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LELABORAZIONE DEI DATI AL CALCOLATORE

2.1. Lelaborazione e lanalisi dei dati Lo scopo che ogni scienziato si prefigge quando studia la natura quello di descriverne il funzionamento e di cogliere le regolarit con cui essa si manifesta. Da Galileo in poi, tali regolarit sono state tradotte in relazioni matematiche che legano alcune grandezze opportunamente definite in precedenza. Si tratta, insomma, di interrogare la natura sui valori numerici di quelle grandezze (le misure, cio i dati), formulare delle ipotesi matematiche che descrivano il fenomeno in esame e, attraverso la manipolazione di tali numeri (cio lelaborazione e lanalisi), di verificare laderenza di quelle relazioni matematiche alla realt. Queste relazioni sono sovente chiamate leggi. E opportuno, a questo punto, fare una piccola digressione per chiarire il significato di questo termine in modo da tenere bene in mente che cosa non intendiamo quando facciamo uso di questa parola. Quando formuliamo una ipotesi matematica su un certo fenomeno fisico e poi andiamo a verificarla, il successo della nostra verifica non significa che noi abbiamo scoperto una legge assoluta della natura, cio che la realt obbedisca perfettamente a quella formula o che quel fenomeno si verifichi in qualsiasi condizione e contesto seguendo quella precisa regola che noi abbiamo scoperto: invece vero che quella regola un modello elaborato dalluomo per descrivere la realt e come tale ha dei limiti di validit, cio pu essere verificato in certe condizioni ma non in altre (ovvero risulti una approssimazione, un caso particolare di una legge pi generale). Un esempio a proposito riguarda la Meccanica Classica le cui leggi sono valide quando le velocit in gioco sono basse; se le velocit dei corpi in esame si avvicinano a quella della luce sono necessarie nuove leggi per spiegare quello che succede: in questo caso la legge pi generale rappresentata dalla Teoria della Relativit Ristretta che contiene in s, come caso particolare le leggi classiche. Per essere pi rigorosi nel linguaggio dovremmo perci usare la parola modello invece della parola legge. Un modello una costruzione di proposizioni, anche matematiche, che luomo elabora per descrivere un fenomeno e che poi va a verificare. Esso valido finch descrive e prevede: quando si scoprono dei fenomeni che esso non in grado di descrivere sar confutato oppure inglobato in una teoria pi generale. Esso in ultima analisi una approssimazione della realt, una sua rappresentazione. Dora in avanti quando useremo la parola legge daremo ad essa il significato di modello e terremo ben presente tutte le condizioni in cui lesperimento in esame si svolge. I dati a nostra disposizione sono, in questo contesto, i vincoli a cui il nostro modello deve sottostare e da cui non pu prescindere. Da quanto detto risulta dunque evidente il ruolo fondamentale che il trattamento dei dati riveste nella fase della verifica di una ipotesi matematica (o legge, o modello) su un certo fenomeno fisico: per comprendere meglio il significato dei numeri ricavati da un esperimento necessario effettuare dei calcoli, mettere questi dati sotto forma di tabelle o costruire con essi dei grafici che rendano il compito dello scienziato pi agevole. in questa fase (ma non solo, in realt!) che il calcolatore offre un valido sostegno allopera delluomo. I FOGLI ELETTRONICI COME STRUMENTO DI ANALISI Uno strumento potente per lelaborazione e lanalisi dei dati (non solo scientifici) il foglio elettronico. Con il suo aiuto si in grado di eseguire una ampia serie di operazioni matematiche utili sia per tenere la contabilit in un ufficio o di una azienda, sia per manipolare ed analizzare dei dati di tipo scientifico per poi produrre le tabelle e i grafici relativi.

Ma cos, allora, un foglio elettronico? Si pu affermare schematicamente che i fogli elettronici sono dei programmi che organizzano i numeri (ma anche le formule e le etichette, cio le parole) in tabelle per eseguire con essi i calcoli o le operazioni richieste dallutente. Esistono diversi programmi di foglio elettronico, alcuni dei quali anche molto sofisticati come, per esempio, Excel della Microsoft, Lotus 1-2-3 o Quattro Pro della Corel. Tutti i fogli elettronici presentano caratteristiche generali di funzionamento simili, perci, una volta imparati i principi base di uno di essi non difficile imparare ad usare anche gli altri. I dati che un foglio elettronico pu trattare possono essere di tipo diverso: dalle cifre relative alle entrate ed uscite di una azienda alle misure effettuate in un laboratorio di fisica. Nel corso del capitolo lo studente potr talvolta avere limpressione che in alcuni casi luso del foglio elettronico sia eccessivo per lo svolgimento di pochi semplici calcoli: lidea che deve, perci, accompagnarlo in quei momenti che i metodi che egli sta imparando per quei pochi semplici calcoli potranno essere applicati esattamente nello stesso modo nei casi di calcoli numerosi e complessi. Nel campo della ricerca scientifica i dati da elaborare possono essere migliaia: pensate dunque possa essere utile un foglio elettronico in questi casi? Noi ci preoccuperemo di imparare ad usare uno tra i pi diffusi fogli elettronici: Excel, limitandoci alluso delle funzioni utili per lelaborazione dei dati ottenuti da un esperimento di fisica e lasciando allo studente interessato il compito di approfondire autonomamente la conoscenza delle grandi potenzialit di questo software con laiuto del manuale o della guida in linea di cui il programma dotato. 2.2. Il foglio elettronico EXCEL NOZIONI FONDAMENTALI Come approccio alluso del programma vedremo le informazioni essenziali per effettuare le prime semplici operazioni; nel seguito, l dove il problema affrontato lo richieder, introdurremo qualche strumento pi sofisticato. Una volta avviato il programma (facendo doppio clic con il mouse sulla sua icona, per esempio) sul video appare una schermata come quella rappresentata in figura 2.1: siamo allinterno di un file di Excel. Ogni file rappresenta una cartella di lavoro che contiene a sua volta pi fogli di lavoro. Ciascun foglio di lavoro formato da una distribuzione tabulare di celle la cui posizione nel foglio (indirizzo) identificata, come nel gioco della battaglia navale, da una lettera e da un numero (es: cella C8 = terza colonna, ottava riga) che il suo riferimento di cella. Una cella pu contenere parole, numeri o formule. Nella schermata illustrata in figura 2.1 sono indicate le diverse parti dellinterfaccia grafica di Excel: nella barra dei menu possibile selezionare tutte le funzioni che il programma pu svolgere aprendo con il mouse il menu opportuno; parte di queste funzioni possono essere richiamate facendo clic su un pulsante della barra degli strumenti (figura 2.1). Il foglio pu essere scorso in lungo ed in largo sia usando le barre di scorrimento poste ai suoi margini che usando i tasti di direzione sulla tastiera. Ma come si inseriscono le parole, i dati e le formule nelle celle?

stampa anteprima apre nuovo file apre file esistente

autocomposizione funzione taglia copia incolla

autocomposizione grafico

casella di testo disegno

grassetto corsivo sottolineato allinea a sinistra centra allinea a destra centra nelle colonne cella attiva

barra della formula casella suggerimenti

barra di menu

barre degli strumenti e dei pulsanti

quadratino di riempimento

linguette dei fogli di lavoro

barre di scorrimento

Inserimento e modifica del testo: prima di scrivere allinterno di una cella necessario selezionarla puntandola col mouse e facendo clic su di essa. Una volta selezionata una cella e resala quindi attiva, si pu digitare il testo (etichetta) desiderato. Si osserva che il testo viene contemporaneamente evidenziato nella barra della formula. Per confermare limmissione premiamo Invio, oppure facciamo clic sul segno di spunta (una v di colore verde) che compare a fianco della barra della formula. Se premiamo la x rossa invece annulliamo loperazione. Si pu, inoltre, selezionare un insieme di celle facendo clic con il mouse e, tenendo premuto il pulsante, trascinando fino ad ottenere lintervallo di celle desiderato. Per selezionare gruppi di celle non adiacenti occorre tenere premuto il tasto CTRL ed eseguire loperazione descritta sopra. Inserimento e formato dei numeri: prima di digitare un numero allinterno di una cella si pu decidere il suo formato: per esempio, se si vogliono inserire numeri in notazione scientifica fare clic sul menu Formato poi su Celle ed infine nella finestra di dialogo che comparir scegliamo la scheda Numero la categoria Scientifico (per es. se digitiamo il numero 0,000005 e premiamo invio nella cella comparir 5,00E-06). Dora in avanti operazioni come quella appena descritta saranno sinteticamente indicate con scritture del tipo: Formato/Celle/Numero/Scientifico. Inserimento e modifica delle formule: le formule sono degli strumenti molto potenti e largamente usati in Excel e permettono di compiere qualsiasi tipo di calcolo usando i contenuti delle celle. Esse si inseriscono nella barra della formula e devono essere precedute dal segno (=) oppure dal segno (+). Questultimo simbolo usato anche nel foglio elettronico Lotus 1-2-3 con cui Excel ha molte affinit. Supponiamo per esempio che nella cella A6 sia contenuto il valore 2,5 ed in quella B6 il valore 3,5. Se nella cella C6 digitiamo =A6+B6 e premiamo invio in essa comparir il valore 6 somma dei contenuti delle celle A6 e B61. Osserviamo che possibile richiamare e correggere la formula facendo doppio clic sulla cella.
1

Per scrivere una formula in maniera pi rapida si pu anche usare il mouse; invece di digitare da tastiera il riferimento A6, per esempio, si pu fare clic sulla cella corrispondente: A6 comparir nella formula. Questo metodo di selezione esteso anche ad intervalli di celle (basta trascinare con il mouse).

operatori aritmetici + addizione - sottrazione * moltiplicazione / divisione ^ elevamento a potenza % percentuale

operatori di confronto = uguale a > maggiore di >= maggiore uguale a < minore di <= minore o uguale a <> diverso da

Tabella 2.1. Operatori aritmetici e di confronto di Excel.

Le operazioni che Excel pu eseguire sono di quattro tipi: aritmetiche, di confronto, di testo e di riferimento. La Tabella 2.1 riporta lelenco degli operatori aritmetici e di confronto di Excel. Vi un solo operatore di testo (&) che serve per unire due parti di testo scritte in celle distinte. Se per esempio nella cella A1 scritta la parola accumula e nella cella B1 la parola tori la formula =A1&B1 crea la parola accumulatori. Di grande importanza sono gli operatori di riferimento: un esempio di riferimento A2:D4 in cui si fa riferimento allintervallo di celle compreso tra la cella A2 e quella D4 (la prima in alto a sinistra e la seconda in basso a destra). Noi ci occuperemo di riferimenti relativi ed assoluti. Riferimenti relativi: consideriamo la tabella a due colonne rappresentata in figura 2.2. Vogliamo eseguire il prodotto tra i dati della colonna A (numeri) e quelli della colonna B (tripli) corrispondenti e scrivere il risultato nella colonna C. Dovremmo allora eseguire le seguenti operazioni: selezioniamo la cella C3; digitiamo la formula =A3*B3; premiamo Invio (nella cella C3 compare il numero 12); premiamo (con il mouse) il pulsante Copia nella barra degli Strumenti (in questo modo la formula viene copiata in una speciale zona di memoria chiamata Appunti); e) selezioniamo le celle C4:C10 (trascinando con il mouse, per esempio); f) premiamo il pulsante Incolla nella barra degli Strumenti (si cos copiata la formula dagli Appunti nelle celle selezionate) 2 a) b) c) d)

Loperazione copia di dati e formule pu essere svolta in modo pi rapido puntando con il mouse il quadratino di riempimento in basso a destra della cella da cui si vuole copiare e trascinando in tutte quelle celle in cui si vuole copiare.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18

B C D Tabella di prova coeff. = numeri tripli numeri*tripli numeri*coeff. 2 6 12 5 4 12 48 10 6 18 108 15 8 24 192 20 10 30 300 25 12 36 432 30 14 42 588 35 16 48 768 40 formule: =A3*B3 =A4*B4 .......... .......... ..........

E 2,5

formule: =A3*$E$1 =A4*$E$1 .............. .............. ..............

Figura 2.2. Riferimenti relativi ed assoluti.

In questo modo appariranno i prodotti A3*B3 in C3, A4*B4 in C4 e cos via. Osserviamo, dunque, che la formula stata copiata adattando riga per riga i riferimenti che per questa ragione vengono detti relativi (ovvero le celle B3 ed A3 si trovano rispettivamente uno e due posti a sinistra di C3, cos B4 ed A4 rispetto a C4). Riferimenti assoluti: riferendoci sempre alla figura 2.2, supponiamo ora di voler moltiplicare ciascun dato della prima colonna per il coefficiente costante 2,5 memorizzato nella cella con riferimento E1 e scrivere i risultati nella colonna D. Se seguissimo i passaggi descritti in precedenza Excel eseguirebbe i seguenti calcoli: A3*E1 in D3, A4*E2 in D4, ecc. non facendo quello da noi desiderato, ovvero di far variare il numero di riga nel riferimento del primo dato e lasciare fisso il riferimento del secondo dato. Per ottenere questo sufficiente ripetere i passaggi descritti sopra con la differenza che nel passaggio b) si deve digitare (in D3, naturalmente) la formula =A3*$E$1 intendendo con questa scrittura che in tutti i prodotti deve rimanere fisso, cio assoluto, il riferimento alla cella E1: otteniamo cos la colonna D. Ricalcolo automatico: Proviamo, ora, a cambiare il dato della cella A3: inseriamo 3 al posto di 2. Cosa osserviamo? Il valore contenuto nella cella C3 si automaticamente modificato ( diventato 18): il foglio ha effettuato il ricalcolo automatico, utilizzando la formula precedentemente introdotta in C3, ma aggiornando il risultato del prodotto. Stampa del foglio di lavoro: prima di stampare un foglio di lavoro opportuno fare unanteprima di stampa, premendo il relativo pulsante sulla barra degli strumenti per osservare come esso verr stampato. Se tutto va bene possiamo stampare premendo il pulsante di stampa presente nella schermata dellanteprima di stampa. In maniera alternativa possiamo stampare senza fare lanteprima premendo il pulsante di stampa della barra degli strumenti o selezionando File/Stampa..... Salvataggio e richiamo del foglio di lavoro: per salvare ed archiviare un foglio di lavoro (ovvero una cartella) con un nome desiderato basta selezionare File/Salva con nome... e, nella finestra di dialogo che appare, digitare il nome del file con estensione .XLS e premere Invio (o il pulsante OK). Per richiamare il file archiviato selezionare File/Apri.... e dopo aver digitato il nome del file premere Invio. Per uscire da Excel selezionare File/Esci.

FUNZIONI INTEGRATE DI EXCEL Excel contiene una libreria di funzioni, cio di formule predefinite, che svolgono automaticamente operazioni che ricorrono pi frequentemente. Per esempio se volessimo sommare i numeri della prima colonna della tabella in figura 2.2 si pu usare la funzione predefinita SOMMA. Excel dispone di centinaia di funzioni che semplificano lesecuzione di calcoli anche molto complessi. La sintassi di una funzione definita dal nome e dagli argomenti (es.: = SOMMA(A3:A10) in cui SOMMA il nome e A3:A10 largomento). In generale gli argomenti possono essere valori numerici riferimenti, ma anche testi, valori logici (Vero o Falso) o matrici. Ogni argomento separato dallaltro da un punto e virgola. Fra le diverse funzioni quelle che ci interessano pi da vicino sono quelle matematiche e trigonometriche, quelle statistiche e quelle ingegneristiche (che richiedono luso di un insieme di strumenti speciali di Excel chiamati Strumenti di analisi). Vediamo, ora, passo per passo come si utilizzano le funzioni attraverso il pulsante Autocomposizione funzione (Figura 2.1). Supponiamo di voler eseguire la somma dei numeri della prima colonna della tabella in figura 2.2: a) attiviamo la cella in cui si vuole inserire la funzione; b) facciamo clic sul pulsante Autocomposizione funzione: appare una finestra di dialogo; c) nellelenco a sinistra selezioniamo con il mouse il tipo di funzione desiderata (nel nostro caso Matematiche e statistiche); d) nellelenco di destra scegliamo la funzione desiderata (per es. SOMMA); essa comparir nella barra della formula mentre nella finestra di dialogo (in basso a sinistra) ci sar una breve descrizione della funzione selezionata e della sua sintassi; e) facciamo clic sul pulsante Successivo della finestra di dialogo; appare una nuova finestra di dialogo in cui vengono elencati gli elementi richiesti (ed eventualmente quelli facoltativi); f) nella casella num1 digitiamo A3:A10 (oppure uno per uno tutti i riferimenti di cella separati da un punto e virgola); vedremo comparire la somma nella casella valore in alto a destra; g) premiamo Termina quando la formula completa; essa sar visibile nella barra della formula e nella cella attiva; h) premiamo Invio per ottenere il risultato cercato. Siccome la casistica riguardante le funzioni piuttosto ampia si pu utilizzare, per ulteriori chiarimenti sulla sintassi (e per esemplificazioni numeriche), la guida in linea di Excel (per esempio premendo il pulsante di Guida - quello col punto interrogativo - nella seconda finestra di dialogo di Autocomposizione funzione). I GRAFICI CON EXCEL Di fondamentale importanza nella Fisica, ma non solo, risulta la rappresentazione grafica di una serie di dati. da essa, ad esempio, che si riesce a cogliere ad occhio se vi pu essere o meno una correlazione tra due grandezze fisiche. Non solo: potremmo addirittura sperare di capire di che tipo di correlazione si tratta. Per esempio, possiamo intuire che se lasciamo cadere una pallina da una certa altezza lo spazio percorso dalla pallina che sta cadendo sar correlato col tempo che sta passando dal momento in cui labbiamo lasciata cadere (nel senso che allaumentare del tempo aumenta anche lo spazio!); pi difficile , invece dire che tipo di legame matematico c tra spazio e tempo, cio se lo spazio varia col tempo in maniera lineare (in maniera, cio, direttamente proporzionale), quadratica, esponenziale o altro. I grafici, quindi, uniti ai metodi della statistica ci permettono di formulare le ipotesi matematiche sul legame tra le grandezze prese in esame. Ma come, data una tabella di dati, possiamo costruire il relativo grafico con Excel?

Cominciamo col dire che un grafico pu essere costruito sia sul foglio di lavoro su cui scritta la tabella che su un foglio a parte. Per illustrare meglio il procedimento useremo i dati della tabella in figura 2.2 e costruiremo con essi un semplice diagramma a dispersione XY (grafico di punti su un piano cartesiano). Useremo il comando Autocomposizione grafico indicando schematicamente i passaggi da seguire per raggiungere il nostro scopo. Questo strumento di Excel permette di creare in maniera automatica un grafico a partire dai dati selezionati e di posizionarlo e rifinirlo come si desidera. Come vedremo, a seconda del tipo di dati possiamo scegliere diversi tipi di grafico (a dispersione, istogramma, a torta, ecc.) anche tridimensionali. Procediamo, dunque, elencando i passaggi: a) selezioniamo i dati che vogliamo rappresentare (nel nostro caso trascinando il puntatore del mouse dalla cella A3 alla cella B10); b) facciamo clic sul pulsante Autocomposizione grafico (vedi figura 2.1); c) col puntatore del mouse (ora a forma di croce con un piccolo grafico) facciamo clic e trasciniamo dalla cella C1 alla cella I18 per dare le dimensioni al grafico (che comunque potranno in seguito essere modificate); d) quando rilasciamo il pulsante del mouse appare la prima di cinque finestre di dialogo che compariranno in successione; se si vuole cambiare lintervallo di celle contenente i dati evidenziato nella finestra lo si pu fare digitandone uno nuovo, altrimenti premiamo il pulsante Successivo; e) scegliamo dalla seconda finestra di dialogo il tipo di grafico (scegliamo Dispers(XY) facendo clic sulla sua icona) e premiamo Successivo; f) nella terza finestra scegliamo il formato per il grafico a dispersione (per es. facciamo clic sul formato 1); g) nella quarta finestra appare unanteprima del nostro grafico; premiamo Successivo; h) lultima finestra permette di rifinire il grafico con laggiunta di una legenda, del titolo e dei nomi degli assi: scegliamo, per esempio, di non inserire la legenda, di chiamare il grafico Grafico di prova e di chiamare lasse x numeri e lasse y tripli; i) premiamo il pulsante Termina e il grafico comparir sul foglio di lavoro (vedi figura 2.3) inserito in una cornice sottile nei cui vertici e nei cui punti medi dei lati compaiono di quadratini neri (di ridimensionamento); possibile facendo clic su di essi modificare le dimensioni del grafico oppure spostarlo puntando al suo interno e trascinando col mouse.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18

A B Tabella di prova numeri tripli 2 6 4 12 6 18 8 24 10 30 12 36 14 42 16 48

Grafico di prova

45 40 35 30 tripli 25 20 15 10 5 0 0 1 2 3 4 numeri 5 6 7 8

Figura

2.3.

Costruzione di un grafico di prova con Excel.

Il grafico pu essere ulteriormente essere modificato ed arricchito facendo doppio clic su di esso e poi andando a selezionare con un solo clic le sue singole componenti (punti, assi, sfondo, etichette, ecc.). Una volta selezionata una parte facciamo clic col pulsante destro del mouse su di essa: comparir un menu di scelta rapida che ci permetter di apportare le modifiche desiderate. Vedremo in seguito qualcuno dei possibili miglioramenti che si possono apportare ad un grafico ma nel frattempo, essendo le possibilit di Excel molto vaste, invitiamo il solito studente appassionato a scoprirne qualcuna da solo. 2.3. Prova di laboratorio: allungamento di una molla Come prima applicazione dei comandi imparati finora affronteremo una semplice elaborazione dei dati ottenuti da una prova effettuata nel laboratorio di Fisica. In seguito affineremo il nostro metodo di analisi imparando ad assumere un atteggiamento critico ed indagatore nei confronti dellesperimento e dei dati che da esso provengono e vedremo come il foglio elettronico ci fornisca un indispensabile aiuto nella fase di indagine e di calcolo: tutto ci al fine di verificare (se esistono!) le leggi matematiche che legano le grandezze fisiche misurate. In ultimo, produrremo una pagina in cui sono schematicamente sviluppate, sempre con Excel, le fasi essenziali della redazione di una relazione di un esperimento: materiale usato, obiettivo, breve descrizione dellesperienza, tabella dei dati, grafico e conclusioni. Tale relazione pu essere arricchita con la descrizione delle formule usate, con un disegno che illustri lesperimento, con commenti ed osservazioni. Lo scopo dellesperienza cercare che tipo di relazione intercorre tra la quantit di massa m appesa ad una molla elicoidale metallica (a sua volta sostenuta da unasta con supporto) e lallungamento l che essa subisce. Aggiungiamo ogni volta una massa da 50 g (errore assoluto = 1 g) e andiamo a ricavare lallungamento della molla. Ripetiamo loperazione pi volte ed andiamo a costruire sul foglio elettronico la tabella 2.2. m (g) 50 100 150 200 250 em (g) 1 2 3 4 5 l (mm) 5 10 15 21 27 el (mm) 1 1 1 1 1 ek k = m/l (g/mm) (g/mm) k - ek (g/mm) k + ek (g/mm)

300 350 400

6 7 8

33 38 44

1 1 1

Tabella 2.2. Dati dellesperienza sullallungamento di una molla

Dalla lettura dei dati ottenuti facciamo scaturire lipotesi che la massa e lallungamento sono tra loro direttamente proporzionali ovvero che il loro rapporto sia costante. Se la nostra ipotesi vera i valori di k devono essere uguali nei limiti degli errori sperimentali e la curva del grafico (massaallungamento) risultante deve essere una retta che passa per lorigine sempre entro tali limiti. Osserviamo che: 1. poich aggiungiamo ogni volta una massa, dobbiamo sommare i rispettivi errori assoluti (lerrore relativo di tutte le masse lo stesso e cio il 2%); 2. lerrore assoluto di k dato dalla formula di propagazione (che inseriremo nel foglio elettronico): ek = k

em el + . m l

Con lausilio del foglio completiamo la tabella inserendo le opportune formule. Dalla teoria degli errori sappiamo che se riportiamo lerrore assoluto con una cifra significativa allora il suo calcolo determiner le cifre significative con cui devono essere riportate le misure: perci, dopo aver calcolato gli errori assoluti di k formattiamo opportunamente le celle che li contengono e quelle che contengono le misure. A tale proposito vale la pena osservare che se il formato da noi richiesto non definito in Excel, possiamo crearne uno personalizzato in maniera semplice: se vogliamo che i numeri allinterno delle nostre celle appaiano con una cifra decimale selezioniamo Formato celle.../Numero/Personalizzato ed andiamo a digitare nella casella Codice in basso a sinistra (come da suggerimento nella finestra di dialogo) la scrittura 0,0. Verifichiamo che i valori di k sono uguali nei limiti degli errori sperimentali e cio che il massimo tra i valori della penultima colonna sia minore del minimo dei valori dellultima (usiamo le funzioni di Excel MAX e MIN). In caso di risposta affermativa possiamo affermare che massa ed allungamento sono direttamente proporzionali. Ma quale valore possiamo dare a k? Una maniera ragionevole di ottenere k quella di fare la media aritmetica tra tutti i valori ottenuti (usiamo la funzione MEDIA). Se, nel nostro caso, operiamo questa scelta otteniamo il valore 9,5. Costruiamoci, ora, il grafico (a dispersione). Ricordiamo che per selezionare intervalli di celle non adiacenti con il mouse bisogna premere il tasto CTRL e contemporaneamente trascinare il puntatore (lo dobbiamo fare due volte: per la prima e terza colonna). Attenzione! Siccome vogliamo che lallungamento compaia sullasse delle ascisse e la massa su quello delle ordinate dobbiamo invertire gli assi. Per fare questo, dopo aver costruito normalmente il grafico, fare doppio clic su di esso per modificarlo, selezionare col mouse i punti tracciati nella prima costruzione (facendo clic su uno di essi); nella barra della formula appare la scritta del tipo =SERIE(;Foglio1!$B$18:$B$25;Foglio1!$D$18:$D$25;1) baster modificare a mano in questa formula i riferimenti di cella per ottenere il risultato voluto (in questo caso basta invertire le B con le D). Il comando SERIE pu essere usato anche per inserire manualmente una nuova serie di dati nello stesso grafico, in modo da poter confrontare in maniera pi agevole le due serie. Aggiungiamo ora , le barre derrore sui punti ottenuti: la maniera pi semplice per fare questo la seguente: a) selezioniamo i punti col mouse (se non sono gi selezionati); b) facciamo clic su di essi col pulsante destro del mouse (appare un menu di scelta rapida);

c) selezioniamo Inserisci barre di errore...; d) nella finestra di dialogo che appare scegliamo il tipo di barra (per es. Entrambe), il valore fisso 1 per lasse x e il valore 2% per lasse y A questo punto per verificare graficamente che la relazione che unisce la massa e lallungamento di tipo lineare (ovvero per verificare il nostro modello) ci aspettiamo che ci sia almeno una retta passante per lorigine che si adatti a tutti i punti sperimentali, ovvero che passi attraverso tutti i rettangolini determinati dalle barre di errore. Se ci servissimo del pulsante Disegno di Excel per tracciare a mano la retta verificheremmo che vi pi di una retta che, partendo dallorigine degli assi, soddisfa questa condizione. Quale , dunque la retta che dobbiamo tracciare, cio la retta che meglio interpreta i punti sperimentali? Risponderemo in maniera soddisfacente a questa domanda nel prossimo paragrafo; vedremo che esiste un metodo matematico rigoroso per ottenerla e ci serviremo di Excel per trovare la sua equazione e per tracciarla. Nel frattempo ci accontentiamo di stabilire un criterio ragionevole per trovare questa retta: assumiamo come suo coefficiente angolare il valore medio tra i valori di k ottenuti, cio 9,5 e tracciamo la retta di equazione m = 9,5l (figura 2.4). A tale scopo ci costruiamo una piccola tabella contenente le coordinate di due punti qualsiasi della retta (per es. (0,0) e (50,475)). Selezioniamo la tabella col mouse e, puntando sul bordo della zona selezionata (il puntatore del mouse assume la forma di una freccia), trasciniamo allinterno del grafico. Al rilascio del pulsante appare la finestra di dialogo Incolla speciale: selezioniamo (se non gi fatto) Nuova serie, Colonne, Categorie(valori X) nella prima colonna, OK. I due punti saranno riportati sul grafico. Per tracciare, infine, la retta che passa per questi due punti: a) selezioniamo il grafico (doppio clic su di esso); b) selezioniamo i due punti (facciamo clic su uno dei due); c) facciamo clic col pulsante destro del mouse su uno dei due punti: appare un menu di scelta rapida; d) selezioniamo Inserisci linea di tendenza...; e) selezioniamo Lineare: la retta apparir sul grafico. Se vogliamo, infine, sempre restando allinterno del foglio di lavoro produrre una relazione del nostro esperimento aggiungendo alla tabella ed al grafico la descrizione dellesperienza e le conclusioni possiamo farlo utilizzando il pulsante Casella di testo (figura 2.1), premendo su di esso e trascinando fino ad ottenere una casella di testo delle dimensioni volute in cui possiamo digitare la nostra relazione. La figura 2.4 illustra una rappresentazione schematica di un possibile output ottenibile con Excel. Ci aspettiamo, comunque, che lo studente produca una presentazione del suo lavoro pi ricca e fantasiosa di quella riprodotta in figura. ESERCIZIO 2.1. Riportate la tabella L1.1 del paragrafo L1.1 del testo di Fisica e costruite listogramma relativo col pulsante di Autocomposizione funzione. Notate che quando inserite le il mese e lanno (es.: 1/91) Excel traduce istantaneamente (es.: gen-91). Come potete commentare ad occhio listogramma ottenuto? Calcolate, poi, usando le funzioni predefinite di Excel il numero medio di nascite (funzione MEDIA), gli scarti di ogni dato dalla media, la mediana, la moda, il numero massimo e minimo di nascite in un mese.

Definizione: due misure (m1 em1) ed (m2 em2) di una stessa grandezza fisica M, si dicono uguali nei limiti degli errori sperimentali (ovvero indistinguibili) se:

|m1-m2|<em1 + em2 . Il criterio pu essere esteso a pi misure (mi emi): n misure si dicono uguali se MAX(mi - emi)< MIN(mi + emi) i=1, n ESERCIZIO 2.2. Usando il foglio elettronico e la definizione precedente dite se le seguenti misure, aventi tutte un errore relativo del 5%, sono uguali nei limiti degli errori sperimentali: 14,85 15,15 15,05 14,75 15,20 15,00

ALLUNGAMENTO DI UNA MOLLA


Materiale usato: una molla elicoidale metallica, alcune masse uguali dotate di gancio, un'asta con supporto per appendere la molla, un regolo tarato al millimetro. Obiettivo dell'esperienza: vogliamo cercare la relazione che intercorre tra l'aumento della quantit di massa (m) appesa ad una molla e l'allungamento ( l) relativo. Nella fase di elaborazione e analisi dei dati facciamo la semplice ipotesi che le due grandezze siano tra loro direttamente proporzionali e cerchiamo di verificarla. Descrizione dell'esperienza: dopo aver appeso la molla scarica all'asta con supporto abbiamo fatto coincidere la sua estremit inferiore con lo zero della scala del regolo. In seguito abbiamo appeso in successione le masse una per una misurando ogni volta l'allungamento subito dalla molla. Abbiamo, infine, riportato le misure ottenute ed i rispettivi errori in una tabella e costruito il relativo grafico. Tabella e Dl k=m/ l ek k - ek k + ek mm g/mm g/mm g/mm g/mm 1 10 2 8 12 1 10 1 9 11 1 10,0 0,9 9,1 10,9 1 9,5 0,6 8,9 10,2 1 9,3 0,5 8,7 9,8 1 9,1 0,5 8,6 9,5 1 9,2 0,4 8,8 9,6 1 9,1 0,4 8,7 9,5

m (g) 50 100 150 200 250 300 350 400

em (g) 1 2 3 4 5 6 7 8

Dl mm 5 10 15 21 27 33 38 44

max ( k - e k ) = 9,1 min ( k + e k ) = 9,5 k medio = 9,5 relazione cercata m = 9,5 * l m teo 0 50 l teo 0 475

retta:

Grafico dell'allungamento di una molla


500 450 400 350 massa ( g ) 300 250 200 150 100 50 0 0 5 10 15 20 25 30 35

( 50 , 475 )

retta: m = 9,5 * l

40

45

50

allungamento ( mm )

Conclusioni: poich i valori di k risultano indistinguinbili (Max(k-e k )<Min(k+e k )) e vi almeno una retta che passa per tutti i rettangoli di incertezza determinati dalle barre di errore delle misure sul grafico, possiamo affermare che la massa e l'allungamento sono tra loro direttamente proporzionali. E' stata tracciata, inoltre, la retta avente come pendenza la media dei valori di k ottenuti dalle misure.

Figura 2.4. Schema di relazione sullesperienza Allungamento di una molla su un foglio di Excel.

COSTRUZIONE DI UN ISTOGRAMMA Data la tabella in figura 2.5 relativa ad una serie di misure del periodo di oscillazione di un pendolo, costruire con Excel listogramma relativo. Premettiamo che per costruire un istogramma in maniera rapida con Excel possiamo usare la funzione Strumenti di analisi ed usare lo strumento Istogramma. Tuttavia questa opzione non sempre presente nelle installazioni standard di Excel e deve, perci, essere installata. Inoltre con essa possibile espletare molte altre funzioni di analisi e di elaborazione dei dati in maniera rapida ed efficace. Noi costruiremo un istogramma, raggiungendo ugualmente il nostro scopo, senza far uso di questo strumento e lasciando a chi interessato linstallazione e luso dellopzione Strumenti di Analisi (a tale scopo consultare la guida in linea o il manuale di Excel). Costruiamoci listogramma dellinsieme di misure dato in tabella seguendo i seguenti passaggi: a) scrivere in una colonna le classi (ovvero gli intervalli di tempo) da riportare sullasse delle ascisse; b) selezionare la colonna a fianco (ovvero lintervallo di output) nella quale compariranno le frequenze, ovvero il numero di volte che una determinata misura si presentata; c) premendo il tasto di Autocomposizione funzione selezionare la funzione statistica Frequenza; d) specificare nella finestra di dialogo della funzione lintervallo di celle in cui sono presenti le misure (matrice dati - es.: B5:E23) e quello delle classi (matrice classi - es.: G13:G23); e) premere Termina e posizionarsi col cursore nella barra della formula; f) premere CTRL+Maiusc+Invio: le frequenze appariranno nelle celle selezionate. Adesso possiamo costruire listogramma facendo uso della funzione di Autocomposizione grafico utilizzando le colonne delle classi e delle frequenze appena ottenute. Attenzione! Nella quarta finestra di dialogo di Autocomposizione grafico selezionare Usa le prime 1 colonne come etichette asse delle categorie (X). Il foglio di lavoro pu essere arricchito con diversi parametri statistici (corrispondenti ad altrettante funzioni di Excel) di posizione come la media dei valori misurati, la moda o la mediana, o di dispersione come la deviazione standard (o scarto quadratico medio)che ci fornisce una misura di quanto i dati siano dispersi attorno al valore medio (figura 2.5). ESERCIZIO 2.3. Usate Excel per svolgere i calcoli di un problema di fisica. ESERCIZIO 2.4. Calcolate i valori delle funzioni:

y= x y = x2 y = ex y = ln x y = sen x y = arc tan x


dopo aver costruito una colonna di almeno dieci numeri reali (scelti nellinsieme di definizione delle funzioni stesse). Tracciatene, poi, il grafico.

Misurazione del periodo di oscillazione di un pendolo


misure dei periodi di oscilazione ( s ) 2,08 2,10 2,21 2,04 2,12 2,09 2,12 2,10 2,17 2,07 2,08 2,17 2,14 2,10 2,02 2,10 2,10 2,01 2,08 2,14 2,08 2,12 2,19 2,08 2,17 2,10 2,10 2,10 2,10 2,14 2,21 2,05 2,06 2,10 2,19 2,14 2,02 2,14 2,10 2,10 2,10 2,04 2,17 2,07 2,06 2,14 2,10 2,12 2,20 2,10 2,12 2,10 2,10 2,14 2,01 2,09 2,14 2,10 2,12 2,10 2,06 2,09 2,12 2,06 2,08 2,10 2,17 2,10 2,10 2,07 2,04 2,08 2,09 2,10 2,18 2,09 media moda mediana deviazione standard classi 2,01 2,03 2,05 2,07 2,09 2,11 2,13 2,15 2,17 2,19 2,21 2,11 2,10 2,10 0,0447 frequenze 2 2 4 7 12 23 7 8 5 3 3

Misurazione del periodo di un pendolo


25

20

15 frequenze 10 5 0 2,01 2,03 2,05 2,07 2,09 2,11 2,13 2,15 2,17 2,19 2,21 classi di tempi ( s )

figura 2.5. Istogramma di una serie di misure del periodo di oscillazione di un pendolo

ESERCIZIO 2.5. Usando opportunamente le formule, completate la tabella qui sotto dopo averla riportata su un foglio di Excel (le grandezze hanno unit di misura arbitrarie). s 10,2 19,8 t 8,2 15,8 v=s/t

29,9 40,0 51,6 62,3 69,9

25,0 31,9 39,6 49,0 55,7

Sapendo che lerrore relativo percentuale su s il 3% e quello su t il 5% calcolate lerrore assoluto su v (applicando la formula di propagazione degli errori nel modo corretto). I valori di v trovati sono uguali nei limiti degli errori sperimentali? 2.4. La regressione lineare Nel paragrafo precedente abbiamo visto come nella fase di ricerca della relazione matematica che lega due grandezze fisiche sorge la necessit di avere un metodo rigoroso che ci consenta di trovare, dato un insieme di misure, la migliore tra le relazioni possibili. Tale metodo, elaborato con strumenti statistici, prende il nome di regressione. In generale effettuare uno studio di regressione su due grandezze variabili vuol dire determinare una funzione matematica di tipo predeterminato (retta, parabola, ecc.) che rappresenti la relazione tra le grandezze stesse. Si possono effettuare regressioni di vario tipo (lineare, polinomiale, esponenziale, logaritmica, di potenza), ma quella pi utilizzata, a causa della sua maggiore semplicit, la regressione lineare. Siano X e Y due grandezze fisiche e xi e yi (i=1, n) le loro n misure: allora fare una regressione lineare significa cercare quella retta che meglio si adatta ai punti (xi , yi ) riportati in un diagramma a dispersione XY. Quale criterio, dunque, si adotta per trovare la retta migliore? Sia yti lordinata (teorica) del punto di tale retta che ha come ascissa xi:: la retta , allora, quella che rende minima la somma dei quadrati degli scarti (yi - yti)2 tra le ordinate sperimentali e quelle teoriche (figura 2.6). La procedura appena descritta nota come metodo dei minimi quadrati.

100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 0 20 40 60 80 100

Punto sperimentale (x i , y i )

y=mx+q

(x i , y t i ) Punto teorico

X
Figura 2.6. Il metodo dei minimi quadrati.

Senza entrare troppo in dettagli di calcolo diciamo solo che se lequazione della retta cercata (retta interpolante) scritta nella forma:

y = m x + q

( 2.1 )

allora il metodo dei minimi quadrati consiste nel rendere minima la somma:

[ y ( m x
i i

+ q )]

( 2.2 )

fornendoci i coefficienti m e q attraverso le seguenti formule:


100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 0 20 40 60 80 100 R2 = 0,9642 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 0 20 40 60 80 100 R2 = 0,0342

Figura 2.7. Significato del coefficiente di determinazione.

n x i y i xi y i m=
i i

n x xi i i
2 i

i 2

( 2.3 )

x
q=
i

y
m
i

x y x x
=
i
2 i

i
2

yi
( 2.4 )

n xi2 xi i i

Fino ad ora abbiamo parlato di retta migliore intendendo con questo termine la migliore possibile tra tutte le rette tracciabili dato un certo insieme di misure: teniamo presente che sullo stesso insieme di dati potremmo effettuare anche regressioni non lineari, ovvero ipotizzare un modello di comportamento diverso delle misure. Ma allora come si fa a decidere se la retta trovata (pur essendo la migliore) la migliore curva tracciabile per descrivere i dati sperimentali? In altri termini, c qualche parametro che ci dice quanto quel legame sia forte (ovvero quanto sia effettivamente lineare)? La risposta evidentemente affermativa: tale numero il coefficiente di correlazione ( r ) che esprime in termini quantitativi la forza con cui le due grandezze fisiche sono legate. I valore di r dato dalla formula:

xi yi i m x i yi i i n r= 2 yi i yi2 n i

( 2.5 )

Su di esso diciamo solo che un numero che compreso tra -1 e 1 e che la correlazione tanto migliore (cio il legame forte) quanto pi il numero vicino, in valore assoluto, ad 1 (punti perfettamente allineati hanno coefficiente di correlazione uguale a 1, mentre per punti non correlati r = 0). Come si pu dedurre dalla semplice osservazione delle formule introdotte, il calcolo manuale dei coefficienti m e q non immediato e, se i dati sono molti, la probabilit di sbagliare non irrilevante. Daltro canto molte calcolatrici tascabili sono in grado di fare una analisi di regressione. Excel permette di eseguire una regressione lineare (ma anche polinomiale, logaritmica, ecc.) tracciando la retta dei minimi quadrati e fornendo la sua equazione ed il valore del quadrato del coefficiente di correlazione (detto coefficiente di determinazione). La figura 2.7 illustra il significato del coefficiente di determinazione. Osserviamo che l dove la correlazione buona il coefficiente vicino ad 1, altrimenti, esso vicino a 0. In particolare per r2=0 non c correlazione tra i dati (cio il legame tra le grandezze in esame non lineare) mentre per r2=1 il legame perfettamente lineare. Nellesercizio che segue impareremo a fare una regressione lineare usando il foglio elettronico. In realt Excel in grado di fornire una analisi di regressione completa calcolando ed evidenziando altri parametri di interesse statistico, ma una trattazione approfondita dellargomento esula dagli scopi di questo manuale. Possiamo dire, comunque, che una regressione lineare pi completa si pu ottenere con luso della funzione statistica predefinita REGR.LIN oppure con luso dello Strumento di analisi Regressione che racchiude in s pi funzioni predefinite per lanalisi dei dati. UN ESEMPIO DI REGRESSIONE LINEARE Consideriamo linsieme di dati dellesperienza sullallungamento di una molla trattata nel precedente paragrafo ed il relativo grafico. Una maniera semplice per tracciare la retta dei minimi quadrati ed ottenere il valore del coefficiente di determinazione la seguente: a) b) c) d) e) selezioniamo i punti del grafico col mouse (i punti cambiano di colore); facciamo clic su di essi col pulsante destro del mouse: appare un menu di scelta rapida; selezioniamo Inserisci linea di tendenza... (compare una finestra di dialogo); nella scheda Tipo di tendenza/regressione selezioniamo Lineare; nella scheda Opzioni selezioniamo Visualizza lequazione sul grafico e Visualizza valore di R al quadrato sul grafico.

Otteniamo cos la retta di regressione ed il coefficiente di determinazione scritti sul grafico stesso (figura 2.8). Osserviamo che la retta trovata non passa per lorigine. Potremmo, comunque, fare in modo che Excel calcoli la retta migliore passante per lorigine imponendo che sia nullo il coefficiente b: basta selezionare, nella scheda Opzioni dellultima finestra di dialogo visualizzata, Imposta intercetta = e scrivere 0 nella casella a fianco. Confrontiamo la retta cos ottenuta con quella tracciata nel grafico della figura 2.4 e della figura 2.8. Lo stesso potremmo fare usando la funzione REGR.LIN. Lasciamo allo studente questo esercizio con i seguenti consigli: prima di fare clic sul pulsante di Autocomposizione funzione selezioniamo

sul foglio un intervallo di celle di due colonne per tre righe (per contenere la tabella di output della regressione); poi, nella seconda finestra di dialogo di Autocomposizione funzione dopo aver immesso le colonne y e x di dati poniamo cost = 0 (b = 0) e stat = 1 (inserisce statistiche aggiuntive). Dopo aver premuto Termina il cursore lampegger nella barra della formula: premiamo, ora, contemporaneamente i tasti CTRL+Maiusc+Invio ed osserviamo la tabella di output: i valori di m e di q sono quelli della prima riga (evidentemente in questo caso q = 0), quello di r2 il terzo a partire dallalto nella prima colonna. Ulteriori chiarimenti su questa funzione possono essere ricavati dalla guida in linea del programma.
Grafico dell'allungamento di una molla
450 400 350 massa ( g ) 300 250 200 150 100 50 0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 allungamento ( mm ) y = 8,8718x + 10,968 R2 = 0,9991

Figura 2.8. Regressione lineare sui dati dellesperienza della molla.

ESERCIZIO 2.6. Se da un esperimento di laboratorio analogo a quello svolto sopra si ottenuta la seguente tabella: m(g) 0 30 60 90 120 150 180 210 l (cm) 20,0 23,3 26,5 29,8 33,2 36,7 40,1 43,5

fate unanalisi di regressione lineare al calcolatore con Excel e trovate la retta dei minimi quadrati. Osservate che la seconda colonna non contiene gli allungamenti l, ma le lunghezze l misurate ogni volta che si appesa una massa. ESERCIZIO 2.7. Eseguite la regressione dellesercizio precedente calcolando gli allungamenti l , usando la funzione REGR.LIN ed imponendo il passaggio per lorigine alla retta interpolante. ESERCIZIO 2.8.

Data la tabella di valori di due grandezze fisiche X e Y: X 2,1 4,2 5,8 7,9 10,1 12,2 13,8 Y 0,50 0,24 0,18 0,14 0,09 0,07 0,06

eseguite con Excel una regressione di potenza. Dalla legge matematica che lega le due grandezze e dal valore del coefficiente di correlazione, che cosa potete affermare? Che tipo di legame (ovvero di funzione) caratterizza la relazione tra queste due grandezze? La riconoscete? 2.5. La linearizzazione Con gli strumenti acquisiti fino ad ora siamo in grado di verificare quanto sia lineare un legame tra due grandezze fisiche semplicemente facendo una regressione lineare e andando a calcolare il coefficiente di determinazione: se tale coefficiente prossimo al valore 1 possiamo affermare con una certa sicurezza che la dipendenza di una grandezza dallaltra rappresentata graficamente da una retta. Cosa succede se il coefficiente di determinazione ha un valore prossimo a 0? In altri termini: se la dipendenza non lineare (ovvero inversa, quadratica, esponenziale - paragrafo L2.1 del testo di Fisica) come si fa a capire di che tipo ? Esistono delle tecniche che ci permettono in maniera semplice di comprendere un certo tipo di legame, magari utilizzando sempre il metodo della regressione lineare? Tale metodo esiste ed noto come linearizzazione. Consideriamo due grandezze fisiche X e Y e supponiamo che la dipendenza di Y da X sia di tipo quadratico Y = aX2 La curva risultante in un diagramma XY una parabola passante per lorigine. Poniamo, ora, T=X2. La relazione assume la forma Y = a T che in un diagramma TY una retta. Abbiamo, quindi trasformato una curva in una retta ossia abbiamo linearizzato la funzione originaria. facile comprendere che se riportiamo le misure sul grafico linearizzato con il cambiamento di variabile effettuato baster fare una regressione lineare su questultimo diagramma: se Y e T sono legate da una relazione di tipo lineare, allora Y e X sono legate da una relazione di tipo quadratico. Sottolineiamo, a questo punto, il fatto che Excel in grado di compiere, su un insieme di dati, regressioni di vario tipo, come gi osservato nel paragrafo precedente, fornendoci la migliore funzione del tipo cercato che lega le grandezze fisiche in esame ed il relativo coefficiente di determinazione. Tuttavia la semplicit del metodo introdotto unita al fatto che non tutte le macchine calcolatrici eseguono regressioni non lineari (pensiamo alle comuni calcolatrici tascabili) ci convince a ribadire lutilit di questo procedimento. LINEARIZZAZIONE DELLA LEGGE DI BOYLE

Come esempio del metodo della linearizzazione riportiamo lelaborazione dei dati dellesperimento di Boyle (paragrafo L7.1 del testo di Fisica). Lesperimento consiste nel cercare la relazione che lega la pressione ed il volume di un gas mantenendo costante la temperatura. La prova stata effettuata a tre temperature diverse. Rimandiamo alla lettura del testo per la descrizione dettagliata dellesperienza. Noi riportiamo solo la tabella delle misure della pressione e dellaltezza della colonna cilindrica di gas (figura 2.9). Siccome laltezza ed il volume; a sezione della colonna costante, sono direttamente proporzionali, la relazione che lega P e V sar dello stesso tipo di quella che lega P ed h: Faremo, perci, congetture sulla relazione che lega P ed h: Dalla lettura della tabella scaturisce come ipotesi pi semplice che le due grandezze siano inversamente proporzionali. Ossia: P1/h Per verificare tale supposizione linearizziamo la funzione ponendo: 1/P = T (ovvero 1/h = T )

ed andiamo a costruirci il diagramma a dispersione hT (ovvero TP). Facciamo, poi, la regressione lineare su questo diagramma (figura 2.9): osserviamo che per tutte e tre le temperature il coefficiente di determinazione molto vicino ad uno. Possiamo perci affermare che la nostra ipotesi di proporzionalit inversa verificata con buona approssimazione (notiamo che i valori dellintercetta con lasse delle ascisse delle tre rette sono prossimi a 0). Con Excel possiamo, infine, effettuare una regressione non lineare nel diagramma hP. eseguiamo una regressione di potenza. Le curve ricavate e le relative equazioni ci confermano il risultato trovato in precedenza con la regressione lineare: la legge di potenza che meglio approssima i dati molto vicina a quella di proporzionalit inversa (notiamo che le potenze di h sono in tutti e tre i casi prossime a -1). Possiamo allora concludere anche in questo caso che lipotesi di proporzionalit inversa tra P e V rappresenta un buon modello della realt. Concludiamo questo esercizio con una osservazione: la legge di potenza si pu scrivere in generale come y = axb con a e b parametri da determinare: Excel calcola queste costanti utilizzando il metodo dei minimi quadrati. ESERCIZIO 2.9. Verificate, attraverso una regressione lineare in un piano Temperatura-Volume, la prima legge di Gay-Lussac utilizzando i dati della tabella L7.2 del paragrafo L7.2 del testo di Fisica. Dopo aver trovato lequazione della retta interpolante, estrapolate i dati della tabella cercando lintersezione della retta con lasse delle ascisse (ossia il valore della temperatura corrispondente al valore nullo del volume). Confrontate i vostri risultati con quelli del testo. ESERCIZIO 2.10. Verificate, facendo una regressione lineare in un piano Temperatura-Pressione, la seconda legge di Gay-Lussac usando i dati della tabella L7.3 del paragrafo L7.3 del testo di Fisica. Anche in questo caso, dopo aver trovato lequazione della retta trovate la sua intersezione con lasse delle ascisse (cio il valore della temperatura quando la pressione nulla). Confrontate i vostri risultati con quelli del testo.

LA LEGGE DI BOYLE
Tabella t1 = 19 C P ( torr ) 94,5 101 115 129,5 144 157 176 1/P ( torr -1 ) 0,0106 0,0099 0,0087 0,0077 0,0069 0,0064 0,0057 h1 ( cm ) 10,2 9,5 8,3 7,5 6,7 6,2 5,4 Legge di Boyle

t 2 = 30 C h2 ( cm ) 10,6 9,8 8,7 7,7 6,9 6,4 5,7

t3 = 40 C h3 ( cm ) 10,9 10,1 9 8 7,1 6,6 5,9

(1/P) = 0,001h1 - 1E-05 0,0105


-1

t 1 t2 t 3

R = 0,9989

1/P ( torr

0,0085

(1/P) = 0,001h2 - 6E-05 R = 0,9994


2

0,0065

(1/P) = 0,001h3 - 0,0001 R 2 = 0,9992

0,0045 0 2 4 6 h ( cm ) 8 10 12

Legge di Boyle
200 180 P 160 = 958,8h 1
2 -0,99 81

t1 t2 t 3

R = 0,9986 140 P ( torr ) 120 -1 ,0 09 3 P = 1017,9h2 R2 = 100 0,9995

80 -1,0145 P = 1062,8h3
2 R60 0,9993 =

40 4 5 6 7 8 h ( cm ) 9 10 11 12

Figura 2.9. Tabella e grafici sulla legge di Boyle.

ESERCIZIO 2.11. In un esperimento con un pendolo sono stati misurati, per differenti misure della lunghezza del filo, altrettanti periodi di oscillazione (si intende per periodo di un pendolo il tempo che esso impiega per compiere una oscillazione completa). La misura di ogni periodo stata ottenuta rilevando il tempo di 10 oscillazioni e successivamente dividendolo per 10. I dati nella tabella riassumono le misure effettuate: l (cm) 10 15 20 25 30 35 40 45 50 T (s) 0,62 0,79 0,88 1,00 1.10 1,19 1,27 1,34 1,41

Facendo delle ipotesi matematiche in base ai valori riportati in tabella trovate, attraverso una linearizzazione ed una regressione lineare, la relazione che meglio descrive i dati sperimentali (potreste cominciare col supporre che lunghezza e periodo siano direttamente proporzionali, poi che il quadrato della lunghezza sia proporzionale al periodo, poi......).

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