. Fasi relative ai problemi di fatica: progetto - sviluppo - prove - produzione - servizio Definizione di cedimento per fatica Cedimento repentino causato da un danno che andato avanzando in un tempo (anche molto lungo). La rottura per fatica non pu in genere essere prevista con precisione: molte variabili coinvolte dipende dalla storia del carico e dalle caratteristiche delle strutture e dei materiali a favorire una rottura a fatica possono intervenire fattori esterni, (ad es. corrosione). Uno dei modi di affrontare il problema quello di progettare la struttura scegliendo le tensioni ammissibili pari a quelle al limite di fatica. Limite di fatica la tensione al di sotto della quale non vi , per definizione, danno di fatica Utilizzare la tensione al limite di fatica come ammissibile condurrebbe ad una struttura estremamente pesante (la tensione al limite di fatica ben al di sotto della tensione di snervamento). Sono quindi da valutare criteri di progetto pi razionali.
rendendo quindi sufficientemente esplorabili le zone che sono soggette a danno. Si pu quindi intervenire prima che il danno diventi irreparabile o tale da provocare conseguenze catastrofiche con riparazioni o sostituzioni di elementi.
Nella figura sono indicati due tempi in corrispondenza dei quali la dimensione del danno assume Il valore minimo a partire dalla quale richiesto un intervento di riparazione tali da richiedere la riparazione (t1 = time to crack initiation) Il valore corrispondente a propagazione instabile del danno stesso, ovvero una propagazione molto veloce fino alle condizioni di collasso dellelemento strutturale interessato al danneggiamento (t2 = time interval for inspection-repair). Nellintervallo di tempo individuato dai due tempi deve essere previsto almeno un intervento di ispezione, affinch il danno sia localizzato e riparato prima di raggiungere condizioni critiche. Nella pratica la frequenza delle ispezioni deve essere tale da prevedere almeno due o pi ispezioni fra i tempi individuati. Si
noti come in figura il typical inspection interval sia un sottomultiplo di t2 - t1 Appare chiaro come una delle maggiori difficolt sia individuare, per una struttura complessa sottoposta a complessi spettri di carico, le condizioni di minima e massima dimensione del danno (ovvero i due tempi prima indicati) con sufficiente precisione. Ci consente infatti di stabilire il programma delle ispezioni e degli interventi. Determinazione della vita a fatica La pi semplice rottura a fatica avviene quando la struttura o il provino vengono sollecitati con forza variabile alternata ad ampiezza ed a valore medio costanti. Misura della fatica in genere la tensione nominale massima del provino. Tensione nominale - la tensione calcolata in una sezione della struttura per solido alla Saint Venant. Non si considerano quindi effetti delle concentrazioni delle tensioni dovute a assorbimento della torsione per flesso-torsione brusche variazioni delle tensioni effetti locali di vincolo vicinanza di zone di apposizione di carichi effetti locali dovuti a difetti o intagli Inoltre la tensione calcolata ritenendo sempre valida lelasticit lineare. Non viene considerata in genere essenziale la frequenza; solo in alcune prove si considerata la frequenza come un parametro, che influisce sulla fenomenologia
Determinazione sperimentale della vita a fatica Molte prove sono state condotte su provini, sollecitandoli con numerosi cicli fino alla rottura. Il numero N di cicli per cui avvenuta la rottura si chiamato vita a fatica. Sono state condotte prove per varie combinazioni di tensione media, Sm, e di ampiezza della tensione, Sa; si sono ottenuti diagrammi, detti S-N o di Wohler, del tipo riportato nella figura seguente:
Diagramma S-N.
Di seguito si riportano delle curve S-N che possono essere utilizzate per il calcolo della vita a fatica di strutture alari convenzionali (ali e piani di coda) realizzate in lega di alluminio.
Avendo a disposizione le curve S-N immediato il calcolo della vita a fatica per strutture sollecitate a tensione media ed ad ampiezza della sollecitazione costante. Nel caso di strutture complesse sottoposte a spettri di carico complessi occorre concepire metodologie pi elaborate. Teoria del danno cumulativo (regola di Palmgren Miner) Sebbene sia approssimata la teoria pi utilizzata nel campo aerospaziale. Lipotesi che sta alla base della teoria pu essere formulata nel seguente modo: il danno per fatica che interviene ad un dato livello di tensione proporzionale al numero di cicli applicato a detto livello di tensione diviso per il numero totale di cicli necessario a causare rottura allo stesso livello di tensione:
ni Predicted life = = 1 .0 i =1 N i
ni = numero di cicli di carico alliesimo livello di sollecitazione Ni = numero di cicli di carico che determinano la rottura per liesimo livello di sollecitazione K = numero di livelli di sollecitazione considerati nellanalisi
Approssimazioni La regola somma danni dovuti a contributi che derivano da situazioni spesso nettamente diverse. vi sono modi diversi di rottura per carichi ad alta ampiezza di sollecitazione e per carichi a bassa ampiezza di sollecitazione. Per provini saggiati a trazione ad ampiezza bassa la rottura avviene a 90 rispetto alla direzione della sollecitazioni; per sollecitazioni pi elevate la rottura a 45 durante la rottura di un provino, sollecitato ad una fissata ampiezza, incrementando lampiezza in successivi cicli, i lembi della rottura urtano, verificandosi il fenomeno detto di chiusura della rottura
durante laffaticamento del materiale le propriet meccaniche dello stesso possono cambiare non individuabile con precisione leffetto della corrosione. Spettro di carico Quando sia per via sperimentale che teorica si vuol calcolare la vita a fatica di un veicolo necessario conoscere la storia con cui sono applicati i carichi: spettro di carico. determinazione completamente analitica, determinazione in base a rilevamenti sperimentali, effettuati su veicoli simili, determinazione in base a rilevamenti sperimentali effettuati sul veicolo stesso.