Corea del Nord, Putin: Il rischio nucleare rende Chernobyl una fiaba per bambini
Il presidente russo in conferenza stampa con il cancelliere Merkel: siamo preoccupati. Dobbiamo calmarci tutti
Vladimir Putin evoca il ricordo della catastrofe nucleare di Chernobyl, avvenuta nel 1986, e sottolinea che s, esiste naturalmente un rischio a causa delle minacce della Corea del Nord.
Pyongyang da mesi minaccia i vicini della Corea del Sud e gli Stati Uniti di ritorsioni nucleari, e starebbe preparando un nuovo test atomico, il quarto della sua storia. CHERNOBYL FAVOLA PER BAMBINI - Ad Hannover, durante il suo secondo giorno di visita in Unione europea, si incontrato con il Cancelliere tedesco Angela Merkel. E il presidente russo si detto preoccupato: Non certo un segreto, siamo preoccupati dell'escalation nella penisola coreana, un nostro vicino, ha spiegato Putin. Se, Dio non voglia, accadesseo qualcosa, la Chernobyl che tutti conosciamo potrebbe sembrare una favola per bambini al confronto. CALMIAMOCI TUTTI - Il rischio di un conflitto atomico concreto? Per Putin s: Penso che lo sia, e invito tutti alla calma. A iniziare a risolvere i problemi che si sono accumulati in tanti anni sedendosi a un tavolo, negoziando. Il leader russo ha anche elogiato lo sforzo americano di rinviare un test missilistico programmato da tempo per cercare di abbassare il livello di tensione in Asia: Dovremmo tutti ringraziare la leadership americana per questo passo. Spero che i nostri partner nordcoreani lo notino, che ne traggano certe conclusioni, che tutti si calmino e che si cerchi di lavorare insieme per sciogliere questa situazione. MOSCA E BERLINO UNITE - nella penisola coreana. Berlino e Mosca sono comunque molto unite riguardo alla situazione. Lo ha confermato anche Merkel nella conferenza stampa congiunta: occorre andare avanti sulla strada del dialogo, ha spiegato la cancelliera, mostrando la determinazione della comunit internazionale, rispetto alla quale la Corea del Nord deve rispettare gli impegni.
ferro aveva 87 anni. L'ho appreso questa mattina intorno a mezzogiorno. Ho ricevuto una chiamata da Carol (la figlia di Margaret Thatcher, ndr), ha riferito Lord Bell, sottolineando che la Baronessa Thatcher verr ricordata come il pi grande primo ministro che il Paese ha avuto, lasciando un'eredit paragonabile solo a quella di Winston Churchill. L'Inghilterra ha perso un grande leader, un grande primo ministro, una grande inglese, ha commentato il Primo Ministro David Cameron. La regina Elisabetta ha appreso con tristezza la notizia della morte di Margaret Thatcher. lo riferisce un comunicato di Buckingham Palace. "Il mondo ha perso uno dei grandi campioni della libert e l'America ha perso una vera amica", ha affermato in una nota diffusa dalla Casa Bianca il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. La Lady di ferro non avr funerali di Stato, sulla base delle volont espresse dalla stessa ex primo ministro. La cerimonia si svolger nella cattedrale di St. Paul; Downing Street ha precisato che "con l'approvazione della Regina" la cerimonia si svolger con gli onori militari e seguir lo stesso cerimoniale dei funerale della Regina Madre e di Lady D. Non ci sar invece una carmera ardente, secondo quanto disposto dalla stessa "lady di ferro". L'ex primo ministro era malata da tempo. Aveva interrotto le sue attivit pubbliche nel 2002, dopo aver subito una serie di piccoli ictus. Poi la battaglia con la sua mente, provata da una forma di demenza senile. Una sofferenza diventata poi il tema di un film del 2011, The Iron Lady, diretto da Phyllida Lloyd, in cui Maryl Streep ha interpretato la dolorosa trasfigurazione di Margaret Thatcher provata dalla malattia, vincendo l'Oscar. Gerry Adams: Ha provocato grande dolore Non sono mancate voci critiche, e persino dure, nel giorno del cordoglio per la morte della Lady di ferro. Ha abbracciato vecchie politiche militaristiche draconiane che hanno prolungato la guerra e causato grande sofferenza in Irlanda. Questo il commento del leader repubblicano irlandese, presidente dello Sinn Fein, Gerry Adams, alla notizia della morte della Lady di ferro. Margaret Thatcher ha provocato grande dolore agli irlandesi e ai britannici, la classe lavoratrice stata devastate dalle sue politiche - ha continuato Adams -. Il suo ruolo sul piano internazionale stato altrettanto belligerante, che fosse per il sostegno del dittatore cileno Pinochet, la sua opposizione alle sanzioni per l'Apartheid in Sudafrica o il suo sostegno agli Khmer Rossi. Ho ancora un amaro ricordo di quello che fece - ricorda il segretario generale della Durham Miners Association, David Hopper, che proprio oggi ha compiuto 70 anni e protagonista del celebre sciopero a cavallo tra il 1984 e il 1985 -. Rivolse il paese contro di noi con un violenza che fu terribile. Iniziato nel marzo del 1984 dopo l'annuncio della chiusura della prima delle 20 miniere di carbone che il governo Thatcher intendeva chiudere, lo sciopero coinvolse fino a 165.000 minatori, attirando attenzione e solidariet da tutto il mondo. Dopo oltre 51 settimane di lotta,durante le quali tra i lavoratori si registrarono due morti, 710 licenziamenti e migliaia procedimenti giudiziari, un congresso straordinario dell'Unione Nazionale dei Minatori vot a stretta maggioranza (98 a 91) per la fine dello sciopero.
ha riferito che la situazione al momento rimane molto tesa nell'area dove si sono continuati a udire spari e colpi di arma da fuoco. Ad accendere la miccia dei violenti episodi di ieri davanti alla Cattedrale San Marco stata la morte, venerd scorso, di quattro cristiani e di un musulmano. Una strage avvenuta dopo che alcuni bambini, secondo testimoni, avevano imbrattato con scritte il muro di un istituto religioso musulmano. Alcuni fonti locali riportano che sarebbe stata disegnata una croce uncinata. A quel punto scoppiato l'inferno dopo che un uomo ha malmenato i bambini. Gruppi di musulmani si sono diretti verso una chiesa cercando di darle fuoco. Ne seguito uno scontro armato in cui sono morti quattro cristiani. La quinta vittima, un musulmano, deceduta nell'incendio della sua abitazione.
Cina. Si spento mons. Qian Yurong, condannato durante la Rivoluzione Culturale a 20 anni di rieducazione
La Chiesa in Cina piange la scomparsa di mons. Tommaso Qian Yurong, spentosi per uninfezione polmonare il 22 marzo scorso a Xuzhou (Schow), nella provincia di Jiangsu (Cina Continentale): aveva 99 anni. Mons. Qian era nato nel 1914 nella contea di Tongshan da una famiglia di antica tradizione cattolica. Di lui si ricorda che durante la guerra sino-giapponese salv un soldato gravemente ferito, trasportandolo presso una chiesa per curare le sue ferite e per farsi carico di lui finch si fosse rimesso in salute. Nel 1945 divenne sacerdote e il 15 novembre 1959 ricevette lordinazione episcopale. Durante la Rivoluzione Culturale fu condannato alla rieducazione attraverso il lavoro e per 20 anni lavor presso unindustria chimica. Mons. Qian ricordato come un uomo di fede semplice, attivo nel lavoro di formazione di sacerdoti e religiose e nello sforzo di recuperare le propriet della Chiesa. Si era ritirato dal ministero pastorale gi nel 2011 a causa delle sue precarie condizioni di salute. I funerali hanno avuto luogo il 28 marzo, Gioved Santo, presso la cattedrale del Sacro Cuore di Ges: la celebrazione stata presieduta da mons. Giovanni Wang Renlei, vescovo di Xuzhou. La diocesi di Xuzhou, situata nella parte settentrionale della provincia di Jiangsu, conta circa 25.000 fedeli, 7 chiese, una decina di sacerdoti e una ventina di religiose.
tentativo di rifarsi una vita. Ma senza mai dimenticare, spiega Jeff, che ha insegnato la lingua e lalfabeto armeno ai figli e anche qualche parola ditaliano per comunicare con i parenti che vivono a Venezia. La memoria di ci che stato, la conoscenza delle sue cause e la necessit che lumanit sappia fare fronte comune contro laberrazione del male, il filo conduttore del Museo del Genocidio, inaugurato nel 1995. Vi si raccolgono documenti e fotografie (agghiaccianti) delle "marce della morte", mappe e testimonianze legate alla pagina pi cupa della storia armena. Il museo stato scavato nel sottosuolo della Collina, quasi a consegnare alla terra il dolore che racchiude. Nella prima sala, la mappa dellAnatolia e del Vicino Oriente dove erano presenti le comunit armene prima del genocidio. E poi fotografie di uomini, donne e bambini che potrebbero essere state prese ad Auschwitz, documenti di un orrore per molto tempo negato o taciuto. Basta fare una visita a queste sale, guardare le immagini, leggere i documenti, per rendersi conto che ogni posizione negazionista insostenibile, spiega Hakob Gorginyan, studi in Italia in Storia della Chiesa e consulente del ministero del Turismo armeno. Solitamente, i turchi organizzavano le deportazioni di massa trasferendo i loro prigionieri in localit piuttosto remote. Una delle destinazioni principali fu la regione siriana di Deir al-Zor. Qui intere famiglie armene furono ammassate e lasciate morire di stenti. In terra siriana vennero anche spediti migliaia di giovani ragazze e ragazzi armeni. Alcuni riuscirono a scampare alla morte perch venduti come piccoli schiavi a facoltose famiglie arabe. Molte delle pagine e degli episodi che hanno spinto il governo dei Giovani Turchi a intraprendere la strada della cancellazione di unintera minoranza sono ancora sconosciute. Ancora oggi, quella del genocidio armeno, una storia scomoda. Nel piccolo bookshop che si trova allinterno del museo, sono in bella vista, tradotte nelle varie lingue, testi sullargomento. Una gentile signora sta illustrando a un gruppo di turisti anglofoni il panorama editoriale: Di fondamentale importanza c il libro di Henry Morgenthau, al tempo ambasciatore degli Stati Uniti in Turchia (il Diario ora disponibile anche in italiano, edito da Guerini, ndr). Morgenthau fu testimone di quello che stava accadendo e si adoper per salvare il popolo armeno. C poi un libro di Jean Varoujean Gureghian edito in Francia che, dice con cipiglio un visitatore dallo spiccato accento transalpino probabilmente il volume pi documentato sul genocidio. Un lavoro di decenni, fatto incrociando dati, registrando le testimonianze dei sopravvissuti e consultando i documenti del patriarcato di Istanbul. Come possibile, di fronte a un lavoro sempre pi approfondito da parte degli storici, che il riconoscimento del genocidio armeno sia ancora per molti un tab? In Turchia solo di recente e tra enormi difficolt e resistenze, si sta iniziando a toccare largomento. Nel settembre 2008 un gruppo di intellettuali turchi ha lanciato su Internet una petizione (Lappel au pardon) che ha raccolto pi di 30 mila firme, prima che il sito fosse bloccato dalle autorit di Ankara. A oggi solo una ventina di Paesi hanno riconosciuto ufficialmente il genocidio armeno, tra cui Francia, Italia e Russia. Ma dal 2010 giace nei cassetti della Casa Bianca una mozione del Congresso che chiede al presidente Usa il riconoscimento ufficiale del Medz Yeghern. Finora, per argomenta ancora Hakob non se ne fatto nulla. Obama, come gli altri prima di lui, si limitato a parlare di "massacri". Gli Usa hanno truppe in tutto il Medio Oriente. Possono correre il rischio di dover rinunciare alle basi militari turche di Mersin o di Iskenderun?
L'ANNIVERSARIO
ognuno con una storia diversa, e anche entrare in strade strette con mezzi pesanti pi difficile. Ma non tutto qui: In una citt come questa lurgenza ripartire dal punto di vista umano: c da ricostruire un tessuto sociale. Che vuol dire ricreare posti di lavoro, luoghi e momenti di incontro. Per le nostre famiglie ha voluto dire costruire luoghi di incontro (v. "La Citt dove rinasce la citt"), dove la familiarit possa rivivere, dove poter mangiare insieme, dove far studiare i ragazzi, dove organizzare incontri. Ha voluto dire anche mettere in atto rapporti per aiutare nel lavoro gente mai vista prima. A me ci che fa stare con uno sguardo buono partire dagli amici che ho, da quello che ho. In questi quattro anni ho imparato che una realt difficile non nega la positivit della vita . Anche Marco si chiesto se rimanere a LAquila o no, e quello che mi ha fatto decidere di restare lamicizia tra alcuni di noi, abbiamo scommesso su questo. Se mi immaginassi qui senza questi amici, non ci starei. In questi giorni le parole (e i numeri) su LAquila si sprecheranno, ma a me non interessa ricordare una cosa accaduta quattro anni fa se oggi la mia speranza non si poggia su qualcosa che vedo gi ora . Non posso sperare nei soldi che domani arriveranno e mi permetteranno di vivere qui. Ognuno ha un terremoto nella sua vita, ma ci che rende possibile vivere una realt presente.