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Harold Bloom: Leggere o morire

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Aforismi Harold Bloom

Leggere o morire
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DOMANDA: Prof. Bloom, in questi ultimi venti anni si assistito ad uno sviluppo della critica letteraria e strutturalista, che si comportata quasi come se nessuno sapesse pi cos' il lavoro letterario. Qual la sua opinione? La critica, o la lettura, un processo molto attivo, a stento distinguibile dallo scrivere, a stento distinguibile dalla stessa letteratura. Nell'atto di cogliere Shakespeare e Dante al loro livello pi profondo, in qualche senso - come disse Longino migliaia di anni fa - tu diventi una cosa sola con ci che rimiri, ti fondi con esso, non mantieni una separazione tra esso e te stesso. Il testo diventa te, il testo ti assorbe e ti contiene, ti subentra, e ti tiene aperto ad esso - e questo, penso, tutto il cuore della lettura, o della critica. Tutto ci certamente non ha nulla a che fare con quei tentativi pasticcioni di assorbire la critica entro vari modi di filosofia aggressiva o di assorbire la critica nella politica, o di cercare di fare della critica uno strumento di mutamento sociale. Tutte queste, penso, sono imprese del tutto erronee. Esse distruggono la critica, distruggono l'esperienza della lettura: infine distruggono ogni valore estetico di qualsiasi tipo. DOMANDA: Leggere libri: questo il consiglio che lei si sente di trasmettere ai giovani? Invitarli a leggere, ma dicendo loro che o leggeranno oppure moriranno. Vale a dire che, se non leggeranno, sperimenteranno una specie di morte nella vita. Questo, in fin dei conti, ci di cui trattano Dante e Shakespeare, e ci che Dante e Shakespeare combattono - l'onere schiacciante di ogni grandissimo scrittore occidentale - e sono sicuro anche degli scrittori orientali, sebbene, ovviamente, non

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Harold Bloom: Leggere o morire

li conosca altrettanto bene; ma tutti, dallo Yawista fino a scrittori come Montale o Wallace Stevens, hanno a che fare con quel che lo Yawista considerava una benedizione, e cio: pi vita, pi vitalit. Non vi vitalizzate se non leggete, perch molto difficile distinguere tra l'esperienza della lettura e l'esperienza del pensare. Esse sono essenzialmente, cos credo, la stessa esperienza, cos come non si possono separare pensare e ricordare, cos come la memoria , credo, l'elemento pi importante nel processo cognitivo, e cos la memoria, l'elemento pi importante nel processo della lettura. C' alla fine una specie di straordinaria unit, una identit virtuale, tra la memoria attiva, la lettura e la cognizione, e penso che ogni individuo dipenda proprio da questa densit virtuale, da questa unit, o quasi identit. E, se non leggerete, se non leggerete in modo profondo, e se non lo farete per l'intera vita, allora vi farete del male, insomma vi distruggerete. Nulla oscurer il valore preminente di Dante o di Shakespeare o di Milton. Nulla li terr fuori da ogni nuova generazione che viene su, in America o in Italia o in qualsiasi altro paese; i giovani lettori, a dispetto di tutti gli impedimenti, a dispetto dello schermo televisivo gigante che li fissa dall'alto e da ogni lato, a dispetto di tutti i tipi di politiche che vengono scaricate loro addosso, o di tutti i tipi di sensi di colpa sociali irrilevanti, leggeranno; nulla di tutto ci terr i giovani uomini e le giovani donne lontani o lontane dal commercio appassionato con i grandi testi. E alla fine, nello stesso modo in cui devi fare una scelta tra amici e tra conoscenti - nessuno di noi pu avere una relazione stretta con qualunque persona incontriamo nel corso della nostra vita quotidiana eviti la follia e continui a funzionare scegliendo; e si tratta di un processo sia implicito che esplicito, come l'innamorarsi che, ovviamente, un processo in gran parte implicito, sebbene con conseguenze esplicite. Questa questione, come l'intera questione dell'innamorarsi, legata strettamente al perch in fin dei conti una persona scelga di impiegare il proprio tempo a leggere Shakespeare e Dante invece che scrittori di livello minore. Scegliete quello che vi sfida di pi. "Scegliete - come disse magnificamente Coleridge quel che vi trova": in fin dei conti, saranno Dante e Shakespeare a trovarvi.
Tratto dall'intervista "Poesia religione e critica letteraria in Harold Bloom" - U.S.A., New York, abitazione Bloom, gioved 4 giugno 1992.

Biografia di Harold Bloom Leggi l'intervista da cui stato tratto questo aforisma Aforismi dello stesso autore
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