G L O R I A M O IN UNIVERSO MUNDO V O L U N T A S D E I
Un direttore appassionato
Il piccolo messaggero dello Spirito Santo (Don Giustino)
www.spiritusdomini.it
Sommario
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Editoriale
Un direttore appasionato Il mistero di una nascita che ha cambiato il mondo
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Vita Vocazionista
Il Vocazionario: al servizio delle vocazioni
Don Paolo Greco sdv
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Tempo Libero
Hic et illic
DISA
La Parola di Dio
Il servo fidato
Vincenzo Topa
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20 22 26 28
32 37
Vita Pastorale
Don Giustino sacerdote dalla grande passione educativa Don Paolo Greco sdv
Cri Cri
Cri Cri
Don Mario Alagna sdv
10 14
Vangeli festivi
Ges la Via, la Verit e la Vita Don Claudio De Caro sdv
Spiritualit Vocazionista
Don Giustino e il vocazionario
Don Ciro Sarnataro sdv
Novena di Natale
Novena di Natale Stemma Vocazionista
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Vita Consacrata
Lo scopo della correzione fraterna Don Paolo Greco sdv
La collaborazione aperta a tutti. Inviare gli articoli al seguente indirizzo elettronico: icaro82am@gmail.com
Abbonamenti Ordinari: 30,00 (Italia) - 50,00 (Estero) Straordinari: 60,00 (Sostenitore) - 80,00 (Associato) CCP 22631808 intestato Direzione Spiritus Domini
La prima copertina
Corpo Direttivo di Redazione Don Ciro Sarnataro sdv Don Salvatore Musella sdv Don Mario Alagna sdv Collaboratori Redazionali Don Cristian Prestianni sdv Don Paolo Greco sdv Don Vincenzo Pelella sdv
Segreteria e Amministrazione Maria Sepe Via Manzoni, 225 - 80123 Napoli 081.769.29.69
Rivista fondata nella Pasqua del 1927 dal Beato Don Giustino M. Russolillo
Nulla Osta: Con il permesso del Padre Generale della Societ Divine Vocazioni: Don Ludovico Caputo, sdv. Autor. del trib. di Napoli n. 1445 del 17-2-1961 Fotocomposizione, grafica e stampa Valsele Tipografica srl Localit Petazze 83040 Materdomini (AV) Tel. 0827.58100
E Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. ... E Natale ogni volta che riconosci con umilt i tuoi limiti e la tua debolezza. E Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri. (Madre Teresa di Calcutta)
Editoriale
la copertina di questo numero della nostra rivista, questanno non ha un tono natalizio perch vuol essere un omaggio al nostro amato direttore, Don Sante Attanasio, che il 14 novembre scorso, nella sua Bibbiena ha concluso la sua vita terrena per raggiungere la vera vita, una vita fatta di felicit davanti a Dio, in una realt che come lui stesso scrive nessun telegiornale e nessuna carta stampata possono descrivere. Don Sante stato un direttore appassionato della nostra rivista, che ha diretto fino alla fine con amore. Anche nel momento della sofferenza, non si mai lamentato, ma ha sempre lasciato trasparire gioia e serenit, e faceva sempre progetti per la rivista, alla quale in questi anni ha voluto dare una prospettiva di universalit e di apertura, per essere una finestra aperta sul mondo e sulla Chiesa con un tocco di vocazionistalit. Di don Sante avremo il ricordo di un prete felice da 35 anni con nel cuore il ricordo sempre vivo di quel ragazzino di Monopoli che al mattino presto si recava in chiesa per servire la messa. Il numero di questa rivista sviluppa il tema da lui stesso scelto il mistero di una nascita che ha cambiato il mondo, dove descrivendo alcune curiosit sul Natale arriva a concludere che Dio ha aperto il cielo mandandoci suo Figlio, per condurci in cielo sulla via della croce. Don Mario Alagna, sdv
ari lettori,
Un direttore appassionato
ta la Pasqua. Successivamente inziarono a celebrare altri avvenimenti della vita di Ges quale la nascita posta il 25 dicembre, cio nel giorno in cui precedentemente i romani celebravano Sol invictus, ossia non vinto dalle tenebre visto che passato il solstizio dinverno, i giorni cominciano ad allungarsi e la luce prende il sopravvento sul buio della notte. Dalla celebrazione si passa alle raffigurazioni e ai pellegrinaggi a Betlemme, la citt del re Davide dalla cui discendenza nacque Ges. Proprio i pellegrinaggi - contemporaneamente espressione e incentivo del legame con i luoghi della vicenda terrena di Ges - sono stati motivo propulsore per la narrazione e rappresentazione
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Editoriale
della umanit di Ges. In questo contesto si colloca il desiderio di frate Francesco dAssisi manifestato alla gente di Greccio nel 1223 di vedere con gli occhi del corpo come il bambino Ges fu adagiato in una mangiatoia, tra lasino e il bue. E cos nella notte di Natale sopra una mangiatoia dove cerano i due tradizionali animali fu celebrata lEucarestia cos da poter vedere con gli occhi del corpo il pane e il vino consacrato e credere, grazie allo Spirito Santo, la presenza del Corpo e Sangue di Cristo (per un approfondimento cfr. U. Occhialini - P . Messa, Il primo presepio del mondo, Ed. Porziuncola, Assisi 2011). In un ambito secolarizzato come quello moderno, la nascita del Ges Bambino viene banalizzata e messa nel contesto di un mito a cui possono credere solo i bambini. Perch secondo i cristiani quella nascita ha cambiato il mondo? Ma forse la demistificazione peggiore del Natale non quella del credere che sia un mito, ma la riduzione dello stesso alla festa della bont, dellaltruismo, del porgere la mano ai bisognosi. Non che queste cose non siano importanti o presenti nel Vangelo, ma il centro che Ges viene a noi perch ha fatto lopzione per la nostra pover. Egli ci tende la mano, fino al compimento quando il suo braccio sar teso sulla croce. Come ebbe a dire la clarissa suor Chiara Tarcisia del Promonastero Santa Chiara di Assisi negli ultimi mesi della sua esistenza: Limportante nella vita amare, ma soprattutto lasciarsi amare!. E il Natale tempo propizio per lasciarsi amare e ci non genera passivit perch Ges ci ama come siamo, ma non ci lascia come siamo, anzi ci trasforma in capacit di amare in modo creativo ed efficace. In questo modo lincontro con la sua Presenza cambia e d inizio ad una nuova umanit. I cristiani parlano di Ges come del Salvatore, perch? Ges di Nazaret - un paese secondo alcuni dal quale non poteva venire nulla di buono - passato per le strade della Palestina e, come per altre persone, anche di lui si chiedevano chi fosse. Le risposte a tale domande furono le pi diverse, ma chi non si lascia racchiudere nei propri schemi prende atto che ogni risposta risulta inadeguata o meglio non esaustiva. E cos pian piano sempre pi si riconosciuto la sua realt di Messia, ossia unto dellAltissimo e quindi salvatore. Ma la persona di Ges, anche quando si raggiungono alcune certezze definite nei dogmi, apre continui interrogativi e, come ci mostrano i santi, c sempre di cui meravigliarsi, cio per cui fermarsi e guardare con stupore a lui. La data, la Cometa, i Magi, quali gli argomenti per ricordarli come fatti avvenuti realmente nella storia? La vicenda di Ges accaduta nelle coordinate della storia, ossia lo spazio ed il tempo: lo spazio quello della Palestina e il tempo - come si dice nel Credo - sotto Ponzio Pilato. Ma ci non basta perch molti videro la sua umanit, ascoltarono le sue parole, ammirarono anche i suoi miracoli, ma solo alcuni credettero alla sua divinit. Come afferma Francesco dAssisi nella Ammonizione prima, i discepoli videro con gli occhi del corpo alla sua umanit, ma credettero alla sua divinit. Cos in Ges c certamente una storia, ma anche qualcosa che supera la storia; ecco perch importante, come ricorda Benedetto XVI, che ci sia una ragione aperta al mistero e una fede ragionevole. Altrimenti cadremmo nel razionalismo o nel fideismo. Ges unavvenimento ragionevole, ma che supera la ragione e quando la ragione vuole essere omni-comprensiva, ossia ha la pretesa di com-prendere tutto, si cade nel razionalismo. Similmente quando la fede esclude la storia e linvestigazione della ragione diventa fideismo, che apre ad ogni deriva, anche violenta. Chi altro, oltre ai cristiani ha colto limportanza di quella nascita avvenuta pi di duemila anni fa? Molte persone, compresi i mussulmani per cui Ges un grande profeta. Diceva monsignor
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Editoriale
Luigi Padovese che alla messa di Natale in Turchia erano presenti anche mussulmani e in una sua omelia inedita per loccasione seppe cogliere tale presenza con sapienza. Infatti afferm che tutti si era in festa per la nascita di Ges, per alcuni perch un grande profeta, per i cristiani perch manifestazione della misericordia, anzi presenza di Dio tra gli uomini essendo il Figlio di Dio. Perch gran parte del mondo segna il tempo da quella nascita? Nel 313 ci fu leditto di Costantino che in un certo senso segn la fine delle persecuzioni; successivamente il cristianesimo divenne la religione ufficiale. E cos anche il computo del tempo cominci a essere scandito dalla sua nascita, riconoscendo in essa il compimento delle precedenti profezie e promesse e linizio di una nuova era. Per dirla con il beato Giovanni Paolo II, egli centro del cosmo e della storia. In Cristo luomo ri-creato, umanizzato. In Cristo luomo veramente e pienamente Uomo, capace di amare e di donare disinteressatamente senza un personale tornaconto. La celebrazione del Natale ha questo unico e solo profondo significato, che Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo Unigenito Figlio, affinch chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia la vita eterna(Giovanni 3,16). Se luomo posseduto dallevento Ges lintera pirotecnica, fantasmagorica scenografia dello sfavillio delle luci e del dono dei regali e dei banchetti luculliani acquistano la loro appropriata efficacia di esultanza e di gioia, perch la luce di Dio risplende nel mondo. Il Natale: la gioia di sapere che Dio tornato tra noi. Il Natale riempie sempre il mondo di aria di serenit. Non se ne capisce forse la ragione, ma di fatto il Natale sempre, per tutti, la festa dellamore. E un fatto che a Natale il cuore si allarga, come avessimo trovato la gioia di stare insieme, come ragione del cuore. Natale ci insegna che luomo non solo, ma ha bisogno di qualcuno che veramente lo ami e che gli insegni ad amare. Possiamo, come nello stile del consumismo, fare della solennit del Natale, solo un motivo di festa terrena, una festa che dura poco, ma il NATALE ha il suo fascino, per un Evento, grazie al quale, anche se non ci crediamo, Dio fa pace con noi e ci riapre la Sua Casa. E davvero incredibile, ma stupendo, che Dio, limmenso, infinito, che non ha bisogno certamente di noi, che siamo poca cosa, possa riaprire le porte del Cielo, dopo che le aveva dovute chiudere per quel grande errore dei nostri progenitori che, cedendo al serpente preferirono laffermazione del proprio egoismo alla dolcezza di accogliere lamore del Padre ed essere sue creature. Ci si confonde anche solo pensare che Dio pone portarci a Casa, abbia riaperto il Cielo, mandando Suo Figlio tra di noi: ha vissuto con noi per fare esperienza di questa terribile vita di tutti i giorni che viviamo, come uno di noi, per poi DARE LA SUA VITA SULLA CROCE e riaprirci il Paradiso, la sola Casa in cui potremo trovare quella felicit e amore, totale ed duraturo, di cui abbiamo tanta sete. Incredibile, solo a pensarci, che il Padre abbia potuto pensare a noi, inviando il Figlio a provare in tutte le forme, tranne il male, quello che vuol dire vivere su questa terra, e, nello stesso tempo, additandoci la vita del Paradiso. Il bello del Natale tutto qui.
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LaParola di Dio
Don Giustino aveva un grande amore per la Bibbia, a cui riservava un posto di onore nella Cappella della comunit religiosa e nella sua stanza personale. Questo grande amore desidero insaporirlo con una ipotesi confezionata sapientemente da S. Agostino, uno dei pi grandi e prestigiosi dottori della Chiesa! Eccola: Se per malaugurata serie di circostanze, si dovessero perdere tutte le copie esistenti della Bibbia e ne restasse una sola; se di questa copia si sbiadissero tutte le pagine e ne restasse una sola; se dellunica pagina diventassero indecifrabili tutte le parole, eccettuate Dio amore, la Bibbia sarebbe salva!. Quanto amiamo noi la Bibbia? diesse
IL SERVO FIDATO
A chiunque fu dato molto, molto sar chiesto (Lc 12, 42-46)
Enzo Topa
Nel capitolo 12 del Vangelo di Luca, Ges invita i suoi discepoli a tenersi sempre pronti: Beati quei servi che il padrone, al suo ritorno, trover ancora svegli. In verit vi dico: si cinger le vesti, li far mettere a tavola e passer a servirli. Pietro, allora, domanda al Signore: Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?. Ecco la risposta di Ges:
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ppare chiaro che, con questa parabola, Ges vuole ben chiarire a Pietro, che ha fatto la domanda, che il farsi trovare sempre pronti per noi e per tutti. Tuttavia con gradi diversi. Il Signore, infatti, conosce
i cuori. Conosce tutte le sfumature. lunico che pu giudicare con giustizia. Innanzitutto, il servo fidato definito come un amministratore saggio, posto a capo della servit, che chiamato a distribuire a tempo debito la
razione di cibo. Si tratta quindi di un discepolo. Allegoricamente si vede spesso in questo capo della servit la figura del sacerdote, che distribuisce la Parola di Dio e lEucaristia (la razione di cibo) o, comunque di un cristiano matu-
LaParola di Dio
ro, un evangelizzatore, che ben conosce la dottrina, la Parola, ed in grado di spezzarla perch se ne cibino coloro che ne hanno bisogno. Costui, da servo, diventato amico, come dice Ges: Non vi chiamo pi servi, ma amici (Gv 15, 15). Il Signore lo ha messo a parte dei suoi segreti, gli ha consentito tramite lo Spirito Santo, di discernere sulla sua vita, sulla missione della sua vita, sulla volont di Dio. E la sua missione simile a quella di Cristo: anche levangelizzatore deve diventare pane spezzato per gli altri. Bene. Chi rimarr fedele avr una grande ricompensa quando incontrer il Signore alla fine del suo incarico, ma anche nel corso della sua missione. Sta infatti scritto: Chiunque avr lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, ricever cento volte tanto e avr in eredit la vita eterna (Mt 19, 29). Purtroppo, per, ci sono anche servi cos superbi da dire al Signore perch? quando il Signore gli ordina qualcosa. Probabilmente questi sono la maggioranza, perch diventare un servo veramente fedele, in fondo, frutto di un cammino. Ebbene, in questo cammino siamo in molti a non credere fino in fondo a questa amicizia. Bench abbiamo avuto la grazia di ricevere in pienezza la Parola, non obbediamo, la relativizziamo, ce la aggiustiamo a nostro piacimento, consapevolmente o inconsapevolmente. Cos, mentre il padrone tarda a venire, si finisce per usare violenza agli altri 1servi e in tutto ci si affaccenda meno che nel distribuire la razione di cibo a tempo debito. Se ci guardiamo con sincerit quante omissioni nellannunciare il regno di Dio! E quante omissioni nel compiere quelle opere buone che Dio ha predisposto perch noi le compissimo! Ma dice il Signore: pi a questi servi stato dato, pi essi saranno scrutati con severit. Saranno valutate cos con giustizia tutte le loro mancanze, tutte le loro omissioni, tutto il loro egoismo. Viene in mente la parabola dei talenti. I talenti che ognuno di noi ha ricevuto perch fruttifichino, oltre che naturali, sono soprannaturali. E il talento per eccellenza la Parola di Dio, che deve fruttificare nel cuore degli uomini. Non i risultati, ma la buona volont conta. Dice S. Agostino Pace in terra agli uomini di buona volont: Dio non tiene conto di ci che si fa realmente, ma di ci che si ha volont di fare. Sa che magari tu volevi, ma non hai potuto. Insomma, sa che, in fondo, sei un balbuziente, peggio di Mos Lo sa eppure ti manda ad annunciarLo perch si sappia che Sua e non tua la potenza di quella Parola di salvezza. Nella tua debolezza si rivela la Sua forza. Insomma, purtroppo sono molte le volte in cui si viene meno alla volont di Dio. E la volont di Dio che ogni uomo viva e sia felice. Quante percosse ci siamo andati a cercare da soli, infilandoci in situazioni sbagliate, nonostante fossimo stati avvertiti! Voglia il cielo che ci resti sempre il tempo per tornare a Lui! E finch non saremo pronti, che non venga come un ladro di notte a prenderci allimprovviso, come si diceva nel Medio Evo: A subitanea et improvisa morte libera nos Domine!
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on c spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno escluso da questa felicit. Dai Discorsi di san Leone Magno, papa. Se infatti non fosse stato vero Dio, non avrebbe portato a noi rimedio; se non fosse stato uomo vero, non ci avrebbe dato l`esempio. Leone Magno, Sermoni, 21. Riconosci, o cristiano, la tua dignit e, consorte ormai della divina natura, non tornare alla bassezza della tua vita antecedente, depravata. Ricordati di quale capo e di quale corpo tu sei membro. Rammenta che sei stato strappato dal potere delle tenebre e sei stato trasferito nella luce e nel regno di Dio. Col sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo (cf. 1Cor 3,16): non cacciare da te con le azioni cattive un ospite tanto degno e non as-
soggettarti di nuovo alla schiavit del demonio: il tuo prezzo il sangue di Cristo. Leone Magno, Sermoni, 21. Mos desider contemplare la gloria di Dio, ma non gli fu possibile vederla come aveva desiderato. Potrebbe oggi venire a vederla, perch giace nella culla in una grotta. Allora nessun uomo sperava di vedere Dio e restare in vita; oggi tutti coloro che l`hanno visto sono sorti dalla seconda morte alla vita. Mos non pot vedere Dio come realmente ; i magi invece entrarono e videro il Figlio di Dio fatto uomo. grande il prodigio che si compiuto sulla nostra terra: il Signore di tutto disceso su di essa, Dio si fatto uomo, l`Antico diventato fanciullo; il Signore si fatto uguale al servo, il figlio del re si reso come un povero errabondo. Efrem Siro, Inno per la nascita di Cristo, 1. Maria credette, e ci in cui credette in lei avvenuto. Cre-
diamo anche noi, perch anche a noi possa giovare ci che avvenuto. Certo, anche questa nativit mirabile; tuttavia pensa, o uomo, ci che per te ha accettato il Dio tuo, il Creatore per la creatura. Restando Dio in Dio, vivendo l`eterno con l`eterno, il Figlio uguale al Padre non ha sdegnato di rivestire la forma del servo per i colpevoli, per gli schiavi peccatori. E ci non stato certo ricompensa di meriti umani. Per le nostre iniquit, meritavamo piuttosto le pene; ma, se avesse osservato le nostre iniquit, chi lo avrebbe sostenuto? Per gli empi, dunque, e per gli schiavi peccatori il Signore si fatto uomo e si degnato di nascere di Spirito Santo da Maria vergine. Agostino, Predica sulla professione di fede, 215,4. Il Verbo di Dio si manifestato nella carne una volta per sempre. Ma, in chi lo desidera, egli vuole continuamente rinascere secondo lo spirito, perch ama gli uomini. Cos, ridiventa bambino e si forma in loro con
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re ancora la tua gloria. Imprime in te la sua immagine, perch questa immagine visibile renda manifesta sulla terra la presenza del Creatore invisibile; ti ha dato il suo posto in questo mondo terrestre perch il grande regno di questo mondo non
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e laltro nella volont del superiore, leseguiranno subito e bene. 2 gennaio 1953 Attraverso la Parola ti giunge il Divin Verbo e il Santo Spirito. Il Divin Verbo nel pensiero a cui ti sposi in quella Parola. Il Santo Spirito nel senso corrispondente a quel pensiero da esso suscitato e da esso procedente. Cos seguendo il Figlio della Parola si segue Ges stesso e il Santo Spirito. Sei anima nuziale in tutto. Perch non provi a conservarti tutto il giorno nella sfera della meditazione mattutina?
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Ogni giorno laici e religiosi si recano presso la Cripta a Pianura-Vocazionario (vedi foto a fianco), dove sono custodite le spoglie mortali del nostro Fondatore, il Beato Don Giustino Maria Russolillo. Questi pellegrini mettono per iscritto preghiere, riflessioni, sfoghi, messaggi, richieste, appelli e ritornano alle proprie case pieni di gioia e di speranza per aver parlato con un Santo! Don Giustino aspetta anche te.
Caro don Giustino, intercedi presso Ges per la salvezza della mia famiglia e per le situazioni che si creano e che sinceramente non piacciono a Ges. Don Giustino caro, intercedi per noi presso Dio affinch ci conceda la grazia di salvare la vita di M. e di restituirla sana e salva alla sua famiglia, a suo marito e alla sua bimba di pochi mesi che ancora non conosce la sua mamma. Grazie. Caro don Giustino, ti prego, aiuta la mia famiglia, i miei bambini e soprattutto mio marito. Guidalo sempre e dagli tanta forza per sopportare me e il male che gli gira intorno. Beato don Giustino, ti chiedo umilmente di guarire il piccolo E., afflitto dalla sindrome di Wolf dalla nascita. Fa che possa udire la voce della sua mamma, la possa vedere e sussurrarle la parola pi bella al mondo: mamma. Grazie. Don Giustino, ti chiedo umilmente di intercedere per la mia bimba affinch il male mai la tocchi e che venga protetta dalle cattiverie e dai traumi. Grazie. Caro don Giustino, sono una mamma di 30 anni con due figli. Sto vivendo un periodo di angoscia e depressione. Voglio uscirne fuori, ma non ci riesco. Caro don Giustino, ti scrivo per dirti di far cambiare il modo di celebrare la S. Messa dai Neocatecumenali. stata una messa pesante ed estenuante, la gente andava via nel bel mezzo della celebrazione. Non si capito ancora che Ges nato nudo e in una grotta semplice per far conoscere la parola del Padre con semplicit. Caro don Giustino, aiutami in questo periodo difficile. Aiutami a trovare la pace e capire come mi devo comportare con Ti affido il mio anno scolastico. Caro don Giustino, aiutami perch fra poco ricever la comunione. Io sar pronto se tu mi aiuterai. Caro don Giustino, vengo qui ogni volta per ringraziarti per avermi chiamato al matrimonio e spero che con la tua intercessione andremo sempre avanti fino alla morte superando tutte le difficolt. Grazie. Don Giustino, guida i giovani! Ges libera mio figlio e tutti i giovani che hanno il vizio del gioco dazzardo! Liberali dalle insidie del maligno! Don Giustino, grazie per tutto ci che mi hai dato, ma ti prego, guarisci mia madre e il mio rapporto con lei. Grazie.
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Vita Vocazionista
uando a don Giustino fu chiesto da don Antonio Chiaro, parroco di Soccavo, cosa facesse a Pianura, rispose: faccio i preti. Eppure don Giustino parlava da parroco... Lui sosteneva che uno dei doveri del parroco era quello di aiutare i giovani che presentavano segni di vocazione alla vita consacrata, perch fosse preservate dai pericoli tale dono di Dio. Dalla biografia del Beato ci si accorge subito che questa sua intuizione, che era in realt il desiderio di Dio, rispondeva ad una esigenza impellente: furono talmente tanti i giovani che chiesero di essere seguiti da lui che non bast la canonica, ampliata pi volte, della parrocchia per contenerli. Era un fatto singolare: la crisi delle vocazioni che
gi si stagliava all'orizzonte sembrava non toccare minimamente la comunit di coloro che desideravano essere orientati sulla strada che il Signore aveva tracciato per loro, il Vocazionario. Il Vocazionario il segno pi tangibile della spiritualit vocazionista in una Diocesi. In che modo don Giustino aiutava i giovani a scoprire, rafforzare, difendere la loro vocazione? Faceva conoscere agli alunni i santi fondatori, ne procurava le immagini e le biografie, ne spiegava lo spirito e le opere, ne solennizzava le feste liturgiche, faceva circolare i periodici dei loro istituti, facilitava i contatti con i religiosi di questi. Insomma il Vocazionario sin dalla sua origine stato concepito dal suo fondatore come un luogo posto a servizio di tutta la Chiesa. A tal proposito significativo l'invio del primo schema di Statuto della Societ Divine Vocazioni, approvato in via sperimentale dell'allora Vescovo di Pozzuoli Mons. Petrone (1923), a tutti i vescovi e superiori generali di ordini religiosi d'Italia, per benedizioni. Dalle ragioni di questa decisione si desume sulla vocazione, del Vocazionario, a servire tutta la Chiesa: nella volont, sempre dimostrata da don Giustino, di vivere in comunione di beni spirituali e in alleanza con tutte le organizzazioni religiose nella Chiesa cattolica nel particolare fine dell'Istituzione che mirava alla ricerca e alla
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cultura delle vocazioni non per il suo Istituto soltanto, ma per il clero secolare e regolare1. La comunione si esprime nel servizio: la Societ Divine Vocazioni e in essa il Vocazionario stesso nasce per essere a servizio della Chiesa. Voglio qui riportare la risposta alla detta richiesta di benedizioni che venne dal Superiore Generale dei Fatebenefratelli (12 dicembre 1924), che esprime bene quanto detto sinora: Sono lietissimo di conoscere la fondazione di un nuovo Istituto che, prefiggendosi uno scopo utilissimo e santo, recher dei grandi servizi alla Chiesa con la scelta, coltivazione e conservazione delle divine vocazioni, e di cui sentiranno grandi vantaggi gli ordini religiosi che, mai come oggi, sentono estremo bisogno di vere vocazioni ()2. Dunque il Vocazionario nasce per aiutare i giovani nel discernimento del progetto di Dio su di loro. C' un'altra peculiarit che ugualmente importante: il Vocazionario accoglie in particolare i poveri, gli ultimi, chi in difficolt. Ritengo sia molto bello e importante ci che disse il Beato Giovanni Paolo II ai Padri Vocazionisti del IX Capitolo Generale il 9 luglio 1983: Cari fratelli, voglio esprimere innanzitutto la mia gioia per questo incontro con voi, in occasione della seconda sessione del vostro Capitolo Generale. Motivo importante di tale mio compiacimento la considerazione dellattuale e della grande utilit del vostro carisma nella Chiesa: la ricerca e la cultura delle vocazioni al sacerdozio in particolare, ed allo stato religioso in generale, di preferenza tra le classi umili del popolo. Punto centrale della vostra forza
spirituale deve essere sempre, come per ogni altra Famiglia religiosa, lispirazione originaria del vostro Fondatore: lanima, il cuore, gli intenti di Don Giustino Russolillo: il suo grande e fervidissimo amore per il mistero principe del cristianesimo, il mistero trinitario, () che lo portava a consumarsi totalmente nel santo ideale della promozione ed educazione delle sacre vocazioni. Il Papa in poche parole sottoline tutta la grandezza del carisma che don Giustino ha ricevuto in dono dal Signore; importante, perch afferma quanto sia grande ancora oggi il servizio che questo carisma, vissuto e perpetuato dai Vocazionisti, pu rendere a tutta la Chiesa. Il Papa sottoline ci che la famiglia vocazionista deve vivere per non tradire la sua identit e missione: la santit di vita e di intenti del suo amato fondatore. Il Vocazionario deve esprimere senza mezzi termini questa preferenza assoluta per le vocazioni povere, quelli che la societ ritiene essere gli ultimi. Portare gli ultimi alla santit, alla Divina Unione, dar loro la possibilit di verificare se sono chiamati alla vocazione sacerdotale o religiosa,
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Vita Vocazionista
queste sono state la vocazione e la missione di don Giustino. Se pensiamo alla condizione sociale in cui ha vissuto e operato don Giustino (I e II guerra mondiale), ci rendiamo conto di quanto sia stata importante la sua missione a Napoli e nei luoghi dove, successivamente, ha inviato suoi religiosi. Sar la fedelt dei vocazionisti a questo carisma, a questa missione, a queste virt, a questi Cos diceva il Beato: il Vocazionario lavora nella Chiesa per dare Santi al mondo. Il Vocazionario , nella Chiesa, fonte di santit. Quando parlo di Chiesa locale ovviamente faccio riferimento a tutti coloro che compongono la Chiesa: Vescovo, presbiteri, diaconi, laici. Il Vocazionario in primo luogo palestra di santit. Don Giustino amava la Trinit. Vita Consecrata (41, 42) ci dice che la fraternit nella comunione il luogo epifanico, lo spazio umano abitato dalla Trinit. Il Vocazionario il luogo dove, il sacerdote, religioso o secolare, o il giovane della parrocchia in ricerca vocazionale, possono andare per fare un'esperienza di vera comunione fraterna. Il Vocazionario palestra di santit. La santit della persona passa attraverso la risposta alla vocazione del propio stato di vita. In questo senso il Vocazionario contribuisce in maniera mirabile alla santit della Chiesa locale. L'esempio dei sacerdoti, in particolare per i giovani che si accostano al Vocazionario, dei religiosi vocazionisti fondamentale nel cammino di discernimento. Pensiamo per un attimo allo stesso cammino vocazionale di don Giustino. Quando era alunno del Seminario vescovile di Pozzuoli il Beato fu affascinato a due sacerdoti confessori ordinari dei seminaristi: don Procolo Limoncelli e il Canonico Nicola Causa. Voglio qui riportare cosa dice di don Giustino don Nicola Causa in un articolo commemorativo: Lo rivediamo ancora quale ci parve nei giorni e nelle ore pi sacre della giovinezza, nel suo esercizio dell'orazione e della predicazione. Dalla sua persona spirava sempre raccoglimento come da un'anima che vive alla presenza del Signore com-
valori, a garantire la continuit e la fecondit della Congregazione e a far s che il Vocazionario sia uno dei punti di riferimento non solo della Congregazione stessa, ma anche della Chiesa locale. Cosa pu essere dunque il Vocazionario per una Diocesi? Cosa pu fare per la Chiesa locale? Sembra un gioco di parole ma non lo : vivere la sua vocazione. Anche in un contesto sociale profondamente cambiato, il Vocazionario pu continuare a svolgere il compito per cui stato ispirato e realizzato. Don Giustino diceva che nel Vocazionario si andava per essere santi... Il nostro fine lUnione Divina, da attuare attraverso lapostolato della santificazione universale e per essa ci vogliono i Sacramenti e il ministero dei sacerdoti e dei Santi.
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penetrata dello spirito di adorazione della Maest Divina, trafitta dal santo timore dei giudizi divini, sempre pronta ad eseguire, con fedelt volenterosa e amorosa, ogni cenno della volont divina..) Ci sono rimasti profondi nell'anima gli effetti delle sue parole cos apostoliche sulle verit eterne e soprattutto sui temi della mortificazione corporale, dell'ubbidienza, della devozione a Maria SS., del divin Crocifisso...3. Ci sono rimasti profondi nell'anima... Quale sublime espressione usa il Beato per indicare quanto sia stato importante per lui la testimonianza di don Giustino. In un tempo di una crisi permanente di vocazioni il Vocazionario ha ancora un valore e una missione? Sicuramente si, in quanto la vocazione del Vocazionario non quella di essere rinchiuso solo in un luogo e in un'esperienza. Il Vocazionario un luogo aperto alla Chiesa e al mondo: non solo uno dei punti di riferimento della Pastorale Vocazionale, del Seminario Vescovile, delle comunit parrocchiali. Il Vocazionario un luogo attrezzato ad accogliere i giovani, e lumanit del nostro tempo, vittime delle nuove povert: perdita di valori, crisi della famiglia, difficolt relazionali e affettive, ecc. Non si pu ancora pensare che tutto si risolva nella preghiera o nelle opere di piet; il Vocazionario il luogo dove tutti, ma i giovani in particolare, sono aiutati ad affrontare e risolvere tali fragilit. Cosa ancora offre oggi il Vocazionario alla Chiesa Locale? Cammini giovanili di fede e apostolato vocazionale; accoglienza di sacerdoti, religiosi e laici per la direzione spirituale e il sacramento della riconciliazione; essere un luogo, una comunit a cui affidare giovani che abbiano il desiderio di fare un discernimento pi intenso o una esperienza di vita comunitaria vera. Sono convinto, come dice don Giustino, che se sono ancora poche le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata dipende dalla vilt e lincorrispondenza di tanti apostati della vocazione. Il Vocazionario, anche oggi, restando fedele alla sua vocazione originaria sapr andare oltre le nostre fragilit umane, per contribuire alla santit del popolo di Dio e garantire vocazioni alla Chiesa.
Anella Oreste Chiamato per chiamare, Postulazione Generale della Societ Divine Vocazioni, Roma 1997. Pag.134. 2 Ibidem p. 136. 3 Ibidem, pag. 55-56.
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PastoraleGiovanile
I giovani e la responsabilit
Tocca a me! Tocca a te!
Francesco Pisano
al valore della libert - analizzato in tre numeri - ne scaturisce in primo luogo quello della responsabilit. Questo termine indica, in primo luogo, la consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni che permette di modulare le personali scelte tenendone conto. Nella lingua italiana - ma anche in altre lingue neolatine e nel tedesco - il termine responsabilit legato, com noto, al verbo responsare, ossia rispondere. In italiano si pu rispondere a qualcosa o qualcuno, oppure rispondere di qualcosa o qualcuno. Nel primo caso chiaro il riferimento al modello relazionale della domanda e della risposta. E dunque io rispondo, se lo voglio, a chi mi chiama in causa, a colui che mi interpella, a chi identifica proprio me come suo interlocutore. Nel secondo caso, invece, non replico ad uniniziativa altrui, ma sono io che mi faccio carico di un potere nei confronti di qualcuno o di qualcosa. Sono io, in altre parole, che con la mia iniziativa mi rapporto a qualcosa daltro su cui sono in grado di incidere. C autentica responsabilit solo la dove ci sono risposte (Martin Buber). Andando ad esplorare il significato del vocabolo responsabilit il dizionario Garzanti, tra le definizioni indica: consapevolezza di dover rispondere degli effetti di azioni proprie o altrui; l'azione concreta, l'impegno derivante da tale consapevolezza". Sem-
bra, quindi, ad un primo livello, che la responsabilit sia legata al dover rispondere prima a se stessi, poi agli altri, circa le proprie azioni, e circa le azioni compiute da altri, che sono a noi strettamente collegati. In sintesi, essere consapevoli delle proprie responsabilit ci porta ad aver chiaro gli effetti che hanno su noi stessi, sugli altri, e se vogliamo estendere gli orizzonti, sul pianeta, le nostre azioni, le nostre emozioni, i nostri pensieri. , quindi, nostra responsabilit operare delle scelte tali da orientare i nostri pensieri, emozioni ed azioni, sapendo che incidono nelle relazioni con chi ci vicino e con chi ci lontano. Letimologia del termine ci aiuta a comprendere che la responsabilit ha a che fare con una risposta e che questa strettamente correlata ad una domanda, senza la quale nessuna risposta pu essere data. possibile definire responsabile colui che risponde ad una domanda e che agisce sulla base di una precisa richiesta che gli viene formulata. Oggi sempre pi spesso il tema giovanile alla ribalta per i comportamenti soggettivi e sociali in negativo, tali da mutare lopinione degli adulti nei loro confronti e relegando i giovani allet dellirresponsabilit. Si osservano giovani che agiscono in comportamenti passivi o dannosi, che rifiutano ideali e valori etici e di conseguenza si cerca di mettere pi divieti e pi controlli. Certamente, i controlli ci debbano essere e ci saranno sempre, perch chi sbaglia deve sapere che la sua violazione deve es-
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sere sanzionata. Ma ci che fondamentale, credo fermamente, educare i ragazzi e la gente al rispetto delle regole. Credo, infatti, che non c responsabilit senza una formazione e non c formazione che non implichi una presenza della responsabilit sia da parte del formatore che da parte del formando. Non a caso per ben otto anni presso il liceo scientifico A. Labriola, dovero fino allanno scorso, portavo avanti un progetto sulla legalit denominato proprio Democrazia e rispetto delle regole". Esso aveva come obiettivo quello dellacquisizione di una coscienza civile e promozione di una cultura del rispetto delle regole di convivenza sociale. Ritengo infatti che una definizione di obiettivi, chiari e trasparenti il presupposto dell'assunzione di responsabilit da parte di ognuno. Giacch soltanto formulando una chiara domanda legittimo attendersi una chiara risposta. Nellet giovanile fondamentale capirlo, poich la letteratura specializzata la identifica come let ricca di speranza e di progettualit. La giovinezza let delle prime scelte, risposte e prove di vita che spingono verso un futuro di maturit. Giovinezza come et di passaggio, come periodi in cui crescere nellabilit a rispondere. Per questo motivo, mio parere, non sufficiente porre divieti, ma occorre accrescere, soprattutto tra i giovani appunto il senso di responsabilit. Cosa significa avere il senso di responsabilit? O vivere la responsabilit? In primo luogo significa assumersi degli impegni, avere il senso del dovere. Ognuno ha dei compiti da svolgere: genitori, educatori, ragazzi e lo devono svolgere nel modo migliore. Per esempio la promozione di un ragazzo alla fine dellanno scolastico, buoni voti - secondo me - semplicemente quello che gli studenti devono fare. Spesso i ragazzi mi dicono prof. lo sa che se vengo promosso pap mi compra/mi regala il motorino? Io rispondo sai tuo padre un corruttore, e loro ma come. Ritengo che non pu essere premiata una cosa che deve essere fatta, potremmo affermare che i voti e la promozione sono lo stipendio che gli studenti portano a casa. un loro dovere studiare, tutto qui. Avere il senso di responsabilit anche prendere delle decisioni e andare fino in fondo. Un ragazzo ebbe la sua lezione di senso di responsabilit il giorno in cui ritorn a casa e si accorse che i suoi porcellini dIndia non cerano pi. Corse dalla madre a chiederle spiegazioni. Li ho dati via perch tu non li curavi gli disse. Ma si che li curavo! fece il ragazzo. E lei: Si vede! Li ho dato via dieci giorni fa. A volte facile prendere delle decisioni, ma spesso difficile portarle avanti. importante che il senso di responsabilit sia presente in tutti gli atti quotidiani, nei rapporti con gli amici, nellambiente familiare, in tutte quelle prove che ogni giorno la vita ci mette davanti. Una persona responsabile dice ora tocca a me.
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Vita Pastorale
le e insostituibile, il Vocazionario vera scuola di santi ha impresso il suo carattere e stile educativo. Il vertice della sua proposta educativa la misura alta della vita cristiana: la santit. Ha insegnato ci che ha scoperto nella lettura e meditazione della Parola di Dio, lincontro personale con Ges Eucaristia nella preghiera, adorazione e studio della vita dei santi. Convinto che non si cresce senza una meta da raggiungere e che non si consegue il fine senza i mezzi adatti, Don Giustino presenta a tutti lideale da raggiungere e cerca di farne innamorare particolarmente i fanciulli. Attraverso la lettura della vita degli eroi della fede e il catechismo insegnato con gioia e creativit ha proposto la santit non come un privilegio per pochi eletti, ma come una possibilit per tutti. Questa santit per don Giustino si deve vivere e stabilirsi nella relazione con le tre persone divine sullesempio e limmagine della santa famiglia di Nazareth, Ges Maria e Giuseppe. Dallintimo rapporto con Dio nutrito dallascolto della Parola di Dio, dallEucaristia e dalla preghiera ha vissuto laffasci-
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nante e trasformante relazione con le persone e i fratelli di comunit. Il motivo della sua azione educativa stato quello di condurre le anime a Dio, in un cammino ascensionale fatto di piccoli gradini da salire giorno dopo giorno. Forgiato dalla conoscenza di questo mistero ha cercato di tradurre ai suoi giovani la sapienza che viene da Dio. Non ha mai richiamato lattenzione su se stesso, ma ha rimandato sempre alla fonte e sorgente di ogni bene, Dio stesso. Quanti hanno avuto la gioia di conoscerlo personalmente attestano che don Giustino ha vissuto ogni sua giornata, ora e minuto nella consapevolezza che i suoi gesti, pensieri e parole avessero una grande influenza su quanti lo circondavano e lo seguivano. Soprattutto per i giovanissimi. Infatti si sempre preoccupato di essere un buon modello di vita cristiana, religiosa e sacerdotale per i suoi alunni: convinto che lesempio la prima e pi grande predica che i giovani ascoltano e mettono in pratica senza costrizione. Leducare costa fatica: un lavoro fatto di veglie, preghiere, bocconi amari da ingoiare, sofferenza da accettare e lacrime di sangue. la croce di fuoco che ha abbracciato per amore. La passione per i ragazzi stata una vera e propria scelta di vita che lo ha portato ad essere sempre disposto ad ascoltarli, accoglierli e accompagnarli, nonostante le possibili delusioni. Nellopera dei grandi testimoni delleducazione cristiana che lo hanno preceduto, quali san Filippo Neri, san Francesco di Sales e San Giovanni Bosco, il beato don Giustino, ha trovato i pilastri e le fondamenta della sua azione educativa. Ha fatto suoi i tratti dellautorevolezza che deve avere il buon educatore, la centralit della relazione personale, leducazione come atto di amore, una visione di fede che d fondamento e orizzonte alla ricerca di senso dei giovani, la formazione integrale della persona, la corresponsabilit per la costruzione del bene comune. Lazione educativa del beato don Giustino si fonda sulla convinzione che occorre illuminare la mente con linsegnamento del vangelo e sulla percezione che leducazione cosa del cuore, e che Dio solo ne il padrone. Il suo grande cuore di sacerdote lo ha spinto con determinazione a impegnarsi per suscitare e sostenere una nuova generazione di educatori
che si dedicassero allopera della cultura, ricerca e formazione delle vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa. Con la sua fedelt, nellumilt e nella carit dei piccoli gesti quotidiani, ha inciso in modo profondo sulla maturazione di tante vocazioni e su tanti futuri educatori. Ha lasciato il segno come insegnante, animatore, catechista, formatore di formatori e di guide spirituali che nella comunit hanno sostenuto e sostengono ancora oggi il cammino della fede e della vocazione di tanti battezzati.
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il Salvatore, ma essi, andati a Betlemme, vedono innanzitutto, Maria e Giuseppe, attraverso il quali il Bambino adagiato nella mangiatoia inserito nella storia delluomo. Solennit della Madre di Dio: eppure il Vangelo mette laccento sul nome del Figlio e non sulla Madre. Ma, a ben vedere, alla Madre si riferiscono due termini, che magari sembrano, soprattutto il secondo, quasi sfuggiti come ovviet, dalla penna di Luca: cuore e grembo. Cuore: e dove Maria avrebbe potuto conservare e meditare tutte queste cose se non nel cuore? Eppure Luca ne ha voluto fare esplicita menzione, quasi a volere dichiarare fin dallinizio che Maria la nuova Arca della Alleanza e
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che il suo cuore, prima che il suo grembo, la via che Dio ha scelto per venire in mezzo agli uomini. Perci il Cuore della Madre e il Cuore del Figlio si fondono in un modo indissolubile, quasi a volere rendere sul piano dellamore di cuori che si fondono, quello che per il mistero dellIncarnazione avviene nel campo delle due Nature, umana e divina, che in Ges di Nazareth uniscono per sempre luomo a Dio. Grembo: e dove poteva Ges essere concepito se non nel grembo? Laffermazione, apparentemente ovvia, serve a Luca per ri-affermare quanto Paolo, suo maestro, ha scritto nella lettera ai Galati per indicare, nonostante la nascita verginale, il totale inserimento di Ges nella vista e nella storia delluomo, a partire dal concepimento nel grembo di Maria: Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mand il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perch ricevessimo ladozione a figli. Attraverso il grembo di Maria Dio si fa Figlio dellUomo, perch luomo diventi figlio di Dio. 6 Gennaio, Epifania del Signore Dov colui che nato, il re dei Giudei?. (Mt 2,1-12) I Pastori sentono gli Angeli e vedono una Luce; i Magi vedono la sua stella sorgere in oriente Non pu restare nascosto Colui che Dio ha inviato a salvare il mondo. Ma mentre per i pastori e per i Magi lannunzio della nascita del Salvatore, Re dei Giudei, fonte di indicibile gioia, per Erode fonte di infinito turbamento: egli finge di volerlo adorare, ma la sua mira ucciderlo. Eppure sa chi veramente : infatti fa scrutare le scritture per sapere dove sarebbe dovuto nascere il Cristo. Lo conosce, ma lo odia. I Magi, e con loro tutti quelli che si lasciano interpellare dai segni del Cristo, anche prima di conoscerlo, gi lo amano e sono venuti per adorarlo. Essi non smettono di seguire la stella finch non si ferma ad indicare il luogo dove nato il Re. Entrano nella casa: i segni del Cristo indicano innanzitutto la casa dove trovarlo; la casa, lo sappiamo, nel linguaggio evangelico indica primariamente la chiesa, magnificamente significata per anche dalla figura della Madre: Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. La prostrazione pu essere vista come omaggio dato al nato Re, ma ladorazione si deve solo a Dio: e nel simbolismo dei doni offerti c il riconoscimento nel Bambino di Betlemme dellUomo la mirra per la sepoltura, del Re loro, simbolo della regalit di Dio lincenso, simbolo della preghiera che sale a Dio. Nellepisodio dei Magi, che adorano il Bambino, levangelista Matteo proclama fin dallinizio che tutti gli uomini, di tutte le razze e nazioni, possono e devono riconoscere Ges, il salvatore del mondo, la luce che nessun Erode potr mai soffocare. 13 Gennaio , Battesimo del Signore Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento (Lc 3,15-16.21-22) Luca, nei primi due versetti del Vangelo odierno, riferisce che poich il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che pi forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzer in Spirito Santo e fuoco. Lattesa del Messia, ansia di sempre di Israele, diviene quasi parossistica al tempo di Giovanni il Battezzatore. La folla accorre a lui nella convinzione sempre pi estesa che sia egli il messia atteso. Giovanni si preoccupa di chiarire la distanza tra lui e lAtteso, con due esempi plasticamente chiari: la forza ed il fuoco. La forza: Giovanni dichiara che il Cristo pi forte di lui. Questo concetto, elementarmente immediato, e persino quasi bruto, richiede unattenta riflessione. La forza di cui si parla qui la potenza, termine che richiama la presenza e lazione di Dio. In Giovanni opera la mano di Dio che manda il profeta a preparare la via al suo Figlio Redentore; ma nel Cristo presente in pienezza tutta la potenza di Dio.
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Ges non solo lInviato di Dio, il Profeta di Dio, il Re Messia; egli innanzitutto il Figlio in cui Dio si fa presente nel mondo e lo salva. Il fuoco: quello che Giovanni fa, rispetto a quello che far il Messia, differisce come lazione dellacqua da quella del fuoco. Lespressione in Spirito santo e fuoco, un semitismo che dovrebbe essere reso nella nostra lingua in Spirito santo che fuoco. Il battesimo di acqua di Giovanni un segno di penitenza e come tale un invito alla conversione. Il battesimo di Spirito e (che ) fuoco invece, proprio ad immagine della metafora del fuoco, purifica, fonde, trasforma Ciononostante Ges chiede e riceve il Battesimo di Giovanni: egli non ha bisogno di conversione, ma lo fa perch vuole indicare ad ogni uomo la necessit della conversione. Inoltre il battesimo di Ges diviene loccasione della prima rivelazione trinitaria: Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Ges, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si apr e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto. Non so se ci avete fatto caso, ma in questa pagina del Vangelo siamo in presenza della Trinit: c Ges, raccolto in preghiera, c lo Spirito Santo sotto forma di colomba e c la voce del Padre che proclama che quellUomo che sceso nel giordano e ne riemerso, simboleggiando la sua morte e risurrezione, il Figlio suo. Vien proprio da rimanere in silenzio, pieni di stupore! 20 Gennaio, II domenica del tempo ordinario Cos Ges manifest la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui (Gv 2,1-12) Il tema della II domenica del tempo ordinario (Anno C) linizio della fede. Siamo nellanno della fede e perci la riflessione sulla fede che ci suggerisce il vangelo quanto pi opportuna. La prima domanda potrebbe essere come si giunge alla fede? Il Vangelo di Giovanni mette bene in chiaro il percorso attraverso cui Dio suscita nel cuore la fede in Ges, suo Figlio. Partiamo da un passo significativo, che riassume lesito del primo miracolo compiuto da Ges: Cos Ges diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifest la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui (Gv 2,11). Ges compie un segno / manifesta la sua gloria (cf 1,14) / i discepoli credono in Lui. Segno definitivo, il pi grande che Cristo ci ha lasciati: la sua morte e risurrezione. Il primo segno, il cambiamento dellacqua in vino alle nozze di Cana, viene qualificato come linizio dei segni. Il suo significato svelato da Giovanni Battista in 3,29: Chi possiede la sposa lo sposo (Cristo); ma lamico dello sposo (Giovanni), che presente e lascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia compiuta. Ges si rivela perci come lo sposo nascosto alle nozze di Cana, dietro al segno operato per gli sposi. Un particolare importantissimo la presenza di Maria che presenta al Figlio la situazione di disagio degli sposi (non hanno pi vino) e lo provoca ad intervenire, addirittura facendogli in qualche modo anticipare l ora in cui avrebbe dovuto manifestare la sua gloria. E non questo il compito che la chiesa, madre degli uomini del nostro tempo, ormai privi del vino della gioia, della festa, della fede, deve esercitare nei confronti del Cristo? Ovunque presente la chiesa che vive nella fede l ora in cui Cristo manifesta la gloria salvifica di Dio. Lespressione lora presente anche nei sinottici ma l indica lora cupa della Passione; in Giovanni invece lora quasi lappuntamento finale di Ges con la sua glorificazione, ed presente fin dallinizio del Vangelo, ma fino al capitolo 12 (cio fino alla introduzione - al racconto della passione) essa serve a dire che lora non giunta ancora. Esempio, alla Madre che a Cana di Galilea gli chiede di intervenire, risponde "Donna, che vuoi da me? Non ancora giunta la mia ora" (Gv 2,4). Dal capitolo 12 in poi invece leggiamo che lora
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giunta: Adesso l'anima mia turbata; che cosa dir? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! (Gv 12,27s) . Pur non essendo ancora giunta lOra di essere innalzato da terra e di manifestare per sempre nella morte e risurrezione la Gloria di Dio, a Cana di Galilea veramente, anche se solo nel segno, Ges manifesta la sua gloria e perci i suoi discepoli credettero in lui! 27 Gennaio, III domenica del tempo ordinario Oggi si compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato (Lc 1,1-4; 4,14-21) Con questa seconda domenica del tempo ordinario (anno C) inizia la lettura continua del Vangelo di Luca. Vengono riportati i primi 4 versetti cui Luca presenta la sua opera secondo i canoni della pi alta letteratura greca, spiegando il suo modo di procedere, di documentarsi e di scrivere, affinch Teofilo (un personaggio storico o pi verosimilmente qualunque amico di Dio in ricerca della fede), possa rendersi conto della solidit degli insegnamenti che ha ricevuto. Questo ci lascerebbe intuire che il vangelo di Luca una lunga catechesi sulla fede ed un cammino di approfondimento di essa, quanto mai provvidenziale in questo anno della fede. Il brano poi salta tutto il racconto della nascita ed infanzia di Ges, della vicenda di Giovanni, del battesimo e delle tentazioni (che liturgicamente attengono al tempo avvento-natale-quaresima) si riallaccia allinizio del ministero di Ges in Galilea, ed in particolare a Nazereth, dove, durante la liturgia della Parola in cui proclama Isaia 61,1-2, Ges dichiara di essere lInviato di Dio, consacrato dallo Spirito, per annunziare e realizzare la redenzione. Le immagini e le parole di Isaia assumono un senso nuovo sulle labbra di Ges che afferma: Oggi si compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato. La profezia di Isaia si compie nella persona di Ges: egli non solo lannuncio di gioia per i poveri, quanto la gioia stessa dei poveri. Egli non predica il Vangelo, ma egli stesso il Vangelo, e chi lo accoglie, per ci stesso liberato, guarito, illuminato, salvato. La predicazione di un anno di grazia un riferimento allanno giubilare ebraico, in cui i prigionieri venivano liberati, i debiti condonati, chi aveva perduto la terra ne rientrava in possesso, ecc. Ma sulla bocca di Ges lanno di grazia non pi lanno giubilare che cade ogni 50 anni, ma lo stato di grazia e di salvezza in cui entrano, ora nella fede, e in seguito nella visione del volto di Dio, coloro che credono in Lui e lo seguono nel cammino della vita.
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Novena di Natale
O Dolce vita mia Ges, cos il Beato Giustino definsice il divin pargolo nella novena di Natale. Pregando questa novena dobbiamo chiederci: Il Signore la mia vita? Perch lo sia dobbiamo chiedere il Suo Natale nel nostro cuore per poterlo seguire ed essere suoi testimoni nella nostra vita, e cos otterremo il suo amore, ed impareremo la via dellumilt. In questo modo il nostro cuore sar la culla del Divin Verbo Incarnato, la nostra vita il focolare che lo riscalder, per poter essere luce nel mondo, e pronti a lasciar tutto seguendo il suo esempio.
Novena di Natale
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (Ogni due strofe si canta): Rit. O dolce vita mia, bel Figlio di Maria; Tu sei lamato Dio, sei tutto il mio tesor. Vorrei per te Signore, morir ognor damore; per te bambino che mi hai rubato il cuor. 1. O divin Verbo e Figlio di Dio Padre, credo e adoro Te che sei un solo Dio con il Padre e con lo Spirito Santo! Ti credo e ti adoro nel mistero della tua incarnazione, per volont del Padre e opera dello Spirito Santo nella SS. Vergine Maria, Madre di Dio. Spero e aspetto, sospiro e affretto con i desideri il Tuo Natale tra noi, per vederTi nelle braccia di Maria, o Ges, per abbracciarti e possederti nel mio cuore! 2. O Divino Signore, o dolce vita mia! Il Divino Spirito Santo e la Vergine Madre Tua Immacolata mi facciano comprendere, in una luce superiore, la purificazione anche esterna che Tu desideri, le disposizioni interne perch venendo Tu possa restare e vivere in me! Rit. 3. O Divino Signore e dolce vita mia Ges! Per la volont del Padre sei venuto a noi e vuoi venire a me! O volont Divina che sei tutta amore, io Ti adoro e ti ringrazio! E in un esercizio eroico di obbedienza di Maria SS. e San Giuseppe a questa volont del Padre, manifestata in un editto umano, Tu sei venuto! Ti abbraccio, o Santa obbedienza! Tu sola porti Ges Cristo a me, tu sola porti me stesso a Ges! 4. O Divino Signore e dolce vita mia Ges! Con questa santa obbedienza hai allontanato dalla loro casa, paese e regione Maria SS. e San Giuseppe, per farmi comprendere che vuoi trovarmi tutto purificato da ogni attacco dalla terra e vivente come forestiero nel mondo! E ora vieni a vivere in me con il Tuo Amore, che mi fa abbracciare tutto il mondo, tutte le anime e tutte le creature, come cosa tutta mia! Rit.
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5. O Divino amore e dolce vita mia, Ges! Tu sei venuto nelladempimento delle promesse divine, o Fedelt infinita, e delle divine Profezie, o Verit infinita, e la verit Tu vuoi trovare nella mia mente e la fedelt nel mio cuore; Tu stesso, conoscendo quel nulla e peccato che sono, mi offri la verit nella fede e la fedelt Tua nella carit! O verit e fedelt divine, venite, restate e trionfate in me, perch possa piacere a Ges! 6. O Divino Signore e dolce vita mia Ges! Tu sei venuto nellumilt di Maria, lancella del Signore, nella purit di Maria la sola Immacolata, nella carit di Maria, la Vergine Madre! O mio Signore, come vorrei unumilt infinita per attrarti a me, una purit infinita per accoglierti in me, una carit infinita per unirti a me per sempre! Opera tu con il dono del Tuo Santo Spirito questo prodigio di santificazione in me e in tutti per te stesso, o Ges. Rit. 7. O Divino Signore e dolce vita mia Ges! Tu sei venuto in mezzo allincomprensione e al divieto degli uomini, anche di quelli che pure dicevano di stare ad aspettarti. Poich non ti conobbero in quelle apparenze, in quei modi e in quei mezzi che Tu scegliesti, tanto contrari ai loro pensieri, desideri e criteri! O Sapienza infinita, opera Tu stesso in me quella mentalit che pi sia conforme a Te, affinch mi trovi sempre festante ad accoglierti, o Ges! 8. O Divino Signore e dolce vita mia Ges! Tu sei venuto nella pi dura povert effettiva! Che mi insegni e che mi riveli con questa durissima povert del Tuo Natale e poi di tutta la vita, fino al Calvario? Vuoi essere Tu solo il mio tesoro di ogni bene naturale e soprannaturale! E Tu vuoi che anche lanima mia e ogni altra anima sia tutto il Tuo tesoro! Come il cuore della Vergine Madre Tua Maria. Amen! Rit.
9. O Divino Signore e dolce vita mia Ges! Tu sei venuto nel Silenzio, nelloscurit, nel freddo della notte! Che mi insegni e che mi riveli con questa notte lunga e gelata, in quella grotta mal riparata? O mio Signore, prendimi per mano Tu, conducimi e portami, perch da solo non sarei capace di entrare nella notte dei sensi e dello Spirito, abitare in quella grotta natale, e pure per grazia Tua voglio ad ogni costo piacere a Te, o Ges! 10. Dammi il tuo natale, o Divino Signore Ges e dolce vita mia, il Natale del Tuo puro amore! Dallo a tutte le anime, ad ogni parrocchia, vocazionario e missione, il natale del Tuo puro amore! Dallo ad ogni famiglia, ad ogni comunit, ad ogni anima, a tutta lumanit. Nuova vita con Te a gloria del Padre! O Divino Signore, dolce vita dellanima, a Te nel pi alto dei cieli questa gloria del puro amore, agli uomini in terra questa pace del Tuo puro amore. Amen! Rit. O mio Dio e mio Tutto, Padre Figlio e Spirito Santo, la vostra volont si adempia, il vostro amore trionfi, la vostra gloria risplenda in me e in tutti sempre pi, come in Voi stesso, o mio Dio e mio Tutto.
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Vita Consacrata
In questa rubrica tratteremo della Vita Religiosa Comunitaria. La carenza di vocazioni che affligge la maggior parte delle Congregazioni ed Ordini religiosi, soprattutto nel vecchio continente, frutto infatti di molteplici fattori, ma principalmente delloffuscarsi dei segni della fede, dellamore e dellunit, che ogni comunit cristiana chiamata a manifestare, perch il mondo esclami: Guardate come si amano!
non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nellocchio tuo c la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dallocchio del tuo fratello (Mt 7, 3-5). La correzione fraterna davvero un atto damore verso il fratello che si trova nellerrore. Perch? Perch chi corregge non vuole che il fratello continui a camminare sulla via della perdizione. La correzione fraterna ha lo scopo di far passare lerrante dalla via del male alla via della santit. Si racconta che a S. Giovanni Rotondo, quando Padre Pio era ancora vivo, cera un frate confessore che cercava di imitarlo nel riprendere e rimproverare i penitenti con toni duri. Purtroppo molti penitenti, cos, vedendosi trattare senza misericordia, si allontanarono dal confessionale. Venuto a conoscenza del fatto, Padre Pio chiam il suo confratello dicendogli: Non essere duro con i penitenti! Fallo fare a me!. Intendeva dirgli: Togli prima la trave dal tuo occhio e poi potrai togliere la pagliuzza dagli occhi dei penitenti. La correzione importante soprattutto quando lerrante, pur facendo il male, non ne con-
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Vita Consacrata
sapevole, a causa della cecit spirituale generata dallignoranza e, spesso, anche dallorgoglio. *** Non affatto facile svolgere il ruolo di profeta. Di solito il profeta, annunciando la Verit e denunciando il male, diventa oggetto di persecuzione e viene guardato e trattato, nella comunit, come un appestato. Tuttavia, per il bene della comunit, importante che ci sia qualcuno che, mosso dallo Spirito, svolga il ruolo di profeta. La presenza del profeta nella comunit un atto damore di Dio. quello che leggiamo nel libro di Ezechiele: Mi disse: Figlio delluomo, io ti mando agli Israeliti, a un popolo di ribelli, che si sono rivolti contro di me Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito Tu riferirai loro le mie parole, ascoltino o no, perch sono una gena di ribelli (Ez 2, 4-7). Il profeta che ha il coraggio e lamore per correggere fraternamente i fratelli ribelli come una sentinella della comunit. Sempre in Ezechiele troviamo questultima idea, espressa con realismo anche maggiore: Figlio delluomo, ti ho posto per sentinella alla casa dIsraele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia. Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perch il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morir per la sua iniquit, ma della sua morte io domander conto a te. (Ez 3, 16-18). *** Colui che intende correggere il fratello che nellerrore devessere ricolmo damore soprannaturale. E la prima caratteristica dellamore soprannaturale la pazienza. Lamore paziente,
dice San Paolo (1Cor 13,4). Chi ama alla maniera di Ges Cristo non dispera mai della conversione del fratello errante. Luomo di fede non si arrende, non dice mai: Ora basta! Per me puoi andare allinferno!. Lamore paziente ha il potere di risuscitare anche i morti. Chi paziente sa attendere il momento giusto per dire parole sante al fratello che sbaglia. quasi sempre controproducente riprendere il fratello nel momento stesso in cui sbaglia. Di solito pi efficace riprenderlo quando il suo animo si tranquillizzato. Non si va a pescare con il mare in tempesta, ma quando si calmato. Prima di riprendere un fratello ricordiamo sempre lesortazione di San Paolo a Timoteo: Non essere aspro nel riprendere un anziano, ma esortalo come fosse tuo padre; i pi giovani come fratelli, le donne anziane come madri e le pi giovani come sorelle (1Tim 5, 1-2). Per non essere aspri nel correggere e riprendere, si consiglia fortemente di fare qualche giorno di digiuno e di preghiera pi intensa, per avvicinare il fratello errante con lumilt e la mitezza di Ges. La correzione fraterna ha il potere di far desistere il fratello da una condotta antievangelica.
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Tempo Libero
La nostra rivista felice di ospitare una sezione leggera, spensierata e riposante, dopo una serie di rubriche zeppe di articoli diciamo impegnativi. Hic et illic desidera regalarci qualche minuto di distrazione e di riposo mentale. Lo Spirito del Signore (Spiritus Domini) ci vuole sereni, nonostante lo stress della vita quotidiana e consapevoli che cultura e spiritualit insaporiscono anche il tempo libero.
Hic et illic
(qua e l un p ovunque)
DISA
Gara di forza *A Sonkajarvi (Finlandia) viene da tempo disputata una curiosa gara di forza: i concorrenti devono tentare di percorrere nel pi breve tempo possibile, un tragitto lungo 235 metri, irto di ostacoli, portando in groppa la propria moglie. Il vincitore riceve in premio un barile di birra del medesimo peso della consorte. Secondo voi, in questo caso, meglio avere una moglie magra o grassa? Fiore di ciliegio *I missili che armavano gli aerei dei Kamikaze giapponesi durante la seconda guerra mondiale, erano denominati oka, ossia fiore di ciliegio. E meno male che erano fiori. Una causa *In una causa, Metello Nepote si scagli con una certa acrimonia contro Cicerone rimproverandogli di essere un plebeo. Di tanto in tanto gli rivolgeva la domanda: Chi tuo padre?
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Tempo Libero
Cicerone per un po lo lasci parlare, poi gli rispose: A te non posso chiedere la stessa cosa, o Metello, perch tua madre ha reso questa domanda estremamente delicata. Un violoncellista mediocre *Una sera Brahms suonava con un violoncellista assai mediocre e pestava i tasti del suo pianoforte cos forte che il violoncellista gli disse: Mio caro Brahms, se continua cos, finir col non sentirmi pi. E Brahms: Beato voi. Gli angeli e le nuvole *Un giorno Brahms, attorniato da ammiratrici troppo ciarliere, pens di allontanarle fumando un sigaro. Una di loro gli fece notare che un gentiluomo non fuma in presenza di gentili signore e lui rispose: Care signore, dove vi sono gli angeli, vi sono anche le nuvole! Un spartito impossibile *Un giorno Mozart port a Haydn uno spartito impossibile per pianoforte. Il vecchio Haydn, sorridendo, cominci a suonarlo. Mentre le due mani erano all'estremit della tastiera, bisognava suonare una nota che stava proprio in mezzo alla tastiera, per cui Haydn si interruppe e consegn lo spartito a Mozart, il quale inizi a suonarlo e, arrivato al punto critico, abbass la testa e suon il tasto con la punta del naso!
Haendel nella trattoria irlandese *Haendel, oltre che grande compositore era anche un grande peccatore di gola. Un giorno entr in una trattoria londinese. Entr nel locale e ordin una colazione per tre. Siccome il cameriere, non vedendo arrivare gli altri due commensali, tardava a servirlo, Haendel brontol: Si sbrighi, mi porti da mangiare. Non aspettiamo gli altri due? - chiese il cameriere. E il musicista: Non si preoccupi, gli altri due sono io. Una memoria eccezionale *Si racconta che Dante avesse una memoria eccezionale. Un giorno fu fermato per strada da uno sconosciuto, il quale gli chiese: Qual l'alimento pi buono del mondo? L'ovo, rispose Dante. L'anno successivo lo stesso uomo incontr nuovamente Dante nella stessa strada e gli chiese: Con che cosa? Col sale, rispose subito Dante.
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FACEBOOK: UNA GUIDA PER GENITORI ED EDUCATORI Nel suo ultimo saggio don Paolo Padrini analizza le opportunit e le criticit del mondo dei social network ROMA. I social network non sono n la panacea di tutti i mali, n uno strumento perverso che inevitabilmente deforma la percezione della realt di chiunque. Essi sono un mezzo e, come tale, portano con s opportunit e rischi. in primo luogo necessario che i genitori di oggi (emigrati digitali, per eccellenza) abbiano la piena consapevolezza del loro funzionamento e dei loro linguaggi e significati profondi, affinch il mondo virtuale conosciuto dai loro figli (nativi digitali per definizione) non sfugga loro di mano. Levoluzione delle tecnologie mediatico-digitali si evolve con una rapidit impressionante, pertanto fondamentale stare al passo con i tempi. A tale scopo stato pubblicato Facebook, internet e i digital media. Una guida per genitori ed educatori (San Paolo, 2012), saggio a cura di don Paolo Padrini: si tratta, come si legge nel-
la retrocopertina, di un sussidio pratico per superare le eventuali paure, imparando a conoscere i meccanismi e il linguaggio dei nuovi spazi digitali. Don Paolo Padrini, parroco a Stazzano (Alessandria) e studioso di nuovi media, diventato famoso per aver lanciato iBreviary, lapplicazione che porta la preghiera cattolica del Breviario, per la prima volta nel mondo e in cinque lingue. Ha inoltre coordinato il progetto vaticano Pope2You.net, promosso dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e ha lanciato la piattaforma digitale Mediacath e il blog genitorieinternet.blogspot.com.
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ASSISI. E stata benedetta FRAME, la prima Mediateca Francescana, posta davanti la Basilica Inferiore di San Francesco d'Assisi. Verr, inoltre, proiettato il primo film in 3D sulla vita dei frati del Sacro Convento. Sale e postazioni multimediali in cui saranno visibili documentari sulla vita di Francesco, delle Basiliche, e dei frati conventuali di Assisi, touch screen e schermi di 10 mq dove sar possibile ammirare gli affreschi di Giotto e Cimabue in 3D e documenti d'archivio non fruibili a tutti.La mediateca offre ai milioni di pellegrini che giungono nella citt serafica un'introduzione alla visita della Basilica e alle opere di Francesco. Il progetto punta sull'uso delle pi avanzate tecnologie per la conoscenza, lo studio e l'evangelizzazione - una strada aperta da Papa Woytila e rafforzata da Benedetto XVI - utilizzando un linguaggio, quello dei pi giovani, che segue lesempio di Francesco, le cui parole sapevano rendersi comprensibili ai destinatari pi diversi. www.sanfrancesco.org
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CITT DEL VATICANO, Oggi stato reso noto il calendario delle celebrazioni presiedute da Papa Benedetto XVI da fine novembre 2012 a fine gennaio dell'anno prossimo. Sabato 24 novembre, alle ore ore 11.00, il San-
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PAROLEALTRE.IT: IL NUOVO PORTALE DELLA FORMAZIONE ONLINE Promosso dall'Azione Cattolica, il sito si propone come luogo di scambio e condivisione per educatori, genitori, catechisti, di materiali utili al proprio servizio. Una nuova grande sfida, accolta nel 145 anno
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Cri Cri
In queste pagine proproniamo delle pillole di saggezza, scritte da Don Sante, con lintento di provocare le coscienze di chi li legge. il Nome Cri Cri, vuole riprendere il verso del grillo, per rievocare il grillo parlante di Pinocchio, la voce della coscienza, che oggi pi che mai ha bisogno di essere provocata. Questi Cric Cric, venivano pubblicati dal nostro direttore sul Granellino; qui proponiamo alcuni non ancora pubblicati in suo ricordo. Don Mario Alagna, sdv
La mosca
Vi sar capitato di guerreggiare aspramente con un drappello di mosche? A me s, specialmente con una sola: pochissime volte ne sono uscito vincente Mosca il nome comune con cui si indica un generico insetto dellordine dei Ditteri che nellimmaginario collettivo presenta alcune caratteristiche di ordine morfologico ed etologico. Per antonomasia si associa il nome di mosca alla mosca domestica (Musca domestica), dittero cosmopolita e ubiquitario, comune in tutti gli ambienti frequentati dalluomo, aperti o chiusi. Secondo una leggenda metropolitana particolarmente diffusa nel nord Italia, affiggere un cartello con scritto in nero a caratteri grandi il numero 58 terrebbe lontano le mosche. Tale tesi si basa sulla presupposizione che linsetto vedrebbe nel cartello il pericolo di una ragnatela, tenendosi quindi a distanza. Allora possiamo scegliere: repellente elettronico dotato di un microchip che emette ultrasuoni di disturbo, schiacciata tradizionale con panno o strumento flessibile, il numero 58. Mah, limportante che un metodo serva a sconfiggere questo dittero cosmopolita, ubiquitario e fastidioso: gi pregusto la vittoria, dopo tantissime sconfitte!
Lo sbadiglio
Uno sbadiglio un riflesso di una profonda inalazione ed espirazione del respiro. Pandiculazione il termine utilizzato per definire linsieme delle contrazioni muscolari che di solito accompagnano lo sbadiglio, e che portano a stiracchiarsi e pu essere associato a stanchezza, stress, noia, fame ecc. Quante volte nella nostra vita ci capitato di sbadigliare davanti a un amico o guardando una trasmissione in tv o ascoltando una conferenza o una predica in chiesa? Quante volte abbiamo provato imbarazzo per quella divaricazione inconsulta della mandibola che la scienza definisce involontaria e che la societ bolla come gesto di cattiva educazione? Bene, non dovremo pi provarne vergogna. Non solo. Di fronte a una persona che ci sbadiglia in faccia potremmo rispondere con un contegnoso gesto di gratitudine: lo sbadiglio serve a mantenere alto il livello dellattenzione, migliorando le capacit di efficienza mentale. questa infatti la scoperta fatta da un gruppo di ricercatori dellUniversit di Albany, New York. La ricerca, pubblicata dalla rivista Evolutionary Psychology, ha dimostrato che lo sbadiglio serve per aumentare il flusso di sangue nel
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cervello, raffreddandolo e migliorando quindi le capacit mentali di ricezione. Se questa ricerca trover consensi di un certo livello, allora sbadigliamo quando e quanto vogliamoTuttavia, detto sottovoce : mai mi sarei aspettato di ringraziare chi mi sbadiglia in faccia! sioni amorose, condizioni di salute o condizioni sociali, ecc. Le tecniche pi comuni sono: taglio delle vene; impiccamento per sospensione o rottura; uso armi da fuoco, i salti, uso del gas: un bel campionario, non c che dire! Nel Cattolicesimo, la morte causata da un atto di suicidio liberamente scelto, considerata un grave peccato mortale. Il principale argomento cattolico che la vita propriet di Dio, e distruggere tale vita vuol dire imporre il proprio dominio su ci che di Dio. Al n. 2281 del Catechismo si afferma: Il suicidio contraddice linclinazione naturale dellessere umano di preservare e perpetuare la sua vita. gravemente contrario al giusto amore di s. lo stesso che offendere lamore del prossimo perch spezza ingiustamente i legami di solidariet con la famiglia, la nazione, e le altre societ umane nei confronti dei quali continuiamo ad avere degli obblighi. Il suicidio contrario allamore per il Dio vivente. Tuttavia, una timida attenuante alleggerisce la gravit del peccato. Infatti, il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1997 sostiene che la persona che commette suicidio pu non essere pienamente sana di mente e perci non colpevole moralmente al 100%. La Chiesa Cattolica prega per coloro che si sono suicidati, con la coscienza che Cristo giudicher i defunti giustamente. Comunque, al di l di ogni possibile tolleranza, il suicidio non altro che rubare a Dio la vita di cui lunico autore.
Rubare a Dio
Per suicidio (dal latino suicidium, sui occido, uccisione di s stessi) si intende latto col quale un individuo si procura volontariamente e consapevolmente la morte. Il suicidio il gesto autolesionistico pi estremo, tipico in condizioni di grave disagio psichico, particolarmente in persone affette da grave depressione e/o disturbi della personalit. Ovviamente essi possono essere determinati da eventi pratici, quali delu-
Werran o yuddha?
Lumanit non sembra aver attraversato nessun periodo prolungato senza guerre, le quali con i loro orrori e le loro crudelt, sembrano appartenere al patrimonio genetico della specie umana. Eppure laspirazione alla pace fa ugualmente parte dei sogni delluomo. Perch allora luomo vuole il bene e fa il male? Perch la storia umana un succedersi ininterrotto di atrocit, un im-
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menso mattatoio, secondo la definizione datane da Hegel nella sua Filosofia della storia? Sappiamo che la guerra un evento sociale e politico generalmente di vaste dimensioni che consiste nel confronto armato fra due o pi soggetti collettivi e si realizza quando il contrasto di interessi economici, ideologici, strategici o di altra natura non riesce a trovare una soluzione negoziata. Il termine guerra deriva dalla parola werran dal tedesco antico, che significa mischia. Una curiosit di non poco conto: nel sanscrito del 1200 a.C., una delle lingue dellIndia, il termine che indica la guerra, yuddha, significa desiderio di possedere pi mucche. Ma allora non meglio adottare questo idioma indiano ed avere milioni di vacche da accudire, piuttosto che milioni di morti da piangere? potenti, la provocante frase di Ges (Lc 6,27; Mt 5,44) Amate i vostri nemici, pu sembrare una follia, invece lo stile di vita nuova del cristiano, lattesa e ancora assente rivoluzione dellamore, un amore che non si basa su strategie umane, ma dono di Dio che si ottiene confidando unicamente e senza riserve in Lui. La storia registra ed archivia rivoluzioni politiche, industriali, scientifiche, culturali, sociali. Manca quella cristiana: chi e cosa stiamo aspettando per fare questa benedetta rivoluzione?
Un saltino
Le cose semplici e piccine, anche se emarginate, non poche volte riservano sorprese. Ho scovato un aneddoto significativo e paradigmatico: leggete cosa ha combinato la virgola, il segno di punteggiatura, forse pi usato e abusato. Seccata e umiliata per la scarsa considerazione in cui viene tenuta ancora oggi, giur di vendicarsi alla prima occasione. Un giorno si trov con i due plurisecolari antagonisti, Ges e satana, mentre si sfidavano nel deserto. Ad un certo punto, satana scrisse sorridendo una nota: Odio, impossibile amare Dio. In quel momento la virgola si spost di una parola e fece un saltino in avanti: Odio impossibile, amare Dio e lo bidon! Facciamo attenzione alle cosiddette piccole cose: spesso sono il seme di quelle grandi e ci possono fregare!
La rivoluzione un mutamento profondo che comporta la rottura di un modello precedente e il sorgere di uno nuovo. In un mondo troppo spesso dominato dai violenti e dai pre-
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Solo indagini; nelle nostre comunit parrocchiali preghiamo troppo poco per le persone scomparse Complessivamente dal 1 gennaio 1974 sono scomparse 91.087 persone e ne sono state ritrovate 65.858: tra il 2008 e il 2009, cresciuto il numero delle scomparse (+9,21%) ma anche, in percentuale maggiore, quello dei ritrovamenti (+12,11 per cento). Le regioni con il pi alto numero di scomparsi sono il Lazio (6.479), la Lombardia (3.490), la Campania (3.198) e la Sicilia (2.382). Anche i cadaveri senza nome sono pi numerosi in Lazio (205), Lombardia (141) e Sicilia (117). Rispetto al 2008, nel 2009 i ritrovamenti sono aumentati del 12%, gli scomparsi del 2 per cento. Penta ha anche voluto ricordare che i dati sono leggermente sovrastimati. Visto che si va a 36 anni a ritroso nel tempo ci sono molte posizioni che non sono pi di persone scomparse, ma conclamate situazioni di scomparse rientrate a casa senza revoca della denuncia, oppure di persone che si sono allontanate volontariamente e che si sono costruiti un altro tipo di vita allestero o in Italia e che facile andare ad individuare, quindi non pi una scomparsa vera e propria. considerati riprovevoli o comunque dannosi per la propria reputazione, Lorigine della nostra frase viene ricondotta ad un episodio della Rivoluzione francese e a Gabriel-Honor de Riqueti, conte di Mirabeau, che ne fu protagonista. Nel 1792, dopo la morte di Mirabeau, celebrato come campione dei rivoluzionari, si scopr, alle Tuileries, in un armadio blindato, unabbondante documentazione comprovante gli accordi segreti del conte con il re, volti a contrastare e vanificare gli sforzi dei fautori della Rivoluzione. Molto violente furono le reazioni dei Giacobini e anche la stampa se ne fece interprete: proprio da unillustrazione satirica dellepoca, raffigurante Mirabeau in forma di scheletro posto nellarmadio a custodire le prove del suo tradimento, si deve partire per spiegare la metafora di cui ancora oggi ci serviamo. A questo punto, per la nostra salvezza eterna, mi permetto di chiamare in causa il Beato Don Giustino: Ascoltate bene! Se i nostri conti del passato non sono bene in regola; se abbiamo vere e proprie ragioni di temere che qualche cosa di grave stata sorvolata o non stata bene accusata, noi non possiamo andare avanti. Con questa coscienza turbata e ferita, non si pu camminare, un pessimo fondamento su cui non si pu edificare. Bisogna che in quanto al passato, lanima non abbia nessun serio motivo di temere (Opere vol. 6 p.436). Apriamo dunque senza paura i nostri armadi, svuotiamoli e puliamoli con cura: saremo pi tranquilli e leggeri.
Scheletri nellarmadio
Lespressione avere uno scheletro nellarmadio significa tenere accuratamente nascosti un fatto, un avvenimento, unazione del passato,
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Novit in libreria
CALENDARIO 2013
Abbiamo avuto la gioia, l11 ottobre scorso di iniziare, guidati dal S. Padre Benedetto XVI, lANNO della Fede, e per chiedere al Signore Dio Trinit la grazia di una fede coraggiosa e fervente. In questo anno ci aiuteranno alcuni pensieri spirituali di Don Giustino sulla fede. Noi, come Famiglia Vocazionista, abbiamo anche una data importante in questo anno 2013: il centenario dellordinazione sacerdotale del Nostro Padre Fondatore (20 settembre). Per la prenotazione dei Calendari, potete rivolgervi a: Don Fasano Giuseppe sdv, Vocazionario Deus Charitas Via G. Russolillo, 14 - 80126 Pianura (NA). tel. 081.5881788 - Cell. 335.6324370