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LA VIA DINAMICA DELLA MEDITAZIONE di DHIRAVAMSA Titolo originale dell'opera THE DYNAMIC WAY OF MEDITATION (Turnstone Press Ltd,

Wellingborough) Prefazione pag. - 7 1. Liberare e guarire " 9 2. Meditazione ed esplosione " 17 3. Buddha e il principio del contatto . . " 25 4. Disciplina e apprendimento " 34 5. La mente che non dimora " 43 6. Il flusso della vita " 46 7. Autonomia e dipendenza " 52 8. A proposito della paura " 58 9. Aprirsi " 64 10. Breve storia della Vipassana " 67 11. Alcuni principi della Vipassana " 74 12. Scavare nel formicaio " 86 13. I cinque ostacoli "93 14. Mara: la forza ostacolante . " 100 15. Le due fa cce della saggezza: equanimit e amore " 108 16. Aspetti del Nirvana " 115 Indice analitico " 12 [Liberare e guarire La nostra condizione umana ci mostra di continuo che il costante confronto con l a stanchezza, lo stress e la tensione di tipo emotivo e psicologico, cos come con i l dolore fisico, la sofferenza e la malattia inevitabile. Siamo in cerca di un rimedio, o di metodi che ci aiutino a risolvere i nostri problemi e le nostre difficolt. In altre paro le, vogliamo liberarci dalla nostra condizione. Tutto questo fin troppo evidente per noi che viviamo nel mondo moderno. In rispo sta al bisogno sempre crescente di liberazione e di guarigione va crescendo anche, come vediamo, l'offerta di tecniche terapeutiche e di varie forme di trattamento. In ambito tradizionale, la societ fornisce medici, psichiatri, psicologi, psicoterapeuti e sacerdoti. Allo stesso tempo, molti individui si offrono in qualit di maestri, guaritori, ch iaroveggenti e cos via. Chi sente di aver bisogno di aiuto, in quest'epoca di stress, pu trovare con gran facilit metodi di trattamento che vanno dai guru agli sciamani fino alla terapia istituz ionale. interessante vedere che risposta abbiamo dato alle nostre situazioni personali, alle nostre difficolt e sfide e a quelle degli altri nella ricerca di liberazione e gu arigione. Ci che emerge che malattia, conflitto e dolore coinvolgono la totalit della cresci ta e dello sviluppo umano, cos come il risveglio dal nostro sonno psicologico e dall'i gnoranza - la mancanza di consapevolezza della realt. Le persone impegnate in questa ricer ca

stanno scoprendo che senza questi fattori di disturbo, a livello personale o int erpersonale (come nel matrimonio o nel rapporto di coppia), o a livello delle relazioni uman e in generale, non saremmo mai in grado di maturare come essere umani e andare oltre. Se manteniamo una visione realistica della vita e di tutte le situazioni che ci presenta, possiamo prendere la tragedia o il problema in cui ci imbattiamo come un'occasio ne per esprimere e usare le nostre risorse interne, le capacit e le potenzialit umane; in altre parole, lasciamo che i semi della nostra umanit germoglino dal suolo dell'esperie nza e che la pienezza dell'essere si riveli ed emerga in tutte le circostanze che la v ita in questo mondo di continuo mutamento comporta. In questo modo possiamo cominciare a imparare come far fronte a noi stessi e com e dominare le nostre difficolt in modo creativo e costruttivo, cos da essere capaci di eliminare ci che impedisce la crescita e la maturazione, il flusso naturale della vita e lo schiudersi della nostra vera natura. Messi di fronte a esperienze negative o dis truttive oppure a malattie inaspettate o inevitabili, giungiamo ad accettare pienamente i fatti e la realt con comprensione e pazienza. Questo il mezzo con il quale eliminiamo le barriere che ci impediscono di sperimentare uno stato di benessere. Saremo cos in grado di purificarci liberando tutte le energie non salutari e impure rinchiuse nel corpo e nella mente, e ci arricchiremo naturalmente di forza e salute. In ultima analisi, siamo proprio noi il veicolo con il quale si raggiunge la lib erazione. Non dobbiamo far altro che essere testimoni e offrire ospitalit all'azione della medi cina e dello scarico, alla liberazione e guarigione. Con questa luce interiore che ci g uida, progrediremo assiduamente verso la pienezza dell'essere, finch la nostra vita le sar affidata completamente. Questa la fine di Dukkha (il principio del piacere-dolor e) secondo Gotama Buddha. vivere _il Nirvana, la completa estinzione del fuoco e de l fumo. Ora il punto che qualsiasi cosa facciamo - per noi o per gli altri - si cristall izza nella nostra personalit, il cosiddetto `complesso io-s', come forza condizionante, che s ar resa pi profonda e pi efficace dai ruoli che assumiamo con noi stessi e nei rappor ti con gli altri. Sentendoci turbati, a disagio, nervosi e ansiosi senza sapere precisa mente cosa ci succede, cerchiamo una compensazione che nasconda il vero problema distraendo ci dalla situazione presente e ovvia, e ci facciamo coinvolgere da attivit di altro genere. Ecco come la nevrosi dell'uomo si aggrava, si riproduce e si perpetua. Continuia mo a drogarci per non soffrire, e il risultato che nella nostra vita diventiamo ottus

i e addormentati, insensibili e sordi. Per esempio, alcuni non riescono ad ascoltare ci che mette in crisi le loro certe zze, le loro tradizioni o opinioni: per non soffrire, ne fanno qualcosa di ridicolo o il logico. Altri semplicemente diventano sordi al messaggio che li spaventa o li turba o che port a alla luce il loro dolore originario, che va protetto a tutti i costi con il meccanism o di difesa dell'io: " non voglio ascoltare! ". Ma se ci volgiamo a noi stessi e ci riportiamo al presente, all'evidente, di mom ento in momento, potremo sedere, camminare, stare in piedi o muoverci ed essere sempre i n contatto con ci che veramente dentro di noi e attorno a noi. Facendo cos, riuscire mo a conoscere tutte le situazioni e gli eventi interni o esterni in modo accurato, riusciremo cio a vedere chiaramente le nostre azioni, reazioni e risposte, a guardarle costantemente senza sovrapporvi nessuna idea o ideale. Il fuoco dell'attenzione si prender cura pienamente di bruciare e consumare i fattori indesiderabili, distrut tivi e non salutari della vita in modo naturale e spontaneo. Quel che si richiede in quest'opera la volont fiduciosa di gettarsi nel fuoco dell'attenzione, l'atto di dedicarsi semplicemente ma intensamente a qualsiasi c osa emerga momento per momento, senza l'idea di fare qualcosa di particolare o di di ventare qualcosa di speciale. Ecco allora cosa accade: accettandoci cos come siamo e guardando ai fatti nella l oro realt, riduciamo in modo naturale le nostre resistenze e apriamo le porte per far posto alla comunicazione sincera e alla comprensione intuitiva, senza distorcere in al cun modo la realt. In questo modo non si incoraggia pi la conflittualit. A questo punto, la pratica liberatoria comincia a operare come una fonte di energia creativa. Ciascuna torma di espressione rappresenta il liberarsi di energie connesse a st ati emotivi e condizionamenti psicologici trattenuti e localizzati in alcuni punti s pecifici e in regioni del corpo, cos come nella psiche. Ci significa che ogni meditante rivive l e esperienze passate e il karma accumulato specialmente nei primi anni di vita att raverso un rapporto squilibrato e distruttivo con i genitori e i familiari. Allo stesso modo coloro che si sono portati dentro sentimenti repressi come rabbia, astio, ostilit, vergogna, dolore e frustrazione, accumulati attraverso i rapporti con un innamorato, un partner o u n superiore, rivivono con grande intensit questi sentimenti negativi. A questo punto vorrei spiegare meglio questo argomento della liberazione di ener gie o espressione in meditazione, specialmente pensando a quelli di voi che si sono so ttoposti a questo processo e si sentono scoraggiati o impazienti.

Nel corpo, la tensione, il dolore e la sofferenza tendono ad accumularsi, forman do dei `depositi' che fungono da contenitori di energie negative e di sentimenti rimoss i. Se non se ne prende coscienza, possono acquistare un potere esplosivo. Ci dovuto alla contrazione muscolare che si accompagna ai sentimenti reattivi che insorgono com e risposta abituale e automatica alle impressioni sensoriali, comprese quelle del mondo mentale. In ogni punto di contatto, tramite gli occhi, le orecchie, il naso, la bocca, il tatto e la mente, si sviluppa una sensazione che si associa immediatamente con determina te immagini o impulsi, dando luogo cos a una reazione manifesta, interna o esterna. Ogni reazione, fisica o mentale, provoca una contrazione muscolare. In quel momento i l contenitore, per cos dire, pronto, e la sensazione negativa si immagazzina. Quind i i sentimenti non espressi, sostenuti dalla paura, costruiscono uno schema di reazi one; questi schemi di comportamento reattivo diventano automatici, abituali, inconsci (certamente nel momento in cui si reagisce) e incontrollabili: non volete reagir e in un certo modo, ma lo fate lo stesso. Ogni volta che si reagisce, lo schema si incid e pi profondamente, e perci diventa pi forte e acquista pi potere. A un certo punto, il controllo che avr su di voi sar totale. In queste condizioni, non siete pi `voi ste ssi', perch i depositi karmici si sono concentrati nelle varie parti contratte del corp o. Pi si va in fondo, pi doloroso, fino al momento della liberazione definitiva. Se vi aspettate un sollievo immediato, diventate impazienti, e potreste comincia re a reagire contro tutto questo processo imprevedibile. Ci aggiunger altro karma a que llo che c' gi. E cos il ciclo prosegue. Il samsara si perpetua attraverso passione, azi one e reazione. Vorrei spiegare anche quali complicazioni possono intervenire nel processo di liberazione e guarigione. Le principali sono due: l'interferenza dell'io e l'ind ebolirsi della consapevolezza. Quando l'io inizia a rendersi conto che il corpo ha il potere di esprimersi pi li beramente, se supera i suoi condizionamenti e lascia fluire l'energia vitale liberatrice, h a paura di perdere il controllo del corpo e di quelle sue parti che fungono da contenitori dell'energia negativa, perch questo significherebbe la distruzione delle fonti di energia crea te dall'io stesso per la propria sopravvivenza. Cos, impone il suo controllo su tutte le for me di espressione e si serve del corpo come di uno strumento per illudere e ingannare il meditante, facendogli provare una momentanea sensazione di benessere o di libert psicologica, oppure di eccitazione. In questo modo, i meditanti impegnati nel pr ocesso espressivo diventano attori.

Spesso, il meditante non si accorge di tutto questo, perch la sua mente concentra ta sulla completa purificazione da ogni negativit Invece di rimanere legati agli stati pi bassi, ci solleveremo per danzare con la realt pi elevata, rimanendo consapevoli delle sensazioni spiacevoli lasciateci dall'esper ienza del mondo inferiore. Posto che l'espressione in meditazione sia il naturale mezzo di purificazione da lle accumulazioni karmiche, specialmente a livello emotivo e psicologico, occorre an cora esaminarne a fondo la natura in modo da non darla per scontata. Attraverso l'espressione in meditazione, riveliamo spontaneamente il nostro vero s e sblocchiamo l'energia repressa della nostra personalit. una rivoluzione psicologi ca dell'individuo, perch ci diamo la possibilit di essere autentici e di agire assume ndo come centro noi stessi, non una fonte di autorit culturale, religiosa o familiare . Confrontare le proprie esperienze in un gruppo, con persone impegnate nella nost ra stessa pratica (o in privato, se si medita da soli) aiuter a purificare le emozio ni e a sbloccare il corpo e la mente. e sull'intento di liberare il corpo da tutte le energie represse. Cos, la motivaz ione che sta dietro all'atto espressivo ha una certa validit, ma rimane pur sempre un gioco de ll'io. Questo indebolimento della consapevolezza deriva dal fatto che il meditante non sta osservando con chiarezza la situazione reale, perch l'eccitazione e l'anticipazio ne della meta lo attraggono pi dell'attenzione, del penetrare nel processo in se stesso. Se la consapevolezza si affievolisce, il meditante pu diventare cieco, sordo e in sensibile alla situazione in cui si trova. Se non si guarda, non si pu vedere. Senza la cap acit di vedere non pu esserci liberazione. Se non c' completa liberazione, la cura non dar i suoi frutti; al posto della vera liberazione ci sar una specie di sfogo, che dar u n leggero sollievo, ma solo temporaneo. A questo punto pu succedere che, sentendosi frustra ti, i meditanti comincino a ribellarsi alla pratica, portando nella loro vita ancora p i dolore e sofferenza. La via efficace si trova quando si diventa neutri e interiormente silenziosi di fronte a ci che accade, quando si resta calmi quale che sia il movimento o la posizione che ci capiti di assumere. Non c' bisogno di controllo. Liberatevi di tutto e lasciate che tutt o accada spontaneamente. Respirate e osservate, nient'altro, e vivete pienamente ci che ac cade con accettazione e intelligenza. Ogni tentativo di contrapporsi alla pratica o d i rimandarla si tradurr solo in dolore e sofferenza, una volta che l'energia del processo libe ratorio

avr preso slancio. Lasciatela agire in profondit sul corpo e la mente nella loro interezza: si prender cura di tutto. La vostra consapevolezza che non interferisc e costante e siete pienamente in contatto con ci che accade, cosicch non perdete mai la possibilit di vedere con chiarezza gli eventi e ci che al di l della vostra esperie nza. Grazie a una simile consapevolezza, semplice e chiara, si resta vigili e piename nte svegli, pronti a recepire qualsiasi stimolo e a muoversi liberamente. Chi si attacca alla negativit riesce difficilmente a rendersi conto di una sensaz ione piacevole e positiva. Rifiutarsi di considerare reale il lato positivo delle cos e rafforza l'identificazione con la negativit. Questa appare allora come l'unica cosa reale, mentre le sensazioni piacevoli sembrano irreali o troppo belle per essere vere. Ecco co me viene distorta la realt. Con un atteggiamento aperto, invece; ci si lascia attraversare da ambedue le facce dell'esperienza, senza preferirne una e rifiutare l'altra. Biso gna arrivare a considerare uguali tutte le esperienze, buone o cattive che siano, e tendere all'equanimit riguardo agli stati conflittuali condizionanti, armonizzando gli op posti e trascendendo il conflitto e il paradosso. Perci, tenete a mente che consapevolezza e insight giocano un ruolo determinante nel processo di liberazione e guarigione del dolore. Se siete consapevoli, siete al sicuro; se non lo siete, potreste trovarvi in pericolo. Cos quando applicate le varie tecnic he o fate degli esercizi per eliminare le energie non salutari, accertatevi che la consape volezza sia presente e lasciatela circolare dentro e fuori con ogni movimento e ogni suono. Se fate questo, certamente arriver il momento della guarigione. come guarire da una malat tia, come il rimarginarsi di una ferita, ed al tempo stesso cura e nutrimento per l'i ntero essere; una guarigione in cui sperimentiamo una piena carica spirituale, una vit alit autosufficiente e rigogliosa. Questa guarigione profonda si pu realizzare solo qu ando si raggiunge e si attualizza con completa libert la piena illuminazione. Tale illumi nazione sradica ogni forma di distorsione delle percezioni, dei pensieri e delle opinion i, distruggendo alla radice le strutture ossessivo-coatte della personalit. [2 Meditazione ed esplosione L'altro aspetto dell'esplosione risiede nelle esperienze meditative positive e g ioiose: felicit, beatitudine, estasi, improvvisa quiete mentale, immobilit e leggerezza de l corpo, l'arrestarsi del pensiero, un denso e profondo silenzio interiore, ecc. Se si os serva da vicino e attentamente ci che accade durante la meditazione, si vedr che questo processo di esplosione opera in presenza di una consapevolezza sensitiva e vital e. Per

esempio, mentre si osserva il movimento del respiro con attenzione totale e inin terrotta per un certo tempo, a un tratto, si arriva a percepire nient'altro che puro movi mento in cui si manifesta un processo creativo con la sua immane forza e la sua potente energ ia. Ci accade di solito nel momento in cui l'attenzione passiva raggiunge.18.la massima intensit allorch il meditante, l'osservatore, cio, scompare completamente. Talvolta si assiste all'improvviso eclissarsi del pensiero, al dileguarsi della mente discorsiva e della reattivit. Allora ci si ritrova in uno spazio del tutto nuovo, vasto e profondo, in cui non si distingue nulla. Tempo e spazio svaniscono completamente e non si percepisce alcuna dimensione; l'essere non ha pi centro. l'incantevole distesa dello sfondo omogeneo. Quando si riemerge da questo stato meditativo, ci si accorge co n stupore del tempo trascorso e della sensazione di risveglio. Il corpo immobile e leggero, privo di malesseri o dolori, pur funzionando in modo perfettamente norm ale. Altre volte ci si ritrova coperti di sudore, ma si prova una piacevole sensazion e. In tutti i casi ci si sente puliti, limpidi e puri. Questa la bellezza dell'esplosione in meditazione.malessere o dolori in certe parti del corpo indicano che c' qualcosa c e non va, non solo fisicamente, ma anche psicologicamente ed emotivamente Solo una consapevolezza chiara e sensibile pu dirci di che si tratta, e questo avverr se si amo in grado di rimanere in contatto 19 19.con il dolore senza cercare di evitarlo, ma permettendo a qualunque cosa c i sia di rivelarsi. A volte ci comporta un'improvvisa liberazione di energia, sotto forma di suono o di movimento. Ma non si determina n si programma ci che si fa, o come ottenere certi effetti. Semplicemente lasciamo che le cose accadano e le osserviamo, fronteggiando tutto ci che emerge con completa attenzione, senza discriminare. Un altro problema quello dell'attaccamento alla negativit, alla propria sofferenz a. Anche in questo caso l'attenzione, la consapevolezza e istruzioni adeguate vi permetteranno di ottenere un insight riguardo a ci che sta accadendo, di uscire dall'oscurit e di progredire verso la liberazione. Lavorando con l'energia nella meditazione, essenziale essere totalmente aperti e d essere disposti ad abbandonarsi, perch l'abbandono ci aiuter ad andare al di l dell a dimensione dell'io o quanto meno a non incoraggiarne l'attivit. In tal modo, l'ab bandono diventa un potente mezzo per aprire i canali. Con una metafora si pu dire che osi offre ospitalit affinch l'energia possa operare. Offrire ospitalit significa abbandonarsi . Significa rinunciare allo sforzo di raggiungere, di ottenere, cos da non avere pi in mente nessun obiettivo. C' solo apertura all'esperienza, che potrebbe accadere in quals iasi

momento. altre parole, ci lasciamo venire incontro l'azione epura, l'esperienz a autentica. Ogni cosa, sia essa positiva o negativa, ,accadr perch necessario che accada, perch avviene nel momento presente. Se c' soltanto un flusso di consapevolezza e il corpo e la mente s sono liberi di fluire senza ostruzioni, allora ci sar l'esperienza positiva della quiete e del silenzio profondo. Questo il modo per trascendere gli stati di coscienza superficiali. E tutto ci ac cade grazie all'energia, non perch ci sforziamo di farlo accadere. L'esperienza , vera non pu essere prodotta dallo sforzo di farla accadere. A volte la mente che la crea per gratificarsi. Ma le creazioni della mente possono ingannare. difficile discerner e cosa esperienza autentica cosa non" lo , si pu capire dal modo in cui si arriva a quell'esperienza, o dal modo in cui essa ci si presenta. Se non siete assolutame nte nulla, non state inventando, non state agendo, e diventate tutt'uno con la consapevolezza. Se c' qualche -resistenza, guardatela. La resistenza di solito minore se c' la vo lont di donarsi e di essere vulnerabili. Prima di arrivare a questo grado di volont, p er, ci pu essere una certa resistenza; si pu guardarla senza resisterle, semplicemente lasciandola venire. Se fate resistenza alle vostre resistenze, il lavoro diventa doppio. Bisogna lasciare che le cose fluiscano. Si accetta tutto, in i quanto fenomeno: il sole, il vento, la pioggia, le nuvole, qualsiasi i cosa. Non si pu fermare il vento. Si fe rma da solo quando cessano le condizioni. Quando non comprendiamo questo processo, cerchiamo di diventare padroni di tutto. Cerchiamo di controllare tutti i fenomeni e tutto ci che dentro di noi, ma non ci riusciamo. Allora ci sentiamo impotenti. Non abbiamo il potere di affrontare i nostri condizionamenti, le nostre abitudini, le nostre tendenze; qu este cose diventano abitudini perch riescono a farci sentire impotenti e cos acquistano il p otere di dominarci. E allora, come possiamo ottenere potere personale e forza interiore? La prima cosa accettarci cos come siamo e aprirci all'esperienza, disposti ad accogliere tutto ci che ci capita. Senza scelta, possiamo accogliere imparzialmen te il brutto e il bello. Se avete questa capacit, avrete la forza e il potere di accett are le sfide e di esprimere la vostra natura. La capacit di esprimere la propria natura consiste nel darsi la possibilit di andare a fondo in un'esperienza e di rendersene coscienti con chiarezza. Il semplice permetterlo, senza l'intenzione di farlo, crea i canali'per il fluss o del potere personale e dona la forza interiore per agire e far fronte a qualsiasi cosa acca da. Allora il potere non viene meno. In tal senso siamo noi stessi fino in fondo, ma non c' una forte e solida identit a cui aggrapparsi. C' semplicemente la sensazione di /essere se ste

ssi che appaga il bisogno di identit. il bisogno di identit fortissimo negli esseri umani, ma la vera identit - la total it dell'essere - si manifesta da s, cosicch non dobbiamo preoccuparci di perdere l'identit. Si lascia fluire pi forza interiore, che sempre collegata a tutti i fat tori spirituali, cio a tutte le cose naturali e spontanee nella vita. Ci significa non perseverare nello stato condizionato perch, in quanto individuo condizionato, ci si identifica con una determinata culturale siete il pro(dotto di determinate circostanze familiari o sociali, dovete agire in base alle loro esigenze e perci non potete essere voi stessi. Se vi adeguate alle richieste degli altri, il potere personale - la forza interiore pe r agire in modo sincero, puro e spontaneo - viene meno. Si perde la spontaneit, la libert di scelt a, perch ci si adegua - perch si diventa un individuo condizionato. Opporsi al condizionamento difficile. In un certo senso, non ci opponiamo al condizionamento; piuttosto, ne prendiamo atto e vediamo come agisce dentro di no i. Una simile attenzione nuda e non-attiva apre le porte alla forza interiore, al poter e, alla chiarezza, alla consapevolezza: a qualcosa che non lo stato condizionato. In tal modo, diventiamo consapevoli della dimensione condizionata della nostra esistenza e permettiamo all'incondizionato di manifestarsi, senza tentare di liberarci con l a forza o con la volont dei condizionamenti, ma semplicemente accettandoli e guardandoli continuamente. Quando i fattori creativi e salutari possono crescere e diventare via via sempre pi attivi gradualmente gli stati condizionati perderanno vitalit. Cos, mentr e continuiamo ad osservare i nostri vecchi contenuti, dobbiamo lasciare che quelli nuovi si sviluppino e si attualizzano, che vengano alla luce operando sempre di pi nella n ostra vita. "I Talvolta, per, restiamo prigionieri del nostro condizionamento, c i attacchiamo alla negativit e non permettiamo al nuovo di agire nella nostra vita o di progred ire insieme a tutto ci che di positivo e creativo possiamo incontrare nella vita. Que sto si deve principalmente a una mancanza di fiducia. Noi non ci fidiamo di nulla che s ia nuovo, che cresca o che stia venendo alla luce. In questa situazione la forza degli sta ti condizionati aumenta. Allora ci arrendiamo allo stato condizionato dandogli ener gia e non fluiamo pi con questa cosa nuova che dentro di noi: il condizionamento ci incalza e ci trascina. Ma se impariamo a fluire con la nuova comprensione, con la nuova liber t, con la nuova visione della vita - con quella cosa nuova che cresce e germoglia dentr o di noi certamente tutto questo si accrescer, si espander e si rafforzer mentre i fattori negativi, distruttivi e non-salutari si disseccheranno e moriranno. Questi due p rocessi

vanno di pari passo: eliminare, che significa lasciar morire gli stati condizion ati, e coltivare, far crescere ci che naturale e spontaneo, lasciarlo fluire indisturbat o. In un certo senso, noi non facciamo crescere nulla, non coltiviamo nulla; stiamo solo dando la possibilit a tutto questo di accadere. Quando lo permettiamo, i canali d ella crescita e dello sviluppo si aprono. `Permettere', una parola molto potente, un' azione molto potente. Il messaggio si potrebbe esprimere cos: " Permetti a te stesso di essere quello che sei ". Permettevi di sedere, di guardare, di camminare, di essere con sapevoli di darvi la possibilit di farlo. Allora vi accorgerete di fluire con la consapevo lezza. La consapevolezza ci mette in contatto con la realt, ci aiuta a~j crescere e a pr ogredire. Qualsiasi tecnica, qualsiasi attivit pu est sere un'occasione per esercitarla. Pot ete farlo respirando, mentre cani tate o danzate, mentre cucinate, fate le pulizie o lavat e i piatti: noni ci mancano le occasioni 'per coltivare la consapevolezza che ci occorre. i Anche stando sdraiati possiamo essere consapevoli di ci che accade.` Il fluire dell'azi one, del restare in contatto con tutto, qualcosa di molto semplice. In questo modo tutto accessibile. Nulla lontano. Anche l'intero universo accessibile. In questo modo viviamo in armonia con ci che ci circonda e con l'universo. Quando le cose sembra no lontane perch siamo nella mente, irretiti dai concetti, non nella consapevolezza. Perci, si tratta solo di permettere - permettere alle cose di accadere, permetter ci di essere, permettere agli altri di essere; in questo modo non si giudica e non ci si sente ostacolati o impediti dagli eventi circostanti. La nostra consapevolezza si raff orza continuamente, mentre qualcosa accade dentro o fuori di noi. Allora acquistiamo una maggiore capacit, un maggior potere personale di restare noi stessi fino in fondo in tutte le circostanze e di entrare in contatto con il silenzio e la quiete anche in mez zo al rumore. Quando lasciate che le cose accadano, queste rimangono alla superficie, voi, invece, siete nel profondo del vostro essere. Troppo spesso ci creiamo una dimor a, e ci fermiamo l, cosicch non possiamo scendere in profondit. Se siete disposti a permettere, potete fluire con l'energia - l'energia della consapevolezza. Questa energia ha in s intelligenza, chiarezza, vigilanza e sapienza intuitiva. Lasciatele prend ere la guida, lasciatela agire. Quando si accetta di diventare completamente vulnerabil i a tutto ci che si pu incontrare - paure, gioie, piacere, pace, amore, tenereuse, gentilezz a, felicit, compassione e umilt - queste emozioni ci si svelano con naturalezza. Diventiamo canali attraverso cui le cose possono fluire, piuttosto che esserne i contenitori. Per poter essere vulnerabili, deve esserci un'apertura incondiziona

ta e libert dal concetto di io e dal senso dell'io. In altre parole, bisogna essere completa mente nulla; questo significa essere se stessi fino in fondo, senza che ci sia una seconda pe rsona (la nostra solida realt) in qualche posto del corpo o della mente a dirigere il nostr o comportamento. L'esplosione avviene quando c' questa vulnerabilit; /a verit s rivela nella sua interezza e la luce interiore risplende, cosicch non c' nessun luogo dov e nascondersi e nulla che possa essere nascosto. Resta solo lo spazio aperto e vuoto che permea l'intero essere. A volte in meditazione ci sono molte cose da guardare: pensieri, sentimenti, imm agini, fantasie. Se continuate a guardarle, senza scegliere, senza cercare di fermarle o di sopraffarle, allora, all'improvviso, tutto si dilegua e la mente si fa perfettam ente silenziosa e tuttavia pienamente sveglia. Questa un'esplosione naturale in meditazione. Col pisce come una tempesta improvvisa. Il movimento della creazione prende a dispiegare l a sua vasta, illimitata e immensa energia. Qui c' la raccolta, l'unificazione di tutte le risorse interiori essenziali che appartengono all'illuminazione. La totale rivelazione d ella Verit, con tutti i suoi attributi, si realizza di pari passo con la radicale distruzion e del desiderio coatto, del divenire ossessivo, dell'ignoranza passionale, l'ignoranza che offus ca la coscienza e acceca la mente, impedendole di vedere chiaramente cosa accade in re alt momento per momento. Cos' che d appoggio al desiderio? Cos' che 1o mantiene in vita e gli d il potere di dominare? L'attaccamento. Pi si desidera, pi ci si attacca. Anche nel desiderio di fuggire c' attaccamento: l'attaccamento alla fuga. Anche nel distacco ci sono des iderio e attaccamento perch, se lo intendiamo come un atteggiamento di indifferenza o di evitamento, rappresenta una reazione nevrotica all'attaccamento. la tendenza a n on volersi confrontare con quanto indesiderabile. Ci sono molte forme di attaccamen to, tutte per danno origine al karma. C' l'attaccamento ai punti di vista, alle idee e alle opinioni, oppure al rituale e al cerimoniale, alle pratiche che producono stati mentali piacevoli ed elevati o la purit fisica. Pu essere che grazie a certi riti si riesca perfino a sperimentare l'illu minazione, o a raggiungere l'unione con l'assoluto. Anche questo attaccamento. C' poi l'attaccamento all'io, al s, che consiste nel rifiuto di vedere le cose obiettiva mente, cos come sono, e nel vederle invece come immagini determinate, identit fisse, considerando anche se stessi come un'identit fissa. Questo attaccamento deriva da l bisogno di cercare conferma alla propria esistenza. molto sottile e difficile da recidere.

molto difficile nerch sentiamo che la nostra sopravvivenza legata all'identit, all'identificazione con qualcosa. L'io identificazione - l'atto di identificarsi con oggetti, idee, nomi, forme, professione, stato sociale. L'attaccamento rafforza il desiderio. Il desiderio come un fuoco e l'attaccament o il combustibile che lo alimenta. Dall'attaccamento dipende il processo del karma il processo dell'agire e divenire - e l'accumulazione karmica. Ci sono due forme di ci che in pali si chiama bhava: il processo del karma-bhava (l'intenzione volontaria di agire, il coinvolgimento nell'azione) la prima. Questo processo karmico porta a vari tipi di accumulazione: abitudini, sensazioni, emozioni, rabbia, odio, risentimento, e an che alla loro repressione. D origine anche a conoscenza, fede e motivazione. Queste qualit sono tutte create mediante l'attaccamento e conducono allo stato del divenire, l a seconda categoria nel processo di bhava. Il karma e il divenire sono processi co llegati: si diventa ci che si fa o si percepisce. un ciclo continuo che incrementa il nostro condizionamento. Questo il modo in cui il desiderio e l'attaccamento sostengono il processo karmico e come questo, a sua volta, sostiene il nostro agire nel mondo. Tutti accumulano karma: il karma dell'ignoranza, del non vedere la realt, della mancanza di comprensione. L'ignoranza la causa della nostra mancanza di insight circa i processi psichici, della rimozione dei sentimenti, dell'accumulazione di rabbia, odio e risentimento verso noi stessi e porta come risultato una grande sofferenz a. Ma una visione chiara elimina gli schemi abituali e la rimozione. Senza questa chia ra visione, si tende alla fissazione, alla coazione, alla chiusura. L'ignoranza ci impedisce di accorgerci di questo circolo vizioso. Allora la sofferenza diventa necessaria pe r spingerci a fare attenzione. L'ignoranza la sede del condizionamento. Nel momento in cui c i condizioniamo nasce il sankhara, la memoria programmata nel s. Questi due process i, l'ignoranza e il sankhara, mantengono in funzione il circolo vizioso dell'attacc amentodesiderio e l'intero processo karmico, il processo del divenire. Il karma, dunqu e, coopera con il condizionamento, l'ignoranza, il desiderio e l'attaccamento nel dare orig ine all'esistenza' condizionata. Da queste cinque cause derivano i cinque effetti: l a coscienza, il corpo-mente, i sei sensi, il contatto e la sensazione. Qui il term ine `coscienza' denota la coscienza coinvolta nel processo di rinascita. Al momento del concepimento sorge la coscienza; a questa fa seguito il fattore nome-e-forma, ch e si sviluppa dando luogo alla mente e al corpo individuali. Con il corpo nascono i s ensi cinque fisici e uno mentale - per comunicare con il mondo. Tutto predisposto per rendere possibile il processo della comunicazione, che la cosa pi meravigliosa

dell'esistenza umana. La comunicazione, comunque, costituisce anche una grossa s fida perch nel processo che porta a stabilire il contatto sorgeranno inevitabilmente d elle complicazioni. Siamo diventati un individuo ben definito, il signor X o la signo ra Y. La nascita dell' `io sono' la nascita dell'io, che considera la propria esistenza c ome una verit assoluta. Proprio come i capelli, gli organi e l'intero corpo continuano a crescere dopo la nascita, cos anche l'io sviluppa l'attaccamento all'esistenza personale, alla sua individualit particolare. Questa crescita al tempo stesso decadenza. Dove c' vita c' morte. assolutamente inevitabile. Cos, la vecchiaia e la morte vengono in essere nel momento stesso in cui si nasce. In conseguenza dell'esser nati, stato detto, esi stono pianto e afflizione. In termini pali, la nascita comporta soka, la sofferenza, p arideva, il pianto, dukkha, il dolore, domanasa, l'afflizione, upayasa, la disperazione. Tut ti questi sono permeati da dukkha, la sofferenza che accompagna la nascita e che prende l' avvio dal contatto, la base dell'esperienza. Bisogna guardare la vita in questa luce. Rendersi conto dell'origine di dukkha importantissimo. In una vita di contatto e di sensazioni, con il desiderio e l'attaccamento che ci accompagnano in ogni moment o, bisogna essere consapevoli. La consapevolezza ci aiuta a evitare le trappole dell'ignoranza, perch siamo attenti a ci che accade, lo vediamo e lo comprendiamo. Diventando consapevoli del processo del karma, del processo dell'agire e divenir e, raggiungeremo una piena comprensione. Anche se non sar perfetta, avremo pur sempre un insight riguardo al nostro condizionamento e alla nostra esistenza, e anche al modo in cui procedere perch consapevolezza e saggezza fluiscano insieme. Essere consapevoli significa rendersi conto delle proprie limitazioni e della propria i gnoranza. Non dobbiamo evitare la parte oscura di noi stessi. In meditazione, ci troviamo di fronte ai nostri schemi di comportamento, alle nostre reazioni, alle nostre abitudini: in una parola, al nostro condizionamento. mento. Vediamo come siamo bloccati, mentalmente e fisicamente, come siamo inibiti e come non siamo liberi di rispondere ed essere spontaneamente. Possiamo renderci conto di come il karma si accumulato in certe zone del corpo e della mente. Percepire tutto questo una pratica purificatrice. Tutti nascono in una vita caratterizzata dalla dualit e si portano dentro qualit dualistiche. Non le possiamo distruggere, ma le ,possiamo trascendere./Per convenzione, ci serviamo dei concetti di buono e cattivo, nero e bianco, di ogni tipo di dualismo. Ma in realt c' solo energia. Se l'energia acquista una qualit negativa, l a consapevolezza permetter all'energia positiva di fluire. In questa misura, il cor po e la mente saranno sempre puri. Cos, piuttosto che distruggere l'energia negativa, la lasciamo libera di fluire e di tramutarsi in energia creativa. Lasciando che que sto processo naturale si svolga, ci alleggeriamo dei nostri fardelli. Questo il proc

esso che si accompagna allo stato meditativo della mente. Quando parlo di trascendere il bene e il male, mi riferisco ai concetti di bene e di male, che sono definiti in base a norme convenzionali. Per liberarsi dalle convenzioni bisogna guardare la realt, non adeguandoci a un'idea della liberazione, ma indagando in profondit che cosa sia il bene, che cosa il male, liberi dai concetti. Quando qua lifichiamo l'illuminazione come buona, ne stiamo dando un'interpretazione. buona perch ci pi ace e vorremmo raggiungerla. Il nostro giudizio sottintende il desiderio di fuggire dalla negativit. Ma anche gli stati negativi e distruttivi sono buoni, nel senso che ci attano a prendere coscienza della loro realt e del loro significato e a trovare cos una via d'uscita. Senza l'infelicit, ci mancherebbe la motivazione. Liberarsi dai concetti di bene e male si pu chiamare liberazione sociale, libert dalle norme sociali e dalle convenzioni. Q uesta legata alla liberazione interiore, l'affrancamento dall'ignoranza e dal condizio namento, da tutto il karma accumulato durante le nostre vite, Quando dentro di noi non ci sono pi influenze disturbanti, tutto di. venta limpido e pieno di pace. Allora pi facile rendersi indipendenti dai modelli sociali che limitano la pace interiore e la spontaneit, dalle regole che confinano la nostra vita in uno spazio angusto. Vediamo adesso i dodici anelli in ordine inverso, cominciando da dukkha fino all a morte. Quando non c' l'ignoranza, non c' il condizionamento. Non essendoci il condizionamento, non c' la coscienza legata alla rinascita. Quando non c' la coscienza, non ci sono la mente e il corpo in quanto processo condizionante. Non essendoci mente e corpo, non possono esserci i sei organi di senso. Senza gli or gani di senso non pu esserci il contatto. Senza il contatto non c' la sensazione. Se non c ' la sensazione, non ci saranno n desiderio n attaccamento. Senza attaccamento, i processi del karma e del divenire non possono aver luogo. Allora non c' nascita. In assenza di nascita non c' morte. Questo il processo della cessazione di dukkha. La chiave l'ignoranza perch, in sua assenza, il karma e il condizionamento non possono operare. Abbiamo trasceso le cinque cause ma possiamo ancora servirci dell'energia positiva dell'ignoranza, del condizionamento, dell'attaccamento, de l desiderio e del divenire per funzionare nel mondo. Ma non sono pi loro a servirsi di noi. E cco cosa significa essere liberati. La fine di dukkha si trova nell'origine di dukkha. Se vedete l'origine, vedete a nche la fine; non possibile altrimenti. Ecco perch la nostra pratica consiste nel fare attenzio ne all'origine di tutti gli eventi; all'origine del dolore, all'origine della soffe renza, all'origine della rabbia. Vedere mette fine al processo. Se l'ignoranza e la visione non chiara permangono dobbiamo guardare ancora, pi profondamente.' Andate dentro e fermatevi ,

guardate, penetrate profondamente in ci che sta accadendo; allora l'intera strutt ura del processo vi sar compietamente chiara. Vi sono due specie di dukkha, uno del presente e uno del passato, che si accumul ato nel corpo e nella mente come karma. (Il karma d'altra parte fa parte di dukkha, che comprende tanto il dolore quanto il piacere, la gioia come la sofferenza). Il du kkha attuale legato al condizionamento. Il condizionamento sociale comprende l'insieme delle tradizioni e dell'educazione ricevuta, quello personale, invece, deriva dal karm a individuale, dalla coscienza sottoposta alla rinascita. Il condizionamento perso nale inerente alla mente, quello sociale lascia le sue tracce sia nel corpo che nella mente. Nel corpo, per esempio, si possono vedere e sentire le conseguenze dell'obbligo di adeguarsi alle regole imposte dalla societ, come quella che ci impone di reprimer e le reazioni di tipo negativo. Quando ci controlliamo per non esprimere le emozioni negative, possiamo sentire che i muscoli si contraggono e si tendono. I nodi che si creano in questo modo nel corpo formano le strutture condizionate che derivano dalle norme sociali e dalla nostra tendenza ad adeguarci a esse. Questo tipo di condizioname nto ha le sue radici nel bisogno di provare piacere. Ecco come il piacere diventa parte di dukkha e innesca il processo karmico. Per fare un altro esempio, adeguarci all'abitudin e sociale della comodit, sedendoci e sdraiandoci su superfici morbide, provoca una mancanza di integrazione della struttura del corpo. Questo il karma che noi stessi creiamo nel corpo. Ci ritroviamo pieni di dolore, tensione, contrazioni muscolari e perci sentiamo il bisogno di curare il nostro c orpo. Allora l'esercizio e l'attivit fisica diventano parte integrante del processo med itativo. Se trascuriamo questo aspetto della pratica, per stanchezza o per pigrizia, smettia mo di prenderci cura di noi stessi e del nostro benessere. Integrare la pratica con l' esercizio fisico, invece, dona al corpo leggerezza, purezza e rilassamento. Vi mette in co ntatto con la vita del corpo e con r i vari livelli raggiunti dalla tensione. Il nostro lavoro consiste nel far emergere questa tensione e rendercene consapevoli. Questo lo yoga della Vipassana. La meditazione da seduti ci mette in contatto con la mente e le emozi oni a un livello personale e sociale. Lo yoga della Vipassana ci mette in contatto con i muscoli e l'organismo fisico del karma, cos che possiamo sciogliere i nodi e purificare il nostro corpo dal karma. Avendo davanti venti, trenta o quarant'anni si pu cominciare ade sso a lavorare con costanza per purificare il corpo. Ma bisogna essere consapevoli del fatto che nessuna tecnica particolare una pratica completa per purificare il corpo n, d

i per se stessa, un fine. Il Rolfing o la tecnica Alexander o altre non portano di per s a un corpo puro, perch quando si interrompe la tecnica per un po',il corpo non resta p uro. Questo significa che bisogna dedicare al proprio corpo una continua attenzione p er mantenere il giusto equilibrio e la limpidezza dell'organismo fisico. La stessa cosa vale per la mente. Ci crea problemi perch piena di idee, di regole e di fissazioni, di filosofie e di nozioni. In questo modo non si pu essere aperti all a realt del momento. Ci portiamo nella testa un fardello fatto di idee e di nozioni. Si deve fare cos o si deve essere in un certo modo perch lo dice una dottrina buddhista o un testo t aoista o perch qualche altro tipo di teoria ce lo impone. I1 sapere pu essere utile per realizzare cose concrete, came costruire case o guidare la macchina. Ma la soffe renza nasce proprio quando conosciamo qualcosa in teoria e non sappiamo come metterlo in pratica o ci rifiutiamo di farlo. Il risultato il conflitto, e ci tocca sopporta re le conseguenze della nostra ignoranza. La vita richiede un'attenzione costante, qualsiasi cosa si faccia: stare in pied i, muoversi, sdraiarsi o altro. Se siamo consci di ci\ che realmente accade e sorprendiamo la nostra tendenza a reagire,, ne rendiamo possibile l'estinzione. Per esempio, se facciam o qualcosa di sbagliato e ci rammarichiamo di averlo fatto, possiamo guardare in c he modo avviene tutto questo. Con l'attenzione e l'esperienza set tiamo di essere v ittime delle nostre stesse azioni. Dobbiamo accettare` la possibilit di commettere error i, ma allo stesso tempo imparare da quelli commessi potr condurci alla giusta azione. Q uesta la pratica dell'osservare il processo di dukkha, in meditazione e nella vita. Cerchiamo di capire cosa ci d piacere e cosa invece ci fa soffrire. Potrebbe esse re qualsiasi cosa al mondo. Ce ne sono cos tante. Perch attaccarci a un sodo oggetto? Senza attaccamento, non ci pu succedere di diventare vittime di un oggetto n del s uo venir meno. Si pu perdere qualcosa, ma senza averne il cuore spezzato. Il cuore s i spezza perch non comprendiamo, perch non lasciamo la presa. La perdita ci lascia una ferita emotiva. Il cuore guarisce quando generoso e lib ero. Allora fluisce l'amore. Pi si ama, pi si dona amore, pi si diventa generosi. Non si amo pi avari, ma la nostra generosit abbraccia tutto il mondo e il nostro spazio si es tende e si amplia all'infinito. Possiamo diventare l'universo intero. La Vipassana viaggiare per scoprire. un lavoro a tempo pieno, non si limita ai r itiri di fine settimana o a una seduta di meditazione, ma prende ogni attimo, ogni respir o. Fatelo, e sicuramente sarete liberi. Il risveglio arriva perch siete completament

e consapevoli di tutto. Senza vigilanza, diventate addormentati e ottenebrati. La cosa pi difficile nella Vipassana che non ci sono regole. Ci si deve affidare alla propr ia intuizione per avere una guida. La vita molto concreta ed bene accostarsi ad ess a con un atteggiamento realistico, piuttosto che con ottimismo o pessimismo. Quand o si arriva al punto di vedere con precisione cosa accade tutto accessibile, ci si se nte in intimit con tutto. Questo atteggiamento genera un sentimento di unit. Basta stende re la mano e tutto alla sua portata. La vita acquista un nuovo significato, quando ci assumiamo le nostre responsabil it. Non dovremmo incolpare i desideri, l'attaccamento, il karma, l'ignoranza o il condiz ionamento. Dovremmo semplicemente prendere atto della loro esistenza e osservare l'influenz a che anno su di noi, rendendoci conto del grado di libert che sappiamo mantenere nei l oro confronti. Questo il punto. Se guardiamo costantemente, possiamo sorprenderli an che quando sembra che si stiano nascondendo. Cos, lo scopo della vita diventa il vive rla. Dopo un ritiro, o nella vita quotidiana, esaminatevi per verificare quanto lavor o avete fatto per gettare le basi della pratica futura, per avere la misura di quanto gi stato realizzato, risolto ed elliminato, ma anche di quanto resta ancora da risolvere. una cosa molto importante. Talvolta, misurare quanto si vicini o quanto lontani dall'illuminazione si risolve in pensieri negativi, che suscitano sofferenza, o orgoglio. Dovremmo guardare realisticamente al lavoro che abbiamo$ da fare su noi stessi e mantenere la consapevolezza focalizzata su 1 questo. L'illuminazione solo un ide ale. Pensarci, non fa che stimo-, lare la fantasia. Dobbiamo essere scrupolosamente o nesti con noi' stessi. Non dovremmo porci il problema se il processo sia concluso o no , dovremmo semplicemente aspettare e vedere. Se nascono sentimenti negativi, dovremmo guardarli pi da vicino. Sono sempre in rapporto con qualche idea o con qualche aspettativa che abbiamo in mente. Riconoscendone l'origine, possiamo eliminarli. Reagire a un sentimento negativo con un altro sentimento negativo crea ancora pi karma; la reazione nutre e rafforza lo s tato negativo. Dovete prendere coscienza di non essere la persona chef agisce. Se vi identificate con la persona che agisce, in quel momento{ non la state pi guardand o. Allora c' solo la reazione ,/La persona ch agisce uno schema, il condizionamento, anche se opera in quel corpo e in quella mente che potreste chiamare voi stessi. Si pu essere in completa comunicazione con ci che accade nel corpo e nella mente oppure rendersi conto della mancanza di comunicazione e di comprensione. Comunicare non

significa fare conversazione con la persona che agisce, ma tendere insieme alla comprensione. Voi e la persona che agisce potete scoprire insieme la verit. Fidatevi dei buoni consigli che il corpo pu darvi. Il corpo ricco di energia inte lligente, se restiamo in contatto con esso. A volte, mentre restate in contatto con il corpo, pu accadervi di trascenderlo e di provare la sensazione di essere sollevati in alto nella pura energia. In quel momento, pesantezza e tensione si dissolvono. Fin quando viviamo nel mon do accumuliamo tensione; ma abbiamo anche il mezzo per dissolverla di volta in volt a. [4Disciplina e apprendimento La disciplina essenziale per sfidare l'io. Generalmente, all'io non piace la dis ciplina. Alcuni io, per, esigono di essere disciplinati per poter evitare il contatto o pe r sentirsi al sicuro creandosi un Piccolo mondo angusto in cui vivere rifiutando tutte le poss ibilit di interazione con gli altri io. In questo modo, i sentimenti negativi, le paure e i blocchi vengono introvertiti. Questi io, poi, si tengono stretti al loro atteggiamento d i rigida intransigenza e vivono secondo le regole, senza assolutamente prestare attenzion e alle concrete situazioni della vita, interne o esterne. Si fissano su una meta e si g uardano bene dallo scavare in profondit in quel formicaio che il corpomente. Lo sforzo di osservare la disciplina pu provocare, in alcuni, tensioni e confusione. Queste pe rsone riescono difficilmente a rilassarsi e senza rilassamento non pu esserci chiarezza di insight sulla vera natura delle cose. facendo conversazione, si tende a vivere n el passato e a evitare (il presente; ci riduce l'energia necessaria per la pratica meditativ a. Per poter conservare l'energia per meditare, dobbiamo osservare il silenzio creativamente. In un'atmosfera di silenzio creativo si smuovono ed emergono molte cose: atteggiame nti proiettivi sulle reazioni degli altri, la paura di far rumore, l'imbarazzo che n asce dal senso dell'io, schemi coatti di fuga da se stessi e di ricerca dell'altro come fonte d i piacere e di sicurezza. Considerato dal lato positivo, il silenzio un mezzo per rinnovare la nostra coscienza, per approfondire la saggezza intuitiva e per immergerci in una pace e in una tranquillit pi profonde. La conversazione fatta a caso una specie di sonno, piacev ole per l'io, specialmente per l'io chiacchierone che non pu vivere senza muovere la lingua in continuazione. L'attaccamento al sonno psicologico render pi profonda la nostra ignoranza e ostacoler il movimento naturale verso il risveglio. Siamo psicologicamente addormentati senza saperlo. Ci addormentiamo con il saper e, con i metodi e le tecniche; ci addormentiamo con le tradizioni e la cultura, con

i sogni e le fantasie; ci addormentiamo con gli ideali, le idee e le ideologie; ci addormenti amo facendo conversazione e con il dialogo interno. Non guardiamo e non ascoltiamo e quindi noli" vediam chiaramente ci che accade. I nostri sensi sono offuscati, torbidi e o pachi e perci non ricettivi. Ecco perch abbiamo bisogno di consapevolezza e di vigilanza per essere capaci di detergere tutte le impurit e liberarci dagli stati condizionati, cio dal karma accumulato che blocca il flusso naturale dell'intelligenza e della saggezz a, che blocca il flusso della vita. Bisogna creare le condizioni perch l'energia creativ a operi con la consapevolezza e l'insight sedendo, camminando, mantenendo il silenzio, stand o soli senza compagnia, restando in contatto con tutto ci che accade dentro e fuori di n oi in ogni momento Questo il nostro modo di offrire ospitalit all'azione dell'energia a tapa, che ha la caratteristica di bruciare, di purificare e di rimuovere tutte le barr iere, gli ostacoli e i blocchi, comprese la polvere e la sporcizia del nostro organismo psicofisico Questa energia si svilupper soprattutto durante la meditazione d seduti e camminando, du rante gli esercizi fisici e attraverso il silenzio Possiamo verificare che se ci racco gliamo in perfetto silenzio interiore, una straordinaria quantit di energia e di vitalit si sprigioner e' comincer a scorrere nel nostro organismo. Grazie al movimento di questa energia, gli stati mentali distruttivi, negativi e non salutari, che comprendono le emozioni rimosse e tutti gli eventi passati collegati ad esse , emergono e vengono rivissuti. Allora, l'energia creativa e gli stati mentali san i e costruttivi ci riempiranno e cresceranno in bellezza, amore e luce .grazie a essenziale calarsi in quel pozzo di silenzio e vedere com'. A volte sembra che il dialogo interno non si fermi mai e vada avanti di continuo. Ma altre volte, si i nterrompe per un po'. Se cercate di fermarlo, potete anche riuscirci, ma in quel modo suscitat e il vostro orgoglio personale che diventer una catena e vi legher al desiderio e all'attaccam ento. Se invece lo lasciate semplicemente svanire, senza far altro che rimanere consap evoli e fluire con il respiro, non vi sentirete troppo eccitati ma vi manterrete equilib rati e tranquilli senza orgoglio n compiacimento. Sperimenterete allora la libert di uno schiudersi spontaneo. L'io uno schema coatto di condizionamento che nasce nel momento in cui ci si identifica. Se osservate costantemente il vostro condizionamento e lo sperimenta te con piena consapevolezza, lasciando ogni cosa libera di manifestarsi, avrete una conoscenza intuitiva chiara dell'io e delle sue funzioni. Seguendo questa via no n incontrerete resistenza n opposizione: troverete il vostro spazio e potrete mette

rvi in rapporto con il vostro io con chiarezza. La pratica vipassana consiste nell'osservare la mente, non nel controllarla. Cos, mentre osservate la vostra mente e la vedete muoversi e agire, accrescete la vostra sag gezza e costruite la forza interiore e il potere creativo ber scavalcarla. A volte, potr este sentirvi deboli e impotenti; se credete che questo sia vero, date potere alla mente. La n utrite e la rendete potente aderendo a ci che dice. La mente solo la mente. Guardate cosa fa e come crea le cose. Non state a pensare se la mente sia potente o impotente, cerc ate invece la fonte di energia pura e creativa. L'irrequietezza sottintende uno stato di infelicit, di insoddisfaZion, ed una manifestazione di dolore. La mente insoddisfatta di qualcosa. in cerca di qualco sa di piacevole e gradevole. Se non ci riesce, si lamenta e rimane perennemente insoddisfatta. Questa la tipica caratteristica di una mente irrequieta. Ma se in dagate sulle carenze e le aspettative della mente, comprenderete la situazione e l'acce tterete cos com'. Nella pratica vipassana c' poco da fare ma molto da guardare. Il corpo e la mente diventano i nostri oggetti di meditazione. Osservate i vostri processi psicofisi ci pi e pi volte fino a che non si dissolvono in pura energia vibrante, che vi permette di trascenderli. Se questo non accade, continuate a guardare il corpo e la mente penetrandone i v ari moti, le diverse attivit, le sensazioni, le emozioni e i pensieri. una cosa molto semplice da fare. Non c' bisogno di andare in cerca di tecniche o di metodi che v i aiutino a essere efficaci. Qualche volta vi sentirete incapaci di guardare. Guar date la voce che vi dice una cosa tanto negativa. Poi continuate a guardare. Potreste se ntirvi frustrati perch state cercando di fare proprio ci di cui vi credete incapaci. Anch e questo deve essere guardato. Non evitate la frustrazione. Se vi sentite frustrati, lasciate che sia cos e rico rdatevi di guardare, esplorandone le cause o le condizioni. Molto spesso, si cerca di fuggi re da ci che chiamiamo un `cattivo stato' e si cerca di produrne uno buono. L'attaccament o a uno stato buono, positivo, una mossa molto astuta della mente condizionata. Ma fino a quando c' uno stato negativo, bisogna lavorarci su finch non si dissolve. Questa un'occasione per trovarvi faccia a faccia con voi stessi. Non c' scelta, non c' vi a di scampo. Se reagite, questa reazione accrescer il conflitto e perpetuer gli schemi negativi del condizionamento. vero che stare continuamente in compagnia di voi s tessi per un certo periodo di tempo inevitabilmente vi verr a noia, se scoprite di esse re una persona sgradevole o che non succede nulla di interessante. In questo caso, di n

uovo, semplicemente restate con la noia. Siete una persona annoiata o vi state venendo a noia. Esaminate perch prevalgono questi stati d'animo. Questa via dell'auto-comprensione, piuttosto che del concettualizzare, il modo pe r capire dove veramente sta la liberazione. Le opinioni su se stessi sono un ostac olo a una visione totale e alla libert. L'oggetto pu essere una cosa qualunque o anche niente. Semplicemente vi sedete a d ascoltare la pioggia che cade e a sentire l'aria fredda sul viso Cos tutto viene accolto in questo spazio aperto della consapevolezzza senza desiderio. Non si tratta di immobilizzarvi, rendervi morti, ottusi o privi di emozioni. Semplicemente, conse ntite che ogni cosa vada e venga liberamente. Siate completamente aperti e vulnerabili a t utto ci che accade e fluite costantemente con la vostra consapevolezza. Quando la consapevolezza fluisce, non c' distrazione. La distrazione la conseguenza della concentrazione e si accompagna al desiderio, per esempio al desiderio di avere o di evitare qualcosa o di raggiungere qualcosa che non c'. Nella pratica vipassana, l'oggetto non fisso ma lasciato muovere quanto pi liberamente e naturalmente possibile. Non ci si aggrappa all'oggetto ma si impar a ad applicare in ogni circostanza ungi semplice consapevolezza. Quando fluite con qu esta consapevolezza i, l'oggetto libero di andare e venire come ogni fenomeno impermanente. Allora godete di quello che accade momento per momento e osservate il continuo sorgere e tramontare, il processo senza fine dell'apparire e scomparire . Tutto visto cos com', senza giudicare, criticare, commentare o fare della filosofia. Que sta la semplice consapevolezza. Mentre respirate, mantenete l'attenzione sul movimento del respiro nell'addome. percependo la sensazione di espansione e contrazione. Quando inspirate, sentite l'aria che entra nel corpo e il corpo che si espande, cresce. Quando espirate, l'aria esce e l'addome si contrae, decresce. Limitatevi a osser vare questi fenomeni e rimanete in contatto con l'energia dei corpo. Siate totalmente aperti a qualsiasi cosa emerga da dentro o da fuori. In questo modo, non restate fissi o concentrati in un punto ma vi muovete con libert e attenzione. Il movimento costa nte ma flessibile e la chiarezza diventano, per cos dire, il vostro centro operativo. Da questo centro, si pu vedere ogni cosa tutt'intorno senza cambiare posizione. Permettetev i di essere, di sentire, di percepire e sperimentare qualsiasi cosa vi si offra al mo mento, che si tratti di dolore, paura, rabbia, frustrazione, tristezza oppure di gioia, bea titudine, felicit, estasi o pace. [ 5-La mente che non dimora Chi consapevole sempre in ascesa, non conosce tramonto. E neppure ha una `dimora'; libero di muoversi, da una cosa all'altra. e' molto difficile per la mente non fermarsi su qualcosa. Ma proprio perch vuole,

perch condizionata a trovare una dimora, la mente non pu evitare il dolore e la soffere nza. Cos non ha scelta, nessuna scelta riguardo a come sfuggire al dolore e alla soffe renza, poich pesantemente condizionata a voler avere una dimora. Deve fermarsi da qualche parte; deve avere qualcosa in cui abitare, altrimenti non si sente prote tta, al sicuro. Ma l'essenza della pratica vipassana ottenere la qualit di una mente che non dimo ra. Guardate come vi irrigidite, come vi fissate su un'idea, un principio, una regol a, oppure su una tecnica, un modo di vivere, sul sentiero spirituale. In questo modo vi attac cate, vi identificate con qualcosa. Vi fissate sul vostro insight, sulla vostra comprensi one, oppure sui vostri dogmi ed esperienze. La mente che non dimora, invece, dir: " Non puoi pretendere che le cose siano com e dici tu, dovrai incontrare tutto ci che verr ". Cos quando c' completa apertura a tu tto ci che accade, il vostro stato mentale molto diverso da quello della mente rigida , che ha determinate idee, determinati atteggiamenti e determinate aspettative. Non si tratta di fingere di non soffrire; la sofferenza non c', quando siete in uno stato mentale aperto, quando non vi attaccate e non vi fermate su alcun principio, idea, dogma o tradi zione. Una mente cos libera. Veramente libera di muoversi. Veramente libera di risponder e e di essere sensibile a ci che le accade intorno. Una mente cos intelligente e pi capace di affrontare le situazioni. Quando dietro all'azione non c' nulla che la diriga, essa viene commuta liberamente. Ma come possibile per la mente non dimorare in nulla? Tornando alla consapevolez za. Se siamo in un costante stato di consapevolezza, la mente non si ferma in nessun luogo, fluisce, si muove liberamente. Bisogna capire che la consapevolezza fluis ce sempre e si muove... non si fissa su un oggetto. Non crea un punto su cui sostar e. come un'ape che vola di fiore in fiore. Questa consapevolezza si accompagna a un a mente che non dimora. Una mente simile non si pu creare, si manifesta spontaneamente quando siamo consapevoli. Quando soffriamo, a volte difficile liberarci di questo fatto, anche se sappiamo che bisogna farlo. La mente si aggrappa al fatto di soffrire e si ripete: " Sto male , sto male, sto male ". Non riesce a lasciare la presa. Cos la mente si attacca alla sua dimo ra, al proprio karma, e non riesce a concedersi la libert da ci che sperimenta. l'ignoranza che ci aiuta a creare la `dimora'. Bisogna vedere come doloroso dimo rare in qualcosa. Se non se ne prende coscienza sar impossibile liberarsi conquistando una mente che non dimora. Dobbiamo imparare a essere liberi da ci che conosciamo, da

ci che sperimentiamo: Se siamo liberi, conosciamo di pi, impariamo di pi. [6 Il flusso della vita Se crediamo che per meditare sia necessario il silenzio, quando si interrompe si amo a disagio. Perch? Perch abbiamo un'aspettativa. Se ascoltate il rumore e il silenzio imparzialmente, con il giusto atteggiamento, non vedrete fra i due nessuna diffe renza. Nel silenzio, se ascoltate attentamente, sentirete molte cose emergere, parlarvi , commentare. Il giusto modo di ascoltare una forma di meditazione. Non dovremmo pensare che la meditazione sia solo stare seduti, camminare con attenzione, mang iare con attenzione o fare qualcosa lentamente e in silenzio. In realt, non conta tant o ci che si fa, ma il modo in cui lo facciamo determiner uno stato meditativo o non meditativo. Quasi sempre noi siamo scissi dal contatto, dal rapporto con cio che avviene fuo ri e dentro di noi. L'essere `scissi' una forma di esclusione, di concentrazione, di fissazione, di chiusura. l'opposto dell'essere aperti. Ma se guardiamo attentame nte, vedremo che per lo pi abbiamo paura di essere aperti; abbiamo paura di vedere qua : cosa di inaspettato, specialmente se spaventoso o spiacevole. Spesso, ci che provoca l'ansia l'incapacit di liberarsi del pa,, sato, aspettarsi che la stessa cosa spiacevole accada di nuovo. L meditazione il mezzo per liberarsi del passato o per affrontarlo, vivendolo fino in fondo. Lo affronteremo nel momento in cui rie merger. Ecco perch diciamo che la meditazione : " Vivere nel presente vivere nell'adesso, in ogni momento ". Se, in ogni momento, siete pienamente svegli, avete una consapevolezza pienamente viva, cos'altro volete? La saggezza passa per la sofferenza e la frustrazione, ma nessuna delle due dovr ebbe essere ricercata o provocata. Il punto che dobbiamo osservare se stiamo fluendo o siamo bloccati, e non cercare di fluire. Se vi sforzate di fluire, ancora una vo lta agite in base all'idea del fluire. In genere condanniamo il conformismo. Ma potete consta tare che seppure non vi adeguate a molte cose della societ, ma vi adeguate a molte idee de ntro di voi, non siete liberi. Se siete in grado di vedere esattamente in che modo lo fate, in quel momento potete recuperare di nuovo la condizione del fluire. Cos, che cos', di preciso, la meditazione? Ne stiamo parlando gi da un po' e forse ancora non ve ne siete fatti un'idea precisa. La chiave non averne un'idea, ma p iuttosto mettere in pratica la consapevolezza; essere attenti, vivere pienamente il momen to presente e restare in contatto con esso. Non importa se lo chiamate meditazione o no. Se anche foste cos bravi da trovarne una precisa definizione, questa diventerebbe un grande ostacolo alla meditazione stessa. Capite perch? Perch ci si adeguerebbe a

un'idea, a quell'idea in particolare, e la via della meditazione essere liberi, non adeguarsi. La definizione diventa il sentiero su cui siamo costretti a camminare . Questo lo stato meditativo: essere nella condizione di accettare ogni cosa imparzialmente senza prendere posizione, senza identificarci con questo o con qu ello. L'identificazione un ostacolo molto sottile all'essere veri. Non siamo veri perc h ci identifichiamo sempre con qualcosa, con un'immagine, con un'opinione che abbiamo di noi stessi. In questo modo non potete essere veri, perch siete un'immagine. Siete un'opinione, una piccolissima parte di voi stessi. Vipassana guardare ci che qui. Anche il passato diventa oggetto della consapevolezza, della meditazione. Il passato ora e, in quanto si sta presentand o ora, nel presente. La visione retrospettiva, come tentativo cosciente ricordo. Alcuni traducono il termine pali sati, cio `attenzione', con `ricordo'. Ma il ricordo se mpre attinente al passato. Richiamare il passato, meditare sul passato un aspetto di sati, come lo ossevare il presente; allo stesso tempo essa ha anche la propriet di permettere un insight sul futuro. Il termine sati comprende tutto questo. Perci, l'oggetto della consapevolezza qui, nel momento presente. Cercare qualcosa non applicare l a consapevolezza. La Vipassana non richiede il guardare in avanti o il guardare in dietro, ma il guardare qui, quello che ci sta di fronte. La consapevolezza lascia che le cose si manifestino spontaneamente: quelle del passato e quelle del futuro. Lasciatele v enire statele semplicemente a guardare. [7 Autonomia e dipendenza Finch non c' libert c' schiavit. Siamo schiavi dei nostri stati d'animo, delle abitud ini e degli schemi. Siamo schiavi di noi stessi. Cosa significa essere liberi dal desiderio? Significa che non si deve desiderare affatto? O piuttosto significa acquistare un certo controllo sul desiderio? In un certo sen so significa servirsi del desiderio per uno scopo costruttivo e per un modo di vivere creativ o invece di esserne usati. Ma non c' nulla che possa soddisfarci una volta per tutte. Ecco pe rch la ricerca di gratificazione e di soddisfazione non ha fine. Continuando a cercare e cercare, spinti dalla forza del desiderio, ne diventiamo schiavi. Io credo che `libert dal desiderio' significhi libert dal desiderio coatto. Quando la nostra vita libera in tutti i suoi aspetti da questa coazione, sentiam o che possiamo muoverci e agire. Nulla ci trattiene n ci incalza o ci trascina, ma solo la nostra comprensione a guidarci. I comuni desideri naturali ci serviranno per con tinuare a vivere. Nessuno dice di astenersi dai desideri naturali: il desiderio di cibo, d

i acqua, di indumenti caldi, di riparo e cos via. Tutte queste cose sono indispensabili. Ma l a libert dalla coazione del desiderio altrettanto indispensabile. Esaminiamo pi da vicino questo problema dell'indipendenza emotiva. Ci sentiamo si curi emotivamente, a nostro agio con noi stessi, sicuri ed equilibrati nei rapporti, nel lavoro che svolgiamo, in ogni situazione in cui ci veniamo a trovare? Oppure siamo nevr otici, insicuri, emotivamente carenti, sempre desiderosi? Il desiderio mancanza. Quando desideriamo di pi significa che ci manca di pi. Sentiamo che dentro di noi non c' n ulla. Siamo pieni di insicurezza, il che vuol dire che ci manca l'autonomia. In che mi sura dipendiamo dall'ambiente, dalle persone che ci circondano? Bisogna osservare tut te le relazioni che intratteniamo e le condizioni in cui viviamo. Se capite, non vi oc corre un appoggio esterno. Potete starvene seduti in camera vostra in silenzio e in pace senza sentirvi soli. Quando uscite cono gli, amici, apprezzate la loro compagnia senza per questo esserne dipendenti. Questo non vuol dire rifiutare i contatti sociali, ma semplicemente non ricercarli in continuazione. Se la nostra felicit dipende dagli altri o dalle occasioni sociali, significa che ci manca qualcosa, specialmente se questa tendenza molto forte. Il semplice desiderio di apprezzare e di capire modi di vivere diversi dal nostro un'altra questione. L'a utonomia una cosa diversa dal distacco negativo, che consiste nell'evitare nevroticamente ' la gente. Le persone distaccate negativamente hanno un acuto senso dell'io, perci hanno difficolt a esprimersi, a conversare e perfino a fare domande, perch hanno paura d i dare fastidio o di essere considerate sciocche. Queste reazioni rivelano una man canza di autonomia. ,Tenersi lontani dalla gente non significa essere autonomi. Vi iso late ;'perch il contatto con gli altri vi fa paura, perch vi sentite incapaci di affron tare tutto ci che potrebbe emergere da un rapporto. Questa tendenza non porta a una vita sana. Vi create un piccolissimo mondo tutto per voi. Non potendo avvicinarvi al mondo, vi rinchiudete in runa prigione. Se un rapporto basato sull'amore, sulla comprensione e sulla libert, libert di ess ere se stessi lasciando che l'altro, o l'altra, sia quello che , allora un rapporto s ano. Non si vuole nulla, perci si pu semplicemente condividere ci che si ha; non c' bisogno di ricorrere a qualcun altro per essere sani o felici. Non vi ve neanche in mente d i farlo. Allora ognuno d il proprio contributo l'amore fluisce. Dando il proprio contribut o, si dona. La corrente amore si interrompe nel momento in cui si vuole trattenere, afferrar e,

possedere. i La possessivit il pi grande nemico della libert. davvero possibile vivere senza possedere nulla? Possedere significa attaccarsi. diverso dal semplice avere qualcosa. I bisogni fondamentali della vita vanno com unque soddisfatti. Si pu avere senza afferrare, semplicemente aprendosi alle cose in li bert. Quando Perdiamo qualcosa ci diciamo: " andata via ". Adesso, volgetevi a voi stessi, fate affidamento su voi stessi. Siate la vostra luce, il vostro rifugio. una cosa essenziale, specialmente a livello evolutivo. Dal momento che siamo adulti crediamo di Poter essere autonomi, ma emotivamente siamo pi simili a bambi ni, sempre in cerca del conforto di qualcuno. Se non cresciamo emotivamente non possiamo essere felici, non possiamo essere liberi, non possiamo essere autonomi . Andremo sempre in cerca di qualcosa di esterno da cui dipendere: una figura pate rna, una figura materna o un'autorit qualsiasi. Ma l'autorit non esiste se non siamo no i a conferirla a qualcuno. L'autorit solo una nostra creazione. Ognuna ha una funzion e nella nostra vita, ma non per questo automaticamente ha autorit su di noi. Se sie te autonomi, non sarete n direttivi n sottomessi nei rapporti con gli altri: il vostr o sar un rapporto alla pari. Allo stesso tempo rispetterete gli altri per quello che sono senza aver paura di riconoscere a ciascuno il suo ruolo e la sua funzione. [8 A proposito della paura La paura la grande presenza nella nostra vita, specialmente nel mondo moderno. La gente si sente insicura; piena di problemi emotivi e psicologici. I giovani soff rono molto di pi, o forse semplicemente lo fanno in modo pi aperto degli anziani. La quantit d egli avvenimenti tale da disorientare. Chi non abituato ai cambiamenti rapidi ha paur a, ansioso e teso emotivamente. La paura connessa all'ansia e al senso di colpa. Gl i illuminati descrivono sempre il saggio come colui che libero da paura e legami. Perci, fino a quando non saremo liberi di affrontare la paura non saremo saggi e le nos tre conoscenze non ci saranno d'aiuto nella vita di ogni giorno. A volte la paura ci assale senza motivo; mentre si fa il bagno, per esempio, si pu essere sopraffatti da un forte e inspiegabile senso di paura. Chi medita da solo in una grotta prova a volte ques ta forte sensazione di paura. Nella vita di tutti i giorni la nostra paura costante quell a di essere rifiutati dagli amici o dalle persone che incontriamo. Il desiderio di avere ami ci e l'attaccamento all'idea di conservare le amicizie ci impediscono di essere spont anei con le persone con cui siamo in rapporto. La gente ha paura anche di amare. Vuole amare i propri figli e i propri amici ma allo

stesso tempo ha paura di farlo. Se vi osservate attentamente, vedrete che propri o cos. Volete essere amati, ma avete paura di amare. Per alcuni difficile perfino usare la parola amore; questa parola ha diversi significati e si teme perci di essere fraintesi. Ai monaci buddhisti non permesso usare la parola amore perch, secondo la tradizione monastica, i monaci non dovrebbero amare nel senso di avere reazioni emotive o possessivit, che' ci che si intende con la parola amore in senso stretto . Al suo posto, i buddhisti usano la parola metta, che si pu tradurre con `benevolenza '. Ma pur sempre amore quel sentimento profondo e sincero, quella verit dentro di no i. Potete chiamarlo metta o amore ma, se lo provate, c', qualunque parola usiate. Si pu aver paura dell'amore perch si teme l'attaccamento; guardate come restringiamo i nostri confini, come costruiamo mura per difenderci e per sentirci al sicuro. La paura sottende tutti questi schemi di comportamento. Pre. giudizi, egoismo, tutto ci ch e ci limita conseguenza della paura. Vi sembra che se non siete egoisti qualcuno vi p otr scavalcare; perci dovete entrare in competizione, e per poter competere dovete es sere egoisti, dovete essere violenti e fare i vostri interessi senza scrupoli per sca valcare gli altri. La violenza, la crudelt, l'ingiustizia sociale derivano da questa condizio ne di paura che distorce la realt, la nostra vera vita. La paura strettamente legata alla sofferenza psicologica. Dietro a questa soffer enza c' la solitudine; quel senso di aridit, di !mancanza di vita, che a volte provate. Quando vi sentite senza vita state sperimentando una perdita. Abbiamo paura perch non vogliamo perdere. La sofferenza nasce dalla passione e dal desiderio, dalla bram a, dall'attaccamento e dalla dipendenza emotiva. Quando facciamo dipendere la nostr a felicit e la nostra sicurezza da cose o persone fuori di noi, inconsciamente crei amo dentro di noi la paura. A volte ci si pu riproporre di essere indipendenti. In su perficie si pu essere autosufficienti, economicamente e fisicamente, ma a livello emotivo rim ane un substrato di dipendenza che genera ansia e paura e ci fa sentire sempre a dis agio dovunque aridiamo. Tutto questo fa parte della nostra falsa identit che distorce l'intera esistenza. In questo modo perdiamo il nostro essere vero, il vero s, nel senso occidentale. Come potet e essere veri, se vi identificate con ci che non siete? Non possibile. Ci identific hiamo con un personaggio o con un ruolo, con la nostra posizione nel mondo del lavoro, con un'immagine, con un'opinione che abbiamo di noi stessi. Ignoriamo perci che cosa siamo in realt. Se sappiamo chi siamo veramente, non c' problema; quando sorgono ansia e paura, nel percepirle non ne diventiamo vittime solo perch ci accompagnan o fin

da quando siamo nati. Di solito, dal momento che sono state molto familiari alla nostra coscienza, ci facciamo coinvolgere e lasciamo che dominino la nostra vita. A volte ci odiamo. Perch? Perch ci imponiamo questo `avrei dovuto'. Quando non riusciamo ad agire in accordo al modello che ci siamo imposti, ci odiamo, ci rif iutiamo, approfondendo l'illusione e allontanandoci sempre di pi dalla realizzazione della nostra vera natura. L'odio accresce la paura. Quando vi odiate avete paura di guardarvi dentro, perch temete di vedere qualcosa che non vi piace. Non riusciamo a spingere il nos tro sguardo tanto a fondo da cogliere la bellezza interiore; siamo in contatto solo con l'uomo esteriore. Cos molto facile perdere di vista la realt interiore, la verit. In termi ni occidentali si dice che quando si trova se stessi, il proprio vero essere, si tr ova Dio. Dio ci che voi siete in realt. Giunti a questo punto non c' pi separazione n divisione; c ' l'unit dell'essere. Il senso d'identit rimane, ma l'identit con il tutto. Si crea u n tipo di rapporto basato sull'identit fra l'uno e i molti, talch, sperimentando l'unit, si s perimenta anche la molteplicit. Questo rapporto non basato su un'immagine. Siete uniti all' Uno, siete compiutamente uniti a voi stessi, al vostro vero essere che racchiude tutt o. Il punto vedere l'immagine falsa e idealizzata con cui ci identifichiamo per po ter scoprire la nostra vera natura. L'idealizzazione limita il nostro modo di vivere , ci fissa a un punto e ci impedisce cos di muoverci liberamente. Quando ci fissiamo su certe cose, ci sentiamo a disagio ascoltando qualcuno che espone idee in contrasto con le no stre. Questo succede perch ci attacchiamo alla convinzione o all'immagine che abbiamo idealizzato. Senza questa immagine possiamo vedere chi siamo ed essere uniti al nostro vero essere. L'efficacia della paura, allora, svanisce. Se non le opponet e resistenza e vi permettete di sperimentarla fino in fondo, non sarete coinvolti dalla paura. Quando non vi permettete di farlo, la paura si fa sempre pi forte. Ma se vi date questa libert di sperimentarla e di vedere che cos', senza fuggire, rimandare, evitare, m a entrandoci dentro 'e vedendola per quella che , scoprirete la verit sulla paura. S e vi viene da saltare per la paura, saltate pure. Corpo e mente devono collaborare. Q uando lasciate che il corpo si scrolli di dosso la paura, vi sentite leggeri e puri. Q uando il corpo diventa puro, equilibrato e integrato, in armonia con la sua struttura, si offre come canale attra [9 Aprirsi Per poter fluire, dobbiamo essere consapevoli. Se siamo consapevoli, l'intellige nza e la saggezza si traducono nel fluire, nell'essere nell'espandersi e crescere quando ci

imbattiamo in cose di vario genere, 65 alcune entusiasmanti, altre terribili e spaventose, e incontriamo cos ambedue le facce dell'esperienza. Se siamo consapevoli, siamo disposti a lavorare con la vita e a sperimentarla pienamente senza opporre resistenza, ma investendo le energie al s olo scopo di continuare a fluire. In tal modo la crescita non pu arrestarsi. Prosegue finch c' vita. La via della crescita quella che elimina tutti gli ostacoli, che permett e ai semi di svilupparsi. Dentro di noi ci sono tutti i semi destinati a evolversi in essere, compiutezza e libert. Si diventa semplici e spontanei, ci si immedesima con la realt di ciascu n momento. Allora si sta crescendo. Cos si pu dire che la crescita non ha mai fine; prosegue sempre. Pi si fluisce, pi la consapevolezza diventa chiara. Allora si aperti al contatto; si guarda e si sempre attenti. Dobbiamo restare aperti senza farci invadere. Se qua lcuno o qualcosa, idee, stati d'animo o esperienze, invade il nostro spazio, il flusso si interrompe. Ecco allora un koan, il koan del fluire: " Come si pu fluire senza es sere invasi? ". molto interessante vedere come la nostra mente ostacoli il flusso della vita cre ando fissazioni e barriere. Ecco perch l'insight pu facilmente corrompersi. Pu essere tradotto in una categoria definita, in un concetto, e allora diventa un'idea, un a fissazione, una conclusione, anzich essere l'immediata comprensione di ci che . Il vero significato dell'insight comprendere qualcosa immediatamente e poi fermarsi li, senza applicare quell'intuizione ad altre cose. Non potete fidarvi di nulla, eccetto c he della consapevolezza sensitiva e viva del momento. La meditazione vpassana basata sull'esercizio costante di una vigile consapevol ezza. Oggigiorno alla parola `consapevolezza' si danno vari significati, perci dobbiamo chiarire che cosa intendiamo. Essere consapevoli significa guardare attentamente senza applicare nessun tipo di conoscenza o di nozione; significa guardare e basta, co n una mente silenziosa. Se la mente non silenziosa, allora si guarda la mente che fa r umore. Si presta attenzione a qualunque cosa accada nel corpo e nella mente senza fare commenti, applicare nozioni, dare interpretazioni o spiegazioni. L'arte dell'oss ervazione passiva non facile, ma mettendola in pratica scopriamo che la mente pu svuotarsi dei suoi contenuti. Allora possiamo comprendere il funzionamento della mente ed esam inare i suoi contenuti. un modo per accostarci a ogni cosa con tutto il nostro essere, con tutta l'energia che abbiamo. L'energia, cos, non si disperde e pu essere diretta n el canale dell'osservazione di ci che accade, guardando al di l dell'apparenza. Veder

e al di l pu avvenire naturalmente, quando l'osservazione diventa stabile. importante capire che stiamo facendo attenzione, stiamo guardando, non siamo in attesa di qualcosa, che sarebbe cercare. Se cer. chiamo qualcosa nella meditazio ne, se ci aspettiamo di raggiungere qualcosa, allora possiamo essere delusi. Nascer l'attaccamento, l'energia verr dispersa e si perder l'equilibrio. Per vedere chiar amente indispensabile guardare attentamente e in silenzio. Nel Satipatthana Sutta, il D iscorso sulla Presenza Mentale, il Buddha ha spiegato chiaramente che la consapevolezza viene stabilita unicamente ai fini della comprensione intuitiva e della consapevolezza stessa, nulla di pi. Lungo il sentiero della consapevolezza si sviluppa gradualmente l'insight. In qu esta pratica si distinguono tre principali fattori: attenzione, consapevolezza e vigi lanza. Questi tre termini racchiudono il metodo dell'insight. L'insight si sviluppa se li mett iamo in pratica correttamente, in altre parole, se la meditazione viene condotta nel modo giusto . I primi stadi dell'insight possono essere strettamente associati all'intelletto, per via del nostro bagaglio di conflitti e conoscenze; grazie all'insight, per, giungiamo a comprend ere ci che sappiamo. Non soltanto sappiamo, ma comprendiamo. L'insight si fa via via pi profondo e rivela la differenza tra l'insigbt stesso e la funzione dell'intellet to. I due sono in stretta collaborazione anche durante la meditazione profonda, ma questa collabor azione pu essere diversa da come ce la immaginavamo all'inizio. Mentre l'insight opera, ['intelletto fermo, e perci ricettivo, e pu raccogliere i segnali inviati dall'ins ight, parole e concetti. Vogliamo far s che l'intelletto diventi silenzioso, che non sia _ontinuamente in attivit perch, se attivo inutilmente, non si pu raggiungere il vuoto mentale. Non si pu giungere al silenzio completo. Quando raggiungiamo quel punto di quiete non ci sono ostacoli alla nostra visio ne, e quel vedere l'insight. Il significato del metodo questo. Per cominicare, bisogna coltivare l'attenzione, e per farlo ci occorre un oggetto privilegiato su cui fo calizzarla. Come oggetto preliminare di solito si usa il movimento ascendente e discendente del respiro. Il respiro non va regolato, va lasciato cos com'. Fate entrare e uscire i l respiro il pi naturalmente possibile, senza che la mente interferisca. Quando il respiro ent ra ed esce con naturalezza possiamo vederlo nascere e morire. Questo il primo passo pe r la mente: prendere coscienza della natura del nascere e del morire nel senso fis ico del respiro. [Alcuni principi della Vipassana La consapevolezza del corpo Si capisce che se vi limitate a praticare la meditazione una volta al mattino e

una volta alla sera non ci sar continuit. Ai fini di una concreta efficacia indispensabile l a perseveranza. Le brevi sedute quotidiane non bastano, c' bisogno di periodi di pr atica prolungata e continua, come un ritiro di dieci giorni, di due, tre, sei settiman e o di sei mesi. Allora sentirete l'energia in ogni punto del vostro corpo invece di percep irlo come una semplice forma, un involucro. Tenete a mente questi tre fattori: ardere, essere consapevoli, vedere chiaramen te. La mente diventa chiara quando siamo costantemente attenti. Non dobbiamo sforzarci di renderla chiara, ma imparare semplicemente a essere sempre consapevoli, a restar e in contatto con tutto ci che accade momento per momento, in questo preciso istante. Quando vi manca la chiarezza, il dubbio pu mettervi in difficolt; in quel caso dov ete lavorare sul dubbio, dovete mantenere tutta la vostra attenzione su quell'area. L'attenzione ha il potere di incenerire il dubbio. Se concentrate tutta la vostr a energia in quel punto, essa agir come un raggio di sole su un'esca: l'attenzione focalizzata energia. Da questo argomento passeremo ora a quello delle quattro categorie della consapevolezza. La prima la consapevolezza del corpo, che riguarda le attivit e l e funzioni fisiche. La prima attivit che prendiamo come oggetto della consapevolezz a il respiro. Nel praticarla bisogna tener presente che non si tratta di un esercizio di respirazione. Durante la seduta l'unica cosa che viene messa in pratica la consapevolezza. molto importante osservare come il respiro entra ed esce, come nasce e muore, momento per momento Questo un carattere fondamentale della Vipassana. Tutti devono prendere coscienza della natura del nascere e morire: la natura di tutto ci che esiste. Osservandola, vedremo lo sviluppo, la decadenza e l'impermanenza di tutte le cose. Nulla pu durare per sempre; tutto destinato a scomparire. Tutto presenta la caratteristica della transitoriet. In questo nascer e e morire c' una continuit. Noi vediamo solo la continuit; ecco perch percepiamo di una cosa i l suo permanere identica a se stessa. Non ci accorgiamo della frattura. Se, moment o per momento, fossimo coscienti della discontinuit dei processi e degli oggetti, non avremmo dubbi sulla realt dell'impermanenza. Tutto in uno stato di continuo mutamento. Nulla permanente, nel mondo fenomenico. In pratica, facciamo attenzione al respiro e attraverso di esso entriamo in con tatto con il nostro corpo. Meditare camminando una pratica importantissima per sentire il cor po quando impegnato con i movimenti. Occasionalmente si pu meditare sulle trentadue parti del corpo, senza cercare di ricordare i vari nomi, ma esaminando il corpo da soli e constatando quante parti potete riconoscerne, sia dentro che fuori, la pelle e g li organi, ogni cosa, tanto liquida che solida. Notate come vi sentite quando osservate cia scuna parte. Notate cosa provate verso il vostro corpo.

Il significato ultimo di questa meditazione contemplare la morte attraverso il c orpo. La morte fa parte della vita. Se non ci fosse la morte non ci sarebbe la vita. Dove c' vita c' morte. Morte e vita sono inseparabili l'una dall'altra. Cos, se meditiamo sulla morte saremo capaci di affrontarla pi facilmente quando sa r il momento. Non avremo paura di morire. Capiremo che in realt la morte un processo che si svolge nel corpo in ogni momento; ogni processo fisico nasce e muore. Ma c' anche continuit. Cos la morte diventa una condizione della nascita. Ecco perch siam o soggetti a continua rinascita. Nasciamo e moriamo momento per momento. Bisogna ricordarsene. Per lo pi noi trascuriamo le sensazioni. Saltiamo subito alla riflessione, al ragionamento, al giudizio. Le sensazioni vengono represse o trascurate. Perci, un bambino che viene educato a non esprimere le proprie sensazioni trover molto diff icile essere spontaneo una volta adulto. La repressione delle sensazioni gli provocher dei conflitti interni. Non saggio insegnare a trascurare le proprie sensazioni. L'angoscia una sensazione mentale e quando sorge dobbiamo penetrarne l'intera struttura. Di solito si cerca di evitarla, ma noi dovremmo invece permetterci di sperimentare l'angoscia, vedere cosa contiene, vedere se c' un legame fra questo stato e qualche altro aspetto della nostra vita. Cos si purifica la sensazione vivendol a fino j in fondo. Lasciatela venire alla piena coscienza e fatela esprimere; eviterete cos l a repressione e il controllo. Non cerchiamo di esprimere le sensazioni ma lasciamo che si esprimano da sole: dobbiamo. aver fiducia nella nostra saggezza e nella saggezza del corpo e delle sensazioni. Essi sanno cosa fare e come comportarsi. Noi dobbiamo solo restare consapevoli e non distorglierci dalle nostre sensazioni.. Gradualmente trascenderete tutti i tipi di sensazione e sarete capaci di accetta rle cos come sono. Accettandole non ne saremo tormentati n sopraffatti, e saremo liberi i n rapporto ad esse; ma non diventeremo mai liberi senza sperimentarle fino in fond o. I rapporti diventano liberi grazie alla comprensione e all'accettazione. Se accett iamo le cose e le persone per quello che sono non ci tormentiamo. Ci tormentiamo perch ci attacchiamo a certe idee e a certi modelli e vogliamo forzare tutto nei nostri schemi preconcetti. Quando qualcosa non va come pensiamo che dovrebbe andare, soffriamo . Cos in realt siamo noi che creiamo la nostra sofferenza, non l'oggetto. Dobbiamo sempre tornare a noi stessi per vedere come creiamo i problemi, le difficolt e la sofferenza. Queste cose allora diventano l'oggetto della consapevolezza. Man mano che diventiamo pi consapevoli del nostro modo di agire e di come ci comportiamo con noi stessi, il nostro potere di confrontarci con le situazioni a umenta. Avremo pi forza, pi chiarezza, una consapevolezza pi chiara, un'intelligenza pi

profonda. Allora tutto in noi progredisce e acquista profondit. La sensibilit indispensabile per accorgersi di queste cose. Quando non sentite, specialmente a livello mentale, siete paralizzati. Quando meditate e perdete la sensibilit dovete osservare, osservare questo torpore interno, questa paralisi. Guardate qu esta sensazione e rendetevi conto di cosa sta accadendo nel corpo e nella mente. Allo ra avrete la possibilit di scoprire una sensazione nuova, forse di tipo esplosivo. Quando si medita non bisogna andare in cerca dell'oggetto. L'oggetto ci si prese nta sempre da s. Sedetevi e basta, restate consapevoli e guardate. Non dovete aspetta rvi che accada qualcosa, non dovete andare in cerca di esperienze; tutto pu accadervi perch siete aperti a tutto. Restate aperti, consapevoli, attenti. semplice. Non d ovete aggrapparvi a nulla. Non dovete aggrapparvi all'oggetto. Quando la consapevolezz a interrotta dalla distrazione, quando la perdete, recuperatela. l, non la si pu per dere per sempre. Bisogna imparare a recuperare la consapevolezza; si tratta di essere capaci di afferrare l'immediato presente. Questa abilit un'azione creativa. Vorrei fare una considerazione di carattere generale. Se vi applicate ad osserv are la mente o coscienza, in particolare durante la meditazione, vedrete quale stato di coscienza presente. Potranno esserci chiarezza, vigilanza, riflessione, investig azione mentre osservate i dettagli del processo con mente pura e vedete emergere i cont enuti uno dopo l'altro - potranno esserci gioia, estasi, fermezza interiore. important e riconoscere con chiarezza ogni stato che sorge insieme a una determinata coscien za. Se la mente distratta o agitata riconoscetela per quello che . Se la mente si tra sforma, riconoscetela per quello che diventa momento per momento. Limitatevi a renderven e conto. Non identificatevi con nessuno stato ma riconoscete ognuno di essi per qu ello che . Giunti a quel punto non avrete un'immagine persistente di voi stessi; invece di diventare un certo stato, lo sperimenterete. Vedete ogni stato che sorge cos com'. [12 Scavare nel formicaio Mentre si legge o si ascolta molto importante rilassare il corpo e la mente e no n sforzarsi troppo di capire, perch questo sforzo pu bloccare il flusso dell'energia e impedire la comprensione. Se ci lasciamo fluire con le parole, come in una danza , ci sar pi facile. Il rilassamento fisico e mentale la base della comprensione durante l'ascolto; ci si pu accorgere di ricevere lampi di insight anche se le parole dic ono poco. Quello che conta il contatto con l'energia che ci arriva attraverso le parole. C os possiamo ascoltare passivamente a livello dell'io-personalit ma attivamente a liv

ello della consapevolezza o dell'energia; allora cominciamo a sperimentare il fluire della vita. La vita sempre in movimento, sempre in contatto: non c' un attimo in cui non ci s ia contatto; attraverso le sensazioni, il corpo, le forme o attraverso il pensiero, il vuoto o il nulla, la vita sempre in movimento. C' sempre movimento e noi ci muoviamo con esso. Anche quando sediamo in meditazione immobili, internamente c' sempre movimento. Perfino nell'immobilit si pu percepire un movimento molto profondo e li eve: la vita. 88 Se conoscessimo in anticipo le conseguenze delle nostre azioni, le esaminere mmo e non ci metteremmo in situazioni del genere. Invece lo facciamo sempre; giorno dopo giorno creiamo karma per noi stessi e per gli altri. Questo succede perch non abb iamo eliminato il karma negativo dal corpo e dalla mente L'energi distruttiva del karm a cattivo si attacca sempre a ci che gli simile. L'energia che abbiamo ci porta in contatto con il medesimo tipo di energia nel mondo esterno. Purificando il nostro karma non verr emo pi spinti in situazioni negative o distruttive; fluiremo con la vita. Questo non significa che dovremmo evitare il dolore o le situazioni difficili. B isogna imparare a guardare in profondit queste situazioni con consapevolezza, senza rimanerne vittime: in questo modo capirete come si venuta a creare una certa situazione e ve ne libererete. Ecco perch il brahmino diceva: " Lascialo venir fu ori ". Dalle nostre azioni e dai nostri pensieri viene fuori di continuo l'ignoranza. M editare essere consapevoli di come agiamo, non solo di cosa facciamo, ma anche di come l o facciamo; delle parole che usiamo e di come le diciamo, di cosa pensiamo e del m odo in cui censiamo a certe cose: la meditazione un'occupazione a tempo pieno ventiquattr'ore al giorno! Se restate in contatto con tutto ci che incontrate nel la vostra vita, conoscerete le vostre reazioni; grazie all'osservazione capirete ogni cont atto che realizzate; questo il principio e la fine della meditazione. [13 I cinque ostacoli Il primo ostacolo il desiderio sensuale, l'impulso a gratificare i sensi. Il sec ondo la malevolenza, una qualit negativa del pensiero legata alla rabbia e all'odio. Comp rende pensieri di risentimento e di vendetta. Il terzo costituito da indolenza e torpo re, ben noto a tutti noi. L'ultimo il dubbio. Il terzo ostacolo comprende l'indolenza e il torpore, tema familiare a tutti no i. Il sonno fisiologico un normale sintomo di affaticamento che pu essere alleviato facilment e in confronto alla letargia e all'ottusit della mente, i ceppi della sonnolenza menta le. Questa sensazione nasce quando ci si trova di fronte a una difficolt e si vuole evitare di

affrontarne fino in fondo l'esperienza rifugiandosi nella sonnolenza e nell'iner zia mentale. Allora la mente invece di continuare a praticare l'attenzione diventa svogliata, debole e pigra. Questo stato pu diventare molto simile a quello del sogno, pesante e ottus o, senza concentrazione e attenzione: lo stato di una' mente errabonda. Concentrand oci su questa ottusit con attenzione prolungata, mentre restiamo seduti in mezzo a quest o stato, l'energia aumenter e l'ottusit sar bruciata e dissolta. Quanto pi a lungo e profondamente lasciamo che l'azione del sedere attentamente penetri la nostra ot tusit, tanto maggiore sar l'energia prodotta. Allora gli ostacoli saranno sradicati. Que sto per non un buon motivo per fermarsi. Se l'ottusit si dissolve completamente o se invece oppone pi resistenza, scoraggia rsi o allentare lo sforzo semplicemente ulteriore indolenza. Non ci si pu adagiare su i successi. Possiamo progredire solo andando avanti con perseveranza e pazienza. S e rimaniamo totalmente vigili e aperti all'energia, la sentiremo riversarsi nella nostra pratica e donarci forza e chiarezza. Quando c' una piena attenzione, si sviluppa al centr o della consapevolezza una forte energia vibrante che unifica il campo della coscienza. In quello stato nulla importante sebbene ancora possiamo udire, vedere, gustare. Il corpo trova una posizione naturale di benessere e siamo liberi da agitazione e inquietudine. A questo punto c' la pace. Tutto questo accade indipendentemente dalla nostra intenzione o da una sollecitazione della volont, grazie a un'amorevole attenzione e alla semplici t. Per una volta siamo liberi dall'ottusit. Il quarto ostacolo la preoccupazione, l'ansia. Questo ostacolo nasce da un'infel icit profondamente radicata nella mente. Esso pu esprimersi in agitazione, frustrazion e e paranoia che investono il mondo della psiche. Siamo inquieti, facilmente distrat ti, sempre in cerca di distrazioni. Passiamo senza tregua da una cosa all'altra, da un ogge tto all'altro inutilmente. Chi dominato da questo ostacolo come polvere dispersa al vento; il suo movimento dipende dalla forza del vento. Perdiamo la concentrazione e la centralit e dobbiamo cedere al divagare della mente. Invece di intestardirci a vo ler cambiare stato mentale, possiamo permettere a quello che abbiamo di rimanere; aspettiamo e stiamo a vedere quanto durer la tempesta, osservando l'io che la sub isce. Ci limitiamo ad aspettare, consapevoli. A un certo punto saremo presi dalla sman ia di fare qualcosa, di cambiare la situazione. Questa una forma sottile dello stesso ostacolo che insiste per disperazione nella sua attivit irrequieta. Il nostro com pito quello di continuare a guardare fino a che la tempesta non si calmi spontaneamen te;

questo cambiamento porta con s energia nuova. Contrapporsi a questo processo naturale, invece, porter a un grande spreco di energia e ad altre ondate di inqui etudine e di ansia. In questa situazione il miglior atteggiamento la non-azione. Non alime nter il fuoco dell'energia dispersa. In questo caso la nonazione diventa l'arma pi potent e. L'approccio della Vipassana quello di lasciare che le cose si calmino attraverso la consapevolezza, invece di rifiutare la situazione o di sforzarsi di cambiarla. L'ultimo ostacolo, il dubbio, legato sia all'ansia e all'inquietudine sia all'in dolenza e al torpore. L'indecisione una caratteristica del dubbio. Non sappiamo decidere se e siste o no qualcosa di simile all'illuminazione; o, se pure ci fosse, dubitiamo di riusc ire a raggiungerla. Diventiamo prigionieri dell'incertezza e non siamo sicuri se continuare nella pr atica che abbiamo cominciato. Allo stesso tempo, per, ci sentiamo spinti verso una meta e s iamo ansiosi di andare avanti. Cos non riusciamo n a lasciare la situazione cos com', n ad andare avanti. Siamo in conflitto. Questo il dubbio. Non possiamo liberarcene e non possiamo conviverci. In questa situazione, come per tutti gli altri ostacoli, non c' niente da fare. A gire serve solo a complicare le cose. dobbiamo rimanere in uno spazio silenzioso e attento ascoltando il rumore e u io e della incertezza, il dialogo interno. Prendere in esame tutte le possibilit cercando di arrivare a una conclusione non serve a niente dal momen to che nasce dalla confusione e non dalla quiete. Sforzarsi di sciogliere il dubbio non far altro che accrescerlo. Invece, possiamo guardare il gioco del dubbio con interesse e d istacco finch non emerge una sensazione veritiera. Quella sensazione porter con s una chiarezza che guider la nostra azione futura. Pu essere un istante brevissimo; ma l'impulso scaturir da una sorgente di vigilanza e produrr l'azione autentica, sicu rezza in movimento. Non costante, e di nuovo lascer spazio al dubbio. Invece di contrappor ci a questa sequenza, possiamo farci da parte e abbandonarci alla realt del mutamento, godendo dei momenti in cui vediamo chiaramente e tutte le manifestazioni del dub bio scompaiono come illusioni. Non bisogna prendere gli ostacoli come giustificazioni per interrompere la prati ca o per evitarla. Invece, come ho detto prima, possono diventare oggetti della nostra consapevolezza, in quanto son una sfida per la nostra pratica e oggetti su cui r afforzare la nostra attenzione. Possono aiutarci ad ottenere la saggezza e a scoprire i no stre forze, le nostre capacit interiori. Comunque sia, non abbiamo nient'altro con cui lavorare. Dobbiamo lavorare creativamente con gli ostacoli, accettando la loro compagnia senza colpevolizzarci; altrimenti perderemo l'energia e le attitudini positive che ci aiutano a progredire sul sentiero.

Tutto ci che ha un inizio ha una fine, come il vento e la tempesta. La fine sta n ella nostra capacit di comprendere ogni situazione cos com', piuttosto che nella situazione stessa. Le cose nasceranno sempre, dal momento che questa la natura della realt fenomenica. Di fronte a questo fatto possiamo assumere un atteggiamento di conservazione - conservazione di energia. Quando ci troviamo in una certa situaz ione, facciamo della nostra capacit di comprendere la base per un rapporto utile con qu ella situazione. Allora siamo nel regno della libert; accettiamo tutto senza alcun con flitto e accogliamo qualunque cosa ci si presenti fiduciosi nel nostro atteggiamento consapevole. Allora la saggezza pervade la nostra realt particolare, qualunque es sa sia, trasformandola in una realt di libert. Questa la caratteristica dell'equanimit: si vedono le cose cos come sono. Cattive o buone che siano sono tutte considerate sullo stesso piano. Non c' la sensazione c he una cosa sia pi importante dell'altra. Non si sovrappone a ci che si vede un giudi zio di importanza o di non importanza. L'upekkha uno dei fondamentali fattori dell'illuminazione, considera tutte le cose sullo stesso piano, non attribuisce importanza o non importanza a nulla. Si vedono le cose cos come sono e le si lascia passare. Questa la qualit del trascendere, trascendere ci che visto e chi vede. L'oggetto visto non assume importanza per la mente e il soggetto si dissolve nell'oggetto. Non si sovrappone nessun senso di importanza personale, nessuna opinione soggettiva a c i che si vede, si ascolta e si sperimenta. Questa un'attitudine essenziale nella v ita: essere in grado di vedere le cose spiacevoli pur restandone al di sopra. Se non riuscite a trascendere le esperienze spiacevoli, queste vi coinvolgeranno. Bisogna accettar e il fatto che il processo reattivo sar ancora in funzione, perch fa parte della personalit, e la personalit esiste ancora. Ma ora ne siete padroni, avete la chiave. Sapendo come rimuovere le impurit, lo farete con pazienza. In questo processo le difficolt derivano dalle impurit e dagli influssi radicati profondamente e da gran tempo nel nostro sistema psicofisico. Ecco perch il processo richieder tempo e sar diffic ile passarci attraverso. Quando vi liberate da tutte queste cose vi sentite interior mente limpidi, chiari, puri. Quando sentite emergere qualcosa di impuro, qualcosa di v elenoso, se vi sedete ed entrate davvero in contatto con esso a livello fisico e a livell o della sensazione, si dissolver. In questo modo impariamo ad accettare questi stati senz a essere infastiditi dal ritorno dei vecchi schemi. Tanto pi l'equanimit e la saggez za sono operanti, tanto pi riuscite ad accettarli e a trascenderli. Specialmente quando vi trovate di fronte a certe esperienze che vi mettono alla prova, lasciate che le cose accadano, rendetevi conto, della vostra forza e della vostr

a consapevolezza. Essere messi alla prova di tanto in tanto utile perch ci rammenta qual la nostra pietra di paragone della realt. Se avete una pietra di paragone de lla realt potete vederla e verificarne l'efficacia sempre, in ogni momento; potete me ttere alla prova voi stessi e il vostro metodo in ogni momento. Pi abbandoniamo i vecchi schemi, pi attualizziamo le nostre nuove scoperte. Raggiungiamo nuovi insight e nuove libert, ne facciamo uso sempre di pi. Allora qu este cose diventano sempre pi forti e fluiscono nella nostra vita. Diventano parte del la vita e ci permettono di superare i vecchi schemi sicch alla fine essi svaniscono. La sensazione di libert e la chiara visione vi permettono di ottenere un insight sulla dualit. Si coscienti dei processi fisici e mentali, della relazione soggetto-ogge tto, ma non ci si identifica con nessuno dei due. Siete distaccati. Quando siete distacc ati dalla dualit, diventate qualcosa di diverso: vi sentite voi stessi, ma al tempo stesso sentite di essere una persona nuova. Vi sentite sempre pi separati dal condizonamento e dal pensiero dualistico. Avete ancora la facolt di discriminare, ma potete applicarla intenzionalmente. Il pericolo sta nel rimanere fermi all'equanimit. Una volta raggiunto questo stat o dovete ancora andare avanti, dovete ancora darvi da fare e tendere a una chiarezza magg iore, a una maggiore libert. Questo sar possibile se saremo abbastanza consapevoli da non attaccarci all'equanimit. Ad Ananda, il discepolo pi vicino al Buddha, accadde que sto. Tutti intorno a lui stavano parlando di come realizzare l'equanimit in vari stadi , e la descrivevano come qualcosa di meraviglioso, una peak-experience. Ananda pens che l'equanimit fosse la meta a cui tutti dovrebbero tendere, ma il Buddha lo mise in guardia dicendogli che si deve essere liberi persino dall'equanimit. Non dobbiamo attacca rci, ma imparare a lasciare la presa. Possiamo fermarci se vogliamo, sapendo per che solo una sosta in un lungo viaggio. Il secondo aspetto della saggezza l'amore. Abbiamo visto che l'equanimit quell'aspetto della saggezza che ha la caratteristica di accettare e di trascend ere. L'amore l'altra faccia della saggezza e ha la caratteristica di unificare, di re ndere uno, di integrare e unire. L'amore cancella ogni discriminazione, ogni distinzione. N ell'amore c' solo unit, unit dell'essere. Quando amore e saggezza fluiscono insieme come quando fluiscono insieme equanimit e saggezza. Ambedue le facce della saggezza sono essenziali per rapportarci al mondo e per intraprendere il viaggio interior e attraverso la vita. L'amore ci ricorda che siamo uniti, che siamo insieme. Con l'amore tras cendiamo tutte le discriminazioni. La saggezza, insieme all'amore, unisce le cose mantene ndo l'unit del mondo, l'unit della vita, l'unit della coscienza. L'unit della coscienza armonizza e integra ogni parte del corpo e della mente e sostiene l'individuo ne l suo

rapporto con gli altri. Ci sono tre modi di esprimere l'amore: attraverso l'azio ne, l'unione fisica o le parole. L'amore implica che ci si critichi reciprocamente in modo co struttivo. Questa l'azione dell'amore verso l'eesterno. Dovete esserne consapevoli. Donando amore, mentre date ricevete. Non pensate a prendere. Pi donate amore, pi ricevete amore ed energia d'amore. Non pensate che il vostro amore diminuisca, quando lo donate agli altri. Questo attaccamento. L'amore non pu mai morire, immortale. Come l'acqua pu diventare ghiaccio, vapore o liquido, l'amore pu cambiare forma ma non muore mai. L'amore sempre uguale, fluisce, nella nostra mente, nel nostro co rpo, nelle sensazioni. L'azione dell'amore donare, essere generosi, essere un ospite ospitale che non si aspetta di ricevere qualcosa in cambio. L'amore fluisce vers o il povero, il ricco, il bisognoso, verso tutti i tipi di persone senza discriminazi one. Ecco perch l'amore unisce il mondo, lo tiene insieme. Ecco perch l'amore fluisce sempre con la saggezza. A volte, tuttavia, l'amore pu diventare eccessivo; allora si associa con i sentim enti, con ci che chiamiamo emozioni. Cos si limita.Dato che gli esseri umani sono soggetti a i limiti, a volte il nostro amore limitato, alla nostra famiglia, ai nostri amici pi intimi, al gruppo di persone con cui siamo pi in confidenza. Ma l'amore fluisce quando c' un rapporto, e quanto pi estendiamo i nostri rapporti e siamo aperti a d iversi tipi di persone, a gruppi differenti. Non dovremmo confinarci in un mondo ristre tto. Anche se abbiamo una base, questa base sar una specie di veicolo, uno strumento per andare oltre e comunicare con molti altri. Quando i rapporti si estendono l'amore pu esternarsi all'infinito. Se non c' amore perch siamo prigionieri della rabbia, del risentimen to e dell'avversione, di qualche tipo di irritazione, di sentimento negativo, di atta ccamento. Siamo bloccati. La corrente d'amore ostruita e dovete lasciare la presa. Allora vi renderete conto della vostra rabbia. Vedete la rabbia. A che serve attaccarsi al la rabbia? semplicemente un'abitudine del vostro io che vi tiene prigionieri, che non vi la scia fluire. Quando capite questo, la rabbia se ne va. A volte la rabbia nasce da un disaccor do o da un forte desiderio di possedere qualcosa o qualcuno. Questo tende a ostruire il flusso dell'amore. Il punto che non bisogna far niente riguardo all'amore. L'amore il f luire naturale dell'essere. Quel che dobbiamo fare occuparci di ci che ostruisce questo flusso. Questo il nostro compito. Prestate pi attenzione a questo. Quando amate n on c' rabbia, n negativit, n risentimento. Gli ostacoli sono una nostra creazione. Perc i possiamo mettere fine alla nostra situazione semplicemente smettendo di crearla. Bisogna esaminare pi in profondit le abitudini, il condizionamento, per vedere che

pi si lascia venir fuori la rabbia, gli stati negativi, pi viene a noi un sentimento d' amore. Percepite il flusso dell'amore dentro di voi, ovunque siate, con chiunque siate ed entrate in contatto con l'energia dell'amore. Non dubitate: apritevi all'amore e lasciat elo fluire. Nella Vipassana si distinguono due impostazioni della meditazione. La prima si b asa sul controllo: darsi delle regole, acquisire potere, osservare la disciplina, aderir e alla tradizione e al sistema dogmatico; la seconda sulla libert. La libert l'impostazio ne della Vipassana. La Vipassana prende l'avvio dalla libert di osservare, di vedere , di sperimentare, di permettersi di passare attraverso varie esperienze e di creare il proprio modo di essere e di divenire. Quando vi lasciate liberi di guardare, guardate tu tto ci che vi si presenta, piacevole o spiacevole che sia. Allora sicuramente vi troverete di fronte al vostro condizionamento a non voler guardare, a non voler vedere. L'io, in partic olare, non vuol spezzare il condizionamento; ma quando ci si apre un varco nel condizioname nto, libert e saggezza fluiscono insieme. Il mondo del saggio la libert, e libert e amor e fluiscono insieme. [16 Aspetti del Nirvana L'altra faccia della saggezza l'equanimit. L'equanimit promuove la tendenza a lasciarsi essere in ogni situazione ed essere disposti a guardare e attraversare tutte le difficolt. L'equanimit come stato mentale temperanza, equilibrio, omogeneit mentale. In questo stato non si pu essere distratti, turbati, innervositi, perch s i vedono chiaramente le cose cos come sono. L'equanimit ha il potere di incontrare tutto, desiderabile o indesiderabile. Con l'equanimit non si viene travolti. In un certo senso si separati, completamente separati dai fenomeni, dagli eventi. Non ci si identific a pi; non c' identificazione: non siete altro che puro guardare, puro osservare, puro speri mentare, non l'osservatore o lo sperimentatore. Conquistiamo un'identit priva d'immagine. Certamente, come esseri umani abbiamo bisogno della sensazione di essere qualcos a, ma questa sensazione non si accompagna a nessuna immagine. Un'immagine legata a concetti e a idee, la sensazione unita al cuore. Quando sentite, non vi intere ssano le parole o i concetti perch sperimentate la realt. Le due facce della saggezza ci guidano attraverso la vita, ci aiutano a vivere c ome esseri umani. Il Buddha ha detto che l'amore il sostegno del mondo. Per mondo non si in tende solo l'universo fisico, ma anche ciascun individuo. Ci sono molti mondi e c' un u nico mondo. Questo il senso profondo dell'amore: siamo tutti nell'unico mondo, siamo tutti nella stessa barca. Estendiamo il nostro amore a chi ancora dominato dall'odio, dalla

rabbia, dal risentimento, dall'ostilit, dalla discriminazione, dal conflitto: tut te queste cose possono dominare quando non c' amore, quando cio non c' comprensione. La sorgente dell'amore dentro di noi. Per prima cosa dobbiamo sentire il fluire dell'amore, poi vederlo fluire nel rapporto con gli altri e con il mondo. Se ave te pi amore potete darne di pi. Quando siete senza amore diventate avari, non siete generosi. La mancanza di generosit indica che avete tante cose a cui badare dentro di voi e ch e le trattenete cos strettamente da essere incapaci di donare. Quando non c' la sensazi one di donare, non ci si sente generosi. Ma quando questo circolo si spezza vi accor gete che in realt siete capaci di donare: siete disponibili. La libert dal desiderio, dall'odio e dall'illusione il Nirvana. Essere liberi da l desiderio ci sembra difficile. Io interpreto questa libert dal desiderio come libert dalla comp ulsivit del desiderio. Possiamo trasformare il desiderio in energia creativa per vivere; non pi desiderio, nel senso di qualcosa che ci costringe a soddisfare le sue richieste. Senza desiderio compulsivo siamo liberi, possiamo essere pazienti. Un aspetto del Nirvana di cui non si parla spesso : " Uno stato di essere piename nte sviluppato ", bhavitatta in pali. Atta significa `s', non il s come immagine o opi nione, ma `s' senza articolo (in altre parole, essere). A volte viene tradotto come `realiz zazione del s'. La parola `stato' non mi soddisfa, ma non ne trovo una migliore. Se non reali zziamo il Nirvana, il nostro sviluppo non completo; non siamo in uno stato di essere pienamente sviluppato. Parliamo di persone mature, completamente cresciute; si d ice che da bambini non siamo ancora cresciuti, siamo immaturi, e che quando diventer emo adulti saremo maturi. Le cose non stanno cos. Gran parte degli adulti molto immat ura perch pesantemente condizionata e plasmata dalla cultura, dalle tradizioni, dalle abitudini, dagli atteggiamenti: ha un carattere fortemente consolidato. Sebbene molti considerino il `carattere' come qualcosa di positivo, in realt la cosa peggiore c he ci sia perch una fissazione e non ci permette di muoverci liberamente e di usare la nost ra intelligenza; ci costringe ad adeguarci. Potreste dire: " molto pi facile adeguar ci, perch questo carattere ce l'abbiamo gi; ci basta adeguarci al suo modello ". Ma pr oprio per questo siamo molto immaturi, specialmente in senso spirituale. Chi la persona veramente matura? un tipo imprevedibile, abhyakata in pali. Con u na persona cos non si sa mai cosa p accadere. Questo significa che la persona matura prende in esame le situazioni della vita istante per istante grazie a una consap evolezza continua e ininterrotta di ci che accade dentro e fuori di s. Una persona in conta tto costante con la realt, con l'adesso, dinamica, poich fluisce liberamente in armoni

a con i processi dinamici della vita. Non diventa mai statica o stagnante. Non ha `carattere'. Una persona veramente matura ha una personalit sana, libera da paura e legami, emotivamente stabile e autonoma . La persona matura non mai disorientata. Pu fare a meno di tutto. Non ha attaccamento, non rimpiange il passato, non specula sul futuro. Finch siamo in an sia per il futuro e ci pentiamo del passato siamo immaturi. Ci chiediamo: " Cosa sar ebbe la nostra vita senza futuro? ". Abbiamo paura del futuro; in realt non vogliamo aver e un futuro; vogliamo avere tutto qui e conservare tutto aggrappandoci a ci che abbiam o adesso. La paura di perdere ci che abbiamo ansia nei confronti del futuro. Ma non dobbiamo essere in ansia per il futuro, perch il futuro non esiste indipendenteme nte dalla nostra abitudine di dividere il tempo. Il futuro l'estensione dell'adesso. Perch non viviamo ora, pienamente? Anche se intravediamo qualcosa che accadr nel futuro, ci che ci riguarda qui, adesso, non n el futuro. Se siamo in ansia ver il futuro, anche questo appartiene al presente. Se guardiamo l'ansia non la perderemo di vista e non le permetteremo di dominare la nostra vita perch possiamo vederla e perci tenerle testa. Occorre la capacit di affrontare le cose nel momento in cui accadono. Per maturare dobbiamo usare di pi le nostre risorse umane. C' molto da tirar fuori . Ma dove sono queste risorse? Dentro di noi. Dobbiamo intraprendere un viaggio attra verso noi stessi per scoprire che cosi appartiene a noi e che cosa fa parte del mondo esterno. Viaggiare per scoprire la base della meditazione vipassana, la via al risveglio, all'illuminazione. Un'altra caratteristica della persona immatura la dipendenza, sia essa fisica, materiale, emotiva o spirituale. Chi sa stare sulle proprie gambe e camm ina libero per il mondo una persona matura. La dipendenza psicologica schiavit. Dobbiamo renderci conto di essere ancora in uno stato di schiavit. Cerchiamo di vedere com e diventiamo schiavi di noi stessi: dei nostri bisogni, dei nostri desideri o dell e nostre emozioni. Quando diventeremo veramente maturi, come faremo a vivere nel mondo? Senza attaccamenti, come potr avere un lavoro, una famiglia, degli amici? Senza attaccamento, perder la mia identit. In effetti nel processo di maturazione siamo alla ricerca della nostra vera identit che verr alla luce insieme alla comprensione del nons o anatta, che appunto la nostra vera identit. 1: il punto zero, l'essere nulla. Essere nulla spaventoso per la nostra falsa es istenza; ma quando lo conosciamo veramente non abbiamo pi paura. Siamo liberi, in quello stato di essere nulla, perch incommensurabile, chiaro e vuoto, e poich vuoto pu riempirsi di tutto senza contenere nulla. Tutto pu entrare e uscire senza essere

trattenuto. Guardiamo da l, invece di guardare da fuori, dalla nostra falsa ident it. Se guardiamo verso il mondo da dentro, possiamo vederlo cos com'; non siamo pi preda dell'illusione, ma siamo sempre pi in contatto con la realt; la realt di un'emozion e o di una sensazione, la realt delle sensazioni fisiche, del mondo fisico e del mondo d elle esperienze. Quando ci lasciamo coinvolgere dai nostri pensieri e dalle nostre em ozioni la comunicazione si interrompe; allora possiamo avere paura perch siamo soli e isola ti, e non abbiamo contatto con l'esterno. Ma non appena ristabiliamo la comunicazione ci sentiamo vivi; la vita ricca. Dobbiamo usare i nostri sei sensi, cinque fisici e uno mentale, invece di farci usare, e limitarci a ricevere i loro messaggi. Le difficolt sono essenziali; ci mettono alla prova e rafforzano la nostra intell igenza. Ci offrono l'occasione per scoprire le nostre potenzialit. Se nella vita mancano que ste situazioni, non c' crescita, n realizzazione, n maturazione. Ora piangiamo, ora ridiamo o sorridiamo: la vita. Non c' niente di sbagliato nel pianto o nel riso. Accadono, quando siamo in contatto con la realt. Quando sappiamo cosa sta accadendo, non ci perdiamo. Nel momento in cui ci prdiamo nel pianto o nel riso perdiamo il contatt o; l'illusione ci travolge. Il mondo dell'illusione si produce molto facilmente e s i frappone fra noi e la realt. L'illusione subentra quando non stiamo osservando le emozioni dal nostro centro, ma dai nostri `io' periferici; confondiamo l'illusione con la realt. La r ealt diventa un oggetto ed vista come qualcosa di separato. Operando dal centro la realt vede attraverso l'irrealt, le fantasie, i sogni a occhi aperti, le proiezioni, le speculazioni e il mondo dei sogni. Questo mondo dell'illusione come una nuvola: dobbiamo servirci della nostra intelligenz a e della nostra attenzione per trafiggere le nuvole e vedere cos il cielo azzurro e chiaro al di l. Ma se perdiamo il contatto con noi stessi, tornare indietro pu essere molto dif ficile; ci ritroviamo sulle nuvole e perdiamo il contatto con il punto zero, il centro oper ativo senza centro. L'altro aspetto del Nirvana che ci utile considerare riguarda la liberazione del la coscienza. Bisogna sviluppare la coscienza e trascendere ci che la condiziona, liberandola dalle energie negative e distruttive e rendendola cos pura e luminosa . Il processo di purificazione si verifica nel momento del contatto con ci che sta accadendo, ora, in questo preciso istante. Bisogna essere costantemente consapev oli, per riuscire a vivere nel presente. Quando siamo nel presente, possiamo vedere c on chiarezza cosa accade. Se annulliamo il presente, non accadr nulla. Restiamo bloc cati da qualche parte nel passato o nel futuro. Quando ci apriamo all'adesso siamo ne

l presente creativo e questo apre le porte a diecimila cose. Il mondo dell'illusione molto forte. Se ci abbiamo vissuto a lungo, abbandonarl o difficilissimo; l'io ha costruito mura molto spesse per proteggersi nel mondo de ll'illusione. Anche se l'io intravede per un attimo la realt, si spaventa a morte. Siamo domina ti dalla paura eppure vogliamo essere liberi. Se non ci liberiamo dalla paura non possiam o vivere nel presente; abbiamo paura di perdere ci che abbiamo, abbiamo paura di non arriv are dove dovremmo, abbiamo paura di perdere tempo, di non concludere nulla, vogliamo essere attivi e produttivi. Quando non siamo liberi di essere, proviamo ansia, p aura e sensi di colpa; allora non facciamo ci che dovremmo e perdiamo tempo in cose che non ne valgono la pena. Nella vita sperimentiamo tutto questo e ci chiediamo se la libert sia mai possibile. Il concetto di libert si riferisce di solito alla libert da qualcosa: dalla soffer enza, dalla paura, dalla schiavit, dai legami e dalle difficolt. Questo l'aspetto negativo del la libert. Raramente pensiamo alla libert semplicemente come al fatto di essere liber i, liberi di essere, agire sedersi, ascoltare, parlare. Questo aspetto del Nirvana la libert della coscienza, o la liberazione della coscienza. La coscienza stata imprigiona ta e bisogna liberarla. La coscienza il fulcro della personalit, il cuore della vita. ricca di contenuti, ha molti stati. Pu portarci su o buttarci gi, cerne una valla calciata qui e l. Che cos' la coscienza? Animali, piante, tutto ha coscienza, proprio come l'uomo. Se ascoltat e un fiume capirete il significato della vita, come il barcaiolo della storia di Sidd hartha. Ascoltare pu farci diventare profondamente saggi. Noi, per, raramente ascoltiamo e non ascoltando non comprendiamo. Non prestiamo ascolto nemmeno alle parole degli altri, per cui nei rapporti ci si fraintende facilmente. Ostacoliamo il flusso d ella saggezza. Preferiamo ascoltare la gente famosa, piuttosto che un bambino; non ascoltiamo i l movimento del vento; non siamo attenti e sensibili a ci che accade. Quando c' libe rt, l'ascolto diventa uno strumento potente che apre le porte alla creazione. Possiamo sperimentare tutti i tipi di sofferenza fisica, mentale e psicologica. Il semplice fatto di accettare l'esperienza, qualunque essa sia, significa esaurirla; ma a. noi riesce molto difficile farlo. Restiamo intrappolati negli stati di coscienza inferiori perch li troviamo spiacevoli e vogliamo liberarcene; perci, giochiamo con noi stessi un gi oco sbagliato. Quando abbiamo esperienze di beatitudine, ci attacchiamo, non sappiamo lasciarle

andare; se ci abbandonano ci sentiamo delusi e deoressi; ma la colpa nostra, del la nostra aspettativa e del nostro attaccamento, non dell'esperienza. Se lasciamo l a presa e siamo disposti a sperimentare qualsiasi cosa accada nella nostra coscienza, ev itiamo di darci un doppio dolore; non c' n perdita n guadagno, semplicemente sperimentiamo e viviamo fino in fondo. Guadagno e perdita sono le due facce della stessa medaglia; non sono altro che esperienze della vita. Ma siccome abbiamo delle opinioni condizionate a proposit o del guadagno e della perdita, quando sentiamo di perdere qualcosa soffriamo. Questo accade perch ci attacchiamo, ci aggrappiamo. In un certo senso, stiamo perdendo n oi stessi, ma non ci rendiamo minimamente conto di questa perdita e non ne soffriam o. Invece, se perdiamo certi oggetti che si piacciono molto siamo infelici perch sen za di loro ci sentiamo soli. Abbiamo paura di sperimentare la solitudine. Bisogna rest are in contatto con la solitudine, sedercisi accanto, non abbandonarla; ascoltate quell o che vi dice, studiatela, andateci dentro. Se non conosciamo a fondo la sofferenza e la frustrazione non apprezzeremo mai la libert. Nel processo di trasformazione della coscienza dobbiamo passare attraverso esperienze positive e negative. Dobbiamo essere pronti ad affrontarle e superarl e, altrimenti non saremo liberi. Qualcuno potrebbe dire: " Perch non trovare una via che ci porti direttamente a questo stato senza soffrire? ". Cerchiamo sempre la via pi f acile. Vorremmo che ce la regalassero, ma nessuno pu dare a un altro una cosa del genere . Non possiamo arrivare a quello stato senza sperimentare la sofferenza. La soffer enza preziosa e indispensabile per far crescere la saggezza e l'insight profondo nell a vita. dentro Il nostro centro di gravit interiore non l'io, l'autonomia, l'indipendenz a, la fiducia in noi stessi. Questa fiducia in noi stessi spesso ci manca; cerchiamo s empre approvazione, conferma, e non sappiamo prendere l'iniziativa. Rendiamoci conto d i quanto siamo dipendenti; la nostra sicurezza dipende dagli altri. Questo accade perch mettiamo il nostro centro di gravit nel posto sbagliato. Se lo mettessimo dentro di noi non ci sarebbe difficile prendere l'iniziativa e vivere liberamente. Ognuno vive la propria vita. Perch farsi condizionare dagli altri, dagli stereotipi della societ? Questa la rivoluzione cos difficile da fare. Dentro di noi c' sempre il bambino che inconsci amente assume i vari ruoli; a volte assumiamo un ruolo materno, ma quello del bambino n ei primi anni di vita. Quando meditiamo, questo bambino molto rumoroso, chiede semp re qualcosa e fa progetti. Potreste cercare di vedere quanti progetti fate quando s tate seduti in silenzio, e anche se riuscite a stare seduti in silenzio senza fare progetti.

Programmando la nostra vita diventiamo ristretti, ci neghiamo la libert. Dobbiamo capire come assumiamo questi ruoli, come ci portiamo dentro questo bambino per tutta la vita, senza crescere mai. Diventiamo adulti, ma siamo ancor a bambini piccoli, specialmente a livello emotivo e psicologico. Non siamo stabili emotivamente; facilmente siamo squilibrati e frustrati, di fronte ai cambiamenti della vita. Ma vogliamo cambiare. Tutti questi livelli di coscienza devono essere trasformat i se vogliamo purificarci e tornare alla base di tutto, allo schermo. Malgrado tutto ci rendiamo conto che tutte queste cose vivono alla superficie, sebbene in un certo senso si armonizzino con la nostra personalit o con la nostra coscienza. Prima di tutto, i diversi livelli non comunicano fra loro; non si ascoltano perch non abbiamo instaurato la comprensione e non abbiamo aperto le porte gal rapporto fra la superficie e la p rofondit. Ma c' sempre un legame fra la superficie e la profondit, anche se non ne siamo consapevoli. Qual il legame fra i due? Il legame la consapevolezza che fluisce dall'uno all'altro con saggezza e amore e che fa in modo che la superficie e la profondit non siamo in conflitto; ognuno lascia che l'altra sia quello che , la superficie superficie e la profondit profondit. Il conf litto fra le cose nasce dalla mancanza di comprensione e di comunicazione. La comunicazione aperta, sincera, far nascere la comprensione: render possibile una mediazione. Nel la vita bisogna sempre mediare, perci dobbiamo imparare a essere dei buoni mediatori . Dobbiamo mediare con le circostanze, con le persone e con le situazioni, per riconoscerle e accettarle per quello che sono. Allora si instaura un buon rappor to. Non vogliamo che gli altri si adattino ai nostri modelli e alle nostre aspettative. Possono vivere la loro vita e noi vivere la nostra. Allora basiamo i nostri rapporti su quella aperta, sincera, reciproca condivisione che l'amore.

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