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Esiste la possibilit di un incontro tra le spiritualit che vada al di l della semplice tolleranza (valore fondamentale e sacrosanto)?

E questo non il tempo propizio per varcare questa soglia? Non ci dicono tanti segni che questi tempi sono maturi per una pi vasta apertura della coscienza umana? possibile una impollinazione tra spiritualit (non religioni!) diverse? Questo, e altro, abbiamo cercato di vivere domenica 18, quando un gruppo di persone con storie personali e culture molto diverse - invitate dallassociazione Ditaubi - si sono incontrate per dialogare con Alberto Camici, a partire dal suo libro dedicato a Giovanni Vannucci, Uomo di luce, stampato da Il segno dei Gabrielli, una piccola ma straordinaria casa editrice, che edita anche la rivista Un futuro per luomo, ispirata allopera di Teilhard de Chardin. Personalmente lincontro con lopera di padre Giovanni (di cui questanno ricorre il ventennale della scomparsa) stato fondamentale nel mio viaggio di circumnavigazione interiore e di riscoperta della fede, cos come la visita a S. Pietro alle Stinche, leremo toscano in cui vissuto e che ancora parla della sua presenza, e dove si dedic allo studio e alla contemplazione. Servo di Maria (di quella Maria che amava definire Anima mundi), spesso costretto al silenzio per le sue posizioni avanzate (prima del Vaticano II), amico fraterno di Turoldo, Vannucci figura per fortuna scoperta da sempre pi persone, grazie anche alla pubblicazione dei suoi libri fondamentali da parte della Mondadori. Il libro di Camici lindicazione di un possibile cammino spirituale attraverso lopera luminosa di un grande mistico del nostro tempo. Le prime due parti del libro collocano Vannucci nel suo tempo, accanto a figure come David Maria Turoldo, Camillo de Piaz, Ernesto Balducci, Zeno Saltini, fondatore di Nomadelfia. Ne ricostruiscono le fonti assolutamente originali nella cultura cattolica novecentesca italiana (ricordo su tutto lattenzione per il simbolo, per la psicoanalisi junghiana, per il pensiero tradizionale di Guenon, per lOriente) e chiariscono la sua attenzione per una spiritualit sempre incarnata nella totalit dellessere umano, contro ogni riduzione o intellettualistica o sentimentale. La terza parte il percorso di cui dicevo attraverso le parole e le opere bellissime (mi sia permesso di dire: anche nella scrittura trasparente e rasserenata) di Vannucci. Nella conclusione Camici analizza la realt contemporanea alla luce delle indicazioni precedenti, con alcune idee forte, di cui Vannucci stato profeta: la consapevolezza che ci troviamo in una fase di mutazione su scala cosmica, come se lintero antropocosmo (direbbe Marco Guzzi), stesse varcando una soglia, e la necessit di bruciare definitivamente i residui secolari di una cultura egocentrata, individualistica, meccanicistica, recuperando una visione olistica in cui uomo e natura, materia e spirito siano nuovamente pensati insieme. Camici ha spaziato anche in altre direzioni, utilizzando le sue vaste conoscenze relative allesoterismo cristiano, cui ha dedicato il bellissimo La fonte e il cuore. Cristianesimo e iniziazione (Edizioni Appunti di viaggio). I frutti di questo incontro sono stati molteplici, almeno per me: prima di tutto il richiamo forte alla dimensione del silenzio, in cui avviene lincontro con Dio e lunificazione dellinteriorit, la necessit di riscoprire (o valorizzare) quella dimensione mistica (spesso fraintesa) dove si riunificano quelle coscienze che compiono il cammino religioso fino alla suprema consumazione, la ricerca di una preghiera che si collochi alle soglie del mistero, senza ambire di possederlo - in cui tutti si possano incontrare in fraterna comunione, anche in fratelli atei (come insegnava Turoldo), lacquisizione che il vero dialogo interreligioso si compie tra uomini radicati nella propria spiritualit, contro ogni magic shop spirituale.

(apparso sul Sannio del 21 gennaio 2004)

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