• EDITORIALE
3 La fierezza “trasgressiva” di essere Massoni
Gustavo Raffi - Antonio Panaino
• RIFLESSIONI
13 La filosofia, la conoscenza dell’umano, il dialogo col pensiero religioso
Sergio Moravia
• STORIA DELLA MASSONERIA
19 Le prime logge massoniche in Italia
Alessandro Africa
27 300° anniversario della nascita di Tommaso Crudeli
Renzo Rabboni
• ESOTERISMO
41 L’alfabeto latomistico
R∴ L∴ XX Settembre 1870 n° 843
• RECENSIONI 103
• SEGNALAZIONI EDITORIALI 107
HIRAM, 1/2003
Direttore: Gustavo Raffi
Direttore Scientifico: Antonio Panaino
Condirettori: Antonio Panaino, Vinicio Serino
Vicedirettore: Francesco Licchiello
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E DITORIALE
In the present contribution the Authors deal with the problem of the impact played
by the Craft on the cultural and ethic development of the society. The public presen-
ce and role of the G.O.I. is making Freemasonry as a “normal” member and part-
ner of the society and is not reducing its image as that of an obscure sect. Such a
trend does not mean a refusal of the reservedness oabout the esotheric level of the
masonic experience, but only wants to emphasize the fact that in a modern and
democratic society also the masonic institution has the duty to explain and clarify
its ethical values and ideas. In this framework the pride to be Mason assumes also
a public significance and strengthens the transparence of the Craft.
Carissimi Fratelli, gentili lettrici e lettori, Cosa significa essere Massoni? Come
n prossimità della prossima Gran si coniuga tale identità con la società con-
Massonerie sono tante, che abbiano inte- sto, la Chiesa colpisce proprio un pezzo di
resse per tale tradizione, ma l’eventuale cultura religiosa nata in casa propria, e su
adesione di un singolo non può pregiudi- cui sarebbe importante fare chiarezza.
care il giudizio su un’intera Comunione e Non è infatti un caso che la partecipazione
sulla sua storia. Il fatto poi che le di J. de Maistre al Rito Scozzese
Massonerie regolari vietino di tratta- Rettificato, come l’azione svolta dal
re di questioni di politica e religione, cavaliere A.M. Ramsay (padre del
troppo spesso ignorato o dimenti- Rito Scozzese Antico e Accettato),
cato, dovrebbe ricordare che la ma anche cattolico fervente e
nostra istituzione non propone segretario di Fénelon, siano solo
una propria via di salvezza, la punta di un iceberg maturato
lasciando alle religioni il compi- nel mondo cristiano (tanto catto-
to di farlo (quindi anche alla lico quanto protestante) e che ha
Chiesa cattolica) e che tali diverse trovato anche in Massoneria un
verità non vengono smentite dal- suo sfogo di estremo interesse.
l’istituzione massonica, né sono Resta comunque il dato storico
soggette ad una sorta di centrifuga che tali tendenze spiritualiste non
anti-religiosa; anzi costituiscono la hanno mai dettato legge in modo
ricchezza portata dai singoli nella normativo sull’impianto libero e di
comunione. Le certezze proposte dal ricerca critica della Massoneria, alme-
New Age sono lontane dall’impian- no sul piano istituzionale.
to massonico che non propone Per tornare al tema generale, è
magie, né riti di potenziamento ego- bene che, dinanzi a continui adde-
tico, di sbattezzamento o peggio ancora. biti di responsabilità, la Massoneria si
Peraltro, l’attenzione critica all’esoteri- mostri senza ambiguità, che traspaia in
smo New Age, che ci sembrava pericolo- tutta la sua limpidezza per le notevoli
samente dilagare verso una sottocultura azioni di solidarietà, per l’impegno nella
del sacro e dello spiritualismo, fomentan- costruzione di una società civile tolleran-
do atteggiamenti ottusamente egoistici ed te e sempre meno ingiusta, che si propon-
edonistici in un contesto da supermarket ga come ambito di riflessione critica, libe-
dell’eclettismo religioso, era già stato sot- ra da partiti e da interferenze istituzionali
tolineato dal Gran Maestro nel corso della esterne, che provochi e stimoli interroga-
Gran Loggia di Rimini del 2001. In que- tivi e che al contempo rispetti e affratelli
sto caso, non possiamo che prendere atto le diversità. Ciò ovviamente può essere
di molti giudizi concordi espressi anche qualcosa di temibile per chiunque voglia
dalla Santa Sede sull’argomento, pur sot- normalizzare la diversità ed uccidere lo
tolineando il fatto che, nell’attacco indi- spirito critico e libero, ma non sarà mai
scriminato ad una componente spirituali- oggetto di curiosità torbide o persecutrici,
sta dell’esoterismo massonico settecente- almeno sinché l’Italia e l’Europa saranno
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La fierezza “trasgressiva” di essere Massoni, G. Raffi - A. Panaino
torio ed il fatto che tutti sappiano che ri imprigionati in una grotta e che vedono
siamo Massoni non cambia il nostro modo ombre, al punto che chi fosse uscito dal-
di operare in loggia. Se poi c’è chi si stu- l’antro troverebbe difficile rappresentare
pisce che persone serie possano la verità a coloro che non hanno mai visto
trascorrere il loro tempo al la luce, noi Massoni siamo consci di
ritmo di rituali vecchi di seco- non possedere la verità nella sua
li, addobbati in modo curioso, completezza, altrimenti la volta del
risponderemo che siamo dei tempio sarebbe stata già da tempo
trasgressivi impenitenti e che completata e quindi ci dovremmo
dei simboli del nostro lavoro sciogliere avendo ultimata la
siamo fieri, perché ne conosciamo il grande opera. Invece, ciascuno,
significato e lo facciamo conoscere. con il suo pezzetto di luce,
Resta però il fatto che un’azione cor- intravisto nel corso della
retta e informativa nella società non sua vita, prova a metterlo
interferisce affatto nel campo esoterico, insieme a quello degli altri;
anzi lo garantisce molto meglio, anche cerchiamo di illuminarci nella grotta, cia-
perché favorisce l’avvicinarsi di persone scuno con la luce dell’altro; non sempre
che ne hanno compreso la complessità e l’incastro è perfetto, ma spesso si riesce a
le sue vere ragioni. Chi vuole giocare ad vedere meglio; almeno un po’ più di
una “Massonopoli” politico-avventuristi- prima. E di ciò non ci vergognamo; anzi
ca sceglierà altri tavoli; noi abbiamo altro possiamo esserne orgogliosi.
da fare. Che lo sappia anche la società La Massoneria siamo noi, non le chiac-
civile sarà quindi solo un bene per tutti. chiere degli altri! Fratelli, questa prima-
Se, parafrasando il mito platonico della vera deve ancora diventare estate!
caverna, gli uomini sono come degli esse-
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R IFLESSIONI
In this article the Author suggests that in the measure in which the human being
expresses some intellectual needs and rises some questions (in both cases in a theo-
retically demonstrable form), these very needs and these very questions necessarily
belong to the phenomenology of the human experience and dimension. This means
also that any research about man without aprioristic borders will rise questions con-
cerning the human and divine dimension although it is not compulsory an answer in
which an Ens different from a human being should be ontologized. This is the case
of the idea of the Supreme Good which can be imagined in the form of an “absen-
ce” (in the sense of what he misses), an idea to be paradoxically compared to that
of the presence of God in the traditional though of the believers.
branca del conoscere ma di santi nel campo del nostro incontro nasca-
tutta la conoscenza in quanto no soprattutto in relazione a interrogativi
tale. E’ anche vero, però, che ben più intricati e complessi. Certo il
nella tarda modernità, o in quello tempo a nostra disposizione per esaminar-
che oggi chia- li è molto ristretto. Ho pen-
miamo sato, allora, di accennare a
tali questioni procedendo
i l secondo una serie di suc-
cinti punti teorici. Il discorso che ne
emergerà sarà assai sobrio, ma spero
almeno che ne guadagnerà in chiarezza.
post- Il primo punto, che si riferisce anche
moderno, (ma non soltanto) alla prima osservazio-
la filosofia ne dalla quale sono partito, potrebbe
ha voluto essere denominato La storicità della filo-
spesso deli- sofia. Molto in breve, nel suo cammino
mitare forte- plurisecolare la filosofia ha compiuto le
mente il pro- scelte più diverse: è stata universalistica e
prio campo particolaristica, teoretica e pratica, imma-
d’indagine. nente e trascendente. Ne consegue - ed è
Allora, filosofia un principio molto importante - che
come sapere uni- quando si pongono quesiti generali su di
versale, o filoso- essa, si dovrebbe sempre precisare a
fia come sapere quale epoca ci si riferisce.
“regionale”? Punto secondo. Per certi aspetti l’op-
La mia posi- zione vincente della filosofia moderna è
zione a questo stata un’opzione laica e fondazionale. Si
proposito sono cioè cercati, in un orizzonte autono-
non è uni- mo dal divino, i possibili principi inva-
voca. rianti che potevano sostenere e giustifica-
Ma, a re l’impresa riflessiva e operativa dell’uo-
parte ciò, mo considerato come ente intramondano.
ritengo Punto terzo. Nel corso di questa ricerca
che le un prezioso termine di riferimento è stato
que- costituito dal sapere scientifico. Le grandi
stioni scoperte fisico-matematiche dell’età di
p i ù Cartesio e Galileo hanno convinto molti
inte- filosofi che l’intera attività del pensiero
res- poteva/doveva essere modellata secondo i
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La filosofia, la conoscenza dell’umano, il dialogo col pensiero religioso, S. Moravia
lante della presenza. In effetti il meno che come quelle di Pascal e di Barth, possono
si possa dire è che l’assenza rammemora fare per molti versi parte organica di un
all’uomo le proprie inadempienze, le pro- adeguato spirito laico. E scopriamo, di
prie colpe, il lungo cammino che deve conseguenza, che il dialogo tra il creden-
essere ancora compiuto per approssimarsi te e il non credente è qualcosa che, al di là
al Bene “mancante” che davvero conta. delle dottrine e delle ortodossie, può esse-
Se tutto ciò è almeno in parte vero, re realizzato con grande frutto, attraverso
allora scopriamo che certe tesi teologiche, un linguaggio in parte comune.
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The Author deals with the beginning of Italian Freemasonry from the twenties till
the end of the XVIIIth century discussing the different political and constitutional
conditions in which the firs lodges were opened in the pre-unitary Italian situation.
tare al Tempio, ora coperto da una lastra Società dei Frammassoni; nel 1811 fondò
di marmo. La loggia era all’obbedienza poi una nuova loggia di Rito scozzese
del Grande Oriente di Francia ed asservi- che, in onore dell’antica denominazione
ta a Napoleone tramite il re di Napoli di Maida (Melania) venne intitolata “I
Giuseppe Bonaparte. Filadelfi Melanici”. Ci informa di questo
Un’altra loggia massonica fu fondata a una medaglia in ottone a forma di stella a
Maida verso la fine del 1798 da Gennaro e sette punte sormontata da un cuore in cui
Giuseppe Partitario, amici e seguaci del- due braccia incrociate tendono le mani al
l’abate Antonio Jerocades. Nella seconda calore di una fiamma. La medaglia rap-
metà del Settecento l’Arte Reale aveva presenta il simbolo della loggia, come
attecchito e proliferato in Calabria; qui, voleva l’articolo 145 dello Statuto genera-
più che in altre regioni, talune rivalità si le della Libera Muratoria del Rito scozze-
riversarono nelle logge, che si divisero in se antico ed accettato.
due schieramenti non perdendo occasioni In Calabria, poi, le logge si trasformaro-
per punzecchiarsi. Il primo schieramento no in Vendite Carbonare, e molti furono i
faceva capo alla Gran Loggia Nazionale patrioti che ne fecero parte; fra i tanti
“Lo Zelo” del Gran Maestro Diego Naselli ricordiamo Guglielmo Pepe, per la sua
e l’altro alla Gran Loggia Provinciale del partecipazione armata al Risorgimento ita-
Duca di San Demetrio. Il più importante liano e l’abate Giovanni Cervadoro, che
massone dell’epoca fu senza dubbio il trasformò le logge di Maida in Vendite
poeta ed educatore Antonio Jerocades di Carbonare. Pur svolgendosi tutto nella
Parghelia. Iniziato a Marsiglia, nella pre- massima segretezza, il vescovo di
stigiosa Loggia “Saint-Jean d’Ecosse”, Nicastro, della cui diocesi il Cervadoro
questi fondò numerose logge in Calabria, faceva parte, ne venne a conoscenza e il 21
tra cui “L’amor della Patria” di Tropea, la marzo 1821, giorno in cui a Torino scop-
“Buona Speranza” di Parghelia, “La piava il secondo moto carbonaro d’Italia,
Fratellanza Italiana” di Maida ed altre lo fece arrestare. Era passato appena un
ancora a Filadelfia, Catanzaro e forse anno dalla fondazione della Vendita deno-
anche a Reggio, tutte all’obbedienza della minata “I Conservatori della Libertà”.
Gran Loggia di Marsiglia. All’arresto seguirono accorate proteste
Amico intimo dei fratelli Pagano, di da parte di tutti i cittadini maidesi, popolo
Cirillo, Tommaso e Filangeri, l’illumini- e gente illustre. Le dimostrazioni non sor-
sta e illuminato Jerocades fondò a Napoli, tirono le aspettative, in quanto il vescovo
nel 1792, la prima loggia giacobita, sem- rimase irremovibile: doveva dare un forte
pre affiliata a quella di Marsiglia. Nei esempio e l’abate rappresentava il giusto
primi anni dell’Ottocento tra i membri capro espiatorio. Il sindaco e i decurioni
della loggia di Maida troviamo il giovane allora si dimisero. E’ importante ribadire
canonico Giovanni Cervadoro che, anco- che il canonico Cervadoro nel 1829 istituì
ra minorenne, aveva fondato a Maida la a Maida una scuola media sull’esempio di
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Le prime logge massoniche in Italia, A. Africa
Tommaso Crudeli, the first Italian martyr, dead after the sufferings received in the
Sacred Office’s prison because of his adhesion to the first Italian Lodge, is widely
well known even if the interpretation of the facts is not ever corresponding to their
philological exactitude. Many scholars, in the last fifteen years, dealt with the mat-
ter and produced long researches in this field. They got to results that are very diffe-
rent from those transmitted by Sbigoli, a Tuscan mason of the 19th century, or from
those coming from the opposite side, as in the case of Beccatini
1 Su di lui rimando all’ampia voce di G.F. Torcellan (1965: 394-400) e M.A. Morelli
Timpanaro (1991: 280-374); inoltre M.A. Morelli Timpanaro (1989: 236-323), in particolare pp. 281-
291 e 316-322.
2 Ristampa anastatica: Bologna, Forni, 1981 (con attribuzione errata a Modesto Rastrelli).
Queste le ristampe a mia conoscenza: 1) MDCCLXXXII / In Venezia / Appresso Vincenzio Formaleoni:
pp. 273 (la Relazione alle pp. 198-273; 2) Firenze MDCCLXXXIII, Per Anton-Giuseppe Pagani, e
Comp.; 3) Napoli, Donato Campo; 4) Venezia, Appresso Vincenzio Formaleoni, 1786; 5) Istoria /
dell’Inquisizione / ossia / S. Uffizio / corredata / di opportuni e rari documenti. / Data per la terza volta
alla luce / con aggiunte / da Francesco Becattini / Accademico Apatista: Milano, 1797, Presso Giuseppe
Galeazzi. Oltre al titolo modificato, questa ristampa ha notevoli aggiunte, per un totale di pp. 391 (la
Relazione rimane però immutata, alle pp. 303-356). L’edizione fu messa all’indice nel 1817.
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300° anniversario della nascita di Tommaso Crudeli, R. Rabboni
si ebbe col Sinodo di Pistoia (1786), che Firenze l’anno 1739. Vale a dire, lo
generò un immediato conflitto col “scandaloso” arresto avvenuto il 9 mag-
Pontefice e sollevazioni popolari in senso gio 1739 del poeta di Poppi, la sua lunga
tradizionalista, che fecero abortire il pro- detenzione nelle carceri di S. Croce
posito di dare seguito, nel diritto statale, (salvo trasferimento, poco prima della
ai pronunciamenti. liberazione, nel carcere civile della
Dopo il testo dell’editto del 1782, il Fortezza di S. Giovanni da Basso), la
Becattini pensò di inserire, nella parte sentenza di condanna e la penosa vicenda
finale del volume (pp. degli ultimi anni della
173-239), una testi- sua vita, compromessa
monianza relativa al Bella coppia felice, in cui natura dalle sevizie psicolo-
fatto che egli riteneva grazia, senno, onestà di pari accolse, giche, morali e corpo-
più importante al suo e l’alma dea che degli amanti ha cura rali subite in conse-
soggetto. Tale avveni- tutti i tesori suoi versar vi volse: guenza della prigionia.
mento, assieme ad un Le Novelle lettera-
io giurerei che dall’idea più pura
altro contiguo per cro- rie, il periodico fonda-
le vostre anime belle ambo disciolse,
nologia e per signifi- e che con giusta e con egual misura to da Giovanni Lami,
cato, che aveva coin- da un medesimo esempio ambo le tolse; la cui direzione era a
volto, nell’agosto del quel tempo passata a
1738, il cancelliere che poscia errando in questa spera e in quella Marco Lastri, nel
dell’Inquisizione di Giove le vide, e di quel doppio ardore numero del 18 ott.
Siena (fra’ Giovanni in cielo ei decretò farne una stella. 1782 (n. 42, coll. 657-
Battista Cimino), pro- 58) recensirono favo-
dusse l’effetto, che il Il faretrato dio per farsi onore revolmente la pubbli-
tolse l’impegno, e disse. - Opra sì bella
Conte Emanuelle di cazione dei Fatti, e a
solo compir si dee per man d’Amore.
Richecourt saggio e proposito della rela-
spregiudicato Sonetto zione sul caso Crudeli
Ministro Capo della osservarono che essa
Reggenza di Toscana, isti- fin qui aveva girato mano-
tuita dal nuovo Granduca, poi scritta per le mani de’ curiosi. Un altro,
Imperatore Augusto Francesco Stefano meno favorevole recensore, Giovan
di Lorena, portossi nel 1744 in persona Battista Ristori, intervenne sulle bolo-
ad aprir le carceri dell’Inquisizione, e ne gnesi Memorie enciclopediche (febbraio
sospese l’esercizio dell’autorità per tutto 1783, n. 6, pp. 45-47), ma per difendere
lo Stato (p. 163). Il fatto in questione era l’Inquisizione, e giunse a mettere in dub-
l’oggetto della Relazione della carcera- bio il valore documentario della
zione del Dottore Tommaso Crudeli di Relazione. Nel confermare la qualità non
Poppi, e della processura formata contro originale dei Fatti, che erano una copia
di lui nel Tribunale del S. Ufizio di esatta della Storia dell’Inquisizione,
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STORIA DELLA MASSONERIA
divenuta una sorta di eroina dei massoni scelte del Richecourt. Del resto, il Neri,
fiorentini, e dal residente Horace Mann sarà anche il revisore, nel 1745, dopo la
(Maestro Venerabile della Loggia morte di Crudeli, del testo delle rime in
Inglese); e, soprattutto, i fratelli di loggia, funzione della stampa già ricordata.
coscienti di essere il vero La parte attiva e
bersaglio dell’offensiva Tirsi diceva un giorno ad Amaranta:
diretta nella stesura
clericale: da Antonio - Ah se tu conoscessi un certo male, - a quanto è dato
Niccolini, studioso di che ci piace e c’incanta, vedere dalle carte
fama internazionale, ad non è ben sotto il cielo che si conservano
Antonio Cocchi, grande che ti paresse, o bella, a quello eguale: nella Biblioteca
erudito e scienziato, allo io che già ne son pieno, Estense di Modena
stampatore “eretico” ten voglio adesso inebriare il seno; (mss. Sorbelli 714 e
Andrea Bonducci. Tra ricevil dunque, e non aver timore 715) - spetta, ad
questi ultimi, un ruolo ch’io ti vogli ingannar: e come mai ogni modo, al Corsi,
Amaranta ingannar Tirsi il pastore? -
particolare va ricono- Li risponde la ninfa: - or dimmi, come col quale il poeta
sciuto al capo stesso questo tuo male ha nome? - manteneva attiva-
della Reggenza, Déodat mente i rapporti
Emmanuel conte di Nay Tirsi anche dall’interno
e Richecourt, e a Noi lo chiamiamo amore -. del carcere. Ne sono
Pompeo Neri. Il primo testimonianza i
teneva le varie fila della Amaranta biglietti, più volte
controversia con - Il nome è bello, citati negli interro-
ma dammi un contrassegno, acciò ch’io possa
l’Inquisizione, ma aven- gatori dell’imputa-
tra gl’altri mali riconoscer quello.
do attorno a sé un vero to, che venivano tra-
Dimmi che si sent’egli? -
pool di magistrati e di smessi all’esterno di
competenti, che fin dal- da Tirsi ed Amaranta nascosto, e in parte
l’avvio della vicenda si ci sono anche giunti,
assunse l’onere effettivo proprio nella trascrizio-
della difesa del carcerato, trascrivendo ne effettuata dal Corsi (Archivio di Stato
verbali e deposizioni, coadiuvando l’avvo- di Firenze, Reggenza, f. 339, fasc. 4).
cato nominato da Crudeli (meglio, fornito Mentre il ruolo di ispiratore va ricono-
d’ufficio), l’ottantaquattrenne Bartolomeo sciuto al Rucellai, che forniva un conto
Archi. Il Neri7 assisteva invece attivamen- quasi giornaliero sugli sviluppi della
te, con la sua competenza giuridica, le vicenda al capo della Reggenza, e nelle
7 Dall’agosto 1735, dopo esser stato docente di diritto civile a Pisa, era entrato nell’appara-
to governativo, e con l’istituzione del Consiglio di Reggenza era stato nominato segretario nel
Consiglio per gli affari di finanza.
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STORIA DELLA MASSONERIA
sue memorie e trattazioni prodotte “in sionista, nel ms. Palagi 282 della
tempo reale”, fin dal giorno successivo Biblioteca Moreniana di Firenze. Ma far-
all’arresto di Crudeli, dimostra di coglier- cendola di errori, sviste, imprecisioni
ne subito la vera ragione (l’offensiva sca- involontarie, oltreché di lacune invece
tenata dal cardinale Neri Corsini contro la volontarie: aperte in corrispondenza dei
Massoneria fiorentina), rileva ed elenca in nomi di quanti avevano deposto contro
dettaglio tutte le numerose infrazioni pro- Crudeli, e aventi lo scopo di non compro-
cedurali man mano commesse nel proces- mettere famiglie e casate, quando, a
so dall’inquisitore, e assume la battaglia distanza di più di quarant’anni dai fatti, si
per la liberazione di Crudeli ad emblema poteva anche pensare che quei nomi (al
del tentativo di riaffermare il diritto del tempo conosciuti da tutti) fossero stati
principe contro gli abusi secolari della dimenticati. Da quelli dei maggiori
giurisdizione ecclesiastica. responsabili, Andrea d’Orazio
Minerbetti, Bernardino Pupiliani, il prete
Un pamphlet di denuncia Grossi, a quelli di personaggi coinvolti
più indirettamente, ma a maggior ragione
La tempestiva reazione, oltreché nei da tacere perché esponenti della nobiltà:
passi fatti nelle opportune sedi diplomati- in primis, Bindo Simone Peruzzi (il teste
che, si concretizzò dunque nell’idea di un R degli atti del processo), fratello di log-
pamphlet di denuncia delle irregolarità gia di Tommaso, personaggio di notevo-
connesse alla detenzione e alla “proces- le levatura intellettuale, ed artefice primo
sura”, oltreché di celebrazione del ruolo della notevole raccolta antiquaria allesti-
del Granduca, difensore e liberatore dei ta nella sua villa all’Antella.
sudditi oppressi ingiustamente. Esso fu Questa (terza) redazione del racconto
pensato, in primo luogo, in soccorso con- appartiene però a un tempo successivo a
creto del carcerato e, insieme, come stru- quello dell’origine, sicuramente posterio-
mento di pressione sul principe perché re alla morte di Crudeli (27 gennaio
intervenisse in suo soccorso; in secondo 1745), e probabilmente prossimo al
luogo, e più a lungo termine, fu concepi- momento della conclusione del braccio di
to in sostegno della lotta contro l’influen- ferro con la Corte romana, avutasi col
za e le prerogative dell’Inquisizione in Concordato del 16 marzo 1754. Nel docu-
Toscana e, insieme, quale strumento per mento vennero fissate le condizioni per la
tacitare gli avversari della dinastia stra- riapertura negli stati di Toscana del tribu-
niera e le loro nostalgie per le libertà nale dell’Inquisizione, a cominciare dal-
della Repubblica fiorentina. l’introduzione di tre assessori laici con
Becattini attinse, per la sua stampa, ad diritto di veto, col compito di vegliare
una stesura della Relazione simile (se non l’interesse del principe e dei sudditi, sul
la stessa) a quella che si conserva oggi, in modello del S. Uffizio veneziano.
copia calligrafica di mano di un profes- Sulla genesi della narrazione gettano
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8 Edita nel 1757, e letta dall’autore in una seduta dell’Accademia degli Apatisti.
9 Rimando di necessità al mio lavoro del 2000, specialmente cap. III, La tradizione delle rime.
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STORIA DELLA MASSONERIA
mossa, rispetto alla versione che grazie al nella concessione del braccio contro i
Becattini prese a circolare. L’operetta, massoni da parte di Francesco Stefano un
intanto, mostra una sua valenza anche let- segno nuovo di debolezza e acquiescenza
teraria, e può essere a pieno titolo ascritta, verso l’Inquisizione.
come esempio precocissimo, alla parca La narrazione fu redatta come un atto
serie della nostra letteratura carceraria di contestazione puntuale degli abusi pro-
(che allinea titoli quali la cedurali commessi dall’inquisi-
Vita di Pietro Giannone, tore e dai suoi collaboratori.
La prudenza ell’è un sapere
le Osservazioni sulla Secondo le due linee “stra-
ben pigliar la sua misura
tortura di Pietro Verri, ne’ vantaggi del piacere, tegiche” che si ritenne di
la Storia della colonna che tra noi pose natura: aver individuato: da un lato,
infame del Manzoni). senza lei la vita è amara, i maneggi, l’infrazione dei
Senza mai dimentica- ma con lei la vita è cara. diritti e delle procedure,
re che la sua natura è l’alterazione sistematica
innanzitutto storico- Se il tuo corto antivedere delle carte, visti come diret-
d o c u m e n t a r i a . fra la notte del futuro ta conseguenza dell’ingan-
L’Istoria, infatti, rap- si smarrisce e resta oscuro, no “fondamentale” ai danni
addio anco il tuo piacere:
presenta la versione della buona fede del princi-
ove immagini il contento,
ufficiale dell’avveni- duro inganno!, ivi è tormento. pe, che solo all’oscuro del
mento assunta dagli vero delitto imputato a
uomini di governo e Madrigale Crudeli aveva potuto con-
dagli intellettuali più sentirne l’arresto. Dall’altro,
avveduti. La relazione sul processo l’oppressione consapevole della volontà e
Crudeli fu approntata, infatti, nel momen- del fisico del prigioniero, peraltro già
to della maggior frizione con la Corte di debilitato da una grave forma d’asma
Roma e della più dura prova del nuovo bronchiale, al cui soccorso si leva l’ener-
governo, quando si trattava di mostrare - gica reazione dei ministri, giustificata
documenti alla mano - che i Medici, e dalla necessità di salvare un cittadino per-
Cosimo III in particolare, avevano per- seguitato ingiustamente.
messo la rinascita dell’Inquisizione ed Il racconto inquadra tutta la vicenda da
erano responsabili del disordine della questa duplice prospettiva, passando in
legislazione ecclesiastica in Toscana; di rassegna, nell’ordine: l’arresto, giudicato
contro alla tesi che voleva illuminato il illegale, perché, in primo luogo, compiu-
governo di Cosimo III e tollerante l’ulti- to quando le prove ancora non erano state
mo di Gian Gastone, mentre indicava acquisite10, e, in secondo luogo, perché
10 Ist. 17: in un tribunale che lodevolmente ha per metodo di non arrestare il preteso reo, se non
doppo compilato il processo e provati concludentemente i di lui reati.
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300° anniversario della nascita di Tommaso Crudeli, R. Rabboni
non riguardante materia di fede (essendo cato priva delle deposizioni favorevoli al
la vera ragione - la lotta antimassonica - carcerato. Nella conclusione, si trattava di
materia non istituzionale del Tribunale); un processo fabbricato a mano ed a
la contestazione delle accuse solo dopo capriccio, in presenza di un attuario che
quattro mesi; la concessione delle difese resta convinto di sì fatte palpabili irrego-
solo dopo un anno; l’isolamento forzato e larità enormissime (Ist. 77). Soprattutto
i disagi materiali inflit- nel caso delle deposi-
ti al prigioniero, e All’apparir del tramontar del sole zioni del Pupiliani e
mai alleviati di fronte viddi, e m’avevi, o Amor, gl’occhi bendati, del Minerbetti, i due
alle ripetute istanze ire a diporto in arsi umidi prati testimoni chiave del-
dei parenti e del colei che l’alma mia vole e disvole. l’accusa, in relazione
governo, anzi aggra- alle quali erano state
Stette il core, e si mosse come suole
vati, in assenza di moversi in su pei monti aspri e gelati praticate irregolari-
ogni prova, nel preci- l’onda, allor che le tien i piè legati tà, suggestioni, falsi-
so intento di condur- l’Austro che agghiaccia l’etïopia mole. tà e maneggi sì fatti
re a morte l’accusato; da far orrore a chiun-
la sistematica propa- Quendo ad un tratto ella alzò gl’occhi e mi vide, que ha nell’animo
gazione di ciòcché ahi dolce vista, ahi vista acerba e fera, alcuna idea d’onestà
poteva figurarsi in vital vista che ogn’ora il cor m’ancide. e di giustizia (Ist. 92).
suo (del prigioniero)
aggravio, e, al con- E poscia in me soavemente altera Il resoconto, come
girò le luci sue dolci omicide,
trario, l’impegno a ma non potè veder se quivi io m’era. si coglie agevolmente
occultare tutto quello anche dal breve
che poteva ridondare Sonetto “senza senso” sunto, denuncia un
in vantaggio di esso preciso “taglio” nar-
(Ist. 49); le dilazioni e rativo, ben riconoscibi-
le menzogne usate dall’inquisitore e dal le nel confronto con le carte d’archivio.
suo vicario, non solo verso il principe, ma Ma che appare evidente nel disegno a
anche verso la Congregazione di Roma e forti tinte, privo di sfumature, e nell’ag-
il nunzio in Firenze, indicati come i soli giunta o diminuzione dello spessore dei
referenti positivi nello schieramento vari attori. Per esempio, facendo del padre
ecclesiastico, che dietro varie sollecita- vicario dell’inquisitore uno Jago, che
zioni si erano attivati perché la causa serve unicamente a blandire e illudere il
fosse spedita al più presto; le deposizioni carcerato per meglio raggirarlo; o carican-
dei testimoni estorte e distorte, e l’utilizzo do l’inquisitore di tinte malefiche e pesan-
di testimonianze di persone notoriamente temente negative, per ridurre tutta la
nemiche o avverse a Crudeli per ragioni vicenda ad una macchinazione da parte
pregresse; i deposti dell’inquisito alterati; del S. Uffizio toscano ai danni del sovra-
la copia del processo consegnata all’avvo- no e salvare, di contro, la Congregazione
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STORIA DELLA MASSONERIA
11 Al punto che la prima stesura, di ms. Sorbelli 714, conserva i rimandi marginali alla nume-
razione delle carte del processo nella copia di mano del Corsi: ASF, Reggenza, f. 340, cc. 125-176.s
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300° anniversario della nascita di Tommaso Crudeli, R. Rabboni
14 Sappiamo che il 12 settembre 1739 la Gran Loggia londinese promesse una colletta per il pri-
gioniero del S. Uffizio fiorentino: cfr. Herper 1945: 38.
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300° anniversario della nascita di Tommaso Crudeli, R. Rabboni
chivio, nella narrazione Mirra savia e gentil non ama alcuno, voll., Madrid,
del processo. Ma il testo se non per l’oro, ma per l’oro amabile Fundacion
gravemente compromesso, Mirra savia e gentile abbraccia ognuno. Universitaria
come abbiamo detto, ha Española,
contribuito per la sua parte Livia ama i vecchi, e te gli fa pagare; 1976) ha con-
alla mancanza, a tutt’oggi, ai vecchi il troppo amor giunge importuno sentito un deci-
di una ricostruzione inte- giusto per quello che non posson fare. so avanzamen-
grale e corretta della to delle ricer-
Corinna, oh questa sì ch’ella è ammirabile:
vicenda Crudeli. C’è stata ha pudico lo sguardo, il cor lascivo; che. Il Ferrer
sì la fatica di Ferdinando fervente in chiesa, in camera insaziabile. Benimeli ha
Sbigoli (Tommaso Crudeli collocato la
e i primi Framassoni in Dafne, al desio d’ogn’amator corrivo, vicenda fioren-
Firenze. Narrazione stori- del futuro gioir, che mai non viene, tina entro un
ca corredata di documenti vende accorta il prospetto fuggitivo. quadro impo-
inediti. Milano, Battezzati, nente di fatti,
N. 4 Caratteri estemporanei
1884), che è altamente fatti a 4 Signore Fiorentine
che ci restitui-
meritoria, perché basata sce nel dettaglio
sulle filze dell’Archivio fio- la storia del contra-
rentino, ma è ormai invecchiata, oltreché stato rapporto fra Chiesa e Massoneria
limitata da un intento fortemente apologe- europea, ed ha potuto mettere a frutto il
tico e, soprattutto, da un utilizzo ridotto materiale conservato nell’Archivio
delle carte. Oggi sono, infatti, disponibili Segreto Vaticano. Tuttavia, in primo
altri documenti, la cui piena conoscenza luogo, queste ampie indagini possono già
attende di essere messa a disposizione essere integrate con le carte visibili
degli studiosi e di quanti hanno a cuore la nell’Archivio della Curia Arcivescovile di
verità. Dopo le approfondite ricerche Firenze, in particolare le lettere scambiate
archivistiche di N. Rodolico, F. Venturi, tra l’inquisitore fiorentino e gli assessori
F. Diaz, G. Giarrizzo, M.A. Morelli del S. Uffizio romano; ed altre se ne
Timpanaro, senza dimenticare il racconto potranno sicuramente affiancare, che
romanzato, ma documentato, di Ernesto andranno cercate a Roma, nell’archivio
Baldi (L’alba. La prima loggia massonica del Tribunale dell’Inquisizione, e a
a Firenze, l’Inquisizione, il processo Vienna, nell’Haus, Hof und Staatsarchiv.
Crudeli. Firenze, Tip. B. Coppini & C., In secondo luogo, ciò che più importa, la
1955), e un notevole intervento di Paolo molteplice documentazione messa a
Casini (The Crudeli Affair: Inquisition disposizione dal Ferrer Benimeli risulta
and reason of State, 1972), un più recente purtroppo quasi inservibile, perché pre-
lavoro di José Antonio Ferrer Benimeli giudicata dai travisamenti, lacune e impre-
(Masoneria, Iglesia e Ilustracion. Un cisioni pressoché continui della trascrizio-
conflicto ideologico-politico-religioso. 2 ne. E non solo nella trascrizione; si pensi -
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STORIA DELLA MASSONERIA
per fare un esempio solo - che Crudeli Maria Augusta Morelli Timpanaro ha
vien fatto morire (II, p. 101) nell’autunno annunciato15, e da cui è lecito attendersi
del 1741. Ma c’è una concreta speranza una ricostruzione alfine ottimale della
che vuoti e guasti siano definitivamente drammatica vicenda giudiziaria.
sanati dalla rivisitazione del processo che
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
D’Anzeo, A. (1995) Tommaso Crudeli e la disinformazione: da nemico a vittima. Nel 250° Anniversario della
morte. Comune di Poppi, Edito a cura delle Famiglie Candidi Tommasi Crudeli.
Herper, J.H. (1945) The Earl of Middlesex and the English Lodge in Florence. Transactions of the
Quattuor Coronati Lodge, LVIII, pp. 4-77.
Limborch, (1692) Historia Inquisitionis cui subjungitur liber sententiarum Inquisitioni Tholosanae.
Amstelodami.
Morelli Timpanaro, M.A. (1991) Su Francesco Becattini (1743-1813), di professione poligrafo.
Archivio storico italiano, CXLIX, pp. 280-374.
Morelli Timpanaro, M.A. (2000) Per Tommaso Crudeli nel 255° anniversario della morte, 1745-
2000. Firenze, Olschki.
Morelli Timpanaro, M.A. (1989) Su alcuni “semi-letterati” fiorentini del secolo XVIII. Critica storica,
XXVI, pp. 236-323 [ora in Morelli Timpanaro Autori, stampatori, librai. Per una storia dell’edito-
ria in Firenze nel secolo XVIII. Firenze, Olschki, 1999, pp. 355-511].
Rabboni, R. (2000) Monsignor / il Dottor Mordi Graffiante. Le rime inquisite di Tommaso Crudeli.
Udine, Istituto Studi Storici Tommaso Crudeli, Del Bianco.
Torcellan, G.F. (1965) Francesco Becattini. In Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto
dell’Enciclopedia Italiana, 7, pp. 394-400.
E SOTERISMO
L’alfabeto latomistico
a cura della R∴ L∴ XX Settembre 1870 n° 843
All’Oriente di Milano
The present article enters the complex background of the so-called masonic alpha-
bet already attested in the ritual “tiercel board”. Such a particular kind of cabali-
stic criptography was already well known before the time of Agrippa von Nettesheim
and was based on the Hebrew alphabet. That model was later used and modified in
early Freemasonry in order to produce some different sets of masonic alphabets.
c b a f e d i
Un’altra specie di scrittura,
assai reputatata un tempo dai
Tali figure non sono che il grafico
Cabalisti, è divenuta oggi di
delle nove caselle e per indicare una
uso tanto comune da esser
data lettera delle tre comprese in
quasi caduta in potere dei
ogni casella, ciascuna figura viene
profani. Si dividono le ven-
contraddistinta da uno da due o da tre
tisette lettere dell’alfabeto
punti. Un punto indica la prima lette-
ebraico in tre gruppi, cia-
ra della rispettiva casella, due punti
scuno composto di nove
la seconda, tre punti la terza.
lettere. Nel primo gruppo
Volendo così formare il carattere
si collocano le lettere3
della parola Michael, che in ebraico ha
Txzwhdgba, che rappresentano i numeri cinque lettere, si comincia col tracciare le
semplici e le cose intellettuali distribuite
cinque figure seguenti:
ai nove ordini angelici; nel secondo le
lettere4 Spcßnmlky, che contrassegnano
le decine e le cose celesti nelle nove orbi-
te dei cieli; nel terzo le quattro lettere che si riducono a tre sole figure in questo
residue con le cinque finali5 modo:
fiPNMKtsrq, che esprimono le centinaia
e le cose inferiori, vale a dire i quattro
elementi semplici e le cinque specie per- infine a una sola figura. Tuttavia i
fette di composti. Questi tre gruppi sono punti che contrassegnano le varie lettere
distribuiti in nove caselle, ciascuna di tre delle caselle si omettono d’ordinario e
lettere, di cui la prima comprende le tre
per conseguenza il carattere della parola
unità vale a dire l’intellettuale la celeste
e l’elementare; la seconda le dualità; la Michael assume il grafico seguente:
terza le triadi e così via. Le caselle sono
formate dall’intersecazione di quattro
linee parallele che si tagliano ad angoli
retti, come è indicato dalla figura
seguente:
Come ha fatto notare Reghini6, la scrit- ne distingue per il fatto che il numero delle
tura cabalistica7 descritta da Agrippa, e già lettere utilizzate per le moderne lingue
da tempo in uso al punto di essere quasi europee, a differenza del sistema impiega-
divenuta nota ai profani, fu rielaborata ed to con l’alfabeto ebraico, non costituisce
adattata in modo arbitrario da altri autori un multiplo di nove; infatti le prime 21 let-
cinquecenteschi, come Giovanni Battista tere si ottengono a partire dalla seguente
Della Porta nel De furtivis litterarum notis chiave8, di modo che, partendo da sinistra
vulgo de ziferis, Libri III, Neapoli 1563, verso destra, dall’alto verso il basso e
pp. 92-94 o il cabalista Blaise de Vigenère aggiungendo alla seconda lettera di ognuna
nel Traité de chiffres ou secrètes manières delle 9 coppie un punto nel mezzo, ogni
d’escrire, Paris 1567, p. 275. Se in testi più segno corrisponde ad una delimitazione
antici, come L’Ordre des Franc-Maçons della casella; e.g.: A = a; C = c; E = e;
trahi (Paris 1742), la tavola da tracciare è e ovviamente, con l’aggiunta di un punto,
priva di segni appartenenti ad un qualche troviamo: B = b; D = d, F = f.
cripto-alfabeto, già a partire dai primi anni
dell’Ottocento, in opere come il Thuileur
de l’Escossisme (Nouvelle Édition, Paris AB CD EF
1821) e nel Manuel Maçonnique par un GH IL MN
veterain de la Maçonnerie (1820) del
Vuilliaume, troviamo la versione di base OP QR ST
dell’alfabeto latomistico:
Le ultime 4 lettere sono invece ottenu-
te secondo la seguente chiave:
a b c d e f
A B C D E F X
g h i l m n U Y
G H I L M N Z
o p q r s t
Spesso la parola “Loggia” viene indi-
O P Q R S T
cata mediante la lettera L, l (ovvero con
u x y z
U X Y Z un rettagolo con il punto in mezzo, A),
mentre con due rettangoli si ha il corri-
Tale alfabeto è ottenuto secondo il
medesimo principio esposto da Agrippa; se spondente plurale (“Logge” B)9.
6 Cfr. Reghini (senza data: 53). Si veda inoltre il capitolo La Tavola tripartita nell’opera di
Reghini 1988: 114-123.
7 Sulla simbologia dell’alfabeto ebraico cfr. Agrippa 1991: 133-135 e passim.
8 Cfr. Boucher (1997: 65-66).
9 Cfr. Boucher (1997: 66).
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ESOTERISMO
scrivere il numero dieci. Così il neo-pita- tica alla tabella tripartita pitagorica di
gorico Teone da Smirne, nella sua “espo- Teone da Smirne; ed i numeri sacri dei
sizione delle cose matematiche utili alla liberi muratori non sono altro che i nove
lettura di Platone” che è del primo secolo numeri della decade pitagorica. Essa indi-
dell’era volgare, occupandosi dei primi ca al massone che i lavori architettonici,
nove numeri interi che soli lo interessava- di edificazione materiale e spirituale,
no riporta la tabella: vanno tracciati ed eseguiti sulla scorta
a d z 1 4 7 delle proprietà dell’aritmetica ordinaria e
b e h ossia 2 5 8 simbolica. Anche in questo simbolo com-
g $ q 3 6 9 paiono di fatto soltanto delle linee, che
servono a indicare i numeri, quindi anche
dove i primi nove nume- esso non si riferisce ad una lingua parti-
ri sono tripartiti in tre righe colare ed ha carattere universale
e tre colonne”. sebbene ci faccia risalire al neo-
Reghini in proposito notava13: pitagorico Teone. Possiamo dire
Questa breve analisi porta ad identifi- che è un simbolo pitagorico e masso-
care la tavola da traccia- nico che ha un carattere universale,
re con la tavola tripartita perché ha forma geometrica ed indi-
che si ottiene dalla tabel- ca solo dei numeri e le loro pro-
la di Teone quando se ne tolga- prietà aritmetiche e simboliche”.
no le nove lettere greche, le Sempre in merito alla simbolo-
quali rappresentano i numeri e soltanto i gia della tavola tripartita15, noteremo che i
primi nove numeri. Erano i numeri con- numeri della seconda riga sono le medie
tenuti entro la decade pitagorica, ed aritmetiche dei numeri delle altre due della
erano i soli che interessavano i pitagori- stessa colonna: 4 rispetto a 1 + 7; 5 rispet-
ci perché a questi si riducevano tutti gli to a 2 + 8; 6 rispetto a 3 + 9. Così i nume-
altri numeri sostituendo ad essi il loro ri della seconda colonna sono le medie
fondo o pitmene, ossia il resto della divi- aritmetiche di quelli delle altre due colon-
sione di un multiplo di nove. ne appartenenti alla stessa riga: 2 rispetto
La tavola da tracciare o tavola triparti- a 1 + 3; 5 rispetto a 4 + 6; 8 rispetto a 7 +
ta o tiercel board14 è assolutamente iden- 9. Inoltre, come nota Reghini, il 5, che si
trova nella casella centrale, ha inoltre la esoterico con lo stesso entusiasmo e suc-
proprietà di essere media aritmetica dei cesso delle origini.
numeri estremi di ogni riga, colonna o dia-
gonale che attraversa la colonna centrale. Invitiamo inoltre i Fr... ad una
Come appare da queste brevi annotazio- buona lettura con l’alfabeto massonico
ni, l’alfabeto massonico offre, al di là degli della nostra officina.
aspetti propriamente culturali sulle sue ori-
gini, una vasta serie di stimolanti riflessio- con un triplice
ni relative alla simbologia massonica e
frE abbraccio
all’importanza della tavola tripartita.
Concludiamo quindi questa breve tavo- alla gloria del
la con l’augurio che la Loggia XX gEaEdEuE
Settembre 1870, n. 843 all’Oriente di
Milano, possa continuare il suo lavoro
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Agrippa, E.C. (1991) La Filosofia Occulta o la Magia. Prima edizione italiana di A. Fidi pre-
ceduta da un ampio studio introduttivo sopra l’autore e la sua opera a cura di A. Reghini. 2
voll., Roma, Edizioni Mediterranee.
Boucher, J. (1997) La Simbologia Massonica. Tr. it. di C.M. Aceti, riveduta da F. Indraccolo.
Roma, Atanòr (Ed. fr., Paris 1948).
Duncan’s Masonic Ritual and Monitor or the Guide to the three Symbolic Degrees of the Ancient
York Rite and to the Degrees of Mark Master, Past Master, Most Excellent Master, and the
Royal Arch (1923) By Malcom C. Duncan, Ezra A. Cook. Chicago, Publisher Incorporated.
Reghini, A. (senza data) Considerazioni sul rituale dell’Apprendista Libero Muratore e
Noterelle iniziatiche sull’Origine del simbolismo muratorio. Con una nota sulla vita e l’atti-
vità massonica dell’Autore di G. Parise. Napoli, Edizioni di Studi Iniziatici.
Reghini, A. (1988) La tradizione pitagorica massonica. Genova, Fratelli Melita Editori.
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L’alfabeto latomistico, RE LE XX Settembre
TASTIERE FONTS
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a b c d e f g h i cj k
a b c d e f g h i j k
l m n o p q r s t u
l m n o p q r s t u
v w x y z A B C D E
v w x y z A B C D E
HIRAM 2
a b c d e f g h i j k
a b c d e f g h i j k
l m n o p q r s t u
l m n o p q r s t u
v w x y z A B C D E
v w x y z A B C D E
HIRAM 3
a b c d e f g h i l m
a b c d e f g h i l m
n o p q r s t u x y z
n o p q r s t u x y z
A B C D E
A B C D E
N.d.r.: i fonts latomistici saranno presto scaricabili sul sito del G.O.I. www.grandeoriente.it.
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di Davide Monda
Università di Bologna
This brief bibliografical review intends to propose, in primis, some of the main stu-
dies in Italian dedicated to the role carried out by Freemasonry in the 18th cen-
tury’s civil, political and philosophical culture. Many eminent scholars have writ-
ten works of great value about this subject: Carlo Francovich, Margaret C. Jacob,
Vincenzo Ferrone, Gian Mario Cazzaniga, Antonio Trampus etc. All these books
formulate, inter alia, new interpretations and hypotheses about the complicated
and fascinating relations between Freemasonry and Enlightenment.
che consideravano la divinità come una scorge nel lasso di tempo che intercorre
sorta di controllore della natura dall’ester- fra la seconda rivoluzione inglese ed i
no mediante leggi ed agenti spirituali, i primi decenni del Settecento una pluralità
radicali illuministi, già dopo la rivoluzione di matrici ed una dialettica il cui studio è
del 1688-89, si orientarono piuttosto verso fondamentale per meglio com-
una concezione panteistica dell’universo prendere molti dei fenomeni cul-
e, sulla scorta delle teorie bruniane, turali successivi. Prima del gran-
videro nella natura l’unico possibile de Illuminismo europeo, prima di
oggetto di culto e di studio. Essi furono quel clima violentemente anti-cristia-
rappresentati in modo preminente da no seguito al 1750, che dominò
John Toland (1670-1722) [...] che i grandi salotti di Parigi, e
coniò il termine inglese pan- che è rappresentato nel
theist (1705) che fu poi imme- migliore dei modi negli scritti
diatamente assunto dai suoi del barone d’Holbach e dei suoi
congregati nelle Province amici atei, ci fu un illuminismo radi-
Unite. Oltre al ruolo rive- cale. Se ebbe una capitale, questa fu
stito da Toland nella fon- l’Aia e qui, ovviamente, fu strettamente in
dazione della Massoneria contatto con il centro vitale della propa-
europea, attraverso i ganda dell’Illuminismo, le case editrici
manoscritti di Prosper Marchand (1678- olandesi. E non è un caso che oggi si rico-
1756), giovane rifugiato francese all’Aia, nosca la discendenza del panteismo del
sono attestate le affinità massoniche o Système de la Nature del barone
l’appartenenza alla Massoneria di nume- d’Holbach proprio da quello di Toland e
rosi giornalisti ed editori inglesi e france- del milieu olandese; ancora, l’autrice
si, figure quanto mai eterogenee e talora mostra persuasivamente come la storia
bizzarre, ma comunque “fratelli” e fedeli dell’associazione massonica si leghi,
ai propri gran maestri. Questi ed altri ele- almeno per qualche aspetto ideologico e
menti inducono la studiosa a sostenere che per i collegamenti con la rete editoriale
la massoneria del diciottesimo secolo, per olandese, al progetto dell’Encyclopédie di
quanto newtoniana nelle sue sembianze Diderot e d’Alembert.
ufficiali, ospitò molti pensatori radicali.
[...] In politica, i radicali furono repubbli- • CH. JACQ, La Massoneria. Storia e
cani e «politicanti», per usare il loro ter- Iniziazione (1982). Milano, Mursia, 1998.
mine; in filosofia, essi attinsero al mate- L’egittologo e romanziere Christian
rialismo, oppure panteismo, se così si pre- Jacq - autore fra l’altro del fortunatissimo
ferisce chiamarlo; in religione essi arriva- ciclo di romanzi storici dedicato a Ramses
rono pericolosamente vicino, attraverso - racconta in questo testo la storia della
l’influenza della Massoneria, a sfidare le Libera Muratoria dalle più remote origini
chiese istituzionali. La Jacob, in sostanza, sino al Novecento secondo un’ottica ori-
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FILOSOFIA E MASSONERIA NEL SECOLO DEI LUMI
resto della società e delle sue aggregazio- l’opera, stesa secondo un dichiarato
ni, e le conflittualità interne alla Libera intento divulgativo, sono forse da ricer-
Muratoria diverranno poi cause decisive carsi nei felici “ritratti” di alcuni illustri
della terribile crisi globale di fine secolo. “fratelli” settecenteschi (pensiamo in
L’opera si chiude con un convincente, uti- special modo a quelli di Tommaso
lissimo capitolo di riflessioni metodologi- Crudeli, di Giacomo Casanova e di
che e storiografiche tout court. Cagliostro), nonché nell’analisi dei rap-
porti della Massoneria con la Chiesa e le
• E. NASSI, La Massoneria italiana. monarchie assolute del XVIII secolo.
Storia e segreti (1994). Roma, Newton &
Compton, 2002. • N.M. DI LUCA, La Massoneria. Storia,
L’autore - giornalista e brillante com- miti e riti. Roma, ATANOR, 2000.
mentatore politico che collabora con L’autore manifesta sin dall’introduzio-
diversi quotidiani - racconta in maniera ne un intento squisitamente storico e filo-
gustosamente divulgativa gli aspetti più logico, e descrive con precisione ed abili-
fascinosi ed intriganti del fenomeno mas- tà narrativa notevoli il percorso evolutivo
sonico, concentrandosi in special modo su della Massoneria speculativa moderna,
quello ch’egli stesso definisce il “mosaico ovverosia della Massoneria ortodossa non
italiano”. Si tratta di un profilo lieve e esoterica e “umanista-liberale”: in verità,
vivido, non privo di serie basi documenta- le pagine che delineano la storia della
rie e corredato da utili apparati (diziona- Libera Muratoria dal 1717 (anno indicati-
rietto, bibliografia ragionata, etc.), che ci vo della sua nascita) al 1812 (data in cui
sembra adatto in special modo al neofita fu costituita la Gran Loggia Unita
che desideri farsi rapidamente un’idea dei d’Inghilterra) sono, a nostro avviso, le più
primi duecentocinquant’anni della vita felici dell’opera. Stesa in una prosa scor-
della Massoneria nel nostro paese. revole, accattivante e di chiarezza cristal-
lina, essa costituisce inoltre una piacevole
• R. GERVASO, I fratelli maledetti. Storia lettura. Anche se non est hic locus, desi-
della massoneria. Milano, Bompiani, deriamo comunque segnalare pure le parti
1996. relative all’epoca contemporanea, giacché
La storia della Massoneria che Roberto rivelano un’ottima capacità di sintesi,
Gervaso presenta in questo volume ha il accuratezza e moderazione.
pregio, pur non mancando di una solida e
meditata documentazione, di farsi leggere • G.M. CAZZANIGA, La religione dei
come un romanzo. Il celeberrimo scrittore moderni (1999). Pisa, ETS, 2001.
utilizza una grande varietà di fatti e fatte- Gian Mario Cazzaniga - il massimo
relli inserendoli in un ritmo narrativo studioso italiano della Massoneria nel
incalzante e talora davvero avvincente. Settecento e nel primo Ottocento, che per
Ma le peculiarità più interessanti del- lunghi anni ha sondato in maniera instan-
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Piccola guida per orientarsi nella storia della Massoneria settecentesca, D. Monda
cabile e innovativa la storia moderna del- deriva infatti da religare, ossia “unire”.
l’universo latomistico - mostra perspica- Quanto alle religioni confessionali, la
cemente, in questo grande libro, come le Massoneria nasce come “metareligione
logge del Settecento e del primo che non nega l’esistenza delle confessioni
Ottocento abbiano rappresentato in cui la maggior parte dei Massoni stes-
un inesauribile “laboratorio” di si si riconoscono, ma vuole essere una
nuove forme del vivere asso- sede in cui gli uomini di buona volontà
ciato e di tutti gli elementi possano parlare, possano dia-
ideologici costitutivi della logare. Aggiunge
modernità occidentale; sotto- quindi che, a
linea inoltre con energia il suo parere, le
cospicuo contributo fornito radici filosofiche
dalle logge europee ai pro- della Massoneria settecentesca, conside-
cessi di costruzione delle rata come una sorta di “laboratorio” o di
identità collettive e della “officina”, sono da considerarsi neoclas-
forma politica dello siche e neostoiche, all’interno di una cri-
Stato-Nazione. stianità non confessionale; invece, circa la
La “religione dei vexata quaestio dei rapporti fra
moderni”, ossia la politi- Massoneria ed Illuminismo, lo studioso si
ca, è fondata su forme asso- dichiara convinto che i due grandi feno-
ciative originali, i partiti politici di massa meni in parte abbiano interagito ed in
e le unioni sindacali, costruite mediante parte si siano identificati, in quanto
rituali di fratellanza artificiale, simbolo- entrambi sono stati dei veri e propri labo-
gie e liturgie identitarie, la cui ripetizione ratori fondanti della politica dei moderni.
produce appartenenza, sviluppando un Nel prosieguo del dialogo, il Cazzaniga
comune sentire e comuni pratiche di vita. viene invitato ad esprimersi su problemi
E se le crepe nella sovranità degli stati forti ed inquietanti, quali, per esempio,
nazionali mettono in crisi i partiti politici quello che può e potrà essere il ruolo, o
e i sindacati, la transizione in atto, lungi l’impatto, degli ideali massonici nel
dall’essere una negazione dei princìpi mondo globalizzato e nelle nuove realtà
costitutivi della modernità, è in realtà multiculturali. Lo studioso, a questo pro-
un’affermazione radicale di essa. posito, rileva una contraddizione vistosa:
In un’eloquente intervista apparsa su se è vero che la Massoneria ha avuto, nel-
Hiram nel 2000, l’autore de La religione l’epoca contemporanea, un ruolo cultura-
dei moderni precisa immediatamente il le sostanzialmente modesto, è altrettanto
significato e le ragioni del titolo della sua vero – ed è sotto gli occhi di tutti - che
opera: la “religione dei moderni” è la molto di quello che succede oggi nelle
politica dei moderni, che si concretizza organizzazioni internazionali sembra
nella democrazia rappresentativa fondata essere in qualche modo un realizzarsi del
sui partiti di massa. Il termine “religione” programma massonico settecentesco.
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FILOSOFIA E MASSONERIA NEL SECOLO DEI LUMI
di Aurelia Delfino
Scuola di Alti Studi di Modena
L Venturino su Henry de
Boulainvilliers ha tra gli altri,
innumerevoli, un pregio che mi capita
donerà la delusione, ma ho in mente la
riproduzione del ritratto del giovane
Boulainvilliers che viene offerta prima
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FILOSOFIA E MASSONERIA NEL SECOLO DEI LUMI
esercitata dalla lettura che Boulainvilliers accede a un universo già costituito e allo
ha offerto del pensiero di Spinoza. stesso tempo si trova al suo centro con
L’Essai del conte sera le bréviaire du spi- l’onere di ri-narrarlo e reinterpretarlo, ben
nozisme au XVIIIe siècle; il dispensera rappresenta l’uomo che coltiverà l’astro-
bien souvent Voltaire et Diderot de recou- logia e che riceverà quasi istintivamente il
rir au texte latin4. Ma senza trapassare gli senso dello spinoziano deus sive natura.
anni, i primi lettori e commentatori del Alla fine del Seicento l’astrologia
prezioso breviario si possono senza dub- occupa un posto ormai secondario nella
bio identificare nei membri della Coterie. cultura francese; a sottolinearlo dando
L’interpretazione cui il conte sottopone il affondo alla critica razionalistica ci aveva
sistema spinoziano ha dei luoghi peculia- badato, nel 1683, il brillante Pierre Bayle
ri. Se perdonerà la lunga introduzione, è delle Pensées diverses à l’occasion de la
proprio all’esposizione di alcuni di questi Comète. In alcuni luoghi, anche il nostro
luoghi che il lettore mi concederà di Boulainvilliers non si sottrae alla simpati-
accompagnarlo. Ma prima di giungere ca minimizzazione di questa sapienza,
alla breve analisi, il percorso tornerà fuga- descrivendola come qualcosa che trouve
cemente al ritratto di quel diciottenne. des approbateurs et elle donne des
Nel pensare i luoghi della “distanza” entrées favorables chez les dames (de
tra Spinoza e il suo interprete Boulainviller 1975: 268). Tuttavia la con-
Boulainvilliers mi sono sino ad oggi tro- sistente produzione del conte su questo
vata a usare, quasi automaticamente, ter- tema parla di un atteggiamento ben diffe-
mini come “fraintendimento” se non “rot- rente. Essa è sì animata dall’intento di
tura”. In un istante particolare, la cui riformare profondamente il suo oggetto,
rievocazione mi trovo, mio malgrado, a soprattutto per metterlo al riparo proprio
imporre a chi legge, proprio il ritratto dalle critiche del razionalismo, ma con
offerto da Venturino ha suggerito come ciò indica esplicitamente un compito che
nuovo compito l’idea di misurare il senso conferisce all’astrologia una centralità a
di questa “distanza” attraverso la passione tratti sorprendente.
di Boulainvilliers per l’astrologia. Il Per lo storico delle idee, la dedizione di
ragazzo che attraverso la nobile nascita Boulainvilliers nei confronti dell’astrolo-
4 Vernière 1982: 322. La definizione si riferisce all’opera citata di Boulainvilliers del 1731,
cioè l’Essai de Métaphysique dans les principes de B... de Sp..., (d’ora in poi semplicemente Essai).
Vernière fornisce inoltre un elenco dei passi dell’opera di Voltaire che citano l’Essai (cfr. op. cit., p.
515n). Il resoconto è accompagnato da un’aperta dichiarazione: Évidemment, comme la plupart des
contemporains, Voltaire ne lit pas l’Éthique dans le texte: les Opera Posthuma lui sont inconnus et
jamais il ne citera la corrispondance ou le traité De emendatione intellectus. Tout ce dont il dispose,
c’est de la paraphrase banale et incomplète du comte de Boulainviller éditée à Bruxelles en 1731 par
l’abbé Lenglet-Dufresnoy: il y voit une traducion loyale et même les propres paroles de Spinoza.
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gia (come quella che sta dietro testi quali sati. In un apparentemente curioso acco-
l’Harmonices mundi di Keplero) potrebbe stamento di storia e astrologia il nostro
di per sé costituire una ragione di interes- autore riscopre l’interesse per lo studio di
se, poiché rappresenta e dimostra la persi- quegli strumenti simples et naturels, choi-
stenza del paradigma astrolo- sis par la Providence éter-
gico in un periodo che si nelle, pour l’accomplis-
estende ben al di là di sement de ses desseins,
quello rinascimentale. et pour triompher des
Posta questa consta- vains projets de la
tazione il motivo del politique humaine
nostro interesse risie- (de Boulainvilliers
de anche nel fatto 1947: 4). Da parte
che, nel pensiero del sua, per trionfare
conte di Saint-Saire, invece dei tentativi
l’astrologia non con cui il razionali-
appare legata a una smo discredita que-
filosofia della natura sta sapienza, il nostro
di derivazione neopla- autore propone prima
tonica ed ermetica5, bensì di tutto l’abbandono
a uno sfondo teorico che, delle idee superstiziose
come proviamo a mostrare, alle quali l’astrologia si
cerca nel sistema spinoziano un trova, suo malgrado, legata pro-
nuovo punto di riferimento fondamentale. prio nel suo avere a che fare con la spe-
L’importanza dell’astrologia per ranza e il timore degli uomini che guarda-
Boulainvilliers sta nel fatto che essa rap- no all’avvenire6. Si tratta di una constata-
presenta un paradigma atto a ricostruire zione che già mette in comunicazione il
l’ordine necessario degli avvenimenti del testo di Boulainvilliers con la spiegazione
mondo naturale e umano. Si tratta di una spinoziana sull’origine della superstizio-
concezione originale e che sorprende ne7, ma con l’intento di passare ad analiz-
soprattutto nel momento in cui pone il ter- zare da vicino l’interpretazione che il
reno proprio di questo sapere non nella conte fornisce dell’Ethica di Spinoza
previsione del futuro, ma nella compren- offriamo ancora l’esposizione del terzo
sione delle cause degli avvenimenti pas- punto della riforma dell’astrologia che
5 Per uno studio di questo legame riguardato, in altra produzione, come tradizionale si posso-
no ad esempio vedere i lavori di Garin (1955: 7-19 e 1957).
6 Così le parole di Boulainvilliers (1974: 101): éloigner toutes les idées superstitieuses, mal
convenantes à la nature, ou qui sont le fruit manifeste de l’inquiétude des hommes avides de l’avenir.
7 Cfr. Spinoza 1980: 1-2.
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10 Contre lequel je ne crois pas que l’on puisse raisonnablement fomer d’incident, sous le pré-
texte de la forme de l’argumentation qui y est contenue, parce que son sujet est une notion indubita-
ble, de Boulainvilliers (1973: 87).
11 Or mon sentiment, qui me prouve ma propre existence, me fait connaître avec la même certi-
tude celle de plusieurs autres choses. Je ne suis pas le seul homme qui pense; j’en vois plusieurs autres
qui pensent [...]. Je trouve la même propriété [il sentimento] en plusieurs sujets, outre les hommes. Peut-
être même que leur sentiment est accompagné de pensée; du moins paraît-il qu’ils ont une voix pour
l’exprimer. Mais leur expression ne m’est pas entièrement intelligible. [...] Enfin, je ne suis pas le seul
être qui ait de l’extension; je vois des corps étendus comme je le suis moi-même, mais ces corps ne para-
issent avoir aucun sentiment, ce qui me fait conclure qu’ils n’ont point aussi de pensée. Ibidem.
12 In questo modo di procedere, alcuni studiosi hanno individuato una traccia dell’influenza di
Malebranche. J. Deprun (1990: 30) sottolinea così le affinità lessicali tra i due: Être en général [...] Être
abstrait et général, Être absolument général, Être absolu et général [...] Quant aux expressions précé-
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Il conte Henry de Boulainvilliers tra spinozismo e astrologia, A. Delfino
demment citées, elles ne sont pas spinozistes, mais malebranchistes. Stefano Brogi (1993: 162-163) si
esprime in questi termini: Tutta questa argomentazione iniziale dell’Essay risente fortemente dell’in-
fluenza di Malebranche, di cui è nota la tendenza ad identificare l’idea di Dio con l’idea dell’Essere in
generale (l’Essere senza restrizioni), a cui appartiene necessariamente di esistere. Da parte nostra, come
questo intero articolo intende pacatamente proporre, riteniamo che, soprattutto attravreso le considera-
zioni sugli attributi di questo essere, sia di estremo interesse guardare al carattere di totalità, al modello
del grand tout che esso rappresenta. Un modello che, vista la consuetudine di Boulainvilliers con l’a-
strologia, potrebbe aver inciso direttamente forse più del confronto con i citati grandi autori coevi.
13 Je suis donc convaincu par raison qu’il y a un Etre absolu et nécessaire, et par sentiment qu’il
y en a plusieurs particuliers qui ne sont ni absolus, ni nécessaires [...], de Boulainvilliers (1973: 88-89).
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17 Le premier de ces attributs est l’existence necessaire; [...]. Le second de ces attributs est l’u-
nité; [...]. La substance étant une et nécessaire, je conclus qu’elle est infinie [...], de Boulainvilliers
(1973: 91-92, e passim).
18 Il chiarimento offerto in proposito da Emilia Giancotti Boscherini è di fondamentale impor-
tanza. La studiosa si sofferma nel paragone tra l’accezione scolastico-cartesiana del termine attributo
e quella spinoziana. La scolastica distingueva tra attributi essenziali o necessari e attributi accidentali.
I primi stanno con una sostanza in un rapporto di reale identità; i secondi ineriscono alla sostanza in
modo esterno, contingente e sono dunque determinazioni formali. In conformità alla definizione IV
della Prima parte dell’Ethica deduciamo che Spinoza adotta il termine attributo nella prima accezione:
Per Spinoza sono dunque attributi della sostanza o Dio la cogitatio e l’extensio, mentre sono sue pro-
prietà l’infinità, l’eternità, l’indivisibilità (Spinoza 1993: 323n).
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19 Con questa espressione ci rifacciamo sia alla dichiarazione esplicita dell’Abrégé des opi-
nions, che all’impostazione che nell’Essai sembra introdurre una differenza qualitativa tra estensione,
pensiero ed esistenza necessaria, unicità, infinità.
20 Per causa di sé intendo ciò la cui essenza implica l’esistenza, ossia ciò la cui natura non può
essere concepita se non come esistente, Spinoza (1993: 87).
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Il conte Henry de Boulainvilliers tra spinozismo e astrologia, A. Delfino
riferita alla sostanza in forza di un rigoro- giungere alla dimostrazione della sua uni-
so procedimento che muove dagli attribu- cità. Boulainvilliers, invece, attraverso il
ti conoscibili: estensione e pensiero. modello dell’astrologia, semplicemente
Spinoza stabilisce progressivamente l’esi- ritrova l’unicità della sostanza, anche nel
stenza di una sola passaggio attraverso il lessico spinoziano.
sostanza cui inerisca In altre parole per il conte
un determinato attri- la sostanza è prima di
buto (prop. 5, I). Da tutto unica, infinita ed
ciò segue la proprietà eterna, mentre solo
della sostanza di essere secondariamente viene defi-
causa sui (prop. 3, I e propp. nita come costituita da esten-
6, 7, I). Si dimostra poi che la sione e pensiero.
sostanza è infinita e che il suo Questa priorità nel-
grado di realtà dipende dalla quantità di l’ordine della defini-
attributi che le competono (per la defini- zione sembra relegare gli
zione 4, I e per la prop. 9, I). La conse- attributi al ruolo di predicazioni seconda-
guenza è quindi l’eliminazione della con- rie. Con lo stesso schema l’Essai tratterà
traddizione nell’assegnare a una sostanza quella particolare modificazione della
una pluralità di attributi (scolio alla prop. sostanza che si dice individuo. Anche in
10, I). Solo in seguito alla conquista di tali questo caso l’uomo verrà prima definito
certezze la sostanza è posta nella sua vera come unità, per poi riferire ad esso gli
identità con Dio quale infinita, indivisibi- attributi di estensione e pensiero nella
le e unica (propp. 11, 12, 13 e 14, I). forma finita: corpo e mente.
Mentre dunque Spinoza muove dall’i- L’assunzione a priori dell’unicità della
potesi della pluralità per giungere alla sostanza è un elemento di estrema rile-
sostanza unica come principio ontologico vanza per compiere una riflessione sul
ed esplicativo del reale, Boulainvilliers modo in cui Boulainvilliers penetra nel
sembra accedere nuovamente a questo contenuto dell’Ethica. L’Essai ha un rap-
concetto in base alla ripetizione istintiva porto diretto e profondo con l’opera spi-
del paradigma astrologico. Esso rifugge la noziana; tuttavia il suo particolare proce-
fatica apodittica per avere da sempre dimento rende superflua la confutazione
davanti a sé il risultato dell’identificazione dell’ipotesi di una pluralità di sostanze.
del concetto di essere universale con l’uni- Non è allora possibile trascurare una valu-
tà della realtà naturale. La differenza tra le tazione su ciò che l’assenza di questa ipo-
due impostazioni per quanto riguarda lo tesi ci rivela: il pensatore francese, al con-
statuto degli attributi, estensione e pensie- trario di Spinoza, sembra non tenere come
ro, è allora chiara. Nell’argomentazione obiettivo di critica la filosofia cartesiana.
dell’Ethica i due attributi definiscono l’es- Proprio attraverso questa grande assenza,
senza della sostanza, essi servono per da parte nostra, proviamo a rileggere la
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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Pratique des Règles d’Astrologie pour juger des evenements generaux. Garches, Nouvel Humanisme.
Boulainvilliers de, H. (1973) Essai de Métaphysique dans les principes de B... de Sp.... In Œuvres
Philosophiques, a cura di R. Simon. La Haye Martinus Nijhoff, vol. I, pp. 83-212.
Boulainvilliers de, H. (1975) Œuvres Philosophiques. La Haye, Martinus Nijhoff, vol. II.
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Deprun, J. (1990) Boulainviller et Spinoza. Notes sur l’Essai de métaphysique dans les principes de B...
de Sp.... In Spinoza au XVIIIe siècle. Actes des Journées d’Études organisées les 6 et 13 décembre 1987
à la Sorbonne, a cura di O.R. Bloch. Paris, Méridiens Klincksieck.
Fréret, N. (1825) Éloge de Fréret. In Œuvres complètes de Fréret, vol. I. Paris, Champollion-Figeac.
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Vernière, P. (1982) Spinoza et la pensée française avant la Révolution. Paris, PUF.
Wade, I.O (1938) The Clandestine Organisation and Diffusion of Philosophic Ideas in France from 1700
to 1750. Princeton-London, Princeton University Press.
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This essay wants to show how some classical age styles of thought have been inhe-
rited by the contemporary world. Even if they changed their meaning after the
Enlightenment, they influence still today opinions of philosophers, men of letters
and scholars. Gnosticism, Hermetism, Stoicism and Cynism are not phenomena
limited to the time of their origin, but are ways of thinking and living the present,
that don’t stop to spread and develop among the contemporaries.
1 Su Giordano Bruno, oltre al rinvio ovvio alle opere della Yates (19985; 20012 etc.) va ricorda-
to quantomeno l’ approccio del tutto differente per non dire opposto di Mancini (1999). Mentre la Yates
privilegia il Giordano Bruno erede della tradizione classica, della filosofia greca e dell’esoterismo anti-
co, Mancini rivitalizza in Bruno soprattutto il suo carattere anticipatorio del razionalismo moderno.
2 Spinoza è attualmente oggetto di una rivalutazione che ha dato luogo a significative produ-
zioni critiche, vedi ad es. i titoli della collana “Spinoziana” diretta da Diodato e V. Morfino, e che appa-
re per i tipi delle edizioni Ghibli di Milano. Dello stesso Morfino va ricordato, per chi volesse tema-
tizzare e approfondire alcune delle affermazioni su Spinoza contenute nella presente prefazione, il
volume Spinoza e Machiavelli (2000).
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FILOSOFIA E MASSONERIA NEL SECOLO DEI LUMI
radicale che ancor oggi, nell’apparente serie di strategie che, riplasmate nel
trionfo dei sistemi democratici e liberali, Settecento dall’Illuminismo, sono giunte
stenta ad affermarsi appieno. Ma Spinoza a caratterizzare stili di pensiero che danno
è a sua volta in dialogo strettissimo con le un’impronta significativa alla cultura dei
dottrine di quello stesso Cartesio che del moderni. Scopo delle note che seguono
Secolo dei lumi è a sua volta il padre, ben vuol essere un’indagine su
più riconosciuto dai moderni commenta- alcuni di questi stili cul-
tori. Ma se è universal- turali, attraverso alcune
mente accolto il immagini che danno
ruolo dello necessariamente, a
stringente parere di chi scrive,
ragionamento una visione più
del Discorso significativa
sul metodo nella delle tradi-
nascita di un zionali divi-
modo di ragio- sioni cultu-
nare stretta- rali tra pro-
mente razionale, gresso e
per lo più si reazione, innova-
tende a dimenticare come la stessa filoso- zione e tradizione, passato e futuro4. Per
fia cartesiana, a detta dello stesso interes- chi scrive, l’Illuminismo è dunque un
sato, traesse origine da un sogno3, che si archetipo “illuminante”. Ma alle sue spal-
presenta a sua volta come rivelazione di le, posto cronologicamente prima e anche
un sapere antico piuttosto che una propo- dopo di esso, si aggira il fantasma di una
sizione del tutto nuova e originale. transizione permanente, che plasma abiti
L’età classica, che precede cronologi- mentali più che essenze. E’ lo spettro di
camente la rivoluzione scientifica di una liberazione possibile, dalla sofferenza
Copernico, Galileo e Newton, non ha ces- e dal male, dall’ottusità e dal destino, che
sato di fornire chiavi di lettura del mondo ha caratterizzato, secondo il titolo di
per tutto il Secolo dei Lumi, e si presenta un’opera felice, la religione dei moderni5
come la camera delle meraviglie di una e che non cessa di animarci.
3 La notizia e il contenuto del sogno, anzi dei tre sogni di Cartesio è contenuta nel testo del suo
biografo settecentesco Adrien Baillet (Vita di monsieur Descartes, 1996), che contiene anche la trascri-
zione dei sogni stessi dello stesso Cartesio, il quale da quegli scritti non si separava mai, come se fos-
sero stati un testo apotropaico.
4 Cfr. Perniola 19892.
5 Cfr. Cazzaniga 20012.
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Metamorfosi e stili del moderno. Dal neo-cinismo al neo-stoicismo, P. Dalla Vigna
re in Naphta qualcosa di più di un sempli- anche il difensore non solo della cultura
ce “pensatore reazionario”, che utilizza occidentale, ma anche della “razza” euro-
argomenti in apparenza seducenti ma pea, che suole contrapporre, con teorie di
manifestamente sofistici. stampo prettamente lombrosiano,
L’illuminista Settembrini, alle stirpi slave, asiatiche, e più
dal canto suo, non potreb- genericamente a tutti i popoli
be prevalere, non essen- esterni all’Europa occiden-
do in grado, per la sua tale. Il razzismo genetista,
collocazione di classe, destinato poi (il romanzo è
da intellettuale piccolo- ambientato alla vigilia della
borghese, di formulare prima guerra mondiale, ma
una critica complessiva in realtà è stato scritto agli
dello sfuttamento capita- albori della seconda) a trova-
listico, che anzi sostiene re la sua compiuta espressione
come valore positivo. In ultima con il nazionalsocialismo, trovereb-
analisi, dunque, per Lukács Naphta sareb- be così un precursore proprio nel democra-
be una sorta di protonazista, mentre tico Settembrini! Al contrario, il reaziona-
Settembrini riassumerebbe in sé vizi e rio Naphta, difensore delle gerarchie feu-
virtù degli intellettuali borghesi del primo dali e persino dell’astrologia, mostra in
Novecento, incapaci per lo più di “elevar- altri momenti dei tratti stranamente populi-
si” alla democrazia reale, consistente nella stici, o addirittura comunisti, e un interna-
lotta per l’edificazione del socialismo. zionalismo politico quantomeno sospetto.
Una lettura non aprioristica del testo di La stessa origine ebraica di Naphta non è
Mann, anche senza le precisazioni che, presentata soltanto come un fatto anagrafi-
d’altronde, lo stesso autore ha comunque co occasionale, o di colore, ma viene
fornito altrove8, mostra una realtà ben più lasciata trasparire nel suo stesso slancio
complessa delle posizioni dei due peda- messianico, che si apparenta ad una menta-
goghi intenti a contendersi “l’anima” del lità per nulla incline al compromesso e alle
povero Castorp. mediazioni politico-culturali. Oltretutto, in
Infatti, Settembrini non è soltanto il sin- ogni caso, diventa difficile pensare che
cero democratico che aborre il feudalesi- Mann avrebbe potuto esser così cinico da
mo, il fanatismo religioso, nonché i valori rappresentare come portatore di ideologie
retrivi della tradizione e la politica della nazionalsocialiste, sia pure in nuce, un
chiesa cattolica, salvando soltanto il cri- membro del popolo che, in quel mentre,
stianesimo delle origini, per il suo portato stava per divenire la vittima principale del-
“progressista”. Settembrini, al contempo, è l’olocausto. Inoltre, lo stesso Naphta, che
non teme affatto l’uso della violenza per poté conoscere personalmente e che gli
l’instaurazione del regno spirituale che lui destò la più viva impressione. Yves
stesso auspica, ha a sua volta buon gioco Bourdet, tra gli altri, ha dedicato un inte-
nel mostrare la natura bellicista delle teorie ro studio a questa tesi10.
di Settembrini, che vuol Ma l’autore delle Riflessioni di un
fondare il proprio impolitico11 che, senza dubbio, prima di
mondo democratico essere un saggista è un grandissimo inter-
anche con l’uso della prete della complessità dell’animo
violenza, del tiranni- umano, ha tracciato, a nostro pare-
cidio e della stessa re, qualcosa di più di un semplice
guerra. Dal punto di ritratto di costume tra due tipolo-
vista di Castorp, dubbioso e gie filosofiche in antagonismo dia-
perplesso oggetto delle contese, lettico, e non si è limitato
in realtà spesso provocatore e neppure a riprodurre qualche
giudice occulto di queste, troppe figura intellettuale del suo
volte il confronto tra i due rivali si tempo. Le posizioni di
esaurisce in una “grande confusio- Naphta e Settembrini sono
ne”. Lo scontro dava luogo a uno irriducibili a una dialettica rigi-
spazio linguistico mobile e da di opposti standardizzati,
disordinato, in cui, tra gli spetta- perché rappresentano la capa-
tori e forse tra gli stessi protago- cità transizionale delle idee e
nisti, nessuno più sapeva quale dei due dei soggetti, sono la riproduzio-
personaggi fosse il religioso e quale il ne di pensieri in trasformazione
libero pensatore9. che possono di volta in volta articolarsi in
Negli scontri tra Naphta e Settembrini, sistemi e dimensioni imprevedibili.
è generalmente quest’ultimo a trovarsi in In verità, le posizioni “anomale” di un
maggiore difficoltà, dal momento che personaggio come Naphta, reazionario e
sorge il fondato sospetto che i suoi stessi rivoluzionario al contempo, o di
principi siano un sottile velo ideologico, Settembrini, progressista illuminato e
atto a coprire l’eterna peccaminosa essen- contemporaneamente razzista, possono
za degli esseri umani. stupire solo chi ritenga ancora, ingenua-
Tra l’altro, sembra assodato che il per- mente, che progresso e reazione, sociali-
sonaggio di Naphta sia una versione tra- smo e barbarie, libertà e oppressione
sfigurata dello stesso Lukács, che Mann siano antinomie che si presentano sempre
in modo netto e puro, e che siano tra loro sferire l’accento di un paradigma ideolo-
irriducibili. Ma l’opacità, più volte sotto- gico in una direzione che lo rende irrico-
lineata, del sociale12, non consente di noscibile, o addirittura antinomico a se
individuare terreni ideologici stesso. E ciò dipende in primo luogo
così distinti: non è casuale, dall’ambiguità permanente
come ogni sociolo- che caratterizza i rapporti
go ben sa, che basti umani, ambiguità che è
riformulare una essenziale anche e soprat-
catena di doman- tutto nel linguaggio,
de in modo diffe- che è campo di battaglia
rente per ottenere privilegiato, tra gli altri,
risposte diverse per gli esseri umani.
dal medesimo Peculiarmente l’ambi-
campione di per- guità sembra inoltre esse-
sone. La famosa re una caratteristica di
inchiesta della Scuola questo tempo, dell’epoca della
di Francoforte sull’autori- serialità e della riproducibilità
tarismo della società tedesca degli anni tecnica, l’epoca delle rivoluzioni indu-
Venti potè scoprire le tendenze sciovini- striali e delle guerre mondiali, della reifi-
ste e razziste che di lì a poco si sarebbero cazione planetaria e del “feticismo della
manifestate, travolgendo la Repubblica di merce”. Proprio l”ambiguità, il sincreti-
Weimar, anche perché l’indagine non smo, il camaleontismo dell’occasione,
tenne conto delle ideologie di facciata dei hanno consentito a quest’età moderna di
singoli o dei gruppi campionati13. Se si superare con successo le contrapposizio-
ammette che le ideologie, a prescindere ni – dapprima dichiarate epocali e insolu-
dai caratteri con cui si rappresentano, bili – tra ideologie che si volevano in
sono sempre il portato di condizioni mate- lotta per l’egemonia mondiale e per l’edi-
riali e dei rapporti sociali del loro tempo, ficazione dell’“uomo nuovo”.
le stesse filiazioni ideologiche, da una Stili di vita e di pensiero identificati
generazione all’altra, e in relazione alle con culture e mondi considerati tra loro
trasformazioni epocali, possono cambiare inconciliabili, come cristianesimo e libe-
di segno. I principali modelli di pensiero, ralismo, socialismo e capitalismo, demo-
nella loro complessità, e grazie a questa, crazia e fascismo, e così via, si sono con-
contengono una fluidità sufficiente a tra- tinuamente intrecciati nella politica con-
12 Sul sociale come fondo oscuro, vedi: Baudrillard (1978). Per una valutazione in positivo
dello stesso problema, vedi Foucault (19992).
13 Cfr. Aa. Vv. (1936). Sulle ricerche della Scuola di Francoforte, vedi anche: Jay (1973);
Wiggersaus (1990).
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Metamorfosi e stili del moderno. Dal neo-cinismo al neo-stoicismo, P. Dalla Vigna
creta degli ultimi due secoli, costruendo sistema, all’interno di un preciso e irripeti-
la più varia e opportunistica trama delle bile contesto storico. L’uniformazione di
coappartenenze di fatto. Adorno e nazionalsocialismo e stalinismo, ad esem-
Horkheimer, ad esempio, con pio, per quanto l’orrore per ciò che da
Dialettica dell’illuminismo, hanno questi regimi è derivato possa avvici-
potuto svelare i sottili legami di narli, finisce col precludere la compren-
continuità teorica e pratica tra lo sione di entrambi i fenomeni. Inoltre, la
stato liberale e la dittatura fasci- risultante di simili equiparazioni, nel caso
sta, mentre, d’altro canto, lo della Arendt, diviene la difesa di una
stesso fascismo, per troppi democrazia senza attributi precisi, che si
versi omologo, “gemello rivela piuttosto astratta e di maniera. E
mostruoso” del socialismo, con tuttavia, le analisi della Arendt, ricercan-
la sua emulazione di molte parole do in alcuni eventi temporali e in certe
d’ordine e delle strutture orga- organizzazioni sociali una matrice tota-
nizzate del movimento operaio litaria, contribuiscono alla definizione,
per la disciplinazione dell’in- tuttora in corso, di una forma delle isti-
tero corpo sociale, getta tuzioni totali, che si specifica anche
più di un’ombra sulla pre- nelle realtà statuali.
sunta innocenza delle Ancor più specifiche ed effet-
stesse concezioni socia- tuali, nel loro volersi mantenere
liste, rispetto all’origine al livello più segmentato della
del totalitarismo14. realtà, si rivelano, a questo pro-
Il rischio di un’analisi posito, le opere di Michel
del totalitarismo condot- Foucault16: nelle sue ricerche
ta a partire dalla verifica sui micropoteri diffusi, sulle isti-
delle affinità, oltre la parvenza tuzioni totali nelle loro procedure quoti-
delle proclamazioni ideologiche, è certo diane, quest’ultimo scopre l’autentica
concreto: anche Hannah Arendt, che al coercizione non solo nelle pratiche ogget-
totalitarismo ha dedicato una delle sue to di contenzioso sociale o di conflitto,
opere principali15, finisce col dare al con- ma anche e soprattutto nelle pratiche di
cetto una dimensione per così dire “totali- potere accettate quasi universalmente
taria”, che concede poco alle differenze tra come legittime e razionali. La messa in
sistemi sociali e alla specificità di ciascun luce di un dispositivo di potere di tale
natura, può esercitarsi in particolare in sua rapidità, a contribuire alla fluidità delle
quegli ambiti di attività sociale condensa- idee stesse. Una stessa componente sociale
ta e concentrata che sono le cosiddette può sviluppare, in tempi diversi, indirizzi di
istituzioni totali, manicomi, carceri, clini- pensiero di natura addirittura opposta, per-
che, collegi etc., dove la tempo- ché continuamente cambiano gli
ralità e la spazialità sono scenari e i processi di svilup-
disciplinate in modo più po, la collocazione di
rigido che altrove e dove ognuno nel sistema pro-
le procedure di discipli- duttivo e così via.
nazione dei corpi sono Questa difficoltà pro-
particolarmente visibili pria del ricondurre, senza
ed efficaci. Le istituzioni peccare di schematismo e
totali, o i luoghi eteroto- di dogmatismo, un sistema
pici, come li ha definiti in di pensiero alla sua colloca-
più occasioni lo stesso zione sociale determinata è
Foucault, costituiscono un appa- stata evidenziata in più luoghi e da più
rato molto più esplicativo della reale natu- autori, da Walter Benjamin, ad esempio, o
ra di un regime, che non tutte le formali anche, da Jean-Paul Sartre17. E la questio-
dichiarazioni sui diritti dell’uomo e del ne assume in Mann una dimensione parti-
cittadino, o sulla società senza classi. colarmente interessante, in quanto il suo
Nella sua apparente esteriorità al mondo, approccio estetico, del tutto privo di mito-
potendo guardare alle vicende umane dal- logie esistenziali, affronta anche le posi-
l’alto del suo orizzonte montano, immerso zioni filosofiche a cui fa riferimento con un
nella narcisistica riproduzione delle sue approccio del tutto originale: un punto di
pratiche curative, il sanatorio narrato da vista che ha fatto suggerire a Marguerite
Mann nel suo più pedagogico romanzo, è Yourcenar la definizione di “umanista
proprio una di queste istituzioni estreme. ermetico”. La definizione di ermetico usata
All’interno di questo orizzonte, asfittico da quest’ultima inerisce l’interesse man-
eppure così completo, pieno, Mann illustra niano per la magica saggezza i cui segreti,
le operazioni di continuo intersecarsi di sussurrati o sottintesi fluttuano tra le
ideologie, il cui originario legame sociale è righe, destinati, sembra, a restare voluta-
venuto meno, non per estinzione o libertà mente inosservati il più possibile, per la
assoluta conquistata dalle idee sulle proprie presenza delle grandi entità che dominano
condizioni d’origine, ma perché è il cam- la tradizione germanica: lo Spirito della
biamento stesso di quelle condizioni, con la Terra, le madri, il Diavolo e la Morte, una
17 Sullo spaesamento in Walter Benjamin, vedi soprattutto Benjamin (1982). Per le posizioni di
Jean-Paul Sartre, vedi tra l’altro Sartre (1960).
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Metamorfosi e stili del moderno. Dal neo-cinismo al neo-stoicismo, P. Dalla Vigna
morte più attiva, più virulenta che altrove, Il senso che il riferimento a Mann ha in
misteriosamente commista con la vita stes- questa sede è proprio questo: iniziare a
sa e talvolta dotata degli attributi delineare, proprio con riferi-
stessi dell’amore18. mento alla produzione di un
La definizione di Thomas autore “ermetico” contem-
Mann come autore “ermeti- poraneo, capace di ricer-
co” vale non solo e non care l’essenza nel molte-
tanto per gli elementi magici plice e nell’eterogeneo,
dell’esistenza che tanta la condizione propria di
parte hanno nella sua opera, una corrente “ermetica”
né per i riferimenti esplicita- che è anch’essa riscontrabile,
mente o sotterraneamente legati ad un anche se con esiti non sempre altret-
esoterismo letterario di tipo “faustia- tanto felici, nella cultura contempo-
no”. Ermetica, e nel senso più prossi- ranea. Ma è tempo di specificare
mo a quello dell’ermetismo storico, è cosa si intenda qui per ermetismo.
la modalità con cui Mann mostra la
natura complessa dell’esperienza vita- 2. Neo-ermetismo
le: una mescolanza indistricabile e
imprescindibile di elementi affettivi e L’ermetismo classico si costruisce
idealità, che si stratifica in una sorta di come corrente letteraria teologico-filoso-
profondità geologica. fica, e fors’anche come culto religioso
Le tematiche filosofiche, tutte compre- organico, a partire dal III-II Secolo a. C.,
se nello spazio apertosi tra Schopenhauer e la stesura definitiva dei suoi principali
e Nietzsche, o quelle teologiche che i pro- trattati sembra databile, secondo padre
tagonisti dei suoi romanzi affrontano, non Festugiére20, intorno al II Secolo d. C.
sono omogenee né per argomentazione, Certi suoi aspetti, ad esempio le conce-
né per il tipo di scelta di campo cultura- zioni astrologiche, sono ancora più anti-
le19. Lo stile unificante, che convoglia in chi, e dipendono direttamente dall’incon-
un’unica narrazione la galleria dei ritratti tro tra culture eterogenee, come la tradi-
che Mann propone, va ricercato nella sua zione caldea e quella egizia, consentito
aspirazione a comprendere la natura dalla fondazione degli imperi ellenistici,
umana sì attraverso le sue aspirazioni e dopo l’impresa di Alessandro. La caratte-
dottrine, ma come un’essenza che va al di ristica comune della plurale congerie
là di queste stesse dottrine e aspirazioni. degli scritti ermetici, sempre per
21 Sartre (1947).
22 Cfr. Sloterdijk (1983).
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FILOSOFIA E MASSONERIA NEL SECOLO DEI LUMI
prassi tipica della cultura politica e del trasposta in una sorta di superficie senza
pensiero moderno, per lo meno dai tempi dimensione, dove la parvenza divora il
di Machiavelli e di Hobbes. Ma se per i tutto. La reificazione del mondo, divenu-
primi fautori di tale disincanto valeva to “cosa” in modo integrale e completo,
ancora una dimensione di tragico pessimi- conduce a una sorta di pietrificazione dei
smo sulla natura umana, e la bru- sentimenti, che, ad esempio, è stata
talalità di certe scelte si giustifi- resa magnificamente nel film Un
cava ancora con un supe- cuore d’inverno, di Claude
riore progetto, di tipo Sautet. Il protagonista di tale
sostanzialmente pacifista, i opera, incapace di accogliere
moderni eredi di in sé sentimenti come l’amo-
Talleyrand hanno rinun- re o l’amicizia, gioca cinica-
ciato a qualunque pro- mente con i sentimenti
getto sovraindividuale e altrui, al puro scopo di veri-
a lungo termine, a favore ficare in modo distaccato le pro-
di una prassi del vantaggio prie capacità di seduzione o
immediato e contingente. di reazione in circostanze
Il cinismo viene elevato difficoltose. Per un verso,
né più né meno che al tale freddezza distaccata è
freudiano “principio di efficace: il protagonista supera
realtà”. Dietro il velo delle indenne le tempeste di passione
ideologie e delle utopie, il cinismo con- che ha voluto suscitare quasi per scherzo,
temporaneo individua solo una dimensio- e riesce addirittura a praticare senza
ne dell’esistenza, quella dell’operatività risentirne psicologicamente l’eutanasia a
quotidiana per l’affermazione di sé, in un un suo antico maestro spirituale, mori-
sistema vissuto come l’unico possibile, da bondo per un male incurabile. Ma, nel-
accogliere pienamente e senza remore. l’insieme, la continuazione della vita
La realtà, così reificata, diviene così il quotidiana del protagonista, che prosegue
metro su cui si misura quella che Adorno il suo lavoro di artigiano con grande
e Horkheimer hanno voluto chiamare dedizione e con successo, nonostante
“de-ideologizzazione ideologica”23: l’assoluto non-senso della sua esistenza,
cadute tutte le ideologie tradizionali, solo rappresenta in modo impeccabile l’im-
ciò che esiste qui ed ora avrebbe diritto plosione di senso della contemporaneità,
di cittadinanza in un mondo delle idee dove il soggetto è ridotto a spettatore,
impoverito di ogni speranza di trasforma- persino quando lo spettacolo comprende
zione. La vita culturale e sociale, rinne- la vita dello spettatore stesso.
gata ogni profondità del pensiero, viene
23 Cfr. Adorno - Horkheimer (1956), vedi soprattutto la voce Ideologia, pp. 205 e sg.
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Metamorfosi e stili del moderno. Dal neo-cinismo al neo-stoicismo, P. Dalla Vigna
24 Uno studioso di Gnosi a sua volta artefice di una filosofia neo-gnostica è Hans Jonas, il cui
testo più noto in italia è Jonas (19632). Per una verifica del suo neo-gnosticismo contemporaneo, basti
qui citare il suo Il concetto di Dio dopo Auschwitz (1990). Un influsso del pensiero di Jonas è riscon-
trabile anche, tanto per fare qualche esempio, nel bel testo di Carlo Formenti, Piccole apocalissi, trac-
ce della divinità nell’ateismo contemporaneo (1991), che è una sorta di attualizzazione dello gnostici-
smo.
25 Il riferimento è al titolo di un libro di Emil Cioran, Le mauvais dèmiurge (1969). Cioran stes-
so è uno dei più coerenti tra i neo-gnostici contemporanei.
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FILOSOFIA E MASSONERIA NEL SECOLO DEI LUMI
26 Cfr. la Prefazione del 1967 di Lukács alla nuova edizione di Geschichte und
Classenbewussstsein, Berlin 1923, tr. it. di G. Piana, Storia e coscienza di classe, Milano, Sugarco, 1974.
27 Cfr. De Beauvoir (1966).
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Metamorfosi e stili del moderno. Dal neo-cinismo al neo-stoicismo, P. Dalla Vigna
30 Cfr. Foucault (1984), e la tr. it. di F. Polidori (1985). Entrambi i testi sono ora in Foucault
(1994: 115 e sg.).
31 Sull’argomento, cfr. il cap. 5 di Perniola (1986).
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Metamorfosi e stili del moderno. Dal neo-cinismo al neo-stoicismo, P. Dalla Vigna
caso, ad esempio, in sintonia con l’ap- del come si va, nietzcheanamente dallo
proccio lukácsiano –, come “peccamino- stesso allo stesso, fino alla nozione del
sa”, consentiva una piena transi- “farsi sentire”, Perniola ha volu-
zione dei saperi e dei corpi to costruire un percorso
nello spazio planetario filosofico che vuole evi-
che si pone come con- tare di lasciarsi inca-
quista e non certo strare da dicotomie
come regressione o proprie dei luoghi
oblìo dell’essere. ideologici come di
Un atteggia- quelli utopici, ma
mento positivo che pone a sua
rispetto al reale volta potentemen-
non significa te in gioco la que-
affatto sottovaluta- stione del rapporto
re i rischi, talvolta con il reale33. Nel
catastrofici, di una transito, il movimento
implosione di spazio, che pone in comunica-
causata dalla diffusione zione l’eterogeneo e avvici-
planetaria delle trasformazioni e na ciò che è distante, trova il suo
delle comunicazioni, o dagli effetti cumu- luogo l’elemento più libero della creativi-
lativi sugli ecosistemi delle potenzialità tà umana. Il movimento, di abbandono e
tecnologiche applicate alla guerra, alla di conquista, di deterritorializzazione e
produzione industriale allargata, al consu- riterritorializzazione, che può prodursi e
mo delle risorse non rinnovabili etc. Il incessantemente viene prodotto nell’azio-
rischio della catastrofe, che comunque è ne concreta degli uomini, rappresenta
un dato ineliminabile di ogni esistenza quanto di più liberatorio e potente che
singolare, non può esser usato come spau- l’essere, la carne del mondo, abbia saputo
racchio che nega la cura di sé32, intesa darsi, per contrastare la sua finitudine e
come pienezza di essere al mondo, nel insensatezza. E’ questo un movimento
rapporto continuo con la transizione, col transitorio, nomade, che attraversa il terri-
presente che ci viene incontro, e che può torio senza perimetrarlo in confini delimi-
esser accolto da un movimento di ascolto. tati e asfittici34. Con tale movimento
In questo senso, la produzione di un auto- nomadico si apre la possibilità, già inda-
re come Mario Perniola risulta altamente gata da Foucault, di costruire nuove sog-
significativa. Dalla nozione di transito, gettività a partire da un impersonale, che
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In the framework of the illuministic culture of the second half of the IXX° century,
the Author enters the role played by Lessing in the diffusion of the Spinozian
Immanentism and discusses the following impact of the ideas of Fichte with strict
regard to the educational function of the masonic Institution.
Più tardi, Amedeo Fichte, fratello del illumina lo Spirito. Sta scritto: in princi-
Fichte fondatore dell’Idealismo moderno, pio era il pensiero, medita bene codesto
identificherà significativamente Dio con primo verso; che la tua penna non abbia
l’ordine morale del mondo. L’uomo si troppa fretta. E’ proprio il pensiero che
adegua a Dio in quanto, impegnato in tutto opera e crea? Starebbe meglio: in
principio era l’energia. Ma nel momento
un’eterna lotta cerca di assicurare la vitto-
stesso che metto giù la parola, qualcosa
ria dell’Io (ragione) sul non- mi avverte che non mi ci fermerò.
Io (istinto). L’essere Ecco, lo Spirito m’aiuta; pren-
tende al “dover esse- do d’un tratto consiglio e
re”, un “dover scrivo sicuro: in principio
essere” sempre era l’Azion.
raggiunto e
sempre supera- In principio, dunque,
to. Quanto al cioè ab aeterno,
“dover essere” l’Azione. L’Azione
in senso assolu- volta a significare l’at-
to - un “dover tuosa, inesauribile
essere” che si potenza creatrice di Dio
ponga al di là di come pensiero in atto
questo contrasto nella costruzione di quel
dialettico -, esso non è grande Tempio che è
oggetto di ragione ma di l’Universo. Sempre facendo rife-
fede, né potrebbe, d’altra parte, rimento ai fratelli massoni è interessante
essere diversamente, in quanto si tratte- analizzare la costruzione dell’uomo e la
rebbe, ancora una volta, di una imperso- filosofia massonica in chiave simbolica.
nale e astratta perfezione non traducibile
in termini razionali. Nella realtà della Massoneria e in quel
A questo punto, ad esprimere compiu- suo nucleo essenziale che è costituito dal
tamente il concetto adeguato della divi- lavoro di Loggia svolto ritualmente, con-
nità e della sua attività creatrice, mi corrono molti e diversi elementi che si
piace citare un famoso passo del capola- richiamano a una tematica molto estesa; e
voro di Goethe. Il vecchio Faust, intento tali elementi vi concorrono spesso in rap-
a tradurre il prologo del Vangelo, nella porto dialettico, come simbolismo e chia-
penombra della sua laboriosa officina, rezza razionale, richiamo alla perennità
così si esprime: della tradizione e proiezione verso il futu-
ro, intima concentrazione e irraggiamento
In principio era il Verbo, e qui già mi verso l’esterno, insistenza su chiare e
arresto. Davvero non posso stimare il semplici verità e scandaglio di profondità
Verbo tant’alto. Chi mi aiuta al seguito? inesplorate. Fra tali coppie di elementi
Debbo tradurre altrimenti se bene mi
assai importante è anche quella costituita
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Ricerca massonica fra Illuminismo e Idealismo. Da Lessing a Fichte, W. Moncada
dal legame intimo ed organico che nella dell’Istituzione, tanto che l’evento dell’i-
Loggia viene istituito fra una pluralità di niziazione si proietta su tutto l’iter suc-
persone e la valorizzazione del singolo cessivo del massone - e deve proiettarvisi,
individuo che sin dall’inizio viene avviato altrimenti bisogna dire che esso non si è
ad adeguarsi ad un modello di uomo, perfettamente realizzato - così
senza per questo cessare di con- sul piano psicologico, della
cretarsi e identificarsi con memoria, della coscienza di
una specifica ed inconfon- sé, come sul piano che
dibile personalità. potremmo chiamare trascendentale in
Quest’ultimo ele- quanto condizione oggettiva di tutto
mento è molto impor- quanto ad essa consegue.
tante perché per suo La concatenazione di concetti
tramite si attua, come vedre- che si affianca a quella di eventi è
mo in conclusione, l’aspetto antro- ad essa strettamente collegata,
pologico dell’esperienza massonica e la fornisce i termini per identifi-
possibilità per essa di tentare la concreta carla simbolicamente, configu-
realizzazione del suddetto modello di ra il senso di un certo tipo di
uomo, prefigurando in tal modo un origi- sviluppo, al punto che pro-
nale e inconfondibile apporto alla società gressivamente l’iniziato è
del presente e del futuro. indotto, o comunque
E, infatti, entro la Massoneria vi è sia dovrebbe trovarsi indot-
una concatenazione di eventi, sia una to, a interpreta-
concatenazione di concetti di dimen- re gli eventi
sione individuale. La prima ha il suo che attraversa
preludio nel manifestarsi dell’affinità nell’ambito istitu-
elettiva che porta il profano ad avvici- zionale attraverso tali
narsi all’Istituzione secondo modalità concetti. La simbologia
che, di regola, seguono la via inversa e che vi compare è duplice, e attiene anzi-
convergente della scelta e dell’avvicina- tutto alla lavorazione della pietra, com-
mento da parte di adepti che lo conoscono piuta dal lavoratore-scalpellino che trova
e ne valutano l’idoneità; e nell’oscuro e la pietra grezza e dopo averla levigata le
meditativo soggiorno, nel Gabinetto di dà forma cubica: è chiaro che in tal modo
Riflessione. L’evento con cui propria- il massone opera su se stesso, mentre
mente assume esistenza la suddetta con- tende alla maestria, ma il suo lavoro ha
catenazione è l’iniziazione, assai forte- pure una finalità collettiva, perché la pie-
mente contrassegnata dalla dimensione tra levigata è adatta a inserirsi nella
individuale. In essa, infatti, l’attenzione costruzione. Ed è alla costruzione che si
dei partecipanti e le vicende prescritte dal riferisce la simbologia parallela dell’edi-
rituale si accentrano fortemente su colui ficazione del Tempio, che è certamente
che, per essa, entra a far parte opera collettiva, ma per la pluralità inter-
HIRAM
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FILOSOFIA E MASSONERIA NEL SECOLO DEI LUMI
pretativa con cui è lecito considerare i scritto da lui dedicato alla filosofia della
simboli può essere riferita alla stessa indi- Massoneria, i Dialoghi per Massoni
vidualità massonica del singolo, volta ad (Gespräche für Freimaurer, 1778-1780).
elevarsi al modello ideale proposto dalla
Istituzione, e tale da impegnare assidua- Quello che è l’educazione per il singolo,
mente l’attività dell’iniziato. lo è la Rivelazione per l’intero genere
umano.
In queste ed altre espressioni di pensie-
ro si può vedere lo sviluppo di una filoso-
Così suona il primo dei cento brevi
fia massonica, ma in realtà esso si è veri-
paragrafi preceduti da una pagina di intro-
ficato in stretta connessione con gli studi,
duzione, in cui consiste l’Erziehung. E il
le capacità e le esigenze di singoli indivi-
secondo paragrafo subito chiarisce:
dui formati filosoficamente, che hanno
sentito l’impulso di organizzare in espo-
L’educazione è come una rivelazione per
sizioni complessive, dotate di un signifi- il singolo uomo; e la rivelazione è un’e-
cato valido nel contesto degli indirizzi ducazione che è stata e ancora continua
speculativi prevalenti all’epoca, le loro ad essere impartita al genere umano.
interpretazioni.
Nel Settecento illuminista, il nome più Su queste premesse il filosofo disegna
noto di filosofo massone che abbia una storia religiosa dell’umanità che, par-
espresso in un’apposita opera una conce- tendo dall’Antico Testamento e passando
zione complessiva dell’Istituzione è quel- per il Nuovo, è destinata a culminare nel
lo di Gotthold Ephraim Lessing (1729- nuovo Evangelo eterno, nella rivelazione
1781). Ingegno multiforme, si fece nota- dello Spirito: l’illuminazione
re con la sua fecondissima attività di (Erleuchtung) caratterizza il consegui-
autore di teatro, di erudito, di critico di mento delle mete del progresso.
polemista. Se come autore di teatro con- In questo e in genere nei suoi scritti
quistò un posto preminente nella lettera- filosofici Lessing esprime, più volte,
tura drammatica di ogni paese; se con punti di vista caratteristici di chi ha inten-
l’insieme della sua opera letteraria si può samente meditato la propria appartenenza
dire l’iniziazione della moderna letteratu- ad un’istituzione iniziatica. Tale, per
ra tedesca, non meno cospicua, e sempre esempio, il suo attaccamento a dottrine
rilevante col maturare del suo ingegno, fu pitagoriche, sostenute in pieno clima illu-
la sua produzione filosofica, che fa di lui ministico; tale il costante presupposto di
la più geniale figura dell’Illuminismo un senso esoterico e di un senso exoteri-
tedesco (De Ruggiero). co delle dottrine religiose; tale la tenden-
Nell’ultimo decennio della sua esistenza, za a svelare solo uno strato superficiale
Lessing si dedica alla stesura del suo trat- del suo pensiero talora in apparente con-
tato sulla Educazione del genere umano traddizione con le sue convinzioni più
(Erziehung des Menschensgeschlechts, intime; alle quali peraltro riesce a intro-
1710-1789) che bene si integra con lo durre per la via indiretta nella sua conver-
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Ricerca massonica fra Illuminismo e Idealismo. Da Lessing a Fichte, W. Moncada
mor di patria è in lui l’azione; il sentimen- queste istituzioni deve essere metaforica,
to cosmopolita è il pensiero; il primo è il e quindi segreta; pertanto non può usare
fenomeno, il secondo è l’intero spirito di altro che la comunicazione orale.
questo fenomeno: l’invisibile nel visibile. Risulta chiaro, in tal modo, che il testo
stesso in cui queste cose vengono esposte
Infine, quanto al lavoro, cioè a quella non va confuso con la concretezza del
parte del fine complessivo dell’umanità sapere che è proprio ed essenziale della
inteso a far sì che la natura priva di ragio- Massoneria.
ne venga interamente sottoposta al volere
razionale, e l’essere razionale domini sul Nulla impedisce che si divulghino in que-
morto meccanismo, l’istruzione massoni- sta forma i misteri; si divulga soltanto il
ca comporta che esso non sia valutato discorso o lo scritto.
secondo estrinseche categorie economi-
che e sociali, bensì “secondo la fedeltà” Ricordiamo: chi non ha già in sé i miste-
con cui è compiuto, così da apprezzare di ri non può afferrarli. Tali misteri poi vanno
più un contadino che lavora bene la terra riscoperti col mutare dei tempi, poiché la
che un filosofo inetto. Vogliamo dire, con cultura segreta deve procedere di pari
espressione oggi in voga, secondo un cri- passo con quella pubblica nel perseguire il
terio di “qualità totale”? fine di attuarsi come cultura universalmen-
La seconda parte della seconda lezione - te umana: il sapere - è questa la conclusio-
originariamente, forse, una terza lezione -, ne -, che torna a rivolgersi all’uomo non
conclude in un certo modo relativizzando può dunque non tradursi nel fare.
l’intera “filosofia della Massoneria” di
per sé presa. Infatti, dopo aver dimostrato Rallegrati che non tutto sia come dovreb-
che le istituzioni segrete di cultura sono be essere, sì che tu abbia da lavorare.
altrettanto antiche quanto la divisione
delle classi, e costituiscono sicuramente Il residuo oggettivo dell’intera medita-
una tradizione continua attraverso tutta la zione è costituito da quel lavoro con cui il
storia, si sostiene che la forma didattica di massone costruisce se stesso. HIRAM
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Recensioni
Una distesa di terra verde e piatta. Una collina, la sola collina che io abbia incontra-
to in quest’ultima parte del viaggio. Un laghetto che sgorga dal nulla sulla sua cima,
un’opera che solo il Creatore può spiegare. A osservare questo solenne spettacolo, nel
silenzio del Minnesota sotto il sole di mezzogiorno del 31 agosto 1823, è un italiano
giunto per primo e da solo alle sorgenti più settentrionali del Mississippi, il “Padre dei
Fiumi” che nasce proprio da quel limpido specchio d’acqua.
Come si è formato questo lago? Da dove vengono le sue acque? Bisogna chiederlo
al Grande Architetto dell’Universo [...]. E’ questa la sola risposta che abbia significa-
to, per l’esploratore vestito di pelle d’alce alla maniera pellerossa, mentre scocca il
momento più magico della sua vita. L’italiano sulla vetta del mondo è un massone fiero
di esserlo. Si chiama Giacomo Costantino Beltrami. Un nome che per quasi duecento
anni l’oblio ha avvolto nel suo involucro. Vediamo di squarciare quest’involucro, per-
ché i massoni possano a loro volta scoprirsi fieri di questo loro fratello misconosciuto.
Misconosciuto, diciamo, ma non del tutto ignoto. Chi è nato a Bergamo saprà probabil-
mente che anche Beltrami è nato lì (nel 1779). Chi è marchigiano saprà forse che Beltrami
vi ha passato la maggior parte delle sua vita italiana. Ma un personaggio della sua statu-
ra meriterebbe ben altra considerazione che quella di gloria locale, visto che in America
gli viene attribuita la scoperta delle Sorgenti Giulie (fra le più importanti del Mississippi)
e che la zona del Minnesota in cui si trovano queste fonti si chiama Beltrami County.
Sotto la scorza rude dell’esploratore solitario, Giacomo Costantino Beltrami nascon-
de una personalità raffinata. E’ un gentiluomo, già soldato di Napoleone, patriota, giu-
dice, scrittore e infine viaggiatore (così si definisce modestamente) un pò per gusto e
un pò per forza. Dall’Italia caduta preda della Restaurazione ha dovuto fuggire in
quanto libero pensatore, massone e simpatizzante carbonaro.
Per le sue idee ha anche dovuto subire un procedimento giudiziario, dopo un’abortita
rivolta carbonara a Macerata il 24-25 giugno 1817. Non si è trovato modo di collegarlo
direttamente allo specifico episodio dell’insurrezione, ma Beltrami è finito nelle spire
della giustizia pontificia in quanto conosciuto per Masone Carbonaro. La vicenda si è
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RECENSIONI
conclusa un anno dopo senza una condanna ma anche senza un’assoluzione, e questo lo
ha costretto all’esilio, prima in Europa e poi in America.
Massone Beltrami è sicuramente. La sua prima affiliazione, di cui non abbiamo trac-
cia scritta, dovrebbe risalire al 19 marzo 1797, tre giorni dopo che a Bergamo era entra-
to Napoleone con le sue truppe. Di certo sappiamo, grazie a un diploma conservato
presso la loggia di Treviso, che il 29 giugno 1808 a Giacomo Costantino è stato rico-
nosciuto il grado di Maestro. L’autore di questo articolo (e della più recente biografia
di Beltrami, pubblicata nel 2002) ha anche avuto la fortuna di scoprire due lettere mas-
soniche, finora inedite, spedite a Beltrami nel 1807 e 1880. C’è anche una prova scrit-
ta che il 17 febbraio 1824 egli è stato ricevuto in visita come rispettabile e perfetto
cavaliere dall’Oriente di New Orleans (Louisiana). Ma la testimonianza migliore è
quella dello stesso Beltrami, che proprio nel momento che rappresenta lo zenit della sua
avventura, per la prima e unica volta nei suoi scritti si rivela pubblicamente come mas-
sone sciogliendo un inno al Grande Architetto dell’Universo.
La storia del Beltrami massone esalta quella dell’avventuriero e dell’esploratore, che
secondo alcuni critici potrebbe aver ispirato a James Fenimore Cooper la figura del pro-
tagonista bianco dell’Ultimo dei Mohicani. Per lanciarsi da solo nel Minnesota di allo-
ra, Beltrami si vestì come un indiano e si munì di un cavallo e una canoa. Si fece cono-
scere e apprezzare dai Sioux e dai Chippewa come grande cacciatore, grande guerriero
e persino stregone. Fu coinvolto in guerre fra tribù, subì attacchi e fece da paciere fra i
nuovi amici pellerossa, guadagnandosi una fama straordinaria.
Una fama che non si è mai spenta. Il suo Dizionario della lingua Sioux, primo a esse-
re compilato, è tuttora stampato dalla casa editrice dei Lakota (quelli di Nuvola Rossa
e Cavallo Pazzo, per capirci) e nel 1987 una delegazione di stregoni Sioux è arrivata
fino a Bergamo per vedere i tamburi sacri e le pipe che Beltrami riportò in Italia dal suo
viaggio favoloso. Questa storia è uno scrigno appena aperto e pieno di sorprese.
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RECENSIONI
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RECENSIONI
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Segnalazioni editoriali
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SEGNALAZIONI EDITORIALI
LUCA GUAZZATI
L’Oriente di Ancona. Storia della Massoneria dorica
(1815-1914)
Ed. Affinità Elettive, Ancona 2002. 14,90 - pp. 327
CLAUDIO MASINI
(con la collaborazione di Paolo Bezzi e Fabrizio
Milani Ravaglia)
La R∴ L∴ Dante Alighieri n° 108 all’Oriente di
ravenna. Nel 140° anniversario della fondazione
(1863 - 2003)
A∴G∴D∴G∴A∴D∴U∴
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SEGNALAZIONI EDITORIALI
NEA AGORA’
Rassegna di Studi Tradizionali
Numero doppio: Dicembre 2002/Gennaio 2003
Anno VIII Nuova Serie • nn. 4/02 - 1/03
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