Anda di halaman 1dari 20

MATTEO LEFVRE Per un profilo storico della critica tematica*

Non c una vera e propria coerenza nella definizione del termine tema nellorizzonte delle discussioni e dei dibattiti teorici: qui viene definito in rapporto allintreccio, l al soggetto; da una parte in relazione a unidea guida, dallaltra a una macrostruttura. In effetti, ogni volta che si parla di temi ci si trova costretti a riscontrare delle agitazioni, spesso non solo definitorie, nei campi della critica letteraria, della filosofia, della linguistica, della semiotica ecc. Insomma, nel panorama della critica, non si riesce a ottenere ununica nozione, un unico sintagma che descriva esaurientemente il tema, e che soprattutto ne limiti e orienti in modo univoco lorizzonte metodologico. Gerald Prince e Henry Chudak offrono a questo proposito una conferma:
[...] le thme est lintrigue ce que le sens est la forme; le thme est ce dont lintrigue constitue une projection temporelle; le thme, cest le dveloppement dun sujet; le thme, dans un texte donn, cest une ide importante, un fil central, une gnralisation minimale; le thme est une catgorie smantique trs abstraite rgissant un ensemble de motifs ou dunits thmatiques concrtes et minimales; le thme est un cadre (frame), une macrostructure, un modle de la ralit, un systme organisant nos connaissances au sujet dun phnomne dans le monde; le thme ce que traite un texte ou lune de ses parties; le thme est une proposition implique par une squence discursive 1. Sujet, motif omemental, personnage-type, forme, convention littraire, catgorie, complexe, mythe, image obsdante, situation tous ces termes sont considrs par diffrents auteurs comme des synonymes du thme et la liste est loin encore dtre complte 2.

Inoltre, contemporaneamente innegabile e inevitabile una sorta di vera e propria proliferazione di termini che con questa categoria hanno una parentela

* Il presente contributo nasce come rielaborazione e aggiornamento di un articolo gi apparso in Allegoria, XV, n. 45, 2003, pp. 5-22. 1 G. PRINCE, Thmatiser, in Potique, XVI, n. 64, 1985, pp. 425-426. 2 H. CHUDAK, Bachelard et le thme, in Revue des langues vivantes, 43. 5, 1977, p. 468.

11

Matteo Lefvre

molto stretta, un rapporto spesso sinonimico: Il existe galement bien des expressions plus ou moins proches de thme motif, topos, sujet (topic or subject), symbole 3. E motivo, topos, soggetto, simbolo sono peraltro solo alcune di tali expressions. Per ci che concerne la validit euristica ed ermeneutica di tema e motivo nellapproccio allopera letteraria, il discorso si complica ancora di pi. Secondo Ziolkowski, like the word image, the terms theme, motif, and symbol are used by literary scholars and critics in a confusing variety of ways and with no notable consistency4: oltre a essere una conferma della confusione terminologica di cui si parlava, questa unaccusa abbastanza esplicita formulata nei confronti degli studiosi che hanno spesso mancato di cura e precisione nelladoperare temi e motivi nel contesto di unavventura critica. Lunico punto fermo per procedere paradossalmente consiste dunque nel fatto che nellambito della tematica qualsiasi velleit definitoria di tipo univoco o aprioristico destinata a rimanere in posizione di scacco. E questa difficolt a raggiungere una definizione canonica del tema, in generale e nel contesto specifico della critica letteraria, si ripercuote anche sul versante delle altre categorie tematiche per eccellenza. In altre parole, unefficace differenziazione tra motivo e tema, tra tema e topos, tra topos e motivo, tra immagine e simbolo ecc. risulta in effetti altrettanto instabile: tutti i tentativi messi in atto al fine di stabilire un nesso preciso tra tali categorie rimangono contraddistinti, da un lato, dalloccasionalit della fenomenologia e dellattitudine metodologica del singolo studioso, dallaltro, da un pi generale e insindacabile sentore di precariet5. Cos, lungo questa falsariga si situa anche la differenziazione, a volte capziosa, tra tematica e tematologia, cio tra una lettura e unanalisi di tipo riduttivamente definibile come sincronico (per esempio, il metodo basato su di un close reading, dedicato a un solo autore e alla sua opera, alla maniera della critique thmatique), rispetto a un approccio diacronico, teso allo studio delle modificazioni, della scomparsa e della rinascita di un tema particolare in un certo periodo storico (la stoffgeschichte di Elizabeth Frenzel e di Raymond Trousson)6. Il clima di incertezza, inol-

PRINCE, Thmatiser, cit., p. 427. T. ZIOLKOWSKI, Disenchanted lmages: A Literary lconology, Princeton, Princeton University Press, 1977, p. 11. 5 Sottolineano, tra gli altri, linstabilit costitutiva, limpossibilit di una definizione univoca di tema e motivo soprattutto i saggi di V. A LLETON , Le thme vu de Babel, in Potique, XVI, n. 64, 1985, pp. 407-414; C. SEGRE, Tema/motivo, in Avviamento allanalisi del testo letterario, Torino, Einaudi, 1985, pp. 331-359; e, pi recentemente, con una dettagliata rassegna compilativa, D. GIGLIOLI, Tema, Firenze, La Nuova Italia, 2001, I. Elogio di Babele: uno sguardo dinsieme. 6 Proprio al fine di stabilire una differenziazione tra tematica e tematologia, il 9 e 10 dicembre del 1976 si tenne il celebre convegno, promosso dallUniversit Libre de Bruxelles,
4

12

Per un profilo storico della critica tematica

tre, non deriva solo dalle questioni inerenti alla pura e semplice terminologia, ma anche e soprattutto da tutte le implicazioni che questa comporta nellambito teorico e metodologico tout court: il valore definitorio attribuito al tema coinvolge inevitabilmente il procedere euristico e il possibile esito ermeneutico dellindagine critica. La storia della, o meglio, di una critica tematica caratterizzata allo stesso modo da una situazione di incertezza: al di l della difficolt nella classificazione organica del tema e dei suoi omologhi (motivi, topoi ecc...), il nostro tentativo consiste qui proprio nel fornire, secondo una prospettiva storica, un panorama dei momenti salienti in cui gli studi operanti su temi e per temi hanno offerto esempi di una certa validit nellorizzonte della critica letteraria, senza dimenticare comunque il loro frequente carattere episodico e ipotetico, nonch la serie di compromessi che la tematologia ha dovuto, e deve, da sempre sottoscrivere con le metodologie pi consacrate e ogni volta pi autorevoli. Il dibattito sulla nozione di tema e motivo nellorizzonte della critica e della letteratura in generale una questione essenzialmente novecentesca. Per prima cosa, occorre distinguere e tenere presenti due momenti e due orientamenti teorico-metodologici: agli inizi del secolo, il discorso riposa sullo sfruttamento e sulla canonizzazione del termine tema nel contesto delle pi diverse discipline (antropologia, psicologia, linguistica ecc.); invece, con il passare degli anni, e delle medesime riflessioni, lasse delle discussioni si sposta maggiormente sul versante specialistico della critica letteraria, con il conio della definizione e con la formalizzazione di una vera e propria critica tematica o tematologia. Come avremo modo di osservare, quella intorno al tema appare nel corso del secolo sempre pi una discussione aperta, spesso frutto di operazioni criticamente eterodosse, basate inizialmente su tentativi isolati, su una metodologia in progress, e frequentemente su una serie di compromessi. Senza alcun dubbio, infatti, luniverso della tematica letteraria e delle analisi condotte seguendo un criterio tematico da sempre ha vissuto in una condizione di pregiudizio da parte della

dal titolo Thmatique et Thmatologie: scopo del colloquio e degli organizzatori era quello di evidenziare lo stato attuale delle riflessioni critiche sui temi, e, soprattutto, veniva evidenziata unopzione, una differenza funzionale, e pi o meno programmatica per gli studiosi, tra questi due indirizzi, il cui termine di riferimento era stato utilizzato fino a quel momento in maniera praticamente indifferente. Si legge appunto nellAvant-propos degli atti di questo simposio: Appel runir des thmaticiens, le colloque ne pouvait ignorer la ligne de partage entre les tenants dune tude historique du thme au travers de ses mtamorphoses (Stoffgeschichte ou thmatologie) et ceux pour qui le thme doit tre saisi lintrieur dune ouevre (la thmatique unifiant les significations majeures dun texte tenu pour clos), L. SOMVILLE, Avant-propos, in Revue des langues vivantes, 43.5, 1977, p. 450 (lintero fascicolo della rivista racchiude gli atti del convegno in questione).

13

Matteo Lefvre

Critica dominante: da una parte, a causa dellassenza, in molte delle fenomenologie di questo tipo, di un rigore storico-filologico; dallaltra, poich le indagini condotte sui temi sembrano aver dedicato in un primo tempo ben poca attenzione allineffabilit del momento creativo e alla necessit del giudizio estetico; oppure poich, in seguito, sembrano aver reputato secondario, o comunque non principale, il riferimento ideologico. Per limitarci ai primi due aspetti, indicatori importanti di questo stato di cose sono nei primi anni del Novecento, per un verso, la scarsa cura riservata agli specifici temi letterari da parte degli epigoni della Scuola storica, per laltro, lidiosincrasia crociana, e idealistica in generale, per unattivit troppo diretta ai materiali testuali e senza troppe preoccupazioni estetiche quale quella delle analisi tematiche7. E per quello che riguarda il rilievo ideologico, senza addentrarci, basterebbe pensare agli orientamenti e alle scelte, ma soprattutto alle finalit, della critica cosiddetta militante, che ha frequentemente individuato nella tematologia uno studio troppo vincolato alluniverso della Letteratura e poco compromesso con le esigenze della Societ8.

7 La polemica di Benedetto Croce contro le disamine critiche troppo incentrate sulle componenti materiali dei testi molto singolare. Croce, in ultima analisi, giudica la filologia un ottimo strumento di ricerca che per non deve interessare il mondo delle idee e dei concetti: la filologia ancella della critica. Per ci che riguarda invece lo studio dei temi letterari, il giudizio crociano assume toni molto pi aspri: Non vi ha studio pi arido delle ricerche di questa fatta: a dedicarvisi esclusivamente il cervello si stanca e prova come il senso del vuoto. Gli che queste ricerche sono di mera erudizione, e non si prestano mai ad una trattazione organica. Esse non ci conducono mai, da sole, a comprendere unopera letteraria, non ci fanno penetrare mai nel vivo della creazione artistica. Il loro subietto non la genesi estetica dellopera letteraria; ma o la storia esterna dellopera gi formata (vicende, traduzioni, imitazioni, etc.), o un frammento del vario materiale che ha contribuito a formarla (tradizione letteraria) [...]. Manca lo studio del momento creativo, che quello che davvero interessa la storia letteraria ed artistica, B. CROCE, La letteratura comparata, in La Critica, I, n. 1, 1903, p. 78. 8 Basti ricordare in proposito, a puro titolo desempio, lepisodio della stroncatura da parte di G. PETRONIO del libro di E.R. CURTIUS, Letteratura europea e Medio Evo latino, allepoca da poco uscito in traduzione francese (1956). Petronio critica il monumentale progetto topologico di Curtius a livello politico-ideologico e marginalmente anche a livello tecnico. Questi, in ossequio alla dogmatica della critica marxista e storicista, non gradisce assolutamente limpostazione tematica e storica particolarissima del filologo tedesco, imperniata sui concetti di unit e continuit. Lopera di Curtius, per Petronio, significa ritornare indietro [...] ad un incolore e generico cosmopolitismo, nel quale la lettura perda ogni carattere politico, ogni contatto, in ultima analisi, con la realt viva del mondo. E aggiunge che le idee direttrici dellopera del Curtius sono allora due: laffermazione di una continuit, retorica meglio che storica, tra antichit classica, Medioevo e tempi moderni; il rilievo dato ai luoghi comuni; ma entrambe le direttrici sono, secondo lui, prive di un giusto inquadramento storico: per la prima, non si tengono in conto i fattori storico-economici; nel secondo caso, si ridurrebbe la letteratura a fatto esclusivamente tecnico e stilistico. Per tutto questo discorso, cfr. G. PETRONIO, Ernst Robert Curtius o la critica del luogo comune, in Societ, n. 14, 1958, pp. 781-791.

14

Per un profilo storico della critica tematica

Gli studi dei folkloristi russi, ancora nellOttocento, mettono in luce la presenza e la frequenza di alcuni nuclei semantici significativi allinterno delle trame di miti e leggende. La ripetizione, allinterno di fenomenologie del genere, di questi nuclei secondo uno schema piuttosto rigido disegna un insieme che appare, agli occhi di quegli stessi studiosi, come facilmente classificabile. Veselovskij, ad esempio, conduce le sue analisi sul vasto repertorio di fiabe della tradizione russa, fondando il suo metodo sulla selezione e sullindagine delle parti componenti minori che costituiscono gli intrecci: queste parti componenti minori sono chiamate motivi. Nella Poetica degli intrecci, poi lo stesso intraprende il discorso su temi e motivi sostenendo che lintreccio assimilabile al tema e che i motivi risultano essere le unit indivisibili della narrazione 9. Il contributo dei folkloristi inoltre fondamentale per evidenziare i legami tra larte del raccontare e le antiche tradizioni culturali, mitiche e leggendarie, inquadrabili, per buona parte, nel vasto dominio della comunicazione orale: i motivi successivamente inseriti negli intrecci favolistici hanno avuto e continuano ad avere unesistenza originaria di natura extraletteraria prima della loro formalizzazione e della loro canonizzazione allinterno della scrittura seriale, tipica della letteratura popolare, o perfino della loro promozione in una sede letteraria di pi alto livello artistico-culturale10. In questa direzione, la serie di temi e motivi pi o meno complessi che emergono dalle strutture e dalle scomposizioni dei racconti fiabeschi, dei miti e delle saghe, e la loro presenza anche in contesti storici, geografici e culturali differenti, testimoniano in maniera chiara e indiscutibile la validit e limprescindibilit del concetto, pi volte dibattu-

9 A. N. VESELOVSKIJ, La poetica degli intrecci, in La cultura nella tradizione russa del XIX e XX secolo, a cura di S. dA. Avalle, Torino, Einaudi, 1982. Lattenzione di Veselovskij ai temi del folklore e della favolistica si concretizza anche in altre due opere: La fanciulla perseguitata, a c. di DA. S. Avalle, Milano, Bompiani, 1977; e Poetica storica, con una prefazione di DA. S. Avalle, Roma, E/O, 1981. In area italiana e in tempi recenti, proprio Avalle si interessato ai temi del mito e alle loro implicazioni letterarie, in particolare in Dal mito alla letteratura e ritorno, Milano, Il Saggiatore, 1990. 10 Per un primo sguardo sui rapporti tra tematica orale e tematica scritta, segnaliamo soprattutto R. SCHOLES R. KELLOGG, The nature of narrative (1966), trad. it., La natura della narrativa, Il Mulino, Bologna 1970. A proposito dei raffronti praticabili tra la narrativa orale e quella scritta, i due critici affermano: Un topos nella narrativa orale come in quella scritta, unimmagine tradizionale. Esso non si pu identificare e nemmeno analizzare sulla base delle formule o delle parole disposte in modo unico di cui un poeta si serve per costruirlo, ma piuttosto sulla base dellimmagine a cui le parole si riferiscono [...]; in quanto un topos si riferisce al mondo esterno il suo significato un motivo; in quanto si riferisce al mondo incorporeo delle idee e dei concetti il suo significato un tema [...]. I topoi delle narrative orali sono identificabili sulla base della loro costante associazione di un dato motivo con un dato tema. Nella narrativa scritta, invece, il rapporto del motivo con il tema , anche in un topos convenzionale, soggetto alla manipolazione del poeta, pp. 33-34.

15

Matteo Lefvre

to, di immaginario. Antropologi, psicologi, storici delle religioni, etnologi, critici letterari novecenteschi, da Propp a Frye, a Mircea Eliade, a Lvi Strauss, ognuno con il proprio indirizzo, non hanno potuto rinunciare, nelle loro analisi, alle categorie di tema e motivo, e non hanno potuto ignorare la referenzialit di queste ultime nei confronti di un sistema in continuo movimento e di continua prolificit quale quello dellimmaginario antropologico-culturale. Con il trascorrere dei primi decenni del Novecento, la discussione sui temi assume una dimensione pi squisitamente letteraria e le potenti sintesi e classificazioni di Propp, sempre in materia di fiabe, rispondono in parte alloggettivismo e al positivismo della maggior parte dei repertori di motivi e intrecci ottocenteschi curati da Veselovskij e colleghi. Il metodo proppiano, cos come si evince dalla sua opera pi significativa, la Morfologia della fiaba (1928), per quanto comunque contraddistinto da un atteggiamento fortemente classificatorio, adotta una terminologia meno tradizionale, anzi innovativa (il termine funzione, destinato ad avere in seguito una vasta eco nel panorama della critica, introdotto proprio da Propp), e tenta di ricostruire, sulla base delle perlustrazioni condotte allinterno dei racconti di magia, un grande modello originario capace di riassumere questa tipologia di scrittura11. E non pochi critici posteriori hanno cercato di rendere trasferibile questo modello anche sul piano della pi generale produzione e riserva letteraria. Negli stessi anni delle disamine funzionali di Propp, sempre in area sovietica, in un contesto non troppo distante dagli studi del folklore e del simbolismo mitico-religioso, si situano invece le riflessioni di Michail Bachtin sullopera di Rabelais e sui temi del realismo grottesco, provenienti alla letteratura dalluniverso dei divertimenti carnevaleschi12. Tutta una tradizione sotterranea di motivi della cultura comico-popolare, appartenenti a un principio materiale-corporeo della vita (immagini del corpo e soprattutto della corporalit, della smodatezza nel bere e nel mangiare, della vita sessuale ecc.) domina cos la letteratura delle farse, dei cicli satirici, dei fabliaux, degli

11 V. Ja. PROPP, Morfologia della fiaba, cit. La metodologia proppiana si avvale di un criterio rigorosamente scientifico che arriva a selezionare 31 funzioni presenti in pi di cento favole di magia. Sempre nel vasto repertorio di studi sulla fiaba, da ricordare, dello stesso autore, Le radici storiche dei racconti di fate, Boringhieri, Torino 1972; inoltre, tra gli altri, E. MELETINSKIJ, La struttura della fiaba, Palermo, Sellerio, 1977; nonch, di natura prettamente repertoriale, il monumentale S. T HOMPSON , Motif-Index of Folk-Literature: a Classification of Narrative Elements in Folk.Tales, Ballads, Myths, Fables, Medieval Romances, Exempla, Fabliaux, Jest-Books, and Local Legends (1932), in 6 volumi, poi rielaborato in The Folktale (1946), trad. it., La fiaba nella tradizione popolare, Milano, Il Saggiatore, 1967 (poi 1994). Molti elementi tratti dallopera di Thompson hanno altres arricchito il progetto di J.-C. SEIGNEURET, Dictionary of Literary Themes and Motifs, Westport, New York Greenwood Press, London 1988. 12 Cfr. M. BACHTIN, Lopera di Rabelais e la cultura popolare, Torino, Einaudi, 1979.

16

Per un profilo storico della critica tematica

schwanken, dei componimenti dei clerici vagantes, in nome di un mondo alla rovescia che si propone come contraltare della cultura alta e del potere costituito. Con un breve passo indietro e restando in area russa, poco prima della Rivoluzione dottobre, allinterno del Circolo linguistico di Mosca (1915), ma ancor pi nella Societ per lo studio del linguaggio poetico di Pietroburgo (1914), il binomio tema/motivo viene indagato a fondo nella ricerca delle sue possibilit e dei suoi eventuali contributi teorici per quello che riguarda le questioni sollevate in seno alla nuova metodologia di analisi del racconto. Il critico che si serve maggiormente della disponibilit delle due categorie in chiave narratologica senza dubbio Boris Tomachevskij: a lui si deve la pi completa esposizione del metodo formalista e, nellottica di questo saggio, la pi lucida dimostrazione del funzionamento di temi e motivi come elementi essenziali anche di una semiotica della narrativit. Secondo Tomachevskij, lopera letteraria, il testo narrativo viene concepito come una combinazione di proposizioni tenute insieme da unidea comune o tema. Il tema rappresenta lunit di una serie di aggregati semantici minori, i motivi, disposti secondo due tipi fondamentali di rapporti: il rapporto causale-temporale (fabula); e il rapporto non causale, ma estetico (intreccio). Questi definisce la fabula come linsieme degli avvenimenti o motivi in senso logico-temporale; mentre lintreccio linsieme degli stessi avvenimenti o motivi nella successione e nel rapporto in cui sono presentati nellopera13. Dopo la congiuntura formalista, con le propriet funzionali conferite al tema e al motivo dagli studiosi dellOpojaz e dai loro successori, lo sfruttamento e le riflessioni su queste due categorie sembrano via via venire meno. Per la verit, neppure Tomachevskij o Sklovskij destinarono un vero e proprio sforzo normativo al tema; pi che altro si servirono dei motivi come puri e semplici strumenti utili in determinati frangenti. Del resto, le metodologie degli anni successivi alle formulazioni russe, e anche allo strutturalismo praghese di Mukarovsky e colleghi, non appaiono sostanzialmente interessate a occuparsi di temi e motivi. In ambito extraletterario, invece, in questi stessi anni, hanno comunque una grossa diffusione le teorie di Carl Gustav Jung in materia di archetipi dellinconscio collettivo (non troppo diversi da motivi e temi ancestrali) e a cui la sperimentazione critica dei decenni successivi, in modo particolare negli anni Sessanta, non esiter a richiamarsi. Riprendendo il tema da un punto di vista per lo pi contenutistico e sorvolando sugli aspetti architetturali attribuiti a questa categoria dai formalisti, negli
13 B. TOMACHEVSKIJ, Teoria della letteratura, Milano, Feltrinelli, 1978, p. 185. In queste pagine, lo studioso insiste inoltre sulla differenza tra fabula e intreccio servendosi proprio dei motivi: Per la fabula hanno importanza solo i motivi legati (cio quelli fondamentali, che non si possono omettere); nellintreccio, invece, sono proprio i motivi liberi (quelli che si possono eliminare senza danneggiare lintegrit del rapporto causale-temporale degli avvenimenti) a svolgere una funzione dominante, che determina la struttura dellopera, ivi, p. 186.

17

Matteo Lefvre

anni tra le due guerre, dobbiamo ricordare in particolare la presenza di due opere che sembrano stagliarsi al di sopra del pressoch totale silenzio che caratterizza lorizzonte delle indagini tematiche. Da una parte, in Italia, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica 14 di Mario Praz costituisce un vero e proprio incunabolo di critica tematica: la prospettiva del libro esamina diacronicamente le immagini pi forti, la tematica pi scabrosa, dalle manifestazioni dellorrore agli aspetti noir, dal sesso alla putrefazione, della saison pi affascinante e duratura della letteratura del diciannovesimo secolo. Dallaltra, il macroscopico progetto filologico-ecdotico dellEuropische Literatur und lateinisches Mittelalter (pubblicato solo nel 1948 ma iniziato e composto in prevalenza gi negli anni 30), compilato in area tedesca da Ernst Robert Curtius, d luogo a un fondamentale, eccellente inventario di topoi e motivi cos come si presentano e si travasano nel passaggio dalla letteratura della tarda latinit alla fondazione e, in seguito, allo sviluppo delle letterature volgari dellEuropa centro-occidentale. Quello che si crea nei secoli, pertanto, un serbatoio di immagini e temi che, secondo la prospettiva di Curtius, alimentano e propagano il concetto stesso di tradizione, insieme a una percezione unitaria e trans-storica dellEuropa letteraria, da Omero a Virgilio, da Dante a Shakespeare, fino a Goethe. Per contestualizzare meglio lopera e anche la sua importanza in anni cos pericolosi per lEuropa a causa della progressiva affermazione dei regimi totalitari, e per concretizzare ancor di pi la posizione ideologica dellautore nella Germania di Hitler, va notato che egli concepisce e d vita al suo progetto, imperniato su una visione complessiva della storia e della letteratura del Vecchio Continente, proprio nel momento in cui lascesa prepotente del Nazismo, in direzione opposta al periodo illuminato di Weimar, sembrava togliere qualsiasi aspettativa e speranza di possibile collaborazione politico-culturale in ambito europeo. Curtius lintellettuale della Krisis che riflette sulla povert etica del regime, sulla sua vuota retorica nazionalistica, che si pone dalla parte della cultura europea e rifugge dalle turpitudini della contingenza e della propaganda appoggiandosi alla tradizione. La tradizione letteraria, ovviamente; e soprattutto ci che la nutre e la convalida: la topica storica15.

14 M. PRAZ, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, Milano-Roma, Ed. La Cultura, 1930. 15 E. R. CURTIUS, Europische Literatur und lateinisches Mittelalter (1948), trad. it., Letteratura europea e Medio Evo latino, La Nuova Italia, Scandicci (Firenze) 1992. Soffermandoci ancora un momento su questo testo capitale in una storia della tematologia, interessante, su un altro versante, la stroncatura che anche Croce mette in atto nei confronti del metodo filologico-topologico su cui si basa la struttura dellopera. I pregiudizi crociani, e pi in generale idealistici, nei confronti delle discipline storico-filologiche non sono una novit; per di pi notavamo in precedenza la prevenzione dello stesso critico verso le ricerche tematologiche, che appunto si fondano, come operazione primaria, sui dati materiali del testo. A

18

Per un profilo storico della critica tematica

Dopo la cesura costituita dal secondo conflitto mondiale, lincontro della critica con i temi letterari trova nuovi e originali spunti di riflessione. Nellambito di una discussione sulla possibilit, la coerenza e lopportunit di una storia letteraria, Ren Wellek commenta tuttavia in maniera tuttaltro che favorevole la validit delle storie basate sullapproccio tematico:
Le distinte versioni di una storia non stabiliscono alcun rapporto n alcuna continuit necessaria come accade invece per il metro e per lelocuzione. Definire tutte le diverse versioni, poniamo, della tragedia di Maria Stuarda, che si son date nel corso della letteratura, potrebbe riuscire di un qualche interesse per la storia del sentimento politico, e finirebbe anche per illustrare incidentalmente i mutamenti verificatisi nella storia del gusto e perfino il mutare delle concezioni della tragedia e tuttavia si tratta di un fenomeno che non ha una sua vera coerenza o una sua vera dialettica e che perci non presenta nessun problema critico; la Stoffgeschichte , di ogni storia, la meno letteraria16.

Lidea di una tematologia, di una stoffgeschichte appunto, non poteva chiaramente soddisfare la riflessione dei New Critics, propensi invece a ipotizzare lavvento e la canonizzazione, gi auspicati da Jakobson, di una storia che si presentasse come storia dei testi e delle loro caratteristiche formali, come una storia della letterariet (literaturnost)17. Le posizioni allinterno del New Criticism, comunque, con il tempo si mitigano: [...] nello stesso modo in cui facile concepire il tema come il contenuto del racconto, possiamo anche concepirlo come il principio formale attraverso il quale vengono messi in relazione vitale gli altri elementi. Quindi, in fin dei conti, la storia il tema, e il tema la sua storia18. Negli anni Sessanta, la ricerca teorica e metodologica destinata allanalisi del testo letterario trova, soprattutto in Francia, nuova linfa e nuovi stimoli. I dibattiti sorti in seno alla Nouvelle Critique, che coinvolgono nella congerie

proposito del lavoro di Curtius e indirettamente delimitando lestensione critica degli studi topologici Croce dichiara di avere [...] una particolare sensibilit, per non dire un particolare sospetto, verso i filologi, che si vantano di avere lo splendore delle idee, e che [...] quelle idee sono altrettanto sbagliate o stravaganti quanto per contrario utile e servizievole la filologia senza splendore. [...] la filologia non la critica e non la storia [...], B. CROCE, Dei filologi che hanno idee, in Quaderni della Critica, VI, n. 16, 1950, pp. 118-121 (la parte citata alle pp. 118-119). 16 R. WELLEK A. WARREN, Theory of Literature [1949], trad. it., Teoria della letteratura, Bologna, Il Mulino, 1982, p. 354. 17 Proprio Jakobson sosteneva in proposito: Oggetto della scienza della letteratura non la letteratura, ma la letterariet (literaturnost), cio ci che di una data opera fa unopera letteraria, citato da B. Ejchenbaum, La teoria del metodo formale, in T. TODOROV, I formalisti russi, Torino, Einaudi, 1968, p. 37. 18 C. BROOKS J. T. PURSER R. P. WARREN, An approach to literature, citato in W. SOLLORS, La critica tematica oggi, in Lasino doro, V, n. 9, 1994, pp. 159-160.

19

Matteo Lefvre

delle operazioni ermeneutiche anche discipline originariamente distanti dalla pratica critica e letteraria tout court (marxismo, psicanalisi...), non possono ignorare il discorso sui temi e motivi letterari, che assumono un ruolo essenziale nella messa a punto e nella canonizzazione di una vera e propria critica tematica. I pi autorevoli rappresentanti della critique thmatique, Poulet, Richard, Starobinski, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, procedono nelle loro indagini tentando di riordinare le reti tematiche disposte e allargate dagli autori allinterno delle diverse opere, e su quei legami tematicamente sospetti impostano la propria querelle interpretativa e fondano il proprio rischio critico. La thmatique francese e colui che risulta esserne lispiratore, Gaston Bachelard, rappresentano un punto nodale in una storia della tematologia: infatti, prima delle avventure fenomenologico-filosofiche bachelardiane e soprattutto delle operazioni critiche di Poulet e Richard, non possibile ritrovare un fondo comune, un simile orientamento prestabilito e diffuso alla base di numerose opere, e per lo pi in un contesto geografico-linguistico e temporale ristretto e contemporaneo. Alcune definizioni del tema fornite dai critici francesi testimoniano dellattenzione riservata a temi e motivi in quanto indizi importanti di come la coscienza dei vari autori ha lavorato al momento della creazione dellopera:
Le thme [...] nest rien dautre que la coloration affective de toute exprience humaine, au niveau o elle met en jeu les relations fondamentales de lexistence, cest--dire la faon particulire dont chaque homme vit son rapporte au monde, aux autres et Dieu. (S. Doubrowski)19 Un thme serait un principe concret dorganisation, un schme ou un objet fixe, autour duquel aurait tendance se constituer et se dployer un monde [...]. Le reprage des thmes seffectue le plus ordinairement daprs le critre de rcurrence: les thmes majeurs dune oeuvre, ceux qui en forment linvisible architecture, et qui doivent donc pouvoir nous livrer la clef de son organisation, ce sont ceux qui sy trouvent dvelopps le plus souvent [...]. La rptition [...] signale lobsession. (J.-P. Richard)20 On mettra au premier rang comme il convient, les images avant les ides. On mettra en premier rang, comme il convient, les images naturelles, celles que donnent directement la nature, celles qui suivent la fois les forces de la nature et les forces de notre nature, celles qui prement la matire et le mouvement des lments naturels, les images que nous sentons actives en nous mmes, en nos organes. (G. Bachelard)21 Le thme est itratif [...]. Le thme est substantiel [...]. Le thme supporte tout un systme de valeurs; aucun thme nest neutre [...] (il sassocie dautres thmes) pour constituer un

S. DOUBROWSKI, Pourquoi la nouvelle critique, Paris, Mercure de France, 1970. J.-P. RICHARD, Lunivers imaginaire de Mallarm, Paris, Seuil, 1961, pp. 24-25. 21 G. BACHELARD, LEau et les rves, Paris, Corti, 19662, p. 247. Del testo esiste anche una traduzione italiana: Psicanalisi delle acque, Como, RED edizioni, 1987.
20

19

20

Per un profilo storico della critica tematica rseau organis dobsessions, un rseau de thmes qui nouent entre eux des rapports de dpendance et de rduction. (R. Barthes)22

Richard illustra sinteticamente quello che considerabile come latteggiamento pi complesso e criticamente originale di questa tematica fondata sul rilievo fenomenologico e sullo svelamento del pensiero degli autori:
Litration mme des motifs et une certaine austrit du matriel sensible nous y garantissent, sous la complexit des lacis ou des modulations, la rigueur du dveloppement thmatique [...]. Nous croyons de mme que la critique peut sassigner pour tache de vaincre, pas pas, lapparent dsordre de loeuvre 23.

Questa metodologia opera, dunque, al livello della coscienza: la localizzazione e linterpretazione dei motivi presenti nelle opere e della rete tematica da essi generata non si limita quindi alla sola sfera di unermeneutica fenomenologica, bens amplia e al contempo costringe il raggio dazione delle sue analisi nellorizzonte fascinoso e temibile dellinconscio. La thmatique ha degli strettissimi rapporti con la psicanalisi e con la zona pre-riflessiva della coscienza, quella che, secondo Bachelard, in primo luogo produttrice di immagini, e in cui si origina la rverie, limmaginazione fantastica. E anche la neonata psicocritica di Mauron e Weber, sebbene con finalit ermeneutiche ed esiti a volte diversi, si serve di un impianto euristico di tipo tematico 24. lindividuazione di una serie di temi e motivi pi o meno ricorrenti che permette a Mauron di riscontrare, allinterno di un autore o di unopera, la presenza di alcune immagini ossessive e infine un peculiare simbolismo inconscio; il metodo psicocritico, in base a questa impostazione tematica, tenta dunque [] di distinguere le reti di associazioni, le figure mitiche chesse delineano, e infine le relazioni drammatiche tra queste stesse figure25. Tuttavia, al di l del fascino e della suggestione di certe formulazioni, va sottolineato anche che una diretta conseguenza del metodo critico e soprattutto dellinterpretazione del tema che vede coinvolta la scuola francese , senza dubbio, lo scarso rilievo attribuito al punto di vista storico. Di fatto, lidea di una critica connotata princi-

22 R. BARTHES, Michelet par lui-mme, Paris, Seuil, 1954. Anche di questopera consultabile una versione italiana: Michelet, Napoli, Guida, 1989. 23 RICHARD, Lunivers imaginaire..., cit., pp. 22-23. 24 In particolare, cfr. C. MAURON, Des mtaphores obsdantes au mythe personnel (1963), trad. it. Dalle metafore ossessive al mito personale, Milano, Il Saggiatore, 1966; J.-P. WEBER, Gense de loeuvre potique, Paris, Gallimard, 1960; e, dello stesso, Domaines thmatiques, Paris, Gallimard, 1963; e Stendhal. Les structures thmatiques de luvre et du destin, Paris, Socit ddition dEnseignement Superieur, 1969. 25 MAURON, Dalle metafore ossessive... cit., p. 12.

21

Matteo Lefvre

palmente da coordinate soggettive e psicologiche (sia in riferimento allautore che allattitudine del critico) e mirante con un rapporto diretto a mettere in risalto i temi profondi, collegati tra loro e scaturiti dalla rverie poetica di uno scrittore allinterno della sua opera, automaticamente decide di ignorare o comunque di porre in secondo piano le componenti ermeneutiche derivanti dallanalisi storico-culturale di questo o quel tema. Su un altro versante, poi, la grande stagione strutturalista si orienta in modo ambiguo nei confronti del tema. Se, da un lato, la metodologia di Barthes e di tutto il movimento rifiuta i motivi e i temi letterari come semplici elementi di contenuto, dallaltro, questi ultimi risultano spesso funzionali nelle costruzioni e nelle architetture dellanalyse du rcit. Sebbene, quindi, specialmente nelle soluzioni pi estreme delle poetiche strutturali, una tematica letteraria tradizionale, storico-filologica, venga ufficialmente rifiutata, il concetto di tema, al contrario, si dimostra molto spesso utile nelloperazione di sezione del testo e nellorizzonte complesso e multiforme delle ricerche di semiotica. La semiologia matura dello stesso Barthes e di Greimas non discute infatti assolutamente sulla validit epistemica di categorie di sicura quanto mobile evidenza come tema e motivo 26. Per ci che concerne lultimo trentennio del Novecento, le questioni, i dubbi e i dibattiti critici dedicati al tema in letteratura sono davvero storia recente: dallatteggiamento ostile di un certo estremismo anti-contenutistico dilagato negli anni settanta a seguito del profluvio di tesi e testi strutturalisti alla riscoperta delle suggestioni e delle chances offerte dalla tematologia allinterno dei simposi degli anni Ottanta, fino al definitivo recupero e allimponente ritorno di una critica tematica, corredato di un nuovo impegno teorico, nel decennio che ha appena chiuso non solo il nostro secolo, ma lintero millennio. La dogmatica strutturalista, negli anni Settanta, si orienta fondamentalmente sul piano delle strutture dellopera e, da un lato, tende a sminuire gli elementi materiali, il contenuto testuale materiale che, potremmo dire, va semplicemente a confluire nelle strutture stesse , dallaltro, mette in secondo piano la fase dellinterpretazione, sorvolando su quei contenuti e sullindagine della loro

26 Cfr., a questo proposito, R BARTHES, Elementi di semiologia, Torino, Einaudi, 1966; e, dello stesso, Introduzione allanalisi strutturale dei racconti, in AA. VV., Lanalisi del racconto, Milano, Feltrinelli, 1969. Barthes parla di nuclei e catalisi, che in sostanza non differiscono dai motivi legati e dai motivi liberi di Tomachevskij. Nel modello attanziale di Greimas, invece, gli attanti sono categorie semantico-sintattiche nate dalla riorganizzazione delle funzioni proppiane: questi utilizza il concetto di ruolo tematico per antropomorfizzare, per tematizzare appunto gli attanti prima che divengano propriamente attori. Per questultimo discorso, cfr. J. GREIMAS, Les Actants, les Acteurs et les Figures, in AA. VV., Smiotique narrative et textuelle, Paris, Seuil, 1973; e, dello stesso, Maupassant. La smiotique du texte: exercises pratiques, Paris, Seuil, 1976.

22

Per un profilo storico della critica tematica

referenzialit extratestuale. Riassumono la condizione di inferiorit critica della tematica e dei suoi materiali (temi, motivi e topoi) Claude Bremond e Thomas G. Pavel in un articolo dal titolo emblematico, La fin dun anathme, pubblicato nel 1988 su Communications:
Nous voici en tout cas conduits imaginer une division tripartite de loeuvre en matriau thmatique, plan structural (design) et contenu hermneutique. Dans la logique de cette position, la thmatique sidentifierait au matriau et sopposerait par l au structural et linterprtatif. En litige sur limportance relative de ces deux derniers facteurs, les tenants de la structure et ceux de linterprtation seraient au moins daccord pour carter de leur dbat le matriau, donc le thmatique, relgu au rang de support insignifiant dune signification qui mergerait soit de la structure, soit des inteprtations de la structure 27.

Del resto, lo Strutturalismo ortodosso lavora a un livello esclusivamente testuale; la sua dottrina, pur con le diverse sfumature dalle prese di posizione pi integraliste, tese a ridurre leccessivo libertinismo critico che aveva caratterizzato il periodo immediatamente precedente in nome di una vera e propria textoltrie, alle ipotesi con punti di contatto pi espliciti in direzione della semiotica e di un recupero della dignit semantica dei motivi letterari circoscrive il campo di analisi allinterno del testo studiando e vagliando le strutture che lo sorreggono e che lo organizzano. Il contenuto stesso direttamente colto, il pi delle volte, come semplice ripieno di quelle strutture: da qui lemarginazione del tema tradizionalmente, e quindi contenutisticamente, concepito. Nel decennio successivo, per, fino alla soglia degli anni Novanta, la situazione di emarginazione e di interdetto in cui la tematologia si era trovata nel periodo precedente muta in maniera netta. Gli studiosi sembrano reinterrogarsi sulle motivazioni di fondo della tematica, sembrano provare la necessit o comunque la volont di riesaminare i fondamenti teorici e i procedimenti epistemici ed ermeneutici degli studi critici orientati intorno ai temi. La diretta conseguenza di questo rinnovato interesse per le questioni della tematologia rappresentata, in sede critica e storica, dallorganizzazione di una serie di convegni sullargomento a distanza decisamente ravvicinata sia geograficamente che temporalmente (cinque colloqui in circa un decennio, di cui tre a Parigi, 1984, 86, e 88, e due a Bruxelles, 1976 e 84) 28.
27 C. BREMOND T.G. PAVEL, La fin dun anathme, in Communications, n. 47, 1988, p. 211. Di BREMOND, in particolare, cfr. anche Au de et au del dun conte. Les devenir des thmes (1993), trad. it. Il divenire dei temi. Al di qua e al di l di un racconto, Firenze, La Nuova Italia, 1997. 28 Offriamo uno specchietto dei colloqui e delle relative pubblicazioni: Thmatique et thmatologie (Bruxelles, 1976): Thmatique et thmatologie, in Revue des langues vivantes, 43.5, 1977.

23

Matteo Lefvre

Le riunioni che hanno avuto luogo a Parigi rivestono senza dubbio, nel contesto della nuova attenzione conferita alla tematica, il ruolo di primo piano. La profondit e la particolarit degli studi apparsi nei fascicoli dedicati a questi incontri non fanno altro che testimoniare e confermare il rinnovato interesse per il tema in sede letteraria che effettivamente si manifesta in questi anni; interesse, da un lato, rivestito di una certa conoscenza pregressa dellargomento da parte dei ricercatori intervenuti in quelle sedi, dallaltro, stimolato anche da una volont e da un intento quasi pionieristico per ci che riguarda alcune suggestioni critiche pi originali e pi estreme. Il titolo stesso dei tre convegni parigini inequivocabile nel tentativo di formulare e sistemare i principi e le opzioni fondamentali di questa branca: Pour une thmatique. Nella Prsentation al numero 60 di Strumenti critici numero che raccoglie gli interventi di Pour une thmatique III e che esamina, con il senno di poi, anche la serie delle disquisizioni iniziate nel 1984 la necessit di circoscrivere e delimitare il terreno delle ricerche tematiche emerge in maniera nettissima:
Surtout, en raction aux ruses dvacuation ou de contournement de certains thoriciens rcents, nous nous tions convaincus de la prsence inluctable de la notion de thme au coeur de linstitution et de la pratique littraires: par consquent, de la ncessit urgente de passer du simple discours sur le thme la fondation de la thmatique, envisage comme discipline autonome dtude de textes 29.

Nel contesto di una storia della critica, dunque, questo periodo costituisce un terreno fertile per gli studi tematici: non solamente bisogna mettere in luce lazione e il rinnovato interesse per il tema concretizzatosi nella serie di incontri e dibattiti sullargomento e negli indici di non pochi periodici, ma il caso di ricordare anche che alcuni saggi e monografie pubblicati in questo arco di tempo riservano in misura maggiore o minore una considerazione cosciente al coinvolgimento e al ruolo del tema nelluniverso della critica letteraria. In Italia,

Thmatique et thmatologie II (Bruxelles, 1984): alcuni estratti sono raccolti in M. VANHELLEPUTTE L. SOMVILLE, Motifs in Art and Literature, Leuven, Vitgeverij Peeters, 1987. Pour une thmatique l (Parigi, 1984): Du thme en littrature, in Potique, XVI, n. 64, 1985. Pour une thmatique II (Parigi, 1986): Variations sur le thme, in Communications, 47, 1988. Pour une thmatique III (Parigi, 1988): Pour une thmatique, in Strumenti critici, IV, 60, 1989. 29 Prsentation, in Strumenti critici, IV, 60, 1989, p. 148.

24

Per un profilo storico della critica tematica

ad esempio, in questo stesso giro danni, vanno considerati in tutta la loro importanza gli studi di Segre30, nonch le indagini di Pozzi sul luogo comune31. Werner Sollors, nellintroduzione a The Return of Thematic Criticism (1993)32, offriva un quadro della situazione singolare in cui era coinvolta la critica tematica negli Stati Uniti fino al 1990. Se, da una parte, era innegabile il ritorno di un certo interesse teorico e pratico per il tema e per le sue possibilit di indagare e interpretare il testo letterario, dallaltra, invece, era altrettanto lampante latteggiamento di ripulsa dei critici, allinterno di repertori e bibliografie tecniche, a etichettare i propri studi come tematici. Sollors riscontra infatti allinterno degli indici per argomento della Modern Language Association un declino, se non una vera e propria scomparsa, dei lemmi tema e motivo, laddove una pratica tematica era rimasta e rimaneva attiva:
Judging by a first brief glance at the annual bibliographies and the indexes to convention programs of the Modero Language Association, thematological research seems to have undergone a significant decline. This appears to be true especially over the course of the past decade. Yet such meeting topics as Images of the Holocaust in Fiction [...] Heterosexism in Utopian and Dystopian Literature [...] Images of Women in Multi-Ethnic Literature all of which still appeared under the heading Themes in the programs of 1976 and 1977 have hardly disappeared from the horizon of the members of the Modern Language Association. If anything, they appear to have proliferated; but such topics are now no longer perceived to fall under the rubric of Themes and are instead listed under a variety of new categories33.

Da parte degli studiosi, pertanto, si voleva, secondo Sollors, evitare di definire il proprio lavoro come tematico e si preferiva il giro di parole literary treatment of [...] themes34. Al tema si era sostituita, dunque, a livello bibliografico, la locuzione trattamento di. Occorre domandarsi il perch di questa

30 Cfr. C. SEGRE, Tema/motivo, in Avviamento allanalisi del testo letterario, Einaudi, Torino 1985, pp. 331-356. Da evidenziare, dello stesso Segre, anche gli articoli scaturiti dagli interventi nei convegni a cui si fatto riferimento: Du motif la fonction, et vice versa, in Communications, n. 47, 1988, pp. 9-22, poi tradotto in italiano in Notizie dalla crisi, Torino, Einaudi, 1993, pp. 211-226; e Analyse thmatique exprimentale dun roman (La malora de Beppe Fenoglio), in Strumenti critici, IV, n. 60, 1989, pp. 163-178, anchesso tradotto in Intrecci di voci, Torino, Einaudi, 1991, pp. 117-133. 31 Cfr. G. POZZI, Sul luogo comune. Poscritto 1996, in Alternatim, Milano, Adelphi, 1996; e La rosa in mano al professore, Friburgo, Edizioni universitarie, 1974. 32 W. SOLLORS, The Return of Thematic Criticism, Cambridge (Massachussetts) London (England), Harvard University Press, 1993. Di questultimo, si veda anche linteressante articolo La critica tematica oggi, in Lasino doro, V, n. 9, 1994, pp. 156-181. 33 SOLLORS, Introduction, in The Return..., cit., pp. XI-XII. 34 Ivi, pp. XII-XIII.

25

Matteo Lefvre

paura, e ancora di pi per quale ragione while one could probably argue that, de facto, thematic criticism has grown enormously, few scholars now seem to be willing to approach methodological issues of thematic criticism, or to look at their own works in the context of thematics35. Laccento va posto su quel few scholars: nonostante levidenza, solamente pochi studiosi tendono a collocare volontariamente i propri studi nellorizzonte della tematica, e una prima ragione di questo atteggiamento senzaltro riconducibile allinterdetto subito dalla tematologia negli anni dello Strutturalismo trionfante; addirittura, secondo Sollors, non sembra esserci necessit alcuna di motivare lanatema del quale sono rimasti vittime il tema e lapproccio critico su di esso fondato: Thematics is regarded so pass that it does not even seem to describe a rationale for its undesiderability36. Tuttavia, la pubblicazione dellantologia di Sollors sintomatica dellorientamento critico che da diversi anni si protende con maggiore destrezza, e non solo negli Stati Uniti, verso il territorio della tematologia. Lostracismo sofferto dal tema a causa dellinstabilit della sua nozione e dei pregiudizi della Critica anche solo quello riservato alle intitolazioni e alle bibliografie , ormai venuto finalmente meno. Sollors mette infatti in luce il superamento di quellinnegabile discrepanza attiva ancora, in parte, durante il passato decennio tra la condanna teorica degli approcci di tipo tematico, da un lato, e luso e la pratica di questi, dallaltro. In effetti, gli anni Novanta non fanno altro che proseguire quellattitudine volta a riconsiderare lo studio del tema e delle possibilit critiche realizzabili attraverso di esso che gli anni precedenti avevano in un certo qual modo annunciato e testimoniato. Le sistemazioni americane in materia di tematica compendiano e a loro volta completano lesercizio di elaborazione sia definitoria che metodologica che aveva trovato terreno fertile nel contesto dei convegni parigini, e da cui erano scaturiti non pochi e non poco rilevanti contributi per la definizione e la canonizzazione di una critica tematica. Di certo, infatti, non una combinazione che molti degli articoli provenienti dai colloqui di qualche anno prima convergano, selezionati e tradotti, nellantologia di Sollors e in unaltra successiva a cura di Claude Bremond, Joshua Landy e Thomas G. Pavel, Thematics: new approaches (1995)37. E daltro canto rimane altrettanto vero il fatto che la presenza di studiosi americani si faceva gi sentire nel panorama degli interventi critici dei colloqui suddetti. Sottolineata limportanza di un ritorno di una metodologia operante per temi e su temi nelluniverso della pi complessiva storia della critica, ad ogni modo,

Ivi, p. XIII. Ibid. 37 C. BREMOND J. LANDY T. G. PAVEL, Thematics: new approaches, Albany, State of New York University Press, 1995.
36

35

26

Per un profilo storico della critica tematica

dobbiamo ammettere che, nonostante le energie profuse in sede di riflessione teorica, pressoch impossibile applicare ununivoca o quantomeno sicura definizione, un apparato di regole canonizzate e inderogabili, che indichi e circoscriva questa disciplina. Bremond, Landy e Pavel, nellintroduzione allantologia menzionata poco sopra, non possono infatti non constatare che, s, Literary study cannot afford to ignore the theme, ma, al contempo, che thematics is a rather undisciplined discipline38. Eppure, la critica tematica sembra trovare la sua forza proprio nel suo essere non sistematica, non rigidamente definibile, e praticabile con diversi presupposti e finalit: la disorganicit finisce infatti per garantire un approccio molteplice alle reti tematiche che contraddistinguono un determinato autore, una particolare corrente o perfino unintera stagione letteraria; la mancanza di norme troppo severe permette realmente lesistenza di unampia gamma di fenomenologie che valorizzano il tema sia sul versante euristico sia su quello ermeneutico. Nellottica delle discussioni emerse e pubblicate specialmente in area statunitense, ma anche attraverso le esperienze critiche concrete che vari studiosi hanno messo in pratica in tempi recenti, alla tematica quindi concesso effettivamente un posto di rilievo: i lavori di Sollors e colleghi, in un primo momento, desiderano richiamare e valutare le conquiste ottenute in ambito tematologico, i punti fermi che caratterizzano questo orizzonte di studi; e, in seguito, tendono a riassestare e convalidare questi ultimi anche alla luce di contributi critici di derivazione e indirizzo differente 39. Estendendo lo sguardo, la molteplicit delle metodologie, i numerosi compromessi accettati con altre discipline della sfera delle scienze umane (psicologia, antropologia, sociologia ecc.), la variet dei tentativi e dei risultati hanno fatto s che la tematica assumesse, dunque, in questi ultimi anni, una posizione rilevante nel pano-

BREMOND LANDY PAVEL, Introduction a Thematics..., cit., p. I. La prima parte dellantologia Thematics: new approaches si intitola sintomaticamente Reassessing Thematics. Particolare il caso dellimagologia, la quale soprattutto secondo le ricerche attuate appunto dagli studiosi americani pu collaborare ampiamente a integrare le analisi tematiche: lo studio di una o pi immagini, soprattutto seguendo un punto di vista storico, si collega naturalmente alla tematologia. In pratica, limmagine percepita come tema e viceversa; unimmagine che non deve necessariamente avere un riscontro oggettivo nella realt, ma che, il pi delle volte, assimilabile alle fantasie e alla capacit figurativa insita nellimmaginario collettivo di un popolo, di una trib, di un periodo, oltre che in quello individuale di un autore, di un soggetto storico con il suo bagaglio di cultura ed esperienza: The study of images, in its best and most coherent form today, is linked to the examination of the group and individual fantasies, both the fantasies of the group generating the images as well as those internalizing these images. Cultural artifacts serve to shape and focus these fantasies. They have no privileged status except as the means by which a society provides the context for the public expression of these fantasies. They provide access to these images, S.L. GILMAN, Themes and the Kernel of truth, in SOLLORS, The Return... cit., p. 296.
39

38

27

Matteo Lefvre

rama della critica letteraria: non sono mancati e non mancano un po ovunque, Italia compresa, esempi di disamine critiche impostate intorno al tema 40. Questa traiettoria della tematologia in ambito italiano ha avuto una significativa declinazione nel volume Il Romanzo. Temi, luoghi, eroi, a cura di F. Moretti, vol. IV, Torino, Einaudi, 2003; e, soprattutto, nel monumentale progetto di pubblicazione del Dizionario Tematico della Letteratura, a cura di Pino Fasano, Mario Domenichelli e Remo Ceserani, in corso di stampa un nuovo efficace strumento di ricerca e opera damore, di passione; ma di passione quale pu esistere oggi, cio culturale, che, in qualche modo, collima con la storia individuale degli stessi curatori, formatisi nellambito della cultura anglosassone e delle discipline comparatistiche. Negli ultimi anni, si anche assistito a una interessante intersecazione con gli studi antropologici (come dimostrano gli studi tra antropologia e letteratura di Anita Seppilli, Poesia e magia, Torino, Einaudi, 1971 e il pi recente Maurizio Bettini, Nascere, Torino, Einaudi, 1998, il quale dirige la collana di studi tematici Antropologia del mondo antico, per la casa editrice del Mulino), mentre lattenzione critica tende a concentrarsi su figure-miti, su tipi che implicano cio macrostrutture tematiche, come Edipo, Ulisse, Don Giovanni (si pensi soltanto a Piero Boitani, Lombra di Ulisse: figure di un mito, Bologna, Il Mulino, 1992). Ma anche si pensi ad alcuni testi relativamente recenti che suggeriscono non pochi spunti teorici e pratici per il procedere critico: come il lavoro di Francesco Orlando, Gli oggetti desueti nelle immagini della letteratura. Rovine, reliquie, rarit, robaccia, luoghi inabitati e tesori nascosti, Torino, Einaudi, 1993; e di Remo Ceserani, Treni di carta: limmaginario in ferrovia: lirruzione del treno nella letteratura moderna, Genova, Marietti, Genova 1993; e lesperienza della rivista LAsino dOro (1990-1994), diretta congiuntamente da Franco Bioschi, Remo Ceserani, Lidia De Federicis, Costanzo Di Girolamo, Giulio Ferroni, Franco Marenco e Giuseppe Sertoli. Su un piano repertoriale, va citato almeno il recentissimo lavoro sullepica rinascimentale di Giancarlo Bettin, Per un repertorio dei temi e delle convenzioni del poema epico e cavalleresco: 15201580 (Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arte, 2006, 2 voll.). In conclusione, il modo in cui gli studiosi doltreoceano affrontano il ritorno di una teoria e di una prassi di questo tipo denuncia un intento che si potrebbe definire addirittura militante. Lo stesso Werner Sollors, ad esempio, ha dedicato un suo recente saggio alla tematica interrazziale nella letteratura, evidenziando

40 Riassume il panorama R. LUPERINI, Dalla critica tematica allinsegnamento tematico della letteratura: appunti per un bilancio, in Allegoria, XV, n. 44, 2003, pp. 114-122. Vanno anche citati F. ORLANDO, Topoi of Realism: The Metamorphosis of Colors, in SOLLORS, The Return..., cit., pp. 209-216; R. CESERANI, Lo straniero, Laterza, Roma-Bari 1998; M. FUSILLO, Laltro e lo stesso: teoria e storia del doppio, Firenze, La Nuova Italia, 1998; P. FASANO, Letteratura e viaggio, Roma-Bari, Laterza, 1999.

28

Per un profilo storico della critica tematica

proprio quei motivi ricorrenti che testimoniano in determinati casi lavvenuta integrazione culturale, a parziale compimento della pi ampia e complessa integrazione tra la societ bianca e quella nera41. E dalla questione razziale, il discorso si allarga spesso verso un orizzonte pi generale: non mancano studi tesi a individuare temi e motivi specifici e indicativi di contesti e conflitti etnici e sociali42. Infine, lanalisi tematica risultata funzionale anche nelluniverso dei gender studies e in relazione ai problemi dellidentit/discriminazione sessuale di gruppi e individui43. La tematica, pertanto, pur con la sua innata tendenza allanti-sistematicit per quello che riguarda le sue definizioni, i suoi orientamenti, le sue motivazioni e i suoi metodi dinterpretazione, costituisce, a nostro avviso, un punto fermo nellorizzonte storico-critico, e culturale in genere, degli ultimi anni: sul piano della critica letteraria, con il suo ritorno alla dimensione materiale, contenutistica e formale insieme, del testo e dellattenzione rivolta ad esso, rappresenta un vero e proprio salvacondotto per uninterpretazione efficace di questultimo; il suo frequente intreccio con discipline quali lantropologia e la psicologia garantisce il suo ruolo di paradigma forte anche nel panorama dellinterdisciplinariet tra settori di ricerca; e infine, sul versante delle analisi di carattere storico-sociale, come dimostrano i recenti studi americani, lindividuazione di un particolare tema pu risultare significativa nello studio di un immaginario e di una serie di interessi propri di determinati gruppi etnici, categorie sociali ed aree linguistico-culturali.

41 W. SOLLORS, Neither Black nor White yet Both: Thematic Exploration of Interracial Literature, Oxford University Press, New York 1997. Sempre ai problemi di una tematica razziale si lega in particolare un altro testo nordamericano degli anni Novanta: L. A. DOYLE, Bordering on the Body: the racial matrix of modern fiction and culture, Oxford University Press, New York 1994. 42 La letteratura critica sullargomento chiaramente abbondante; ci si limita qui a menzionare, tra gli altri e con ulteriori riferimenti, M. K. BOOKER, Literature and Domination: Sex, Knowledge, and Power in Modern Fiction, University Press of Florida, Gainesville [etc.] 1990. Anche in Italia, negli ultimi anni, possibile riscontrare un approccio simile: cfr., ad esempio, per ci che riguarda il contesto spagnolo e ispanoamericano, V. DE TOMASSO, Il tema della schiavit nella letteratura cubana, Roma, Bonacci, 1990; e, pi recente, G. BELLINI, El tema de la dictadura en la narrativa del mundo hispnico: siglo 20, Roma, Bulzoni, 2000. 43 Anche in questo caso riportiamo soltanto titoli recenti e particolarmente significativi: cfr., inizialmente, per uno sguardo complessivo, J. STILL M. WORTO, eds., Textuality and Sexuality: reading theories and practices, Manchester New York, 1993, che dedica unattenzione relativa a temi e motivi; ma soprattutto, per la netta impostazione tematica, P. BROOKS, Body Work: Objects of Desire in Modern Narrative, Cambridge (Mass.) London, Harvard University Press, 1993.

29

Anda mungkin juga menyukai