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Gabriele D'Annunzio
Luogo Castellammare Adriatico nascita Data nascita 12 marzo 1863 Luogo morte Gardone Riviera Data morte 1 marzo 1938 Professione scrittore Partito Destra storica (1897), Sinistra storica(1897-1900) Legislatura XX del Regno d'Italia
Gabriele D'Annunzio, principe di Montenevoso, a volte scritto d'Annunzio,[2]come usava firmarsi (Castellammare Adriatico, 12 marzo 1863 Gardone Riviera, 1 marzo 1938), stato
uno scrittore, poeta, drammaturgo, aviatore,militare, politico e giornalista italiano, simbolo delDecadentismo italiano[3], del quale fu il pi illustre rappresentante assieme a Giovanni Pascoli, ed eroe di guerra[4][5].
Indice
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1 Biografia
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1.1 La famiglia e gli anni di formazione (1863-1881) 1.2 Il periodo romano (1881-1891) 1.3 La fine del periodo romano (1891-1894) 1.4 Il periodo fiorentino (1894-1904) 1.5 Il Vate e la Massoneria 1.6 Il trasferimento in Francia (1904-1915) 1.7 Partecipazione alla prima guerra mondiale (1915-1919) 1.8 L'impresa di Fiume (1919-1921) 1.9 L'esilio a Gardone Riviera (1921-1938)
3.1.1 Il mondo letterario francese 3.1.2 La filosofia tedesca e il vitalismo 3.1.3 I nuovi modelli narrativi 3.1.4 L'amore verso la Duse
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4 D'Annunzio e la musica
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4.1 Amicizie, collaborazioni ed inimicizie 4.2 Composizioni da camera su testi dannunziani 4.3 Opere teatrali e musiche di scena su soggetti dannunziani 4.4 La musica nelle opere di D'Annunzio 4.5 D'Annunzio e Wagner
5 D'Annunzio e la cucina: un intenditore sopraffino 6 Citazioni attribuite 7 Omaggi 8 Neologismi da lui coniati 9 L'attivit pubblicitaria di D'Annunzio 10 Filmografia su Gabriele D'Annunzio
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11 Onorificenze
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11.1 Onorificenze italiane 11.2 Onorificenze straniere 11.3 Titoli nobiliari e militari
12 La laurea "honoris causa" a D'Annunzio 13 Altri onori 14 Note 15 Bibliografia 16 Voci correlate 17 Collegamenti esterni 18 Altri progetti
Biografia [modifica]
La famiglia e gli anni di formazione (1863-1881) [modifica]
Gabriele D'Annunzio
D'Annunzio nell'uniforme di Maggiore della Regia Aeronautica 12 marzo 1863 - 1 marzo 1938 Soprannome il Vate Nato a Pescara Morto a Gardone Riviera Luogo di Gardone Riviera, Mausoleo delVittoriale sepoltura Dati militari Nazione servita Regno d'Italia Reggenza italiana del Carnaro Forza armata Regio Esercito Regia Aeronautica Legionari di Fiume Arma terza armata (nel 1917) Specialit voli di ricognizione, pilota Anni di 1915 - 1918 servizio Grado Maggiore Tenente colonnello (al congedo) Generale onorario di Brigata aerea
Ferite Occhio destro, tempia destra Comandanti Luigi Cadorna, Armando Diaz Guerre Prima guerra mondiale, Impresa di Fiume Battaglie Beffa di Buccari, Volo su Vienna,Decima battaglia dell'Isonzo,battaglie dell'Isonzo, Comandante Reggenza italiana del Carnaro di Decorazioni Croce di guerra al valor militare,titolo nobiliare di Principe di Montenevoso Frase celebre Memento audere semper("Ricordati di osare sempre") Altro lavoro scrittore, poeta, politico Fonti nel testo
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Anna (Pescara, 27 luglio 1859 - Pescara, 9 agosto 1914) Elvira (Pescara, 3 novembre 1861 - Pescara, 1942) Ernestina (Pescara, 10 luglio 1865 - Pescara, 1938)
Antonio (Pescara, 1867 - New York,1945), direttore d'orchestra, si trasfer negliStati Uniti d'America, dove perse tutto nella crisi economica del 1929; D'Annunzio lo aiut finanziariamente con cospicui prestiti, ma le continue richieste di denaro spinsero Gabriele a rompere i rapporti e a rifiutare di incontrarlo al Vittoriale.
Il giovane D'Annunzio non tard a manifestare un carattere ambizioso e privo di complessi e inibizioni, portato al confronto competitivo con la realt. Una testimonianza ne la lettera che, ancora sedicenne nel 1879, scrive aGiosu Carducci, il poeta pi stimato nell'Italiaumbertina, mentre frequenta il liceo al prestigioso istituto Convitto Cicognini di Prato. Nel 1879 il padre finanzi la pubblicazione della prima opera del giovane studente, Primo vere, una raccolta di poesie che ebbe presto successo. Accompagnato da un'entusiastica recensione critica sulla rivista romana Il Fanfulla della Domenica, il libro venne pubblicizzato dallo stesso D'Annunzio con un espediente: fece diffondere la falsa notizia della propria morte per una caduta da cavallo. La notizia ebbe l'effetto di richiamare l'attenzione del pubblico romano sul romantico studente abruzzese, facendone un personaggio molto discusso. Lo stesso D'Annunzio poi sment la falsa notizia. Dopo aver concluso gli studi liceali accompagnato da una notoriet in continua ascesa, giunse a Roma, dove si iscrisse alla Facolt di Lettere.
Gabriele D'Annunzio
Gli anni 1881-1891 furono decisivi per la formazione di D'Annunzio, e nel rapporto con il particolare ambiente culturale e mondano di Roma cominci a forgiarsi il suo stile raffinato e comunicativo, la sua visione del mondo e il nucleo centrale della sua poetica. La buona accoglienza che trov in citt fu favorita dalla presenza in essa di un folto gruppo di scrittori, artisti, musicisti, giornalisti di origine abruzzese, parte dei quali conosciuti dal poeta a Francavilla al Mare, in un Convento di propriet del corregionale e amico Francesco Paolo Michetti (fra cui Scarfoglio, Tosti, Masciantonio e Barbella) che fece parlare in seguito di una "Roma bizantina". La cultura provinciale e vitalistica di cui il gruppo si faceva portatore appariva al pubblico romano, chiuso in un ambiente ristretto e soffocante ancora molto lontano dall'effervescenza intellettuale che animava le altre capitali europee una novit "barbarica", eccitante e trasgressiva; D'Annunzio seppe condensare perfettamente, con uno stile giornalistico esuberante, raffinato e virtuosistico, gli stimoli che questa opposizione "centro-periferia", "natura-cultura" offriva alle attese di lettori desiderosi di novit.
D'Annunzio si era dovuto adattare al lavoro giornalistico soprattutto per esigenze economiche, ma attratto alla frequentazione della Roma "bene" dal suo gusto per l'esibizione della bellezza e del lusso, nel 1883 spos, con un matrimonio "di riparazione" (lei era gi incinta del figlio Mario), nella cappella di Palazzo Altemps a Roma, Maria Hardouin duchessa di Gallese, da cui ebbe tre figli (Mario, deputato al parlamento, Gabriele Maria, attore, e Ugo Veniero)[9]. Il matrimonio fin in una separazione legale dopo pochi anni (anche se il poeta e la moglie rimasero in buoni rapporti), per le numerose relazioni extraconiugali di D'Annunzio, tra cui quella con Maria Gravina, da cui ebbe la figlia Renata. Tuttavia, le esperienze per lui decisive furono quelle trasfigurate negli eleganti e ricercati resoconti giornalistici. In questo rito di iniziazione letteraria egli mise rapidamente a fuoco i propri riferimenti culturali, nei quali si immedesim fino a trasfondervi tutte le sue energie creative ed emotive. Il grande successo letterario arriv con la pubblicazione del suo primo romanzo, Il piacere nel 1889. Tale romanzo, incentrato sulla figura dell'esteta decadente, inaugura una nuova prosa introspettiva e psicologica[10] che rompe con i canoni estetici del naturalismo e del positivismo allora imperanti. Accanto a lettori ed estimatori pi attenti e colti, venne presto a crearsi attorno alla figura di D'Annunzio un vasto pubblico condizionato non tanto dai contenuti, quanto dalle forme e dai risvolti divistici delle sue opere e della sua persona, un vero e proprio star system ante litteram, che lo stesso scrittore contribu a costruire deliberatamente. Egli invent uno stile immaginoso e appariscente di vita da "grande divo", con cui nutr il bisogno di sogni, di misteri, di "vivere un'altra vita", di oggetti e comportamenti-culto che stava connotando in Italia la nuova cultura di massa.
Sempre nel 1892 cominci una relazione epistolare con la celebre attrice Eleonora Duse, con la quale ebbe inizio la stagione centrale della sua vita. Si conobbero personalmente nel 1894 e subito scatt l'amore. Per vivere accanto alla sua nuova compagna, D'Annunzio si trasfer a Firenze, nella zona di Settignano, dove affitt la villa La Capponcina (vicinissima alla villa Porziuncola dell'attrice), trasformandola in un monumento del gusto estetico decadente, definita da lui "la vita del signore rinascimentale". Frequent anche il Chianti e conobbe una nobile di San Casciano V.P, pass un breve periodo presso il Fedino una nota villa del luogo. Sono in questi anni che si situa gran parte della drammaturgia dannunziana che piuttosto innovativa rispetto ai canoni del dramma borghese o del teatro dominanti in Italia e che non di rado ha come punto di riferimento la figura attoriale della Duse, nonch le sue migliori opere poetiche, la gran parte delle Laudi, e, tra queste, il vertice e capolavoro della poesia dannunziana, l' Alcyone. La relazione dell'artista con Eleonora Duse stata celebrata a Firenze in un modo molto originale. Alla nascita del quartiere fiorentino di Coverciano(sorto proprio ai piedi della villa dannunziana di Settignano), due importanti arterie stradali della zona vennero inaugurate in memoria dei famosi amanti, prevedendo inoltre un incrocio tra queste vie. Tra il 1893 e il 1897 D'Annunzio condusse un'esistenza movimentata che lo port dapprima nella sua terra d'origine e poi in Grecia, che visit nel corso di un lungo viaggio. Nel 1897 volle provare l'esperienza politica, vivendo anch'essa, come tutto il resto, in un modo bizzarro e clamoroso: eletto deputato della destra, pass quasi subito nelle file della sinistra, giustificandosi con la celebre affermazione vado verso la vita.
Eleonora Duse
La relazione con Eleonora Duse si incrin nel 1904, dopo il tradimento con Alessandra di Rudin e la pubblicazione del romanzoIl fuoco, in cui il poeta aveva descritto impietosamente la loro relazione. In quell'epoca la vita dispendiosa condotta dal Vate lo port a sperperare le cospicue somme percepite per le proprie pubblicazioni, che divennero comunque insufficienti a coprire le spese prodottesi. Nel 1910 D'Annunzio si trasfer in Francia: gi da tempo aveva accumulato una serie di debiti e per evitare i creditori aveva preferito allontanarsi dal proprio Paese. L'arredamento della villa fu messo all'asta e D'Annunzio per cinque anni non rientr in Italia. Risale a questo periodo la relazione con l'americana Romaine Beatrice Brooks. A Parigi era un personaggio noto, era stato tradotto da Georges Hrelle e il dibattito tra decadentisti e naturalisti aveva a suo tempo suscitato un grosso interesse gi con Huysmans. Ci gli permise di mantenere inalterato il suo dissipato stile di vita fatto di debiti e frequentazioni mondane, tra cui quelle con Filippo Tommaso Marinetti e Claude Debussy. Pur lontano dall'Italia collabor al dibattito politico prebellico, pubblicando versi in celebrazione dellaguerra italo-turca, inclusi poi in Merope o editoriali per diversi giornali nazionali (in particolare per ilCorriere) che a loro volta gli concedevano altri prestiti. Nel 1910 Corradini aveva organizzato il progetto dell'Associazione Nazionalista Italiana, al quale D'Annunzio ader inneggiando a una nazione dominata dalla volont di potenza e opponendosi all'Italietta meschina e pacifista. Nel 1914 Gabriele D'Annunzio rifiut di diventare Accademico della Crusca, poich era nemico degli onori letterari, ma anche delle Universit, infatti ai bolognesi che gli offrivano una cattedra scrisse amo pi le aperte spiagge che le chiuse scuole dalle quali vi auguro di liberarvi[14]. Dopo il periodo parigino si ritir ad Arcachon, sulla costa Atlantica, dove si dedic all'attivit letteraria in collaborazione con musicisti di successo (Mascagni, Debussy,...), compose libretti d'opera, soggetti per film (Cabiria).
Nel 1915 ritorn in Italia, dove rifiut la cattedra di letteratura italiana che era stata di Pascoli; condusse immediatamente una intensa propaganda interventista, inneggiando al mito di Roma e del Risorgimento e richiamandosi alla figura di Giuseppe Garibaldi. Il discorso celebrativo che D'Annunzio pronunci aQuarto il 4 maggio 1915 (in occasione della sagra dei Mille) suscit entusiastiche manifestazioni interventiste, cos come l'arringa tenuta a Roma il 13 maggio 1915. Con l'entrata in Guerra dell'Italia, il 24 maggio 1915 (durante le cosiddette "radiose giornate di maggio"), D'Annunzio si arruol volontario nei Lancieri di Novara, nonostante avesse gi 52 anni, partecipando subito ad alcune azioni dimostrative navali e aeree. Per un periodo risiedette a Cervignano del Friuli perch cos poteva essere vicino al Comando della III Armata, a capo della quale era Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d'Aosta, suo amico ed estimatore.
Enrico Marchiani, Ritratto di Gabriele d'Annunzio in uniforme da Ardito. Dipinto esposto al Museo D'Annunzio Eroe del Vittoriale
Nel 1919 organizz un clamoroso colpo di mano paramilitare, guidando una spedizione di "legionari", partiti da Ronchi di Monfalcone (ribattezzata, nel1925, Ronchi dei Legionari in ricordo della storica impresa), all'occupazione della citt di Fiume, che le potenze alleate vincitrici non avevano assegnato all'Italia. Con questo gesto D'Annunzio raggiunse l'apice del processo di edificazione del proprio mito personale e politico. A Fiume, occupata dalle truppe alleate, gi nell'ottobre 1918si era costituito un Consiglio nazionale che propugnava l'annessione all'Italia,[18] di cui fu nominato presidenteAntonio Grossich. D'Annunzio con una colonna di volontari (tra i quali vi era anche Silvio Montanarella, marito della figlia Renata) occup Fiume e vi instaur il comando del "Quarnaro liberato". Il 5 ottobre 1920 ader al Fascio di combattimento di Fiume[19].
D'Annunzio, che era anche comandante delle Forze Armate Fiumane, e il suo governo vararono tra l'altro la Carta del Carnaro, una costituzione provvisoria incredibilmente avanzata e moderna, scritta dal sindacalista rivoluzionario Alceste de Ambris e modificata in parte da D'Annunzio stesso, che prevedeva, assieme alle varie leggi applicative e regolamenti varati, numerosi diritti per i lavoratori, le pensioni di invalidit, l' habeas corpus, il suffragio universale maschile e femminile, la libert di opinione, di religione e di orientamento sessuale, tra cui la depenalizzazione dell'omosessualit, del nudismo e dell'uso di droga[20] e il risarcimento degli errori giudiziari[21], il tutto molto tempo prima di altre carte costituzionali dell'epoca. Il 12 novembre 1920 venne stipulato il trattato di Rapallo: Fiume divenne citt libera, Zara pass all'Italia; ma D'Annunzio non accett l'accordo e il governo italiano di Giovanni Giolitti il 26 dicembre1920, fece sgomberare i legionari con la forza, causando numerosi morti, nel cosiddetto "Natale di sangue". Ai tempi di Fiume D'Annunzio soprannomin sprezzantemente Cagoja Nitti, in relazione appunto allo sgombero della citt ordinato nel 1921. Nel 1924 lo Stato libero di Fiume, fu infine annesso all'Italia, dove rimase fino al 1945.
Mio caro Benito Mussolini, chi conduce un'impresa di fede e di ardimento, tra uomini incerti o impuri, deve sempre attendersi d'essere rinnegato e tradito "prima che il gallo canti per la seconda volta". E non deve adontarsene n accorarsene. Perch uno spirito sia veramente eroico, bisogna che superi la rinnegazione e il tradimento. Senza dubbio voi siete per superare l'una e l'altro. Da parte mia, dichiaro anche una volta che avendo spedito a Milano una compagnia di miei legionari bene scelti per rinforzo alla vostra e nostra lotta civica io vi pregai di prelevare dalla somma delle generosissime offerte il soldo fiumano per quei combattenti. Contro ai denigratori e ai traditori fate vostro il motto dei miei "autoblindo" di Ronchi, che sanno la via diritta e la meta prefissa. Fiume d'Italia, 15 febbraio 1920 Gabriele D'Annunzio.
Lettera originale inviata da D'Annunzio a Mussolini
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Il 3 agosto 1922, quando gli squadristi occuparono a Milano Palazzo Marino, D'Annunzio parl dal balcone del Comune. Dopo l'omicidio di Giacomo Matteotti, l'8 luglio 1924 D'Annunzio scrisse a Mussolini:
Avere fede intiera nella mia lealt e nella mia carit di patria. Il mio silenzio e il mio lavoro sono oggi esempio a tutti gl'italiani. Non l'uno sar interrotto e non l'altro[29]
D'Annunzio, assieme a Filippo Tommaso Marinetti, fu uno dei primi firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti, pubblicato il 21 aprile 1925. Il deputato socialista Tito Zaniboni, pi tardi noto per aver organizzato un attentato contro Mussolini il 4 novembre 1925, comunic al giornale Il Mondo, la notizia che D'Annunzio, in una lettera indirizzata a un legionario fiumano avrebbe scritto in maniera critica sulla questione:
Sono molto triste di questa "fetida ruina" (Gabriele D'Annunzio secondo Tito Zaniboni[30])
All'indiscrezione D'Annunzio rispose il 5 novembre su "La provincia di Brescia":
A tutti i politicastri, amici o nemici, conviene dunque ormai disperare di me. Amo la mia arte rinovellata, amo la mia casa donata. Nulla d'estraneo mi tocca, e d'ogni giudizio altrui mi rido (Gabriele D'Annunzio[31])
Nel 1937 fu eletto Presidente dell'Accademia d'Italia, ma non and mai a presiedere alcuna riunione (la nomina fu quasi imposta da Benito Mussolini, con la contrariet di D'Annunzio). D'Annunzio fu anche Presidente onorario della SIAE dal 1920 al 1938.[32] Per molti il Duce, temendo la popolarit e la personalit indipendente del poeta, tent di metterlo risolutamente da parte, ricoprendolo di onori.[33]
Sicuramente qualcuno che ha visto nell'evento la volont di non far presiedere a D'Annunzio l'incontro con Nitti e Mussolini e quindi cerca la traccia di un complotto. La principale indiziata Luisa Baccara (compagna di D'Annunzio all'epoca, ndr) o sua sorella Jolanda ovvero tutte e due insieme. Nasce l'ipotesi che Luisa Baccara (che delle due sorelle ha maggiore personalit) sia la carceriera del Comandante; che sia una spia di Nitti o una fascista celata, ma anche che abbia lo scopo finale di uccidere D'Annunzio per toglierlo di mezzo, posto che sia diventato ingombrante per tutti. Certo gli eventi portano molta acqua al mulino di queste ipotesi.[34]
Nel 1937 D'Annunzio si rec alla stazione di Verona per incontrarsi con Mussolini
Renzo De Felice afferma che D'Annunzio fu posto poi sotto controllo di agenti fascisti[35], visti anche i buoni rapporti del Vate con esponenti del mondo libertario, socialista erivoluzionario[36], tra cui l'ex legionario fiumano e poi socialistaAlceste de Ambris (che avvicin il nazionalista D'Annunzio all'anarco-individualismo[37]) e il politico Aldo Finzi[38], fascista di sinistra che prese parte con il poeta al volo su Vienna. Nel1937-38 D'Annunzio si oppose all'avvicinamento dell'Italia fascista al regime nazista, bollando Adolf Hitler, gi nel 1934, come "pagliaccio feroce".[39] La sua influenza sulla cultura italiana ed europea nei primi decenni del Novecento fu indiscutibile. Sempre attento ai movimenti dei giovani, fu tra i massimi ispiratori del Fondaco di baldanza, della Federazione Italiana Universitaria e di La Fionda, associazione goliardica e casa editrice. Mor nella sua villa il 1 marzo 1938 per un'emorragia cerebrale, mentre era al suo tavolo da lavoro. Ai funerali di Stato, voluti in suo onore dal regime fascista, la partecipazione popolare fu imponente. Il feretro, avvolto dalla bandiera del Timavo[40] era seguito da ...la folla innumerevole degli ex legionari, degli ammiratori, dei devoti alla sua gloria e alla sua fama....[41] sepolto nel mausoleo del Vittoriale.
Il piacere L'innocente Poema paradisiaco Il trionfo della morte Le vergini delle rocce La citt morta La Gioconda Il fuoco Laudi Le novelle della Pescara La figlia di Iorio La fiaccola sotto il moggio La nave Forse che s forse che no Notturno Il libro segreto La pioggia nel pineto
Alcune volte la fortuna di cui un autore gode il frutto di scelte consapevoli, di una capacit strategica di collocarsi nel centro di un sistema culturale che possa garantirgli le migliori opportunit che il suo tempo ha da offrirgli. D'Annunzio aveva cominciato a "immaginarsi" poeta leggendo Giosu Carduccinegli anni del liceo; ma la sua sensibilit per la trasgressione e il successo dal 1885 lo port ad abbandonare un modello come quello carducciano, gi provinciale e superato in confronto a quanto si scriveva e si dibatteva in Francia, culla delle pi avanzate correnti di avanguardia - Decadentismo e Simbolismo. Il suo giornale gli assicurava l'arrivo di tutte le riviste letterarie parigine, e attraverso i dibattiti e le recensioni in esse contenuti, D'Annunzio pot programmare le proprie letture cogliendo i momenti culminanti dell'evoluzione letteraria del tempo. Fu cos che conobbe Thophile Gautier, Guy de Maupassant,Max Nordau e soprattutto Joris Karl Huysmans, il cui romanzo rebours costitu il manifesto europeo dell'estetismo decadente. In un senso pi generale, le scelte di D'Annunzio furono condizionate da un utilitarismo che lo spinse non verso ci che poteva rappresentare un modello di valore "alto", ideale, assoluto, ma verso ci che si prestava a un riuso immediato e spregiudicato, alla luce di quelli che erano i suoi obiettivi di successo economico e mondano.
Friedrich Nietzsche
Molto si discusso su un preteso stravolgimento della filosofia nietzschiana da parte di D'Annunzio, ma tali elucubrazioni in realt non hanno ragione di essere. La scoperta di Nietzsche da parte del poeta abruzzese non
avviene infatti sul piano ideologico, ma si configura come una suggestione letteraria[42]. Le preoccupazioni del Vate erano infatti di indole artistica, non filosofica. D'altra parte il pensiero di Nietzsche, pur essendo stato talvolta oggetto di una generica adesione da parte di D'Annunzio, non fu mai sviluppato organicamente nelle creazioni del Vate che oltretutto non ebbe mai la pretesa di interpretarlo. In particolare, la rielaborazione della figura del superuomo da parte di D'Annunzio avviene secondo una visione personale e una sensibilit che non sono quelle del filosofo tedesco. I raffinati esteti che popolano i romanzi dannunziani sono ben lontani dall'oltreuomo nietzschiano che raggiunge una conoscenza superiore perseguendo un cammino personale e una dura disciplina di vita. D'Annunzio, nonostante si fosse dichiarato ateo in giovent[43][44], era affascinato dalle varie culture religiose, sia dal paganesimo sia dal cristianesimo (in particolare dal francescanesimo) fino all'occultismo e al panteismo, interpretate in un modo personalissimo, e non mutu quindi da Nietzsche gli aspetti di nichilismo derivati dal concetto della morte di Dio, proclamata dal tedesco; adottata una visione agnostica in campo religioso[45], come quella del collega Pascoli, probabilmente si riavvicin alla fede negli ultimi anni di vita.[46][47] Da ci il suo panismo e il suovitalismo, che permea tutta la sua opera: la pulsione vitale e sensuale che spinge l'esteta-superuomo alla conoscenza piena e alla fusione nel mondo e nella natura.
Poetica [modifica]
Il percorso poetico di D'Annunzio, cominciato precocemente con Primo vere (1879), raccolta non priva di interesse e che si ispira all'opera carducciana, trova una sua prima autonomia espressiva inCanto novo, dove gi si iniziano chiaramente a delineare alcune componenti essenziali della sua arte: la capacit di assimilare e rielaborare in forme del tutto personali le suggestioni e gli stimoli pi svariati, provenienti sia dalla storia e dalla mitologia sia dalle correnti letterarie e filosofiche contemporanee; una visione vitalistica e sensuale della realt di matrice
classica o classicheggiante; l'elaborazione di un linguaggio il cui splendore e preziosit suggestiona e seduce ed esso stesso parte integrante di un mondo poetico espresso da una sensibilit squisita e raffinata. Tali componenti saranno ulteriormente sviluppate e approfondite nelle raccolte poetiche successive e in particolare nelle Elegie romane (1892), caratterizzate da un gusto eclettico di matrice decadentista in cui traspaiono gli echi pi eterogenei, da Ovidio a Dante e Petrarca, daGoethe (che qui costituisce il modello per D'Annunzio sotto il profilo metrico) a Algernon Swinburne.
i "'romanzi della rosa"' (Il Piacere, L'innocente, Il trionfo della morte), che rappresentano lo sforzo per vincere la sensualit di fronte alla quale per cedono i protagonisti (rispettivamente Andrea Sperelli, artista raffinato vinto dall'amore per Elena Muti; Tullio Hermil che, nonostante la piet umana, far morire l'innocente nato da una relazione con la moglie; Giorgio Aurispa dominato dalla lussuria);
i "romanzi del giglio", che rappresentano la purificazione dalla passione: scrisse solo Le vergini delle rocce, il cui protagonista, Claudio Cantelmo, incerto fra tre fanciulle, quale sar degna di generare il superuomo futuro rigeneratore della stirpe latina;
i "romanzi del melograno", simbolo della rinata volont: scrisse solo Il fuoco, in cui il protagonista Silvio Effrena riceve dalla giovane Foscarina l'ispirazione per la sua opera teatrale.
La struttura "ciclica" dei romanzi fu ideata anche da altri scrittori, per esempio Honor de Balzac (i "cicli" de La Commedia umana); Verga (Ciclo dei Vinti); Fogazzaro (tetralogia: Piccolo mondo antico, Piccolo mondo moderno, Il santo, Leila); mile Zola. Estranei ai tre cicli sono il romanzo Giovanni Episcopo, che risente dello psicologismo della narrativa russa (Fdor Dostoevskij), e Forse che s forse che no, che esalta il mito eroico dell'aviazione.[49]
dall'altro per annullarsi in essa, nell'ideale comunione totale tra capo e popolo. E in queste orazioni il popolo prendeva le forme impressionistiche dell'umanit agglomerata e palpitante, mentre il capo era un re-filosofo, ora riproposto come profeta della patria. La retorica bellica di D'Annunzio trov un largo consenso nella popolazione, affascinata dal suo carisma e dall'aura di misticit che lo circondava. Egli elabor in questo modo un immaginario per la propaganda interventista, la quale sar la premessa e il prototipo della propaganda fascista nel primo dopoguerra.
sempre riluttante nei suoi confronti. Defin Pietro Mascagni il capobanda e scrisse un pamphlet dallo stesso titolo che apparve su Il mattino di Napoli il 3 settembre 1892. D'Annunzio reclamava un ritorno all'antica musicalit d'origine classica. Divenne amico di Giacomo Puccini e col grande compositore si pensava ad una composizione di drammi storici: Rosa di Cipro e La crociata dei fanciulli. Il carteggio che recentemente stato pubblicato, mostra proprio queste due forze culturali, che cercano d'entrare in contatto per creare un assoluto capolavoro. D'Annunzio leg anche con Arturo Toscanini e memorabile il concerto che Toscanini tenne con l'orchestra del Teatro alla Scala nel 1920 a Fiume. D'Annunzio scrisse a Toscanini nel giugno di quell'anno:... Venga a Fiume d'Italia, se pu. qui oggi la pi risonante aria del mondo. E l'anima del popolo sinfoniale come la sua orchestra. I Legionari attendono il Combattente che un giorno condusse il coro guerriero. Toscanini fu accompagnato nella citt dannunziana da Leone Sinigaglia e Italo Montemezzi. La citt di Fiume era una sorta d citt musicale. La musica era la pi intima compagna dei cittadini e nello statuto della citt v'era scritto: Excitat auroram, eccita l'alba. D'Annunzio disse ai suoi legionari dopo l'esercitazione del mattino:Guardatelo, guardategli la mano che tiene lo scettro. Il suo scettro una bacchetta, leggera come una verga di sambuco; e solleva i grandi flutti dell'orchestra, sprigiona i grandi torrenti dell'armonia, apre le cateratte della grande fiumana, scava le forze dal profondo e le rapisce al sommo, frena i tumulti e li riduce in sussurri, fa la luce e l'ombra, fa il sereno e la tempesta, fa il lutto e il giubilo. Quella stessa sera vi fu il concerto che prevedeva musiche di Beethoven, Giuseppe Verdi (I vespri sicialiani),Wagner,Sinigaglia(Suite Piemonte) e di Respighi(Le fontane di Roma). Il legame con Toscanini non termin dopo l'esperienza di Fiume. Il Vate invitava spesso Toscanini e sua figlia al Vittoriale. D'Annunzio prest numerosi suoi testi alla scena musicale. La figlia di Iorio fu musicata da Alberto Franchetti, famoso per aver concesso ad Umberto Giordano il testo dell'Andrea Chenier; Francesca da Rimini da Riccardo Zandonai che ne trasse un'opera dal valore autentico, Parisina da Pietro Mascagni, La Pisanella e La Nave ad Ildebrando Pizzetti, il pi grande compositore influenzato dal dannunzianesimo assieme a Gian Francesco Malipiero e autore della Sinfonia del Fuoco perCabiria, il kolossal cui aveva collaborato anche D'Annunzio. Non solo agli italiani finirono i grandi capolavori scenici del Vate: le musiche di scena per Fedra vennero composte da Arthur Honeggermentre Claude Debussy ebbe il privilegio di musicare la tragedia pagana mista a simboli cristiani nota come Il martirio di San Sebastiano.
A vucchella (S, comm'a nu sciorillo) - (Francesco Paolo Tosti) Ancra qualche rose ne' rosai (Francesco Paolo Tosti) Arcano! (Io credo udir tra li alberi un susurro) - (Francesco Paolo Tosti) Buon Capo d'Anno (O dame che le Folgori degli occhi) - (Francesco Paolo Tosti) Che dici, o parola del Saggio- (Francesco Paolo Tosti) Chi sei tu che mi parli ove non s'ode-(Francesco Paolo Tosti) Dorme la selva, e tra l'ombrose fronde-(Francesco Paolo Tosti) E quale cosa eguaglia ne la vita-(Francesco Paolo Tosti) En hamac (J'entends tomber des branches) - (Francesco Paolo Tosti) Visione (Il sole ride: le nubi serene) - (Francesco Paolo Tosti) In amaca (Mi cantano i rami) - (Francesco Paolo Tosti) In van preghi, in vano aneli - (Francesco Paolo Tosti) Arcano!(Io credo udir tra li alberi un susurro) - (Francesco Paolo Tosti) Notte bianca (La mia lunga romanza in mi minore) - (Francesco Paolo Tosti) L'alba separa dalla luce l'ombra - (Francesco Paolo Tosti) Lasciami! Lascia ch'io respiri, lascia - (Francesco Paolo Tosti) L'ora tarda; deserto il mar si frange - (Francesco Paolo Tosti) Ma chi vide pi larghi e pi profondi - (Francesco Paolo Tosti) Mentre che fra le tende scolorate - (Francesco Paolo Tosti) Mi cantano i rami (In amaca) - (Francesco Paolo Tosti) Ninna nanna - (Francesco Paolo Tosti) Non pianger pi.Torna il diletto figlio - (Francesco Paolo Tosti) Or dunque addio! Con le pupille ardenti - (Francesco Paolo Tosti) Perch ti neghi con lo sguardo stanco - (Francesco Paolo Tosti) Piangi, tu che hai nei grandi occhi la mia - (Francesco Paolo Tosti) Quanto ha dormito, il cembalo! Mancava - (Francesco Paolo Tosti) Se ancora col pi dolce tuo sorriso(Por morire) - (Francesco Paolo Tosti) Settembre di': l'anima tua m'ascolta - (Francesco Paolo Tosti) Sogna, sogna, mia cara anima! Tutto - (Francesco Paolo Tosti) Tanto accadr, ben che non sia d'aprile - (Francesco Paolo Tosti) Vorrei (Vorrei, allor che tu pallido e muto) - (Francesco Paolo Tosti) Vuol note o banconote? - (Francesco Paolo Tosti) Wenn lichter Mondenschein - (Max Reger) Canto dell'ospite (Si frangono l'acque odorose) - (Leone Sinigaglia) Sommerfahrt - (Leone Sinigaglia)
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La figlia di Iorio, tragedia pastorale in 3 atti - (Alberto Franchetti) Francesca da Rimini, opera drammatica - (Riccardo Zandonai) Parisina, tragedia lirica in 4 atti - (Pietro Mascagni) Fedra - (Ildebrando Pizzetti) La figlia di Iorio - (Ildebrando Pizzetti) La Pisanella, musiche di scena - (Ildebrando Pizzetti) La nave, musiche di scena - (Ildebrando Pizzetti) Phaedre, musiche di scena - (Arthur Honegger) Il martirio di San Sebastiano, musiche di scena - (Claude Debussy)
di delfini e di conche in triplice ordine, dandole l'acqua, ecco che il narratore Claudio immagina la volutt della pietra invasa dalla fresca e fluida vita: e finge in . s medesimo l'impossibile brivido. Le buccine dei tritoni soffiavano, dice Claudio, le fauci dei delfini gorgogliavano. Dalla sommit uno zampillo eruppe sibilando, lucido e rapido come un colpo di stocco vibrato contro l'azzurro; si franse, si ritrasse, esit, risorse pi diritto e pi forte; si mantenne alto nell'aria, si fece adamantino, divenne uno stelo, parve fiorire. Uno strepito breve e netto come lo schiocco di una frusta echeggi da prima nel chiuso; poi fu come uno scroscio di risa poderose, fu come un rovescio di pioggia... - Senti, esclam Antonello che guardava quel trionfo con occhi di nemico - ti sembra tollerabile a lungo questo frastuono ? - Ah, io starei ore e giorni ad ascoltarlo - parvemi dicesse Violante mettendo su la sua voce un velo pi grave - nessuna musica vale questa per me. L'opera poetica infine, tutta permeata da una musicalit eccezionale, che si riscontra anche nella prosa dannunziana. Le liriche dell'Elettra invece, contengono alcuni omaggi ai grandi ingegni musicali dell'Italia (Giuseppe Verdi e Bellini). L'Alcyone per, il capolavoro della musicalit lirica di D'Annunzio: basti pensare alla grandezza de La pioggia nel pineto, il pi grande esempio di partitura musicale dannunziana.
"...Ti ricordi tu quando scendevamo insieme per la scala portando le bottiglie, i barattoli, e quella famosa saliera uscita dalle fabbriche di Sevres? Ti ricordi com'eravamo allegri e come ridevamo e di quanti baci intramezzavamo la faccenda? Ti ricordi di tutto? E anche di quella salsa miracolosa che io feci una sera pestando per due ore un pezzo di tonno?... E poi, mentre le vaste tazze di caffe' fumigavano, tu perseguitavi le farfalle dagli occhi di rubino, che svolazzavano intorno al lume. E io aspettavo impaziente che tu dicessi alla fine: - Vuoi che andiamo? / E allora incominciava una altro piacere..." D'Annunzio amava circondarsi anche di bicchieri di vetro soffiato, laccato, bordato, finemente decorato. Sulla tavola di d'Annunzio compeggiavano argenti singolari: tartarughe e pavoni segnaposto, tempestati di gemme, passerotti per stecchini, spremilimone da piatto, pulcini portauovo. Ha disegnato anche i mobili: si ricorda il cesto da picnic, provvisto di ogni galanteria. Negli ultimi anni si ritirava nello studio verso mezzanotte e si faceva portare biscotti inglesi, mele cotte e il latte. Il pomeriggio era solito prendere il t o un caff e latte. Alle tre di notte il poeta mandava solitamente dei gustosi cioccolatini agli amici, fiori ed inviti a pranzo per il giorno successivo. Durante il periodo francese bevve il vino ma non trasse molti vantaggi dalle coppe rubiconde. Compr i vini di Bordeaux e tra gli champagne preferiva il Mumm Cordon Rouge. Da grande bevitore d'acqua, preferiva quella minerale e quando mancava cominciava a cambiare d'umore. Sulle pareti del bagno del Vittoriale riportato il verso di Pindaro: Ottima l'acqua. Divorava la frutta, cotta o cruda, ad ogni pasto e fuori dai pasti. Dei frutti preferiva le pesche-noci, l'uva, i mandarini, le banane ma soprattutto le fragole. Gli piaceva una macedonia composta di fette d'arancio, prive di semi, spellate, e con qualche goccia di liquore. Gli piaceva il riso, la carne alla griglia quasi cruda e qualsiasi tipo di pesci. Forse il D'Annunzio ingordo proprio quello dei gelati: il Vate se si trovava in un posto in cui non era osservato, amava divorare dieci o dodici gelati di seguito. Il caff e il t venivano assunti in maniera moderata. Il suo gelato preferito era il sorbetto al limone e sulla sua scrivania c'era sempre un calice colmo di cioccolatini.Tra i formaggi gustava con tanta felicit il cacio e il salamino pepato lo gustava assieme alla Baccara. Mangiava giornalmente 4-5 uova e fu un cultore della bistecca. Preferiva le trattorie ai grandi ristoranti. Prov entrambe le modalit ristorative ma delle trattorie amava la familiarit con cui venivano preparate le pietanze.
Nando Martellini, celebre telecronista sportivo e giornalista, lodando il lungomare principale diReggio Calabria quello che sar poi chiamato lungomare Falcomat (in onore del sindaco della citt calabrese Italo Falcomat), il quale rappresenta una "passeggiata" dove arte e natura si fondono, attribu a Gabriele D'Annunzio la definizione dello stesso come il pi bel chilometro d'Italia, anche per via del miraggio della fata morgana, un fenomeno ottico stranissimo che permette di vedere immagini ravvicinate della Sicilia riflesse dal mare tanto nitide da sembrare vere. In realt la citazione apocrifa e D'Annunzio non visit mai Reggio Calabria.[50]
Omaggi [modifica]
Gabriela Mistral, poetessa cilena, assunse questo pseudonimo in onore dei suoi due poeti preferiti, Frdric Mistral e Gabriele D'Annunzio, appunto.
Dal 21 al 23 Giugno 2013 si terr a Gardone Riviera, in occasione del 150 Anniversario dalla nascita del Vate, una manifestazione sportiva e culturale con automobili d'epoca( grande passione che il poeta D'Annunzio manifest durante il suo soggiorno proprio a Gardone Rivieradove tutt'ora rimangono custodite due delle sue numerose automobili). La manifestazione,denominata COPPA GABRIELE D'ANNUNZIO,prevede anche la sosta presso la dimora del Vate e il pranzo all'interno del Parco del Vittoriale.[51]
Il portale web dell'Aeronautica Militare ha proposto una pagina, intitolata "I grandi aviatori", dove vengono citate le maggiori personalit storiche dell'aviazione italiana, ponendo D'Annunzio tra di esse.[52]
Altro [modifica]
Un film softcore erotico del 1921, con le didascalie attribuite a Gabriele D'Annunzio (in realt opera dei due registi, che si finsero invece essi stessi il figlio Gabriellino D'Annunzio), ha tra i protagonisti un attore-sosia, che interpreta un frate, e viene spacciato per D'Annunzio stesso.[64][65] Il regista erotico Tinto Brass ha dichiarato invece di voler girare un film, che vorrebbe intitolare Eja, eja, alal, e dovrebbe raccontare la notte di D'Annunzio precedente l'impresa di Fiume.[66]
Onorificenze [modifica]
Onorificenze italiane [modifica]
Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia
10 novembre 1918,[67] R.D. n. 87/1918 Croce al merito di guerra (3 volte) Medaglia d'Oro al Valor Militare Zona di Guerra, Maggio 1915-Novembre 1918 Medaglia d'argento al valor militare (5 volte) Adriatico, Maggio 1915-Febbraio 1916, Veliki-Faiti, 10 ottobre-3 novembre 1916 Cielo Carsico, Maggio 1917 - Buccari 10-11 febbraio 1918, Cielo Carsico-Timavo, Maggio 1917 Medaglia di bronzo al valor militare Bocche di Cattaro 4-5 ottobre 1917 Promozione per merito di guerra (3 volte) Veliki e Faiti, Azione notturna su Pola, Organizzazione 1 Squadrone Navale Mutilato e Invalido per Servizio prestato in Campagna Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 18 (4 anni di campagna) Medaglia commemorativa dell'Unit d'Italia Medaglia commemorativa italiana della vittoria Medaglia d'oro commemorativa della Spedizione di Fiume
Nel 2010 Alitalia gli ha dedicato uno dei suoi Airbus A320-216 (EI-DTL).
Note [modifica]
1. ^ Testamento inciso sul frontone dell'entrata al Vittoriale, D'Annunzio lo riprese dal poeta latino Rabirio, citato da Seneca in De beneficiis, VI libro (cfr. motti dannunziani).
2. ^ Gatti Guglielmo, Vita di Gabriele d'Annunzio, Firenze, 1956; pp. 1 e 2. 3. ^ Rai storia: D'Annunzio, il poeta aviatore 4. ^ Storia del Trieste: D'Annunzio 5. ^ MARTINELLI VITTORIO, La guerra di D'Annunzio. Da poeta e dandy a eroe di guerra e 'Comandante', Udine, Gaspari, 2001, recensione su gabrieledannunzio.it 6. ^ Citazione tratta da AA.VV. La letteratura italiana vol. 16, pag. 3, Edizione speciale per il Corriere della Sera, R.C.S. Quotidiani S.p.A., Milano 2005, p. 3. Titolo originale dell'opera: Natalino Sapegno ed Emilio Cecchi (curatori), Storia della letteratura italiana, Garzanti Grandi opere, Milano 2001 e De Agostini Editore, Novara 2005 7. ^ Tutt'oggi accanto alle pi neutre registrazioni delle sue gesta o alle pi lusinghiere etichette della vulgata critica (massimo esponente del decadentismo italiano, straordinario sperimentatore di generi e forme, etc.) ben consolidate sono pure le formule denigratorie [...] e assai diffuse le dicerie pi incontrollabili, se non grottesche (Luciano Curreri, D'Annunzio come personaggio nell'immaginario italiano, p. 258). A proposito delle dicerie improbabili e grottesche, il critico Curreri aggiunge in nota: Si pensi alla leggenda, che continua ad essere diffusa soprattutto tra gli studenti delle scuole superiori, secondo la quale d'Annunzio si sarebbe fatto asportare una costola per poter praticare l' autofellatio (Luciano Curreri,D'Annunzio come personaggio nell'immaginario italiano, p. 258) 8. ^ Riguardo all'infanzia del poeta, qualcuno fece l'ipotesi che il suo nome fosse Gaetano Rapagnetta e fosse un orfano adottato dai D'Annunzio; in realt era il padre a chiamarsi Francesco Paolo Rapagnetta D'Annunzio, avendo aggiunto il cognome d'adozione dello zio Antonio D'Annunzio al suo cognome di nascita. Sembra che il nome "Gabriele" fosse stato scelto in onore del fratello dello zio, morto in mare. Cfr. A. Rapagnetta, La vera origine familiare e il vero cognome del poeta abruzzese Gabriele D'Annunzio, Carabba, Lanciano, 1938; fonti on line: Gabriele D'Annunzio - Biografia e Istria on the Internet History - Gabriele D'Annunzio 9. ^ Andrea Borella "Annuario della Nobilt Italiana" Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 1 pagg. 259-260 10.^ Cfr. AA.VV. op. cit., v. 16, p. 72 11.^ Cit. tratta da Emanuela Scarano Lugnani,op. cit., p. 43 12.^ Attualmente presso la presente Universit Popolare di Milano e degli Studi di Milano unipmi.org accreditata cnupi e museo museo-upm.it si conservano parecchie testimonianze. 13.^ " In questa occasione ci che preoccup il gran maestro fu piuttosto il tentativo da parte di Piazza del Ges di attrarre D'Annunzio nella propria orbita. Esplicite avance vennero fatte in tal senso da Eduardo Frosini, mentre il figlio di Raoul Palermi consegn al "comandante" il brevetto e la sciarpa del trentatreesimo grado del rito scozzese. Torrigiani cerc subito di correre ai ripari e mise in guardia D'Annunzio dalla "piccola cospirazione di
quei poveri secessionisti", chiedendo a Giacomo Treves di proporgli a sua volta l'affiliazione a Palazzo Giustiniani. Secondo alcune testimonianze, nel 1920 D'Annunzio risultava regolarmente affilliato alla loggia Italia Nuova-XXX ottobre,; Piazza del Ges avrebbe dunque vinto la gara per accappararsi l'adesione del poeta-soldato." Fulvio Conti, Storia della massoneria italiana. Dal Risorgimento al fascismo, Bologna, Il Mulino, 2003, p. 268-269 14.^ D'Annunzio. L'amante guerriero | Lankelot 15.^http://www.retecivica.trieste.it/triestecultura/dannunzio/eilvolo.asp 16.^ AA.VV. op. cit., v. 16, p. 51 17.^ Giordano Bruno Guerri, "D'Annunzio", Oscar Mondadori, Milano 2008, pag. 247, oppure anche "dove le nuove forme di vita non soltanto si disegnano ma si compiono; dove il cardo bolscevico si muta in rosa italiana: Rosa d'Amore." 18.^ Leandro Castellani, "L'impresa di Fiume", su Storia illustrata n. 142, settembre 1969 pag. 34: "La cittadinanza .. aveva proclamato fino dal 30 ottobre 1918, all'indomani del conflitto, la propria volont di unirsi all'Italia." 19.^ Mimmo Franzinelli e Paolo Cavassini, "Fiume, l'ultima impresa di D'Annunzio", Mondadori Le scie, 2009 Milano, pag. 76 20.^ Aspetti libertari dell'Impresa di Fiumearticolo su Anarchopedia 21.^ cfr. articoli 2 e 3 della Carta 22.^ gabrieledannunzio.net 23.^ comune di Rapallo 24.^ conferenza di Genova 25.^ Gargnano - Curiosit e notizie da Gargnano 26.^ Secondo storici anglosassoni, anche l'uso dell'olio di ricino come strumento di tortura e punizione, impiegato successivamente dal fascismo, sarebbe stato ideato da D'Annunzio durante l'impresa di Fiume. Vedi (EN) Cecil Adams, Did Mussolini use castor oil as an instrument of torture?, The Straight Dope, 22 aprile 1994 e (EN) Richard Doody, Stati Libero di Fiume - Free State of Fiume, The World At War 27.^ fiammecremisi 28.^ Giordano Bruno Guerri, "D'Annunzio", Oscar Mondadori, Milano 2008, pag. 232: "Il Comandante riconosceva di averlo autorizzato a trattenere una cifra imprecisata per i suoi "combattenti". 29.^ Giordano Bruno Guerri, "D'Annunzio", Oscar Mondadori, Milano 2008, pag. 292 30.^ Giordano Bruno Guerri, "D'Annunzio", Oscar Mondadori, Milano 2008, pag. 292: "L'onorevole Tito Zaniboni dichiar, su "Il Mondo", che D'Annunzio aveva scritto, in una lettera a un legionario:"Sono molto triste di questa "fetida ruina"". 31.^ Giordano Bruno Guerri, "D'Annunzio", Oscar Mondadori, Milano 2008, pag. 293 32.^ Dirittodautore.it - Le News
33.^ Mussolini avrebbe detto: "D'Annunzio come un dente cariato: o lo si estirpa o lo si ricopre d'oro" 34.^ il volo dell'arcangelo Dal sito Gabriele D'Annunzio.it 35.^ Renzo De Felice, D'Annunzio politico 1918-1938 36.^ Articolo riportato da Anarcopedia, La Comune di Fiume 37.^ Il dannunzianesimo dopo Fiume 38.^ Scheda della biografia di Aldo Finzi 39.^ Hitler, per D'Annunzio un "feroce pagliaccio" 40.^ Venne in tal modo soddisfatto un desiderio che D'Annunzio avrebbe espresso fin dal 1922: Toglietemi le fasce. Sbendatemi. Non voglio il lenzuolo degli infermi, il lenzuolo pallido dell'ospedale. Voglio che la bandiera del Timavo, che il lbaro del Fante, che il sudario del sacrifizio, mi copra solo... Cfr. Gabriele D'Annunzio,Siamo spiriti azzurri e stelle. Diario inedito (17-27 agosto 1922) a cura di Pietro Gibellini, Firenze, Giunti Editore, 1995, p. 158, ISBN 88-09-20634-7 41.^ Cit. da Piero Chiara, Vita di Gabriele D'Annunzio, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, I ed. Oscar Mondadori, 1988, p. 446,ISBN 88-04-31066-9 42.^ Cfr. Emanuela Scarano Lugnani,D'Annunzio, Roma-Bari, Laterza, 1981, p. 43 43.^ La mia finestra 44.^ "Io sono ateo, ci non significa che non mi ponga dei problemi morali, anzi! Me li pongo con la piena consapevolezza di ci che comporta, perch non delego a delle divinit la decisione di ci che giusto o errato. Me ne assumo consapevolmente la responsabilit! Vedi io so che le mie colpe, se colpe ho, non riscattano col pentimento o infliggendomi delle punizioni. Io sono un uomo libero, la terra la mia sola patria perch non ci vivo provvisoriamente. La mia storia incomincia e finisce qui! Io non ho un inferno da temere, n un cielo in cui sperare. Secondo me possiamo contare solo su noi stessi. Non una soluzione di comodo quella che ti propongo; una soluzione che affronta la verit dell'esistenza. E che non cerca rifugio nella fede in un Dio confezionato dalla nostra fantasia e che in un'altra vita assegna il premio o la pena." 45.^ D'Annunzio 46.^ D'Annunzio e la fede 47.^ D'Annunzio e le donne al Vittoriale 48.^ Cfr. a tale proposito quanto scrive Gianni Oliva in: Gianni Oliva (a cura di), Gabriele D'Annunzio, tutte le poesie (ed. integrale), v. II (Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi), Roma, Newton Compton, 1995, p. 302, ISBN 88-7983-757-5 49.^ Aldo Giudice, Giovanni Bruni, Problemi e scrittori della letteratura italiana, vol. 3, tomo secondo, ed. Paravia, 1979, pp. 123-124. 50.^ Secondo lo storico Agazio Trombetta la citazione falsa, D'Annunzio non fu mai a Reggio e nella Biblioteca Dannunziana non risulta nulla su Reggio Calabria, vedi il
volume Agazio Trombetta, La via marina di Reggio : il volto e l'anima tra passato e presente, Reggio Calabria, Culture, 2001. o l'articolo E Nando Martellini lanci il pi bel chilometro dItalia. DAnnunzio? Mai messo piede a Reggio. 12-04-2011. URL consultato in data
06-08-2012.
51.^ Poche Chiacchiere: Gabriela e Alfonsina, poetesse 52.^ I grandi aviatori inaeronautica.difesa.it. URL consultato in data 31 maggio 2013. 53.^ Caro Senatore, l' automobile femminile 54.^ Glossario Gastronomico R/ST 55.^ conio del termine velivolo 56.^ Cognac Tesseron XO Selection Lotto N. 90 57.^ La mia scrittrice preferita - Opinioni per Amalia Liana Cambiasi Negretti Odescalchi 58.^ Rinascente, un marchio di D' Annunzio 59.^ Il Vate ignudo sulla sabbia www.gabrieledannunzio.it - Gabriele D'Annunzio, gabriele d'annunzio, d'annunzio, biografia, opere 60.^ Gabriele DAnnunzio 61.^ [1] 62.^ BlogFood, dal mondo delle Cesarine Il Parrozzo e DAnnunzio 63.^ [2] 64.^ D'Annunzio e la vendetta di Priapo 65.^ Falso quel porno firmato D'Annunzio 66.^ Brass sul ste della storia. "Il mio eroico erotico D'Annunzio 67.^ a b Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
Bibliografia [modifica]
Opere
Opera omnia, 49 voll., Mondadori, Milano 1927-36 (a cura dell'Istituto nazionale per l'ed. di tutte le opere di G. D.)
Opere, 10 voll., Mondadori, Milano 1931-35; nuova ed. in 18 voll., ivi, 1932-37 (a cura di Egidio Bianchetti) Tutte le opere, 11 voll., Mondadori, Milano 1939-76 (a cura di Enrica Bianchetti e Roberto Forcella) Opere poetiche, 8 voll., Zanichelli, Bologna 1941-59 (a cura di Enzo Palmieri) Poesie, teatro, prose, Ricciardi, Milano-Napoli 1966; nuova ed. Ist. della enciclopedia ital., Roma 2007 (a cura di Mario Praz e Ferdinando Gerra)
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Tutte le novelle, "I Meridiani" Mondadori, Milano 1992 (a cura di Annamaria Andreoli e Marina De Marco) Lettere a Georges Herelle: 1891-1913, Palomar, Bari, 1993 (a cura di Maria Giovanna Sanjust) Scritti giornalistici, 2 voll., "I Meridiani" Mondadori, Milano 1996-2003 (a cura di Annamaria Andreoli) Elegie romane, "Oscar" Mondadori, Milano, 2005 (a cura di Maria Giovanna Sanjust) Prose di ricerca, "I Meridiani" Mondadori, Milano 2005 (a cura di Annamaira Andreoli e Giorgio Zanetti) Tragedie, sogni, misteri, 2 voll., "I Meridiani" Mondadori (in preparazione)
Biografie
Guglielmo Gatti, Gabriele D'Annunzio, Sansoni, Firenze 1956, 19882 Piero Chiara, Vita di Gabriele D'Annunzio, Mondadori, Milano 1978 Paolo Alatri, D'Annunzio, UTET, Torino 1983 Antonio Spinosa, Il poeta armato, Mondadori, Milano 1987 Ferruccio Ulivi, D'Annunzio, Rusconi, Milano 1988 Annamaria Andreoli, Il vivere inimitabile. Vita di Gabriele D'Annunzio, Mondadori, Milano 2000 Giordano Bruno Guerri, D'Annunzio, l'amante guerriero, Mondadori, Milano, 2008
Critica
Giuseppe Antonio Borgese, D'Annunzio, Ricciardi, Napoli 1909, n. ed. Mondadori, Milano 1983 (a cura di Anco Marzio Mutterle)
Vincenzo Morello, D'Annunzio, Societ libraria editrice nazionale, Roma 1910 Alfredo Gargiulo, D'Annunzio, Perrella, Napoli 1912, n. ed. Sansoni, Firenze 1941 Francesco Flora, D'Annunzio, Ricciardi, Napoli 1926, n. ed. Principato, Messina-Milano 1935 Mario Praz, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, Sansoni, Firenze 1935 (prima ed. 1930) Pietro Pancrazi, Studi sul D'Annunzio, Giulio Einaudi Editore, Torino 1939 Gioacchino Volpe, Gabriele D'Annunzio, Giardini, Pisa 1959 Eurialo De Michelis, Tutto D'Annunzio, Feltrinelli, Milano 1960 Emilio Mariano, Il sentimento del vivere ovvero Gabriele D'Annunzio, Mondadori, Milano 1962 Arnaldo Fortini, D'Annunzio e il francescanesimo, Assisi, Assisi 1963; ed. anastatica Lions Club, Assisi 2005 Ettore Paratore, Studi dannunziani, Morano, Napoli 1966 Ezio Raimondi, Una vita come opera d'arte (1969), in Il silenzio della Gorgone, Zanichelli, Bologna 1980 Giorgio Luti, La cenere dei sogni. Studi dannunziani, Nistri-Lischi, Pisa 1973
Eurialo De Michelis, Roma senza lupa: nuovi studi sul D'Annunzio, Bonacci, Roma 1976 Emanuella Scarano Lugnani, D'Annunzio (1976), Laterza, Roma-Bari 1983 Renzo De Felice, D'Annunzio politico, Laterza, Bari 1978 Giorgio Barberi Squarotti, Invito alla lettura di D'Annunzio, Mursia, Milano 1982 Eurialo De Micheli, Guida a D'Annunzio, Meynier, Torino 1988 Steno Vazzana, Il gesto di Perseo. Il teatro di Gabriele D'Annunzio, Nuova Impronta, Roma 1990 Renato Barilli, D'Annunzio in prosa, Mursia, Milano 1993 Enrico Galmozzi, Il soggetto senza limite. Interpretazione del dannunzianesimo, Barbarossa, Milano 1994 Arnaldo Di Benedetto, Verga, D'Annunzio, Pirandello, Fgola, Torino, 1994 Vito Moretti, D'Annunzio pubblico e privato, Marsilio, Venezia 2001 Annamaria Andreoli, D'Annunzio, il Mulino, Bologna 2004 Angela Tumini, Il mito nell'anima. Magia e folklore in D'Annunzio, trad. di Eleonora Sasso, Rocco Carabba, Lanciano 2004
Silvana Sinisi, La scrittura segreta di D'Annunzio, Bulzoni Editore, Roma 2007 Gianni Oliva, D'Annunzio e la malinconia, Bruno Mondadori, Milano 2007 Giacomo Properzj, Natale di sangue. D'Annunzio a Fiume, Mursia, Milano 2010 Valeria Giannantonio, Tra metafore e miti. Poesia e teatro in D'annunzio, Liguori Editore, Napoli 2011
(EN) Scheda su Gabriele D'Annunzio dell'Internet Movie Database Le Vergini delle Rocce (eBook gratuito) Fedra di Gabriele D'Annunzio pronto per il download gratuito e libero sull'Internet Archive Museo Verdiano Casa Barezzi