Anda di halaman 1dari 6

AFFARI DI FAMIGLIA E PACE MONDIALE

Nord Corea, gli zii dietro la minaccia nucleare


Il giovane leader Kim Jong-un sarebbe teleguidato da una sorella del padre e da suo marito. Timori per il 10 aprile
PECHINO - Qualcosa di concreto, dopo settimane di dichiarazioni guerresche, il leader nordcoreano Kim Jong-un dovr pur farlo, prevedono i servizi segreti del resto del mondo. Per dimostrare di avere vinto la sfida, la Nord Corea starebbe preparando il lancio dimostrativo di un missile, o peggio un test nucleare. Potrebbe essere mercoled 10, il giorno in cui il regime ha suggerito alle ambasciate a Pyongyang di chiudere. O il 15, quando cade il compleanno di Kim Ilsung, fondatore della Repubblica e nonno dellattuale dittatore Kim Jong-un. Se non fosse morto nel 1994, il Primo Kim della dinastia compirebbe 101 anni e i 24 milioni di nordcoreani continuano a piangerlo inconsolabili. LA DONNA GENERALE - Un affare di famiglia, dunque. Anzi, di famiglia allargata. Perch tutti questi giochi di guerra sarebbero ispirati dagli zii di Kim Terzo (Kim Jong-un), ai quali Kim Secondo (Kim Jong-il) prima di morire nel 2011 avrebbe lasciato in custodia il giovanotto trentenne che ora fa tremare il mondo. In particolare, la grande stratega sarebbe la zia, Kim Kyong-huy. La signora, che ricorda la cattiva Rosa Klebb della serie di 007, ha 66 anni ed figlia di Kim Primo. Da quarantanni si muove dietro le quinte del regime. Scomparve dalla scena per sei anni, dopo il 2003, forse purgata dal fratello, Kim Secondo. Che per la richiam nel 2010 con il grado di generale a quattro stelle, affidandole la direzione del Dipartimento Organizzazione e Guida del Partito dei Lavoratori. Il secondo dittatore della dinastia comunista nordcoreana si era reso conto di essere molto malato e temeva che il figlio fosse troppo giovane per ereditare il potere. Cos lo affid alla zietta. LA SCALA MOBILE- Per far capire ai sudditi quanto fosse unita la famiglia, Kim Secondo si port appresso sulla scala mobile di un supermercato di Pyongyang lerede Kim Terzo e subito dietro la zia Kim e il di lei marito, Jang Sung-taek. Da allora quella scala mobile diventata oggetto di culto nella capitale del regno eremita. Nel tempo libero dalle questioni di Stato - repressioni, purghe e minacce di polverizzare il Sud e gli Usa - la zia Kim governa un ristorante a Pyongyang, edizione comunista di Burger King, dove invece dellodiato termine americano si usa la traduzione carne tritata nel pane e al posto della Coca-Cola capitalista si beve sidro di Pyongyang. L'UOMO DI PECHINO - Il marito di questa ideologa-ristoratrice, come detto, si chiama Jang Sung-taek, ha 66 anni anche lui, e fu capo delle guardie del corpo di Kim Il-sung. Ha viaggiato spesso in Cina per studiarne il modello economico ed diventato luomo di collegamento con Pechino. lui che spiega ai cinesi quanto importante per loro sostenere il giovane Kim come baluardo alla presenza americana nella penisola coreana. Non pu essere un caso che gli zii la settimana scorsa sedessero ai lati del nipote-dittatore al tavolo del comitato centrale del Partito, mentre il ragazzo annunciava che larma nucleare il tesoro della nazione. La loro missione quella di accreditarlo come comandante supremo della Nord Corea che sfida il mondo.
LA SITUAZIONE IN ASIA

Corea del Nord, Putin: Il rischio nucleare rende Chernobyl una fiaba per bambini
Il presidente russo in conferenza stampa con il cancelliere Merkel: siamo preoccupati. Dobbiamo calmarci tutti
Vladimir Putin evoca il ricordo della catastrofe nucleare di Chernobyl, avvenuta nel 1986, e sottolinea che s, esiste naturalmente un rischio a causa delle minacce della Corea del Nord.

Pyongyang da mesi minaccia i vicini della Corea del Sud e gli Stati Uniti di ritorsioni nucleari, e starebbe preparando un nuovo test atomico, il quarto della sua storia. CHERNOBYL FAVOLA PER BAMBINI - Ad Hannover, durante il suo secondo giorno di visita in Unione europea, si incontrato con il Cancelliere tedesco Angela Merkel. E il presidente russo si detto preoccupato: Non certo un segreto, siamo preoccupati dell'escalation nella penisola coreana, un nostro vicino, ha spiegato Putin. Se, Dio non voglia, accadesseo qualcosa, la Chernobyl che tutti conosciamo potrebbe sembrare una favola per bambini al confronto. CALMIAMOCI TUTTI - Il rischio di un conflitto atomico concreto? Per Putin s: Penso che lo sia, e invito tutti alla calma. A iniziare a risolvere i problemi che si sono accumulati in tanti anni sedendosi a un tavolo, negoziando. Il leader russo ha anche elogiato lo sforzo americano di rinviare un test missilistico programmato da tempo per cercare di abbassare il livello di tensione in Asia: Dovremmo tutti ringraziare la leadership americana per questo passo. Spero che i nostri partner nordcoreani lo notino, che ne traggano certe conclusioni, che tutti si calmino e che si cerchi di lavorare insieme per sciogliere questa situazione. MOSCA E BERLINO UNITE - nella penisola coreana. Berlino e Mosca sono comunque molto unite riguardo alla situazione. Lo ha confermato anche Merkel nella conferenza stampa congiunta: occorre andare avanti sulla strada del dialogo, ha spiegato la cancelliera, mostrando la determinazione della comunit internazionale, rispetto alla quale la Corea del Nord deve rispettare gli impegni.

Il Papa: Lamore di Dio prende la strada dellumilt


Per un cristiano, progredire vuol dire abbassarsi lungo la strada dellumilt per far risaltare lamore di Dio. Su questo pensiero, definito la regola doro, papa Francesco ha imperniato lomelia della Messa di oggi, celebrata nella cappella della Casa Santa Marta. Come riporta la Radio Vaticana, alla liturgia hanno preso parte, tra gli altri, alcune Suore della Carit, che hanno rinnovato i voti, il personale del Centro Televisivo Vaticano, i colleghi brasiliani della Radio Vaticana, nonch Arturo Mari, per lunghi anni fotografo dei Papi. Una strada che sale tanto pi si abbassa. la strada dellumilt cristiana, che innalza verso Dio tanto quanto chi la testimonia sa abbassarsi per fare spazio alla sua carit. A suggerire questa riflessione a Papa Francesco stata lodierna festa liturgica dellAnnunciazione. La strada che Maria e Giuseppe percorrono fino a Betlemme, per rispettare lordine imperiale sul censimento, ha detto una strada di umilt. umile Maria, che non capisce bene ma lascia la sua anima alla volont di Dio. umile Giuseppe, che si abbassa per portare su di s la responsabilit tanto grande della sposa in attesa del figlio. Cos ha osservato Papa Francesco tutto lamore di Dio, per arrivare a noi, prende la strada dellumilt. questo ci che ha preferito per esprimere il suo amore agli uomini, allopposto ha stigmatizzato degli idoli forti, che si fanno sentire, che dicono: 'qui comando io'. Invece, ha ripetuto il Pontefice, il nostro Dio che non un Dio finto, un Dio di legno, fatto dagli uomini preferisce andare cos, per la strada dellumilt. Che la stessa seguita da Ges, una strada che si abbassata fino alla Croce. Per un cristiano, ha proseguito il Papa, questa la regola doro, progredire, avanzare e abbassarsi. Non si pu andare su unaltra strada. Se io non mi abbasso ha insistito se tu non ti abbassi, non sei cristiano. Tuttavia, essere umili non significa andare per la strada con gli occhi bassi. Non stata quella, ha spiegato, lumilt di Ges, n di sua Madre o di Giuseppe. Imboccare la strada dellumilt fa s, ha affermato Papa Francesco, che tutta la carit di Dio venga su questa strada, che lunica che Lui ha scelto: non ne ha scelto unaltra. Anche il trionfo della Risurrezione, ha osservato, segue questa rotta, il trionfo del cristiano prende il cammino dellabbassarsi. Chiediamo, ha concluso Papa Francesco, la grazia dellumilt, ma di questa umilt, che la strada per la quale sicuramente passa la carit, perch se non c umilt, lamore resta bloccato, non pu andare.

Addio alla Lady di ferro


L'ex primo ministro britannico Margaret Thatcher morta stamattina a Londra, nella suite dell'Hotel Ritz, colpita da un ictus. Lo ha riferito il suo portavoce, Lord Bell. La Thatcher era malata da tempo. con grande tristezza che Mark e Carol Thatcher annunciano che la madre morta stamattina in seguito a un ictus, il primo comunicato. La Lady di

ferro aveva 87 anni. L'ho appreso questa mattina intorno a mezzogiorno. Ho ricevuto una chiamata da Carol (la figlia di Margaret Thatcher, ndr), ha riferito Lord Bell, sottolineando che la Baronessa Thatcher verr ricordata come il pi grande primo ministro che il Paese ha avuto, lasciando un'eredit paragonabile solo a quella di Winston Churchill. L'Inghilterra ha perso un grande leader, un grande primo ministro, una grande inglese, ha commentato il Primo Ministro David Cameron. La regina Elisabetta ha appreso con tristezza la notizia della morte di Margaret Thatcher. lo riferisce un comunicato di Buckingham Palace. "Il mondo ha perso uno dei grandi campioni della libert e l'America ha perso una vera amica", ha affermato in una nota diffusa dalla Casa Bianca il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. La Lady di ferro non avr funerali di Stato, sulla base delle volont espresse dalla stessa ex primo ministro. La cerimonia si svolger nella cattedrale di St. Paul; Downing Street ha precisato che "con l'approvazione della Regina" la cerimonia si svolger con gli onori militari e seguir lo stesso cerimoniale dei funerale della Regina Madre e di Lady D. Non ci sar invece una carmera ardente, secondo quanto disposto dalla stessa "lady di ferro". L'ex primo ministro era malata da tempo. Aveva interrotto le sue attivit pubbliche nel 2002, dopo aver subito una serie di piccoli ictus. Poi la battaglia con la sua mente, provata da una forma di demenza senile. Una sofferenza diventata poi il tema di un film del 2011, The Iron Lady, diretto da Phyllida Lloyd, in cui Maryl Streep ha interpretato la dolorosa trasfigurazione di Margaret Thatcher provata dalla malattia, vincendo l'Oscar. Gerry Adams: Ha provocato grande dolore Non sono mancate voci critiche, e persino dure, nel giorno del cordoglio per la morte della Lady di ferro. Ha abbracciato vecchie politiche militaristiche draconiane che hanno prolungato la guerra e causato grande sofferenza in Irlanda. Questo il commento del leader repubblicano irlandese, presidente dello Sinn Fein, Gerry Adams, alla notizia della morte della Lady di ferro. Margaret Thatcher ha provocato grande dolore agli irlandesi e ai britannici, la classe lavoratrice stata devastate dalle sue politiche - ha continuato Adams -. Il suo ruolo sul piano internazionale stato altrettanto belligerante, che fosse per il sostegno del dittatore cileno Pinochet, la sua opposizione alle sanzioni per l'Apartheid in Sudafrica o il suo sostegno agli Khmer Rossi. Ho ancora un amaro ricordo di quello che fece - ricorda il segretario generale della Durham Miners Association, David Hopper, che proprio oggi ha compiuto 70 anni e protagonista del celebre sciopero a cavallo tra il 1984 e il 1985 -. Rivolse il paese contro di noi con un violenza che fu terribile. Iniziato nel marzo del 1984 dopo l'annuncio della chiusura della prima delle 20 miniere di carbone che il governo Thatcher intendeva chiudere, lo sciopero coinvolse fino a 165.000 minatori, attirando attenzione e solidariet da tutto il mondo. Dopo oltre 51 settimane di lotta,durante le quali tra i lavoratori si registrarono due morti, 710 licenziamenti e migliaia procedimenti giudiziari, un congresso straordinario dell'Unione Nazionale dei Minatori vot a stretta maggioranza (98 a 91) per la fine dello sciopero.

Egitto, cristiani nel mirino Domenica altri 2 morti


A meno di tre giorni dall'uccisione di quattro cristiani e di un musulmano in scontri a sfondo religioso nella piccola citt egiziana di Khusus, torna a riaccendersi la tensione tra i copti e la maggioranza musulmana. Ieri altre due persone, di cui una ancora non identificata, sono state uccise e pi di 80 sono rimaste ferite nelle violenze che sono scoppiete sul sagrato della Cattedrale di San Marco al Cairo, dove si erano svolte da poco le esequie dei quattro copti, uccisi venerd notte. Il presidente Mohamed Morsi ha pubblicamente condannato le violenze, ha ordinato una inchiesta immediata" e ha telefonato personalmente al patriarca dei copti d'Egitto, Tawadros II, al quale ha detto che ogni attacco contro la cattedrale un attacco contro di me personalmente. Secondo una prima ricostruzione dell'agenzia di Stato, Mena, che cita alcuni testimoni, subito dopo i funerali centinaia di rappresentanti della comunit cristiana egiziana si sono riversati nella piazza antistante la chiesa scandendo slogan contro il presidente Morsi. A quel punto sono stati attaccati con lanci di pietre da gruppi di sconosciuti, mentre la polizia intervenuta con lanci di gas lacrimogeni. Secondo quanto riporta al Jazira sul suo sito alcune persone avrebbero urlato: Con il nostro sangue e l'anima, ci sacrificheremo per la Croce. Le immagini diffuse in diretta dalla tv egiziana hanno mostrato una coltre di fumo bianco che invadeva la strada davanti al luogo di culto, mentre in sottofondo si udivano delle esplosioni. Notizie confermate anche dal ministero dell'Interno che in una nota ha aggiunto che all'uscita dalla Cattedrale i copti hanno distrutto alcune automobili provocando gli scontri con i residenti del quartiere. Al momento non ancora chiaro chi abbia iniziato i tafferugli. Secondo alcuni testimoni citati da al Jazira, sarebbero stati proprio i copti a lanciare le pietre per primi e poi avrebbero distrutto sei automobili, dandone due alle fiamme. Tutto ci avrebbe innescato la rabbiosa reazione dei musulmani che avrebbero risposto anche loro con una sassaiola. Il corrispondente della maggior emittente del Qatar

ha riferito che la situazione al momento rimane molto tesa nell'area dove si sono continuati a udire spari e colpi di arma da fuoco. Ad accendere la miccia dei violenti episodi di ieri davanti alla Cattedrale San Marco stata la morte, venerd scorso, di quattro cristiani e di un musulmano. Una strage avvenuta dopo che alcuni bambini, secondo testimoni, avevano imbrattato con scritte il muro di un istituto religioso musulmano. Alcuni fonti locali riportano che sarebbe stata disegnata una croce uncinata. A quel punto scoppiato l'inferno dopo che un uomo ha malmenato i bambini. Gruppi di musulmani si sono diretti verso una chiesa cercando di darle fuoco. Ne seguito uno scontro armato in cui sono morti quattro cristiani. La quinta vittima, un musulmano, deceduta nell'incendio della sua abitazione.

Cina. Si spento mons. Qian Yurong, condannato durante la Rivoluzione Culturale a 20 anni di rieducazione
La Chiesa in Cina piange la scomparsa di mons. Tommaso Qian Yurong, spentosi per uninfezione polmonare il 22 marzo scorso a Xuzhou (Schow), nella provincia di Jiangsu (Cina Continentale): aveva 99 anni. Mons. Qian era nato nel 1914 nella contea di Tongshan da una famiglia di antica tradizione cattolica. Di lui si ricorda che durante la guerra sino-giapponese salv un soldato gravemente ferito, trasportandolo presso una chiesa per curare le sue ferite e per farsi carico di lui finch si fosse rimesso in salute. Nel 1945 divenne sacerdote e il 15 novembre 1959 ricevette lordinazione episcopale. Durante la Rivoluzione Culturale fu condannato alla rieducazione attraverso il lavoro e per 20 anni lavor presso unindustria chimica. Mons. Qian ricordato come un uomo di fede semplice, attivo nel lavoro di formazione di sacerdoti e religiose e nello sforzo di recuperare le propriet della Chiesa. Si era ritirato dal ministero pastorale gi nel 2011 a causa delle sue precarie condizioni di salute. I funerali hanno avuto luogo il 28 marzo, Gioved Santo, presso la cattedrale del Sacro Cuore di Ges: la celebrazione stata presieduta da mons. Giovanni Wang Renlei, vescovo di Xuzhou. La diocesi di Xuzhou, situata nella parte settentrionale della provincia di Jiangsu, conta circa 25.000 fedeli, 7 chiese, una decina di sacerdoti e una ventina di religiose.

Armenia, ai piedi dellArarat larca del grande crimine


Dalla Collina delle rondini (Dzidzernagapert, in lingua armena) lo sguardo abbraccia tutta la conca di Yerevan. A nord-ovest limponente statua della Mayr Hayastan svetta tra il verde del Parco della Vittoria, dominato fino alla fine degli anni Sessanta dalla mole, ugualmente monumentale, delleffigie di Stalin. A sud, spesso incappucciato da una pesante e lattigginosa coltre di nubi, si erge lenorme mole dellArarat, con le sue nevi perenni e gli oltre 5 mila metri daltezza. Sulla spianata che conduce al Memoriale del Genocidio, costruito nel 1967 e dominato da una appuntita stele alta 42 metri, si attardano gruppi di giapponesi alla ricerca di una foto in favore di luce. Tra le pesanti lastre di basalto che si aprono a corolla, 12 come le province perdute dellArmenia Occidentale, arde il fuoco della memoria, a perenne ricordo delle vittime del massacro perpetrato allinizio del Novecento dallesercito dei Giovani Turchi. Una tragedia immane, costata la vita ad almeno un milione e mezzo di armeni, periti spesso di stenti, malattia o sfinimento nel tentativo disperato della fuga. Ogni anno, il 24 aprile, alla Collina delle rondini, oltre agli armeni di Yerevan e delle province della Repubblica dArmenia (che conta oggi 3 milioni dabitanti in un territorio poco pi grande della Sicilia), salgono in pellegrinaggio provenienti da ogni angolo del globo, dove oggi si trova disperso parte di questo popolo antico e fiero dopo il Medz Yeghern, il "grande crimine". In questa ricorrenza (il 24 aprile 1915, 500 armeni vennero incarcerati e poi eliminati a Istanbul), la base circolare che cinge il braciere del Memoriale del Genocidio si ricopre di migliaia di fiori: garofani bianchi e rossi, rose, o anche semplici fiori di campo. Gruppi di visitatori, mentre il sole di mezzogiorno scalda il nero della pietra, si inoltrano nel Giardino dei giusti, dove ogni albero ricorda il sacrificio di chi si saputo opporre alla follia del genocidio, denunciando i massacri o mettendo in pericolo la propria vita per salvare quella degli armeni. Poco lontano sorge il Muro della memoria, dove vengono tumulate le ceneri (o la terra tombale) di coloro che hanno lottato contro il Medz Yeghern. Jeff arrivato fin qui dagli Stati Uniti, insieme alla moglie. figlio di una sopravvissuta al genocidio, scampata alla morte dopo essere riparata in Siria. E poi da qui a Parigi e infine nel Nuovo Mondo, nel

tentativo di rifarsi una vita. Ma senza mai dimenticare, spiega Jeff, che ha insegnato la lingua e lalfabeto armeno ai figli e anche qualche parola ditaliano per comunicare con i parenti che vivono a Venezia. La memoria di ci che stato, la conoscenza delle sue cause e la necessit che lumanit sappia fare fronte comune contro laberrazione del male, il filo conduttore del Museo del Genocidio, inaugurato nel 1995. Vi si raccolgono documenti e fotografie (agghiaccianti) delle "marce della morte", mappe e testimonianze legate alla pagina pi cupa della storia armena. Il museo stato scavato nel sottosuolo della Collina, quasi a consegnare alla terra il dolore che racchiude. Nella prima sala, la mappa dellAnatolia e del Vicino Oriente dove erano presenti le comunit armene prima del genocidio. E poi fotografie di uomini, donne e bambini che potrebbero essere state prese ad Auschwitz, documenti di un orrore per molto tempo negato o taciuto. Basta fare una visita a queste sale, guardare le immagini, leggere i documenti, per rendersi conto che ogni posizione negazionista insostenibile, spiega Hakob Gorginyan, studi in Italia in Storia della Chiesa e consulente del ministero del Turismo armeno. Solitamente, i turchi organizzavano le deportazioni di massa trasferendo i loro prigionieri in localit piuttosto remote. Una delle destinazioni principali fu la regione siriana di Deir al-Zor. Qui intere famiglie armene furono ammassate e lasciate morire di stenti. In terra siriana vennero anche spediti migliaia di giovani ragazze e ragazzi armeni. Alcuni riuscirono a scampare alla morte perch venduti come piccoli schiavi a facoltose famiglie arabe. Molte delle pagine e degli episodi che hanno spinto il governo dei Giovani Turchi a intraprendere la strada della cancellazione di unintera minoranza sono ancora sconosciute. Ancora oggi, quella del genocidio armeno, una storia scomoda. Nel piccolo bookshop che si trova allinterno del museo, sono in bella vista, tradotte nelle varie lingue, testi sullargomento. Una gentile signora sta illustrando a un gruppo di turisti anglofoni il panorama editoriale: Di fondamentale importanza c il libro di Henry Morgenthau, al tempo ambasciatore degli Stati Uniti in Turchia (il Diario ora disponibile anche in italiano, edito da Guerini, ndr). Morgenthau fu testimone di quello che stava accadendo e si adoper per salvare il popolo armeno. C poi un libro di Jean Varoujean Gureghian edito in Francia che, dice con cipiglio un visitatore dallo spiccato accento transalpino probabilmente il volume pi documentato sul genocidio. Un lavoro di decenni, fatto incrociando dati, registrando le testimonianze dei sopravvissuti e consultando i documenti del patriarcato di Istanbul. Come possibile, di fronte a un lavoro sempre pi approfondito da parte degli storici, che il riconoscimento del genocidio armeno sia ancora per molti un tab? In Turchia solo di recente e tra enormi difficolt e resistenze, si sta iniziando a toccare largomento. Nel settembre 2008 un gruppo di intellettuali turchi ha lanciato su Internet una petizione (Lappel au pardon) che ha raccolto pi di 30 mila firme, prima che il sito fosse bloccato dalle autorit di Ankara. A oggi solo una ventina di Paesi hanno riconosciuto ufficialmente il genocidio armeno, tra cui Francia, Italia e Russia. Ma dal 2010 giace nei cassetti della Casa Bianca una mozione del Congresso che chiede al presidente Usa il riconoscimento ufficiale del Medz Yeghern. Finora, per argomenta ancora Hakob non se ne fatto nulla. Obama, come gli altri prima di lui, si limitato a parlare di "massacri". Gli Usa hanno truppe in tutto il Medio Oriente. Possono correre il rischio di dover rinunciare alle basi militari turche di Mersin o di Iskenderun?

L'ANNIVERSARIO

L'Aquila, la speranza non crolla


di Paola Ronconi 05/04/2013 - A quattro anni dal terremoto del 6 aprile 2009 sono ancora centinaia i palazzi danneggiati, decine di migliaia gli sfollati. Ma l'urgenza resta una: Costruire un tessuto sociale. Posti di lavoro, luoghi di incontro. Fino a dove far studiare i ragazzi Numeri e numeri: i 309 morti del sisma, il 40% della popolazione che non ha pi messo piede in casa sua, 1.053 le chiese e 501 i palazzi danneggiati nel centro storico, 4 milioni le tonnellate di macerie, 10,6 i miliardi stanziati, 4-5 i miliardi che il Governo dovrebbe sbloccare subito con il meccanismo della Cassa depositi e Prestiti, 35-40.000 gli abitanti che hanno deciso di andarsene. Di questi e di altri numeri oggi, a quattro anni da quel 6 aprile 2009, si legge negli articoli su LAquila. E oltre ai numeri, beghe politiche, lotte intestine, strade deserte, case ammuffite, per descrivere una citt che qualcuno ha definito mummificata . Questanno viviamo l'anniversario pi difficile, perch coincide con lassoluto crollo della speranza, ha dichiarato il sindaco Massimo Cialente: Il clima di scoramento, di sfiducia, di rabbia sta coinvolgendo sempre pi persone, soprattutto giovani che stanno cominciando ad arrendersi e ad andare via. Vivere a L'Aquila troppo difficile. Nell'ultimo anno abbiamo perso gi 3.500 persone . E in effetti questa la realt: Quello che c cos: ritardi, tempi di ricostruzione nellordine dei 10 anni, dice Marco Gentile, dirigente in unazienda farmaceutica e responsabile della comunit di Cl del capoluogo abruzzese. Ma chi viene a LAquila oggi, vede che la citt un cantiere aperto, soprattutto nei dintorni. La situazione si sta muovendo. Certo, il problema il centro storico: trovare una soluzione di tipo pratico molto pi complesso . I palazzi sono tutti uniti,

ognuno con una storia diversa, e anche entrare in strade strette con mezzi pesanti pi difficile. Ma non tutto qui: In una citt come questa lurgenza ripartire dal punto di vista umano: c da ricostruire un tessuto sociale. Che vuol dire ricreare posti di lavoro, luoghi e momenti di incontro. Per le nostre famiglie ha voluto dire costruire luoghi di incontro (v. "La Citt dove rinasce la citt"), dove la familiarit possa rivivere, dove poter mangiare insieme, dove far studiare i ragazzi, dove organizzare incontri. Ha voluto dire anche mettere in atto rapporti per aiutare nel lavoro gente mai vista prima. A me ci che fa stare con uno sguardo buono partire dagli amici che ho, da quello che ho. In questi quattro anni ho imparato che una realt difficile non nega la positivit della vita . Anche Marco si chiesto se rimanere a LAquila o no, e quello che mi ha fatto decidere di restare lamicizia tra alcuni di noi, abbiamo scommesso su questo. Se mi immaginassi qui senza questi amici, non ci starei. In questi giorni le parole (e i numeri) su LAquila si sprecheranno, ma a me non interessa ricordare una cosa accaduta quattro anni fa se oggi la mia speranza non si poggia su qualcosa che vedo gi ora . Non posso sperare nei soldi che domani arriveranno e mi permetteranno di vivere qui. Ognuno ha un terremoto nella sua vita, ma ci che rende possibile vivere una realt presente.

Anda mungkin juga menyukai