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IL LIBRO

DE'

G I U D I C I.

PREFAZIONE.
J n questo libro de' Giudici sono descritti i principali avvenimenti, e le vicende del popolo ebreo dalla morte di Gio sue fino al tempo di Heli sotto tredici Giudici, il primo de* quali fu Othoniel, e l'ultimo fu Sansone. Della giudicatura di Heli som. mo sacerdote, e di quella del profeta Samuele si parla nel principio de' libri de' Re. L' opinione pi comune de'nostri interpreti , come gi degli Ebrei, fa autore di questo libro lo stesso Samuele profeta ; e le difficolt che sogliono addursi contro di quest' opinione non sono senza risposta, n tali, che pel loro peso ci costringano ad abbandonarla. Il nome di Giudice significa in questo luogo non un qualunque magistrato che amministri giustizia, e decida le cause vertenti tra i cittadini della repubblica, ma significa un capo supremo della nazione che ha potest assoluta di governare il popolo in guerra e in pace, Conciossiach 1' amministrazio-

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ne della giustizia 9 e la tutela delle leggi essendo obbligo principali ssimo de rettori di qualunque societ; quindi che non solo presso gli Ebrei, r^a anche presso altre nazioni fu dato il nome di Giudici a quelli che ave ano la somma autorit del gov'erno. Cos i Cartaginesi chiamaron Suffeti i loro primarii magistrali con voce simile a quella che in ebreo signifi-1 ea Giudice. Avvi chi paragona i Giudici d? Israele co' dittatori di floma , se non che ne5 tempi della vera libert romana i dittatori non erano a vita ( come lo furono i Giudici d? Israello ), anzi di brevissima durata soleva essere Y impero dei dittatori romani, come quelli che essendo creati per' qualche grave pericolo di guerra , o per altro urgente bisogno della repubblica5 passato questo, deponevano immediatamente la dittatura. I Giudici degli Ebrei furono uomini grandi suscitati e mandati da Dio a liberare e difendere il popol suo ne5 tempi delle sue maggiori avversit. Imperocch tolti questi casi si vede^

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che da Giosu in poi fino a tempi de5 Be non ebbe ordinariamente il popolo verun capo che comandasse a tutte, o ad una parte delle trib ; perocch ognuna di queste era governata da' suoi principi e anziani-, alla cura dei quali era commesso di mantenere l'esatta osservanza della legge, e di decidere secondo la stessa legge le controversie che nascessero tra gli uomini della loro trib. Questi Giudici adunque eletti per lo pi da Dio stesso , qualche volta eletti dal popolo ? ebbero la suprema potest talora sopra tutto Israele, talora sopra algune solamente delle trib, vale a dire sopra quella parte della nazione che era maltrattata e oppressa da9 nemici, i quali come strumenti della giusta ira divina punivano colle loro crudelt le prevaricazioni del popolo, e la sua ingratitudine verso il suo Dio. Questo supremo Signore d'Israele dopo averlo con giustizia gastigato e afflitto per le sue infedelt, mosso a compassione di lui spediva alcuno di questi grandi uomini a li-

berarlo 9 a ristorare lo stato della repubblica , e soprattutto a purgarla dalla idolatria e da' vizii che andavan con essa congiunti 5 a ristabilire il culto del vero Dio 9 e la oservanza della sua legge. Quindi', che come vicegerenti del medesimo Dio ebber pienissima autorit non solo pel tempo 9 in cui si trattava di guerreggiare contro i nemici dello stesso Dio, e del popol suo, ma anche per tutto il rimanente della loro vita, restando ad essi appoggiata la custodia delle leggi, e la difesa della religione. Ma egli da notare , che per quanto assoluta fosse la loro potest, non introdusser giammai questi Giudici verun cambiamento nelle costumanze del popolo 5 n formarono alcuna nuova legge ; ma la sola legge di Mos, e quello che per ordine di Dio era stat prescritto dal primo grande legislatore , fu sempre la sola invariabil regola, a cui si conformavano esattamente e nel giudicare le private controversie 5 e nel governo de5 pubblici affari.

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Trovansi delle gravi difficolt, e per conseguenza una grandissima discrepanza tra* critici. e g* interpreti riguardo alla maniera di computare gli anni del governo di questi Giudici, affine di combinarli coli' epoche fisse e indubitate della nostra istoria sacra. In una materia di tanta oscurit 5 e aliena dal mio istituto 9 e dal fine, cui diretto questo lavoro, mi contenter di osservare 9 che da Othoniel, il primo di questi Giudici, fino a tutta la giudicatura di Sansone, si contano comunemente circa trecento anni. Siccome generalmente parlando gli stessi Giudici furono uomini di singolar virt e bont di vita 9 sono perci generalmente lodati nel libro dell' Ecclesiastico con queste parole: I Giudici notati ciascuno pel loro nome 9 il cuore de quali non fu corrotto , e d essi non si allontanar rono dal Signore: sia in benedizione la loro memoria 9 e le loro ossa di l rifioriscano., dove riposano, e duri in eterno il nome loro y e passi a9 loro figliuoli colla gloria
Giudici. VoL ir. 9

di que santi uomini., cap. 46. Sono! parimente rammentati con laude dal1' Apostolo Paolo, Hebr. xr. 54- 35., e celebrati per la esimia lor fede. E quantunque di alcun di essi sieno in questo libro medesimo raccontati i traviamenti e gli errori ; contuttoci furon degni di tali encomii per le molte virtuose loro operazioni; e Tessere in tal guisa commendati dallo Spirito santo nelle Scritture 9 e l'essere nominati tra5 Santi, prge a noi tutto il motivo di pensare e di credere 5 che il loro fine fu santo. Dopo la storia de' tredici Giudici, nei cinque ultimi capitoli sono descritti alcuni fatti 9 i quali, per sentimento di moltissimi interpreti, credonsi avvenuti dopo la morte di Giosu , e prima che fosse eletto giudice Othoniel. Osserv gi s. Agostino (de Civit. xvni. 23. ) , che in tutto il tempo del governo de' Giudici vedesi il popolo d' Israele in una perpetua alternativa di afflizioni e di affanni per giusta pena de'suoi peccati, e di prosperit, e di consolazione per effetto della divina mi-

sericorda, volendo Dio far comprendere agli Ebrei carnali ( non ad altro intesi, che a'beni e mali presenti) come n la vittoria de' nemici, n la felicit temporale ottener potevano, se non col mantenersi fedeli a Dio, e nell' esatta osservanza delle sue leggi. 11 nuovo popolo , lo spirituale Israele ha migliori speranze e obbietti infinitamente pi grandi, pe' quali dee vivere ed operare ; contuttoci da questo esempio pu egli apprendere ? che alla fede sincera , e alla vera piet appartengono le promesse anche della vita presente. S.Girolamo poi parlando di questo libro affermo , che quanti sono qui i principi del popolo, altrettante son le figure ; perocch ciascheduno di questi liberatori d'Israele con caratteri pi , o men chiari e manifesti rappresentava quel S alvatore celeste, il quale da nemici infinitamente peggiori , e pi crudeli liberar dovea il genere umano. Oltre a ci nella variet de' fatti che sono qui riferiti trova l'uomo cristiano utilissimi inse-

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IL LIBRO gnamenti, vi trova esempi santissimi da imitare, e nelle cadute stesse e DE G I U D I C I negli errori de' pi grandi uomini trova saluberrime istruzioni, per le quali pu apprendere ad operare nel CAPO PRIMO. santo timore e tremore la propria salute. Sotto la condotta di Giuda , e del suo fratello Simone si espugnano moltissime citt delle Genti. Othoniel avendo presa CariatJi-Sephert prende per moglie Ax a figliuola di Caleb colla giunta di un podere che s' inaffiava. Si salvano i Cananei tributarii. i. .Uopo la morte di Giosu i figliuoli d 'Israele consultarono il Signore, e dissero : Chi andr innanzi a noi contro il Cananeo, e chi sar il capitano di questa guerra ? 2. il Signore disse: Giuda andr innanzi:

ecco che io ho dalo nelle sue mani quel paese. 3. E disse Giuda a Simeone suo fratello : Vieni meco nella trra toccata a me in sorte, e combatti contro il Cananeo : io poi verr teco nella terra , che toccata in sorte a te. E Simeone si uni con lui. 4- E Giuda si mosse, I e il Signore li f' vinci- tori dei Cananeo, e | del Pherezeo : elicci se- | ro in Bezec dici mila j uomini. 5. Imperocch s'incontrarono in Bezec con Adonibezec, e combatterono con lui, e misero in rotta i Cananei, e i Pherezei. 6. E Adonibezec si fuggi : ma quelli lo inseguirono, e lo presero,

e gli tagliarono i pollici delle mani, e de'piedi. 7. E disse Adonibezec : Settanta re, a'quali erano stati tagliati i pollici delle mani e dei piedi mangiavano stto la mia mensa i miei avanzi : Dio mi ha renduto quello che ho fatto altrui. E lo condussero a Gerusalemme, e ivi mori. 8. Imperocch i figliuoli di Giuda avendo assediata Gerusalemme la presero , e \i fecero un gran macello, e diedero tutta la citt alle fiamme.

9. E di poi andarono a combattere contro il Cananeo abitante nella montagna , e a mezzod nelle pianure 10. Indi Giuda si mosse contro il Chananeo che abitava in Hebron (detta in antico Cariath-Arbe ), e mise in rotta Sesai, e Ahiman, e Tholmai: 11. E partitosi di col and contro gli abitanti di pabir , di cui l'antico nome era Cariat-Sepher, vale a dire citt delle lettere. 12. E Caleb disse: Io dar per moglie Axa mia figlia a chi prender Cariath-Sepher, e la distrugger.

13. E avendola presa Olhoniel figliuolo di Cenez, fratello minore di Galeb, questi gli diede per moglie Axa sua figlia. 14. E mentre ella s partiva col suo marito, questi l'avverti di chiedere a suo padre un campo. Ed ella standosi sopra il suo asino a< vendo gettato un sospiro 1 e disse Galeb: Che hai ? 16. Ed ella rispose ; Dammi la benedizione : giacch mi hai dato un terreno asciutto, dammene ancor uno che si possa inaf&are. Le diede adunque Galeb una terra che s5 inaffiava da sommo ad imo. 16. Ma i figliuoli di Ciuco parente di Mos andarono dalla citt delle palme co' figliuoli di Giuda nel deserto che era nella porzione di questi a mezzod della citt di Arad, e abitarono con loro.

17. Giuda poi mosse con Simeone suo fratello , e assalirono il Cananeo che abitava in Sephaath, e ne fecer macello. E alla citt fu dato il nome di Horma, cio Anatema. 18, E Giuda s'impadroni di Gaza col paese circonvicino, e di AscaJone, e di Accaron colle loro adiacenze, 19. E il Signore fu con Giuda, e si fe'padrone delle montagne; ma non pot levarsi d'intorno gli abitanti della valle che aveano gran numero di cocchi armai ti di falci.

20, E diedero Hebron a Caleb, secondo l'ordine di Mos, e quegli ne stermin i tre figliuoli di Enac. 21. Ma quanto alii Jebusei dbfl abitavano in Gerusalemme, i figliuoli *li Beniamin non li di^russero: e abit lo jeiuseo co' figliuoli di Beniamin in Gerusalemme, come anche in oggi22. Parimente la casa di Giuseppe mosse contro Bethel, e il Signore fu con essi, 23. Imperocch nel tempo che assediavano quella citt, la quale peli* avanti chiama vasi Luza,

2^ Osservarono un uomo, che usciva dalla cilt, e gli dissero: Insegnaci la via per entrare nella citt, e userem le co misericordia. 26. E quegli avendola loro insegnata, misero a fil di spada lutti i cittadini: ma diedero libert a queli' uomo, e a \utta la sua famiglia. XN C~. E questi,liberato cheNfa, and nella terra di He\fhim, e vi edific una ciujt, cui diede il nome di Jb^za: e cos s chiama anch^al d d'oggi27.Manasse paiwiente non distrasse Belhsan, e Thanac co* loro villaggi, n gli abitanti

di Dor, e di Jeblaam, e di Mageddo co'loro villaggi, e cominciarono i Cananei ad abitare insieme con lu. 28. Ma dopo che Isracle ebbe ripreso forze, se li f' tributarii, e non volle distruggerli. 29. Ephraim slmilmente non istermin i Cananei, che erano in Gazer, ma abit con essi. 30. Zabulon non distrusse gli abitanti d Cetron, e di Naalol: ma i Cananei abitarono con lui, e furono suoi tributarii. 31. Anche Aser non distrusse gli abitanti di Accho, e di Sidone, e di Ahalab, e di Achazib, e di Helba, e di Aphec, e di Rohob: 32. E si stette in mezzo ai Cananei abitatori di quel paese, e non gli stermin. 33. Allo stesso modo Nephtali non distrusse gli abitatori di Bethsames, e di Betbanalh; ma dimoi tra'Ghananei abtatori di quella terra,

e iBethsamHi,ei Bethaniti l'uro n suoi tributarii: 34 Ma gli Atnorrhe serrarono i figliuoli di Dan sula montagna, n lasciar o n loro il modo di scendere alla pianura: 36. E abitarono (gli Amorrhei)sul monteHares,che vuol dir e Mo n te de' vasi di terra, in AjalorijC in Salebim. Ma la casa di Giuseppe li super, e se li rend tributarii. 36. Or il paese dell'Amorrheo ebbe per confini la salila dello scorpione, Petra,e i luoghi superiori.

C A P O IL Un Angelo rammenta i benefizii di Dio ; lo che udendo il popolo piange : ma dopo la morte di Giosu , e de* coetanei di lui, Israele lbe* rato pi volte , sempre va di male in peggio. \.jlscenditqueAngelus Domini de Gai" galisadlocumflentiumt et aiti duxi vos de AEgyptOt et introduxi in terramer qua juravi patribus vestris: et pollicitus sum, ut non faceremirritum pactum meumvobiscum in sempiternum ; i. v_/r un Angelo del Signore and da GaiGalgala ai luogo de' piaal gnenti, e disse: Io \i trassi dall'Egitto, e v'inv'introdussi nella terra promessa con giuramento messa a5 padri vostri: vi assicurai di non rompere in eterno il patto ch'io feeterno ci con voi:

2. Con queslo per che voi non faceste alleanza cogli abitanti di questo paese, ma gettaste a terra i loro altari : e non avete voluto ascoltar la mia voce: perch avete fatto questo? 3. Per la qual cosa io non ho voluto sterminar coloro dinanzi a voi, affinch gli abbiate nemici, e sieno gli dei loro vostra ruin. 4- "E nel tempo, in cui l'Angelo del Signore diceva queste parole a tutti i figliuoli d'Israele eglino alzaron le strida e piansero.

5. Qnde quel luogo fu chiamalo il luogo de'piagnenli, ovvero de5 piagnistei : e v5 immolarono ostie al Signore. 6. Or Giosu licenzi il popolo, e se n'andarono i figliuoli d'Israele ciascuno alte possessioni toccate loro in sorte per occuparle. 7. E servirono al Signore per tutto il tempo che dur egli, e i seniori, i quali vissero lungamente dopo di lui, e sapevano tutte le opere che avea fatte il Signore a favor d'Israele. 8. E Giosu figliuolo diNun, servo di Dio, si mor in et di centa dieci-anni.

9. E lo seppellirono a' confini del suo retaggio inThamnathsare sul monte Ephraim verso la parte settentrionale del monte Gaas. 10. E tutta quella generazione si riun co5 padri suoi, e altri succedettero, i quali non conoscevano il Signore , n le opere che egli avea fatte a favor d'Israele. 11., E i figliuoli d'Israele fecero il male al cospetto del Signore, e servirono a Baal. 12. E rinunziarono al Signore Dio de'padri loro , che gli avea tratti dalla terra di Egitto, e servirono gli dei stranieri , gli dei de' popoli circonvicini , e gli adorarono : e provocarono ad ira il. Signore,

" 13. Rinunziando a lu per servire a Baal, e ad Astaroth. 14. E il Signore sdegnato contro Israele gli diede in potere di coloro che li predavano : e questi li presero, e li venderono a*nemiciche abitavano ali' intorno , ed essi non poterono pit far fronte a'ioro avversarii : 15. Ma dovunque volessero andare, la mano del Signore era sopra di essi, come egli avea detto , e giurato : e gli afflisse oltre modo. 16. Ma il Signore suscit de'giudici, i quali gli liberassero dalle mani degli oppressori; ma tiemmen vollero ascol* tarli: 17. Ma pecca vano cogli dei stranieri ,* e gli adoravano. E ben pre

sto abbandonarono la strada battuta da* padri loro : e uditi avendo gli ordini del Signore fecer tutto all'opposto. 18. E mentre il Sinore suscitava de'giuici, mentre questi viveano , si lasciava piegare a misericordia, e udiva i gemiti degli afflitti, e li liberava dalle crudelt degli oppressori. . ig. Ma morto che era il giudice, tornavan quegli a far molto peggio di quel che avesser fatto i padri loro , seguendo gli dei stranieri, servendoli, e adorandoli. Non abbandonarono i loro capricci, n 13 ostinato tenor di vita , a cui erano assuefatti.

20. il furor del Signore si accese contro Israele , ed egli disse : Perch questa nazione ha violato il patto fermato da me co'padri loro, e ha ricusato di ascoltar la mia voce : 21. Io pure non distrugger le nazioni, le

quali Giosu in morendo lasci: 22. Affitt di far prova per mezzo di queste, se Israele seguiti, o no, la via del Signore, e per essa cammini, come la seguitarono i padri loro. 23. Il Signore adunque lasci stare tutte quelle nazioni, e non volle subito sterminarle, e non le diede in potere di Giosu. CAPO III.

Israele associandosi colle genti abbandonate dal Signore, si contamina colle loro scelleratezze : quindi maltrattato pi volte da re stranieri-^ ma ravvedutosi liberato per mezzo di Othoniel) di Aod, e di Samgar. i. V^ueste son le nazioni lasciate dal Signore , affin di discipli-

nare per mezzo di esse Israele, cio tutti quelli che non sapevan nulla delle guerre de' Cananei : 2. Affinch in appresso imparassero i loro figliuoli a combattere co' nemici, e ad avvezzarsi al maneggio dell'armi: 3. Cinque satrapi de' Filistei, tutti i Cananei, e Sidonii,ed Hevei, che abitavan sul monte Libano dal monte di Baal-Hermon fino all'ingresso di Emathu

4* E il Signore li lasci per prosare per mezzo di essi Israele, se fosse obbediente , o no,a'comandamenti intimati dal Signore a'padri loro per mezzo di Mos. 6. Gl'Israeliti pertania abitarono in mezzo a' Cananei , e agli Hethei, e Amorrhei, e Pherezei, ed Heve, e Jebusei: 6. E sposaron delle loro figliuole e maritaron le proprie figlie co' loro figliuoli, e servirono a'ioro dei. 7. E fecero il male al cospetto del Signore, e si dimenticarono del Joro Dio, servendo a Baal, e ad Astaroth. 8. E il Signore irato contro Israele li diede in potere di Ghusan Rasathaim re della Mesopotamia, e a lui furon soggetti per otto anni. 9. E alzaron le loro grida verso il Signore,

il quale suscit loro un salvatore che gli liber, vale a dire Othoniel figliuolo diCenez, fratello minore di Caleb. i o. E fu in lui lo Spirito del Signore, e giudic Israele. E and , e diede battaglia, e il Signore diede in suo potere Chusan Rasathaim re della Siria, e lo debell. il. il paese ebbe riposo di quarant'anni, e Othoniel figliuolo di Cenez mori. 12.Mai figliuoli d'Israele ricominciarono a fare il male nel cospetto del Signore , il quale jdiede forze contro di loro ad Eglon re di Moab : perch essi avean peccato nel cospetto di lui.

i3. E un con lui i figliuoli di Amino n e di Amalec: ed egli si mosse , e mise in rolla Israele , e s'impadron della cill delle palme. i4- E i figliuoli d* Israele furon soggetl ad Eglon re di Moab per diciollo anni. 16. E di poi alzaron le grida al Signore, il quale suscit loro un salvatore per nome Aod, figliuolo di G era, figliuolo di Jemini, il quale si serviva della man sinislra come della destra. E i figliuoli d' Israele mandarono per mezzo di lui delegali ad Eglon di Moab.

16. Egli si fece un pugnale a due tagli colla sua guardia lungo come la palma della mano e lo mise sotto la sua casacca al fianco destro. 17. E present i regali ad Eglon re di Moab . Or Eglon era grasso fuor di modo. 18. E offerti che ebbe a lui i regali, Aod and dietro ai compagni che eran venuti con lui. 19. E poi torn da Galgala, dove erano g* idoli, e disse al re : Io ho da parlarti in segreto, o re. Ed egli li fe'segno di tacere : e ritiratisi tutti quelli che eran con lui,

20.Aod se gli appress, e stando quegli solo in una camera da estale gli disse : Io porto a te una parola di Dio. E quegli subitamente si alz dal trono : 21. Ma Aod stese la man sinistra, e preso il pugnale dal suo destro lato, lo ficc a lui nel ventre 22. Con tanta forza che la guardia penetr dietro al ferro nella ferita, e vi rimase coperta nella eccessiva pinguedine.Ed egli non tir fuori il pugnale, ma dato che ebbe il colpo,

lasciollo fitto nel veri- ! tre : e subilo per le segrete vie naturali si' sgrav il corpo de' suoi i escrementi. 23. Ma Aod, chiuse a chiave con tutta sollecitudine le porte della camera, 24. Usci per la porta di dietro. E venuti i servi del re vider chiuse le porte della camera, e dissero : Forse egli S soddisfa a qualche bisoj gno naturale nella eaj tnera d'estate : [ 26. Ma avendo lun- ; gamente aspettato , n | sapendo pi che pensa- i re, reggendo come nissuno apriva , preser la chiave , e aperto che ebbero, trovarono il loro signore giacente per terra morto. ; 26* Ma in mezzo al loro turbamento Aod se ne fuggi, e pass pel luogo degl'idoli, di dove avea dato volta indietro. E arriv a Seirath;

27. E immediatamente diede fiato alla tromba sul monte Ephraim ; e scesero con lui i figliuoli d'Israele, andando egli innanzi a loro. 28. E disse loro : Seguitemi ; imperocch il Signore ha dati in nostro potere i nostri nemici i Moabiti. E quegli andarono dietro a lui, e occuparono i guadi del Giordano, per dove si passa a Moab, e non lasciarono che alcun passasse. 29. Ma uccisero in quel tempo circa dieci mila Moabiti , tutti gente robusta , e valorosa : nissuno di essi pot scamparla. 30. E fu umiliato in quel giorno Moab sotto il braccio d* Israele : e il paese ebbe riposo per ottant'anni. 31.Dopo Aod fu Samgar figliuolo di Anath, il quale uccise secento

uomini Filistei con un vomere : ed egli pure fu il difensor d'Israele. C A P O IV. Debora la profetessa , e Earac combattono felicemente contro Sisara generale delV esercito del re Jabin. Sisara fuggitivo ucciso daJahel moglie diHaber Cinto.
1. Ma ifigliuolid' Israele ricominciarono a far il male nel cospetto del Signore, morto che fu Aod, 2. E il Signore li diede in potere di labili re di Canaan , il quale regn in Asor: ed ebbe per condottiere del suo esercito uno chiamalo Sisara, ed egli abitava in Haroseth delle nazioni.

3. E i figliuoli d'Israele alzaron le grida al Signore : perocch Jabin avea novecento cocchi armati di falci, e gli avea vessati fuor di modo per venti anni, 4 Ma era vi una pro fetessa , Debora moglie di Lapidoth, la quale in quel tempo reggeva il popolo. 5. Ella stava a sede* re sotto una palma, la quale prese il nome da lei, tra Rama, e Bethel sul monte Ephraim: e andavano a lei i figliuoli d'Israele per tutte le loro liti. 6. Ed ella mand a chiamare Barac figliuolo di Abinoem di Gedes di Nephthali, e gli dis-

se: II Signore Dio d'Israele li comanda , va, e conduci l'esercito sul monte Thabor, e prendi teco dieci mila combattenti della trib di Nephthali, e di quella di Zabulon : 7. E io condurr a l e in un luogo del torrente Cison Sisara condottiero dell'esercito di Jabin , e i suoi cocchi, e tutta sua gente , e li dar in tuo potere. 8. Ma Barac le disse: Se tu vieni con meco, io ander ; se non vieni meco , io non mi muoVO

9. Ed ella rispose a lui : E bene, io verr te-

co, ma per questa volta non sar attribuita a te la vittoria ; perocch Sisar sar dato nelle mani di una donna. Allora Debora si alz , e and con Barac in Gdes. io. Ed egli, chiamati a se quelli di Zabulon e di Nephthali, si mosse con dieci mila combattenti, avendo Debora in sua compagnia. 11. Or Haber Cineo si era discostato dagli altri Ginei suoi fratelli figliuoli di Hobab, parente di Mos : e avea spiegate le sue tende fino alla valle detta d Sennim, ed era vicino a Cedes. * 12. E Sisara ebbe avviso, come Barac figliuolo di Abinoem era

andato al monte Tha hor : 13. K adun novecento cocchi armati di fai-, ci,-e si mosse con tutto 1' esercito di Haroseth delle nazioni verso il. torrente Cison. 14. E Debora disse a Barac: Levati su; perocch questo il giorno, in cui il Signore ha dato nelle tue mani Sisa-. ra : ecco che egli tua scorta. Scese adunque Barac dal monte Thabor , e con lui i dieci mila combattenti. 15. E il Signore gett spavento sopra Sisara, e i suoi cocchi, e sopra tutta la sua gente, che fu messa a fil di spada al primo apparire di Barac ; talmente che Sisara saltato gi dal cocchio fuggissi a piedi: 16. E Barac insegu i cocchi che fuggivano, e le schiere fino ad Haroseth delle nazioni : e tutta la turba de'nemici per dal primo fino all'ultimo.

17. Sisara poi fuggendo arriv alla tenda di Jahel moglie di Haber Gineo. Imperocch eravi pace tra Jabin re d Azor, e la casa di Haber Cneo, 18. Usci adunque Ja* hel incontro a Sisara e gli disse: Entra in casa mia, Signore: entra, noi* temere. Ed egli entr nella tenda di lei, ed ella lo ricoperse con un mantello. 19. Ed ei le disses Dammi di grazia un po* di acqua , perch ho gran sete. Ed ella aperse un otre di latte, e diegli da bere , e lo coper se con un mantello. 20. E Sisara le disse: Sta dinanzi alla porta della tenda; e venendo alcuno che domandi, e dica: Vi ha egli qua al* cuno? Risponderai: Non ci nissuno.

21. Prese adunque Jahel moglie di Haber un chiodo della tenda, e con esso prese anche un martello: e and tacita^ cheta, e applic il chiodo sulla tempia del capo di lui, e datogli un colpo dimartello lospinse nel cervello, e conficc Sisara sulla terra, ed egli passando dal sonno alla morte per.

22. Quand1 ecco che arriva Barac, che dava dietro a Sisara: e Jahel andatagli incontro gli disse: Vieni, e farotti vedere colui che tu cerchi. Ed entrato che fu dentro, vide Sisara giacente, e morto, e il chiodo fitto nella sua tempia. 26. Il Signore cosi umili in quel giorno Jabin re di Ganaan dinanzi a'figliuoli d'Israele: 24.1 quali prendeva vigore ogni d pi,e con mano forte premevano Jabin re di Ganaan, fino a tanto che l'ebbero distratto.

C A P O V.
Cantico trionfale, e di rendimento di grazie fo Debora e di Barac dopo la vittoria.
1. I_J cantarono Debora e Barac figliuolo di Ab inoem in que 1 giorno, e dissero: 2. Uomini d'Israele, i quali offeriste volontariamente al pericolo le vostre vite, benedite i Signore. 3. Ponete mente, o regi ; prestate le orecchie, o principi: Io sono, son io quella che cantero al Signore, dar inni di laude al Signore Dio d'Israele. 4- Signore, allorch tu partisti da Seir, e ti avanzasti per le regioni di Edom, la terra si scosse , e i cieli e le nuvole si sciolsero in acqua.

5. 1 montisi strussero al cospetto del Signore, e il Sinai dinanzi alla faccia del Dio d'Israele. 6. Nei giorni di Samgar figliuolo di Anath, ne' giorni di Jahel le strade non erano pi battute: e que' che solean frequentarle, camminavanope'sentieri inaccessibili. 7. Venner meno gli uomini di valore in Israele, ed erano spauriti, fino a tanto che Debora compar, compar una madre per Israele. 8. Il Signore ha preso nuovi modi di guer-

raggiare, ed egli hi dislrutte le forze nemiche: non si vide in quaranta mila soldali 51sraele uno scudo, o $na lancia. \ 9. 11 mio cuore ama i principi d' Israele: voi che vi offeriste volont-* rii al popolo,benedite il Signore. 10. Parlate voi che cavalcate i begli asini, e voi che sedete su3 tribunali, e voi che battete le strade pubbliche. 11. Col dove i cocchi furono infranti, e dove il nemico esercito fu affogato, ivi si raccontino le vendette del Signore, la clemenza verso i campioni d'Israele: allora fu che il popolo del Signore si adun alle porte, e riprese il principato:

12. Su via, su va, o Debora, su via, su via , intuona il cantico: su via, o Barac, metti le mani su'tuoi prigionieri, o figliuolo di Abinoem. 13. Le reliquie del popolo sono salvate ; il Signore ha combattuto co'valorosi. i4 Uno di Ephraim gli stermin in Amalec, e dopo dilu uno di Beniamin a ruin delle tue genti, o Amalec: da Machir son discesi de* principi, e da Zabulon capitani di eserciti per la guerra.

io. I capi d'Issaear sono andati con Debora, e han seguito le pedate di Barac , il quale si gettato ne'pericoli, come in un precipizio, e in un baratro : Ruben essendo in divisone con seco stesso, si trovarono in lite tra loro i valorosi. 16. Per qual motivo stai tu tra due confini intento a udire il belare de'greggi? Ruben essendo in divisione con s medesimo, si son trovati in lite tra loro i valorosi.

17. Galaad stava in riposo di l dal Giordano , e Dan badava alle sue navi: Aser stava al lido del mare, e si tratteneva ne'porti. 18. Ma Zabulon, e Nephlhali sono andati incontro alla morte nei paese di Merome. 19. Vennero i regi, e attaccaron la mischia : combatterono i re di Canaan in Thanach presso le acque di Mageddo ; ma non riportaron nulla di preda.

20. Dal cielo fu falla guerra conlro di loro: le stelle slandosi nelle loro ordinanze, e nel eorso loro comballerono contro Sisara. 21. Il lorrenle di Cison strascin via i loro cadaveri, il torrente di Cadumim, il torrente di Cison; calpesta, anima mia, que' campioni. 22. Gli zoccoli de'cavalli si sono spezzati, impetuosamente fuggendo, e rovinando pei precipizii i pi valorosi nemici. 23. Maledite la terra di Meroz, disse 1' Angelo del Signore^ Maledi-

te i suoi abitatori; perocch non son venuti in aiuto delSigriore,in aiuto de'suoi guerrieri. 24. Benedetta tra le donne sia Jahel, moglie di Haber Cineo; sia ella benedetta nella sua tenda. 26. A lui che domandava acqua, diede latte, e in un vaso da principe gli offerse burro. 2,6. Prese il chiodo colla sinistra, e colla destra il martello da fabbro, e scelto il luogo della tesi a per la ferita, diede a Sisara il colpo, trapanandogli con gran forza la tempia.

27- Precipita tra i pi di lei, vien meno, e si muore, rivoltandosi dinanzi a lei ; e giace esanime P infelice. ^8. Ma la madre di lui traguardando dalla finestra sclamava,e dalla sua stanza diceva: Come mai tarda a giungere il suo cocchio? come mai son lenti i piedi de'suoi quattro cavalli? 29. Ma una delle mogli di lui pi saggia delle altre cos rispose alla suocera: So.Forse adesso scompartisce egli le spoglie, e a parte per lui si mette la pi bella tra le donne; veste di diversi colori sono date a Sisara per sua preda, e ornamenti diversi da mettersi al collo.

31. Periscati cos, o Signore,"tutli i tuoi nemici: ma color che ti amano, sieno ammantati i luce, come risplende il sole nel suo nascere. 82. Il paese ebbe riposo per quarant' anni. C A P O VI. Trovandosi g* Israeliti oppressi daMadian, destinato Gedeone a soccorrergli : ed egli dopo avere eretto un altare , e offerto sacrifizio a Dio distrugge /' altare di Baal : conceduto a lui un nuovo prodigio nel vello di lana. i* I.T.J. a i figliuoli d' Israele fecero il male nel cospetto del Signore, il quale li diede in potere de' Madianiti per sette anni, 2. E furono grandemente vessati da loro. E si fecero caverne, e spelonche ne' monti e luoghi assai forti per resistere;

3. E quando Israele avea seminato, veniva il Madianita, e l'Amateci* ta, e tutte le altre nazioni dell' oriente; 4- E piantate vicino ad essi le tende guastavano il tutto in erba fino all'ingresso di Gaza; e nonlasciavan cosa veruna ad Israele da sostentare la vita, non pecore, non bovi, non asini. 5. Imperocch venivano con tutti i loro greggi, e colle loro tende, e a guisa di locuste inondavano la terra colla immensa moltitudine di uomini, e di cammelli, e dovunque stendeansi le loromani,portavan desolazione. 6. E Israele fu ridolto in gran miseria dalla presenza de' Madianiti. 7. E ali le grida al Signore, domandando soccorso contro de'Madia n i ti. 8. E il Signore mand ad essi un uomo profeta, il quale cos parl; Queste cose dice il Signore Dio d'Israele : Io

vj feci uscir dall'Egitto, e vi trassi dalla casa di servit, 9. E vi liberai dalle mani degli Egiziani , e di tutti i nemici vostri che vi straziavano : e li discacciai alla vostra venuta , e diedi a voi le loro terre. 10. E dissi : Io il Signore Dio vostro: Non temete gli dei degli Amorrhei, nella terra de' quali abitate : e non avete voluto ascoltar la mia voce. 11. Indi venne 1' Angelo del Signore , e si assise sotto una quercia che era in Ephra, e apparteneva a Gioas capo della famiglia di Ezri : e mentre Gedeone suo figliuolo batteva , e nettava il grano in una cantina per fuggire , e nascondersi da' Madianiti,

12. Apparve a lui l'Angelo del Signore , e disse : II Signore con te, o jl pi forte di tutti gli uomini. 13. E Gedeone gli disse : Di grazia , signor mio, se con noi il Signore , donde avvien egli che siamo stretti da tutti questi mali? Dove sono i miracoli di lui raccontatici da' padri nostri, i quali dicevano: Dall' Egitto ci trasse il Signore? Ma adesso il Signore ci ha abbando* nati, e ci ha dati in potere de'Madianiti. 14. Allora il Signore lo mir, e disse: Va con questa tua fortezza , e libererai Israele dal po

tere di Madian : sappi, che son io che ti man^ do. 15. Ma quegli rispose, e disse : Signor mio, dimmi, ti prego, in qual modo liberer io Israele ? tu vedi come l mia famiglia la infima di Manasse , e io sono 'il minimo della casa del padre mio* 16. E il Signore gli disse : Io sar con te, e abbatterai i Madianiti, quasi fossero un solo uomo. 17. Ed egli : Se ho trovato grazia dinanzi a te, dammi, disse, un segno che se' tu quegli che meco parli. 18. E non andartene di qua fino a tanto che io torni a te, e porti un sacrificio, e te l'offerisca. E quegli rispose : Io aspetto il tuo ritorno.

19. Gedeone adunque and a sua casa, e cosse un capretto, e pane azzimo per una misura di farina : e mise le carni in un canestro, e il brodo delle carni in una pentola, e $ort ogni cosa sotto la quercia e a lui l'offerse. 20. Disse a lui 1' Angelo del Signore: Prendi le carni, e i pani azzimi , e mettili sopra quella pietra, e versa sopra di essa i) brodo. E fatto ch'egli ebbe cosi, 21. Stese l'Angelo del Signore la punta del bastone che aveva in mano, e tocc le carni, e i pani azzimi, e usci dalla pietra una fiamma, la quale divor le carni,

e i pani azzimi ; e l'Angelo del Signore spari da' suoi occhi. 22, E Gedeone veggendo h quegli era un Angelo dei Signore, disse : Ahi, mio Signo-* re Dio, io ho veduto un Angelo del Signore faccia a faccia. 23. E il Signore gli disse : Pace con te : non temere, tu non morrai. 4 Gedeone adunque edific in quel luogo un altare al Signore, e chiamo Ilo la pace del Signore, come si chiama fin al d d'oggi. Ed essendo egli tuttora in Ephra, la quale appartiene alla famiglij di Ezri,

26. In quella nollo dissegli il Signore: Prendi il toro del padre tuo, e l'altro toro di sette anni, e va a distruggere Fallare di Baal che del padre tuo', e taglia il boschetto che intorno all'altare 26. Ed edificherai un altare al Signore Dio tuo sulla cima della pietra, sopra la qual ponesti, gi il sacrifizio : e prenderai l'altro toro, e l'offerirai in olocausto^ sopra una massa di legna del boschetto tagliato. 27. Prese adunque Gedeone dieci de* suoi servi, e fece quanto aveagli ordinato il Signore. Ma avendo paura della famiglia del padre suo, e degli uomini di quella citt, non volle ci fare di giorno, ma esegu ogni cosa la notte.

28. E gli uomini della citt levatisi la mattina,vider distrutlo l'altare di Baal, e il boschetto atterralo, e l'altro toro posto sopra Taltare che era stato eretto di nuovo. 29. E dissero tra di loro: Chi ha fatta tal cosa ? E fatta diligente ricerca dell'autore di tal fatto, fu detto loro: Gedeone figliuolo di Gioas ha fatte tutte qnestes cose. 30. E disseroa Gioas: Conduci qua fuori il tuo figliuolo,aifinch sia rneH so a morte ; perch ha distriitto 1' altare di Baal, e ha tagliato il boschetto 31. Ma quegli rispose loro: Vi assumete voi forse di far le vendette di Baal, e di combatter per lui ? Chiun-

que nemico di lu , muoia prima che venga il d di domane : se egli Dio, si vendichi di colui che ha distrutto il suo altare. 32. Da quel di in poi Gedeone fu chiamato Jerobaalper'aver detto Gioas : S vendichi Baal di colui che ha d'istrutto il suo aliare. 33. Si raunarono ad un que tutti i Madia* niti, e gli Amalecili, e i popoli d' oriente ; e passato il Giordano po-

sero il campo nella valle di Jezrael. 34- Ma lo spirito d Dio invest Gedeoae, il quale sonando la tromba convoc la famiglia di Abiezer perch andasse con lui. 35. E spedi avvisi a tutto Ma n asse, il quale anch'esso lo seguit ; e altri nunzii ad Aser, e a Zabulon,e aNephthali, i quali andarono incontro a lui. 56. E Gedeone disse a Dio: Se tu sei per salvare Israele per mezzo mio, come hai detto, 37. Io metter que $to vello di lana nell'aia: s sul vello sar fc rugiada , e tutto il terreno asciutto, io intender, che per ittefczo di me libererai Israele, conforme hai detto,

38. cos avvenne. Ed essendosi egli alzato che era ancor notte, spremuto il vello, empi un catino di rugiada. 3g. E dinuovo diss'eglia Dio: Non si accenda il tuo furore contro di me , se io cerco ancor una pro va chiedendo un segno nel vello. Io prego che il solo vello sia asciutto, e tutta la terra molle di rugiada. 4o. E il Signore fece quella notte come egli

avea domandato : e il solo vello fu asciutto, e la rugiada per tutto il terreno. C A P O VII. Fatta prova alle acque d quelli che doveano andare alla guerra, Gedeone udito il sogno di uno de* soldati Madianiti, gli assalisce armato di trombe, di pentole, e di lucerne ; li vince co' loro principi Oreb e Zeb, 1. uindi Jerobaal, o sia Gedeone, levatosi d notte tempo, se n'and insieme con tutto il popolo alla fontana detta Harad : e il campo de' Madianiti era nella valle verso la parte settentrionale d'un alto colle. 2. E il Signore disse a Gedeone : Una gran turba di gente con te, e Ma dia n non sar dato nelle mani di lei, affinch Israele non si glo-

rifichi contro di me, dica ; Colle mie forze mi son liberalo. 3. Tarla al popolo , e a sentita di tutti iatima i Chi * pauroso , e timido, se ne vada. E si ritiraron dal monte di Galaad, e tornarono a casa ventidue mila uomini dal popolo, erimaser solo dieci mila. 4 E il Signore disse a Gedeone: Troppa gente hai ancora con te: condcigli all'acqua, e ivi io far saggio di loro : e chi io ti dir che venga teco venga : e quegli, a cui vieter d* a ridare, se ne vada, 6. E giunto che fu il popolo alle acque , disse il Signore a Geceone: Quelli che avran leccate le acque colla lingua , come soglton

leccarle i cani, li metterai in disparte : quel* li che avran piegate le ginocchia per bere, staranno da un altro lato, 6. Il numero adunque di coloro, i quali avean leccata P acqua, portandola colla mano alla bocca* fu d trecento uomini : e tutto il resto della moltitudine ayea piegato il ginocchio per bere. 7. E il Signore disse a Gedeone : Questi trecento uomini, i quali hanno leccata l'acqua, son quelli, per mezzo de'quali io vi liberer, e dar in tuo potere i M ad iam ti: tutto il resto della moltitudine se ne ritorni indietro. 8. Presi adunque de1 viveri a proporzione

del numero delle trombe, ordino (Gedeone) , che tutto il resto della moltitudine se n'andasse alle sue tende, ed egli co' trecento uomini si dispose a combattere. Ora gli alloggiamenti di Madian erano gi nella valle. 9. La stessa notte disse a lui il Signore : Alzati, e scendi agli alloggiamenti: perocch io ho dati coloro in tuo potere: 10. Ma se hai paura di andar solo, venga teco Phara tuo servo. 11. E quando avrai sentito i loro discorsi, allora si rinvigorir&n le tue braccia , e andrai con maggior fidanza agli alloggiamenti. And adunque egli, e Phara suo servo da quella parte degli alloggiamenti, dove erano sentinelle armate. 12. Ora i Ma dia n i li, e gli Ama loci ti, e tutti i popoli di oriente s' erano sdraiati nella val-

le come una turba di locuste : t cammelli ancora erano innumer abili come la rena dei lido del mare. 13. E n eli' accostarsi che fece Gedeone, uno di quelli raccontava un sogno al suo vicino , e spiegava in tal guisa quello che avea veduto: Ho veduto tal sogno, in cui mi parca come un pane d'orzo cotto sotto la cenere che rotolasse, e cadesse negli alloggiamenti di Madian; e arrivato che fu al padiglione, lo percosse , e lo rovesci, e atterrollo da capo a pi. i4- Risposegli l'altro, col quale egli parlava : Questo non altro significa se non la spada di Gedeone figliuolo di Gioas Israelita: perocch il Signore ha dato Madian ,e tutto il campo in potere di lui.

l. Udito che ebbe Gedeone il sogno, e la interpretazione, adoro (H Signore), e torn agli alloggiamenti d'Israele, e disse i Alzatevi, perch il Signore ha dato in nostro potere il campo de'Madianiti. i\ E divise i trecento uomini in tre schiere, e mise a ciascuno in mano una tromba, e una pentola vota, e nel mezzo della pentola un lume 1^. disseforO:Quel che vedrete fare a me, fatelo voi : io entrer da un lato degli alloggiamenti , e imitatemi in quel ch'io far. 18. Quand* io soner la tromba che ho in mano, voi pure intorno al campo sonate la vostra e gridate ad una voce : Al Signore , e Gedeone.

19. Ed entr Gedeone, e i trecento uomini che eran con lui da una parte degli alloggiamenti al principiare della vigilia i mezza notte; ed essendosi svegliate le sentinelle, cominciar o n quegli a sonar le trombe e a battere tra di loro le pentole. o. Ed essendo divisi intorno agli alloggia* menti, e facendosi udire il suono da tre parti , rtte che ebbero le pentole, preser colla sinistra i lumi, e tenendo nella destra le trombe, e sonandole gridavano: La spada del Signore, e di Gedeone, 21. Stando ciascuno al suo posto intorno i campo nemico. Per le quali cose tutto il campo fu posto in confusione e stridendo e urlando si diedero alla fuga : 22. E contuttoc i trecento continuavano a sonare le trombe. & il Signore fece si che

per tulio il campo si sguainaron le spade, e si uccidevano gli uni gli alifi: 23. E fuggirono sino a Belh-sella,e sino a'confini di Abelmehula in Tebbath. Ma gli uomini d5 Israele della Iribu di Nephthali, e di Aser, e di tulio Manasse, alzate le grida inseguirono i Madianiti. 24. E Gedeone spedi messi per tutta la montagna di Epbraim ebe dicessero: Andate incontro a' Madia nil i, e occupate le acque fino a Belh-bera,elungo lullo il Giordano. E tutto Ephraim alz le grida, e occup le acque e il Giordano fino a Bethbera. 26. E avendo presi due Madianili, Oreb e Zeb, uccisero Oreb al

masso di Oreb, e Zeb allo strettoio di Zeb. E inseguirono i Madianti , e portaron le leste di Oreb e di Zeb a Gedeone di l dal Giordano.

C A P O Vili. La trib di Ephraim fa risentimento contro di Gedeone> perch credesi disprezzata^ ed egli con buone parole V acquieta. Vince Zebee e Salmana , e stermina gli uomini di Soccoth , e di Phanuel'y e degli orecchini, e d altri do* nativi del popolo ne fa un Ephod, che fu la rovina di sua famiglia) e d'Israele. Dopo aver governato quarant* anni, e aver avuto dalle . sue mogli settanta figliuoli , e uno , cio Ahi* melecht da una concubina, egli se ne muore , e Israele torna aW idolatria. i. iTJLa quelli di Ephraini dissero a lui: Che quello che ti se* messo in testa d fare non invitandoci, mentre andavi a combttere contro Madian ? E

altercavano aspramente e quasi gli andavano alla vita. 2. Ed ei rispose loro: Ma che poteva lar io d eguale a quei che voi avete fatto ? non vale egli pi un grappolo di Ephraim che le vendemmie di Abiezer ? S. Il Signore ha dati a voi nlle mani i principi di Madia n, Oreb e Zef> : ch poteva far io i8i 'eguale <rUel che voi avete &tt ? parlato ch'egli ebbe in tal gftisa, si calm il loro spirito , che era inviperito contro di lui.

4- E Gedeone arrivato che fu al Giordano, lo pass co'trecento uomini che eran con lui, i quali non potevano inseguire i fuggitivi per la stanchezza. 5. Ed egli disse a quelli di Soccoth: Date, vi prego, del pane alila gente che con me , perch sono molto rifiniti : affinch possiamo dar dietro a Zebee , e Salmana regi di Madian. 6. Risposero i principi di Soccoth : Hai tu forse messe le manette a Zebee, e Salmana, che domandi del pane pel tuo esercito ? 7. Disse egli loro : Quando adunque il Signore avr dato nelle mie mani Zebee e Salmana, io lacerer le vo-

sire carni colle spine, e co'triboli del deserto. 8. E partitosi da quel luogo giunse a Phanuel: e parl nella stessa guisa agli uomini di quel luogo. E quelli risposero a lui, come avean risposto quelli di Soccoth. 9. Ond' ei disse loro: Tornato ch'io sia in pace, e vincitore, distrugger questa torre. 10. Ma Zebee e Salmana prendeva ij riposo con tutta la loro gente. Imperocch eran rimasi quindici mila uomini di tutte le schiere de'popoli di oriente , essendo stati uccisi cmto venti mila soldati che portavano spada. n. E Gedeone presa la strada per andar verso di quelli che abitano sotto le tende dalla parte orientale di Nobe, e di Jegbaa, attacc il campo de'nemici, i quali si tene va n sicuri, e nulla sospettavano di avverso. 12. E Zebee eSalmana si diedero alla fugai ma Gedeone tenue lor

dietro, e li prese, avendo messo in [scompiglio tutto il loro esercito. i3. E tornato dalla battaglia prima del levar dei sole i4- Prese un fanciullo di quelli di Soccoth : e gli domand i nomi de'princip, e de' seniori di Soccoth, e prese noia di settanta sette persone. 16. Ed entr in Soccoth, e disse loro : Eccovi Zebee e Salrhana,per conto de' quali voi mi scherniste dicendo: Hai tu forse messe gi le manette a Zebee e Salmana ; e per questo domandi che noi diamo del pane alla tua gente slanca, e rifinita ? 16". Prese adunque i seniori della citt, e coti spine e triboli del deserto lacer , e fece in

brani que* cittadini di Soccoth. 17. atterr similmente la torre di Phanuel, uccisi gli abitanti della citt. 18. E disse a Zebee e Salmana: Come eran fatti quegli uomini che voi uccide s te sul Thabor ? Kisposer quelli : Ei ti somigliavano, e uno di essi sembrava quasi un figliuolo di re. 19. Ed egli rispose loro: Erano miei fratelli, figliuoli di mia madre. Viva il Signore ', se voi aveste salvato ad essi la vila, io non vi farei morire. 20. E disse a Jether suo primogenito: Va, uccidili. Ma egli non tir la spada; perch avea paura , essendo ancora fanciullo. 21. E Zebee e Salmana dissero : Su via , tu stesso dacci il colpo:

perocch la forza dell' uomo proporzionata all'et. Gedeone si avanz , e uccise Zebee e Salmana,eprese i loro ornamenti, e le lunette, che soglion mettersi per fregio al colla de' cammelli reali. 22. Or tutti gli uomini d'Israele dissero a Gedeone : Sii tu il signore nostro, e il tuo figliuolo, e il figliuolo dei tuo figliuolo, avendoci tu liberato dal potere di Madian. 23. Egli rispose loro: Io non sar signor "vostro , n lo sar il mio figliuolo, ma il Signore comander a voi. 24. E disse loro: Una sola cosa domando da

voi ; datemi gli orecchini che avete Ipredali: imperocch gl'Ismaeliti soleva n por lare orecchini d'oro. 26. Ed essi risposero: Arci volentieri te li daremo. E steso per terra un pallio, vi gettaron sopra gli orecchini predati. 26. E il peso degli orecchini che Gedeone avea domandato, fu di mille settecento sicli di oro senza gli ornamenti, e le collane, e le vesti di porpora , delle quali solevano far uso i re di Madian , e senza le lunette d'oro de'camnielli. 27. E Gedeone ne fce un Ephod, e lo deposit nella sua citt di Ephra. E pecc tutto Israele a causa di questo Ephod.il quale fu la rovina di Gedeone, e di tutta la sua famiglia.

28. Ma i Madianit furono umiliati dinanzi a' figliuoli d' Israele , e non poterono pi alzare la testa : ma fu pace nel paese pe' quarant' anni, neiteruali govern Geddn.e, 29. Se tic afRt'adurrque Jerobaal figlracdo di Gioas^ad abitare nella sua casa : 30. Ed ebbe settanta figliuoli usciti dal suo fianco ; perocch ebbe pi mogli.

5i.E una concubina, che egli avea in Sichem, gli partor un figliuolo per nome Abimelech, 32. E mori Gedeone figliuolo di Gioas in prospera vecchiaia, e fu sepolto nella sepoltura di Gioas suo padre in Epbra, la quale apparteneva alla famiglia di Ezri. 33* Ma dopo la morte di Gedeone i figliuoli d'Israele si ribellaron (da Dio), e fornicarono con Baal. E fecero alleanza con Baal, per ch'ei fosse loro dio.

34- N si ricordarono del Signore Dio loro, il quale gli ave a liberati dalle mani di tutti i ne* mici che aveano ali' intorno. 36. N ebber piet della famiglia di Jerobaal, (cio) Gedeone, in ricompensa di tutti i benefizii che egli ave a fatti ad Israele. C A P O IX, Abimelech) uccisi i suoi settanta fratelli, usurpa tirannicamente P impero : parabola di Joatham suo fratello^che si era salvato. Egli vnce 1 esercito di Gaal, e atterra la torre di Si diem , e finalmente oppresso da una donna con un pezzo di macina. a Abimelech figliuolo di Jerobaal se n'and a Sichem dai fratelli di sua madre, parl con essi e eon tutti i parenti della casa del padre di sua madre, dicendo :

2. Dite a tutti gli uomini di Stcbem: Qual cosa migliore per voi, di essere dominati da settanta uomini figliuoli tutti di Jerobaal, oppure di essere sotto il dominio di uri solo ? e insieme considerate ch' io sono della stessa carne, e dello stesso sangue con voi. 3. E i fratelli di sua madre parlarono di lui con tutti gli uomini di Stchemsu^aesto tuono, e caparrarono il lora affetto per Abimelech, dicendo : Egli nostra fratello. 4. E gli diedero settanta libbre d' argento del tempio di Baal-berith. Col quale egli assold della gente mendica, e vagabonda che lo segui.

o. E and alla casa del padre suo in Ephra, e uccise i settanta figliuoli di Jerobaal suoi fratelli sopra una stessa pietra : e non vi rimase altri ebe Joatham figliuolo di Jerobaal il pi- piccolo, che fu nascosto. 6. B si adunarono tutti gli uomini di Srchem , e tutte le famiglie della citt di Mello: e andarono a crear loro re Abimelech presso la quercia ch' era in Sichem. 7. La qual cosa quando ebbe intesa Joatham, and a posarsi sulla cima del monte Garizim, e> ad alta -voce grid: Ascoltate me, uomini ,di

Sicbem: cos Dio ascolti voi. 8. Gli alberi andarono per eleggersi un re, e dissero ali' ulivo: Sii tu nostro sovrano. 9. Ma quegli rispose: Potr io abbandonare il mio sugo che serve agli dei, e agli uomini, p^r venire ad essere superiore agli alberi? 10. E gli alberi dissero al fico: Vieni, e regna sopra di noi.

11. Ma egli rispose loro: Poss' io lasciare la mia dolcezza, e i soavissimi frutti, per andare ad esser superiore agli altri alberi? 12. E gH alberi disse* ro alla vite* Vieni, e sii nostra sovrana. 15. E quella rispose loro:'Poss* io abbandonare il mio vino che letifica Dio, e gli uomini, per esser fatta regina delle piante? i4- Disser di poi tutte le piante al roveto: Vieni a comandare a noi. 16. Ed egli rispose loro: Se veramente mi fate vostro re, venite a riposarvi sotto la mia ombra: ma $ non volete,

esca fuoco dal roveto, e divori i cedri del Libano. 16. Ora adunque se giustamente, e senza colpa avete eletto per vostro re Abimelech, e se avete trattato bene Jerobaal, e la sua famiglia, e avete data ricompensa a' benefizii di lui, che adopr la spada per. voi, 17. E pose a repentaglio la propria vita per liberarvi dalle mani del Madianita, 18. Voi che ve la siete presa contro la casa del padre mio, e avete uccisi i suoi figliuoli,settanta persone sopra una stessa pietra, e avete elet|o re degli abitatori di Sichem Abimelech figliuolo di una sua schiava, perch vostro fratello: 19. Se adunque con giustizia, e senza peccato portati vi siete verso Jerobaal, e verso la sua famiglia, fate oggi festa per ragione di A bimelech, ed egli faccia festa per ragion di voi.

20. Ma se perversamente avete operato, esca fuoco da lui, che divori gli abitanti di Sichem, e la citt di Mello: e dagli uomini di Sichem, e dalla citt di Mello esca fuoco, il quale divori Abimelech. 21. Dette le quali cose si fuggi egli, e se n' and a Bera: e vi abit per timore di Abimelech suo fratello. 22. Regn adunque Abimelech in Israele per tre anni. 23.E il Signore mand uno spirito pessimo tra Abimelech, e gli abitanti di Sichem: i quali principiarono ad averlo in esecrazione, 24. E a gettare sopra Abimelech loro fratello, e sopra tutti gli altri principi di Sichem

che lo avean favoreggiato, la scelleraggine del 1' uccisione dei settanta figliuoli di Jerobaal, e lo spargimento del loro sangue. 25. E gli tesero insdie sulla cima dei monti; e in aspettando il suo ritorno commettevano assassinamenti, e svaligiavano i passeggeri, e ne fu avvisato Ahimlech. 2(>.AIIora Gaal figliuolo di Obed pass a Sichem co' suoi fratelli. E alla venuta di lui inanimati gli abitanti di Sichem, 2 7. Uscirono alla campagna dando il guasto alle vigne, e pestando le uve: e fatti de'cori di cantori entrafon nel tempio del loro dio, e

ira le vivande, e i bicchieri mandavan impre* cazion ad Abimelech, 28. Gridando (?aal figliuolo di Obed: Chi egli Abimelech, e che ella Sichem, onde a lu dobbiamo esser servi? Non egli figliuolo d Jerobaal? ed egli ha destinato Zebul suo servo qual principe sopra la casa di Emor padre di Sichem. Per qual motivo adunque saremo suoi servi ? 29. Piacesse al Cielo che alcuno desse in mia mano il governo di questo popolo , che leverei di mezzo Abimelech . E fu detto ad Abimelech: Eaduna un buon esercito , e vieni : So.Imperoqch Zebul principe della citt, uditi i discorsi di Gaal figliuolo di Obed, ne prese ira grande,

31. E mand per segreti nunzi! a dire ad Abimelech : Ecco che Gaal figliuolo di Obed giunto a Sichem co5 suoi fratelli, e cerca di farsi padrone della citt contra di te. 32. Muoviti adunque colla gente che hai teco , di notte tempo , e statti ascoso nella campagna : 33. E alla punta del d levandosi il sole, gettali contro la citt : e uscendo egli colla sua gente incontro a te, fa a lui tutto quel che potrai, 34. Per la qual cosa Abimelech si mosse di notte tempo con tutto il suo esercito , e pose insidie vicino a Sichem in quattro luoghi. 36. E Gaal figliuolo di Obed usc fuori, ma si ferm ali' ingresso della porta della citt. E Abimelech, e tutto il suo esercito usc d' aguato* 36. E Gaal vedendo quella gente disse a Zebul: Mira qual molti tu-

dine scende dai monti. E quegli rispose a lui : Quel che tu vedi son 1' ombre de' monti che ti paiono teste di uomini , e questo il tuo inganno. 3y. E ripigli Gaal : Mira qual turba .scende dalle pi alte cime, e una schiera s9 incammina per la strada che mena alla quercia. 38. E disse a lui Zebul : Dov' adesso , la tua audacia, colia quale dicevi : Chi Abimelech, che dobbiamo servire a lui ? Non son eglino costoro quella gente che tu disprezzavi ? Va adunque , e combatti contro di lui. 3o.. E Gaal and, e avendo spettatore tutto il popolo di Sichem, attacc la mischia con Abimelech : 4o. Ma questi messolo in fuga lo insegu, e lo costrinse a rifuggirsi nella citt : e perirono molti de* suoi fin sotto la porta della citt.

4i. E Abimeleeh s ferm in Ruma: ma Zeb! discacci dalla citt Gaal, e i suoi compagni, n permise che pi vi dimorasse. 42- Quindi il giorno appresso usci il popolo alla campagna. Della qual cosa essendo stato recato avviso ad Abimeleca, 43. Prese il suo esercito , e lo divise in tre schiere, ponendo insidie nei campi. E veggendo come il popolo era uscito della citt, s mosse, e si scagli contro di essi 44- Golla sua schiera, e assedi, e batt la citt, e le altre due schiere inseguivano gli avversarii dispersi per la campagna. 45. Or Abimelech assal la citt per tutto

quel giotno, e la prese, e ne uccise gli abitanti, e la distrusse in tal guisa che vi semin sopra del sale. 46. La qual cosa udito avendo quelli che abitavano nella torre d Sichem , si ritirarono nel tempio del loro dio Berith, dove avean fatto alleanza con lui, donde quel luogo avea preso il nome , ed era luogo molto forte. 47. Abimelecfc poiavendo inteso, come gli uomini della torre di Sichem vi si erano raunati insieme, 48. Sal con tutta la sua gente al monte Selmon : e presa una scure tagli un ramo di albero, e portandolo sulle sue spalle disse a* compagni : Fate subito quello che vedete larsi da me. 4p. Quegli adunque tagliando a gara rami di

alberi seguivano il carpi* lano. E avendo con essi circondatala fortezza,vi miser fuoco,e in tal guisa dal fumo e dalle fiamme forono uccise mille persone, uomini insieme, e donne che abitavan la torre di Sichem. 60. E di l partito Abimelech giunse alla eiU^ di Thebes, e la cinse col suo esercito, e la assedi. 61. Or eraviuna tori*e aitissinra in mezzo Va citt, netta quale si erano rifuggiti i principali della citt uomini, e donne, e aveano fortemente inchiavardatala porta, stando sul tetto della torre per far difesa. 6 2. E Abimelech stando a pi della torre combatteva valorosamente, e appressatosi alla porta tentava di appiccarle il fuoco r 63. Quandvecco che una donna gett di sopra un pezzo di maci-

na, la quale diede in testa ad Abimelech , e ne sparse le cervella. 64. Ed egli tosto chiam il suo scudiere, e gli disse : Tira fuori la tua spada, e uccidimi, affinch non s dica ch'iosoao stato ammazzato da una donna. E quegli eseguendo il comando lo uccise. 55. E morto ch'ei fu, tutti gli uomini d'Israe* le che eran con lui, se ne tornarono alle case loro. 56". E Dio rendette ad Abimelech il male ch'egli avea fatto contro il padre suo avendo uccisi settanta suoi fratelli. 51;. E parimente i S i chi m i ti pagarono il fio dei loro operato, e cad-

de sopra di essi la maledizione di Joatham figliuolo di Jerobaal.

C A P O X.
E ereato condottiere Thola : e a lui morto sue* cede Jair : ma g' Israeliti caduti nelV idolatria sono dati in potere de Filistei, e degli Ammoniti. Fanno penitenza, e Dio rimprovera ad essi la loro ingratitudine, e finalmente ne ha compassione. i, Uopo AbimelecK fu capo d'Israele Thola, figliuolo di Phua zio di Abimelech, il quale era della trib d'Issachar, e abitava in Samir sul monte Ephraim : 2. E governo Israele ventitr anni, e mor G fu sepolto in Samir.

3. Ed ebbe per successore Jair di Galaad il quale fu giudice d' Isracle per ventidue anni. 4-Ed egli avea trenta figliuoli che cavalcavano trenta asini giovani, ed era n principi di trenta citt nel paese di Galaad, le quali dal nome di lui ebber nome Havolh-Jair , vale a dire citt di Jair , fino al di d'oggi. 6. E mor Jair } e fu sepolto nel luogo detto Camon.
6. Ma i figliuoli d'Israele aggiungendo a' vecchi de' nuovi peccati, fecero il male nel cospetto del Signore ; e servirono agi' idoli , a Baal, e ad Astarolh, e agli dei delia Siria, e di Sidone, e di Moab e dei figliuoli di Ammon , e de'Fiiistei, e abbandonarono il Signore e non l'onorarono.

7. Contra quos Dominus iratus tradidit eos in manus Philisthiim, etfiliorum Ammon. 8. Affiictique sunt, et vehementer oppressi per annos decem. et octo, omnes qui habitant trans Jordanem in terra Amorrhaei^ qui est in Galaad : 9. In tantum ) ut filii Ammon ^Jordane transmisso, vastarent Judam, etBeniamin^ et Ephraim :. qfjliclusque est Israel nimis. , io. Et clamantes ad Dominum dixerunt : Peccavimus tibi^ quia dereliquimus Dominum Deum nostrum , et servivimus Baalim. 11. Quibus locutus est Dominus: Numquid ionAEgypti, et Amorrhaei, Jiliique A mmon, et Phitisthiim, 12. Sdonii quoque et Amalech, et Chanaan oppresseruntvos, et cla-

7. Onde irato con essi il Signore li diede in potere de'Filistei, e dei figliuoli di Ammon. 8. E furono vessati e oppressi crudelmente per diciotto anni tutti quelli che abitano di l dal Giordano nel paese degli Amorrbei che in Galaad : g. Di maniera ebe i figliuoli di Animon parsato il Giordano desolavano la Giudea, e Beniamin,ed Epbraim : e Israele fu abbattuto formisura. io. E alzando le strida al Signore dissero : Abbiam peccato contro di te , perch abbiamo abbandonato il Signore Dio noslro, e servito a Baal. .11. E il Signore disse loro : Non egli vero che gli Egiziani, e gli Amorrhei, e i figliuoli di Animon, e i Filistei, 12. E anche i Sidonii e Amalech, e Ganaan vi straziarono, e alzaste

Vers. i i . E il Signore disse loro. Per mezzo di qualche profeta , o di qualche uomo pio ispirato a cerreggcre il popolo..

mastis ad me , et erui vos de manti eorum ? 13. Et tamen reliquis tis me > et coluistis Deos alienos : idcirco non addam , ut ultra vos liberem. i4- Ite, et invocate deos, quos elegistis : ipsi vos liberent in tempore angustzae. 15. Dixeruntque filii Israel ad Dominum ; Peccavimus, redde tu nobis quidquid tibi placet*, tantum nunc libera nos. 16. Quae dicentes omnia de finbus suis alienorum idola projecerunt, et servierunt Domino Deo, qui doluit super miseriis eorum. 17. Itaque filii Ammon conclamantes in Galaadfixere tentoria: contra qvos congregati filii Israel, in Masplia castrametati sunt. i ^.Dixeruntqueprincipes Galaad s inculi ad proximos suos: Qui primus ex nobis contra

la voce a me, e io vi liberai dalle mani loro ? 13. E con lutto questo mi abbandonaste, e rendeste onore agli dei stranieri : per questo io pi non vi liberer. i/I Andate ad invocare gli dei che avete eletti : essi vi liberino nel tempo di afflizione. 15. Ma i figliuoli d'Israele dissero al Signore : Abbiam peccato; fa di noi quello che ti piace : per questa vlta sola liberaci. 16. E avendo dette queste cose gittaron fuora de' loro confini tutti i simulacri degli dei stranieri, e servirono al Signore Dio, il quale ebbe compassione delle loro miserie. 17. Intanto i figliuoli di Amrnon con alte grida piantaron le tende in Galaad: conlro de' quali adunatisi i figliuoli d'Israele, posero il campo in Maspha. 18. E i principi di Galaad si dissero 1' uno 1 ali altro: Quegli di noi che sar il primo ad at-

filios Ammon coeperit laccare la mischia co'fidimicars, erit dux po* gliuoli di Ammon , sar condottiere del popopul Galaad. IQ di Galaad.
C AP O XI.

E fatto giudice Jephte, il quale acceso da spirito divino primieramente espone sue ragioni al re degli Ammoniti*, e di poi avendoli vinti, per ragione di un voto fatto temerariamente a Qio, sacrifica 1* unica sua figliuola. I, JCuit ilf tempo re Jephte (t&laadte$ vir fortssimus, atque pugnalar, filius mulieris meretricis , qui natus est de Galaad. jt J-Jra in quel tempo Jephte di Galaad uomo valorosissimo nel mestiero dell' armi, figliuolo di Galaad, e di una donna meretrice.

Vers, i.7, Con alte grida ec. Andavano tutti festosi come ad una vittoria sicura. Posero il campo in Maspha. Intendasi quella che era nella trib di Manasse. t* Vers. i. E di una donna meretrice. Generalmente gl'interpreti credono die debba intendersi una concubina presa senza le formalit usate ne' matrimonii, e tenuta in sua casa da Galaad. Certamente o non dee questo termine di meretrice prendersi in questo luogo nel!' ordinaria sua significazione ( perocch la donna , e il figliuolo stavano in casa d Galaad , e Jephte si duole di essere stato cacciato dalla casa del padre , come vedremo ) , o quando s'intenda letteralmente , potremmo credere , che questa ponna sia cosi chiamata per qualche fallo commesso prima d avere sposato il padre di Jephte. Comunque sia , se la nascita di Jephte fu poco onorevole, egli ne lav la macchia col suo valore, e colla fortezza dell' animo , onde merit di essere innalzato alla suprema dignit in Israele.

2. Habuit autem G aletad uxorem, de qua suscepitfilios: qui post' quam creverant, ejecerunt Jephte, dicentes : Heres in domo patris nostri esse non poters, quia de altera matre natus es. 3. Quos ille fugiens, atque devitanS) habitavil in terra Tob : con* gregatique sunt ad eum viri inopcs , et Latroci" nantes, et quasi principem sequebantur. 4- In ^"* diebus pugnabant filii Ammon contra Israel. 5. Quibus acriter in stantibus perrexerunt majores nata, de 6a* laadt ut tollerentinau-

s.Or Galaa3 avea moglie, e da lei ebbe de' figliuoli, i quali cresciuti in ela cacciarono Jephte dicendo: Tu non puoi esser erede nella casa del padre nostro, perch segnato di un'altra donna. 3. Ed egli fuggendo, e nascondendosi a loro, abit nella terra di Tob: e si adunarono presso di lui degli uomini miserabili che viveano di preda, e l seguitavano^ come loro principe. 4- In que'giorni combattevano i figliuoli di Ammon contro Israele. 6. E avendolo quelli ridotto in grandi strettezze, andarono! seniori di Galaad a prendere

Ver. 3. Abito nella, terra <J Tob. Paese altrove chiamato Tubini, a settentrione della terra di Galaad. Che viveano di preda. L' autore della Volgata non ebbe certamente intenzione di diffamare Jephte, facendolo capo di . gente nn solo mendica, ma che suo mestiero facesse di commetter ladronecci e rubere. E dunque da notare, che la voce latro, e il verbo latrocinari non avean queli' odioso significato che Boi ora gli diamo. Veggamo negli scrittori antichi latini e greci, che i latrones erano soldati, e anche scelti, ebe andavano a servire i principi senza paga, mantenendosi colla preda che facevano sopra i nemici. Cos Jephte, e la sua gente facevano prede ei paese degli Ammoniti, e de' Filistei, co' quali avea guerra Israele.

G'mdici. Vol. IV.

13

xiliun sui Jephte de terra Tob, 6* "Dixeruntque ad eum : Veni, et esto princeps noster, et pugna contra filios Ammori 1 .Quibus ille respondit-.^} Nonne vos estist qui odistis me, et ejecistis de domo patris mei? et nunc venistis ad me necessitate compulsi. 8. Dixeruntque prin* cipes Galaad ad Je~ phte: Ob hanc igitur causam nunc ad te venimus ; ut proficiscaris nobiscum, et pugnes contra filos Ammon, siscjue dux omnium^ qui habitnt in Galaad g. Jephte quoque di" xit eis : Si vere venistis ad me , ut pugnem pro vobis contra filios Ammon, tradideritque eos Dominus in manus
(i) Gen. 6. a 7.

dalla terra di Tob Jepbte per loro soccorso, 6. E dissero a lui: Vieni, e sii nostro principe, e combatti contro i figliuoli di Ammon. 7. Ma egli rispose loro: Non siete voi quegli che mi odiate, e mi avete scacciato dalla casa del padre mio? e adesso stretti dalla necessit ricorrete a me. 8. E i principi di Galaad dissero a Jephte: Per questo appunto siamo ora venuti da te; affinch tu venga con noi, e combatta contro i figliuoli di Ammon, e sii c^idottiere di tutti quelli che abitano in Galaad. 9. Ma Jephte rispose loro: Se veramente siete venuti a trovarmi, affinch io combatta per voi contro i figliuoli di Ammon, quando egli av-

Vers. n. Non slete vol quegli che tnl avete scacciato ec. Poteva Jephte parlare cos a que' seniori, bench non essi, ma i fratelli di lui lo avesser cacciato ; perocch a questi seniori toccava d'impedire una tale ingiustizia.

tneas, ego ero v&ster venga che il Signore li . dia in mio potere, sar princeps ? 10 vostro principe? io,Qui responderunt 10. E quelli risposero eisi Dominus, qui haec a lui: II Signore che aauditi ipse mediaior, scolta queste cose, egli ac festis est) quod no- mezzano, e testimone, stra promiss a faciemus. come noi adempiremo le nostre promesse. n Abit itaque 3e11. Ando adunque Jephte cum principibus phle co' principi di GaGalaad s fecitque eum laad,e tutto il popolo lo omnis populus princi- cre suo principe. E parpem sui. Locutusque l Jephte di tutte le coest Jephte omnes ser- se sue dinanzi al Signomones suos coram Do- re in Maspha. mino in Maspha. 12. "E>t misit nuncios 12. E mand ambaad regem filiorum Am- sciadori al re de'figliuomont qui ex persona 11 di Aminoti, i quali a sua dcerent: Quid mi- suo nome dicessero: Che hi et libi es^ quia veni- hai da fare con me tu, sti contra me, ut vasta- che ti se' mosso contro res terram meam ? di me e dai il guasto al mio paese? 13. Quibus ille re13.Ma quegli rispose spondit-, (i) Quiatutit loro: Israele occup il
(i) Num. 21. i3. a4Vers. i r. Parlo Jephte di tutte le cose dinanzi al Signore in Maspha. In Maspha erano adunati g' Israeliti, come detto nel capo precedente, vers. 17. Ivi Jephte fece i suoi patti col popolo, e tratt di tutto quello che riguardava la guerra , di cui era dichiarato capitano. Quelle parole dinanzi al Signore possono significare il giuramento interposto dall'una e dall'altra parte coli' invocazione del nome del Signore, il quale in ispecial modo #ra presente alle adunanze del popolo. Vedi Deut. vi. 26., e altrove.

Israel terram meam, quando ascendit de AEgypto, afinibus Arnon usque Jaboc^ atque Jordanemi nunc ergo cum pace redde mihi eam. 14. Per quos rursum mandavit Jephte, et imperavit eis, ut dicerent regi Ammoni 15. Haec dicit Jephtei "Non tulit Israel terram Moab , nec terram fiUorum Ammoni

mio paese in venendo dall'Egitto da'confini di Arnon sino a Jaboc, e al Giordano: ora adunque rendilo a me colle buone. 14. Jephte pe' medesimi uomini diede risposta, e comand loro di dire al re di Ammom 15. Queste cose dice Jephte: Israele non si prese la terra di Moab, n la terra Se' figliuoli di Ammon; 16. Ma allorch uscirono dall' Egitto, camminarono pel deserto fino al mar Rosso,e giunti a Cades,

\6. Sed quando de AEgypto conscenderunt, ambulavit per so* ltudinem usque ad ma* re Rubrum , et venit in Cades. 17. ( i) Misitque min17. Mandarono amcios ad regem Edom , basciadori al re di Edom, dvens : Dimitte me, ut dicendo: Permettici di transeam per terram passare per la tua terra.
(i) Nurn. 20. i4V"s. 13. Israele occupo il mio paese ec. Gli Ebrei vinto SeImi re degli Amorrhei, avevano occupato le terre di suo dominio , tra le quali, Pfum. xxi. nominata la terra de' Moabiti seggiogata gi prima da Sehon: or da questo luogo sembra indicarsi^ che anche una parte del paese degli Ammoniti era stata occupata dagli Ebrei nel medesimo tempo. Alcuni per son di parere , che il re degli Ammoniti fosse re dei Moabiti, e perci come sua ridomandi la terra de' Moabiti presa dagli Ebrei. Passava molta amist tra questi due popoli discesi da' due figliuoli di Lot.

tuam. Q ui noluit acq mescere precibus ejus. Misit quoque ad regem IVLoctb^ qui et ipse trans* itum praebere contemsit; mansit itaque in Cades* 18. Et circuivit x latere terram Edom, et terram Moab: venitque contra ofientalem piagati* terraeMoab: et castrametatus est trans Amon^nec voluit intrare Moab : (i) Arnon quippe confinium est terras Moab 19. Misit itaque Israelnuncios ad Sehon regem Amorrhaeorum, qui habitabat in Hesebon ; et dixerunt ei: Dimitte, ut transeam per terram tuam usque ad fluvium. 20. Qui et ipse Israel verba despciens non dimisit eum transire per terminos suos ; sed, infinita multitudine congregata, egresij Num. ai. i3.

Ma egli non volle esaudire queste preghire. Mandarono anche al re di Moab, il quale neg anch' egli con disprezzo di concedere il transito; ond' essi si fermaron in Gades. 18. E costeggi la terra di Edom, e la terra di Moab, e arriv verso la parte orientale della terra di Moab, e pose il campo di l da Arnon, e non volle mettere il pie- de dentro i confini di Moab; perocch Arnon il confine della terra di Moab. ip. Mand adunque Israele ambasciadori a Sehon re degli Amorrhei che abitava in Hesebon, i quali gli disseroj Penne Hi ci di passare pel tuo paese sino al fiume. 20. Ma egli pure disprezzando le parole d' Israele non gli permise di passare dentro i suoi confini, ina , radunata una immensa molti tu-

sus est contra eum in dine, si mosse contra Jasa\ et fortiter resi* di lui fino a Jasa , e si opponeva a lui con gran stebat) 21. Tradiditque eum Dominus in manus Israel cum omni exercitu suo, qui percussit eum,et posedit omnem terram Amorrhaei habitatoris regionis illius^ 22. Et unwersos fi* nes ejus de Arnon usque Jaboc i et de solitudine usque ad Jordanem. a3. "Dominus ergo Deus Israel subvert Amorrhaeum pugnante contra illum populo suo
forza. 21. Ma il Signor e diede lui, e tutto il suo esercito in potere d' Israele,il quale lo sconfisse, e divenne padrone di tutta la terra degli Amorrhei che abitavano in quella regione, 22. E di tutto quello che era compreso dentro i loro confini dall' Arnon sino a Jaboc, e dalla solitudine sino al Giordano. 26. Avendo adunque il Signore Dio cacciati gli Amorrhei per mezzo d'Israele suo popolo

Vera. ai. e 22. E divenne padrone di tutta la terra degli Amorrhei ec. Jephte in questo suo ragionamento fa valere queste tre ragioni ; primo , il diritto di conquista : gli Ebrei avendo fatta guerra giusta contro di Sehon, fecero acquisto di tutto quello che Sehon gi pacificamente possedeva come suo ; in secondo luogo fa vedere la disposizione fatta da Dio ( padrone della terra, e di tutte le cose) di quel paese in favor degli Ebrei : e siccome il re di Ammon avrebbe potuto dire : io non conosco questo vostro Dio , Jephte perci soggiunse : n io conosco Chajnos , e se tu tieni per buon acquisto tutto quello che ti ha dato il tuo dio , io pure posso e debbo tenere tutto quello che il Signore ha dato a me. Notisi, che gli Ammoniti e i Moabiti aveano occupate le terre che erano degli Emina, come sta scritto , Deut. n. io. In terzo luogo Jephte fa valere la prescrizione di trecento anni, nel qual tempo nissuno ha avuto nulla da dire contro il diritto che aveanp gli Ebreji sopr quqj paese.

Israel, et tu nunc vis che fece guerra contro jhssidere terram ejus ? di essi, tu vuoi adesso esser padrone della lor terra ? 2 4- Nonno ea, quae 24. Non egli vero possidet Chamos, deus che di tua ragione tuus, libi jure debentur? tutto quello che apparQuae autem. Dominus tiene al tuo dio ChaDeus noster victor obti- mos? Sar adunque di nuit in nostram cedent nostra propriet tutto possessionem: quello che il Signore Dio nostro acquist colla vittoria : 26. Se pure tu forse 2 5. ( i ) Nisi forte meHor e s Balac , filio Se- non sei qualche cosa di pJior rege Moab : aut pi che Balac figliuolo docere potes, quod jur- di Sephor re di Moab ; gatus sit contra Israel, ovvero hai da far vedere et pugnaverit contra che questi abbia mosso querela ad Israele, e abeum, bia impugnate le armi contro di lui, 26. Per tutto il tem26. Quando habitavit in Hesebon , et vicutis po che questi ha abitaejus, et in Aroer, et vl- to in Hesebon, e ne'suoi* lis illius, vel in cunctis villaggi, e in Aroer, e civitatibus juxta Jorda- ne'suoi villaggi, e in tutnem, per trecentos an- te quante le citt vici(i) ZVum.- 32. a. Yefs. z5. Se pure tu forte non sei qualche cosa, di pi che Balac ec. Balac re di Moab era pien di vita, e signor grande , e potente, quando gli Ebrei, ucciso Sehon , si presero il paese tenuto dafkii ; ed egli non lo ripet per dagli stessi Ebrei. Tutto quello che Balac fece , o tent contro Israele, lo tent non per riavere le terre occupate dagi' Israeliti, ma per timore di non essere cacciato egli stesso dal trono, e dal suo dominio.

nos. Quare tanto tem- ne al Giordano, cio per pora nihil super hac re trecento anni. Per qua! ragione in s lungo spapetitione tentastis ? zio di tempo nulla tentaste, e nulla aveste da ripetere ? 27. Non fo adunque 27. Igitur non ego jftcca in te, sed tu con- 10 torto a te, ma tu matra me male agist indi' le ti porti contro di me, c&ns mihi bella non intimandomi una guerjusta. Judict Dominum ra non giusta. Giudichi ^irbit&r kuju,s dici inter 11 Signore arbitro in Israel, et inter fMo$ questo d tra Israele , e i figliuoli di Ammon. jmmon* 28. Ma ilrede'figliuozft.Noluitque acquis*^ stero rex-fitiorum Am- li di Ammon non volle mon verbis Jephte, quae restar appagato delle per nuncivs mandave- parole di Jephte riferite a lui dagli ambasciadoral, ri. 29. Entr adunque 29. Factus est ergo super Jephte spiritus * in Jephte io spirito del Domini, et circuiens Signore, ed, egli and Galaad, et IMLanasse , in giro per tutto il paeMaspha quoque Ga- se di Gala ad , e di Malaad, et inde transiens nasse , e di Maspha di ad filios dmmon, Galaad, e di l si avan$ verso i figliuoli di Ammon, 30. Votimi vovit Do30. E fece volo al Simino, diceno : Si trad- gnore , e disse : Se tu deris filius Amnion in darai in mio potere i fimanus meast gliuoli di Ammon,
Vers. 29. Entro adunque in Jephte lo spirilo del Signore ec. Dio empi il cuore di Jephte di zelo, e di coraggio, e di valore per 1' esecuzione dell' impresa , a cui lo avea destinato.

31. Quicumqua primus fuerit egressus de foribus domus meaet mihiquQ occurrerit revertenti cum pace a fi~ His Ammon , eum holocaustum offeram Domino.

51. Il primo , chiunque egli sia, che uscir dalle porte di casa mia,' e verr incontro a me nel ritornar che far vincitore de' figliuoli di Ammon, l'offerir in olocausto al Signore.

Vcrs. 31. Il primo, chiunque egli sa, che uscir ec. Secondo questa lezione della nostra Volgata, il voto di Jephte avrebbe per oggetto non veruno degli animali che ei potesse avere in sua casa, ma solamente le persone di sua famiglia, delle quali la prima, che se gli pari davanti al suo ritorno, promette di offerirla al Signore : e cosi l'intese s. Agostino. Il Caldeo, e varii moderni suppongono .compresi nel voto anche gli animali, e 1' Ebreo pu avere anche questo senso. Sopra questo voto di Jephte dir brevemente, primo , che considerato in s stesso egli fu temerario , e ingiusto : tale la comune opinione de' Padri, tra' quali s. Girolamo non tem di dire , che Jephte fu stollo nel fare il volo T ed empio neW adempirlo. Egli fece ( dice s. Agostino ) una. cota proibita dalla legge, e non comandata a lui per-veruna speciale intimazione di Dio; anzi lo stesso s. Dottore non dubita, che Dio per punire la temerit di un tal voto permettesse che la sua unica figliuola fosse quella che gli venne innanzi la prima dopo la sua vittoria : secondo, che io non ho potuto giammai aderire al sentimento sostenuto da alcuni moderni sposilori, i quali senza altro fondamento, che quello delle favole Rabbiniche, contraddicendo, per quanto a,me sembra, ali' espressa testimonianza della Scrittura (vers. 3q.J , e all'unanime sentenza de' Padri, e anche degli antichi maestri della sinagoga , e a quasi tutti i nostri interpreti antichi e moderni, pretendono, eie Jephte non adempisse il suo voto , ma consacrasse la figlia a u perpetuo Nazareato. Terzo, se d'altra parte noi rifletteremo, che quest' uomo semplice e militar* con pia , e retta intenzione s move a fare il suo voto, e perch inevitabile ne crede 1' adempimento , con estremo dolore suo lo adempie, sacrificando 1' unica figlia ; se rifletteremo , che egli pot avere in mira il sacrifzio di Abramo, e sperare (come accenna s. Agostino) che Dio accettando il suo buon animo avrebbe impedita la morte della sua figlia, come del figlio di Abramo ; se rifletteremo alla grandezza del1' animo, colla quale per amor del pubblico bene si riduce a privarsi della cosa pi cara , che avesse al mondo, temendo che Dio lasciasse di prosperare la repubblica d'Israele , quando egli noq IO

32. Transivitque Jephte ad filios Ammon, ut pugnaret contra eos: quos tradidit Dominus in manus ejus. 33. Percussitque ab Aroer, usque dum fmas in Mennith, viginti civitates',"et usque ad Abel, quae est vineis consita, plaga magna nimis:humiliatique sunt filii Ammon a filiis IsraeL 34 Revertentem autem Jephte in Maspha domum suam, occurrit ei unigenita filia sua cum tympanis, et elioris : non enim habebat alios liberos.

02. E Jephte and contro ifigliuolidi Ammon per combatterli : e il Signore li diede nelle sue mani. 33. Ed espugn venti citt da Aroer sino a Mennith , e sino ad Abelche circondata di vigne, sconfitta grande oltre modo colla quale furono abbattuti i figliuoli di Ammon da'figliuoli d'Israele. 34> Ma nel ritornar che faceva Jephte a casa sua in Maspha , gli and incontro la sua unica figlia ( imperocch non avea egli altri figliuoli ) menando carole al suono di timpani. 35. E com' ei 1' ebbe 35. Qua visa, scidit vestimenta suat et alt : veduta, stracci le sue Heu me, filia mea ! de- vesti, e disse : Ahi, fi-

isciogliesse il voto fatto per essa -, se rifletteremo, che la stessa grandissima vittoria riportata dopo fatto il suo voto, pot confermarlo nell' opinione del debito, che gli correva di adempirlo ; se a tali cose vorrem riflettere , potremo facilmente comprendere , donde avvenga , che que' Padri medesimi, i quali si sono pi fortemente dichiarati contro il voto di Jephte, non lascino di lodarlo per ragion della stessa azione. Se Jephte ( dice s. Girolamo in cap. 7. Jerem. ) offer a Dio la vergine figlia, non e gradilo il sacrificio, ma Vanimo dell1 obblatore. Vedi s. Tommaso 2. 2. qt ,88. art. a. Concludo colle parole di s. Agostino q, 49- in Jud.Jephte merito gli elogi di Paolo (Heb. xi,), e quelli dello Spirilo santo (EcclLxLvi.) per la vita buona e fedele, nella quale dobbiamo credere che egli more.

cepisti me , et ipsa decepta es : aperui enim os meum ad Dominum, et aliud facere non poler. 36. Cui illa respondit : Pater mi , si apemisti os tuum ad Dominum ,f ac mihi quodcumque pollcitus es, concessa libi ultione^ atque victoria de hostibus tuis* 87. Dixitque- ad patrem : Hoc solum mihi praesta, quod deprecar: Dimitte me, ut duobus mensibus circumeam montes,etplangam virginitatem meam, cum sodalibus meis.

gliuola mia! tu mi hai ingannalo , e ti se' ingannata anche tu : perocch io ho data parola al Signore, e non potr fare altra cosa. 36. Rispose ella a lu: Padre mio, se tu hai data parola al Signore, fa di me quello che hai promesso, essendo stato a te conceduto di far vendetta dei tuoi nemici, e di vi ncerli. 37. E disse di poi al padre : Questo solo concedimi, di che ti prego. Lasciami andar per due mesi girando attorno pe'monti colle miecom* pagne a piangere la mia verginit.

Vers. 36. Padre mio, se tu hai data parola ce. E superiore ad ogni elogio la sommessione, la obbedienza, la piet verso Dio, 1' amore della patria in questa fanciulla. Quello che in un uomo provetto, e sperimentato sarebbe miracolo di virt, e di costanza , divien molto pi illustre , e grandioso in una fanciulla, dice s. Ambrogio. Vers. 3 7. Lasciami andare per due mesi ... apiagnere la mia verginit. Perch questo ? Perch, come dicono g' interpreti , era una disgrazia il morir vergine, il non lasciare figliuoli. Che la sterilit, la quale polca considerarsi come pena di qualche occulto peccato, fosse disdoro ad una donna maritata, questo si vede nelle Scritture, particolarmente essendo stato volere espresso di Dio, che la stirpe d' bramo crescesse , e moltiplicasse grandemente : ma che la verginit portasse seco qualche disonore, e fosse una disgrazia lo stato di vergine, questo non si provato, n si prover giammai colle Scritture, nelle quali per lo contrario abbiarn veduto dcgi speciali riguardi verso Je vergi-

38. Cui ille respondit', Vad&. Et dmisit eam duabus mensibus; cumque abiiss&t cum sociis , ac sodalibus suis, flebat virginit* lem suam in montibus. 69. Expletisc/ue duobus mensibus , reversa est ad patrem suum et fecit ei, sicut voverqt, quae ignorabat. vifum, jZxinde mos increbruit in Israel, et cojtsuetu^ do servata est, .

38. Ed ei rispose! Va pure. E lasciolla andare per due mesi : ed ella parti colle sue compagne, e amiche , e pian* geva su' monti la sua verginit. 69, E finiti i due me? si se ne torn al padrej ed egli fece di lei quel che avea promesso con voto, ed ella nonconobIje uomo. 1S quindi ven? ne in Israele il costume, e si conservata questa consuetudine, 4^ TFtpot anni cir4- Ghe una volta 1' culum conveniant in u- anno si radunino insienuni fliae Israel, et me le fanciulle d'Israele plangant filiam Jephte a piangere la figliuola Oalaa^itae diebus qua' di Jephte di Galaad pe$ tuor. guarir giqruic

ni (vedi Num. xxxi.^cc.J ^ ed esempi d persone riputate assai le quali elesser di vivere in quello stato. Ma v} ancora di pi ed , cne tra gli stessi pagani fu rispettati e onorata la verginit, sebben praticata d pochi j quindi la generai costumanza delle nazioni ai non condannare giammai a morte le vergini : della qual co,sa s hanno, moltissime testimonianze negli autori profani, e negli stessi libri sacri. Sottoscrivo perci, volentieri alla sposizione di un erudito moderno interprete, il quale afferma, che la figliuola di Jephte chiese i^i andar attorno pe' monti colle sue compagne a pingere la sua verginit non pel'disdoro , che a lei iie venisse dal morir tale , ma perch il privilegio di vergine non. fosse stalo bastante a salvarle la vita per facion del volo fatte. dal padre,' " " " """" " '" '*!" " "''"' "'" '

C A P O XII. li Ephrate, che in giustamente si erano mossi contro di Jephte, sono uccisi fino al numero di quarantaduemila ai guadi del Giordano , perch non potean pronunziare la voce Scibboleth. Successori di Jephte sono Abe$an> Ahialon, e Abdon, i. .iljcce autem in JZpliraim orto, est sedi' do : nam transeuntes contra acjuilonem dixerunt ad Jephte: Quare vadens adpugnam contra filios mmon vacare nos nolaist, ut per" geremus tecum ? Igitur incendemus domum tuarn. z.Quibus ille respon dit : Disceptato erat mihi, et populo meo contra filios Ammon vehemens: vocavicjue vost ut praeberetis mihi auxi'lium, et facere nolui* $tis. 1. IJJd ecco che nacque sedizione nella trib di Ephraim : perocch passati questi yer60 settentrione andarono a dire a Jephte : Per qual motivo andando a combattere contro i figliuoli di Ammon non hai voluto invitarci, perchp venissimo teco ? Ora noi dar e m fuoco alla tua casa. 2. Rispose egli loro: Io, e il mio popolo eravamo a gran contesa co' figliuoli di Ammon: e io vi chiamai, affinch mi recaste aiuto, e non voleste farlo.

Vers. i. Per qual motivo andando ec. Si veduto uta qwejrela simile de'medesimi Ephraimiti contro Gedeone, cap. vui. i. Erano arroganti, e mal soffrivano , che quei di Manasse ( donde era Jephte ) crescessero di riputazione.

3. Quod cernens posui animam meam in manibus meis, fransi" vique adfilios Ammon, et tradidit eos Domi" nus in manus meas. Quid commerui, ut ad" versum me consurgatis in praelium ? 4 Vocatis itaque ad se cunctis viris Galaad, pugnabat contra E" phraim : percusseruntque viri Galaad K* pkraim , quia dixerat s Fugitivus est Galaad de Ephraim > et habitat in medio Ephraim, et Manasse. 5. Occupaveruntque Galaaditae vada Jordanis.perquae Ephraim reversurus erat. Cumque venisset ad ea de Ephraim numero fugens, atque dixisse ti Obsecro ut me transire permittatls: dicebantei

3. Lo che avendo veduto posi a repentaglio lamia vila, e andai contro i figliuoli di Ammon, e il Signore li diede nelle mie mani.Ho io meritato, che voi vi moviate a farmi guerra ? 4- E radunati presso di s tutti quelli d Galaad, venne alle mani con que'di Ephraim: e i Galaaditi sconfissero gli Ephraimiti, i quali avean detto : Galaad un fuggitivo di Ephraim, che sta in mezzo tra Ephraim e Manasse. 6. E i Galaaditi posero guardie a' guadi del Giordano, pei quali dovean ripassare que' di Ephraim. E allorch vi giungeva alcuno de' molti fug gitivi, e diceva: Vi prego di lasciarmi passare : dicevano a

Vers. 4- Galaad un fuggitivo di Ephraim, che sta in mezzo ec. Dicevano que' di Epliraim a' Galaaditi: Voi non siete n di Ephraim , n di Manasse ; siete deserton dell' una e dell' altra trib , le quali non si degnano di riconoscervi per figliuoli d Giuseppe, e fate un corpo dimezzo, cio sep irato da quei di Ephrami, e da que' di Manasse. Di questi scherni pagarono il fio gli Ephraimiti, come detto in appresso.

Galaaditae ! Numquid lui i Gala a diti : Se' tu Ephrathaeus es ? quo forse Ephratheo ? e rielicente : Non sum: spondendo egli: Noi soG.Interrogbanteum; Die ergo Scibboleth, quod interpretatur spica. Qui respondebatt Sibboleth : eadem litera spicam exprimere non valens. Statimque apprehensum jugulabant in ipso Jordanis transitu. Et ceciderunt in illo tempore de Ephraim quadraginta duo millia. 7. Judicavit itaque Jephte Galaadites Israel sex annis , et mortuus est^acsevultus in civitate sua Galaad.
no : 6. Gli replicavano : Di'adunque Scibboleth, che vuol dire spiga. E quegli pronunziava,Sib bolelh: non sapendo esprimere il nome di spiga colla giusta sua lettera. E immediatamente lo pigliavano, e lo scannavano al passo medesimo del Giordano.E perirono in quel tempo quaranta due mila uomini di Ephraim. 7. Cos Jephte di Galaad govern Israele per sei anni: e mori, e fu sepolto nella sua citt di Galaad.

Vers. 5. e 6. E i Galaadti poter guardie ec. La battaglia ira quei di Ephraim, e i Galaaditi era seguita di l dal Giordano , e i Galaaditi vincitori avean poste guardie a' passaggi del Giordano per impedire al nemico di fuggirsi alle proprie case. Vers. 6. Scibboleth ec. Si vede, che quei di Ephraim pronunciavano questa parola come se avesse un semplice Sarnec al principio, e non un Scn, onde erano riconosciuti per Ephraimiti. Vers. 7. Nella sua citta di Galaad. Nella sua citt di Maspha, che era nel paese di Galaad. S. Agostino. e altri Padri hanno considerato Jephte come una immagine di Gesii Cristo: Jephte nasce di una donna di vil condizione, ed cacciato dalia casa del padre da' proprii fratelli, i quali si appropriano tutta 1' eredit ; divien capo di una schiera di povera gente, e abbietta, nella quale ravviva 1' estinta virt, d'Israele, umilia i nemici della nazione ; onde i suoi stessi concittadini, e i cap del popolo sono coslrciii a ricorrere a lui, e a riconoscerlo come principe e salvatore.

8, Posi hunc judicavt Israel Abesan de Bethfchem g. Qui habuit traginta filios , et totidem filius , quas emittens foras y maritis dedit, et ejusdem numeri filiis suis accepit uxores, in-, troducens in domum suam. Qui septem annis judicavit Israeli

8. Dopo di lui fu giudice d'Israele Abesan di Bethlehem: 9. Il quale ebbe trenta figli, e altrettante figliuole, le quali marit mandandole fuori della sua gente , e altrettante fanciulle di fuori condusse in sua casa spose de'suoi figliuoli. Ei fu giudice d1 Israele per sette anni: 10. E mori, e fu se10. Mortuus que est^ &c sepultus in Bethle- polto in Bethlehem.

hem.
11. Cui successit 4' hialon Zabulonites, et jud$avit Israel decem annis : \2. Mortuus que est, ac sepultus in Zqbu* 11. E a lui succedette AhialonZabulonita, e fu giudice d'Israele per dieci anni : 12. E mor, e fu sepolto in Zabulon.

lon.

Cosi il Cristo nasce dalla sinagoga avvilita e abbietta per la de-r pravazione de' costumi ; rigettato dai suoi fratelli, ma si forma una schiera di discepoli abbietti secondo il mondo, ma ricchi di virt e di sapienza celeste , per mezzo de' quali richiama Israele alla fede, alla virt de' suoi padri; e molti anche de' sacerdoti, e de'primi del popolo lo riconoscono per loro Salvatore. Ephraim superbo e invidioso perseguita Jephte , i suoi amici, come il corpo della nazione ebrea perseguit la chiesa di Cristo ; ma Ephraim dopo aver abusato della pazienza di Jephte, rimane vittima del suo giusto sdegno, come gli Ebrei ostinati nemici di Cristo, e della Chiesa rimangono sterminati dall' ira di Dio, vendicatrice del sangue del giusto sparso da loro. Vers. 8. Abesan di Bclhlehem. Di Bethlehem di Giuda, e non di quella di Zabulon.

13. Post ivnc judicapt Israel Abdon, filius lllel, Phrathonitesi 14- Qui habuit qua" draginta filios , et triginta ex eis nepotes i ascejtdentes super se* ptuagintapullos asina* rum, etjudicavit Israel octo annis 15. Mortuus que est, ac sepultus in Phara* thon terrae Ephramt in monte Amalec.

13. Dopo d lui fu giudice d'Israele Abdoii, figliuolo di Ille! di Pharathon : 14 II quale ebbe quaranta figliuoli, e da questi trenta nipoti:, i queli cavalcarono settanta asini giovani, ed ei fu giudice d5 Israele per otto anni. 15. E mori , e fu sepolto a Pharathon nel paese di Ephraim sul monte Amalec.

C A P O XIII. GV Israeliti ricaduti nelV idolatria sono dati in potere de* Filistei. predetta alla madre la nascita di Sansone , e dipoi al padre , ed dopo la sua nascita benedetto dal Signore. i. M\.ur$umque (i) filii Israelfeceruntmalum in conspectu Domni : qui tradidit eos in manus Philisthinorum quadraginta annis*
(O Sup. io. 6.
Ver. 15. Sul monte Amalec. Non "si sa n dove fosse Pharathon, n dove il monte Amalec, e molto meno il perch avesse tal nome.

i. IVI a ifigliuolid' Israele tornarono di nuovo a far il mate nel cospetto del Signore : il quale li diede in 1 potere dei Filistei per quarant'anni.

? i.JZmtautem quidam vir de Saraa, et de stirpe Dan nomine Manuet habent uxorem sterilem, 3. Gui apparuit Angelus Domni, et dixit ad eam: Sterilises^ absqie liberis fi),sed con* cipiest et paries filium: 4. "(a)-CVzpe ergo ut bibas vinum , ac #iceram, nec immundum quidquam comedas : 5. Qua concipies* et pariesfilium^cujus non tanget caput novacuta : erit enim Nazaraeus Bei ab infamia sua, et ex matris utero, et ipse incipiet liberare Israel de manu Philisthinorum. 6. Quae cum venisset ad maritum suum,

a.Oreraviunuomo di Saraa, e della stirpe di Dan, per nome Manne, che avea la moglie sterile. 3. apparve a lei 1' Angelodel Signore, e le disse: Tu sei sterile, e senza figliuoli, ma concepirai, e partorirai un figliuolo : 4. Guardati adunque dal bere vino, o sicera, e non mangiar niente d'immondo: 5. Perocch tu concepirai, e partorirai un figliuolo, la lesta del quale non sar tocca dal rasoio , perocch egli sar Nazareo di Dio fin dalla sua infanzia, e dal sen della madre : e comincer a liberare Israele dalle mani de'Filistei. o. Ed ella andata a trovar suo marito, gli

(i) Gen, 16. ti. i. Res, i. ao. Lue. i. 3j. (4 jVtfm: 6.3. 4.
Ver*. 5. Egli sar Nazareo di Do. Egli sar consacrato a Dio fin dal momento, in cui sar concepito. Per questo ordinato alla madre, che per tutto il tempo della gravidanza, e pel tempo , in cui lo allatter, si guardi dal vino. da ogni specie di liquore, e dal mangiare cosa veruna, che sia immonda secondo la legge. Egli comincer ec\ La perfetta liberazione da' Filistei fu: sotto Samuele, e Saulle.

dixit ei : Vir Dei venit ad me , habens vultum angelictim, terribilisnimis. Quem cum inter* rogassem quis esset, et unde venisset, et quo nomine vocaretur, noluit mihi dicerei 7. Sed hoc respondit: Ecce concipies, et p aries filium : cave ne vi, numbibaSt nec siceram et ne aliquo vescaris immundo : erit enim puer Nazaraeus Dei ab infantia sua, ex ?/ler matris suae usque ad diem mortis suae. ft. Oravit itaque Manue Dominum, et ait Obsecro , Domine , ut vir Dei, quem misisti, veniat iterum, et doceat nos quid debeamus facere de puero , qui nasciturus estt 9. Exaudivitque Dominus deprecantem Manue, et apparuit rursum Angelus Dei uxori ejus sedente in agro: Manue autem maritus ejus non erat cum ea.

disse : venuto a me un uomo di Dio, che avea il volto di un Angelo, e terribile fuor di modo. E avendogli io domandato chi egli si fosse, e donde venisse, o qual fosse il suo nome, non ha voluto dirmelo: 7. Ma mi ha risposto: Ecco che tu concepirai, e partorirai un figliuolo: guardati dal bere vino, o sicera , e non mangiar niente d' immondo: perocch il bambino sar Nazareo di Dio fin dalla sua infanzia, e dal seno di sua madre fino al d della sua morte. 8. Manue pertanto dreg il Signore, e disse : Ti prego, o Signore , che F uomo di Dio mandato da te torni di nuovo, e ci avvisi quello che dobbiam fare del bambino che nascer. 9. E il Signore esaud la preghiera di Manue, e 1' Angelo di Dio apparve di nuovo alla moglie di lui, che stava nel campo : ma il suo marito Manue non era

Quae tum vidisset Angelum, 10. Festinavit, et cucurrit ad virum suum nunciavitque ei dicensi Ecce apparuit mihi vir* quem ante vderam. 11. Qui surrexit, et secutus est uxorems suam : veniensque ad virum dixit ei : Tu est qui locutus es mulieris Et ille respondit : Ego tum. 12 .Cui Manuei Quan* 'do, inquit, serm& tuus fuerit expletus, quid viS) ut faciat puer? aut a qua se observare debebit* 13. Dixitque Angelus Domini ad Manuei Ab omnibus , quae locutus sum uxori tuae abstineat se : i4 Et quidquid ex vinea nascitur non co medat\ vinum^et siceram non bibat, nullo vescatur immundo : et quod ei praecepi, impleat atque custodiat. 1.5. Dixitque Manue ad Angelum Domini : Obsecrote, ut acquiescas precibus meist et

con lei. Ed lla veduto l'Angelo, 10. Si ala in fretta e corse al marito dicendo : Ecco l'uomo veduto gi da me mi apparito. 11. Ed egli si mosse, e and dietro a sua moglie:e arrivato presso a quell'uomo glidisse : Se' tu che hai parlato a mia moglie ? quegli rispose : Son io. 12. E Ma n u a lui: Quando si sar verificata la tua parola , ch vuoi (disse), che faccia il bambino ? o da qua i cose dee astenersi ? 13. Disse a Manue 1' Angelo del Signore : La tua moglie si astenga da tutte quelle cose che io le ho dette ; i4 E non mangi di tutto quello che nasce dalla vigna t non beva vino , n sicera , nulla mangi d* immondo : e osservi e adempia quello che le ho ordinato. l.E Manue disse all'Angelo del Signore : Di grazia esaudisci le mie preghiere, e che noi

interficiamus fili hacdum de capris. 16. Cui respondit An" gelus: Si me cogis, non comedoni panes tuos : si autem vis holocaus tum facere, offer illud Domino. Et ne sce* bat Manue, quod Angelus Domini esset. 17.0ixitque ad eum: Quod est tibi nomen^ut^ si s ermo tuus fuerit expletus, honoremus te? 18. Cui ille respondit: (i) Cur (juaeris nomen memri) quod est mirabile ? 19. Tulit itaque Manue haedum de capris, et Ubamenta, et posuil super petram^ offererts Domino , qui facit mi' rabilia : ipse autem, et uxor ejus intuebantur.
(i) Gen. 3. 29.

ti uccidiamo un capretto. i5.RisposeglirAngelotQuantunque tu mi facessi violenza, non mangerei del tuo pane : ma se vuoi fare un olocausto, offeriscilo al Signore. E Manne non sapeva, come quegli era un Angelo del Signore. 17. E disse: Che no rne il tuo, affinch adempiuta che sia la tua parola, noi ti rendiamo onore ? 18. E quegli rispose a lui : Perch cerchi del nome mio, che ammirabile? 19. Prese adunque Manue un capretto, e le libagioni, e le pose Sopra una pietra, offe* rendo il tutto al Signore che fa cose mirabili s ed egli, e la sua moglie stavano osservando.

Vfs. 15. E che noi ti uccdiamo un capretto. Per farne banchetto ; perocch Manue noi conosceva per un Angelo. Vers. 18. Che e ammirabile. Ovvero misterioso, arcano, non inteso dagli uomini. Ver s. 19. Le pose sopra una pietra , offerendo ec. Giuseppe Ebreo, e dietro a lui molti interpreti credono , che l'Angelo facesse le veci di sacerdote , e toccata la pietra col bastone ? ch

20. Cumque ascenderei fiamma altaris in coelum, Angelus Domi* ni pariter in fiamma ascendi t. Quod cum vidisset Manue, et uxor ejus, proni ceciderunt in terram , si. El ultra eis non apparuit A ngelus D orni" nh Statimi/u intellexit Manue Angelum Domi" ni esse, . 22. Et dixit ad uxorem suam: Morte moriemur, quia vidimus Deum* 23. Cui respondit muer : Si Dominus nos vellet uccidere, de manibus nostris holocaustum, et libamenta non suscepisset, nec ostendisset nobis haec omnia, neque ea, quae sunt ventura, dixisset.

20. E mentre la fiamma dell'altare saliva al cielo, 1' Angelo del Signore sali insieme colla fiamma. La qual cosa veduta avendo Manue, e la sua moglie cadder bocconi per terra, ST E pi non videro l'Angelo del Signore: e subito comprese Manue, come quegli era un Angelo del Signore, 22.E disse a sua moglie: Noi morremo sicuramente , perch abbiamo veduto Dio. 23. Rispose la donna a lui : Se il Signore ve* lesse ucciderci, non avrebbe accettato dalle nostre mani l'olocausto e le libagioni, e non avrebbe fatte vedere a noi tutte queste cose, n ci avrebbe predetto il futuro. , 24. Peperit itaque fi24. Ella adunque parlium , et vocavit nomen lori un figliuolo, e noejus Samson. Crevitque mollo Samson. E ilbam-

avea in mano, ne facesse uscire la /amma, che consum il sa orifizio. Vers. 22. Noi morremo , perche abbican veduto Dio. Opinione impressa negli animi degli uomini di que' tempi, come si veduto altre volte.

puer> et benedixit ei bino crebbe, e il Signore lo benedisse. Dominus. 26. Coepitque spiri" 15. E lo spirito del tus Domini esse cum Signore cominci ad oeo in castris Dan inter perare in lui, quando era negli alloggiamenti Saraa, et EsthaoL di Dan tra Saraa, ed Esthaol. C A P O XIV. Sansone sposa una Filistea, e nelVandare a vederla fa in pezzi un lione, e trovato dipoi del miele nella bocca di esso, ne forma una parabola , e propostala ai compagni, questi per mezzo della moglie ne intesero il significato. 1. JLJrescendit ergo Samson in Thamnatha: vidensque ibi mulierem de filiabus PJiilisthiim, 2. Ascendit, et nunciavit patri suot et matri suae, dicens : Vidi mulierem in Thamnatha de filiabus Philistinorum : quam tjuaeso ut mihi accipiatis uxorem. 1. Oansone dipoi scese a Thamnatha,e avendo ivi veduta una donna Filistea, 2. Se ne torn, e parlonne a suo padre, e a sua madre dicendo : Ho veduto a Thamnatha una donna di stirpe Filistea, la quale vi prego di darmi per moglie.

Vers. ^4- Nomollo Samson. Significa un piccol sole , ovvero la allegrezza : 1' uno e 1' altro nome esprime quello che di questo fanciullo si prometteva la madre secondo la promessa del1' Angelo. Vers. a5. Negli alloggiamenti di Dan. Luogo cosi chiamato per la ragione , che si racconta 7 Jiid. xvin. * i.

3. Cui dixerunt pater, et mater $ua:Numquia non est mulier in filiabus fratrum tuo rum, et in omni populo meo, quia vis accipere uxorem de PJiilhthiim, qui incircumcisi sunt? Dixitque Samson ad patrem suum\ Hanc mi* hi accipe, quia placuit oculis meisi ' 4 Parentes autem ejus nesciebant, quod res Comino fieret, et quaereret occasionem contra PJiilisihiim : eo enim tempore Philisthiim dominabantur lsraeli.

3. Dissero a lu suo padre , e sua madre : Mancano forse donne nelle case de'tuoi fratelli, e in tutto il nostro popolo, che tu vuoi prendere per^ moglie una figlia de1 Filistei che sono incirconcisi ? Ma Sansone disse a suo padre : Dammi questa che piace agli occhi miei. 4. Or i suoi ^genitori non sapevano che questa cosa era fatta dal Signore, e che quegli cercava un'occasione di far del male a' Filistei : perocch in quel tempo i Filistei dominavano Israele.

Vera. 2. Ho veduto a Thamnatha una donna ec. Thamnatha va stata da principio della trib di Giuda , e dipoi di quella di Dan. Vedesi, che i Filistei ne erano allora padroni. Essa fu dipoi ricuperata dagli Ebrei, a. Parai, xxix. 18. Sansone chiede per moglie una Filistea contro il divieto espresso di Dio , Deut. vii, 3., Ex. xxxiv. i a. GV interpreti pero quasi tutti lo assolvono dal peccato , supponendo, che egli chiese , e spos questa donua per ispecal istinto di Dio, come sembra chiaramente indicato, vers. 4Teodoreto, e s, Ambrogio condannano il fatto di Sansone. Vers. 4- JVpw saptndno che questa cosa era falla dal Signore , e che quegli cercava e. Sansone cercava i mezzi di nuocere ai Filistei, e per questo volle chiedere questa donna ; e Dio dispese, che egli prendesse questo partito, donde doveano nascere Sansone le occasioni di far guerra terribile a' medesimi Filistei oppressori d'Israele,

6. Descendt itaque Samson cum patre suoy et matre in Thamnalha. Cumque venissent ad vineam oppidi, apparuit catalus leonis saevus^ et rugiens, et occurrit ei, 6. Irruit autem spiritus Domini in Samson , et dilacerava leo" nem^ quasi haedum in frusta discerpens, nihil omnino Tiabens in manu : et hoc patri, et matri noluit indicare. 7. Bescenditque, et locutus estmulieri, quae placuerat oculis ejus, 8. Et post aliquot dies revertens, ut acci" peret eam, declinavit, ut videret cadaver leonis , et ecce examen apum in ore leonis erat, acfavus mellis.

.Scese adunque Sansone con suo padre, e sua madre a Thamnatba. E quando furono arrivati alle vigne della citt, se gli fece davanti un giovine lione feroce che ruggiva,eand incontro a lui. 6. Ma lo spirito del Signore investi Sansone, ed egli sbran il lione, e lo fece in pezzi, come un capretto, senza avere niente in mano : e non volle dar parte di tal cosa al padre, n alla madre. 7. And poi a parlare alla donna, che gli era piaciuta, 8. E di li a qualche giorno ritornando per isposarla, usc di strada per vedere il cadavere del leone,e vide che in boc<*a al lione v'era uno sciame d'api, e un favo di miele.

Vers. 5. Se gli fece davanti un giovine lione. Egli dovea essersi discostato da' genitori , quando si trovo in questo cimento. Vers. 6. Lo spirilo del Signore invest Sansone. Da queste parole si d a vedere , che la straordinaria forza di Sansone era miracolosa , e soprannaturale ; per la qual cosa eziandio essa dipendeva per volere di Dio da' suoi capelli, e dal suo Nazareato, Vers. 8. Di a qualche giorno ritornando per {sposarla. Tra le promesse di matrimonio, e 1' effettuazione del matrimonio ,gli Ebrei mettevano un assai lungo intervallo , come si detto altrove ; onde queste parole dopo ij u al che giorno dinotano ( co-

Giudici. Vol ir.

i4

9. Quem cum sumpsissetin manibus\ comedebat in via\ veniensque ad patrem suum et jnatrem , dedit eis partem , qui et ipsi come<derunt ; nec tamen eis voluit indicare, quod mei de corpore leonis assumpserat. . io. ftescendit itaque pater ejus ad mulierem^ -etfecit filio suo Samson convivium : sic enimjuvenes facere consueverant* i i . Cum ergo cives 'loci illius vidissent eum, dederunt ei sodales triginta , ut essent cum eo.

9. E preso in mano il miele, Jo mangiava per istrada , e avendo raggiunto il padre e la madre, ne fece loro parte, ed essi pure ne mangiarono: ina n pure volle loro scoprire , come quel miele lo avea preso dal cadavere del leone. 10. And adunque il padre a trovare la donna ; e fece un banchetto pel suo figliuolo Sansone : perocch tal era il costume de'giovani. 11. I cittadini adunque di quel luogo avendolo vedulo, gli diedero trenta compagni, perch stessero con lui.

me in altri luoghi delle Scritture ) no spazio di tempo considerabile.-Gli Ebrei dicono un anno. Ma quando non fosse un anno intero s' intender un tempo assai notabile -, mentre ucciso il lioae , e consunte totalmente le carni, le api aveaiio gi fatto un favo di miele tra le mas elle dello stesso lione. Racconta Erodoto, che le api aveano fa to il lor miele nel voto cranio di Onesilo re di Cipro , lib. v. i 4Vers. 11. Gli diedero renio, compagni ec, Da molti altri luoghi della Scrittura appa isce , che i giovani sposi aveano un numero di giovani compagni, come le spose un numero di fanciulle ne' giorni delle nozze. Quelli del Vangelo sono chiamati gli amici dello sposo. Alcuni interpreti credono, che Sansone avesse chiesto un certo numero di giovani per fare a lui compagnia, ma che i capi de' Filistei, i quali avevano gi qualche timore di lui, gliene dessero fino a trenta piuttosto per essere di guardia attorno a lui che per fargli onore.

ii. Quibus locutus stSamsom Proponam Vobis problema : quod si solverids mihi intra septem dies convivii, dabo vobis trigntasndones , et totidem funicasi 13. Sin autem non potuerids solvere, vos dabitis mihi triginta sindones, et ejusdem numeri tunicas. Qui re' sponderunt eh Propone problema, ut audiamus. \ (\.Dixitque eis : de comedente exivitcibust et de forti egresso, est dulcedo. Nec potuerunt per tres dies propositiones solvere.

i. A'quali disse Sansone: io vi proporr un problema : il quale se voi sci or rete dentro i sette d del banchetto, io vi dar trenta sindoni, e altrettante tonache : 13. Se poi noi saprete sciorre, voi darete a me trenta sindoni e altrettante tonache. Risposer quelli: Proponi Tenimma, affinch lo sentiamo. i4 Ed ei disse loro: Dal divoratore venuto il cibo , e dal forte venuto il dolce. Ed essi non poterono sciorlo in tre d.

Vers. i?.. Io vi proporro un problema ec. Un enimma. Gli Egiziani nascondevano tutta la loro religione, la morale, la scienza del governo , ec. sotto simili enimmi : e lo stesso era in uso tra' Pitagorici. Servivano a esercitare , e assottigliare 1* ingegno si nel fargli, e si nello sciogliergli ; e se ne trovano molti esempi negli scrittori pi antichi. Trenta sindoni, e altrettante tonache. Alcuni intendono trenta tonache, e trenta mantelli, nelle quali due cose era compresa tutta la vestitura di un uomo. Yers. 14. Dal divoratore e venuto il cibo ec. S. Agostino serrn. 107. de Itmp. spiega molto bene il mistero di queste parole , dicendo , che significano Ges Cristo risorto da morte \ dal divoratore adunque , cio dalla morte , che il tutto divora e consuma , venne il cibo, che Y istesso , che disse.: Io sono il pane d vita sceso dal cielo. Egli fu amareggiato dalla iniquit degli nomini, la quale present a lui aceto e ostico fiele ; ma da lui la moltitudine convertita delle nazioni ricev la dolcezza della vita, e cos\ dalla bocca del morto lume, cio dalla morte di Cristo ( il

15. Cumque adesset dies septimus^dixerunt ad uxorem S canson \ Blandire viro tuo, et suade ei, ut indice t tibi quid significet pro blema : quod si facere nolueris\incendemus te, et domum patris tal: an idcirco vocastis nos ad nuptias, ut spoliaretis? 16. Quae fundebat apud Samson lacrymast et querebatur dicens : Od isti me, et non dilgis ; idcirco problema, quod proposuisti filiis populi mei, non vis mihi exponere. At ille respondit: P atri meo , et matri nolui dicere : et ubi indicare poter ?

15. Ma quando fu venuto il settimo giorno, dissero a sua moglie : induci colle areize il tuo sposo a dirti il significato dell'enimma: che se tu noi fai, darem fuoco a te, e alla casa del padre tuo : ci avete voi forse invitati alle nozze col fine di spogliarci ? 16. Ed ella stava piangendo attorno a Sansone , e si lamentava dicendo : Tu mi hai in avversione, e non mi vuoi bene : e per questo non vuoi spiegarmi T enimnia proposto da te ai giovani miei concittadini. Ma egli rispose : Non ho voluto dirlo a mio padre, e a mia madre , e potr dirlo a te ?

quale sdraiato si addorm qual lione) ne venne uno sciame di api, cio i cristiani. Non poterono sciorlo in tre ctit Per l'intelligenza di queste parole, e di quello che segue, dee supporsi, che i giovani vedendo la difficolt di spiegar questo enimma pregarono fin da principio la sposa di vedere di cavar qualche cosa di bocca a Sansone , e frattanto vi pensarono sopra per tre interi giorni, dopo i quali non trovando via di uscir d' imbroglio , si raccomandarono anche pi istantemente a lei ; ma al venir del settimo giorno si diedero a minacciarla , ec.

il.Septem igitur die bus convivii fiebat ante eum'.tandemque die septimo cum ei esset molesta , exposuit. Quae statim indicavit civibus suis. 18. Et illi dixerunt ei die sepfimo ante solis occubitum: Q uid dulcius mlle, etquidfortius leone ? Qui ait ad eos : Si non arassetis in (fituia mea, non inve* nissetis propositionem meam. 19. Irruit itaque in eum spiritus Domini, descenditque Ascalo* Tieni, et percusst ibi triginta viros : quorum ablatas vestes dedit is, qui problema solverant. Iratusaue nimis

17. Ella adunque pe' sette d del convito piagnucolava attorno a lui: ma finalmente il settimo giorno non lasciandolo ella ben avere , le diede la spiegazione. Ed ella subito la f' sapere a'suoi concittadini. 18.E quelli prima che tramontasse il sole , il settimo giorno dissero a lui : Qual cosa pi dolce del miele ? che v ha egli pi forte del lione ? Ed egli disse loro: Se non aveste arato colla mia giovenca, non avreste dicifrata la mia proposta. 19. Indi lo spirito del Signore lo invest, e and ad Ascalone , e ivi uccise trenta uomini: a' quali lev le vesti, e le diede a quelli che aveanosciolto Femmina. E pieno di grande sde-*

Vers. 18. Se non aveste arato coti l mia giovenca ec. La metafora presa dal rustico lavoro : se nelle vostre ricerche non foste stati aiutati dalla mia moglie , non ne sareste venuti a capo giammai. Cos Sansone accusa la loro fraude , e l'infedelt della sposa. Vers. 20. Uno degli amici d lui ec. Uno di que' Filistei, die egli avea avuti per suoi compagni nelle nozze, detti perci amivi dello sposo , come i osservato di sopra.

ascendit in domum patris sui : 20. Uxor autem ejus Hccepit maritum unum de amicis ejus , et pronubis.

gno and a casa di suo padre : ao. E la sua moglie prese per marito uno degli amici di lui, e compagni di nozze.

C A P OXV. Per mezzo di trecento volpi, e altrettante fiaccole Sansone d fuoco alle biade de" Filistei. Strappate le funi, colle quali era legato , ccide mille Filistei con una mascella d asino, e dal dente molare di essa scaturisce acqua a dissetarla* i. JLost aliquantu* Iam autem temporis , cum dies triticeae mes* sis instarentyenitSamson, invisere volens uxorem suam, et attU' Ut ei haedum de capris. Cumque cubiculum ejus solito vellet intrare, prohibuit eum pater illius , dicens : z.Putavi, quod odis$es eam, et ideo trad" 1. JLJi l a qualche tempo, essendo vicini i giorni di mietere il grano , si mosse Sansone, volendo visitare sua moglie , e portolle un capretto : e volendo al solito entrare nella sua camera, lo trattenne il padre di lei, e disse: 2. Io credetti che tu l'avessi in avversione,

Ver*, i. Di Et a qualche tempo ec. Notisi, che 1' Ebreo ha qui la stessa frase, clic nel ve/setto 8. del capo precedente. Or bisogna pur supporre , che qualche tempo pass prima che la moglie di Sansone prendesse un altro marito, e prima che Sansone calmasse il giusto sdegno concepito contro di lei, onde si risolvesse di tornare a rivederla.

fil illam amico tuo: sed },abet sororem^ quae junior et pulclirior illa est: sit ubi pro ea uxor. 3. Cui Samson re~ spondit: Ab haede non erit culpa in me contra Philisthaeos : faciam enim vobis mala 4- Perrexitque, et copii trecentas vulpes, caudasque earum junxit ad caudas, etjaces ligavit in medio : 5. Quas igne succen" dens dimisiti ut huct llucque discurrerent* Quae statim perrexerunt in segetes Phl~

e per questo 1' ho da la ad un tuo amico : ma ella ha una sorella pi giovane , e pi bella di lei : sia ella tua moglie: 3. Risposegli Sansono : Daqueslodl in poi io sar senza colpa riguardo a'Filistei, se far a voi del male. 4- E and , e prese trecento volpi, e umile l'una all'altra per la coda, e nel mezzo vi leg de'tizzoni : 5. Accesi i quali lasciolle in libert , affinch scorressero per ogni banda. Ed elle tosto entrarono tra le bia-

Vers. 3. Da questo iTt in poi io tar senza colpa ec. Parrebbe, che Sansone volesse far vendetta del torto privato fatto a lu con torgli la moglie ; ma veramente egli avea in vista la causa pubblica , e le angherie fatte alla sua nazione, della quale era stato eletto da Dio giudice, e liberatore. Ma egli prese questa occasione perch sapeva , che Dio cos Voleva, affinch i Filistei non prendessero a far guerra al popolo, ma tutto l'odio rivolgessero contro di lui. Cosi egli si conduceva non sol con eroica fortezza , ma ancora con prudenza , e carit verso la sua nazione. Sansone doveva sol dar principio a liberare Israele f come o detto, cap. xiu. 5. Vers. 4- Prese trecento volpi. Queste bestie sono in grandissimo numero nella Palestina per relazione anche de' moderni viaggiatori. Sansone faceva un bene al suo paese , togliendone un si gran numero di animali tanto dannosi , e insieme preparava con essi un gran flagello pe' Filistei. Le code delle volpi erano a proposito per mettervi sopra legati i tizzoni di qualche legno resinoso, come1!' ulivo , il pino ec. Le volpi temono il fuoco grandemente, corrono assai, e non vanno mai diritto ; cosi erano attissime a portare in pochissimo tempo il fuoco per ogni parte.

stinorum ; quibus suecensis , et comportatele jam fruges , et adhuc stantes in stipula con" crematae sunt in tantum , ut vineas quoque^ et oliveta fiamma consumerei. 6. Dixeruntque Philistiim : Quis fecit hanc rem? Quibus actum est". Samson gener Thamnathaei : qua tult uxorem ejus, et alteri tradidit, haec operatus est. - Ascenderuntque Philisthim : et combus* serunt tam mulierem, quam patrem ejus. *].Quibus ait Samson: Licet haec feceritis tamen adhuc ex vobis expetam ultionem, et tunc quiescam. 8. Percussitque eos ingentiplaga> ita utstupentes suram femori imponerent. Et descen* dens habitavit in spelunca pe trae Etam*

de de'Filistei , e vi misero il fuoco, onde i grani gi ammassali, e quelli che erano tuttora in piedi furono abbruciati talmente , che e le vigne stesse, e gli oTiveti furon consumati dalle fiamme. 6. E i Filistei dissero : Chi ha fatta tal cosa? E fu detto loro: Sansone, genero di quel cittadino di Thamnatha, ha fatto questo: perch questi gli ha tolta la sua moglie, e l'ha data a un altro. E i Filistei andarono, e abbruciarono tanto la donna,come il padre di lei. 7. Ma Sansone disse loro : Quantunque voi abbiate fatte queste cose, nulladimeno io mi prender vendetta di voi, e poi mi quieter. 8. E fece di essi gran macello, talmente che per lo stupore mettevano le loro gambe sopra le coscie. E partitosi and a stare nella caverna del masso di Etam.

Vers. 8. An a stare nella caverna (lei masso di E tam. Nel^la trib di Simeon confinante con quella di Dan , era una citt

9. Igitur ascendente s Philisthiim in terram Juda, castrametati sunt in loco , qui po* slea vocatus est Lechi, id est, Maxilla, ubi eorum effusus est exercitus. 10. Dixeruntque ad eos de trib Juda: Cur ascendistis adversum nos? Qui responderunt: \Ut lgemus Samson, venimus, et reddamus ei, quae in nos operatila est* 11. Descenderunt ergo trio, milia virorum de Juda ad specum silicis Tetani, dixeruntque ad Samson: Nescis, quod Philisthiim imperent nobis ? quare hoc facere voluisti ? Quibus il" le ait : Sicut fecerunt mihi, sic feci eis. 12. Ligare, inquiunt te venimus , et tradere in manus Philisthinorum. Quibus Samson : Juratet ait> et sponde-

9. Ma i Filistei entrarono nella terra d Giuda, e posero il campo in un luogo che poi fu chiamato Lechi, vale a dire Mascella, dove fu messo in fuga il loro esercito. 10. E quelli della trib di Giuda disser loro: Per qual motivo vi siete mossi contro di noi? E quelli risposero : Siamo venuti per legare Sansone, e fargli pagare il fio di quel che ci ha fallo. 11. Andarono adunque tre mila uomini di Giuda alla spelonca del masso di E Iam, e dissero a Sansone: Non sai tu che i Filistei comandano a noi ? Perch hai tu voluto far tali cose ? Disse egli loro : Ho fatto ad essi quello che han fatto a me. 12. Siam venuti, disser quelli, a legarti, e darti nelle mani de' Filistei. E Sansone ad essi : Giurate (disse ) , e

di Etam, in vicinanza della quale dovea esser il masso, dove Sansone si ritir.

te mihi, quodnon occidatism. 13. Dixerunt : Non te occidemus , sed vinctumtrademus Ligaveruntque eum duabus novis funibus , et tulelunteum de petro, E tam. \l\. Qui cum venisset ad locum maxillae , et Philisthiim vociferane tes occurrissent ei, ir ruit spiritus 'Uomini in eum : et sicut solent ad odorem igns lina consumi i ita vineula, quibus Hiatus erat, dissi* pat sunt, et saluta. 16. Inventamene ma* xillam , id est, mandibulam asini, quae jacebati arripiens, interfecit in ea mille viros. 16. "Et ait : In maxilla asini, in mandi* buia pulii asinarum delevi eos, et percussi mille viros.

fatemi promessa di non uccidermi. i3. Dissero : Non ti amrnaz2ieremo,ma ti daremo legato. E lo legarono con doppia fune nuova, e lo condussero via dal masso di E tam. 14* E giunto ch'ei fu al luogo della mascella, essendoglaudati incontro con grande schiamazzo i Filistei, lo spinto del Signore lo investi ; e come suole al1' odore del fuoco consumarsi il lino, cosi le funi, ond'egli era legato , furon rotte , e disciolte. 16. E trovata una mascella di asino che era per terra , la prese, e uccise con essa mille uomini. 16. E disse: Colla mascella d'un asino, colla mandibula di un asinelio gli ho sconftti, e ho uccisi mille uomini.

Vers. 13, E lo legarono. S. Agostino osserva in questo luogo la rassomiglianza perfetta tra Sansone , e Ges Cristo : P uno , e l'altro non per necessit, ma di pura eie/ione si lascia legare dai proprii fratelli, affinch, salvati questi t tutta l'ira dei suoi, e loro nemici si rivolga contro di lui solo.

17. Cumque haec verba canens complesset, projecit mandibulam de manu, et vocavit nomen loci illius Ramathlech, quod interpr&tatur eievado maxillae. 18. Sitiensque valde, clamavit ad Dominum, et ait\ Tu dedist in manu servi lui salutem hanc maximam, atque victoriam : en siti mo* fior, incidamque in manus incircumcisorum. 19. Aperuit itaque Dominus molaremdentem in maxilla asini, et egressae sunt ex eo aquae. Quibus haustis, refocillavit spiritum^ et vires recepii. Idcirco appellatum est nomen loci illius Fons invocantis de maxilla , usque in praesentem diem.

17. E finito eh ebbe di cantar queste parole gett via di mano la mascella, e diede a quel luogo il nome di Ramathlechi, vale a dire 1' elevazione della mascella. 18. E avendo gran sete sclam, e disse al Signore : Tu hai operato per la mano del tuo servo questa salute, e vittoria grandissima : ecco ch'io muojo di sete , e cadr nelle mani degl'i ncirconcisi. 19.11 Signore adunque aperse il dente molare della mascella di asino, e ne scaturiron dell'acque : donde egli bevve e ristor lo spirito, e riprese forza. Quindi fu chiamato quel luogo fino al d d'oggi Fontana dell' invocante a Lechi.

Vers. iq. IL S gnore aperse il denta molare ec. Sembrami pi verisimile il sen intento di molti, i quali credono, che la fontana scatur dalla te a pel dente molare della mascella ; imperocch la fontana dur e si vedea a' tempi di s. Girolamo. Sansone avea gettata per terr la mascella, vers. \ 7 : trovandosi di poi afflitto dalla sete, ricor e al Signore, e questi premia la u fede col fare uscire dalla rra questa fonte, la quale zampillava pel detUa molare della mascella.

20. Ed ei fu giudice 20. (i) Judicavitf/ue Jsrael in diebus Phili- d'Israele per venti anni dominando i Filistei. sthiim viginti annis

C A P O XVI. Sansone trovandosi custodito dalle guardie por ta sul monte le porte della citt di Gaza: ma scoperta da Dolila ( che era stata burlata da lui pi volte) la cagione di sua fortezza, egli schernito , e accecato dai nemici ; e finalmente uccide con se stesso tremila Filistei. 1. JjLbit quoque in Gazam, et vidt ibi mulierem meretricem^ ingressusque est ad eam 2. Quod cum audissent Phlisthiim, etpercrebusset apud eos intrasse urbem Samson, circumdederunt eum,positis in porta civitatis custodibus : et ibi tota nocte cum silendo praestolantes, utfacto ma*
(i) Inf. 16. 3i.

1. /And eziandio a Gaza, e ivi vide una donna meretrice,ed entr in casa di lei. 2. La qual cosa avendo udita i Filistei, ed essendosi propalato tra loro ,che Sansone era entrato nella citt , lo circondarono, e posero guardie alle porte della citt : e ivi aspettarono quietamente tutta

Fontana. dell1 invocante a Leciti. Ovvero al luogo (Illa mascella. Ho ritenuto la voce ebrea , affinch s'intendesse, indicarsi qui non la mascella , da cui usc la fontana , ma il luogo , che da questa mascella ebbe il nome. L'invocante Sansone, il quale colla sua orazione impetr da Dio la miracolosa sorgente. ,

ne exeuntem rent.

occide- la notte per ucciderlo la


mattina, quando partisse. 3. Ma Sansone dorm sino alla mezza notte : e di poi alzatosi prese ambedue le porte della citt co'loro contrafforti, e serrature, e messele sulle sue spalle , le port alla cima del monte che guarda Hebron.

3. Dormivit autem Samson usque ad medium noctis : et inde consurgens , apprehendt ambas portae fores cum posdbus suis, et sera, impositasque humeris suis, portavit ad verticem montis, qui respicit Jlebron. 4- Am di poi una 4- Post haec amavit mulierem^ quae habita- donna che abitava nelbat in valle \ Sorec , et la valle di Sorec , chiamata Baiila. vocabatur D alila.

Vers. i. Vide una donna meretrice. La voce ebrea pu egualmente significare un* albergatrice, una locandiera, e siccome la Scrittura non dice , che Sansone 1' amasse , quindi s. Agostino , il Gvisostomo, e molti interpreti credono che Sansone non entr nella casa di lei per altro fine , che di passarvi la notte. Vers. 2. Lo circondarono. Circondarono la casa, dove egli dormiva , e cosi lo assediarono. Vers. 3. Prese ambedue le porte ec. Prese l'una e l'altra parte della porta della citt co' suoi contrafforti, ec. ; e port ogni cosa alla cima del monte, che guarda Hebron. Or da Gaza ad Hebron erano molte miglia di distanza. Sansone, il quale a mezza notte aperta la porta della citt si toglie dalle mani de' nemici , e della morte, figura di Cristo ; il quale rovesciata la pietra del suo sepolcro, n' esce fuori risuscitato , e glorioso. Vedi Hieron. in cap. i. Ephes ; Aug. Semi. 107. de temp. Greg. hom. xxi. in Evang. Vers. 4- Amo una donna ec. L' indegno affetto verso questa donna straniera , donna di perversi costumi, fu il principio di tutte le sciagure , e della ruin di Sansone. Da quello che la Scrittura ne dice, sembra che ella non pot essere, se non donna di mala vita, e che Sansone non la spos ; perocch quando 1' avesse sposata , 1' avrebbe condotta alla propria casa ; laddove tutti g' inganni, e i tradimenti dovetter tramarsi nella casa di lei.

6. Veneruntque ad eam principes Philistnorum^ atque dixerunti Decipe eum, et disce ab illo, in quo liabeat tantam fortitudine, et quomodo eum superare valeamus, et vinctum affli gere: quod sifeceriS) dabimus tibi singuli mille) et centum argenteos. 6. Locuta est ergo D alila ad Samson; Die mihi, obsecro , in quo sit tua. Maxima fortitudo ; et quid sit, quo ligatus erumpere nefjueas.

5. E andarono a lei i principi de' Filisi ei, e dissero : Ingannalo , fatti dire , donde a lui venga tanta fortezza, e in qual modo noi possiam superarlo e legarlo, e punirlo : se lu farai questo , ti daremo ciascun di noi mille , e cento monete d' argento. 6. Disse adunque Dalila a Sansone : Dimmi di grazia in che consista la tua somma fortezza \ e qual sia qii'jlla cosa , colla quale tu essendo legalo non potresti scappare. j.Cui respondit Sam7. Le rispose Sansoson. : Si septem nervi- ne : Ove io sia legato ces funibus, necdum con sette corde fatte di siccis, et adhuc humen- nerbi freschi, e ancora libus ligatus fuere, in- umidi, io sar debole firmus ero, ut ceteri come gli altri uomini. homines. 8. Attuleruntque ad 8. E i principi de'Fieam satrapae Philisti- lislei portarono a lei le norum septem funes^ ut sette corde, come avea dixerat : quibus vinxit detto: e con esse ella leeum, gollo, 9. Latentibus apud 9. Stando quelli nelse insidiis , et in cubi- la casa di lei in agguaculo finem rei expectan- to, e aspettando l'esito tbus, clamavitque ad dell'affare, ed ella grid-

eum: Plnlistiiim super te, Samson-. Qui rupit vincula , f/uo modo s rumpai quis flum de stupae tortum putamine , cum odorem ignis acceperit: et non est cognitum , in quo esset fortitudo ejus. 10. Dixitque ad eum "Dolila : Ecce illusisti mihi, etfalsum locutus es : saltem nunc indica mihi^quo ligari debeas. 11. Cui ille respondit; Si ligatus fuero novis funibus, qui nunquam fuerunt in opere, injirmus ero , et aliorum hominum similis. 12. Quibus rursum inalila vinxit eum, et clamavit : Philisthiim super te , Samson , in cubiculo insidiis praeparatis. Qui ita rupit vincula quasi fila telarum. 13. Dixtque D alila rursum ad eum: Usque-

a lui : Sansone, i Filistei ti sono addosso. Ed egli ruppe le corde, come uno romperebbe un filo torto di cattiva stop, pa, allorch ha sentito l'odor del fuoco: cos non pot sapersi, donde fosse in lui tanta for^a. io. E dissegli Baiila: Ecco che tu mi hai ingannala , e m'hai detto il falso : dimmi almeno adesso con qual cosa convenga legarti. TI. Egli le rispose : Ove io sia legato con funi nuove,che non sieno state mai messe jn opera, io sar debole, e simile agli altri uomini* 12. E Baiila legollo ancora con queste, e grid : Sansone , i Filistei li sono addosso : ed erano preparate in una stanza le insidie. Ma egli ruppe i legami come un tenue laccio. 13. E dissegli di bel nuovo Dalila : Sino a

Vers. ?., * Come un tenue laccio. Come un filo rii tela da tessere.

quo decips me , et fai' sum loqueris ? estende, quo vincir debeas. Cui respondit Samson : Si septem crines capitis mei cum lido plexueris , et clavum his cir~ cumligatum terrete fi* xeris, infirmus ero. i4 Quod cum fecisset D alila, dixit ad eum : Philisthiim super te , Samson. Qui consurgens de somno, extraxit clavum cum crinius, et lido. 15. Dixitque ad eum Datila : Quomodo dicis, quod amas me, cum animus tuus non sit mecum? Per tres vice s mentitus e s mihi, et noluisti dicere , in quo sit maxima fortitudo tua. 16. Cumque molesta esset ei , et per multas diesjugiter adhaereret^ spatium, ad quietem non

quando m'ingannerai, e dirai bugia? Insegnami con che convenga legarti. Risposele Sansone : Se le sette trecce de'miei capelli tu le tesserai nella tua tela , e attaccatovi un chiodo, lo ficcherai nella terra, io diventer debole. 14- E avendo ci fatto Baiila, gli disse: Sansone, i Filistei ti son addosso . Ed ei svegliato dal sonno sconficc il chiodo co'capelli, e colla tela. 15. Ma Baiila gli disse : Come mai dici d amarmi , mentre il tuo cuore non con me ? Per tre volte mi hai detto bugia, e non hai voluto dirmi in che sia posta la massima tua fortezza. 16. E molestando , e standogli ella attorno continuarne n te per molti d senza lasciargli

Vers. 13. Se le sette trecce de1 mei capelli ec. Bisogna supporre Sansone a sedere sulla terra , e che Baiila fosse attorno alla u tela ; or in antico tessevano stando in piedi, teso 1' ordito di su in gi ; cos s'intender come quella potesse agevolmente intrecciare nella sua tela i capelli di Sansone.

trlbuens, defecit ani- spazio di riposare , s'ilma ejus , et ad mortem languid il suo spirito, usque lassata est. e diede in un bai lime n* 17. Tunc aperte n s veritate rei, dixit ad eam: Ferrum nunquam ascendit super caput menni) quia Nazaraeus, id est, consecratusDeo funi de utero matris meae : si rasum fuerit caput meum, recedei a mefo~titudo mea , et deficiam, eroque sicut ceteri homines. 18. Vidensque illa, quod confessus ei esset omnem animum suum^ misit ad principes Philistifiorumi ac mandavit\ Ascendile adhuc semel, quia nunc mihi aperuit cor suum. Qui ascenderunt, assumpta pecunia, quam promiserant. 19. At illa dormire eum fecit super genua
to mortale. 17. Allora m a nifesiando la verit le disre : Non mai passato il rasoio per la mia testa, perocch io son Nazareo , cio consecralo a Dio dall'utero di mia madre : tosata che sia la mia testa, se ii'ander la mia fortezza, e verr meno , e sar come tutti gli altri uomini. 18. Ed ella vedendo, com'egli le avea aperto il cuor suo,ne mand avviso a' principi de' Filistei, e fece dir loro: Venite ancora per questa volta, perch egli mi ha aperto il suo cuore. Ed essi andarono portando seco il denaro promesso. 19. Ed ella lo fece addormentare sulte sue

Vers. 16. SV ilfflfn.gitfti il suo spirito, e diede ec. Egli non volea perdere l'amor della donna , e dall'altro lato avea iutiera tanto lume da conoscere , che non era da fidarsene ; cosi lungamente combattuto , e angustiato cede alla tentazione , lasciando tiu terribile esempio di quello che importi il non addomcstiea,m col nimico , ma fuggirlo per tempo.

Giudici. Vol. ir.

i4 *

sua, et In sinu suo reclinare caput. Vocavitque tonsorem , et rast septem crines ejus ; et caepit abigere eum , et a se repellere \ statim enim ab eo fortitudo discessit : 20. Dixitque: Phlsthiim super te, Samson. Qui de somnocon" surgens, dixit in animo suo: JZgredlar sicut ante feci , et me ejccutiant, nesciens , quod recesssset ab eo Do-* minus, 21. Quem cum ap* prehendissent Phlsthiim^statim eruerunt oculos ejus, et duxe* runt Gazam vinctum catenis , et clausum in carcere molerefecerwk

ginocchia, G posare il copo sul suo seno. E chiam un barbiere , il quale tos le sette treo ce eli lui : e di poi cominci a respingerlo, e cacciarlo da se : perocch subito ebbe egli perduta la sua forteza za : , 20, E disse : Sansone, i Filistei ti sono addosso, Ed egli svegliato dal sonno disse dentro di se : Io mi svilupper, come per lo passato, e mi distrigher : perocch non sapeva come il Signore si era ritirato da lui, 21. E i Filistei avendolo preso gli cavaron subito gli occhi, e lo condussero incatenato a Gaza , e chiusolo nel" la prigione gli fecero girar la macina.

Vers. fg. Lo fece addormentare ec. Alcuni credono, che ella gli desse qualche sonnifero ; altri, che gli facesse bere del vino, lo che era contro il voto de' Nazarei. Chiamo tin barbiere. Si vede, che la donna non si attento a fare il taglio de'capell da se sola, onde fece venire chi l'aiutasse. Vers. 21. Chiusolo nella prigione ac. Nel pistrino , nell' ergastolo -, or a quelli, che erano condannati al mestiere di girar la macina , si cavavano gli occhi, affinch le vertigini non g' impedissero di lavorare. Era quep layprp il pji vile e abbietto presso le nazipi,

22. Jamque captili 22. E gi cominciaejus renasci eoeperant, vano a rinascere i suoi capelli, 23. Quando! Filistei 2o. Et principes Philisthinorum cojwene- si ratinarono per offerunt in unum , ut im- rire ostie solenni a Damolarent hostias ma- gon loro dio,e far bangnificas Dagon deo chetto, dicendo : II nosuo , et epularentur, di- stro dio ha dato nelle centest Tradidit deus mani nostre il nemico noster inimicum no nostro Sansone. s trum Samson in ma" nus nosfras. 24. Quod etiam po24. E ci vedendo il pulus viden, laudabat popolo dava lodi-al suo deum suum, eademque dio, e dicea slmilmente: dicebat : Tradidit deus II nostro dio ha dat o noster adversarium nelle mani nostre il no^ nostrum in manus no- stro avversario, il qual li tras , qui delevit ter- devast il nostro paese6 ram nostram , et occi- e uccise tanta gente. dit plurimos. 26. Laetantesque 26. E banchettavano 1 per conviviat sumptis allegramente, e dopo ajam epulis, praecepe* ver ben mangiato ordirunt, ut vocaretur Sam- narono di far venire soji, et ante eos lude- Sansone per prenderseret. Qui adductus de ne trastullo. Ed egli carcere ludebat ante tratto fuori del carcere

Vcrs. 22. Gi cominciavano a rinascere i suoi capelli. E co' capelli tornava a lui la sua forza ; perocch nella sua prigionia egli si era ravveduto, avea pianto i suoi errori, e si era riconciliato con Dio ; onde avca meritato di rientrare ne' privilegi 4el suo Nazarealo.

eos : feceruntque eum serviva loro di divertistare inter duas co- mento : e lo fecero star ritto tra due colonlumnas. 26. Qui dixit puero recenti gressus suos : Dimitte me, ut tantam, columnas, quibus omnis imrtiinet domus, et reclinem super eas, et paulLuLum requie<scam. 27. Domus autem erat piena virorum ac mulierum, et erant ibi omnes principes Philsthinorumt ac de tee fo, et solario circter tria millia utriusque sexus pectantes ludentem Samson. 28. At ille invocato Domino, aiti Domine Deus, memento mei, et redde mihi nunc Jorttudnem pristinam , Deus meust zit ulciscar me de hostibus meis, et pro omissione duorum luminum unam ultionem recipiam.
ne. 26. JEd egli disse al fanciullo che lo menava a mano : Lascia ch' io tocchi le colonne, sopra le quali posa -tutta la casa , e mi appoggi ad esse , e riposi un tantino. 27. Or la casa era pier na di uomini, e di donne, e vi erano ti^Jl' i principi de*Filistei, e v3 eran circa tre mila persone dell' uno e dell' altro sesso, le quali dal tetto, e dal solaio stavano a vedere gli scherni fatti a Sansone. 28. Ma egli invoc il Signore, e disse : Dio Signore, rieordatidi me, e restituiscimi adesso la mia fortezza, Dio mio , affinch io faccia vendetta de'miei nemici, e faccia loro pagare in una sola volta il fio della privazione de'miei due tacchi.

Vers. 28. Affincte io faccia vendetta r/e' miei nemici, li tradimento de' Filistei, e le atroci ingiurie fatte da questi a Sauso-

29. Et apprehendens ambas columnas, quibus innitebatur domus alteramene earum dextera, et alteram laeva tenens , 30. Aiti Merlaturanma meo, cum Phlisthiim : concussisque fortiter columnis> cecdit domus super omnes

29. E prendendo le due colonne, sulle quali posava la casa, e una tenendone colla destra, 1* altra colla sinistra, 3o. Disse: Muoja io co'Filistei : e scosse con forza grande le colonne: rovin la casa addosso a tutti i principi , a

ne meritavano un atroce gastigo anche perch ferivano I* onore di Dio vilipeso nella persona del giudice del popol suo ; onde affinch i Filistei non avessero lungamente a gloriarsi della possanza di Dagoo , il Signore rend a Sansone 1' antica forza. Il sacrifizio, che egli fece della propria vita, sacrifizio, a cui certamente egli fu mosso dallo spirito del Signore , celebrato con giustissime lodi da'Padri, tra' quali vedi s, Agost. de civ. xxi. xxvi., e coni. Gaud. lib. n. Abbiamo gi accennato, come in molte circostanze della sua vita Sansone fu una immagine di Ges Cristo ; ma non sar fuor di proposito il riunire in questo luogo brevemente i tratti, nei quali essi convengono. La nascita di Sansone fu predetta da un Angelo, e prima fu predetta alla madre ; cosi la nascita di Cristo : il nome di Sansone , che vuol dir piccai sole , figura il nostro sol di giustizia : Sansone Nazareo , salvatore, e giudice d'Israele ; e gli stessi titoli convengono al Cristo , e furono predetti del Cristo in tutte le Scritture; e Sansone sposa na donna straniera, come Cristo uni a se la Chiesa delle nazioni. Le vittorie di Sansone sopra i Filistei dinotavano la vittoria di Cristo sopra 1' inferno , e gli oltraggi, e gli strapazzi sofferti da Sansone pronunziavano quello che Cristo dovea soffrire per la salute del genere umano: e finalmente Sansone, che stende le braccia alle due colonne, e in morendo diviene lo sterminio della nazione Filistea , dimostrava , come il Salvator nostro divino , distese le braccia sulla sua croce, sarebbe morto, e la sua morte sarebbe stata la rovina dell'incredula sinagoga oppressa sotto il peso del1' orribile attentato commesso da lei contro la persona del suo Messia. I prodigi della vita di Sansone divolgati tra' Gentili diedero a questi occasione d' inventare i loro rcoli, a' quali molte coj> aitribuirouo tratte dalla storia di Sansone.

principes, ei ceteram muldtudinem, quae ibi erat : multof/ue plures interferii moriens, quam ante vivus occiderat. 31 .Descendentes autem fratres ejus , et universa cognatio, tulerunt corpus ejus, et sepelierunt inter Saraa , et Esthaol in sepulchro patris sui Manne : judicavitque Israel viginti annis.

lutto il resto della moltitudine che vi era, e molti pi rie uccise egli morendo che non aveane uccisi peli' innanzi da vivo. 31. E andarono i suoi fratelli, e la tutta parentela, e preso il suo corpo lo seppellirono tra Saraa, ed Esthaol nel sepolcro del padre suo Manue. Ed egli fu giudice d'Israele per venti anni.

C A P O XVII. La madre di Micha colf argento che aoea da parte ne forma un idolo : e quegli ne fa sacerdote prima un suo figliuolo, indi un Levita di Bethlehem, i. JL uit eo tempore i. JLjravi in .quel vir quidam de monte tempo un certo uomo Ephraim nomine M- del monte di Ephraim, chas : per nome Micha :
Vers. i. Eravi in quel tempo un cerio uomo ec. 1 fatti, che i raccontano ne'capi seguenti, probabilmente credonsi avvenuti dopo la morte di Giosu, e de' seniori, e poco prima che fosse fatto giudice Ottonici. Lo scrittore sacro per non interrompere la storia de'Giudici d'Israele con <juesti assai lunghi racconti, gli ha trasportati alla fine del libro. Morto Galeb, e i seniori, che 'Sopravvissero a Giosu, e sotto de' quali Israele servi a Dio, come &ta scritto cap. u. 7., l'idolatria &' introdusse in Israele , come

2. Qui dixit mairi suae : Mille, et centum argenteo*? , quos separaveras ti, et super quibus me. audiente juraveras, ecce ego habeo, et apud me sunt. Cui illa respondit : Be~ nedictus filius meus 'Domino. 5. Reddidit ergo eos mairi suae, quae dixerat ei : Consecravi , et vovi hoc argentum Domino, ut de manu mea suscipiat filius meu$t et faciatsculptile atque Gonfiatile', et nunc trado illud ubi.

e. II quale disse a sua madre: Le mille e cento monete d'argento che tu avevi messo a parte, e riguardo alle quali tu facesti presente me giuramento, ecco che le ho io, e sono in mie mani. Ed ella gli rispose : Benedetto sia daf Signore il mio figliuolo. 3, Egli adunque le rend a sua madre, la quale gli avea detto: Io ho consacrato con voto questo argento al Signore, affinch il mio figliuolo lo riceva dalle mie mani e ne faccia un simulacro scolpito, e uno di getto: ed io ora lo do a te.

vedesi in questo luogo. La storia adunque di questi cinque capitoli potrebbe aver luogo dopo il versetto 35, del capo i. Vers. a. // quale disse a sua madre ec. Questa donna era vedova , e avanzata in et, e superstiziosa. Ella dovea aver perduti i mille cento sicli d' argento , che teneva da parte, e i quali avea giurato, ehc dovean servire ad uso sacro, e religioso. Quindi avea richiesto dal figliuolo, che le parlasse, se sapeva, dove fosse andato questo denaro , il figliuolo confessa , che lo ha trovato , e lo ha nelle sue mani. Yers. 3. E ne faccia un simulacro, scolpito , e uno di getto. Ho seguito nella versione il sentimento , che pare pi conforme alle parole della Volgata, la quale sembra supporre non una, ma due figure. Alcuni interpreti hanno creduto , che questa donna non cercasse di avere , se non delle figure simili a quelle dei Cherubini, che stavano sopra 1' arca. Ma la comune opinione si p, che ella volea avere degl' idoli ffer adorargli : e quando ella parla del Signore , versetto 2. o ella intende ima falsa divinit, o

4. Redddit igitur eos matr suae: quae tulitducentos argenteos, et dedit eos argentario , ut faceret ex eis sculptile^ atque Gonfiatile, quod fuit in domo Michae.

5. Qui aediculam quoque in ea deo separavt, et fecit Ephod, et Teraphim, id est vestem saeerdotalem, et idola : implevitque utiu? jiliorunL suorum manum, etfactus est ei sacerdos* 6. In diebus illis non erat rex in Israel, sed unusquisque^ quod sibi rectum videbatur, hoc faciebat. 7. Fuit quoque alter 7. Eravi anche un aladolescens de Bethle- tro giovinetto di Behem JWa, ex cognatio* thlehem di Giuda, e delne ejus : erat que ipse la stirpe di Giuda , il

[\. Quando adunque egli lo ebbe renduto a sua madre, ella ne prese dugenlo pezze d' argento, e le diede a un orefice, affinch ne formasse un simulacro scolpitole uno di getto, che fu messo in casa di Micha. 5. Il quale nella stessa casa separ una casetta pel dio, e fece un Ephod, e de'Teraphim, cio un vestimento sacerdotale, e degl'idoli, e consacr un de' suoi figliuoli, il quale fu il suo sacerdote. 6. In quel tempo non eravi re in Israele, ma ognuno faceva quello che gli pareva.

Ha congiungeva col vero Dio gli dei profani delle nazioni. De'mille e jcento sicli d'argento ne furono spesi dugento a far le due figure, e il resto servi pegli ornamenti sacerdotali. Vers. 5. Una casetta pel dio ec. Per quel dio, che egli, e la madre adorava. Alzare un piccolo tempio, fare gli abiti sacerdotali, erigere in sacerdote un laico, tutto questo contravveniva alla legge , e non poteva stare col culto del vero Dio. Vers. 6. Non eravi re in Israele. Per nome di re s'intende anche un giudice, un capo, che comandasse con sovrana autorit.

Levites, et habitabat ibi. 8. IZ gres susq u decivitate Bethelehem peregrinari voluit ubicumque sibicommodum reperisset. Cumque venisset in montem Ephraim , iter faciens, et declinasset parum per in domum Michae^

g. Interrogatus est ab eo unde venisset. Qui respondit : Levita sum de Bethlehem Ju* da , et vado, ut habitem ubi potuero, et uti" le mihi esse perspe* xero. io.Dixitque Michas: Mane apud me, et esto mihi parens, ac sacerdos : daboque tibi per annos singulos decem argenteos, ac vestem duplicem, et quae ad victum sunt necessaria. 11. Acquievit^etman11. Quegli ne rimase sit gpud hominem.fuit* d'accordOi e rest presVers. 7. E della, stirpe rii Giuda. Per linea materna. Nel capa seguente egli chiamato Jonatham figliuolo di Gersam figliuolo di Mos ; egli adunque dal canto del padre era della trib di Levi : la madre era della trib di Giuda. Vers, io. Sii mio padre, e sacerdotali nome di padre ttCo* lo di onore, e di riverenza.,

quale era Levita, e ivi abitava. 8. E partitosi dalla citt di Bethlehem ebbe voglia di cangiar domicilio dovunque gli tornasse pi in acconcio E arrivato in viaggiando al monte Ephraim, ed essendo uscito un po'fuori di strada per andare a casa di Micfaa, 9. Fu interrogato da lui donde venisse. Ed egli rispose: Io son Levila di Bethlehem eli Giuda, e vado a metter casa dove potr , e dove vedr che mi torni conto. 10. Micha disse i Rimantiin casa mia,e sii mio padre e sacerdote : ti dar ogni anno dieci pezze d' argento, & due vestiti, e il bisognevole pel vitto.

Giudici Vol IV*

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que illi quasi unus de so di lui, il quale lo tratt come uno dei suoi fifiliis. gliuoli. 12. Implevitque Mi12. E Io consacr , e clias manus ejus, et ha- tenne quel ragazzo in buit puerum sacerdo- casa come sacerdote : tem apud se\ 13. Nunc scio , di13. Dicendo : Adesso cens, quod benefaciet io conosco, che Dio mi mihi Deus habenti Le* far del bene, avendo vitici generis sacerdo- io un sacerdote della stirpe di Levi. lem. C A P O XVIII. Mandati innanzi gli esploratori, vanno dipoi selenio uomini della trib di Dan a cercarsi luogo da stabilirsi : e tolto via IJ idolo di Micha , e il sacerdote , prendono per forza la citt di Lais <& ivi si fermano. i. JLn diebus illis non erat rex in Israel, et tribus Dan quaerebat possessionem sibi, ut habitaret in ea : usque ad illum enim diem inter ceteras tribus sorlem non acceperat. i. In quel tempo non era re in Israele, e la ' trib di Dan cercava luogo da stabilirvisi: perocch fino a quel giorno ella non aveva occupata la sua porzione tra le altre trib.

Ver, 11. Quegli ne rimase d' accordo ec. 11 Levita povero e bisognoso ( perocch colla decadenza della religione erano diminuite 1' entrate de' Leviti ) accetta le offerte di Micha , e di semplice Levita di vien sacerdote , e sacerdote degl' idoli*

2. Mserunt ergo fi" Hi Ban , stirpis, et familiae suae quinque virosfortissimo s de Saraa, et Esthaol, ut explorarent terram , et diligenter inspicerent : dixeruntque eis: Ite, et considerate terram. Qui cum pergentes venissent in montem Ephraim, et intrassent domum Michae requieverunt ibi : 3. Et agnoscentes vocem adolescenti^ Levitae, utentesque illius diversorio dixerunt ad eum : Quis te huc adduxit ? quid hic agis ? quam ob causam huc venire voluisti ? 4- Qui respondit eis: "Haec , et haec praestitit mihi MichaSj et me mercede conduxit, ut sint ei sacerdos. 6. Rogaverunt autem eum , ut consuleret Dominum i ut scire pos-

2. Mandarono adunque i figliuoli di Dan cinque uomini di Saraa, e di Esthaol, i pi valorosi della loro stirpe, e famiglia, a visitare diligentemente il paese ,e disser loro: Andate, ed esaminate la terra. I qua li, partiti che fu rono arrivarono al monte Ephraim, ed entrarono in casa di Micha, e visi riposarono : 3. E avendo riconosciuto il giovane Levita allafavella,e albergando con lui gli dissero: Chi ti ha condotto in questo luogo? che fai tu qui ? e a qual fine ci se* venuto ? 4- Rispose loro : Micha ha fatto per me questo, e questo, e mi d stipendio , perch* io sia suo sacerdote. 6. E lo pregarono che consultasse il Signore, affinch potesser sapere,

Vers. i. La trib di Dan cercava luogo ec. Alla trib di Dan era stata assegnata la sua porzione , Jos. xix ; ma siccome qualche parte almeno di essa non avea potuto entrare al possesso del terreno destinato , trovandosi ristretti i Daniti, mandarono ima colonia a cercar luogo , dove abitare. * Tra le altre trib. Come le altre trib

seni, an prospero itinere pergerent, et res liaberet effectum. 6\ Qui respondit eis: Ite in pace : Dominus respicit viam vestram^ et iter, quo pergitis. rjJEuntes igitur quinque viri venerunt Laisi videruntque populum liabitantem in ea absque ullo timore, juxta consuetudinem Sidoniorum^securum^et quietum , nullo ei penitus resistente, magnarumque opum , et procul a Sidone, atque a cunctis hominibus separatum. 8. Reversique adfra'tres suos in S ama , et Esthaol, et quid egissent sciscitantibus responderunt : 9. Surgite, ascendamus ad eum : vidimus

se il loro viaggio sarebbe felice, e se il loro affare riuscirebbe. 6. Ed egli rispose loro : Andate in pace ; il Signore seconda il vostro disegno , e il viaggio da voi intrapreso. 7. E partitisi que'cinque uomini giunsero a Lais, e videro come il popolo che l'abitava, vivea senza timori, tranquillo, e in pace, secondo il fare de'Sidoni, non avendo chi lo disturbasse, ed essendo grandemente ricco, e in lontananza da Sidone , e separato da tutti gli uomini. 8. E se ne tornarono a'loro fratelli in Saraa, e in Esthaol ; e interro* gati da loro di quel che avessero fatto, risposero : g. Su v i a , andiamo verso quel popolo : im-

Vers. G. sondate in pace ec. Cosi risponde questo sacerdote da parte del suo idolo. Il demonio poteva facilmente prevedere , che l'impresa di quelli di Dan , uomini valorosi, avrebbe buon esito a petto degli abitanti di Lais , paese molle, ed effemminato. Questa citt era popolata da'Cananei; onde g' Israeliti potevano farle guerra, e impadronirsene. Vers. 7. Giunsero a Lais. Prima detta Lesem, di poi Lais, e finalmente Dan dopo questa spedizione,

enim trram valde opulentam, et uberem: nlite negligere, nolite cessare : eamus, etpos~ sideamus eam> nuLlus erit labor. 10. Intrabimus ad securos, in regonem latssimam, tradetque nobis Dominus locum, in quo nullius rei est penuria eorum, quae ggnuntur in terra. 11. Profecti igitur suntdecognationeDan, id est, de Saraa, et Esthaol, seicenti viri accinctis armisbellicis> 12. Ascendentesque manserunt in Cariai* hiarim Judae: qui locus ex eo tempore castro" rum Dan nomen accepit, et est post tergum Cariathiarim. 13. Inde transierunt in montem Epiraim. Cumque venssent ad domum Michae, i4- Dixerunt quinque viri t qui prius missi

perocch la terra che abbiani veduta , molto ricca e fertile : non siate negligenti, non mettete tempo in mezzo : andiamo ad occuparla , non avremo da durar fatica. 10. Entreremo in casa di gente senza sospetti, in paese vastissimo, e il Signore ci far padroni di un luogo, dove non si scarseggia di veruna di quelle cose che son prodotte dalla terra. 11. Partirono adunque da Saraa, edEsthaol secento uomini della stirpe di Dan armati come per fare battaglia, 12. E giunti presso aCariathiarim di Giuda, ivi si fermarono : quel luogo da quel tempo fu nomatoilcampo diDan, ed dietro a Chariathiarim. 13. Di dove passarono al monte di Ephraim. E giunti che furono presso alla casa di Micha, i4- Dissero i cinque uomini mandati gi a

furant ad considerar dam terram Lais, ceterisfratribus sui s: N o* stist quod in domibus stis sit Ephod , et Teraphim , et sculptile, atque Gonfiatile: videte quid vobis placeat. i5.E cum paullulum declinassent, ingressi sunt domum adolescentis Lcvitae, qui erat in domo Michae, saluta" veruntque eum verbis pacificis. - i. Sexcenti autem viri, ita ut erant arma* li, stabant ante osuum. 17 .Afilli, qui ingressi fuerant domum juvenis , sculptile , et Ephod, et Theraphim, atque Gonfiatile tollere nitebantur\ et sacerdos stabat ante ostium.sexcentis viris fortissimis haud procul exspectantibus.

visitare la terra eli Las, agli altri loro fratelli : Voi sapete che in questa casa ci un Ephod, e. de' Theraphim, e un simulacro scolpito , e un di getto: pensate quel che vi paja di fare. 15. E usciti un po1 fuori di strada entrarono nell* abitazione del giovane Levita, il quale stava eoa Micha : e lo salutarono con dolciparole. 16. E i secento uomini armati com'erano, stavano davanti alla porta. 17. E quelli che erano entrati nell'abitazione del giovane, si affaccendavano per pigliare la statua, e l'Ephod: e i Teraphio, e il simulacro di getto ; e il sacerdote stava alla porta, mentre i secento uomini di sommo valore stavano in poca distanza apettando.

Vers. 14. Pensate quel che vi paia di fare. Si vede, che avea^o gi discorso tra loro di portar via g' idoli di Micha, e menar eco il sacerdole. Vers. fj. // sacerdole slava alla poria ec. Alcuni de' Oaniti lo trattenevano co' loro discorsi nel tempo che altri entrati dea-

18. Tulerunt igitur, qui intraverant, sculpile , Ephod, e zWo/a, aique Gonfiatile. Quibus dlxit sacerdos : Quid facitis ? 19. Cui responderunti Tace , et pone digitimi super os tuum: venique ndbiscum, ut habeamus te patrem , ac sacerdote. Quid libi melius est, ut sis sacerdos in domo unius viri, an in una trib, et familia in Israeli 20. Quod cum audisset , acquievit sermoni' bus eorum, et tulit Ephod, etidola, ac scitipiile, et profectus est cum eis. 21. Qui cum pergerent, et ante se ire fecissent parvulost ac]umenta , et omne, quod erat prtiosum, 22. Et jam a domo Michae essent procul,

18. Quegli adunque che erano entrati dentro, preser la statua , e l'Ephod, e g' idoli, e ii simulaei' di getto. E il sacerdote disse loro : Che fate voi ? 19.Gli risposero: Taci, e mettiti un dito sulla bocca : e vieni con noi che ti terremo in luogo di padre, e di sacerdote. Che meglio per te, di * essere sacerdote nella casa di un uomo solo, ovvero in una trib, e in una famiglia d'Israele? 20. Egli, udito questa , si arrendette alle loro parole, e prese l'Ephod, e gl'idoli, e la statua, e andossene con loro. 21. E quelli partitisi, e avendo fatto andare innanzi i bambini, e i bestiami, e tutto quel che aveano di pi caro, 22. Ed essendo gi lontani dalla'casadi Mi-

tro davano il sacco agli dei, e agli ornamenti sacerdotali. L* & ne de' Canili pessima per ogni riguardo.

viri, qui habitabant in cha, la gente che abla aedibus Michae, con" va nella casa di Micaa, clamantQS secati sunt, g' insegu con alte gri2 3. Et post tergum clamare coeperunt. Qui cum respexissent, dixerunt ad Micham : Quid libi vis ? cur ela mas ? 24. Q* respondit* Deos meos , #0,y mihi feci, tulistis, e sacerdotem, omnia quae* habeo, e dicitisi Quid libi est? 26. Dixeruntque ei filii Dan : Cave, ne ultra loquars ad nos , e* veniant ad te viri animo concitati, et ipse cum omni domo tua pereas, 26. Et sic caepto itinere perrexerunt. Videns autem Michas, quod fortiores se esgenti reversus est in domum suam. 27, S excenti autem viri tulerunt sacerdotem, et quem supra diximus s veneruntque in Lais ad populum quie Gcentem > atque secu*
da, 23. E principiarono a fare schiamazzo dietro a loro. Ed eglino rivoltatisi indietro dissero a Micha : Che vuoi ? perch gridi tu? 24. Ed egli rispose : Mi avete portato via gli dei che io mi era fatti, e il sacerdote , e tutto quel che io avea, e dite; Che hai ? 26. Ma i figliuoli di Dan gli dissero : Guardati dal farne pi parola con noi, affinch non si muovan contro di te degli uomini di mal talento, e tu abbi a perire con la tua casa. 26. E cosi eglino seguitarono il viaggio incominciato. E Micha veggendo ch'essine potevano pi di lui, se ne torn a casa sua. 27.E i secento uomini menaron via il sacerdote , e quel che si gi detto: e arrivarono a Lais a quel popolo tranquillo^ sensa sospetto,,

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rum, et percusserunt eum in ore gladii>urbemcjue incendio fradicierunt. 28. Trullo penitus ferente praesidium, eo quod procul habitarent a Sidone^ et cum nullo hominum haberent quidquam societatis3ac negotii. Erat autem civitas sita in regione Rohob : quam rursum extruentes habitaveruit in ea, 29. Focato nomine civitatis Dan, juxta vocabulum patrs sui, quem genuerat Israel, quae prius Lais diceo a tur. 30. Posueruntque sibi sculptile,etJonathan filium Gersan filii Moys, ac filios ejus s acerdotes in trib Dan usque ad diem captivitatis suae.

e ne fecer macello, e incendiarono la cill. 28. Non essendovi stato nissuno che la soccorresse ; perch era lungi da Sidone , e non avea societ, n commercio con altri uomini. E questa citt era situata nel paese di Rohob : ed essi la riedificarono, e l'abitarono, 29. Chiamando citt di Dan dal nome del padre loro figliuolo d'Israele quella che prima dicevas Lais. 30. Ed eressero la loro statua, e Gionalham figliuolo di Gersani figliuolo di Mos , e i suoi figliuoli furon sacerdoti nella trib di Dan fino al giorno della sua schiavit.

Vers. 3o., e 31. Sino al giorno della sua schiavit. E P idolo di Mcha rimase ec. I posteri di Gionatham fecero le funzioni di sacerdoti tra quei Daniti fino al tempo , in cui questi furon menati in isehiavitu : e quest' epoca combina col tempo , in cui P arca cess di essre in Silo : perocch allora P idolo di Micha cesso di essere tra* Daniti ; onde non vi fu pi bisogno di tai sacerdoti. L'arca stette a Silo fino ali' anno ultimo di Heli sommo ,A *

Si.Mansitque apud eos idolum Michae omni tempore, quo fuit domus Dei in Silo : in diebus illis non erat rex in Israel.

3i* E l'idolo di Micha rimase presso di loro per tutto il tempo in cui la casa di Dio stette in Silo : in quel tempo non v' era re in Israele.
XIX.

C A P O

Un lievita riconducendo dalla casa de genitori di lei la sua moglie , questa con inauditi orribili insulti messa a morte dd Gabaoniti che erano della trib di Beniamin : il marito, tagliato il corpo in dodici pezzi, ne manda un pezzo ad ogni trib ^chiamando tutte le altre a far vendetta di si orrenda scelleraggine. i. JL uit quidam vir "Levites liabitans in latere montis EpJiraim, qui accepit uxorem de Betlilehem Juda : 2. Quae teliquit eum, et reversa est in domum p&tris sui in Bethleheni\ mfinsitque apud eum, quatuor mensibus. i. Ljravi un certo Levita che abitava accanto al monte di Ephraim , il quale prese una moglie di Bethlehem d Giuda: 2. La quale lo lasci, e torn a casa di suo padre a Bethlehem, e si stette con lui quattro mesi.

sacerdote, nel qual anno ella fu presa da' Filistei, e non torn dj poi a Silo. Sembra adunque, che per la schiavit di Dan, che qui notata, sia da intendere la schiavit sotto i Filistei dopo la battaglia, in cui 1' arca stessa venne nelle loro mani ; e convien dire , che allora gli stessi Daniti fossero oppressi dal nemico aa~ che pi delle altre trib.

3. Secutiisque est eam vir suus, volens reconciliari ei, atque blandiri, et secum rsducere, habens in comitatu puerum, et duos asinos : quae suscepit eum , et introduxit in domum patris sui. Quod cum audisset socer ejus -, cumque vidisset ^ occurrit ei laetus, 4- Et amplexatus est hominem. Mansitque gener in domo soceri tribus diebus, comedens cum eo, et M" bens familiariter. 5. Die autem quarto de nocte consurgens, proficisci voluit : quem tenuit socer, et ait ad eum : Gusta prius panxillum panis, et con" forta stomachumy et sic profcisceris. S.Sederuntquesimul, ac comederunt., et bibe~ runt . Dixitque pater puellae ad generum suum'. Quaeso te, ut hodie hic maneas , pariterque laetemur. 7*At ille consurgens^ coepit velie proficisci. JE nihilhominus olmi"

5. E suo-marito anelo a trovarla, volendo riconciliarsi con lei, e colle buone parole ricondurla seco; egli avea con se un servo, e due asini : ed ella lo accolse, e menollo in casa di suo padre. E il suocero s apulo che ebbe il suo arrivo , e vedutolo, gli and incontro con festa, 4- E abbracciollo. E il genero stette in casa del suocero tre giorni ^ mangiando e bevendo con lui familiarmente* 5. E il quarto giorno alzatosi che era ancou notte, volea partire; ma il suocero lo trattenne, e gli disse: Assaggia prima un po.' di pane , e fortificati lo stomaco, e j>oi anderai* 6. E si posero insieme a sedere, e mangiarono e bevvero. E il padre della donna disse a suo genero: D grazia per oggi sta qui, e facciamo allegria insieme. 7. Ma quegli alzatosi volea andarsene. E uulladimeno il suocero

xe eum socer tenuit, et apud se fecit manere. 8. Mane autem faclo,parabatLevitesiter. Cui socer rursum : Oro te, inquit^ ut paullulum cibi capias^et assumptis viribuSi donec incre cai dies,posteaproficitceris. Comederunt ergo simul : g. Surrexitque adolescens utpergeret cum uxore sua, et puero. Cui rursum locutus est socer \ Considera, quod dies ad occasum declivor st et propinquat ad vesperum : mane a~ pud me etiam hodie, et duclaetum diem, et cras proficiscers, ut vadas in domum tuam. io. ISoluit gejier accjuiescere sermonibus ejus \ sed statim perrexit s et venit contra Jebus , quae altero nomine vocatur Jerusalem, ducens secum duos a* sinos onustos , et conubinam :

gli fece violenza , e lo fece restare in sua casa. 8. Venuta poi la mallina , il Levita si pose in ordine per partire. E di nuovo il suocero : Di grazia prendi, gli disse, un po'di cibo, e ristorate le forze sino tanto che il giorno cresca, poscia te n' andrai. Mangiarono adunque insieme: 9. E il giovane si alz per partire colla sua moglie, e col servo, Ma il suocero di riuovo gli disse : Rifletti che il d s'avanza , e si avvicina la sera : rimanti ancora quest' oggi meco , passa il d allegramente, e domani partirai per an dare a casa tua. 10. Non volle il genero piegarsi alle sue parole; ma tosto sen'and, e giunse dirimpetto a Jebus,la quale con altro nome chiamata Gerusalemme, conducendo seco due asini carichi, e la donna :

Vers. io. E la donna. Letteralmente la concubina; ma questa parola presso gli Ebrei significa una vera moglie, bench pre-

i\Jamque erant juxta Jebus, et dies mutabatur in noctem : di' xitfjue puer ad dominum suumi Veni) obsecro, declinemus ad urbem Jebusaeorum , et maneamus in ea. 12 .Cui respondit dominus: Non ingrediar oppidum gentis alienaet quae non est de filiis israel, sed transibo usque Gabaa : 13. Et cum illuc per' venero, manebimus in ea, aut certe in urbe Rama. 14- Transierunt ergo Jebus , et coeptum carpebant iter, occu~ buitque eis sol juxta Gabaa , quae est in trim bu Beniamini 15. Diverteruntque ad eam , ut manerent ibi. Quo cum intrassent, sedebant in platea civitatis , et nullus eos recipere voluti liospitio.

11. E gi erano vicini a Jebus , e il d faceva luogo alla notte : e il servo disse al suo padrone : Vieni di grazia, pigliam la strada della citt delli Jebusei, e ivi fermiamoci. 12. II padrone gli rispose r i o non entrer in una citt di gente estrania che non de' figliuoli d'Israele, ma ander fino a Gabaa : 13. E arrivato ch'io sia col ivi resteremo, o per lo meno nella citt di Rama. 14. Trapassarono adunque Jebus, e continuavano il viaggio incominciato, e il sol tramont loro vicino a Gabaa, che nella trib di Beniamin : 16. E vi entrarono per fermarvisi. E quando furono dentro, si posero a seder sulla piaz,za della citt, ma nissuno volle albergarli.

sa senza le usate solennit, e senza darle la dote : di fatto questa nel versetto i. detta moglie. Vers. i?.. In una citta di genie estrania ec. I Jebusei se n'erano impadroniti di nuovo, e la ritennero sino al tempo di David. Vedi Jud. i, 6. 7. 21,

16. Et ecce, apparuit homo senex, revertens de agro, et de opere suo ve$perit qui et ipse de monte erat Ephraim, et persgrinus habitabat in Gabaa : homines autem regionis illius erant filii Jemini. 17. ~Elvatiscjue oculis vidit senex sedentem hominem cum sarcinulis suis in platea civitatis , et dixit ad eum : Unde venis ? et quo vadis ? 18. Qui respondit ei: Profecti sumus de Bethlehem Juda , et pergmus ad locum nostrum, qui est in latere montis Ephraim, unde ieramus in Bethlehem^ et nunc vadimus ad domum Dei, nullusque sub tectum suum nos vult recipere, 19. Habentes paleas, et foenurn in asinorum pabulum , et panem ac vinum in meos , et ancillae tuae usus^etpue-

16. Quand'ecco comparve uri vecchio uomo che tornava dal campo, e dal suo lavoro sul tardi, che era egli pure della montagna di Ephraim, e abitava forestiero in Gabaa : ora gli uomini di quel paese eran figliuoli di Jemini. 17.E alzati gli occhi il vecchio vide l'uomo fermo col suo piccolo bagaglio nella piazzadella citt, e dissegli : Donde vieni ? e dove vai ? 18. E quegli rispose a lui : Siamo partiti da Bethlehem di Giuda, e> andiamo a casa nostra, la quale accanto ai monte Ephraim, donde eravamo andati a Bethlehem , e ora andiamo alla casa di Dio , e nissuno vuol darci ricetto sotto il suo tetto, 19-Avendo noi paglia, e fieno pegli asini, e pane , e vino pel bisogno mio, e della tua serva, e del garzone che me-

Vers. 16. Abitava forestiero in Gabaa. Perch egli era deJJa tribii di Ephraira , e Gibaa era di Beniamin.

77, qui mecum est: nulla re indigemus nisi hos pitia. 20. Cui respondit senex: Pax tecum sit-, ego praebebo omnia, quae necessaria sunt: tan-> tum , quaeso^ ne in pia" tea maneas. 21. Introduxitque eum in domum suam , et pabulum asinis praebuit\ ac postquam laveruni pedes suos , recepit eos in convivium, 22. Illis epulantibus, et post laborem itineris, cibo , et potu reficientibus corpora, venerunt viri civitatis illius, filii Belial(id est absque jugo ), et circumdantes domumseniSsfores pulsare coeperunt, clamantes ad dominum domus, atque dicentes\ (i) Educ virum,qui ingressus est demum tuam, ut abutamur eo.
(i) Gen. 19 5.

co: non abbiamo bisogno d'altro che di rico- vero. 20. Risposegli il vecchio : Pace sia a te ; io ti somministrer tutto il necessario: solo ti prego di non istar sulla piazza. 21. E li men in casa sua, e diede da man* giare agli asini : e lavati che ebbero i loro piedi fece loro un banchetto. 22. Nel tempo che essi cenavano , e dopo la fatica del viaggio ristora va n col cibo, e colla bevanda i corpi loro, arrivarono degli uomini di quella citt, figliuoli di Belial (vale a dire senza giogo), e circondata la casa del vecchio principiarono a picchiare gridando , e dicendo al padrone d casa : Conduci fuora quell'uomo, che vogliamo abusarne.

Vers. ip, * E del feno. L'Ebr. significa piuttosto grano coi sale, ed forse quello che detto migma, Genesi xxiv. v. 5. ed bai. xxx., e da' Latii, farrago.

2 3. Egressusque est ad eos senex , et alt : N olite ,fratres , nolite facere malum hoc, quia ingressus est homo hospillimi meum : et cessate ab hac stultitia. 24. Habeo filiam vir" ginem , et hic homo habet concubnam ; edueam eas ad vos, ut humilietis eas, et vestram libidinem compleatis : tantum obsecro, ne scelus hoc contra naturam operemini in vi' rum. 26. Nolebant acquiesceresermonibus illius: quod cernens homo , eduxit ad eos concubi' nam suam , et eis tradidit illudendam : qua cum tota nocte abusi essent, dimiserunt eam inane.

23. E il vecchio usci fuora a trovarli, e disse: Non vogliate , fratelli, non vogliate far cjfiesto male, perocch quest* uomo venuto da me in ospizio : guardatevi da tanta stoltezza. 24. Io ho una figliuc* la vergine, e quest' uomo lsla sua concubina; le condurr a voi, e vol servilevene, e saziate la vostra libidine : di questo solo vi prego, che non commettiate con un uomo una scelleraggine contraria alla natura. 26. Non volevano quegli rendersi alle sue parole : lo che vedendo queli' uomo ( Levila ) trasse lor fuora la sua concubina, e l'abbandon a'loro scherni: ed eglino dopo averla straziata tutta la notte, la rimandarono di gran mattino.

Vers. 24. 1 ho ima figliuola, vergine ec- Stranissima offerta simile a quella di Lot ; onde ad essa dee applicarsi quello che si detto, Gen. xix. 3. Vers. 5. Trasse lor fuora la sua concubina. Dall'Ebreo , e dai LXX. apparisce, che il marito dovette costringere colla forza la moglie a uscire di casa ; onde egli fu tanto pi inescusabile.

26*. At mulier, rece'dentibus tenebrisi enit ad ostium domus, ubi manebat dominus suus, et ibi corruit. 27. Mane facto, -sur* rexit homo, et aperuit ostium, ut coeptam expierei viam.', et ecce, con* cubino, ejus jacebat an* te ostium sparsis in limine manibus. 28. Cui ille, putans eam quiescere, log ubtur: Surge , et ambulemus. Qua nihil respandente, intelligens quod erat mortila^ tulit eam, et imposuit asino , reversusque est in domum suam* 29. Quam cum esset ngressus, arripuit gidum , et cadaver uxoris cum ossibus suis in duodecim par tes^acfrusta concidens, misit in omnes terminos Israel.

26. Ma la donna, dileguandosi gi le tenebre, and fino alla porta della casa , dove stava il suo signore , e ivi cadde per terra. 27. Fattosi giorno si lev il marito , e aperse la porta per continuare il suo viaggio; ed ecco vede la sua concubina giacente dinanzi alla porta, colle mani distese sopra la soglia. 28. Ed egli credendola addormentata, le diceva: Alzati, e andiamcene. Ma non rispondendo ella niente, comprese come era morta , e la prese, e la mise ull'asino, e tornossene a casa sua. 29. E appena vi fu entrato prese un coltello, e il cadavere della donna colle sue ossa divise in dodici parti, e mandolle per tutte le regioni d'Israele,

Quello ebe in tali circostanze comandava a lui la religione, si era di resistere ali' infame passione di quegli empii sino alla morte , e checch n' avvenisse , sarebbe egli rimaso puro e innocente dinanzi a Dio , e martire della castit. Vers. 29. Il cadavere della donna ... divise in dodici parti, mandoli ec, Co\\$ carni di questa vittima miserabile egli ve-

3o. Quod cum vidissent singuli, conclamabant; Nunquam res talis fatta est in Israel ex eo die, quo ascenderunt patrem nostri de AEgypto, usque in praesens tempus-.ferte sentenam , et in commune decernite, quid facto opus sit.

3o. E a tale spettacolo esclamavano ad uno ad uno: Non mai avvenuta cosa simile in Israele da quel giorno, in cui i padri nostri uscirono dair Egitto fino al presenti: ponderate il fatto, e per comun consiglio determinate quello che sia da farsi.

C A P O XX. Combattendo per vendicare tale scelleraggine tutte le altre trib contro Beniamin, restano al di sotto per una e per due volte: ma alla terza venute alle mani per ordine del Signore, sterminano del tuttp quella trib, toltine se" cento uomini che fuggirono nella solitudine. i. fl/gressi itaque sunt omnes filii Israel, pariter congregati, quasi vir unus,(i)de t)an usque Bersabee, et ter(i) 0/e.g.g. i. Andarono adunque tutti ifigliuolid'Israele, e si radunarono insieme con un sol cuore dinanzi al Signore in

niva in certo modo a costringere tutte le trib d'Israele (alle quali ne facea parte ) a concorrere sotto pena di anatema alla vendetta dell'orrendo misfatto. Vedi qualche cosa di simile i. Heg. xr. i. seq. '

ra Galaad, ad Domi* Maspha, da Dan sino a Beirsabee, e dalla terra num in Maspha. di Galaad. 6 2. E tutti i capi de' 2 ; Omnesque anguli populorum, et cuncfae popoli, e tutte le trib tribus Israel in eccle- d'Israele intervennero siam populi Dei co n ve- all'adunanza del popol di nerunt quadringenta Dio in numero di quatmillia peditum pugna trocento mila pedoni atti alla guerra. forum. 3. (E non ignorarono 3. ( Non latuit filios Beniamin^ quod ascen* quelli di Beniamin che dissent filii Israel in si erano congregati i Maspha ). Interroga- figliuoli d' Israele in tusque Levita, maritus Maspha) . E fu interromulieris interfectae, gato il Levita marito quomodo tantum scelus della donna uccisa, in qual modo fosse stata perpetratum esset, eseguita cos grande scelleraggine. 4- Egli rispose: Io era 4. Respondit*. Veni in Gabaa Beniamin cum arrivato a Gabaa di Beuxore mea, illucque niamin colla mia moglie, e ivi albergai. diverti. 6. Quand* ecco che 6. Et ecce homines civitatis illius circum- uomini di quella citt dederunt nocte domum circondarono di notte in qua manebam^ vo- tempo la casa, dov'io mi lentes me occidere : et trovava , volendo ucciuxorem meam incredi' dermi: e questi avendo
Vers.i. Dinanzi al Signore in Maspha. Citt posta a' confini di Giuda, e di Beniamin. Essa era vicina a Silo , e forse per questo vi s adun sovente il popolo d'Israele. Vers. 2. E i capi de1 popoli ec. Letteralmente gli angoli o sia le pietre angolari de* popoli, cio delle trib.

lali furore libidinis vexantes, denique mortua est. 6. Quam rreptam in frusta concidi, misique partem in omnes terminos possssionis vestrae : quia mtmquam tantum nefas, et tam grande piaculum factum est in Israel. I.Adestis omnes filii Israeli decernite, quid Jacer e debeatis. QiStansque omnis populus, quasi unius hominis sermone respondit: Non recedemus in tabernacula nostra^nec suam quisquam intrabit domum\ 9. Sed hoc contra Gabaa in commune fa,ciamusi 10. Decem viri eligantur e centum ex omnibus tribubus Israel, et centum de mille, et mille de decem millibus, ut comportent exercitui cibaria^ et po s-

straziata con inaudito furore di libidine la mia moglie^ ella se ne mori. 6. E io la presi, e la feci in pezzi, e ne man dai i brani in tutti i luoghi del vostro dominio: conciossiach indegnit cos grande, e orrore simile non mai avvenuto in Israele. 7. Siete tutti raunati, o figliuoli d'Israele : risolvete quello che abbiate a fare. 8. E tutto il popolo stando in piedi rispose, come se fosse stato un sol uomo : Noi non lor* neremo alle nostre tende, e nissuno rientrer in sua casa; 9. Ma faremo cosi tutti d' accordo contro Gabaa : 10. Si scelgano da tutte le trib d'Israele dieci uomini di ogni centinaio , e cento d'ogni migliajo, e mille di dieci mila, i quali forniscano 1' esercito di vet-

Veri. 5. E questi avendo straziata ee. Egli non dice di averla data a mo dispetto nelle mani loro, bench potca dire di averlo fatto per salvare te (tesso.

simus pugnare contra Gabaa Beniamm, et recidere, ei pro scelere, quod meretur. 11. Convenitene universus Israel ad civitatem , quasi homo unus , eadem mente , unoque consilio. 12. Etmiseruntnuntios ad omnem tribuni Beniamin.qui dicerent: Cur tantum nefas in vobis repertum est? 13. Tradite homines de Gabaa qui hoc fia* gitium perpetrarunt, ut moriantur, et aufera> tur malum de Israel. Qui noluerunt fratrum suorum filiorum Israel audire manda tum:

14 Sed ex cunctis urbibus, quae sortis suae erant) convene* runt in Gabaa, ut illis ferrent auxilium , et contra universumpopulum Israel dimcarent. 15. Inventicele sunt 15. E si contarono viginti quinque milita venticinque mila benia-

tovaglia , affinch noi possiamo far guerra a Gabaa di Beniamin , e farle pagar il fio della sua scelleraggine. 11. E sicolleg tutto Israele contro quella citt , come fosse un sol uomo collo stesso animo, e colla stessa risoluzione. 12. E spedirono ambasciatori a tutta la trib di Beniamin che dissero : Perch mai si trovata in voi tanta scelleratezza ? io. Rimetteteci gli nomini di Gabaa che hanno commessa cos grande indegnit, affinch sieno messi a morte, e tolgasi il male da Israele Ma quelli non vollero ascoltar l'ambasciata de'loro fratelli, i figliuoli d'Israele : 14. Ma da tutte le citt della loro trib si radunarono a Gabaa per soccorrerla, e combattere contro tutto il popolo d'Israele.

de Beniamin educentium gladium, praeter habitatores Gabaa ; 16. Qui septingenti erant viri fortssimi^ita sinistra, ut dextera praeliantes, et sic funds lapides ad certum jacentes, ut capilum quoque possent percutere , et nequaquam in alterarti partem ictus lapidis deferretur. 17. Virorum quoque Israel, absque filiis Beniamin , inventa sunt quadringenta milita educentium gladios, et paratorum ad pugnam. iQ.Qui surgentes ve* nerunt in domum Dei, hoc est, in Silo : consulueruntque Deum, atque dixerunt : Quis erit in exercitu nostro princeps certaminis contra filios Beniamin? Quibus respondit Do minus f Judas sit dux vester.

miti atti alle armi, oltre gli abitanti di Gabaa; 16. I quali erano in numero di settecento uomini fortissimi , che maneggiavan le armi colla sinistra, come coU la destra, e colla fionda scagliavano sassi con tal destrezza,che avrebbon colpito in un capello , senza che la pietra scagliata torcesse in altra parte, 17. E della nazione d'Israele, tolti i figliuoli di Beniamin , si contarono quattrocento mila uomini atti alle armi, e pronti a combattere. 18. E si mossero, e andarono alla casa di Dio, cio a Silo : e consultarono Dio, e dissero : Chi sar nel nostro esercito il capitano a combattere contro i figliuoli di Beniamin ? Rispose loro il Signore: Giuda sia il vostro capitano.

Vers. 18. Chi sar il capitano ec. Chi avr la prerogativa di andare innanzi alle altre trib ad attaccare la battaglia ? Ogni trib era governata da' suoi principi.

19. Statimene filii I19.E immediatamensrael surgentes mane^ te i figliuoli d'Israele castrante fati sunt juxta alzatisi di gran mattino andarono a porre il camGabaa : po nelle vicinanze di Gabaa : 2O. inde proceder 20.E iodi avanzantes ad pugnam contra dosi per dar battaglia Beniamin^ urbem op- a' figliuoli <3i Beniamin pugnare coeperunt. cominciarono ad assalire la citt. 21. Egressigue filii 21. Ma i figliuoli di Beniamin de Gabaa oc- Beniamin usciti di Gaciderunt de filiis Israel baa uccisero in quel d die illo viginti duo mil- ventidue mila uomini de'figliuoli d'Israele. lia virorum. 22. E di nuovo i fi2 z.R.ursum filiilsrael et fortitudine, et nume- gliuoli d'Israele affidati ro confidentes in eodem al valore , e al numero loco , in quo prius cer- loro, ordinaron l'esercitaverant, acient dire to nel luogo stesso, in xerunt : cui prima aveano combattuto : a3. Ita tamen, ut 26. Prima per di prius ascenderent, et muoversi andarono a flerent coram Domino piangere dinanzi ai Siusque adnoctem^consu" gnore sino alla notte, e lerentque eum, et dice- lo consultarono , e disreni : De beo ultra pro- sero : Debbo io tornacedere ad dimicandum re a combattere concontra filos Beniamin tro i miei fratelli figliuofratres meos , an non ? li di Beniamin , o no? Quibus ille respondit : Ed egli rispose loro : Ascendile ad eos, et Movetevi contro di loro, e attaccale la mii/lile certamen. schia.

zk.Cumqu filii Israel 24-d essendo andattltera die contra filios ti il d seguente i fi^ Beniamin ad praelium gliuoli d'Israele a comprocessissent, battere contro i figliuoli di Beniamin, 26. Eruperunt filii 26. I figliuoli di BeBeniamin de partis Ga- niamin si scagliarono baa\ et occurrentes eis, fuori delle porte di Ga* tanta in illos caede hac- baa ; e investitili ne fechati sunt, ut decem , cero tanta strage che et ocio millia virorum ne stesero al suolo dieducentium gladium ciotto mila combattenti. prosternerei. 26. Per la qual cosa iS.Quamobrem omnes filii Israel venerunt in tutti ifigliuolid'Israele domum Dei, et s eden* si portarono alla casa di tes fiebant coram Do- Dio, e assisi piangevamino : jejunaverwttque no dinanzi al Signore, die illo usque ad vespe- e digiunarono quel di ram, et obtulerunt ei sino alla sera e gli offe* holocaustat atque paci- rirono olocausti, e ostie pacificne, ficas vctmas, 27. Et super stata 27. E lo consultaresuo interrogaverunt. Eo ne sopra lo stato loro.
Vers. ^3. Movetevi contro di loro ec. Do ordina alle undici trib d tornare a battaglia con que'di Beniamin, e le undici trib sono messe in rotta ; anzi perch voleva ebe fossero messe in rtta, per questo ordino loro di venire di nuovo a battaglia. Egli in primo luogo volle punirle delle loro iniquit : imperocch, eome osserva s. Gregorio Magno , questi, che andavano a punire la scelleraggine, avean tra di loro un gran numero di scellerati : Andavano a punire gli altrui peccali, e non pensavano a1pro~ prii. In secondo luogo Dio vedeva negli Ebrei una presunzione superba nel loro valore, e nelle loro forze ; presunzione accennata nel versetto a3. Volle adunque prima umiliargli, affinch le proprie disgrazie servisse? loro di mezzo per ottenere una piena vittoria.

tempore ibi erat arca Ivi era in quel tempo 11 foederis Dei. arca del testamento del 28. Et Phinees illius Eleazari filii Aaron praepositus domus . Consuluerunt igitur Dominum, atque dixerunt: Exire ultra debemus ad pugnam contra filios Beniamin fratres ^nostros , an quiescere ? Quibus alt Dominus : Ascendite : cras enim tradam eos in manus vestras. 29. Posueruntc/ue fi' Hi Israel insidias per circuitum urbis Gabaa: 3o.E tertia vice, sicut semel, et bis, contra Beniamin exercitum produxerunt. 31. S ed et filii Beniamin audacter eruperunt de civitatet etfugientes adversarios longius perseculi sunt, ita ut vulnerarent ex eis sicut primo die, et secundo, et caederent per duas semitas vertentes terga , quarum una fereGiudici Vol ir.
Signore. 28. E Phinees figliuolo di Eleazaro figliuolo di Aronne presiedeva alla casa (di Dio). Consultarono adunque il Signore, e dissero : Dobbiamo noi di nuovo andare a combattere contro i nostri fratelli, i figliuoli di Beniamin , o stare in riposo ? Disse loro il Signore : Andate : perocch domane io li dar in voslro potere. 29. E i figliuoli d' lsraele posero un' imboscata intorno alla citt di Gabaa : 30. E questa terza volta ordinaron l'esercito contro a Beniamin come la prima, e la seconda. 31. Ma i figliuoli d Beniamin nella stessa guisa si scagliarono arditamente fuori della citt, e inseguirono per lungo tratto gli avversarii loro che fuggivano, talmente che ne ferirono , come nella prima, e nella seconda gio1-

batur in Bethel, et al' nata, e tagliarono apeztera in Gabaa , atque zi quelli che scappava* prosternerei traginta no per le due strade delle quali una va a Beviros : thel, e l'altra conduce a Gabaa, e stesero al suolo circa trenta uomini : 32. Perocch crede2. Putaveruntenim, solito eos more cede- vano che cedessero sere. Qui fugam ante si- condo il solito, Ma eglimulantes, inierunt con- no artifziosamente finsilium, ut abstraherent gendo di fuggire, ebbeeos de civitate, et qua- ro mira di trarli lungi si fugientes ad supra- dalla citt, e con simudictas semitas perdu- lata fuga condurgli a quelle strade che abcerent. biamo dette. 33, E allora alzatisi 33. Omnes-itaque filii Israel surgentes de tutti ifigliuolid*Israesedibus suis, tetende- le da'loro posti, si ordirunt aciem in loco, qui narono in battaglia nel vocatur Baalthamar. luogo chiamato BaalInsidiae quoque, quae Thamar. E quelli paricirca urhem eran^paul* mente ch'erano nell'imlatini se aperire coepe- boscata attorno alla citruntt t,cominciarono appoco, appoco, a farsi vedere, 34-E ad avanzarsi dal34. El ab occidentali urbi s parte procede- la parte settentrionale re. Sed et alia decem della citt. E oltre a millia virorum de uni- questo altri dieci mila verso Israel habitato- uomini scelti da tutto res urbis ad certamina Israele provocarono a provocabant. Ingrava- battaglia gli abitanti tumgue est belum con- della citt. E divenne tra filius Beniamino et pi atroce il conflitto

non intellexerunt,quod contro i figliuoli di Beex omni parte illis in- niamin : ed essi non. staret interus. compresero, come era preparata per essi da ogni parte la morte. 35. E il Signore li 35. Percussitque eos Dominus in conspectu flagello dinanzi a'figliuofiliorum Israel^ et in- li d'Israele , i quali ne terfecerunt ex eis in illo ammazzarono in quel die viginti quinque mil- giorno venticinque milia , et centum viros , la, e cento uomini, tutomnes bellatores , et e~ ti valorosi, e buoni pel ducentes gladium. mestiere delle armi. 36. filii autem Be36. t Or i figliuoli di niamin cum se infe" Beniamin reggendosi riores esse vidissent^ perdenti, cominciarono coeperuntfugere. Quod a fuggire. La qual cosa cernentes filii Israel, avendo osservata i fidederunt eis adfugien- gliuoli d'Israele, fecero dum locum> ut ad prae- ad essi luogo , perch paratas insidiar deve- fuggissero, affinch innirent, quas juxta ur- cappassero nelle imbobem posuerant. scate che aveano messe presso della citt: 37. Qui cum repente 37. E quelli della imde latibuUs surrexis- boscata essendorepentisent, et Beniamin ter- namente saltati fuora ga caedentibus darei, da'lor nascondigli, i Beingressi suntcivitatem n iam Hi fuggendo da lo

Vers. 34. * li(t morie. Lo sterminio,

et percusserunt eam in ore gladii. 38. Signum autem 'dederant filii Israel his, g nos in insidiis collocaverant^ ut poste/nam re/n cepissentjgnem accenderent ut ascendente in altum fumo, captam urbem demon'trarent. Sp. Quod cum cerne" rent filii Israel in ipso certamine positi , ( putaverunt enim filii Beniamin eos funere , et instantius persegueantur, caesis de exerctu eorum triginta viris ) 40. Et viderent quaiw columnam fumi de civitate conscendere : Seniamin quoque aspiciens retro, cum captam cerneret cwitatem, et flammas in sublime ferri : 41. Qui prius simu' laverunt fugam, versa facie fortius resiste-

ro che li mettevano a fil di spada , entrarono nella citt, e vi fecer macello. 38. Or i figliuoli d' Israele erano convenuti con quelli posti da loro in imboscata di questo segnale, che quando avesser presa la citt, vi mettessero il fuoco, per fare intendere mediante il fumo che si leverebbe in alto, come la citt era stata presa. 3^. Or questo segnale l'osservarono i figliuoli d' Israele che tuttor combattevano ( perocch i figliuoli di Beniamin credendo che si fuggissero, gli incalzavano fortemente ^vendo uccisi della loro gente trenta uomini). 4o.0rveggendo quelli la colonna di fumo che si alzava dalla citt : e parimente i Beniamiti volgendosi indietro, veggendosi presa la citt, e che si alzavano in alto le fiamme, 4.1. Allora quelli che avean finto di fuggire, volgendo faccia resiste

bant. Quod cum vidis- vano con maggior forza. sent filii Beniamin, in Lo che vedendo i fifugarti versi sunt : gliuoli di Beniamin si 42. Et ire ad viam deserti coeperunt, il' lue quoque eos adver sariis persequentibus : sed et hi , qui urbem succenderant, occurrerunt eis 45. Atque ita factum est, ut ex utraque parte ab hostibus caederentur, nec erat ulla reques morientium. Ceciderunt, atque prostrati sunt ad orientalem plagam urbis Dabaa. 44- Fuerunt autem, qui in eodem loco inter" fecti sunt, decem et octo milla virorum, omnes robustissimi pugnatores. 45. Quod cum vidiS" sent, qui remanserant de Beniamin,fugerunt in solitudinem, et pergebant ad petram , cujusvocabulum estRemmon. In illa quoque fuga palantes, et in diversa tendentes , ocdiedero alla fuga ; 42. E cominciarono a pigliar la via del deserto : ma i loro nemici g* inseguirono anche in quella parte : e di pi furono investiti di fronte da quelli che aveano incendiata la citt. 43. E cos avvenne che dall'una e dall'altra parte erano trucidati da' nemici, e perivano senza avere scampo. E furono sterminati, e stesi al suolo dalla parte orientale di Gabaa. 44- E quelli che rimasero uccisi in quello stesso luogo furon diciotto m ila uomini combattenti, tutti di sommo valore. 44- Lo che avendo veduto gli avanzi di Beniamin fuggirono nel deserto, e andavano verso il masso chiamato Remmon : e sparsi com' erano, e fuggendo chi qua, di l, ne furon, morti altri cinque mi-

ciderunt quinque milita virorum. Et cum ultra tenderentt persecuti sunt eos , et interfecerunt etiam alia drio miilia. f.Et sic factum est, ut omnes , qui ceciderznt de Benamin in diversis locis, essent viginti quinque miilia , pugnatores ad bella promptissimi. 4y. fiemanseruntitaque de omni numero Beniamin, qui evadere , etfunere in s oli tudinem potuerunt, ^excenti viri ; sederuntque in petra Remmon mensibus quatuor. ., 48- Regressi autem filii Israel omnes reliquias civitatis , a viris usque ad jumenta, gladio percusserunt, cunctasque urbes , et viculos Beniamin vorax fiamma consumpsit.

la. E inseguendogli ancor pi innanzi ne uccisero altri due mila.

46. Per la qual cosa tutti quelli che in diversi luoghi perirono de' Beniamiti furono venti cinque mila combattenti, espertissimi nel mestiere dell'armi. 4j. Rimasero adunque di tutta la gente di Beniamin secento uomini che poterono salvarsi, e fuggirsi nel deserto; e si fermaron per quattro mesi sul masso di Remmon. 48. Ma i figliuoli d'Israele tornati indietro trucidarono tutti gli avanzi della citt dagli uomini fino alle bestie e tutte le citt , e i villaggi di Beniamin furono preda del fuoco divoratore.

Vers. 48. Dagli uomini sino alle bestie. Furono adunque condannati i Beniamiti ali' anatema, come era prescritto per delitto di pubblica idolatra , Deut. xin. t5., avendo creduto gli Ebrei, cfee P atroce misfatto commesso contro la donna doi Levita nou fosse mrnor peccato della stessa idolatra.

C A P O XXL

Sirimette in piedi la trib di Beniamin per mez~ so d quattrocento vergini salvate dalla strage degli abitanti di Jabes d Galaad , e per nezzo delle fanciulle che ballavano a Silo. i t/ uraverunt quoque filii Israel in Maspht., et dixerunt : ISulhs nostrum clabit filiis ^eniambi de filiabus siis uxorem. i.Vemruntque omnes ^ad domtm Dei in Silo, 'et in conspectu ejus sedentes usetue ad vesperam, levwerunt eoceni , et magio ululatu coeperunt fiere 3 dicen-* tes-. 3. Quare , Domine Deus Israel> factam est hoc malum in populo tuo, ut hodit una tribus auferretui ex nobis ? 4 Altera autem die dluculo consurgente?, exstruxerunt altare : obtuleruntque ibi holo. Giurarono ezia ndio i figliuoli d'Israele

in Maspha , e dissero : Nissuno di noi dar veruna delle nostre figliuole per moglie a'figliuoli di Beniamin, 2. E andaron tutti alla casa di Dio in Silo, e assisi al cospetto di lui fino alla sera , alzarono le loro voci, e principiarono a dar grandi urla, e a piagnere dicendo. 5. Perch mai, o Signore Dio d'Israele , avvenuto male s grande al tuo popolo, che oggi una delle nostre trib ci sia stata tolta ? 4. E il giorno seguente , alzatisi alla punta del d, eressero un altare, e ivi offersero olocau-

Vers. i. Giurarono eziando te. Avevano giurato, allorch li 4jtno adunati a Maspha , cap. xx i.

consta, et pacificas victimas, et dixerunt: 5. Quis non ascendit in exercitu Domini de universis tnbubus Isrqel? Grandi enim juramento se constrinxerant, cum essent in Maspha, interfici eos, qui defuissent. 6.Ductique paenitentia filii Israel suver fratre suo Beniamin* coeperunt dicere: A bia* ta est tribus una de Israel. 7. Unde uxores accipient ? omnes enim in commune juravimus , non daturos nos his filias nostras. 8. Idcirco dixerunt : Quis est de universis tribubus Israel, qui non ascendit ad Dominum in Maspha ? Et ecce inventi sunt habitat ores Jabes G ala ad in illo exercitu non fuisse.

sti, e vittime pacificie, e dissero : 5. Chi di tutte le frib d'Israele non Tenuto coli' esercito iel Signore ? perocch <on gran giuramento sitano obbligati, essencb in Maspha, a uccidere quelli che avesser mancato. 6. E pentiti i fg.iuoli d'Israele di quelli) che avean fatto a Ben;aniin loro fratello, cominciarono a dire : Unt trib stata tolta, da Israele. 7. Donde ponderann' eglino dell* mogli ? imperocch tatti d' accordo abbiam giurato di non dare ad essi le nostre figkuole. 8. Per questo dissero: Chi sonc quelli di tutte le trib? d'Israele, che non son venuti dinanzi al Signore in Maspha ? E si trov che gli abitanli di Jabes Galaad no erano stati in quell'esercito.

Vers. 4' Eressero un altare et. Credono molti, che questo secondo altare fosse eretto nello tesso tabernacolo , perch qi>ej solo che vi era noa potesse bastare pel numero delle ostie che allora si offersero.

g. Eo quoque tempo* re cum essent in Silo , nullus ex eis ibi repertus est. 10. Miserimi itaque decem millia viros robustissimos, etpraeceperunt eis: Ite , et percutite habitatores Jabes Galaad in ore gladii tam uxores , quam parvulos eorumt 11. Et hoc erit, quod observare debebitis i (i) Omne generis masculin, et mulieres , quae cognoverunt viros , interficite : virgines autem reservate. iz.Inventaeque sunt de Jabes Galaad quadringentae virginis , quae nescierunt viri ihorum, et adduxerunt eas ad castra in Silo , in terram Chanaan. \ S.Miseruntque nuncx>s adfilios Beniamin, qui erant in petra Remman t et praeceperunt
(i) Num. 3 1. 17. 1 8,

g. E anche in quel tempo che g* Israeliti erano a Silo, non vi si trov alcun di loro. 10. Mandarono adunque dieci mila uomini i pi valorosi, e ordinai rono loro: Andate, e uccidete gli abitanti di JabesGalaad, e s le mo*, gli e s i loro bambini. 11. E abbiate attenzione a questo : ebe uccidendo tutti i maschi e le donne maritate, salverete le vergini, 12. E si contarono in Jabes Galaad quattrocento vergini, che non avean conosciuto uomo, e quelli le condussero al campo in Silo nella terra di Ghanaan. 13. E spedirono ambasciadori affiglinoli di Beniamin, ch' erano sul masso di Remmon >e

Vers. to. Andate, e uccidete ec. Era una specie di ribellione nei cittadini di Galaad 1' aver ricusato di concorrere a una guerra , in cui era impegnata tutta la nazione. _e *

eis, ut eos susciperent in pace. 14- Veneruntque filii Beniamin in illo tempore, et datae sunt eis uxorem de filiabus Jabes Galaad : alias autem non repererunt, quas simili modo traderent: 15. Universusque Israel valde doluit, et egit paenitentiam super interfsctione unius tribus ex Israel. .$.Dixeruntqu& majores natui Quid faciemus reliquis, qui non acceperunt uxorest omnes in Beniamin fminae conciderant : 17. Et magna nobis cura, ingentique studio providendum est, ne una tribus dleatur ex Israel. 18. Fiiias enim notras eis dare non possntrts, tonstristi juramento , et maledictd" ne, qua diximus : Maledictus, qui dederit de filiabus suis uxorem Beniamin*

dieder loro commissione di dare a quelli la pace. 14. E i figliuoli di Beniamin allora andarono, e furon date loro per mogli le fanciulle di Jabes Galaad; ma non ne trovarono altre da poter dar loro allo stesso modo. io. E tutto Israele ebbe dolore , e fece penitenza per la strage di una trib d'Israele. 16. E i seniori dissere : Che farem noi per gli altri che non hanno avute le mogli? tutte le femmine di Beniamin sonc state uccise : 17. E con gran cura e sollecitudine dobbiam provvederebbe non perisca una trib d'Israele. 18. Perocch non possiamo dar loro le nostre figliuole, legati come starno dal giuramento, e dalla imprecazione pronunziala da noi dicendo : Maledetto chi dar una sua figliuola in moglie al Bemainila,

19. Ceperntque con" JsUium, atque dixerunt: Ecce solemnitas Domi" ni est in Silo anniversaria , quae sita est ad septentronem urbis Bethel) et ad orientalem plagam viae, quae de Bethel tendit ad Schmam , et ad meridiem oppidi Le bona. 20. Praeceperuntque filiis Beniamin } atque

19. E prescr questo partito, e dissero : Ecco viene la solennit anniversaria del Signore in Silo, la quale posta a settentrione della citt di Bethel, e ali' oriente della strada , che mena da Bethel a Sichem, e a mezzod della citt di Lebona. 20. Dissero adunque a'figliuoli di Beniamin:

Vers 18. Legati come siamo dal giuramento, Sono divisi g' interpreti, sostenendo alcuni, clic questo giuramento era giusto e onesto, altri per lo contrario biasimandolo come iniquo , e incapace di obbligare in coscienza. Questa seconda opinione mi sembra pii vera ; perch, posto che il giuramento tenesse , si riduceva una trib a\ perire, a a contrarre matrimonii contro il divieto della legge con donne straniere e idolatre. Questa evidente ragione dovea fare gran breccia negli animi degM Ebrei, come si pu arguire nel versetto 7. Ma il rispetto sommo che si avea tra loro alla religione del giuramento li ritenne dal far cosa veruna per tirarsene fuora direttamente. Quindi ricorsero a' due spedienti, che sono qui raccontati, primo, di lasciare a' Beniamiti le fanciulle di Jabes salvate esse sole dalla comun* rovina-, secondo , di consigliar loro sotto mano il ratto delle vergini in occasion della festa che dovea celebrarsi di fi a poco in Silo. In tal . maniera pensarono a conservare una disgraziata trib senza assolutamente far contro al giuramento. Vers. 19. La solennit del Signore in. Silo , la quale e posta a. settentrione ec. Sembra descriversi un luogo particolare presso a Silo, nel qual luogo faceas questa festa co'balli, ec., la qual festa pu esser he fosse particolare di Silo; onde si avvisano i Beniamiti del preciso luogo, dove le fanciulle concorrevano a ballare : quindi potrebbe tradursi: la quale ti celebra, a Silo da selti'ntriont:, ec.

'dxerunl'. Ite>et latitate in vineis. 21. Cumque viderts filias Silo ad ducendos choros ex more procedere , exte repente de vineis, et rapite ex eis singuli uxores singulas, et perdite in ter" rarn Beniamin. 22. Cumque venerint p a tres earum, ac fratres , et adversum vos queri coeperint, atque jurgar, dicemus eis : Miseremini eorum: non enim rapuerunt eas jure bellantium atque victorum: sed rogantibus ut acciperent, non dedistiS) et a vestra par", te peccatum est. 23. Feceruntque filii Bejiiamin, ut sibi Juerat mperatum: et juxta numerum suum, rapuerunt sibi de his, quae ducebant choros, uxores singulas: aberuntque, in possessionem suam, aedificantes ur* i>es, et habitantes iit ?*>?

Andate a nascondervi nelle vigne. 21. E quando vedrete le fanciulle 'di Silo , che usciranno fuora per ballare secondo il costume, voi a un tratto saltate fuora delle vigne, e prendetene una per uno in moglie, e andatevene nella terra diBemarniti. 22. E quando verranno i padri loro, e i fra* telli a lamentarsi di voi, e menar rumore, noi direm loro : Abbiate compassione di essi ; perocch non 3 e hanno rapite per diritto di guerra , n come vincitori : ma avendole domandate le ayete ad essi negate, ed vostra la colpa. 25. E ifigliuolidi Beniamin fecero come era stato lor comandato : e secondo il loro numero rapirono delle fanciulle che ballavano una per ciascheduno : e se n'andarono al loro paese, e riedificaron le citt, e la abitarono,

z!\,FUii quoque Israel reversi sunt per tribus, etfamilias in tabernacula sua. In diebus illis non erat rex in Israel^sed unusquisque, quod sibi rectum videbatur, hocfaciebat.

24. Parimente i fo gliuoli d' Israele se ne tornarono trib per trib famiglia per famiglia alle loro tende. In quel tempo non erav re in Israele, ma ognuno faceva quello che pa,-s reagli hen fatto

fiNE PEI LIBRO! DE' GIUDICI,

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