolo cieco del moralismo, Heinz mette in moto

dialoghi magnifici (Per vincere l'incontro dovrai fare all'altro pi male di quanto ne far lui a te. Ti piace fare del male agli altri?. No. Non cos che vedo la boxe. Voglio sconfiggerlo. Tutto qui). Wilfred Charles Heinz (1915 2008), giornalista sportivo americano, che ha al suo attivo altri romanzi tra cui MASH (Robert Altman ne ricaver un memorabile film) scritto con uno pseudonimo a quattro mani, ci ha dato uno spaccato del mondo della boxe da cui non si pu prescindere, una scrittura che non si dimentica. Un romanzo da cui potrebbe ripartire un dibattito autentico su letteratura e boxe, e sui suoi miti fondanti a partire da quello popolare. E cos non pu mancare in questa breve recensione una delle pagine pi superbe di Heinz sul rapporto tra la folla e il suo idolo prima della discesa in campo: Quando scendemmo dal taxi sul marciapiede sentii tutta la tensione che dominava la folla. Invisibile, intoccabile, ovunque e da nessuna parte, fragile eppure capace di intrappolare ogni cosa. L'avevo sentita in una divisione di fanteria prima dell'attacco, nei testimoni prima di un'esecuzione, nell'aula di tribunale prima del verdetto, in una famiglia prima dell'attimo della morte. Che dire? Certo sarebbe bello che la boxe ritornasse ad essere luogo di sport autentico, che significa in questo caso difficile, e la letteratura riprendesse a tesserne il mito con il coraggio di una scrittura appassionata e controcorrente.

Vi fu un'altra trasposizione onomastica rilevante e impressa nella pellicola: il nome del campione della boxe degli anni cinquanta, il potentino Rocco Mazzola. Balzato agli onori della cronaca, dovette imporsi all'attenzione di Visconti sia per la provenienza geografica sia per la pratica sportiva, imprescindibile condizione creativa, indicata dal regista fin dalla sua prima idea del film. Rocco Mazzola, lucano e campione di pugilato, cos come sar nello svolgimento della trama Rocco Parondi, conferm in qualche misura la scelta del nome. La sua brevissima ma importante apparizione nel film fu l'omaggio che il regista rese al mondo della boxe in generale e al campione in particolare ed insieme il segnale di un nome a forte connotazione etnica, che fa tutt'uno con la percezione della morfologia fisica ed etica dei lucani che avevano sviluppato gli altri, i cittadini milanesi. Cos scrive Teresa Megale nell'introduzione al catalogo della mostra del 2003 dedicata alle foto inedite del sopralluogo in Lucania di Luchino Visconti per le riprese del prologo (che venne poi cancellato in sede di definitiva sceneggiatura) di Rocco e i suoi fratelli. E fu subito ricerca del protagonista di quel mito pugilistico. Non c' stato tempo, allora, di sapere cosa pensasse Rocco Mazzola, campione dei medi e massimi nella seconda met degli anni cinquanta, ispiratore del protagonista del film (Alain Delon nella pellicola), di questa affermazione della scrittrice americana Joyce Carol Oates sulla boxe: E' la quintessenza della lotta umana non solo contro un avversario, ma anche contro il proprio io diviso. Non ci fu allora e non ci sar pi. Mazzola se n' andato il 17 marzo scorso a 79 anni, lasciando la sua azienda a cui aveva dedicato tutta la vita dopo l'abbandono della boxe, a testa alta per uno che era cresciuto a pane e pugilato fin da ragazzo, agli inizi degli anni 60, per una fragilit della mano sinistra le cui dita si rompevano come un grissino. Non c stato il tempo neanche di fargli leggere questo passaggio de Il

Un ricordo dellex campione anni 60 scomparso lo scorso marzo. Un emigrante dalle dita fragili che diede il nome al film Rocco e i suo fratelli
professionista proprio sulle mani dei pugili: Le mani sono gli strumenti di lavoro del pugile. Deve prendersi cura dei suoi attrezzi. Se un pugile si rovina le mani non pi niente. Ho visto tanti bravi pugili mollare per le mani rovinate. Rocco Mazzola aveva reagito bene a questa sua fragilit. Ne parlava con ironia. Ma aveva anche un grande orgoglio per il lavoro che era riuscito a creare per tante persone nella sua azienda di gas. La sua storia la stessa del Rocco Parondi viscontiano. Era un emigrante. Il suo talent scout potentino lo port nei tornei regionali dove ebbe successo e quindi si trasfer a Varese dove crebbe sul piano atletico. Agli inizi della carriere vinse insieme, caso pi unico che raro, il titolo italiano dilettanti nei medio massimi e nei massimi seguito poi dagli stessi titoli nei professionisti. Il suo mito ricalcava allora quello dell'emigrante che aveva sfondato e che iniziava la sua ascesa europea. Che si ferm per a Dortmund, dove fu sconfitto proprio per il titolo continentale, con un verdetto giudicato da tutti scandaloso. Ma il suo handicap mordeva e Rocco ebbe la saggezza di rinunciare e ritirarsi, senza mai dimenticare la boxe (e anche quell'episodio cinematografico) ma anche senza farsi trascinare indietro dai ricordi. Su di lui ha scritto un capitolo interessante nel libro sulla boxe lucana Altri pugni di speranza, Pino Gentile, che ricorda cos Mazzola: Era soprannominato il gigante buono per la sua mole ma anche per il suo modo di fare, insieme generoso e taciturno. A volte diventava per questo scontroso, ma ha lasciato sempre un grande rimpianto nell'ambiente pugilistico. Ora conviene per, come hanno promesso le istituzioni, che il ricordo di Rocco venga sviscerato nel modo completo della boxe intrecciata al cinema, un'arte che incontr per caso e che ebbe in Visconti il demiurgo capace di leggerne il mito ben al di l della pubblicistica sportiva spesso incapace di lasciare tracce. Alain Delon in Rocco e i suoi fratelli. In alto la copertina di The Professional. Nella pagina a sinistra le foto di Cile-Italia 1962

Esce finalmente anche in Italia un libro del 1958 dellautore di MASH. Unoccasione per riaprire il dibattito su boxe e letteratura

(16)

ALIAS 2 GIUGNO 2012

SOTTOSCRIZIONE PER IL MANIFESTO

CHIARA BAIMA POMA

DODICI ZITTI NO!

Giovanissima artista atleta dello stile un talento sicuro


CHIARA BAIMA POMA Il giorno pi bello (Il tetto mi mise al mondo) 21 cm x 29,7 cm - tecnica mista (acrilici, acquerelli, stampe fotografiche) euro 350

di LUCIANO DEL SETTE

A dispetto della sua giovane et, soltanto ventidue anni, Chiara porta con s, in ci che fa, nella sua vita, una piccola storia quasi di altri tempi. Il sogno di alimentare la passione per il disegno, nata quandera bambina e che gi rivelava talento, la spinge a lasciare Cuorgn, territorio del Canavese, Piemonte, dove nata, per i banchi del Liceo Artistico di Torino. Qui incontra una professoressa, ogni tanto si vedono ancora, alla quale non sfugge che in quella ragazzina si nascondono capacit e istintivo creativo in grado di andare ben oltre la semplice e meccanica esecuzione di unopera. La prof segue Chiara, la sprona, la aiuta a far emergere carattere e fantasia per trasporli nei suoi lavori. Al termine del cammino liceale, il passo successivo conduce oltre lingresso dellAccademia. Ma, ricorda Chiara, ho frequentato lAccademia di Belle Arti soltanto per due anni. Non era il suo aspetto istituzionale che mi interessava. Non la laurea. Ho semplicemente tratto da questa esperienza tutto ci di cui avevo bisogno: apertura mentale, curiosit, creativit e nuove amicizie. Al di l delle lezioni e degli esami, dunque, la ragazza che per il manifesto ha messo su carta unopera dal lungo e poetico titolo, si sente particolarmente attratta, in quel periodo, dallarte concettuale e contemporanea. Anche se, in parallelo, continua a coltivare linteresse per lillustrazione pura attraverso la realizzazione di fumetti. Quando lascia lAccademia, Chiara chiude definitivamente la porta figurativa classica. E apre quella di una sana e meditativa confusione. Ho passato un periodo di stallo, durante il quale mi interrogavo spesso su quale fosse il mio stile. Lho capito nel momento in cui non me lo sono pi chiesto. Avere uno stile imposto, era uno schema che mi precludeva infinite possibilit. Ora esploro, tutte assieme, la pittura, lillustrazione e la fotografia; cerco di essere aperta a tutto ci che in passato avevo rifiutato per lesigenza di far parte di una determinata cosa e basta. Queste esplorazioni, i cui orizzonti compaiono annunciati soltanto da segnali e da idee, Chiara le sta compiendo in coppia con un ragazzo. Partecipano luno ai lavori dellaltro, mischiano le competenze di ciascuno. Cerchiamo i giusti modi per realizzare progetti che abbiano un impatto concreto sulle persone. La rotta scelta, almeno a giudicare da questa pagina, promette molto bene.

COME ACQUISTARE
Acquistare questa e le altre opere che presenteremo nei prossimi numeri semplice. Se sei interessato manda una email a campagnacquisti@ilmanifesto.it scrivendo nome, cognone, indirizzo e numero di telefono al quale vuoi essere richiamato. Sarai ricontattato nel pi breve tempo possibile e ti saranno forniti i dati bancari per lacquisto. Una volta ricevuto il bonifico ti spediremo la tavola. Non si tratta di unasta: chi fa lofferta per primo si aggiudica lopera. I fondi raccolti saranno trasformati in abbonamenti per scuole, fabbriche, carceri o associazioni culturali.

PER VISIONARE TUTTE LE OPERE IN VENDITA VEDI: www.ilmanifesto.it/dossier/senza-fine/alias-per-zitti-no/

Anda mungkin juga menyukai