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CORTE DAPPELLO DI ____________ Atto dappello avverso la sentenza n. ___/__ Tribunale di __________. LAvv.

____________, del foro di ____________, con studio in ____________, via ____________, difensore di fiducia, giusta nomina e procura speciale in calce al presente atto, del sig._____________, nato a _____________, il ________, residente in ____________, via _____________, domiciliato, ai fini del presente procedimento, a ____________, in via _____________, imputato nel procedimento penale individuato al n._ __/__ R.G. Trib. (___/__ R.G.N.R.) del reato p. e p. dagli artt. ___ e ___ c.p. perch _________. Commesso in _____ fino al gennaio ___. PREMESSO - che il il sig. ____________, allesito del suddetto procedimento penale, essendo stato ritenuto responsabile del reato come sopra contestato, concesse le attenuanti generiche, con sentenza n. ____/__ emessa dal Tribunale Penale di __________,in data ______, depositata in cancelleria corredata di motivazioni in data ______, stato condannato alla pena di giorni ____ di reclusione, con il beneficio della sospensione, oltre al pagamento delle spese processuali nonch al risarcimento dei danni patiti da parte civile, liquidati complessivamente nella misura di ______ ed alla rifusione delle spese di costituzione di parte civile liquidate in _____ oltre accessori di legge. - che tale sentenza deve ritenersi ingiusta per i seguenti MOTIVI (esporre i motivi dappello ovvero le ragioni di fatto e di diritto per le quali stata proposta impugnazione) Per tutti questi motivi il sottoscritto difensore, nellinteresse dellimputato propone APPELLO avverso lepigrafata sentenza e chiede che questa lIll.ma Corte dAppello voglia, in sua riforma, ai sensi dellart. 530, 1 comma c.p.p., pronunciare sentenza di assoluzione del sig. ______________ perch il fatto contestato non costituisce reato. Con osservanza. (luogo e data) Avv. _______________ Nomina del difensore e contestuale procura speciale ad impugnare. Il sottoscritto ________, nato a ____________, il ____________, residente in ____________, via ____________, domiciliata ai fini del presente procedimento in _____________, via ____________, imputata nel procedimento penale n. ____________ R.G.N.R. e condannato con sentenza n. ____________ del Tribunale di ____________, per i reati previsti e puniti dagli artt. 479 e 640, comma 2, n1, c.p. nomina difensore di fiducia lavv_____________, del foro di____________, con studio in ________, via____________, conferendogli ogni pi ampia facolt di legge, compresa quella di nominare sostituti processuali e farsi sostituire, ed espressamente procura speciale ad impugnare la predetta sentenza. Esprime il proprio consenso al trattamento dei dati personali ai sensi del d.lgs. 196/03 e successive integrazioni e modificazioni. (luogo e data) Sig. _______________ Avv. _______________

TRIBUNALE DI LECCE IN FUNZIONE DI TRIBUNALE DEL RIESAME ISTANZA DI RIESAME Proc. pen. n. ../2010 R.G.N.R. Il sottoscritto Avv. .., del foro di .., con studio in ., via , C.F. , quale difensore di fiducia, giusta nomina in calce al presente atto, del Sig. Nerone, nato a .., il ., residente in .. alla via, attualmente agli arresti domiciliari, imputato nel procedimento penale indicato in epigrafe Premesso che il giorno 15.08.2010 il Sig. Nerone, incensurato, veniva tratto in arresto per i reati di cui agli artt. 189, 186, comma II, lett. C) e 2 bis e 2 sexies, 116, Codice della Strada e trasferito alla Casa Circondariale di .; che il giorno 18.08.2010, il Tribunale di Lecce in composizione monocratica emetteva nei suoi confronti relativa ordinanza, con la quale convalidava ai sensi degli artt. 391 e 558 cpp l'arresto operato dagli agenti di P.G. e applicava la misura cautelare degli arresti domiciliari; che lo stesso imputato trovasi attualmente sottoposto alla misura coercitiva menzionata presso la propria abitazione nel Comune di . Tutto ci premesso, propone istanza di RIESAME anche nel merito dellordinanza applicativa degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Lecce, Dott.., in data 18.08.2010. Avverso alla suindicata ordinanza, ingiusta ed illegittima, il sottoscritto difensore propone istanza di riesame per i seguenti MOTIVI 1. INSUSSISTENZA DELLE ESIGENZE CAUTELARI. VIOLAZIONE DELLART. 274 C.P.P., NON RICORRENDO CONCRETE ESIGENZE CAUTELARI A SOSTEGNO DELLA MISURA. Non sussiste, in primis, il pericolo di reiterazione dei reati. Le modalit dei fatti e la personalit dell'imputato permettono di escluderlo. Infatti, l'uso di bevande alcoliche, peraltro non frequente n abituale ma limitato al solo episodio contestato dalla Pubblica Accusa, rappresenta, per il Tribunale in composizione monocratica, un sicuro sintomo dellelevato grado di pericolosit sociale del Sig. Nerone, in relazione al concreto pericolo di commissione di altri delitti della stessa specie. Invero, a parere di questa difesa, l'assenza totale di attitudine, da parte dell'imputato, ad assumere sostanze alcoliche nel corso della giornata (come da sua stessa ammissione in sede di interrogatorio di garanzia!) giustifica ampiamente la insussistenza della esigenza cautelare. Si ritiene, infatti, assolutamente non fondata la pericolosit sociale del Sig. Nerone, in relazione alla reiterazione dei delitti contestati. Non a caso la pericolosit dell'imputato, ai fini dellapplicazione di una misura cautelare, deve

risultare dalla personalit dell'indagato, desunta da comportamenti o atti concreti o dai suoi precedenti penali, onde pervenire, con una motivazione adeguata e congrua, alla formulazione di una prognosi di pericolosit dell'imputato. Ci trova la sua spiegazione nella esigenza di una valutazione globale della gravit del reato e della personalit di chi ne accusato, sicch il Giudice deve effettuare una distinta e specifica valutazione di entrambi i criteri direttivi sopra richiamati, senza potersi limitare all'apprezzamento dell'uno o dell'altro elemento. (Cfr. Cass. Pen., nn. 12404/2005; 2402/1999; 743/1999). Nel caso de quo, il Tribunale di Lecce in composizione monocratica, ha desunto il giudizio di pericolosit dell'imputato unicamente dalle modalit dei fatti criminosi accertati, andando cos a violare i principi enucleati all'art. 274 cpp. Va valorizzato, ulteriormente, il dato dellincensuratezza dell'imputato, circostanza questa ritenuta ingiustamente irrilevante ai fini della concessione della sospensione della pena. Siffatta circostanza, unitamente alla sua giovane et, appaiono del tutto inconciliabili con gli arresti domiciliari, la cui permanenza avrebbe un effetto negativo sulla sua personalit, e renderebbe difficile il suo reinserimento allinterno della societ civile e del circuito economico e produttivo del Comune di dimora e residenza dello stesso. Non esiste, inoltre, attualmente il pericolo di fuga: il notevole lasso di tempo trascorso dal compimento dei fatti e la condotta serbata dal prevenuto per tutto il periodo, consentono di escludere, con altissimo grado di probabilit, prossimo alla certezza, tale eventualit: nello specifico, tale ulteriore esigenza cautelare non pu essere desunta, come avvenuto nella ordinanza oggetto di tale impugnazione, da mere presunzioni, ma deve essere ancorato a concreti elementi dai quali sia logicamente possibile dedurre la reale ed effettiva preparazione alla fuga. Non sufficiente, pertanto, ad integrare la esigenza cautelare in parola la circostanza che l'imputato pienamente integrato nel circuito sociale del Comune di residenza, sia stato trovato a bordo della sua auto, nella immediatezza dei fatti accaduti. Tale ritrovamento nei pressi della abitazione dell'imputato, infatti, apparso, di per s fisiologico allo stato di paura insito nel predetto imputato (peraltro evincibile dagli atti) dopo quanto era successo, piuttosto che indice di una deliberata volont di sottrarsi al concreto esercizio della giurisdizione italiana. Peraltro, in relazione allesigenza cautelare ex art. 274, lett. b), cpp, si sottolinea come non possa essere disposta una misura cautelare allorquando il giudice ritenga che non potr essere adottata una pena superiore a due anni di reclusione. Risulterebbero, dunque, del tutto insussistenti le esigenze cautelari richieste perentoriamente dallart. 274 c.p.p., al fine di giustificare la legittimit della misura cautelare disposta nei confronti dellimputato. 2. INADEGUATEZZA ED ECCESSIVA GRAVIT DELLA MISURA CAUTELARE APPLICATA. VIOLAZIONE DELLART. 275 C.P.P., NON ESSENDOVI PROPORZIONE TRA LA GRAVIT DEL FATTO E LA MISURA APPLICATA. In estremo subordine si fa rilevare come la misura cautelare applicata in danno del prevenuto risulti, alla luce dei fatti oggetto di causa, eccessivamente afflittiva. Come noto, ai sensi dellart. 275 c.p.p., il giudice, nel disporre le misure, deve tener conto della specifica idoneit di ciascuna in relazione alla natura e al grado delle esigenze cautelari (di cui allart. 274 c.p.p.) da soddisfare nel caso concreto (I comma). Inoltre, ogni misura deve

essere proporzionata allentit del fatto e alla sanzione che sia stata o si ritiene possa essere irrogata (II comma). Ebbene, per quanto sino ad ora detto, le eventuali esigenze cautelari, qualora fossero ritenute sussistenti, potrebbero essere soddisfatte mediante lapplicazione di misure meno restrittive, stante anche la tipica natura di extrema ratio della custodia in carcere e degli arresti domiciliari (art. 284, comma II, cpp). Infatti, le esigenze cautelari evidenziate dal Tribunale di Lecce, e consistenti principalmente nel pericolo che l'imputato possa commettere delitti della stessa specie di quelli per cui stato gi condannato, ove pure esistenti, possono certamente essere assicurate da misure meno afflittive. Tutto ci premesso e con riserva di produrre ulteriori motivi prima dellinizio della discussione, il sottoscritto difensore CHIEDE che ladito Tribunale, e ai sensi dellart. 309 c.p.p., nellesercizio degli ampi poteri di ricognizione riconosciutigli dalla legge, Voglia revocare lordinanza applicativa della misura degli arresti domiciliari per la totale insussistenza delle esigenze cautelari di cui allart. 274 c.p.p., nonch per violazione dellart. 275 c.p.p., con ordine di immediata liberazione dellindagato, o, in estremo subordine, riformarla con applicazione nei suoi confronti di una misura meno afflittiva. Fa espressa riserva di motivi aggiunti e ulteriori deduzioni in udienza.

..,
Con osservanza Avv. Atto di nomina

Istanza di riesame. Illegittimit dellordinanza del G.i.p. ai sensi del combinato disposto degli artt. 292 e 125 comma 3 c.p.p. Traccia Tizio, incensurato, viene tratto in arresto insieme a Caio e Mevio perch, durante una operazione di polizia volta allarresto in flagranza degli autori di un traffico illecito di stupefacenti, venivano trovati in possesso di un notevole quantitativo di droga. I tre vengono indagati ai sensi dellart. 74 del D.P.R. n. 309/90, per il reato di associazione per delinquere dedita al traffico di stupefacenti. Tizio, invero, si trovava sul luogo dellarresto soltanto perch, in quanto amico di Caio e Mevio, aveva precedentemente preso accordi con gli stessi per passare una serata in loro compagnia, e non per partecipare attivamente al traffico illecito concordato dagli altri due per la serata. Non era, dunque, assolutamente a conoscenza del possesso, da parte dei due, della sostanza stupefacente. A suo carico si riscontrano soltanto una serie di intercettazioni telefoniche, dalle quali risultava che Tizio contattava spesso Caio e Mevio per concordare degli appuntamenti. Il G.i.p. applica ai tre indagati la misura cautelare della custodia in carcere, avendo desunto la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza dalle lunghe e complesse indagini della polizia giudiziaria, condotte grazie anche al collegamento con collaterali uffici esteri, e, in particolare, allattivit di pedinamento e controllo nonch al prolungato servizio di intercettazione

telefonica e ambientale, che, oltre a riscontrarsi reciprocamente, trovavano avallo nei conseguenti, copiosi sequestri di sostanza stupefacente e arresti in flagranza degli accoliti. Il G.i.p., esaminati gli atti di indagine, ritiene sussistente a carico di tutti e tre gli indagati anche lesigenza cautelare di cui allart. 274 lettera c) c.p.p. (pericolo di reiterazione del reato), dal momento che rinviene nella reiterazione dei reati in un breve lasso di tempo, nonch nellampiezza del traffico illecito, un sicuro indice della pericolosit sociale degli stessi. Lordinanza, tuttavia, si limita a rinviare gli indagati alle schede personali redatte dalla Polizia giudiziaria e motiva per relationem, id est attraverso una generica disamina degli esiti delle investigazioni, le ragioni della scelta di disporre la misura cautelare de qua. Infatti, dopo aver elencato e descritto in modo del tutto generico il materiale probatorio posto a fondamento della misura cautelare, il G.i.p. si richiama agli esiti di tali emergenze investigative, illustrati specificamente per ciascun indagato nelle schede personali predisposte dalla polizia giudiziaria, precisando che le stesse devono essere considerate parti integranti dellordinanza stessa. Il candidato, assunte le vesti del legale di Tizio, rediga latto giudiziario pi opportuno. Giurisprudenza correlata Cassazione penale, sez. VI, 01 ottobre 2007, n. 35823 (che ha sancito che una ordinanza di misura cautelare, contenente il mero richiamo alla attivit investigativa, non risulta idonea a soddisfare l'obbligo motivazionale. Per gli ermellini, infatti, non legittima lordinanza di custodia cautelare che ritenga sussistenti gravi indizi di colpevolezza, in base a una disamina generica che rinvia agli esiti delle investigazioni illustrati nella scheda personale dellindagato predisposta dalla polizia giudiziaria: manca, in tale circostanza, la valutazione critica degli elementi indiziari e della gravit degli stessi, rimessa alla sola autorit giurisdizionale);
q

Cassazione penale, Sez. IV, 16 febbraio 2005, n. 19338 (per la quale lordinanza di custodia cautelare non pu limitarsi ad una mera elencazione, di tipo descrittivo, degli elementi di prova acquisiti, ma deve valutare il complesso degli elementi di prova raccolti al fine di poter affermare la gravit indiziaria che costituisce il presupposto dellapplicazione della misura).
q

Svolgimento TRIBUNALE DI ______ IN FUNZIONE DI TRIBUNALE PER LA LIBERTA ISTANZA DI RIESAME Proc. pen. n. ______ R.G.N.R. n. ______ R.G. G.I.P. Il sottoscritto Avv. _______, del foro di ______, con studio in ______, via ______, quale difensore di fiducia, giusta procura in calce al presente atto, di Tizio, nato a ______, il ______, residente in ______, via ______, attualmente ristretto presso la Casa Circondariale di ______, indagato nel procedimento penale indicato in epigrafe Premesso - che il giorno ______Tizio, incensurato, viene tratto in arresto insieme a Caio e Mevio, perch trovati in possesso di un notevole quantitativo di sostanza stupefacente; - che Tizio, invero, si trovava sul luogo dellarresto soltanto perch, in quanto amico di Caio e Mevio, aveva precedentemente preso accordi con gli stessi per passare una serata in loro compagnia, ma non era assolutamente a conoscenza del traffico illecito premeditato per la serata, nonch del possesso, da parte dei due, della sostanza stupefacente; - che il Sig.Tizio risulta attualmente indagato ai sensi dellart. 74 del D.P.R. n. 309/90, per il reato di associazione per delinquere dedita al traffico di stupefacenti nel procedimento penale sopra indicato; - che il giorno_____ il G.I.P. di _____ ha emesso nei suoi confronti lordinanza n____, applicativa della misura cautelare della custodia in carcere; - che lo stesso trovasi attualmente sottoposto a tale misura coercitiva presso la casa circondariale di__________; Tutto ci premesso, propone istanza di

RIESAME anche nel merito dellordinanza applicativa della misura cautelare in carcere n____, emessa dal G.i.p. presso il Tribunale di _______ Dott._____, in data ______depositata in cancelleria in data _____. Avverso al suindicata ordinanza, ingiusta ed illegittima, il sottoscritto difensore propone istanza di riesame per i seguenti MOTIVI

1. ILLEGITTIMIT DELLORDINANZA IMPUGNATA AI SENSI DEGLI ARTT. 292 E


125 COMMA 3 C.P.P.. Lordinanza in esame illegittima. La stessa, infatti, si limita a ritenere sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, in base a una disamina generica che rinvia agli esiti delle investigazioni illustrati nella scheda personale dellindagato predisposta dalla polizia giudiziaria. Come noto, ai sensi dellart. 292 c.p.p., lordinanza di custodia cautelare non pu limitarsi ad una mera elencazione, di tipo descrittivo, degli elementi di prova acquisiti in sede di indagini, ma deve valutare il complesso degli elementi di prova raccolti, al fine di poter affermare la gravit indiziaria che costituisce il presupposto dellapplicazione della misura. Manca, dunque, una valutazione critica degli elementi indiziari e della gravit degli stessi, valutazione, questa, che deve essere rimessa alla sola autorit giurisdizionale, e che non pu limitarsi ad un mero rinvio alle risultanze investigative della P.G.. Il G.i.p., invece, si limitato ad una mera elencazione, di tipo descrittivo, degli elementi di prova acquisiti, senza valutare il complesso degli elementi di prova raccolti al fine di poter affermare la gravit indiziaria che costituisce il presupposto dellapplicazione della misura. Trattasi, dunque, di una motivazione per relationem che si limita ad operare un semplice riferimento, recettizio e di semplice rinvio, ad un, seppur legittimo, atto del procedimento, che, per, intanto pu essere compiuto, in quanto lo stesso sia conosciuto dallinteressato o, quantomeno, ostensibile al momento in cui si renda attuale lesercizio della facolt di valutazione, di critica ed, eventualmente, di gravame e, conseguentemente, di controllo dellorgano della valutazione o dellimpugnazione. Va detto, inoltre, che affinch tale rinvio possa ritenersi legittimo, occorre altres una attenta valutazione dellatto a cui si rinvia, e della sua idoneit a rappresentare motivazione del provvedimento di destinazione e, quindi, la dimostrazione che il giudice abbia preso cognizione del contenuto sostanziale dello stesso e lo abbia ritenuto coerente con la sua decisione, enunciandone liter logico e giuridico. Si esprime in tal senso una copiosa giurisprudenza di legittimit (cfr. ex plurimis Cassazione penale, sez. VI, 01 ottobre 2007, n. 35823). Orbene, lordinanza del G.i.p. opera una disamina generica della tipologia degli elementi di prova raccolti, richiamando poi gli esiti delle investigazioni illustrati nella scheda personale di Tizio, Caio e Mevio, predisposte dalla polizia giudiziaria, sia pure considerate come parti integranti dellordinanza stessa. Si rinviene, dunque, nellordinanza de qua, una palese violazione degli artt. 125 comma 3 e 292 comma 1 c.p.p., dal momento che il Gip, rinviando gli indagati alle loro schede personali redatte dalla P.G., trascura una circostanza di non poco momento, id est non prende in considerazione il fatto che al singolo indagato stata notificata esclusivamente la propria scheda personale e che, quindi, non conosce quella degli altri indagati nel reato associativo. Tizio non pu accedere alla documentazione di Caio e Mevio e, per leffetto, non pu valutare appieno in questo modo le risultanze investigative a suo carico. 2. ASSENZA DI GRAVI INDIZI DI COLPEVOLEZZA. VIOLAZIONE DELLART. 273 C.P.P., NON ESSENDO INTEGRATA LIPOTESI DELITTUOSA ASCRITTA ALLINDAGATO. Lordinanza in esame, oltre che illegittima, ingiusta. Il G.i.p., infatti, ha erroneamente ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, richiesti dallart. 273 c.p.p., ai fini della legittima applicazione della misura custodiale. Ebbene, questa difesa non ritiene vi siano gravi indizi a carico di Tizio per il reato contestatogli.

Tali indizi, infatti, a parere del G.i.p., sarebbero costituiti soprattutto dalla presenza di Tizio sul luogo dellarresto e dalle scarse intercettazioni telefoniche, da cui emergerebbe il suo coinvolgimento nel traffico illecito. Ebbene, Tizio, invero, si trovava sul luogo dellarresto soltanto perch, in quanto amico di Caio e Mevio, aveva precedentemente preso accordi con gli stessi per passare una serata in loro compagnia, ma non era assolutamente a conoscenza dei traffici illeciti previsti per la serata, nonch del possesso, da parte dei due, della sostanza stupefacente. A suo carico si riscontrano soltanto scarne intercettazioni telefoniche, dalle quali risulta che Tizio contattava spesso gli altri due indagati per concordare degli appuntamenti. Ne consegue che, escludendo dagli indizi la sfortunata presenza di Tizio sul luogo dellarresto, la motivazione in ordine ai gravi indizi di colpevolezza a suo carico non risulta idonea a fondare lapplicazione della misura, legittimando la valutazione della ritenuta insufficienza degli indizi medesimi. Tanto pi che, come noto, le intercettazioni da sole non possono costituire elementi talmente rilevanti da supportare una ordinanza di custodia cautelare; le stesse, infatti, in quanto mezzi di ricerca della prova, possono costituire fonti di prova solo se gli indizi raccolti nelle stesse siano gravi, precisi e concordanti, circostanza, questa, che non si riscontra nel caso di Tizio. 3. INSUSSISTENZA DELLE ESIGENZE CAUTELARI. VIOLAZIONE DELLART. 274 C.P.P., NON RICORRENDO CONCRETE ESIGENZE CAUTELARI A SOSTEGNO DELLA MISURA. La reiterazione dei reati in un breve lasso temporale, nonch lampio raggio del traffico illecito rappresentano, per il G.i.p., un sicuro sintomo dellelevato grado di pericolosit sociale di Tizio, in relazione al concreto pericolo di commissione di altri delitti della stessa specie. Invero, tali elementi posso al limite supportare lordinanza cautelare a carico di Mevio e Caio, ma non di Tizio, che assolutamente estraneo al traffico illecito descritto. Si ritiene, infatti, assolutamente insussistente la pericolosit sociale del Sig. Tizio, in relazione alla reiterazione del delitto contestato. A ci si aggiunge che, per quanto precedentemente detto, non risulta dagli atti di indagine alcun elemento dal quale emerga la pericolosit di Tizio. Va valorizzato, inoltre, il dato dellincensuratezza dellindagato. Risulterebbero, dunque, del tutto insussistenti le esigenze cautelari richieste perentoriamente dallart. 274 c.p.p., al fine di giustificare la legittimit della misura cautelare disposta nei confronti dellindagato. 4. INADEGUATEZZA ED ECCESSIVA GRAVIT DELLA MISURA CAUTELARE APPLICATA. VIOLAZIONE DELLART. 275 C.P.P., NON ESSENDOVI PROPORZIONE TRA LA GRAVIT DEL FATTO E LA MISURA APPLICATA. In estremo subordine si fa rilevare come la misura cautelare applicata in danno del prevenuto risulti, alla luce dei fatti oggetto di indagine, eccessivamente afflittiva. Come noto, ai sensi dellart. 275 c.p.p., il giudice, nel disporre le misure, deve tener conto della specifica idoneit di ciascuna in relazione alla natura e al grado delle esigenze cautelari (di cui allart. 274 c.p.p.) da soddisfare nel caso concreto (I comma). Inoltre, ogni misura deve essere proporzionata allentit del fatto e alla sanzione che sia stata o si ritiene possa essere irrogata (II comma). Infine, ma non per importanza, la custodia cautelare in carcere pu essere disposta soltanto quando ogni altra misura risulti inadeguata (III comma). Ebbene, per quanto sino ad ora detto, le eventuali esigenze cautelari, qualora fossero ritenute sussistenti, potrebbero essere soddisfatte mediante lapplicazione di misure meno restrittive, stante anche la tipica natura di extrema ratio della custodia in carcere.

Infatti, le esigenze cautelari evidenziate dal G.i.p., e consistenti principalmente nel pericolo che Tizio possa commettere delitti della stessa specie di quello per cui si procede, ove pure esistenti, possono certamente essere assicurate da misure meno afflittive.
Tutto ci premesso e con riserva di produrre ulteriori motivi prima dellinizio della discussione,

il sottoscritto difensore chiede che ladito Tribunale, e ai sensi dellart. 309 c.p.p., nellesercizio degli ampi poteri di ricognizione riconosciutigli dalla legge, Voglia annullare lordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere per mancanza di motivazione o, in subordine, revocarla per la totale insussistenza degli indizi di cui allart. 273 c.p.p. e delle esigenze cautelari di cui allart. 274 c.p.p., nonch per violazione dellart. 275 c.p.p., con ordine di immediata liberazione dellindagato, o, in estremo subordine, riformarla con applicazione nei suoi confronti di una misura meno afflittiva. Fa espressa riserva di motivi aggiunti e ulteriori deduzioni in udienza. Ai sensi dellart. 157 comma 8 bis, il sottoscritto difensore dichiara di non accettare la notificazione degli atti diretti al proprio assistito, successive alla prima. Luogo e data Con osservanza Avv. __________ ATTO DI NOMINA Nomino mio difensore di fiducia lAvv. ________ del Foro di _________, conferendogli ogni pi ampia facolt di legge, inclusa quella di proporre impugnazioni in ogni stato e grado del procedimento, compresa la fase dellesecuzione e della revisione. Eleggo domicilio presso il suo Studio Professionale, sito in _______, alla Via ________. Tizio E vera ed autentica Avv. __________

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