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SHAWN CARRIE TIMUR BEKMAMBETOV CECILIA MANGINI MORETTI WALSH GIUSEPPE BERTOLUCCI FRONTMAN ROCK NAPOLI ANTI-CRISI LE ORIGINI

DEL CALCIO WIMBLEDON


MUSICA ARTI OZIO
SUPPLEMENTO SETTIMANALE DE IL MANIFESTO SABATO 23 GIUGNO 2012 ANNO 15 N. 25

NANNI RUGGENTI

LA XLVIII MOSTRA DEL NUOVO CINEMA DI PESARO RENDE OMAGGIO ALL AUTARCHICO CHE DISSE ALZATI E CAMMINA! A UNINDUSTRIA MORENTE

TEORIA

di MARIUCCIA CIOTTA

Corpi perduti: perversione e metamorfosi del cinema

Il Corpo senza Organi, in fondo, proprio il Corpo cinematografico, ultimo orizzonte in cui si perde il corpo organico, abitato dagli spiriti malvagi temuti da Artaud, che sogna di farsene uno nuovo, sottratto alla schiavit degli Organi. Il cinema abitato da fantasmi, secondo il viaggio meraviglioso di Alessandro Cappabianca Alla ricerca del corpo perduto (Bulzoni Editore, pag. 162, 16 euro), sottotitolo Perversione e metamorfosi del cinema, ci

conduce non solo all'estremo limite dell'attore di pixel, ma dentro ogni presenza in carne e ossa che lo schermo dissolve e muta in ombra. Attore posseduto da un io molteplice e dai tanti sessi, che giocano a rimpiattino in un continuo andirivieni, travestimenti obliqui, identit svanite, tanto da suggestionare la filosofa americana Donna Haraway che coni la teoria del cyborg. L'ibrido, l'organismo cibernetico contro la dualit uomo/donna, l'essere e la macchina. Il libro va a caccia di bambole e automi, statue e spettri

disseminati dovunque, dal cinema classico a quello di oggi, e svela l'angoscia del regista di fronte all'impressione di irrealt del suo film, che vorrebbe vivo, capace di intromettersi nella realt. Ma proprio quel baluginare dello schermo, il chiarore spettrale proiettato nell'al di l della sala buia ad essere sostanza, a materializzare un super-corpo come quello di Jack, il marine paralitico che conquista il suo Avatar potente, dove sfuma, fino a rendersi puramente convenzionale, ogni distinzione tra originale e avatar. Un corpo, quello

del cinema, che pu essere colpito, ferito, provare dolore, morire, strappando cos al corpo reale l'ultima delle sue prerogative. Cappabianca ci offre un'imperdibile collezione di automi sofferenti... Carmelo Bene e l'attore del malessere, le Marionette di Hoffmann nello sguardo di Powell e Pressburger, le metamorfosi disneyane, la bambola di Kokoschka e ogni altra bambola perversa, fatta di legno, di pezza, di cartapesta, di celluloide. Di cera... dagli occhi rovesciati sul bancone dell'artigiano, quel Re delle bambole

di De Amicis, che ci guardano e invece di denunciare chiaramente la loro natura artificiale, ci rimproverano sbarrati e dolenti. lo sguardo di Motoko di Ghost in the Shell, creatura umana imprigionata in un'armatura super-sessuata alla quale negato lo statuto di persona. O quello di David, il mecha di A.I. coniato da Spielberg, il pi disperato perch, non si ama ci che ci sopravviver incorrotto in eterno. Ed il destino del cinema che amiamo e che non ricambia il nostro amore, relegato com' nel suo corpo di luce.

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ALIAS 23 GIUGNO 2012

ISLAM, ISLAMISMO, MARTIRIO E MISCREDENZA

OCCIDENTE ORIENTE

TUNISIA, DEMOCRAZIA E ISLAMISTI


Senza Sidi Bouzid sarebbe stata immaginabile. Ma la coraggiosa mostra darte di La Marsa, quartiere elegante di Tunisi, che ha finalmente scodellato le prime elaborazioni formali sui nodi forti e ingombranti dellimmaginario maghrebino e dunque sul rapporto tra fede e modernit, dogma e scienza sperimentale, e sulle contraddizioni aperte dal passaggio del paese da una chiusa societ agricola a una civilt metropolitana, fondata sulla famiglia mononucleare e sulla parit uomo-donna, stata aggredita da squadracce di salafiti al gridi di miscedenti!, a mala pena fermate dalla polizia. Ma il governo islamista-moderato ne ha approfittato per chiudere la galleria, in nome della sensibilit della maggioranza dei tunisini. Ma come potr garantire la sensibilit della minoranza?

Republique islaique de Tunisia, lironico titolo di uno dei quadri esposti in occasione della mostra La primavera delle arti che ha scatenato la furia dei salafiti con tanto di condanna a morte degli artisti e di assalto del palazzo Abdellia, sede della mostra . Tra gli artisti pi presidi mira Mohamed ben Slama Abdellia

Blasfemia, struttura global dellinsulto


importanti apostoli. Il Cristianesimo nato con il sospetto di blasfemia e perci stato perseguitato e sospinto nella sua missione invocando l'umanit martoriata di Cristo come mistero di un dio che presto, in tempi vicinissimi, avrebbe dovuto porre fine ad ogni martirio, e che, sino ad oggi non lo ha fatto. Al posto del regno di Dio arriv la chiesa, che malgrado ogni persecuzione si propag in tutto il mediterraneo e che addirittura venne proclamata religione di stato dall'Impero Romano poco prima del suo crollo. Nel corso di questa storia fortunata la croce, da simbolo di un'umanit martoriata, si trasformata in un segno trionfale. In questo segno vincerai, avrebbe detto in sogno una voce a Costantino, e proprio prima della battaglia con il suo rivale. Cos l'annunzio scandaloso della croce veniva reinterpretato in maniera non meno scandalosa. Grosz lo traduce in un linguaggio figurato al passo con i tempi. La maschera antigas come emblema della guerra mondiale e come oggetto che non permette al crocefisso nemmeno di urlare l'antico Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato? (Matteo 27:46), grido sostituito dalla laconica didascalia: Bocca chiusa ed obbedire. Il che da vedere piuttosto come teologia della croce nel XX secolo, che come blasfemia. Ma se, tuttavia, tanti contemporanei hanno visto questa immagine solo come vera e propria offesa ai loro sentimenti religiosi, questo atteggiamento mostra quanto sia oscuro il capitolo relativo ai sentimenti religiosi. Essi infatti non cadono dal cielo, ma si formano mediante un processo lungo e complesso. All'origine ci fu uno shock naturale che deve aver tanto permeato il sistema nervoso degli ominidi del Paleolitico da far loro inventare delle tattiche infantile la sua terrifica sfida alla natura, la quale ultima non ha la stessa urgenza del capitalismo turbo/finanziario: per la natura tutto ci appare effimero, essa lavora sul lungo periodo. Per quali vie il cristianesimo ha ottenuto che i fedeli, alla fine, non potessero fare altro che inginocchiarsi davanti all'altare, accettare la sacralit della trinit e accogliere l'ostia con un brivido di tremore solo grazie alla parola? O non piuttosto anche con gli orrendi esempi proposti per chi non accettava in pieno reazioni di quel tipo? Oggi, per molti fedeli, l'Inquisizione non appare pi come vero cristianesimo. Ma il suo contributo all'introiezione di quella fede, che ora non si ricorda pi di lei, stato inestimabile. La lezione che derivava dai roghi fumanti degli eretici ha lo stesso peso, nell'educazione dei cristiani alla devozione, delle prediche edificanti e della carit. Quando il cristianesimo era all'apice del suo potere e s'imponeva a tutti come un'unica istanza salvifica, offendere la religione era considerato un vilipendio alla pi alta verit. Si veniva esclusi dalla cristianit, quando non addirittura dalle regole basilari della vita civile borghese. Invece, in una societ borghese fondata sulla libert religiosa, concessa non pi a un solo credo, il contenuto della blasfemia perde i suoi contorni tradizionali. Non pi la verit religiosa a dover essere protetta, perch essa non attiene pi a un solo credo, ma ogni sentimento religioso ha eguali diritti, quale che sia il suo contenuto. L'articolo 166 del codice penale tedesco punisce il vilipendio di confessione, comunit religiosa o fede, quando esso turbi la quiete pubblica. Anche in una societ che lascia liberi i cittadini di professare il loro credo, la blasfemia un fatto oggettivabile, ma il criterio con cui si misura chi si sente offeso del tutto soggettivo. Il cosiddetto sentimento religioso dovrebbe essere ridotto come direbbe Kant a una certa generalit soggettiva. .. La legge non verifica in che modo un gruppo ottenga lo stato di comunit religiosa o di gruppo di opinione. La legge riconosce ogni sentimento religioso che abbia una qualche generalit soggettiva. Non fa differenza tra oppressi e offesi che ci hanno rimesso in dignit. La societ mercantile pluralista protegge ogni follia che riesca ad aggregare fedeli, basta che non tocchino i suoi principi costituzionali. Nel regno della libera concorrenza dei sentimenti religiosi, nessuno deve sentirsi offeso... Ora si discute tra infedeli di una caso di vilipendio. Una rivista danese ha pubblicato caricature di Maometto. Altri le hanno riprese. Nel mondo islamico ci ha provocato sdegno, desiderio di vendetta, attacchi a istituzioni occidentali e quindi la necessit di ridefinire i limiti di blasfemia, libert di stampa e di credo. L'occidente questa la cifra di tutti quei paesi da cui si espansa la globalizzazione, quando ancora non si chiamava cos. Il suo primo atto fu la conquista di altre parti di America, Africa e Asia con grandi genocidi ed il saccheggio di materie prime. Solo l'importazione massiccia di oro, argento, cotone, zucchero, caff, caucci e petrolio da questi paesi ha costituito la base materiale per quello che l'occidente oggi e cio il luogo di fondazione della societ borghese-capitalista il cui modello economico ha, nel frattempo, trionfato ovunque. In ogni dove esso ha disattivato le strutture premoderne e imposto i suoi imperativi: il mercato mondiale non il risultato di una scelta democratica, ma di vittorie militari e di costrizioni economiche... Questo vale anche per i paesi musulmani. Tra tutte le culture non occidentali quella islamica ricopre una posizione particolare perch si trova in una precaria vicinanza col mondo occidentale, anche solo geografica... E poi l'Islam stato per un buon millennio, il pi feroce rivale del cristianesimo. In un punto l'Islam si differenzia nettamente da cristiani ed ebrei. Questi ultimi hanno iniziato dal basso, gli ebrei popolo subalterno, fuggito felicemente allo strapotere egiziano, i cristiani come minoranza perseguitata e priva di potere. Invece l'Islam ha fatto un suo ingresso trionfale nel mondo sin dall'inizio... La vittoria dell'Islam venne pensata come un tutto militare e politico. E il successo gli d ragione. Sei anni dopo la morte di Maometto l'Islam conquistava Gerusalemme, e appena un secolo dopo le sue truppe erano gi arrivate nel sud della Francia. Dal che non si deve dedurre che l'Islam abbia un fondo bellicoso ed il cristianesimo sia invece pacifista. Il livello di tolleranza concesso ad Ebrei e Cristiani nei califfati medioevali, fu

SALAFITI
particolari per superarlo e cio: ripetere l'orrore. Non esiste cultura umana che non abbia inizio con offerte sacrificali. Nella singola vittima sacrificale la collettivit riviveva la violenza traumatizzante della natura che la perseguitava e, con la sua continua ripetizione, sperava di privare l'orrore del suo carattere terrifico. Il rituale del sacrificio si snoda secondo la logica di una traumatica coazione a ripetere. Sono trascorse decine di migliaia di anni prima che le prime diffuse e spontanee ripetizioni si codificassero in sacrifici ritualizzati .. affinch rituale, contenuti religiosi e di culto vengano visti come qualcosa di naturale, connaturato, congenito a tutta l'umanit, necessario un processo di sublimazione e di disciplina lunghissimo e inimmaginabile per la la mentalit odierna. Nell'incredibile accelerazione degli ultimi eventi crisi del capitalismo liberale ed esplosioni bellico/mediatiche il discorso di Trcke un esplicito discorso sulla guerra, che si lascia alle spalle l'armamentario rugginoso di von Clausewitz per colpire ocn la forza immateriale dell'Information tecnology, con il linguaggio, col segno e con il simbolo, e produce cos il quesito: la guerra del futuro si combatter sui Media ed in rete o sul terreno? L'apparato dell'insulto di massa e della Blasfemia viene cos completamente integrato nella forma bellica, la teologia interamente sussunta nelle nuove macchine da guerra. Dagli antichi rituali alla contemporaneit la cultura antropologica del dominio militare dunque identico. Ma tanto enorme la potenza delle armi e la sua forza mediatica, quanto perdente e psicologicamente

di PAOLO LAPPONI

Christoph Trcke un autore senza dubbio assai scomodo, una sorta di spina nel fianco, un eretico della cultura ufficiale tedesca (enon solo) degli ultimi vent'anni; la sua sferzante critica si rivolge a tutto campo verso i dogmi della societ europea ed occidentale, verso una Germania che non mai andata fino in fondo nell'opera di condanna culturale e concreta del nazismo. Christoph Trcke peraltro era noto fino ad oggi in Italia solamente per due titoli: Violenza e tab. Percorsi filosofici di confine, Garzanti, 1991, e Sesso e spirito. La filosofia nella guerra tra i sessi, Il Saggiatore, 1995. di tre mesi fa la pubblicazione italiana del suo testo La societ eccitata - Filosofia della sensazione, Bollati Boringhieri, 2012, tradotto e pubblicato peraltro con ben 10 anni di ritardo essendo uscito in Germania nel 2002 con il titolo originale Erregte Gesellschaft Philosophie der Sensation. Un pi recente saggio fu scritto da Christoph Trcke sull'onda delle polemiche suscitate dalle famose vignette satiriche su Maometto dei disegnatori danesi Franz Fuchsel, Claus Seidel ed altri, uscite sul Jillands Posten nel 2005. Il saggio di Trcke, fu pubblicato nel giugno 2006 con il titolo Blasphemie - Zur Struktur massenwirksamer Beleidigung, ovvero: Blasfemia - Sulla struttura dell'insulto a grande impatto collettivo e di esso manca a tutt'oggi una traduzione in italiano. Riporto in questa nota alcuni ampi stralci di questa densa riflessione dell'autore tedesco, per sottolinearne la sua estrema attualit nel contesto della Cultura Occidentale e dei suoi endogeni, pericolosi e contraddittori percorsi bellici di natura ideologica/religiosa e di grande impatto mediatico. Cristo sulla croce, con la maschera antigas e il bussolotto per i dadi; la parte trasversale della croce spezzata alle estremit; la mano sinistra di Cristo schiodata dal legno regge una piccola croce con la scritta Bocca chiusa e obbedire. Questo disegno valse a George Grosz, nel 1928, il famoso processo per blasfemia.

Blasfemia, significa letteralmente insultare, ma in questo caso nel senso pi grave, e cio ingiuriare riti e convenzioni ritenute intoccabili da un'intera comunit. In particolare quando si offende la religione. Ma quella di Grosz era stata veramente un'offesa al Cristianesimo? Basta sfogliare solo qualche testo della teologia della guerra Il cristianesimo un servizio militare nel quale compreso anche il sacrificio della propria vita. Cristo venuto per scacciare dal suo regno Satana, 'principe del mondo' . La morte sul campo di battaglia pu essere assimilata alla gloria e ai valori di un martirio. L'uomo coraggioso deve resistere e perseverare. Cos il gesuita tedesco Christian Pesch, nel 1915 interpretava il passo di Matteo 10:22: chi perseverer sino alla fine sar salvato. Cos avrebbe potuto parlare anche un protestante od un francese. La teologia della guerra all'epoca era unanime, ecumenica ed internazionalmente a favore della morte in battaglia, tesa a spingere le nazioni cristiane dell'occidente a massacrarsi vicendevolmente in nome del dio che invocavano come protettore. Il controverso disegno di Grosz un Sismogramma della prima guerra mondiale, un moderno Cristo dotato di maschera antigas e dadi: Grosz non ha fatto altro che rappresentarlo. Inchiodato alla croce, con una croce pi piccola nella mano sinistra, protesa come ad evocare presenze invisibili per liberarlo da quella maschera. Ci restituisce alla croce cui appeso un po' del suo carattere di antico strumento di tortura e di morte, carattere che la croce simbolizzata sugli altari o nelle mani del sacerdote ha gi perso da tempo. Fare di un crocifisso strumento utilizzato dai romani per i delitti capitali non solo il salvatore divino, ma anche il re di Israele: questa stata la vera mostruosit del cristianesimo originario, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani (Corinzi 1:23), come dice Paolo il quale, come noto, inizialmente avvers la novella della forza redentrice di un crocefisso ritenendola una blasfemia, prima per di divenirne uno dei pi

Blasfemia, sulla struttura dell'insulto a grande impatto collettivo. Un saggio di Christoph Trcke sulle vignette satiriche danesi contro Maometto e relative reazioni

ALIAS 23 GIUGNO 2012

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GERENZA
Il Manifesto direttore responsabile: Norma Rangeri vicedirettore: Angelo Mastrandrea Alias a cura di Roberto Silvestri Francesco Adinolfi (Ultrasuoni), Matteo Patrono (Ultrasport) con Massimo De Feo, Roberto Peciola, Silvana Silvestri redazione: via A. Bargoni, 8 00153 - Roma Info: ULTRAVISTA e ULTRASUONI fax 0668719573 tel. 0668719549 e 0668719545 email: redazione@ilmanifesto.it web: http://www.ilmanifesto.it impaginazione: ab&c - Roma tel. 0668308613 ricerca iconografica: il manifesto Alcuni quadri della mostra La primavera delle arti esposti in una galleria nel quartiere di La Marsa, a Tunisi, attaccata dai salafiti; vignette satiriche su Maometto e a pagina 2 un Cristo crocifisso di George Grosz concessionaria di pubblicit: Poster Pubblicit s.r.l. sede legale: via A. Bargoni, 8 tel. 0668896911 fax 0658179764 e-mail: poster@poster-pr.it sede Milano viale Gran Sasso 2 20131 Milano tel. 02 4953339.2.3.4 fax 02 49533395 tariffe in euro delle inserzioni pubblicitarie: Pagina 30.450,00 (320 x 455) Mezza pagina 16.800,00 (319 x 198) Colonna 11.085,00 (104 x 452) Piede di pagina 7.058,00 (320 x 85) Quadrotto 2.578,00 (104 x 85) posizioni speciali: Finestra prima pagina 4.100,00 (65 x 88) IV copertina 46.437,00 (320 x 455) mercantile e ai suoi tragici e feroci integralismi. Mentre si assiste al rapido compattarsi di nuovi blocchi di contrapposizione globale e di armamenti, ha senso da parte dell'Europa abbandonare per la caricatura quell'area della fertile mezzaluna che stata Mediterranea fin dai tempi di Babilonia? Ha senso che le tre grandi religioni condizionino ancora e tragicamente i comportamenti politico/sociali, rinunciando alle radici comuni e multipolari di una possibile, ricca ed inedita cultura Euro-Mediterranea? Se i nostri confini di levante, sono sempre stati segnati dal grande fiume Indo, oltre il quale l'Estremo Oriente, la domanda preoccupante diventa cos: oggi che la crisi inesorabile del mercato globale avanza a gran velocit; oggi che lo stesso mercato capitalista appare fuori controllo, quale peso, quale rischio, quale pericolo, quale mina vagante si ammanterebbe delle isteriche ed ironiche vestigia della Blasfemia? Se ne preannunciano gi i segnali, nel tragico sviluppo delle primavere arabe: con evidente soddisfazione e con il sorriso del vincitore degli strateghi d'Occidente; con una smorfia carica di rancore dei suoi vecchi, e soprattutto nuovi, alleati mediorentali. (traduzione dall'originale tedesco di Vanda Perretta) stampa: LITOSUD Srl via Carlo Pesenti 130, Roma LITOSUD Srl via Aldo Moro 4 20060 Pessano con Bornago (Mi) diffusione e contabilit, rivendite e abbonamenti: REDS Rete Europea distribuzione e servizi: viale Bastioni Michelangelo 5/a 00192 Roma tel. 0639745482 Fax. 0639762130 abbonamento ad Alias: euro 70,00 annuale versamenti sul c/cn.708016 intestato a Il Manifesto via A. Bargoni, 8 00153 Roma specificando la causale

molto superiore di quello dei dignitari cristiani contro i mussulmani. L'Inquisizione un'invenzione cristiana. L'Islam non aveva bisogno di un sistema astuto e sostenuto dalla tortura per il controllo delle anime, essendo incline ad una dominazione pi generosa, anche se ferma. L'autostima islamica cos vitalmente legata all'idea di vittoria, da rendere difficile distinguere sconfitta politica e offesa religiosa. E ora, e proprio dall'occidente prodotto del cristianesimo, fa il suo ingresso nel mondo islamico una forza astratta che va in giro come un fantasma nichilista, ma con l'energia concreta di rovesciare ogni condizione di vita e infatti ha trionfato, non solo esteriormente, sugli eserciti di Allah. Questa forza il mercato globale capitalista, le cui regole fanno ormai parte della vita quotidiana anche dei mussulmani pi osservanti, non solo di quella professionale ma anche di quella spirituale. Da ci derivano le pi disparate, bizzarre e ambivalenti reazioni: i mullah che sono contro l'Occidente ma a favore dei mezzi di comunicazione tecnologici che l'occidente ha introdotto e che sono tanto efficienti nella lotta contro lo stesso occidente, giovani che sono pro Nike e Coca Cola ma contro

l'America; donne velate al volante di macchine veloci o ai piani alti di grandi aziende; e tanta altra gente comune che assume modi di vita pi o meno occidentali, senza capire bene se li devono sentire come propri o come un'imposizione. Il mondo islamico non un blocco omogeneo e cos si sono avute le pi diverse reazioni alle caricature danesi. (...)In tutti i paesi in cui i capi religiosi hanno spinto la popolazione a non tollerare le offese al profeta, si sono verificate manifestazioni di rabbia collettiva, devastazioni di edifici, morti e feriti. Lo sdegno era stato fomentato: una vera e propria isteria di massa...In generale l'isteria ha due volti. Il sintomo del dolore diverso dalla sua vera causa, ma deve avere una qualche somiglianza con la stessa, altrimenti non potrebbe assumerne il ruolo vicario. Sentirsi feriti dalle caricature nella propria identit di mussulmani non il segno di una sofferenza per una politica che limita i diritti civili, posti di lavoro o

generi alimentari. Al contrario, ci si sente molto pi offesi da qualcosa di molto pi importante di qualche caricatura, e cio dal trionfo pi grande delle esportazioni occidentali: il mercato capitalista ed i suoi contorni democratici. Tanto meno si pu ammettere questa vittoria, quanto pi si partecipa in prima persona a questi scambi, ci si abitua a modi di vita occidentali, prescindendo quale atto di accusa ci significhi per il Corano, per la Sharia e per le pretese di vittoria dell'Islam. Tutto questo venuto alla luce dalle caricature. In s esse sono una cosa da niente nei paesi islamici dove le pi vergognose caricature degli ebrei, cio il disegnarli in divisa nazista, sono all'ordine del giorno. Ma il punto delicato nella questione delle caricature un altro: gli occidentali hanno fatto quello che i mussulmani anche i pi distanti dal loro profeta non avrebbero mai fatto. Con un paio di tratti di penna ed

istantaneamente hanno ancora una volta messo in evidenza la completa vittoria dell'occidente. questo sorriso del vincitore quello che offende di pi. Offende anche molti mussulmani liberali che hanno biasimato tutte le reazioni isteriche delle masse. Anche per i pochi liberali la lettura dello slogan Morte all'occidente diventa invece: Morte all'occidente dentro di noi. Le caricature hanno stimolato anche la cattiva coscienza di non essere ormai da tempo immuni dal contagio occidentale e l'odio per l'occidente in buona parte odio di se stessi indirizzato verso un oggetto esterno. Le caricature sono uno sberleffo del vincitore, pi imperiale che sovversivo. Con occhio sempre attento alla societ eccitata dagli strumenti mediatici, Christoph Trcke affonda dunque la lama nella piaga aperta delle tre grandi religioni monoteiste, tutte e tre legate fortemente alla storia della civilt occidentale, alla societ

In copertina: Nanni Moretti nel suo documentario Il giorno della prima di Close up

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ALIAS 23 GIUGNO 2012

IL MOVIMENTO

foto delloccupazione di Duarte square

ALIAS 23 GIUGNO 2012 FANTAFESTIVAL


La trentaduesima edizione del Fantafestival si tiene a Roma, alla Casa del Cinema e al cinema Trevi fino al primo luglio con grande spazio ai filmmaker di genere indipendenti, una rassegna su cinema e musica nel cinema fantastico italiano, film inediti, anteprime e unampia rassegna di cortometraggi. Stasera: La montagna del dio cannibale, Una serata con gli alieni, Larrivo di Wang dei Manetti bros (al centro culturale Elsa Morante), Finch morte non vi separi. Tra i film di domenica 24, Casa del Cinema, sala Kodak, ore 18 Undertaker (di Naoyashi Kaduamatsu, Giappone 2012. Luned 25 al Centro Culturale Elsa Morante, ore 19, tavola rotonda Lo stato dell'arte sul fumetto e letteratura di genere fantastico in Italia. Tra gli appuntamenti gioved 28 giugno alle ore 18 (Sala Kodak) tavola rotonda: Filmmaker di genere Che prospettive per il cinema fantastico indipendente? con interventi di Stefano Bessoni, Gianluigi Perrone, Donatello Della Pepa, Michele Malfetta, Juan Martinez Moreno, moderatore: Alberto Ravaglioli. Si chiude domenica 1 luglio con la cerimonia di premiazione e chiusura, a seguire Iconico & fantastico: cinema narrato-cinema suonato, performance interdisciplinare Regia di Pier Luigi Manieri e Adelmo Togliani, esecuzioni live: Mats Hedberg, Pier Luigi Manieri e Adelmo Togliani e, in anteprima alle 22.30 La cosa di Matthijs van Heijningen jr, non senza aver visto prima in sala Kodak alle ore 18 Reazioni a catena (ecologia del delitto) di Mario Bava (1971)

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Anniversario: Occupy Wall Street


Trinity Church ha vinto la causa contro gli attivisti che occupavano Zuccotti park. Shawn Carri ci racconta le fasi dello scontro
Abbiamo ricevuto solo risposte vaghe, ci veniva detto che non era proprio in loro potere decidere e che per sapere qualcosa avremmo dovuto chiedere alla Lmcc (Lower Manhattan Cultural Council, un consiglio di zona attento agli eventi culturali della parte bassa di Manhattan). La Lmcc a sua volta quando ci siamo presentati da loro per chiedere l'uso del parco ci ha rimandato a Trinity Church, con la stessa motivazione di incompetenza, affermando di non avere titolo per prendere una decisione in quanto ci di cui si occupano loro sono solo iniziative culturali. Questa specie di scaricabarile durato per molto tempo, senza che nessuno prendesse una decisione o desse una risposta chiara. Il 17 Dicembre, un mese dopo lo sgombero, il movimento era pronto per occupare nuovamente e la scelta era sempre il parco inutilizzato di Duarte square, il quale, facendo parte di una serie ingente di possedimenti immobiliari e per via dei buoni rapporti con la chiesa, continuava a rappresentare la scelta migliore. Questo parco uno spazio privato ad uso pubblico, cos come lo Zuccotti park ma a differenza di Zuccotti park, Duarte era (ed ) inutilizzato, chiuso, circondato da un'alta recinzione che i manifestanti quel giorno hanno scavalcato per poi aprire il cancello. La polizia, che era gi presente in forze, ha risposto arrestando circa cinquanta manifestanti, tra cui un sacerdote episcopale in pensione, il cappellano militare George Packard che oggi tra i sette a dover pagare la multa e prestare servizio civile e che ha commentato: Mai in 45 anni come religioso, ho sentito la parola 'Vietato' avere a che fare con le propriet della Chiesa. Il problema continua Shawn Carri che Trinity non pi una chiesa, Trinity Church da qualche anno ha cambiato nome diventando Trinity Wall Street; forse l'unica chiesa ad aver tolto la parola chiesa dal proprio nome. Il parroco, il reverendo Cooper anche il Ceo, il responsabile esecutivo di Trinity Wall Street, per cui deve fare gli interessi economici della chiesa. Il reverendo sempre stato educatissimo con noi ed attento ma io ho sempre avuto l'impressione che non stesse davvero ascoltando, la sua era una facciata. Quando Trinity ci ha portato in corte abbiamo organizzato delle proteste chiedendo di ritirare la denuncia, uno degli attivisti, malato di Aids, ha fatto uno sciopero delle cure, domandando di abbandonare il caso, ha parlato direttamente con il parroco ma le risposte del reverendo Cooper erano senz'anima, erano le risposte che gli aveva suggerito il suo avvocato, non erano le parole di un uomo di fede. Il verdetto del giudice stato accolto con desolazione, sconforto e rabbia, pi di ogni altra cosa nessuno si aspettava la condanna a 45 giorni di detenzione per Mark Adams, la persona che fisicamente ha fatto una breccia nella recinzione del parco, la richiesta dell'accusa era di 35 giorni che probabilmente sembravano pochi. La stampa americana pi vicina ad Occupy parla di una prevalenza dei diritti delle propriet immobiliari rispetto a quello della libert di parola, in quanto, un parco pubblico deve avere la funzione di servire la comunit e se la comunit decide di farne un laboratorio politico non glielo si pu impedire, almeno cos era fino a poco tempo fa. Sono cambiate molte cose in poco tempo continua Shawn Carri Dal 9/11 in poi sono nati non so pi quanti nuovi corpi speciali di polizia, come un esercito, servono per fronteggiare un attacco terroristico, dicono, di fatto ora la Nypd ha corpi speciali per tutto, non solo del semplice antiterrorismo, New York ha anche la sua propria intelligence. La citt di New York non crede nell'efficacia dellFbi, una citt talmente peculiare che non pensa di poter essere gestita dai federali, quindi ha una intelligence tutta sua, che ultimamente ha avuto molto a che fare con Occupy. Io sono stato arrestato cinque volte, quattro a New York ed una a Chicago, ho avuto modo di avere a che fare con diverse tipologie di polizia, ho visto il corpo che chiamano, senza nessuna autoironia, Hercules, dei supercop che somigliano pi ai personaggi dei videogame che un corpo di poliziotti di quartiere. Sono stato arrestato e portato in galera per 40 ore mentre stavo andando a prendere la metropolitana, e sono anche stato arrestato per un'ora e mezza senza ragione e altrettanto senza ragione rilasciato dopo aver fatto due giri di isolato nel furgone della polizia. La polizia fa sempre non pi di una settantina di arresti ad ogni evento, non vogliono che il numero sia troppo alto, 500 arresti fanno scandalo, mentre 70 sono tollerabili. Cos magari arrestano s qualche centinaio di persone, le

di MARINA CATUCCI
NEW YORK

La chiesa anglicana di Trinity Church ha portato in corte un gruppo di attivisti di Occupy Wall Street per aver violato una loro propriet privata, Duarte park, il processo si concluso luned 18 Giugno, il giudice Matthew Sciarrino ha giudicato colpevoli gli attivisti, uno di loro, Mark Adams, stato condannato a 45 giorni di carcere per possesso ed uso di strumenti di scasso, i rimanenti sette, tra cui due preti, dovranno svolgere attivit socialmente utili per 4 giorni e pagare una multa di 200 dollari. Trinity Church la pi antica chiesa di New York, si trova a Wall street, a pochi passi da Zuccotti park, dove per due mesi il movimento di Occupy Wall Street ha avuto la sua sede prima di essere violentamente sgomberato dalla polizia il 15 Novembre. La relazione tra la chiesa ed Occupy cominciata con serenit ed addirittura collaborazione. All'inizio Trinity Church ci offriva i suoi spazi per i nostri incontri, i gruppi di lavoro, il parroco addirittura venuto a qualche nostra assemblea racconta Shawn Carri, attivista di Occupy Wall street sin dall'inizio - La chiesa possiede molti spazi ed immobili, pi di chiunque altro in citt, sono secondi solo alla municipalit di New York. Duarte square un parco in disuso, si trova tra Tribeca e Chinatown, gi prima di essere sgomberati sembrava il posto ideale per essere il nuovo spazio di Occupy. Dopo solo un mese Zuccotti era talmente piena da richiedere un nuovo luogo, noi passavamo moltissimo tempo impegnati ad organizzare la cucina che serviva migliaia di pasti, parlavamo con i visitatori, con la stampa, facevamo in modo che il parco fosse funzionante, era diventato chiaro che solo Zuccotti park non poteva bastare, avevamo bisogno di un altro luogo dove poter costruire ed elaborare, pensavamo che Duarte square potesse essere la nostra seconda occupazione. Cos abbiamo cominciato a chiedere alla chiesa se quello spazio inutilizzato poteva essere preso da noi.

ammanettano e tutto ma poi le lasciano andare un'ora dopo, senza niente a loro carico ma dicendo che se li rivedranno in giro sar diverso. Sembra sciocco invece una strategia per tenere le persone sotto pressione e per impaurirle. Quando invece vieni arrestato l'accusa pi comune condotta disordinata, che davvero un termine generico. Spesso gli attivisti non accettano patteggiamenti, affermano di non essere colpevoli e di voler andare al processo e il pi delle volte vengono prosciolti da ogni accusa. solo molto stressante. Il volto di Shawn Carri diventato noto da quando il 17 Marzo, durante un ennesimo sgombero particolarmente violento, stato tra i 72 arrestati che sono stati portati dentro i pullman cittadini che la polizia aveva requisito per l'occorrenza. Essendo riuscito a nascondere il cellulare Shawn ha potuto avere accesso a Twitter proprio mentre lo stavano portando in cella e ad informare di ci che stava accadendo dentro quel pullman e cosa era appena accaduto durante gli scontri con la polizia fornendo una diretta di tutti gli avvenimenti. I suoi racconti vanno dalle strategie e tecniche di difesa dello spazio che si sta occupando, alla sua attivit di addetto alle relazioni con la stampa e alle ricerche o al coordinamento delle azioni dirette tramite social media a che dati inserire in un cellulare usa e getta che viene utilizzato solo per un evento e che se trovato dalla polizia pu dire molto poco del suo proprietario momentaneo. Purtroppo per i suoi racconti sono spesso racconti di arresti: Durante la may day ho lavorato al coordinamento da remoto dei 99 picchetti che si svolgevano in tutta la citt, era un lavoro enorme a cui stare dietro. Mentre stavo tornando a casa la polizia mi ha circondato chiamandomi per nome. Mi hanno ammanettato e messo in uno strano ed inquietante furgone, contenente una cella, mi hanno portato in centrale. L mi hanno mostrato un'accusa a carico di Shawn Carri risalente al 2007, per ubriachezza molesta e per aver urinato in pubblico. Peccato che questo non sia il mio vero nome, il nome che uso per proteggere la mia identit, quando mi hanno arrestato le altre volte mi hanno arrestato con il mio vero nome, in un arresto si usa il nome che hai su i documenti non quello che ti piace usare. Mi hanno trattenuto 40 ore, qualche giorno fa c' stato il processo che ovviamente finito in niente ma da questo ho capito di essere controllato oltre le mie aspettative. Prima di salutarlo gli chiedo cosa pensa che accadr ora: Ora in prigione c' Mark, gli controlleranno la posta in entrata e in uscita, ogni tipo di comunicazione con l'esterno, lui non ha voglia di stare in galera ma penso che quello che far sar politicizzare gli altri detenuti.

LINCOLN A CACCIA DI VAMPIRI


Griffith e Murnau, Abraham Lincoln (1930) e Nosferatu (22), la grande biografia storica vista da Hollywood e lhorror secondo lespressionismo tedesco: questi i due poli di cinema, politica e dimmaginario tra cui si muove il kazako Timur Bekmambetov nel suo ultimo film, Abraham Lincoln Vampire Hunter (uscito ieri nella sale Usa, in quelle italiane il 20 luglio prossimo), che ripercorre la vita del sedicesimo presidente Usa alla luce di un suo passatempo inaspettato: dare la caccia e ammazzare il maggior numero di vampiri possibile. Nelladattamento del noto romanzo di Seth Grahame-Smith (che aveva giainiettato Jane Austen di zombie) tra governare gli Stati Uniti e decapitare succhiatori di sangue con unascia dargento (che per anche una pistola e una baionetta) non c contraddizione. Anzi, la guerra civile la logica continuazione della solitaria, metodica, attivit omicida del giovane Lincoln quando capisce che i vampiri che hanno ucciso sua madre sono in realt parte delloligarchia latifondista che controlla il Sud e per cui la tenera carne degli schiavi neri (importati a vagoni dal nord) una vera leccornia. Bekmambetov adora la grande letteratura (tra i sui progetti futuri anche un Moby Dick) e la Storia, ma cresciuto alla scuola di Corman che aveva videodistribuito in Usa il suo primo film, Escape from Afghanistan (sullinvasione sovietica) e che produsse, sostanzialmente al telefono, il successivo, The Arena. Il suo tocco quindi quello leggero, magico, di chi abituato a lavorare di pura inventiva e no budget. I settanta milioni di dollari spesi dalla Fox per Abrahm Lincoln Vampire Hunter avrebbero foraggiato lintera factory cormaniana almeno per un decennio, ma sono circa la met di quello che lo stesso Studio ha speso per Prometheus. Anche il nuovo film di Ridley Scott un mix di high and low, di cultura alta e di quella bassa, trascendenza e schlock, ma dove Bekmambetov mimetizza abilmente la sua lezione di storia dietro alleuforia di una ride da parco a tema,- con scarti improvvisi, freeze frame, iperboli, grande curiosit per il 3D ( una nuova lingua, ancora tutta da esplorare, dice, anche se il film ha il look di una conversione) e un senso dellazione giocoso e paradossale, ma precisissimo, Scott si smarrisce alla ricerca di Dio, facendo per un film filosoficamente meno interessante dellodiatissimo Mission to Mars di Brian De Palma.

moderati arabi

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LOrdine degli avvocati di New York dichiara oggi: ogni piano di pace per il Sahara Occidentale che escluda lopzione dellindipendenza sahrawi limita il diritto allautodeterminazione ed da considerarsi illegale.

Conosciamo il Lincoln di Grahme-Smith (anche alla sceneggiatura) e Bekmambetov, da bambino, quando vede quello che si riveler un vampiro maltrattare un ragazzino nero e poi, di notte, uccidere sua madre. La sua vita, decide il giovane Abraham, sar dedicata alla vendetta. Il proposito entra in una fase decisiva quando Abraham (lattore teatrale Benjiamin Walter) incontra Henry Sturgess (Dominic Cooper), che lo soccorre in una rissa con vampiro andata male e poi gli insegna come ammazzarli efficacemente. La tecnica di combattimento (per arma Abrahams sceglie lascia, visto che viene da una famiglia di boscaioli) sta tra una versione raffinata e acrobatica di arti marziali orientali e la rissa da bar mix che un po una metafora del film stesso. Illuminato dalla calda luce di Caleb Deschanel, i dettagli depoca ricostruiti con grazia e attenzione, il gore che abbonda, il film stato girato in Louisiana e Kentucky ma la post produzione digitale stata fatta nei laboratori di effetti speciali che Bekmambetov ha fondato in Kazakistan e che ha usato per gli apocalittici blockbuster russi, Night Watch e Day Watch, che lo hanno portato allattenzione delloccidente e al bellissimo Wanted. Di giorno brillante oratore per la causa dell eguaglianza tra gli uomini e la passione politica, di notte serial killer, questo Lincoln , nellidea di Grahme-Smith e del coproduttore del film Tim Burton (gi con Bekmambetov alla produzione dellanimato 9), un sorta di supereoe, un guerriero suo malgrado. Lincoln come Spiderman, o Batman. E, in unintervista rilasciata per il press book del film, lo scrittore afferma infatti che la vita di Lincoln un archetipo della storia delle origini di un supereroe. Magari lo dice per vendere biglietti ai ragazzini, ma c unaltra frase che colpisce, un po pi avanti. Quando Obama apparso alla televisione con il petto gonfio dorgoglio, dopo che era stato ucciso Bin Laden, ho pensato al nostro Lincoln. Credo che gli americani desiderino che i loro presidenti siano sempre un po guerrieri. Quello che dice fa riflettere, specialmente in questi giorni, con luscita di ben due libri dedicati alla visione a allazione di guerra dellattuale presidente, come esemplificate per esempio dai bombardamenti con droni e dallattacco cibernetico contro le centrali nucleari iraniane. Anche a Bekmambetov piace lidea del presidente guerriero. Dalla fotografia del film, al senso del racconto, alla scelta degli attori (tra cui anche Rufus Sewell, Anthony Mackie e Mary Elizabeth Winstead, nella parte di Mary Lincoln) allimponente coreografia delle battaglie (bellissimo listante in cui dalla nebbia dei cannoni e nei fucili si intrevede che la carica dei soldati confederati in realt una carica di dentutissimi vampiri), al gusto con cui gira Lincoln durante il discorso di Gettysburgh, il suo occhio e il suo cuore sullAmerica sono quelli ancora un po meravigliati, di un immigrante. Infatti raramente il suo film ironico o autoreferenziale come, data la premessa, potrebbe essere. Sar interessante vederlo in parallelo a quello di Spielberg, atteso nelle sale Usa lautunno prossimo.

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PROSPETTIVE,/RETROSPETTIVE

di CECILIA MANGINI

Siate pazienti e arretrate insieme a me fino ai ruggenti anni cinquanta (i decenni di poi sono stati tutti utilizzati per assopire le aspettative di una societ che esigeva di non essere pi una collettivit larvale alla paralisi ci stiamo arrivando trionfalmente adesso). Allora io ragazza, da cos poco tempo senza pi le trecce, e i ragazzi, da cos poco tempo in calzoni lunghi, avevamo scelto il cinema come la palestra per agire sul e nel nostro tempo: dico per questo grazie a Citto Maselli, che ha definito il film un fatto pubblico (ora non lo pi, se non per i nostalgici incalliti). Poich la nostra scuola nozionistica ci aveva instillato obbligatoriamente la necessit di grammatica e sintassi, ecco il nostro intenso tirocinio a impadronirci della grammatica del film e subito dopo a capire la sintassi con lo scopo di comprenderla. Nostra era la profonda soddisfazione a individuare: P.P. (il primo piano), P.P.P. (il primissimo piano), C.M. (il campo medio), P.A. (il piano americano), C.C. (il controcampo) C.L. (il campo lungo), C.L.L. (il campo lunghissimo, altres idoleggiato come P.P.P. della terra), F.C. (suono, rumori, voci presenti nella colonna sonora ma non in inquadratura), PAN (la panoramica), TRAVELLING (il carrello), PANCINOR (il carrello ottico, oggi confidenzialmente detto ZOOM). Il secondo stadio consisteva nel catturare i primi rudimenti della sintassi filmica: dissolvenza semplice, dissolvenza incrociata, salto dellasse (il divieto di usarlo era assoluto), piano sequenza,materiale plastico (solo i grandi registi riuscivano a usarlo), montaggio, teorizzato da:Ejzentejn, che ci stregava con il miraggio del suo montaggio delle attrazioni, e Pudovkin, recepito con qualche timida riserva. Sin dal nostro primo incontro con la MDP (vezzeggiativo per la macchina da presa), questo bagaglio di nozioni stato il nostro vademecum. Meno male che ce lo portavamo appresso, altrimenti quando giravi un documentario con 900 metri di pellicola, pari a 30 minuti, o con massimo 1200 metri, pari a 40 minuti, non riuscivi a portare a casa lo stretto necessario per montare i 10 minuti obbligatori previsti dalla legge. Lo scrivo a ragion veduta, perch oggi, con la media di 60 ore di girato, che sono pari a 108 Km di pellicola, montare un documentario di unora diventa un impresa non da poco, e il rapporto dal nostro 1 a 3 (massimo 1 a 4) diventa striminzito come leroina nel palmo peloso del gigantesco King Kong. Metto subito le mani avanti: non si tratta di una rievocazione nostalgica dei nostri anni pi belli (nostri, miei e dei miei coetanei). I nostri documentari avevano spesso un che di ingessato, lo speaker in off era una sovrapposizione autoritaria e dirazzante, la mancanza del suono originale un vuoto che oggi sento incolmabile. Eppure Ogni volta che preparavamo un nuovo lavoro, tutta quella

NUOVO Mangini CINEMA Cecilia


e gli altri, il doc alla Mostra di Pesaro
Riflessioni a mano libera sul ruolo del documentarista, saggio dal libro Il reale allo specchio introduzione di Giovanni Spagnoletti

Armando e la politica di Chiara Malta, e i film in concorso Tokyo Pureiboi Kurabu, La jublada, Un consiglio a Dio. Qui sopra Unten Mitte Kinn. A sinistra i doc Come un uomo sulla terra e Ciao Silvano

grammatica, tutta quella sintassi per noi diventavano gli strumenti indispensabili a costruire la struttura del documentario e per capire limportanza della struttura, fate conto che sia lo scheletro portante di muscoli, vene, arterie, organi, epidermide, capelli, un traliccio dossa che non si vede e non si sente; ma se non ci fosse muscoli, vene arterie, organi, epidermide e capelli cadrebbero per terra affrittellandosi su se stessi. Succede ai documentari girati senza struttura: a salvarli deve intervenire un montatore tanto bravo da fornirgli due stampelle per

farli procedere almeno zoppicando. Facciamo un salto in avanti fino agli anni novanta, quando il documentario era statomesso fuori gioco da quello che oggi chiamiamo macchina del fango: dichiarato registrazione priva di creativit, punito dalla legge Veltroni con 20 risicatissimi premi di qualit di 25 milioni di lire erogati a copia campione, contro i 100 milioni assegnati ai corti di fiction da una commissione sulla base di un trattamento, anche per una lunghezza di treminuti. Come sempre, quando essere uniti imperativo, noi

dellAnac (la storica, forse archeologica Associazione Nazionale Autori Cinematografici) ci spaccammo tra documentaristi e cortometraggisti, e a quel punto Carlo Lizzani, allora presidente della nostra Associazione, promosse una commissione di documentaristi per stilare un ricorso da presentare al Ministero. Sconsideratamente mi sono presa la bega di scriverlo: non mi ricordo quanto tempo ci volle per portarlo a compimento forse due mesi, forse tre. Per di pi a tanti anni di distanza non mi ricordo se mai fosse stato presentato, e se lo era stato non aveva spostato di una virgola la legge Veltroni. Ho ritrovato quei vecchissimi fogli, in cui per difendere il documentario mi affidavo agli specchietti, uno copiato pari pari da Bertold Brecht (tabella 1). Lo riporto in quanto attualissimo oggi come allora: la forma epica dello spettacolo fissa una volta per sempre le funzioni del documentario. Confesso che di mio avevo elaborato anche uno

specchietto sulla struttura delle categorie filmiche, nel generoso intento di polverizzare lantinomia creativit/registrazione che racchiudeva la condanna del documentario. Cos scrivevo: A dare una parvenza di credibilit allo slogan creativit/registrazione la presenza inflattiva del giornalismo televisivo, che basato sul semplice assemblaggio di immagini e indifferente alla necessit di una struttura, nulla ha a che spartire con il documentario e si pone anche a rigorosa distanza dallinchiesta televisiva, che almeno sostenuta dal filo conduttore dellassunto. Analogamente al film, il documentario e il corto di fiction si fondano sullelaborazione narrativa che nel documentario quella del reale mentre nel corto di fiction quella del racconto (). A differenza del corto, durante le riprese il documentarista si trova molto spesso ad affrontare momenti ed episodi non previsti e deve possedere la capacit immediata di inserirli nella sua

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IL FESTIVAL
La Mostra internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro 48a edizione con la direzione artistica di Giovanni Spagnoletti si tiene dal 24 giugno al 2 luglio. Caratterizza questa edizione il ritratto dellItalia contemporanea attraverso i migliori lavori dei nostri documentaristi, (retrospettiva accompagnata da un volume Marsilio), mentre levento speciale di questanno dedicato a Nanni Moretti (a cura di Vito Zagarrio, con un secondo volume di saggi). Il concorso internazionale il cui premio dedicato alla memoria di Lino Miccich storico fondatore del festival, presenta sette film (dal Cile, Giappone, Tailandia, Germania, Israele, Bosnia e Italia con Un consiglio a Dio di Sandro Dionisio) , il cinema in piazza si apre con Barbara di Christian Petzold e Nanni Moretti la sera del 30 giugno introdurr Il Caimano. Inoltre le frontiere dellaudiovisivo, una selezione di corti dei pi importanti esponenti del cinema tedesco, cinema russo e i due workshop con Gianfranco Pannone e con Stefano Massi

PERSONALE NANNI MORETTI, I FILM, IL LIBRO

Lo sguardo morale di un cinema che interpella gli storici


Pubblichiamo la prima parte del saggio di Pierre Sorlin contenuto in Nanni Moretti, Quaderno della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro
di PIERRE SORLIN

elaborazione immediata di inserirli nella sua elaborazione, scegliendo su due piedi anche il taglio delle inquadrature in funzione del montaggio, a dimostrazione che la creativit dellautore di documentari ha qualche addendo in pi di quella dellautore di un racconto cinematografico (tabella 2). Ormai ce lo ripetiamo come un mantra: tutti i media, ma in massimo grado la televisione, puntano alla gratificazione a breve termine, mentre la pubblicit manda in letargo il pubblico di ogni et, privandolo della voglia di capire. Ed eccomi infine al dunque. Quando Hillary Clinton, in quanto moglie del Presidente degli Stati Uniti, al Forum economico internazionale di Davos aveva detto che la societ civile la terza forza capace di equilibrare leconomia globale e i poteri forti dei governi, aveva anche affermato che per esserne allaltezza la societ civile ha bisogno di scuotersi dallapatia. Dal mio punto di vista, per riuscirci ha bisogno di una politica culturale che le offra i mezzi per crescere. Uno di questi mezzi, e non tra gli ultimi, il documentario: sempre che sia documentario, cio trasposizione e chiarimento e scoperta e denuncia e metafora e paradigma di quanto realmente succede in noi e intorno a noi. E perch succede. Documentaristi, forza, la societ civile vi pretende.

Gli storici dellOttocento consideravano la loro materia di studio come una scienza. I loro successori hanno rinunciato a questa illusione, sanno che i loro lavori, per onesti che siano, non possono pretendere un carattere scientifico. Esiste, vero, una disciplina rigorosa, la cronologia, vale a dire la distribuzione degli eventi lungo una scala aritmetica. La sua utilit fuor di dubbio, suggerisce un possibile nesso temporale tra diversi fatti, invita per esempio a relazionare la caduta di un capo di governo allo scoppio di una crisi economica, ma questo non nientaltro che deduzione logica. La storia interviene ad un livello differente: partendo dalle tracce che il mondo di ieri ha lasciato loro, gli storici si impegnano a rendere comprensibile per i loro contemporanei alcuni momenti del passato. Tengono conto dei dati e delle relazioni tra vari episodi, ma non propongono una ricostruzione oggettiva; si accontentano di spiegare come, nel passato, le persone o le comunit hanno rappresentato il proprio presente e come hanno interpretato le trasformazioni che si verificavano nel loro universo. Il procedimento di Moretti molto prossimo a quello degli storici. Gli spettatori attenti osservano che, da Io sono un anarchico a Caro diario, i personaggi di Moretti parlano del tempo trascorso in termini generali, senza riferirsi ad una sola situazione precisa; le loro memorie collettive, profondamente interiorizzate, non entrano nei particolari dei fatti che evocano. Lelezione del 1994, larrivo di Berlusconi alla presidenza del consiglio, la celebrazione della Padania, le migrazioni albanesi appaiono certo in Aprile, ma appaiono come dei flash, nessuno di questi eventi viene trattato nella sua peculiarit. Quanto ai film pi impegnati, come Il Caimano e Habemus Papam, essi partecipano di quello che gli inglesi chiamano IfHistory, la Storia fatta con le ipotesi, la ricostruzione ingegnosa ma arbitraria di un possibile ma improbabile sviluppo di una vicenda. Se dunque da un lato il cinema di Moretti indifferente alla cronaca, ai dati, ai dibattiti teorici, invece profondamente storico per la sua attenzione alle

Le riprese de La messa finita. Sotto, Ecce Bombo e Aprile

preoccupazioni dellepoca e al comportamento degli individui. Tra personale e politico Una breve scena, allinizio de La messa finita, aiuta meglio a capire questa tesi. Dopo dieci anni che ha passato come parroco in unisola, Don Giulio, il prete impersonato da Nanni Moretti, torna dai genitori a Roma, ed entra nella sua camera, dove ritrova gli oggetti della sua adolescenza. Bastano allora i suoi gesti, senza nessuna parola, per restituire londa di ricordi che lo invade: in un attimo gli torna in mente tutto il tempo passato. Nel procedere del tempo, si producono avvenimenti che formano un individuo o una collettivit e dei quali ognuno si crea un ricordo, che sar positivo se le vicende hanno portato qualche profitto, negativo se le vicende hanno portato danni. Ebbene, la vita pubblica di una comunit, dal villaggio a una nazione, costituita in gran parte dallaffrontarsi di varie memorie che traggono insegnamenti contraddittori dal passato e se ne servono per orientarsi verso il futuro. Ripensando allultimo mezzo secolo, possibile vedere come la memoria non condivisa e le interpretazioni divergenti di unamedesima storia abbiano nutrito i conflitti politici. Ebbene Moretti, senza alludere a episodi particolari, restituisce con i

suoi gesti e la sua stessa maschera la memoria e lo stato danimo di una generazione segnata dal 68. Certi sociologi si servono a questo proposito dellespressione memoria collettiva. I film invitano a scegliere unaltra terminologia. I loro personaggi possono lanciarsi in una discussione perch condividono gli stessi ricordi, ma ricostruiscono una identica esperienza in maniera profondamente diversa. proprio questa interpretazione opposta di questa memoria condivisa che rende attraente questo cinema. I film che Moretti gira negli anni settanta e ottanta non rendono conto delle lotte che seguirono il 68, non evocano n le manifestazioni, n il movimento studentesco, n gli scioperi. I suoi personaggi, adolescenti allepoca, andavano ancora al liceo o si preparavano a un mestiere, erano stati testimoni, non attori della vicenda; al massimo avevano preso in giro i loro compagni accusati di fascismo. I loro imprecisi ricordi non riportano a fatti concreti, esprimono semmai un vago rammarico e la mortificazione di non avere assolto un compito, anchesso imprecisato. I ricordi indeterminati, allusioni a un passato indefinito, hanno giocato e continuano a giocare una parte non indifferente nella maggioranza dei dibattiti politici: basta fare allusione a una lontana rivoluzione, a una dittatura, a una crisi economica, per scatenare la polemica. I personaggi generazionali di Moretti si inventano un 68 pieno di progetti entusiasmanti, e viceversa la

delusione per le sconfitte, senza accorgersi alla fine che desiderano soltanto prolungare una inerzia resa possibile grazie allaiuto che ricevono dai genitori. Concretamente, cosa fai? chiede un ragazzo alla sua occasionale fidanzata in Ecce Bombo.La risposta celebre: Giro, vedo ggente, mi muovo, conosco, faccio cose. Chimerici reduci del 68, questi giovani tramandano una memoria immaginaria che gli avversari del movimento di maggio continuano a sfruttare oggi: Pretendevano di cambiare la societ e guardate quale fine hanno fatto. daltronde quello che Moretti fa dire autoironicamente ai suoi personaggi in una scena cult di Caro diario. Moretti mette in scena una leggenda storica, e mostra come essa si sia diffusa attraverso chiacchiere, lamenti, commedie dellautocoscienza; insiste sul recupero teatrale di unesplosione sociale che operai e studenti non avevano certo vissuto come uno spettacolo: un regista, in Sogni doro, prepara unmusical sul 68, altri producono opere o film di avanguardia incomprensibili a ogni tipo di pubblico. Questa ironia nei confronti degli pseudo-sessantottini, virulenta nellopera morettina degli anni settanta, lascia il posto, nel decennio successivo, a una riflessione pi critica. Al lamento apolitico e logoro della madre (In trentanni di governo loro hanno fatto il bello ed il cattivo tempo... e noi abbiamo dovuto abbozzare... hanno rovinato fino a che hanno potuto, tutto il paese, le istituzioni), il protagonista di Sogni doro oppone una risposta decisa: Ma chi sono loro, che vuol dire loro, cosa sono questi discorsi da autobus.... Sotto questo aspetto, La messa finita segna un mutamento: la storia non si rappresa attorno al 68, la societ ha continuato la sua rapida evoluzione. Giulio cerca invano la Roma che aveva lasciato un decennio prima. Adesso i sogni, i racconti pi o meno fantasiosi non funzionano pi. Uscito dallisola dove la sua funzione incuteva rispetto, scopre una societ nella quale la sottana ha perso il suo valore simbolico. Giocando al pallone con i ragazzi cade per terra; i giovani non si fermano per aiutarlo a rimettersi in piedi, anzi uno di loro, correndo, gli d una pedata. Protesta perch un automobilista ha preso il suo posto di parcheggio, e i passeggeri della macchina, apparentemente gente per bene, lo gettano violentemente in una fontana. La messa conclusiva, poi, sintesi di un forte rituale con una sua atmosfera spirituale, oramai senza significato per una larga fetta della popolazione. la fine di una concezione della vita pubblica fondata sul rispetto formale della convivenza civile. Rabbia, volgarit e brutalit nelle relazioni umane, reazioni una volta ritenute tipiche dei ceti inferiori, si sono estese al ceto medio. In Palombella rossa, un sindacalista vuole spiegare al protagonista interpretato da Moretti perch i capi sono indispensabili: Io so che nella societ c un potenziale conflittuale enorme... che va diretto. Perch se non diretto, o non c o si disperde o clientelismo o lotta selvaggia; ma il suo interlocutore si tuffa nella piscina per non ascoltarlo. Il regista/attore non risponde direttamente, preferisce lasciare la parola a un giovane comunista che interviene nel corso di una riunione della sua sezione: Sempre comunisti so. Adesso sono cresciuto, so che luomo un uomo, e che sbaglia, allora io mi voglio creare delle garanzie. Il Partito deve essere strutturato diversamente da come strutturato adesso. Cio, io devo poter parlare e devo poter contare. (...))

IL VERBO DI KEVIN SMITH


E ora parliamo (ancora) di Kevin. Sulla piattaforma web Hulu il regista Kevin Smith, ormai un decano delle forme distributive alternative e icona della geek culture, si posiziona con disinvoltura: la sua recente creatura da seguire con attenzione si chiama Spoilers, un programma che egli stesso definisce anti-movie-review show, in cui seleziona una audience di di film buffs (non escludendo ospiti speciali, ad esempio Carrie Fisher o Damon Lindelof) per discutere ovviamente di cinema e sue eventuali dissacrazioni, di fronte a una telecamera che registra con divertita anti-pietas la sua verve costretta in un corpo sformato malamente contenuto in una orribile maglietta di nylon basket-style blu e arancio. Se il tono ilare e irriverente, non manca comunque spazio per una riflessione alta, data dal segmento Criterion Lounge, collegamento ideale con il catalogo cinematografico digitale pi importante e desiderabile esistente su piazza. Intanto Kevin, pure lui tramortito da una certa finis cinemae, annuncia che il suo prossimo film, Hit Somebody, sar lultimo. Emma toujours, Manoel toujours. Esce in Francia il volume Val Abraham de Manoel de Oliveira: lillusion comme mtier dello studioso Mathias Lavin (edizione Yellow Now). Per qualcuno il pi complesso, stratificato, ammaliante titolo del maestro portoghese, La valle del peccato spesso considerato come adattamento della flaubertiana Madame Bovary anche se ispirato da un romanzo di Agustina Bessa-Luis: ipnotizzati dalla eccezionale performance della protagonista Leonor Silveira, si corre il rischio di perdere di vista linterrogativo filosofico posto dal personaggio principale Emma, cos come la sua concezione del tempo poggiata su diversi anacronismi va in ogni modo identificata quale lettura profonda e compiuta sullo stato contemporaneo. Lavin gi esperto deoliveriano (sua la monografia La Parole et le Lieu: le cinma selon Manoel de Oliveira), oltre che collaboratore di prestigiose riviste (Cahiers du cinma, Trafic, Dcadrages). Stregali ancora, Jack. Il glorioso quasi ottantenne Jack Hill sul sito Trailers From Hell! (www.trailersfromhell.com) presenta il remoto prossimamente di quella che a tuttoggi la sua ultima regia: Sorceress (1982), ovvero La spada e la magia, diretto con lo pseudonimo di Brian Stuart e gran finale teorico per il (sotto)genere z-fantasy prima dellavvento imperialista elettronico-digitale. Produce la New World di Roger Corman e non a caso ci si diverte parecchio: due barbare gemelle medievali a seno nudo circolano in uno scenario da Pianeta delle scimmie in decomposizione, con mostri pasticcioni, leoni con le ali ed effetti speciali che sembrano ottenuti con una modesta Polaroid. Come reperto storico meriterebbe maggior rispetto, dato che su Amazon resta disponibile soltanto uno stock di cassette Vhs al prezzo di 24 dollari ciascuna.

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I RESTAURI

WALSH
CINEMA RITROVATO I FILM MUTI DEL GRANDE PIONIERE AMERICANO

Foto grande: Me and my gal, 1932 Foto piccole: sopra, Band of Angels sotto, Sailor's luck

LIBRI

LA SAGGEZZA DI GIUSEPPE B.
allo spirito di Stroheim o di Ingram e ritornava sempre al sogno originario della libert creativa. Il suo amico Errol Flynn descriveva questo atteggiamento come un fondamentale entusiasmo per tutte le cose semplici della vita: respirare, mangiare, bere, pescare, scherzare, spassarsela e tutte le altre cose che cominciano con la s. Walsh interpretava nel modo pi naturale, spontaneo e rilassato qualsiasi genere, infrangendone le convenzioni: questo stato di indisciplinata felicit un elemento essenziale dei suoi film. Sapeva trattare il film dazione (il western, il film di guerra) svuotandolo completamente dazione. Possedeva un mirabile senso dellassurdo: solo in un film di Walsh possiamo leggere la didascalia la migliore guerra a cui abbia mai assistito, e solo Walsh pu far passare frasi come Charmaine era affascinata dalla visione dei soldati che si avviavano alla morte mantenendo una profonda seriet. La guerra, spesso un tema disincarnato, ispira a Walsh una dialettica inimitabile di farsa e nausea (come in What Price Glory). Walsh sa essere altrettanto duro con la societ e con la natura umana, che stia parlando di un ring, di unimpresa commerciale o della primitiva accumulazione di denaro in una citt del West. Ma sotto questa durezza pulsano un erotismo e una vitalit che infondono energia a tutto: attori, genere, trama. Per non parlare del concreto senso della natura, spesso descritta come uno spazio meraviglioso percorso dal fremito di una morte grottesca. La fantasia futuristica di The Thief of Bagdad, con i suoi cavalli alati, dice tutto del boom finanziario e delle illusioni degli anni Venti. Le crisi isteriche che caratterizzano molti film pi tardi esibiscono la crudelt in cui si radica la ricchezza americana: con le sue storie di psicopatici Walsh stato un lucido osservatore della nevrosi del secolo, che declin anche nel suo equivalente romantico di amore e morte. Walsh aveva un talento straordinario per losservazione dellambiente sociale. Come scrisse Manny Farber, sapeva rendere poetico un malinconico, livido ambiente piccoloborghese. Farber aggiunge che Walsh cugino del Renoir di Toni, del Vigo di LAtalante, del Brassa fotografo di strada: un cugino devoto alla gente, pi vivace e giocoso dei suoi equivalenti francesi. Pochi hanno saputo evocare il senso del ventesimo secolo in modo altrettanto bello e tangibilmente vivo. * Direttore del festival Il Cinema Ritrovato, anticipazione della sua introduzione Mi ha sempre intimidita Giuseppe Bertolucci, come sanno fare i timidi, con il suo sguardo profondo, sereno e calmo ed anche molto sornione in fondo al quale brillava un lampo di ironia acuta, uno sguardo curioso che sapeva vedere e mettersi al riparo dallinvadenza altrui, qualcosa di simile alla saggezza. Chiss se stato lesser figlio di un grande poeta e fratello di un grande regista, insomma doversi confrontare da fratello minore con tutti questi grandi, a dare a Giuseppe quella straordinaria grazia ed eleganza che non lasciava mai trasparire nessun tipo di malanimo. Sono contenta di averlo potuto vedere poco tempo fa in Salento che stava ancora abbastanza bene nella bella casa di Diso, immersa nel verde, con sua moglie Lucilla Albano. Per la prima volta abbiamo chiacchierato un po ricordando i tempi dellAlberichino e del Beat72 quel magico anno in cui uno sconosciuto Roberto Benigni recitava Cioni Mario di Gaspare fu Giulia scritto da Giuseppe, uno spettacolo geniale divertentissimo, non so quante volte lho visto, non le ho contate, ma so che eravamo amici e scherzosamente rivali noi dei teatrini, al Beat lavanguardia allAlberichino i comici, e a volte facevamo in modo da scegliere orari in differita per poterci reciprocamente vedere visto che i due teatri distavano solo un paio di traverse del quartiere Prati e poi si andava tutti a cena, a quei tempi anche se non avevamo nessuno una lira chiss com ci riusciva sempre di mangiarci almeno una pizza. Era lanno della calata dei toscani, erano venuti tutti insieme a Roma Roberto Benigni, Carlo Monni, Donato Sannini, Lucia Poli, le sorelle Chiara e Marta Moretti a portarci il nuovo teatro comico, fatto, spesso, di monologhi esilaranti. Ci siamo ricordati in particolare con Giuseppe del comune amico lo sfortunato principe Donato Sannini, che sembrando veramente un principe, almeno a noi guitti, spesso contribuiva a saldare il conto di tutta la masnada poco abbiente. Faceva un monologo che si chiamava Chi Dio? La poesia? Misteriosamente .., che stato pubblicato insieme a altri scritti nel 2010 da Titivillus ed., col sottotitolo Poesie e teatro di disperata attualit, e poi ne fece un altro Io e Majakovskij che fu apprezzato e recensito addirittura dal temibile, in quanto massimo esperto di avanguardie russe, Angelo Maria Ripellino e poi per Giuseppe Bertolucci recit insieme allamico Benigni in Berlinguer ti voglio bene. Donato morto giovane nel sonno, ucciso dallavidit di uno spacciatore che gli aveva portato una sostanza troppo pesante, in un momento di grave depressione. Fu molto triste per tutti noi amici Victor Cavallo in quelloccasione scrisse un pezzo per il manifesto in cui gli augurava di spassarsela lass nel paradiso degli attori e degli artisti, di fare spettacoli e avere molti amori, lui che in amor fu sfortunato, e divertirsi insieme a tutti gli altri compagni davventura sopra qualche nuvola-palcoscenico. Ecco vorrei augurare a Giuseppe la stessa cosa fare tanti film, spettacoli e godere insieme a tutta la compagnia celeste e se possibile continuare a guardarci, noi piccoli e affannati quaggi, col suo sguardo amabile e generoso.

Clint, uno spettro riscrive e rivive la storia americana


di MARIUCCIA CIOTTA

A Bologna lezioni di cinema puro: lazione, lo spettacolo


Dai film muti ai tesori del sonoro, i capolavori di un ribelle solitario, omaggio al regista dallo spirito libero nel sistema, lucido osservatore delle nevrosi di un secolo
di PETER VON BAGH*

Dopo gli omaggi a Josef von Sternberg, Frank Capra, John Ford e Howard Hawks, ecco il nome che rappresenta lavventura e il cinema puro, lazione e la meditazione, lo spettacolo e il silenzio: Raoul Walsh (1887-1980). Come ha scritto Jean Douchet, i film di Walsh sono unavventura interiore: Questo shakespeariano passionale un regista intensamente fisico perch dipinge prima di tutto il tumultuoso mondo mentale. Il nostro programma si compone di una selezione di film muti, importanti quanto spesso trascurati, e di alcuni tesori del periodo sonoro, a partire dalla magnifica avventura in formato panoramico di The Big Trail del 1930. A Hollywood Walsh fu un ribelle solitario: rifiut la rete di sicurezza delle sceneggiature di ferro e cre ondate di idee intraducibili. Era un custode leale (senza il controllo e il prestigio di un Ford o di un Hawks) del cuore puro e irriducibile dellepoca di Griffith, e modernista per istinto. Anche se lavor sempre allinterno del sistema, era pi vicino

IL FESTIVAL
La 26a edizione del festival Il cinema ritrovato promosso dalla cineteca di Bologna con la direzione artistica di Peter von Bagh si tiene dal 23 al 30 giugno. Oltre allomaggio a Raoul Walsh, Ritrovati & Restaurati presenta Cera una volta in America di Sergio Leone, La grande illusione di Jean Renoir, Lawrence dArabia di David Lean e a John Boorman sar ospite in piazza Maggiore per presentare Senza un attimo di tregua (67). Da non perdere stasera Prix de Beaut di Augusto Genina con Louise Brooks. Inoltre le registe americane Lois Weber e Alma Reville, la moglie di Hitchcock, i primi film sonori del Giappone, la retrospettiva sulla Grande Crisi del 29, la Francia di Jean Grmillon, lUrss di Ivan Pyrev con le sue trattoriste e i cosacchi del Kuban. Ci saranno anche spazi di riflessione (Cinefilia ritrovata), incontri con gli esperti del restauro, la mostra di Mario Dondero sui set, i manifesti di Maurizio Baroni, i cineconcerti.

Se il cinema , secondo Derrida, dispositivo di fantasmi e dunque campo di mediazione tra i vivi e i morti, come ci ricorda Cappabianca, Clint Eastwood il cinema. E dopo molti anni dall'anatema di Pauline Kael lanciato dal New Yorker, critici, filosofi e accademici si riuniscono intorno ai fotogrammi di Dirty Harry e li dissezionano con amore in Clint Eastwood, curato da Alessandro Canad e Alessia Cervini (Luigi Pellegrini ed., pag. 247, 18 euro). Omaggio corale al cineasta di San Francisco che infiltra il cinema classico con la feroce legge del revenant, un Santa Claus con la 44 magnum, intermediario tra il presente e la storia di un'America colpevole. Non solo angelo, Clint sempre doppio, complice, giustiziere e giustiziato nella sua lunga parabola di attore-regista, dal genere all'autore senza mai detour, gli occhi fissi sulla linea che separa schermo e platea, i vivi dai morti. E chi ha trovato cadute new age in Hereafter, dovr ricredersi tra le righe del prezioso volumetto perch Clint abita da sempre nella zona crepuscolare, nel giardino del bene e del male, l dove gli spettri lievitano e chiedono risarcimenti. Cos il libro compone un poema di 9 capitoli: Adozione (Alessia Cervini); Amicizia (Daniele Dottorini); Esemplarit (Luca Venzi); Icona (Marcello W. Bruno); Inattuale (Alessandro Canad); Incarnazione (Bruno Roberti); Perseveranza (Alessandra Azzali); Spettralit (Alessandro Cappabianca); Tragico (Roberto De Gaetano). Meditazioni sul Clint padre e il Clint fantasma, da Changeling a Mystic River, Un mondo perfetto, Gran Torino, Gli Spietati, Debito di sangue, Invictus, Mezzanotte nel giardino del bene e del male, dove pi che mai il corpo assente agisce sulla materia e traduce l'esperienza spiritica, il film, in esperienza tattile. I pregi del libro sono anche nella distanza lunare con le mille monografie che affollano gli scaffali, quasi sempre ferme, descrittive dell'idolo Clint, e spesso incantate dal macho che non c'. Mentre il boss della Malpaso sconfina da s, e pretende uno sguardo aperto capace di far danzare immagini e parole fuori campo. Difficile inseguirlo nelle sue polisinfonie politiche, e lasciare l'opera aperta. Eastwood ha riscritto il West e le lettere da Iwo Jima, cavaliere pallido venuto dal nulla e senza nome non Wayne n Ford. Bomba di grande potenza emozionale, con le parole di Agamben si pu dire inattuale: appartiene veramente al suo tempo... non coincide perfettamente con esso n si adegua alle sue pretese.

ALIAS 23 GIUGNO 2012

(9)

I FILM
THE BLUES BROTHERS
DI JOHN LANDIS, CON JOHN BELUSHI, DAN AYKROYD. USA 1980

SINTONIE
si pensa al disinteresse mostrato altre volte dal regista per le tecniche commerciali (in questo caso il suspence), ci riporta negli aspri paesaggi di Guney, nelle aree rurali dell'Anatolia. Un giudice, un commissario di polizia e il dottor Cemal, diventando sempre pi complici, compiono sopralluoghi, interrogatori, indagini d'ogni tipo per ritrovare il corpo di un delitto confessato da un sospetto e da suo fratello, mentalmente malato. Ma le cose non sono cos semplici come sembrano. Pretesto per le performances di Ceylan, tra momenti angoscianti e umorismo insospettabile. si affrontano uno a uno i grandi problemi della Turchia di oggi, stretta ancora tra modernit e arcaicit, anche nelle soluzioni politiche che sta scegliendo, il cosiddetto, infido islamismo di velluto. (r.s.) PAURA (3D)
DEI MANETTI BROS, CON PEPPE SERVILLO, LORENZO PEDROTTI. ITALIA 2012

A CURA DI SILVANA SILVESTRI CRISTINA PICCINO, MARCO GIUSTI, ROBERTO SILVESTRI, GIULIA DAGNOLO VALLAN, ARIANNA DI GENOVA, MARIUCCIA CIOTTA

IL FILM
DETACHMENT- IL DISTACCO
DI TONY KAYE, CON ADRIEN BRODY, MARCIA GAY HARDEN. USA 2011

Dal gruppo musicale blues e soul fondato nel 1978 dai comici Dan Aykroyd e John Belushi per uno sketch musicale per il Saturday Night Live e dopo lalbum Briefcase Full of Blues (78) fu realizzato il celebre film nell80 che ora torna sugli schermi in versione digitalizzata. Ci sono anche cameo dei registi Frank Oz e Steven Spielberg e la modella Twiggy. CHEF
DI DANIEL COHEN, CON JEAN RENO, SANTIAGO SEGURA. FRANCIA 2012

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Kang-Sheng, icona di Tsai Ming-Liang) picchiato quasi a morte, accolto da un altro emigrato dal Bangladesh che divide con lui il materasso. Una ragazza cinese cura un giovane ricco in coma. (c.pi.) SILENT SOULS
DI ALEKSEI FEDORCHENKO; CON IGOR SERGEYEV, YURIY TSURILO. RUSSIA 2010

Jacky ha molto talento e sogna di aprire un ristorante, nel frattempo sbarca il lunario con lavoretti saltuari. Questo fino a quando non incontra Alexandre Lagarde il migliore chef della Francia che rischia di perdere una forchetta doro. Uniti dalla passione per le ricette della tradizione francese affronteranno la sfida con le nuove tecniche di cucina molecolare per salvare lonore e la gestione del ristorante pi famoso di Parigi. CHERNOBYL DIARIES - LA MUTAZIONE
DI BRADLEY PARKER, CON DEVIN KELLEY, JONATHAN SADOWSKI. USA 2012

Sei turisti noleggiano una guida per il tour che li porta a visitare, nella citt abbandonata di Pripyat, l'ex casa dei lavoratori del reattore nucleare di Chernobyl. Durante la loro esplorazione, scoprono di non essere soli. CRONACA DI UN ASSURDO NORMALE
DI STEFANO CALVAGNA, CON STEFANO CALVAGNA, CHIARA RICCI. ITALIA 2012

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Non solo il miglior film dei Manetti bros, ma anche il miglior horror italiano di questi ultimi anni, li riporta alle loro origini rappettare e videoclippare e al piccolo horror rinchiuso in una casa. Un maniaco, una ragazza indifesa, tre coattelli romani un po strafatti. E la casa del barone dove i tre hanno deciso sciaguratamente di trascorrere un week end da sballo. La vera paura trionfa nelluso dello schermo nero in 3D con pochi elementi a vista. Divertente nella prima parte e davvero pauroso nella seconda. (m.g.) ADORABILI AMICHE
DI BENOT PTR, CON CAROLINE CELLIER, JANE BIRKIN. FRANCIA 2010

Affascinante viaggio nelle profondit del tempo a partire da una ambientazione moderna, un viaggio per celebrare un rito funebre secondo un antico rito. Il film, come altri celebri, scorre lungo il fiume ed un fiume della storia, delle tradizioni, dei ricordi di famiglia, degli usi e costumi che si perdono per sempre. Resta il fuoco dove bruciare il cadavere e le ceneri da spargere nellacqua e, legame sottile tra vivi e morti, il racconto della intima vita coniugale.La scheggia impazzita sono i due passeri (gli zigoli del titolo originale) che svolazzano nella gabbia collocati in macchina a ricordarci qualcosa che ci sfugge. (s.s.) LA VITA NEGLI OCEANI
di JACQUES CLUZAUD - JACQUES PERRIN. DOCUMENTARIO. FRANCIA 2011

I GARBAGE IN SOGNO
PRINCESS OF CHINA
UK, 2012, 335, musica: Coldplay con Rihanna, regia: Adria Petty, Alan Bibby, fonte: MTV

Henry Barthes (Adrien Brody) supplente di letteratura in una scuola nel Queens, periferia di New York. Fin dal suo primo giorno di scuola si dimostrer capace di affrontare la situazione di violenza e smarrimento degli adolescenti e frustrazione tra i docenti (tra i quali fa eccezione James Caan che non si lascia per niente intimidire). In un universo descritto come immerso in un dolore da cui non si sfugge, dal passato che torna ad ossessionare costantemente, il protagonista mostra nel suo distacco scelto come costume di vita, uno stile che fa breccia anche nella mente degli allievi pi primitivi. Tra tutti unallieva dalla spiccata personalit artistica che il padre ostacola con tutte le sue forze e una giovane prostituta a cui offre riparo. Luso di diverse forme cinematografiche convergono a formare un racconto di forte impatto emotivo (ma in qualche caso anche un po lezioso come per luso dellanimazione) a cui il protagonista Adrien Brody offre la sua tensione interpretativa. Tony Kaye, inglese, classe 52, di famiglia ebrea ortodossa stato autore di spot pubblicitari e clip musicali per i quali ha vinto un premio Grammy (tra questi anche per Red Hot Chili Peppers. Nel suo esordio alla regia, American History X (98) con Edward Norton affrontava lambiente dei neonazisti. Tra il suo primo film e questultimo, Kaye ha realizzato documentari su diversi argomenti di carattere sociale come laborto, la droga, lambiente. (s.s.)

Dopo aver subito un tentato omicidio, 7 colpi di pistola nella notte del 17 febbraio 2009 alluscita di un teatro a San Saba a Roma, Stefano Calvagna viene arrestato e portato in carcere, dove trascorre un lungo periodo di detenzione che lo mette a dura prova. In seguito ricostruisce le cause che lo hanno portato a trovarsi in tale situazione: ne scaturisce da una parte la propria storia personale, dallaltra il ritratto di una societ corrotta. Per circa due anni la sua vita completamente divorata dalla detenzione a Regina Coeli, dagli arresti domiciliari, dal tribunale, finch nel 2011 decide di riprendere la propria vita artistica. UN AMORE DI GIOVENT
DI MIA HANSEN-LVE, CON LOLA CRTON, SEBASTIAN URZENDOWSKY

Come Thelma e Louise, pi Chantal, alla francese, quindi, con le armi della civetteria, un road-movie alla scoperta della rivincita sui fatti della vita. Protagoniste tre donne mature, Nelly, Gabrielle e Chantal, in viaggio per assistere al matrimonio di un ex a La Rochelle: Caroline Cellier, Catherine Jacob e Jane Birkin. Diretto un famoso regista televisivo, con Thierry Lhermitte come il mitico Philippe che si sta sposando, luomo a cui tutte e tre sono in qualche modo legate. Una commedia un po slabbrata, con qualche elemento divertente come le scene con le canzoni dantan. (s.s.) IL DITTATORE
DI LARRY CHARLES, CON SACHA BARON COHEN, BEN KINGSLEY. USA 2012

Non un semplice documentario, ma un viaggio in una dimensione sottoposta a regole diverse e sconosciute, popolato da esseri che contengono in s la memoria dei secoli passati, glossario vivente per il poco che ne conosciamo, di una storia sommersa. Le meraviglie degli oceani, senza il richiamo dellantropomorfismo, non fosse per i mammiferi. Il resto sono luci, colori guizzanti, bocche e ventri, spilli e rocce, con una musica simile al canto delle sirene, al rombo delle profondit. Un film incantato. (s.s.) ROCK OF AGES
DI ADAM SHANKMAN, CON TOM CRUISE, JULIANNE HOUGH. USA 2012

Per lennesimo clip tratto dallalbum Mylo Xyloto, i Coldplay non badano a spese e si lasciano dirigere da un duo di registi in un piccolo kolossal in costume genere wuxiapian (il cappa e spada cinese per intenderci) con la partecipazione di Rihanna. Sontuosit scenografica (la production designer Annie Sperling), ricchezza di costumi (creati da Ottenberg-Bradley-Jarrin), unorgia di effetti speciali, i soliti combattimenti aerei e tutto larmamentario coreografico (formato da Hi-Hat) che ormai rende monotoni e ripetitivi fino alla nausea questo tipo di film, costituiscono lasse portante di Princess of China, dove le splendide immagini (la fotografia di Stphane Vall) lasciando dimenticare la debolezza narrativa e i prelievi dai film di Zhang Yimou o Tsui Hark. Il video ha i titoli di testa completi in coda, come si usa per i trailer. BLOOD FOR POPPIES

IL FESTIVAL
MIX MILANO
TEATRO STREHLER, 22-28 GIUGNO

Usa, 2012, 330, musica: Garbage, regia: Matt Irwin Focus Creep, fonte: Youtube.com

La 26 edizione del Festival Mix di Milano di cinema gay lesbico e queer culture che si tiene fino al 28 giugno, questanno riceve per la prima volta in 26 anni il patrocinio del Comune di Milano. Il programma prevede un gran numero di anteprime, ospiti internazionali e sezioni parallele: tra gli ospiti sono da segnalare Gael Morel (regista di Notre Paradise, in anteprima italiana, prodotto da Paulo Branco), Thom Fitzgerald (regista Cloudburst film chiusura, in anteprima italiana, interpretato dalle due attrici premio Oscar Olympia Dukakis e Brenda Fricker), Bavo Defurne regista di North Sea Texas con gli attori del film vincitore del MarcAurelio al festival di Roma e i direttori del Festival Mix New York. Tra gli italiani in programma anche Il sapore del grano (1986) di Gianni da Campo e la versione integrale del film di Alberto Lattuada I dolci inganni (1960) allepoca censurato di 11 minuti e 28". Stasera Love is in the air di Simon Staho (Danimarca), Weekend di Andrew Haigh (Inghilterra), Circumstance di Maryam Keshavarz, Usa, Iran, Libano (anteprima italiana). Domani notte il classico Estasi di Gustav Machaty (Cecoslovacchia, Austria, 1933). E ogni giorno musica,libri, feste. (s.s.)

Elegia sul primo amore che non si scorda mai dalla struttura al tempo stesso classica e innovativa, tra decisa originalit di stile e letteratura (e pittura) di fine ottocento: la quindicenne Camille pensa di morire di dolore quando Sullican parte per il Sudamerica a fare le sue esperienze. Anche per lei tempo di crescere, di incontrare nuove persone, ma dopo qualche anno il loro incontro li riporta al punto di partenza. O quasi, sullo sfondo del paesaggio dellArdche sulle rive della Loira. Terzo film di una trilogia dedicata alladolescenza, il primo Tout est pardonne (2007) presentato alla Quinzaine a Cannes, il secondo, Il padre dei miei figli. premio speciale della giuria a Un Certain Regard (s.s.) C'ERA UNA VOLTA IN ANATOLIA
DI NURI BILGE CEYLAN, CON YILMAZ ERDOGAN, TANER BIRSEL. TURCHIA 2011

Liberamente tratto dal romanzo Zabibah and The King di Saddam Hussein, racconta la storia di un dittatore che ha rischiato la vita per assicurarsi che la democrazia non prenda piede nel Paese che sta amorevolmente opprimendo. Sasha Baron Cohen, lattore inglese politicamente scorretto, d vita allanti eroe e scavalca la banale crudelt di ogni despota orientale medio. Rispetto allo stereotipo fissato da Hollywood in oltre 100 anni per associare allimmagine dellarabo paura e repulsione Cohen ha costruito questa irresistibile farsa. (r.s.) NON VOGLIO MORIRE DA SOLO
DI TSAI MING-LIANG, CON SHIANG-CHYI CHEN, LEE KANG-SHENG. TAIWAN FRANCIA 2006

Dal greve e scassato musical di Broadway di Chris D'Arienzo, la regia del ballerino coreografo Adam Shankman che ha gi portato malamente sullo schermo la versione teatrale del capolavoro di John Watters Hairspray. Sherrie (Julianne Hough) sbarca dalla provincia nella grande citt, Los Angeles, tra i fatiscenti locali notturni del Sunset Boulevard. Siamo nel 1987, data delluscita del primo disco dei Guns NRoses ed ad Axel Rose a cui si ispira Tom Cruise, star del rock metallaro, sessista, ubriacone e spompato. Quella che dovrebbe essere una caricatura diventa uninterpretazione convinta, tanto camp da rendere in film imperdibile. Sprecati invece Catherine Zeta-Jones, Alec Baldwyn e Russell Brand. (g.d.v.) VENTI ANNI
DI GIOVANNA GAGLIARDO, CON ENRICO IANNELLO, LEA GRAMSDORFF. ITALIA 2011

Bianco e nero 16mm (o perfetta simulazione di esso), sovrabbondanza di camera a mano, effetti di cinematografia a tempo, esposizioni multiple, sovresposizioni, salti di montaggio ma anche salti della pellicola. Sono gli elementi su cui il fotografo australiano Matt Lewin (insieme al collettivo Focus Creep) costruisce il video di Blood For Poppies, filmando i Garbage a Los Angeles e inserendoli allinterno di una narrazione totalmente esplosa, immergendoli in unatmosfera indefinita, sospesa tra gli anni 40 e gli anni 60, con uno stile da cinema sperimentale: il surrealismo di Buuel (con lormai abusata citazione dellocchio tagiato di Un chien andalou) si mescola al trance-film di Maya Deren, ma c anche un pizzico di Mlis, con il risultato di proiettare lo spettatore in una dimensione fortemente onirica. IN TOO DEEP

LA RIVISTA
IL NUOVO MALE N.8
MENSILE DI SATIRA E DI IDEE, EURO 2.50

Grand Premio Speciale della giuria di Cannes, Lungo affresco dark e color fango su una indagine poliziesca piuttosto complicata e abbastanza appassionante, almeno se

Siamo nella Kuala Lumpur del nuovo millennio popolata da immigrati, non parlano il malese e spesso si guardano anche tra loro con diffidenza, se non aggressivit, per difendere quel poco che hanno. C' un senso di malattia profonda nel film, forse pi acuto che negli altri suoi lavori a cominciare dallo straniamento esasperato di un'immagine quasi documentaria. Un ragazzo (Lee

Giovanna Gagliardo conosce bene come erano i paesi doltre cortina, stata la sceneggiatrice e laiuto regista di un maestro del cinema ungherese, Miklos Jancso. Mette a confronto i drammi degli intellettuali del comunismo e il disastro dei giovani rampanti finanzieri nellepoca del neocapitalismo attraverso due personaggi, Marta e Giulio che si incontrano per la prima volta proprio la notte della caduta del muro di Berlino, il 9 novembre dell89. Si ritroveranno venti anni dopo a New York e insieme con un certo ottimismo affronteranno un altro crollo, quello delleconomia creativa e della ristrutturazione che lascia entrambi senza lavoro. Nel finale, a commentare il difficile passaggio della fine di questi venti anni, artisti, filosofi, economisti intervengono per dare almeno un sostegno teorico al futuro incerto. (s.s.)

Canada, 2001, 342, musica: Sum 41, regia: Mark Klasfeld, fonte: MTV Rock

uscito in edicola il numero di giugno de Il Nuovo Male, mensile di satira e di idee, ideato e prodotto da Frigidaire, direttore Vincenzo Sparagna, con una serie di famose collaborazioni: Bruzzo, Cecigian, Darix, Del Buono, Delucchi, Frago, Franzaroli, Gattai, Gavagnin, Giuliano, Laurenzi, Liguori, Mal, Pinna, Puglia, Ramingo, Tersite, Trozky, Vecchio, Vinciguerra, Zanzara. Come ogni numero, la parodia falso/vera di un quotidiano in allegato questa volta Losservatore romano, giornale eterno politico religioso (veritas pulchra est), con lapertura Gli antichi Dei alla riscossa sottotitolo Le armate celesti, guidate personalmente da Zeus contro i malvagi della terra, ovvero come salvare Europa dai barbari. E un succoso box in cui si fa notare una discitibile iniziativa del campione: Ora Ercole si chiama Pasquale, Questo famoso mensile popolare dlite edito dalla repubblica di Frifolandia. Per diventare cittadini della Repubblica di Frigolandia facile, economico e conveniente. Basta acquistare il Passaporto annuale (euro 100), che d diritto a: sette giorni (anche non consecutivi) di alloggio gratuito nella Repubblica e allo sconto del 20% sui prezzi del Catalogo e di tutte le opere in vendita nella sezione Art of Frigolandia.

Deryck Whibley, Tom Thacker, Jason McCaslin e Steve Jocz, ovvero i quattro membri della band dellOntario sfidano in una gara di tuffi quattro fusti davanti al pubblico dei loro fan. una partita senza esclusione di colpi, ma alla fine sar il simpatico batterista Jocz, producendosi in un incredibile numero acrobatico, ad ottenere il punteggio massimo e a far vincere i Sum 41. Klasfeld non rinuncia al playback della band in una piccola piscina svuotata, alternandolo alle altre gag, ma comunque In Too Deep, oltre ad essere divertente nel parodiare i classici film giovanilistici americani pieni di stereotipi, un clip perfettamente costruito e scandito da un efficace montaggio.

IL TEATRO
YO, EL HEREDERO (IO, L'EREDE)
NAPOLI, TEATRO SAN FERDINANDO 23-24 GIUGNO

MAGICO

Il Teatro di Napoli ospita Yo, el heredero (Io, lerede) di Eduardo De Filippo per la regia di Francesco Saponaro con un cast di primo piano del teatro spagnolo tra cui Ernesto Alterio (figlio del grande attore argentino Hector Alterio), Concha Cuetos e Jos Manuel Seda. Lo spettacolo, in spagnolo con sottotitoli italiani, segue il debutto al Teatro Maria Guerrero di Madrid per l'apertura della stagione 2011-12 del Centro Dramatico Nacional e una lunga tourne di successo in Spagna. Io, l'erede la storia di uno straniero venuto dal mare che scompagina gli equilibri familiari di un ambiente borghese, una commedia amara sul senso della carit cristiana e dell'eredit anche dei falsi valori che si trasmettono da una generazione allaltra, dai toni lievi della farsa alla Scarpetta a quelli drammatici del Teatro dArte, passando dalla comicit alla ferocia.Con Yo, el heredero, dice il regista, affronto per la prima volta un testo di Eduardo De Filippo, un desiderio che ho accarezzato per anni, come si desidera lincontro con un compagno segreto con il quale si sogna allunisono. Le canzoni dello spettacolo sono interpretate da Enzo Moscato. (s.s.)

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ALIAS 23 GIUGNO 2012

GENESIS PHIL COLLINS

Un gruppo , da vocabolario, unassociazione spontanea di persone che hanno un obiettivo comune o qualcosa da condividere in maniera pi o meno disinteressata. Di conseguenza anche un gruppo musicale - o band o complesso, come di volta in volta definito dalla critica - dovrebbe risultare un insieme compatto, duraturo, indissociabile. Tuttavia nella storia del rock non mai cos: salvo rarissime eccezioni - i Beatles per dieci anni, gli U2 dal 1976 a oggi - i membri di una band si cambiano continuamente e abbastanza velocemente fino ad alcuni strambi paradossi: ad esempio i Soft Machine, nel giro di un decennio, si ritrovano con un organico totalmente diverso da quello iniziale; il celebre quartetto capostipite della Canterubury School parte infatti nel 1967 con un dissacrante dada-pop grazie a Robert Wyatt, Kevin Ayers, Mike Ratledge e Daediv Allen per ritrovarsi nel 1976, a suonare free-jazz-rock, con John Marshall, Cark Jenkins, John Eheridge, Roy Babbington, ovvero i quattro quarti interamente cambiati. Ci sono poi i gruppi con un padre-padrone nel senso che esiste un solo ingombrante leader che fa via via tabula rasa dei propri collaboratori, con una girandola di musicisti che ruotano interno alla personalit unica, ovviamente carismatica, geniale, narcisa e pure egoistitica (ed egotica); potrebbe tranquillamente usare nome e cognome ma preferisce mantenere il logo della band, si tratti ad esempio di Ian Anderson con i Jethro Tull o di Robert Fripp con i King Crimson, due ensemble attivi dal 1968 a oggi, ai quali letichetta prog rock sta forse strettissima: ventitr e diciotto sono gli strumentisti che si alternano rispettivamente nel primo e nel secondo gruppo da allora a oggi. Le categorie, parlando di gruppo rock, sarebbero infinite, ma va citata ancora quella democratica in cui non prevale (del tutto) la personalit delluno sugli altri tre-quattro, anche quando lorganico in parte si trasforma: il caso delle coppie celebri, frontline di solito cantante/chitarrista, paroliere/compositore che resiste pure al divorzio consenziente o alla dipartita tragica dei propri compagni di viaggio e davventura. Sono spesso queste coppie che talvolta si separano momentaneamente per carriere soliste che non danno i grandi esiti artistici raggiunti con il gruppo. Mick Jagger e Keith Richards, ad esempio sono indiscutibilmente i Rolling Stones, nonostante il cambiamento in mezzo secolo di ben tre chitarristi, che a loro volta modificano il sound della band da sperimentale (Brian Jones) a blueseggiante (Mick Taylor) fino allattuale mainstream (Ron Wood), pur con lonnipresenza di Charlie Watts ai tamburi, mentre un Bill Wyman non pi sostituito resta ancora, per amici e musicologi, un punto di controversia: senza di lui, afferm non molto tempo fa Bob Dylan, gli Stones non sono pi una rock band, ma assomigliano a un qualsiasi gruppo funky. Un analogo ragionamento forse vale anche per altri due gruppi storici inglesi, ancora in scena, sotto differenti spoglie: Led Zeppelin e The Who, entrambi quartetti, entrambi con radici blues, antesignani dellhard rock - e comunque quintessenza della cultura rock and roll - perdono i loro batteristi John Bonham e Keith Moon rispettivamente nel 1980 e nel 1978; e il loro sound non sar pi lo stesso: gli Zeppelin, con comunicato ufficiale, rinunciano a stare insieme, salvo tre sporadiche reunion, ma la coppia Jimmy Page e Robert Plant, che ora si firma con nome e cognome, lavora a interessanti progetti dalle influenze etniche; gli Who mantengono il logo, perdono anche il bassista John Entwistle,

IRON MAI DEN BRUCE DICKINSON

di GUIDO MICHELONE

PINK FLOY D DAVID GILMOUR

JUDAS PRIEST ROB HALFORD


VAN HALEN DAVID LEE ROTH
DEEP PURPLE (IAN GILLAN) Qualcuno si ricorda dei Deep Purple originali con il cantante Ian Gillan, poi sostituito da David Coverdale; tuttavia Ian, dalle celebri bordate vocali, che inventano uno stile quasi unico nel suo genere, non in assoluto il primo frontman; nei tre album iniziali i Deep hanno Rod Evans che determina la svolta hard rock del gruppo con il brano Hush. Bench si possa gi parlare di successo con Evans, solo quando Jon Lord, Ritchie Blackmore, Ian Paice, Roger Glover reclutano Gillan che la carriera del quintetto deflagra in maniera balistica, tra il 1970 e il 72, con lo strepitoso trittico: In Rock, Fireball, Machine Head. Sembra comunque che la band ami cambiare i propri membri e oggi la line-up arriva allottava versione. E forse per evitare i continui battibecchi che costellano i Deep Purple sin dalle origini, Evans si occupa da allora di terapia respiratoria in un ospedale degli Stati Uniti.

STORIE VOCALIST CHE HANNO CARATTERIZZATO LA CARRIERA E LO STILE DI UNA BAND

Un cantante per sempre


restano Pete Townshend e Roger Daltrey a ripetere stancamente il solito ennesimo copione, salvo la recente idea di Daltrey di presentarsi da solo per commemorare i quarantanni del suo Tommy, forse lopera-rock in assoluto pi famosa al mondo. Tuttavia nella storia del rock esistono altri dieci straordinari gruppi che vincono la battaglia del successo cosmopolita, della fama mediatica, del rispetto critico, nel passaggio di testimone da un frontman allaltro per i motivi pi diversi: il vocalist litiga, abbandona o, peggio, muore. Fatto sta che Deep Purple, Van Halen, AC/DC, Faith No More, Judas Priest, Journey, Iron Maiden, Fleetwood Mac, Genesis, Pink Floyd non sarebbero cos popolari e identificabili senza lapporto rispettivamente di Ian Gillan, David Lee Roth, Brian Johnson, Mike Patton, Rob Halford, Steve Perry, Bruce Dickinson, Lindsey Buckingham e Stevie Nicks, Phil Collins, David Gilmour.

VAN HALEN (DAVID LEE ROTH) I Van Halen risultano stelle di prima grandezza nellhard & heavy soprattutto con il cantante David Lee Roth che, ai concerti, dallinizio alla fine, scalcia e gesticola a petto nudo. Quando i fratelli Eddie e Alex van Halen si riuniscono di nuovo con lui, nel 2012, il loro album A Different Kind of Truth sale direttamente al secondo posto della Billboard chart. Ma quando Roth, dopo la permanenza tra il 1974 e il 1985, lascia i due originariamente nel 1985, i nuovi frontmen Sammy Hagar e Gary Cherone non eguagliano loriginale. Difficile ottenere qualcosa di ancora pi grande rispetto ai successi di Van Halen, II, Woman and Children First, Diver Down, 1984. Tuttavia stando alle classifiche non sono pochi ad amare la band di Pasadena con gli altri successivi vocalist. AC/DC (BRIAN JOHNSON) I pi celebri rocker australiani crescono di intensit quando si tratta di cantanti. Bon Scott non nemmeno il primo della band, che in origine presenta Dave Evans (solo unomonimia con The Edge, U2). Ma Evans registra solo due singoli con gli AC/DC - Can I Sit Next to You, Girl e Rockin in the Parlour perch viene quasi subito licenziato dagli altri quattro che lo ritengono troppo glam rock per le loro aspettative. I fratelli leader Angus e Malcolm Young, con Larry Van Kriedt e Colin John Burgess, reclutano Scott e di colpo gli AC/DC diventano star planetarie. Quando Bon muore nel 1980, appena dopo il profetico capolavoro Highway to Hell (1979), gli AC/DC sembrano finiti e sembra che nessuno possa sostituirlo degnamente. Non cos. Entra Brian Johnson, proveniente dalla band inglese Geordie e contro ogni previsione il nuovo album Back in Black diviene uno dei maggiori exploit nella storia del rock, il terzo album pi venduto di tutti i tempi. E pensare che Angus e Malcolm nel 1980 sono sul punto di sciogliere un gruppo che esiste tuttora e che, nel

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LIVERBIRDS, LE ANTI-BEATLES TEMUTE DA LENNON


di FRANCESCO ADINOLFI In origine si chiamavano The Debutones, poi cambiarono nome in The Liverbirds (nella foto). Di loro si ricordano in pochi in realt furono una band importante, molto importante. Non fosse altro per il fatto di essere state una delle prime formazioni solo femminili della storia del rock. Non solo: erano di Liverpool e i Beatles le temevano. Interpellato sulla band, John Lennon rispose perentorio: Ragazze con le chitarre? Non funzioner mai. Falso perch il quartetto femminile - attivo dal 63 al 68 - pubblicher due album e arriver ai primi posti in classifica in Germania con Diddley Daddy, cover del brano di Bo Diddley. La visione machista di Lennon perpetua - consapevolmente o

inconsapevolmente - uno stereotipo ancora oggi in gran voga in ambito rock. Ciononostante le ragazze seppero imporsi e in particolare allo Star-Club di Amburgo dove dallaprile al maggio 1962 si erano esibiti i Beatles spiccando il volo proprio da qui. Le Liverbirds erano approdate in Germania (tre di loro si stabiliranno definitivamente nel paese) sulla scia dei Beatles ma anche di gruppi come Rory Storm & The Hurricanes e qui si erano costruite un discreto seguito. Fondamentale la partecipazione televisiva a programmi locali come Beatclub. Su YouTube (http://www.youtube.com/watch?v=M5bP4V9Pc_M&feature=player_embedded) ci sono alcune perfomance brucianti in cui la teutonica Pamela Birch (bionda chitarrista, cantante, scomparsa nel 2009) guida la formazione e sotto al palco il pubblico impazzisce. Instancabile anche Sylvia Saunders, la batterista. Questo garage rock, sporco e anti-Beatles, forse per questo John Lennon le temeva cos tanto.

DEEP PURPLE IAN GILLAN

AC/D C BRIAN JOHNSON

JOURNEY STEVE PERRY

Dieci gruppi che hanno cambiato la storia del rock e che hanno sperimentato rocamboleschi avvicendamenti di frontman. Ma solo uno e solamente quello ha contribuito al loro successo
impegnato soprattutto alle tastiere. Allinizio arriva Robert Fleischman ma non funziona granch; la mossa vincente con Steve Perry, grazie al quale il viaggio diventa stratosferico, come dimostra il 33 giri Infinity (1979). Da allora muta anche la sonorit, virando decisamente verso livelli pi mainstream (Evolution) fino a raggiungere il capolavoro e la vetta delle classifiche con Escape (1982) grazie ai pezzi composti da Perry assieme a Jonathan Cain che sostituisce Rolin. Il Viaggio continua nel 2012 con il sesto vocalist, il filippino Arnel Pineda, quasi simile allillustre predecessore, ormai noto come Steve The Voice Perry. IRON MAIDEN (BRUCE DICKINSON) Bruce Dickinson possiede unurlante voce hollering (termine quasi intraducibile) e per questo da sempre soprannominato la sirena da raid aereo. Ma quando i cinque londinesi debuttano, Dickinson non fa parte della band, anzi nel gruppo rivale Samson agli albori delle battaglie del metal britannico. Allinizio il frontman degli Iron Maiden Paul Di'Anno, molto pi simile a un cantante punk. I primi due album caratterizzano soprattutto Di'Anno, le cui tematiche non rispettano i voleri della band, che lo lascia a casa. E con Dickinson davanti al microfono di colpo la vertigine metallica diventa una grandissima heavy band, mentre curiosamente Di'Anno svolge ancora la professione di cantante per conto suo, con esiti alterni. FLEETWOOD MAC (STEVIE NICKS E CHRISTINE MCVIE) Difficile ritenere quella del batterista Mick Fleetwood una band e non un brand. C' infatti poco in comune tra i Fleetwood Mac di fine Sixties con Peter Green alla chitarra (pi John McVie e Jeremy Spencer) e quelli anni Settanta con le due ragazze nel tipico stile Aor ossia album oriented rock oppure adult oriented rock per format radiofonici commerciali. Dopo la partenza di Green, Mac cambia laggressivo suono british blues e di conseguenza prova alcuni altri frontmen prima di reclutare gli americani Lindsey Buckingham e Stevie Nicks. Il nuovo quintetto pi stabile, tra il 1975 e il 1987 completamente reinventato, degli originali ha pi solo McVie e Mick, ma, con unaltra componente (Christine McVie) ottiene subito la celebrit internazionale con Rumours (1977), tra gli album pi venduti di ogni tempo. Ma sul piano musicale sono meglio nel Sessantotto, di cui restano ben sei album come il doppio imperdibile Fleetwood Mac in Chicago. GENESIS (PHIL COLLINS) Quando, attorno al 1975, Peter Gabriel lascia i Genesis (e il prog-rock) per una vita pi agreste, lo fa perch, come egli stesso afferma, non vuole essere schiavizzato dai rigidi programmi della band. I restanti Genesis - Phil Collins, Mike Rutherford, Tony Banks, Steve Hackett - organizzano audizioni per centinaia di cantanti

per sostituire Gabriel, ma non riescono mai ad accordarsi su nessuno; Collins, batterista, che fa i cori nei primi album del gruppo, alla fine decide di cantare lui. Il progster adora gli anni con Peter da Trespass a The Lamb Lies Down on Broadway. Ma la casa discografica ama assai pi quelli con Phil Collins, grazie al quale vende milioni di album con Duke, Abacab, Invisible Touch. Collins perpetua anche una carriera di cantante solista. Gabriel rimane pi lodato - come musicista - dalla critica, ottenendo anchegli un enorme successo in proprio, con o senza paturnie. PINK FLOYD (DAVID GILMOUR) Il gruppo presenta Syd Barrett alla voce per il debutto psych-rock The Piper at the Gates of Dawn (1967) tutto imperniato su idee, scritture, visioni barrettiane. Ma quando il comportamento di Barrett si fa erratico, Rober Waters, Nick Mason, Rick Wright chiedono allamico David Gilmour di unirsi dal vivo ai cori. Quando ufficialmente mollano Barrett, la band si ritrova con due nuovi cantanti: Waters e Gilmour. Roger la testa pensante e canta pure in un sacco di canzoni (e scrive per intero la rock opera The Wall), bench sia David a imporsi poco alla volta quale voce pinkfloydiana ad esempio su Money, Wish You Were Here o Comfortably Numb. Waters e Gilmour litigano in continuazione e, allorch Roger lascia il gruppo definitivamente, David prosegue in trio amaramente sin quasi a oggi, salvo riappacificazioni per giuste cause (il Live 8 2005 e poco altro).

FAITH NO MORE MIKE PATTON


proprio genere, sforna ancora buoni album come Ballbreaker (1995), Stiff Upper Lip (2000), Black Ice (2008). FAITH NO MORE (MIKE PATTON) Mike Patton il cantante per antonomasia dei Faith No More di San Francisco? Non esattamente. Prima di Patton, Chuck Mosley la voce dei due album iniziali con Roddy Bottum, Bill Gould, Mike Bordin, Jim Martin. E addirittura, prima di Mosley, per qualche mese, viene ingaggiata Courtney Love. Ed proprio sulla questione front line che i Faith No More da sempre litigano tra loro fino a sciogliersi, nonostante una reunion nel 2009. Tuttavia grazie a Patton lalbum The Real Thing (1989) viene nominato per il Grammy e il successivo Angel Dust (1992) mette in risalto le grandi doti vocali, mentre il singolo Epic consacra la band, in grado di fondere new wave, jazz, funk, prog, punk rock, anche a livello popolare. JUDAS PRIEST (ROB HALFORD) Prima di Rob Halford detto Metal God, i Judas Priest assumono un altro frontman, Alan Al Atkins, il quale sostiene di essere linventore del nome della band (tra laltro dal titolo della canzone The Ballad of Frankie Lee and Judas Priest di Bob Dylan). Ma con moglie e neonata a carico e nessun disco in vista Atkins nel 1973 crede (parole sue) sia meglio sfoltirsi le chiome e trovarsi un posto fisso. Ancora oggi, una tantum, Atkins si esibisce come vocalist, ma il sostituto Halford presente nel quintetto di Ian Hill dal 1973 al 1992 e dal 2002 a oggi - a definire l'immagine dei Judas Priest gruppo ante litteram di heavy metal, la cui bravura si evince soprattutto nel live giapponese Unleashed in the East. JOURNEY (STEVE PERRY) Quando Greg Rolie e Neal Schon abbandonano la band di Carlos Santana nel 1973 per formare con Ross Valory e Aynsley Dunbar i Journey, il ruolo di cantante preso dallo stesso Rolie, per sfornare inizialmente un notevole suono fusion o jazz rock ma di non facile presa. La casa discografica (Columbia) chiede ai quattro un altro vocalist per aiutare Rolie

FLEETWOOD MAC STEVIE NICKS E CHRISTINE MCVIE

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RITMI
INCONTRI TOMMASO ROSSI SUL PROGETTO

Nella foto, Tommaso Rossi

Nasce Na Musica, una rete di suoni e aggregazioni tra artisti campani


di SIMONA FRASCA
NAPOLI

pensiamo ai grandi teatri lirici. Basterebbe pensare a quanti soldi si risparmierebbero se i teatri lirici e le grandi associazioni concertistiche cercassero di collaborare tra di loro per far girare i loro spettacoli e i concerti per capire che l'assenza di collaborazione cela in realt soltanto la volont di sfruttare al massimo la propria rendita di posizione. Che cosa significa essere un musicista nel contesto culturale italiano attuale? Ritengo che la musica sia oggi una delle poche strade praticabili per una rivoluzione e per un cambio radicale della societ. Questo perch se tutti la praticassero avremmo persone migliori in grado di collaborare e non di combattere, di ascoltarsi piuttosto che di urlare. In questo credo che sia fondamentale la nascita di orchestre infantili e giovanili che in Italia deve essere aiutata e sostenuta con ogni mezzo. Quando parli di orchestre giovanili vengono in mente i conservatori e le esperienze in Venezuela. S, certo parlo del cosiddetto Sistema Abreu, che in Italia oggi presente grazie a un Comitato presieduto da Claudio Abbado, che sta coordinando parecchie iniziative. In Campania i coordinatori sono Antonio Florio (direttore de I Turchini) e Eugenio Ottieri (direttore artistico di Progetto Sonora Artworks & Networks). I conservatori vivono un momento difficile a causa della piena attuazione della riforma. Le istituzioni che con maggiore convinzione perseguono la riforma, puntando soprattutto sull'internazionalizzazione, sugli scambi Erasmus, sui progetti di collaborazione con altri conservatori europei hanno probabilmente maggiori possibilit di adeguare la propria offerta formativa ai tempi e di rappresentare un punto di riferimento. Io insegno al Conservatorio di Cosenza, che con i suoi 30 anni uno dei pi giovani d'Italia; rappresenta un modello per l'internazionalizzazione. La nostra l'unica istituzione italiana ad aver realizzato nello stesso anno ben 4 Intensive Programme ovvero progetti didattici intensivi realizzati su temi specifici in collaborazione con analoghe istituzioni europee. L'Intensive Programme sulla musica antica, di cui sono coordinatore scientifico, il primo ad essere stato realizzato in Italia.

Non sbagliato nutrire la speranza che la crisi attuale se cavalcata con consapevolezza possa rivelarsi un fattore positivo di crescita e di rinnovamento almeno in alcuni ambiti della vita sociale e culturale del nostro paese. Prendiamo ad esempio la musica, il ramo spesso pi sofferente di un albero sottoposto negli anni a spoliazioni gigantesche. Le iniziative che le permetterebbero di riprendere vigore soffocano a causa di investimenti sempre pi marginali o indirizzati verso una politica, quella delle fondazioni per dirne una, che ammazzano la musica stessa e la costringono a rinnegare quellaspetto orizzontale e artigianale dellatto creativo che le proprio. Nel contesto musicale napoletano nata una rete di associazioni NaMusica che tenta di sondare nuovi scenari rispetto allutilizzo delle risorse stanziate per le produzioni di questo settore. Lorganismo che in s raccoglie le esperienze della musica di ricerca e di pi semplice fruizione recupera con grande energia laspetto pi precipuo del fare musica che la condivisione e il senso della comunit. Nel 2011 Dissonanzen, il gruppo di musica contemporanea del quale sono presidente - ci racconta Tommaso Rossi, uno dei coordinatori di NaMusica, studioso esperto di musiche barocche, musicista e docente di flauto al conservatorio di Cosenza - si resa promotrice di un'aggregazione tra ensemble musicali napoletani che comprende Progetto Sonora Artworks & Networks, Il Circolo Artistico Ensemble, Arte d'Improvvisare, Quodlibet, Ensemble Barocco di Napoli, prevalentemente dediti all'esecuzione e diffusione della musica contemporanea. Un modo per reagire alla crisi, per cercare di mettere in comune le poche risorse economiche e quelle umane che invece sono tante e cercare di riorganizzare un'attivit musicale continuativa, alla ricerca anche di un nuovo pubblico. Per anni a Napoli ma forse un problema italiano non si fatto altro che farsi concorrenza, se non addirittura la guerra, in campo musicale. Oggi arrivato il momento di capire che solo il fare sistema consentir a molte realt di sopravvivere in futuro. Bisogna creare sinergie tra pubblico e privato, ammesso che il privato si interessi alla cultura. In questo senso siamo contenti di aver trovato un valido supporti nellazienda Tassoni che ci ha permesso di ultimare il progetto del primo NaMusica Festival per ledizione di questanno del Maggio dei Monumenti di Napoli. Che significato ha la presenza di compositori versatili come lamericano Adam Rudolph nellattivit di Dissonanzen, un ensemble che annovera musicisti di diversa formazione e provenienza geografica e che ha deciso di lavorare a Napoli? Adam Rudolph un musicista di grande sensibilit e carisma; il suo stile di improvvisatore e compositore consente di realizzare progetti con musicisti di estrazione musicale e anche di livello ed esperienza diversa.

Dunque il suo eclettismo ci ha permesso di creare un'orchestra dove il pluri-linguismo e la trasversalit erano la caratteristica principale a livello musicale e, nello stesso tempo, potevamo realizzare anche un'esperienza formativa per un congruo numero di studenti dei tre conservatori campani. Far suonare insieme professionisti e musicisti che si stanno avviando verso un percorso professionale un'esperienza importantissima, oggi davvero rara. Gli autori con i quali avete lavorato in questi anni che percezione musicale hanno di Napoli, citt che nonostante i problemi ai quali fai riferimento resta una delle tappe pi stimolanti per lesplorazione dei suoni di questa parte del Mediterraneo? A dire il vero a nessuno degli ospiti che abbiamo invitato in questi anni, da Michel Godard a Markus Stockhausen, da Stefano Scodanibbio a Marc Ribot, fino allo stesso Adam Rudolph, abbiamo chiesto di esprimersi sul paesaggio sonoro di Napoli. Nel senso che questo aspetto per noi e qui per noi intendo soprattutto l'Ensemble Dissonanzen

Lorganismo, che privilegia ricerca e ambiti di pi semplice fruizione, punta a condividere risorse economiche, a trovare nuovi spazi e interlocutori
ON THE ROAD
Chris Cornell
Il vocalist dei Soundgarden e ex Audioslave in versione solista nel Songbook Tour. Udine LUNEDI' 25 GIUGNO (CASTELLO) Collegno (To) MARTEDI' 26 GIUGNO
(COLONIA SONORA) Verona GIOVEDI' 28 GIUGNO (TEATRO ROMANO) Firenze VENERDI' 29 GIUGNO (CAVEA NUOVO TEATRO DELL'OPERA)

non particolarmente importante da sottolineare. Certo, Napoli comunque ti condiziona quando vieni a lavorarci. Devi suonare in un certo tipo di spazi, nello stesso tempo i musicisti hanno un certo di tipo di formazione. Forse quello che osservatori esterni colgono o hanno colto un'attitudine verso l'eclettismo. Liniziativa della rete 'NaMusica pu essere un caso da proporre su

scala nazionale? Credo che la convergenza in un'attivit di organizzazione musicale di aspetti diversi (formazione, produzione, performance) e la creazione di un bacino di pubblico variegato sia una chiave di lettura del percorso che stiamo attivando e che certamente funziona. Probabilmente in Italia, in campo musicale, vige ancora la regola dei grandi sprechi e dell'intervento politico nel settore dell'organizzazione musicale,

Cypress Hill
Il ritorno del duo hip hop Usa. Con loro Everlast. Roma MARTEDI' 26 GIUGNO (IPPODROMO
DELLE CAPANNELLE-ROCK IN ROMA) Padova MERCOLEDI' 27 GIUGNO (PARCHEGGIO NORD STADIO EUGANEOSHERWOOD FESTIVAL)

sperimentale del musicista australiano di stanza in Islanda. Ravenna VENERDI' 29 GIUGNO (ROCCA
BRANCALEONE)

Ambrogio Sparagna e Francesco De Gregori


LOrchestra Popolare Italiana diretta dallorganettista Sparagna ospita il cantautore romano. Bari VENERDI 29 GIUGNO (SUMMER
MUSIC VILLAGE) Roma SABATO 30 GIUGNO (AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA-LUGLIO SUONA BENE)

Charlotte Gainsbourg
Unica data italiana per l'attrice e cantante francese, figlia del celebre Serge. Sul palco con Connan Mockasin. Ferrara LUNEDI' 25 GIUGNO (CORTILE
DEL CASTELLO ESTENSE-FERRARA SOTTO LE STELLE)

Sick Tamburo, A Classic Education, Cosmetic (domani, sempre dalle ore 18); St. Louis Gigs (il 25); Bud Spencer Blues Explosion (il 26); Die Antwoord (il 28); St. Louis Big Band vs Pink Puffers (il 29); La Parola Persa + Mini K Bros (il 30). Roma DA SABATO 23 A SABATO
30 GIUGNO (PIAZZALE DEL VERANO)

Napalm Death
Il metal senza se e senza ma. Mirano (Ve) DOMENICA 24 GIUGNO
(OFFICINE MECCANICHE WIG WAM)

Portishead
Due date per i precursori del trip hop. Villafranca di Verona (Vr)
MARTEDI' 26 GIUGNO (CASTELLO SCALIGERO) Roma MERCOLEDI' 27 GIUGNO (IPPODROMO DELLE CAPANNELLE-ROCK IN ROMA)

Rock in Roma
Il festival capitolino prende corpo con i live di Incubus (25), Cypress Hill e Everlast (26), Portishead (27) e Radiohead (30, data gi sold-out in prevendita). Roma LUNEDI' 25, MARTEDI' 26,
MERCOLEDI' 27 E SABATO 30 GIUGNO (IPPODROMO DELLE CAPANNELLE)

Nuvolari Libera Trib


Il festival propone il live della band pescarese Management del Dolore Post- Operatorio. Cuneo GIOVEDI' 28 GIUGNO (PARCO
DELLA GIOVENTU')

Eric Chenaux
L'artista canadese presenta i brani del nuovo album solista, dall'anima intimista. Napoli SABATO 23 GIUGNO (RIOT
STUDIO-A CASA) Avellino DOMENICA 24 GIUGNO (GODOT)

Afterhours
Torna dal vivo con i brani del nuovo lavoro, Padania, la rock band milanese capitanata da Manuel Agnelli. Bollate (Mi) SABATO 30 GIUGNO
(VILLA ARCONATI)

Troublefestival
Ultima serata con Pornoriviste, Statuto, Minnies, Mega, Pensione Libano, Black Banana e altri. Monza SABATO 23 (STADIO DEL RUGBY)

Patrick Wolf
Il sofisticato cantautore nel nostro paese per un acoustic set. Ancona SABATO 23 GIUGNO (MOLE
VANVITELLIANA-SPILLA FESTIVAL)

Iliketrains
Lindie post rock catartico e scuro della band inglese. Roma SABATO 23 GIUGNO (PARCO SAN
SEBASTIANO-ROMA VINTAGE)

Subsonica
La band torinese impegnata nel tour estivo. Fidenza (Pr) SABATO 23 GIUGNO
(PIAZZA GARIBALDI)

KappaFuturFestival
Prima giornata di un festival che vedr la presenza come headliner di Deadmau5, Fat Boy Slim, Carl Cox e John Digweed e molti altri ospiti. Torino SABATO 30 GIUGNO (PARCO
DORA)

Sherwood Festival
La ormai storica rassegna indie padovana ha in programma: Amor Fou + Maria Antonietta (oggi), Manu Chao (25), Cypress Hill + Everlast (27), Caparezza (29), Josh Wink e altri (30). Padova DA SABATO 23 A SABATO
30 GIUGNO (PARCHEGGIO NORD STADIO EUGANEO)

Incubus
Dal nu metal al rock puro e semplice. Roma LUNEDI' 25 GIUGNO (IPPODROMO
DELLE CAPANNELLE-ROCK IN ROMA) Vigevano (Pv) MARTEDI' 26 GIUGNO (CASTELLO SFORZESCO-10 GIORNI SUONATI)

Altamura (Ba) VENERDI' 29 GIUGNO


(UP)

She Wants Revenge


Tra elettronica anni Ottanta e dark gotic, da Los Angeles. Roma MERCOLEDI' 27 GIUGNO (CIRCOLO
DEGLI ARTISTI)

Senigallia (An) SABATO 30 GIUGNO


(FORO ANNONARIO)

Supersanto's
Festival indie a San Lorenzo. In cartellone: La Tempesta gemella con Tre Allegri Ragazzi Morti, The Zen Circus, Il Pan del Diavolo, Uochi Toki, Mellow Mood, Iori's Eyes (oggi, dalle ore 18) e Il Teatro degli Orrori, Aucan, Giorgio Canali & Rossofuoco,

We Have Band
L'elettro-pop-rock del trio londinese. Molfetta (Ba) SABATO 23 GIUGNO (LA TERRAZZA BEACH BAR)

Offlaga Disco Pax


Il trio reggiano torna con un Gioco di societ. Acquaviva delle Fonti (Ba)
SABATO 30 GIUGNO (OASI SAN MARTINO)

Ben Frost
L'elettronica industriale e

Luglio suona bene


La rassegna estiva del Parco della Musica al via con Giorgia (25 e 26),

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ULTRASUONATI DA GUIDO FESTINESE SIMONA FRASCA GUIDO MICHELONE LUIGI ONORI ROBERTO PECIOLA MARCO RANALDI

AA. VV. THE DESCENDANTS (Sony Classical) Questo score un omaggio a Gabby Pahinui, voce forte del climax isolano e paradisiaco. Lambientazione del film, in una continua ipotesi di perdite e ritrovamenti, proprio nelle isole hawaiane e quindi al regista non sembrato strano usare le musiche di Pahinui (e non solo). Il cd si ascolta con piacere, vive di suoni propri e soprattutto non scimmiotta sonorit arrangiate e apparenti. (m.ra.) FLAVIA COELHO BOSSA MUFFIN (Discograph/Self) Il Brasile, immenso continente sonoro, riserva sempre gustosissime novit come la vocalist di Rio de Janeiro (da sei anni a Parigi) che mescola samba, bossa, forro, pagode in una sorta di allegra canzone world (ben quattordici i brani presenti) dagli ulteriori profumi latini: sembra quasi di sentire, musicalmente, un Manu Chao al femminile per via dei ritmi in levare di una patchanka dalle venature salsa e reggae, ideali per una voce calda, delicata, pastosa al tempo stesso come quella di Flavia Coelho (per fortuna nessuna parentela con Paulo, lo scrittore new age). (g.mic.) CARLO COSTA-MINERVA SATURNISMO (Double Moon/Family Affair) Il giovane batterista e compositore Carlo Costa ha, con la sua musica bella e azzardata, seguito la strada di migliaia di suoi coetanei: se n' andato dall'Italia. Dopo gli studi a Roma e a Boston, base fissa nella ancora assai vitale New York del jazz. Questo un trio che molto rischia, tra silenzi, fruscii, improvvisazione sul bordo del nulla: esattamente il contrario di tanto jazz precotto. E dovessimo indicare nomi di riferimento, ci verrebbero in mente certe cose di John Tayor, e altre, ben storicizzate, di Paul Bley. In ogni, caso, un gran bel lavoro. (g.fe.) MARILYN MANSON BORN VILLAIN (Cooking Vinyl/Edel) Ha ancora senso un personaggio come Marilyn Manson? La domanda lecita, permettetecelo. Ma a una domanda simile non si pu rispondere nel breve volgere di 600 caratteri o gi di l di una recensione. E allora parliamo, brevemente, di Born Villain, il disco che lo vorrebbe riproporre ai fasti di Antichrist Superstar o Mechanical Animals, dopo due album pi intimi e un oblio alle porte. Ci prova, dicevamo, e va a rileggere i suoi miti giovanili, dai Killing Joke ai Bauhaus (The Gardener, ad esempio), riprendendo un po della sua iconoclastia, ma quei tempi sono ormai lontani... (r.pe.)

INDIE ITALIA

NEOCLASSICA

PIANISMO

JAZZ ITALIA

Il futuro fresco e psichedelico


Ancora molto grezzi, ma freschi, divertenti e con qualche idea interessante da sviluppare. Da Roma ecco i Boxerin Club, band a tutto pop che esordisce con lep Tick Tock (Here it Comes) (Bomba Dischi). Tra tribal e indie pop con tocchi psichedelici, quattro brani sono pochi per un giudizio definitivo, ma da tenere docchio. Dalla Capitale arrivano anche i Kardia che con No (Killer Pool/Goodfellas) giungono al secondo album. Electro wave, post punk la Killing Joke, attitudine pop e uno sguardo alla tradizione italica si fondono nel loro sound e in un album gustoso. Alle ultime generazioni del pop doltremanica si rifanno i pugliesi Moustache Prawn nel loro esordio Biscuits (Piccola Bottega Popolare/ Audioglobe). Un disco che sorprende per la sicurezza che la band dimostra e che, abbinato ai due lavori sopra, fa finalmente ben sperare per il futuro del rock nostrano. Un paese fotografato magistralmente dai genovesi Altera in Italia sveglia! Note per destare un paese - pt. 1 (Produzioni dal Basso/Venus). Rock di ispirazione cantautorale dalla struttura classica, ma il loro forte limpegno sociale e politico che si evince dai testi e dagli ospiti, primo fra tutti don Andrea Gallo. (Roberto Peciola)

Unorchestra per i Genesis


Se si esclude Phil Collins che, una tantum, si tuffa nel soul (e nel jazz), gli altri ex Genesis coltivano un amore spassionato per la musica classica che ora scopertamente si esterna in pompa magna, a partire dal bis di Peter Gabriel con Blood Live (Edel) dove le sontuose orchestrazioni del proprio repertorio canzonettistico - gi ascoltate nel precedente New Blood - in versione dal vivo acquistano ulteriore spettacolarit. Tony Banks approda addirittura a unetichetta classicissima con Six Pieces for Orchestra (Naxos) dalla partitura orientata verso un romanticismo ottocentesco, per via dellaccentuata componente melodica: Paul Englishby dirige la City of Prague Philarmonic, con Charlie Siem (violino) e Martin Robertson (alto) degni solisti. Anche Anthony Phillips con Adrew Skeet in Seventh Heaven (Voiceprint) passa a unarte colta tradizionale, recuperando stilemi ancor pi antichi, fra citazioni quasi barocche e madrigaliste: molti i solisti coinvolti da John Parricelli a Martin Robertson, da Paul Clarvis a Chris Worsey. Dai Genesis, una rivelazione, come diceva il proprio loro primo, lontanissimo, album. (Guido Michelone) MAX ROACH WE INSIST! FREEDOM NOW SUITE (Poll Winners) Ora una pagina ineliminabile del jazz, nel 1960 un album scomodo di musicisti militanti al fianco della lotta per i diritti civili che nessuna major volle e che fu autoprodotto per la Candid Records di Mingus e Roach. Al batterista (e al poeta Oscar Brown jr.) erano state commissionate musiche e parole per il centenario della liberazione (1963) ma gli eventi, interni e internazionali, incalzavano e la Freedom Now Suite vide la luce con tre

La cantante che non c


Continua la liaison (artistica) fra il maestro Riccardo Chailly e Stefano Bollani che dopo il successo - oltre ogni pi rosea previsione - dell'omaggio a Gershwin, si dirigono in Sounds of the 30s (Universal/ Decca) su altri lidi musicali e celebrano la magia delle composizioni di Ravel (Piano concert in 6 major), Tango di Stravinsky, Surababya Johnny e Tango Ballad di Weill arrivando alle Mille e una notte di Victor De Sabato. Se Bollani prosegue nelle sue collaborazioni a 360 gradi, Cesare Picco con Piano Calling (Ishtar) mantiene fede al piano solo e nel suo stile liquido e magmatico al contempo, estrae 14 ispirate composizioni dall'afflato melodico costante e suadente. Spiritosissimo il titolo con cui il talentuoso e giovane pianista Andrea Pagani ha battezzato il suo nuovo disco, Bravi, bravi, ma ce l'avete una cantante? (Zone di Musica). Ma la cantante non serve, se Pagani con Massimo Moriconi al contrabbasso e Alfredo Romeo alla batteria riescono nell'impresa di regalare circa un'ora di movimentata rincorsa jazz in bilico su stili diversi. Da Battisti a Ellington passando per Fred Buscaglione, divertimento assicurato (Stefano Crippa) anni di anticipo. Vi si racconta lamara storia degli schiavi e ex-schiavi afroamericani, legandola alla lotta dei sudafricani contro lapartheid. Spiccano la voce di Abbey Lincoln, la batteria del leader, la tromba di Booker Little e il tenore del veterano Coleman Hawkins, sempre dalla parte giusta. Ancora oggi un vibrante capolavoro sonoro e etico. (l.o.) SINETERRA FADISIA (Agualoca/Audioglobe) Prodotto dal sound designer napoletano Davide Mastropaolo da anni

Gianni Mimmo, dialoghi sul sax


Nel suo secolo di vita documentata, il jazz ha sperimentato pressoch tutte le combinazioni strumentali possibili, dal solo totale alla grande orchestra rinforzata, passando per l'inserimento di ogni strumento etnico concepito e l'elettronica. Di tutta le possibilit, la formula del duo resta una delle pi stimolanti, e al contempo delle pi impervie. nel dna stesso del jazz di essere musica dialogica, in interazione continua di un s con gli altri. Come quando si chiacchiera: si pu rischiare il monologo, si pu parlare e saper ascoltare. Di sicuro uno che sa proporre ma anche tenere orecchie e cervello in ascolto il sassofonista Gianni Mimmo, la cui produzione discografica si va facendo corposa. In Reciprocal Uncles (Amirani) il suo sax soprano dialoga con il pianoforte ispirato di Gianni Lenoci, altro veterano dell'improvvisazione. In Live at Bauchhund (Amirani) il dialogo a Berlino, nel 2010, con il doppio al soprano Harri Sjstrm. Dialogano anche, e con gran intesa, i chitarristi Maurizio Brunod dal jazz e Giovanni Palombo dal mondo delle note acustiche in Tandem Desrpa (fingerpicking.net). (Guido Festinese) impegnato nella sonorizzazione di immagini in movimento con il duo elettroacustico Frame il cd sembra ambientato nello studio di una band dedita proprio alla musica per film, simile lapproccio narrativo e altamente emozionale delle eclettiche chitarre di Mario Musetta e della sensuale tromba di Charles Ferris. Poi lalbum prende una strada pi libera, i contributi pi specifici dai repertori folk di area mediterranea con nuance post rock sono il terreno della sinuosa voce di Luisanna Serra, sarda di nascita, lusitana per tempra musicale. (s.fr.)

SULLE TRACCE DEGLI EMERSON


Atteso, anelato, immaginato. Dopo 4, lo splendido disco di due anni fa, il nuovo lavoro come sarebbe stato? Medicine Man (Tru Thoughts TRUCD 251; 2012), l'ultimo disco degli australiani Bamboos, non riesce ad andare oltre la vetta del precedente, tira dentro una teoria di cantanti (restano i capisaldi, da Kylie Auldist a Megan Washington) e fa piazza pulita degli strumentali che da sempre contraddistinguono la band. Si perde in mezzo tra il passato e un futuro che non si vede e soprattutto sceglie una pacatezza soul pop che tutto pervade, a cominciare da Where Does the Time Go, singolo con Aloe Blacc alla voce, che ha anticipato il disco. Tra i pezzi spicca I Got Burned cantato da Tim Rogers, voce degli australiani You Am I, il pezzo che d il titolo al disco e il northern soul di Midnight (canta Bobby Flynn). Dai Bamboos, per, ci si aspettano devianze ben pi ardite e non gli abissi smielati di I Never (canta Daniel Merriweather); inoltre il pop da classifica, se mai fosse questo lintento di Lance Ferguson e famiglia, va coraggiosamente perseguito fino in fondo, altrimenti si realizzano opere irrisolte che finiscono per lasciare tutti a piedi. Appena ristampato Dreamin' Wild (Light In The Attic rec. LITA 082/Goodfellas; 2012), follia psichedelica folk pop concepita da due ragazzini di Washington, i fratelli Donnie (chitarra, basso, synth, voce) e Joe Emerson (batteria). La storia affascinante ed raccontata nel documentario di 7 minuti sul sito dell'etichetta (http://vimeo.com/39424998#). Si vede Fruitland, tre case nel nulla eterno della provincia Usa con i due - oggi adulti - che rievocano gli esordi, gli abiti fatti apposta per salire su un eventuale palco ecc. Era tutto pronto, tutto perfetto, ma non successe nulla. Nel '77, anno in cui il padre (intervistato nel documentario) gli apr un vero e proprio studio di registrazione, pubblicarono un 45 giri e cominciarono a porre le basi per l'album Dreamin' Wild che sarebbe uscito il primo giugno 1979. Per i figli, pap Emerson si vendette mezza fattoria; costru addirittura un micro anfiteatro con tanto di bar e botteghino per i biglietti: nessuno per li and mai a sentire, cos come nessuno compr il loro album. Un sogno americano andato storto, ed questa la bellezza della storia. Di pi: il suono incredibile, un po' Marvin Gaye, un po' Hall & Oates, un po' Smokey Robinson, un po' San Francisco sound. Ancora pi incredibile il fatto che vivendo cos isolati nessuna influenza musicale gli arriv mai alle orecchie, eppure i suoni sono quelli di allora a dimostrazione che spesso il vento a portarli e soprattutto le tecnologie a disposizione a orientarli. Oggi i due Robinson continuano a fare musica. Uscito il primo album di Devin (in origine si faceva chiamare con nome e cognome Devin Therriault): Romancing (No Evil NOECD 1; 2012). Come evidenziato dall'ep You're Mine, l'artista di Brooklyn, mescola furiosamente sorretto da basso e batteria incessanti rock'n'roll, girl group sound e punk.

A CURA DI ROBERTO PECIOLA CON LUIGI ONORI SEGNALAZIONI: rpeciola@ilmanifesto.it EVENTUALI VARIAZIONI DI DATI E LUOGHI SONO INDIPENDENTI DALLA NOSTRA VOLONT

Francesco Renga (28), Orchestra La Notte della Taranta diretta da Ludovico Einaudi (29) e Vola Vola Vola-Orchestra Popolare Italiana di Ambrogio Sparagna con Francesco De Gregori (30). Roma DA LUNEDI' 25 A SABATO
30 GIUGNO (AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA)

Hydrogen Festival
Il primo concerto del festival quello dei Cranberries. Piazzola sul Brenta (Pd)
SABATO 30 GIUGNO (ANFITEATRO CAMERINI)

Ozzy & Friends (G. Butler, Z. Wylde e Slash), Opeth, Black Label Society (domani). Rho (Mi) SABATO 23 E DOMENICA
24 GIUGNO (FIERA)

Torrita Blues Festival


La rassegna blues ha in organico Mac Arnold e The Cyborgs per la serata conclusiva. Torrita di Siena (Si) SABATO
23 GIUGNO (PIAZZA MATTEOTTI)

Milano LUNEDI' 25 E VENERDI'


29 GIUGNO (POLITECNICO, PARCO ALESSANDRINI)

Sanremo
La terza edizione del Festival Internazionale della Musica Jazz ha in serbo questa settimanaa i recital di Rebekka Bakken, del trio Helge Lien e di Tore Brunborg. Sanremo DA GIOVEDI' 28 A SABATO
30 GIUGNO (PIAZZA BOREA DOLMO)

Roma incontra il mondo


La stagione musicale sulle sponde del laghetto di Villa Ada. Nell'ordine: Kay McKarthy; Officina Zo; Sud Sound System; Rossoantico; Club Dogo; Banco del Mutuo Soccorso; Epsilon Indi + Solar Orchestra; Rosalia De Souza. Roma DA SABATO 23 A SABATO
30 GIUGNO (LAGHETTO DI VILLA ADA)

Spilla Festival
Il programma prevede l'acoustic set di Patrick Wolf (stasera), Lianne La Havas (il 27) e Demons at Play dj set (il 30). Ancona SABATO 23, MERCOLEDI' 27
E SABATO 30 GIUGNO (MOLE VANVITELLIANA)

I Suoni delle Dolomiti


Primo appuntamento con il festival trentino. Si parte con Malika Ayane. Val di Fassa SABATO 30 GIUGNO
(RIFUGIO MICHELUZZI, ORE 14)

Festival Internazionale del Jazz di La Spezia


La consolidata rassegna (44 le edizioni) prosegue con un fitto cartellone: i trii Corradi, Cidale e De Simoni, Tiberio Nicola Award, una formazione di All Stars, Rosario Giuliani Hammond Trio, D.D. Bridgewater 5tet, Geg Telesforo 4tet, Robert Glaser Experiment, Dave Liebman-Eddie Gomez-Dave Kikoski-Francisco Mela, Kikoski solo piano, Shawnn Monteiro 4tet, Lage Lund Hammond Trio, premiazione del Tiberio Nicol Award. La Spezia DA SABATO 23 A SABATO
30 GIUGNO (PIAZZA MENTANA, PORTO MERCANTILE, PIAZZA DEL BASTIONE)

Porretta Soul
Anteprime con The Dance Foundation Company Chicago (domani) e Chicago Children's Choir (29). Porretta Terme (Bo) DOMENICA
24 E VENERDI' 29 GIUGNO (RUFUS THOPMAS PARK)

Deltablues Polesine
Due date per la manifestazione che vede la Venezze Soul Band (diretta da Marco Tamburini) con ospiti Geg Telesforo Chrlie Wood, e Il mondo non mi deve niente di e con Massimo Carlotto. Rovigo GIOVEDI' 28 E VENERDI'
29 GIUGNO (PIAZZA VITTRIO EMANUELE II, CHIOSTRO DEGLI OLIVETANI)

Rome Live Festival


Tra concerti all'interno e all'esterno, la line up del festival: Roman Hard & Heavy Day (24), Mastodon (27), Hatcham Social (29), Boom Da Bash (30). Roma DA DOMENICA 24 A SABATO
30 GIUGNO (ATLANTICO LIVE)

Jazz:re:found
Quinta edizione del festival. In cartellone De La Soul (oggi), Sweet Life Society e Alessio Bertallot and Italian Allstars (domani). Vercelli SABATO 23 E DOMENICA
24 GIUGNO (CASCINA BORGHETTO)

Roma Vintage
Il calendario prevede i concerti di Iliketrains (oggi), Bobo Rondelii (il 26). Roma SABATO 23 E MARTEDI' 26 GIUGNO
(PARCO SAN SEBASTIANO)

Indie Summer Party


La rassegna indipendente presenta Cats e Orax. Segrate (Mi) MERCOLEDI' 27 GIUGNO
(MAGNOLIA)

Rock Island
Il festival ha in programma nell'ordine Appaloosa + Morkobot, Giardini di Mir + Andrea Van Cleef, Calibro 35 + Fixforb, A Toys Orchestra + Cut. Bottanuco (Bg) DA MERCOLEDI' 27
A SABATO 30 GIUGNO (AREA FESTE)

The Nightfly International Jazz Festival on the Beach


Il direttore artistico della manifestazione la chiuder con Nick The Nightfly 5tet il 1 luglio. Lo precederanno Rudy Fantin Jazz Trio, Paolo Fresu 5tet, Francesca Hart Trio, Matt Bianco, Art Project Duo e Incognito. Lignano Sabbiadoro (Ud)
DA GIOVEDI' 28 A SABATO 30 GIUGNO (VARIE LOCALIT)

Lucca Summer Festival


Ad aprire la rassegna Tom Petty e Jonathan Wilson. Lucca VENERDI' 29 GIUGNO (PIAZZA
NAPOLEONE)

Mojo Station Blues Festival


Seconda e ultima serata, con: Spooky Man, The Blues Against Youth, Luke Winslow King & Roberto Luti e dj set (dalle ore 19). Roma SABATO 23 GIUGNO (CIRCOLO
DEGLI ARTISTI)

Il ritmo della citt


Si esibisce un poderoso Sax Summit con Francesco Cafiso, Rosario Giuliani, Pietro Tonolo e Javier Girotto accompagnati da Mauro Battisti, Mario Rusca e Tony Arco. Drums Chat vede, invece, coinvolti Arco, Max Lalavasi e Alessando Lombardo.

Gods of Metal
A tutto rock con Motley Crue, Slash feat. Myles Kennedy e altri (stasera) e

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ALIAS 23 GIUGNO 2012

FOOTBALL & LETTERATURA

In un romanzo di J. S. Constan, la sfida a Santa Croce tra fiorentini e soldati di Carlo V. Con Machiavelli, il fantasma del pibe e qualche licenza poetica di troppo
di MASSIMO RAFFAELI

Ha dichiarato di recente Enrique Vila-Matas, uno dei grandi romanzieri del nostro tempo, che a lui piace scrivere di calcio sui giornali (e spesso lo fa su El Pas) per sfuggire questioni pi trascendentali anche se ha aggiunto che scrivere di football, in realt, molto pi difficile di quanto non sembri. noto come Vila-Matas sia un autore del cosiddetto postmoderno e nei suoi romanzi costruisca unesistenza di secondo grado a eventi e figure mitologiche della modernit che ama compulsare quasi fossero spettri itineranti e caselle vuote di ex vivi o di icone secolari: anche per questo motivo il calcio entra

indirettamente o solo tangenzialmente nelle sue opere, come si trattasse di un universo parallelo e impermeabile ovvero di un romanzo gi scritto sul campo e una volta per sempre nella propria grammatica, la quale, se da un lato appare una realt di secondo grado, dettata dalle regole medesime del gioco, dallaltro resta un universo perfettamente autosufficiente. Che tuttavia non basti rimescolare o adulterare alcune affiches pescate dallarchivio o da una discarica per essere Vila-Matas, che non basti fare man bassa dal campionario vintage per essere uno scrittore, ne d oggi esemplare conferma Calcio! (traduzione di Sandro Ossola, Tropea, I Narratori, pp. 190, 14

euro), il romanzo del 33enne colombiano Juan Esteban Constan. Se dunque Vila-Matas, e con lui Don DeLillo o Wienfred G. Sebald, giocano su un doppio tavolo ed esplorano il vuoto che divide e ricongiunge la storia con limmaginario del presente, Constan gioca invece su un tavolo solo che, appunto, quello dove si rianima il passato per la sua contraffazione al presente, vale a dire lora-per-allora che garantisce il pieno appagamento del collezionista. Cosa fa, in effetti, Constain? Immagina che un filologo di Oxford abbia scritto il memoriale relativo a una disputa accademica sorta in un simposio degno del Circolo Pickwick ed esplosa fra un cattedratico britannico e un collega italiano: corre lanno 1947 e materia del contendere la primogenitura del gioco del calcio, che luno fa risalire al 26 ottobre 1863 (quando nella Taverna dei Framassoni a Londra vennero dettate le regole che tuttora lo distinguono dal rugby) mentre laltro, un ebreo italiano gi in fuga dal razzismo fascista, lo lega a una genealogia che dallantico harpastum discende alla caccia praticata in Firenze al tempo della Signoria medicea. Il senso della disputa divide nazionalismo e cosmopolitismo, orgoglio identitario e coscienza multiculturale: fatto sta che lebreo italiano torna in patria per documentarsi e scopre nelle biblioteche di Firenze che non solo si deve a Niccol Machiavelli un primo trattato sul gioco del calcio

Lorigine del Calcio! Falsa e postmoderna


ma che anche e soprattutto fu il calcio a propiziare la fine dellassedio alla citt, nellagosto del 1530, quando le truppe di Carlo V (detto il Re Cristianissimo bench i suoi lanzichenecchi avessero tre anni prima messo a ferro e fuoco Roma) ebbero ragione delle milizie capitanate da Francesco Ferrucci e, a titolo di risarcimento, restituirono Firenze a papa Clemente VII, un Medici erede dei tradizionali proprietari della citt. Mescolando documenti veri e verosimili ad autentici pastiches, Constan immagina che tra i fiorentini e i soldati spagnoli si sia giocata alla morte la partita (27 contro 27, risultato 3 a 3) durante la quale, per motivi di ordine pubblico, venne decretata lesclusiva liceit di usare i piedi nel gioco della caccia: lincontro, a lungo dominato dai fiorentini di Ferrucci, pareggiato dagli spagnoli grazie a un indio dalla tecnica inaudita ma nel qual caso indotta a utilizzare anche la manina galeotta. Che il fantasma di Maradona potesse aleggiare, cinque secoli fa, nel sabbione allestito a Piazza Santa Croce comunque la minore e in fondo la pi innocua fra le troppe licenze poetiche che si prende Constan: non pu ad esempio immaginare quanto garberebbe ai posteri un Machiavelli teorico del calcio (ovviamente pragmatico e, per cos dire, allitaliana) e per nel romanzo gli fa redigere il trattatello allinizio del 1500 fingendo di ignorare che il primo Trattato del gioco della palla usc soltanto nel 1555, scritto da Antonio Scaino da Sal e dedicato ad Alfonso dEste, come si impara dallottima edizione a cura di Giorgio Nonni (QuattroVenti 2000). Inoltre la bandella di Calcio! ci informa che Constan docente a Rosario di Relazioni internazionali e dunque non pu ignorare la celebre lettera di Machiavelli allamico Francesco Vettori, del 10 dicembre 1513, in cui il Segretario fiorentino confessa i suoi passatempi da uomo di campagna, non il calcio in costume ma i giochi della cricca e tric-trach in osteria, dove esplodono presto, come accade tra tifosi, mille contese e infiniti dispetti. Altrettanto inverosimile, e stavolta persino incredibile, che il protagonista del romanzo si chiami Arnaldo Momigliano (Caraglio di Cuneo 1908-Londra 1987), filologo classico e storiografo, fra i maggiori antichisti del secolo. Nel testo e ancora nel risvolto egli viene definito emerito, qualifica che allaltezza del 1947 non pu essere possibile per un professore entrato di ruolo nellinsegnamento di Storia Romana a Torino nel 36, esule a Oxford dopo le leggi razziali del38, ricercatore e docente precario fino al 1951 quando ottiene finalmente una cattedra a Londra e qui rimane fino alla pensione (75) con un pendolarismo, fra Chicago e la Scuola Normale di Pisa, che via via ne diffonde la lezione di insigne maestro. Un suo vecchio compagno di studi, pure lui piemontese e fuoriclasse della filologia, Carlo Dionisotti, in un necrologio contenuto nel Ricordo di Arnaldo Momigliano (Il Mulino 1989) ne menziona i meriti scientifici, la schiettezza del carattere nonch la chiarezza della prosa di uno che badava al sodo, non aveva tempo da perdere, n alcun debito con la tradizione retorica italiana. Ci non solo noto agli specialisti formatisi sui monumentali e pluridecennali Contributi alla storia degli studi classici e del mondo antico ma dovrebbe pure esserlo ai lettori che ne abbiano appena accostato gli

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TENNIS

Chi si rotolato sullerba di Wimbledon


La storia lunga 135 anni del Wimbledon Championships, che questanno raddoppia ospitando nei suoi impianti il torneo olimpico
di STEFANO GALLERANI

Nella foto grande una rappresentazione del calcio storico fiorentino. Nel disegno a sinistra una partita di football a Kingston-upon-Thames nel 1846. Sotto, la quarta edizione delle Memorie del Calcio Fiorentino (1688). A destra, il campo centrale di Wimbledon (foto Reuters)

scritti pi divulgativi e di memorialistica, quali per esempio Tra storia e storicismo (1985) e Pagine ebraiche (1987). Nel romanzo, Arnaldo Momigliano appare gaudente e sboccato, pi un epicureo che un lettore di Spinoza, pi un uomo sarcastico e un poco balengo, come dicono in Piemonte, che non uno spirito ironico e sottilmente corrosivo quale in effetti egli fu. E non basta, perch almeno altri due fatti nel romanzo di Constain sanno di grottesco involontario e di intrusione smaccata. Intanto, chi conosca la prosa di Momigliano non pu ravvisarla nelle lettere che il suo personaggio invia da Firenze al collega-stenografo di Oxford o, tanto meno, nella trascrizione del referto della partita a Santa Croce. Semmai, per i colpi di scena e le trovate parossistiche (dalla modifica del regolamento in corso dopera alla mano galeotta in stile-Maradona), la trama di Constan pu ricordare il feuilleton di Francesco Domenico Guerrazzi, Lassedio di Firenze (1836), un romanzone sensazionalista di 700 pagine che un tempo si leggeva compendiato e purgato nella scuola elementare, specie il passo che fa dire a Francesco Ferrucci agonizzante davanti al mercenario Maramaldo Vile, tu uccidi un uomo morto o insomma qualcosa del genere. Niente di pi remoto, dalla mirabile asciuttezza di Momigliano, di questo stile turgido e grossier a firma Guerrazzi, il quale, non bastasse, fu

lantisemita mai redento che cos definisce (nelle Pagine autobiografiche, a cura di Gaetano Ragonese, Cappelli 1969) gli ebrei livornesi con cui era cresciuto: Partecipi della natura dei gatti, mai li ammansisci; n lunga servit, n amorevolezza, n nulla con essi giova; lamicizia non sentono: ogni loro affetto non oltrepassa la circonferenza dello scudo. Un bella novit. Ma pi desolante che nella disputa accademica il personaggio-Momigliano si trovi a sostenere, documenti alla mano, litalianit del calcio, cio uno dei luoghi comuni pi retrivi e xenofobi della propaganda fascista: vero che suo padre era un antigiolittiano presto rivestito della camicia nera, vero che il giovane Arnaldo aveva giurato fedelt al regime mantenendo una posizione di sostanziale ambiguit (fino a redigere per lEnciclopedia Italiana la voce Roma-Impero che gli amici giudicarono indegna) per certo che il Momigliano del 47, sia pure reso emerito con decenni di anticipo, da tempo un antifascista dichiarato. Constan lo ricorda di continuo ma il suo stesso personaggio sembra dargli mutamente torto e qui merita citare la Storia del calcio in Italia (Einaudi 1954, quarta e ultima edizione 1990) di Antonio Ghirelli, quando dice: Gli scrittori di osservanza fascista hanno tenuto a sottolineare in particolare misura i meriti dei fiorentini come precursori del moderno football e lo hanno fatto

con tanto pi fervore in quanto si trattava di negare una gloria inglese. Che nel romanzo proprio Momigliano accetti di produrne la garanzia scientifica, prima che una eterogenesi dei fini resta la trovata senza capo n coda che immette alla pi bislacca delle conclusioni laddove, come la partita del 1520 a Firenze, anche questa finisce pari e patta. Il giur donore (cui partecipano in guisa di padrini nientemeno Arnold Toynbee e Federico Chabod al cospetto di sua maest Giorgio VI) sembra concedere la palma al filologo italiano ma gli inglesi se la riprendono in effigie il 5 maggio dellanno successivo, a Torino, quando Stanley Matthews, Mortensen e compagni battono per 4 a O i granata in azzurro guidati da Valentino Mazzola. E qui finisce il centone di Constan, esalando un vago spirito ecumenico. Quanto ad Arnaldo Momigliano, veniamo a sapere che il suo accanimento nella disputa il gesto che vendica linfanzia a Caraglio, funestata da una completa inettitudine al gioco del calcio. In compenso lautore ci risparmia qualsiasi congettura sui colori del tifo, granata o bianconero, di cui probabilmente fin con lammalarsi il giovane Arnaldo: ma il solo gesto di riserbo in un romanzo che con immensa facciatosta (questa s tutta quanta postmoderna) non sembra potersi fermare n voler tacere davanti a niente e a nessuno. Povero Vila-Matas, e poveri noi.

Oggi il torneo di Wimbledon si disputa come ogni altro Grande Slam - e questanno, addirittura, si terr due volte, ospitando i campi di Church Road anche il campionato Olimpico che prender il via a fine luglio -, ma dalla seconda edizione, svoltasi nel 1878 e vinta da Frank Hadow a spese di Spencer Gore, a lungo nellAll England Croquet and Tennis Club valsa la regola del challenge round: la finale, cio, vedeva contrapposto il detentore del titolo al vincitore di una selezione di sfidanti. Il protocollo di gioco era quello stilato da C.G. Heathcote e Julian Marshall su commissione del segretario generale del circolo, Mr. Walsh: dunque, campo rettangolare, paletti di sostegno spostati allesterno, rete abbassata e adozione del punteggio del rackets, fatto di frazioni misteriose (15, 30 e 40), game e set. Quanto allo stile, colpi di volo, ribattute, servizi liftati e lob, partita dopo partita una nuova arma si aggiungeva al repertorio dei contendenti elevando il livello della gara e montando un interesse sempre maggiore intorno allo sport della racchetta. Se a questo si aggiunge la naturale propensione del mondo anglosassone per il gioco e la competizione, non stupisce come, appena cinque anni dopo il suo esordio, nelle tribune di legno costruite per loccasione erano stipate pi di mille persone. Pure, perch un evento sportivo diventi una leggenda ci vogliono vere e proprie epiche: dal 1881 al 1890 il capitolo conclusivo dei Championship vide contrapposti William ed Ernest Renshaw, ma per quellalchimia strana che lega due gemelli il secondo non riusc che ad imporsi solo una volta su cinque finali, mentre Willie, spavaldo e aggressivo si aggiudic ben otto allori. Senza soluzione di continuit fu anche il dominio, nel decennio successivo, dei Doherty, ma la differenza det (Reginald era di tre anni pi anziano di Laurie) si tradusse in una sorta di passaggio di consegne, per cui quando il maggiore, dopo quattro titoli e complice una salute malferma, non ebbe la forza necessaria per ribadire il proprio tennis, fu il pi piccolo ad aggiudicarsi altre cinque edizioni onorando il buon nome di famiglia. Pressoch nullo fu invece limpatto sul torneo dei fratelli Baddeley, presto scalzati dagli irlandesi Hamilton, Pim e Mahony, ma ormai lepopea dei Renshaw e dei Doherty - che a Wimbledon, per di pi, erano

nati era stata sufficiente a circonfondere quei campi di unatmosfera domestica (tanto che, oltre un secolo dopo e forte di tre vittorie e quattro finali, Boris Becker non avrebbe faticato a considerarli il giardino di casa). Ed una questione privata stata anche quella tra le due pi forti tenniste del ventunesimo secolo, le sorelle Venus e Serena Williams, che al cospetto degli immancabili duchi di Kent si sono spartite ben nove piatti dargento affrontandosi per quattro volte sotto gli occhi imbarazzati di mamma Oracine e lo sguardo spietato di pap Richard. La loro rivalit stata un concentrato delle angustie e dei condizionamenti psicologici patiti e vissuti dai Renshaw e dai Doherty: come i primi, infatti, i loro scontri non sono stati mai banali, ma sempre travagliati dalla difficolt di lottare contro la forza del sangue e la violenza dellagonismo (come non pensare al senso di rivalsa che a un certo punto della sua carriera la pi piccola e sgraziata Serena deve aver provato nei confronti della precoce e flessuosa Venus?); al pari dei secondi, per, trionfando in doppio nel 2000, 2002, 2008 e 2009, le ragazze di Lynwood, California, hanno fatto quadrato intorno a un affaire che sentivano loro respingendo lassalto sia di campionesse gi affermate che di giovani e impetuosi rivali passate sul Centre Court come meteore e altrettanto rapidamente spazzate via. Epiche sono state poi le decine di scontri che si sono consumati su quellerba leggendaria, dai duelli tra Borg e McEnroe ai pi recenti tra Re Roger e Rafa Nadal. Personalmente, il momento pi intenso cui ho assistito stata la finale del 2001, che vedeva contrapposto allaustraliano Patrick Rafter il croato Goran Ivanisevic. Quellanno Ivanisevic, precipitato alla centoventicinquesima posizione del ranking mondiale, era entrato nel main draw solo grazie a una wild card offertagli dagli organizzatori a saldo di una carriera che a Wimbledon lo aveva visto protagonista almeno tre volte, sconfitto una volta da Agassi e due da Sampras, ma quel livello di gioco sembrava ormai niente pi che un lontano ricordo. Ciononostante, senza alcun peso sulle spalle se non quello di un carattere imprevedibile e autodistruttivo, Goran riusc ad issarsi sino allultima domenica quando, in vantaggio otto giochi a sette e servizio nellultimo e decisivo set, si trov a un passo dal liberarsi

dalletichetta di perdente di successo. Il primo quindici lo vide subito in svantaggio, complice una facile vole di dritto spedita mezzo metro oltre la linea di fondo campo; il punto successivo riequilibr la situazione dopo una risposta sbagliata dallaustraliano due volte vincitore agli US Open; ma i fantasmi che avevano tormentato Goran per una vita erano l ad aspettarlo, facendolo incappare nel pi inconsulto dei doppi falli, con una seconda palla scagliata fuori del rettangolo di servizio a centoventi miglia orarie. Ormai era saltato ogni schema. Rafter infil ancora un paio di bei colpi mentre il croato alternava di nuovo battute vincenti a doppi falli bruciando tre occasioni per portare a casa coppa ed incontro. La sua era una maschera di dolore e paura; lo sguardo, quello di chi stia per crollare a un passo dal traguardo. Non credo perci dessere stato lunico, quel pomeriggio, a pensare che, a un certo punto, guidando debolmente in rete una banale risposta, siano intervenuti gli dei della racchetta ad affidare a Rafter il compito di sgravare il loro figlio sfortunato del fardello della vittoria, permettendogli finalmente di piangere s, ma di gioia stavolta, su quellerba consacrata dove e come, secondo la sacerdotessa Navratilova, il rito del tennis andrebbe sempre celebrato. Da allora, il tennis che secondo la campionessa cecoslovacca Martina Navratilova (che a Wimbledon, tra tornei individuali e in coppia ha collezionato lincredibile e forse ineguagliabile numero di venti titoli) si gioca qui come dovrebbe essere giocato, ovvero sullerba, non ha mai perduto il primato di competizione tennistica pi affascinante che ci sia, rimanendo il vero tempio della consacrazione per qualsiasi giocatore: una legge che sfida il caso e, solo negli ultimi anni, stata confermata dal fatto che proprio su questi campi che lo scettro di pi grande tennista del mondo stato ceduto da un campione allaltro: negli anni novanta le chiavi del giardino di casa furono cedute da Boris Becker a Pete Sampras, fino a che questi non le pass a sua volta a un diciottenne di Basilea che di l a poco avrebbe infranto il suo record di vittorie nei tornei del Grande Slam, Roger Federer; ed tra le siepi di Warple Road che Nadal ha dovuto sconfiggere FedEx per convincere il mondo intero di un talento che non era sola volont di potenza o pura forza fisica.

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