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Sommario

COMPENDIO DI STORIA DEL MONDO CONTEMPORANEO

COMPENDIO DI STORIA DEL MONDO CONTEMPORANEO .................................................................................. 1 C1 - IL QUARANTOTTO.................................................................................................................................... 2 C2 - LAPOGEO DEGLI STATI-NAZIONE ............................................................................................................... 4 C3 - LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE...................................................................................................... 7 C4 - LEUROPA IMPERIALE ............................................................................................................................. 10 C5 - LITALIA LIBERALE .................................................................................................................................. 12 C6 - LA BELLEPOQUE ................................................................................................................................... 15 C7 - LA GRANDE GUERRA .............................................................................................................................. 18 C8 - LA PACE DIFFICILE .................................................................................................................................. 20 C9 - IL MONDO NELLA GRANDE CRISI ............................................................................................................... 23 C10 - IL CROLLO DELLEUROPA ....................................................................................................................... 25 C11 - LA SECONDA GUERRA MONDIALE E LA NASCITA DEL SISTEMA BIPOLARE ......................................................... 27 C12 - LA FINE DEL COLONIALISMO E LA NUOVA MAPPA DEL MONDO ..................................................................... 30 C13 - LET DELLORO ............................................................................................................................... 32 C14 - COESISTENZA, COMPETIZIONE, CONTESTAZIONE ....................................................................................... 34 C15 - LA SOCIET POSTINDUSTRIALE ............................................................................................................... 38 C16 - UN NUOVO ORDINE MONDIALE .............................................................................................................. 40

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C1 - IL QUARANTOTTO La situazione Il 1948 fu lanno in cui in tutta Europa scoppiarono i moti per lindipendenza da un governo oramai antico o da un popolo oppressore. Gi qualche decennio prima si erano viste delle avvisaglie nellItalia meridionale ed in Spagna ma lanno decisivo, visto che coinvolse praticamente tutta lEuropa fu proprio il 48. Ci che volevano i sudditi fondamentalmente era una Costituzione che ne tutelasse i diritti visto che oramai il concetto di autorit unica ed intoccabile era, in pieno Risorgimento, ampiamente non pi condiviso. Era lera della prima rivoluzione industriale, in cui la Gran Bretagna produceva ed quasi da sola lintero fabbisogno mondiale di cotone con i suoi oltre 25.000 telai e quindi in ogni parte dEuropa si sentiva laria di affari e di rinnovamento. La prima rivoluzione industriale infatti, sebbene abbia riguardato lintero globo, si pu racchiudere a Regno Unito e Francia dove, cio, cera unopinione pubblica informata e attenta alle vicende politico-sociali dellepoca. Quando insomma quasi ovunque vigevano ancora sistemi di tipo medievale, feudale o addirittura tribale, lInghilterra seppe sfruttare le conoscenze tecnologiche dellepoca, applicarle allindustria (tessile, soprattutto) e fare di tutto ci un grandissimo sistema di import-export. In Germania, cos come i tutti quei Paesi europei che ebbero il buon senso di stipulare accordi con gli inglesi il prodotto interno lordo crebbe di 2 o 3, in alcuni casi addirittura 4 volte. La Rivoluzione in Francia Il primo dei moti ebbe luogo il 22 febbraio in Francia. Sebbene si viveva una situazione economica fiorente questa era riservata, come sempre, ai ceti maggiormente abbienti, bastarono quindi un paio di annate in cui lagricoltura and male e una malattia della patata che dallIrlanda dilag in tutta Europa per far salire vertiginosamente i prezzi dei prodotti e far sprofondare i ceti pi bassi nella miseria pi nera che, quindi, iniziarono a prendere provvedimenti contro chi aveva il potere. Al potere allepoca cera Filippo DOrelans, re, che aveva allopposizione una corrente bonapartista che ebbe buon gioco nellaizzare le folle contro il reggente e rovesciarlo. Un governo provvisorio di tipo socialista prese il suo posto che provvide a dare unoccupazione a tutti grazie ai cosiddetti ateliers nationaux. Questi erano dei grandi capannoni che, gestiti dallo Stato, fungevano da industrie atte a migliorare la produzione del Paese favorendo anche loccupazione. Tutto ci ovviamente aveva un prezzo, infatti le tasse furono alzate del 45%. I bonapartisti, allora, seppero accattivarsi le simpatie dei ceti maggiormente tassati ed ottenere lelezione in parlamento di una monarchia moderata scegliendo di mettere a capo il loro leader Luigi Carlo Napoleone Bonaparte, nipote di Napoleone, che diede quindi cos vita alla seconda repubblica e successivamente ad un nuovo Impero francese. La Costituzione promessa dal governo provvisorio, comunque, fu emanata e il suffragio esteso a tutti i cittadini maschi. Carlo Luigi pochi anni pi tardi avrebbe sciolto le camere, si sarebbe fatto eleggere presidente per dieci anni e avrebbe infine regnato da monarca fino al 1871. La Rivoluzione Europea In Germania come in Francia cera un forte malcontento popolare ma in pi, cos come in Italia, la situazione veniva aggravata dal fatto che il popolo era sottomesso ad una potenza straniera. Le basi per la rivoluzione tedesca partirono in realt proprio dallAustria dove una rivolta popolare chiedeva, e ottenne, una costituzione, destituendo dal suo potere oramai pluridecennale il cancelliere Metternich. Il tutto si estese a macchia dolio in tutte le province dellimpero: Cecoslovacchia, Italia, Germania. La Germania che in realt era sotto la Prussia insorse, ed unassemblea costituente si riun per decidere il futuro assetto della Nazione ma viste le forti divergenze che si instaurarono fra le varie parti il tutto si risolse con un nulla di fatto. Cera chi voleva unannessione allAustria e chi vedeva in uno stato simile a quello francese la via migliore di seguire, altri chiedevano la monarchia, altri la repubblica. I tempi ancora non erano maturi. Il Quarantotto in Italia La questione nazionale italiana era in agenda gi dal 1831, da quando cio Mazzini fond il partito La Giovine Italia. Come gi detto, ben prima del 48 ci furono moti per lindipendenza, soprattutto nel meridione ma tutti furono infruttuosi. Lidea di Mazzini riguardava tutta la penisola ed era sia repubblicana che democratica, forse troppo allavanguardia per il tempo, ma che comunque riusc ad aizzare gli animi quanto bastasse. Si part addirittura prima della franci gennaio del 48 quando i siciliani, stufi di essere trattati diversamente dai napoletani, insorsero contro uno degli ultimi re totalitari dEuropa: lallora sovrano Ferdinando II che per placare gli animi dovette concedere una costituzione che garantiva certe libert ed un minimo di uguaglianza per tutti, ma che fondamentalmente non cambiava nulla. Su questa
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falsa riga tutti gli Stati italiani diedero vita a proteste contro i rispettivi regnanti e costituzioni furono emanate in Emilia, Toscana ed infine anche nel regno dei Savoia e del Papa. Succedeva dunque che largomento Costituzione arrivava sulla bocca di tutti e se da un lato era confinato a quel ducato o regno dallaltro spaventava lAustria perch oramai non era pi circondata da stati satelliti, ma bens da monarchie costituzionali che vedevano nascere la propria identit ed il proprio spessore politico, per non parlare del fatto che due territori che si consideravano italiani erano ancora sotto il dominio asburgico. Insorsero quindi il Veneto e la Lombardia (qui le storiche cinque giornate di Milano dove i cittadini fronteggiarono a tutto campo le truppe del generale Radetzky) che ebbero una prima vittoria fondamentale, tanto di instaurare sin da subito una Repubblica in Veneto ed un governo provvisorio a Milano. Nasceva in quei giorni il diverbio fra i movimenti liberali e radicali italiani che si sarebbero battuti almeno fino allunit dItalia: i liberali (prevalentemente aristocratici e borghesi) guidavano i comitati rivoluzionari sorti in quelle zone e ritenevano utile un intervento ausiliare delle truppe di Carlo Alberto, re del Piemonte, per poter sferrare il colpo di grazia agli austriaci anche in virt della piega sempre pi repubblicana e radicale che questi stessi motti stavano assumendo. Annusando la possibilit di poterne ricavare un profitto Carlo Alberto invi un contingente, immediatamente seguito dagli eserciti di quasi tutti gli stati italiani (ecco perch questa viene identificata come la prima Guerra dIndipendenza) ma lacune sconfitte abbastanza importanti e loramai palese intenzione di Carlo Alberto di annettere la Lombardia in un secondo momento fecero si che tutti i regnanti dItalia ritirassero, uno dopo laltro, i loro eserciti, lasciando il Piemonte da solo andare in contro alla sconfitta il 25 Luglio 1848 a Custoza. Gli indipendentisti avevano perso in Lombardia quindi e quasi contemporaneamente anche nel Regno delle Due Sicilie, dove Ferdinando II con un colpo di stato sciolse il Parlamento da lui stesso indetto e reistitu la monarchia assoluta. Daltro canto in Toscana i cittadini costrinsero il granduca Leopoldo II alla fuga ed istituirono un governo provvisorio, lo stesso fecero i sudditi del Papa a Roma dove nel 49 veniva proclamata la fine del potere temporale del Papa Pio IX ed istituita la Repubblica Romana a capo della quale presiedeva un triunvirato con Armellini, Saffi e Mazzini. Lidea era buona, soprattutto in virt del fatto che addirittura il Papa fu costretto a rifugiarsi altrove, quindi ampiamente appoggiata, ma il triunvirato non aveva fatto i conti col fatto che Luigi Napoleone avesse un debito di gratitudine nei confronti del soglio pontificio, visto che erano stati proprio gli elettori di fede cattolica a dargli il potere per il ruolo che ricopriva. La crisi della rivoluzione Europea In Germania la rivoluzione era fallita per le divergenze fra forze moderate e forze progressiste e lo stesso, anche si un ambiti diversi, era successo e continuava a succedere in Italia. Mentre in Germania infatti si discuteva se creare uno stato pi vicino alla Prussia o allAustria, questa riorganizzava lesercito per sedare le rivolte in Ungheria e sconfiggere definitivamente le truppe di Carlo Alberto a Novara il 23 Marzo del 1949 che abdic in favore del figlio Vittorio Emanuele II. Questo rinvigorimento dellImpero assieme alle pretese del neoimperatore francese Napoleone III spensero gli ultimi focolai rivoluzionari anche in Toscana e papato dove tornarono a regnare, rispettivamente, gran duca e Papa, mentre Venezia flagellata dalla peste si arrendeva anchessa al ritorno degli austriaci. A parte il caso specifico della Francia dunque, dove comunque non si era ottenuto un cambiamento vero e proprio ma al limite un passaggio di consegne, i moti del quarantotto passarono alla storia per linnovazione degli ideali che li alimentarono e per la grande quantit di gente che questi coinvolsero, ma si conclusero ovunque in maniera del tutto negativa.

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C2 - LAPOGEO DEGLI STATI-NAZIONE Il nuovo sistema europeo Gli equilibri di pace in Europa si reggevano precariamente su quelli che erano gli accordi post-napoleonici del Congresso di Vienna del 1815. Questo equilibrio era basato sullegemonia dellAustria che con una serie di alleanze riusciva comunque a mantenere a freno i desideri indipendentisti italo-tedeschi e quelli espansionistici della Prussia. Dopo il 48 per la voglia di indipendenza di questi paesi era diventata troppo forte ed il confronto con linfinita potenza economico-commerciale inglese insostenibile, da qui un sicuro scontro con queste realt. Ovunque la borghesia imprenditrice stava soppiantando quella aristocratica, soprattutto in politica, e visto che molte monarchie stavano passando dallassolutismo al costituzionalismo si prevedevano tempi di grandi cambiamenti sociali in Europa e gli stati che fino ad allora dovevano per forza di cose assecondare le cause austriache iniziarono a trovare varie strade per stipulare alleanze in Francia e Gran Bretagna. Venne a cambiare anche lidea di nazionalismo che da puro ideale per la libera eguaglianza di tutti i cittadini appartenenti ad una determinata razza divent un aggressivo metodo volto a raggiungere fini che solo apparentemente erano di tipo sociale, quando in realt giravano assieme ai soldi. Le potenze occidentali: la Francia e la Gran Bretagna Nel 52, come accennato, Napoleone III sciolse il parlamento francese e si fece eleggere presidente dei transalpini, rimanendo in carica fino al 1870 e governando come un imperatore. In quel periodo egli prevedeva di restituire al suo Paese il potere che aveva conquistato con suo zio e quindi effettu una forte campagna di colonizzazione in Africa ed Asia stringendo di volta in volta accordi militari per non inimicarsi nessuna potenza come ad esempio lalleanza franco-inglese nella Guerra di Crimea contro la Russia (185456). Egli si definiva comunque un imperatore liberale e per quanto possibile cerc di stabilire un parlamento che aveva dei poteri limitati e concedere unabbastanza ampia libert di stampa, si pose a difesa della Chiesa e supportava lindipendenza italiana dallimpero austriaco. Nel 1869 la Camera pass allopposizione e per riacquisire prestigio limperatore dichiar guerra alla Prussia, inizialmente per un contenzioso diplomatico. Sconfitto, nel 1871 fu costretto allesilio e a dar vita a quella che poi fu chiamata Terza Repubblica francese. Tuttaltra storia in Inghilterra che stava vivendo let delloro sotto il regno della regina Vittoria (18371901): i possedimenti britannici andavano dallIndia al Canada, dalle Falkland allAustralia, senza dimenticare Hong Kong ed il Sud Africa. Evitando interventi troppo pesanti nelle terre colonizzate si assicur un commercio florido risparmiandosi anche inutili impiego di uomini e arsenali bellici. Era il cosiddetto imperialismo free trade in virt del quale la Gran Bretagna favoriva gli scambi con qualsiasi altro Paese con la sola pretesa di accedere liberamente a qualsiasi mercato, e con una flotta mercantile praticamente pari a tutte le altre sommate questo non poteva che essere il sentiero pi assennato da seguire. Come i francesi anche gli inglesi guardavano con simpatia allunificazione italiana e dispregiavano gli assolutismi austriaci e prussiani e non dovendo far fronte a gravi crisi economiche o belliche il Governo pot pacificamente concedere il suffragio universale e garantire un periodo di relativa tranquillit in patria. La nascita della Germania unita Nel 1848, allepoca dei primi moti, la Germania era divisa in 39 Stati Confederati disposti sotto il controllo prussiano. Gi allora come detto si discuteva se quando ci sarebbe stata ununica nazione indipendente questa sarebbe dovuta essere vicina o meno allimpero asburgico. Nel 1862 il cancelliere prussiano Otto von Bismark decise di rompere gli indugi sistemando in breve tempo sia lAustria che aveva gi forti influenze in terra tedesca che la Francia che sin dallepoca napoleonica non aveva mai fatto mistero di volersi espandere ad est. Nel 1866 la Prussia strinse unalleanza con lItalia, port quindi lAustria in Guerra e vinse il conflitto cedendo allItalia Veneto (nonostante gli italiani furono sconfitti dagli asburgici). Con la Francia invece il conflitto avvenne un anno pi tardi e si risolse, come abbiamo visto, con lesilio di Napoleone III nonch la cessione alla Germania dellAlsazia e della Lorena. Nel 1871, nella Galleria degli Specchi di Versailles, re Guglielmo I di Prussia dichiarava la nascita solenne della Germania unita che egli vedeva come il sogno di quegli imperatori medievali che gi lavevano resa grande: il Reich. Nonostante lacquisita indipendenza comunque il Reich rimaneva sotto linfluenza prussiana e sebbene il cancelliere tedesco avesse vastissimi poteri in patria questi non potevano assolutamente andare in contrasto con quelli del re prussiano. Assieme alla nascita della Germania avveniva la fine dellimpero Austriaco. Dopo aver perduto
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praticamente tutti i propri possedimenti agli Asburgo non rimase altro da fare se non concedere anche allUngheria una propria atuoregolamentazione, costituzione e indipendenza, anche se questa rimaneva pur sempre una monarchia regia a quella imperiale dellAustria. La Russia zarista Per quanto autoritaria anche la Russia zarista fu costretta a concedere qualche libert in pi a met ottocento. Il modello assolutistico come visto era oramai considerato obsoleto e fino al 1861 nella terra degli zar esisteva ancora la condizione di servo della gleba. Venne abolita, e quindi i contadini avevano la possibilit di diventare proprietari terrieri dietro un pagamento di riscatto (che ovviamente in pochi potevano permettersi) . Ma oltre a qualche potenziamento sociale di tipo strutturale come labbassamento di certi dazi, listruzione minima e migliorie nel capo delligiene rimaneva comunque uno stato immenso in cui il potere era tutto nelle mani della famiglia dello zar Alessandro II e nella ristretta cerchia di amici, mentre gli oltre 47 milioni di sudditi non potevano fare altro che continuare a lavorare per la causa comune. Un caso extra-europeo: gli Stati Uniti Vedi STORIA DEGLI STATI UNITI Il Risorgimento italiano: dieci anni di attesa Dopo le rivoluzioni del 48 la situazione nazionale non era molto differente da comera in precedenza. Cerano monarchie ovunque e lunico accenno verso una soluzione comune lo diedero i Savoia candidandosi come guida per un futuro ipotetico Stato italiano. Qualche scelta furba come il mantenimento del tricolore e della Costituzione sabauda (che rimarr fino al 1946) fecero del Regno dei Savoia il rifugio per tutti coloro che a Milano, Napoli, Firenze e Roma non potevano pi stare perch volevano fare di quegli stati un tuttuno. Paradossalmente, il pi grande unitarista italiano, Mazzini, era stato condannato a morte da Carlo Alberto perch ne aveva inteso i suoi ideali liberali e anti monarchici. Cavour e il liberalismo piemontese alla prova Cavour fu dapprima ministro delleconomia e poi Presidente del Consiglio in Piemonte (1852-1869). Grazie al suo connubio di maggioranza affiancato da Urbano Rattazzi potette amministrare numerose faccende delicate con una certa tranquillit, come, prima fra tutte, quella di fare del Piemonte uno Stato moderno. Afferm la centralit del parlamento dandogli stabilit formando un asse centro-destra centro-sinistra, rafforz lesercito, appoggi la costruzione di ferrovie, strade e canali e potenzi listruzione cercando di sottrarla quanto pi possibile allinfluenza del clero; da convinto liberale egli riteneva che la religione dovesse essere un fattore personale e che unidentit nazionale dovesse fondarsi e formarsi su ben altri valori. Esternamente guardava con fascino alle cose buone che accadevano in Francia e Gran Bretagna, addirittura supportandole militarmente nella guerra di Crimea, e riusc questo fu fondamentale a strappare alla Francia la promessa di ricevere un aiuto in caso di attacco da parte dellAustria, in cambio avrebbe ceduto ai transalpini Nizza e la Savoia. Il biennio 1859-60 Ma per liberarsi definitivamente degli austriaci occorreva provocarli. Nel 1959 eserciti piemontesi e francesi marciarono su Milano, liberandola, e battendo gli austriaci nella battaglia decisiva del Solferino. Sarebbe potuta essere una marcia trionfale partendo dallest fino ad arrivare alle isole ma Napoleone III, impaurito dallentusiasmo che gli italiani mostravano di fronte allipotesi di una nazione unita e temendo che il Piemonte sarebbe potuto crescere velocemente e diventare un Paese ostile ritir lesercito e non lo diresse verso il Veneto. Cavour vedendo venir meno i suoi piani, si dimise. Nonostante lopposizione francese, comunque, lEmilia e la Toscana chiesero a furor di popolo ed ottennero lannessione al Piemonte, Cavour ritorn al suo posto e la Francia ottenne, come promesso, Nizza e Savoia. Era stata accesa una micca, e la situazione andava sfruttata. Il Generale Garibaldi al seguito di un migliaio di volontari (1085) principalmente del nord e principalmente appartenenti al ceto medio (pochi contadini e pochi borghesi) salp da Quarto, vicino Genova, il 5 Maggio 1860 con lo scopo di liberare lItalia del sud. Segretamente appoggiato da Vittorio Emanuele II e dalla Gran Bretagna Garibaldi sbarc a Marsala, in Sicilia, dove ottenne sorprendenti vittorie soprattutto grazie allappoggio dei locali che non avevano mai visto di buon occhio i dominatori napoletani e borbonici. Da l mosse verso Palermo, Messina, la Calabria, liberando ogni luogo in nome dellunit dItalia, in settembre era a Napoli e sul Volturno diede ai borbonici la sconfitta definitiva. Per il re delle Due Sicilie Francesco II suonava lora dellesilio. Roma non fu attaccata per non inimicarsi i gi stizziti
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francesi e Cavour dovette sostenere un certosino lavoro diplomatico per raggiungere laccordo di lasciare il Lazio al Papa ma le moderne Umbria e Marche alle giacche rosse. A Teano Vittorio Emanuele e Garibaldi si incontrarono, era il 17 marzo 1861 ed il generale riconosceva il re come re dItalia. Era nata una nuova nazione, ed aveva per capitale Torino. Nonostante fosse una vittoria dei moderati, comunque, questi si videro restringere bruscamente il loro corpo elettorale quando dopo lunit non fu concesso da subito il suffragio universale, e ci andava a vantaggio dei liberali e dei filomonarchici ma indubbio che tutti i politici di spicco che si successero a Cavour dopo lunit si preoccuparono davvero di fare lItalia e gli italiani, mostrando un senso di ideologia nazionale del tutto estranea ai colleghi moderni.

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C3 - LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE La seconda fase dellindustrializzazione e le societ di massa Anche se si tratt di un unico lungo periodo necessario divedere la rivoluzione industriale dell800 in due parti: una prima beneficiarono maggiormente dellindustrializzazione, prevalentemente di tipo tessile e ferroviaria, la Francia e lInghilterra, mentre in una seconda ondata, che possiamo collocare dal 1870 al 1915 furono altri paesi, come Germania e Stati Uniti, a crescere maggiormente sviluppando laddove vi erano nuovi settori come la siderurgia e la chimica, lelettricit ed il petrolio, fermo restando che quelli che furono forti gi ai tempi della prima rivoluzione mantennero comunque le loro posizioni privilegiate. Fu durante questo periodo che ogni nazione cercava di avere quante pi terre possibile con le quali fare scambi favorevoli e dalle quali prelevare materie prime preziose quindi fu in questo periodo che si assistette anche alle grandi colonizzazioni dellAfrica e dellAsia. In questo periodo nacquero le societ di massa, in cui i cittadini iniziavano ad avere del tempo libero da dedicare allo studio, al divertimento e acquistare beni di consumo ora prodotti in serie e quindi facilmente reperibili a prezzi ragionevoli. E sebbene questa possa apparire una sorta di maturazione della societ collettiva, e probabilmente lo , non bisogna associare la nuova acquisita libert di scelta delle piccole quotidianit, delle prime organizzazioni di tipo sociale e politico dirette a tutti i cittadini, della determinazione dei gusti e delle mode e lo scambio di beni ed idee ad una societ pi libera e democratica in quanto, come vedremo con una democratizzazione collettiva, in quanto alcune societ di massa come quelle italiana e tedesca fiorirono sotto le dittature. Ed proprio questo nuovo mescolarsi e uniformarsi di genti che alla fine porter grazie ad una buona propaganda intere nazioni a schierarsi al fianco delle ideologie naziste e fasciste. Nuovi materiali, nuove materie prime, nuove industrie A differenza di quelle della prima met del secolo, in virt di cosa e del modo in cui veniva prodotto, le fabbriche della seconda rivoluzione industriale richiedevano un ingente quantit di manodopera da affiancare alle macchine (a differenza delle disastrose proiezioni comuniste) ed il costo per tirarle su era ovviamente importante. Infatti nella maggior parte dei casi qualsiasi cosa si producesse veniva lavorata per soddisfare quantomeno il fabbisogno nazionale. Un grande mercato internazionale Per questo un solo imprenditore non bastava pi. Fermo restando che comunque erano sempre quei pochi ricchi a potersi permettere di investire in certi progetti, i costi da sostenere erano impossibili anche per la maggior parte della buona borghesia e dellaristocrazia stessa, quindi iniziarono a nascere le prime societ per azioni. Diversi imprenditori acquistavano una parte dellintera societ ed in base alle loro quote ottenevano un dividendo a fine anno. In questo modo inizi a scomparire la figura del capo, che quando era presente comunque non si palesava mai di persona ma ora veniva rappresentato, e comunque chi era fortunato o intuitivo poteva ora limitarsi a sfogliare il giornale e vedere giorno dopo giorno come andassero i propri affari, comodamente seduto a casa. Assieme alle spa nacquero i trust e i cartelli. Entrambi erano insiemi di societ solo che i primi si sviluppavano verticalmente e i secondi orizzontalmente. Svilupparsi verticalmente vuol dire che unazienda produttrice elabora e lavora un prodotto in tutte le sue fasi, dallapprovvigionamento delle materie prime alla vendita diretta, quindi ogni trust si occupava si di un prodotto specifico ma aveva nel suo organico aziende di ogni tipo, che lavoravano cooperativamente per produrre tutti gli elementi utili alla realizzazione del prodotto finale. Erano i primi, invincibili, colossi industriali e furono principalmente siderurgici, chimici, elettrotecnici. Lorganizzazione orizzontale dei cartelli invece era abbasta semplice: questi erano una serie di industrie facenti lo stesso mestiere che si accordavano per dividersi il mercato. Sebbene questo sistema faceva girare leconomia e garantiva posti di lavoro, innegabile che ammazzasse la concorrenza e quindi con la nascita dei trust nacquero anche le prime leggi, a partire dagli Stati Uniti, antitrust. Basti pensare che a fine 800 la Standard Oil Company controllava il 95% del petrolio raffinato e la United States Steel circa il 63% dellacciaio. Certo, unindustria forte garantiva una certa sicurezza a livello delle entrate statali ma un ipotetico crack avrebbe tirato con se lintera economia e quindi era fondamentale obbligare lo scioglimento, almeno in parte, dei trust decretando la divisione di queste immense compagnie in aziende pi piccole.
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Stati e tecnologie Mentre Gran Bretagna, Francia e Belgio avevano sfruttato meglio le potenzialit della prima rivoluzione industriale, durante la seconda altri stati si industrializzarono fortemente, Stati Uniti e Germania in primis, seguiti da Svizzera, Russia, Giappone e Italia, ma mentre nel primo caso il tutto era in mano di pochi ricchi aristocratici che investivano le loro finanze ora era la medio borghesia la parte pi attiva del mercato appoggiata, laddove era necessario, da un nuovo elemento: lo Stato. Il ruolo degli Stati durante la seconda rivoluzione industriale fu predominante perch di fronte ad utili sempre pi elevati venivano applicati forti dazi di import per perseverare la produzione interna e rafforzare la propria posizione commerciale, USA e Giappone, ad esempio, applicavano tassazioni che talvolta rasentavano il 40% mentre i paesi come la Gran Bretagna che godevano gi da tempo di scambi distesi su tutto il globo in maniera libera non applicavano nessuna tassa. La tecnologia quindi rendeva tutti interdipendenti ma si voleva tutelare quanto pi possibile il proprio sistema economico dalle influenze degli altri mercati e talvolta per questo motivo si rischiava di produrre in maniera inconsulta, ben oltre le richieste, semplicemente per arginare le spese dimportazione, anche perch lavvento dellelettricit e le grandi innovazioni in campo cantieristico (le navi non usavano pi legno e vela ma acciaio e vapore) promettevano scambi rapidissimi e a lunga gittata. Si potrebbe dire quindi che ci furono alcune nazioni che vinsero questa seconda rivoluzione industriale, ma non perch le altre non furono in grado di produrre, semplicemente perch rimasero ferme sui loro standard soprattutto a causa della forte concorrenza che si era creata. LInghilterra rimaneva ancora la maggiore esportatrice di cotone lavorato e di ferro ma alla fine del secolo fu affiancata dagli USA e quasi raggiunta anche dalla Germania, ci non vuol dire che leconomia del Paese ne risent, anzi. A livello sociale la nascita delle grandi industrie port proprio in Germania e USA, cos comera successo al di l della Manica qualche decennio prima, una vera migrazione dalle campagne verso le grandi citt, molte delle quali videro letteralmente raddoppiare la propria popolazione. La Grande Depressione Il periodo che va dal 1873 al 1896 fu detto della Grande Depressione in quanto, come prevedibile, molte fabbriche produssero pi beni di quelli richiesti, che rimasero invenduti, e quindi furono costrette a licenziare o abbassare i salari dando ai ceti pi bassi un maggior numero di disoccupati. Anche se allepoca la cosa fu estremamente drammatizzata tanto da essere definita come sopra questa, se paragonata a quello che successe nel 29, sembr pi una naturale battuta darresto che una depressione vera e propria. Ovviamente, ogni nuovo prodotto ha da subito una richiesta fortissima (vedi il raddoppio di chilometri di reti ferroviarie in pochi anni in Europa e USA) ma prima o poi la richiesta rallenta, finisce, o semplicemente si esaurisce quella spinta che porterebbe qualsiasi prodotto ad una produzione virtualmente illimitata ma che in realt illimitata non pu essere. Gli industriali dellepoca impararono quindi per la prima volta che il leconomia cos come la vita delle persone ha un ciclo che ne vede una nascita, una giovinezza fiorente ed infine uninesorabile declino o quantomeno assestamento. La caduta dei prezzi agricoli Se prima della rivoluzione i piccoli-medi produttori di alimenti da terra potevano prezzare i propri raccolti a piacimento, con lavvento dei nuovi e veloci mezzi di comunicazione si poterono reperire beni alimentari di prima necessit da qualsiasi parte del mondo e a basso costo. Certo, questo fattore tolse molta povera gente dalla fame in quanto dava loro la possibilit di scegliere lo stesso cereale alla met del prezzo, ma estinse completamente lintera categoria degli imprenditori agricoli locali. In alcune parti si opt per una specializzazione dellagricoltura, concentrarsi cio su un solo prodotto al fine di fare concorrenza a quelli importati; laddove non era possibile specializzarsi o potenziarsi con le nuove macchine per lavorare la terra ed i nuovi fertilizzanti chimici i contadini furono costretti a trasferirsi nelle citt in cerca di unoccupazione in fabbrica. Ma in alcune circostanze, vedi lItalia, i poli industriali erano pochi (Milano-Torino-Genova) e la richiesta di manodopera limitata, quindi inizi quel lungo periodo di migrazione che dur fino alla met del secolo successivo arrestandosi solo quando il Paese si sarebbe a sua volta industrializzato. In Italia si pot iniziare a parlare di vera industrializzazione, infatti, soltanto dopo la seconda Guerra Mondiale. La civilt dei consumi Agli inizi del XX secolo faceva la sua apparizione in primo luogo negli Stati Uniti la moderna societ dei consumi. Mentre precedentemente cera quel livello di sussistenza che permetteva ai lavoratori di garantirsi i beni minimi ma non gli sfizi, in su secondo momento grazie ad alcune intuizioni la ricchezza degli
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operai sal leggermente. Henry Ford, ad esempio, decise di produrre la mitica Modello T in grandi catene di montaggio, dando occupazione a molti cittadini e retribuendoli in maniera molto soddisfacente. Questo comportava, quantomeno, un range di potenziali acquirenti pi elevato e non solo in virt delle disponibilit economiche alle quali ora potevano attingere ma anche da una buona propaganda pubblicitaria del prodotto che accattivava loperaio-acquirente e lo faceva sentire parte della famiglia Ford. Era la teoria di Taylor, o taylorismo, in base alla quale una organizzazione scientifica del lavoro, stretti controlli sugli operai, turni coordinati per eliminare le ore morte e forti incentivi potevano aumentare la produttivit del lavoratore stesso. La cosa ebbe talmente successo da essere applicata non solo negli USA e poi in tutta Europa, ma anche in quelle parti del mondo in cui le fabbriche necessitavano la gestione di un elevato numero di lavoratori come nel caso della Russia. Il cittadino ora, ovunque, era consapevole del fatto che attraverso la volont e la determinazione avrebbe potuto migliorare la propria posizione.

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C4 - LEUROPA IMPERIALE La nazione onnipotente Se prima della met dellottocento lidea di nazione era un ideale che univa i popoli sotto il sano principio dellunificazione o dellindipendenza, dopo che queste vennero ottenute questo sentimento mut. Venivano stabiliti confini geografici sempre pi marcati e il vicino non era visto pi come tale, ma quasi come un nemico, dal quale difendersi in primis economicamente. Il nazionalismo quindi assunse ben presto caratteri di stampo razziale, o xenofobi in molti posti e sotto lo scudo di differenze linguistico-culturali venne combattuta anche la prima guerra di questo stampo, quella Franco-Prussiana del 1870. Era dunque lo Stato-nazione ora, un centro formidabile in grado di accumulare risorse, energie umane e agglomerarle con il sempre pi forte mezzo della propaganda a gestire tutti gli intrighi e anche laddove il concetto di Stato-nazione non era profondamente radicato, vedi gli USA, si riusc a inculcare nella gente quel desiderio di appartenenza alla bandiera e solidariet nazionale che rendevano ogni popolo sempre pi diverso dagli altri. Il nazionalismo, la politica quindi, prese allora il posto della religione e fu lunico vero strumento in grado di radunare e mobilitare le masse, dietro laspetto della perseverazione dei caratteri e dei prodotti tipici della nazione. Un nazionalismo repubblicano Dopo la sconfitta di Napoleone III da parte della Prussia la Francia visse dei momenti delicati. Dapprima nel marzo del 1871 si instaur la Comune di Parigi, un esperimento rivoluzionario di governo popolare a base socialista e romantica che si risolse in un fallimento, le successe infatti una Terza Repubblica (che sarebbe durata fino al 1940) che tent di ricostruire unidentit popolare sui valori della rivoluzione del 1789 incontrando per non poche difficolt. Mantenne inalterato il quadro delle libert democratiche e fu aperta al progresso sociale ma allo stesso tempo era in sintonia con tutte le correnti imperialiste dEuropa, con la sua politica coloniale. I Francesi, come gli europei pi avanzati, si sentivano degni, quasi eletti in virt del loro benessere e progresso sociale di impossessarsi di terre non appartenenti ad alcuno o popolate da trib in quanto queste non erano ancora in grado di apprezzare i vantaggi della societ moderna. Che cos limperialismo Limperialismo moderno su questa falsa riga partiva da ben altre ideologie rispetto a quelle espansionisticoterritoriali dei secoli precedenti. Se lInghilterra cos era riuscita a costruire un impero in India e America anche altri Stati iniziarono ad impiegare i loro eserciti per colonizzare quei territori ancora liberi ed imporre quivi i loro capitalismo alfine di garantire buoni scambi. Affiancando tutto ci allideologia di massa il cittadino accresceva il proprio senso di appartenenza e giustificava sempre con questa presunta predestinazione lassoggettamento di altri popoli. Furono quindi questi due aspetti economico e sociale e fomentare le grandi esplorazioni dellottocento. Gli studiosi delleconomia dellepoca dunque, fra i quali Lenin, iniziarono a parlare di oligarchie (potere gestito da pochi) che correvano alla conquista di ogni lembo di terra ancora non dichiarato da nessuno. Stati e colonie Le esplorazioni di conquista partirono gi dal 500 e se gli inglesi e gli olandesi si erano dedicati ad una penetrazione di tipo commerciale i popoli iberici avevano tentato di dar vita a vere e proprie organizzazioni territoriali sottoposte al controllo da parte della madre patria. Nel XVIII secolo, quando la potenza spagnola era oramai prossima al declino, rimanevano solo Francia ed Inghilterra a contendersi le conquiste ma mentre i transalpini di Napoleone avevano puntato allEuropa i britannici iniziarono lentamente a costruirsi la propria rete commerciale al difuori del vecchio continente, ecco perch un secolo pi tardi erano la maggiore potenza in senso coloniale; e nel tempo era riuscita a perfezionare il suo modello imperialistico rendendolo ti tipo formale. La Corona si toglieva il peso diretto di gestire le colonie, che venivano affidate a compagnie commerciali, come la Compagnia delle Indie Orientali, era un sistema semplice per non accollarsi le spese di gestione direttamente, sfruttando per i ricavati che queste compagnie producevano perch fruttati sotto lemblema e la protezione della bandiera inglese. Empori, colonie, esplorazioni Limpero inglese nellottocento era dunque sconfinato e le colonie godevano anche di una certa autonomia organizzativa che per spesso era uno specchietto per le allodole in quanto tutti gli scambi erano a vantaggio degli inglesi i quali prelevavano le materie prime in quei posti a basso costo, le lavoravano in patria per alimentare leconomia interna e infine le rivendevano con i prezzi dei prodotti finali, spesso
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anche alle colonie stesse. Con loccupazione dellEgitto nel 1882, poi, e lapertura del canale di Suez i viaggi furono ancora pi veloci e vantaggiosi. Al cospetto di tanta dinamicit dunque tutti gli altri stati europei che nutrissero qualche ambizione di sorta iniziarono spedizioni negli angoli pi remoti della Terra con lo scopo di scovare qualche buon posto con il quale e grazie al quale fare affari. La scoperta del continente nero fu finanziata da tutti i governi e anche quelli pi piccoli poterono ottenerne benefici come per il caso del Belgio, che fu il primo Stato a mandare un esploratore fino in Congo, colonizzarlo in nome della madre patria e solo in un secondo momento scoprire le grandiose ricchezze minerarie che qui si potevano prelevare. In Africa Francesi ed Inglesi avevano due strategie diverse: i primi partivano dal Marocco per spingersi verso est, i secondi volevano tutta la fetta orientale del continente africano, dallEgitto gi fino in Sud Africa. Quando i due eserciti si incontrarono nei pressi del Sudan rischiando quasi lo scontro ma il tutto poi si risolse in maniera diplomatica. La questione pi allettante era quella egiziana. Nel 1869 era stato aperto il canale di Suez e lEgitto era allora nelle mani di un pasci ottomano che si fece facilmente abbindolare dalle promesse delle banche di Parigi e Londra le quali, con vari accordi, riuscirono a sfruttare le economie di quella terra per finanziare completamente il progetto. In un momento di stasi, nel 1882, lesercito inglese penetr nel Paese con un pretesto strategico assumendone di fatto il controllo. La conferenza di Berlino (1884-1885) stabil infine tutte le delimitazioni dei possedimenti alfine di evitare futuri contenziosi: alla Francia tocc tutta lAfrica centro-occidentale, allInghilterra buona parte di quanto richiesto a est da nord a sud, la Germania ottenne il Togo, Camerun e lattuale Namibia, al Belgio and lenorme bacino del Congo, la Spagna controllava la parte costiera del Sahara e il portogallo la Guinea, lAngola e il Mozambico. AllItalia andarono quei luoghi nei quali aveva iniziato ad insediarsi a partire dal 1882 e cio Somalia, Eritrea e (pi tardi, nel 1912) Libia. In Asia In asia il processo di colonizzazione fu pi lento e meno agevole che in Africa soprattutto per la presenza di alcuni imperi che avevano alle spalle millenni di storia, come la Cina, o di realt come quella islamica molto refrattarie a farsi conquistare oppure, come nel caso del Giappone e della Russia, per la presenza in loco di altre potenze colonizzatrici. Nonostante le prime avvisaglie di rivolta legemonia inglese in India era fuori discussione tanto che nel 1958 la Compagnia delle Indie fu sciolta perch non pi era in grado di gestire i rivoltosi. Prese il suo posto, dopo aver sedato il tutto militarmente, la Corona stessa e nel 1876 la regina Vittoria assumeva il titolo di imperatrice dellIndia. LIndia divenne quindi una sorta di cantiere a cielo aperto in cui la madrepatria ora poteva dedicarsi alla costruzione di infrastrutture e succursali, rendendo di fatto lIndia forse lunica colonia fondamentale per la sussistenza di tutto limpero considerati i grandi fondi investiti in quelle terre ed i grandi ricavati ottenuti dallimport-export. LInghilterra controllava anche la Birmania, la Malesia e parte del Borneo come a costituire ununica terra fino allAustralia. La Francia si era insediata con successo in Indocina, lOlanda a Sumatra e Giava mentre la Spagna controllava le Filippine; la Germania aveva infine occupato la parte pi orientale delle Filippine e gli arcipelaghi limitrofi. Quanto agli altri: limpero Zarista controllava praticamente tutto lemisfero settentrionale e si preoccup soltanto di accaparrarsi lAfghanistan per ottenere una porta verso sud, il Giappone si espandeva invece fino in Corea e a Formosa, suscitando non poco irritamento da parte della Cina che, attorniata da tutte quelle potenze non pot fare altro che stipulare accordi di tipo economico con chiunque, soprattutto con gli inglesi, per frenare preventivamente ogni desiderio di conquista.

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C5 - LITALIA LIBERALE Uno sguardo dinsieme I primi cinquantanni dellunit dItalia video accadere un nuovo fenomeno, quello dellemigrazione. Nonostante una struttura statale che si andava definendo e rafforzando sempre di pi leconomia industriale stentava a decollare e lagricoltura era rimasta arretrata quindi molti singoli e famiglie si mossero per cercare fortuna altrove. Solo nel 1913, lanno peggiore, migrarono allestero 780.000 italiani e allo stesso tempo il numero degli abitanti delle grandi citt lievitava, grazie al miglioramento del tenore di vita. Tutto sommato, non si pu dire che di cose buone non ne fossero successe: lalfabetizzazione superava il 50%, gli iscritti alle scuole erano quintuplicati e si intravedevano i primi segnali damalgama sociale proprio nei centri di istruzione dove i ricchi erano quotidianamente a contatto coi poveri. La frattura politica Politicamente cera una grande frattura fra coloro che avevano unificato lItalia: i librali, principalmente ricchi e aristocratici cavouriani seppur si fregiavano di ideali egualitari e credessero nel principio di unit nazionale erano pur sempre i rappresentanti dei ricchi; mentre allopposizione, se cos vogliamo dire, cerano i democratici che si battevano per il popolo di pi basso rango sociale, seguaci delle idee di Mazzini e Garibaldi. La vittoria alle urne, comunque, indipendente da ulteriori divisioni interne di partito, andava regolarmente ai liberali che potevano contare su un suffragio completamente a loro vantaggio, tanto che spesso le sorti parlamentari venivano decise in incontri di club o dalta societ, fra i rappresentanti stessi. Il diritto di voto Questo sistema funzion fino al 1882 quando a votare era solo 1.9% della popolazione, quei maschi adulti che ricoprivano cariche nobiliari o sociali tali da avere diritto al voto. Oltre ai nobili potevano votare i professori, i funzionari pubblici e i militari che avessero compiuto il 25esimo anni di et. Da qui la frattura politica, in quanto i democratici furono quelli che per primi si batterono per estendere quanto pi possibile il diritto al voto. I democratici e la Sinistra storica Mentre quindi, da un lato, i liberali pi che un partito erano un insieme di oligarchi che si divideva il potere politico come Destra storica, la Sinistra storica era quella dei democratici. Mazzini in primis chiedeva listituzione di unassemblea costituente eletta a suffragio universale per decidere se essere regolamentati da una monarchia o dalla repubblica, e se dallaltro lato i garibaldini erano fermi supporters della monarchia, ritenevano indispensabile la fine di questa sorta di passaggio del testimone quasi per eredit in Parlamento, non essendoci ne elezioni democratiche o tantomeno meritocratiche. Democratici pi moderati decisero di distaccarsi da quelle fazioni filo-rivoluzionarie che stavano pianificando di insorgere contro questo sistema e iniziarono a fare vita politica attiva a partire dagli anni settanta quando formarono quella che era lopposizione vera e propria. Fra questi cera Crispi. La Destra al potere (1861-1876) Dal 1861 al 1876 fu dunque la Destra liberale a guidare il Paese, che aveva dichiaratamente tre obiettivi: la creazione di infrastrutture adeguate a uno Stato moderno, lunificazione legislativa e la conservazione dellalleanza con la Francia per il completamento dellunit nazionale. I primi due obiettivi furono raggiunti con la quintuplicazione della rete ferroviaria (nel 1880 erano 10.000 Km), fu disciplinata la scuola, riorganizzato lesercito e distribuite alcune funzioni amministrative lungo tutta la penisola. Laltra faccia della medaglia fu un aumento sostanziale delle tasse, che ovviamente pesavano di pi su chi aveva meno soldi, finch la tassa sul macinato (un dazio sui farinacei) non venne vista come uninutile tassa sulla fame. Dal punto di vista legislativo i poteri erano molto accentrati, con i prefetti che li amministravano nelle provincie ed una salda organizzazione militare interna (nascevano i carabinieri) a garantire lordine. Quanto alle alleanze venne mantenuta quella con la Francia di Napoleone III finch nel 1870, alla sua caduta, fu anche possibile prendere Roma senza inimicarsi loramai ex imperatore francese. La Sinistra al potere (1876-1883) e il trasformismo Questo pesante fiscalismo della destra provoc gi a partire dagli anni settanta delle pensanti sfaldature allinterno del governo, soprattutto da parte dei rappresentanti toscani ed emiliani. In pi molti dei problemi che imperversavano il paese reale erano della povera gente e quindi non riuscivano ad essere rappresentati dai voti del basso censo ammesso. Approfittando di questa debolezza Agostino Depretis, ex mazziniano, riusc a rovesciare il Governo di Minghetti e a conquistare una solida maggioranza alle elezioni
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successive. Il programma di Depretis prevedeva lallargamento del suffragio, il decentramento amministrativo e labolizione della tassa sul macinato. La Sinistra come la Destra veniva dai movimenti indipendentisti di met ottocento ma a differenza di questi ultimi riscuoteva consensi anche fra gli imprenditori e i professionisti mostrandosi aperta anche a tutte le classi escluse dal voto. Nel 1882 appunto ci fu la prima riforma elettorale che dava la possibilit di voto ora a oltre 2.000.000 di italiani, circa il 24% dei maschi adulti; e non a caso in quello stesso anno anche alcuni socialisti iniziarono a sedere alla Camera. Sempre nel 1882, per, la sinistra pi radicale usciva dalla maggioranza quindi Depretis dovette formare questa specie di asse che andava dal centro-destra al centro-sinistra per non perdere il governo, formando di fatto un governo di centro. Egli sosteneva che per sopravvivere la classe politica doveva trasformarsi (da qui: trasformismo) e per tanto ora cera questa maggioranza centrista che aveva opposizioni sia allestrema destra che allestrema sinistra. Il processo riformatore sub un brusco arresto e in campo internazionale si ruppe quella specie di amicizia che era sorta con la Francia dalla met del secolo precedente e, spinta da mire imperialiste, lItalia decise di avvicinarsi agli imperi tedeschi e austriaci dellEuropa centrale formando sempre nel 1882 la Triplice Alleanza. Mossa discutibile, almeno in principio, perch secondo molti democratici era necessario fare la guerra ad Austria e Germania, non alleanze, per la questione di Trento e Trieste e quindi per chiudere definitivamente il Risorgimento italiano. Crispi e la crisi di fine secolo Visto che la Francia aveva colonizzato la Tunisia, gi puntata dallItalia (da qui linterruzione dei rapporti diplomatici), Depretis si vide quasi costretto a cercare altre terre da colonizzare e punt sullEritrea dove gli italiani si insediarono nel 1882. Cinque anni dopo un tentativo di penetrare maggiormente nel continente africano si risolse con una colossale sconfitta a Dogali inferta allesercito italiano, nel 1887 inoltre moriva Depretis e veniva sostituito da Francesco Crispi, un altro ex democratico siciliano. Come il suo predecessore egli intendeva continuare il trasformismo ma si vide costretto anchegli a fronteggiare dure opposizioni, in quanto decise di non riunificare e rafforzare la Sinistra liberale nel suo complesso. I suoi sei anni di mandato, dunque, possono essere divisi in due fasi: un primo triennio riformatore 87-93 e una fase finale conservatrice 93-96. Nel primo caso si adoper per allargare ulteriormente il suffragio elettorale, istitu enti di cura e beneficenza, introdusse la figura dellufficiale sanitario e promosse la distribuzione dei vaccini contro il vaiolo, infine rese il ministero dellInterno il massimo organo di controllo della vita civile e politica. In quel periodo per era forte il richiamo della Chiesa e del socialismo, quindi non ebbe mai davvero un forte consenso popolare. Nel 92 cominci una stagione di lotte sociali in cui nacquero, fra gli altri, i Fasci dei lavoratori siciliani di stampo socialista che si riunivano in scioperi per protestare contro la crisi economica furono duramente soppressi e anche i successori di Crispi non ci andarono mai con la mano leggera sulle folle in protesta per la fame. Dopo lulteriore sconfitta delle truppe italiane in Abissinia, ad Adua, il 1 marzo 1896, Crispi rassegn le dimissioni e anche se i suoi successori, almeno fino a Giolitti, tornarono ad essere quelli della Destra storica, ora la Sinistra socialista pi radicale piazzava regolarmente in parlamento almeno il 20% dei deputati. Leconomia LItalia liberale restava una realt dominata dallagricoltura, anche se con notevoli differenze da nord a sud. Nella pianura Padana cerano molti imprenditori che lavoravano la terra secondo il modello che la seconda rivoluzione industriale aveva imposto, cercando di acquistare macchinari allavanguardia e servendosi degli efficienti mezzi di trasporto e delle nuove figure dei braccianti, al centro esisteva una situazione agricola di mezzadria in cui il lavoratore divideva met degli introiti ricavati dai raccolti col proprietario terriero per cui lavorava, nel sud invece la situazione era molto simile a quella di servi della gleba russi con i grandi latifondisti a sfruttare i poveri contadini del posto o piccolissimi contadini che avevano a disposizione un pezzetto di terra che a stento bastava per sopravvivere. Per ci che riguarda lindustria il quadro risultava ancora pi frammentato. Come per lagricoltura i settori pi fiorenti erano situati al nord, soprattutto per quanto riguarda la produzione della seta, apprezzata ed esportata in tutto il mondo, e prodotta come facevano le altre grandi potenze capitaliste in grandi opifici e con molta manodopera al lavoro. Il sud era ricco di zolfo, ma povero di imprenditori e poco considerato dallaristocrazia parlamentare che non voleva investire in quelle terre, quindi le forti risorse minerarie di quelle terre lo zolfo ricavato in Sicilia copriva il 77% del fabbisogno mondiale vennero intelligentemente lavorate da corporazioni straniere, principalmente anglo-francesi.
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La politica estera Il primo successo fu quello di allearsi con i Prussiani nella lotta contro lAustria per chi dovesse regnare la Germania, 1866. Nonostante la sconfitta lItalia ottenne il Veneto e quattro anni dopo il Lazio, quando cio Napoleone III non poteva pi difendere militarmente il Papa. Quando la Francia si insedi in Tunisia nel 1881 lItalia strinse la Triplice Alleanza con Austria e Germania anche in virt delle simpatie provate per lautoritarismo di Bismark e perch si pensasse che quei due alleati potessero essere delle buone spalle per future mire espansionistiche. Soltanto nel 1902 vennero relativamente recuperati i rapporti con Parigi, ma soprattutto perch il blocco doganale imposto dalla Francia stava mandando in frantumi il sistema industriale agricolo italiano. La tensione fu definitivamente risolta solo nel 1911 quando cio la Francia invadeva il Marocco lasciando allItalia la possibilit di insediarsi liberamente il Libia e nelle isole del Dodecaneso. Quindi alle porte della Grande Guerra non si era ancora deciso da che parte stare, sebbene si sollevava sempre di pi il desiderio di riconquista del Friuli e di Trieste. Let giolittiana Giovanni Giolitti guid la parte finale del percorso dellItalia liberale dal 1901 al 1912. Instaur un forte dialogo con il Psi di Filippo Turati che fondamentalmente rappresentava in parlamento tutti i lavoratori italiani. La Sinistra storica ed il Psi insomma videro di non ostacolarsi ma senza mai ammettere apertamente questa specie di alleanza che era nata. Dal punto di vista delle riforme, introdusse lassicurazione obbligatoria per gli infortuni sul lavoro, tutel il lavoro femminile e minorile, istitu lIspettorato al lavoro, trasfer allo Stato le spese per lIstruzione elementare e favor la nazionalizzazione delle ferrovie. A differenza di Crispi non si dichiar mai un riformatore, ma ag in quanto tale, sempre cercando di mantenere a bada le instabili correnti politiche estremiste, e anzi quando allinterno del Psi prese il comando lala sindacal-rivoluzionaria egli non si scompose: sciolse le Camere e incass i voti dei moderati preoccupati dal pericolo rosso. Avvi loccupazione militare della Libia e introdusse, nel 1913, il suffragio universale maschile. Nonostante ci alle successive elezioni furono i liberali a trionfare grazie al cosiddetto patto Gentiloni, un accordo con i partiti cattolici che per la prima volta dallunit ammettevano di entrare in politica portando con se un gran carico di voti. Era, comunque, la fine del partito liberale originale, quello dei ricchi oligarchi che, seppure avevano influito allunificazione dellItalia non se ne erano curati a livelli bassi e quindi dovevano ricorrere allappoggio di chi poteva pi di tutti parlare con i ceti pi ignoranti e facilmente suscettibili. Cozzavano con le idee mediatrici di Giolitti quelle espansionistiche dellestrema destra che miravano ad una nazione autoritaria allestero e spregiudicatamente capitalista allinterno, e dallaltra parte i socialisti pi accaniti, fra i quali un giovane Benito Mussolini, non erano pi disposti a fare da semplice spalla al partito di maggioranza. Nel 1914 gli successe dunque Antonio Salandra, liberal-conservatore piemontese.

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C6 - LA BELLEPOQUE La concentrazione del potere a livello statale e la crisi del sistema internazionale Abbiamo visto quindi come la maggior parte del potere in quei tempi appartenesse allo Stato-nazione, dove dapprima questo era il motore dellespansionismo e dellevoluzione industriale per poi entrare pian piano sempre di pi a far parte della vita dei cittadini con le proprie istituzioni. Ma la gestione ancora di tipo nobiliare, come gli accordi di tipo segreto, la scarsa pubblicit e la gestione degli affari in maniera oligarchica, cozzer spesso con questa corsa al modernismo, creando quei contrasti che porteranno allo scoppio di un conflitto globale. Le alleanze di Bismark A partire dallunificazione della Germania il gran cancelliere tedesco si era adoperato nello stipulare alleanze in larga scala: dopo aver dato un assetto pi stabile alle 39 federazioni che la componevano in precedenza, gi nel 1873 firm unintesa con Austria e Russia, con lobiettivo di fare da mediatore nelle dispute che questi due Paesi stavano avendo nei Balcani. LObiettivo era quello di tutelarsi ad Est ed isolare la Francia ad ovest, mentre lInghilterra non rappresentava un pericolo per via del suo splendido isolamento dagli interessi continentali cos come lItalia non era considerato uno Stato militarmente pericoloso, seppur alleato francese. LAustria, rimasta fuori dal gioco delle colonizzazioni extra-europee, puntava dunque ad espandersi nel continente, e dunque proprio in quelle terre gestite da un impero ottomano oramai in fase di sgretolamento, ma doveva considerare anche gli interessi russi per non parlare del desiderio dindipendenza dei locali. I Balcani Dunque alla fine del secolo cera nellEuropa sud orientale questa situazione precaria. La Russia puntava ovviamente allannessione per avere pi facili vie daccesso nel Mediterraneo e, ovviamente, Francia ed Inghilterra tendevano ad ostacolare questi progetti, in pi andava considerata linfluenza austriaca e, ultima ma non ultima, la volont di slavi e limitrofi di ottenere lindipendenza. Gi nel 1875 Bosnia-Erzegovina e Bulgaria insorsero, e aiutate dalla Russia ottennero lindipendenza proprio sotto il protettorato dello zar, per evitare che discorsi del genere potessero essere fatti in tutta larea balcanica la Gran Bretagna mand una flotta di navi per arginare lascesa russa, alch fu fondamentale riunirsi in una conferenza (Berlino, 1878) per discutere il futuro assetto da dare ai Balcani. Risultato: vennero riconosciute indipendenti Montenegro, Serbia e Romania, la Bosnia fu affidata ad unamministrazione trentennale austriaca e la Bulgaria al protettorato ottomano, Cipro allInghilterra ed alcuni territori di confine alla Russia, mentre allItalia andava Rodi. Questo creare Stati a tavolino cre forti instabilit in quanto molti popoli di uno stesso confinamento geografico erano molto diversi e non condividevano il fatto di dover essere connazionali di altre etnie. Verso la Weltpolitik Dopo aver rafforzato limmagine del suo Paese a livello internazionale con la Conferenza del 78 Bismarck sottoscrisse nuovamente unalleanza con lAustria nella quale a partire dal 1882 entrer a far parte anche lItalia diventando cos Triplice Alleanza. Nel frattempo la Gran Bretagna stipulava i cosiddetti accordi Mediterranei con Italia e Austria (1887) e un trattato di contro assicurazione con la Germania stessa il quale garantiva il non intervento nel caso in cui una delle due potenze fosse entrata in guerra. Avevamo dunque una Germania vicina alla Russia e allAustria, alleata dellItalia e non-nemica dellInghilterra, lespansione coloniale non era nei piani di Bismark (basti vedere gli esigui territori toccati alla sua Nazione in Africa), a lui interessava il monopolio in Europa e lunica Nazione virtualmente nemica era dunque la Francia che ora non aveva praticamente pi nessuno schierato apertamente dalla sua parte. A sconvolgere questo sistema ci pens, dallinterno, il re di Prussia Guglielmo II, che voleva una Germania forte nel mondo, non solo in Europa. Il kaiser Guglielmo, come prima cosa, conged il Cancelliere Bismark a partire dal 1890, proprio allapice delle trattative, e proprio nel momento industriale pi florido delleconomia tedesca. Guglielmo orient leconomia in una frenetica corsa agli armamenti, alla costruzione di navi con obbiettivo primario quello di mettere un freno allinfinita rete commerciale tessuta dagli inglesi: era linizio della Weltpolitik, la politica aggressiva. Tanto di Buono fatto da Bismark risult quasi inutile visto che i due stati che forse pi di tutti erano agli antipodi ideologici in Europa, Francia e Russia, finirono per avvicinarsi spaventati dalle grandi manovre che avvenivano il Germania, e proprio la
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Germania che fino a fine secolo era lalleata di tutti ora si vedeva pericolosamente accerchiata, ad ovest dai francesi e ad est dai Russi. La Russia di Nicola II La Russia era probabilmente lultimo stato di tipo feudale rimasto in Europa. Nonostante un vasto esercito ed una popolazione immensa il potere era tutto nelle mani dello zar e fedeli, la maggior parte dei lavoratori erano contadini che lavoravano le terre per concessione. Istituzionalmente i servi della gleba non esistevano pi, ma la realt era ben diversa. Allistituzione del partito socialdemocratico, di stampo marxista, e alle prime avvisaglie di protesta da parte della medio-borghesia lo zar decise di guadagnare prestigio dichiarando guerra al Giappone per il controllo di basi commerciali in estremo oriente nel 1905, perdendo per per terra e per mare. La sconfitta militare esasper ancor di pi i contadini che regolarmente si riunivano e regolarmente venivano uccisi in massa, e si riunirono di nuovo finch nel 1906 lo zar fu costretto a concedere la Duma, una sorta di parlamento elettivo che avrebbe dovuto collaborare con i vertici nobiliari. Falcidiata dalla fame, con un esercito solo numericamente forte, allinizio del secolo alla Russia non rest che stipulare accordi commerciali con la Gran Bretagna, onde evitare di perdere altre guerre, e lo zar stesso si fece fautore di una politica del disarmo che, come dimostreranno i fatti, servir a ben poco. Lespansione degli Stati Uniti e Uno sviluppo travolgente Vedi STORIA DEGLI STATI UNITI La fine del Giappone feudale e La modernizzazione del Giappone Anche in Giappone fino al 1868 esisteva una societ di tipo feudale: cera un imperatore che risiedeva a Kyoto e cera lo shogun, il vero detentore di tutti i poteri amministrativi ad Edo (la futura Tokyo), che dominava su tutti i feudi per concessioni e vassallaggi. Da secoli la famiglia dei Tokugawa si passava il potere degli shogun finch durante la colonizzazione europea in Asia i nobili si spaccarono dando vita ad una rivoluzione civile che depose la famiglia Tokugawa e poneva fine al feudalesimo anche in estremo oriente. Sotto Motsushito il Giappone diventava quindi una monarchia nazionale moderna. Ebbe inizio la velocissima modernizzazione del Paese con labolizione del feudalesimo, la sostituzione dei samurai con un esercito moderno, e listruzione elementare obbligatoria. Il Giappone prese aspetti delle moderne potenze per perfezionarsi internamente e somigliare ad esse scartandone i difetti. Venne fortemente incentivata lindustria sul sistema americano e concessa la costituzione, instaurato un parlamento che a differenza di molti paesi europei aveva davvero potere decisionale a discapito del sovrano. E ovviamente nacquero le mire imperialistiche. Il Giappone non poteva mirare altrove se non ad occidente, e con una nuovissima e moderna flotta tolse facilmente la Corea e Formosa alla Cina. Quando nel 1905 lo zar decise di porre un freno a questespansionismo, ignaro dei progressi avvenuti in quelle terre, si vide umiliato militarmente e dovette rinunciare a qualsiasi pretesa. Verso la guerra mondiale Le potenze crescevano e stavano lavorando per farlo sempre di pi sia dal punto di vista economico che imperialistico-militare e indipendentemente dal tipo di regime che le governava, llite che aveva il potere aveva anche la stessa mentalit, ovunque. Due furono i fattori che spinsero alla guerra: il completamento della colonizzazione e lassetto dei Balcani. Nel 1904 Francia e Inghilterra si accordarono commercialmente, e la Russia veniva sconfitta dal Giappone tornando a guardare ad Occidente: la Germania si sentiva ora isolata, e allo stesso tempo sentiva che le ingenti risorse spese per lindustrializzazione potevano essere fatte confluire altrove. Unipotetica guerra da combattere su due fronti quindi si poteva vincere solo se lesercito russo fosse rimasto nelle tragiche condizioni dellepoca; insomma non rimaneva molto tempo per agire. Nel 1906 la Germania fu estromessa dallaccaparrarsi larea marocchina dellAfrica in virt di un accordo franco-spagnolo e quando nel 1908 scadde lamministrazione controllata della Bosnia da parte dellAustria, questa provvedeva allannessione sottraendola cos allImpero Ottomano. Berlino spalleggi Vienna. A partire dal 1908 dunque iniziarono una serie di eventi a catena, una vera e propria escalation che culminarono con la guerra. In quellanno il Marocco pass alla Francia, che diede allItalia via libera per la conquista della Libia, formalmente sotto lImpero Ottomano. Dalla vittoria degli Italiani nacquero sentimenti di rivalsa in tutte le frazioni dellImpero (Grecia, Serbia, Romania, Bulgaria, Montenegro) che si mobilitarono per accaparrarsi zone pi o meno vaste delloramai ex-impero, che alla fine si ritrov con la
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sola Turchia e un pezzetto di Europa continentale al dil del Mar Nero. Sebbene probabilmente qualche grande potenza si stesse gi mobilitando per una soluzione del genere, nessuno si aspettava tanto fervore e, alla fine del 1911, tanta instabilit. Instabilit dovuta dal fatto che ora, ognuno di questi stati novelli, cercava protezione da uno pi forte. Il 28 giugno 1914 larciduca Francesco Ferdinando, erede al trono di Vienna, e sua moglie venivano uccisi a Sarajevo da Gavrilo Princip, un giovane serbo. La Serbia era protetta dalla Russia, allepoca alleata con la Francia, e fu cos che un fatto marginale, seppur grave, divent la miccia che fece esplodere il primo conflitto mondiale. Lattentato di Sarajevo importante considerare che gli accordi fra stati erano segreti, in genere bilaterali o triplici, e quindi nessuno sapeva con certezza come sarebbero andate le cose, ma si ag per ipotesi di reazione. LAustria il 23 luglio inviava un ultimatum alla Serbia, questa rispondeva con toni concilianti e Vienna procedeva militarmente per dare una lezione al piccolo Stato. La Germania legata allAustria dalla Triplice Intesa esitava nella speranza di trovare un accordo. La Gran Bretagna fu costretta ad intervenire quando la Russia chiam alle armi i cittadini, a difesa della Serbia. Se una nazione si mobilitava, anche laltra era costretta a farlo per non perdere tempo prezioso. Fu cos che il 1 luglio 1914 la Germania dichiarava guerra alla Russia e alla Francia, la diplomazia aveva fallito. Le origini remote della guerra: la politica di potenza e imperialismo e competizione economica Da anni la stampa di ogni Paese spingeva sul concetto di superiorit e dominio, quindi non fu difficile coinvolgere grandi masse ad appoggiare la causa bellica. Per i francesi si trattava di prendersi la rivincita con la Germania della guerra del 1870, per la Germania era una questione di missione dallalto, stabilit in Europa, mentre in Inghilterra era tornata alla ribalta la vecchia competizione fra anglosassoni e unni, ancora visti come barbari. In quellepoca di grandi libert acquisite, in cui una guerra vera e propria mancava da quasi un secolo, la propaganda cartacea ebbe un ruolo fondamentale nello spronare gli animi irrequieti ed eccitati soprattutto dei giovani. I potenti, daltro canto, si limitavano a vedere il tutto come una partita a Risiko: non era fondamentale distruggere lavversario ma bens controllarlo, chi veniva controllato, aveva perso. Nonostante politicamente si potevano ben distinguere due fulcri, Francia-Gran Bretagna-Russia da un lato e Germania-Austria-Ungheria-Italia dallaltro, sembrava strano che le grandi industrie e corporation che lavoravano su larga scala potessero minare i propri affari per unideale nazionale. Eppure fu cos, soprattutto perch la maggior parte degli Stati-nazione finanziarono queste fabbriche per adoperarle alla guerra ed in ogni Paese non fu difficile far confinare le politiche liberali e democratiche interne, di sinistra, insieme a quelle capitalistiche di destra che regolavano lexport: tutti in un unico percorso che avrebbe dovuto indirizzare il flusso di liquidi e di braccia verso quei settori che maggiormente sarebbero stati utili alla causa belli.

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C7 - LA GRANDE GUERRA Le alleanze e la guerra mondiale Allinizio della Guerra erano presenti Francia, Gran Bretagna e Russia da una parte a che formavano la Triplice Intesa a fronteggiare gli imperi centrali di Germania e Austria. Ai primi si aggiunsero nel corso degli anni Serbia e Montenegro, Belgio, Giappone, Italia, Portogallo, Romania, USA, Grecia e Cina, mentre si schierarono con gli Imperi Turchia e Bulgaria rendendo di fatto il conflitto, mondiale. Le guerra fu definita mondiale per tre ragioni: prima di tutto perch appunto vi presero parte compagini provenienti dallintero globo, comprese quelle delle colonie, in secondo luogo perch in nessuna guerra precedente vi fu un impiego di uomini e mezzi e un numero di vittime e feriti tanto grande (circa 4.000.000 alla fine del conflitto) e infine perch la posta in gioco, il dominio dellEuropa e quindi del mondo, non era mai stata cos alta. Il fronte occidentale Si aprirono due fronti di combattimento appena oltre i confini orientali ed occidentali della Germania. Ad ovest la Germania pensava di raggiungere la Francia tramite il Belgio, che inizialmente si era dichiarato neutrale, con una rapida marcia in terra belga ed una facile vittoria in Francia, la quale aspettandosi un attacco frontale sarebbe rimasta colta di sorpresa. La vera sorpresa fu lardua resistenza del Belgio che permise alla Francia di organizzare lesercito ed opporsi degnamente alla Germania. La tanto auspicata guerra lampo non vi fu. Si form un fronte che andava dallOlanda alla Svizzera lungo il quale per tre lunghi anni migliaia di uomini persero la vita nellincubo delle trincee e della guerra di posizione, conquistando vicendevolmente non pi di qualche chilometro ad ogni incursione e facendo rimanere, di fatto, il tutto sempre inalterato. Lesercito tedesco era comunque riuscito a conquistare un decimo del territorio francese e su quella linea, chi per avanzare e chi per difendere, gli eserciti assestarono la guerra fino al suo compimento. Il fronte orientale Dallaltra parte la situazione fu soltanto lievemente pi dinamica, ma fondamentalmente simile. Qui i tedeschi potevano contare sullaiuto degli austroungarici a combattere contro un esercito russo pessimamente organizzato ma numericamente superiore. Nel 1915 I tedeschi penetrarono in Polonia e arrivarono fino a Minsk ma qui dovettero attendere la fine dellinverno per poi riprogrammare lavanzata nella primavera del 17. I russi, che dal canto loro prevedevano di avanzare splendidamente in tutta larea balcanica e puntare alla fine su Berlino, si trovarono spesso in difficolt di fronte agli altri eserciti meglio organizzati, e soprattutto le industrie prive di approvvigionamenti rischiavano di dover chiudere i battenti. Gi dal 1915, inoltre, iniziarono gli scioperi in Russia soprattutto per via del fatto che molti contadini vennero strappati dalle terre per andare a fare la guerra, quindi lagricoltura di sostentamento si andava man mano paralizzando, e le perdite di uomini erano sempre pi ingenti. LItalia in guerra In Italia cera chi proponeva per lintervento e chi per la neutralit. Da un lato i nazionalisti fremevano per la guerra, ma erano indecisi su chi appoggiare, dallaltro i socialisti pi moderati ritenevano che allItalia servisse la pace. Salandra, successore di Giolitti, mantenne la neutralit ma nel frattempo nazionalisti e socialisti pi radicali confluirono nella comune idea di riconquistare le terre irredente di Trieste e Trento, fra questi vi era Mussolini che lasciava il partito perch da lui ritenuto oramai di troppo poco carattere. Il 26 aprile 1915 il governo e il re firmarono un patto segreto a Londra dove dichiaravano lappoggio alle truppe dellIntesa e al Parlamento, alloscuro di tutto, non rimase che ratificare lavvenuta entrata in guerra dellItalia; alla fine della guerra il Regno avrebbe avuto in cambio la frontiera del Brennero, la Venezia Giulia, lIstria e parte della Dalmazia. Il 24 maggio dello stesso anno le truppe varcavano la frontiera dellAustria aprendo di fatto un altro fronte, anche questo di posizione. Allentrata in guerra lesercito italiano poteva contare su 1.000.000 di uomini agli ordini del generale Luigi Cadorna. I massacri del 1916 e Contro l inutile strage Nel 1916 morirono sul fronte occidentale 1.600.000 uomini fra inglesi, francesi e tedeschi, il tutto per una manciata di chilometri. A parte una significativa vittoria della Germania nel sud, a Verdun, la situazione non mut quasi per nulla e allora negli animi dei soldati e dei cittadini comuni inizi ad serpeggiare quel desiderio di frustrazione ed impotenza, nonch inutilit, che ben presto avrebbe portato a manifestazioni sociali e ammutinamenti militari da ambo i lati. Si iniziarono allora ad intavolare le prime trattative di pace
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a partire dal 1917, promosse inizialmente dallallora pontefice Benedetto XV. Purtroppo per per i principi imperialisti che avevano spinto le nazioni in guerra risultava difficile, per chiunque, scendere a patti con il nemico. Un altro elemento che gett le basi per una pace fu il movimento socialista europeo che, a dispetto dei confini nazionali e delle ideologie etniche, raccoglieva a se i lavoratori delle classi operaie di ogni paese, tutti daccordo nel fermare quellinutile strage. Il 1917 Nessuno dei due schieramenti riusciva a prevalere e fu solo dopo lintervento degli Stai Uniti che lago della bilancia cominci a pendere fortemente dalla parte delle forze dellIntesa. Per quanto riguarda gli italiani va annoverata la disfatta di Caporetto in cui lesercito dopo innumerevoli offensive non aveva fatto grandi progressi e, demoralizzato, fu vittima di una forte controffensiva austriaca e il 24 ottobre del 1917 che costrinse i rivali ad una ritirata lunga pi di 100 chilometri. Il fronte si stabilizzava ora alle porta di Venezia, lungo il corso del Piave. Anche in Italia la guerra divenne ben presto considerata uninutile spargimento di sangue, e Caporetto incentiv il malcontento popolare. Nonostante tutto non si poteva cedere per evitare che gli austriaci dilagassero ancor pi internamente, e lesercito fu immediatamente riorganizzato, rinforzato e messo ai comandi del generale Armando Diaz. Nel 1917 Lenin intanto prendeva il potere in Russia, firmava in dicembre un armistizio con la Germania per portare via il suo Paese dalla guerra e perdere preziosi territori ad occidente. Ora le potenze degli Imperi potevano concentrare pi truppe ad occidente, ma nel frattempo gli Stati Uniti avevano iniziato a mandare in quei luoghi armi e uomini freschi. La fine del conflitto Lesercito voluto dal presidente Woodrow Wilson contava alla fine del conflitto 300.000 unit a dar manforte dalle Alpi allOlanda e mentre i tedeschi non erano dunque pi in grado di sfondare sul fronte occidentale le truppe italiane sconfiggevano lAustria nelloffensiva di Vittorio Veneto (4 novembre 1918). La guerra poteva considerarsi finita e gli eserciti dellIntesa avevano vinto, seguirono lunghe trattative che culminarono con la pace di Versailles del 1919. La pace era ristabilita ma lequilibrio mondiale rimaneva instabile.

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C8 - LA PACE DIFFICILE La rivoluzione di febbraio in Russia La prima vittima illustre del primo dopoguerra del novecento fu lo zar Nicola II. In Russia cos come in ogni altro Paese europeo vennero a formarsi coalizioni politico-popolari di estrema sinistra filo marxiste e di estrema destra, da una parte si voleva fare il bene del popolo, dallaltra quello della Nazione. Gi nel marzo del 1917 le stesse guardie della famiglia reale si unirono ai dimostranti contro la guerra, lo zar fu costretto ad abdicare e a lasciare il potere alla Duma che per doveva fronteggiare il partito dei soviet vicino agli operai e ai soldati. Con i soviet al potere venne instaurato il suffragio universale e affermate le libert di unione e stampa, il potere centenario degli zar collass allimprovviso. I soviet moderati rovesciarono in breve tempo la Duma, e instaurarono un governo provvisorio che, per, colpevole di voler continuare la guerra dur poco. I bolscevichi al potere Dopo lunghe manifestazioni i soviet moderati furono soverchiati dai bolscevichi (soviet rivoluzionari) capeggiati da Lenin (che annoveravano gi da allora, fra laltro, nelle loro fila Stalin) i quali per raggiungere il potere dovettero dapprima istigare nuovamente le folle alla rivoluzione nellottobre del 17, in secondo luogo eliminare fisicamente la famiglia reale per chiudere ogni collegamento col passato. Venne dunque indetto il suffragio universale e chiesto larmistizio nel 1918. Lenin cre un esercito di partito, la cosiddetta Armata Rossa che negli anni avvenire soffoc nel sangue tutti quei moti rivoluzionari anti-bolscevichi e filonazionalisti che di volta in volta agitavano il Paese, oramai gettato in una vera e propria guerra civile. Era iniziata la dittatura comunista russa, e lintero Paese versava nella miseria pi nera a causa delle conseguenze drastiche che la Grande Guerra aveva realizzato. Scenari Se inizialmente lAmerica aveva proposto una pax americana sotto la bandiera della pace e del libero scambio, inascoltato in Europa e in patria il presidente democratico americano Woodrow Wilson dovette rinunciare al suo progetto iniziale. Il trattato di Versailles infatti fu durissimo nei confronti delle potenze sconfitte, sottraendo a queste larghi spazi fisici (lAustria era ridotta ad un piccolo paese subalpino, la Germania perdeva il 13% delle sue terre e la Turchia veniva confinata in Anatolia) e a immense retribuzioni economiche impossibili da affrontare. Nasceva intanto, sempre dietro la spinta di Wilson, la Societ delle Nazioni, un ente che avrebbe dovuto garantire lequilibrio nelle discussioni fra i popoli, ma la stessa America non vi ader, preferendo ritirarsi in un isolazionismo quasi totale al fine di garantire stabilit e potenziare i propri interessi commerciali. La nuova Europa e il biennio rosso e LEuropa va a destra La cartina europea usciva notevolmente modificata dalla guerra, se da un lato nascevano nuovi stati come la Cecoslovacchia, la Romania, la Jugoslavia, la Polonia, la Finlandia e i paesi baltici dallaltro ognuno di questi doveva far fronte allavvento politico di forze nazionaliste o comuniste. Le prime, che presero piede in larga parte di questi, portarono alla nascita di lunghe dittature. Una piaga febbrile, la Spagnola (1919), rese lenta e difficile la ricostruzione ed allora molti esponenti si appellarono al concetto di unit nazionale per superare la crisi ed evitare qualsiasi tipo di influenza negativa esterna, sebbene il modello russo allettava molto. I lavoratori dellintero continente sembravano vedere nel socialismo la soluzione a tutti i problemi di precariet ma questo non fece altro che spingere quelle altre fazioni, talvolta anche minoritarie, ad organizzarsi per evitare che il comunismo dilagasse allinterno di una societ. Fu quindi la paura del comunismo a far muovere gli uomini potenti, mediamente-potenti, o anche solo influenti a battere il campo della perseverazione della nazione e del progresso gestito dallo stato per arrivare al potere. Iniziarono dunque delle vere e proprie lotte di classe, dove ognuna cercava di prendere il sopravvento sullaltra, ecco perch quel periodo fu detto del corporativismo. LItalia verso il fascismo e Mussolini alla conquista del potere Cos come tutte le Nazioni nate da poco, lItalia fu facile vittima dei movimenti nazionalisti. Nel 1920 DAnnunzio in virt della cosiddetta vittoria mutilata (la non assegnazione allItalia di Fiume) comand una spedizione sopra la citt occupandola ed istituendovi un governo provvisorio, fu poi cacciato via a cannonate. Questo fu uno dei tanti episodi che mostravano una nazione ancor pi desiderosa di grandezza, ordine, stabilit e potere a discapito dei movimenti proletari. Mussolini, gi espulso dal partito socialista nel 1919 perch interventista, fondava quindi i suoi Fasci di combattimento, raccogliendo a se i reduci della
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guerra volti a rinnovamento e alla lotta contro i partiti borghesi tradizionali; egli era un uomo risoluto e deciso, tanto che attrasse a s le simpatie del re e di certi liberali. Nel 1919 erano ancora i socialisti al potere ma nel 21 Mussolini aveva gi avviato quella macchina che solo un anno dopo avrebbe portato alla dittatura: si alle con i liberali di Giolitti portando il suo partito, il Partito nazionale fascista, alla camera con ben 35 deputati. Da l, egli poteva comunicare liberamente ai suoi colleghi ed al popolo. Il suo esercito di camice nere intanto contava le 300mila unit e sopprimeva con la forza ogni tentativo di rivolta di stampo bolscevico e in un periodo di forte debolezza politica lui, luomo pi carismatico del suo tempo, trov anche le risorse per imbastire una marcia su Roma il 28 ottobre 1922. Il re vittorio Emanuele III decise di non intervenire militarmente cosa che avrebbe posto probabilmente la fine del Fascismo gi da quellanno principalmente perch Mussolini annoverava gi numerosi proseliti e, anzi, lo elesse Presidente del Consiglio. Mantenne quella carica per 21 anni, fino al 23 aprile 1943. Le violenze contro gli oppositori non cessarono, anzi furono intensificate, venne reindirizzata listruzione scolastica, fondata una forte macchina ideologista e propagandistica, vietati gli scioperi, sciolti i partiti ed i sindacati ostili e, tuttavia, ancora non era un dittatore, visto il grande consenso che aveva nelle alte istituzioni e fra lopinione pubblica. La dittatura inizi nel 1924 quando un deputato socialista riformista, Giacomo Matteotti, denunci i brogli e le forzature elettorali sostenendo anche che il Paese non poteva pi vivere in quelle condizioni. Matteotti venne rapito e ucciso, il fatto divenne di dominio pubblico, la credibilit di Mussolini messa in dubbio. Ma la cosa, tristemente, sfum. Nessuno intervenne, tantomeno il re e nessuno intervenne neanche quando il 3 gennaio 1925 lo stesso Mussolini in Parlamento si assunse le colpe di quanto avvenuto; di fronte a tanta indifferenza, di fronte a tanto silenzio, lItalia aveva trovato il suo dittatore, nel 1926 furono addirittura sciolti tutti i partiti al di fuori del Pnf. La Repubblica di Weimar La Germania intanto era falcidiata dai debiti contratti con le potenze vincitrici della Grande Guerra, la carta moneta sub uninflazione incredibile (1 dollaro valeva miliardi di marchi) e solo nellagosto del 23 la Destra riusc ad affermarsi con Streseman che apr un dialogo con la Societ delle Nazioni per alleviare il peso che la ricostruzione aveva gettato sulle spalle dei tedeschi. Fino alla fine del suo mandato, nel 1929, la situazione rimase pressoch stabile, ma risolute minoranze di cittadini costretti alla miseria iniziarono a maturare un senso di alienazione dalle vicende europee e di nazionalismo che di li a poco sarebbe sfociato nellavvento del Nazismo. Le potenze occidentali negli anni venti, LAsia in movimento e LAmerica latina A parte gli Stati Uniti, che negli anni venti videro un periodo florido di produzione e di commercio, governati da Repubblicani isolazionisti che tutelavano solo e solamente gli interessi interni, le potenze vincitrici della Prima Guerra Mondiale non stavano attraversando un periodo migliore di quelle che lavevano persa. La Francia aveva investito risorse immani nella causa bellica e i soldi che provenivano dalla Germania non bastavano; lInghilterra doveva invece fronteggiare linesorabile declino della sua potenza industriale e commerciale perch se da un lato le industrie grazie alle quali aveva potuto garantirsi legemonia in tutti i mercati (tessile, carbone) ora riscontravano una forte concorrenza allo in molti mercati. Era stata sostituita come prima nazione di scambi proprio dagli Stati Uniti, ora unica vera potenza mondiale a livello commerciale. LAsia a sua volta viveva un periodo di forte instabilit. In India i movimenti indipendentisti erano diventati sempre pi pesanti ed ora anche le caste pi basse avevano un loro leader, un avvocato di origini indiane che aveva studiato a Londra e che ora raccoglieva con la sua calma e risolutezza grandi masse dietro a s a combattere con la non violenza linammissibile giogo che i colonizzatori e le caste maggiori rigettavano sulle classi meno abbienti: Mahatma Gandhi. La Cina daltro canto era essa stessa una potenza vincitrice della Guerra in cui aveva contribuito, seppur in minima parte, e non si vide riconosciuta nessuna conquista anzi le furono addirittura sottratti dei territori a vantaggio del Giappone. Come per la Germania il nazionalismo ebbe il sopravvento e le truppe di Destra il Paese era nella piena anarchia poterono sbarazzarsi di quelle comuniste guidate da un giovane Mao Zedong. Infine in America Latina la societ era abbastanza ben organizzata, seppur sottoposta ovunque ad antiche reggenze oligarchiche. Il Sudamerica attir in quegli anni numerosi esuli europei in cerca di fortuna, milioni di esuli europei, che nonostante dovessero affrontare un clima politico abbastanza ostile poterono insediarsi con una certa facilit e far fruttare le proprie idee anche in virt di una rinnovata rete di accordi
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commerciali che quei Paesi iniziavano a stipulare con gli Stati Uniti.

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C9 - IL MONDO NELLA GRANDE CRISI Il crollo di Wall Street, Le cause strutturali e La via democratica: il New Deal Vedi STORIA DEGLI STATI UNITI. La crisi si fece sentire anche in Europa, in tutti quei Paesi che durante la ricostruzione scambiavano in moneta americana e ovunque inizi ad essere praticato un forte protezionismo che virtualmente doveva garantire la salute dei mercati ma che in realt non fece altro che aggravare la situazione visto che per tutti gli Stati Uniti erano una delle pi grandi realt con cui fare scambi. LInghilterra il maggiore alleato commerciale degli USA ebbe una svalutazione economica elevatissima e pi dellInghilterra la Germania. Gli animi dei tedeschi, sempre pi affranti dalla gi difficile situazione ora aggravata dalla crisi videro in un nuovo simbolo di unit, Adolf Hitler, e nel suo partito ultra conservatore nazional socialista il vero simbolo del protezionismo utile a rafforzare lunit nazionale e la strada giusta da seguire per evitare di essere ulteriormente schiacciati dalle potenze Europee. La soluzione totalitaria Il nazismo iniziava dunque proprio in quegli anni ad affondare le sue zanne allinterno della societ tedesca. Punto forte della campagna elettorale fu questo Neuer Plan che si basava su accordi bilatetrali per rilanciare leconomia e la costruzione di grande opere pubbliche per fornire occupazione. Come in Italia, questo era un regime autoritario che sciolse i sindacati e obblig i lavoratori ad iscriversi ai sindacati di partito; venne instaurato un protezionismo rigoroso e varati controlli intensissimi sulla produzione interna. Ma il settore dominante fu quello dellindustria bellica. La Germania usc dalla Grande Guerra non solo sconfitta, ma anche umiliata dallo trattato di Versailles, e non potendo contare su grandi colonie estere con cui rilanciare leconomia sentiva il bisogno di guadagnarsi il suo spazio vitale, in Europa. Se dunque lo strumento della democrazia americana per uscire dalla depressione fu quello di utilizzare la spesa pubblica per moltiplicare loccupazione, i tedeschi optarono per la pianificazione di uneconomia di guerra nella quale il riarmo doveva sostenere la politica espansionistica in Europa e poi nel mondo. Non a caso gi nel 35 la Germania provvedeva allaggressione della Cecoslovacchia e poi dellAustria. In Italia la strategia fu simile (perch simile era il regime) ma molto pi che in Germania si tent di inserire lo Stato nelleconomia. Anche qui il protezionismo mirava a far raggiungere al Paese quellautosufficienza grazie alla quale avrebbe potuto tutelarsi, fino ad arrivare alla cosiddetta autarchia, un piano di indipendenza economia dellItalia rispetto alle altre nazioni per rispondere alle sanzioni decretate dalla Societ delle Nazioni dopo laggressione dellEtiopia. Mussolini fond lIri (Istituto per la Ricostruzione Industriale) che gestiva lerogazione dei crediti e la restituzione dei debiti contratti dalle imprese, si assicurava di potenziare quelle in via di sviluppo e di acquistare le nuove promesse; oltre tutto ci gestiva direttamente le tre maggiori banche del Paese. Questa situazione se vogliamo si protratta sino ai giorni nostri con lindustria di Stato o lo Stato imprenditore. Per assorbire lintero mercato economico nel 1934 vennero create 14 corporazioni, enti pubblici, che avevano semplicemente il compito di coordinare tutto quello che si muoveva a livello economico allinterno del Paese. Il mito dellURSS La Russia, ora URSS (Unione delle Repubbliche Sovietiche) era passata nelle mani di Stalin. Egli impose una collettivizzazione delle campagne, industrializzazione forzata e pianificazione centralizzata. Milioni di contadini furono costretti ad entrare in campi di lavoro comuni mentre chi si rifiutava veniva deportato nei gulag, antenati dei campi di concentramento. Da un punto di vista prettamente ideologico ora tutti avevano un lavoro, due pasti caldi, e lavoravano per il bene comune e della Nazione che ora aveva notevolmente accorciato il gap con gli altri Stati. Come negli altri Stati che si stavano riarmando, anche qui i settori pi forti erano quelli della metallurgica, della chimica, dellenergia e, ovviamente, degli armamenti ma a discapito di altri settori, lasciati praticamente morire. Daltro canto la produzione aveva ritmi relativamente bassi in virt dellarretratezza delle tecnologie utilizzate e gli operari erano sottopagati, spinti a lavorare per non morire di fame ed incentivati da slogan e locandine propagandistiche. Vi fu dunque questo balzo economico che i comunisti avevano promesso, ma nessuno si degnava di far notare che i benefici erano tutti dello Stato e di chi lo governava mentre gli operai, controllati capillarmente e impossibilitati ad insorgere, avevano in parte perso le loro terre, mantenuto il loro bassissimo tenore di vita e, fondamentalmente, vivevano una situazione non molto diversa da quella dellera degli zar. Tra crisi della democrazia e planismo
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LInghilterra affront la crisi degli anni 30 con uneconomica che non aveva vissuto leuforia consumistica della decade precedente, quindi la botta fu meno forte rispetto ad altre parti. Governata da una maggioranza conservatrice ma da un leader labourista James Ramsay MacDonald adott come tutti il protezionismo, abbandon la parit aurea della sterlina e finanzi onde possibile la nascita di grandi corporation e, aumentando le tasse, cerc sempre di mantenere quantomeno in pari il bilancio. Lidea geniale fu quella di dare lindipendenza ad alcuni domini come Canada, Nuova Zelanda, Australia e Sud Africa ed incorporarli sotto il Commonwealth, una specie di associazione internazionale che garantiva a questi stati la piena libert e indipendenza, nonch autoregolamentazione, a patto di favorire gli scambi commerciali con lInghilterra. Le due teorie di rilancio che stavano prendendo piede allepoca erano dunque: a) diventare moltiplicatore di opportunit di lavoro attraverso la spesa pubblica finanziata dal deficit di bilancio, come negli Stati Uniti; b) assumere il compito di pianificare leconomia in maniera totalitaria come in Italia, Germania e URSS. Nessuno dei due riusc ad attecchire ad esempio in Inghilterra che punt dunque pi che altro su un rafforzamento, anzi rinnovamento, degli accordi commerciali. La Francia era distrutta economicamente, si alternavano alla sua guida governi deboli e grandi nomi come la Citroen fallirono, e se i socialisti proponevano un piano di riforme per aiutare a venirne fuori questi, puntualmente, fallivano politicamente a causa del malcontento popolare o delle rivolte fomentate dallestrema destra che, come vedremo, porter il Paese sempre pi verso quella direzione, fino alla repubblica collaborazionista di Vichy. La Spagna, infine, si era ritrovata negli anni 20/30 a passare dalla monarchia alla repubblica con i socialisti anticlericali al potere finch nel 1936 la grande propriet terriera, la Chiesa e la maggioranza dellesercito si coalizzarono per rivoltare lesercito contro il governo. Nel 1936, guidati dal generale Francisco Franco, i battaglioni presenti in Marocco si mobilitarono alla volta di Madrid con lintenzione di rovesciare il potere con la forza, che port ad una sanguinosa guerra civile durata tre anni al costo di 600.000 vittime. Erano le prime avvisaglie che nel mondo fascismo, comunismo e democrazia non erano pi in grado di convivere. LEuropa fascistizzata Dove la crisi si fece pi sentire, la democrazia venne meno: in Austria movimenti nazionalisti erano gi presenti a partire dagli anni venti, e quando un governo di destra si instaur al potere non si oppose quasi minimamente a concedere lannessione alla Germania hitleriana (1938). In tutti i paesi dellest europeo, senza escludere Finlandia e Portogallo e forse con la sola eccezione della Russia, vinse il fascismo, il nazismo o comunque il nazionalismo pi estremo. Ecco perch il disegno di Hitler vedeva in quellidea di grandezza una buona base di realizzabilit.

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C10 - IL CROLLO DELLEUROPA La Germania nazista Il 30 gennaio 1933 Hitler veniva nominato cancelliere ed 1 agosto dello stesso anno assunse anche la carica di Presidente. Fece incendiare il parlamento dando la colpa ai comunisti e suscitando forte indignazione fra le masse, organizz squadre rivolte alla soppressione dei nemici del partito nazista, alleliminazione fisica dei libri contaminati dal giudaismo e sciolse tutti gli altri partiti. Il 30 giugno del 34, nella cosiddetta notte dei lunghi coltelli, fece giustiziare lintero stato maggiore delle SA (reparti dassalto), sciogliendole, e mantenendo solo le SS (squadre di protezione), a lui pi fedeli. Finiva la democrazia in Germania, iniziava la dittatura. Ovviamente il partito nazista non avrebbe potuto raggiungere tanto potere in cos poco tempo se non fosse stato per lappoggio di certi ceti militari e della grande borghesia industriale e agraria che, come Hitler, vedevano nella politica espansionistica il futuro della Germania. A tutto ci per si mescol forse nelle prima volta nella storia un fattore nuovo: lideologia di massa. Il partito di Hitler era finanziato dai ricchi ma parlava a tutti, rappresentava effettivamente la stragrande maggioranza del ceto medio disperatamente protesto a voler salire la china della scala sociale ed allontanarsi dal proletariato comune, parlava di superiorit genetica della razza ariana e predestinazione millenaria allascesa mondiale, del pericolo comunista e bolscevico, di quello ebreo. Lebraismo tedesco era secondo il fuhrer una vera e propria infezione che andava estirpata, e nel 1935 con le leggi di Norimberga diede a questa sconcertante idea una connotazione legislativa. Furono proibiti i matrimoni misti e annullati quelli gi stipulati, vietati i rapporti sessuali, esclusi da ogni attivit sociale gli ebrei, confiscati i beni di questi ultimi e arianizzati, cio concessi ai tedeschi. Un esempio ne fu la cosiddetta notte dei cristali fra il 9 e 10 novembre 1938 in cui si vide una delle pi grandi manifestazioni antisemite della storia. Gi dal 1936, invece, erano stati istituiti i primi campi di concentramento dove dapprima venivano deportati dissidenti e nemici politici, in un secondo momento tutti gli ebrei indiscriminatamente. Non era solo un mezzo per sbarazzarsi di chi era visto come una figura scomoda era un forte strumento di propaganda grazie al quale i tedeschi veri sentivano di appartenere ad una grande nazione che marciava verso la gloria mentre i popoli pi indegni erano costretti ad umilianti prigionie. La propaganda, appunto. Sotto la guida del fedele Paul Joseph Goebbels ogni mezzo, ogni forma ed ogni canale di comunicazione erano indirizzati da e per il fascismo. Le televisioni, le radio, i giornali, le riviste, le locandine non facevano altro che esaltare la figura del fuhrer e la grandezza della razza ariana, i giovani venivano indirizzati allidea imperialista e razzista gi dalla tenera et e preparati fin da subito ad entrare nellesercito con esercitazioni dopo scuola per i maschi o a gestire la famiglia e assicurarsi il continuo della specie per quanto riguardava le ragazze. Il totalitarismo fascista E in Italia la musica non era molto diversa: anche qui stessi ideali (imperialismo, espansionismo, grandezza della nazione), stesse tecniche del terrore (lOvra, la polizia segreta, lavorava come le SS), stesse modalit di istruzione con la creazione di Gruppi universitari fascisti (Guf) e del celebre Dopolavoro, un momento di svago orchestrato e diretto da menti fasciste. Allepoca nacque anche lIstituto Luce ed il controllo sulla stampa era capillare, quasi tutto veniva vagliato dal Duce prima di andare in pasto allopinione pubblica. Da un punto di vista pi concreto per allettare le masse vennero elargite sovvenzioni economiche per i grandi nuclei familiari e i primi fondi pensionistici. Se vogliamo, comunque, il partito fascista non nacque con gli auspici che avrebbe assunto in seguito, anzi inizialmente Mussolini si propose come mediatore fra le richieste della Germania per un abbassamento dei debiti di guerra e Francia-Inghilterra che invece erano intransigenti a riguardo; fu solo dopo lascesa completa del nazismo che dovendosi obbligatoriamente schierare scelse la Germania. Ancor prima che Hitler invadesse Austria e Cecoslovacchia infatti il Duce finanzi la spedizione in Etiopia per lannessione di uno stato libero, indipendente e soprattutto membro della Societ delle Nazioni. La battaglia fu sanguinosa e spietata (35-36), sotto la supervisione del maresciallo Pietro Badoglio gli uomini guidati dal maresciallo dItalia Rodolfo Graziani trucidarono qualsiasi gruppo di resistenza e alla fine lo stato africano dovette cedere andando a formare, assieme a Eritrea e Somalia, lAoi (Africa occidentale italiana). La Societ delle Nazioni prese provvedimenti abbastanza blandi, che non fecero altro che far chiudere ulteriormente lItalia nellautarchia il cui processo era gi comunque avviato; lelemento pi importante fu per questa sorprendente inezia mostrata dalle grandi potenze di fronte ad un fatto cos grave. Sempre nel 36 allora Hitler stipul accordi diplomatici proprio con lItalia, che subito si concretizzarono con un supporto militare comune alla Spagna franchista in guerra civile contro i
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socialisti ed il popolo spagnolo stesso. LItalia a sua volta ader al patto Anticomintern che, come da nome, era opposto a Comintern, un esercito internazionale di volontari socialisti voluto dalla Russia. DellAnticomintern facevano parte, oltre allItalia, Germania e Giappone e fu cos che si vennero a formare ufficialmente i primi due gruppi di estrema destra ed estrema sinistra, opposti ideologicamente fra loro ed ora, ufficialmente, anche da un punto di vista militare. Lo stalinismo Sebbene agli occhi di pochi assennati i metodi nazi-fascisti sembrassero brutali, la maggioranza degli europei vi guardavano con indifferenza. Soltanto in Russia furono condannati ma solo per ideologie politiche opposte. I metodi di Stalin per assicurare che tutti i meccanismi della macchina organizzativa proricostruzione russa funzionassero non erano molto diversi. In Germania i campi di tortura si chiamavano lager, in Russia gulag. La Russia fondamentalmente non desiderava la guerra, ma labolizione del fascismo e fu allora che tutti i partiti del Paese si unificarono sotto un unico ideale: non era pi importante per nessuno sostenere la lotta proletaria o le rivoluzioni contro un sistema tanto autoritario quanto falso, limportante era, per il momento, arginare il fascismo, perch lo stesso fascismo poteva insediarsi in Russia. La propaganda russa a tal proposito non fu meno invasiva e persuasiva di quella italiana e tedesca di quegli anni. Il mondo in guerra Il 36 fu dunque lanno che diede il via a tutti quei meccanismi che nellarco di tre anni avrebbero portato ad una seconda, tragica, guerra globale. Dopo essere entrata a patti con lItalia che gi aveva aggredito lEtiopia Hitler sovvenzion la guerra civile spagnola da parte franchista ed occup militarmente la Renania, mentre il Giappone si mobilitava per invadere la Cina. Nel 1938, oramai forte della sudditanza italiana il fuhrer annett alla Germania lAustria (Anschluss) trasformandola in una regione del Reich e dichiarando le proprie intenzioni di fare lo stesso con i Sudeti, una regione cecoslovacca a forte maggioranza tedesca. Se si pensa che allepoca fosse considerato pi pericoloso il dilagare comunista che quello nazista, e che gli Stati Uniti non ne volevano affatto sapere degli affari di oltreoceano, Francia e Gran Bretagna non scelsero di prendere provvedimenti riguardo la politica aggressiva tedesca, anzi nel settembre del 1938 raggiunsero un compromesso a Monaco consentendo alla Germania detta occupazione a patto che Hitler non avesse modificato ulteriormente laspetto geopolitico dellEuropa. Sei mesi dopo, la Germania invadeva la Cecoslovacchia tutta. Neanche questa ulteriore concessione serv a far smuovere le altre due potenze europee almeno finch il 1 settembre del 1939 lesercito tedesco oltrepass il confine polacco al fine di conquistare il territorio di Danzica, una cittadina incastonata in un vero e proprio corridoio di terra che permetteva alla Polonia uno sbocco sul mare, ma separava la Prussia orientale dal resto del Reich. A Francia e Gran Bretagna non rest che dichiarare guerra alla Germania, inconsapevoli per del fatto che qualche mese prima la stessa aveva firmato con la Russia un patto segreto di non aggressione nel quale si progettava anche la futura spartizione della Polonia e dei Paesi Baltici. La Russia sembrava non aver avuto altra scelta, daltronde di mire imperialistiche ne aveva eccome, soprattutto nellEuropa orientale, e Francia e Gran Bretagna sembravano troppo insofferenti a voler stipulare seri accordi di intesa. Sta di fatto che con la sicurezza di non avere problemi ad est, la Germania doveva temere ripercussioni solo da un fronte e decise dunque di intraprendere quella strada che avrebbe portato, inevitabilmente, il mondo allo scontro totale.

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C11 - LA SECONDA GUERRA MONDIALE E LA NASCITA DEL SISTEMA BIPOLARE Cronologia Allalba del 1 settembre 1939 lesercito tedesco varcava i confini della Polonia conquistandola in appena quattro settimane e obbligando Francia e Gran Bretagna a dichiararle guerra. Come dal patto segretamente stipulato prima della guerra, la Russia a sua volta invase la Polonia dalloriente instaurandosi in quelle zone; lItalia, legata alla Germania dal Patto dacciaio, inizialmente detenne lambigua posizione di non belligeranza, pi che altro per allestire al meglio lesercito. A parte la conquista della Finlandia da parte della Russia nel dicembre del 39 le operazioni militari si interruppero fino alla primavera del 40, intanto Hitler aveva mandato agli ambasciatori anglo-francesi dichiarazioni di pace, da questi respinte. La seconda offensiva pieg facilmente Danimarca e Norvegia, in maggio le truppe del reich violarono la neutralit del Belgio e dellOlanda invadendole per poi marciare alla volta di Parigi. In sole due settimane i olandesi e belgi vennero sconfitti e gi il 14 giugno le lesercito tedesco marciava sotto lArco di Trionfo, quattro giorni dopo il generale Charles De Gaulle invitava dai microfoni di Radio Londra i suoi connazionali a resistere ma il 22 giugno 1940 il generale Ptain, che gi aveva vinto i tedeschi nella prima Guerra Mondiale, firm larmistizio permettendo ad Hitler di annettere la parte nord del Paese al Reich e lasciare alla parte sud un governo collaborazionista filonazista (lo stesso avvenne in Norvegia). Gi dal 10 giugno, sullonda dei successi tedeschi e con la prospettiva di una guerra che stesse volgendo al termine, Mussolini aveva dichiarato guerra a Francia e Gran Bretagna, lItalia entrava dunque in guerra a fianco nei nazisti con la speranza che, a conflitto terminato, avesse potuto anche lei godere di benefici territoriali. Hitler stava programmando uno sbarco sullisola britannica ma prima cerc di demoralizzare gli animi e le risorse imponendo incredibili bombardamenti sulle citt pi importanti per storia e per produzione industriale, nonostante tutto la Luftwaffe subiva importanti sconfitte dalla forza aerea britannica, la RAF (Royal Air Force) che era entrata in possesso di un nuovo potentissimo mezzo dintercettazione: il radar. Per il momento, lInghilterra fu messa da parte, ma era comunque sola. Nellottobre del 40 Mussolini invade la Grecia ma le mal organizzate truppe italiane sono costrette alla ritirata verso lAlbania, che crogiolava di forti inglesi. Ci scredit fortemente la figura del Duce e leffettiva pericolosit della potenza italiana che dora in avanti avrebbe sempre pi operato in stretta collaborazione coi nazisti. Oltre a quello europeo vi era il fronte africano, aperto dallItalia, che port per la prima volta la guerra al di fuori dei confini europei. Nonostante alcune vittorie iniziali gli italiani persero le pi importanti battaglie contro gli inglesi perdendo di fatto il Corno dAfrica; e solo grazie allintervento delle truppe tedesche guidate dal Generale Rommel si ottenne una sorta di parit. Era la primavera del 41 e in contemporanea altre truppe italo-tedesche invadevano Grecia e Jugoslavia, vincendole. Fu il periodo di massima espansione del Reich, con tutta lEuropa ai suoi piedi se si esclude lInghilterra unica resistenza e Svezia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Svizzera e Turchia che si erano dichiarate neutrali; mentre in Africa la situazione era abbastanza stabile ed in Asia i giapponesi stavano mettendo in seria difficolt la Cina, invasa. La seconda met del 41 segn invece linizio della fine, la parabola aveva preso la sua direzione discendente. In estate le truppe tedesche iniziarono la marcia verso Mosca, nellUnione Sovietica, rompendo quel patto di non aggressione stipulato due anni prima oramai ritenuto senza pi alcun significato. Un colossale spiegamento di uomini e mezzi marci quasi ininterrottamente applicando un tipo di guerra che, oltre alla sconfitta militare del nemico, ne richiedeva la sterminazione fisica perch considerato inferiore alla razza ariana, cos come gli zingari e gli ebrei. Contemporaneamente si intensificava il lavoro delle SS nei territori conquistati ed ogni ebreo veniva dapprima costretto ai lavori forzati e successivamente ucciso nelle camere a gas o nei forni crematori, era la shoah, lo sterminio sistematico degli ebrei, e alla fine del conflitto aveva mietuto oltre due milioni di vittime. Nellinverno del 41 un attacco giapponese a sorpresa sulla base americana di Pearl Harbor (Hawaii, Oceano Pacifico) in data 7 dicembre 1941 aveva distrutto gran parte della flotta quivi ormeggiata ed ucciso tremila persone, legittimando quindi lintervento degli Stati Uniti nel conflitto. Ora, con fronti aperti in Europa, Africa, Asia e negli Oceani e con limpiego di contingenti provenienti da ogni continente, il conflitto aveva assunto il suo carattere definitivamente mondiale. Gi dal 42 la parte dellazione era passata agli alleati, che ora potevano contare sulla grande macchina da guerra americana, e contemporaneamente arrivarono le prime vittorie. Gli americani iniziarono la riconquista delle isole del Pacifico precedentemente assoggettate al Giappone e nel gennaio del 43 lesercito russo con un motto dorgoglio riusc a ricacciare le truppe
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tedesche che si erano appostate a pochi chilometri da Mosca e Stalingrado: era la prima vera sconfitta dei tedeschi alla quale sarebbe seguita qualche mese pi tardi la vittoria definitiva degli inglesi in Africa, a El Alamein. Proprio dallAfrica settentrionale gli angloamericani progettarono ed effettuarono lo sbarco in Sicilia (luglio 43). Il 25 luglio Mussolini fu destituito e arrestato ed il governo affidato al generale Badoglio che l8 settembre stipul larmistizio con gli alleati. Il 12 dello stesso mese il Duce veniva liberato dai paracadutisti tedeschi dalla sua prigione sul Gran Sasso ed instaur a Sal, sulle rive del Lago di Garda, la Repubblica di Sal, un governo collaborazionista coi tedeschi. In centro si incontravano alleati e partigiani che lottavano con le truppe tedesche in ritirata. Dopo un anno di dure battaglie sul territorio nazionale, vista limminente sconfitta, i tedeschi iniziarono a perdere le maggiori citt italiane, liberate in pompa magna dai partigiani che, il 25 aprile 1944 poterono dichiarare la liberazione del Paese. Il 6 giugno del 1944 truppe angloamericane partite dal sud dellInghilterra sbarcarono il Normandia, al nord della Francia, e guidati dal generale Eisenhower e con lausilio dei partigiani francesi riuscirono a vincere anche nella repubblica transalpina. Lavanzata alleata ad occidente e quella russa ad oriente accerchi in una mossa letale la Germania finch anche Berlino fu presa. Il leader del partito nazista si tolse la vita ed il suo designato successore, lammiraglio Karl Doenitz, firmava la resa incondizionata il 7 maggio 1945. Il 6 e il 9 agosto gli americani, con lintento dichiarato di non mandare milioni di connazionali al macello in terra nipponica (che andava, comunque, inevitabilmente invasa) sganciarono sulle citt di Hiroshima e Nagasaki le prime due bombe atomiche della storia, uccidendo sul colpo 200.000 persone. Il 14 agosto limperatore giapponese firm anchegli la resa e, allora, la guerra pot considerarsi definitivamente finita. Era costata 50 milioni di vittime e la met erano stati civili. Guerra tra gli stati, guerra tra le ideologie Si sono fatte molte ipotesi sulle ragioni che spinsero il mondo alla guerra negli anni quaranta e quella che per pi anni fu avvalorata stata quella della follia nazista. In realt non fu cos. Il crescente bolscevismo russo era considerato, e probabilmente era, altrettanto pericoloso solo che gli stati che pi di tutti diedero attivamente inizio alla guerra (Italia, Germania, Giappone) erano quelli che non furono in grado di gestire la crisi economica degli anni trenta perch il protezionismo attuato da tutti poneva dei seri limiti alla capacit produttiva di un paese e, quindi, lo spingeva inevitabilmente a cercare altri spazi fisici nei quali poter produrre, e questo era un problema che la Russia non aveva. Quindi si potrebbe dire che iniziali scontri di tipo economico si sarebbero tradotti in scontri militari prima o poi per forza di cose, aiutati da efficaci campagne di sensibilizzazione delle masse come il culto del potere e della patria. Lequilibrio scaturito dalla pace di Versailles era gi di per se precario, con la Germania che adott sin da subito un forte piano di risanamento e corsa al riarmo e le potenze vincitrici della prima Guerra Mondiale che si limitarono a cercare di mantenere lo status quo. Se si fosse dato ascolto ai celebri 14 punti di Wilson sullimpegno di risolvere le tensioni e i conflitti in maniera diplomatica forse non ci sarebbe stato bisogno di una altro conflitto mondiale. La crisi economica, la pace precaria, il protezionismo e linstaurazione di regimi autoritari diedero quindi ampio spazio allamalgama delle nazioni internamente ma di conseguenza a dei contrasti ideologici insanabili fra quei paesi che erano democratici, fascisti totalitari, o bolscevichi; anche perch probabilmente gli stessi stati democratici pensarono, in un primo momento, di utilizzare il fervore fascista per scardinare il pericoloso comunismo e poi trattare una pace o aspettarne un naturale arresto che in realt non avvenne. A testimonianza di questo fatto ci sono le conseguenze stesse della guerra: il regime sconfitto non stato pi adottato in nessun posto del mondo mentre i due rimanenti quello capitalista e quello comunista hanno iniziato sin da subito, quasi a continuare la guerra per se, a far valere il loro peso sullintero assetto economico, sociale e politico del globo. Una guerra totale e di sterminio A differenza di tutte le altre guerre, questa coinvolse non solo i teatri veri e propri delle battaglie, ma anche le citt e le posizioni considerate strategiche nelle quali effettivamente non si combatteva. Basti pensare allesordio dei bombardamenti a tappeto, per non parlare delle bombe atomiche. Essa fu totale, cos come quella precedente, perch coinvolse linsieme delle intere risorse economiche, umane e tecnologiche dei paesi che vi presero parte e fu mondiale perch, come gi detto, chiam alle armi gli eserciti di nazioni sparse per tutti i continenti ma soprattutto perch i punti strategici non divennero solo le classiche
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roccaforti europee ma erano ora sparsi ovunque, dallAfrica al Pacifico. Fu di sterminio, infine, per tre motivi. Prima di tutto perch nessunaltra guerra aveva fatto mai tanti morti prima dallora, in secondo luogo perch la parte nazista che la combatteva voleva realmente porre fine alla presenza di alcune razze esistenti con metodi truci, umilianti e di massa (basi considerare il grande numero di lager aperti, che da soli mieteranno dalle 5 alle 7 milioni di vittime) ed infine perch esord in questo conflitto la bomba atomica, unarma capace di annientare unintera citt con tutti i suoi abitanti, le sue strutture e la sua storia in pochi secondi e, se potenziata, unintera nazione o lintera razza umana. Parte degli stessi ingegneri che lavevano progettata, difatti, espressero il loro pi estremo dissenso nellutilizzazione di questo ordigno ancor prima che fosse costruito, ma si voleva arrestare un processo messo in moto forse gi da troppo tempo e da persone troppo importanti per essere fermato. La fine del mondo europeo Con questi termini due storici francesi descrissero a cosa si era giunti. LEuropa non aveva pi la centralit politica, economica e militare che aveva acquisito dal 1600 passando il testimone di fatto agli Stati Uniti. Basti pensare che gi dal febbraio 45, durante la conferenza di Yalta, in Crimea, sebbene vi presero parte anche Francia e Gran Bretagna, furono U.S.A. e Unione Sovietica a stabilire le linee guida per la gestione dellassetto europeo dopo la fine della guerra: ogni Stato sarebbe stato sotto l influenza di una potenza vincitrice, la Germania divisa in quattro zone damministrazione. Quando i primi movimenti iniziarono a organizzarsi per dare alla nazione una nuova costituzione la Russia decret lembargo totale per la sua zona di appartenenza, la nord orientale, e la stessa Berlino divisa in quattro parti ma posizionata nello spicchio russo fu costretta a sopravvivere soltanto grazie ad un ponte aereo imbastito dagli Stati Uniti. Quando la parte occidentale della Germania accett la costituzione, questa divent Repubblica Federale Tedesca, con capitale Bonn, la parte rimanente era la Repubblica Democratica Tedesca, o DDR. Assieme a lei, tutti gli stati di influenza russa instaurarono un governo di stampo comunista venendo a creare, laddove geograficamente esistevano confini politici fra lest e lovest, la nota cortina di ferro. Il nuovo ordine economico Con la fine della seconda Guerra Mondiale fin anche legemonia della sterlina come moneta di scambio di riferimento ed inizi quella del dollaro. Anche perch il piano Marshall che prevedeva aiuti alle nazioni che avevano bisogno della ricostruzione fu progettato e realizzato dagli Stati Uniti. Per gestire il tutto gli stessi Stati Uniti fondarono un fondo monetario internazionale che poi sarebbe diventata la Banca Mondiale (accordi di Bretton Woods)intenta a vigilare sulla distribuzione dei fondi, a patto di ottenere agevolazioni di tipo commerciale con i paesi che ne facessero richiesta. Non fu unidea applicata solo al secondo dopoguerra, il Fondo Monetario Internazionale in vigore ancora oggi e da la possibilit a qualsiasi paese in difficolt di farne richiesta. La Guerra Fredda Vedi STORIA DEGLI STATI UNITI

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C12 - LA FINE DEL COLONIALISMO E LA NUOVA MAPPA DEL MONDO La decolonizzazione, Un miliardo di persone in movimento: lIndia democratica, la Cina comunista e La Cina di Mao. I paesi europei erano quelli che pi di tutti uscirono devastati dalla seconda Guerra Mondiale quindi anche le loro morse coloniali dovettero allentarsi per forza di cose. Ad un inevitabile disinteresse si unirono la nascita dei movimenti nazionalisti nelle colonie che accelerarono il processo di decolonizzazione, Cina ed India, in primis, lottarono per la loro emancipazione totale dai domini stranieri portando a termine quel processo di decolonizzazione iniziato gi a cavallo fra le due guerre. In Cina gi erano forti sentimenti indipendentisti dopo che il trattato di Versailles aveva concesso territori presenti in Cina, precedentemente tedeschi, ai giapponesi anzich ai cinesi, e contemporaneamente Mao Zedong assumeva la guida del partito comunista rivoluzionario di stampo marxista-leninista. Durante la Seconda Guerra mondiale il popolo cinese seppe opporre una valorosa resistenza quasi decennale alle continue incursioni giapponesi riuscendo addirittura ad unificare in quel periodo comunisti e nazionalisti in un unico grande movimento libertario. Nonostante furono i comunisti a guidare le maggiori operazioni e a ricevere il maggiore appoggio popolare, alla fine fu istituito un governo nazionalista sotto pressione statunitense che per non fece altro che riaprire la guerra civile interrotta col secondo conflitto mondiale. La completa inettitudine delle fazioni di destra e lincredibile determinazione di quelle di sinistra portarono alla vittoria finale di questi ultimi finch nellautunno del 49 la Cina fu liberata e decretata la nascita della Repubblica Popolare Cinese, mentre i leader di destra si rifugiavano sullisola di Formosa instaurando qui un loro governo facente Stato a se. Viste le immense potenzialit che il territorio, ora unificato, offriva il nuovo governo provvide subito ad attuare il processo di industrializzazione percorrendo le linee guida gi seguite in Russia, soprattutto in virt della rottura completa dei rapporti con lAmerica in occasione della guerra di Corea. A differenza di Mosca, comunque, Pechino non avvi da subito una massiccia campagna di collettivizzazione agraria, che comunque non avrebbe potuto correre alla velocit di quella russa, ma si limit a distribuire terreno ai piccoli contadini ed incanalarli gradualmente verso i principi produttivi comunisti, in modo da mantenere sempre un alto indice di apprezzamento dal basso. Lo stesso valse per le industrie: invece di una espropriazione su larga scala Mao si preoccup pi che altro di educare i suoi imprenditori a non cedere alla corruzione ed al capitalismo, per il bene comune e la realizzazione dello stato sociale. Comunque, come in Russia, vennero varati i famosi piani quinquennali che, in linea di principio, puntavano alla statalizzazione di qualsiasi attivit industriale ed agraria alla fine di un determinato percorso da seguire. Si delineava gi da quegli anni il tipo di autoritarismo che il partito avrebbe assunto nel corso del XX secolo: la nuova costituzione dava tutto il potere a tre organi, Stato, Partito ed Esercito. Al primo sarebbe stata assegnata lamministrazione, al secondo lindirizzo politico, al terzo la gestione della sicurezza, ma se si considera che allo Stato poteva andare solo un Partito, di cui il leader sarebbe stato anche capo delle forze armate, era evidente che anche in Cina fosse iniziata lera del regime. un sistema che funziona tuttora. La causa dellIndia fu lievemente differente, se pur cronologicamente simile. Anche qui i primi indipendentisti, induisti e musulmani uniti, guidati dal Gandhi iniziarono le loro protesta gi dal 1930, con la disobbedienza civile e la non violenza come motti, contemporaneamente nasceva per volont degli operai e dei contadini il Partito del Congresso, guidato de Nehru ed in stretta collaborazione con Gandhi. In tutti i duri anni di battaglie, che si conclusero solo nel 47, il popolo indiano mostr grande maturit non lasciandosi mai influenzare seriamente da nessuna corrente in voga che avrebbe potuto dividere i manifestanti in partiti e ancor pi sorprendentemente musulmani e induisti rimasero uniti fino alla fine. Dopo lindipendenza vennero creati due stati: lUnione Indiana ed il Pakistan, ed allora iniziarono di nuovo gli contri interni. Per la scellerata decisione di lasciare un lembo di terra indiana in territorio pakistano si riacutizzarono gli scontri di stampo ideologico-religioso ed inizi uno dei maggiori esodi della storia quando oltre 20 milioni fra musulmani e induisti mossero rispettivamente da uno stato allaltro. In questo clima di sommossa generale, lo stesso Gandhi veniva assassinato da un fanatico induista il 30 gennaio 1948. Con grande intelligenza politica e determinazione Nehru riusc comunque ad avviare la politica di modernizzazione del paese scegliendo, come prima cosa, di dare al suo Paese una governo di tipo democratico e imparziale. Nel 1950 venivano aboliti i 560 regni presenti nel subcontinente e le caste, venne determinata la parit dei sessi e accelerato il processo di industrializzazione. Nello stesso periodo
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ottennero lindipendenza le Filippine, le due Coree, la Birmania, lIndonesia e il Ceylon. In Vietnam la Francia si dimostrava abbastanza restia a lasciare il paese, ma dovette cedere nel 1957 dopo una pesante sconfitta da parte dei ribelli dei Viet Nimh il cui capo, Ho Chi Min, sarebbe successivamente diventato il capo delle forza di guerriglia avversarie degli americani nella disastrosa guerra quindicinale del Vietnam. Se in Asia il processo di decolonizzazione fu abbastanza repentino in Africa questo fu molto pi lento in virt dellarretratezza culturale degli indigeni e di strutture sociali di tipo nomade. Discorso a parte per il Medio Oriente dove dopo il crollo definitivo dellImpero Ottomano si venne a riunire la grande maggioranza del popolo musulmano che lott duramente per ottenere lindipendenza i tutti i Paesi del Mediterraneo. Nasceva il mito della nazione Araba e nel secondo dopoguerra ne Francia ne Gran Bretagna furono in grado di gestire pi i torridi climi rivoltosi che si vennero a creare in quelle zone decretando, in pochi anni, lindipendenza di Libano, Syria, Iraq, Arabia Saudita, Yemen e Oman che, assieme ad altri stati limitrofi, si sarebbero tutti iscritti alla Lega Araba. Gi dai tempi della Guerra era iniziata limmigrazione di ebrei in terra di Palestina che in pochi anni riusc ad insediarsi e colonizzare oltre 150.000 ettari di terra. La questione mediorientale Nonostante tutti combattessero sotto la bandiera musulmana cerano forti tensioni interne fra sciiti antioccidentali e sunniti aperti al dialogo e su queste divisioni giocarono le grandi potenze disposte a fare di tutto per accaparrarsi le simpatie di quegli stati cos importanti per lo scacchiere della Guerra Fredda, nonch per il commercio del petrolio. Inizialmente la Palestina non acquist lindipendenza ma rimase sotto il controllo inglese, quando limmigrazione di ebrei divenne insostenibile e sfoci in scontri con i musulmani, i britannici lasciarono il Paese ad una guerra interna che lavrebbe sconvolto fino ai giorni nostri. Sebbene molte nazioni arabe si schierarono dalla parte della Palestina, lappoggio americano a Israele fu determinante e nel 1948 molti si dovettero rassegnare a diventare esuli in terra propria con il riconoscimento internazionale della nascita dello stato di Israele. Se da un lato lIran, inizialmente governato da uno stato comunista, si vide costretto ad appoggiare loccidente dopo un colpo di stato finanziato da Stati Uniti e Gran Bretagna, il primo ministro egiziano Nasser riusc con i suoi insurrezionalisti nazionalisti al seguito dapprima a deporre il sovrano Frauk (voluto dalla Gran Bretagna) poi ad assicurarsi i diritti politici, geografici e commerciali sul canale di Suez (1956), punto nevralgico per il commercio mondiale, diventando una sorta di icona per tutti gli indipendentisti arabi. Quando poi nel 58 la Francia fu costretta dopo lunghe battaglie a concedere la libert anche alla sua pi antica colonia, lAlgeria, lindipendenza del mondo arabo da quello occidentale era ultimata. Bandung: unipotesi multipolare Nel 1955 con lindipendenza di Cambogia e Laos, lemancipazione dellAsia dal dominio occidentale fu terminata, ed i nuovi stati decisero di riunirsi in conferenza a Bandung (Indonesia) per gettare le basi del loro futuro. Ne usc fuori che era indispensabile non lasciarsi contaminare dalle influenze di potere americane o comuniste se si voleva intraprendere una strada volta al progresso e alla modernizzazione. Cera troppo lavoro interno da fare ed essere sottomessi al volere e alle decisioni di un altro popolo per il semplice fatto di dover prendere una posizione sarebbe stato solo dostacolo; per attuare il progresso occorreva dunque indipendenza politica e non era certo facendo il tifo per Stati Uniti o Russia che questa poteva essere raggiunta.

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C13 - LET DELLORO I trenta gloriosi Con questo termine uno storico economico francese defin il trentennio che and dal 1946 al 1975, in virt dellincredibile boom che ogni settore economico ed in generale la qualit della vita videro in gran parte del mondo. Gi a partire dal 1950 il prodotto lordo mondiale inizi sorprendentemente a crescere, e con esso il Pil dei paesi gi sviluppati o in via di sviluppo, soprattutto quelli iscritti a partire dal 1960 allOcde (Organizzazione di cooperazione e sviluppo economico). Lo sviluppo fu generalizzato, certo, ma non propriamente omogeneo in quanto Gran Bretagna e USA che avevano guidato i processi di industrializzazione rispettivamente dal 700 al 900 e dal 1900 al 1950 ora sembravano quasi aver arrestato la loro progressione, seppur potessero vantare sempre un sistema economico invidiabile. Furono le nuove venute, quelle nate da poco o modernizzate da poco, che pi di tutte sfruttarono questondata positiva per leconomia, quindi Italia, Germania e Giappone che raggiunsero in percentuale quasi lo stesso Pil pro capite degli USA. Pi di questi Paesi fecero quelli dellest europeo, che in alcuni casi riuscirono anche a superarlo. I fattori della crescita: libero scambio, crescita demografica, rivoluzione agricola Nonostante fosse stato adottato da praticamente tutte le Nazioni negli anni 20, ora il protezionismo veniva demonizzato ovunque, quasi fosse stato la causa della Guerra o lelemento di spicco delle dittature fasciste. In realt si sentiva il bisogno di chiudere definitivamente i conti col passato, vennero riavviate le politiche di libero scambio e 33 paesi facenti parte della sfera dinfluenza americana firmarono il Gatt (General Agreement on Tariffs and Trade) cio una sorta di trattato che li poneva nelle condizioni di interscambiare merci in maniera vantaggiosa e con costi relativamente bassi. Le grandi fabbriche impegnate durante la Guerra infatti rischiavano di andare in sovrapproduzione come quindici anni prima quindi nessuno si oppose allidea di smerciare quanti pi materiali possibili; il tutto venne magistralmente coordinato dagli Stati Uniti e da quanto stabilito a Bretton Woods nel44 con la possibilit di un Paese di far ricorso ad un fondo internazionale qualora ne avesse avuto bisogno. In venti anni il volume commerciale degli scambi internazionali crebbe di cinque volte e assieme a questo boom di vendite se ne registr uno di nascite. La popolazione mondiale pass dai due miliardi del 1925 ai quattro del 1975, i tassi di mortalit calarono drasticamente, la vita media si allungava e, il tutto unito al miglioramento dellesistenza, comport una crescita demografica inaspettata a detta di molti studiosi. Il circolo virtuoso concluse il suo percorso con un incremento inevitabile della produzione agricola. Lutilizzazione di pesticidi su larga scala, la selezione delle sementi speciali pi resistenti e lutilizzo di macchinari sempre pi allavanguardia permisero di soddisfare la sempre pi ingente richiesta di cibo, e di far quadruplicare in questo periodo la quantit di prodotti raccolti. Un caso abbastanza paradossale avvenne in alcuni Paesi del Terzo Mondo che nonostante avessero risorse naturali tali da potersi permettere un forte commercio questi non riuscirono a sfruttarle, producendo pochissimo ed arrivando addirittura a importare celerali dallestero. I fattori della crescita: innovazione tecnologia e nuovi consumi Dunque, alla base dello sviluppo agricolo vi fu un salto di qualit dellinnovazione economica, la vera ossatura del boom di quel trentennio. Carburante di quel motore furono le nuove energie; il petrolio, in primis, sostitu quasi completamente il carbone rendendo di fatto i Paesi arabi di estrema importanza per lapprovvigionamento mondiale, e se inizialmente lenergia nucleare venne concepita quasi esclusivamente a scopo bellico ora nascevano le prime industrie che lavoravano latomo sfruttando la sua immane energia per fornirla ai cittadini. Almeno nei paesi pi industrializzati lelettricit entr in ogni casa, le automobili divennero pi alla portata di tutti e con linvenzione (o meglio il perfezionamento produttivo) della plastica si venne a formare una nuova idea di concepire i materiali per la casa, larredamento, lutensileria in generale. Tutto ci aveva un costo di produzione relativamente basso, quindi la richiesta fu elevatissima dando un aspetto sempre pi globale alla societ di massa dellepoca. Gli elettrodomestici, infine, resero pi agevole la vita delle casalinghe permettendo loro di trovarsi unoccupazione al difuori della sfera domestica e la televisione riusc a fare in pochi anni quello che radio e cinema non erano riusciti a fare in un secolo: informare miliardi di cittadini in tempo reale, suscitare emozioni nelle coscienze, creare miti ed eroi con una velocit impressionante. Era il 1948 quando fu inventato il transistor, un dispositivo capace di amplificare un segnale elettrico. Da qui la facilit di creare network televisivi ai quali potevano collegarsi migliaia di apparecchi ricevitori, il transistor superava le obsolete, grandi e poco sicure valvole e con il perfezionamento tecnologico divennero sempre pi piccoli e affidabili. Con la messa in commercio dellIBM
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7030, a transistor, iniziava lera del computer, che presto avrebbe aiutato centinaia di migliaia di uffici nella risoluzione dei calcoli, catalogazione e gestione dei prodotti. Di pari passo andava lo sviluppo tecnologico: se nel 57 lURSS metteva in orbita il primo satellite artificiale, lo Sputnik, e nel 61 mandava il primo uomo, Jurij Gagarin, in orbita in piena competizione missilistica per la Guerra Fredda gli Stati Uniti utilizzarono ingenti somme di denaro per sviluppare il programma Apollo che nel 1969 permise al primo uomo di mettere piede sulla Luna. Societ dei consumi, grande impresa, intervento pubblico Sul modello del New Deal dilag anche nellEuropa occidentalizzata il concetto di welfare e cio lo Stato che garantiva la stabilit dello sviluppo grazie allintervento pubblico attraverso il sostegno alla domanda. Energie, banche, siderurgia, telecomunicazioni, aeronautica, materie prime in molti paesi divennero di propriet pubblica dando allo Stato le capacit di programmare lo sviluppo economico nellinteresse della collettivit. Questa societ del benessere, comunque, richiedeva lesistenza di solide basi produttive che garantissero la produzione per la crescente richiesta di beni e servizi, e per fare ci tutti dovettero ricorrere alla produzione di massa. Era finito il tempo della piccola industria, avevano sempre pi importanza la figura del manager, e nuovi termini come la pianificazione del bilancio entrarono a far parte del gergo dei nuovi industriali. La formazione di grandi multinazionali o di holding sarebbe stata infine una diretta conseguenza, seppur necessaria, a questo sistema che si andava gonfiando sempre di pi, che richiedeva un forte approvvigionamento di materie prime ed mirava ad un mercato potenzialmente globale. La pianificazione sovietica e la sfida cinese In quegli anni la Cina si distacc dalla Russia in senso collaborativo per effettuare quello che lo stesso Mao avrebbe definito il grande balzo. Successe che se in tutto il mondo occidentale lo sviluppo economico andava a braccetto con il miglioramento del tenore di vita, nellest seppure questo sviluppo fu notevolissimo alcuni regimi comunisti, come quello russo, non riuscirono a far conciliare una maggiore produttivit, una maggiore ricchezza, con una maggiore ricchezza del popolo. Lo stesso Crushev, successore di Stalin, fu destituito dal suo ruolo quando tent di avviare una riforma economica per favorire un maggior accesso ai consumi della popolazione. La Russia era quindi un paese ricco e benestante, ma solo ai piani alti. Mao, di matrice decisamente pi socialista, si allontan da questa politica poco corretta perch a detta sua era troppo simile a quella statunitense, vera piaga capitalista del mondo. La critica al sistema post-stalinista era fondata, in effetti il cronico collettivismo centralizzato permetteva margini di profitto solo per chi doveva gestire i soldi, non per chi, con il proprio lavoro, li produceva. E neanche una decentralizzazione parziale, con delle finestre aperte a pi mercati e poteri decisionali gestiti non pi oligarchicamente ma bens da svariate organizzazioni distribuite sul territorio, non ebbe gli effetti desiderati. La Cina aveva ragione nel sostenere che quella politica fosse sbagliata, ma quella che assunse risult ancora peggiore. Ad una politica di centralizzazione del lavoro ne oppose dunque una di decentralizzazione creando le comuni contadine, cio cooperative di contadini suddivisi per zona che avrebbero lavorato per lo Stato in primis ma che avrebbero amministrato i dividendi per se. La mancanza di supporti adeguati, di buone pianificazioni e soprattutto di investimenti cospicui, al contrario di quanto programmato, tradusse questo programma in una vera e propria tragedia, gettando la Cina sullorlo della crisi nel 1960 quando la produzione agricola ebbe un calo del 60%. Abbandonare questo modello comunque non fece tornare la Cina sui propri passi, e anzi da allora questo suo isolazionismo perdurato fino ad oggi.

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C14 - COESISTENZA, COMPETIZIONE, CONTESTAZIONE Lo spirito di Ginevra e la destalinizzazione Nel luglio del 1955 a Ginevra si incontrarono il presidente americano Eisenhower, quello Russo Crushev insieme con i primi ministri francese e inglese. I quattro grandi avrebbero dovuto definire unagenda politica comune negli anni in cui la Guerra Fredda viveva i suoi momenti pi caldi, subito dopo la fine della Guerra di Corea e mentre si faceva sempre pi calda la situazione in Vietnam. Crushev aveva dato inizio al quel percorso definito di destalinizzazione, economicamente varando piani che avrebbero potuto aumentare il benessere popolare, politicamente mettendo fine alla politica del terrore tanto cara al suo predecessore. Sciolse la Cominform e riallacci i rapporti con Belgrado ma se da un punto di vista internazionale queste cose facevano ben sperare, altrettanto serena non era la situazione allinterno del Pcus poich una politica di armamento e potenza non si poteva permettere cospicui aiuti di tipo sociale e soprattutto perch le tanto decantate libert da elargire ai cittadini russi andavano in pieno contrasto con le idee basilari del regime comunista. Effettivamente la politica di Stalin, autoritaria e poco trasparente, aveva creato questa situazione di sfiducia popolare tanto che nel 53 gravissimi disordini guidati dagli operai sottoposti allindustrializzazione forzata scoppiarono a Berlino Est, ma furono solo un prologo dei ben pi gravi fatti che due anni pi dopo avvennero in due Paesi limitrofi alla Germania e alla Russia. In Polonia, paese profondamente cattolico, le sommosse divennero una vera rivolta tanto da costringere i russi a liberare Gomulka un ex antistalinista che per conosceva bene la faccenda polacca, e metterlo al potere. Venne instaurato si un nuovo ordine comunista, ma aperto alle riforme tanto che addirittura la propriet privata terriera venne ristabilita. In concomitanza col piano Marshall americano quindi, la Russia colse loccasione per siglare il Patto di Varsavia con la Polonia e gli altri stati satellite in maniera da garantire una maggiore autonomia a questi ma al contempo ottenere una sorta di accettazione di sottomissione ufficiale. Sempre nel 56 per in Ungheria altri scontri pro-riformisti ottennero che venisse messo al potere Nagy, un comunista molto moderato. Onde evitare che le vicende polacche e ungheresi potessero divenire un esempio Crushev mand addirittura i carrarmati a Budapest, di fatto occupandola, e mentre lUngheria chiedeva di uscire dal Patto di Varsavia il governo appena instaurato venne dimesso, lo stesso Nagy ucciso e tutto fatto tornare come prima. In tutti e tre i casi erano stati i lavoratori operai, la base dellidea stessa di comunismo, ad insorgere ed in tutti e tre i casi Mosca aveva usato la violenza ed ucciso persone per sedare gli animi. LAmerica non intervenne, era oramai chiaro a tutti che nessuna delle due potenze volesse perdere influenza rispetto allaltra, ma per realizzare tutto ci occorreva una sorta di beneplacito per quanto riguardasse le reciproche questioni interne, onde evitare di passare come aggressori. Un caso a se faceva Cuba, cos lontana dal Russia, governata come molti Paesi del centro e del Sud America da governi golpisti di tipo militare. Qui una sommossa guidata da Fidel Castro iniziata nel 1953 e conclusa nel 1959 rovesci la dittatura di Batista e vi instaur un governo di tipo socialista, con lo stesso Castro al potere. Ora il comunismo non era pi tanto geograficamente distante dagli Stati Uniti. Prove di policentrismo In quegli anni nasceva la Cee che sarebbe dovuta servire a favorire il lento distacco dalle dipendenze americane e ad aprire spiragli di comunicazione anche con loriente. E mentre avveniva il distacco fra Cina e URSS negli anni sessanta sempre pi nazioni africane guadagnavano la loro indipendenza con leader che avevano studiato in occidente. Ora con il blocco americano e quello sovietico, lisolamento cinese e il non allineamento degli stati della conferenza di Bandung, sommati a queste nuove identit Statali che dovevano ancora trovare un proprio vero orientamento politico iniziarono a delineare un nuovo assetto di tipo policentrista, non pi tanto bipolare. In Europa uno dei massimi sostenitori di un nuovo blocco indipendente europeo fu il generale Charles De Gaulle, presidente dei francesi dal 59 al 69. Finita la quarta repubblica (44-59) e divenuto presidente, gli fu chiesto di riformare la Costituzione e di assestare un governo impostandolo sulla forma di Repubblica Presidenziale. De Gaulle diede dunque vita al cosiddetto gollismo, uno dei primi movimenti che mirava al distaccamento da una delle due potenze. Nel 1966 fece uscire la Francia dalla Nato, dotandola di un proprio arsenale nucleare, e quasi contemporaneamente riapr al dialogo con Russia e Cina, fu uno dei primi a farlo nellEuropa occidentale. Il nuovo cattolicesimo conciliare La Chiesa forse per la prima volta in duemila anni di storia non avvertiva pi quel senso di importanza che da sempre laveva resa ago della bilancia in molte questioni internazionali. Fino al 1958 in carica vi era Pio
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XII che colloc il Vaticano in posizioni fondamentalmente immutate rispetto ai secoli precedenti, fu solo con lelezione di Giovanni XXIII che si diede inizio alla svolta. Egli, nonostante fosse gi abbastanza anziano quando fu eletto, convoc il concilio Vaticano II (1962-1965) per dar voce ai vescovi di tutto il mondo. Ne scatur un rinnovamento di fondo con le funzioni celebrate nella lingua locale e non pi in latino, una evidente apertura al dialogo con le altre religioni e con i non credenti per non parlare del rinnovamento della missione apostolica che ora sarebbe stata protratta su scala mondiale, senza fermarsi davanti ai miscredenti o agli eretici. Le scomuniche vennero notevolmente riviste, perch considerate desuete per una Chiesa che voleva confrontarsi con un mondo completamente diverso da quello in cui era rimasta. Questa spinta dinnovazione fu lievemente rallentata dal pontificato di Paolo VI che assieme alla distribuzione di centri cattolici nei paesi di tutto il mondo fu spesso frenato dal voler comunque evitare che la Chiesa perdesse la sua identit perch, come in politica, un decentramento troppo elevato rischiava di essere troppo soggetto a contaminazioni esterne. Si diffuse il fenomeno dei preti-operai, che si battevano laddove non cera giustizia ed egualit, ma mentre in Vaticano la cosa era formalmente appoggiata, politicamente si tendeva discostarsene per non aprirsi troppo a ideologie socialiste. Alla morte di Paolo VI, nel 1978 ancora molto cera da fare, come identificare il ruolo della donna nella Chiesa e delineare i rapporti con le altre religioni ed i paesi del Terzo Mondo, nonch affrontare la spinosa situazione del declino della spiritualit nella vita moderna. La nuova frontiera kennediana Vedi STORIA DEGLI STATI UNITI Il nuovo protagonismo europeo Il disgelo in Europa si tradusse in due aspetti: da un lato la forte spinta allintegrazione economica con la creazione della Cee e della Mec, dallaltro nel rompere molti dei rapporti con lalleato americano ed aprirne di nuovi con i Paesi dellEst. Mentre De Gaulle cercava di dare un ruolo egemonico al suo paese (lInghilterra non si era mai davvero emancipata dal suo isolazionismo e la Germania non era ancora in grado di fare un discorso del Genere) la Germania occidentale vide un forte sviluppo economico e industriale, tanto da permettere a movimenti socialisti di venire al potere. Ovviamente rinnegando tutte le influenze di tipo marxiste o bolsceviche, i socialisti tedeschi furono abili ad accettare le decisioni prese dopo la seconda guerra mondiale, quindi le due Germanie separate, ma lo fecero aprendo ai mercati dellEst, imbastendo cos questa sorta di dialogo che avrebbe gettato le basi per sviluppi futuri in quel senso. In Italia per tutti gli anni 50 aveva avuto una posizione politica di potere la Democrazia Cristiana, appoggiata dalla Chiesa, che per a partire dagli anni sessanta, comprendendo i movimenti di stampo popolare-operaio, aveva aperto ai socialisti creando cos forti maggioranze e quindi prese di potere. dopo le sommosse del 56 in Ungheria molti esponenti del Pci si erano allontanati dal partito per cercare realt pi democratiche, andando inevitabilmente a confluire in movimenti di tipo socialista come quelli tedeschi e scandinavi. Non fu difficile dunque creare unintesa Dc-Psi e dar vita, insieme, ad un rigoroso programma di riforme che uno stato che solo allora iniziava ad affacciarsi allindustrializzazione come lItalia richiedeva. Venne estesa listruzione obbligatoria fino a quattordici anni, e nazionalizzata lindustria elettrica (tutte le societ vennero fuse nellEdison), rimasero invece sulla carta gli interventi nei settori della sanit, delledilizia e delle strutture pubbliche. Lidea di base, quindi, era buona: il grande seguito che aveva la Dc unitamente alle idee democratiche dei socialisti avrebbero davvero potuto alla lunga portare il Paese in una condizione di rilievo ma due crisi economiche (1964 e 1966) e trame destabilizzative organizzate da forze conservatrici generarono e fomentarono un malessere sociale che successivamente sarebbe diventate lotte operaie, moti del 68 e anni di terrore per tutta la decade successiva. Una evidente trasformazione sociale e di costume costrinse i governi successivi a chiedere agli stessi cittadini di prendere decisioni importanti, come dimostrarono i referendum sul divorzio e sullaborto del 74 e dell81. Gli anni settanta quindi videro venir meno legemonia della Dc ed avanzare sempre di pi le forze di sinistra mentre, a livello popolare, le prime rivolte del 68 in grandi industrie come lAlfa Romeo e la Siemens si portarono nelle piazze e nelle universit, fino a sfociare in gravi attentati di terrorismo come le bombe che ne 1973 alla questura di Milano e nel 1974 a piazza della loggia a Brescia fecero stragi di civili. Infine, rispettivamente nel 1974 e nel 1975 cadevano le ultime dittature di stampo fascista presenti in Grecia, Spagna e Portogallo. In Portogallo nel 1974 il regime di Marcelo Caetano fu abbattuto da un colpo di stato militare di stampo democratico che lo sostituirono con un governo di tipo socialista il quale elabor
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una delle costituzioni pi moderne del mondo. In Spagna la dittatura di Franco fin con la sua morte (1975) e, sotto la supervisione della Chiesa e della Monarchia piano piano il Paese si apr, fino a quando nel 1981 addirittura un governo socialista guidato da Felipe Gonzlez riusc a fare del suo rappresentante il primo ministro spagnolo. In Grecia sempre nel 74 cadeva sotto la pressione popolare il regime di filofascista dei colonnelli instaurato dal 1967. Con queste tre nuove nazioni allinterno della Cee, ora, erano le potenze mediterranee ad avere un peso maggiore rispetto a quello continentali e atlantiche. Due superpotenze in declino Guerra in Vietnam, Vedere STORIA DEGLI STATI UNITI. Se gli Stati Uniti negli anni 60 avevano dovuto prosciugare tutte le proprie risorse auree, mandare centinaia di migliaia di giovani ad un inutile massacro e, alla fine, perdere la guerra, la faccia e il prestigio la Russia non se la passava meglio Chruscev, considerato troppo liberale che venne sostituito da Breznev, molto pi radicale, il quale sin da subito di adoper per bloccare le gi deboli spinte di democratizzazione avviate nel suo Paese. Un esempio lampante della sempre pi pesante perdita di credibilit e autorit dellegemonia russa si ebbe proprio nellanno delle grandi rivoluzioni popolari, il 1968, in Cecoslovacchia. Contravvenendo alla rigida politica anti-democratica e anti-dialoghista del Patto di Varsavia il segretario ceco Dubcek si apr al dialogo con loccidente, cercando di riformare lassetto politico del Paese consentendo partecipazione politica attiva ai cittadini e avviando un decentramento per rinforzare leconomia. Temendo, come nel caso dellUngheria, una sorta di effetto a catena le truppe russe entrarono a Praga in un intervento armato sanguinoso che sulla carta doveva fermare la controrivoluzione. Ci dest scalpore e dissenso in tutti i paesi occidentali e anche in quelli in cui la sinistra viveva anni di floridezza, come lItalia e la Francia, questo intervento fu duramente criticato. La stessa Cina irrigid i suoi rapporti di distanza con i russi andando incontro a quella che venne definita la rivoluzione culturale. I movimenti partiti dalluniversit protestavano contro i privilegi riservati alle sole classi dirigenti e contro il radicalismo del partito. Si arriv quasi alla guerra civile, non fosse stato per un allentamento delle tensioni derivato dallallontanamento dei capi protesa e dallo scioglimento effettivo ma subdolo dei comitati rivoluzionari. Laspetto pi eclatante delle difficolt delle due superpotenze di mantenere lordine avvenne durante la cosiddetta guerra dei Sei giorni in cui lesercito israeliano con una offensiva a sorpresa attacc lEgitto, reo di negargli i passaggi negli stretti marittimi. Israele guadagn confini sicuri in poco meno di una settimana suscitando per forte risentimento nei paesi arabi. A capo della Palestina and Yasser Arafat che assieme ad altri Paesi fond la Olp (organizzazione per la liberazione della Palestina), rifiutandosi di riconoscere lesistenza dello stato di Israele. Il tutto si risolse col trattato di Camp David (1978) con il quale Israele accettava la restituzione del Sinai allEgitto ma veniva riconosciuto uno Stato di fatto a livello internazionale. Questa decisione plac gli animi per un certo periodo di tempo ma sarebbe stato motivo di futuri e continui scontri fra quelle due ideologie che vedevano lecita o illecita questa sorta di usurpazione di uno stato libero e indipendente, la Palestina, da parte dei profughi ebrei. Il Sessantotto Il 1968 stato un anno eccezionale per i valori che ha espresso. In ogni angolo del mondo le classi meno agiate e pi desiderose di essere ascoltate (operai, studenti, gruppi etnici minoritari) scesero in piazza anche andando in contro a sanguinose soppressioni pur di dar voce ai loro lamenti. In America si alternavano pacifisti contrari alla guerra in Vietnam e neri i quali nonostante la dichiarata parit razziale erano comunque emarginati. Si distinsero frange pacifiste come quelle guidate da Martin Luther King a frange violente come quelle di Malcolm X. In Cecoslovacchia ci fu la primavera di Praga, in Cina una protesta condotta in nome del comunismo contro il comunismo, mentre i Francia furono soprattutto i lavoratori a chiedere uninnovazione sociale e culturale che gli oramai dieci anni di gollismo andavano piano piano spegnendo. In Italia il Sessantotto fu lespressione di un malessere sociale profondo accumulato negli anni sessanta quando il rapido sviluppo non era coinciso con laumento dei salari e delle riforme sociali. Gli studenti insorsero per primi chiedendo un rinnovamento del sistema universitario troppo bieco e selettivo testimoniando che, in Italia come nel resto del mondo, loro fossero la maggioranza della popolazione irrequieta e desiderosa di giustizia, mentre i governi ovunque erano rimasti a sistemi di gestione delle masse a dir poco arretrati. Il tutto si trasform in una critica alla societ borghese che fra le varie era quella che pi di tutte si avvicinava a certi ambienti politici, nonch ultimo baluardo da abbattere per raggiungere
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forse lunico vero obiettivo che in ogni paese in cui scoppiarono le rivoluzioni si tent di raggiungere: legualitarismo.

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C15 - LA SOCIET POSTINDUSTRIALE Una nuova crisi generale: la stagflazione Alla fine degli anni settanta una nuova crisi economica attanagli il pianeta e, per la prima volta nella storia fu accompagnata da una forte inflazione. Questo aumento continuo dei prezzi non era avvenuto nelle due crisi precedenti (quella del 1873 e quella del 1929), era quindi un fattore nuovo che, affiancato alla stagnazione produttiva diede vita a quella che fu definita stagflazione. Fattore determinante del verificarsi della stagflazione furono gli shock petroliferi del 73 e dell81 in cui il prezzo del barile (150 litri) sal drasticamente da 1 dollaro a 25, fino a 40, con conseguente aumento generale dei prezzi. Linnalzamento del costo del petrolio fu anche parzialmente voluto dai paesi arabi produttori che durante la guerra del Kippur (un conflitto Israleo-Egiziano) decisero di punire gli Stati Uniti (che appoggiavano Israele) ed i paesi occidentali innalzando i costi dimportazione. Alla crisi economica si affianc inoltre una crisi del sistema monetario in quanto il dollaro venne prodotto in grandi quantit in quegli anni e perse valore fino a costringere nel 1971 il presidente Nixon a revocare la convertibilit aurea della banconota verde, rimasta immutata sin dai tempi degli accordi di Bretton Woods. Ne consegu, in tutta Europa, laumento del debito pubblico dello Stato nei confronti di terzi e quindi la conseguente fine del walfare lo Stato sociale che ora, pi che un valido aiuto, era un peso per la spinta economica delle Nazioni. Gli operai dal canto loro contribuirono allacuirsi della crisi grazie alle rivolte sindacali che cercarono sempre di perseverare i loro salari non consentendo allo Stato di scaricare la pressione della crisi sugli stipendi. La strategia anticiclica: il monetarismo neoliberista A differenza degli anni trenta in cui ogni Stato, seppur avvalendosi di un forte protezionismo, si accod a correnti di pensiero differenti, negli anni settanta la lotta alla crisi fu unica per tutti e deducibile in quattro punti. 1) Combattere linflazione limitando lofferta della moneta e alzando il costo del denaro con conseguente strangolamento delle economie dei paesi in via di sviluppo e la crescita di disoccupazione. 2) Rilanciare lo sviluppo attraverso la riduzione delle tasse e riducendo al minimo lintervento statale nelleconomia. 3) Sostenere il libero mercato per aumentare il volume del commercio mondiale abolendo i costi doganali in maniera da generare pi richiesta. 4) Puntare allinnovazione tecnologica. Per sfruttare al meglio questi quattro punti gli Stati Uniti attuarono una politica di industrializzazione internazionale che richiedeva limpiego di risorse su vasta scala. emblematica la questione del Cile quando nel 1973 gli USA finanziarono un golpe al potere socialista democraticamente eletto instaurando nel Paese una dittatura guidata dal generale Augusto Pinochet, che avrebbe da subito provveduto a destatalizzare le grandi industrie lavoratrici di rame per privatizzarle a vantaggio degli scambi con gli Stati Uniti. La ripresa graduale del Primo Mondo ebbe per come contropartita laffossamento del Terzo che se fino ad allora aveva visto un breve sviluppo ora, con laumento coatto del valore del dollaro, vedeva i suoi debiti sempre pi importanti, insostenibili. Decentramento e terziarizzazione: oltre la societ industriale Almeno per quanto riguarda i paesi pi industrializzati, ebbe un ruolo decisivo lesplosione in quegli anni del settore terziario, turistica e servizi, che soppiant in breve tempo limportanza di quello secondario nella formulazione del PIL. Il decentramento produttivo permetteva di alleggerire i costi destinati alla spesa industriale impiantando fabbriche in altri paesi che offrivano manodopera a buon mercato mentre lavanzamento della tecnologia dava risultati pi veloci con minor utilizzo di personale. Certo, questa terziarizzazione ha permesso di gettare basi di industrializzazione laddove prima non erano lontanamente concepite ma al contempo comport un aumento della disoccupazione in patria in quanto a differenza di manovali ed operai ora le figure richieste erano pi qualificate, ma numericamente minori. Sarebbe impensabile, oggi, credere di raggiungere incrementi del PIL pari a quelli dei trenta gloriosi (4-5% annuo rispetto allattuale 1-2%). La societ informatica I computer dunque a partire dagli anni 80 hanno permesso di snellire il lavoro, velocizzarlo e migliorarlo
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dando per come contropartita un aumento non indifferente della disoccupazione. Dal primo calcolatore elettronico, grande come una stanza, si passato a macchinari programmati intelligenti in grado di lavorare da soli in una catena di montaggio fino a attrezzi sempre pi piccoli presenti (e indispensabili) praticamente in ogni ufficio e in ogni azienda, utili per potenziarne le capacit produttive ( capacit produttive = ricavi) e di completare la vita dellindividuo con funzioni personalizzabili e di tipo sociale-ricreativo. Le conseguenze politiche della crisi: la nuova Guerra fredda La crisi economica port ad un deterioramento nei rapporti Est-Ovest dopo le distensioni dei primi anni sessanta. LInghilterra di Margaret Thatcher e gli Stati Uniti di Ronald Reagan se non tornarono al protezionismo fu solo perch i due partiti pi conservatori andarono al potere. Reagan, pi di ogni altro, attu una politica di rivalutazione del dollaro con il sistematico smantellamento dello Stato sociale, vale a dire quei servizi sociali e assistenziali a carico dello Stato. E se da un lato labbattimento della spesa sociale poteva essere effettuata con una diminuzione delle tasse questo comport anche un taglio inevitabile ai salari; fu indispensabile dunque, onde evitare un nuovo Sessantotto, lavorare direttamente sulle influenze sindacali. Il rilancio della produzione industriale venne favorito anche da una nuova corsa agli armamenti che, di conseguenza, accentu appunto il divario USA-URSS e suscit svariati interventi militari da parte dei due paesi. Nel 1979 La Russia, ad esempio, invi truppe in Afghanistan dove degli integralisti islamici volevano abbattere il governo filocomunista instauratosi sei anni prima. Con una stregua resistenza e gli aiuti da parte degli Stati Uniti il popolo afghano riusc ad avere la meglio sullesercito sovietico dando anche ai russi il loro Vietnam. Gli Stai Uniti per non perdere influenza nellAmerica centrale, cos come per il Cile, appoggiarono la dittatura di Anastasio Somoza in Nicaragua ma nulla poterono quando nel 1979 i rivoltosi socialisti guidati da Daniel Ortega costrinsero il dittatore alle dimissioni. Il governo democratico liberale dur solo fino al 1990 quando il partito sadinista (i socialisti di Ortega) persero le elezioni con fondi e mozioni pubblicitarie orchestrate direttamente dagli Stati Uniti. La situazione mondiale era precaria ovunque, negli anni 80 i scontri in medio oriente fra israeliani e membri dellOlp divennero sempre pi frequenti, il nuovo leader iracheno Saddam Hussein intraprese una politica belligerante nei confronti dellIran per assicurarsi larea di Bassora (la pi ricca di pozzi di petrolio dellintero medio-oriente) e lInghilterra, senza tentare alcuna via diplomatica, invi da subito lesercito nelle isole Falkland quando nel 1982 volle risolvere uninvasione dellesercito argentino che ne reclamava lappartenenza.

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C16 - UN NUOVO ORDINE MONDIALE La perestrojka di Michail Gorbacev, Il crollo dellimpero sovietico e La scomparsa dellURSS La presidenza Reagan fu quella che vide la Russia come limpero del male che andava in qualche modo fermato. Nessuno, alla fine degli anni ottanta, si sarebbe aspettato che i desideri del Presidente si sarebbero avverati, pur senza una guerra globale. Michail Gorbachev divent inaspettatamente segretario del Pcus a partire dal 1985, ed era il maggior esponente dellala riformista del partito. Ci voleva dire che, ora, la grande maggioranza del maggior partito sovietico era disposta ad un rinnovamento interno e di conseguenza esterno vista la brutta figura fatta in campo internazionale con lintervento militare in Afghanistan. Gorbachev mut profondamente la struttura politica del suo paese, arroccata da quarantanni sul conservatorismo e la battaglia al riarmo armamentario contro lOccidente firmando per la prima volta nella storia dei trattati sulla non proliferazione di armi che oltre ad un arresto ne prevedessero uno smantellamento. Questa politica di apertura aveva ovviamente delle valide ragioni per esistere in quanto dopo venti anni di regime bezneviano incentrato sullaumento delle spese militari, sul potenziamento della burocrazia e sugli aiuti dei Paesi satelliti ora leconomia russa era al collasso: la scarsa produttivit andava in contrasto con lingente spesa pubblica mentre la pianificazione non era pi in grado di garantire il soddisfacimento dei consumi essenziali. Porre fine allarmamento incontrollato e aprirsi ad una politica democraticizzante erano una vera e propria dichiarazione di resa: il comunismo e lOriente avevano perso perch certe ideologie erano diventate inattuabili nel mondo che vivevano, gli Stati Uniti e la loro politica economica dinamica avevano vinto. Questa ristrutturazione prese il nome di perestrojka e oltre ad un sacrificio interno ne richiedeva uno da parte dellOccidente che doveva permettere allURSS di entrare nellintricata rete commerciale di cui il resto del mondo beneficiava, ma il cambiamento pi grande doveva avvenire allinterno del Partito Comunista stesso il quale doveva accettare finalmente la decentralizzazione, mettere in discussione il potere della burocrazia statale e cambiare il proprio modo di vedere il controllo capillare sullindustria. Laddove Crushev aveva fallito, insomma, ora poteva risultare Gorbachev. Non mancarono i conflitti interni, una buona parte dellala pi conservatrice si oppose fermamente al piano delle riforme dando vita a quel processo che sarebbe culminato solo pochi anni pi tardi nel collasso dellUnione Sovietica e i ricorrenti scioperi davano al Gorbachev poco tempo per agire, prima che il tutto precipitasse di nuovo nel caos, dando credito ai detrattori delle riforme. Un ulteriore elemento destabilizzante furono la nascita dei primi movimenti nazionalistici in Moldavia, in Georgia e nei paesi Baltici che erano governati da minoranze che non si riconoscevano nellamministrazione locale o che erano stati annessi nel progetto staliniano della grande Russia degli anni 40 ed ora ritenevano maturi i tempi per tornare autodeterminarsi. Il crollo dellimpero sovietico inizi non ufficialmente nel 1981 quando la Polonia insorse contro il regime. Guidata dai cattolici nel 1989 alle prime elezioni libere i polacchi poterono scegliere i loro rappresentanti (se pur tutti di provenienza comunista) in maniera libera. LUngheria insorse nuovamente nel 1986 chiedendo la riabilitazione di Nagy e, una volta ottenuta, scegliere i propri leader in elezioni libere. Sebbene sia in Polonia che in Ungheria alle prime elezioni prevalsero partiti liberaldemocratici, lesperienza comunista era ancora troppo viva e quindi a questi successero capi di stato socialdemocratici, ma la cosa importante era aver raggiungo un punto dal quale far avviare la democratizzazione del Paese. Nel 1989 fu la volta della Cecoslovacchia che ottenne la propria libert al costo, per, di dover accettare la separazione della Slovacchia, regione pi debole economicamente e rossa della Nazione. Alla fine dello stesso anno il popolo rumeno si ribell alla dittatura trentennale di Nicolae Ceausescu , che nonostante fosse uno dei pochi regnanti visto di buon occhio a Occidente, non pot nulla contro linsurrezione popolare e, giustiziato, lasci il paese alla sua libert. Infine, fra il 7 ed il 9 novembre del 1989 i sempre pi numerosi manifestanti di Berlino abbattevano il muro che da trentanni li divideva dai propri concittadini, destituendo il governo socialista di Berlino Est che sembrava avere tuttavia un buon consenso popolare nonch un forte appoggio russo. Tutto inutile, il popolo aveva vinto, e gi nel 1990 le elezioni libere sancirono la vittoria del Partito democratico cristiano, forte sostenitore dellunificazione delle due Germanie. La caduta del socialismo nei paesi dellest non fu lunico fattore che sugell il declino, e la fine, dellURSS. Gorbachev tent di mantenere equidistanti le posizioni fra la vecchia guardia comunista ed i radicali progressisti capeggiati da Boris Eltsin ma non vi riusc: nel 1991 il tentativo del segretario di attuare un piano per aumentare lindipendenza delle province non vide mai la sua realizzazione perch un colpo di
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stato lo destitu dalla sua carica. Ma la macchina era stata avviata e a partire dal 31 dicembre 1991 la maggior parte delle repubbliche facenti parte dellunione dichiaravano la loro indipendenza. Venne sciolto il Pcus, la spina dorsale dellintero mondo Orientale per pi di mezzo secolo, ed una nuova costituzione di stampo presidenzialista, fatta approvare dal nuovo leader Eltsin venne redatta. Nonostante le spinte iniziali furono di tipo liberale ora, con lindebolimento dei poteri parlamentari la politica russa si sentiva frenata nella sua democratizzazione ed Elsin per metter fine ad ogni disordine sciolse il parlamento nel 1993 ponendo un freno imprevisto a quel processo di apertura virtuosamente aperto e continuato da Crushev e Gorbachev. La fine della Jugoslavia Nel 1991 finiva la dittatura trentennale di Tito, il leader della resistenza antifascista che era riuscito nelloriginale esperimento di instaurare un regime comunista distaccato da Mosca. Per sei anni violente guerre civili sconvolsero il paese, diviso da una miriade di minoranze differenti fra loro per etnia, lingua e religione. La Slovenia e la Croazia erano uscite meglio della Serbia dalla crisi degli anni 70 ed il crollo del comunismo nellEuropa dellest non fece altro che far desiderare ancora di pi a queste nazioni lindipendenza da Belgrado. La Serbia, che deteneva il controllo delle amministrazioni e dellesercito tent di opporsi con la violenza ma non fece altro che aumentare i sensi di indipendenza della province della Bosnia-Erzegovina e del Kossovo. Il conflitto termin formalmente nel 1999 grazie ad un intervento armato comandato dalla Nato; gli Stati che chiedevano lindipendenza vennero riconosciuti come tali e lex leader Serbo, Slobodan Milosevic, dopo aver perso le elezioni del 2000 fu arrestato e sottoposto da un tribunale internazionale a processo, le accuse erano di crimini contro lumanit nella ex Jugoslavia e genocidio. Il comunismo in un paese solo: la Cina Con la morte di Mao Zedong nel 1976 si instaur in Cina un governo di tipo moderato che da subito abol le comuni contadine e reintrodusse la propriet terriera, per risollevare leconomia. Pur non rinnegando mai le origini di partito marxismo-leninismo-maoismo la Cina si aperta negli ultimi anni agli scambi internazionali con un potenziamento sistematico dellindustria, ma le ombre dei comunisti pi radicali facevano sempre le loro parti in un paese sempre pi contraddittorio. Nel 1989 migliaia di cinesi scesero in Piazza Tienanmen, a Pechino, per protestare contro la chiusura nei confronti dei movimenti popolari da parte delle cariche politiche e la rivolta fu sedata nel sangue. E nonostante leconomia del Paese non abbia mai vacillato di fronte al risentimento internazionale che le sue guide politiche suscitarono, la Cina rimane tuttoggi uno degli ultimi posti in cui il comunismo una realt inalienabile e dove si cerca in tutti i modi di assicurare lordine sociale e la modernizzazione senza democrazia. Il mondo dopo la Guerra fredda Nonostante avesse vinto la Guerra lAmerica dovette constatare una perdita di egemonia in campo internazionale, dovuta soprattutto dallallinearsi a certi standard di altri Paesi europei e asiatici. Lavvento di Internet, comunque, ed il saper sfruttare le potenzialit che questo mezzo offriva le hanno permesso di stare sempre e comunque un gradino pi in alto rispetto altri ma mentre la Cina proseguiva per la sua strada di produzione e commercio isolazionista lEuropa ha capito che per essere forte deve unire e amalgamare le economie interne. Da qui la nascita del fondo monetario europeo e lintroduzione, a partire dal 2001, di una moneta unica valida per tutti i membri della CE, in continuo aumento. Politicamente la crisi degli anni settanta destabilizz molto i partiti conservatori favorendo in molti Paesi linsediamento di correnti politiche di origine socialdemocratica. La crisi e la fine dellURSS, comunque, ha avuto effetti non irrilevanti in Paesi che per varie ragioni avevano legami particolari con certi equilibri e quindi in Giappone, ma soprattutto in Italia, vennero alla luce scandali politici che ne minarono la stabilit. In Italia in particolare a partire dal 1992 la magistratura mise alla luce degli illeciti che alcune associazioni malavitose avevano intavolato con le pi alte cariche dello stato: conseguenzialmente tutti i partiti nati dal dopoguerra, compresi il Psi e la Dc furono polverizzati dal filone di inchieste che ne scaturirono e inizi a formarsi un sistema bipolare che vedeva da un lato coalizioni di centro destra guidate dallimprenditore Silvio Berlusconi, dallaltro coalizioni di centro sinistra. Il sistema bipolare resta tuttoggi incompiuto, anche in virt di alcune forze radicali (come la Lega Nord o Alleanza Nazionale) che compromettono la stabilit delle maggioranze e fanno cadere i governi ma che, tuttavia, sembra aver trovato una direzione in quanto nel 1994 e nel 2001 stata una coalizione di centro destra ad assicurarsi la vittoria elettorale, intervallata da una esperienza di centrosinistra nel 1996. Dal 2006 ancora centrosinistra e dal 2008 ad oggi di nuovo
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centrodestra.

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