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Francesco Lamendola

In origine fu la Caduta, che continua tuttora: non progresso, ma regresso dellumanit


Tutte le tradizioni iniziatiche sono concordi nel descrivere lo stato originario dellumanit come infinitamente pi prospero e felice di quello presente; tutte sono concordi nel parlare di un evento rovinoso, una Caduta, che, ad un certo punto, segn una brusca rottura dell equilibrio e fu allorigine della storia; tutte sono concordi circa il fatto che, da allora, l umanit non sta progredendo affatto, ma, semmai, sta regredendo. Le religioni recano un ricordo di questa sapienza antichissima nei miti delle origini. Nel cristianesimo, ad esempio, si parla di una umanit felice prima della disobbedienza a Dio, indi di una cacciata dal giardino dell Eden e di un radicale mutamento, in negativo, della sorte dei nostri progenitori e di noi medesimi. Ora, la religione della modernit, ovvero la Scienza razionalista, strumentale e calcolante, che - a giudizio dei suoi cantori - ci avrebbe assicurato il dominio assoluto sulla natura, predica esattamente il contrario. All inizio vi era una creatura scimmiesca, selvaggia, incapace di pensare, di parlare, di operare in modo consapevole; poi, lentamente, essa sarebbe evoluta verso luomo come lo conosciamo oggi: lottando contro la natura e contro i propri simili, non riconoscendo nulla di superiore a s, con lo sguardo rivolto verso sempre nuove mete, ognora pi ambiziose e avveniristiche. chiaro che una delle due concezioni deve ritenersi completamente falsa, e giusta quellaltra: tertium non datur. Chi si inganna, dunque: la Tradizione, antica di millenni, o la nuova religione scientista, vecchia di pochi secoli? La differenza tra le due concezioni non riguarda soltanto i contenuti del sapere, ma anche le sue origini. Per la Tradizione, il sapere originario non di origine umana; la Tradizione stessa, in quanto tale, non di origine umana. Gli uomini la conservano e la custodiscono, allo scopo di tramandarla di generazione in generazione: ma non rivolgendosi a tutti gli orecchi, bens solamente a quelli capaci di accoglierla (non diciamo di comprenderla, perch luomo non pu comprendere sino in fondo un sapere che gli di tanto superiore). E si tratta di una trasmissione silenziosa, che non si serve della parola scritta o del libro stampato, perch la parola scritta si rivolge indifferentemente a qualsiasi lettore, mentre vi sono molti potenziali lettori i quali, non essendo preparati ad accogliere la Tradizione, bene che ne rimangano alloscuro: luso che farebbero di quel poco che riuscirebbero a capire, stravolgendone il senso, sarebbe sicuramente dannoso, per loro stessi e per altri. Per la scienza moderna, materialista, quantitativa e meccanicista, il sapere interamente frutto della ragione umana; nessuno lo ha donato alluomo, egli se lo conquistato con le proprie forze; e a tutti 1

pu essere trasmesso, perch non consiste che di formule da applicare in maniera impersonale, indipendentemente dalluso che se ne fa e dalle intenzioni di chi le possiede. Poich viviamo immersi nel paradigma falsamente democratico basato sullidea che tutti gli esseri umani sono uguali quanto a capacit, attitudini e senso morale, la scienza moderna appare tanto pi veritiera, quanto pi solletica la nostra vanit e il nostro orgoglio. Lidea che chiunque, venendo in possesso di determinate formule fisiche, possa padroneggiare lenergia nucleare (per fare un esempio) ci piace, perch lusinga il nostro desiderio di potenza a buon mercato, secondo la vecchia formula cara a tutti gli studenti pigri e furbastri: massimo risultato con il minimo sforzo; mentre, in effetti, dovrebbe atterrirci, perch le sue implicazioni sono devastanti. Viceversa, il fatto che la Tradizione si sforzi di velare il proprio sapere, partendo dallassunto che se un essere umano lo desidera con animo sincero e con pure intenzioni, finir per trovare il Maestro che lo giudichi allaltezza di riceverla, suscita una istintiva diffidenza e una malcelata insofferenza da parte di molti, perch tutto ci sa di aristocratico. (Per inciso, ben questa la ragione per cui, erroneamente, in certi ambienti politicizzati si parla della Tradizione come di un sapere di destra, scomodando persino Platone, mentre la cultura democratica considerata di sinistra o, comunque, progressista: mentre termini come destra e sinistra sono semplicemente assurdi, se riferiti al sapere iniziatico). Stando cos le cose, si potrebbe dedurne che optare per la Tradizione oppure per il moderno sapere scientifico sia, tutto sommato, una questione di gusti personali, e che si possa scegliere luna o laltro con la stessa disinvoltura con cui, al supermercato, ci si decide per lacquisto di una determinata marca di dentifricio o di pantofole, oppure per unaltra. Ma proprio vero? Non sarebbe, invece, il caso di domandarsi se non esistano degli indizi che possano suffragare la pretesa della Tradizione di porsi come il sapere originario delluomo, proveniente da livelli a lui superiori; e se, in particolare, non esistano elementi a sostegno della tesi centrale di ogni sapere iniziatico: che lo stadio attuale dellumanit corrisponde non a un progresso, ma a un regresso sempre pi marcato e carico di conseguenze distruttive? Vediamo. Vi un ampio settore del conoscere che la scienza moderna, quantitativa e materialista, guarda con sommo disdegno, o che pretende di esaminare a partire dal proprio pregiudizio razionalista: quello dei fenomeni supernaturali. Ancora oggi, lo studioso accademico che vi si dedichi apertamente (anche se molti, al soldo di potenti istituzioni statali e militari, lo fanno a tempo pieno, ma in segreto) rischia di attirare su di s il discredito dei colleghi e del pubblico, nonch di vedersi stroncata la carriera. Obbligatorio, poi, parlare di tali fenomeni, alla stampa o in televisione, con latteggiamento distratto e di boriosa sufficienza, proprio di chi non si lascia abbindolare da alcun genere di trucco e dalle vecchie superstizioni, retaggio di unepoca arretrata, in cui gli esseri umani credevano ancora allesistenza di forze invisibili. Notiamo, tra parentesi, che questo atteggiamento, oltre ad essere intrinsecamente antiscientifico (nel senso di una scienza bene intesa), perch rifiuta di misurarsi con i fatti, anche totalmente incongruo, perch la stessa scienza contemporanea, specialmente la fisica delle particelle subatomiche, ha oltrepassato da un pezzo le rozze premesse materialistiche del passato, ed pi che disposta a prendere in considerazione, sia pure come ipotesi di lavoro, lesistenza di forze non solo invisibili, ma anche immateriali, capaci di agire sulla materia stessa: Telepatia, chiaroveggenza, retrocognizione, psicocinesi, apporto ed asporto, solo per citare alcuni fenomeni supernormali, in effetti costituiscono, per il ricercatore libero da pregiudizi materialisti e da grossolane forme di presunzione, altrettante finestre che permettono di gettare uno sguardo su una realt altra, ove le pretese leggi della scienza galileiana e newtoniana sono sospese e annullate e che, pertanto, esige di essere interpretata alla luce di un nuovo modo di pensare e di una nuova e pi ampia concezione della realt. La scienza materialista ci dice che, per vedere, occorre la facolt della vista, la quale si serve degli occhi: niente occhi, niente, vista, niente percezione di oggetti. Ma ecco qui una ragazza che, distesa 2

su un letto con lo stomaco scoperto, e con un libro posato su di esso, legge le parole, le frasi e le pagine, come se le avesse davanti agli occhi. Ancora. La scienza materialista ci dice che un essere umano non pu sopravvivere pi di qualche giorno senza bere e pi di qualche settimana, al massimo, senza assumere cibo solido. Ma ecco qui una donna che, a partire dalla sua giovinezza, non ha pi mangiato n bevuto niente di niente, se si esclude la particola della comunione; eppure vissuta molti anni, durante i quali, pur paralizzata e costretta a stare in ambienti non illuminati, era in grado di ascoltare, consolare e consigliare migliaia e migliaia di visitatori. Non basta. La scienza materialista ci assicura che lo spirito non pu agire direttamente sulla materia, ma solo indirettamente. Eppure, ecco uno stregone che lancia un incantesimo di morte contro una persona ignara di ci (e, quindi, non suscettibile di autosuggestione); ed ecco che la vittima designata si ammala e muore rapidamente, senza che nulla, nello stato di salute del suo organismo, sembri giustificare un fatto del genere. Dobbiamo continuare? Quelli che abbiamo citato sono fatti, fatti attestati da testimoni degni di fede; fatti, talvolta, osservati da molte persone, medici compresi; fatti che, in certi casi, sono stati perfino riprodotti e osservati in laboratorio, vale a dire in condizioni rigorosamente controllate dagli scienziati. Ebbene, ci sembra che fatti del genere - di cui esiste, per chi la voglia vedere, una ricchissima e inoppugnabile documentazione -, possano, se non altro, suggerire una ipotesi: che la mente sia capace di agire indipendentemente dal corpo; che il cervello ne sia la sede temporanea, ma che non sia tuttuno con essa; che la mente individuale sia in comunicazione con tutte le altre menti, passate, presenti e future; che, in un tempo passato, tutti gli esseri umani fossero in grado di accedere ai suoi straordinari poteri; che gli uomini abbiano incominciato a perdere tale facolt proprio a partire dallepoca in cui essi restrinsero la mente a quella piccola porzione di essa che corrisponde al Logos strumentale e calcolante, alla Ragione dei moderni. Questa, ci sembra, dovrebbe costituire per lo meno una seria ipotesi di lavoro per lo studioso in buona fede, non ottenebrato da pregiudizi e disposto a misurarsi, da vero scienziato, con lombra del mistero, e non soltanto con una sua caricatura di comodo. Tale punto di vista stato ben sintetizzato da un eminente studioso dell'occulto, Leo Talamonti, in un suo libro di quasi trentacinque anni fa, e dal quale riportiamo il seguente passaggio (La mente senza frontiere, Milano, Sugarco, 1975, pp. 131-32): Si gi detto che a proposito di telepatia e fenomeni affini vi chi parla di "regressione atavica", presupponendo implicitamente che la razza umana sia progredita , e che nel progredire abbia lasciato cadere funzioni e capacit che pi non le occorrevano. Un primo aspetto errato di tale concetto stato gi da noi indicato quando abbiamo sostenuto che la telepatia non un fenomeno a s stante; essa fa parte di un complesso di facolt e doti che sono e saranno sempre utili alla razza umana perch si evolveranno con essa specializzandosi a seconda delle sue future occorrenze; vero dunque esattamente il contrario di quanto si afferma da parte di certi studiosi tuttora legati a un pensiero ottocentesco di stampo grossolanamente darwiniano. Ora non resta che completare il quadro e specificare per quali ragioni il presunto progresso della raza sia stato in realt un regresso. A nostro avviso, le facolt telepatiche e affini che tuttora si manifestano in seno all'umanit non sono che il residuo DI PROFONDE CORRENTI DI FORZA PSICHICA COESIVA che in una situazione primordiale, ben pi felice di quella attuale, bastava a mantenere armonici legami fra gli uomini, fra questi e le forze cosmiche. Forse la telepatia - che abbiamo visto manifestarsi sporadicamente nel suo ruolo di GRAVITAZIONE PSICHICA INTERINDIVIDUALE - era allora una forza operante ed universale che cementava gli uomini fra loro. Si provi a immaginare il ruolo della messa in comune di sentimenti e pensieri in una collettivit, come rarissimamente avviene anche oggi, ma in forma assai tenue: nessuno pu far soffrire 3

deliberatamente un altro, se avverte le sofferenze di quello come proprie; nessuno poco intelligente, quando ha a propria disposizione le risorse intellettive dell'intero gruppo. il segreto di una societ perfettamente integrata. Per l'uomo di oggi una utopia assurda; per quello di una volta, forse, fu qualcosa di pi di una bella fantasia. Tutte le grandi tradizioni parlano di una MISTERIOSA CADUTA: di un'et del ferro che succedete a quella mitica dell'oro; di un peccato d'origine che valse a scatenare gli appetiti e gli sfoghi di un EGO separatista, aggressivo, sopraffattore. Allora i finalismi tipici del ristretto campo di coscienza che fa capo all'individuo come tale prevalsero su quelli ben pi fondamentali, e ad ampio respiro, della specie, i quali prima si esprimevano nelle tendenze unificanti della psiche profonda; di qui la crescente disarmonia; di qui il conflitto sempre pi aspro fra uomo e uomo, fra l'uomo e l'ambiente che lo ospita. Trionfo della "ragione" - di una ragione ristretta e priva di luce interiore - e contemporanea perdita dell'anima. Da allora l'uomo fu condannato a essere solo, sempre pi solo, con qualche rimedio parziale e non sempre operante a sua disposizione. Ma in profondit i legami sussistono, ed infatti qualche volta, in soggetti rari, emergono a piena luce, come dimostrano i molti episodi che siamo andati esaminando; nella maggior parte dei casi essi sono invece soffocati dalla voce imperiosa dell' EGO. Permane ancora la nostalgia di un'integrazione che affranchi dal peso della solitudine, ma quando la spinta integrativa erompe, travolgendo le innaturali barriere dell'io, non di rado si manifesta nel senso sbagliato: come avviene nelle fole scatenate, quando molti psichismi individualki si associano di colpo sotto l'ondata di una emozione comune, formando una entit collettiva che risucchia le single anime per fonderle in una sola, che impone all'intero gruppo la propria volont La teoria esposta da Talamonti, semplice ed elegante al tempo stesso, in grado di rendere ragione di una quantit di fenomeni supernormali altrimenti inesplicabili: ad esempio, come due persone legate da forti vincoli d'affetto possano comunicare a distanza, senza servirsi di alcun mezzo materiale, e perfino di far sapere all'altra la morte di una di esse. Non si dice, del resto, che gli aborigeni australiani - che sono considerati, non a caso, il popolo pi antico del mondo, essendo stanziato in quel continente da almeno 40.000 anni - fossero in grado di comunicare fra loro telepaticamente, a distanze notevolissime, per esempio convergendo ai raduni tribali dai luoghi pi remoti, oppure recandosi ai funerali di un parente deceduto durante l'assenza di alcuni elementi del gruppo? Inoltre, questa teoria in grado di riportare la mente individuale in un rapporto funzionale e armonioso con tutte le altre menti, e non solo quelle umane (si pensi al particolarissimo rapporto che doveva stabilirsi fra la psiche di un antico cacciatore e quella della sua preda), inserendo il concetto junghiano dell'inconscio collettivo in una prospettiva molto pi ampia e profonda, sia dal punto di vista strettamente antropologico, sia da un punto di vista filosofico generale. La Caduta, pertanto, ha segnato un cammino inverso rispetto al trionfo del Logos strumentale e calcolante: quello della perdita della parte pi profonda dell'uomo e, al tempo stesso, della perdita dei vincoli ancestrali che legavano tutti gli uomini fra loro e con l'ambiente in cui vivevano, animali e piante compresi. L'inconscio individuale, su cui Freud ha basato tutta la sua pessimistica concezione dell'uomo, altro non che la marcescenza dell'ego, dopo che il prevaricare della Ragione ne ha schiantato i profondi legami con le altre menti e con tutti gli altri viventi. Ma l'ego, a sua volta, non che la parte tirannica e aggressiva dell'io: divenuta tanto pi tirannica e tanto pi aggressiva, quanto pi si sono allentati e dissolti i legami psichici profondi dell'uomo con i propri simili e dell'uomo con il resto del creato. Una reintegrazione dell'uomo nella sua piena umanit, pertanto, non potr aver luogo che quando egli si render conto di aver sacrificato, in nome di forze tiranniche che non lo fanno vivere in armonia con se stesso e con il mondo, la parte migliore di se stesso: la pi profonda, la pi antica e la pi vera.

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