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Lincertezza di misura - 1

Lincertezza di misura

1 - La norma internazionale
Introduzione LISO (International Standard Organization) ha preparato una Guida per lespressione delle incertezza di misura (GUM, Guide to the expression of Uncertainty in Measurement). Tale documento stato recepito in Italia come Norma UNI-CEI 9 (revisione UNI CEI ENV 13005). Lo scopo della Guida essenzialmente quello di: Promuovere una completa informazione sul come vengono dichiarate le incertezze. Fornire una base per il confronto internazionale dei risultati delle misurazioni. Obiettivi Nelle applicazioni industriali e commerciali, della sanit come della sicurezza, necessario fornire un intervallo intorno al risultato della misurazione entro il quale ci si possa aspettare che cada gran parte dei valori che sono ragionevolmente ascrivibili a quella grandezza. Sarebbe opportuno riuscire ad assegnare tale intervallo con una probabilit di copertura, o livello di fiducia, che corrisponda realisticamente a quello richiesto. Per avvicinarsi a tale obiettivo, la Guida stabilisce, piuttosto che istruzioni tecnologiche specifiche, delle regole generali per esprimere lincertezza di misura. In tal modo si voluto indirizzare il documento a contesti anche molto diversi fra loro. Fra i campi di applicazione della Guida vengono segnalati: Mantenere il controllo e la garanzia della qualit nella produzione. Garantire la conformit a leggi e regolamenti o imporne il rispetto. Condurre la ricerca di base, applicata o di sviluppo, nella scienza e nellingegneria. Tarare campioni e strumenti, ed effettuare prove nellambito di un Sistema Nazionale di Taratura, per conseguire la riferibilit ai campioni nazionali. Sviluppare, mantenere e confrontare campioni di riferimento internazionali e nazionali, compresi i materiali di riferimento. Lincertezza del risultato di una misurazione costituisce, in fondo, la mancanza di una conoscenza esatta del misurando. Cos il risultato di una misurazione, quandanche riuscissimo a correggere effetti sistematici identificati, costituisce sempre una stima del valore del misurando. Lincertezza sperimentale dovuta a numerosi fattori, fra i quali: Definizione incompleta del misurando. Imperfetta realizzazione del misurando. Non rappresentativit della campionatura. Inadeguata conoscenza delle condizioni ambientali, o dei loro effetti sulla misurazione. Distorsione personale delloperatore nella lettura di strumenti analogici. Risoluzione finita degli strumenti. Valori non esatti dei campioni e dei materiali di riferimento.
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2 - Lincertezza di misura

Valori non esatti delle costanti e dei parametri usati per gli algoritmi di valutazione. Approssimazioni o semplificazioni del metodo o del procedimento sperimentale. Variazioni del misurando in condizioni apparentemente identiche. Tutti questi fattori, inoltre, non sempre sono indipendenti. La Guida raggruppa le componenti di incertezza in due categorie, a seconda del metodo di valutazione: Componenti valutate con metodi statistici (tipo A). Componenti valutate con altri metodi (tipo B).

2 - Richiami di statistica e probabilit


Osservazioni ripetute Supponiamo di voler conoscere una grandezza fisica X, raccogliendo allo scopo una serie di misure, ripetute nelle stesse condizioni sperimentali. Siano N i valori misurati (x1, x2, ... xk ... xN), dove xk il generico valore di una misurazione. Questi valori non saranno tutti uguali, per numerosi motivi, come gi detto. Definiamo allora il valor medio per linsieme dei valori misurati:

x=

1 N

xk
k =1

(2.1)

ragionevole ritenere che il valore medio di un insieme di N misure costituisca la stima migliore del vero valore della grandezza in esame. Per ciascuna misura xk, potremo considerare la deviazione dal valor medio:

k = xk x

(2.2)

Le deviazioni possono essere di valore sia positivo che negativo. Appare interessante ricercare un indice complessivo dellentit di tali scostamenti. Tale indice non pu essere il valore medio degli scostamenti, in quanto questo valore ovviamente nullo, come si evince facilmente facendo la media di entrambi i termini dellespressione (2.2). Risulta pi idoneo un indice quadratico, come la varianza. Definiamo varianza sperimentale dellinsieme di N misure, il valore medio del quadrato delle deviazioni:

1 s ( xk ) = N
2

2 k

k=1

1 = N

( xk x ) 2
k=1

(2.3)

Da questa varianza si deduce lo scarto tipo sperimentale:

s ( xk ) =

1 N

k =1

2 k =

1 N

k =1

( xk x ) 2

(2.4)

Lo scarto tipo o deviazione standard rappresenta un indice appropriato della dispersione delle misure attorno al valore medio. La sua definizione sar tuttavia affinata in seguito, considerando che le N misure non rappresentano linsieme (popolazione) di tutte le misure ma solo un campione limitato dellinfinit di misure eseguibili.

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Istogrammi delle osservazioni I risultati di numerose misure ripetute sulla stessa grandezza possono essere graficamente rappresentati su opportuni diagrammi, detti istogrammi. Questi si costruiscono con alcune semplici operazioni: si individuano i valori massimo (xmax) e minimo (xmin) tra le N misure della grandezza X; si divide lintervallo (xmax - xmin) in un numero M di intervallini di uguale ampiezza, ciascuno dei quali pu essere identificato col suo valore centrale xi (i = 1, ..., M); si conta il numero ni delle misure che ricadono in ciascun intervallino; si calcola la frequenza di osservazione dividendo questo numero per il numero totale delle osservazioni N:

fi =

ni N

(i = 1, 2, ... M )

fi = 1
i=1

(2.5)

si rappresenta su un grafico il valore del numero delle osservazioni relative a ciascun intervallo, oppure la corrispondente frequenza. Per comprendere il modo di operare, si consideri, come esempio, la misura ripetuta di una tensione V, eseguita con uno strumento numerico che consente di rappresentare sul display solo una cifra dopo il punto decimale. Operando su portate di volt, la minima differenza fra due letture distinte perci 0,1 V. La generica indicazione vk dello strumento di misura pu aversi per qualsiasi valore di tensione compreso entro lintervallo vk 0,05 V. In tal modo tutti i valori compresi in questo intervallo vengono automaticamente raggruppati dallo strumento in un unico valore vi, rappresentativo dellintervallo stesso. Supponiamo, per fissare le idee, che i valori misurati siano tutti compresi nellintervallo 99,5 V 100,5 V: il numero M dei valori distinti delle misure risulta pari a 11. Poich molte misurazioni porteranno allo stesso valore, indichiamo con ni il numero di volte che si presenta il valore vi. Il risultato delle prove pu essere riassunto in un istogramma che, per ciascuno degli 11 valori possibili, riporta il numero di osservazioni ni che cadono nella i-esima classe vi. In alternativa (vedi Fig.2.1), se N il numero totale di osservazioni, si pu rappresentare direttamente la frequenza con cui si ripete il valore della classe vi.

Fig.2.1 - Istogramma del numero di osservazioni. La somma di tutte le frequenze di occorrenza fi deve risultare evidentemente pari a uno. Con riferimento alle frequenze fi, il valor medio e la varianza possono riscriversi nella forma:

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4 - Lincertezza di misura

x=
2

1 N

xk = xi
k=1 i=1

ni M = xi f i N i=1

(2.6) (2.7)

1 N 2 M 2 ni M 2 = i f i s ( xi ) = k = i N k=1 N i=1 i=1


essendo i = xi x lo scostamento della i-esima classe rispetto al valore medio.

Il concetto di probabilit e i parametri statistici Se fosse possibile effettuare sulla stessa grandezza fisica X un numero N di misure infinitamente grande, le frequenze di occorrenza dei diversi valori rappresenterebbero le probabilit della intera popolazione. Linsieme delle misure pu allora essere visto come una variabile aleatoria discreta X, dove ciascuno dei possibili valori xi caratterizzato dalla sua probabilit di occorrenza:
Prob( xi ) = P ( xi ) = Pi = lim f i = lim
N

ni N N

(2.8)

Se si infittisce il passo di osservazione (nellesempio del voltmetro ci equivarrebbe ad aumentare la risoluzione dello strumento impiegato per le misure) la distribuzione delle osservazioni mantiene lo stesso andamento e listogramma tende ad assumere un aspetto continuo. Molti fenomeni fisici, interessati solo da errori casuali, se osservati un numero di volte molto grande, obbediscono a una legge di occorrenza degli eventi detta Gaussiana o Normale, il cui comportamento stato rappresentato nella Fig.2.2. Il diagramma della curva Normale o di Gauss per una variabile aleatoria continua X riporta in ascisse i possibili valori continui x della variabile aleatoria, mentre in ordinate si riporta la densit di probabilit p(x) con cui si osservano tali valori e la probabilit cumulativa P(x).

Fig.2.2 - Densit di probabilit p(x) e probabilit cumulativa P(x). La densit di probabilit p(x) , in generale, quella funzione continua che, moltiplicata per una variazione infinitesima dx dellascissa, fornisce la probabilit che la variabile aleatoria X cada entro lintervallo di ampiezza dx, contiguo al valore corrente x:

Prob[x X < ( x + dx)] = p( x)dx

(2.9)

La probabilit cumulativa P(x) la probabilit che la variabile aleatoria X sia minore del valore corrente x:
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Prob[X < x] = P( x) =

x -

p( z )dz

- p( x)dx = 1

(2.10)

La probabilit che la variabile aleatoria X assuma un valore qualsiasi, compreso entro tutto il campo di definizione, pari a uno. Le funzioni introdotte con le relazioni precedenti rappresentano le distribuzioni di probabilit della variabile casuale X. Nota la densit di probabilit p(x) di una variabile aleatoria continua X si definiscono il valore medio e la varianza, rispettivamente:

+ -

x p( x)dx

2 =

+ -

( x )2 p( x)dx

(2.11)

Si noti la sostanziale analogia delle diverse relazioni, nel caso delle variabili aleatorie discrete (relazioni 2.6 e 2.7) e continue (relazioni 2.11). La radice quadrata della varianza ancora definita come scarto tipo o deviazione standard . Talvolta la densit di probabilit p(x) riferita, anzich ai valori x delle misure, alle loro deviazioni = (x ) , tramite una semplice traslazione pari al valor medio (vedi Fig.2.3). In tal modo, nota la densit di probabilit delle deviazioni p(), pu essere valutata la probabilit che la variabile aleatoria sia compresa entro un assegnato intervallo di valori.

Fig.2.3 - Densit di probabilit delle deviazioni. Valori caratteristici Gli intervalli usuali sono riferiti allo scarto tipo o a suoi multipli. Per la curva Normale si ottiene: Prob[- < + ] = 68,27 % (2.12) Prob[-2 < +2] = 95,45 % Prob[-3 < +3] = 99,73 % Ci significa che assumendo, per esempio, un intervallo di riferimento pari a 3, la probabilit che tutti gli scarti possibili cadano entro lintervallo 3 del 99,73%.

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6 - Lincertezza di misura

3 - Valutazione delle incertezze


Stime di parametri da campioni Parlando di variabili aleatorie si detto che la valutazione delle probabilit presuppone unindagine su un numero teoricamente infinito di elementi, costituenti lintera popolazione. In pratica sar possibile raccogliere solo un numero limitato di dati, costituenti un campione dellintera popolazione. Con riferimento a un campione di N elementi, si dimostra che il valor medio sperimentale, definito nellespressione (2.1), costituisce la stima migliore del valore atteso della popolazione e pertanto viene assunto come risultato della misura. Per quanto riguarda invece lo scarto tipo , una stima pi corretta si ottiene dividendo per (N-1), anzich per N nellespressione dello scarto tipo sperimentale:

s ( xk ) =

1 N ( x k x )2 N 1 k=1

(3.1)

Questa precisazione assume scarso rilievo quando N sia abbastanza grande. In ogni caso, la deviazione standard sperimentale s(xk) rappresenta il grado di attendibilit della generica misura xk fra le N del campione, o, in altri termini, quantifica la dispersione degli N valori misurati attorno al loro valore medio x . Ma, dal momento che il valore assegnato alla grandezza il valore medio sperimentale x , importante valutare quale sia il grado di attendibilit di questo risultato. A tale scopo, se considerassimo diverse serie di misure, ciascuna formata da N osservazioni, potremmo calcolare evidentemente, per ciascuna serie, il valore medio e la varianza. Vista la dimensione finita N di ciascun campione, il valore medio e la varianza sperimentali saranno in generale diversi per ogni campione di N misure e costituiranno perci delle variabili aleatorie a loro volta. Si dimostra che la varianza del valor medio, fra i vari gruppi di N misure, esprimibile nel seguente modo:

s 2 ( xk ) s (x ) = N
2

s(x ) =

s ( xk ) N

(3.2)

dove s(xk ) lo scarto tipo per il campione delle N misure considerate. Tale scarto tipo costituisce una stima della deviazione standard di tutta la popolazione. Valutazione dellincertezza di tipo A La varianza sperimentale della media s 2 (x ) e lo scarto tipo sperimentale della media s( x ) , indicano quanto bene x stimi il valore medio della popolazione (valore atteso) e pertanto verranno adottati come valutazioni quantitative della incertezza di x . Diremo quindi che una grandezza fisica X determinata con N osservazioni ripetute, avr una incertezza (uncertainty) sulla sua stima x pari a: u 2 ( x ) = s 2 ( x ) in termini di varianza ; u ( x ) = s( x ) in termini di scarto tipo Valutazione dellincertezza di tipo B Quando una grandezza X non viene determinata da osservazioni ripetute, bens con una misura singola, la varianza stimata u 2 ( x ) o lincertezza u(x) sono valutate per mezzo di un
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giudizio scientifico basato su tutte le altre informazioni disponibili: dati di misurazioni precedenti, conoscenza del comportamento e delle propriet dei materiali e degli strumenti, specifiche tecniche del costruttore, dati forniti in certificati di taratura, incertezze assegnate a valori di riferimento presi da manuali. Luso di tali informazioni per una valutazione di incertezza di tipo B richiede conoscenza, esperienza e perizia che possono acquisirsi solo con la pratica e quindi col tempo. Lanalisi statistica sulle misure unindagine che viene fatta usualmente durante le procedure di taratura di uno strumento, quando ne vengono determinate le caratteristiche metrologiche. Il certificato di taratura accompagna il singolo strumento nel suo impiego e chi lo utilizza sa che le indicazioni fornite possono avere unincertezza compresa entro lintervallo dichiarato sul certificato di taratura, con un assegnato livello di confidenza. Pi spesso, i costruttori di strumentazione assegnano le specifiche di accuratezza con valori numerici validi per tutti gli esemplari di un dato modello e per essi dichiarano semplicemente un intervallo di ampiezza (-a, +a), centrato sul valore letto, entro il quale si ritiene che cada il valore del misurando. In tal caso, per poter calcolare il valore dellincertezza in termini di varianza o di deviazione standard, in modo da avere a disposizione uninformazione confrontabile con quella ottenuta con la valutazione di tipo A, necessario ipotizzare la distribuzione di probabilit da considerare allinterno dellintervallo (-a, +a). Nella maggior parte dei casi prassi comune assumere allinterno di questo intervallo una probabilit uniforme. Pertanto, detto z il generico scostamento in tale intervallo, si ha p(z) = 1/2a e la varianza della misura x :
u 2 (x ) =
a a

z 2 p ( z ) dz =

a z

1 1 dz = a 2 2a 3

(3.3)

Lincertezza associata alla quantit x risulta quindi: u ( x ) =

a . 3 Lipotesi di distribuzione uniforme piuttosto pessimistica, ma anche quella suggerita dalla GUM in mancanza di ulteriori informazioni. Se invece fosse possibile ipotizzare che non tutti i valori dellintervallo (-a, +a) sono ugualmente probabili, ma al contrario quelli pi centrali hanno maggiori probabilit di verificarsi, si potrebbe assumere una distribuzione di tipo gaussiano. In questo caso di dovrebbe considerare il valore a come quello per il quale lintervallo (-a, +a) contiene la quasi totalit dei valori possibili e quindi, sulla base delle relazioni (2.12), lindicazione a sarebbe pari a tre volte la deviazione standard della distribuzione ipotizzata. a Conseguentemente, lincertezza associata alla quantit x risulterebbe: u ( x ) = . 3 Un caso intermedio tra i due esaminati quello di assumere una distribuzione di probabilit triangolare, con valore massimo pari a 1/a in corrispondenza del valore centrale dellintervallo. Ci porterebbe ad unincertezza, espressa ancora in termini di deviazione a standard, pari a u ( x ) = . 6
Combinazione delle incertezze La definizione dello scarto tipo o della varianza si rivela particolarmente utile nellanalisi della combinazione delle incertezze di pi fenomeni aleatori, cio nella valutazione della
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8 - Lincertezza di misura

incertezza di quantit determinate in modo indiretto: y = f ( x1 , x2 ,.., xm ) . In tal caso ciascuna delle grandezze indipendenti xi (i=1, .., m) viene considerata una variabile aleatoria, pertanto caratterizzata con la sua densit di probabilit (calcolata oppure ipotizzata a priori) ed i suoi parametri statistici. Le varianze delle variabili aleatorie rappresentano, come detto, le loro incertezze u 2 (xi ) , che possono essere valutate indifferentemente con metodi di tipo A o B. Si dimostra che, se le variabili aleatorie sono tutte fra loro statisticamente indipendenti, lincertezza stimata sulla determinazione indiretta della quantit y, risulta:
f uc ( y ) = i =1 xi
m

2 u ( xi )

(3.4)

Il valore uc(y) viene detto incertezza tipo composta associata alla grandezza y. La legge di propagazione (3.4) di grande utilit nella valutazione di incertezze su grandezze misurate per via indiretta. Tuttavia la sua applicazione pratica risulta in molti casi difficoltosa a causa della difficile valutazione delle derivate parziali della funzione f (i cosiddetti f coefficienti di sensibilit ). Questo si verifica quando la funzione non definita in forma xi chiusa o quando costituita da un algoritmo di elaborazione del segnale complesso. In questi casi occorre utilizzare metodi alternativi, come quelli sperimentali o simulazioni. Inoltre, in presenza di correlazione fra le variabili di ingresso, la relazione (3.4) deve essere modificata con la presenza di opportuni termini aggiuntivi:

uc ( y ) =

m 1 m f 2 f f ( ) + u x 2 u(xi , x j ) i x x x i i j i =1 i =1 j = i +1 m

(3.5)

In (3.5) il termine u(xi, xj) rappresenta la covarianza tra le variabili aleatorie xi e xj, ed unindicazione della loro mutua dipendenza. Se le due grandezze sono state ottenute sulla base di N misure, la covarianza tra le loro medie pu essere stimata come: N 1 (xi xi )(x jk x j ) (3.6) u (xi , x j ) = N (N 1) k=1 k Spesso, le dipendenza tra due variabili aleatorie espressa in termini di coefficiente di correlazione:

r xi , x j =

) u(ux(x)i,ux(jx) ) i j

(3.7)

Questo coefficiente sempre compreso tra -1 e 1, ed nullo se le due grandezze non sono tra loro correlate, mentre unitario se sono totalmente correlate, cio se ad ogni variazione di una di esse corrisponde una determinata variazione dellaltra. E importante osservare che, mentre nella sommatoria della relazione (3.4) tutti i termini sono quadratici e quindi positivi, nella seconda sommatoria della (3.5) possono esistere termini sia positivi che negativi. Quindi la presenza di eventuali correlazioni tra le variabili di ingresso pu comportare sia incrementi che riduzioni dellincertezza composta. La correlazione tra due grandezze pu essere insita nel modello matematico utilizzato oppure pu essere causata dalle condizioni ambientali. Spesso la sua determinazione quantitativa risulta difficile, soprattutto per misure non ripetute, per le quali non si pu applicare la (3.6).
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Talvolta queste difficolt inducono a trascurare questi contributi, introducendo per nella valutazione dellincertezza approssimazioni non sempre accettabili. Incertezza estesa Lincertezza composta uc(y) viene universalmente accettata per esprimere lincertezza di una misurazione. Normalmente, tuttavia, si richiede che la valutazione quantitativa dellincertezza venga data come un intervallo U intorno al risultato della misurazione che comprenda "ragionevoli" valori del misurando. Tale intervallo denominato incertezza estesa, e si ottiene moltiplicando lincertezza composta uc(y) per un fattore di copertura k:

U = k uc ( y )

(3.6)

Perci diremo che il misurando Y sar stimato nel modo migliore dal risultato y della misurazione, scrivendo: Y = y U . Il fattore di copertura k viene scelto in base al livello di fiducia p che viene richiesto allintervallo [( y U ) ( y +U )] , vedi Fig.3.1. Il livello di fiducia p rappresenta la probabilit di copertura di questo intervallo, cio la probabilit che il risultato dichiarato cada entro lintervallo [( y U ) ( y +U )] .

Fig.3.1 - Incertezza composta uc(y) ed estesa U; k = 2. Il legame fra k e p pu essere stabilito se sono note le distribuzioni di probabilit che caratterizzano i risultati della misurazione. In pratica quindi non facile determinare un legame rigoroso. Un metodo semplice, adeguato a molte situazioni sperimentali, ipotizza la distribuzione delle probabilit di tipo normale o gaussiano e considera un numero di gradi di libert sufficientemente elevato. Il numero di gradi di libert costituito dal numero di termini di una somma (per esempio medie o varianze) meno il numero di vincoli su tali termini. Con queste ipotesi, frequenti nella pratica, si pu ritenere che: k = 2 corrisponda a un livello di fiducia di circa il 95% k = 3 corrisponda a un livello di fiducia di circa il 99% Dichiarazione dellincertezza Si consideri infine il modo formale di dichiarare lincertezza. Supponiamo di avere, per esempio, una massa per la quale si abbia un valore di 100,021 47 grammi e ipotizziamo una deviazione standard di 0,35 milligrammi. Potremo scrivere il risultato della sua misurazione in uno dei modi seguenti: Utilizzando lincertezza composta uc(y), scriveremo: m = 100,021 47 (0,000 35) g. Utilizzando lincertezza estesa U con fattore di copertura k = 2, scriveremo: m = (100,021 47 0,000 70) g.

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4 - Lincertezza nelle valutazioni di conformit


Le misurazioni vengono spesso effettuate per verificare che il risultato ricada entro un intervallo di valori considerato accettabile. questo il caso della metrologia industriale, quando sia necessario verificare la conformit a specifiche di prodotti, sia nella fase di produzione che in quella di accettazione, e della metrologia legale, quando si debba verificare il rispetto di limiti imposti dalla normativa (p. es. il livello di inquinamento elettromagnetico). Se fosse possibile effettuare misure prive di incertezze le regole decisionali per laccettazione o il rifiuto di un prodotto o per la verifica del rispetto di limiti sarebbero molto semplici: se la misura ricade entro lintervallo considerato accettabile, lesito positivo, se cade al di fuori di tale intervallo lesito negativo. Linevitabile presenza di incertezza associata al risultato della misura introduce per una situazione di indeterminazione in alcuni casi critici. Se infatti il risultato della misurazione y si trova vicino a uno dei limiti imposti, possibile che lintervallo individuato dallincertezza estesa (y U) sia contenuto in parte in zona di accettazione e in parte in zona di reiezione. Dal momento che, per la definizione stessa di incertezza, tutti i valori contenuti in questo intervallo rappresentano possibili valori veri della misura, non possibile stabilire con certezza la conformit o meno del risultato. Si definiscono pertanto tre fasce di valori, illustrate in Fig.4.1 con riferimento alla verifica di conformit dimensionale di un prodotto.

Fig.4.1 - Definizione delle zone di conformit, non conformit e incertezza. La grandezza sotto verifica deve essere nominalmente compresa nella Zona di Specifica, individuata tra il Limite Inferiore LI e il Limite Superiore LS. Di fatto si hanno: Zona di conformit: la zona di specifica ridotta dellincertezza estesa (se la misura ricade in questa zona, lesito del confronto da considerarsi positivo); Zona di non conformit: la zona al di fuori delle specifiche, comprensiva dellincertezza estesa di misura (se la misura ricade in questa zona, lesito del confronto da considerarsi negativo); Zona di incertezza: la zona attorno ai limiti delle specifiche, con ampiezza pari al doppio dellincertezza estesa (se la misura ricade in questa zona, non possibile stabilire con certezza la conformit o la non conformit). Soltanto opportune indicazioni normative (come quelle previste nella ISO 14253, che riguarda le specifiche dimensionali dei prodotti) oppure accordi preventivi tra le parti possono definire le azione da intraprendere quando il risultato di una misura cada allinterno della zona di incertezza.
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Il punto di vista Consideriamo la valutazione di conformit su una particolare propriet di un prodotto o di servizio. Supponiamo, per esempio, che si tratti di un prodotto o di un servizio in commercio e che la propriet in oggetto sia disciplinata per legge. Supponiamo inoltre che la legge preveda, per la propriet in oggetto, un valore limite massimo (VL) che non deve essere superato. Normalmente i limiti di legge vengono stabiliti senza incertezza, mentre lincertezza deve essere considerata in sede di verifica di conformit. Poich il prodotto o servizio viene venduto, la verifica di conformit deve essere fatta innanzitutto dal produttore, in sede di fabbricazione del bene o servizio che viene posto in vendita. Inoltre, la verifica di conformit pu anche essere richiesta dai consumatori, che si rivolgono alla magistratura per la tutela dei loro diritti. 1) Nel caso in cui dalla verifica di conformit scaturisce una sanzione o unazione restrittiva (ritiro del prodotto dal mercato), chi compie tale verifica, tipicamente il magistrato tramite i suoi consulenti, ha necessit che il rischio di emettere un giudizio sbagliato sia particolarmente limitato. Pertanto, prima di procedere con le sanzioni o le azioni restrittive, il magistrato vorr che la misura di quel parametro abbia unelevata probabilit di essere oltre il limite VL ammesso dalla legge. Le conclusioni saranno prese in base alle misure e a ragionevoli ipotesi sul loro uso. Supponiamo che le misure fatte abbiano una distribuzione di tipo normale con scarto tipo . Supponiamo inoltre di stabilire unincertezza U = 2: ci significa avere una probabilit di oltre il 95% che il paramento misurato sia entro questo intervallo. Le code della gaussiana racchiudono dunque una probabilit di 2,5% ciascuna. Un modo di procedere potrebbe essere quello di accettare tutti i risultati di misura che arrivano fino al valore (VL + U), prima di applicare sanzioni o azioni restrittive (vedi la Fig.4.2B).

Fig.4.2 - Il punto di vista nella verifica di conformit: A) per immettere nel mercato, B) per sanzionare. Con questo criterio, la probabilit di sanzionare avendo valori della variabile sotto il limite VL minore del 2,5%:

Prob[ X < VL] =

VL

p( x )dx < 2,5%

(4.1)

2) Laltro punto di vista (Fig.4.2A) quello del produttore del bene o servizio. Il produttore deve immettere nel mercato beni o servizi che abbiamo una elevata probabilit di rispettare i
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12 - Lincertezza di misura

limiti di legge. Se assumiamo le stesse ipotesi di prima (distribuzione normale delle misure e incertezza U = 2) si deduce che, in sede di produzione, si dovranno accettare solo i risultati di misura che arrivano fino al valore (VL - U), prima di prendere provvedimenti sul controllo di produzione. In tal modo avremo una probabilit non pi grande del 2,5% di superare i limiti di legge (Fig.4.2A):

Prob[ X > VL] =

VL

p( x )dx < 2,5%

(4.2)

5 - Esempi di calcolo delle incertezze


Propagazione dellincertezza Valutare, secondo la Guida GUM, lincertezza assoluta della grandezza y, definita per via indiretta attraverso la funzione y = xa(xb - xc), conoscendo: i valori delle grandezze direttamente misurate (xa = 3,49 ; xb = 2,00 ; xc = 0,75) e le rispettive incertezze assolute (ua = 0,05; ub = 0,02; uc = 0,01). Si supponga che le tre grandezze xa, xb e xc siano indipendenti tra loro. Soluzione I pesi delle incertezze parziali sono:

y = xb xc = 2,00 0,75 = 1,25 xa


Lincertezza composta risulta:
u2 y
2 2 2

y = xa = 3,49 xb

y = xa = 3,49 xc

y 2 y 2 y 2 = x ua + x ub + x uc = a b c = (1,25 0,05)2 + (3,49 0,02 )2 + ( 3,49 0,01)2 = = 0,00390 + 0,00487 + 0,00122 = 0,010 u y = 0,010 = 0,10

Incertezze di prodotti e rapporti Si consideri un carico resistivo R alimentato da una tensione continua V e attraversato da una corrente continua I. Si supponga di misurare separatamente le due grandezze V e I, ottenendo i seguenti risultati, con le incertezze (espresse in termini di deviazione standard) ad essi associate: Tensione V = 220,6 V; deviazione standard: 0,6 V Corrente I = 13,5 A; deviazione standard: 0,1 A Determinare: i valori della potenza P e della resistenza R; la loro incertezza composta (deviazione standard) ed incertezza estesa (utilizzando un fattore di copertura k = 3); i valori relativi delle incertezze estese rispetto ai valori di potenza e di resistenza misurati. Commentare il risultato.
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Soluzione 1) La potenza e la resistenza sono:

P = V I = 220,6 13,5 = 2,978 103 W


2) Lincertezza sulla potenza P :

R=

V 220,6 = = 16,34 13,5 I

P 2 P 2 2 2 2 2 uP = uV + u I = I uV + V u I = V I = 13,52 0,62 + 220,62 0,12 = 65,61 + 486,64 = 23,5 W u P ,3 = 3 u P = 70,5 W

Lincertezza sulla resistenza R :

1 2 V 2 R 2 R 2 uR = uV + u I = uV + 2 u I = I I I V 1 2 220,6 (0,1) 2 = 1,98 10 3 + 14,66 10 3 = 0,129 = 0,6 + 2 13,5 (13,5) uR ,3 = 3 uR = 0,387


3) Le incertezze relative sono invece:
2 2

uP,3,% = 100 uR,3,%

70,5 = 2,37% 2,978 103 0,387 = 100 = 2,37% 16,34

Si osserva che lincertezza relativa sulla potenza e sulla resistenza la stessa. Ci dovuto al fatto che la potenza P e la resistenza R sono ottenute dalle stesse grandezze V ed I, in un caso a prodotto e nellaltro a rapporto: questo fatto comporta luguaglianza degli errori relativi. Medie statistiche Per misurare una corrente continua I si applica la legge di Ohm, misurando la tensione V ai terminali di una resistenza di shunt R di valore noto, in cui la corrente I viene fatta passare. Il valore della resistenza R = 100 m, con incertezza uR = 250 , assegnata dal costruttore in termini di scarto tipo. Per misurare la tensione V si effettuano cinque osservazioni, ottenendo i seguenti valori vk: 2,026 V; 2,034 V; 2,030 V; 2,022 V; 2,035 V. Si determini: La media delle misure di tensione e lincertezza uV ad essa associata. Il valore della stima della corrente, e lincertezza tipo composta uI di tale risultato.

2010, Nicola Locci

Misure Elettriche

14 - Lincertezza di misura

Soluzione 1) Il valore medio della tensione:

v=

1 5 uk = 2,029 V 5 k =1

La deviazione standard:

s ( vk ) =

1 5 ( vk v ) 2 = 5,459 10 3 V 5 1 k =1
s ( vk ) = 2,441 10 3 V uV = s( v ) = 2,441 10 3 V 5

Lo scarto tipo sperimentale della media:

s(v ) =

2) La stima della corrente:


I = 2,029 V = = 20,29 A R 100 10 3

Lincertezza sulla corrente:

1 2 V 2 I 2 I 2 uI = uV + uR = uV + 2 uR = R R R V
2 2,029 1 3 2 + = ( 2 ,441 10 ) 3 100 10 3 100 10

(250 10 6 ) 2 = 2

= 5,958 10 4 + 2,573 10 3 = 5,63 10 2 A


Misure per differenza Si vuole misurare la potenza perduta in un dispositivo di conversione dellenergia eseguendo la differenza tra la potenza in ingresso P1 e quella in uscita P2: Pp = P1 - P2. Per misurare le due potenze si impiegano due wattmetri digitali dello stesso tipo, aventi le seguenti specifiche di accuratezza: incertezza percentuale riferita al fondo scala FS: i1% = 0,1 %; incertezza percentuale riferita al valore letto: i2% = 0,2 %. I wattmetri sono predisposti sulla portata FS = 2 kW e le letture risultano: P1 = 1540 W e P2 = 1512 W.

Determinare: lincertezza assoluta e relativa nelle misure di P1 e P2; la stima della potenza perduta, e lincertezza composta di tale risultato (considerate le misure delle potenze P1 e P2 tra loro indipendenti); la quota di potenza persa sulla potenza in transito; lincertezza relativa di Pp.

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Lincertezza di misura - 15

Soluzione 1) Lincertezza assoluta sulle potenze P1 e P2:

u P1 = uP2

1 (i1 % PFS + i2 % P1 ) = 1 (0,1 2000 + 0,2 1540) = 5,08 W 100 100 1 (i1 % PFS + i2 % P2 ) = 1 (0,1 2000 + 0,2 1512) = 5,02 W = 100 100
u P1 5,08 = 100 = 0,33% P 1540 1 uP2 5,02 = 100 = 0,33% P2 1512

Lincertezza relativa sulle potenze P1 e P2:

u P1 % = 100 u P 2 % = 100

2) La potenza persa:

Pp = P 1P 2 = 1540 1512 = 28 W
3) La quota di potenza persa sulla potenza in transito:

Pp P 1

Pp 28 28 = = 1,8% 1540 P2 1512


2 2

4) Lincertezza sulla potenza persa:


u Pp Pp = P 1 u Pp Pp 2 Pp u P1 + P 2 2 uP2 =
2 2 2 (1)2 u P 1 + ( 1) u P 2

= 25,8 + 25,2 = 7,14 W u Pp % = 100 = 100 7,14 = 25,5% 28

2010, Nicola Locci

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