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Perch ospedale e territorio senza dolore si unito con il gruppo ospedale-territorio

Introduzione Il Gruppo Ospedale e Territorio senza dolore della Rete HPH promuove attivit concrete di sensibilizzazione alla lotta al dolore. Ci che il nostro gruppo ha voluto perseguire la persona al centro di un sistema di cure, dando continuit ai valori del quadriennio precedente: multi professionalit, interprofessionalit, continuit assistenziale, comunicazione e informazione, lavoro di rete, collegamento con i medici di medicina generale e soprattutto promozione di metodi di empowerment del cittadino e dei professionisti della salute. Allinterno del gruppo di progetto si discusso molto sul reale contributo che avremmo potuto dare al cittadino coerentemente con gli standard HPH. Attraverso un brainstorming nel gruppo di progetto, abbiamo rilevato che, in base alle esperienze realizzate nelle diverse aziende sanitarie, i cittadini hanno necessit di avere dei tempi dedicati per comunicare e per confrontarsi con i professionisti della salute sui problemi di salute. Quando si parla del dolore, questa necessit aumenta ancor di pi. Si costruito un percorso formativo sperimentale che offrisse al professionista della salute modalit operative e concrete per utilizzare le storie e le narrazioni dei cittadini al fine di personalizzare la presa in carico e poter decidere, condividendo con la persona assistita, il miglior piano terapeutico e assistenziale. Tra gli standard della Rete HPH abbiamo identificato il num.2 Valutazione del paziente, il num.3 Informazione e attivit sul paziente e il num.5 Continuit e cooperazione. Confrontandoci con il Gruppo Ospedale Territorio della Rete HPH, abbiamo trovato molti aspetti in comune. Abbiamo voluto, quindi, unirci al loro gruppo mantenendo, per, la nostra identit.

Approfondimento Ad ottobre del 2011, abbiamo realizzato la prima edizione del corso di formazione per professionisti della salute dal titolo La cura e le forme del dolore: rappresentazioni, vissuti e luoghi di senso nel mese di ottobre. Il seminario si proposto di indagare la tematica del dolore a partire dalle esperienze dei partecipanti, attraverso la presentazione di elementi utili nella ricerca di una metodologia di interazione con la persona assistita che abbia nellattenzione critica il proprio obiettivo.

Premessa al corso di formazione Il dolore quanto di pi proprio, individuale e intrasferibile possa darsi nella vita degli uomini, ma nello stesso tempo non unesperienza cos immediata e diretta come a prima vista potrebbe sembrare. Nessun uomo potrebbe vivere la sofferenza e sopravvivere a essa, se non riuscisse ad

attribuirvi un senso. Esistono quindi scenari di senso entro i quali il dolore viene giustificato e compreso. (Natoli, 2008). Questi differenti scenari sono veri e propri luoghi di crisi dove lambito problematico pu essere definito dal ritenere il dolore inevitabile oppure pro-curabile, che non solo affligge, ma che pu essere inflitto, ritenerlo innocente o stremante, in una sorta di rimando tra innocenza e tradimento della natura. Daltra parte lessenza dellaver cura si pone come apriorit esistenziale riferita al fatto di appartenere al genere umano: condizione dellesistenza. La cura si gioca sullasse della necessit come obbligatoriet della condizione umana al lavoro del vivere, e quella della trascendenza della sollecitudine e premura rispetto al proprio ed altrui possibile divenire. Lesperienza, quindi, ed ancor meglio i vissuti e la riflessivit diventano i campi di ricerca continua del proprio essere nel mondo, indagando i termini del discorso, i saperi e poteri agiti, che caratterizzano il soggetto nelle sue determinazioni individuali e professionali. (Foucault, 1969). Tra natura e cultura, la dimensione della sofferenza umana sempre legata al mondo dellesperienza in cui ci si trova. Disporre una fenomenologia della sofferenza, tra danno e senso del dolore, tempo della sofferenza e progettabilit del futuro, dolore e trasformazione del rapporto con il proprio corpo, significa indagare, descrivere, quali parole, linguaggi permettono una possibilit allesperienza della sofferenza. Nelle pratiche della cura che vengono attuate, la dimensione del dolore esperienza che riguarda i soggetti implicati in carne ed ossa, le loro rappresentazioni mentali, atteggiamenti, discorsi che in modo quasi naturale nellambiente di cura si pongono in atto. Il problema, da questo punto di vista, mettere in rapporto fra loro i processi di cura, di formazione e di riflessione sulla propria esperienza domandandosi quali i linguaggi, gli sguardi, i rimandi di senso messi in campo, le latenze, che si intrecciano quando pensiamo ed agiamo nei confronti del dolore e della cura. Di qui la necessit di indagare i dispositivi culturali e linguistici che presiedono alle nostre pi usuali categorie di giudizio. Questo per evitare forme semplificate e fuorvianti di una omologazione che, nellattenzione, nella cura dellaltro, preferisce percorrere facili autostrade di pensiero , piuttosto che difficili, ma intriganti sentieri di bosco. La metodologia utilizzata Il percorso si sviluppa con linterrogarsi, sui sensi gi dati ai concetti di dolore e cura. Verranno utilizzati alcuni elementi di decostruzione formativa che concorrono a far emergere le proprie latenze, i personali oggetti culturali che in modo inconsapevole determinano la propria concreta azione nella scena professionale. Sono privilegiati metodi che favoriscono la partecipazione attiva, con mandati individuali e di gruppo e il successivo confronto in plenaria. Sono state utilizzate metodologie di tipo narrativo a partire da sollecitazioni linguistiche, cinematografiche e letterarie. Per approfondire il proprio modo di attribuire un senso alle tematiche oggetto del seminario sono state proposte attivit che favoriscono lespressione simbolico-proiettiva individuale e di gruppo. Lutilizzo del gruppo diventa risorsa per fornire ulteriori sensi agli oggetti prodotti. Conclusioni Il corso di formazione ha permesso di far parlare gli operatori in un approccio narrativo e fenomenologico.

Il gradimento del corso stato molto alto: apprezzati soprattutto le metodologie utilizzate, lutilizzo dei film e delle suggestioni grafiche (disegni, simboli e immagini), il confronto e il dibattito tra i partecipanti e con i docenti. Lutilizzo del project work per lapprendimento stato giudicato positivo dai partecipanti per il superamento del classico test a risposta multipla. La maggior parte dei partecipanti ha richiesto un secondo incontro di restituzione a distanza. Il gruppo di progetto sta valutando la reale fattibilit di ripetere levento. Carla Bena Coordinatrice Gruppo Ospedale Territorio senza dolore

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