Esperienze di Rutherford
Fu il fatto pi incredibile che mi fosse capitatoEra cos incredibile come se sparando un proiettile di 15 pollici su un foglio di carta esso tornasse indietro e vi colpisse
La relazione tra salto di energia e grequenza dellonda e.m. E = h con h = costante di Plank, pari a 6,625 10-34 J/s Tuttavia il modello di Bohr poteva essere applicato solamente allatomo pi semplice (lidrogeno), ma non era in grado di spiegare il comportamento degli altri atomi.
Il principio di indeterminazione
(1927)
Non possibile conoscere, in modo esatto, sia la posizione che lenergia posseduta da un elettrone Se si misura con molta precisione una delle due grandezze, allora si commette un grosso errore nella misurazione dellaltra Ci accade perch misurando si interferisce con la grandezza del sistema che vogliamo misurare Questo porta al definitivo superamento della concezione meccanicista dellatomo, ove lelettrone percorre traiettorie fisse con moto regolare.
Principio di esclusione di Pauli In ogni orbitale possono stare al massimo due elettroni che debbono avere spin opposto
W. Pauli
Dimensioni e caratteristiche
Caratteristiche Carica elementare Massa dellelettrone Massa del protone Massa del neutrone Dimensione del nucleo Dimensione dellatomo Dimensione dellelettrone Dimensioni 1,6021 10-19 C 9,1091 10-28 g 1,6725 10-24 g 1,6748 10-24 g 10-12 cm 10-8 cm 10-13 cm
Legami chimici
Con il termine legame chimico si indicano globalmente le interazioni tra atomi che portano alla formazione di molecole o anche alla formazione di cristalli ionici o di cristalli di tipo metallico. Tali interazioni riguardano principalmente gli elettroni pi esterni degli atomi e producono modificazioni della struttura elettronica degli atomi. I fondamenti della teoria elettronica del legame chimico si rifanno al modello di G.N. Lewis secondo cui il legame interessa solo gli elettroni pi esterni degli atomi: ogni atomo tende a completare gli orbitali del livello pi esterno (e quindi ad avere 8 elettroni di valenza) sia assumendo o cedendo elettroni, sia mettendo elettroni in comune. Ma una comprensione soddisfacente della natura dei legami chimici si ottiene solo con ipotesi che tengano conto della meccanica quantistica: queste teorie hanno avuto origine da due approcci distinti, il metodo del legame di valenza e il metodo degli orbitali molecolari.
Legami chimici
Il legame covalente si forma tra atomi che hanno un alto valore di elettronegativit e quindi tra atomi "non metallici". Esistono due tipi di legame covalente: il legame covalente puro e il legame covalente polare.
Il legame covalente puro (o covalente omeopolare) si realizza tra atomi dello stesso elemento. Il legame covalente polare (o covalente eteropolare) si realizza tra atomi di elementi diversi (ma i due atomi devono avere una differenza di elettronegativit inferiore a 1,9).
Il legame ionico si realizza quando la differenza di elettronegativit fra i due elementi che intendono legarsi superiore a 1.9. Si verifica il trasferimento di uno o pi elettroni dall'atomo meno elettronegativo allatomo pi elettronegativo. Il legame metallico che tiene uniti gli atomi che costituiscono un metallo.
Legame covalente
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La natura del legame covalente venne proposta per la prima volta nel 1916 dal chimico americano Gilbert Lewis. Lewis attribu l'inerzia chimica dei gas nobili al fatto di possedere 8 elettroni di valenza e che gli elementi tendessero a raggiungere tale configurazione mediante una condivisione degli elettroni esterni (regola dellottetto). Consideriamo come esempio la molecola del cloro (Cl2). I due atomi di cloro hanno una configurazione elettronica esterna 2s2 2p5 e presentano un elettrone esterno solitario (spaiato). A ciascuno dei due atomi di cloro serve, pertanto, un solo elettrone per raggiungere la configurazione elettronica del gas nobile successivo (Neon).
Legame covalente
Entrambi gli atomi attirono fortemente l'elettrone spaiato dell'altro ma avendo la stessa elettronegativit nessuno dei due riesce a strappare l'elettrone all'altro atomo. Alla fine i due elettroni spaiati vengono condivisi da entrambi gli atomi: tale condivisione costituisce il legame covalente. Ora i due elettroni non appartengono pi all'uno o all'altro atomo, ma appartengono ad entrambi. Si dice che i due elettroni sono stati messi in comune o in compartecipazione.
Legame covalente
Si consideri ora la formazione del legame covalente nella molecola di idrogeno H2. I due atomi di idrogeno condividono il loro unico elettrone per raggiungere la configurazione elettronica del gas nobile successivo (Elio). Quando i due atomi entrano in collisione, si legano insieme per formare la molecola H2. I due atomi di idrogeno, mettono in condivisione una coppia di elettroni, provenienti uno da un atomo e uno dall'altro atomo.
Legame covalente
Talvolta per raggiungere lottetto due atomi devono mettere in comune due elettroni (ad esempio lossigeno) o tre elettroni (ad esempio lazoto) Si parla allora di legame covalente doppio o triplo.
Legame ionico
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Il legame ionico si realizza quando la differenza di elettronegativit fra i due elementi che intendono legarsi superiore a 1,9. Si verifica il trasferimento di uno o pi elettroni dall'atomo meno elettronegativo (che perdendo elettroni diventa uno ione positivo = catione) allatomo pi elettronegativo (che acquistando elettroni diventa uno ione negativo = anione). Il legame ionico la conseguenza dell'attrazione elettrostatica che si manifesta tra i due ioni di carica opposta.
Legame ionico
Il sodio metallico a contatto con il cloro gassoso, con una reazione violenta, forma il cloruro di sodio, il comune sale da cucina. Nella reazione il sodio metallico cede al cloro il suo elettrone di valenza. Il sodio perdendo un elettrone, assume una carica positiva e raggiunge la configurazione elettronica del neon (configurazione ad ottetto) mentre il cloro, acquistando un elettrone, assume una carica negativa e raggiunge la configurazione elettronica dell'argon (configurazione ad ottetto). Si forma il Cloruro di Sodio, un composto ionico in cui gli ioni Na+ e gli ioni Cl- risultano uniti tramite legame ionico.
Cristalli ionici
A differenza di quanto si potrebbe pensare, non esiste la singola molecola di NaCl. L'attrazione tra cariche di segno opposto, come sono gli ioni positivi Na+ e negativi Cl- , non si sviluppa infatti lungo una sola direzione, ma agisce uniformemente in tutte le direzioni con formazione di un reticolo cristallino ordinato.
Il numero di anioni che circonda un catione allinterno del reticolo cristallino detto numero di coordinazione del catione. Il numero di cationi che circonda un anione allinterno del reticolo cristallino detto numero di coordinazione dellanione.
Nel Cloruro di Sodio, ad esempio, lo ione Na+ si circonda di 6 ioni Cl- e lo ione Cl- si circonda di 6 ioni Na+. Si forma il reticolo cristallino cubico di NaCl, cio una struttura solida ordinata i cui ioni di carica opposta si alternano ordinatamente nelle tre direzioni dello spazio.
Cristalli ionici
Nei composti ionici dunque, la formula chimica non descrive una struttura molecolare, ma una rappresentazione di comodo, che indica la proporzione esistente nel cristallo tra ioni positivi e negativi (formula minima). Nel caso del Cloruro di Sodio NaCl tale proporzione di 1:1.
Si definisce reticolo atomico la figura tridimensionale formata dalle linee immaginarie che uniscono i centri degli atomi TIPICHE STRUTTURE CRISTALLINE NEI METALLI Struttura cubica a facce centrate Struttura cubica a corpo centrato Struttura esagonale compatta
Metalli
Il modello della nube elettronica spiega alcune propriet caratteristiche dei metalli: sono buoni conduttori infatti gli elettroni sono liberi di muoversi all'interno del reticolo cristallino; sono duttili, cio possono essere trasformati in fili sottili e sono malleabili (cio possono essere ridotti in lamine) infatti gli elettroni mobili permettono agli ioni positivi del metallo di "scivolare" gli uni sugli altri, senza compromettere la compattezza della struttura.
Solidi ionici
Il comportamento dei metalli opposto a quello dei solidi ionici. La fragilit dei solidi ionici dovuta alla presenza in essi delle cariche positive e negative. Una sollecitazione meccanica provoca lo scorrimento dei piani, perci le cariche uguali vengono a contatto. La notevole repulsione provoca la frattura.
Le bande di energia
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Tra le bande di energia pi esterne, quella con minore energia prende il nome di banda di valenza ( lultima banda riempita di elettroni: a 0 K non ci sono elettroni al di sopra del livello energetico definito livello di Fermi) Viene chiamata banda di conduzione la prima banda lasciata vuota. I valori di energia tra le due bande costituiscono la zona o banda proibita, la cui ampiezza detta gap energetico
Le bande di energia
Quando un elettrone si trova nella banda di valenza, avendo meno energia, rimane vincolato allatomo e questo lo utilizza per realizzare legami covalenti con altri atomi Quando si trova nella banda di conduzione non pi vincolato allatomo ed libero di muoversi e dar luogo a corrente elettrica
Lucentezza metallica
La teoria delle bande spiega anche la lucentezza metallica: gli elettroni presenti nel metallo, molto numerosi, assorbono tutte le lunghezze d'onda della luce, vengono "eccitati" e promossi su bande disponibili a energia maggiore. Riemettono, poi, i fotoni assorbiti quando tornano sulla banda originale.
Ponendo un cristallo di Litio che si trova nel suo stato fondamentale - in un campo elettrico, alcuni elettroni del cristallo assorbono energia sufficiente per poter occupare i livelli superiori della banda 2s, inizialmente vuoti. Sono proprio questi elettroni eccitati ad essere i responsabili della conduzione elettrica.